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Tema 1 IV Vangelo.

Questioni introduttive

CORPO GIOVANNEO

CORSO TP 1029

Javier Lpez

TEMA 1 IV VANGELO. QUESTIONI INTRODUTTIVE


BIBLIOGRAFIA DI RIFERIMENTO
J. BEUTLER, Lebraismo e gli ebrei nel vangelo di Giovanni, Subsidia Biblica 29 PIB,
Roma 2006, 7-14. S.L. 15 P 28; Mag. 15 P 918.
R.E. BROWN, An Introduction to the Gospel of John, edited, updated, introduced, and
concluded by F. MOLONEY New York 2003. S.L. 15 P 24
A. CASALEGNO, Perch contemplino la mia gloria (Gv 17,24). Introduzione alla
teologia del Vangelo di Giovanni, Milano 2006. Mag. 15 P 923 in riserva corso
I. DE LA POTTERIE, Il discepolo che Ges amava in L. PADOVESE, ed., Atti del I Simposio
di Efeso su S. Giovanni Apostolo, Roma 1991, 33-55. Mag. 15 P 506
G. GHIBERTI, Introduzione al Vangelo secondo Giovanni in ID., ed., Opera Giovannea,
Torino 2003, 62-91. S.L. 10 CF 7 Mag. 10 GC 7
M. HENGEL, La questione giovannea, Brescia 1998.
Mag 10 DN 120
_________, The Johannine Question, London-Philadelphia, 1989. Mag 15 P 504.
X. LONDUFOUR, Lecture de lvangile selon Jean IIV (Parole de Dieu), Paris
1987.1990.1993.1996 (it., port., spagn.); Lettura dellEvangelo secondo Giovanni, vol. I
(Preliminari: 19-50), vol. IV (Postfazione 393-422); Piano del Vangelo: vol. I, 51-66.
V. MANNUCCI, Giovanni il Vangelo narrante. Introduzione allarte narrativa del quarto
vangelo, Bologna 1997. Mag. 15 P 573 - 574; 10 GG 1,1.
J.O. TU- X.ALEGRE, Scritti giovannei e lettere cattoliche, Brescia 1997. S.L. 10 B 21/8
FELIX JUSTs web site on Johannine Literature: http://catholic-resources.org/John/

SCHEMA DELLA LEZIONE


I. INTRODUZIONE GENERALE AL IV VANGELO
1. Il Vangelo Spirituale
2. Il discepolo amato come tipo del credente
2.1 Nel racconto della passione.
2.2 Nel racconto della risurrezione
3. Luogo e data di composizione
4. Destinatari
5. Stile Simbolismo
6. Contesto e situazione
7. I due livelli di lettura: prima della Pasqua e post-Pasquale
II. Contenuto globale del IV Vangelo. Struttura
1. Prologo
1,1-18
2. Libro dei Segni
1,19-12,59
3. Libro dellOra
13-21
Ora dialogata: 13-17
Ora narrata: 18-19 passione; 20-21 risurrezione
INTRODUZIONE GENERALE AL CORSO
Il nostro studio include tre parti in s differenti, ma allo stesso tempo con
ununit di base. Vangelo, lettere e Apocalisse, le tre parti integranti del corpo
giovanneo, hanno tre generi letterari ben diversi. Di sottofondo, per, c ununit

Tema 1 IV Vangelo. Questioni introduttive


fondamentale, cio la rivelazione di Dio centrata in Efeso1 intorno allapostolo
Giovanni.
1. Il Vangelo Spirituale
Tra tutti gli scritti del Nuovo Testamento, i vangeli hanno una meritata priorit
in quanto sono la principale testimonianza sulla vita e sulla dottrina della Parola
incarnata, nostro Salvatore (Dei Verbum 18). Clemente alessandrino (morto
nellanno 215) chiama il quarto vangelo pneumatiko,n. Secondo la citazione dello
storico ecclesiastico Eusebio di Cesarea, Iwavnnen pneumatiko,n poih/sai
euvagge,lion2, cio per Clemente, Giovanni compose un vangelo spirituale nel senso
pi profondo, che ha questo termine greco derivato da pneu/ma, vale a dire ispirativo.
Questo aggettivo vale certamente per tutta la Scrittura, la quale ispirata da Dio e
utile per insegnare e formare alla giustizia perch il credente sia completo e ben
preparato per ogni opera buona (2 Tim 3,16; cf. Dei Verbum 11). Tutta la Bibbia
dunque, contiene una parola di Dio ispirativa che da uno stimolo, un impulso, che
mette in movimento la persona e la comunit ecclesiale. Il Quarto Vangelo per,
Parola ispirata in modo speciale, giacch particolarmente sensibile:
+
nella sua presentazione dello Spirito Santo
+
e nel considerare Ges inviato dal Padre.
Il IV Vangelo ci porta dunque in un modo particolare nellorizzonte
dellapprofondimento e della crescita nel mistero di Cristo.
La Chiesa dei primi secoli diede diversi titoli al Quarto Evangelista. I pi
comuni e conosciuti sono: Apostolo, Discepolo, Presbitero, Testimone,
Evangelista. C un altro che ci pu sorprendere: Figlio di tre madri. Questo
titolo prende in considerazione che Giovanni figlio di Salome, moglie di Zebedeo
(Mt 27,56), ma anche figlio della Madre di Ges (Gv 19,26-27: Figlio, ecco tua
madre) e infine, figlio del tuono (in greco tuono bronth,, femminile). Ges
chiama a formare parte dei dodici discepoli Giacomo di Zebedeo, e suo fratello
Giovanni, che in ebraico significa il Signore ha fatto grazia. Ges diede ai due il
nome di Boanerges cio figli del tuono3. Il carattere dellapostolo Giovanni si rivela
infatti, nei vangeli sinottici, ardente e impetuoso. Quando Ges lo chiama alla sequela,
egli non aveva affatto il tratto di un giovane sdolcinato. K. Barth parla, a ragione di
unanima di fuoco e di tempesta.4
Forse il titolo pi significativo dato a Giovanni dalla chiesa primitiva quello
di Teologo (o` qeolo,goj). Cos lo chiama la Chiesa dOriente a partire del secolo IV.
Il pi espressivo per sicuramente quello di evpisth,qioj. La tradizione patristica
greca da Gregorio Nazianzeno in poi (s. IV) interpreta bene il gesto simbolico del
discepolo amato allultima cena. A partire da Gv 13,23.25 si sviluppata una
tradizione secondo la quale Giovanni ha estratto la teologia del suo evangelo e delle
lettere da quella sorgente di grazia che era il petto (in greco sth,qoj) del Maestro.

Secondo IRENEO DI LIONE (c. 130-202): Poi (cio dopo Mt, Mc e Luc) Giovanni, il discepolo del
Signore, che anche ripos sul petto di lui, pubblic a sua volta un vangelo, mentre dimorava ad Efeso in
Asia. Adversus Haereses 3,1.1 in Patrologia Greca 7, 1, 845-846.
2
EUSEBIO DI CESAREA, Historia Eccl. 6,14,7 ; PG 9,749.C.
3
Mc 3,17; cf. 9,38-40; Lc 9,49.51-55 (esp. v. 54); Mt 20,20-23.
4
D. MOLLAT, Giovanni, maestro spirituale, Roma 1984, 17-19. Per un elenco completo e ben commentato
delle ricorrenze del nome proprio Giovanni riferito allapostolo nel N.T., vedi BENEDETTO XVI, Giovanni,
figlio di Zebedeo. Udienza Generale 5 luglio 2006.

Tema 1 IV Vangelo. Questioni introduttive

Secondo quanto scrive Origene, Padre della scuola di Alessandria, nel suo
commento al IV vangelo:
Bisogna dire che, di tutte le Scritture, i Vangeli sono la primizia e che, tra
i Vangeli, la primizia quello di Giovanni, di cui nessuno pu attingere il
senso, se non si chinato sul petto di Ges e se non ha ricevuto da Ges
Maria per madre. E per essere un altro Giovanni, bisogna diventare tali che,
proprio come Giovanni, ci si senta designare da Ges suoi sostituti5
Analizziamo adesso in cosa si basa Origene per parlare cos. Consideriamo
dunque la figura del discepolo amato6, perch ci aiuta a impostare di forma corretta la
lettura e lo studio del quarto vangelo, cio latteggiamento con cui avvicinarci a
questo evangelo.
2. Il discepolo amato come tipo del credente.
Ci sono quattro brani, tutti nel libro dellOra di Ges, dove si parla esplicitamente
del discepolo che Ges amava: 13,23 - 19,26 20,2 21,20.
2.1 Nel racconto della passione.
Il primo passo descrive il chinarsi del discepolo sul petto di Ges. Si tratta del
racconto dellultima cena:
Uno dei suoi discepoli, quello che Ges amava,
stava reclinato proprio accanto a Ges.

Gv 13,23

Sembra che lautore vuol suggerire che in quel gesto simbolico della cena si trova
una chiave di lettura per cogliere la portata teologico-spirituale del suo vangelo.
Abbiamo qui la tecnica stilistica dellanonimato voluta dallautore e che serve a
far comprendere che questo discepolo ha anche lui un valore rappresentativo; per
Ges stesso questo discepolo simbolizza tutti i suoi che erano nel mondo e che Ges
am fino alla fine (13,1; vedi 1Gv 4,16). Non fortuitamente viene poi il testo famoso
sul comandamento nuovo dato a tutti i discepoli:
Gv 13,347
evntolh.n kainh.n di,dwmi u`mi/n(
i[na avgapa/te avllh,louj(
kaqw.j hvga,phsa
u`ma/j
i[na kai. u`mei/j
avgapa/te avllh,louj

Un comandamento nuovo do a voi:


che vi amiate gli uni gli altri
come io ho amato
voi,
che anche voi
vi amiate gli uni gli altri

La tecnica dellanonimato serve a sottolineare il valore rappresentativo della


persona. Ma chi rappresentato dal discepolo che Ges amava? Si pu rispondere con
una parola: tutti i discepoli, tutti i credenti nella Chiesa.
5

ORIGENE, Commentaire sur saint Jean I, 23, Sources chrtiennes 120, Paris 1966, 71. In Ioannem
I.23 PG 14 (Migne).
6
I. DE LA POTTERIE, Il discepolo che Ges amava in L. PADOVESE,, ed., in Atti del I Simposio di
Efeso su S. Giovanni Apostolo, Roma 1991, 33-55.
7
Cf. 1Gv 2,7-8; 3,11.23; 4,7.11-12; soprattutto 4,16: noi abbiamocreduto allamore che Dio ha per
noi. Dio avga,ph; I. DE LA POTTERIE, Il discepolo che Ges amava, 47-48.

Tema 1 IV Vangelo. Questioni introduttive

Lautore del vangelo ci presenta il discepolo che Ges amava come il tipo stesso di
discepolo luomo che crede, che si trova al Golgota.

Sua madre
presso la croce di Ges

Ges in croce
il discepolo
presso di lei

Lo schema indica che Maria si trova in una posizione intermedia tra Ges e il
discepolo: da una parte occupa presso la croce un posto subordinato rispetto a Ges in
croce; ma dallaltra esercita in un certo senso una funzione pi alta di quella del
discepolo.8
E l ai piedi della croce il discepolo diviene
il figlio della madre di Ges ecco la tua madre
19,25-27
fa testimonianza del mistero della croce chi ha visto ne fa testimonianza
e divenne rappresentante dei discepoli che sono divenuti i fratelli di Ges
Ges risorto alla Maddalena: va e di ai miei fratelli

19,35
20,17

Commenta a proposito Dibelius:


il discepolo che Ges amava il tipo stesso di discepolo (Egli)
luomo di fede il testimone del mistero della croce (19,35) e diviene
pure lui il figlio della madre di Ges, cio il rappresentante dei discepoli che
nella loro relazione con Dio sono divenuti i fratelli di Ges (20,17).9
2.2 Nel racconto della risurrezione
Il discepolo amato non soltanto luomo che crede e corre, entra nel sepolcro,
vede e crede (20,2.8)] ma quello che testimonia. Vediamo pi da vicino lultima
ricorrenza proprio nella seconda conclusione del vangelo 21,20-25.
20

Pietro, voltatosi, vide che li seguiva il discepolo che Ges amava,


quello che era adagiato durante la cena vicino a lui e aveva detto:
Signore, chi colui che ti tradisce?. (riferimento a 13,23)
21
Vistolo, dunque, Pietro disse a Ges:
Signore, e lui?.
22
Ges gli rispose: Se voglio che lui rimanga finch io venga, che te ne importa?
Tu seguimi!.
23
Si sparse perci tra i fratelli la voce che quel discepolo non sarebbe morto.
Ges per non gli aveva detto che non sarebbe morto, ma:
Se voglio che lui rimanga finch io venga, che te ne importa?.
24

Questo il discepolo che rende testimonianza di queste cose e che le ha scritte,


e sappiamo che la sua testimonianza veridica.
25
Ci sono anche molte altre cose che Ges fece: se si scrivessero a una a una,
penso che non basterebbe il mondo intero
a contenere i libri che si dovrebbero scrivere.

I. DE LA POTTERIE, Il discepolo che Ges amava, 50.


M. DIBELIUS, Joh 15,13, Eine Studie zum Traditionsproblem des Johannes-evangeliums, in Festgabe
fr A. Deissmann, Tbingen 1927, 166-168; ristampato in Botschaft und Geschichte, I, Tbingen 1953,
204-220 (hic 214) citato in I. DE LA POTTERIE, Il discepolo che Ges amava, 51-52.
9

Tema 1 IV Vangelo. Questioni introduttive

Concentriamoci su una sola domanda: cosa significa quel rimanere del


discepolo? Levangelista ci avverte che uninterpretazione sbagliata si era sparsa tra i
fratelli: che quel discepolo non doveva morire. Pero, dopo aver scartato
quellinterpretazione, levangelista si limita a ripetere con una certa insistenza la frase
di Ges: non si tratta dunque di un rimanere vivo in senso fisico (cos sono nate
diverse leggende, specialmente in Efeso). In un certo qual modo, per, il discepolo
che Ges amava deve veramente rimanere, quindi rimanere vivo. Ma come
bisogna comprendere quelle parole misteriose?
La risposta si trova negli ultimi due versetti, dove si parla del discepolo che ha
scritto queste cose; la conclusione aggiunge che se si dovessero scriverle una ad una,
ci vorrebbe quasi uninfinit di libri.
In che senso? Nella storia dellesegesi troviamo due interpretazioni. Quella di
Origene sembra la pi giusta e la pi profonda10. Ecco la spiegazione di Origene: Se
il mondo non pu contenere i libri che si dovrebbero scrivere, non come lo pensano
alcuni a ragione tanto dellabbondanza dei testi, come della grandezza delle realt.
Limpossibilit per il mondo di contenere tutti i libri che si dovrebbero scrivere non
dovuta alla quantit dei fatti che sarebbero da raccontare, ma alla loro grandezza
spirituale. Tale grandezza non solo non pu essere consegnata per iscritto, ma non pu
nemmeno essere proclamata dalla lingua di carne, n essere espressa con parole
umane.
Si comprende adesso in che senso il discepolo che amava deve rimanere: lui,
luomo della fede, rimane, anzi rimane vivo, ma attraverso le cose che ha scritte, nelle
quali lui si presenta come il testimone di ci che ha fatto Ges; la sua testimonianza
rimane, come un invito costante a cogliere la profondit di ci che ha fatto Ges e di
cui lui rende testimonianza nel quarto vangelo (scritto da lui).
Con questaffermazione non intendiamo dire che lui lautore materiale di tutte
le tre opere, ma che lui allinizio ed al meno la fonte testimoniale di tutte le tre11,
specialmente del vangelo e delle lettere. La validit dellopera giovannea come
testimonianza apostolica non dipende dallattribuzione della paternit diretta
allapostolo Giovanni figlio del Zebedeo, ma del suo collegamento con questo
apostolo e senzaltro con quella prima generazione di testimoni del tempo di Ges a
cui pi tardi la chiesa si richiama per la sua tradizione apostolica. Il vangelo di
Giovanni non una opera anonima, oscura di dubbia provenienza. Quasi nessuno
studioso pensa pi a unimpersonale paternit letteraria collettiva del quarto vangelo.
10

Cf. I. DE LA POTTERIE, Il discepolo che Ges amava 55.


Vedi per una panoramica delle interpretazioni sulla figura del discepolo amato, con relativa
discussione, R. FABRIS, Giovanni, Roma 1992, 71-75. Se facciamo una sintesi delle varie opinioni, al
discepolo sono attribuite quattro caratteristiche possibili che non si escludono tra loro: 1) discepolo
storico di Ges, 2) fonte autorevole della tradizione giovannea su Ges, 3) fondatore e maestro della
comunit giovannea, 4) autore-redattore del quarto vangelo (vedi p. 75). Non entriamo in dettaglio nella
discussione sullidentit dellautore. Generalmente ogni commento dedica uno spazio a questa
problematica. Si possono consultare altri studi ad esempio A. CASALEGNO, Perch contemplino la mia
gloria (Gv 17,24). Introduzione alla teologia del Vangelo di Giovanni, Milano 2006,89-103 [Mag. 15
P 923 in riserva corso] o G. GHIBERTI, Il Quarto Vangelo nella storia come parte dellIntroduzione al
Vangelo secondo Giovanni in ID., ed., Opera Giovannea, Torino 2003, 62-80 per formarsi la propria
opinione. Ma nessuna teoria resta 100% provata. La problematica sullautore si lascia alla vostra lettura
personale. La grande maggioranza sostiene, per questaffermazione che appartiene al circolo giovanneo
sviluppatosi in torno allapostolo Giovanni nella zona dEfeso. A questo circolo appartengono pure la
prima lettera e lApocalisse. Nella prima lettera lautore non si presenta col nome, bastandogli garantire
ai destinatari del suo scritto che egli ha visto, udito, palpato cio contemplato la realt della Parola della
vita. Lautore dellApocalisse sarebbe stato un profeta itinerante chiamato pure lui Giovanni, nome
proprio frequente in quellepoca, che si mosso fra le chiese dellAsia Minore, nellattuale Turchia.
11

Tema 1 IV Vangelo. Questioni introduttive


La teoria delle forme aveva speculato anni fa, su un materiale prodotto dalla
comunit. M. HENGEL12ed altri affermano con ragione che una personalit cos ben
definita e di gran qualit artistica e consistenza drammatica come lautore del Quarto
Vangelo non si pu spiegare mediante un autore collettivo. La lettura dei diversi
commenti, pure con differenze di dettagli che si muovono nellambito della
speculazione, puntano sullapostolo Giovanni allorigine del vangelo. Questo il dato
importante da mantenere, giacch si tratta della connessione diretta col testimone
oculare della vita di Ges. Lautore del IV Vangelo vuole manifestare mediante
lelemento storico quella conoscenza essenziale di Cristo, che egli acquist
nellincontro personale e in una lunga, sempre rinnovata meditazione, nella riflessione
e nellesperienza interiore13. La chiesa riconobbe nel vangelo di Giovanni,
relativamente presto una chiara e matura testimonianza della fede cristologica e
trinitaria autentica e lo fece suo14.
Si tratta quindi come diceva Papia vescovo di Gerapoli, allinizio del secondo
secolo, che era stato uditore e caro discepolo di Giovanni15 di ascoltare una voce viva
e permanente. Quella voce, anche per noi, quella del discepolo che Ges amava.
Lui aveva visto e creduto. Aveva colto la grandezza delle cose fatte e dette dal
Signore. Nel suo vangelo, nelle sue lettere, ne rendeva testimonianza. Lui stesso ci
dice chiaramente di aver scritto queste cose affinch continuate a credere (20,31)16.
In questo senso il discepolo che Ges amava rimane vivo anche tra noi; dopo aver
reso testimonianza e dopo aver scritto rimane vivo.
3. Luogo e data di composizione17.
Le catacombe a Roma mostrano raffigurazioni basate sul racconto della
Samaritana, del buon Pastore, di Lazzaro, del paralitico ecc. databili intorno al 150. I
papiri p66 (intorno allanno 200), p75 (inizio del secolo III), contengono frammenti di
Gv e documentano la diffusione del quarto vangelo in Egitto in epoca antichissima. La
scoperta e la seguente pubblicazione di un frammento del codice egiziano di
Gv. 18,31-33.37-38 nel 1935 ha avuto grande importanza per stabilire il terminus ante
quem stato scritto il vangelo di Giovanni. La datazione di questo papiro (chiamato
p52) dellinizio del II secondo secolo. Altri argomenti secondo il Brown18 indicano
100-110 come la data plausibile pi tarda per la redazione del Quarto Vangelo.
Stabilire il terminus post quem pi difficile. Gli studiosi concordano che sia stato
probabilmente scritto prima del anno 120, ma non si sa con sicurezza dopo quale
anno. Tutti sono daccordo nellaffermare che il quarto vangelo deriva dalla chiesa
giovannea. Unantica tradizione colloca ad Efeso19 e dintorni la presenza di Gv e la
12

M. HENGEL, La questione giovannea, Brescia 1998.


Cf. H. STRATHMANN,Il vangelo secondo Giovanni, Brescia 1973 in R. SCHNACKENBURG, Il
Vangelo di Giovanni, I, 269.
14
Cf. R. SCHNACK.ENBURG, Il Vangelo di Giovanni, III, 638-639.
15
Antiche testimonianze della tradizione cristiana, come il Canone Muratoriano (ca. 170 d.C.) ci
presentano lautore del IV vangelo associato ad altri condiscepoli. Cf. V. MANNUCCI, La comunit
giovannea e i suoi interlocutori in ID., Giovanni, il vangelo narrante, 141.
16
Sulluso dialogale noi e voi nel IV vangelo, cf. V. MANNUCCI, Giovanni, il vangelo narrante,
141-181.
17
Vedi A. CASALEGNO, Perch contemplino la mia gloria , 28-32.
18
Cf. R.E. BROWN, Giovanni, XCVII.
19
Pi di un autore cristiano del II secolo afferma che Giovanni si stabil a Efeso (ad esempio
S. GIUSTINO, Dialogo con Trifone 81,4 PG 6,669a) dopo lapostolato di Paolo e di Timoteo in quella
citt e secondo Eusebio- prima della guerra giudaica, Tornato ad Efeso dopo la morte di
Domiziano, avrebbe diretto le chiese dAsia fino alla sua morte in avanzata et, sotto il regno di
Traiano (98-117); D. MOLLAT, Giovanni, 17-18.
13

Tema 1 IV Vangelo. Questioni introduttive


chiesa da lui fondata. Tale chiesa comincia a crescere dopo Paolo, dunque dagli anni
60 in poi, ma il dato non ci permette di specificare di pi. Cos si parla di uno spazio
di tempo compreso tra il 60 e il 120. I diversi commenti oscillano fra distinte date
allinterno di questo periodo.20 Ugo Vanni, professore emerito in questuniversit,
tende a segnalare gli anni 80, ma sono opinioni tutte che si fondano su sfumature. In
somma non c una data di composizione precisa.

1)

2)
3)

4)

Questi punti adesso sono abbastanza condivisi:


La tradizione giovannea si radica sul suolo palestinese e nel giudaismo anteriore
al anno 70 d.C., e cio prima della distruzione del tempio di Gerusalemme. Lantico
testamento e la letteratura intertestamentaria, i testi di Qumran possono spiegare i testi
del quarto evangelo pi che lellenismo.
E stato scritto fra il secolo I e inizio del secondo come dimostra il papiro p52
dell epoca dellimpero di Adriano (117 al 138 d.C.)
Contatti con lellenismo e con il pre-gnosticismo (soprattutto nella prima lettera)
ci sono stati. Lambiente per di fondo quello biblico e rabbinico. Ha subito anche
linflusso dallellenismo, ma questo non stato cos determinante, come viene
presentato dal Dodd nel suo commento.
Il quarto vangelo ha avuto un processo lento di formazione, passando attraverso
alcune tappe redazionali di composizione. Sono classiche quelle proposte dal Brown21.
La prima lettera di Giovanni, la cui introduzione faremo dopo il vangelo, fa una
affermazione molto significativa nel prologo. Dice che loro, i testimoni del Ges della
storia, annunciano ci che hanno visto, ascoltato e toccato con mano riguardo alla
Parola della vita (versetti 1,1-4). Si pu leggere pure nel Brown e negli altri
commenti gli studi fatti a riguardo. Rimaniamo sempre nel circolo del quarto vangelo.
Ed pi probabile, cos lo considera la maggioranza degli autori, che sia stata scritta
dopo il vangelo, o al massimo durante la stesura del vangelo. Mi sembra abbia ragione
R. Brown a considerarla, al meno a grosso modo, un commento al quarto vangelo.
4. Destinatari
La categoria di lettori non ben determinata. C in Gv una tendenza
universalistica come appare chiaramente dal titolo di Ges sulla croce: ed era scritto
in ebraico (= aramaico, la lingua parlata in tempo di Ges), latino e greco (19,20). I
destinatari non furono soltanto i giudeo - cristiani. Quando lautore si riferisce ad usi e
costumi palestinesi, n da una sommaria spiegazione per coloro che non ne
capirebbero e traduce parole dal aramaico. Segalla analizza il prologo e descrive in
questa forma il lettore ideale pensato dal autore del IV vangelo:
un credente o un potenziale credente, che ha gi una notevole esperienza
della fede nel nome di Ges, che conosce solo il greco e non laramaico
dellambiente palestinese, ma che familiare con la Bibbia greca e ha un minimo
di repertorio culturale per poter capire il suo messaggio. Non quindi un lettore
singolo; un lettore uditore che appartiene ad una comunit credente o ad una

20

Vedi A. CASALEGNO, Il processo di formazione del vangelo in ID., Perch contemplino la mia
gloria, 77-88.
21
R.E. BROWN, Proposed Influences on the Religious Thought of the Fourth Gospel, 115-144; The
Author, the Date and the Place, 189-215, in ID., An Introduction to the Gospel of John, F. MOLONEY
ed., New York 2003.

Tema 1 IV Vangelo. Questioni introduttive


comunit diversa dalla giovannea (Efeso pure larea dinflusso paolino), ma
facilmente individuabile in quella della sinagoga giudeo-ellenistica 22
5. Stile - Simbolismo.
Lo stile di Gv e personalissimo e inconfondibile. Sicuramente, nessuno
confonderebbe un brano del IV con una pericope dei Sinottici23. Il materiale narrativo,
principalmente i segni, hanno sempre fa notare lo Schnackenburg vol. I, 143 - un
motivo drammatico che diversamente ai Sinottici24, si manifesta in un evolversi e in
un intrecciarsi, in un crescere e in un affilarsi degli eventi. Lo vedremo nel racconto
del segno di Cana. Il lettore, cio noi, siamo condotti con grande arte stilistica di
narrazione a credere davanti alla manifestazione della gloria di Dio in Ges di
Nazaret. Questa caratteristica compare anche nei racconti pi lunghi, che
diversamente dai Sinottici si mostra in un crescere ed intrecciarsi degli eventi. Un
esempio tipico linsieme narrativo del capitolo sesto che vedremo in dettaglio dopo
Pasqua. Questo grande capitolo, ambientato in Galilea. Inizia con il segno della
moltiplicazione dei pani, continua con il cammino di Ges sulle acque constatato dai
discepoli, e culmina poi nel dialogo di Ges con i Giudei nella sinagoga di Cafarnao
che conduce alla grande defezione di simpatizzanti di Ges, per finire
drammaticamente per con la professione di Pietro in nome dei Dodici: Signore da
chi andremo? Tu hai parole di vita eterna (6,68-69). Il momento di dubbio e
dellincredulit ha sul lettore sensibile leffetto di un ulteriore stimolo per credere. 25
Daltra parte i discorsi in Giovanni hanno una disposizione ed una dinamica loro
interna circolari. Si ritorna spesso sullo stesso argomento, approfondendone sempre
pi gli aspetti. Afferma lo Schnackenburg a proposito dellimpiego della tecnica del
discorso figurato in Gv 10 (il buon pastore), e in Gv 15 (la vite e i tralci): uno stile
personale, che stato ottenuto mediante la meditazione della rivelazione di Ges
Cristo e vuole servire ad illuminare questa rivelazione26. Secondo questo autore, Il
pensiero giovanneo si pu paragonare molto bene ad una spirale: i pensieri ruotano,
tornano indietro e progrediscono nello stesso tempo verso lalto 27. Ne vedremo un
esempio nel prologo.
Infatti, le parole hanno spesso un significato pi profondo, un secondo livello, che
va oltre la descrizione semplice. C di solito una densit simbolica28 in dietro alle
narrazioni. Un esempio tipico labbiamo nel racconto dellUltima Cena, dopo che
Giuda esce dal Cenacolo, Giovanni aggiunge: ed era notte. SantAgostino
commenta con grande accuratezza: Et ipse qui exivit erat nox, era notte colui che era
22

R. SEGALLA, Il prologo di Gv (1,1-18) nellorizzonte culturale dei suoi primi lettori, RSB 1-2
(1998), 255 citato in L. ORLANDO, Il vangelo di Giovanni, lettura teologica, 24. La parentesi del
professore.
23
Il commento di X. LONDUFOUR valorizza adeguatamente luso del simbolo nel IV Vangelo
(cf. vol. I, 31-34) e i due livelli di lettura (pre e post-pasquale), anche se non sempre ne tiene conto
nellesegesi dei singoli brani. R.E. BROWN, Johannine Tradition: Relation to the Synoptics and
Historicity in ID., An Introduction to the Gospel of John, ed. F. MOLONEY New York 2003, 90-114
(with bibliography). G. GHIBERTI, Introduzione al Vangelo secondo Giovanni in ID., ed., Opera
Giovannea, Torino 2003, 80-84.
24
Vedi A. CASALEGNO, Giovanni e i Sinottici in ID., Perch contemplino la mia gloria , 33-58.
25
Cf. R. SCHNACKENBURG, La dinamica del pensiero in ID., Il Vangelo di Giovanni I, 143ss.
26
Cf. R. SCHNACKENBURG, Il Vangelo di Giovanni I, 147.
27
R. SCHNACKENBURG, Il Vangelo di Giovanni I, 146.
28
Simbolico non si oppone a reale. Al contrario soltanto simbolico quello che entra in contatto una
realt, la rende presente. Dice X. LON-DUFOUR, Lettura dellEvangelo I, 32: simbolico solo ci che
rende presente una realt con cui entra in comunione chi coglie il simbolo un simbolo congiunge due
entit, quella che immediatamente percettibile, con i sensi e quella invisibile cui si riferisce; questa
ultima traspare per s dalla prima.

Tema 1 IV Vangelo. Questioni introduttive


uscito29. Il simbolismo se poi si adotta come tecnica comunicativa principale nel
libro dellApocalisse, rende la lettura particolarmente affascinante, ma difficile allo
stesso tempo30.
Lintento dellautore del quarto vangelo quello di comporre unopera personale,
in cui tutto il messaggio cristiano, maturato nella pratica ecclesiale di decine danni
(della sua Chiesa), viene meditato pi volte, compreso pi in profondit. Questo
apparir pi chiaro pian piano si svolga lesegesi dei brani scelti e vengono fuori i
grandi temi teologici del vangelo.
6. Contesto e situazione31.
Nella sua analisi delle diverse pericope giovannee, che parlano
dellesclusione dalla sinagoga, J.L. Martyn mette in evidenza i due piani nei quali
proiettato il racconto: quello della vita di Ges e quello della chiesa giovannea verso
la fine del I secolo, quando esisteva ostilit ufficiale tra la comunit giudaica e quella
cristiana32.
Il Vangelo di Giovanni riflette chiaramente questa situazione quando, ad
esempio, parla sulla scomunica dalla sinagoga (Gv 9,22.34; 12,42; 16,2) e sulla
persecuzione dalla parte dei giudei e non dei pagani. Dopo la distruzione di
Gerusalemme (70 d.C.), i giudei, avendo sentito la minaccia per la propria esistenza,
cambiarono gli atteggiamenti contro le altre sette religiose, che vissero allombra del
tempio e dunque pure contro i cristiani. Cos si lasci solo il giudaismo farisaico, che
fu incentrato nel culto della legge mosaica. In quei decenni il suo centro si trov
nellaccademia rabbinica di Jamnia. Attorno agli anni 85-90 si scrisse una maledizione
contro tutte leresie giudaiche. La birkat hamminim fu inserita nella preghiera
quotidiana degli ebrei e in seguito fu accettata come preghiera dal raduno fariseo di
Jamnia.33
La guarigione del cieco nato rispecchia il momento storico di coloro che
credono in Ges e a causa della loro professione entrano in conflitto forte con la
sinagoga. Cos questa narrazione serv per incoraggiare dei credenti a riconoscere
Cristo senza esitare ed a professare pubblicamente la loro fede in Lui. Se ne pu
dedurre che col termine i Giudei si pensa soprattutto ai farisei. Mediante il termine
avposuna,gwgoj (dalla sunagwgh,) chiaro che il vangelista scrive avendo sotto gli occhi
la situazione della sua epoca. Nel tempo di Ges esisteva soltanto una punizione
correzionale intesa, non a separare un giudeo dalla sinagoga, ma a riportarvelo se
avrebbe aderito di nuovo alla legge. Qui invece si tratta di unesclusione vera e
propria, di unespulsione dalla comunione religiosa giudaica con gravi conseguenze
personali e sociali34. Pi avanti durante il Discorso dellUltima Cena (16,2) Ges
annuncia ai suoi discepoli: Vi faranno avposunagw,gouj (accusativo plurale). Non
29

AURELIUS AUGUSTINUS, In Johannis Evangelium Tractatus 62,6 in Opere di SantAgostino.


Commento al Vangelo e alla Prima Epistola di San Giovanni, Roma 1968. Mag. 34 CD 24 S.L. 34
CD 24.
30
Per una lettura introduttiva al simbolismo in Giovanni, vedi V. MANNUCCI, Giovanni il vangelo
narrante, Bologna 19972, 97-133.
31
Vedi A. CASALEGNO, Perch contemplino la mia gloria , 22-28.
32
History and Theology in the Fourth Gospel, New York 1968, 31-88, citato da S.A. PANIMOLLE,
Lettura pastorale del Vangelo di Giovanni, II, 426. Martyn analizza in questa sua opera il ruolo
fondamentale che ha avuto lespulsione dei cristiani dalla sinagoga per capire adeguatamente lo Sitz im
Leben della comunit giovannea e il suo influsso nella composizione del IV Vangelo.
33
S.A. PANIMOLLE, Lettura pastorale del Vangelo di Giovanni,II, 427. M. HENGEL, La controversia
con i giudei in ID., La questione giovannea, Brescia 1998, 276-287. Per una valutazione aggiornata
sul ruolo dellincontro di Jamnia vedi A. CASALEGNO, Perch contemplino la mia gloria (Gv 17,24).
Introduzione alla teologia del Vangelo di Giovanni, Milano 2006, 24-26.
34
Cf. R. SCHNACKENBURG, Il Vangelo di Giovanni, II, 423 (commento a Gv 9,2).

Tema 1 IV Vangelo. Questioni introduttive


soltanto il segno del cieco guarito durante la festa delle Tende, ma lintero Quarto
Vangelo stato scritto, sotto la guida dello Spirito, per aiutare i credenti a professare
pubblicamente la fede in Ges (Gv 20,31: pisteu,hte presente congiuntivo) come il
Figlio di Dio in un ambiente ostile, a costo di perdere la posizione sociale e la propria
vita35.
7. I due livelli soggiacenti di lettura: prima della Pasqua e post-Pasquale.
Nel racconto del Quarto Vangelo ci sono perci due poli in tensione. Tanto la
Parola di Dio con la sua concreta incarnazione (Ges di Nazaret), capita cio
compresa prima36 e dopo la Pasqua (vedi Gv 2,19-22 e 20,9), come la realizzazione
storica visibile e concreta di tal evento nella Chiesa giovannea sono, infatti,
importanti.
Tornando alla narrazione della guarigione del cieco nato, questa ha da vedere
senzaltro con i fatti e detti di Ges durante la sua vita pubblica in riguardo al donare
la vista ad un cieco e alla controversia con i farisei prima dellevento pasquale (simili
particolari vengono pure testimoniati dai Sinottici), per inoltre con la situazione della
Chiesa post-pasquale al tempo dellespulsione dei cristiani dalla sinagoga37.
Il cieco divenuto credente, cacciato via dalla sinagoga, rappresenta, dunque, ad un
secondo livello di lettura, il conflitto della primitiva Chiesa con il mondo giudaico,
che si rifiuta di accettare il Cristo. La narrazione giovannea ha fatto una simbiosi, una
connessione interna, fra evento Ges e situazione propria (con lo scopo di confermare
nella fede al credente in ogni momento della sua vita). Quello infatti, lo scopo del
messaggio neotestamentario e non dobbiamo perderlo di vista lungo il nostro studio.
Ricapitolando. Levangelista con il suo senso del dramma, ha visto in questa storia un
esempio quasi ideale dice il Brown38- di un miracolo che si sarebbe potuto usare per
istruire i suoi lettori e per rafforzarli nella loro fede che Ges il Messia (20,31), e ha
elaborato il racconto con questo scopo in mente sotto la guida dello Spirito. Ci che si
dice dei vangeli in genere, vale anche, e a maggior ragione, per il quarto vangelo. Nel
IV vangelo, infatti, e pi difficile ancora separare la storia, da ci che si presenta come
trasfigurazione e approfondimento della storia39.
I vangeli non possono considerarsi libri storici secondo i nostri criteri doggi.
La storia sicuramente presente ma in funzione della dottrina e della vita, secondo la
(Dei Verbum 19)40. In altre parole c una identificazione tra il Ges della storia e il

35

J. BEUTLER, Faith and Confession. The Purpose of John, in Painter-Culpepper-Segovia eds. Word,
Theology and Community in John, Saint Louis Miss. 2002, 19-31.
36
Il contatto diretto col Ges della storia scaturisce da diversi dati del vangelo non presenti nei
sinottici. Giovanni segue delle tradizioni proprie. Ad esempio sappiamo che la vita pubblica di Ges ha
durato tre anni perch Gv. si riferisce a diverse Pasque di cui lultima non la Pasqua dei Giudei ma
quella della sua Ora cio della passione-morte-risurrezione-ascensione. Un altro dato esclusivo di
Gv. che Ges sia morto sul Golgota. Ci sono altri particolari aderenti ai fatti ed ai luoghi del Ges
della storia.
37
V. PASQUINO, Incarnazione e comunione con Dio, 147. Nella legislazione giudaica si distinguevano
anticamente due tipi di esclusioni dalla sinagoga: una pi mite della durata di 30 giorni e una solenne
che non aveva limiti di tempo (cf. STRACK-BILLERBECK, Kommentar zum Neuen Testament aus
Talmud und Midrasch, 6 Bde., Mnchen 1922-1961, IV, 293-333.
38
R. BROWN, Giovanni, 495.
39
V. PASQUETTO, Il vangelo e la prima lettera di Giovanni. Una Chiesa chiamata a fare comunione
con Dio, con Cristo e con i fratelli, in Chiamati a vita nuova. Temi di Spiritualit Biblica. II. Nuovo
Testamento, Citt del Vaticano 2002, 224.
40
Pur affermando senza alcuna esitazione la storicit dei quattro vangeli, giacch trasmettono
fedelmente quanto Ges Figlio di Dio, durante la sua vita fra gli uomini, effettivamente fece e insegn
per la loro salvezza eterna Gli apostoli dopo lascensione del Signore, tramandarono ai loro

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Tema 1 IV Vangelo. Questioni introduttive


Cristo della fede. I testi, interpretati secondo lintenzione in cui furono scritti,
parlano di uno e dellaltro. I vangeli narrano la storia di Ges dal punto di vista della
fede, senza allontanarsi da unattenzione alla storia reale di Ges. cos che il
vangelo di Giovanni al tempo stesso il pi storico e il pi teologico. Larcheologia e
la topografia hanno confermato in pi di un caso le affermazioni del vangelo di
Giovanni.41
Ha ragione il Lon-Dufour, quando scrive:
Gv ci offre contemporaneamente la predicazione di Ges di Nazaret e
linsegnamento esplicitato dallo Spirito. Egli procede, cos, come su un doppio
binario: quello del ricordo che pu richiamarsi agli uditori-testimoni, e quello
della contemplazione del mistero che proprio dei credenti. Lessenziale il
rapporto fra i due tempi. Questo principio suppone che non si isoli il primo
tempo n che si veda in esso la ricostruzione storica dellevento accaduto
Tuttavia non si pu neppure privilegiare senzaltro il secondo tempo In certo
senso, i due tempi sono successivi, cos come il NT succede allAntico. E
tuttavia come tra i due Testamenti il secondo tempo non elimina il primo,
ma lo illumina e lo porta a compimento e il primo sta alla radice del
secondo.42
In forza di questo carattere, il vangelo di Giovanni , unitamente alla sua Prima
Lettera, che riprende e approfondisce il messaggio, lo scritto neotestamentario pi
conforme alle esigenze di quanti, come noi, ci avviciniamo alla parola di Dio non per
trovare risposte pronte e definitive alle nostre domande, bens per continuare un
cammino di ricerca e di ulteriore maturazione cristiana.
II. Contenuto globale del IV Vangelo. Struttura
1. Prologo
1,1-18
2. Libro dei Segni
1,19-12,59
3. Libro dellOra
13-21 Ora dialogata: 13-17
Ora narrata:18-19 passione; 20-21 risurrezione
Per unimpostazione aggiornata delle diverse strutture del IV vangelo proposte
dagli esegeti, vedi J. BEUTLER, Lebraismo e gli ebrei nel vangelo di Giovanni, Subsidia
Biblica 29 PIB, Roma 2006, 7-14.

ascoltatori quello che egli aveva detto e fatto con quella pi completa comprensione della quale essi,
ammaestrati dagli eventi gloriosi di Cristo e illuminati dalla luce dello Spirito di verit, godevano
41
F. MANNS, Presentazione in L. ORLANDO, Il Vangelo di Giovanni. Lettura teologica, Taranto
2003, 9-10.
42
X. LON-DUFOUR, Lettura dellEvangelo, I 29-30

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