Il Cammino di Maat
Luci sullantica sapienza egizia
La citazione in copertina: poich non esistono saggi per nascita, tratta dal prologo de
Gli Insegnamenti di Ptah-Hotep (41).
INDICE
Ringraziamenti
Premessa
Introduzione
I. LINSPIEGABILE NOSTALGIA
Cosa si nasconde dietro il linguaggio geroglifico
I limiti della razionalit
La riscoperta dei simboli
Un archeologo alieno
Principi cabalistici
Simboli vivi e simboli artificiali
Sulla soglia dellantico Egitto
Il mistero della vita
La terra dEgitto
La scienza degli dei
I geroglifici si rivelano
Il Tao egizio
II. SULLA SOGLIA DEL TEMPIO
Una civilt solare
Coscienza osiridea e coscienza horusiana
La mitologia dellEssenza
LEgitto biblico
La ricerca della perfezione
La teocrazia faraonica
Le corone della vita
Larte del cambiamento
La natura dei conflitti
Il servizio disinteressato
III. CON NUOVI OCCHI
La Casa della Vita
Due livelli di insegnamento
La meta della felicit
Il valore dellamicizia
LInsegnamento Universale
La funzione di un maestro e di una scuola
Il metodo
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Ringraziamenti
Un ringraziamento particolare alla mia compagna di viaggio in
questa vita; averla al fianco fa sorgere in me ogni giorno il desiderio
di smascherare le illusioni che mi impediscono di poterla amare
sempre pi profondamente.
Un ringraziamento a Sergio per la passionale rilettura e
correzione del presente lavoro, e alla sua compagna Daniela per non
essersi fatta scoraggiare dalle avversit del passato, ritornando pi
che mai salda e sincera nella danza della vita.
Un ringraziamento agli amici del Lectorium Rosicrucianum per
aver rinnovato in me la gioia di poter condividere le avventure del
Cammino.
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Premessa
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Introduzione
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La ricerca di Ak-Yb-Ka
I.
LINSPIEGABILE NOSTALGIA
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Un archeologo alieno
Proviamo per un attimo a cavalcare limmaginazione
proiettandoci come osservatori esterni, silenziosi, in un futuro molto
molto lontano. Ipotizziamo ora che la nostra attuale civilt sia gi
scomparsa da millenni, lasciando sul pianeta solo una serie di reperti
confusi e poco comprensibili, e che casualmente lastronave di un
archeologo alieno approdi proprio sul pianeta Terra.
Ebbene, questo anomalo esploratore potrebbe essere incuriosito
ed affascinato dalle tracce lasciate da una civilt come la nostra, ed
inizierebbe molto probabilmente a raccogliere con cura tutti i reperti
a disposizione, nel tentativo di formulare poi delle ipotesi in grado di
evocare la nostra vita quotidiana, il pensiero, la religione, e cos via.
Ad un certo punto il caro alieno potrebbe ritrovare, ai bordi di
una strada, una strana tavola con sopra disegnati la figura di una
piccola astronave che poggia su quattro ruote e un animale intento a
saltare allinterno di un minuscolo foro del veicolo. Noi sappiamo
benissimo che si tratta della famosa pubblicit di una nota
compagnia petrolifera, in cui una scritta e unimmagine esprimono
lidea di mettere una tigre nel motore di unautomobile, per
simboleggiare il concetto di un carburante in grado di offrire potenza
ed elevate prestazioni.
Il problema che il nostro caro alieno potrebbe non avere la
minima idea di cosa sia la pubblicit n tantomeno la tipologia di
linguaggio che essa utilizza. Ecco che allora potremmo essere
facilmente considerati come esseri preistorici, decisamente ingenui
nel credere di poter mettere un animale dentro una macchina
attraverso un foro per poter ottenere migliori prestazioni! Oppure
potremmo essere dipinti come una civilt estremamente
superstiziosa, ancora convinta che una sorta di richiamo magico
dello spirito della tigre possa animare uno strumento meccanico. E
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Principi cabalistici
La prime osservazioni sulla natura della scrittura geroglifica si
ritrovano nei vari scritti di Jean-Franois Champollion, il geniale
studioso francese che nel 1822 riusc a fornire la prima chiave per
decifrare lantica scrittura, e per tale motivo ancora oggi considerato
il padre dellegittologia. Anche se alcune spiegazioni si sono poi
rivelate errate, la maggior parte delle sue intuizioni sono risultate
esatte. Come egli stesso afferm:
la mia scienza geroglifica avanzata quanto basta per
intravedere limmenso spazio che le resta da percorrere prima
di marciare senza ostacoli nel grande labirinto della scrittura
sacra. Io vedo la strada che bisogna seguire, ma ignoro se lo
zelo di un solo uomo e la sua intera vita possono bastare per
una s vasta impresa.4
Ren Adolphe Schwaller de Lubicz, I Templi di Karnak (vol. I), Mediterranee, Roma, 2001.
Jean-Franois Champollion, citato da Jves Naud, La vendetta dei faraoni, Famot, Ginevra,
1977.
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tanto assurdo quanto voler far passare una tigre attraverso il foro di
un serbatoio.
Fino a quando terremo ben stretti un paio di occhiali con le lenti
grigie, come potremmo pensare di cogliere tutte le sfaccettature di
un mondo colorato? Necessitiamo allora di un aiuto che possa porci
il pi possibile in sintonia con una prospettiva che ha consentito agli
antichi saggi di dar vita ad una lingua sacra cos perfetta e compiuta,
in grado non dimentichiamocelo di apparire quasi
improvvisamente nella storia della civilt e di rimanere
sostanzialmente inalterata per almeno quattromila anni.
Il metodo interpretativo che pi di ogni altro pu oggi avvicinarsi
alla scrittura geroglifica il REBUS, dove il significato delle
immagini e delle parole varia a seconda del contesto, basato su
forme grammaticali e figurative miste tra loro. Inoltre, non esistendo
linterpunzione nella lingua sacra, sar il testo stesso ad evocarla alla
nostra coscienza in parallelo con la personale predisposizione ad
accoglierne un significato piuttosto che un altro. Non azzardato
affermare che solo colui che raggiunge la piena realizzazione
interiore, il contatto con la parte pi intima e sacra di s, potr
disporre di tutte le chiavi per una lettura definitiva e completa. Da
tale punto di vista lo studio dei geroglifici diviene implicitamente
anche uno sprono a percorrere un cammino per ampliare la propria
consapevolezza ed ottenere cos nuovi stimoli a proseguire.
Un ultimo tratto essenziale da considerare per un approccio del
genere, impone di non cadere nella trappola di confondere ci che la
nostra mentalit intende comunemente con la parola simbolo e ci
che intendeva invece la mentalit faraonica. Il simbolismo dei
geroglifici sempre naturale, universale, mai convenzionale. Esso
non uninvenzione umana, una trasmissione divina, e come tale
coglie ed esprime una particolare ESPRESSIONE VITALE
dellesistenza, comunicandola per mezzo del principio di
evocazione. Compito del neofita che gli si avvicina quello di creare
le condizioni interiori affinch tale evocazione possa trovare lo
spazio per esprimersi.
Cosa si intende dunque per simbolo convenzionale, e come fare a
riconoscerlo? Prendiamo come esempio le bandiere che
contraddistinguono le diverse nazioni. Esse sono state create
artificialmente dallintelletto umano per esprimere tramite alcuni
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La terra dEgitto
Il nome Egitto da noi oggi conosciuto trae le sue origini dalla
parola egizia het ka ptah, letteralmente la CITT DELLA DIMORA
DEL KA DI PTAH, in geroglifico
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da cui tra laltro trae origine la parola ALCHIMIA.
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Rami Shapiro (a cura di), Un silenzio straordinario. Racconti chassidici, Giuntina, Firenze,
2004.
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I geroglifici si rivelano
Permettiamo ora alla scrittura sacra egizia di presentarsi da sola
attraverso il termine che la contraddistingue, ossia medu neteru,
traducibile come PAROLE DIVINE, in geroglifico
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Il Tao egizio
Vi sono ancora alcuni simboli tradizionali il cui messaggio
originario non andato perduto nel tempo. Uno di questi casi il
TAO cinese (figura 4). Certamente non possiamo affermare di
conoscerne in profondit il reale potere evocativo, per una serie di
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Luigi Anzoli, Neith. Custode dellultimo segreto alchimico, Kemi, Milano, 1999.
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La ricerca di Ak-Yb-Ka
II.
SULLA SOGLIA DEL TEMPIO
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della volont orientata allo spirito, sono sorti tanti nomi e tante
immagini quante lingue e culture hanno solcato il mondo nel corso
dei millenni.
Chi realizza se stesso risvegliando il proprio Horus, o meglio,
diventano egli stesso Horus, entra a far parte di coloro che gli egizi
conoscevano come la confraternita dei SEGUACI DI HORUS,
Shemes Hor e in geroglifico
La mitologia dellEssenza
La storia di Osiride la trasposizione mitologica del percorso
iniziatico. Osiride fu il primo sovrano della terra e, portando la
civilt agli uomini, insegn loro come coltivare i campi, ottenerne
del cibo e produrne del vino. Molto amato dal popolo, attir su di s
linvidia di suo fratello SETH (figura 11), in egizio Suty e in
geroglifico
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o
letteralmente TAGLIARE o DIVIDERE; significato analogo al
concetto cristiano di diavolo, dal greco diabolos, ossia COLUI CHE
DIVIDE, ma anche in stretta analogia con il termine ebraico di
Satana, ossia Saitan, letteralmente AVVERSARIO. Lanimale che lo
rappresenta somiglia in parte ad un asino ed in parte ad un
formichiere, la cui punta delle orecchie tagliata ad indicare che non
in grado di ascoltare la saggezza divina.
Seth cospir dunque per uccidere il fratello Osiride, vi riusc
smembrandolo in quattordici pezzi e disperdendolo nelle varie parti
dEgitto. Tale la condizione nella quale un individuo si ritrova
quando perde la propria illusoria identit, la propria certezza di
essere un Io integro, riconoscendosi piuttosto in una moltitudine di
personalit differenti, ciascuna in lotta per la supremazia.
Una presa di consapevolezza del genere non pu che coincidere
con la profonda sensazione di essere a pezzi, avendo perso ogni
parametro, ogni punto di riferimento, ogni certezza in merito alla
propria reale identit. Tutte le diverse personalit o maschere che
riscopriamo in noi stessi, rispecchiano la coscienza osiridea
dellesistenza; esse sono di natura precaria e nascono, vivono e si
alimentano allinterno di una visione dualistica della vita.
I frammenti di Osiride furono poi ritrovati dalla sua sposa, la dea
ISIDE (figura 12), in egizio Aset e in geroglifico
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o
colui che riflette la luce di Ra come la luna riflette la luce del sole
nella notte, confortando coloro che vagano nel buio.
Egli simboleggia la SCIENZA SACRA DELLO SPIRITO, la
reale conoscenza e comprensione della vita, il mediatore tra gli
esseri umani e il mondo divino, il neter che veicola la Gnosi
stimolandone la ricerca ed occultandola allo stesso tempo.
LInsegnamento Universale di cui portatore viene modellato e
plasmato attraverso i tempi, adattandosi alla cultura e alla mentalit
del momento in cui si manifesta, rimanendo per sempre invariato
ed immutabile nella sua essenza.
Il suo animale sacro libis simboleggia il cuore, luogo in cui
risiede la conoscenza divina. In natura infatti, quando la testa
dellibis ripiegata sul suo petto, forma con il corpo e le ali una
figura simile al geroglifico del cuore. Tale uccello utilizza inoltre il
suo lungo becco per pescare nel fango, e questa caratteristica di
attingere il nutrimento dentro un fondale melmoso apparentemente
privo di vita, indica per analogia la funzione di cogliere le
caratteristiche dellEssenza assopite e nascoste allinterno di noi.
Thot assume nel mito il ruolo di portatore di SERENIT, di pace
interiore, di pacificatore nellinterminabile conflitto tra Seth e Horus,
impedendo a questultimo di uccidere lo zio, ed offrendogli allo
stesso tempo la sublime coscienza del progetto divino, della Grande
Opera. La realizzazione ultima lunione in amicizia tra i due rivali,
la loro conciliazione.
Horus ottenne allora il potere supremo non uccidendo Seth, ma
piuttosto tenendolo sotto controllo, mantenendo un equilibrio tra i
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LEgitto biblico
Volgendo lattenzione sulla Torah ebraica, possiamo cogliere
alcune importanti considerazioni sia sulla civilt che sulla tradizione
dellantico Egitto. La legge mosaica che traspare da una visione
letterale del testo sacro coincide con il principio osirideo della vita,
per il quale lalternanza tra un bene e un male relativi incombono
senza sosta sullessere umano; unica possibilit per mantenersi il pi
possibile lontani dalle sventure accidentali quella di obbedire ai
dettami imposti.
Tale visione la religione di superficie, cui la maggior parte del
popolo si accontenta sforzandosi di seguirne le regole con la paura di
risvegliare lira del dio, e con la speranza di accontentarlo in modo
che la propria vita possa galleggiare in acque tranquille.
Lobbedienza ci che contraddistingue questa religiosit, in cui
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La teocrazia faraonica
stato Ren Schwaller de Lubicz il primo a parlare di teocrazia
faraonica per indicare il tipo di governo di carattere politico e
religioso vigente nellantico Egitto, in cui il faraone incarnava sia il
potere temporale che quello spirituale, per alcuni tratti non dissimile
dalla figura del Dalai Lama per la popolazione tibetana attuale.
La parola faraone risale al termine greco phara, traduzione
dallegizio per-aa, letteralmente GRANDE CASA, in geroglifico
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Possiamo infatti notare che buona parte dei testi sacri sono
strettamente collegati a temi di carattere bellico: il caso della
Bhagavad Gita, della Bibbia, del Corano e della simbologia egizia
stessa. Ci potrebbe apparire ovviamente insensato: come possono
parlare di guerra i libri che insegnano a perseguire il vero Amore
verso la vita e il prossimo?
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di Mos sar sempre lui a dar vita alle nostra battaglie e ad agire in
noi anche per mezzo di coloro che consideriamo nemici.
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Il servizio disinteressato
Secondo una storiella ebraica, ad un rabbi molto giusto fu
concesso di visitare ancora in vita il purgatorio, Gehenna, e il
paradiso, Gan Eden. Venne prima condotto verso il purgatorio e,
man mano che si avvicinava, poteva udire sempre pi nitidamente
terribili grida di uomini e donne fortemente tormentati; varcata la
soglia vide un gran numero di persone sedute a banchetto intorno ad
una grande tavola apparecchiata in modo lussuoso ed imbandita con
i cibi pi prelibati che si possano immaginare. Non riuscendo a
capacitarsi del motivo per cui soffrissero tanto, il rabbi si accorse
dopo qualche attimo che i loro gomiti erano invertiti, in modo tale da
non poter piegare le braccia per portarsi il cibo alla bocca. Il rabbi
venne poi condotto verso il paradiso, dove echeggiavano gi in
lontananza forti risa di gioia e di festa. Ma con sua grande sorpresa
si imbatt in una scena simile alla precedente: uomini e donne seduti
ad un sontuoso banchetto, ed anche in questo caso con i gomiti alla
rovescia. Solo un particolare era diverso: ognuno di essi portava il
cibo alla bocca del proprio vicino o della propria vicina.
Il concetto di servizio indissociabilmente legato ad un percorso
di consapevolezza, a tal punto che risulta difficile stabilire quale dei
due sia la conseguenza dellaltro. Tutti i grandi maestri della storia
sono noti per la loro totale dedizione al prossimo, instancabilmente
occupati ad offrire i propri servigi al fine di indicare la Via ed
incoraggiare a percorrerla.
Poich la vita nello Spirito, con lo Spirito e attraverso lo
Spirito innanzitutto unificatrice. [] Il segreto del successo
sta nel non limitarsi soltanto a cercare, ma nel voler anche
costruire; e ci non per se stessi, ma innanzitutto al servizio
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Jan van Rijckenborgh, La Gnosi nella sua manifestazione attuale, Edizioni Lectorium
Rosicrucianum, Milano, 1991.
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La ricerca di Ak-Yb-Ka
III.
CON NUOVI OCCHI
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Il valore dellamicizia
Per gettare un ponte sullabisso che sembra separare il sentimento
di puro Amore verso il prossimo dal caos di contraddizioni che
accompagnano costantemente le nostre azioni quotidiane, la
tradizione egizia pone in risalto il concetto di amicizia come il
sentimento divino a noi pi vicino.
La parola AMICO, ak-yb, in geroglifico
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Leonardo Vittorio Arena (a cura di), 101 Storie Sufi, Il Punto dIncontro, Vicenza, 2003.
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LInsegnamento Universale
Si tramanda che ogni dottrina spirituale nella sua purezza non
edulcorata nel corso della storia per fini utilitaristici sia portavoce
di un unico Insegnamento Primordiale che da sempre accompagna
ed accompagner lessere umano, pur adeguandone il linguaggio e il
simbolismo al periodo culturale del momento.
Stiamo dunque parlando di un insegnamento immortale ed
eterno, ossia al di fuori del tempo e dello spazio, alla cui vitalit si
pu accedere in qualsiasi momento, in qualsiasi luogo. Ecco perch
tutti coloro che ergono la propria tradizione sopra un piedistallo
comparandola alle altre, hanno gi compiuto un primo passo di
allontanamento da essa.
Gli antichi saggi egizi erano perfettamente consapevoli di tale
realt, liberi dalla superbia e dallarroganza di considerare la loro
conoscenza la sola ed unica strada per giungere al divino. In
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Leonardo Vittorio Arena (a cura di), 101 Storie Sufi, Il Punto dIncontro, Vicenza, 2003.
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Il metodo
Ci chiederemo ora quale sia la base dellInsegnamento
Universale, quali i principi fondamentali, quale il metodo. La
risposta potrebbe assumere laspetto di un koan zen: esiste un unico
metodo ed esistono infiniti metodi. Laddove ogni dottrina spirituale
conduce verso il medesimo traguardo, verso una consapevolezza del
reale pressoch identica, la strada che vi conduce sembra abbastanza
ampia da poter accogliere differenti modalit di approccio, ciascuna
secondo la natura propria di colui che si pone sul Cammino.
Sul portale di ingresso di alcuni monasteri tibetani compare la
scritta: mille monaci, mille religioni. Ma la cosa ancor pi
interessante che essi convivono fraternamente sotto lo stesso tetto.
Emerge allora levidenza di come la diversit non sia sinonimo di
contrasto o isolamento, tuttaltro!
Secondo quanto ci narra una storia ebraica, il Rabbi Yissachar
Dov si rec un giorno a Lublino per incontrare il suo mentore, il
Rabbi Yaakov Yitzchak, per porgli una domanda che da diverso
tempo lo affliggeva: qual il modo in cui tutti possono servire Dio.
Un solo modo? disse il Veggente. Che cosa ti fa pensare
che ci sia un solo modo? Le persone sono forse tutte uguali,
per cui un unico tipo di pratica spirituale si adatta
indistintamente a tutti? Allora come posso insegnare alle
persone a trovare Dio? chiese Rabbi Yissachar Dov.
impossibile dire alle persone come dovrebbero servire Dio.
Per qualcuno la strada migliore lo studio; per qualcun altro
la preghiera; per qualcun altro ancora il digiuno o il darsi
ai banchetti; oppure per qualcun altro il modo migliore per
servire Dio servire il proprio vicino. Che cosa mai dir,
allora, a coloro che chiedono il mio consiglio in questo
campo? D loro cos disse il Maestro. Osservate con cura
i moti del vostro cuore, vedete cosa muove la vostra passione
per Dio e per la devozione, e poi agite con tutto il vostro
cuore e tutta la vostra energia. 38
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2004.
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La conquista dellimmortalit
A differenza di quanto potremmo essere portati a credere, non
in alcun modo possibile circoscrivere la tradizione egizia allinterno
di precisi canoni religiosi.
Di fronte alla domanda fondamentale sullesistenza o meno di
unanima immortale nellessere umano, gli antichi saggi rispondono:
s, e no. infatti una caratteristica distintiva della dottrina egizia
quella di muoversi sinuosa e flessibile attraverso le definizioni e le
classificazioni, ponendosi al di sopra di esse per spronare ogni
individuo a ricercare le risposte oltre i limiti della dualit, nella sfera
pi intima di s.
Ma come possibile conciliare la realt dellimmortalit con il
suo opposto? Si potrebbe brevemente anticipare che ogni individuo
non nasce di fatto immortale ma con la possibilit di diventarlo, ma
per approfondire meglio la questione occorre sviscerare pi nel
dettaglio gli aspetti che compongono e animano la nostra natura.
Il primo e pi elementare costituente grazie al quale possiamo
muoverci e compiere esperienze in questo mondo terreno il
CORPO FISICO, in egizio khat e in geroglifico
buona norma non dare mai nulla per scontato ma osservare con
curiosit silenziosa priva di giudizi di valore i propri
atteggiamenti paradossali. Non di rado capita infatti di volgere le
attenzioni pi meticolose verso la manutenzione di unautomobile,
senza badare a spese per i pezzi di ricambio, le gomme e lolio
migliori, trascurando daltro lato senza troppi problemi la qualit dei
cibi per la propria alimentazione. E questo non rappresenta che uno
tra i tanti possibili esempi.
La salute del corpo una condizione essenziale per colui che
decide di volgere la sua esistenza alla ricerca del vero celato dietro le
apparenze; egli dovr necessariamente compiere i primi passi verso
uno stile di vita improntato sulla qualit e non pi sulla quantit. E
quale prevenzione migliore di una equilibrata e sana alimentazione,
in grado di rispettare il pi possibile i cicli stagionali di ci che la
natura offre nel luogo in cui si vive? La tradizione egizia poneva in
risalto il sublime atto del MANGIARE, unem, in geroglifico
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Il desiderio di esistere
La tradizione egizia simboleggia i passaggi che intercorrono tra
lo stato di sopravvivenza a quello di vera esistenza tramite lo
sviluppo di particolari corpi, dal pi materiale (come quello fisico
precedentemente accennato) fino a quello pi sottile e spirituale.
Ovviamente, ogni sorta di schematizzazione di aspetti vitali per
propria natura solo indicativa, una convenzione dialettica necessaria
per stimolare una riflessione pi profonda e strettamente personale.
Come si suole dire: la mappa non il territorio. I confini che
distinguono un corpo dallaltro non potranno mai essere stabiliti con
precisione, cos come non possibile definire oggettivamente dove
inizia il caldo e dove il freddo.
Il livello basilare che permette ad un essere umano di vivere in
questa natura la VOLONT DI ESISTENZA, una sorta di
impulso, di flebile forza che si concretizza nella nascita nel mondo e
che si struttura nellarco di breve tempo costituendo lIO, in egizio
ynuk e in geroglifico
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sia composta dalle tre lettere alef, nun (che assume un connotato
grafico differente quando si trova in fondo alla parola) e yod, le
stesse che compongono anche la parola NULLA, ayn, scritto
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una forza di gravit. Dunque, uno stesso organo per due aspetti vitali
apparentemente opposti.
Per complicare ulteriormente la faccenda, importante
considerare come anche nel termine DESIDERIO, in egizio set-yb e
in geroglifico
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Luovo-microcosmo
Possiamo ora compiere un ulteriore sguardo nella realt
strutturale umana introducendo il concetto di ci che gli antichi egizi
chiamavano ren, in geroglifico
Laura Romano, Sumarah. Il risveglio del maestro interiore, Ubaldini, Roma, 1999.
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Origene di Alessandria, cit. in David Donnini, Nuove ipotesi su Ges, Macro Edizioni,
Diegaro di Cesena (FC), 2001.
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Energia ed Essenza
Un altro corpo citato frequentemente nella letteratura dellantico
Egitto il ka, in geroglifico
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traducibile letteralmente come ESSERE PRESENTE, qui ed ora.
Il primo termine rappresenta la cicogna africana, conosciuta
come jabiru, e simboleggia la facolt di muoversi, di migrare da Dio
alluomo e viceversa, sottolineandone cos il legame sottile ma
inestinguibile. Il secondo geroglifico invece pi comune e raffigura
un uccello con il volto e le braccia umane (figura 35), che
sembrerebbe evocare quellaspetto umano capace di librarsi in volo
verso i piani pi sottili di s.
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Laura Romano, Sumarah. Il risveglio del maestro interiore, Ubaldini, Roma, 1999.
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La ricerca di Ak-Yb-Ka
IV.
OLTRE IL PENSIERO
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Il contrappeso
Procediamo ora con lesaminare il tipo di unit di misura
utilizzato nella bilancia (figura 36): da un lato abbiamo il cuore e
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dallaltro una piuma, simbolo della dea MAAT (figura 41), in egizio
maat e in geroglifico
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Leonardo Vittorio Arena (a cura di), 101 Storie Sufi, Il Punto dIncontro, Vicenza, 2003.
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Nyogen Senzaki e Paul reps (a cura di), 101 Storie Zen, Il Punto dIncontro, Vicenza, 1996.
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miraggi del deserto, pur sembrando reali, non sono altro che
immagini fittizie, proiezioni della propria mente, cos anche le scene
presenti nelloasi dei giunchi sono illusorie.
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il cui significato si pu racchiudere nella parola OMBRA, un
vero e proprio corpo interiore raffigurato come una siluette scura in
piedi o sdraiata (figura 45).
Khaibit lorgano emozionale che conserva limmagine e
limpronta della vita psichica. Possiede delle propriet che il corpo
fisico non possiede in quanto composto di una sostanza pi sottile
che non risente delle stesse leggi; per tale motivo pu vagare nello
spazio senza sostegni e pu attraversare qualsiasi ostacolo fisico.
Eppure, gli stati spirituali sono inaccessibili allombra tanto quanto i
muri lo sono al corpo. Anche il tempo assume con essa una relazione
molto differente da quella comunemente concepita dallintelligenza
razionale.
In colui che non ha mai perseguito nessuna reale ricerca interiore,
il ka personale ridotto allinsieme dei ka inferiori, che
assumeranno gi in vita le sembianze dellombra fino a proseguire
lesistenza con ancor maggiore intensit dopo la morte fisica, e
potendo sopravvivere anche centinaia danni in una forma del genere
(il fantasma), ma destinata anchessa a dissolversi nuovamente nel
caos.
Il fine ultimo del Manuale per la Vita, la fuoriuscita verso la luce
del giorno, consiste proprio nella liberazione dallossessione degli
elementi che soffocano la coscienza con lombra dellignoranza.
Lombra infatti la proiezione di un oggetto illuminato, quindi
quando la Luce sincarna nella sostanza, la sostanza si oppone ad
essa generando un corpo che costituisce proprio il khaibit.
Ogni ostacolo presente sul Cammino, ogni conflitto interiore,
altro non che una lotta per la supremazia che vede schierate da un
lato lombra e dallaltro limpulso divino originario. Ma laddove
liniziato riuscir a non fare oscurare la propria coscienza, il khaibit
stesso si arrender e parteciper al processo evolutivo in modo
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Il nuovo Egitto
Attraverso le ere
Molte tradizioni hanno da sempre suddiviso la storia del mondo e
della civilt umana sulla base di particolari aspetti astrologici e
relative influenze di carattere fisico, psicologico e spirituale. Queste
suddivisioni prendono appunto il nome di ERE ASTROLOGICHE o
EONI, fondandosi sul principio di correlazione tra eventi terrestri ed
eventi celesti.
Ogni era viene chiamata con il nome del segno zodiacale
allinterno del quale situata la posizione del sole allequinozio di
primavera, ed ha una durata media di 2140 anni circa, nonostante
tale periodo possa variare per una moltitudine di ragioni legate sia al
tipo di simbolismo adottato, sia alla mutevolezza della posizione
delle costellazioni nel corso dei millenni dovuta alla precessione
degli equinozi.
Se durante lanno la sequenza zodiacale segue una certa
progressione, le ere astrologiche seguono lordine inverso. Tali
considerazioni permettono uninteressante lettura interpretativa dei
testi tradizionali.
Per esempio, allinterno della narrazione biblica si pu osservare
come Mos sembri rappresentare un nuovo impulso spirituale che
inaugura la transizione, ossia pesach, che significa appunto
PASSAGGIO, tra lera del Toro collocata allincirca tra il 4300
a.C. e il 2150 a.C. e lera dellAriete tra il 2151 a.C. e lanno 0.
Proprio nella discesa dal monte Sinai, Mos vede il suo popolo
adorare un vitello e si infuria spronando la gente a seguire il nuovo
flusso spirituale, il nuovo dio rivelatosi al popolo di Israele.
Nella stessa epoca troviamo delle analogie in Egitto, dove il culto
principale era fino a quel momento dedicato allanimale sacro di
Ptah (figura 26), il toro appunto, e la maggior parte delle opere
artistiche erano ad esso dedicate (figura 46).
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porta con s ancora le tracce di quello precedente, cos gli anni che
volgono al termine contengono gi i semi di quello futuro.
Per molte correnti tradizionali infatti alcune basandosi su
calcoli astronomici effettuati sulla piramide di Giza lanno 2001
sarebbe proprio coinciso con una sorta di prima inaugurazione della
nuova epoca, un primo decisivo input di trasformazione, un punto di
non ritorno.
opportuno inoltre considerare come molti scenari apocalittici
contenuti nei testi sacri non siano solo espressione di calamit e
catastrofi, ma anche simbolo di rinascita e presa di coscienza di
nuove realt. La parola APOCALISSE trae infatti il suo significato
dal greco apokalypsis, letteralmente RIVELAZIONE, un concetto
estremamente lontano dalla consueta e fuorviante accezione del
termine.
Leone di Maat
Abbiamo brevemente osservato la successione delle ultime ere
astrologiche, ma quello che ora preme veramente comprendere la
loro risonanza nella nostra vita di tutti i giorni, in particolare in un
momento di passaggio cos particolare come quello in cui ci
troviamo.
Le implicazioni macroscopiche di ogni eone sono probabilmente
molto pi sottili e rivoluzionarie di quanto potremmo immaginare,
veicolate e forse anche manipolate da individui ed organizzazioni ad
un livello tale da non poterle mai precisamente tracciare e
classificare.
Uno dei problemi risiede proprio nel rischio di travisare il
messaggio spirituale in corso per rivestirlo di comodi abiti egoici ed
adattarlo ai propri interessi personali o di gruppo. La storia
costellata di simili degenerazioni e di continui tentativi ad opera di
Inviati di ristabilire o rinnovare il messaggio universale nella sua
purezza.
Ogni impulso spirituale, la cui origine non sempre
pubblicamente evidente come lo stata con lavvento di Ges Cristo
nella civilt occidentale, viene generalmente sintetizzato per mezzo
di un motto e di un aforisma che ne racchiudono simbolicamente
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La comprensione dellAmore
Limpossibilit di argomentare intorno ai tre termini costituenti il
motto della nuova era dovuto al fatto che un reale e sincero
percorso di conoscenza non potr mai espletarsi partendo da solide
fondamenta, da confortanti risposte ai quesiti dellesistenza, ma
piuttosto da unincertezza stimolante in grado di alimentare
costantemente la sete di ricerca e la disponibilit a mettersi ogni
momento in discussione.
La parola AMORE infatti, in egizio mer e in geroglifico
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Larte di ascoltare
Giungendo gradatamente verso la fine di questo saggio, quasi
certo che i dubbi esistenziali non abbiano ancora trovato pace. anzi
auspicabile!
La sapienza egizia altro non offre che uno tra i tanti linguaggi
possibili per avvicinare lessere umano a se stesso, per spronarlo a
rivolgere lattenzione allinterno di s. A cosa potrebbe mai servire
la saggezza di tradizioni millenarie ed il lavoro compiuto da
centinaia di sapienti prima di noi, se non ad offrire lo stimolo per
divenire capaci di osservarci silenziosamente nel mezzo della nostra
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Jan van Rijckenborgh, La Gnosi nella sua manifestazione attuale, Edizioni Lectorium
Rosicrucianum, Milano, 1991.
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Leonardo Vittorio Arena (a cura di), 101 Storie Sufi, Il Punto dIncontro, Vicenza, 2003.
Bibbia, Deuteronomio 30, 11-14.
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La ricerca di Ak-Yb-Ka
V.
LADDIO
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Conclusione
Leonardo Vittorio Arena (a cura di), 101 Storie Sufi, Il Punto dIncontro, Vicenza, 2003.
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R.A. Schwaller de Lubicz, cit. in Massimo Marra, R.A. Schwaller de Lubicz. La politica,
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