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56 1 Modello circuitale

Esercizi

1. Determinare il numero di elettroni necessari per avere le seguenti cariche:


a) Q = −1.6 µC.
b) Q = −4.8 x 10−15 C.
c) Q = −10 pC.

2. Se un filo conduttore è attraversato da un’intensità di corrente di 1 mA,


presa una generica sezione trasversale quanti elettroni la attraversano in:
a) t = 1 s.
b) t = 3 ms.
c) t = 8 µs.

3. Considerata una superficie chiusa Σ, calcolare l’andamento dell’intensità


di corrente netta, con verso di riferimento uscente, quando l’andamento
nel tempo della carica totale in essa contenuta è:
a) Q(t) = 10 · 10−15 t.
b) Q(t) = −25 · 10−10 t.
c) Q(t) = 5 · 10−10 sin(314t).

4. Determinare la potenza assorbita da un bipolo in regime stazionario sa-


pendo che i valori della tensione e dell’intensità di corrente, fatta la
convenzione dell’utilizzatore, sono:
a) v = 10 V; i = −3 A.
b) v = 30 V; i = 0.5 A.
c) v = −10 V; i = −2 A.

5. Ripetere l’esercizio precedente, assumendo che i dati siano riferiti alla con-
venzione del generatore.

6. Due bipoli sono collegati tra loro come mostrato nella figura. Supponendo
che i valori di vi sono quelli dell’esercizio 4, determinare se la potenza elet-
trica fluisce effettivamente dal primo bipolo verso il secondo o vice-versa.
i
+

1 v 2

-
1.8 Esercizi 57

7. Una batteria da 18 V alimenta con una corrente di 300 mA un computer


portatile. Quanta energia fornisce a quest’ultimo in 3 ore di funzionamen-
to?

8. Per i circuiti di bipoli rappresentati nella figura seguente, considerate le


convenzioni ivi indicate, scrivere le LKC e LKT. In riferimento a ciascun
insieme di equazioni ricavate, individuare un sottoinsieme massimale di
equazioni indipendenti.

+ -
q - + w 2
q -
3
+ w
+
3
- q
+
3
- w + +
+ + + +
+ +
1 2 4 1 2 4 5
1 4 5
-
- - + - - -
- - - - +
6
e e r
e

9. Quanta energia è immagazzinata in un condensatore da 100 pF quando


la tensione ai suoi morsetti è di 10 V?

10. Quanta energia è immagazzinata in un induttore da 50 mH quando la sua


corrente è di 500 mA?

11. In un condensatore da 100 mF la tensione varia con l’andamento v(t) =


1 − 0.5t. Determinare l’energia assorbita dal condensatore nell’intervallo
t1 = 1s, t2 = 2s.
58 1 Modello circuitale

Soluzioni

1. a) 1013 ; b) 3 104 ; c) 6.25 107 .

2. a) 6.25 1018 ; b) 1.875 1016 ; c) 5 1013 .

3. a) 10−14 A; b) -2.5 10−9 A; c)1.57 · 10−7 cos(314t)A.

4. a) -30 W; b) 15 W; c) 20 W.

5. a) 30 W; b) -15 W; c) -20 W.

6. a) dal bipolo 2 a quello 1; b) dal bipolo 1 al 2; c) dal bipolo 1 al 2.

7. 58.3 kJ.

8.  
 +i1 − i2 + i3 = 0  −v1 + v2 = 0
a) LKC h−i3 + i4 = 0 LKT h−v2 − v3 − v4 = 0
 hh( ((  hhhh ((
−i(
1+(ih2−hi(
( h4 = 0 −v 1(−(v3 (−h(
v4h =h0
( hh  ((

 −v 1 + v 3 + v 4 = 0
 
 +v − v = 0

 2 3
 +i1 + i2 + i3 = 0  −v + v = 0
4 5
b) LKC h−i2 − i3 + i4 − i5 = 0 LKT hhhh((((
 hh( ((  −v +
( (
v h
+hv5h =h0
−i(
( 1−(ih4+hi(
( h5 =
hh0 


(
hh(1
h h
3
( ( ((

 −v(1 +
( (
v 2 h
+ v
h 4 =
h( 0
(hh h ( ( h
(−v(1(+hv2 h
( (
+hv5h =h0

 −v 1 + v 2 = 0
 

 +i1 + i2 + i3 = 0 
 −v2 − v3 + v4 = 0

 
 −v4 + v5 + v6 = 0
−i3 − i4 − i5 = 0
c) LKC LKT h hhh((((
−v( −(v3 h+hv4h =h0
 −i1 − i2 + i4 + i6 =0  ( 1(

 hh( (( 
 h h hhh((( (((
+i(
( h(
5 − ih
6 =
hh0 
 −v(2(−(v3 (+hv5h +hv6h= 0
 h (
(
h
 (hhhh

( ( (( h
−v1 (−(v3 (+hv5h +hv6h= 0
(( h
h

9. 5 10−9 J.
1.8 Esercizi 59

10. 1.5 10−3 J.

11. -1.25 10−2 .


94 2 Analisi di circuiti semplici

Esercizi

1. Si determinino la tensione e la potenza elettrica erogata dal generatore di


corrente del circuito a-dinamico rappresentato in figura.

R1

+ J = 2 A,
R1 = 10 W,
J vJ R2 R2 = 5 W.
-

2. Si determinino la corrente e la potenza elettrica erogata dal generatore di


tensione del circuito a-dinamico rappresentato in figura.

iE E = 25 V,
E
+ R1 R2 R1 = 10 W,
- R2 = 10 W.

3. Si determinino la tensione e la potenza elettrica assorbita dal generatore


di corrente del circuito a-dinamico rappresentato in figura.

+
J = 4 A,
J vJ R1 R2 R1 = 10 W,
R2 = 30 W.
-

4. Si determinino le intensità di corrente e le tensioni degli elementi del


circuito a-dinamico rappresentato in figura.

i1
E = 10 V,
igp i2 R1 = 10 W,
R1
+
E
+
-
R2 R2 = 20 W,
-
ri1 r = 5 W.

5. Si utilizzi il metodo di Newton-Raphson per trovare (in via approssimata)


il punto di lavoro del circuito in figura.
2.5 Esercizi 95

i
+
R1 E = 10 V,
+
E v R1 = 10 W,
- R2 g(v) = v + 3v 3 .
-

6. Si studi la dinamica del circuito rappresentato in figura.


iL
J = 1 A,
R = 10 W,
J R L L = 50 mH,
iL (0) = −1 A.

7. Si determini l’evoluzione forzata per il circuito RC rappresentato in figura.


Inoltre si calcoli la potenza istantanea erogata dal generatore J.

J = 1 A,
J R C R = 1 W,
C = 500 µF.

8. Si determini l’evoluzione forzata per il circuito RL rappresentato in figura.


Inoltre si calcoli la potenza istantanea erogata dal generatore j(t).
iL
j (t) = cos(1000t),
j(t) R L R = 1 W,
L = 1 mH.

9. Il circuito RL rappresentato in figura è in evoluzione libera a partire dal-


la condizione iniziale indicata. Verificare che l’energia dissipata dal re-
sistore nell’intervallo (0, ∞) è esattamente pari a quella immagazzinata
nell’induttore all’istante t0 .
iL
iL (0) = 2 A,
R L R = 1 W,
L = 1 mH.
96 2 Analisi di circuiti semplici

Soluzioni

1. Il circuito ha gli elementi tutti in serie tra loro. Scegliendo opportunamente


i versi di riferimento per le correnti (ad esempio tutti congruenti con il
generatore), fatta la convenzione dell’utilizzatore sui due resistori avremo
(LKT):
vJ = vR1 + vR2 = J (R1 + R2 ) = 30 V.
Tenuto conto che sul generatore abbiamo considerato la convenzione del
generatore, la potenza erogata vale:

P = vJ J = 60 W.

2. Il circuito ha gli elementi tutti in parallelo tra loro. Scegliendo opportu-


namente i versi di riferimento per le tensioni (ad esempio tutti congruenti
con il generatore), fatta la convenzione dell’utilizzatore sui due resistori
avremo (LKC):

iE = −iR1 − iR2 = −E (1/R1 + 1/R2 ) = −5 A.

Tenuto conto che sul generatore abbiamo considerato la convenzione


dell’utilizzatore, la potenza erogata vale:

P = −EiE = 125 W.

3. Il circuito ha gli elementi tutti in parallelo tra loro. Scegliendo opportuna-


mente i versi di riferimento per le tensioni (ad esempio tutti congruenti con
la vJ ), fatta la convenzione dell’utilizzatore sui due resistori, le equazioni
da risolvere saranno: (LKC):

J = iR1 + iR2 ,

vJ = vR1 = vR2 = R1 iR1 = R2 iR2 ,


da cui ricaviamo facilmente:

vJ = 30 V.

Tenuto conto che sul generatore abbiamo considerato la convenzione del


generatore, la potenza erogata vale:

P = vJ J = 120 W.
2.5 Esercizi 97

4. Considerati i versi delle correnti come in figura e la convenzione dell’uti-


lizzatore sui resistori avremo da risolvere il sistema:

 R1 i1 + ri1 = E,
ri1 = R2 i2 ,

−i1 + igp + i2 = 0,

che fornisce i seguenti risultati:


E 2 10
i1 = = A, v2 = R2 i2 = ri1 = V,
R1 + r 3 3

ri1 1 1
i2 = = A, igp = i1 − i2 = A.
R2 6 2

5. Facilmente si perviene al sistema di equazioni:


(
E−v 10 − v
i= = ,
R 10 3
i = g(v) = v + 3v ,

dunque:
F (v) = 3v 3 + 1.1v − 1,
per trovare uno zero di F (v) utilizziamo l’ algoritmo di Newton-Raphson:

F (v (h) )
v h+1 = v h − ,
F 0 (v (h) )

come punto iniziale di tentativo usiamo la soluzione di 1.1v − 1 = 0 ⇒


v∼= 0.91. La derivata F 0 (v) di F (v) è:

F 0 (v) = 9v 2 + 1.1.

Usando iterativamente la formula si ha:


h v (h) F (v (h) )
1 0.90909 2.2539000
2 0.64510 0.5150000
3 0.53882 0.0619860
4 0.52212 0.0013376
5 0.52174 0.0000007
6 0.52174 0.0000000

R
6. iL (t) = [iL (0) − iLp (0)] e− L t + iLp (t) = −2e−200t + 1.
98 2 Analisi di circuiti semplici
¡ ¢
7. vC (t) = RJ 1 − e−t/RC = 1 − e−2000t ,
¡ ¢
p (t) = vJ = RJ 1 − e−t/RC J = 1 − e−2000t .


−R 1 −1000t 2
8. iL (t) = [−iLp (0)] e Lt + iLp (t) = − e + cos(100t − π/4).
2 2

L
9. L’espressione della corrente richiesta è i (t) = I0 e−t/τ , dove τ = R è la
costante di tempo del circuito RL. Ricordando l’espressione dell’energia
inizialmente immagazzinata nell’induttore Wi (0) = 21 LI02 , e valutando
l’integrale della potenza assorbita dal resistore si ottiene:
Z ∞ Z ∞ ³ ´2 1
WR (0, ∞) = Ri2 (t) dt = R I0 e−t/τ dt = LI02 .
0 0 2

Infine, sostituendo i valori numerici proposti avremo:

i (t) = 2e−1000t A e WR (0, ∞) = 0.002 J.


160 3 Proprietà dei circuiti

Esercizi
1. Per il circuito di bipoli in figura, determinare a) tutti i possibili alberi b)
un insieme di maglie fondamentali c) un insieme di n−1 tagli indipendenti.

2 3
1
6
1 6

5 4

(a) (b)

2. Per il circuito precedente determinare un insieme di equazioni indipendenti


alle maglie ed ai nodi.

3. Considerato un qualsiasi albero del circuito precedente, mostrare che le co-


lonne corrispondenti ad i lati dell’albero nella matrice d’incidenza ridotta
risultano indipendenti.

4. Per il circuito di bipoli in figura, determinare le equazioni circuitali in


forma canonica e risolverle con il metodo di sostituzione.
R2 R4
+ iE R1 = 20 W, R2 = 10 W,
+
J vJ R1 R3 E R3 = R4 = 20 W,
-
- E = 20 V, J = 5 A.

5. Analizzare il circuito dell’esercizio 4 con il metodo dei potenziali nodali


modificato.

6. Analizzare il circuito dell’esercizio 4 con il metodo delle correnti di maglia.


3.9 Riepilogo 161

7. Per il circuito dell’esercizio 4 verificare la conservazione delle potenze.

8. Analizzare il circuito in figura con il metodo dei potenziali nodali modifi-


cato, determinando la corrente i3 .

R1 = 2 W, R2 = 4 W,
i1 i3
J E R2 R3 = 6 W,
R1 R3 E = 10 V , J = 5 A ,
i1 β = 3.
162 3 Proprietà dei circuiti

Soluzioni

1. a) I possibili alberi sono indicati in figura:

(a) (b) (c) (d)

(e) (f) (g) (h)

(i) (j) (k) (l)

(m) (n)
b) in relazione all’albero mostrato nella sottofigura (b) le maglie fonda-
mentali sono quelle delle sottofigure (c,d,e)

2 3 2
1 3
1
6 6

5 4 5 4

(a) (b)

2 2 2 3
6 6 6
1

4 5 4 4

(c) (d) (e)


3.9 Riepilogo 163

c) I tre tagli indicati in figura (c,d,e) sono indipendenti tra loro: difatti
ciascuno contiene in esclusiva un diverso lato dell’ albero.

2 3 2
1 3
1
6 6

5 4 5 4

(a) (b)

T1
2 3 2 3
T2 2 3
1 1
1 6
6 6

5 4 5 4 5 4
T3

(c) (d) (e)

2. Per le leggi di Kirchhoff alle correnti considerando i primi tre nodi


otteniamo:
i1 + i2 − i3 = 0,
−i2 + i5 + i6 = 0,
−i1 − i4 − i5 = 0.
per le maglie considerato l’albero in figura (b) (con il tratteggio indichiamo
i lati del coalbero), avremo le maglie fondamentali come riportate in figura
(c), (d), (e). Le equazioni (indipendenti) corrispondenti sono:
−v1 + v2 + v5 = 0,
−v2 − v3 − v6 = 0,
v4 − v5 + v6 = 0.
164 3 Proprietà dei circuiti

2 3 2
1 3
1
6 6

5 4 5 4

(a) (b)

2 2 3 2
1
6 6

5 5 5 4

(c) (d) (e)

3. La matrice di incidenza Aa risulta:

 1 2 3 4 5 6
O
1 1 1 −1 0 0 0
2  0 −1
O 0 0 1 −1 
 
3  −1 0
O 0 −1 −1 0 
O
4 0 0 1 1 0 1
La corrispondente ridotta A (rispetto al nodo O
4 ) è:

 3 5 6 
O
1 −1 0 0
2  0
O 1 −1 
O
3 0 −1 0
Tale sottomatrice (quadrata) ha rango pieno! Difatti det(A) = −1 · (1) =
−1 6= 0

4. Le equazioni circuitali sono:



i1 + i2 = J, 



i2 − i3 − i4 = 0, 
 n − 1 = 3 nodi,


i4 + iE = 0, 


vJ − R1 i1 = 0, 


R1 i1 − R2 i2 − R3 i3 = 0, 

 l − (n − 1) = 3 maglie,

R3 i3 − R4 i4 = E,
3.9 Riepilogo 165

Risolvendo per sostituzione segue:


i1 = J − i2 ,
i2 = i3 + i4 ,

 R1 (J − (i3 + i4 )) = R2 (i3 + i4 ) + R3 i3 ,
R3 i3 − E
 R3 i3 = R4 i4 + E ⇒ i4 = ,
R4
R1 J − R1 (i3 + i4 ) = R2 i3 + R2 i4 + R3 i3 ,
R3 i3 − E
R1 J − (R1 + R2 + R3 )i3 = (R1 + R2 )( ),
R4
µ ¶
(R1 + R2 )R3 (R1 + R2 )E
+ (R1 + R2 + R3 ) i3 = R1 J + ,
R4 R4
50 + 32 E
i3 = = 1.625 A, v3 = R3 i3 = 32.5 V,
80
i4 = 0.625 A, v4 = R4 i4 = 12.5 V,
i2 = 2.25 A, v2 = R2 i2 = 22.5 V,
i1 = 2.75 A, v1 = R1 i1 = 55 V.

5. Scriviamo le correnti attraverso i potenziali di nodo:


u1 u1 − u2 u2 u2 − E
i1 = , i2 = , i3 = , i4 = ,
R1 R2 R3 R4
dunque le LKC:
u1 u1 − u2
+ = J,
R1 R2

u1 − u2 u2 u2 − E
− − = 0,
R2 R3 R4
risolvendo:
u1 = 55 V, u2 = 32.5 V,

6. Scriviamo le LKT:
K1 = J,
R1 (K1 − K2 ) = R2 K2 + R3 (K2 − K3 ),
R3 (K2 − K3 ) = R4 K3 + E,
risolvendo:
K1 = 5 A, K2 = 2.25 A, K3 = 0.625 A.
166 3 Proprietà dei circuiti

7. v1 i1 + v2 i2 + v3 i3 + v4 i4 − Eie − vj J =

2.75 · 55 + 2.25 · 22.5 + 1.625 · 32.5 + 0.625 · 12.5 + 0.625 · 20 − 5 · 55 = 0.

8. Per trovare la corrente richiesta applichiamo il metodo dei potenziali di no-


do. Considerando le leggi di Kirchhoff per le correnti ai due nodi essenziali
O1 e O2 si ricavano le equazioni:


 u u − e2 + E
 −J + 1 + 1 =0
R1 R2 ,
 u − u − E u u
 2 1
+
2

1
=0
R2 R3 R1
che risolte danno u1 = 2.7, u2 = −2.0. Pertanto i3 = u2 /R3 = −0, 33.
4.5 Esercizi 217

Esercizi
1. Calcolare la resistenza equivalente ai terminali O
a - O
b per il bipolo in
figura.
a

R1
R1 = 10 W, R2 = 30 W,
R2 R3
R3 = 30 W, R4 = 5 W.

b
R4

2. Calcolare la resistenza equivalente ai terminali O


a - O
b per il bipolo in
figura.
a

R1 R3 R5
R1 = R3 = R5 = R6 = 10 W,
R2 R4 R6 R2 = R4 = 20 W.

3. Utilizzando la riduzione serie-parallelo determinare la tensione ai capi del


generatore J.
R2
R1 = 10 W, R2 = 5 W,
J R3 = 10 W,
R1 R4 R5 R4 = R5 = 20 W,
R3 J = 2 A.

4. Utilizzando la riduzione serie-parallelo ed i partitori determinare l’inten-


sità di corrente i4 .
R1 R3
i4 R1 = 15 W, R2 = 5 W,
E
+ R2 R4 R3 = R4 = 10 W, E = 10 V.
-
218 4 Circuiti a-dinamici lineari

5. Utilizzando la sovrapposizione determinare l’intensità di corrente del


resistore R3 .

E R3
R1 = R2 = 4 W,
R3 = 1 W,
R1 J
R5 R4 = R5 = 2 W,
R2 R4 E = 5 V, J = 1 A.

6. Utilizzando la sovrapposizione calcolare la potenza erogata dal generatore


di tensione.

R4 R1 = R2 = 2 W,
R2 E
R1 + R3 = 1 W, R4 = 4.5 W,
R3
- E = 5 V, J = 2 A.
J

7. Utilizzando Thévenin calcolare l’intensità di corrente del resistore R5 .


R2 a R5 b
R1 = 2 W, R2 = 4 W,
R3 = 6 W, R4 = 3 W,
R1
R3 R4 J2 R5 = 6 W,
J1 = 6 A, J2 = 2 A.
J1

8. Utilizzando Norton calcolare la potenza assorbita da R4 .


a

J R3 R1 = R2 = 2 W,
R1 R2 R4 R3 = R4 = 1 W,
J = 1 A.
b

9. Applicando Thévenin ai terminali O


a -O
b determinare l’intensità di corren-
te del resistore R4 .
4.5 Esercizi 219

r i1 a

i1 R1 = R2 = 2 W,
J R3 = R4 = 1 W,
R1 R3 R4 r = 2 W,
R2 J = 1 A.
b

10. Sfruttando le trasformazioni stella triangolo determinare la tensione vab


per il circuito in figura
a

R1
R2 R5 R1 = 4.5 W,
R4 J R2 = R3 = R4 = 3 W,
+
E R5 = R6 = 9 W,
-
R3 R6 J = 5 A, V = 20 V.

b
220 4 Circuiti a-dinamici lineari

Soluzioni

1. Si tratta di ridurre il bipolo in esame per serie parallelo, a partire dal lato
destro. Avremo:
30 · 30
Req = R1 + R2 k R3 + R4 = 10 + + 5 = 30 W.
30 + 30

2. Si tratta di ridurre il bipolo in esame per serie parallelo, a partire dal lato
destro. Avremo:
0
Req = R6 + R5 = 20 W,
00 0
Req = Req k R4 = 10 W,
000 00
Req = Req + R3 = 20 W,
ed infine:
000
Req = R1 + Req k R2 = 20 W.

3. Al lato destro del generatore J vi sono i resistori R3 , R4 , R5 in parallelo tra


loro ed in serie con il resistore R2 . Calcolandone la resistenza equivalente
avremo:
0
Req = R2 + R3 k R4 k R5 = 10 W.
Tale resistenza equivalente risulta a sua volta in parallelo con R1 . Pertanto
il generatore di corrente “vede” ai suoi terminali una resistenza equivalente
complessiva:
0
Req = R1 k Req = 5 W,
dunque la tensione ai suoi terminali è:

v = Req J = 10 V.

4. L’intensità di corrente erogata dal generatore può facilmente essere calco-


lata:
E E ∼
i= = = 0.53 A.
Req R1 + (R3 + R4 ) k R2
A questo punto, applicando il partitore di corrente avremo:
R2 ∼
i4 = −i = 0.11 A.
R2 + (R3 + R4 )
4.5 Esercizi 221

5. Per trovare l’intensità di corrente richiesta, applichiamo la sovrapposizione


considerando dapprima agente il solo generatore di tensione E. In tal caso
la resistenza equivalente complessiva vista dal generatore sarà:
0
Req = R3 + (R4 k R5 ) + (R1 k R2 ) = 4 W,

e, conseguentemente:
E 5
i03 = 0
= A.
Req 4
Quando agisce il solo generatore di corrente J abbiamo in parallelo due
coppie di resistori equivalenti: R1 k R2 = 2 W, R3 + R4 k R5 = 2 W. In
tal caso è immediato verificare applicando il partitore che l’intensità di
corrente i003 vale:
J
i003 = = 0.5A.
2
Con la convenzione considerata, dunque, l’intensità di corrente cercata
vale:
5 1 7
i3 = i03 + i003 = + = A.
4 2 4

6. Per trovare la potenza erogata dal generatore di tensione, scelta la con-


venzione del generatore su quest’ultimo, si tratta di calcolare l’intensità
di corrente iE che lo attraversa. Essa può essere facilmente trovata appli-
cando la sovrapposizione degli effetti al circuito in esame. Consideriamo
anzitutto il caso in cui il generatore di corrente sia spento. In tal caso il
0
generatore di tensione “vede” una resistenza equivalente Req data da:
0
Req = R4 + (R1 k R2 k R3 ) = 5 W,
±
Pertanto si ha i0E = E R0 = 1A.
eq
Quando invece è acceso il solo generatore di corrente, basterà applicare la
regola del partitore di corrente tra il resistore R4 ed il parallelo tra R1 ,R2 ed
R3 , tenuto conto del verso scelto per iE si ha:

(R1 k R2 k R3 ) 1
i00E = −J = − A,
R4 + (R1 k R2 k R3 ) 5

Dunque, sovrapponendo le correnti si avrà iE = i0E + i00E = 4/5 A.


Infine, per la potenza erogata, con le convenzioni considerate, avremo:

P (e) = vE iE = 4W.
222 4 Circuiti a-dinamici lineari

7. Per trovare l’intensità di corrente richiesta, applichiamo Thévenin come


suggerito. Per quanto riguarda la resistenza equivalente avremo:

RT h = (R1 + R2 ) k R3 + R4 = 6 W.

Per la tensione a vuoto invece avremo:

E0 = Vab = J1 (R1 + R2 ) k R3 − J2 R4 = 18 − 6 = 12V.

Infine:
E0 12
i5 = = = 1A.
RT h + R5 12

8. Per applicare Norton calcoliamo i parametri RT h e Jcc :

RT h = R3 + R1 k R2 = 2 W,

R1 k R2
Jcc = J = 0.5 A.
R1 k R2 + R3
A questo punto è possibile calcolare l’intensità di corrente in R4 e dunque
la potenza dissipata:
RT h
i4 = Jcc = 0.33 A,
RT h + R4

p4 = R4 i24 = 0.11 W.

9. Una volta rimosso dal circuito il resistore R4 , per la tensione a vuoto di


Thévenin potremo scrivere:

E0 = R3 i3 .

Per determinare il valore dell’intensità di corrente i3 risolviamo le equa-


zioni:
½
J = i1 + i3 R1 + r
→ i3 = J .
−R1 i1 − ri1 + R3 i3 + R2 i3 R1 + R2 + R3 + r

Con i valori dei parametri assegnati avremo dunque:

E0 = R3 i3 = 0.57 V.

Per determinare la RT h dobbiamo poi caratterizzare il bipolo dai terminali


Oa Ob una volta spento il generatore di corrente J. È immediato verificare
che la corrente entrante nel terminale O
a è data dalla somma di quella nel
4.5 Esercizi 223

resistore R3 e di quella nella serie dei resistori R1 ed R2 con il generatore


controllato. Pertanto:
vab vab
ia = i3 + i1 = + ,
R3 R1 + R2 + r
dunque:
vab R3 (R1 + R2 + r)
RT h = = = 0.85 W.
ia R1 + R2 + R3 + r
A questo punto, applicando il teorema di Thévenin, la corrente richiesta
è data da:
E0 ∼
i4 = = 0.31 A.
RT h + R4

10. I resistori R2 , R3 , R4 risultano collegati a stella, e possono essere sostituiti


da un triangolo equivalente con R∆ = 9 Ω (osservando che essi hanno lo
stesso valore). A questo punto il triangolo, assieme ai resistori R5 ed R6 ,
può essere ridotto ad un unico resistore equivalente:
¡ ¢
Req = R∆ k R∆ k R5 + R∆ k R6 = 4.5 W.

che fa capo proprio ai nodi O a e O


b del circuito. Applicando la sovrappo-
sizione degli effetti, avremo:

0 Req
vab =E = 10 V,
R1 + Req
00
vab = J · Req k R1 = 11.25 V,
0 00
e dunque vab = vab = vab = 21, 25 V.
5.10 Esercizi 319

Esercizi

1. Per il circuito di figura, in regime sinusoidale, determinare la tensione del


resistore R2 .

L + j(t) = 10 cos 500t A,


R1 j(t) R2 vR2 C R1 = 5 W, R2 = 10 W,
L = 10 mH, C = 200 µF.
-

2. Il circuito in figura è in regime sinusoidale. Determinare la potenza


complessa assorbita dal condensatore C.

R2

R3 j(t) = 5 cos 100t A,


C
e(t) = 10 cos(100t + π/4) V,
R1 = 10 W, R2 = R3 = 5 W,
+
e(t) L R1 j(t) C = 1000 µF, L = 200 mH.
-

3. Il circuito in figura è in regime sinusoidale. Determinare la potenza


complessa erogata dal generatore di tensione.

e(t) = 100 cos 50t V,


e(t) R2 R1 = 10 W, R2 = 20 W,
R1 C L C = 1000 µF, L = 500 mH.

4. Il circuito in figura è in regime sinusoidale. Utilizzando Thévenin ai


terminali della capacità C, determinare l’intensità di corrente iC .

j(t)

j(t) = 0.2 cos 500t A,


iC R1 = R2 = 50 W,
R1 L1 L1 = L2 = 100 mH,
C C = 20 µF.
L2 R2
320 5 Circuiti dinamici lineari a regime

5. Il circuito in figura è in regime sinusoidale. Utilizzando Norton ai terminali


O1 O 2 determinare la potenza media dissipata sul resistore R2 .

e(t) C e(t) = 50 cos 314t V,


R1 L R2 R1 = R2 = 50 W,
L = 10 mH, C = 10 µF.

6. Il circuito in figura è in regime sinusoidale. Determinare l’energia dissipata


in un periodo dai due resistori.

R1 L1 e(t) = 100 cos 200t V,


e(t) +
R1 = 100 W, R2 = 200 W,
- L2 R2 L1 = 10 mH, L2 = 20 mH.

7. Il circuito in figura è in regime permanente. Determinare la potenza media


assorbita dal resistore R2 .

j(t) = 5 cos 100t A,


C R2 e(t) = 10 V,
+ R1 = 10 W, R2 = 5 W,
R1 L e(t)
j(t) - C = 1000 µF, L = 200 mH.

8. Il circuito in figura è in regime permanente. Determinare l’intensità di


corrente i(t) dell’induttore.

e1 (t) = cosω1 t V,
R i(t) e2 (t) = cosω2 t V,
C
ω1 = 104 rad/s, ω2 = 4ω1 ,
+ +
e1(t) L R = 1 W,
- - e2(t)
C = 25 µF, H = 25 µH.

9. Il circuito in figura è in regime permanente. Determinare la potenza media


assorbita dal resistore R2 .
5.10 Esercizi 321

j(t) = 10 cos 500t A,


R1 L e(t) = 20 V,
+
e(t) R2 R1 = R2 = 25 W,
- C j(t) L = 50 mH,
C = 200 µF.

10. Il circuito in figura è in regime sinusoidale. Applicando Thévenin ai


terminali O1 O2 , calcolare la tensione vC (t) della capacità C.

e(t) = cos 106 t V,


R L j(t) = cos 106 t A,
+
e(t) j(t) R = 1 W,
- C R L = 1 µH,
C = 1 µF.
322 5 Circuiti dinamici lineari a regime

Soluzioni

1. Possiamo applicare la riduzione per serie-parallelo ed i partitori al circuito


di impedenze per calcolare quanto richiesto. Osserviamo anzitutto che
XL = 5 W, XC = 10 W. Effettuando prima il parallelo tra R2 e C e
successivamente la serie con L otteniamo:

ŻR2 · ŻC 10 · (−j10)


Żeq1 = = = 5 − j5,
ŻR2 + ŻC 10 − j10
Żeq2 = ŻL + Żeq1 = j5 + 5 − j5 = 5.
Applicando ora il partitore di corrente possiamo calcolare facilmente
l’intensità di corrente in Żeq2 :

ŻR1 1
I¯L = J¯ = 10 = 5.
ŻR1 + Żeq2 2

Infine:

V̄R2 = I¯L · Żeq1 = 25 − 25j → vR2 (t) = 35.4 cos(500t − 0.79).

2. Applichiamo il metodo dei potenziali di nodo. Considerando le leggi di


Kirchhoff per le correnti ai primi due nodi in alto da sinistra (il potenziale
del terzo nodo è un termine noto in quanto collegato ad un generatore di
tensione) avremo le equazioni:


 Ū2 Ū2 − Ū1 Ū2 − Ū1

 −J¯ + + + = 0,
 R1 R2 −jXC



 Ū1 − Ū2 Ū1 Ū1 − Ū2 Ū1 − E
 + + + = 0,
R2 jXL −jXC R3
che risolte danno:

Ū1 = 16.8 + 9.6j, Ū2 = 25.8 + 3.4j.

Pertanto:
V̄C = Ū1 − Ū2 = −9.0 + 6.2j,
ed infine:
2
1 |VC |
P̂C = − j = −j6.0 VA.
2 XC
5.10 Esercizi 323

3. Possiamo agevolmente calcolare il fasore corrispondente all’intensità di


corrente erogata dal generatore riducendo le impedenze ad esso connesse
per serie parallelo. Osserviamo anzitutto che XL = 25 W, XC = 20 W.
Effettuando prima il parallelo tra R1 e ŻC e successivamente la serie con
ŻL ed R2 otteniamo:

ŻR1 · ŻC 10 · (−j20)


Żeq1 = = = 8 − j4,
ŻR1 + ŻC 10 − j20
Żeq2 = Żeq1 + ŻL + R2 = 28 + j21.

Pertanto l’intensità di corrente erogata dal generatore è I¯ = =
Żeq2
2.3 − 1.7j, e la potenza complessa erogata risulta:
1
P̂E = Ē · I¯∗ = 114.3 + 85.7j VA.
2

4. Per utilizzare Thévenin dobbiamo anzitutto calcolare l’impedenza equi-


valente ŻT h e la tensione a vuoto Ē0 . Per quanto riguarda l’impedenza
equivalente vista dai terminali del condensatore, una volta spento il ge-
neratore di corrente, è utile osservare come essa, tenuto conto dei valori
numerici, risulti il parallelo di due impedenze uguali:
³ ´ ³ ´
ŻT h = R1 + ŻL2 k ŻL1 + R2 = 25 + 25j,

La tensione a vuoto Ē0 può agevolmente essere calcolata come differenza


tra quelle su R1 e su ŻL2 quando sia presente il generatore di corrente:

J¯ ³ ´
Ē0 = V̄R1 − V̄ŻL2 = R1 − ŻL2 = 5 − 5j.
2
A questo punto è immediato calcolare l’intensità di corrente iC :

Ē0
I¯C = = 0.08 + 0.04j,
ŻT h + ŻC
iC (t) = 0.089 cos (500t + 0.46) .

5. Per utilizzare Norton dobbiamo anzitutto calcolare l’impedenza equiva-


lente ŻT h e l’intensità di corrente di corto circuito J¯cc . Esse risultano:
³ ´
ŻL · ŻC + R1
ŻT h = = 0.005 + 3.171j,
ŻL + ŻC + R1
324 5 Circuiti dinamici lineari a regime


J¯cc = = 0.024 + 0.153j.
ŻC + R1
Il resistore R2 risulta in parallelo con ŻT h nello schema equivalente. Per-
tanto è immediato calcolare la tensione del parallelo e la potenza assorbita
da R2 :
ŻT h · R2
V̄R2 = J¯cc = −0.48 + 0.11j,
ŻT h + R2
¯ ¯2
1 ¯V̄R2 ¯
PR2 = = 2.4 mW.
2 R2

6. L’energia dissipata in un periodo sui resistori sarà pari al prodotto della


potenza media assorbita per la durata del periodo T. Pertanto possia-
mo direttamente calcolare la potenza attiva assorbita dai due resistori.
Osservando però che essa coincide con quella erogata dal generatore an-
diamo in definitiva a determinare quest’ultima. Osserviamo anzitutto che
XL1 = 2 W, XL2 = 4 W. L’impedenza vista dal generatore risulta:
³ ´
ŻL2 · ŻL1 + R2
Żeq = R1 + = 100 + 4j.
ŻL2 + ŻL1 + R2

Pertanto l’intensità di corrente erogata dal generatore è I¯ = = 0.99−
Żeq
0.04j, e la potenza attiva erogata risulta:
½ ¾
1
PE = Re Ē · I¯∗ = 49.9 W.
2

In un periodo T = 2π/ω = 0.0314 s l’energia assorbita dai resistori


risulterà pari a:
WT = PE · T = 1.57 J.

7. Abbiamo in questo caso la sovrapposizione di un regime sinusoidale e


di uno stazionario, possiamo dunque calcolare separatamente le poten-
ze medie e sommarle. Considerando agente il solo generatore stazionario
e(t), è immediato calcolare la potenza istantanea assorbita da R 2 come
p02 = E 2 /R2 = 20 W. Essa coincide con la potenza media P20 , essendo
stazionaria.
Quando agisce invece il solo generatore sinusoidale j(t), invece, dovremo
considerare il circuito di impedenze corrispondente al circuito in regime si-
nusoidale. Il fasore I¯2 può essere calcolato applicando due volte il partitore
di corrente, ottenendo:
5.10 Esercizi 325

R1 ŻL
I¯2 = J¯ ³ ´ = 2 + 2j.
R1 + ŻC + ŻL //R2 ŻL + R2

In tal caso la potenza media ha l’espressione:


1 ¯¯ ¯¯¯2
P200 = R2 I = 20 W.
2
Infine, sommando i due risultati otteniamo:

P2 = P20 + P200 = 40 W.

8. Il circuito è forzato da due generatori non isofrequenziali. Possiamo appli-


care la sovrapposizione degli effetti, naturalmente osservando che, essen-
doci due pulsazioni differenti, la corrispondenza con i fasori va costruita
con due diversi circuiti di impedenze. Pertanto i risultati potranno essere
sommati solo nel dominio del tempo.
Calcoliamo dapprima il contributo all’intensità di corrente i0 (t) dovuto
al generatore e1 (t). Utilizzando il circuito di impedenze corrispondente, e
risolvendo per serie-parallelo, posto:

ŻC1 · ŻL1
Żeq1 = = 0.27j,
ŻC1 + ŻL1
otteniamo:
E1 ŻC1
I¯L0 = =0.99 − 0.27j,
R + Żeq1 ŻC1 + ŻL1
dunque: ¡ ¢
i0 (t) = 1.03 cos 104 t − 0.26
.
Il contributo all’intensità di corrente i00 (t) dovuto al generatore e2 (t)
può essere ricavato in modo analogo. Definendo un secondo circuito di
impedenze a pulsazione ω2 e risolvendo per serie-parallelo, posto:

R · ŻL2
Żeq2 = = 0.5 + 0.5j,
R + ŻL2
otteniamo:
E2 R
I¯L00 = = 1,
ŻC2 + Żeq2 R + ŻL2
dunque: ¡ ¢
i00 (t) = cos 4 · 104 t .
Infine, sommando i due contributi, avremo:
326 5 Circuiti dinamici lineari a regime
¡ ¢
i (t) = i0 (t) + i00 (t) = 1.03 cos 104 t − 0.26 + cos(4 · 104 t).

9. Osservando che il circuito è forzato da due generatori non isofrequenziali,


la potenza media può agevolmente essere calcolata sommando i contributi
dei singoli generatori. Per quanto riguarda il generatore di corrente sinu-
soidale, risolvendo per serie parallelo ed utilizzando il partitore di corrente
è abbastanza immediato ricavare:

I¯R2 = 1.81 + 2.7j,


0
PR2 = 26.6 W.
Il contributo dovuto al generatore di tensione costante è ancor più imme-
diato: difatti, analizzando il circuito in condizioni stazionarie, si ottiene
immediatamente che:
00 E2
PR2 = = 20 W.
R2
Infine, sommando i due risultati precedenti si ha:
0 00
PR2 = PR2 + PR2 = 46.6 W.

10. Per utilizzare Thévenin dobbiamo anzitutto calcolare l’impedenza equiva-


lente ŻT h e la tensione a vuoto Ē0 . Per quanto riguarda l’impedenza equi-
valente vista dai terminali del condensatore una volta spento i generatori,
essa risulta:
³ ´
ŻT h = R + ŻL k R = 0.6 + 0.2j.

La tensione a vuoto Ē0 può essere calcolata applicando la sovrapposizione.


Quando agisce il solo generatore di tensione, applicando il partitore di
tensione avremo:

ŻL + R
Ē00 = Ē = 0.6 + 0.2j.
ŻL + R + R
Quando agisce il solo generatore di corrente, applicando il partitore di
corrente avremo:
R
Ē000 = J¯ R = 0.4 − 0.2j,
ŻL + R + R

e dunque Ē0 = Ē00 + Ē000 = 1. A questo punto è immediato calcolare la


tensione del condensatore:
5.10 Esercizi 327

Ē0
V̄C = ŻC = 0.8 − 0.6j,
ŻT h + ŻC
¡ ¢
vC (t) = cos 106 t − 0.64 .
6.6 Esercizi 381

Esercizi

1. Determinare la matrice delle resistenze del doppio bipolo:

R2
R1 R1 R1 = 1 W,
R2 = 2 W.
R2

2. Determinare la caratterizzazione ibrida del doppio bipolo in figura.

R2
R1 = 15 W,
v1
+
R1 R3 i2 R2 = 10 W,
- R3 = 5 W.

3. Determinare la caratterizzazione controllata in tensione del doppio bipolo


in figura.

R1 R3 R1 = R2 = R3 = R3 = 1 W,
R4 J R2 J = 1.

4. Determinare la caratterizzazione controllata in tensione del doppio bipolo


in figura.

R1 R3
+ i1 i2 +
R1 = R2 = R3 = R3 = 1 W,
v1 R2 R4 gv1 v2 g = 1 W−1 .

- -
382 6 Doppi bipoli

5. Considerato il doppioµbipolo
¶ lineare (non reciproco) descritto dalla matrice
34
delle resistenze R = , realizzarne la sintesi.
12

6. Realizzare la sintesi a T per il doppio bipolo in figura:

R1 R5 R1 = R5 = 10 W,
R2 R4 R3 = 15 W,
R3 R2 = R4 = 5 W.

7. Il circuito in figura è in regime permanente. Determinare la tensione del


resistore, vR (t).

n:1
e (t) = Em cos (ωt + π/4) V,
L Em = 1 A, ω = 106 rad/s,
+
e(t) C R R = 10 mW, C = 1 µF,
-
L = 0.01 µH, n = 10.

8. Il circuito in figura è in regime sinusoidale. Determinare l’andamento della


tensione del condensatore v C (t).

C R2 j (t) = 5 sin 500t A,


M e (t) = 100 sin 500t A,
R1 = 10 W, R2 = 5 W,
+ C = 100 µF,
R1 L1 L2
j(t) e(t) - L1 = 12 mH, L2 = 3 mH,
M = 6 mH.

9. Il circuito di figura è in regime sinusoidale. Calcolare:


a) la matrice delle impedenze Ż del doppio bipolo di impedenze visto dai
due generatori,
b) utilizzando la matrice Ż, calcolata precedentemente, determinare la
tensione v1 (t),
c) determinare la potenza complessa erogata dai singoli generatori di
corrente.
6.6 Esercizi 383

j1 (t) = J cos ωt A,
R L j2 (t) = J sin ωt A,
j1(t) j2(t) J = 2A, ω = 104 rad/s,
C R R = 2 W, L = 0.2 mH,
C = 50 µF
384 6 Doppi bipoli

1. La caratterizzazione richiesta sarà nella forma:


µ ¶ µ ¶µ ¶
v1 R11 R12 i1
= .
v2 R12 R22 i2

È immediato verificare che:


11
R11 = R2 + [R1 || (R2 + R3 )] = W.
4
Essendo poi il doppio bipolo simmetrico, possiamo senz’altro porre:
11
R22 = R11 = W.
4
Per quanto¯ riguarda il calcolo di R12 (= R21 ), partendo dalla definizione
v1 ¯
R12 = i2 ¯ si tratta di calcolare il valore di v1 quando i1 = 0. In tal
i1 =0
caso, ponendo v1 = vR1 + vR2 ricaviamo:
R1
vR1 = R1 i2 ,
R1 + R2 + R1
e
vR2 = R2 i2 .
Pertanto
R12 5
R12 = R21 = + R2 = W.
R1 + R2 + R1 4

2. La caratterizzazione richiesta sarà nella forma:


µ ¶ µ ¶µ ¶
i1 H11 H12 v1
= .
v2 H12 H22 i2

Applicando le definizioni per i diversi parametri avremo:


¯
i1 ¯¯ −1 2 −1
H11 = ¯ = [(R2 + R3 ) ||R1 ] = W ,
v1 i2 =0 15
¯
v2 ¯¯ 50
H22 = ¯ = R2 ||R3 = W,
i2 v1 =0 15
¯
i1 ¯ R3 5
H12 = −H21 = ¯¯ =− = .
i2 v1 =0 R2 + R3 15
6.6 Esercizi 385

3. La caratterizzazione richiesta sarà nella forma:


µ ¶ µ ¶µ ¶ µ ¶
i1 G11 G12 v1 I01
= + .
i2 G12 G22 v2 I02
Applichiamo la sovrapposizione spegnendo dapprima il generatore interno
e caratterizziamo in tensione il doppio bipolo resistivo risultante:
G1 (G2 + G3 ) 5
G11 = G4 + = W−1 ,
G1 + G2 + G3 3
(G1 + G2 )G3 2
G22 = = W−1 ,
G1 + G2 + G3 3
(G1 + G2 )G3 R2 1
G12 = G21 = − = − W−1 .
G1 + G2 + G3 R1 + R2 3
Poi, con i generatori di caratterizzazione spenti, ricaviamo il contributo
del generatore interno:
I01 = −J = −1 A, I02 = 0.

4. Osserviamo che il generatore controllato è spento quando v1 = 0, quindi


non dà contributo nel calcolo dei termini G22 e G12 , inoltre il generatore
controllato, pur non essendo spento, non dà contributo nel calcolo del
termine G11 (per convincersene basta considerare il relativo circuito di
caratterizzazione).
Ponendo G1 = 1/R1 , G2 = 1/R2 , G3 = 1/R3 , G4 = 1/R4 , partendo dalle
definizioni dei singoli elementi avremo:
¯
i1 ¯¯ G1 (G2 + G3 ) 2 −1
G11 = ¯ = = W ,
v1 v2 =0 G1 + G2 + G3 3
¯
i2 ¯¯ (G1 + G2 ) G3 5 −1
G22 = = + G4 = W ,
v2 ¯v1 =0 G1 + G2 + G3 3
Posto:
R1 R2 3
Req = + R3 = W,
R1 + R2 2
avremo:
¯
i1 ¯¯ R4 R2 1
G12 = = −G22 · · = − W−1 .
v2 ¯v1 =0 R4 + Req R1 + R2 3

Infine, per il termine G21 possiamo sommare il contributo del generatore


controllato a quello del doppio bipolo passivo alla sua sinistra. Denomi-
nando G021 il termine corrispondente, e ricordando che per la recipro-
cità G021 = G12 , applicando la legge di Kirchhoff al nodo del generatore
controllato otteniamo:
386 6 Doppi bipoli
¯
i2 ¯¯ 2 −1
G21 = ¯ = g + G12 = W .
v1 v2 =0 3

5. La sintesi di un doppio bipolo non reciproco (controllato in corrente) può


sempre essere immediatamente realizzata con lo schema di fig. 6.26. Una
possibile alternativa si ha attraverso la scomposizione:
0 00
v1 = R11 i1 + R12 i2 = R11 i1 + R12 i2 + R12 i2 ,
0 00
v2 = R21 i1 + R22 i2 = R21 i1 + R21 i1 + +R22 i2 ,
0 0
dove Rµ12 ed R 21¶ siano opportuni valori tali da garantire che la matrice
0
R11 R12
R’ = 0 verifichi le condizioni per i doppi bipoli lineari passivi
R12 R22
00 00
(§6.3.1), ed R12 , R21 i valori residui. In tal caso la sintesi può essere
effettuata con una terna di resistori, che sintetizza la matrice R’, con in
aggiunta (in serie alle due porte) due opportuni generatori di tensione
controllati in corrente. Nel caso in esame, posto:
µ ¶ µ ¶ µ ¶
34 31 03
R= = R’ + R” = + ,
12 12 00

avremo il circuito:
R1 R3 i
+ i1 2 +

ri1
v1 R2 v2

- -
0 0 0
con R1 = R11 − R12 = 3 W, R3 = R22 − R12 = 1 W, R2 = R12 = 1 W,
00
r = R12 = 3 W.

6. Calcoliamo anzitutto i parametri R per il doppio bipolo in esame. Avremo:

R11 = R1 + [R2 || (R3 + R4 )] = 14 W

R22 = R5 + [R4 || (R2 + R3 )] = 14 W


R4 · R2
R12 = =1W
R2 + R3 + R4
Pertanto, nel classico schema a T (§6.3.4) si avrà:

Ra = R11 − R12 = 13 W, Rc = R22 − R12 = 13 W, R2 = R12 = 1 W.


6.6 Esercizi 387

7. Il circuito può essere facilmente risolto applicando la proprietà di traspor-


to al primario dell’impedenza Żeq costituita dal parallelo tra quella del
resistore R e quella del condensatore C. Essa sarà data da:

0 ZC R
Żeq = n2 Żeq = n2 = 0.99 − 0.099j.
ZC + R
La tensione del resistore R può essere immediatamente calcolata appli-
0
cando il partitore di tensione tra l’impedenza Żeq e quella dell’induttore
L e riportando a secondario del trasformatore il valore ottenuto:

1 Żeq
VR = · Ē · = 0.078 + 0.064j,
n ŻL + Żeq

ed infine: ¡ ¢
vR (t) = 0.1 cos 106 t + 0.68 .

8. Per il mutuo accoppiamento presente nel circuito risulta verificata la con-


dizione di accoppiamento perfetto L1 L2 = M 2 . Utilizzando il corrispon-
dente circuito equivalente con il trasformatore ideale, e trasportando al
primario la serie R2 − e (t), si ottiene il circuito di figura.
C n2R2

+
R1 L1 n e(t)
j(t) -

Per il calcolo della tensione del condensatore possiamo applicare Thévenin


ai suoi terminali. In tal caso avremo:

ŻL1
Ē0 = J¯ · R1 − nĒ = 33.5 − 55.0j,
n2 R2 + ŻL1

n2 R2 · ŻL1
ŻT h = R1 + = 11.7 + 5.5j.
n2 R2 + ŻL1
Pertanto:
ŻC
VC = Ē0 · = −9.02 − 68.7j,
ŻC + ŻT h
ed infine:
vC (t) = 69.29 sin (500t − 1.70) .
388 6 Doppi bipoli

9. Considerando il circuito di impedenze corrispondente, si ha immediata-


mente:
Ż11 = R + ŻC = 2 − 0.2j,
Ż22 = ŻL + ŻC + R = 2 + 18.8j,
Ż12 = ŻC = 0 + 0.2j = Ż21 .
Pertanto la tensione v1 (t) può essere agevolmente calcolata come:
¡ ¢
V̄1 = Ż11 J¯1 + Ż12 J¯2 = 1.8 − 0.2j, v1 (t) = 1.81 cos 104 t − 0.11 .

Per quanto riguarda la potenza complessa erogata dai generatori, avremo:


1 ¯∗ 1
P̂1 = V̄1 J1 = 0.9 − 0.1j, P̂2 = V̄2 J¯2∗ = 1.1 + 9.9j.
2 2
490 7 Dinamica dei circuiti lineari

Esercizi

1. Per il circuito in figura determinare: a) l’equivalente di Thévenin ai


terminali O1 ,O
2 b) l’andamento della tensione della capacità vC (t) per
t ≥ 0.

R1 = R2 = 2 W,
+
R2 R3 = 1 W,
R1 j(t) R3 C vC(t) C = 0.1 F,
J = 2A,
-
vC (0) = 0.

2. Il circuito in figura è in regime sinusoidale per t < 0. Determinare


l’andamento dell’ intensità di corrente del resistore R3 per t ≥ 0.
½
2 cos(100t) V t < 0,
e(t) =
0 V t ≥ 0,
e(t) R2
R1 = R2 = 10 W,
R1 L R3
R3 = 5 W,
L = 100 mH.

3. Il circuito in figura è a regime per t < 0, prima dell’intervento dell’inter-


ruttore. Determinare l’andamento dell’intensità di corrente dell’induttore
iL (t) per t ≥ 0.

L
iL
R = 10 W,
J J = 10 A,
R R t=0 L = 500 mH.

4. Il circuito in figura è a regime per t < 0, prima dell’intervento dell’inter-


ruttore. Determinare l’andamento della tensione vC (t) sulla capacità.

E t=0
R = 10 W,
+ E = 50 V,
R vC C R C = 500 µF.
-
7.5 Esercizi 491

5. Determinare l’andamento dell’intensità di corrente dell’induttore iL (t) per


t ≥ 0 (si consiglia di applicare Norton ai nodi O
1 -O
2 per descrivere la parte
a-dinamica del circuito).

iL
v=ri1 R2 R1 = 2 W, R2 = 4 W,
R3 = 8 W, r = 2 W,
j(t) R1 R3 L
L = 100 mH,
J = 5 A, iL (0) = 0 A.

6. Il circuito in figura è a regime per t < 0. Successivamente il genera-


tore di tensione e(t) si spegne. Determinare l’andamento della corrente
dell’induttore, iL (t), −∞ < t < ∞.

½
iL 10 cos (50t) V t < 0,
e(t) =
0 V t ≥ 0,
R1
+ J(t) = 5 A,
e(t) R2 J R3
- R1 = R2 = 40 W,
R3 = 20 W, L = 500 mH.

7. Per il circuito in figura determinare l’intensità di corrente dell’induttore


iL (t) per −∞ < t < ∞.

e(t) ½
−1 V t < 0
iL(t) e(t) =
1V t≥0
R = 10 W,
R C R L L = 5 mH,
C = 100 µF.

8. Il circuito di figura è in regime stazionario per t < 0. Determinare: a)


la resistenza equivalente del bipolo serie “resistore-generatore di tensio-
ne controllato in tensione”,b) l’andamento dell’intensità di corrente che
attraversa l’induttore, i(t), per t ≥ 0.
492 7 Dinamica dei circuiti lineari

n:1 ½
1 A t < 0,
j (t) =
R L 0 A t ≥ 0,
e(t) C R = 2 W, L = 1 µH,
C = 1 µF, α = 0.5.

9. Il circuito in figura è in regime stazionario per t < 0. Determinare


l’andamento dell’intensità di corrente dell’induttore.
½
−1 V t < 0,
M e(t) =
2 cos 50t V t ≥ 0,
+
R R = 5 W ,
+
e(t) L1 L2 vC(t) L = 500 mH,
-
C = 2000 µF,
- n = 5.

10. Il circuito in figura è in regime sinusoidale per t < 0. Determinare l’


andamento della tensione del condensatore vC (t) per −∞ < t < ∞.
½
M 10 cos (314t) V t < 0,
e(t) =
R 0 V t ≥ 0,
e(t)
+
L1 L2 C R = 10 W , C = 100 µF,
- L1 = 12 mH, L2 = 3 mH,
M = 6 mH.
7.5 Esercizi 493

1. Dopo aver disconnesso la capacità C, per trovare l’equivalente di Thévenin,


calcoliamo anzitutto la resistenza equivalente (una volta spenti i genera-
tori) dai terminali O
1 , O
2 :

R3 (R1 + R2 ) 4
RT h = = W.
R3 + (R1 + R2 ) 5
Per la tensione a vuoto E0 possiamo applicare il partitore di tensione
alla serie R2 R3 , dopo aver calcolato la tensione del generatore J come
prodotto della corrente per la resistenza complessiva vista dal generatore:
R1 (R2 + R3 ) R3 4
E0 = J = V.
R1 + R2 + R3 R2 + R3 5
Una volta determinato l’equivalente di Thévenin ai terminali, è immedia-
to scrivere l’integrale generale della soluzione per l’incognita considerata.
Infatti la soluzione dell’omogenea associata è:
t
−R
vC0 = Ae T hC ,

inoltre è immediato verificare che l’integrale particolare è dato da vCp =


E0 = 12/15. Pertanto, imponendo la condizione iniziale vC (0) = 0 si
ottiene:
12 t 12
vC (t) = − e− 0.08 + .
15 15

2. Applichiamo Thévenin ai terminali a cui è collegato l’induttore, la tensione


a vuoto vale:
½
R3 0.4 cos(100t) t < 0
e0 (t) = e(t) =
R1 + R2 + R3 0 t≥0
mentre la resistenza equivalente è data da:

RT h = (R1 + R2 ) k R3 = 4W,

Il circuito RL serie a cui ci siamo ricondotti in tal modo è in regime


sinusoidale per t < 0, per passando ai fasori, e ponendo E0 = 0.4, ŻL =
j10, si calcola facilmente la corrente dell’induttore in tale condizione:

E0
IL = = 0.0138 + 0.0345j,
RT h + ŻL
iL (t) ∼
= 0.371 cos(100t − 1.19) (t < 0).
Da qui si ricava la condizione iniziale per lo studio del circuito per t ≥ 0,
che risulta:
iL (0) = I0 = 0.371 cos(−1.19) = 0.0138.
494 7 Dinamica dei circuiti lineari

La soluzione per t ≥ 0 ha dunque l’espressione:


RT h
iL (t) = I0 e− L t
= 0.0138e−40t .

3. Per t < 0 il circuito è in regime stazionario. In tali condizioni, con l’in-


terruttore aperto, la corrente dell’induttore risulta i L =J/2. Alla chiusura
dell’interruttore il resistore R risulta “cortocircuitato”. In tal caso si ha
che l’integrale dell’omogenea ha l’espressione:
R
iL (t) = Ae− L t ,

e che la soluzione di regime per t → ∞ risulta:

iL∞ = J.

Imponendo la condizione iniziale iL (0) = J/2 = A + J ricaviamo A =


−J/2, ottenendo la soluzione:
R
iL (t) = −J/2e− L t + J = −5e−20t + 10.

4. Per t < 0 il circuito è in regime stazionario. In tali condizioni, con l’inter-


ruttore aperto, la tensione della capacità risulta v C =E/2. Alla chiusura
dell’interruttore il resistore R in serie ad esso risulta di fatto escluso dal
circuito. In tal caso si ha che l’integrale dell’omogenea ha l’espressione:
t
vC (t) = Ae− RC ,

e che la soluzione di regime per t → ∞ risulta:

vC∞ = E.

Imponendo la condizione iniziale vC (0) = E/2 = A + E ricaviamo A =


−E/2, ottenendo la soluzione:
t
vC (t) = −E/2e− RC + E = −25e−200t + 50.

5. Applichiamo Norton, come suggerito, ai nodi O 1 -O


2 . Il calcolo della resi-
stenza equivalente è pressoché immediato se si osserva che a) una volta
spento il generatore indipendente J la corrente di pilotaggio del genera-
tore controllato è proprio pari alla sua corrente, b) il bipolo equivalente
visto dai nodi O1 -O2 è costituito dal parallelo tra R3 e la serie tra R1 , R2
ed il generatore controllato. Pertanto avremo:
7.5 Esercizi 495

Req = R3 k (R1 + R2 + r) = 4 W.
Per quanto concerne il calcolo di Jcc osserviamo anzitutto che, messi in
corto circuito i nodi O 1 -O
2 il resistore R3 viene di fatto eliminato. Ana-
lizzando il circuito corrispondente (avendo fissato il verso di Jcc dal nodo
O1 -O2 ) potremo scrivere le equazioni:

J = i1 + Jcc ,
R1 i1 = −ri1 + R2 Jcc .
Sostituendo la prima nella seconda si ottiene subito:
R1 + r 5
Jcc = J= .
R1 + R1 + r 2

6. Possiamo utilmente applicare la sovrapposizione degli effetti. Conside-


riamo dunque dapprima agente il solo generatore di corrente costante
J. Utilizzando al solito il circuito a-dinamico che otteniamo sostituendo
all’induttore un circuito aperto otteniamo immediatamente:
J
i0L = −= −2.5 A.
2
Per quanto riguarda gli effetti del generatore variabile e(t), avremo un re-
gime sinusoidale per t < 0, ed una evoluzione libera per t ≥ 0. Utilizzando
i fasori, posto:
³ ´
R2 ŻL + R3
Żeq = R1 + = 57.28 + 9.47j,
R2 + ŻL + R3
otteniamo subito:
E R2
IL = · = 0.090−0.056j ⇒ i00L = 0.106 cos (50t − 0.56) .
Żeq R2 + ŻL + R3
In particolare, posto t = 0 nella precedente espressione otteniamo la
condizione iniziale:
i00L (0) = 0.090 = I0 .
A questo punto la soluzione dinamica (evoluzione libera) per t ≥ 0 è
immediata: Req
i00L (t) = I0 e− L t = 0.90e−42t .
In definitiva avremo:
½
0.106 cos (50t − 0.56) − 2.5 t < 0
iL (t) = i0L (t) + i00L (t) = .
0.90e−42t − 2.5 t ≥ 0
496 7 Dinamica dei circuiti lineari

7. Il circuito è in regime stazionario per t < 0. È immediato verificare che in


tal caso risulta:
e −1
iL (t) = = = −0.1 A, vC (t) = −e = 1 V.
R 10
Per l’analisi per t ≥ 0 innanzitutto osserviamo che per t → ∞ avremo
e∞ 1
iL∞ = = = 0.1 A.
R 10
Spento il generatore e ridotti conseguentemente in parallelo i due resistori,
l’equazione del circuito (in termini dell’intensità di corrente iL ) è:

d2 iL 1 diL 1
2
+ + iL = 0,
dt Req C dt LC

con le condizioni iniziali:

iL (0) = −0.1
e ¯
diL ¯¯ vL (0)
¯ = = 400.
dt t=0 L
Le frequenze naturali del circuito risultano:

λ1,2 = σ ± jω = −1000 ± 1000j,

posto:
i(t) = eσt (A cos ωt + B sin ωt) + i∞ ,
possiamo imporre le condizioni iniziali alla soluzione generale per ricavare
i valori delle costanti A e B:
( ½
A = I0 − i∞ = 0.2 A = −0.2
vL ⇒
σA + ωB = B = −0.2
L

8. Caratterizziamo anzitutto il bipolo costituito dal generatore controllato e


dal resistore R (quella parte di circuito può essere vista come un bipolo
proprio in conseguenza del fatto che la variabile di controllo è v R ).

v = αvR + vR = (α + 1) Ri ⇒ Req = (α + 1) R = 3 W.
Per calcolare l’andamento della corrente dell’induttore per t ≥ 0 osservia-
mo anzitutto che il circuito si trova in regime stazionario per t < 0. Risol-
vendo il circuito a-dinamico che otteniamo, al solito, sostituendo al con-
densatore un circuito aperto ed all’induttore un corto circuito otteniamo
le condizioni iniziali:
7.5 Esercizi 497

vC (0) = V0 = 0 V, iL (0) = I0 = −1 A.

Il generatore di corrente si “spegne” per t ≥ 0. Di conseguenza la dinamica


della corrente richiesta rappresenta l’evoluzione libera di un circuito RLC
serie a partire dalle condizioni iniziali calcolate. L’equazione caratteristica
è in questo caso:
Req 1
λ2 + λ+ = 0,
L LC
che risolta fornisce λ1 = −3.82 · 105 , λ2 = −2.62 · 106 . La soluzione ha
dunque la forma:
i(t) = k1 eλ1 t + k2 eλ2 t .
Per il calcolo delle costanti k1 , k2 imponiamo le condizioni iniziali:
½ ½
k1 + k2 = −1 k1 = −1.17

λ1 k1 + λ2 k2 = vLL = −3 · 106 k2 = 0.17

9. Il circuito può essere facilmente analizzato applicando la proprietà di tra-


sporto al primario al condensatore, ottenendo un condensatore di capacità
C 0 = C/n2 . A questo punto il circuito risulta un classico RLC serie. Es-
so è forzato da un generatore di tensione che assume valore costante per
t < 0, ed ha invece un andamento sinusoidale per t ≥ 0. Di conseguen-
za per t < 0 il circuito risulta in regime stazionario, dopodichè si avrà
una dinamica con forzamento sinusoidale a partire dalle condizioni iniziali
determinate a t=0.
Risolvendo il circuito a-dinamico che otteniamo, al solito, sostituendo
al condensatore un circuito aperto ed all’induttore un corto circuito,
otteniamo gli andamento per t < 0:

vC (t) = −1 V, iL (t) = 0 A,

essi rappresentano anche, per continuità, le condizioni iniziali V0 , I0 per


la successiva dinamica. L’equazione caratteristica è in questo caso:
R 1
λ2 + λ+ = 0,
L LC 0
che risolta fornisce λ1,2 = −5 ± 158.0j. Tenuto conto del forzamento si-
nusoidale, l’integrale particolare potrà essere calcolato applicando i fasori.
In tal modo si ottiene:

i∞ (t) = 0.0089 cos(50t + 1.54),

Pertanto la soluzione generale sarà:

i(t) = eσt (A cos ωt + B sin ωt) + i∞ (t).


498 7 Dinamica dei circuiti lineari

Per il calcolo delle costanti A,B dovremo imporre:



 A = i ∞ − I0 ½
¯ A = 0.0002
di∞ ¯¯ vL (0) ⇒
 σA + ωB + ¯ = B = −0.3543
dt t=0 L

10. Notiamo anzitutto che il trasformatore presente nel circuito risulta ad


accoppiamento perfetto essendo L1 L2 = M 2 . In tal caso è possibile so-
stituirlo con un suo equivalente attraverso un trasformatore ideale di
rapporto:

n = L1 /M = M/L2 = 2,
con in parallelo alla porta di ingresso un induttore di valore L = L1 . Con
tale sostituzione, e trasportando al primario la il condensatore attraverso
la relazione ±
C 0 = C n2 = 25 µF,
otteniamo un circuito RLC parallelo (esso diviene tale effettivamente spe-
gnendo il generatore). L’analisi per t < 0 può agevolmente essere condotta
mediante i fasori. Posto:
ŻL ŻC 0
Żeq = = 3.88j
ŻL + ŻC 0
è immediato ricavare:
Żeq
V C0 = E · = 1.31 + 3.37j,
R + Żeq
V C0
IL = = 0.90 − 0.35j,
ŻL

vC 0 (t) = 3.6 cos (314t + 1.2) (t < 0) ,


iL (t) = 0.96 cos (314t − 0.37) (t < 0) .

La dinamica per t ≥ 0 risulta invece un’evoluzione libera a partire dalle


condizioni determinate dal regime precedente per t = 0, vC 0 (0) = V0 =
1.310, iL (0) = I0 = 0.895. L’equazione caratteristica è nel nostro caso:
1 1
λ2 + 0
λ+ = 0,
RC LC 0
che risolta fornisce λ1 = − 1183.5, λ2 = − 2816.5. La soluzione in questo
caso assume la forma:

vC 0 (t) = k1 eλ1 t + k2 eλ2 t .

Imponendo le condizioni iniziali si ottengono le condizioni:

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