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ALLEGORIA E

ORIGINALITA’ NEL I CANTO DELL’INFERNO DELLA COMMEDIA

Questo canto si puo’ dividere in 5 sequenze :


1.la selva oscura ed il colle (vv. 1-30)
2.l’apparizione delle 3 fiere (vv. 31-60)
3.l’apparizione di Virgilio (vv. 61-99)
4.il veltro (vv. 100-111)
5.Virgilio annuncia a Dante il viaggio oltremondano (vv. 112-135)

Il primo canto costituisce l’introduzione a tutto il poema,esprime sinteticamente il significato


allegorico dell’intera opera.
1.La selva(vv.1-12). Nel primo verso della Divina Commedia : “Nel mezzo del cammin di
nostra vita mi ritrovai per un selva oscura che’ la diritta via era smarrita”(1), Dante usa
l’aggettivo nostra invece di mia, come se fosse un’esperienza collettiva perche’ in quel
periodo l’eta’ media di vita era di 70 anni.
A causa della scomparsa dal mondo di Beatrice, Dante si smarrisce nella selva oscura,
nominata anche selva dell’errore e del peccato.La situazione di morte spirituale che minaccia
il poeta e’ allegorizzata dalla “selva oscura” , cosi’ piena di orrore che il solo ricordo fa
ancora tremare Dante nel momento in cui la descrive.La selva e’ cosi’ terribile che la morte
stessa e’ poco piu’ terribile.
Il colle illuminato dal sole(vv.13-30). A un certo punto Dante arriva ai piedi di un colle dove
termina la selva(la valle),dietro il quale sta sorgendo il sole che calma un po’ la sua
inquietudine.La luce simboleggia la Grazia divina,che illumina il cammino umano,quindi il
colle e’ una via di salvezza.
2.Le tre fiere(vv.31-60). Dante e’ appena all’inizio della salita quando gli appare davanti un
ostacolo:e’ una lince(lonza,pantera) che impedisce il cammino del poeta verso la
salvezza,quindi lui e’ fortemente tentato di tornare indietro : “ed ecco, quasi al cominciar de
l’erta,/una lonza leggera e presta molto”(2),essa e’ il simbolo della lussuria.Ma in questo
momento,il sole ascende nel cielo ed e’ accompagnato anche delle stelle che danno corraggio
al poeta e lo fanno sperare di poter superare l’ostacolo.Ma improvvisamente appare anche una
fiera ancor piu’ terribile,un leone affamato con la testa alta che pare andare incontro a
Dante,esso e’ il simbolo di superbia.Subito dopo appare una lupa,essa si avvicina cossiche
Dante perde tutta la speranza di raggiungere il colle.
La lupa e’ la bestia piu’ pericolosa ed e’ indicata come simbolo dell’avidita’ e della fame.La
lupa puo’ essere anche il simbolo della Roma papale(lupa capitolina),il leone il simbolo
dell’Impero e la lonza simbolo dei principi feudatari.
Mentre Dante si ritira verso la selva gli appare d’improvviso una figura umana che a causa del
lungo silenzio sembra aver perduto la forza di parlare.
3.Apparizione di Virgilio(vv.61-99). Quando Dante credeva di essere perduto,appare
d’improvviso un’altro essere.Spaventato, Dante che non sa se sia un uomo in carne ed ossa o
uno spirito,gli si rivolge chiedendogli aiuto e pieta’: “Miserere di me”/”
Qual che tu sii,od ombra od omo certo”(3).La figura risponde dando informazioni della sua
vita: come la origine dei genitori “Non omo,omo gia’ fui; e li parenti miei furon
lombardi”(4),il periodo antico quando e’ vissuto,cioe’ il tempo di Giulio Cesare del
paganesimo”Nacqui sub Julio e vissi a Roma sotto ‘l buono Augusto/nel tempo de li dei falsi
e bugiardi(5) ed descrive anche l’opera scritta “Poeta fui,e cantai di quel giusto/figliuol
d’Anchise che venne di Troia”(6) dove fa riferimento al Enea e l’opera Eneide.
Dante ha riconosciuto il suo maestro “Or se’ tu quel Virgilio e quella fonte/che spandi di
parlar si’ largo fiume?”(7).Dante confessa anche l’amore,l’ammirazione e il grande studio che
aveva avuto per la opera di Virgilio:”Tu se’ lo mio maestro e il mio autore; tu se’ solo colui
da cu’ io tolsi/lo bello stile che m’ha fatto onore(8).
Dante gli chiede l’aiuto per poter scappare di quella bestia che l’aveva fatto tornare indietro e
che gli faceva tremare le vene e i polsi.Virgilio gli dice che per raggiungere la salvezza dovra’
percorrere un’ altro cammino.In questo modo Virgilio annuncia a Dante il viaggio
oltremondano.
4.Profezia del veltro(vv.100-111). Il veltro,nel linguaggio tecnico dell’arte venatoria;e’ un
termine che indica il cane da caccia.Questo cane fara’ morire quella lupa dell’avarizia
cacciandola.
5.Il viaggio nell’oltretomba(vv.112-135). La risposta di Virgilio in cio’ che riguarda la
richiesta d’aiuto di Dante fu di proporgli un altro viaggio per poter uscire da quel luogo
perche’ la lupa non lasciava passare nessuno anzi,tutti erano uccisi “Ond’io per lo tuo me’
penso e discerno/che tu mi segui, e io saro’ tua guida ,/e trarrotti di qui per loco etterno”(9).
Accettando come guida suo poeta ideale,Dante lo segue in fila nel cammino buio dell’Inferno.

La Divina Commedia non e’ una nuova idea,neanche originale,neanche straordinaria che era
apparsa d’improvviso nella mente di Dante,anzi e’ l’idea di tutti,il pensiero che si trova alla
base delle forme letterarie: rappresentazioni,legende,tratati,soneti e canzoni: “L’allegoria e la
Commedia dell’anima sono gli schemi,le categorie,i contorni generali di quest’idea.”(10)
Per esempio,la fonte di ispirazione maggiore per “La Divina Commedia”,specialmente per
l’inferno,fu l’opera di Virgilio – l’Eneide.Le similitudini sono: il bosco romito (Virgilio) e la
selva oscura(Dante),i fiumi infernali Acheronte,Stige e Cocito (Dante) e
Stige,Acheronte,Cocito,Flegheton e Lete(Virgilio),i protagonisti Dante ed Enea hanno dei
custodi : Virgilio,Beatrice e San Bernardo(Dante) e la profetessa Sybilla(Virgilio).Dal punto
di vista allegorico,Dante rappresenta l’anima,Virgilio la ragione umana e Beatrice la grazia
divina.Ma Dante non rappresenta l’anima non solo come individuo,anzi come essere
collettivo o come societa’ umana.Come l’individuo,cosi’ e’ anche la societa’ corrotta e divisa
e non puo’ trovare la pace che istaurando il regno della legge sotto la volonta’ di un solo
capo,allusione alla monarchia stabilita da Dio e fondata da Augusto,discendente da Enea e
Roma,la capitale del mondo tramite diritto divino.
Per la salvezza dalla selva del vizio e dell’ignoranza,Dante si butta nella vita
contemplativa,vede nel spirito il mondo di al di la’ e racconta cio’ che vede.
Ma la visione e’ allegoria.”L’altro mondo e’ allegoria e immagine di questo mondo,e’ in
realta’ la storia e il mistero dell’anima nelle 3 stati nominati nell’Allegoria dell’anima :
l’Umanita’,il Nudato e il Rinnovo che corrispondono ai 3 mondi : Inferno,Purgatorio e
Paradiso”(11).E’ l’anima scura degli sensi,nel stato umano che spogliandosi e purificandosi
dal corpo,si rinnova e ridiventa puro e divino.”Il bosco e’ l’immagine,l’apparenza figurata
della vita terrena”(12)
Un altro segno dell’allegoria e’ che proprio nel giorno del Giubileo,quando il Papa Bonifacio
era fiero della sua potere,Dante si trovava smarrito in una selva oscura,Dante e’ al punto di
essere abbattuto dell’attacco delle passioni,figurati in una lonza,un leone e una lupa.
“L’Inferno e’ il regno del male,la morte dell’anima dove il trupo e il caos sono sovrani,dal
punto di vista estetico sovrano e’ anche il brutto”(13).Il punto di partenza del regno del male
e’ sempre l’uomo indifferente,l’anima mancata di personalita’ e volonta’.
L’Inferno ha dei confini bene delimitati,quindi gli indifferenti non si trovano nell’Inferno
perche’ a loro e’ mancata la forza di scegliere tra il bene e il male,i bimbi e gli uomini virtuosi
sbattezzati non sono in Paradiso perche’ a loro e’ mancata la fede,loro si trovano nel Limbo.

BIBLIOGRAFIA PRIMARIA :
- Bunget Ileana e Locusteanu Rodica – “Storia della letteratura italiana:Il
Duecento”,Bucarest,Uranus,1999
- Boeriu Eta – “Dante –Divina Commedia:Inferno”,Bucarest,Biblioteca pentru toti –
Minerva,1982

BIBLIOGRAFIA SECONDARIA:
- Cizek Eugen – “Storia della letteratura latina”-volume I,Bucarest,Societa’ “Adevarul
SA”,1994
- De Sanctis Francesco – “Storia della letteratura italiana”,Bucarest,Editura pentru Literatura
Universala,1965 – traduzione da Facon Nina

CITATI :
(1) – Bunget Ileana e Locusteanu Rodica - “Storia della letteratura italiana:Il
Duecento”,Bucarest,Uranus,1999,p. 136
(2) – Ibidem,p.138
(3) – Ibidem,p. 140
(4) – Ibidem,p.140
(5) – Ibidem,p. 140
(6) – Ibidem,p. 141
(7) – Ibidem,p. 141
(8) – Ibidem,p. 141
(9) – Ibidem,p. 143
(10) – De Sanctis Francesco - “Storia della letteratura italiana”,Bucarest,Editura pentru
Literatura Universala,1965,p. 200
(11) – Ibidem,p. 201
(12) – Ibidem,p. 210
(13) – Ibidem,p. 222

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