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vou. r08e070 sign STUDIO DEF AMADEUS VOLDBEN (peeudonino di Amedeo Rovoal) esto ¢ Vivaro (Roma) se {90 ¢ autre dt numero lb dicaretere pscolopco ad eatrco, erat anche i tu fie lage Gi diretore de al Corte Libros (1946-1993), mene per LOE, ba follaborsta a glorall «viva. Ha dedicato la propeia vie ala diffusione delle idee sit ‘alte ance stravers conlerenze nelle vere Tedctioal cultural romane. Da alte qu an anol vive gel mondo del br Ha pba a questa cola: «DOPO NOSTRADAL MUS! Le Grond Poe ul fatra demas: UN ARTE DI VIVERE, Vie wre lle ‘eres, PROTETTORE INVISIBILE, La Gide chee ata ne momen dif delle ‘han, aL A REINCARNAZIONE, Varia ante « modems: «LO SCOPO E Ik SIGNIFICA TO DELLA Virén al PRODIGI DEL PENSIERO POSITIVO», el DESTINO NELLA Vira DELL-UONGs, «LA POTENZA DEL CREDERE E LA GIOIA D'ANARE», «UNA LUCE NEL TUO DOLORE» Guida alla Padronanza di sé Queste pagine vogliono essere wn aiuto al risveglio del Principio Divino che 2 in ogni uomo e che deve guidare ¢ dominare le fore inferiori che Sotanto obi 2 padrone di ese vede con chiarezza la propria strada; it ‘iscersimento 3h consentira un pitt rapido e sicuro cammino verso ta eta da raggiongee lun, sentiment, pesiri non controled sono te cause delle scbiaviti del! worma di ogg, font dt lot, di contasi, depois che lo fanno vivere in baka di foes intore ed exter, le quali fo agtano ¢ lo logorer. Le tendence della inforiore portano I vomo sempre pit in bao, fino a toccare il fondo dellanimalita primitia « seloaggia Liberato dalle catene che lo leyano come schiavo delle foree inferior, con “ie padronanza di sé, Como pwd elevarsi sui piant pid alti vedendo ogni cosa dal punto di vista dello spiro La visione spritwale delle vita trasconde quela lmitata della personalita oman sparta, dt quelle dein, de rele, def eter, delle luce senza ombre Questo libro mole essere una guida alla liberazione da wna scbiavita ‘ano. diffusa tra gli uomini di oggi che si proclamano liberi meni sono leqati da vie, attccamenti, convenzioni, condizionamenti che tt rendono ‘oagettipassvi nei confront di un potere esto er uw ristlteto certo, completo e duraturo 2 indispensable aire contemporsneamente sui ire pion: fisico, ase, mentale. Dat piano della supercoscenza si dominano tutti i mond inferior: It lettore che sapra assimilare quanto 8 detto in queste pagine trad Sewramente buon profi pe ealizare un portent paso iv aan verso la met. L. 25.000 ISBN 98-272-1049-0 a 7ase27l210499 ° Amadeus Voldben (Guida alla Padronanza Amadeus Voldben Guida alla Padronanza di sé ISBN 88 - 272 - 1049 - 0 © Copytight 1994 by Edizioni Mediterranee - Via Flaminia 158 - 00196 Roma Q Printed in aly Q STAR. - Via Luigi Arati 00151 Roma Libri come questo vanno letti adagio, non pitt di un capitolo per volta, ri- flettendo bene a quello che si legge, ‘nel_momento migliore, quando Vanimo & meglio disposto. Inoltre, & senipre necessaria almeno una rilet- ura a distanza di tempo, Colui che non vince se stesso non tiesce a nulla; colui che ha vinto se stesso ha vinto tutto. Colui che fa il bene agli altri felice, ma disgraziato & colui che s’attende il bene dagli alt Iwavar Kaw Indice Per cominciare 1. Laconquista della padronanza di sé L'uomo & la sintesi di pit’ mondi - Schiavo o padrone? Dipende de te Ististo © ragione - Chi deve sitigere? - Impara a comandare te stesso ~ Le eatene che vanno spezzate + Gli stint snimali inferior’ vanno egolat- Gl seument per la conguista della padronanza - La presenta ase stssi- 1 ‘momenti di assenza ~ Comsiniciare cal fermo proposito- La legge dello sforzo individual - Una potenza formiabite: in volonta = Conosct te stesso ~ L’autocontotto- La fiducia in se stessi ~ Poniti come osservatore di te stesso = La Dattaglia delle vita 2. Costeuire il proprio carattere 1 temperamento Di che cosa & ato il temperament - La ‘aes dei temperament = Qual ®t (uo temperamento? = Uilizzre la propia indole peri meglio Agite sul proprio temperamento = La formarione del csrattere ~ Come Fluseirono 1 sant - Ml carattee st forma con | pensies predominant = Alsi element neces 3.La padronanza delle manifestazioni esteriori La disciplina: condizione per ogni raggiungimento - ‘Lorine - I compo espressione dellaima ~ La maschera ei volto- Il portamento dignitoso L’agireealmo e pondersto = Gestie movimenti - La mano ha un Tinguaggio anima ~ ‘Lo sguardo- Limpassibilita~ Sapec atendere con cama, 4, IL dominio dei sensi L'animale che & in not Vizi e passioni - sesso - Quando Pag. uw 13 43 63 81 8 / Guida alla padronanza di sé ‘animate governa - La quiete dei sensi - Vincere la bestia - Useicedallanimalia = La vita et misura- La tasformazione degli istinti animal - Un correivo e un aiuto provviden. Zale: il dolore - Dall'uomo animale al uomo spiritual 5. governo della parola Le sei regoe peril govemno della paola - I eontotlo della Paola ~ Pensore prima di ple ~ Non parle dl tuoi mali Non parate deli assent = Saper conversare Il eompor- tumento nelle polemiche ~ Seperascollare - Quando si deve patlae in pubblico ~ Sapertacee = Il slenio "Segre ‘Qualche repala da cordae 6. Il governo delle emozioni e dei sentimenti W cuore ¢ la mente - Il compito della ragione - Salite sul Piano della ragione - Moderare gli impeti emotivi ed impulsivi - 11 dominio delle emozioni e dei sentiments Sostitire emozioni sentimenti negativi - Nulla di troppo = L'equiibrio ideale ~ Quelehe metodo distensivo - I panto «appoggio pit sicuro: la fede ~ 1 desideri tasformati in volonth - Sérammatizzare e deviate nell'umorismo L'etotivita pud trasformarsi in amore - Oggi sarb padrone delle mie emozion, 7. Controllo, disciplina e padronanza della mente La tua vita sara fata dai two pensies - La mente va contol- lata ed educata- La mente domina i mond inferior Asire sulla mente - Attenzione ai pensiesi che ospiti~ La disci plina della mente ~ Come esercitare il controllo - Distacea Ja mente dai sensi - Rita la coscienza dalle cose negative - Sviluppa la espacitd dell'attenzione - Polarizza Ia mente sul bene ~ Non contemplare i tuot mali - Raggiungerai la pa- ‘dronanza della mente con gli esereizi di eoncentrazione ~ ‘Qualche esercizio per lo sviluppo della concentrazione - La Potenza dell"immaginazione - Una lente che ingrandisce ‘Quieta la fantasia Libera da ogni timore - Per sopprimere ‘ogni preoccupazione - Vincere l'ansia ¢ la paura = Come sostituire i pensieri negativi - Nut la tua mente di pensiri Positivi,luminosi, spirituali - La buona salute della mente + Il pensiero dominante 8.1 momenti critici ‘La calma nei momenti di emergenza - Sorvegliare le rea zioni ~ Non perdere le staffe - Di fronte al pricolo - Saper attendere - Un gran pericolo da superare: Iisa - Di fronte alle calunnie, insulti, minacee, offese Dinanzi alla morte La regola del non agite - Non vendere a prezzo vile a pace del'anima tua - La vita ti misura, 99 119 141 im 9. governo di sé Sei tu che devi governare te stesso - La gradual legge di ‘natura ~ L'esercizio€ tuto - Un esrciti utile -L-uomne ve= ramente libero - La sola autovta& la coseienza - La liber del saggio - Convincersi non costringersi - Trovare equilibrio & i punto d'arsivo ~ Con la meditazione. si sequista la calm ~ Visualiza il modelfo - Una conguist Preziosa 10. Sulla vetta dell'Io spirituale Chi esercita il controlio = Un rifugio sicuro - Il sisvegtio dell'io spittuale pec dominare la materia » Dominare ele. vandosi «La luce della presenza divina in noi - Superae s¢ stessi - La padronanza ‘dal piano dello spisto ~ Richiami all’ao- La vooe del'lo che chigma - I colloguio con Ilo « Migliora te stesso per raggiungere il tu ideale ~ Visua Lazare la meta da raggiungere - Identficarst con I'lo spiriuale - Vivral in un cielo sereno Indice 19 187 201 Per cominciare... Per millenni l'uomo ha creduto che il problema fonda- mentale della sua vita fosse sottomettere le forze della na- tura, anziché quello di vivere secondo le leggi della natura. Ha chiamato civiltd la storia del progressivo affermarsi di questo dominio, e di cid egli mena gran vanto, vivendo nella vita sofisticata di ogg. ‘Questa & un'epoca nella quale pare che tutto o quasi egli abbia dominato: é giunto alla scissione dell’atomo, alle me- raviglie dell’clettronica, ai viaggi interplanetari, ha lanciato missili e sogna ogni giorno maggiori conquiste. Eppure, nonostante cid, si accorto che tutto questo non @ valso a risolvere i problemi fondamentali della sua vita, né ad alleviare i disagi della convivenza umana, e meno an- cora ad appagare I’aspirazione verso una societ’ migliore. Si@ accorto, anzi, di essere giunto all’orlo di un abisso che 2 la propria distruzione. Ce, dunque, qualcosa che non va, s¢ il risultato é stato tanto disastroso @ evidente che ha seguito la via nella dire- zione sbagliata, perché ha ampliato sempre pid il proprio egoismo, Nellansia di ricerca di nuove vie, tra delusioni, spe- ranze e sogni arditi, sorgono in cuore gii interrogativi: - L*imperio dell’uomo sulla natura é andato di pari passo con il dominio sopra se stesso? Il progresso morale & cresciuto in accordo con quello scientifico e materiale? 12/ Guida alla padronanca di sé Queste domande sono oggi pidi che mai attuali e preoe- cupanti ‘Noi crediamo che I'uomo abbia dimenticato di assogget- tare le forze negative che ha in se stesso, che abbia trascu- rato ’equilibrio e I’armonia che sono a fondamento di ogni vero ¢ duraturo progresso. Sono squilibri ¢ disarmonie fonti di mali enormi che oggi tutti avvertiamo. Senza la pa- dronanza sulle forze inferiori che I’'uomo ha in sé, ogni progresso in altro campo sié rivelato dannoso all’ umanita. Montaigne ha scritto: Ogni scienza @ nociva senza la scienza della bonti. Una societa migliore sara fatta soltanto da uomini mi- gliori. B vano riformare la societa senza riformare il singolo uomo, come @ inutile ammodernare la casa se gli abitanti conservano la primitiva rozzezza: dopo qualche tempo Pabitazione sara ridotta nelle condizioni peggiori Il problema é, dunque, anzitutto di ordine morale, non problema di forma (sociale) ma di sostanza (umana). Anziché costruire cid che sarebbe poi fatalmente desti- nato a sfasciarsi, ¢ necessario prima pensare all’ essenziale. Uomini migliori formeranno la migliore societa di domani Ja quale dovra poi assumere tutte le strutture sociali, eco- nomiche ecc., adeguate alla nuova realta umana, seguendo nella forma il mutato livello di ciascuno, Questo libro vuol aiutare a liberarsi dalla schiavita dei bassi istinti, dalle passioni, dai sentimenti negativi, dai pensieri incontrollati e dalle sofferenze derivate da questi padroni spietati Chi scrive rivolge la parola anzitutto a se stesso. Il let- tore che sentira di volersi associare allo scrivente e giovarsi di quanto é scritto in queste pagine, sar’ il pitt gradito com- pagno di viaggio nella via della Luce che porta a una meta tanto bella, E un luminoso programma per raggiungere la vera libe- razione: la conquista di se stesso. La fede in questa idea ha ispirato le pagine, nella spe- ranza che possano aiutare al compimento di tn'impresa tanto necessaria, con l'augurio a chi legge di effettuare una ‘cosi importante realizzazione. AY. 1. La conquista della padronanza di sé Tutti vogliono essere padront (degli altri), ma nessuno di se stesso W. Goemie La padronanza di sé @ tra le massime conquiste che Vuomo possa realizzare poiché essa porta con sé 'acquisto di grandi poteri ‘La padronanza di sé consiste nel controllare, dominare € governare quella parte inferiore che in ogni uomo tende a prendere il sopravvento. : Padronanza non & soffocare, ma piuttosto educare, diri- gere, governare i propri istinti, i sentimenti, le emozioni, i propri impulsi, i pensieti, in modo che si mantengano nelia giusta misura, senza superare il limite e, soprattutto, senza danneggiare gli altri e se stessi Ricordando che la verita non & mai agli estremi, si cer- chera di convincersi che & errore tanto il libero sfogo incon- trollato quanto la repressione cieca di ogni impulso inte- riore. ‘Tutto cid in una visione pit elevata della vita, armoniz~ zando le esigenze della propria natura con quella pid alta di una legge superiore. Questo é trascendere le forze inferiori dell’'uomo. L’origine di tanti mali degli uomini é nella ancora non raggiunta capacita di governare se stessi Le forze negative sono ancora prevalenti, ed essi ne 14 / Guida alla padvonanea di sé sono vittime. L”uomo deve guatire da questa incapacita se vuole evitare i mali che ne sono la naturale conseguenza, alttimenti inutile ogni altro rimedio. TM male é nella inabilita a dominarsi, nella imperizia a di- rigersi, nella inettitudine a governare se stessi L’individuo sara veramente padrone di sé quando sara capace di agire sugli strumenti che I'lo ha a sua disposizione nella vita, sara capace di fermarli in tempo, acceleratli, frenatrli, dirigerli secondo le cixcostanze. Quando avr raggiunta questa capacita, i nove decimi dei suoi mali saranno evitati d"incanto. Man mano che avanzer&t in questa suprema arte, sara vieppitt in grado di star bene. I danni che dovra subire prima di saper governare se stesso non saranno sempre subito constatabili, ma forse soltanto dopo un certo tempo, tuttavia dovra pagare sicuramente il conto delle riparazioni Gli uomini cercano il potere e i poteri, ma per esercitarli sempre sugli altri, mai su se stessi. Quando Puomo si @ risvegliato ai valori reali della vita comprende che il primo ed essenziale potere & quello che egli sa esercitare sulle forze inferiori che sono in lui, senza permettere che esse prendano il sopravvento. L’uomo ? la sintesi di pitt mondi L’uomo @ il ponte tra la Terra e il Cielo, @ il punto @'incontro tra il finito ¢ I'Infinito. In lui c’@ tutto: la natura animale e la natura divina; ma, sovrana & in lui, la Divina Scintilla, della quale ha il dovere di rendersi cosciente. Questa luce spirituale @ una calamita che lo attrae per sottrarlo alle forze della natura animale che sono ancora in ui, eredita ancestrale non ancora esautita. Noi siamo la Scintilla Divina: solo quella restera di noi dopo il viaggio per le vie dei mondi. Il esto é rivestimento ‘momentaneo per il contatto con la materia e per agire su di essa onde compiere la propria esperienza. A questo fine, incarnandosi, essa si autolimita poiché, se manifestasse tut- ta la sua potenza, la materia non potrebbe resistere. Per questo pud sembrare che in tanti essa sia debole o sottostia quasi alla potenza materiale la quale sembra invece domina- Costruire il proprio carattere 1 15 re, Ma mentre la materia si evolve, la Scintilla Divina mani- festa gradualmente sempre pit il suo splendore. Nell’uomo sono presenti in una sintesi meravigliosa il mondo minerale, vegetale e animale, componenti la materia densa, oltre quel raggio della Scintilla divina che fa di Tui Vessere pitt elevato nella scala evolutiva sul piano terrestre, Egli tende e deve tendere sempre pit in alto, verso i piani superiori che si potranno raggiungere soltanto dopo aver superato, mediante un costante impegno, quelli inferiori. L’esperienza terrena, attraverso tutte le molteplici forme, ha precisamente questo fine: conquistare il dominio sulla materia, passando per quegli stadi che ne permettano il con- trollo in modo che Iessere umano li possa ben conoscere. Agli inizi dell'evoluzione egli & schiavo della materia, ne @ dominato, ma, con alterne vicende, riesce infine a dominarla; in questa lotta opera gradualmente, secondo la legge di natura, mente il graduale affinamento lo rende sempre pitt capace di vittorie. Schiavo 0 padrone? Dipende da te L'inesorabile altemativa da cui non si pud sfuggire @: servo o padron Quando sentiamo irresistibilmente la spinta a fare qual- cosa e non riusciamo a vincere, arriviamo a dire: F pit forte di me, confessiamo la nostra debolezza e la nostra Scon- fitta, 11 problema & quello di rafforzare noi stessi. Se tu sei forte, dominerai gli impulsi negativi come fossero bambini capricciosi. E tali realmente sono, perché la loro forza & ef- fimera. Sono manifestazioni di forze apparenti, non soste- nute da principi sani, i soli vitalied eterni Quella che noi combattiamo per superare la parte infe- riore @ una guerra continua. Vi sono battaglie che si vin- cono e altre che si perdono. Ma & necessario ricordare il monito dei Maestri: Se dopo ogni sconfitta continuate a combattere, vincerete. Le domande che ognuno dovrebbe porsi conto se é divenuto maggiorenne sul piano sp: queste: 1 rendersi tale sono 16 / Guida alla padronanea di sé ~ Sul piano morale ritieni di essere del tutto padrone di te stesso? ~ Sei tu che comandi o sono altri che dispongono di te a loro piacimento e volere? Sei pecora del gregge, soltanto un numero della massa e di una folla, obbligato a credere ¢ a fare cid che ti viene sto? bene che tu abbia un buon concetto di te stesso pur- ché, naturalmente, non esageri. La fiducia e la stima di sé sono necessarie a dare forza per proseguire con energia verso la meta, ma @ necessario pure conoscere il tuo stato attuale per eliminate tutto cid che ostacola il tuo cammino. Si dovra pure misurare ogni tanto il gradino raggiunto nella crescita del governo di sé. La realtd dei fatti, in questo che & un problema fonda- mentale della vita, @ pitt importante di tanti altri. Vi sono altre domande che puoi porte a te stesso: ~ In quali rapporti sei con la tua natura inferiore? ~ Ti sei identificato con essa oppure sei convinto che tu sei soltanto quella parte che andra oltre la vicenda terrena? Ricorda che tu sei in realta solo quella parte che superera Vumana vicenda ‘Comandare in casa propria dovrebbe essere la naturale aspirazione di oguuno. In questo non c’é altra uscita dal mma: 0 comandare o lasciare il comando ad altri. Ma si ‘atta di stabilire una volta per tutte chi deve comandare, se la parte istintiva ed animale ovvero la parte divina. Deciso questo, bisogna essere coerenti e andare fino in fondo, Chi decide per la parte animale potra fare la propria esperienza per constatare a quale indegno padrone abbia affidato la propria guida. Soltanto l'esperienza insegner’, Istinto e ragione U1 mondo animale @ governato dalla legge dell'istinto, forza che lo spinge e lo ritrae, senza partecipazione indivi- duale. Gli animali, infatti, non si comportano come indivi- dui, ma piuttosto come specie. La natura agisce e si esprime in ciascuno di loro con forza costante, inesorabile, universale, nell’interesse della specie. L’animale non ha Costruire il proprio carateve f 17 coscienza della forza che lo fa agire, né pud ad essa sot tarsi La fame, la paura, l'amore lo spingono alla realizza- zione del bisogno che urge, in linea retta: guai a trovarsi st quella linea a intralciare il cammino. Un toro infuriato non otra mai esser trattenuto da nessuna forza: travolger o si uccider’. La sua corsa cieca da immagine della fatalita. In- fatti listinto cieco non discrimina, guarda solo alla soddi- sfazione, non si rassegna, L’animale mangia solo quando ha fame, beve solo quan- do ha sete e cosi per tutti gli altri bisogni. La sua vita si svolge secondo natura, nel senso pit stretto e non diversa- mente. Non ha possibilita di scelta, né libert di fare altri- menti, perché non vi ¢ lume di guida personale, non poten- do che agire in obbedienza alla forza dominairice che lo muove. L’istinto solo é Ja sua guida nel senso migliore, si- cura e benefica. ‘Ma, per l'essere umano, & diverso. L’uomo partecipa della natura animale e ha, percid, anche lui la propria carica diistinti. Ma l'uomo, oltre che per finaliti e funzioni di- verse dal mondo animale, sintetizza in sé tutta la natura; & dotato fra laltro di un lume particolare: la ragione. L’animale non pud fare a meno di reagire istintivamente all’aggressione, né potra mostrare simpatia a chi lo ferisce © lo contraria. Ma l'uomo pus elevarsi pit in alto sul piano spirituale, Fermarsi all’istinto sarebbe per 'uomo sostare su una posizione arretrata, retrocedere, rinnegare la sua parte migliore. I] male & questo sostare, perché egli deve progredire, manifestando la sua natura pit elevata. Inolire, il cattivo uso dell’intelligenza e della ragione pud trascinarlo perfino a un livello pid basso di quello animale. Infatti, egli, avvedendosi che la soddisfazione dei bisogni istintivi (nutrizione, generazione, ecc.) gli d& piacere, pud essere indotto a ripetere e moltiplicare gli atti che riguarda- no tali bisogni, senza pensare al danno conseguente a que- sto forzamento che é contro natura. E tale infausta possibi- lita che lo degrada, mettendo il piacere come fine. E cosi si hanno gli intemperanti nel mangiare, i lussuriosi, gli alcoolizzati, i drogati ecc. Dal medesimo istinto incontrollato pud essere anche in- dotto a sfuggire con arte ogni cosa sgradita, anche se utile 0 18 / Guida alla padronanca a sé necessaria ai fini del suo progredire. Portando come misura delle cose il piacere o il dolore che da esse ne trae, pud av- viarsi verso la peggiore degradazione, abbassandosi ad un livello al di sotto di quello animale. Quando nell’uomo predomina listinto, egli @ ancora molto vicino al piano animale, con tutte le conseguenze che questo gli pud portare, essendo egli su di un piano dove cid che dovrebbe governate é la ragione. Chi deve dirigere? Nella navigazione, se i bastimenti dovessero farsi diri- gere dalle correnti, non si sa dove andrebbero a finire. Hanno il motore che li rende autonomi dalle forze esterne ¢ la mente del comandante che sa dare alla nave la giusta direzione. E la ragione che prevale su tutte le forze istintive, impe- twose dell" uomo, forze che non sono pure, ma egoistiche. Sulla ragione, perd, deve prevalere un’altra forza, quella dell’ Amore. Quando la ragione contrasta con questa, allora diviene anch’essa egoistica e inferiore Per il governo della sua complessa natura I’uomo ha bi- sogno di assumere in maniera autonoma le redini della pro- pria vita, di giungere all’autocoscienza, seguendo la voce della sua parte superiore che avverte, guida, frena, spinge, inditizza. Egli non pud fidarsi né affidarsi alla parte inferiore per- cché essa non ha la capaciti di condurlo a mete superiori, l'i- stinto non ormai pid per lui la sicura protezione come lo & per l’animale, né la sola guida della ragione é la salvaguar- dia dall’ abuso egoistico del piacere e dalla fuga da cid che non aggrada, pur essendo buono e necessatio. Soltanto dall’alto si vede meglio e dal luogo pid emi- nente deve guardate chi vuol guidare con sicurezza. Padronanza, quindi, va intesa come governo da parte dell’Io Superiore, del vero SE, sulla parte inferiore. E in realti, la restaurazione della pit legittima delle Autorita, che vuol essere usurpata da chi non sa esercitare il comando e che finirebbe per condurre a sicura rovina se dovesse osti narsi nel provato malgoverno. Costrure il proprio caratere | 19 Le disastrose conseguenze provocate dalle forze inferior lasciate a se stesse consigliano a ogni uomo cosciente di impiegare le proprie energie nel modo migliore. E una ne- cessitii sentita da chi vuol progredire sul cammino della vita, Si deve agire in modo che la natura inferiore non abbia mai il sopravvento, cosa che essa cerca di avere in tutti i modi, anche i pit subdoli. Chi ignora la padronanza di sé, & in balia di tutte le forze esteme ed interne. Egli non conosce mai pace e riposo perché non ancorato a nessun punto fermo: ¢ come canna galleggiante sulle acque in alto mare, sbattuta in ogni direzione, incapace di giungere al porto della tranquillita perché, appena prossima alla riva, & di nuovo risospinta al largo dai flutt Nel governo di se stessi o si domina o si dominati. C° in noi una parte superiore che deve comandare, laltra deve obbedire. Bisogna imparare a guardare in noi stessi: non ci possiamo identificare con la nostra parte animale. Noi abbiamo il dovere di tendere in alto; solo cosi si attua la nostra evoluzione, Arriveremo alla meta soltanto se daremo una direzione giusta alla nostra vita, Chi & capace di volere potra realiz- zare cose che agli abulici sembrano prodigi: @ forte soltanto chi sa eliminare gli istinti animali, vizi e passioni, affer- mando la parte migliore di Impara a comandare a te stesso Dare ordini agli altri @ la cosa pid ambita dagli uomini, pit facile e pitt comoda; dal bambino al caporale, tutti so- gnano di comandare gli altri, trovando in questo Soddisfa- Zione al proprio egoismo e appagamento alla propria vanita © ai propri sogni di potenza. Quali siano i risultati & a tutti noto Ma comandare a se stessi & cosa ben diversa. Eppure questa é la prima e pid! importante operazione da compiere. Per poco che I’uomo sia uscito dalla massa, dal branco 0 dal gregge © abbia cominciato a pensare col proprio cer- 20 / Guida alla padronanea di sé vello, si convince che & necessario prendere il comando sul mondo inferiore per migliorare se stesso. Lo storico Rollin ha affermato che ¢ gid un grande pro- gresso il desiderio di progredire. Chi ha questo serio pro- posito non tarda ad individuate nella mente la sorgente di tanti mali, se impiegata male, mentre @ ’origine di tanto nostro bene se impiegata nel modo giusto. Il nemico @ in noi — secondo il Vangelo — ma anche Vamico migliore ci da tutto il suo aiuto se noi lo chiamiamo in nostro soccorso e collaboriamo con lui. Affrontare il nemico agli inizi della sua azione vuol dire togliergli ogni rifornimento e quindi vincerlo. Le catene che vanno spezzate Le catene che tengono avvinto I'uomo vanno spezzate perché egli possa essere libero e avviarsi verso la meta che @ lo scopo della sua vita. Superare se stesso, cioé la parte inferiore che lo tiene le- gato, & il primo passo sulla via verso la via la Luce. Superare quella parte inferiore vuol dire elevarsi al di sopra delle reazioni istintive animali, della materialita, delle passioni, delle abitudini deleterie, dei vizi, della sensualit’, dei bassi sentimenti di odio e dei suoi derivati Questo superamento va effettuato coscientemente, con impegno e volonta deliberata, salendo sul piano dei pid nobili sentimenti quali !’ Amore, Ia Fede, l’ Armonia, supe- rando una schiavit indegna di un uomo libero. Ma vi sono ancora altre catene da spezzare: la schiaviti. dei sensi per vincere la bestia e uscire dal!’ animalita; il ses- so come viene considerato dall’ uomo materialista; il com- plesso del gregge per acquistare l’indipendenza di giudizio, V’agire egoista dell’ uomo per sviluppare la dedizione al be- ne comune; la dipendenza da gruppi in fatto di religione per 1o sviluppo della propria coscienza. Divenire indipendenti e “maggiorenni”, in tutto, come lo si diviene sul piano sociale, La natura animale tiene I’'uomo legato a una condizione di dipendenza di cui egli dovra liberarsi per ascendere a quella umana e, poi, a quella divina. Costruire il proprio carattere 121 Sono tante le catene da spezzare prima che I'uomo dalla condizione di dipendenza riesca a passare a quella di libert, ‘Mentre ne & ancora prigioniero & pure un tormentato. In lui si agita una continua lotta tra le opposte forze che si contendono il dominio di lui. Ognuno conosce per espe- rienza il travaglio interiore fra le tendenze pid diverse Pimperativo superiore. Fare a meno per un giorno dell’auto, della sigaretta, della televisione, del giornale etc. & per aleuni pressoché un giorno di lutto. Questi vomini dappoco, legati come cagnolini alla catena a inezie di questo genere, sono quelli che gridano di essere iberi. Spesso hanno pure funzione di comando su altri uomini mentre sono incapaci di comandare a se stessi Le forze basse sono forze disteuttive: se lasciate a se stesse, quando sono scatenate distruggono, portano all’annientamento. Su questo principio si basa ogni morale. I Maestri ¢ le Guide che hanno dominato il proprio mondo animale sono saliti di piano, perché evolvere & pro- prio questo: uscire dall’animalita. Per questo essi cono- Scono altre leggi, per essere in grado di dominare altro tipo di materia sia pure pit sottile. necessario controllare e dominate le forze della natura ‘umana in modo da trasformarle in energie benefiche. L’uomo non padrone di sé & paragonabile a una foglia sbattuta dal vento. Egli & continuamente sconvolto da desi- deri, da violent richiami istintivi, da attrazioni e repulsioni. Non sapendo dominare queste forze negative egli ne & do. minato e travolto. La sofferenza é la sua compagna insepa- rabile. Nessuno dei tre veicoli dell’Io spirituale, il mentale, Vemotivo e l’istintivo, va lasciato a se stessi, ma va con. trollato, guidato, governato. Questa é la condizione dell’equilibrio, della pace, della serenit’, La natura superiore deve avere la supremazia su quella inferiore come & naturale per realizzare il bene che essa soltanto sa vedere, 22.1 Guida alla padronanea di sé Gli impulsi che vengono dai piani superiori possono in- fluire ad affinare ed elevare le pesanti vibrazioni della ma- teria Questo é il compito dello Spirito attraverso i vari corpi per mezzo dei quali si manifesta Questi conflitti fecero pensare gli antichi filosofi all’esistenza di due anime: una stabilita nel cervello, domi- natrice ¢ forte; 'altra, nella parte inferiore, debole, irre- quieta, agitata dalle passioni. U concetto di questa dualita & comune anche oggi, anche se espresso in termini diversi. Cosi, nel cammino della vita si avanza alternando le forze, nel contrasto apparente ma nella sostanziale collaborazione per evolvere. Per affermare il dominio sulla parte inferiore, si 8 costrett a trarre da sé le energie latenti ¢ affinarle. L’animale vinto dalla ragione si porta alla dignita di uomo, L’anima istintiva cede il posto a quella razionale, ma il cammino dell’uomo non pud fer- marsi a questa tappa. L’intuizione spirituale pud portarla alla massima ascesa fino alle altezze del divino. E anima che muove la vita fisica esteriore, le azioni, la parola, i movimenti, ece.. Ma l’anima ® mossa, a sua volta, dallo spirito o Io spirituale, la parte eterna dell’uomo, Scintilla Divina, fonte unica della vita universale. Nell’interno dell’uomo la presenza di forze inferiori di natura animale, genera un conflitto permanente tra le due forze che si contendono il primato. ‘Ma nell’ uomo vi sono forze meravigliose che lo rendono apace delle imprese pit ardue perch¢ in lui vié la cosciente Presenza Divina che opera per il dominio di tutto. Gli istinti animali inferiori vanno regolati Quando si parla d’istinti si pensa soltanto a quelli pit bassi della bestia. Me @ un errore, perché vi sono istinti sani, buoni. La natura non produce mai cose negative, cat- tive, dannose. E 'uomo e gli esseri involuti che ne fanno cattivo uso, deviandolo dalla loro funzione per egoismo, che @ ignoranza. Basta pensare all’istinto materno che & Amore puro, Gli istinti aecompagnati dalla calma possono essere di Costrure il proprio carattere (23 difesa da pericoli per la nostra incolumita; ma purtroppo nell’uomo gli istinti hanno perduto la loro purezza origi- nale. La nostra vita civilizzata ha affievolito gran parte degli istinti primordiali, privandoli della loro funzione. Le nostre seazioni istintive sono divenute insicure ed hanno perduto Ja loro garanzia d’incolumita. Un animale istintivamente non manger mai un'erba ve- Jenosa, mentre I’uomo non sa distinguere se un fungo & velenoso o no. Liistinto difensivo negli animali, che nelle cadute si ri- lassano, consente loro di rimanere quasi indenni, mentre Fuomo, consigliato dalla ragione distorta, s‘irrigidisce pro- ucendosi fratture talora irreparabili L’ubriaco, privo di tiflessi e della ragione, offuscata dall’alcool, si comporta come l’animale e cade, spesso senza farsi male. L’uomo delle caverne assalito dalle belve faceva istinti- vamente il morto e si difendeva cosi perché le belve assali- vano soltanto cid che si muoveva. Ma l’aggressore di oggi, dotato di ragione, seppure distorta, assale e uccide la vit. tima pure nell'immobilita del sonno. L’istinto, non accompagnato dalla calma, che & frutto della ragione evoluta, produce il terrore panico dalle conse- guenze sempre disastrose. Gli strumenti per la conquista della padronanza Per raggiungere la grande meta della padronanza di sé Yuomo ha tutti i mezzi che gli occorrono, ma é indispensa- bile che ne facia I'uso appropriato al fine da raggiungere B pure necessario imparare ad usarli, come per tutti gli strumenti perché diano il massimo rendimento. L’esercizio vale pit delle tante belle parole. Questi strumenti sono tali che, a differenza di quelli ma- teriali che si logorano, con I’esercizio si potenziano e si raffinano con I'uso. Pid li adoperi e pitt diventano atti a servire con i migliori risultat La meta da raggiungere ti é stata indicata ed anche la via da seguire, ora ecco gli strumenti di cui dovrai servirti. Sono descritti nella pagine che seguono. 24 1 Guida alla padronanca di sé Ma é necessario prendere le redini del proprio carro € partire, decisamente convinti che conquistare la padronanza i sé 2 il primo passo verso una vita nuova piena di Luce. Ogni realizzazione di carattere spirituale esige un impe- gno personale, non potendosi delegare ad altri poiché Tevoluzione & espansione della coscienza che va conqui- stata-collaborando coscientemente con le Forze divine che muovono la Vita. In questa lotta perenne contro se stessi si va accumu- Jando sempre maggiore forza per vincere nelle ulteriori lotte. Per raggiungere il dominio sui piani inferiori si ha biso- gno di un impegno incessante e continuo. Quelle forze Contrastanti sono sempre vive, né si danno per vinte facil- mente. Gli appetiti ¢ le passioni dell’ animale che ama le vi- brazioni intense del piano fisico sono l’antitesi di quelle dell’uomo che invece cerca e vuole la sua parte spirituale che @ tesa verso le vibrazioni pi sottili dei piani superiori L’animale non conosce ancora altro che le vibrazioni del suo piano. L’attenzione @ la forma di presenza in sé pit necessaria da coltivare perché salva da tanti inconvenienti, mentre per mete di realizzare tanti vantaggi nella vita, spirituale e ma- teriale, Richiede esercizio e allenamento come tute le tecni- che; Vincostante si stanca presto perché in lui & ancora pre- valente laltra presenza inferiore della vita vegetativa e ani- male. Col graduale esercizio dovra portarsi su di un piano di pensieri elevati dove & la sede dell’Io pit alto, in modo che questo mondo di idee divenga la sede ordinaria e allora la presenza in se stessi, continua e vigilante, diverra pid facil L’ideale @ la realizzazione della perenne presenza, senza attimi di assenza: la luce senza ombra. Ma & mai possibile fraiirichiami della pesante materia? saggi, coloro che hanno dominato e trasceso la carne, realizzano la luce perenne della presenza dell'lo. Costruire il proprio carattere 125 La presenza a se stessi Gli insegnamenti che si possono trarre dalla guida dell’auto meglio di tanti altri possono adattarsi alla vita, di- venuta oggi cosi veloce e convulsa. Chi guida ha bisogno di guardare innanzi a sé la propria strada, non ai lati né la strada degli altri. Guardare la propria strada e il resto ve- derlo in quanto ha relazione o interferisce col proprio cammino di cui ci si deve rendere ben conto. Immaginate facilmente quello che succede al guidatore che abbandoni il volante durante la corsa, vinto dal sonno 0 colto da malore. Le conseguenze sono setnpre gravi La stessa cosa, portata su un altro piano, avviene quan- do l’uomo non é presente a se stesso. E allora che si com- mettono gli errori pid gravi. Gli sbandamenti pit pericolosi avvengono proprio allora. In quei momenti, quando il no- stro Io cosciente @ in vacanza, agisce I’io inferiore dando sfogo ai pid bassi istinti La costanza della vigile presenza a noi stessi é la condi- zione per operare sempre bene, soprattutto agli inizi finché cid diviene una seconda natura, ‘Questo @ il primo passo per chi si avvia alla conquista della padronanza di sé. Lo stato di lontananza dell'io cosciente dalle azioni quo- tidiane & sempre nocivo alla realizzazione del compito quo- tidiano. Pensare a quello che si sta facendo @ realizzare l'ideale presenza in se stessi che d modo di compiere bene quello che si fa. Se si pensasse alle parole che si dicono, ai gesti che si compiono, ai pensieti che si trattengono nella mente, il parlare, I’agire e il pensare sarebbero sempre a proposito. Tutti i guai della vita sono originati nei moment in cui si @ assemti da se stessi. Basta rifare la storia dei propri errori per accertarsene, I momenti di assenza Essere in sé ed essere fuori di sé — & un'espressione che corrisponde alla realt2 nell’ esistenza dell’ uomo. 26 / Guida alla padronanza di sé Il saggio Marco Aurelio ha scritto nel libro “I pensier?” Se la forza delle circostanze ti getta nell’inquietudine, ri- torna subito in te stesso e non perdere l'equilibrio per pitt tempo che non ti sia necessario. Tu sarai tanto pid Signore della ma armonia interiore quanto pitt spesso vi ritornerai. Tladri sono facilitati quando nella casa non vi nessuno e manca ogni sorveglianza. ‘Tmomenti di assenza di controllo sono fatali per la no- stra sanita morale. ‘Tenendole sotto controllo, le forze inferiori non hanno la possibilita di sfuggire agendo secondo la loro spinta, e per- dono man mano la loro capacit’ di azione che diminuisce sempre pid. Temperamenti impulsivi, impetuosi, esuberanti sono come una macchina che corre veloce su di un’autostrada, senza controllo. Bastano pochi attimi di disattenzione per uscire fuori strada e produrre un disastro. Sono questi brevi o lunghi intervalli di assenza da se stessi dei quali ci si pente poi amaramente. Le azioni peg- giori nella esistenza di ogni uomo sono commesse proprio in quei momenti, sotto 'impulso dell’istinto e la spinta dell’emozione. Se ci fosse, allora, il freno della ragione e della rifles- sione gran parte delle sofferenze umane sparirebbero dalla vita, E questo il compito proprio delta ragione: essere presenti a se stessi, rifletiere, guardare oltre la spinta, frenarla, ve- dere il poi. L’'uomo pud farlo, non l’animale che agisce dietro la spinta dell" istinto perché privo di quello strumento prezioso che @ la ragione. ‘Ma si pud affermare che tutti gli uomini siano veramente tali, essendo usciti del tutto dall’animalita e abbiano con- quistato lo strumento che li distingue dagli esseri dei piani inferiori? Allorché, per la propria insensatezza, 'uomo @ estro- ‘messo da casa propria, cio® si fa vincere dalle passioni di odio, ira ece. 0 si abbandona all’imperio degli istinti, si dice: F fuori di sé. Egli infatti si fatto cacciare allora da casa propria ad opera di ospiti prepotenti. Sul momento pa- re che non sia avvenuto nulla, nessun inconveniente, anzi Vesaltazione della passione ha creato un certo clima ar- Coster il proprio caratere [27 tificiale che sembra perfino favorevole all’estromesso, ma poi si accorgera degli effetti Quando rientrera in casa, cio’ in se stesso, potra consta- tare i danni subiti, vedra ogni cosa a soqquadro e una pro- fonda amara depressione seguir’ I'inconsulta esaltazione. Guardando bene in viso I'uomo in preda a certi impeti di passione, lo si vede trasformato da quello di prima: non & it lui, nell’espressione, nell’ atteggiamento. La parte infe- iore e bestiale ha preso il sopravvento e mostra il suo vol- to; ha cacciato quell’To regolatoré della vita consueta e l’al- tro si insediato da padrone, al suo posto, In quei momenti si commettono degli eccessi che riguardati dopo, quando si rientra in sé, fanno dire: «Ma non ero io». Ed & la verit L'lo vero era assente mentre imperava I’io animale, quello che si batte di continuo per conservare il comando e che, invece, & dovere debellare del tutto. Ma in questo spettacolo €’& pure il lato ridicolo, ed & questo: l’uomo cosi piccolo & privo di padronanza, crede, durante quei furori, in quel gridare e alzare la voce, nelio strepito e nella passione, di dar prova di forza e di potenza, mentre non sa che é proprio quella lespressione della sua debolezza. Sii presente a te stesso. L’assenza del direttore in un'orchestia provoca un fra- stuono, un caos di rumori insopportabil Realizzare Ja perenne presenza su se stessi significa pra- ticamente esser nella condizione di non venir mai meno ai buoni propositi da cui si é guidati, @ non mancare mai al proprio programma. Infatti si viene meno, si manca, quan- do non ci pensiamo, quando non siamo 'pit’ permeati da quelle idee che ci guidano, Cominciare col fermo proposito Per cominciare a fare qualche cosa ® necessario anzitutto ‘munirsi di un fermo proposito. Il solo proposito di volere agisce favorevolmente perché in esso @ contenuta la fede nella riuscita. E la fede che muove. Come il solo fatto di non credere impedisce agli scettici di conseguire ogni risultato, essendo proprio questo autolesionismo la vera causa di ogni fallimento. Cosi chi si 28 / Guida alla padronanza di sé carica di un forte proposito ha gia una posizione di partenza favorevole ¢ un'effettiva probabilitA di sucesso. ‘Mentre tu alimenti in te il proposito di volere arrivare all’autodominio per questo solo fatto tu sei gid migliore di prima, le tue azioni nella loro radice gia risentono della nuova linfa e non sono cos} incontrollate come prima, Immaginiamo un uomo collerico, portato facilmente a montare sulle furie per cose che Io contrastino, che abbia risoluto bisogno di mantenersi caimo dinanzi a cid che lo fa uscire di sé. Esercitandosi a subordinare le manifestazioni del temperamento naturale a wna risoluzione presa volonta- riamente in precedenza, egli ha fortificato in sé la possibilita di padroneggiarle ancora meglio in seguito. Si & reso ca- pace di frenare le pitt veementi e ha dato alle sue facolt& co- scienti piti dominio sulla sua parte inconscia e soprattutto sull’emotivita. La legge dello sforzo individuale Ma alla fermezza del proposito deve seguite lo sforzo che & l'atto concreto sul piano pratico della volonta di agire secondo il proposito stesso. Ogni sforzo, anche se ben riuscito, facilita il successivo tentativo. Questa legge @ ben conosciuta da tutti coloro che pro- vando e riprovando sono artivati dove volevano. Cid & tan- to vero che essi in seguito non fanno pitt conto dei fall ment ai primi tentativi perché sono sicuri che con la costan- za nel tentare riusciranno certamente, dopo molte prove, in seguito all’applicazione volitiva di uno sforzo costante, ‘AlPinizio, nel periodo di rodaggio, la marcia verso la, conquista della padronanza di sé & pitt cauta e difficile, ma una Volta sciolti con l'esercizio tutti gli ingranaggi, allora essa va e non teme né salite, né discese, né i lunghi ret- tilinei, Per cominciare questo rodaggio della volont c’é chi ha iniziato a farla funzionare nel contenere I'impulsivita e nel dominare P’apatia. Doppio fronte sul quale tanto spesso & necessario agire. La vita di ogni giorno offre occasioni in- finite a questi vuoti comportamenti da parte di apatici ¢ Costruire il proprio earatere 129 abulici in apparenza irriducibili, divenuti poi caratteri forti ed equilibrati Piccoli esercizi apparentemente insignificanti come con- tenere una risposta pepata, un’occhiata, un gesto, astenersi da un atto consueto ovvero dal fare una cosa che reca pia- cere; all’ opposto: applicarsi a una cosa che non piace, compiere un'azione dalla quale la natura egoistica vorrebbe allontanarti. Sono affermazioni concrete di capacit’ di comando su se stessi, non importa tanto il piccolo esercizio in sé, quale esso sia, ma la prova di saperlo fare, di riuscire, di esser capaci di comandare in casa propria, La volontd é una facolt che guadagna in vigore con Pattivita, come i motori, mettendola in moto con piccoli esercizi ¢ si debilita con l'inerzia. Devi dare alimento ad essa ogni giomo, ¢ I'unico alimento é lesercizio. Non é un carburante troppo costoso, perché se ne trova il rifornimento a piccole gocce nelle azioni stesse che si compiono, quando sono fatte con applicazione e consape- volezza. Devi trovare la forza per superare il punto dinerzia, il primo, il pid duro da vincere perché si tratta di muovere la massa pesante dell’egoismo; il resto @ meno arduo. Basta che tu tenti na sola volta, ma seriamente, impegnarti in una vigorosa offensiva contro Ia tua natura inferiore che, forse, ha dominato finora, ¢ tw voglia conformare la tua condotta a quella che al tuo posto avrebbe un uomo di grande levatura, di carattere: ti sentirai subito pid forte. Il tentativo fallira sicuramente, all’inizio, ma ti fortifichera ugualmente nella misura dello sforzo prodotto. Avrai quindi gid un grande vantaggio per dopo: nulla é perduto in questo campo. Lo sforzo & unico mezzo di automodificazione. La vo- lont& applicata alla padronanza di sé assume espressione pid solida non di atto solitario ma quello pit alto della co- stanza, che & azione continuativa. Solo chi é costante con- quista la vittoria. Molti si fermano proprio quando, conti- nuando ancora pet poco, avrebbero potuto finalmente arri- vare alla conquista desiderata, La regola degli autentici volitivi é “Provando e ripro- vando”. 30/ Guida alla padronanza di sé 11 solo proposito agisce favorevolmente; lo sforzo & gid una prima conquista, ma la tenacia ¢ la costanza nel pro- posito e nello sforzo danno risultati conereti Fintanto che una cosa costa uno sforzo vuol dire che non é ancora diventata un’ abitudine, Non ¢’8 sforzo, perd, che vada perduto e che non renda, pitt facile lo sforzo successivo, € cosi sempre pit fino all’ acquisizione di quell’abito che si manifesta come cosa naturale. Una potenza formidabile: la volonti Chi ha sufficientemente sviluppata la capacita volitiva, possiede una forza di potenza divina tale che non solo pud equilibrare ma superare in abbondanza, fino al punto di an- nullarle, le due forze insieme che costituiscono il tempera- mento ¢ lo stato delle ghiandole endocrine. La bilancia pendera invece dall’altra parte quando la vo- Jonta & debole come negli uomini meno evoluti che sono ancora spiritualmente bambini. Ecco perché fra i compiti pid importanti dell’educazione vid quello di sviluppare la capacit’ di volere, dopo aver il- Juminato su cid che si deve volere ¢ indicata la direzione. Nellautoeducazione cid & ancora maggiormente impor- tante. La forza del temperamento & determinante, dice il pessimista. Ma solo in coloro che sono incapaci di svilup- pare altra forza che la supera. Costoro sono vittime non avendo in sé nulla da contrapporre. Un carattere elevato é il risultato dell’autoeducazione che imprime volitivamente il suo segno forte sulla molle cera del temperamento. : La volonta é un punto essenziale per ogni conquista dell’'uomo. : Chi si & reso conto della ricchezza che ha in sé, ha gia superato la debolezza, quella che impedisce a molti di pro- gredire. Per calmare il tumulto dualistico nel quale si agita la vita umana, la volont& ha la sua parte importante, Ogni uomo che voglia veramente avanzare nel cammino per il raggiun- gimento dell’ autodominio deve imparare a usarla nella ma- Costuie il proprio caratere 131 niera giusta. Essa il motore senza il quale la macchina re- sta ferma e nessun avanzamento & possibile. La volonta non deve essere intesa come imposizione violenta, ma come accumulatore di potenza che fornisce forza di vita e di movimento alla mente illuminata. Il com- pito della volonta € quello di fornire energia alla mente ed essere strumento di essa, Un’immagine meno impropria & quella di una centrale elettrica che produce energia, accumulando la maggiore po- tenza possibile per assicurare il pitt grande numero di chilo- watt; ma essa @ diretta, impiegata, manovrata e usufruita a seconda di quanto decide il capo del servizio, colui che dirige e vede la necessita da soccorrete. Soltanto negli spiriti forti ed elevati il potere @ eguale al volere, Nella dimensione pit alta, nell’aldila, per realizzare tuna cosa, pare che basti volerla, anzi basta desiderarla. Ma questo appartiene allo stato Libero dello spirito, quando non ® prigioniero delle cause e schiavo della carne. Nell’uomo comune la capacit& di realizzare il proprio volere & nella misura della sua evoluzione: @ scarsa nei primi gradini, quando si é quasi totalmente condizionati da mille fattori, ma va crescendo man mano che Lo spirito si afferma sulla materia e che si sale la scala dell’ evoluzione. Lo scrittore G, Barbarin ha sintetizzato in modo ineisivo il dovere dell’uomo di partecipare attivamente, con la pro- pria volonta, alla formazione del proprio futuro destino. Egli ha scritto: «Dio pud far tutto per te, ma non pud far nulla senza di te». La partecipazione volitiva dell’uomo alla vita @ un fatto sostanziale, mentre l'attesa passiva di una forza esterna é un fatto negativo, Ad un esame sereno cadono tutte le costruzioni fatalisti- che e deterministiche che tanto spesso formano l’alibi e sono la consolazione dei deboli Dire: «fo voglio» dinanzi a un fatto da realizzare & ac- cendere la fiamma interiore: & condizione indispensabile come I’accensione del motore per far partie l'auto, Tutte le difficolt opposte dalla natura inferiore, dalla pi- grizia, dall’egoismo, diventano nulla dinanzi all’ womo vo- litivo che voglia decisamente arrivare a conquistare la pa- dronanza di sé; tali difficoltA si appianano e diventano facili da superare come le salite per un motore potente. 32/ Guida alla padronanea di sé Si sono visti uomini di temperamento pessimo diventare irriconoscibili, calmi, mansueti, sereni, perché la volonta& stata messa in moto in tutta la sua divina potenza. Conosci te stesso Soltanto un pazzo si metterebbe alla guida di un veicolo di cui non conosce il funzionamento. Eppure I'uomo & spesso quel pazzo che va avanti alla cieca e, mentre camn- mina, anziché guardare la propria strada, guarda quella degli altri ene critica il comportamento, invece di fermarsi a conoscere il proprio. Scrive Fulop-Millet: Quando Agostino scrisse le Con- Jessioni erano passati mille anni da quando Eraelito, I"“o- scuro filosofo”, il “padre della metafisica", aveva seritto fra le sue centotrentatré massime la frase “‘cerco me stesso”. Quasi nello stesso tempo, nel V secolo prima di Cristo, @ Delfi l'architrave del tempio di Apolio portava l'iscrizione Conosci te stesso, ma il saggio motto di Eraclito e l'iscri- zione delfica erano poco pitt che frasi bene espresse e persi- no Socrate, il pit grande pensatore dell’'antichita, doveva ammettere: Eppure io non sono capace di conoscere me stesso come mi ordina di fare la massima delfica Platone ha scritto: Conosci te stesso e conoscerai Puniverso e Dio. Si pud affermare che conosce se stesso chi ammette di avere pid difetti di quanti gli altri gliene attribuiscano. Chi é abituato al controllo di sé non tardera a conoscersi. L’autoanalisi fa scoprite i motivi, le ragioni, le segrete ori- gini del proprio agire, fa conoscere le proprie possibilit, fa penetrare nel profondo fino alle radici. Pochi minuti al giorno di colloquio con se stessi potranno servire allo ‘scopo: un colloguio sereno con un amico. Leggere libri di tipologia, per conoscersi fra le molteplici classificazioni, pud anche, talora, essere di qualche aiuto per quanto questa sia una ricerca teorica e genetica e mai appropriata al caso singolo. ‘C’e pure chi ricorre al giudizio degli altri come specchio di sé. Il comportamento altrui nei propri riguardi — si as- serisce — & un giudizio pratico espresso con azioni; anche Costruire il proprio carattere 33 ‘muti giudizi espressi e inespressi sono impliciti nello sguar- do, nei modi, nell’atteggiamento altrui, spesso pid rigorosi di quelli verbali. Pur con le dovute riserve verso questo metodo, sapere come sié visti dagli altri pud portare anche qualche contri. buto alla conoscenza di sé. Gli altri, & vero, sono ossetva tori pid distaccati, ma non & detto che i loro ideali corri- spondano ai tuoi, Indubbiamente le vie migliori per la conoscenza di sé sono due: l"autoanalisi e il controllo di sé, Conoscere se stessi nel senso pitt vero, vuol dire realiz~ zare il contatto con I"lo spirituale, il proprio vero Essete Questa sola conoscenza ti basterebbe perché ne include ogni altra, ma & la pitt ardua, pid difficile a essere conseguita ¢ viene dopo aver realizzata l’altra, dopo unga disciplina e meditazione. Ne consegue che per necesita si debba cominciare dal basso come per ogni costruzione, e conoscete bene il pro- prio temperamento, cio’ il complesso delle condiziont del corpo ¢ della psiche. 1 viaggio alla scoperta di se stessi 2 la pitt interessante avventura da intraprendere. Ma poiché cid che vie da sco- prire spesso non & troppo piacevole poich¢ fa velo l’amore distorto ed eccessivo per se stesso, cio’ l’egoismo, I'tomo rifugge dall’impresa L’autocontrollo Nella mia vita — scrive M, D' Azeglio ne “I miei ricordi" — so di aver bene studiato me stesso; di aver fatto la senti- nella contro gli assalti dell'orgoglio (0 meglio della anita); daver in ogni occasione tentato di sorprendere cid che nelle mie azioni ci potesse essere di meno nobile, di leggero o di cattivo; e mi son castigato da me in una maniera che fit spesso crudele, Una delle prime conguiste nel cammino verso la padro- nanza di sé é la capacita di divenire spettatore di se stessi. Cid avviene quando si 2 cominciata la conoscenza di sé. Si realizza allora uno fra i pid interessanti fenomeni della vita: T'uomo, abituato a identificarsi col proprio corpo o con la 341 Guida alla padronanza di sé propria mente, si accorge dell’esistenza di un altro To, ca- pace di osservare il corpo ¢ i pensieri come fa un osservato- re distaccato, La scoperta di questo Io pid alto un avveni- mento basilare della propria vita che prima era su un piano inferiore, alla periferia, identificato con le funzioni anziché in quello di motore e di osservatore. Da allora la vita subisce un cambiamento profondo, le azioni e i pensieri divengono pitt chiari e ordinati come Vagire di chi opera alla luce del sole 0 sotto lo sguardo degli altri. Quando Posservarsi diventa un'abitudine, ci si compiace di questo sdoppiamento di attore-osservatore.. Lautocontrollo & questa capacita di vedersi agire, di re~ gistrare le proprie azioni e perfino i propri pensieri Questo permette all’ uomo di rilevare nei propri riguardi molie cose che prima ignorava, gli consente di accorgersi di quello che fino ad allora solo gli altri vedevano. Ti avvedrai con quale frequenza ripeti le stesse cose, ricadi negli stessi errori, rilevando cos} qual & la tua nota caratteristica, come il motivo di una musica. Ti appariranno i lati negativi € quelli positivi, Ie inclinazioni particolari, le abitudini, i vizi palesi e le tendenze nascoste. Solo con questa attenzione ti potrai rendere conto del tuo vero stato mentre a una vita incosciente tutto passa inos- servato, anche quelle cose che sono palesi agli altri, che sono rigettate come accuse. E poiché il controllo non é limi- tato soltanto alla vita esteriore ma esteso a tutto il contegno © comprende gradualmente la mente, i pensieri, arrivando allaradice stessa delle azioni : E grande il beneficio dell’ autocontrollo: offrira il grande vantaggio di rilevare cid che sfugge ordinariamente alla mente distratta e superficiae. L’autocontrollo ha il potere magico di illuminare a luce solare anche le minime azioni. Potrai, allora, conoscere i tuoi punti deboli da raffor- zare, quelli negativi da trasformare e conoscere dove la tua azione dovra essere pit impegnativa, Con ’autocontroilo, il progredire & facilitato quando si abbja pure la costanza ¢ la volonta. : E impossibile, allora, non progredire sulla via che si intrapresa perché questo controllo obbliga a una tale vigi- Janza su di sé che da sola é efficace a non ricadere sempre Costruire il proprio carattere 135 nelle stesse cose che si vogliono evitare, nell’errore, nel di- fetto o nel vizio che si vuol correggere. C’é chi suggerisce a questo fine di tenere un taccuino su cui registrare il numero delle volte che si ricade, si nota la somma alla fine della giornata o della settimana. Col pro- gredire del tempo si vede come va, se v'é peggioramento, Stasi 0 progresso, Questo controllo, che ha in un primo tempo un compito soltanto statistico, aiuta egregiamente alla conoscenza di se stesso. L’uomo, fatto attento osservatore di sé, almeno nella misura con la quale prima era acuto osservatore degli altri, vedra che il suo agire mutera in maniera notevole, I mancare non sara cosi frequente come prima e tutte le alte azioni saranno compiute in modo migliore. Infatti chi Si sente osservato muta subito il proprio agire, misura il proprio contegno, si contiene in ogni espressione: quella presenza influisce su tutto. Cosi avverra che applicando Fautocontrollo le mancanze avverranno solo nei momenti di assenza, di abbandono, nei quali la natura inferiore si cre- dera libera di agire perché non sorvegliata. L’applicazione Costante dell’autocontrollo presuppone inoltre la buona volonta di migliorare. E chi, allora, in queste condizioni ud continuare a conunettere a occhi aperti le mancanze che Gi sié prefissi di eliminare dalla propria vita? Ma il difficile in questo @ proprio realizzare la costanza. un lavoro nel quale non sara mai abbastanza la propria attenzione e la propria volonta. Non &, quindi, un’ opera che si possa compiere una volta per tutte e poi ci si mette a riposo, perché compiuta in maniera definitiva, Al contrario, quando se ne sia conquistata la tecnica, bi- sogna sempre saperla applicare costantemente. Proprio in questo la maggiore difficolt2. E bene ricordare che la na- tura inferiore & sempre pronta a prendersi la rivincita: essa, anche se dorme o @ apparentemente domata, ¢ sempre viva in tutti, dal delinquente al pid elevato saggio. Basta un mo- mento di rilassamento ¢ di non controllo perché si riaffacci subito a tentare di riprendere il sopravvento. 1 santi ben lo sapevano e per questo pregavano Dio, ‘umilmente, perché tenesse loro sempre la mano sulla testa, a significare la richiesta di aiuto e di forza per non mancare. 36 / Guida alla padronanea di sé L'uomo incapace di autocontrollo & peggiore di una belva nella giungla — ha detto Saint Germain. La belva ha per legge I’istinto che la spinge a fare o ad evitare certe azioni, attraverso un automatismo che non consente liberta o arbitrio. Cid risponde alle leggi di natura inevitabili alle quali nessuno si pud sottrarre. Tale legge agisce per il bene della belva, in sua vece, nella impossibi- lita che essa ha di operare individualmente in libert’. Si trova, in certo modo, protetta da questa legge, non potendo porsi al di fuori di essa. Questa possibilitd invece & riservata all’uomo. Anche lui ha in sé un certo cumulo di forze istintive che lo portano ad agire in un determinato modo, quale la sua residua animali- (esige. Ma I’uomo ha pure una natura superiore. Egli dif- ferisce dalla belva per la Scintilla divina individualizzata, per la ragione, per le capacitA volitive autonome che il suo libero arbitrio pud portare all’espressione pitt alta di perfe~ zione. Sta a lui agire per questo fine. La fiducia in se stessi Aver fiducia in se stessi credere nella capacita di realiz- zare cid che si deciso. La fiducia in se stessi ® un elemento di primaria impor- tanza per riuscire in qualunque cosa — insegnano i Maestri — perché la psiche ha una rilevantissima influenza non solo nell’ attivit’ volontaria del corpo me anche in quella in- volontaria, includendo in cid i meccanismi biologici.. Prima di cominciare cid che si® deciso d’intraprendere, si deve curare nei dettagli la preparazione, poi si deve par- tire con sicurezza nella totale fiducia di riuscire. Questo dipende esclusivamente da ognuno. Si muove allora naturalmente tutto il meceanismo inte- riore che da la forza necessaria all’impresa. Cid che non dipende da noi, in quel momento, sono gli ostacoli derivati dal Karma, cio® dalle azioni passate che per legge divina impediscono I'esito. ‘Ma per quanto riguarda la volonth di migliorate se stessi ‘questi ostacoli non esistono, anzi siz favoriti e aiutati dalla Costruie i proprio carauere 137 Guida spirituale! che presiede alla vita di ciascu: rf ciascuno « quell’ Amore che governa la Grande Vita. = Poniti come osservatore di te stesso Se quando agisci ti poni come osservatore di te stesso farai delle scoperteinteressanti, Anzituto la pid importante guella che ¢8 in te un altro To che agisce come testimone silenzioso alle tue azioni e anche ai tuoi pensieti ‘Tu sei lontano, distaccato,e lui ti osserva quando patli quando siedi, quando cammini, quando agisc’ in ognt ma” niera, E lui il tuo vero essere, quello che non muore, che per vite e vite ha guidato il veicolo che aveva assunto pet le sue esperienze nei mondi della materia, Tu non sei il tuo corpo, non sei la mente, non sei nep- ure i tuoi desideri, appetit, attaccamenti, tw sei Lui che ti Osserva, Se il tuo io personale, fatto di tutte queste cose che for- mano la maschera provvisoria dell'Io vero, quello spiritu: ale, sapra salire sul piano da evi Fgli osserva, allore facil. mente controllerai e dominerai te stesso e le cose. Tutto ti apparira pid piccolo e lontano come guartando da un can- nocchiale rovesciato, Forse avrai vergogna di quello che Vedrai, ma non ti scoraggiare, tuto & funzionale e provi, sorio purché tu non ti identifichi con quelle cose, ma identifichi con I"Io spirituale che ti osserva, : Ricorda tu sei quella Scintilla Divina che non muore, dai poteri immensurabili che usera nella giustizia e nell’ Arnore per la tua evoluzione. Esercitati in questa identificazione ogni giomo con co- stanza. La tua vita cambiera, prendera un’ altra direzione, la vera e la giusta, che ti condurra pitt celermente verso la tela Segnatae sognata:Iunione col Pade che attend i tuo ritorno. Tutto il resto, allora, ti apparird quello che &, meschinitd per la quale non vale la pena di agitarsi | Vedi I! Protestore invisibile di A. Voldben ~ a ben ~ Eizioni Mediterrance, 38 / Guida alla padronanea di sé Quando avrai raggiunta questa identificazione, il tuo compito sulla Terra non é finito. Poiché ti sei risvegliato ai valori eterni, hai il dovere di aiutare al risveglio i tuoi fratelli con l'esempio, con le pa- role, con l'azione. Questo & il compito d’ Amore che coronera il tempo dei tuoi soggiorni sulla Terra, : Quando ti sarai convinto di rivolgere l'attenzione verso dite, come osservatore, allora sarai sulla strada giusta della Iunga via che conduce alla conoscenza di sé. Potrai vederti calmo 0 agitato, sereno o turbato, quieto 0 contrastato, critico 0 comprensivo, ecc. Guardati bene. Os- servati a lungo e con costanza, Per osservarti obiettivamente & necessatio il distacco da te stess Noi siamo vicini a noi stessi pitt di ogni altro e per que- sto non siamo in grado di vederci. Per poterlo fare occorre allontanarci da noi quel tanto che ci permetta di osservarci con serenit’, almeno come osserviamo gli altri. E poi, per Feccessiva indulgenza che ci fa velo, spesso non vediamo i lati meno allettanti della nostra personalita ‘Ma se tale conoscenza é tanto difficile dobbiamo essere stimolati al suo raggiungimento dalla sua necesita. necessario conoscersi per migliorarsi; ne ¢ la condi- zione indispensabile, come la diagnosi di una malattia prima della cura. : Conoscere s¢ stessi, nel senso pid) comune, vuol dire prendere esatta cognizione del modo di pensare, di agire, sapere come ti comporti, come reagisci nelle varie circo- stanze. Le tue reazioni ai fatti sono gli elementi pid validi conoscerti. Pet Vitol cominciare a conoscerti, almeno in modo somma- 2 e Comincia a osservarti come reagisci ai ftti della vita, ai giudizi altrui, alle parole e agli atteggiamenti, agli avveni- ‘menti esterni ec. Questi sono come lo schermo sul quale si proietta il tuo modo di vedere, di essere, di agire nella tua a oe Comicia a vederti come un osservatore guarda un film dalla poltrona nella quale & seduto. Costruive it proprio caranere [39 La battaglia della vita Si dice che la vita & lotta, non @ lo stadio di quiete beata sognata dai pigri e dagli ignavi. Ma la lotta dell'esistenza, non va combattuta contro gli altri, bensi contro la natura inferiore. Per questo essa é pitt dura e meno gradita, B dovere dell’'uomo far prevalere la parte superiore su quella inferiore che vorrebbe attrarlo sul piano animale dal quale egli proviene; riportarlo in basso ¢ farlo stagnare su. quello della materia pitt pesante, anziché lasciare che egli salga sul piano dello Spirito che é la sua meta, Quando l’anima e it corpo sono insieme — dice Socrate nel Fedone — la natura comanda all'uno di servire ¢ essere governato, all'altra di dirigere e padroneggiare. Infatti, proprio nella subordinazione del corpo ¢ dell’anima allo Spirito risiede l’ordine morale dell’ uomeo. Nell’interno di ciascuno vi 8 un contenuto di forze vatie, eterogence, discordanti spesso, che fanno pressione ¢ spingono ad agire verso pitt direzioni: sono istinti, ten- denze, eredita ancestrali accumulate da millenni, richiami della coscienza, conclusioni della ragione illuminate ‘meno, € cosi via. Teri combattinenti della vita avvengono dentro di noi. La Vita interna perché possa diventare armonica, dovrebbe essere leffetto di un’azione simultanea sulle forze opposte. Chi guida un’auto & convinto che sia necessaria la pa- dronanza completa del veicolo che conduce per evitare guai © anche per trarre da esso il maggiore rendimento, A questo fine controlla bene che ogni paste sia efficiente: Tuote, freni, acceleratore, sterzo e cost via. Ma non sempre si riscontra in tutti la profonda convin- zione circa la necesita di arrivare alla perfetta padronanza di sé, dei propri istinti, della proprie emozioni e passioni e del mondo che si agita in ogni uomo. ‘Vi é chi afferma, non si sa bene con quale logica, che bisogna dare libero sfogo, senza alcun freno, a tutto cid che ci spinge, lasciando che ogni cosa trovi da sé l'ostacolo, il limite, esaurimento. Per mettere alla prova questi parlatori bisognerebbe invi- tarli a salire su di un’auto senza freni e poi dire loro: Mettti in marcia, avanti, e via. 40 / Guida alta padronanza di sé Non se la sentirebbero certamente di lasciarsi andare per una ripida discesa. Eppure, certo modo di disquisire ha tal- volta perfino l’apparenza della verita e riesce a far presa ppresso i tanti che hanno scarsa attitudine al sano razionali- smo ¢ si lasciano facilmente trarre in inganno dalle parole. Senza necessit& di ricorrete ad argomenti filosofici, se i fautori del libero sfogo fossero invitati a provare, come si detto con I’auto, applicando la loro teoria, potrebbero constatare dove essa conduce. L’uomo non @ sulla Terra per godersi una villeggiatura Chi ha la visione spirituale della vita sa che lo scopo & ben altro: egli sa che superando i piani inferiori dell’esistenza, deve portarsi alla vibrazione pid elevata che governa il tutto. In ogni uomo esistono i pit vari elementi contrastanti, tendenze che accampano pretese per proprio conto, istinti, sentimenti, passioni e incitamenti della nostra coscienza morale. Cento direzioni, forze contrastanti che tendono cia- scuna ad eliminare l’altra: un campo di battaglia in cui non sempre si riesce a stabilire l’equilibrio, Ne deriva perenne instabilita e mancanza di sicurezza. I molteplici conflitti in noi sono anche opera di aspirazione di vith e di passione. Provengono dal hasso le negative, dall’alto quelle positive. L'aver vinio se stesso molto pit glorioso che l'aver, vinto un nemico — serive Valerio Massimo (“Detti e fatti ‘memorabili”); e Seneca (“Lira”): Quando l'animo & riuscito a comandare a se stesso, tutto ha ottenuto. Chi sostiene una battaglia pit dura di colui che si sforza di vincere se stesso? Or bene, questo dovrebbe essere il no- stro da fare: vincere noi stessi e diventare ogni giomno pitt forti e, in qualche parte migliori ® scritto in quell aureo ‘bro che & “L'Imitazione di Cristo” di Tommaso da Kempis (lib.1, cap. 3). : Lottare contro gli altri, invece, & la cosa pid facile. B dare sfogo a quell’insieme di animalita ancora non estinta che cova nella maggioranza degli vomini. Rivolgere le armi contro gli altri pure facile: cosa naturale dell istinto pro- prio della bestia. Tutti lo sanno fare da molti millenni e lo fanno tuttora, anzi eccellano maggiormente oggi in quest"arte quelli meno evoluti moralmente Costruire il proprio carattere 141 La lotta con il proprio simile suscita la guerra, ma il combattimento con se stessi é apportatore di pace, setive Inayat Khan Ma l’uomo lo ignora, 1! suo cuore & un campo di batta- glia ove si svolge un’eterna lotta, ed egli s‘illude di godere Ia felicita nel possesso delle soddisfazioni esterne. Ma il re- ‘gno della felicita non é nelle cose tertene. 1! mio regno non € di questo mondo spesso si dimentica il significato di que- ste parole. I! paradiso — ha scritto S, Teresa di Avila non @ un luogo ma un modo di essere dello spirito. La gioia & Pepilogo di una battaglia conclusa, dentro ciascuno, con la vittoria sul mondo inferiore, messo finalmente a tacere con la raggiunta padronanza sugli istint, sulle passioni sull’egoismo umano. : Questa felicit’ @ I'augurio, o mio lettore, che io ti faccio, B anche tu la raggiungerai se arriverai a dominare te stesso, _, Combatti serenamente la tua battaglia, la battaglia del tuo ideale, Le avversit’ non devono turbare il tuo animo, Nell’intimo rimani sereno pur agendo attivamente per aggiogare le difficolta. Per superare l'ostacolo il tuo compi- to primo @ quello di rimanere sereno per meglio vedere ¢ agire. L’uomo che non sa, rimane sconvolto dinanzi all’o- stacolo, Il turbamento servizebbe solo a impedite il 1 sultato, Le energie devono rimanere integre per superare Ia prova. 2. Costruire il proprio carattere SS Ad un certo punto della propria evoluzione I’uomo sente il bisogno di non cedere pitt al tumulto dei sensi, di calmare le passioni, di cominciare a pensare col proprio cervello, cessando di essere un oggetto dell"ambiente e delle per. sone. Le vicende delle esistenze, gli sbandamenti dei vizi che Jo avevano reso schiavo e le sofferenze che ne erano deti- vate: stanco di tante delusioni amarezze, si accorge di avere una volonta con la quale pud liberatsi da ogni le- game. E il momento del risveglio ai valori reali della vita. De- cide, allora, di fare da solo, di prendere le redini de! pro- prio carro, di amministrarsi senza intermediari, troppo spesso interessati Consapevole di avere gli strumenti per farlo, comprende Ja necessiti di non essere piti schiavo di nessuno. Decide, allora, di darsi delle regole, delle norme di vita cche gli servano per la liberazione. Lresperienza diretta era necessaria nel primo tempo, unica strada agli inizi del cammino, per maturarlo, Scopre, in seguito, gli insegnamenti dei saggi, enorme miniera da cui attingere per trarne forza e aiuto per salire sul piano della coscienza individuale, la vetta cui ogni uomo, come tale, deve aspirare. 44 / Guide alta padronanza di sé UI temperamento Il temperamento @ la veste che Lo spitito indossa, lo strumento con il quale deve compiere le sue esperienze nel mondo della materia, La vita é esperienza, Sono le esperienze che determinano Ja trasformazione dell’individuo Nascendo, noi assumiamo il temperamento adatto al compito che dobbiamo assolvere su questa Terra. A tal fine scegliamo il canale di ereditatiet che meglio ce Jo consente, con i pregi, le tare e i difetti caratteristici nonché le condi- Zioni dell’ ambiente. Queste condizioni rispondono sia a esigenze karmiche che a una precisa finalita, né possono essere del tutto an- nullate o alterate nel senso assoluto, ma su di esse si deve lavorare. Le condizioni non sono le stesse per tutti, ma diverse se- condo le esigenze di ciascuno. Lo sforzo, quindi, per arri- vare a un risultato non @ lo stesso per tutti: mentre all’ uno sara facile, all’ altro costera di piti, Un temperamento aspro, difficile, ribelle, richiederd una somma maggiore di sforzi per rendersene padrone rispetto a un temperamento docile € buono. Il temperamento, o indole, € ’impronta che Ja Natura da a ciascuno nascendo, mentre il carattere & |’impronta che ciascuno di a se stesso con I'autoeducazione. Tempera- mento e carattere sono, dunque, diversi e complementari. IL primnitivo, il selvaggio allo stato naturale & quello che 2, obbedisce solo all'impulso, all’istinto naturale senza cor- rezione € nel quale nessun lavoro é fatto per modificarsi e migliorarsi. Il temperamento la massa grezza, il blocco di marmo su cui uno scultore deve dare o stampare |’impronta e rica~ vare una bella statua La materia prima su cui lavorare, ereta 0 marmo, non & tuguale per tutti, non ha la stessa malleabilita e in questo si afferma la capacitd dello scultore. Con immagine pit viva, il temperamento & stato parago- nato al cavallo che & dato a ciascuno da cavaleare nella corsa della vita, un cavallo che spesso di un gran da fare, che prende la mano e porta dove non si vorrebbe. Ma é un Costruire il proprio carattere 14S cayallo che si deve assolutamente ridurre all’ obbedienza. Nella corsa della vita 2, certo, molto importante il tempe- ramento che si € avuto in sorte come & molto importante la qualita del cavallo in una corsa ippica. Il cavallo che si ca- valea va domato e guidato. Se il cavallo prende la mano pud far precipitare in un burrone. Sta a noi disciplinarlo e indirizzarlo. Gran parte del destino di ciascuno & legato al tempera- mento che si ha nascendo. Per questo & indispensabile avere su di esso tutto il potere, perché non sia esso a con- durci, ma siamo noi a comandarlo per portarci dove vo- gliamo noi. Inayat Khan ha scritto: La vita é quella che 2: non pos- siamo cambiarla; ma possiamo cambiare noi stessi. Di che cosa @ fatto il temperamento 11 temperamento é il risultato di due fattori: lo stato delle ghiandole endocrine e lereditarieta, Lo stato delle ghiandole ha i suo grave peso nell’espres- sione della vita umana. Non @ soltanto sulla conformazione fisica la loro potente influenza quanto sullo stato d’animo. sul modo di essere di tutta la psiche. Le ghiandole hanno la pitt grande importanza; a seconda del loro funzionamento esercitano un'azione decisiva sul corpo, sull’indole, sul- Vintelligenza, su tutta la personalita. L"irregolare attivita, Veccessivo funzionamento o l'insufficiente azione determi- nano conformazione fisica e temperamento del tutto diversi Basti pensare, ad esempio, alle gonadi, le ghiandole della riproduzione. Un uomo o una donna che ne venissero pri- vati, muterebbero completamente non solo 'aspetto, ma Pindole, la mentalit’, assumendo espressioni totalmente di- verse Analogamente avviene per la tiroide, la pituitaria, le sur- renali, il timo, lipofisi, ’ovaia e le altre ghiandole disse- minate nel cranio e nelle varie parti del corpo: esse com- piono funzioni tra le pit importanti e sono a loro volta causa di atteggiamenti umani e di espressioni diverse di vita. Sono la base umana del comportamento poiché con- dizionano tutta la vita fisica e morale dell’ uomo, sono il ca- 6 / Guida alta padronanza di sé nale attraverso il quale Ja psiche si esprime come la voce pet mezzo di una tromba, Tutti gli uomini sono pid’ 0 meno influenzati da questi due fattori costituenti il temperamento: le ghiandole © Pereditarieta, mentre i meno evoluti ne sono addirittura de~ terminati I fattore ereditario inchioda I’uomo a una data espe- rienza psico-fisica, scelta apposta per la propria evoluzione attravetso l’esperienza. Resta sempre, perd, il fatto impor tante che egli pud agire sull’ultimo anello di questa catena con la propria energia spirituale e con la sua volont Giovanni Papini serive nel suo “Diario”: Se dessi libero corso alla mia vena plebea, ne verrebbero fuori pagine pitt aspre dei versi di Giovenale e pitt impetuose delle apostrofi di Bruno, Forse 2 questo il vero fondo della mia vera natura e non Pho mostrato abbastanze: La varietA dei temperamenti La tipologia classica, quella di Ippocrate e di Galeno, suddivide i caratteri secondo gli umori e raggruppa gli uo- mini in quattro temperamenti fondamentali: sanguigno, nervoso, linfatico, bilioso. Innumerevoli studiosi hanno fatto, in seguito, altre classificazioni partendo da punti di vista diversi Ancora nell" antichita Teofrasto nel libro J caratteri pre~ sentd, in bozzetti vivaci, vari tipi di temperamenti: l'adu- latore, il loquace, il diffidente, il vile, l'aggressivo, I’im- pudente, ’avaro ¢ cosi via. Nel "600 il moralista francese La Bruyére pubblico Les caracteres de Teophraste e, sulle orme del Maestro, traccid dei costumi dell’epoca, attraverso la descrizione di tipici personaggi ben caratterizzati Lo psicologo Carl Gustav Jung, ai nostri giorni, distin- gue gli uomini in due tipi: estroversi, cio’ proiettati verso il mondo esterno, € introversi ovvero ripiegati nel proprio mondo interiore. Il francese Le Senne li distingue in emotivi e non emo- tivi, Fra gli emotivi comprende i nervosi, i sentimentali, i Costruire il proprio carattere | 47 collerici, i passionali; fra i non emotivi: i sanguigni, i flemmatici, gli apatici. Per il tedesco Spranger, invece, vi sono sei tipi: 'uomo teoretico, economico, estetico, sociale, religioso ¢ ’'uomo della potenza. Altre classificazioni caratteriologiche hanno fatto Kla- ges, Mounier e tanti altri Ogni cosa appare diversa quando diverso & I'angolo di visuale da cui é guardata: 'uomo ha mille aspetti e mille sono i punti da cui pud essere osservato. La biologia, la psicoanalisi, I'astrologia, la religione, la psicologia vedono I’uomo dal proprio angolo visuale, rag- gruppando per affinita ¢ dando nome diverso alle varie ca- tegorie. ‘Anche questa conoscenza pud aiutare nell’indagine a meglio conoscersi. La scala dei temperamenti comprende, in realta, tanti gradini per quanti sono gli uomini, essendo ciascuno un mondo. Ma anche lo studio della tipologia umana ha dato il suo buon contributo alla conoscenza della psiche e vera- ‘mente utili sono molti trattati sull’argomento. ‘A te interessa perd non tanto lo studio teorico dei tempe- ramenti quanto la conoscenza approfondita e particolare del tuo temperamento per meglio costruire il tuo carattere. Dal punto di vista psicologico vi & chi stabilisce le quat- tro categorie: 1. Ghiistintivi, dominati dai sensi 2. Gli emotivi, predominati dai sentimenti. 3. Leerebrali, governati dal pensiero razionale. 4, Gli spirituali, ispirati da ideali superiori d’amore e di ben Non gia che vi sia divisione netta tra queste categorie. In ‘ogni uomo sono presenti tante forze, ma in ognuno ne & prevalente una che agisce in modo predominante e tale da poterlo classificare in quella categoria. Il temperamento naturale & una disposizione costituzio- nale, una struttura psichica sulla quale si pud agire limita- tamente. Si & emotivi, sanguigni, biliosi, flemmatici, freddi, ardenti, cerebrali ecc. come sul piano fisico si & biondi o bruni, alti o bassi, grassi o magri. Proprio per questo ogni eccessiva premura di modificare 48 / Guida alla padronanza di sé il proprio temperamento da di solito scarsi risultati, Le di- sposizioni costituzionali ben difficilmente possono essere radicalmente modificate e sempre in maniera momentanea. 1 temperamento naturale pud essere governato, indiriz- zato nella sua manifestazione, sublimato e utilizzato portan- dolo su di un piano pid alto, ma annullarlo del tutto non & possibile. II temperamento resta ma & necessario tenerlo sotto controllo e dominatlo. Sul temperamento noi dobbiamo e possiamo costruire il nostro carattere, servirei di esso per fini elevati e meglio appropriati ad esso veneinatur# va alutata eservita, non mai deformata e vio- lentata. Qual 2 il tuo temperamento? Chi & padrone di sé conosce bene le molteplici manife- stazioni de proprio temperamento e riesce a contenere le espressioni estreme entro un limite ragionevole. Egli sa go- vernarsi in conformita all’ideale scelto. ‘Tutti i beni della natura, in cos) larga misura distribuiti ovungue, esistono per essere conosciuti ¢ goduti dal- Yuomo. Tutto cid che esiste & veramente funzionale, cio’ per uno scopo di servizio e di uso e non potrebbe essere altrimenti ‘Tutto il bello, il buono e anche tutto cid che lo é di meno, & a disposizione dell’ uomo ¢ di tutti gli altri esseri della na- tura capaci di comprendere. Ma l’uomo non sempre conosce la misura delle cose e, talvolta, pur conoscendola, & portato a usarne solo a scopo egoistico, con danno proprio e degli altri, ha quindi biso- ‘gno di una regola e di una misura. Con la padronanza egli ha quanto gli serve per Vapplicazione della giusta misura sull’agire della vita e la regola migliore per la sua condotta. Questa é la padronanza ced in questo essa consiste E necessario conoscere il proprio temperamento. Chi conosce se stesso a sufficienza pud prevedere quali sono le reazioni dinanzi ai fatti della vita Chi si abitua a guardare se stesso come osservatore Costruire il proprio carattere 149 stando in alto, da quell’To spirituale che non muta, arriva col tempo a conoscere la parte inferiore che deve essere ajutata a progredire, a guardarsi col distacco che si usa con Ie altre persone. Aver conquistato questa capacita di guardarsi @ aver rea- lizzato la conoscenza che il nostro vero Essere @ immuta- bile, nettamente diverso dalla nostra mutevole personalita. Da un punto fisso distaccato pud agevolmente studiarsi cid che scorre, che passa, che muta. Conoscere se stesso yuol dire conoscere tutti gli aspetti di questa parte in mutamento, gli aspetti positivi e quelli negativi, le capacita, i limiti, i pregi e i difetti; significa c« noscere le nostre reazioni potenziali ai fatti della vita. Cid tiferito non solo alla parte psichica ma anche a quella fisica che, come la prima, é strumento dell'Io. Conoscersi é avere in mano la luce che illumina un im- ‘menso cammino nella via del proprio miglioramento. E difficile, perd, realizzare questa conoscenza di se stesso. E i motivi sono molti. ‘Tra questi @ la difficolt& di realizzare un distacco veramente effettivo per osservarsi. Utilizzare la propria indole per il meglio Il temperamento di ciascuno & quello che @ @ il migliore possibile per la propria evoluzione. Non vi sono tempera- menti buoni ¢ cattivi in se stessi, ma vi sono soltanto tem- peramenti mal indivizzati, inadatti all’attivita cui sono im- piegati Ii problema, come si detto, & di utilizzare per il meglio il proprio temperamento, per lo scopo adatto, e nella cosa ad esso pitt congeniale. Anche i temperamenti difficili pos- sono riuscire i pid indicati per certi raggiungimenti. Cid che vale per tutti & impiegare ogni temperamento per il bene, in- canalando le forze verso raggiungimenti pitt alti, subli- mando le energie per realizzazioni superiori, Cosi, una persona troppo sensibile non dovra mai essere applicata in ambiente 0 con persone di eccessiva, pesante carica psichica da cui sia troppo disturbata o tormentata. L’azione prima, quindi, & quella di non violentare mai il 50 / Guida alla padronanza di sé proprio temperamento, ma impiegarlo nella cosa giusta dove non stia solo per tormentarsi, ma dove possa dare ill migliore rendimento perché é i luogo pitt adatto, Il temperamento naturale va controllato per quanto possibile, soprattutto per non arrivare mai agli eccessi, tanto pericolosi e nocivi. Ogni eccesso & sempre degenera” zione. Questo deve essere il proposito fermo di chi ha un temperamento troppo sensibile, portato alla eccessiva vi- brazione, In quest’opera regolatrice pud influire beneficamente quella parte nostra superiore, se risvegliata e sviluppata, Vo Divino in noi, che aspetta silenziosamente di essere ri- destato, ‘Non @ possibile sostituire il proprio temperamento, né snaturarlo del tutto, perehé non & possibile andare contro natura. Ma si deve attendete all’opera di equilibrio, di cor- rezione, di modifica, di ritocco. E questo si deve fare, gui- dandolo verso la giusta direzione. Fil compito di ciascuno, utilizzando la propria sensibilita psichica, intellettuale, mo- rale. Vi sono professioni e mestieri in cui coloro che hanno una buona sensibilit& morale trovano la loro gioia 0 il loro tormento. Alcuni sono macerati fra ansie e preoccupazioni proprio perché non sono nell’ ambiente adatto alla loro sen- sibilita, entre si roverebbero a loro agio con coloro che la devono sviluppare. La palma non spetta, come nelle gare ippiche, al primo arrivato ma a chi avra ottenuto il miglior risultato, relati- vamente al tipo di cavallo che ha cavalcato, Cosi pud av- venire che i primi potranno essere gli ultimi e viceversa. La qualita ¢ il numero dei temperamenti sono tanti per quanti sono gli uomini, Ognuno é pid adatto a qualche cosa © per uno scopo. Per quel fine ognuno @ il migliore, adatto per quello, meglio di un altro. Per venire ad una esemplificazione: per compiere uun’opera di grandi proporzioni ci vuole un temperamento ardente e anche impetuoso, mentre questo sarebbe del tutto superfluo per fare il notaio 0 l'impiegato del catasto. S. Paolo, che affronta prigioni, battiture, accuse, fuoco, naufragi, fame, freddo, affronta pericoli di ogni genere, percorte centinaia di chilometri, non avrebbe fatto quel che Costruire il proprio carattere 151 hha fatto senza un temperamento ardente che non ha re- ppresso, ma applicato all’opera da svolgere. Il suo tempera- ‘mento sarebbe stato inutile, anzi nocivo, ad un anacoreta. Vediamo S. Girolamo tormentarsi nella solitudine applicarsi allo studio dell’ebraico, come egli dice, per do- ‘minare la sua natura inferiore. Quando si @ trovata l’applicazione adatta al proprio tem- peramento, si notera che il rendimento dell’ opera @ poten- Ziata al massimo. Questo @ il segreto di molti straordinari suecessi di tanti uomini di talento. Annullare il proprio temperamento & cosa vana, @ andare contro natura; & come voler raddrizzare una coda: torner’ allo stato di prima quando cesserd la forza che la tiene. Ma si deve ricordare pure che il termperamento va gover- nato, proprio per indirizzarlo verso quella meta e quella riu- scita che gli& pid confacente. Tl temperamento é la parte animale dell’ uomo. Se non si costruisce su di esso il carattere, I’uomo resta ancora pres- soché un animale che segue prevalentemente I’istinto senza 'impiego della ragione. Ti temperamento é opera della natura mentre il carattere @ opera nostra, & il lavoro che ciascuno fa sul temperamento come l'artista modella la creta. Sia dolce e aspro, calmo 0 impulsivo, tranquillo o agitato il temperamento incide pro- fondamente nell’esistenza di ciascuno, sul destino e nella vita di relazione, Cosi non sar’ difficile prevedere l’esi- stenza di un uomo dal temperamento violento, egoista o al contrario di chi dotato di temperamento generoso altruista. Si deve lavorare sul proprio temperamento, qualunque sso sia, per fame uno strumento che va maneggiato o pa roneggiato per la realizzazione dell’ideale che ciascuno si & proposto. Certamente & necessario limare la parte pid aspra emuvida. Chi lamenta di avere un cattivo temperamento deve pen- sare che & lo strumento pid adatto al lavoro da compiere. Savonarola, Saulo, Giordano Bruno non avrebbero fatto cid che hanno compiuto se avessero avuto un tempera- mento placido e dolce. Ma essi lo hanno saputo ben utiliz zare per opera da compiere. La padronanza di se stesso & di capitale importanza tanto 52 Guida alla padronanea di sé nei momenti decisivi della vita come nei piccoli patticolari dell’esistenza quotidiana. L'uomo che non si domina, sia pure fornito di alte qua- Jit& e di doti eminenti, vive in una posizione precaria perché esta sempre alla mercé di quelle forze interne o esterne che, una volta scatenate, possono ridurlo un cencio. Gli scaltri spesso approfittano di questi poveri uomini, creando situazioni in cui essi si trovino impigliati e, privi come sono della capaciti di dominio, vi restano come vittime. Uomini privi di scrupoli si servono della passione per il denaro che muove l’umanita. Agire sul proprio temperamento Non si potra mai del tutto annullare il proprio tempera- mento che @ un’eredita bio-psichica. Sarebbe distruggere Puomo. Potrai cacciar via con la forza Vindole naturale — serive Orazio — ma essa ritornerd sempre. Pitt che annullare deve indirizzare, guidare, moderate. Questo cid che si pud fare. Anzi si deve fare, per trarne il massimo vantaggio da ogni lato utile che ciascuno di essi offre. Portarlo verso la aueta migliore, preservarlo dagli eccessi nocivi, trae tutto quello che ci pud dare di buono. L’opera di educazione va fatta soprattutto su se stessi. E bisogna aver fiducia in questo. Il temperamento si deve controllare nelle manifestazioni negative. ‘Vi sono particolari temperamenti che sono causa di con- tinue preoccupazioni. Sono le conseguenze penose di im- pulsi non governati. Certi temperamenti alla Cellini, alla Caravaggio e simili, bizzarri, litigiosi, attaccabrighe, non possono sperare davvero in una vita tranquilla. Le preoccu- pazioni saranno il loro pane quotidiano. Essi sono vittime di se stessi e non avranno mai pace, guastando tutta una vita, E naturale che sia cosi, se non agiranno su se stessi per rimuovere la causa prima di ogni agitazione. Temperamenti difficili che possono incanalare Ja loro esuberanza combat- tiva verso un’altra direzione, non contro i propri simili. Elevando le loro energie, portandole su un piano pid alto, Costruive il proprio carattere 1 53 impiegandole proficuamente in ideali superiori potrebbero operare per una causa di maggior valore e trovare il loro correttivo benefico in un’azione vantaggiosa per sé e per gli altri, Nel libro “Psicosintesi” il Dr. R. Assagioli consiglia il modo di sublimare le proprie energie, sia combattive che sessuali, perché cessino dall’essere fonti di preoccupazioni €, purificate, siano portate a un livello pid alto d’impiego. Ttemperamenti generosi hanno in sé una forte carica di energie, Essi sentono vivamente le emozioni che non sem- pre riescono a controllare. Per questo sono considerati spesso degli impulsivi irruenti che arrecano danni e guai. A un’analisi pit profonda, risultano anzi generalmente delle persone di indole generosa che con lo stesso impulso col quale sono capaci di ferire 0 uccidere arrivano a gettare la loro vita per altri a sacrificarsi per ’altrui bene. la stessa indole di molti eroi e di tanti martiri che noi onoriamo. Essi non sanno resistere agli impeti istintivi, agli impulsi da cui sono mossi, non sanno opporre una forza razionale alla forza istintiva o sentimentale da cui sono pre- potentemente trascinati Sviluppando la forza della volonta e il controllo della ragione per frenare gli impeti improvvisi, costoro molto spesso divengono i migliori uomini quando a una naturale forza di vita sanno dare una giusta direzione. L’apatico, invece, & spesso soltanto un individuo privo di energia, nel quale le emozioni sono ancora allo stato latente, non risvegliate. Egli non fara mai nulla degno di considerazione perché non vive: @ ancora allo stato vegetativo. ‘Molto spesso tra gli apatici vi sono quelli che si dicono scettici o agnostici: una sottofascia nociva i quali, oltre alla mancanza di energie, sono arrugginiti nelle loro facol dormienti: la vicinanza di qualche sorgente umida o di caldo li ha ossidati, non essendo riusciti e farli germogliare per Vassenza del sole, vera sorgente di vita, di luce e di calore. Coloro per i quali la vita non un’inutile esperienza ‘mutano soprattutto il carattere con l’andare dell’eta. Il carat- tere é la sintesi di tutte le esperienze passate ed & naturale che cid avvenga per coloro che assimilano le esperienze come si assimila il cibo che diamo al nostro corpo. 54 / Guida alla padronanca di sé Ma cid che muta @ la veste di quello che non muta, Vimmutabile, lo Spirito, la Scintilla Divina, che @ in noi. La veste, I’apparenza, € 'animo (animus), quel succe- dersi incessante di modi di essere, ’alternanza di stati di- versi alla ricerca di un equilibrio che manca. Non solo la pit grande giomnata della vita ® scandita da questi ritmi che si altemnano, ma anche la piccola giomnata di ‘entiquattro ore ha le sue fasi minori che matano. Secondo i temperament, I'alba, il meriggio, il tramonto ¢ la notte rappresentano, talora, notevoli differenze negli stati d’animo. Molti uomini sono soggetti eccessivamente a questa ‘mutabilita, Basta che cambi il tempo. Osservateli in una giornata coperta 0 piovosa e poi paragonate il loro compor- tamento a quello tenuto in una giornata di sole. Noterete una grande differenza, Mentre nella prima li vedrete chiusi, tacitumni, con tendenza a isolarsi, altrettanto li noterete alle~ gti, espansivi e ciarlieri quando il cielo @ limpido. Le condizioni di ambiente, di luogo, di tempo, influi- scono soprattutto su coloro che sono molto emotivi, il cui temperamento ipersensibile é fluido, instabile. Basta una piccola contrarieta, una passeggera indisposizione, un ri- tardo a un appuntamento, una notizia buona o cattiva e cost via per modificare di continuo il loro umore. E noto come lo stato febbricitante o di malattia in genere contribuisca al cambiamento d’umore, a rendere ipersensi- bili e pid difficili a mantenere normale lo stato d’animo. E ben nota V'irritabilita dei malati, dei vecchi pieni di acciacchi Per questo @ saggezza non arrivare mai agli estremi nei contrasti, perché mutando successivamente lo stato d'animo tutto si vede diversamente. Se in quei momenti non si agisse affatto, certe cose non accadrebbero. La formazione del carattere Bisogna lavorare a formarsi un carattere, altrimenti non si diventa mai veri uomini, ma si resta a mezza strada, con tutti gli inconvenienti e con nessun vantaggio. Costrure il proprio earautere 1 5S Socrate pare avesse un temperamento assai pronto all'ira e d’una vivacita che lo portava, quando parlava, ad ani marsi, a gesticolare, a far scintillare fiamme nei suoi gran occhi'e magari a percuotersi e a stapparsi i capelli. Ma, fin dalla giovinezza, comincid ad esercitarsi alla pazienza e profittava di tutto per condursi secondo il lume della ra- gione ¢ pacificare la sua anima. Costrui il suo carattere che risultd tanto diverso dal naturale temperamento: quando era in collera non parlava affatto, ovvero lo faceva con dol- cezza; si vedeva bene che era commosso, ma si vedeva pure che padroneggiava la sua collera, L’opera alla quale ciascuno deve attendere nella propria vita @ la laboriosa costruzione del proprio carattere come ciascuno si é prefisso quale proprio ideale. E che cosa farne del proprio temperamento? Non va certo buttato via, non va rinnegato, soppresso o annullato, Le qualita positive vi sono in tutti i temperamenti. Emer- son (“La condotta della vita”) ha sctitto: «Dio ci ha messo nelle mani gli elementi del nostro carattere... Sta a noi fare Ta cernita e dare a questa materia grezza la forma che pitt ci piace». Tl temperamento pud essere pessimo quanto si vuole, non importa. Si pnd costmire dovungue, anche nei terreni pit impervi, 8 anzi proprio Ii che vengono terrazzi con ma- gnifici giardini. Importante 2 gettar bene le basi e lavorare bene. La saldezza é quello che conta. L’indovino Zopyro riconobbe sul volto di Socrate i se~ gni di una possente sensualita e quando i discepoli, aven- dolo saputo, ne furono sorpresi, Socrate disse: Bene ha visto Zopyro. Il terreno sul quale si costruisce il carattere & il proprio temperamento naturale che si dovra quindi ben conoscere. Conoscersi un lavoro di anni e non 2 detto neppure che dopo molti anni ci si arrivi. Soerate confessava di non esserci riuscito, Ma almeno Vresperienza di se stessi deve condurre, dinanzi a un fatto, a sapere prima quale sara la reazione e quindi consigliare di affrontarlo o evitarlo e come comportarsi. Se questo studio di se stessi comincia fin da giovani e poi si continua con costanza, si giungera sicuramente a una sufficiente conoscenza tale da far evitare molti scogli. 56 / Guide alla padronanca di sé I temperamenti che noi riteniamo meno raccomandabili sono quelli, forse, dove si pud costruire un carattere mi- gliore, pid forte. Vi sono numerose testimonianze di cid. Ogni temperamento ha l’aspetto e i lati positivi da valo- rizzare. Il buono & dappertutto: basta saperlo vedere e met- tere in luce. Perfino chi uccide talora contiene, sia pure sbagliato o distorto, qualcosa che nella mente oltenebrata dell’assassino non sembrava @ lui riprovevole o addirittura ispirato a ideali di patria, di religione, di onore e simili, Per la costruzione del proprio carattere & necessario co- noscere il proprio temperamento e scegliere cid che vi é di buono. Questa parte migliore va purificata. Si pud influire su di esso attraverso una lenta operazione di autoeducazione, facendo penetrare in esso dei profondi convincimenti in modo da trasformare gradualmente le sue consuete reazioni. Per questo & cosi importante acquisire convinzioni morali. I! temperamento restera sempre come sottofondo anche in coloro che hanno sublimato le sue manifestazioni L’ardente temperamento di Saulo non fu mutato fonda- mentalmente, seppure portato a livello di Paolo. Cosi pure Ja sensualita elevata e indirizzata alle altezze sublimi del misticismo ha potuto toccare quelle vette solo in coloro che possedevano una carica capace di essere sublimata. Importante é utilizzare per il meglio il proprio tempera- mento. Il cavallo che ti dato di cavaleare va domato e go- vernato in modo che non sia esso a trascinarti dove vuole, ma invece ti porti dove tu vuoi andare. E una duplice vitto” ria, poiché vince due volte chi riesce a trasformare Vavversatio in amico, La parola carattere, dalla sua etimologia greca (charakter), significa impronta, segno impresso, inciso (charassein = scolpite, imprimere). Da cid l'uso della pa- rola carattere nel linguaggio grafico e I’uso traslato per in- dicare qualitt distintive. Applicato all’ uomo, il carattere & l'impronta che egli, con la propria educazione, riesce a dare volitivamente a se stesso. Come un timbro, uno stampo, l"impronta viene ri- cavata sul proprio temperamento o indole di cui la natura ha dotato ciascuno. Costruire il proprio carattere @ lavorare a questa im- Costrure il proprio earauere 1 ST pronta secondo un modello che ciascuno yuol riprodurre, vuol dire attendere alla propria auto-educazione. Per co- strure il proprio carattere & nevessario anzitutto prendere le redini del proprio carro e, se prima era guidato da altri, da quel momento ? necessario guidare da soli. Tl temperamento e il carattere sono la personalita, cio la maschera che I"To spirituale indossa nella manifestazione sul piano degli uomini. Come riuscirono i santi Sul peggiore temperamento si pud costruire il migliore dei caratteri solo che si sappia impegnarsi, conoscersi, vo- lete, per applicare in questo tutte le propre forze. Un illustre grafologo italiano, autore di molti trattati, Gi- rolamo Moretti, ha esaminato la scrittura di migliaia di persone ed ha scoperto il segreto del temperamento naturale di molte di esse. La sorpresa & stata grande quando si & constatato, attraverso documenti e testimonianze, di altra fonte, la veridicita delle sue asserzioni. Cid che ha meravigliato, soprattutto, & quanto & stato ri- yelato nei riguardi di alcuni sauti2, i quali con la volonta eroica sono riusciti a dominare il proprio temperamento naturale che era tutt’altra cosa da quello che & stata invece la loro vita Un giomo presentarono all’illustre grafologo degli scritti da esaminare. Dopo attenta indagine, rilevd che Ia grafia apparteneva a persona agitata da forti istinti, con tendenza all'ira, ai piaceri della vita e con inclinazione al furto. Si diffuse inoltre in dettagli che ben tratteggiavano la perso- nalita dell’esaminato. La meraviglia di coloro che lessero il responso fui grande perché sapevano che lo scritto apparte- neva a San Benedetto da Labre, un uomo che nella vita non aveva manifestata nessuna delle tendenze segnalate. ‘Ma essi dimenticavano che avere la tendenza al furto non ‘vuol dire essere un ladro. ‘Nel caso esaminato voleva dire soltanto che al santo co- std pit che ad altri il dominarsi per non assecondare la na- 2G, Moreui, J santi dalla foro serttura - Bd, Paoline, Roma, ‘58 / Guida alla padronanza di sé turale inclinazione verso la roba altrui, verso il piacere dei sensi e l'abbandono alla collera. Per lui lo sforzo dovette essere eroico perché dominare un cavallo furioso, restio ¢ recalcitrante, & certamente pid difficile che cavaleare un ‘mansueto giumento. San Luigi Gonzaga, secondo le medesime analisi grafo- logiche, subi le sofferenze morali pit atroci durante lintera esistenza. Egli dovette battersi contro un temperamento «permaloso ¢ privo di generosita, tenace fino alla testar- daggine, sensuale, vendicativo, incline alla collera e all’invidia». Lo stesso grafologo afferma che la scrittura di S. Teresa del Bambin Gesti assomiglia a quella di Rina Fort, la fami- gerata saponificatrice condannata all’ergastolo; che Napo- Teone Bonaparte era un emotivo. Se le azioni di coloro che ora noi ammiriamo o veneria- ‘mo non sono state quale era il loro temperamento naturale, questo ¢ dovuto al lavoro di autocontrollo e di raggiunto dominio su se stessi. S. Giuseppe da Copertino, “il santo dei voli”, grafolo- gicamente risultd allo stesso Moretti, e con suo grande sbi- gottimento, «uomo tendenzialmente di scarsi propositi, dall'indole vile ¢ vendicativan. Quest’ analisi corrispose & quello che era narrato nella sua biografia: gli sforzi che il santo aveva fatto per superare le tendenze della sua natura inferiore, Ul carattere si forma con i pensieri predominanti Se l'indirizzo precedente era sbagliato & necessario cor- reggere Ja direzione, indirizzando la propria vita verso un ideale di bene. Questa meta deve esser tenuta ben ferma perché & su questa che bisogna correggere, di tanto in tanto, le piccole deviazioni, inevitabili Cura in modo particolare il modo di pensare. Infatti tu sei quello che pensi e divieni quello che pensi, allo stesso modo che nel fisico divieni quello che mangi. I Pensieri sono un alimento; il carattere si forma con i pen- sieri predominanti. E un’ opera silenziosa ma continua, come la costruzione delle membra del proprio corpo, ope Costrure il proprio carattere 159 rata dal cibo. Le gracili membra del neonato, per il quoti- diano alimento, si trasformano dopo anni ed anni in quelle robuste dell’uomo e, dopo lungo esercizio in quelle dell’atleta dalle spalle erculee e dai muscoli d’acciaio. Sono i pensieri di ogni giorno che permeano di sé la vita dell’ uome, informano le sue azioni € muovono le sue pa- role, come I’aria che si respira, oltre che il cibo di cui si nutre’, Per questo, per l"educazione, si da tanta importanza alle letture, alle compagnie, all’ambiente in cui si vive proprio perché la lettura, la conversazione, le impressioni che si ri- cevono dall’ ambiente, sono i canali per i quali maggior co- pia di pensieri affluisce alla mente dell'vomo. Costruize il proprio mondo di pensieri dai quali attingere nutrimento per la mente & cosa vitale per chi sia indirizzato verso la costruzione di un carattere elevato e la formazione di una personalit’ superiore. Tutta la trama dei pensieri po- trebbe paragonarsi all’ intelaiatura intorno alla quale si co- struisce un edificio. Su poche colonne di cemento, con una fitta rete di fili metallici, s'imposta la costruzione anche di grandiosi palazzi. Tutto si rege su quello e il segreto di luna statica che ci pare portentosa & nella loro salda unione. Tiesto & ornamento ¢ tifinitura fumzionale. Anche tt puoi costruire cost il tuo carattere, su poche idee basilari, aiutate, sorrette, unite alla trama dei fili, di saldi pensieri, che sono idee. : Vivekananda dice: Procedete facendo il bene, coltivando santi pensieri continuamente: questo 2 il solo mezzo per sopprimere le basse impressioni. Non dite mai che un uomo possa essere senza speranza, giacché egli rappresenta soltanto un carattere (cattivo), un legame di abitudini € queste possono venir cancellate con altre nuove e migliori. Il carattere viene formato da abitudini ripetute ed & sol- tanto con altre ripetute abitudini che il earattere pud venir ri- formato. 3 Vedi 1 prodigi del pensiero positive di A. Voldben - Edizioni ‘Mediterranee, Roma, 60 / Guida alla padronanza di sé Altri elementi necessari Stabilite saldamente le basi per la costruzione del carat- tere, ecco ora gli elementi necessari Un buon carattere é formato da tre elementi fondamen- tali: buona intelligenza, buoni sentimenti, buona volonta, L'intelligenza é la luce che ti fa vedere la strada, i senti- ‘menti sono la direzione della via stessa, la volonta & la forza che ti fa arrivare alla meta. La luce pud essere pid’ 0 meno forte, la direzione verso una meta pitt o meno elevata, la forza del camminatore pud variare in una gamma notevele. ‘Maé importante vedere bene la strada che si percorre, la di. rezione della via, e poi dosare la forza di volonta per giun- gere alla meta. L'ideale sarebbe il possesso in grado elevato dei tre ele- mentie si avrebbe allora un carattere invidiabile, Una bella intelligenza, dei buoni sentimenti e una forte volonta: un armonico equilibrio fra loro dei tre componenti, ecco poi il coronamento. 1! pessimista dira che se questi elementi non si hanno fin dalla nascita non si acquistano. Tu gid sai che & vero il contrario, cio’ che senza lo sforzo personale si perdono, se si hanno, mentre con Jo sforzo si acquistano se non si hanno. Ogni uomo pud migliorare, se vuole. Il pessimista per il suo carattere... pessimo non é un. buon testimone, an2i sull’argomento & proprio il meno qualificato. In lui, temperamento € carattere, ambedue pessimi, coincidono cali é lesempio di stasi e fossilizzazione spitituale. Non hanno nessun valore positivo le sue malinconie, In Ini sono combinati i tre elementi negativi: ignoranza, inco- Scienza, indolenza, le costruzioni sotterranee che sprofon- dano nel sottosuolo, all’ opposto di quelle che si innalzano verso i cieli pid limpidi, La debolezza di carattere & tra le cause fondamentali di un’esagerata sofferenza, Peril debole le cose piccole diventano giganti, le inezie prendono l’aspetto di cose importanti. Non vale ritirarsi in solitudine, evitare, fuggire: si troveranno sempre formiche che diventano elefanti. Talvolta basta solo un pensiero © mettergli avanti montagne invalicabili che non ha la forza Costruire il proprio carattere 61 attraversare, Mentre spesso la realth@ pianae leggera, Il destino dell’uomo’, cio’ la sua esistenza sulla Terra, & informato e legato evidentemente al carattere. Gli avveni- ‘menti e le relazioni con gli altti ¢ le loro relazioni verso di noi, derivano, in gran parte, dal nostro comportamento verso di loro, conseguente al nostro carattere. 4 Vedi I! destino nella vita dell'womo di A. Voldben ~ Bdizioni Medi- terranee, Roma, 3. La padronanza delle manifestazioni esteriori Per un risultato duraturo nella padronanza di se stesso si deve agire nell’ interno, poiché cid che si manifesta nel no- stro comportamento é gia dentro di noi, Ma per iniziare si comincia generalmente dell’esterno. Cosi nella costruzioni s’inizia sempre dal basso, ma I’edifi- cio non é completo se non si copre con il tetto ¢ non si rifi- nisce la parte interna, Nulla viene fuori da noi che non sia gia in noi. B li che Vazione si deve essenzialmente svolgere per comprendere il perché e il come si deve realizzare cid che fa con lacquisto della coscienza. A questo fine si dovra eliminare tutto cid che & negativo € sostituirlo con moventi e azioni di contenuto positivo. In altre parole, si dovra agire secondo la natura superiore divina, superando quella inferiore animale. Quando nell’ uomo penetra questa convinzione (vincere dal di dentro) tutte le norme che regolano I’azione esteriore divengono pressoché superflue perché la forza sprigionata dall’interno sapra regolare meglio di ogni regola esterna il proprio agire, La disciplina: condizione per ogni raggiungimento Chiunque abbia anche la minima esperienza della vita sa che per arrivare meglio a qualsiasi conquista & necessario 64 / Guide alla padronanea di sé raccogliere le proprie energie disperse in modo da farle convergere tutte verso lo scopo volito, Questo si chiama, in altre parole, sottoporsi a disciplina, cio® effettuare un coordinamento di sforzi, dosandoli se” Gondo la necessita ¢ il momento, eliminando cid che pud danneggiare il raggiungimento finale. Chi ¢ abituato ad amministrare cosi sapientemente le Proprie energie si trova nelle migliori condizioni per co- gliere qualunque sucesso, in ogni campo, perché possieds Ia capacita caratteristica di coloro che vincono. Se t esamini la vita di coloro che hanno raggiunto qual- che posizione eminente, ti accorgi che sono persone che si sono sottoposte a dura disciplina. Sapersi disciplinare & dare la prima manifestazione prat- ca di autodominio, @ il primo gradino. Se manca, non 8 possibile salire ulteriormente la scala, non si raggiunge i livello superiore. Disciplina concreta nella vita di ogni giomo. La prima disciplina va applicata alla distribuzione delle ore di lavoro e di riposo. Asli atleti, ai campioni, viene rigorosamente dosato an- che nei dettagli lorario degli esercizi, il sonno, il cibo, il riposo, lo svago. er raggiungere e conservare la piena efficienza dei pro- pri muscoli che assicuri la superiorita sugli avversari de. vono sottoporsi a quel duro lavoro di padronanza del pro- rio corpo che si chiama allenamento. Devono rinunziare Spesso perfino ai piccoli piaceri di ogni altro uomo, ai di, Yertimenti, al sesso, al fumo, all'alcool e sottostare a rigide regole di ofario e di vitto. Rinunce calcolate, che danno il loro frutto, ideale da raggiungere fa tacere le voci degli istinti, dell’abbandono, dei vizi, delle passioni o anche quelle delle emozioni per ascoltare soltanto cid che si deve fare per arr. vare alla meta, Non si parla, dunque, degli anacoreti del deserto che si nutrivano di erbe e di miele selvatico, dormivano sulla nuda terra, vestivano logori panni passando lunghe ore in medi tazione e sottostando a tale dura autodisciplina per un alto ideale di dominio sulla materia La padronanca delle manifestaconiesteiori/ 65 1 tanti uomini infiacchiti dalla mancanza di un ideale, bolsi, rammolliti, privi quindi di ogni autodisciplina, para~ gonati a questi, appaiono come esseri amorfi o inerti, cada- veri ambulanti, ombre, seppur illusi di vivere. La disciplina della vita esteriore come oratio di lavoro e riposo, di attivita e di pausa si realizza sempre quando I'uo- ‘mo abbia stabilito in sé l'ordine interno, Nulla di buono po- tra mai esser realizzato nel caos del disordine, nell’abban- dono alle circostanze esteriori, senza una disciplina interio- re che sia anzitutto stabilita nel pensiero e poi nell'azione. Coricarsi ad un’ ora fissa e levarsi secondo i ritmo del sole: pitt presto d’estate, pit tardi d’inverno. Sia regolata, Tora dei pasti e I’ora del sonno. La giomata non regolata induce al disordine della vita. La disciplina di sé é la capacita essenziale di chi vuol ar~ rivare alla padronanza di sé. Se si & incapaci di disciplina, si é dei falliti e non si pud arrivare al traguardo successive dell’autodominio. L’ordine Chi si proposto di raggiungere la padronanza di sé ama vivere nell’ordine delle cose che ha intorno. Nel disordine vive a disagio. : L’ambiente in cui vive, ordine delle cose che lo circon- dano lo aiutano a darsi una disciplina. Cost & pure nel ve- stire armonico, non chiassoso né stonato come oggi & co- stume generale. Ma lordine deve essere in funzione della persona, non viceversa. Per questo alcuni hanno intorno un apparente di- sordine visto da occhi estranei che, invece, @ ordine per colui che ha poste le cose secondo un suo patticolare biso- gno e sentire. Disciplina & anzitutto ordine, in se stesso e nelle proprie cose. Non ordine formale di cose catalogate, riposte e poi, magari, dimenticate, ma ordine che & disciplina attiva di vita edi azioni. Dal mattino: l’inizio della giomata operosa nulla deve esser lasciato alle mutevoli circostanze, ma stabilito prima 66 / Guida alla padronanea di sé fino all’ora del riposo, tanto importante per 'uomo che agi- sce avendo per strumento un corpo di carne non ancora ob- bediente. Ordine di luogo e di tempo, senza la rigorosa ca- tegoricita di coloro che sono privi di fantasia. Il corpo espressione dell’anima Gli atteggiamenti ¢ i movimenti del corpo possono esercitare la loro influenza, favorire e anche provocare certi stati mentali allo stesso modo che ogni attivita psichica ‘comporta una ripercussione somatica poiché il corpo parte- cipa ad ogni movimento dell’anima. Il legame tra corpo e psiche & cosi stretto che qualunque modificazione allo stato del corpo si rflette immediatamente su quello della psiche e viceversa. Imovimenti muscolari sono prodotti dai pensieri e dai sentimenti. Le emozioni interne si manifestano esterna- mente con movimenti del corpo. Ogni movimento @ la tra~ duzione del pensiero che é nella mente. I mondo esterno non é che il riflesso e I’espressione del mondo interno, ma se noi ci imponiamo l’agire con calma, di riflesso calmeremo anche I’ agitazione interiore. La relazione tra anima e corpo & intiura. Noi siamo fatti da tutti ¢ dueye mossi dallo spirito che agisce con i suoi strumenti per le sue esperienze sul piano della materia. La maschera e il volto Tl volto ha una funzione preminente nella vita dell’ uomo, @ la pagina sulla quale vanno a segnarsi i sentimenti che incidono solchi, rughe nell’espressione che gli stati @animo ripetuti e etd rendono stabili. Nel volto si riflette anima, lo stato interiore. Vi sono volti infantili a ottant’anni e voiti devastati nel tempo dalle amarezze della vita a trenta. Ogni espressione ripetuta s'incide fino a diventare fisionomia. ‘A quarant'anni — diceva Lincoln — I’uomo é respon- sabile della propria fisionomia, ‘Le emozioni di qualunque genere hanno la loro ripercus- La padronanca delle manifestaiont esteriori OT sione nel volto, se non si vuole che queste traspaiano & ne- cessario porsi una maschera usando la forza plasmante della volonta. Lreccessiva mobilita del volto, a seconda delle impres- sioni che si ricevono, @ indice di eccessiva emotivita, ac- compagnata da scarsa volonta. E necessario intervenite in quelle espressioni in modo da non lasciarle incontrollate € abbandonate al mutevole alternarsi delle impressioni. La societa odierna impone questa necessita. Chi si rego- lasse diversamente sarebbe sicuramente oggetto degli as- saltie vittima degli altri Liimpassibilita esterna, di facciata, la calma dei gesti e dei movimenti, se sono opera soltanto della volonta, hanno Ja durata della vita della volonta che impone, ma quando derivano da persuasione € convinzione interiore di una mente superiore, penetrata dalla luce dello spirito, si esprimono come spontanei e con naturalezza senza forzature e senza momenti di vuoto. Come regola fondamentale & da ricordare che non & sempre necessario mostrare a tutti esternamente cid che si hha dentro per la stessa ragione che non si mostra a tutti quello che si ha nella propria casa. E la stessa ragione per la quale si fa uso delle serrature. Questo atteggiamento non ha nulla in comune con la si- mulazione o la dissimulazione. Solo un ignorante superfi- ciale potrebbe fare una simile confusione. L’amore della verit& deve sempre animare e guidare la vita di chi vuol progredite. ‘Quando noi diciamo d’imporre una disciplina alle e- spressioni del proprio volto per non attirare facilmente i de- sideri e gli appetiti dei malintenzionati, non diciamo nulla che possa minimamente far pensare a un consiglio a deviare dalla verita. Non intendiamo condividere l’insegnamento sulla flem- ma degli anglosassoni che troppo spesso suggeriscono l'at- teggiamento impassibile come un tranello per l'avversatio da colpire o da sopraffare. Noi repelliamo dai sepoleri imbiancati. Noi non vogliamo insegnare I’astuzia che come tale & sempre una debolezza poiché fu ben detto che Vastuzia & la forza dei deboli. Ma fa parte di ogni insegnamento la prudenza o la cautela. 68 / Guida alla padronanza di sé Svetonio, nelle Vite dei dodici Cesari, cosi scrive di Au- gusto: Si nel parlare come tacendo era di volto tranguillo ¢ Sereno, cosi che uno dei maggiorenti della Gallia confesso ai suoi come da quel suo aspetto egli fosse piegato dissuaso dal precipitarlo gitt in un abisso come pur aveva stabilito, quando durante il passaggio delle Alpi gli si era fatto pit vicino col pretesto di parlargli. Ebbe occhi chiari e splendenti, che amava apparissero animati da una sorta di divino vigore, ed era lieto se alcuno, guardato da lui molto acutamente, abbassava gli occhi come abbagliato dal sole. Ul portamento dignitoso In un vecchio libro L'arte di giudicare gli womini dal loro incesso si trovano della considerazioni interessanti. Si parla del modo stravagante di camminare di certuni: essi gettano le braccia quasi stessero nuotando, le agitano o le abbandonano a se stesse come se vi avessero rinunziato, si dondolano o si dimenano, altri procedono rigidi e impettiti come se avessero all’ interno conficcato un asse. Se, trovandovi per la strada, vi soffermerete ad osserva- re il camminare dei passanti, vedrete le disarmonie di pen- siero di gran parte degli uomini espressa nel loro modo di camminare. Forse imparerete tante cose sulla psicologia umana. Dall’alto, di lontano, voi spesso riconoscete una persona dal modo di camminare anche se.non riuscite a riconoscere chiaramente la sua fisionomia. E perché I’uomo rivela se stesso nel modo di muovere il passo come nel parlare, nello scrivere, essendo movimento personalissimo questo pitt di ogni altro atteggiamento. Infatti ogni dittatore per togliere agli uomini la personalita, per distruggere e livellare, non fa che inquadrarli a drappelli e farli marciare allo stesso passo i tutti, insieme e unanimi. Si sente rispetto verso uno spirito vigile che & consape- vole di quel che fa, che & presente a se stesso, che concen- tra i suoi pensieri nellazione. Come all’ opposto & sgrade- vole trattare con persone assenti, che rivelano mancanza di controllo e dimostrano anima fiacca. Il portamento dignitoso ha qualeosa di magn La padvonanza delle manifestazioni exterior’ 69 ispira rispetto proprio perché rivela spirito vivo che sa mantenersi al di sopra del richiamo delle attrattive degli istinti e dei sensi L’incedere solenne nei riti ¢ nelle cerimonie dei culti delle varie religioni & l'espressione dell” anima che ha supe- rato l'agitarsi convulso del mondo materiale. L’agire calmo e ponderato La calma caratterizza 'uomo saggio, sicuro di sé, pa~ Grone dei suoi atti perché nel suo interno ha realizzata la pace che da il vivere secondo le leggi di natura. Egli prevede i suoi impegni, i suoi compiti e provvede in tempo acid che deve fare. Vindolenza dello sprovveduto che impedisce di prov- vedere nel tempo dovuto alle faccende per poi illudersi di rimediare in seguito affrettando: E legge di natura la gradualitd dei tempi e dei modi. Chi s'illude di raggiungere subito e in fretta una meta senza passare per gli stadi intermedi, s’illuderd ancora, poi, di rimediare di colpo a cid che non ha fatto prima. Prevedere prima per provvedere poi. Si fa tardi la sera e non ci si alza in tempo al mattino, ma oi si corre per artivare tempestivamente in ufficio. ‘Non si pud raggiungere il terzo piano di un edificio sal- tando i primi due. Cid che vale per lo spazio, vale anche per il tempo, L’agire calmo e ponderato esige, inoltre, una costante presenza a se stesso per essere in grado di controllare cid che si pensa, che si fa, che si dice. Per questo & necessaria la calma. ‘Liagire calmo e ponderato é la norma dell’ uomo saggio che sae conosce perché la condotta calma permette dintervenire sempre al momento giusto, | Rifuggi dall’assillo della fretta che incalza la maggior parte degli uomini o Chi corre, chi si precipita, non & in condizione di pensare a cid che fa, non pud fermarsi al momento del pericolo; allora come fosse assente dall’azione che compie, dalle parole che dice, dal suo pensare; quel vero se 70 Guida alla padronansa di sé stesso che, invece, deve sempre tenere le redini del carro che conduce. E quando i cocchiere & assente & facile capire che cosa avverra del carro in movimento, Intraprendi a vivere al rallentatore, se vuoi avanzare sul piano dello spirito. Sottrai te stesso al vortice della vita Gegli stolti; liberati dalla catena che ti lega alla ruota vorti- cosa che ti fa girare come un cosa, mentre non sei tu che dai impulso, ma sei mosso da altri. Potrebbe iniziare per te una nuova vita, la vita dello spirito, mentre finora hai vissuto la vita della terra, Non disperdere le tue energie nella fretta, se non stai bene anche fisicamente. Se lavori con calma la dispersione sara minima perché non ti agiti internamente; é ’agitazione che esaurisce. I avoro fisico, il movimento, non & tanto cid che fiacca Tomo, quanto I’ansia, la fretta, la paura, e tutti i sentimen- ticonsimili, sentimenti negativi che logorano non solo 'in- terno ma anche l’estemo, I motto dell’imperatore Augusto era: Festina lente, af- frettati lentamente, Apparentemente paradossale, celava un, significato profondo, che voleva dire: mentre fai qualche cosa non lasciarti distrarre perdendo tempo, ma facendo adagio e senza interrompere cid che fai. Non é laffrettarsi convulso e disordinato di chi si agita per far presto perché non ha provveduto a coordinare in tempo le azioni al fine prefisso. Tito Livio ha scritto nelle Storie: Chi non ha fretta, ha modo di chiarire ed accertare le cose: la fretta é improvvida ecieca. Ma questo pud avvenire soltanto se si sa attendere, sen- za voler arrivare subito allo scopo. Il tempo chiarisce e fa risolvere tante situazioni intricate che al momento possono apparire insolubili. Quintiliano ha scritto saggiamente: La natura non volle che nessuna cosa grande fosse fatta presto. Gesti e movimenti Lrirrequietezza fisica & certo indizio di assoluta assenza di controllo su se stessi. La padronanza delle manifestazioni esteriori 71 Tragazzi, uomini e donne di temperamento nervoso, non possono star fermi e comunicano anche agli altri il loro stato di agitazione. : Sui tram di Tunisi & esposto un cartello significativorads vietato parlare al conducente, dovendo egli usare entrambe Je mani per le manovre». Parlare con le mani, gesticolare, & particolare caratteristi- a di chi & dotato di vivacita espressiva unita a traboccante sentimento. Il gesticolare sembrerebbe una caratteristica dei popoli meridionali, esuberanti ed espansivi. Invece, non & cosi. Vi sono popolii del nord che in questo li superano di gran lunga. Sono proverbiali le poderose manate sulle spalle degli americani, le strette di mano dalle quali ci si dovrebbe tutelare con un’assicurazione contro gli infortuni. Sembra che i Francesi del nord, in quanto a mimica, sia- no un doppio concentrato dei napoletani. Pit che a parole si esprimono a gesti scomposti e a sbuffi. Per una cosa da nulla gridano un «ah!» prolungato alzando mostruosamente le sopracciglia cosi da somigliare ai mascheroni delle fonta~ ne. Per dire che ignorano il nome di una strada si mettono le dita sotto il mento strombettando con le labbra un rumore che somiglia alla nostra pernacchia o all’applauso del Barbariccia dantesco. ‘A Nantes, a St. Nazaire sono tanto espressivi nei saluti che con facilita vi abbracciano calorosamente come vecchi conoscenti. Un grande gesticolatore, fuori misura, era pure Beetho- ven. Lo sbracciarsi che faceva nel parlare, in casa, per la strada, dappertutto era ben noto. Un giorno che and® nella fattoria del fratello, per il suo grande agitar di braccia fece spaventare gli animali e meravigli® tutti i coloni. Quando poi dirigeva l’orchestra arrivava a toccare il superiativo. Al- Jargando le braccia in modo inverosimile faceva cadere i candelieti che gli erano messi vicino tanto che in seguito erano costretti a farli reggere da due ragazzi del coro. Ma avveniiva che gesticolando appioppava loro dei colpi solen- ni e spesso i poveri ragazzi cadevano a terra insieme ai can delieri. I fanciulli, ammaestrati dall’esperienza, erano allora accorti a seguire con la coda dellocchio le agitate manovre del Maestro e, quando se Ia vedevano brutta, si ac~ coccolavano in terra. 72.1 Guida alla padronanza di sé Le persone esuberant, i giovani, sono portatiall’ecces- so di movimenti, a gesticolare, ad agitarsi, a portare con le mani un sussidio non richiesto alla parola. Non c*8 azione senza movimento, e soprattutto, il lavoro manuale ne com- porta un gran numero che alla fine producono stanchezza. Maé necessario imparare a pensare prima di agire. Eliminare il grande caos dei movimenti inutilré gid fare ‘un passo avanti sulla via della padronanza di sé. Si ottiene efficacemente leliminazione dei movimenti pensando a quello che si fa; il pensiero potenzia ogni atto ¢ da movimento lo fa divenire gesto. Il movimento é fuori del controllo mente il gesto é illuminato dalla luce della co- seienza; il pensiero conferisce al movimento la giusta mi- surae ne fa risaltare il valore di atto controllato. Separare e riconoscere il movimento dal gesto @ impa- rare a parlare il linguaggio concentrato dell'azione essen- ziale — afferma Serge Brisy —; approfondire l'economia del gesto & canalizeare il proprio pensiero e armonizearlo al dovere compiuto. I movimento meccanico, abitudinario; il gesto & vi- vente, riflesso; il movimento & automatico, il gesto & co- sciente. Dal gesto emana armonia, perché esso ha stabilito un ritmo col pensiero. Se non si pensa, si fanno solo movi- suenUi; un pensiero confuso non pud produrre gesti, ma soltanto movimenti, moltiplicati futilmente, ripetuti talvolta fino all’ esaurimento. Agire con misura ed economia, evitando inutili disper- sioni di energia preziosa: questo il giusto atteggiamento di chi voglia padroneggiare i propri movimenti esteriori, L’agitarsi inutile produce solo danno e rivela mancanza di ritmo interior. Esso va quindi eliminato, elevando di piano i propri atti portandoli dal movimento al gesto controllato € cosciente. Il fascino dei riti sacri di ogni religione, antica e mo- derma, @ dato anche dalla maesta dei gesti posati e sicuri, vivificati dal pensiero di chi li ditige. Non vie in essi nes” sun movimento malaccorto 0 incontrollato, ma solennita di gesti ponderati. Per chi voglia arrivare al dominio.di se stesso Veconomia del gesto deve essere lo studio di ogni mo- ‘mento, L’urtare contro spigoli o mobili come avviene a La padronanza delle manifestazioniesteriori 73 coloro che noi qualifichiamo per sbadati, posare un oggetto sul tavolo urtandolo, chiudere una porta con violenza, sono azioni disarmoniche che rivelano in colui che cos) agisce un pensiero separato dal movimento che compie. L’azione ¢ il pensiero non sono armonizzati fra loro. Il risultato del di- saccordo @ un movimento malaccorto. Osservate invece il compimento di un tito. Sono gesti dosati. La il pensiero guida l’azione, la potenzia, la carica di una forza particolare: & una vibrazione divina. Tutto & osato, dosato, misurato. L’attenzione da all’atto una capacita superiore, ne rad- doppia lefficacia. La mano ha un linguaggio d’anima Le mani sono le antenne che raccolgono e trasmettono, irradiano e polarizzano le correnti magnetiche dal di fuori all’essere e dall’essere verso l’esterno, Sono quindi l’agente magnetico per eccellenza, sono lo stramento del pensiero, si caricano della sua potenza e la trasmettono. Siano esse levate al cielo nella preghiera occupate nell’ opera del lavoro o protese nella carezza dell’amore 0 rilassate in appatente abbandono, le mani non sono mai inattive, perché nella immobilita stessa della meditazione esse centralizzano delle forze di vitae le trasmettono. Lo sguardo Il linguaggio dello sguardo non & fatto di parole, eppure @ eloquentissimo, € un modo di esprimersi chiaro che pur non ha suono di voce. Se la parola é il linguaggio umano, ve n’é uno pili che umano, che esprime meglio di quello ogni sfumatura di sentimento. ‘Nel viso, l’espressione degli occhi ha sfumature sempre piene di significato: é un’ombra o una luce particolare che nell’espressione dello sguardo rivelano pit di ogni altro at- teggiamento cid che avviene dentro. L’esperto sa cogliere la 7A | Guida alla padronanea di sé minima emozione negli occhi e nel volto di coloro che non hanno abbastanza forza per padroneggiarsi e manifestano ogni emozione sul volto, come uno specchio limpido che si appanna alla minima nebbi Lo sguardo é un linguaggio divino che condensa nel si- lenzio la pit grande espressione di pensiero. Molte cose pud dire lo sguardo che non riescono a dire le pit belle pa- role. La parola spesso tradisce il pensiero, lo muta, lo altera nella forzata necesita di tradurre nella forma materiale cid che appartiene a un mondo non di materia. Nello sguardo vi é lespressione diretta da spirito a spirito, la proiezione senza intermediari da mente a mente, da cuore a cuore, di un'idea che & vibrazione. L’impassibilita La principessa Matilde diceva di Napoleone III: «Un uo- ‘mo che non s’impressiona mai di nulla! Figuratevi che lal- ‘ro giomo un cameriete poco pratico del servizio gli mando in faccia lo spruzzo di un sifone di acqua di seltz. Egli non disse neppure una parola e si limitd a passare il suo bie- chiere dall’altra parte della tavola. Il massimo della collera a Cui si pud arrivare @ di esclanare: “Ma & assurdo!”. Non ha mai detto pitt di cosi. Io, se l’avessi sposato, gli avrei spez~ zato la testa per vedere cosa c”é dentro» Limpassibilita del volto & maggiormente necessatia quando da essa pud dipendere esito o pud influire note- volmente sul risultato 0 quando il manifestare cid che ab- biamo dentro pud aumentare l’emozione stessa con sicuro danno. Gli altri vedono l’aspetto, quello che si presenta ai loro occhi, e sono indotti spesso da quello che vedono a illazioni altrettanto gratuite quanto nocive a noi stessi Di qui la necesita di acquisire la capacita di restare im- passibili quando le circostanze lo richiedono e di non mo- strare minimamente cid che sentiamo all’intemo. Ma cid ri- chiede assoluta padronanza di sé e dominio dei propri ri- flessi. Tutto @ vibrazione nell’ uomo e nelle cose, ma con diver- sa intensita in ogni essere che produce lo stato freddo 0 cal- do secondo il moto vibratorio che caratterizza ogni essere € La padronanca delle manifestazioni esteriori 175 ogni situazione. Ma da ogni stato & possibile il passaggio all'altro. Riferiti alla parte psichica dell’ uomo i due stati denotano due modi di essere di fronte agli eventi della vita. Le situazioni comuni non richiedono all’'uomo un parti- colare stato vibratorio, ma soltanto quello ordinario, poiché la sintonia con i fatti si mantiene in modo eguale col modo di vibrare consueto che & quello lento di freddezza, Quando i fatti cambiano nel loro ritmo e nell’ampiezza, la psiche, per natura, 2 portata a sintonizzarsi con loro, a cambiare pur essa in ritmo e in ampiezza e, nell’ accelerare di vibrazioni, a scaldarsi, come si riscalda ogni cosa che vibri pid celermente. Mantenersi allo stato primitivo, fteddo, dinanzi al mu- tare di ritmo dei fatti® restate estranei a quel nuovo movi- ‘mento: questo & il sangue freddo. Lrimperturbabilita esteriore pud essere il frutto di un’acquisita calma interiore, divenuta espressione naturale di serenita di fronte a qualunque causa esterna eccitatrice; ovvero, pud essere data da una potente forza di volonta che impone un dato contegno che inibisce qualunque manife- stazione di sentiment. La prima é non sentire, la seconda & non mostrare. Per quanto sia preferibile, come la pitt valida, Vimpassibilita del primo tipo, fermiamo per ora Pattenzione del lettore sul fatto in sé della impassibiliti, non guardando ‘quale ne sia il movente. Impassibilita & non mostrare I’interna passione che tor- menta, ma @ conservare il volto uguale come se quel tor mento non vi fosse. La padronanza di sé richiede di mantenere un atteggia- mento esteriore impassibile in certe circostanze, tale da non permettete in nessun modo la manifestazione dell’emozione che agita Pintero. Gioacchino Murat, cognato di Napoleone, diceva del ministro Talleyrand: «Se, mentre quest’ uomo vi parla, ri- cevesse una pedata nel sedere, il suo volto non ne farebbe capire nulla» Ma V'impassibilita di Talleyrand andava ben oltre. In- fatti, al principio del 1809 Napoleone comincid a sospettare che Talleyrand lo tradisse. Lo chiamd nel suo gabinetto e, 76 | Guida alla padronanza di sé dinanzi a parecchi testimoni, lo investi con gli insulti pit atroci: «Tutta la vostra vita & una vergogna. Voi siete un la- dro, vile, traditore, vendereste perfino vostro padre!». Tal- leyrand, le spalle poggiate al caminetto, ascoltava impas- sibile, Napoleone continud ancora per lango tempo, rove~ sciandogli addosso tutto il suo disprezzo, giungendo per- fino a rimproverargli il suo matrimonio con una donna dis- soluta. Poi se and® lasciando tutti tertificati. Allora Talley- rand sorrise leggermente e sospird: «Che peccato che un Si grande uomo sia tanto maleducato!». La stessa sera in casa della principessa di Laval, molle- mente disteso su di una poltrona, raccontava la scena con una tale indifferenza che sembrava parlasse di altri, Uno dei presenti sbalordito esclamd: «Ma come! Vi ha detto questo in facia e voi non avete afferrato una sedia, un tizzone, la molla e non vi siete gettato addosso a lui. «Oh, si — rispose Talleyrand — ci ho pensato, Ma che volete? Sono cosi pigro!». L’impassibilita esige la pid assoluta eguaglianza di con- tegno tanto di fronte alle cose gradite come di fronte a quelle spiacevoli. E una capaciti che bisogna acquistare con Tesercizio. Si danno circostanze nella vita in cui chi Pha acquistata @ davvero fortunato: sono le circostanze nelle quali mauifestare emozione & nocivo a noi stessi e agli al- tri, Sono le circostanze dolorose di calamita collettive, di cataclismi, di sommovimenti, d’incidenti, etc., quando i pit perdono la testa e si lasciano sopraffare dagii istinti di aura, odio, panico e sono vittime della suggestione. Chi hha vissuta l'esperienza di simili circostanze sa che le prime vittime in queste oceasioni sono proprio coloro che non sanno restare calmi, che si lasciano vincere dall’ emozione, che non hanno imparato a essere impassibili, L’educazione di quelli destinati a funzioni di comando, da adulti, era, un tempo, generalmente curata in modo par. ticolare nel senso che si dava ad essa un carattere di rigo- rosita. Erano sottoposti ad una disciplina severa sotto la di- rezione di vomini dui Si tendeva a far si che di fronte a qualunque circostanza essi potessero mantenere lo stesso volto impassibile in modo che gusti, tendenze, simpatie, antipatie, nulla trape- Jasse, ma ogni cosa restasse celata sotto l'espressione sem- La padronanza delle manifestazioni esteriori (77 pre uguale, nella quale nessuno potesse leggere. Nessun metodo, quanto questo, era atto a creare degli ipocriti. Ma forse per fare il principe o il re, I’ipocrisia era necessaria come i vari movimenti equilibratori del cavaliere che ga- loppa per non essere sbalzato di sella I bonzi passano per uomini impassibili che conservano un contegno sempre eguale pur dinanzi a fatti che turbereb- bero chiunque altro. In verita, il volto olivastro, giallo, ter- reo favorisce in chi lo guarda l’impressione di essere sem- pre eguale perché non riesce a essere mutato neppure dal roseo turbamento. E un colore che non affiora su quello sfondo scuro, Sul volto dalla pelle bianca, invece, esso agisce in tutte le sfumature fino al rosso acceso delle cam- pagnole pudiche (se ancora ve ne sono) che arrossiscono a vampate € mostrano sul volto ogni mutarsi dei sentimenti interni., Maé certo che la vera impassibilita é quella interiore che non ha necessita di nessuno sforzo per mostrarsi all’esterno dinanzi agli avvenimenti della vita. Il viso deve essere impassibile ad ogni emotivita, ¢ forte dove essere la spinta per espellere tutto cid che vuole en- tare in noi per danneggiarci e modificarci. E il metodo migliore per mantenere il volto impassibile perché se Fintemo @ turbato, duro & lo sforzo per mantenere il viso imperturbabile. La serenita dello spirito, al di sopra di ogni meschina vicenda umana, @ l’unica ricetta valida sempre per conservare un volto impassibile. A questo deve tendere ogni uomo, ed allora, ogni altro problema di piccole ricette morali non ha pitt ragione di es- sere, Un tempo era caratteristica degli Inglesi la flemma, noti per la impassibilita di facciata dietro la quale si celava un disegno calcolatore da non condividere in pieno. Ma ora pare sia sparita anche questa veste che troppo spesso po- teva essere soltanto ipoctsi Esiodo ha scritto: I! two volto non manifesti_mai quel che @ il tuo pensiero. Ma il tuo aspetto non contraddica af- {fatto il two Sentimento, A colui che si mostra tanto ben ornato all’esterno ci sa- rebbe da dire quello che Michelangelo disse a un suo cono- scente che diceva messa da poco ed era venuto a Roma in 78 1 Guida alla padronanza di sé pompa magna, dopo aver mostrato di non riconoscere il grande pittore: Davvero che voi siete bello. Se foste cosi dentro come vi veggo fuori, buon per anima vosira! Saper attendere con calma La fretta di agire ¢ di reagire pud causare molti errori deplorevoli. Basta spesso astenersi da un certo pensiero da una data azione, saper attendere poco per constatare che si stava per commettere un errore. Quanti sospetti infondati, parole inconsulte, giudizi er- ronei sarebbero risparmiati se si fosse aspettato anche un solo minuto prima di agire, di giudicare, di parlare, La prima cosa @ riflettere, ragionare, saper attendere prima di ogni azione. La fretta & cattiva consigliera che spinge ad agire presto e subito, inopportunamente, senza dar tempo di riflettere a quello che si fa. E che spesso si fa male costringendo a ricominciare daccapo. Tl tempo che si voleva risparmiare viene cosi a doversi taddoppiare con la perdita di cid che si poteva fare meglio con calma, Fretta nel parlare, fretta nello sparare giudizi, fretta nel camminarc. L’insicurezza che ribolle in ognuno genera questo Voler far presto, quasi si tema di non fare in tempo prima che accada qualche cosa. ‘Tanti exrori sono causati dalla fretta La fretta @ inutile oltre che sempre dannosa. Il saggio consiglia: Quietate il vostro affanno, fermate il vostro correre, zittite il vostro frastuono, rallentate la vostra agitazione per ascoltare la voce che vuol parlarvi dentro, Se ben esaminati, i motivi della fretta perdono ogni loro importanza. Non c’é cosa che ne valga veramente la pena Alessandro Magno, vedendo un corriere artivare tutto affannato verso di lui, disse: Che cosa avra costui di tanto importante da dirmi? Una corsa tale sarebbe giustificata soltanto dalla notizia che Omero é risuscitato! Oggi gli uomini non sanno pid camminare, meno ancora Passeggiare, devono correre 0 trottare all’americana: uo- mini maturi vogliono apparire giovani. Hanno dimenticato che si pud camminare per una igiene La padronanca delle manifestacioni esteriori 79 salutare con un sano comportamento senza agitarsi, La fret- ta nell’agire, nel parlare, nel camminare come anche l’indo- Ienza sono indice della prevalenza degli istinti non dominati in questa epoca di generale decadenza. . Il camminare frettoloso soltanto movimento agitato quando @ incontrollato ma pud divenire gesto quando & dignificato dal pensiero calmo. 4. Il dominio dei sensi Chi senza aver prima debellato i cingue ne. ‘ici intern (i sensi) pensa di vineere alt ne- miei, @ invece sopralfato da questi altri ne- da “Mille sentence indiane” 1 sensi servono all’ uomo per la sua esperienza terrena, ‘molto importante per la sua evoluzione. Sono strumenti ne” cessari, € tutto dipende dall’ uso che egli ne fa, Possono es- sere aiuto al suo avanzamento o la sua 1ovint. Tsensi sono la parte che I'uomo ha in comune con I’ani- male © aggrappandosi ad essi egli resta sul piano animale, che non & propriamente quello che a lui si addice di pid. Ben altre vette sono a lui riservate e a quelle egli si deve clevare per realizzare, oltre alla sua umanita, soprattutto la divinita che egli ha in sé. Egli deve essere padrone, non lasciarsi dominare da essi. Questa padronanza é assolutamente necessaria. L'uomo non é tutto nei sensi. In lui vi sono altri stru- ‘menti ben pit importanti e di portata maggiore: la ragione, Pintelligenza, la volonta, Vintuizione. Tnostri sensi sono limitati. Entro di essi dobbiamo fare le nostre esperienze. Se fossero pid ampi, come in alcuni animali, avremmo una “gabbia” pid vasta, esperienze diverse © pit grandi, ma anche maggiore difficolt’ nel controllo. 82/ Guida alla padronanca dé ‘L’animale che @ in noi Nel Dhammapada, un libro della saggezza orientale, & seritto: Di colui i cui sensi sono ridotti in quiete, come ca- valli ben domati dal cocchiere, di costui privo di orgoglio e di passioni, di costui hanno invidia gli stessi Dei. Nel commento al libro di Mabel Collins “La luce sul sentiero "é detto: Imparate ad essere un domatore di bestie Jeroci poiché avete un intero serraglio in voi. Il leone, la ti- ‘re, la iena, la scimmia, il porco, il pavone ed altre che ‘mostrano wuiti, senza darvi tregua, qualche loro caratteri- stica. Non le temete, sorridete quando una di esse si mo- stra, poiché voi siete i pitt forti e potete assoggettarle, anzi é talvolta utile che si mostrino, per mettervi in guardia verso di loro. Quando si sia raggiunto un livello da cui si possa fare da spetiatori, diventa quasi un divertimento guardarle eseguire le loro marachelle e i loro buffi sgambetti. Allora sentite veramente che esse non sono voi, ma qualche cosa di separato da voi, qualche cosa da cui vi state liberando rapidamente. Non vi preoccupate delle bestie poiché voi siete i padroni. Sarebbe lungo parlare singolarmente delle varie forze ‘animali che agitano I'uomo. Nel comportamento umano si nota I’analogia col modo di agire dei singoli animali recati a simbolo dei vizi e delle passioni degli uomini, Di chi si sia macchiato di crudelta si dice: 2 una belva, Per la vanita si suol chiamare in causa il pavone. Cosi per astuzia, la volpe; per la rapacita, il corvo; come anche per la ferocia, la iena, e per chi infierisce nell’ombra, lo scia- callo. Gesii stesso chiam® razza di vipere coloro che gli tende- vano insidie ¢ consiglid siate semplici come colombe e astuti come serpenti. Questo raffronto, fatto con gli ani- ‘mali, ha per fondamento il rapporto con I’espressione part: colare di quell’istinto, non ancora spento nell” uomo. Cid, naturalmente, senza offesa per il mondo animale. L’ offesa semmai, sarebbe I’umanita non ancora sufficientemente li- berata da forze di grado inferiore. Infatti in una societ& che si dice progredita vi sono ancora cannibali, tagliatori di te- ste € capi di stato capaci di ordinare distruzioni in massa con l'impiego di armi di ogni genere. La bestia umana ri- Hl govemo della parola | 83, vela la sua natura inferiore quando lascia libero corso alle forze che lo muovono, aggravando i peggiori istinti col cat- tivo uso della ragione. __ Vi sono uomini straordinari che, a dimostrazione della pid assoluta padronanza di se stessi, giungono a dominare perfino i processi organici del proprio corpo. Essi dimostrano praticamente che il corpo espressione dell’anima, Non tutti, certamente, hanno come ideale quello di di- ventare dei fachiri né di arrivare a inutili eccessi esibizio- nistici, ma ognuno ha il dovere di liberarsi dalle pesanti ca~ tene di servith che legano la maggioranza degli uomini alla materia, ai sensi, ai vizi, alle passioni, Ognuno ha il diritto di essere padrone in casa propria, di rendersi arbitro e indipendente: padrone, non schiavo; si- gnore; non servo. Questa liberazione dipende da ciascuno. Finehé non sara conquistata, ognuno dovra considerarsi legato da ceppi, in servith, poiché libero & soltanto 'uomo che sa comandare a Se stesso e, anzitutto, ai suoi sensi e la suo mondo infe- riore. Vizi e passioni Le passioni elevate sono la forza della nostra vita, senza di esse non potremmo tenerci su, cadremmo inerti senza alimento, quando ancora lo stato evolutivo é scarso. Ma si tratta di vedere di quali alimenti ci nutriamo. Non si pud vivere senza passioni come non si pud vi- vere senza alimenti, ma per vivere sani bisogna ben sce- gliere. Tutto il problema ® dunque nell’indirizzo da dare al no- stro temperamento, nella strada da far imboccare al cavallo che cavalchiamo. Le cattive abitudini si chiamano vizi, mente le buone si chiamano virth, Si devono prendere delle buone abitudini e rigettare le caitive che guastano la nostra vita. Con lo sviluppo della coscienza le cattive abitudini cadono da sole perché non twovano pid attecchimento nella coscienza che si sviluppa. 84 / Guide alla padronanea di sé Ogni attitudine, qualunque ne sia la natura, @ stata svi- Juppata nell’ uomo attraverso la ripetizione di atti. Ogni atto lascia nell’uomo la tendenza a ripeterlo. Le tendenze sono la direzione che noi imprimiamo alla nostra vita. Vi sono tendenze nascoste in noi che non hanno nessuna occasione di manifestarsi. Noi possiamo agire su noi stessi per purifi- carci modificando le tendenze cattive, poiché ogni tendenza persiste fino a che non sia modificata o estixpata 0 neutra- lizzata da influenze contiarie. E cos) che noi costruiamo il nostro karma, Per tendenze si vuole intendere non solo quelle morali ‘ma anche quelle intellettuali, artistiche, socialie di qualun- que genere. Cisi carica di cose inutili, di mille cosé di cui poi non si ud fare a meno, ci si complica con esigenze vane, ci si av- Volge in mille fli che poi divengono una rete. Rincorriamo il piacere che & cosa dei sensi mentre igno- riamo la gioia che € un fatto dello spitito e non sapendo che solo in questo pud esservi felicitd. L’uomo non é tutto nei sensi. Sublimare é dirigere in alto le spinte che vengono dal basso. La capacita di portare I'istinto, la passione su di un piano pid elevato & la prova sicura che si @ dominata, Non si domina reprimendola, perché uscira fuori, dopo, per altra via, ma guidandola, I piacere dei sensi non pud appagare completamente perché I'uomo ha un dimensione pit grande. Lasciano quindi insoddisfatti e spingono ad andare oltre, a ripetere Vesperienza nell'illusione di trovarvi qualcosa di pid, di meglio. Ma essi non possono darlo, E Passetato che beve acqua salata: non riuscira mai a cal- ‘mare la sete. Ma essi devono ancora sperimentare che nella coppa del piacere, come in certe coppe larghe e basse, si vede subito il fondo: il dolore. Proprio in questa esigente ma vana richiesta inappagata consiste la schiavith dei sensi. ‘Malattie causate da abitudini viziose sono la fatale con- seguenza che colpisce chi ha ignorato la padronanza di sé nel passato, anche remoto. Una sentenza indiana afferma: Gli elefanti, i pesci, le api, le farfalle, le gazelle, periscono per lasciarsi dominare Hl governo della parola 1 85 da uno dei sensi; che diremo di quelli che si danno in balia di tutti i sensi? Gandhi ha seritto: L’uomo che desidera controllare le sue passion lo fara pit faclimente se controlla il suo pa lato. Ma l'uomo oggi é agitato da ben altri stimoli, violenti ¢ imperiosi: droghe, alcool, nicotina e mille altte sollecitazio- ni che richiedono da lui vigilanza, controllo, autodominio. Per scuotersi dall’inerzia naturale I’uomo volgare ha le passioni e i vizi che l'agitano, spesso in maniera assai vio Jenta. B lo stadio che precede il suo risveglio al mondo dello spitito. Sono stimoli acuti che lo logorano. Per agire egli ne ha bisogno ritenendo di averne un vantaggio finché ne comprende la vacuiti e il danno, E epoca in cui I’interesse egoistico agita !'uomo pid di ogni altra cosa. necessario modificare le vecchie abitudini. Qualunque sia la condizione attuale, questa @ il risultato della prece- dente maniera di pensare ¢ di agire. Non la perfidia altrui né le circostanze sono le cause della tua situazione. La causa vera é lo stato della tua anima. B questo che attira verso di te le persone, gli avve- nimenti e tutto cid che avviene. Modifica la polarit& del tuo essere interiore e vedrai mo- dificate le cose, le persone, le citcostanze, gli avvenimenti Non vi sari mai vera e perfetta calma se non in colui che avr’ saputo dominare i sensi e le passioni. Questo dominio @ assolutamente necessario per non sentitsi assalito in una circostanza o nell’altra da quegli ardenti desideri la cui vio- lenza fa perdere quella calma che si ea illusi di possedere. Questo dominio é la condizione per il possesso della vera quiete duratura perché ben poco vale l’apparente calma esteriore quanto I'interiore fosse agitato da passioni, da desideri ¢ da appetiti che abbiano il potere di portare turbamento. Soltanto l’uomo che ha quictato i sensi potra conquistare € possedere il dono inestimabile della vera serenita, la quale essenzialmente poggia e riposa su quella tranquillit’ di spirito e di coscienza contro cui nessuna cosa al mondo ha il minimo potere. 86 / Guida ala padronana di sé Questo aveva compreso il saggio che disse: L'uomo buono non avré nessun male. Questa consapevolezza fa essere supremamente sereno in qualungue circostanza della vita, avversa o favorevole. Sono questi gli aspetti necessari dell’esistenza di cui egli comprende la necessita ma che non riescono minimamente a turbarlo nel profondo anche se dinanzi ad essi dovra ado- perare i mezzi idonei, secondo la circostanza, per superatli. Il sesso Quando Alessandro Magno vinse Dario in battaglia fece prigioniera, fra gli altri, anche la moglie del re persiano, che gli dissero essere giovane e bellissima, Alessandro, sebbene non dovesse rendere conto a nessuno delle proprieé azioni, seppe tanto dominarsi, che non volle neppure ve~ derla ¢ diede ordine di trattarla con gli onori dovuti a una principessa. (Plutarco, Vita di Alessandro). La donna il banco di prova, Ia pietra di paragone sulla quale si misura la propria capacit’ di superare se stesso e il dominio delf’animalita. Lascia che questa pictra di paragone agisca; se pet multi non funziona come tale, funzioner’ almeno come strumento di usura, di consumo per toccare il fondo da cui poi con fa- tica potra risalie a rivedere la luce. In latino la parola vir (uomo)vis (forza) e virtus (valore, visti) hanno la medesima radice. ‘Nell’eta giovanile, l’et’ della follia, si crede che il piace- re sensuale sia tutto, il resto & riteiuto cosa da nulla e si crede che la prova della virlita sia la conquista di questa ca- pacita, mentre il vero uomo si ha non quando si @ raggiunta Ja maturitd sessuale, ma quando egli ha conquistato la forza (vis,virtus) che lo fa padrone dei sensi e del mondo inferiore. Ma vi sono uomini che continuano a credere quello per tutta la vita. Ignorano la scala dei valori perché vivono an- cora lesperienza primitiva. Per questo, presso i meno evoluti, il potere suggestivo e ipnotizzante del sesso arriva a deterininare l'intera esistenza e si trasforma in schiavitd, 1 governo della parola / 87 La potente calamita li atira come aghi magnetici e impedi- sce loro ogni altro movimento, La padronanza di sé per costoro & una chimera. Essi non diventeranno mai veri uomini finché non cominceranno a comandare ai propri istinti, anziché esserne schiavi, Finché Yuomo non vede nella donna che l'oggetto delle sue brame ¢ la preda per la soddisfazione dei propri appetiti animali, & ancora cieco, anzi aececato, perché non sa vedere la ric- chezza che & nell’anima femminile. Soltanto il distacco dalle lusinghe della carne sar capace di svegliarlo dal sonno delV'illusione, Ucelebre filosofo Raimondo Lullo da giovane corteggia va assiduamente una donna. Un giomo, incontratala, [a se- gui fino a che essa entrd in una chiesa. Qui giunti, la don- na, per esser lasciata tranquilla, cavd fuori dal suo corsetto una mammella consumata da un cancro. A quella vista il giovane focoso rest come fulminato. Fu talmente impres- sionato che sbolli ogni calote e poco tempo dopo si ritirava in un convento, Nel Libro di Mencio, della saggezza orientale, & scritto: I sensi e le loro funzioni ci sono stati dati dal Cielo, ma nes- suno se ne sa servire come si deve, fuorché gli uomini saggi. (Meng-tse, Il Libro di Mencio). S, Benedetto, tentato dagli istinti del sesso, si getta nudo in un cespuglio spinoso per soffocare e deviare nel dolore fisico la sollecitazione a un piacere materiale. S. Girolamo si mette a studiare l'ebraico per impegnare tutte le forze esuberanti in lui che avrebbero voluto manife- starsi in modo animale. In questo campo l’uomo di oggi é portato a superare la misura, specie quando i sensi sono sottoposti a continuo stimolo, mettendo a dura prova anche gli uomini pit equili- brati. E la stampa, il teatro, il cinema a portare il sesso quale motivo dominante, ossessionante, come se non vi fossero motivi diversi e superiori a questo, che é di ordine istintivo, a interessare la vita dell’ uomo su piani pid elevati. La natu- rale carica di animalita viene cost potenziata che quando vi si aggiunge il comportamento stesso della donna che nel- Tarte dell’ostentazione delle forme ha raggiunto i limiti del- Ja provocazione, allora non @ pitt il bisogno fisiologico 88 / Guida alla padronanca di sé soddisfatto nel limite dell’umana necessita, ma é la passio- nee il vizio. Se ne vedono gli effetti in molte famiglie disgregate dove l’amore ¢ l’armonia hanno ceduto il posto alla pas- sione. Anche in altri campi, quando cid entra con Ia sua in- fluenza, come nella politica e negli affari, se ne pud consta- tare leffetto. Tu cadi dinanzi a una debole donna, tu piccolo uomo che ti ritieni forte. Tu rimani incantato, Dinanzi a gravi provocazioni sensuali o nel vedere altri abbandonarsi aj richiami inferiori, tu puoi ben difenderti e trascendere i volgari allettamenti riflettendo che i sensi non danno tutto; anzi possono dare poco e in misura limitata a un piccolo mondo di cui presto si vede il fondo. Quando sarai giunto a poter guardare una donna, anche la pid bella, in qualsiasi abbigliamento, anche completa- mente nuda, nelle forme pid attraenti, senza che i tuoi sensi si turbino minimamente, allora potrai dire che i tuoi sensi hanno trovato la quiete. Quando animale governa Indubbiamente il sesso 2 un elemento trai pid potenti di suggestione nell’esistenza dell’ uomo; anzi, per i pid rap- presenta il principale movente della vita, La sessualita si dovrebbe concludere nell’atto naturale e non dovrebbe continuare a influenzare l"immaginazione stimolare a cercare un nuovo oggetto di possesso. Il vizio fa questo. Dante rimproverava alle sfacciate donne fiorentine Tandar mostrando con le poppe il petto. Ma oggi l’aggressivita femminile ha superato ogni li- mite: la donna & divenuta la pietra di paragone sulla quale pud misurarsi la padronanza di sé raggiunta da ogni uomo. Se Venere potesse andare candidata in questa democrazia contemporanea raccoglierebbe, certo, il pitt grande numero di voti. Un antico detto afferma: «Dicano gli uomini quello che 11 governo della parola | 89 vogliono: & sempre la donna che li governa». Montesquieu, nelle “Lettres persanes”, dice: «Bisogna confessare che presso i popoli pitt civili le donne hanno avuto sempre ‘molta autorita sui mariti. Si diceva dei Romani che essi co- mandano a tutte le nazioni ma che obbedivano alle loro donne». L’obbedienza di cui si parla non va riferita al doveroso tributo, all’opera benefica che la donna sa esercitare, di ispirazione, di moderazione. E piuttosto, quell’ obbedienza influenzata da moventi di ordine inferiore, di cui Puomo & suecube; l’obbedienza che il sesso impone a uomini deboli, suggestionati dalla legge dell’istinto animale, dinanzi a cul possono ben misurare la loro pochezza. 5 la resa come prigionieri dinanzi al piacere sensuale, di vittime di una forza dominatrice che li soggioga. La storia annovera donne che ebbero la capacita di muo- vere a loro talento uomini fuori del comune. Pitt numerose sono le storie non narrate di donne sconosciute che rie~ scono a muovere a loro piacere l’immenso esercito degli uomini da nulla. Il bello @ che molti di questi credono di essere dei dominatori ¢ persone importanti. Si gloriano perfino di conquiste, mentre non sanno che sono essi i Conquistat i deholi, mossi come marionette da una piecola fragile mano. La saggezza ineffabile della Legge ha provvidamente di sposto in tal modo il cammino evolutivo degli uomini, nei primi stadi, prima che i medesimi abbiano acquisita la co- scienza dell’ operate, prima che abbiano compresa la grande legge nell’ Amore vero, che essi debbano sperimentare la fase materiale e primitiva dell’unione col Tutto. Per molti uomini l’amore & sensualiti, cio’ fase perver- tita di un fatto naturale; per alcuni é un sentimento: la fase psichica; per i pochi, & sentirsi uniti a tutti per il bene di tutti, senza limitazione; ¢ il piano spirituale: sentirsi uno con tutte le cose fino al sacrificio di sé per il bene degli altri. La quiete dei sensi Epicuro pone la felicita nella perfetta quiete dell’anima, nell’atarassia, anziché nel piacere sensuale, Per vivere se 90 / Guida alla padronanza di sé reni é necessario armonizzare le proprie azioni per non in- correre in una vita di tormento e di incomprensione. Nel libro “/rivurtaka” della saggezza orientale, & seritto: I monaco che tiene ben custodite le porte dei sensi, Tocchio, Vorecchio ¢ l'odorato, Ia lingua e il tatto e la coscienza, che sa moderarsi nel cibo e frenarsi nei sensi, ad ambedue le gioie egli va incontro, del corpo e della mente. Placido il corpo ¢ placida la mente, un tale uomo passa nella gioia i giornie le nott. L’infelicita consiste nel soggiacere all’animalitd la cui conseguenza é il dolore. Chi prova la gioia di dominare la ‘materialita si sentira calmo, sereno, felice. Non nel dominio sugli altri ma nel dominare se stesso cconsiste la felicita sulla Terra. Quando il padrone sarai tu solo, allora soltanto potrai agire liberamente perché solo allora avrai conquistata la vera liberta. Questa é la liberazione cui devi aspirare. Prima di giungere a cid tu sei uno schiavo. Non avrai bisogno di agire con la volonta se ti convincerai di quello che oggi vor- esti possedere, un giorno non lontano sara soltanto un ‘mucchietto di cenere. Vincere la bestia Con I’ingresso sul piano dell’ umanita, I’uomo ha porta- to con sé il bagaglio degli impulsi propri dell’animale, deg] appetiti, degli istinti. Nell’ animale al primo stimolo corri- sponde l'immediata reazione, non vi é lintermediazione della ragione, ma la sola obbedienza alla spinta naturale istintiva. Nell'vomo ancora poco evoluto & ancora molto presente il bagaglio animale, Soddisfare gli appetiti & per lui la mas- sima conquista. Nel suo ancor limitato orizzonte lo appaga il possesso, il godere. E ’esperienza della materia, un gra- dino necessario nella scala dell’evoluzione. Ma dopo le reiterate e successive esperienze del piacere, comincera a non essere tanto pago come prima. Si avvedra che quello non ¢ tutto. E pid avanza nel cammino evolutivo e pit sente il bisogno di qualcosa di pid che non trova nelle cose materiali 1H governo della parola! 91 Le necessarie esperienze dureranno anni, forse molte esistenze, perché ¢ assurdo credere che I’'uomo possa evol- versi in breve tempo, derogando alla normale legge di gra- dualita che govemna la Natura. Ma @ sempre viva in lui, seppure attenuata, la presenza animale che si muove in perenne contrasto con la parte su- periore dello Spirito. Lrevoluzione in atto nell’ uomo & nell’affermazione della parte divina che @ in lui, Vincere la bestia, dominarla e do- marla in modo che sia obbediente, non padrona, Nell’uomo, come nei popoli, deporre gli istinti di lotta pud significare debolezza e decadenza. E necessario prima trasformare I’'uomo che i sistemi, prima la sostanza che la forma, Non importa sapere come intenda migliorare se stesso chi non ha ancora chiaro lo scopo della vita. Non importa conoscere come Jo intenda chi € ancor chjuso nel piccolo guscio del proprio egoismo, né vale saperlo da chi non ha neppure imparato a distinguere i valori essenziali delle cose effimere. E naturale che essi si comportino al loro modo. Importa, invece, che tu lo intenda bene; importa che tu lo sappia chiaramente senza fare confusione. Migliorare & progresso verso il fine della vita che & av- vicinamento ai valori dello spirito che sono valori essenziali nella graduale liberazione dal piano animale; @ avanzamento nella scala evolutiva verso un gradino sempre pitt elevato; 8 allontanarsi da posizioni effimere, prive di reale valore. IL contrario dovrebbe chiamarsi illusione che si risolverebbe nell’abbracciare il non consistente, il vuoto’. Finché I'uomo rimane prigioniero nella piccola cerchia del proprio egoismo, crede di lavorare al solo proprio bene, é vittima di una illusione e non pud realizzare aleun pro- gresso, Quando avr compreso che gli altri sono parte di noi stessi e noi degli altri, nel corpo dell’ unico tutto, allora comineia il vero miglioramento. Si esce allora dal piano animale nel quale si era per meta affondati L’uomo, in verita, per molti aspetti compie le stesse funzioni dei mammiferi, sente in sé gli stessi richiami e gli 5 Vedi Lo scopo e il significato delta vita di A. Voldben - Edizioni ‘Mediterrance, Roma, 92.1 Guida alla padronanea di sé stessi stimoli animali. Ma egli ha il dovere di dominare questa parte inferiore con le sue capacit& superiori, Progredire @ uscire dalle influenze dei piani bassi e do- minarli, fino ad affermare in modo permanente la superio- rit effettiva della parte migliore su quella istintiva che deve obbedire. Le azioni del piano animale non sono cattive in se stesse ma sono soltanto proprie a un piano dal quale Puomo, come tale, deve uscire, essendo egli proteso verso mondi superiori ¢ piani pit elevati di vita. Errore & quindi per lui indugiare 14 dove dovrebbe sostare il meno possi- bile, e soltanto per il tempo streitamente necessario, non un attimo di pid. Dare a Cesare quel che é di Cesare, non rinnegare la sua natura di uomo, ma neppure rendersi Schiavo di forze infe- riori le quali per la loro stessa natura devono essere sotto- poste a quelle di natura superiore. Uscire dall’animalita Questo 2 il primo passo per divenize uomo. innegabile, anche se poco lusinghiero per ’orgoglio umano, il fatto che in ogni uomo esistono gli istinti del bruto che cercano in tutti i modi di affermarsi. Il cane, il bue, il cavallo sono costretti dagli stessi biso- gni fisiologici dell’'uomo, ma é certamente ben triste lo spettacolo di chi in contrapposto non sapesse sviluppare la parte pit alta. Aveva ragione quel saggio che affermava che Puomo @ per meta animale. Ma pud I’uomo mettersi sullo stesso livello dell’ani- male? Quelli che credono che vivere sia soltanto nutrirsi, vege- tare e accoppiarsi, a che tutto finisca con la morte, sono certamente al di sotto del livello animale, il quale vive nel ‘suo piano naturale di esistenza senza personale coscienza. Mall’uomo é diverso, ha per primo dovere quello di pren- dere coscienza del suo stato e dello scopo della vita. anche stranamente vero che molti godano in apparenza dissere affondati nel vizio da loro chiamato piacere, di es- sere avvolti nella rete che li tiene rinchiusi e pare che non vVogliano uscime, Ma se si va nell’intimo, appare la miseria 1! governo della parola 1 93 dell’anima schiava che aspira alla liberazione con grido se~ greto e straziato, Nel libro di M. Collins, “La luce sul sentiero”si dice di dominare gli istinti inferior’ subordinandoli agli ideali ‘mentali superiori che si sviluppano nel campo della co- scienza. Non vi scoraggiate se trovate ancora in voi molto della natura animale, tutti ne abbiamo. L’unica differenca sta nel fatto che molti di noi hanno imparato a dominare il bruto, a tenerlo a bada, obbediente e subordinato alle mani- Jestazioni della natura superiore, mentre altri gli permettono di governarli, impallidiscono e tremano quando esso mo- stra identi, non comprendono ancora che un contegno fermo ed una mente calma lo faramno rincantucciare entro la sua gabbia. Se trovate in voi delle frequenti manifestazioni della bestia che lotta per la sua liberta, per affermare il suo antico potere, non vi turbate. Questo non @ un segno di de- bolezza, ma é veramente un indizio che la vostra crescita spirituale é cominciata. Poiché ora siete in grado di ricono- scere il bruto e di provarne un senso di disagio mentre prima non ne avvertivate la presenza perché eravate identi- ‘ficato con esso. Ora che cercate di separarvene, provate ri- brezzo della sua esistenza e cid non potrebbe avvenire se non cominciaste ad essere “diverso” da esso. Noi restiamo ammirati dinanzi agli esempi dei grandi santi, dei saggi che hanno superato la parte inferiore della propria natura e si sono elevatiall’espressione pit alta che & in ogni uomo. Essi hanno realizzato se stessi, collocandosi sul piano pit elevato dove possa giungere l’uomo, attra- verso un superamento graduale fino al dominio completo di quanto vie di basso. L’uomo ha il compito di superare ’animale per elevarsi alla parte divina che ha in sé, Non @ l’opera di un giorno. B costante disciplina, & ap- plicazione di ogni momento; & anche possibilita offerta a tutti poiché dove sono giunti alcuni & possibile a tutti di ar- tivare. Essi sono nostri modelli, ci hanno preceduto non solo per indicarci la strada, ma anche per farci vedere come bisogna percorrerla. 94 / Guida alla padronanza di sé La vita ci misura L'immagine del monaco che fugge terrorizzato dinanzi allo spettacolo di una donna che si denuda ci porge Voccasione di alcune considerazioni: Se colui si sentisse forte nel senso di superare la sua de- bolezza dinanzi all'allettamento della carne, non fuggi- rebbe. Non nella donna 2 dunque da considerarsi il male ma in Iui, nella sua debolezza, anzi diremo nel suo travia~ mento. Infatti se egli fosse ancora come era da bambino, quando usci dal grembo di una donna, quello stesso che ora lo sconvolge; se egli fosse ancora bambino quando suc- chiava quelle mammelle che ora lo turbano, davvero non fuggirebbe, ma andrebbe verso di esse con amore puris- simo. Egli dunque ha traviato da allora, Tra le responsabili di questo traviamento sono le vesti messe a coprire le nudita. Anche a questo proposito vale il detto: Se non tornerete come bambini non entrerete nel regno dei Cieli. Il discorso, per analogia, si potrebbe riferire anche nei riguardi della Verit La trasformazione degli istinti animali L’uomo si caratterizza per il possesso e I’uso della ra- gione. Liistinto, invece, @ una forza non propria del piano umano ma piuttosto di quello sottostante. Infatti, l'istinto & la tendenza di ordine fisico psichico oltte che biologico ad agire sotto un impulso naturale senza che intervenga la ragione o la riflessione. B ereditato dal iano animale che I’uomo conserva in parte fino a che abbia raggiunto completamente il piano pitt elevato della ragione poi quello del!’intuizione. E un’ascesa graduale verso la conquista della sua meta che & il ritomno alla Casa del Padre, cio® all’origine. Vi sono istinti che vengono dai basso, che sono distrut- tivi quando hanno il sopravvento e possono cagionare si- ccuri danni a se stessi e agli altri I governo della parola 195 Tra gli istinti negativi, seppure provvisori, fasi necessa- rie di passaggio, provenienti da un egoismo che agli inizi ha Vimportante funzione di conservazione, di sopravvi- venza come la fame, la sete, l'istinto di difesa dalle mi- nacce, ece. Purtroppo I'uomo pud trasformare questi istinti in manifestazioni deleterie come ambizione, affermazione di sé, rancore, artivismo, prepotenza, gelosia, fare di sé il centro di tutto con disprezzo, odio e noncuranza del danno altrui, attaccamenti. ‘Vi sono impulsi animaleschi, al di sotto della natura umana, impulsi brutali, reazioni di aggressione, di ven- detta, ecc. seguendo i quali l'uomo & portato al degrado della sua natura di uomo. Gli impulsi istintivi spingono nelle pid diverse direzioni Vi anche Vistinto puro, non inquinato da egoismo: & questo l'impulso che viene dall” Alto, il richiamo all’unita, nell'ambito delle leggi naturali e divine che governano la vita, istinto materno, quello di aiuto ai sofferenti ecc. La trasformazione degli istinti & un processo alchemico, la Grande Opera, il Magnus opus, Valchimia divina che tra smuta I'uomo da materiale in essere spirituae. L'istinto non Va represso ma sublimato. Man mano che I'uomo va maturandosi, molti complessi si risolvono da soli, trovando una via di uscita naturale ¢ spontanea. L’attivita di ogni giorno, il lavoro, lesperienza € la conoscenza operano la trasformazione. Le energie di- namiche che agiscono dentro trovano cosi quella via di sfogo che da sole cercano di continuo. Gli istinti possono manifestarsi in atteggiamenti esterni, nelle azioni ¢ nelle parole tanto a favore come a danno degli altri, Va favorito tutto cid che 2 sul piano del bene e dell’ Amore, mentre va ostacolato quello che & contrario. La necessit& di superare l'istinto egoistico & proprio nell’assenza della ragione e della riflessione per le conse~ guenze dannose che produce. Liistinto @ un impulso spontaneo, sfugge spesso a un intervento preventivo. Ma noi possiamo agire alla fonte, favorendo la graduale estinzione di quelli negativi, ele- vando noi stessi sul piano dell’ Amore che & dedizione di sé al bene degli altri, dove non esiste pitt ombra di egoismo, 96 / Guida alla padronanza di Man mano che I’uomo progredisce sulla scala dell’evoluzione gli istinti bassi svaniscono: sono l'ombra che scompare alla luce del sole. Un correttivo e un aiuto provvidenziale: il dolore L'animale seguendo le leggi di natura, obbedendo agli istinti, non sbaglia, ma realizza la sua evoluzione secondo il programma della sua specie. Nell’uomo l’evoluzione & affidata personalmente a lui, Attraverso le esperienze della vita, che @ come una scuola, nella parte iniziale del suo cammino, egli sviluppa la ra” gione, ’intelligenza, il discemnimento per la liberti di scelta, Incoscienzae la volonta personale. E in suo potere fare buon uso. # questo il pericolo nello stesso tempo un vantaggio di lui rispetto all’animale. Ma questa é anche la sua grande carta: se egli ne fa buon uso € riesce a sottomettere tutte le forze inferior e a usatle, Poi, peril fine superiore del suo elevamento spirituale, eglt © capace di raggiungere le grandi altezze, quelle che egli stesso pud appena immaginae. Per evitare che smarrisca la strada o per ritornare sulla via giusta fortunatamente per l'uomo v'é un aiuto, una traccia che gli segna la strada e un argine allo straripamento dei vizi e delle passioni, un argine segnato da una Legge Superiore per coloro che non essendo ancora padroni di se stessi potrebbero rovinarsi del tutto. Pensate, infatti, dove arriverebbe I’'uomo di basso livello morale se potesse di- sporre di tutto, di potenza, di benessere a suo totale arbi- trio, o potesse continuare senza avvertimenti e correttivi sulla via sbagliata, L’argine nel quale ognuno @ prowviden- zialmente contenuto rappresenta un vero aiuto divino, an- che se ’uomo spesso non lo comprende, @ il dolore. Se non ci fosse il dolore a fare da argine ai deviamenti umani, I’uomo non ritroverebbe mai la via giusta e fini- rebbe con l’autodistruggersi, nella ricerca sempre maggiore di piacere e nello sfogo senza limit di vizi e di passioni. Ii dolore é la grande leva per mezzo della quale la Prov- videnza ci ritrae dai nostri errori. 11 governo della parola! 97 L’aiuto si completa con il soccorso delle Guide spirituali agli uomini che fanno i primi passi per aiutarsi con buona volonta nel cammino verso il dominio della propria natura inferiore. Dall’uomo animale all’uomo spirituale La condizione umana & solo un momento di passaggio nel cammino verso la perfezione. Se la vita @ una scuola, come insegnano i Maestri della Vita Spirituale, la condizione umana é la scuola elementare per uomini non ancora del tutto usciti dall’animalita Gesit ha indicata la meta: Siate perfetti come il Padre che 2 nei Ciel Che questo possa realizzarsi in una sola esistenza & un assurdo che soltanto creduloni dogmatici possono passi- ‘vamente accettare. La via é lunga e proprio come in una scuola si comincia da nozioni elementari per poi proseguire di grado in grado fino all? Universita e ancora come studiosi e ricercatori dopo aver superato ogni ordine di scuola per coloro cui mag- giormente urge la spinta della salita dello Spirito verso la meta da Gest indicata®, Il primo gradino da superare & proprio quello del domi- nio dei sensi per uscire dal piano animale. Senza l’impegno personale nulla si pud realizzare in questo campo. Ma la meta é tanto bella e sublime che non si puod resistere a lungo all’attrazione che essa esercita. Agli inizi sono necessari i maggiori sforzi, ma poi la salita pid leggera e rapida. © Vedi La reincamazione, verita antica e modema di A. Voldben - Edi- zioni Mediterranee, Roma, 5. Il governo della parola Sil ultimo a pasate, primo a racer. Marcius Vates Se alla fine della giornata ciascuno potesse riandare con la mente a tutte le parole dette, noterebbe, forse, con stu- pore, quanto dispendio inutile di energia abbia fatto con grande disinvoltura e leggerezza. Nell’esame dei propri atti che ogni sera ’'uomo deside- roso di progredire non dovrebbe mancare di fare, potrebbe valutare tutto quello che nel giorno ha seminato di qua e di 1a, abusando di un dono altissimo, il linguaggio, che gli fu dato per il suo e Paltrui bene. Ma il parlare & cosa facile, non richiede superamento di ostacoli, ¢ alla portata di ognuno; basta aprir bocca ed emettete il fiato: un meceanismno estremamente semplice. Ma di quali pentimenti, di quante amarezze pud esser causa una parola detta avventatamente & cosa che molti hanno sperimentato nella loro vita. Quali danni possa pro- vocare una conversazione imprudente, un discorso irrifles- sivo troppe volte si deve notare nella vita di tutti i giorni. L’abuso della parola é causa della perdita della tranquilliti ed & sommamente importante farne oggetto di meditata at- tenzione. Bisogna esser attenti a come si usa la parola che una volta uscita dalla bocca é difficile richiamare. Quanti sanno dominare in tempo un gesto d’ira, un discorso 0 una parola inopportuna? Vi é chi parla di sincerita nel parlare, di schiettezza, di spontaneita, ma il problema non & tanto quello di dire cid che si pensa quanto quello di pensar bene in modo che si possa dire tutto senza danno ¢ senza offendere nessuno Non é sul fiume delle parole che si deve contare per ot- 100/ Guida alta padronanea di sé tenere un benefico effetto in chi ascolta, ma é sulla saldezza degli argomenti, sulla scelta delle parole adatte a far brecei nellanimo di chi é pronto a ricevere. Le sei regole per il governo della parola? Riportiamo le sei regole dell’ Avesta per il governo della parola, veramente preziose per conquistare la padronanza su uno strumento fondamentale per la vita dell'uomo: 1° Non lasciar mai parlare il ato basso del tuo carattere. 2° Non parlare di un soggetto che non conosci a fondo. 3° Non parlare di cid che personalmente non sai essere la veritd. 4° Non parlare se l'oggetto delle tue parole non é chiaro € definito nel tuo pensiero. 5° Non parlare se non con intonazione cordiale. 6° Non parlare se i tuoi uditori non ti ascoltano, poiché una buona parola @ inutile ad un oreechio cattivo. Lasciamo alla meditazione del lettore questi insegna- ‘menti dell’antica saggezza. Che siano le norme della pro- pria vita per ascoltare, nel silenzio esteriore, la voce che parla dentro che ¢ la sola autorita meritevole di attenzione. Il controllo della parola Chi parla, sia esso un oratore che un conversatore, nell’attimo di esprimere il suo pensiero con parole compie automaticamente un estemporaneo e rapido processo di tra- duzione del suo pensiero, quasi senza avvedersene, sce- gliendo ¢ selezionando le parole necessarie e adatte. Gli uomini di maggiore capacit’ mentale compiranno questo proceso in modo pitt immediato e coloro abituati mag- giormente alla riflessione e alla concentrazione lo compi- anno in maniera pit idonea. 7 Queste regole sono particolarmente commentate nel libro: “L’arte del silenzio ¢ l'uso della parola” di Vico di Varo (A. Voldben), Libreria A. Rotondi, Via Merulana 82, 00185 Roma 1 governo delle emozioni e dei sentimenti 1 101 Il parlare rapido impedisce questo processo nel suo svolgersi regolate, anticipando l’afflusso incontrollato delle parole alla giusta selezione operata dal giudizio. Sono in- fatti numerosi i fattori e i criteri che fanno scegliere a un parlatore alcune parole anziché altre, che consigliano di Usare un tono anziché un altro. Il giusto processo di selezione potrd essere operato sol- tanto da chi é interiormente calmo. gli vedra meglio e pit limpidamente la particolare situazione del momento, trovan- dosi nella condizione migliore per dominare interferenze estranee, La calma nel modo di parlare & la manifestazione della intima quiete. I contadini, e in genere le popolazioni di montagna, abituati alla serena tranquillita della natura, par- Jano lentamente, scandiscono le sillabe, riflettendo nella pa- cata parlata la solennita delle placide vette montane. In es: 2 lo stesso ritmo tranquillo delle cose che li circondano, ed essi lo manifestano nel camminare, nel muoversi come nel parlare; quel ritmo che gli vomini di ogi hanno alterato per immergersi_ nel convulso agitarsi della civilta delle macchine. Uomini della citta, presi nel vortice della fretta, senza la capacita spirituale di dominare il mondo artificiale da essi civalu; uwinini del rumore, delle officine, degh stabilimenti, parlano a seatti, a monosillabi, in fretta, accorciando le parole nella febbre di dir presto, presi dalla velocit che tormenta quegii individui agitati e convulsi L’autocontrollo & un potente aiuto per riuscire a frenare il parlare inconsulto, Con questo mezzo si riuscira a far tacere del tutto la parte inferiore di noi stessi che @ quella che pit frequentemente vorrebbe, invece, far sentire la sua voee. Il controllo della parola @ il segreto per conteners sempre nei limiti dovuti tanto nella sostanza del linguaggio quanto nelle forma del dire. Chi sapra costantemente controllarsi non arriver& mai a taluni eccessi nei quali cadono facilmente gli inriflessivi I temperamenti esuberanti sono soggetti a superare i limiti. In costoro, pid degli alti, il controllo deve essere co- stante in modo da rendersi conto in un primo tempo quanto vi sia di eccessivo nelle manifestazioni verbali. Poi, quando si & notato Peccesso, applicare di conseguenza la volonta 102 / Guida alla padronanza di sé decisa per non oltrepassare mai i doverosi limiti. L'auto- controllo, infatti, nella sua prima fase @ soltanto vigilanza, quasi pura osservazione, registrazione dei fatti, operata con distacco, A questa, che @ la diagnosi, deve seguire necessariamente la cura, dettata dall’osservazione ed attuata da una volonta decisa di pervenire a un effettivo miglioramento, Questo, sempre, deve avvenire con me- todo, gradualmente, senza applicare a se stessi la violenta inibizione che a lungo andare si risolverebbe in rottura dan- nosa e, quindi, in faticosi ricominciamenti. L’esuberanza @ una malattia che si guarisce fatalmente col tempo ¢ con l’esperienza, come alla intemperanza gio- vanile subentra, di necessita, ia tranquilla pacatezza dell’et& ‘matura, dopo le necessarie esperienze. L’importante & essere costantie tenere bene a mente che vineera sicuramente colui che, dopo ogni sconfitta, se- guitera a combattere. Senza fretta ma senza tregua. Con la calma di chi @ sicuro di giungere allo scopo. Con Iesercizio progressivo, colui che sar’ capace di controllarsi arrivera indubbiamente a far buon uso della pa- rola, in modo che essa non sar mai per lui motivo di do- lore'o di perdita del prezioso dono della tranquillit’. Bgli imparera saprattutta che poche parole bastano nella vita per dire cid che non sanno dire un fiume di ciarle. Imparera an- che a parlare con calma, adagio, pensando a quel che dice, adattandolo alle persone, all’ ambiente, alle circostanze. L’autocontrollo insegna poi I"atteggiamento esteriore a colui che parla. La parola pacata non ha bisogno di essere sottolineata dal gesto. Questo interviene spesso a colmare una deficienza di linguaggio, dovuta a improvvisazione o, spesso, a nascondere una imprecisione che & scarsa chia- rezza di concetto in colui che espone, Ma come la stampella non potra mai perfettamente sostituire una gamba man- cante, cosi il gesto non sara mai capace di fare cid che la deficienza di precisione non riesce a ottenere. IL tribuno, il violento oratore faranno abbondantemente uso del gesto per colpire la rudimentale immaginazione della categoria dei propri ascoltatori, ma il torrente impe- ‘tuoso non riuscira mai ad apportare i benefici che arreca alla terra il maestoso fluite delle acque che scorrono placide per Je pianure ubertose. Se pur dar’ quei doni, che tutte le ac- 1 governo delle emozioni e dei sentimenti 1103 que arrecano, quelli non potranno che scarsamente iarsi con i danni inevitabili dei torrenti impetuosi 1 inguaggio misurato é la migliore norma del parlare, rinuneiando ai facili e illusori risultati di uno seintillante scoppiettio di parole che, simili ai fuochi d’artificio, non la~ sciano dietro di sé che tenebre. E necessario sempre mirare al risultato duraturo, senza lasciarsi prendere dalla vanita del successo momentaneo, ‘Un uomo calmo si distingue nel parlare anche dal tono. Sono dannose le parole negative di critica, di lamentela, di offese. Nessuino ha il diritto di offendere altra persona Poi vi sono le parole inutili, superflue, quelle ciarle che svuotano J’individuo. Se avessimo un registratore tascabile che riprendesse tutte le parole dette in una giomata e poi, la sera, potessimo riascoltarci, forse arrossiremmo per tutte le sciocchezze uscite dalla nostra bocca, Eliminare, sfrondare ® cosa indispensabile. Tl tono della parola é un’altra cosa importante da curare. Senza avvedercene, noi, spesso, siamo aspri, insolenti, ironici, cattivi verso gli altri. Il tono della nostra voce é in- disponente, per questo abbiamo quelle reazioni altrui che talvolta non sappiamo spiegarci ma che apprezzeremmo se sapessimo esaminarci ‘Troppe volte @ soprattutto il tono con cui vengono dette le cose che @ sommamente increscioso. Se proprio avete la necessita di dire delle verita, che siano poco piacevoli per chi vi ascolta, allora usate maggiormente il tono cordiale 0 anche, come usano altri, il tono scherzoso. Talvolta biso- gna imitare anche Pulcinella che faceva cosi per insegnare. Ed agiva da sageio. Spesso non sono le cose dette che dispiacciono ma 2 il modo, il tono come vengono dette. Ma allora curate pure questa parte del parlare, in modo che possiate riuscire an- che in questo a dominare la parola. L’uomo che non & padrone di sé si riconosce quando parla dal tono della voce: essa sar’ aspra e concitata. Buona Tegola é quella di non alzare mai la voce. Se foste costretti a ripetere pit volte la parola, la frase, un ordine, fatelo con lo stesso tono di voce, senza alterarvi, né mutare il timbro. Pare una cosa facile. Provatevi a farlo: misurerete la vostra capaci di mantenere la calma nell’ uso della parola. ilan- 104 / Guida alla padronanea di sé Pensare prima di parlare Parlare senza pensare ® come sparare senza mirare. La fretta di rispondere, di reagire, anziché pensare prima a quello che si deve dire, @ la causa della tante parole fuori roposito che si dicono. Saper attendere qualche istante: ® quello che bisogna im- parare, Si deve frenare l"impulso, dominare lo stimolo che spinge a die subito cid che non’si é pensato e ponderato prima di parlare, Se Ie tante parole che la lingua con troppa facilita si ac- cinge a pronunciare ogni momento fossero prima ben matu- rate nel pensiero, per la maggior parte non verrebbero dette, © altre sarebbero pit) precise ed efficaci. Si eviterebbero tutti i danni prodotti dalle parole inutili'e la vana fatica delle inutili chicchiere. Non é esagerato affermare che se i tre quarti delle parole che ordinariamente si dicono non fossero dette, nessun pregiudizio ne verrebbe al proprio lavoro. Abituatevi a fare un bilancio della parole dette: vi accor- gerete di aver appesantiti i vostri discorsi. E stato un semi- are senza fratto con dispendio di forze ed energie pre- Ziose, Saper parlare pensando bene quello che si deve dire, misurando ogni parola, dosandole alle persone, all’ ambien te, alle circostanze, & quanto si deve assolutamente fare per concentrare un poco la forza necessaria a produrre I'effetto desiderato, Il parlare molto produce effetti dannosi in chi ascolta. I fiumi di parole non servono. Sono alluvioni che portano devastazione. Gli uomini di poche parole sono sempre i pit apprezzati. Frenare una parola che ci sta per uscire di bocea, fer- marsi in tempo, non @ facile per le prime volte. Sentiamo Vimpeto che spinge a rispondere per le rime a una parola Pungente, a rintuzzare un’ingiuria, a ricambiare un insulto. Dobbiamo fare uno sforzo per non ribattere una bugia, per ripagare un insolente, a non smascherare una falsitA. In guei momenti @ pit faticoso che frenare un cavallo imbiz~ zarrito, ma se tiusciamo a farlo, proviamo la gioia del vineitore. ‘Una risposta pepata sembra nel momento essere quella 1 governo delle emozioni e dei sentimenti | 105 necessaria, ma ci accorgeremo poi che serve pill a compli- care le cose che a risolverle. Una risposta calma, al contrario, pud calmare Yawversario, metterlo nell’imbarazzo e vincerlo. Superare se stesso in quelle circostanze & un esercizio che ci render capaci di essere sempre pit forti nelle suc- cessive circostanze. S. Bernardo chiedeva l’elemosina per i poveri. Un giorno si presentd a un signore manesco e prepotente chie~ dendo qualeosa, Quegli gli rispose assai male e, poiché il santo insisteva, gli diede uno schiaffo, S. Bernardo non si turbo affatto ma disse al signore: Va bene, questo & per me. Adesso datemi qualcosa per i poveri. Quegli, allora, colpito da quelle parole e da questo suo comportamento, confuso e pentito gli diede una abbondante elemosina. Non parlare dei tuoi mali Molti mali non esistono che nella fantasia, sono gli uo- mini che li creano pensandoci, poi li rafforzano parlandone. Se proprio credete di essere malati o inguaiati non ne parlate a nessuno, Almeno non Ii rafforzerete e sara meglio per voi, pud darsi che, svanendo dalla vostra fantasia, spa- riranno, Qualcuno obiettera: Ma io sfogandomi mi sento pit leg- gero. Non & cost. Voi, parlandone a destra e a manca, con tutti, rafforzate quei mali, date corpo a quelle ombre. Ta- cete. Svaniranno come nebbie al sole. Non parlate di cose spiacevoli, fate il silenzio su cid che non desiderate che avvenga. B un modo per evitarlo. Se voi invece lo pensate e per giunta rafforzate il pensiero con la parola, allora siete voi la causa dei vostri mali, Cid che non si desidera che avvenga non si deve nep- pure pensare. E, poi, rifletti che parlando dei tuoi mali ti rendi pesante a chi ti ascolta. Nessuno ha piacere di ascoltare chi si la- menta, chi racconta i propri guai. A lungo andare sarai sfuggito dagli altri, sarai noto come querulo portatore di... tistezza, 0 peggio. 106 / Guida alla padronanza di sé Il prossimo ha piacere si sentire cose allegre ama la ‘compagnia di chi lo fa ridere, ama il racconto di barzellette, non di dolori. I dolenti, coloro i qual vengono sfuggiti sono colpiti dalle avversiti Non parlate degli assenti Quando Goethe invitava a pranzo i suoi amici era asso- Iutamente vietato parlare degli assenti per dirne male. Goe- the fulminava con gli occhi i maldicenti e intimava con la sua voce tonante: Questo fango raccoglietelo nelle vostre case, ma non lo portate qi da me. E necessario apprendere il buon uso della parole, il do- minio sulla propria lingua nella vita quotidiana, nell’ ordinaria conversazione. Per questo, anzitutto si dovra badare all’eliminazione della parole dannose. Ci riuscirete in gran parte se osserverete questa regola: non parlare mai delle persone assent. B, invece, la cosa pitt ordinaria per l’essere umano par- lare degli assenti e naturalmente in male. Bsercitate una par- ticolare vigilanza su voi stessi per osservare questa norma fondamentale ¢ vi accorgerete quale soddisfazione provere- te nell’eliminare del tutto dalle vostre conversazioni la parte pid ignobile. Quando proprio state sul punto di mancare, fate lo sforzo pitt grande, e tacete, Nell’eventualitA peggiore figuratevi che la persona sia presente: vedrete che le parole saranno diverse. Saper conversare Un veechio proverbio afferma che tre donne e un pollo fanno un mercato, a significare di quale chiasso siano capa- ci poche persone messe insieme. A parte il facile riferimento alle donne, & noto che cosa avviene quando si trovino a discutere anche uomini che non abbiano imparato la calma e il dominio di sé, ma che siano persone impulsive, agitate, impazienti. Tutti vogliono dire la loro 1 governo delle emozioni e dei sentimenti | 107 contemporaneamente, non si lascia il tempo all’uno di completare il pensiero che sta esponendo che l’altro interrompe, obietta, contraddice. E si conoscono le conseguenze di questo modo di agire; spesso tali conversazioni o discussioni si risolvono in un vocio inconcludente mentre talvolta si va oltre: corrono parole grosse e peggio, malintesi ed equivoci, poiché le in- temperanze verbali sono sempre negative. T pitt saggi rifuggono da queste riunioni di esseri che non hanno ancora imparato a essere uomini, a sapersi con- trollare. L’uomo padrone di sé si nota nella discussione, nelle controversie. Egli si tiene su di tono, distaccato, imperso- nale. Spesso un gesto violento o impulsivo, una parola incon- twollata potrebbe bastare a comprometterci. Si eviterd quindi di inimicarsi molta gente e specialmente proprio chi ci 8 pitt amico. Infatti 2 con gli amici che pitt sovente si accendono di- spute e discussioni, E deplorevole l’abitudine di alcuni di tramutare in litigi personali le discussioni su verit’ che nulla, hanno a che vedere con i fatti personali, essendo soltanto speculazioni intellettuali, aventi per lo pit il valore di opi- nione. ‘Alcuni non sanno parlare senza trascendere, imboccando una strada che nulla ha a che vedere con I’argomento che & oggetto della discussione. In nessuna oceasione come que- ste circostanze si vede chi é riuscito a dominare la parola. La conversazione ha le sue norme cui bisogna attenersi perché non degeneri in un inutile baccano. Tra esse prima regola é la pacatezza, Quando non ci si trovi tra persone af- fette da verbiloquio vi sar’ sempre un momento in cui po- tete intervenire con la vostra parola. E allora, avendo di- mostrato che avete saputo ascoltare, anche voi potete af- fermare il vostro diritto di essere ascoltato. La calma, nella discussione, si pud mantenere solo a patto che si parli uno per volta, ordinatamente. Deve essere una esposizione delle idee da parte di ognuno, quindi fatta né di monologhi, né, peggio, di reciproci assalti, perché sia utile e non sterile di tisultato. Non importa che i vari punti di vista siano contrari o di- 108 / Guida alla padronanea di sé vvergenti, perché anzi proprio in questo consiste l'apporto di ciascuno, che, per la sua evoluzione, si trova su di gradino di osservazione, dei fatt e delle idee, diverso dall’altro. Ma quello che importa & che ciascuno possa dire la sua con cal ma, ascoltato da tuti perché anch'egli ha saputo ascoltare E una dura prova, ma cercate di superarla. Le altre, in seguito, vi parranno pit leggere. Non sara tempo perduto se V'insegnera I’arte di saper ascoltare, tacendo. Ma é necessario prima mettersi in uno stato di perfetta calma interiore, Chi parla ha il ditto di poter esporre libe- Famente le proprie idee in maniera esauriente, la qual cosa ppotra fare se non & deviato né interrotto. Non vi sara mai proficua conversazione se da parte di chi ascolta non si sappiano osservare le suddette norme. Mettetele in pratica anche se vi imbattete in qualcuno di quegli incoreggibili ciarlatori che oltre all"intemperanza verbale usino patlare con la veloce monotonia di una mac- china da eucire. Ascoltateli tacendo: sara un ‘utile esperien- za, ma non incoraggiateli con approvazioni nellirruente so- liloquio. Sentiranno il vuoto intomo e, quando avrete impa- rato arte del saper ascoltare non frequentate pin simile be nia di morbosi maniaci perché, oltre alla necesita di evitare la perdita del vostro tempo, non é opportuno alimentare tal forme di sadismo maniaeale, di prepotenca, di vanita, ren dendovi complici con la vostra presenza Anche in questi casi, come per tutte le forme di attivita negative, la migliote forma di lotta@ la non collaborazione. Nella conversazione non siate tra coloro che quando palano hanno per metodo il voler anzitutto demolire a qua unque costo Popinione dell’altro. Nulla di pid erroneo. Questo metodo, olire a non produrre l'effetto desiderato, il pit delle volte serve solo ad avvelenare ed inasprire la di scussione, Non esiste, infatti, niente di pid) negativo di questo acre polemizzare. I risultati non portano che ad ina sprite gli animi dei contendenti. Se avete motivo di disapprovare gli argomenti degli altri, voi esponete il vostro pensiero senza nessuna preoccupa. zione ¢ soprattutto senza che questo appaia solo come as~ salto alla opinione altrui, Dite le ragioni che v'inducono a pensare nel vostro modo, chiaritele nel dettaglio, suffragan dole con argomenti. Se queste sono agli antipodi di quelle Hi governo delle emozioni e dei sentimenti 109 altrui, cid apparira dalle vostre pacate argomentazioni Sono i fatti e gli argomenti che devono parlare agli altri, per voi. Ricordate che la vostra verita spesso dispiace agli altri che ne hanno un’altra. Allora sappiate dirla, francamente ma senza offendere nessuno. Che dal vostro modo garbato, convinto, persuasivo essa s’imponga da sola per le lucide argomentazioni con cui la presentate Le divergenze e i contrasti fra gli uomini si manifestano in molteplici forme ma anzitutto hanno radice nel diverso modo di pensare di ciascuno. Tra i barbari assumono la forma di guerra, di lotta fisica e materiale, di contesa di sangue e di desiderio di ricchezze. Man mano che essi pro- grediscono, queste manifestazioni si vanno affinando e Stabilizzano nel discorso, cio® nelle parole, nella stampa, che sono le pid legittime manifestazioni del pensiero, In una societd civile ed evoluta questo & un sacro diritto riconosciuto. L'uomo spiritualmente evoluto ha connaturata la pid grande comprensione per il modo di pensare degli altri, Egli sa che nel cammino evolutivo ognuno si trova ad occu. are momentaneamente un gradino diverso. Di li egli vede le cose necessariamente in modo diverso da ogni altro e il pensare, il parlare, l'agire sono l’espressione genuina del gradino in cui si trova. Poiché egli conosce questa verita, nei suoi rapporti con gli altri uomini non assume mai at” teggiamenti sprezzanti ed offensivi ma soltanto quelli di giusta comprensione. Dopo tutte le considerazioni che precedono, esaminiamo ora come l’aspirante alla conquista della padronanza di sé dovra pitt particolarmente comportarsi quando si trova a dover parlare, Non pretendiamo dinsegnargli le regole per divenire un oratore ma esporremo soltanto alcune norme indispensabili che & necessario conoscere per l’applicazione della calma nell’ uso della parola, 11 comportamento nelle polemiche Si ritiene comunemente che nelle polemiche si debba so- praffare ’avversario, quasi fosse un pugilato. Su questo 110/ Guida atta padronanca di sé errato concetto & fondato tutto quello che troppo spesso viene usato: ’insulto, I"accusa, la denigrazione personale, che non hanno nulla'a che vedere con l'argomento della polemica, Soltanto le ragioni che puoi portare alla verita della tua tesi possono aiutare I'altro a comprendere; il contrario lo indispone, Jo irrita, lo chiude, impedendo e annullando ogni possibilita di reciproca comprensione. Metti l’Amore nel tuo animo e nelle tue parole, se devi dissentire dal!’ altro. Ul desiderio di convincere l’altro alle proprie idee spesso @ lontano, si vuole solo affermare con ogni mezzo la superiorita del proprio pensiero su quello dell’ avversario. Contrasti di tal genere potrebbero definirsi soltanto una rissa. Per questo, al fine dell’ affermazione delle idee sane, le polemiche sono tanto spesso inutili. Il comportamento nelle polemiche dell’uomo che ha conquistato la padronanza sulla parola é ben diverso. Non é facile portare I’ Amore nella battaglia della vita, ‘ma questa @ l’unica arma che non ferisce ma risana. L’altto non va considerato nemico ma fratello. Le divergenze delle idee sono una naturale conseguenza della posizione che uno haa nella salita della scala verso la verita Se ritieni di essere nel giusto, ricorda che anche Multro & nel giusto se sostiene le sue idee sinceramente, con con- vinzione, perché egli vede giusto dalla posizione in cui si trova. E allora perché non parlare con Amore? Saper ascoltare Pitagora, maestro di vita, aveva stabilito in Crotone una Scuola nella quale, con molta severiti e dopo molte dure prove, venivano accolti i giovani che chiedevano di essere awviati sulla strada della iniziazione. Prima di ogni altra cosa, gli allievi dovevano imparare Parte di ascoltare, tacendo. Per tre anni la regola pid impor- tante da praticare era il silenzio. Chi non sa ascoltare — diceva il saggio— chi non sa tacere non potré mai imparare a pensare e quindi a parlare, Il discepolo che avesse desiderato rivolgere qualche H governo delle emozioni e dei sentimenti! 111 domanda doveva prima, ¢ a lungo, maturare internamente Pinterrogazione per vedere se fosse insufficiente la risposta che il proprio To interiore, dopo intima riflessione, poteva dare. ‘Troppo facilmente si & portati a porre ad altri domande nella illusione che dall’esterno ci possa venire la risposta che solo l'interno pud dare. Si stimolava cosi, nel silenzio, quel lavorio del pensiero da cui tutto scaturisce. La risposta del maestro poteva venite dopo, quasi a controllo e para- gone. Mentre si operava quel vitale travaglio intimo, nel senso vitale costruttivo, era opportuno il silenzio esteriore che non pesava, non era il yuoto silenzio aborrito dal pro- fano ignorante, ma condizione favorevole per l'interiore colloguio. Allora, come oggi, il silentium ® unico metodo, la re~ gola aurea per qualsivoglia serio lavoro, scientifico 0 filo- sofico. Nello studio e nell” indagine, dovunque il pensiero sia attivo, il silenzio & condizione per un serio apprendi- mento e un reale progresso. Chi non @ calmo non sa ascoltare quando gli altri parlano. Se la calma é necessaria in tutte le circostanze della vita, nelle discussioni, nelle conversazioni, nella manifestazioni del linguaggio, nello scambio di idee pit che mai occorre esser abituati a un sereno contegno poiché sono le azioni pid frequenti del giorno. La maggioranza delle liti, delle aspre contese, delle vio- lente polemiche sono originate da equivoci, dal fatto che non si & capito niente di quanto ha detto l’altro o si é male inteso. E cid perché non si sono ascoltate con calma le pa- role mentre si @ subito dato sfogo, con troppa furia, al primo impulso che ha fatto balzare d’improvviso contro Pimmaginario errore od offesa. Abituatevi ad ascoltare qualunque interlocutore con la massima attenzione. E un esercizio che si pud fare cento volte al giorno perché non mancano i volenterosi attacca- bottoni, Ve ne sono di quelli che assolderebbero ascoltatori da opprimere con valanghe di parole, con fiumi di chiacchiere. Dapprima, forse, fremerete come un cavallo, avrete Voglia di gridargli in facia la vostra insofferenza, di fuggire lasciandolo nel suo irruento soliloquio, ma, poi, ‘man mano che si fortifichera la vostra pazienza, riuscirete a 112 / Guida alla padronanca di sé non sentire quegli impulsi, riuscirete a dominare la forza istintiva che vi spinge a interromperlo, Per riuscire a questo @ necessario tenere a mente alcune norme fondamentali. Queste son 1° Lasciar parlare a sua volonta colui che espone i propri pensieri in modo che lo possa fare completamente, senza intralcio da parte vostra; 2° Fare il completo silenzio in voi stessi, non soltanto con le parole ma nei pensieri e nelle emozioni. Questa @ in sintesi larte di saper ascoltare. E un esercizio che pud essere praticato nell’ ascolto delle conferenze, il che @ pit facile, che non nelle conversazioni private, Quando si deve parlare in pubblico Per abituare il suo allievo Alcibiade, Socrate lo esortava a prodursi in pubblico. Ma Alcibiade, pur ricco e ammirato, tremava di paura tutte le volte che doveva comparire davanit al popolo raccolto. Per fargli comprendere la stupiditi di ‘quel sentimento inconsistente Socrate gli disse un giomo: — Fai tu gran caso, Alcibiade, di quel calzolaio? No ~ rispose. ~ E di quel banditore ~ seguitd Socrate ~ e quel fabbri cante di tende, e quel mercante, e quel barbiere, tintimi discono? ~ Affatto ~ rispose Aleibiade. ~ Ebbene — riprese Socrate ~ non sono queste le persone che compongono il pubblico d’Atene? Se tu non temi cia- scuno di loro in particolare, perché metterti in soggezione ‘quando sono riuniti? Nel parlare in pubblico la norma classica & quella che si riassume nel “rem tene, verba secuntur” ciot: Tieni ben fisso nella mente la cosa o gli argomenti da trattare, 10 scopo che ti sei prefisso di raggiungere, cid che vuoi di- mostrare e di cui sei gia intimamente convinto; poi, le pa~ role adatte verranno da sole; “secuntur” seguiranno da sé, sgorgheranno dalla mente e soprattutto dal cuore, nel mo- mento, dal tuo intimo, nel quale risiede i tuo convinei- ‘mento. I governo delle emozionie dei sentimenti [113 Nel parlare in pubblico, come nelle conversazioni tra amici, vale assai pid la precisa osservazione, il saggio ar- gomento o la parola adatta che giunge direttamente alla mente ¢ al cuore dell'ascoltatore che il tornito periodo 0 la retorica locuzione. Non & necessaria prima di parlare la meticolosa preparazione scritta di frasi 0 d’immagini o la leziosa ricerca di termini, ma é necessario pensare bene pri- ‘ma quel che si deve dire. Saper tacere Al grande fisico Einstein, principe della formula, chie- sero un giomo la formula del successo. Egli rispose — La formula &: A =X + Y +Z, dove X sta per lavorare, Y sta per divertirsi e Z sta per tener la bocca chiusa. Saper tacere @ tra i pid antichi problemi dell"uomo. I cattivo uso della parola & stata, in gran parte, la causa dei dolori ¢ dei guai che hanno afflitto i singoli individui e la collettivita. Per questo fu scritto: Ne uccide pitt la lingua che la spada, Il male che essa pud produrre & nei due sensi perché la parola é un’arma a doppio taglio che molto spesso ferisce chi l'adopera ¢ colui che & colpito dai suoi strali av- velenati Il tacere, o il parlare solo a tempo debito e nella giusta misura, sembra da annoverarsi fra le imprese pitt ardue che uomo sia capace di compiere. Un antico proverbio ammo- nisce: Saper tacere @ sovente il colmo della saggezza. Vi sono infatti molte circostanze in cui il silenzio, il saper ta- cere, @ unico rifugio nel quale ritirarsi per non arrecare Peggiori gual oper non esse travolt molto difficile che un uomo debba pentirsi di aver ta- ciuto, mentre troppo spesso avviene che egli debba pentirsi di aver fatto cattivo uso della parola. Riuscire a dominarsi in questo uso @ aver compiuto un bel passo avanti sulla strada dell’autodominio, Fate un esperimento: awvicinatevi a un gruppo di perso- ne che parlano, Sostate senza partecipare, ma come osser- vatore e ascoltatore. Da estraneo noterete come vi appari- anno diverse le persone raccolte a parlare, vedrete quante parole sciocche ¢ inutili sano dire gli uomini quando sono 114 / Guida atta padvonaneadi sé insieme. Diciamo uomini, ma se dovessimo dire donne le considerazioni non sarebbero davvero meno amare. Le persone che ciarlano di pitt sono ordinariamente le pit vuote interiormente, Per questo fanno tanto rumote. La sapienza popolare ha sintetizzato la sua millenaria esperienza col motto: Parla poco, ascolta assai e giammai fallerai. Lascoltare ti dari modo di riflettere molto e notare la stupidit& delle tante parole. Eviterai consapevolmente molti errori. Se, invece, vorrai sbagliare e fare la tua espe rienza, segui il procedimento contrario: parla molto, ascolta poco. Anche seguendo questa via lunga di esperienze pe~ nose, arriverai, col tempo, allo stesso risultato di compren- dere la saggezza del tacere, ma certo a tue spese, e dopo aver pagato di persona, ‘Va’ in molti luoghi, frequenta molte persone, ascoltando tutto quello che si dice, riflettendo su tutto, Lascia parlare ali altri, tutti coloro con i quali t’incontri. Tu ascolta, ascol- tali tutti, sempre, con attenzione, riflettendo. Parla solo quando il tacere pud essere dannoso o male interpretato. A~ scolta e rifletti e dopo ascolta e rifletti ancora. Impara que~ sta difficile arte dell’ascoltare e ti farai una preziosa esperienza, Si deve comprendere quando & necessario tacere o par- lare € fare questo nell’ambito della veritd senza mai tadire la propria coscienza morale. Ma é indispensabile per questo Vautocontrollo continuo, pilastro fondamentale per la pa- Gronanza di sé. Si deve, perd, fare attenzione a mantenere Ja giusta via di mezzo, L’uomo @ portato facilmente ad arri- vare agli estremi detestabili della simulazione e della ipo- crisia, atteggiamenti detestabili che sono indice di vilta @’animo. Non manifestare i propri sentimenti interni quan- do il farlo pud arrecare danno a sé e agli altri é atteggia- mento doveroso e soprattutto quando if danno pud essere arrecato alla veritd. U dire tutto inopportunamente & da sprovveduti, come il tacere la verit& quando & richiesto per una ragione di bene, & da vili Per ben conoscere gli altri, fateli parlare, fate che dicano tutto quello che vogliono dire, essi si scopriranno comple tamente, vuoteranno tutto. Avrete modo di veder tutto di loro, fino in fondo, nei particolari. Avrete cosi ogni ele- Hl governo delle emozioni e dei sentimenti 115 mento che vi occorre per il vostro agire. Ma voi, tacete. Il pit possibile. Parlate solo quando & necessatio e dite il meno possibile, lindispensabile. I silenzio & veramente d’ oro. I silenzio Sul portale dei vecchi conventi era scritta la parola SI- LENTIUM secondo l’antica tradizione dei saggi. Parlare solo quando é utile e necessario, amare il silenzio che indu- ce alla meditazione. E la meditazione, non il vano ciarlare, che ci rivela a noi stessi ¢ ci conduce alla scoperta del no- stro lo interiore. Tacendo non si sbaglia, molti errori si evi- tano, Pid si pensa ¢ meno si parla, mentre chi pid parla, meno pensa, come avviene ai grandi ciarlatori. Il silenzio & fecondo perché é un parlare interiore, con se stessi, l'unico colloquio veramente proficuo allo spitito degli uomini. Qu- ando ogni cosa tace, parlera in noi il nostro Io. Questa é la voce del silenzio che bisogna ascoltare, voce che ci parla un linguaggio diverso dai comuni linguaggi. Il silenzio pesa soltanto a chi ha limitate capacita di pensare e per questa ragione per essi ¢ un vuoto penoso. Questo @ il mistexo del silenzio la cui forza vale pit di ogni vibrata parola umana. Quando parlate, attenti a cid che dite, ¢ siate sicuri che quello che dite sia preferibile al si- lenzio. Ii silenzio 2 una musica bella che pud comprendere ed amare soltanto chi ha sviluppata una vita interiore. Il gregge vive nel clamore e ama il frastuono, si sente vivo solo in mezzo al chiasso. Le sue antenne sono capaci di captare soltanto quell’unica stazione. Ma dal silenzio del proprio mondo interiore l’uomo che ha imparato a gustare il linguaggio dell’ anima percepisce le voci pid sottili prove- nienti da un mondo piti alto. Non c’é colloquio migliore di quello che I’uomo pud fare con se stesso, col proprio Io, nell’intimita del proprio mondo, Si sentono allora le voci di cui prima non si sospettava neppure I'esistenza. Esse par- Jano solo quando tutto intorno tace e solo allora si sentono. ‘Ma non si pud tacere tutta la vita, a meno che uno si sia ritirato nel deserto. Alora sarebbe troppo facile, non 116 / Guida alla padronanca di sé avendo con chi parlare. Il dominio sulla lingua deve affer- marsi con gradualita, ma in modo inesorabile, questo @ il primo gradino. Chi comprende l’importanza di questo pun- to, mettera tutto il suo impegno per riuscire. Quando si é imparato il controilo della parola e compre- so il valore del silenzio sul piano fisico, sié fatto un passo avanti verso una rivelazione di capitale importanza per la propria vita spirituale. Allora si aprir la comprensione pid elevata: si rivelera il significato del silenzio interiore, quello che porta a salire sul piano spirituale, che sara la prepara- zione della coscienza superiore e il contatto con I"lo spiri- twale. Isegreti La capacita di questo dominio si misura spesso nella ca- pacita di mantenere un segreto. La segretezza é cosa tanto ara che si consiglia di non dire niente a nessuno quando uuna cosa non si vuol far sapere. Mantenere il segreto per molti @ come tener dentro di sé una carica di mille atmosfere che non si pud tenere senza scoppiare. La segretezza conferisce una forza particolare ai pro- ‘grammi, ai propositi da realizzare. Parlandone svaniscon evaporano come I’alcool al sole e perdono ogni capacita di concretarsi. Per questo si consiglia di maturare nel silenzio i propositi e di non manifestarli a nessuno finché siano rea- lizzati. Ci sono artist serittori che non dicono mai nulla dei loro progetti finché l’opera & compiuta e pronta per essere varata. Facendo diversamente, sono persuasi di essere col- piti da sfortuna o da insuccesso nel proprio lavoro. Il silenzio pit assoluto & d'obbligo quando ci si trova, con persone che per il loro livello capirebbero il contrario di cid che le parole vogliono significare. E l'evangelico non dare le perle ai porci. ‘A questi @ inutile parlare, & dannoso insistere. Chi ha orecchie da intendere, intenda diceva spesso Gesi. Tl saper tacere per l’iniziato @ legato alla sua capacita di valutare la persona o I"ambiente cui parlare. Come & suo unico dovere tucere quando sarebbe inutile 0 dannoso par- 1! governo delle emozioni e dei sentimenti | 117 lare, cosi & suo dovere saper parlare a colui che chiede ed & pronto ad ascoltare. Questo per quanto riguarda I’opportunita. Per quanto concerne il modo, & necessario ricordare che se esiste un metodo, che quello di parlare con calma inte~ riore imperturbabile in qualunque circostanza, @ pur neces- sario sapere che & regola di saggezza parlare a ciascuno il proprio linguaggio. Cosi fa la natura che non conosce in- giustizia Qualche regola da ricordare Dominio della parola vuol dire, anzitutto, saper tacere, imparare a gustare il silenzio. Arte difficile perché richiede il frenare gl'impeti in certi momenti, spegnere, nell’intimo ignoto, voglie di vanita, di esibizione, di protagonismo, di sopraffazione, d’ironia, di vendetta, di ira, rinunciare ad adoperare un’arma terribile, spesso a doppio taglio: la pa- rola, Chi fosse arrivato a questo, col tacere, sarebbe davvero ‘un uomo da ammirare. Ma si pud giungere a cid non solo col silenzio: vi 8 il buon uso della parola che & pur sempre la prerogativa dell’ uomo saggio. Alcune regole possono servire a questo fine: 1, Parla se il tacere pud produrre danno e quando il tuo silenzio pud prestarsi a una falsa interpretazione. 2. Nel parlare tieni presente il monito «Quest’uomo, domani, pud comportarsi verso di me da nemico». Rego- lati, nel parlare, come se tale dovesse effettivamente dive- nire, Ma tu amalo e agisci verso di lui sempre da fratello. 3, Non usare mai la parola per offendere: taci quando sei adirato o in preda a sentimenti che ti agitano, 4, Pensa a quello che devi dire, prima di dirlo e mentre Jo dici; rifletti alle conseguenze che produrranno le tue pa- role. 5. Sia il tono delle tue parole calmo e pacato, quando non riesci a essere cordiale. 6. Non parlare mai di te, delle tue cose intime, private, personali; che gli altri conoscano di te soltanto quello che 118 / Guida alla padronanca ai sé appare ai loro occhi: cancella dal tuo vocabolario la parola “confidarsi” nel senso di apertura indiscriminata. 7. Bandisci i discorsi oziosi, le ciarle vane e vuote, di critica e di lamento; rifuggi dal parlare inutile come da qua- Tungue azione che non produca effetto di bene. Nel dominio della parole & necessaria una forte volonta per riuscire. B il mezzo per renderci la via meno aspra e dura, Senza questa forza sarebbe inutile tentare il cammino. Con essa le aspre salite appariranno meno dure. Controllare e dominare il parlare implica aver raggiunta una presenza quasi continua su se stesso, perché la parola & il mezzo che adoperiamo pitt spesso, anzi continuamente, nelle relazioni con i nostri simili. 1! dominio sulla parola 2, senza esagerazione, forse, la cosa pit difficile a raggiun- gere dopo il dominio sui pensieri. Ma volere @ gia essere ben avviati sulla via del raggiun- gimento, La sola e vera difficolt’ non pud venire dunque che da te stesso. Solo da te dipende superare la strada e raggiungere la meta, 6. Il governo delle emozioni e dei sentimenti Chi domina gli altri potente. Chi do- mina se stesso & veramente Torte Lao-ase Dentro ogni uomo dorme una carica di sentimenti, di desideri, di energie che attendono di venir fuori quando si presenti un’occasione. Questa pud essere data dalle circo- stanze, da un pensiero, da una persona, da una cosa qual- siasi, da un avvenimento, etc ‘La qualita di questa carica & duplice, positiva o negativa. ‘Quella proveniente dall’To spirituale é di una immensa pos tivita, portatrice di Amore e di bene, mentre l’altra prove- niente dall’io personale, animale, &, in parte, negativa ¢ di struttiva, IL mondo esterno offre per lo pit le occasioni mentre il nostro mondo interno reagisee nel modo che gli é proprio, La reazione é diversa in ciascuno e dipende da cause di va- rio genere, secondo il gradino di evoluzione raggiunto. Attraverso questo incrocio di azione-reazione 'uomo compie la propria esperienza sulla Terra. Nella prima fase dell evoluzione, l'istinto e ’emozione sono prevalenti, mentre I'uomo evolve attraverso Fesperienza personale. Salendo sul piano della ragione, vanno man mano attenuandosi poiché subiscono la forza pid elevata dalla quale sono in parte dominate. Ma per supe- rare le energie negative si deve agire sulle cause: é la pit si- ‘cura terapia per la guarigione. 120/ Guida alla padronanca di sé Ti cuore e la mente La voce del cuore ¢ quella della mente parlano all’ uomo. non sempre in armonia tra loro. Chi vuol realizzare la padronanza di sé deve tendere con determinazione e costanza a un’ equilibrata coincidenza tra il comportamento e i valori reali della vita, La voce del cuore, che & quella dell’ Amore, e quella della mente che & spesso quella del pensiero astraito, si tr0- ‘ano frequentemente in contrasto tra di loro. Pascal ha scritto: I wore ha le sue ragioni che la mente non conosce. La Via giusta da seguire non & soltanto quella del pensiero astratto. Lo afferma Einstein, che ha scritto: ...non dobbiamo fare del nostro intelletto il nostro dio per- ché esso, se ha vista acuta quanto ai metodi e agli stru- ‘menti, 2 invece cieco quanto ai fini e ai valori. Il cuore @ la sede degli affetti, dei desideri, dei senti- menti, La scuola di Louis Claude de Saint Martin insegna che la via del cuore & da sola sufficiente a raggiungere la reintegrazione sul piano dello spirito, cio’ la padronanza e la liberazione da ogni legame e dipendenza dalla materia. ‘Ma quando la spinta degli affeiti e delle passioni @ forte, il pensiero si oscura e il mondo concreto tende e trasfigu- tarsi, mentre quando le ragioni sembrano perdere ogni forza di convinzione e i pretesti assumono la forza delle ra- gioni, allora 'uomo si trova nel contrasto di una battaglia interiore di cui non sempre riesce vincitore, mentre & trasci- nato dall’una o dall’altra parte, senza potersi dominare. Ii conflitto tra ragione e sentimento avviene quando Yuna vorrebbe cid che Valtra vorrebbe per sé; la contesa non cessa finché dura la discordia circa il fine perseguito. Ul conflitto termina e la pace torna quando avviene identificazione della parte inferiore con quella superiore. Tl cuore e la mente hanno ciascuno le proprie ragioni e sono nel vero soltanto quando sono nell’equilibrio e vicini ai valori universali. Ma anche allora la voce della coscienza tichiama, ¢ I'uomo sente di essere coerente con I’equilibrio verso cui tende chi vuol dominare se stesso. Il comporta- mento deve coincidere con i valori espressi dalla parte pitt elevata dell’'uomo che si esprime con la voce della co- seienza, Il governo delle emozioni e dei sentimenti 121 L’io che deve obbedire & sempre quello inferiore perché il comando spetta sempre all’Io Superiore. ‘La volonta é di valido aiuto nella realizzazione. Dice Ionesco in Note e confronti: A volte mi vedo lace- rato da forze cieche che sorgono dal mio io pit intimo e ur- tano in disperati conflitt irrisolti; sembra che io possa iden- tificarmi con uno o altri o questi benché io sappia molto Bene di non essere interamente questo o quello. Ma noi siamo soltanto I"lo spirituale e solo con quello ci dobbiamo identificare. Il compito della ragione L'azione delle forze inferiori non dominate & sempre causa di mali e di danni, Immaginate un’ orchestra che suoni senza il direttore, o anche un popolo senza leggi, un’auto che corra senza il guidatore Questo & I'uomo quando le forze inferiori agiscono senza essere governate ¢ dominate. Sono incalcolabili i danni che egli arreca a se stesso e agli altri. Lo stadio umano si realizza con il possesso della ragione allo stesso modo che I’animalita & gavernata dall'istin Istinto e ragione: due piani che caratterizzano e distin- guono I’animale ¢ ’'uomo, Mentre animale, guidato dall’istinto, reagisce nella maniera giusta e naturale, secondo il proprio piano, nell’uomo poco evoluto ¢ ancora vicino all’animale, agisce ancora listinto residuo della sua natura inferiore, aggravata dal possesso di una ragione poco sviluppata 0 distorta mesa a servizio dell’ egoismo. Il suo comportamento, allora, sar& quello al di sotto di quello animale, Ul compito della ragione & quello di governare gli istinti e Je emozioni. L'uomo esce dall"animalita salendo sul piano della ra- gione non deviata, non distorta, non inquinata dall’e- goismo. Sebbene non sia la vetta pit alta per 'uomo, di Ni vede ogni cosa in un’altra prospettiva. I benefici sono notevoli e il primo tra tutti quello di porlo in una posizione equilibrata che I'istinto e l’emozione ignorano. 122 / Guida alla padvonanea di sé Quando la ragione @ illuminata dal piano piti elevato dello Spirito il compito della ragione & nobilissimo: quietare i mondi agitati dagli istintie dalle emozioni. Al vaglio della ragione non passa cid che & nocivo a sé e agli altri. La ragione frena gli impulsi incontrollati, porta la quiete dove & agitazione. Quando uno stimolo esterno o interno giunge all’ uomo, nel primo tempo pud provocare turbamento emotivo con reazioni non sempre equilibrate come pud avvenire dopo un’ offesa o per un’improwvisa notizia spiacevole, ma al vaglio della ragione vi & il secondo tempo che @ quello dell'esame, della comprensione delle cause e dei fini che frena gli impeti di reazione, e porta calma. Dopo il Vaglio della ragione non si compiono azioni ne- gative contro le leggi naturali e divine perché la ragione ne fa vedere le conseguenze sull’autore che fosse spinto a compierle, Il lavoro che ognuno dovrebbe fare prima di compiere qualche azione di rilievo & quello di consultare 1a ragione La risposta che essa ci da sempre meritevole di apprezza- mento. Ma poi é ancora meglio consultare la coscienza ch @ la voce di Dio in noi, quella che non si dovrebbe dimenti: care mai di consultare Salire sul piano della ragione Uccidi la insorgente paura che tentasse d’invadere Panimo tuo, analizzandola, Tutti i sentimenti negativi, come questo, si frantumano dinanzi all’analisi. La ragione li ri- duce al nulla e ti libera di un serpente che tentava di penetrate in te per avvelenarti. La paura crea i vii, non i saggi, né gli uomini probi. Tl cammino in ogni settore evolutivo si attua nel coraggio ¢ anche nella calma della convinzione, non certo nella vio- Jenza spirituale della paura, Molte delle paure irrazionali che ristagnano nell’ animo umano, analizzate dalla ragione, svaniscono come nebbia al sole: esse non hanno in sé consistenza. ‘Imprimi indelebilmente nel tuo animo: HL governo delle emozioni e dei sentimenti 123 1, Perché l’emozione sia equilibrata deve intervenire la ragione, 2. L'emozione dovrebbe essere soltanto limpulso all’azione ma non dirigerla. Le sole direttrici dovrebbero es- sere Vintelligenza ¢ la ragione illuminata dell’ Amore. 3. Quando la coscienza agisce con una forte emozione per movente ed una sana ragione per guida, si ha veramente una persona saggia, equilibrata che fara del bene. 4, In persone sviluppate irregolarmente, l’intelletto e Yemozione possono sensibilmente variare nel reciproco rapporto: forti emozioni con debole intelligenza o viceversa. Nell’un caso 2 debole il potere dirigente, e nell’altro il po- tere movente. 5. Quando vi sono verita che spiacciono eccessiva- mente, viste alla fredda luce dell’intelletto, & segno che il lato emozionale & sviluppato oltre misura rispetto al lato in- tellettuale. 6. Vedendo attraverso l'emozione, vediamo male e di- storto. L'intervento dell’uomo razionale deve essere im- mediato, prima che la reazione fulminea dell’emozione possa compiere la sua opera negativa. Molte reazioni emo- tive non fanno che accrescere il male che si é verificato. E sempre vano e, anzi, sempre nocivo reagire emotivamente. Se si acquistera la capacita di trattenersi dall’agire prima che la mente prenda pitt esatta coscienza delle circostanze, le reazioni scomposte ed esagerate non faranno pid parte delle debolezze umane. Talvolta basta saper attendere pochi secondi prima di agire. La prontezza dei riflessi in queste circostanze & nociva. Prendere tempo € assicurarsi di persona come stiano real- mente le cose & spesso la salvezza da gravi errori. Per sottrarre I'uomo al vortice emotivo si deve salire sul piano mentale. ‘La ragione non va mai messa da parte, ma deve essere illuminata dalla luce spirituale e, nella misura in cui sara spogliata dall’egoismo e illuminata dall’ Amore, diventer& ‘un agente di luce e di potenza. Salire sul piano della ragione, o meglio su quello spiri- tuale, @ una necesita per non sentire la sofferenza. Cid vale sia che si tratti dei propri dolori che per quelli che afflig- gono il mondo. 124 / Guida alla padronanca di sé Alla lettura delle cronache dei giorali, tanto spesso or- ripilanti, il lettore sensibile rimane turbato, altri restano sconvolti, angosciati, colpiti da intensa emozione con danni alla psiche e alla propria salute. Cid avviene perché gazzet- tieri privi di senso morale indugiano con dettagli su fatti di sangue, delitti efferati, eccidi, mettendo a nudo con vero sadismo sentimenti intimi e atroci sofferenze. Calcano le tinte, trayisano o inventano, ipocritamente nascosti dietto il diritto d’informazione, pur di far colpo e suscitare sensa- zione. Chiamano informazione quella che & spesso soltanto deformazione, E vero che l’emozione di certuni & anomala e patologica perché alla intensita dello stimolo agente non & proporzio- nata la resistenza dell'elemento biologico. E cid per difetto dello stato di salute 0 anche per eccesso di eccitabilita degli apparati nervosi. Ma anche per questo non si dovrebbe portare a conoscenza di persone malate o emotivamente de- boli fatti raccapriccianti, In un temperamento normale sa- rebbe diverso ¢ passioni ed emozioni possono anche non avere rilevanza mentre al contrario in un temperamento emotivo, spesso amplificatore di emozioni, la sofferenza viene centuplicata Certe fantasie, divennte mali reali e quindi sofferenze conerete per la potenza dell’immaginazione, si dissolvono quando passano al vaglio della ragione. Per questo, & ne- cessario non fermarsi allimpressione e all"emozione, ma ragionare Salire sul piano della ragione & vedere le cose da una posizione pitt elevata: di Il molte sofferenze seompaiono, altre divengono pit leggere, Ma é soltanto dal piano dello spirito che il dolore & an- nullato, perché ogni sofferenza & allora trasmutata, La sofferenza é viva quando si rimane emotivamente vi- cini al proprio o all’altrui dolore e col pensiero legati, attac~ cati_ad esso come ostriche, contemplandolo con oechio fisso. Il piano emotivo é la zona del turbine dove imperversano calura, pioggia, freddo, nubi e gelo, alla mercé di tutti i venti. La non c’é mai pace. Se si resta 1a, & impossible non sentirsi straziare dal dolore del mondo, e non piangere. Si deve uscire da quella zona dove la vita & fatta di HI governo delle emozioni e dei sentimenti 125 palpitazione sentimentale, da impressionabilita ecce: sensibilita morbosa, commozione, passione. L’agitazione di quel piano é gid di per sé sofferenza, ma Jo @ assai di pitt per chi si trova nella condizione di dolore. Gli stati emotivi e passionali rivelano le anormalita delle funzioni psichiche che sono vere malattie in certuni che sof- frono tanto. I mondo emotivo & il mondo dell’agitazione, ® un mare agitato in continua fluttuazione che non pud offrire in sé un punto di appoggio. L’ancora si deve agganciare a un punto fermo. Mentre I'uomo é travagliato fra i dolori e i guai che lo deprimono e fra gli odi, le passion e le gelosie che lo esal- ano, somiglia a una barca in preda ai venti e ai flutti Le emozioni sane sono energie che hanno una loro forza vitale, propulsiva e dinamica in continua vibrazione. Bsse vanno ditette e governate. Soltanto allora possono produrre effetti positivi, Al piano mentale non atrivano le agitazioni del piano emotivo. Di la si guarda al mondo sottostante come da un’altura si rimira la pianura, e si ha pure una vi sione pitt ampia. Lume, fuori dalla zona dove imperversa I’ira, la men- zogna, Ia paura, la fretta, odio, sara immune dalle nefaste influenze di quelle forze distruttive, forze in movimento che non risparmiano chi si trova nel loro nefasto raggio @azione. Nella zona della serenita, dove non giungono le in- fluenze di quelle forze, egli sard come in un’ oasi rigogliosa. Assorbira soltanto energie vitali € il suo fisico ne mostrera palesemente i benefici effetti Tenersi lontani da ogni emozione é 1a migliore terapia. Ricercare emozioni#é da insensati, @ un ricercare veleni e respirare aria tossica. L'esistenza ne riserva gi a ognuno il numero sufficiente e dosato per la singola evoluzione. Ba- sta saper governare queste senza andame a cercare altre. Se ti persuaderai di questo, la tua esistenza prendera al- tro aspetto e altro ritmo. Chi ne ha fatta esperienza, sa che & una rigenerazione anche del corpo. Tanti, vissuti per anni malaticci perché sotto il tormento di ansie e di preoccupa~ zioni, passato il tempo dei dispiaceri si sono visti rifiorire fisicamente, iva, 126 / Guida alla padronanca di sé Cessate le cause psichiche e morali dei loro mali, la salute del corpo é tomata a rifiorire. ‘Vi sono uomini in particolari condizioni di salute ai quali non & consentita nessuna emozione. Essi devono restare in ambienti lontani da ogni possibile turbamento; le persone che li avvicinano devono sempre mostrarsi serene. Moderare gli impeti emotivi ed impulsivi Saper dominare se stessi nell’espressione dei propri im- pulsi interni ed estemi, dei sentimenti, delle emozioni, degli atteggiamenti, di tutti i moti e gli stati d’animo @ la base per awviarsi ¢ camminare per le strade alte dello Spirito. Dai bassifondi dell’animalita, per raggiungere un giusto equili- brio nella propria esistenza, il dominio di sé é la condizione per progredire gradualmente, senza fretta né sosta. Medicina per I'impulsivo imparare la capacita di saper attendere. Se lascia trascorrere il tempo sufficiente tra l’in- sorgenza dell’emozione e la reazione, se tra le due cose egli diventa capace d’inserire altro tempo, un gesto, una rifles- sione o qualunque altro elemento, allora riuscird ad evitare gran parte dei guai che gli derivano dalle sue eazioni in consulte. B quindi necessario che il freno, il morso, s"inter- ponga al momento giusto, nel brevissimo atto fra I’emo- Zione ¢ la reazione in modo che il filo fra le due sia rotto. L’impulsivo ha bisogno soprattutto di avere a portata di ‘mano un potente freno che sappia stringere atrocemente nel ‘momento critico come si fa con una potente auto che sia sul ciglio di un burrone. ‘Ognuno @ soggetto a impulsi e a reazioni istintive. La natura dell’ uomo ha in sé cariche di animalit& non ancora estinte, che aspettano loccasione propizia per la via Auscita. Anche quelli che riteniamo molto elevati hanno in sé questa eredita atavica che dorme in loro. IL tifo sportivo, 1a caccia, il settarismo politico e reli- gi0so, il cosiddetto eroismo guertiero etc. sono i canali di scarico di un’animalita non ancora estinta, ma soltanto so- pita, che giace nel fondo di ogni uomo. ‘Molte di queste manifestazioni sono naturalmente am- mantate da nobili vesti, talora, coperte da bandiere e da 1 governo delle emozioni e dei sentimenti | 127 drappi di vario colore, ma la sostanza resta immutata. Sarebbe ben diverso se apparissero nella loro real bestiale. er imparare un modo di agire calmo si deve saper in- trattenere la propria mente il pid possibile in pensieri di calma, Nei momenti in cui lagitazione tenta dimpadronirsi dite, pensa per contrapposto alla bellezza della serenita che come un cielo limpido permette di vedere meglio le cose € di gustare le tinte naturali senza alterazioni. Pensa spesso alle oasi di pace tra il verde dei prati e dei boschi, alle voci genuine della natura dove lo Spirito si ritempra ¢ si innova, Pensa ai momenti in cui hai gustato un'interiore serenita, momenti veramente felici della tua esistenza. Se sai volere, l’impulso dell’agitazione si spegner& di- nanzi a quei momenti di gioia intima. E necessario prendere Pabitudine a intrattenersi spesso € a lungo in questi pensieri che sono il freno e I'antidoto al veleno dei pensieri torbidi e violenti. Il dominio delle emozioni e dei sentimenti ‘Un punto importante nel governo di sé & quello della pa- dronanza delle emozioni e dei sentimenti. La natura emotiva va governata. Emozioni e sentimenti, due facolta superiori che consen- tono all’'uomo, non soltanto di dominare il mondo infe~ riore, le altre creature, ma anche di dominare se stessi nella lotta contro i propr istint. Scrive Vivekananda: I! segreto essenziale é di sapere che le passioni, le convinzioni, i sentimenti diversi che sono nel cuore umano non sono biasimevoli in se stessi. Occorre padroneggiarli accuratamente e dar loro una di- rezione pitt alta fino a che raggiungano il pit alto grado di eccellenza. La pitt alta direzione @ quella che ci conduce a Dio; qua- lungue altra te @inferiore. Quando vi rallegrate di avere un pugno di monete, que- sta é una falsa direzione data alla facolta della gioia; bisogna darle una direzione pitt alta, bisogna metterla al servizio dell’ Ideale Supremo. 128 / Guida alla padronanca di sé 1 bhakta dice che nessun sentimento @ biasimevole; e- glist impadronisce di tutte li dirig infalibilmente verso io. Certo, nulla 2 biasimevole in se stesso, ma tutto rela- tivo all’uso che se ne fa. Vi sono perd sentimenti negativi che vanno senz’altro governati. Cosi si deve dominare il sentimento verso chi abbia dato a noi motivo di irritazione. Un sentimento ostile anche se rimane allo stadio di pensiero & nocivo a chi @ indirizzato e a chi lo nutre e lo emana. Lo stesso vale per i sentimenti di vendetta, di odio, di gelosia, di rancore, d'invidia, che hanno in sé una cari nociva. I pensiero colpisce il bersaglio, poi ritorna a colui che lo ha lanciato e spesso con forza duplicata perché chi lo ha ri- cevuto lo rilancia a sua volta con altra forza. Sono forze che non bisognerebbe mai muovere. Lideale dell’ uomo non & quello di annullare l’emotivita, che & cosa impossibile, ma quello di superare l"emotivit’ deteriore dovuta alle paure, alle inibizioni, alle fobie I Maestri insegnano: occorre eliminare non 'emotivita in quanto sentimento, ma l'emotivitd perturbante il sentimento stesso e quindi limitazione di esso. Questo si. Il sentimento @ una cosa diversa dall’emotivita, @, cio’, una comparteci- pacioue alla realta esterna, fluida, calma, distaceata, E non lasciarsi coinvolgere da tutta Ia parte deteriore che l’emo- tivita di solito porta con sé e che poi causa la sofferenza. Dominare queste forze 2 neutralizzarle sul nascere ap- pena ci avvediamo che sono entrate in noi. I sentimento va alimentato mentre I'emotivita va domi- rata Non si pud concepire un uomo nel quale sia assente la sensibilita che @ presente perfino nel minerale, negli animali e nelle piante. Il sentimento sorge dall’emozione che pud degenerate nel sentimentalismo 0 nella passione che acceca. I sentimento puro @ la pid nobile espressione dell’anima umana. Ma nella societA degli uomini non tutti i sentimenti pos- sono manifestarsi senza inconvenienti. Essi devono trovare una via d’uscita controllata, misurata, dosata e graduale. Il governo delle enozioni e dei sentimenti 129 Lo sfogo indiscriminato sarebbe follia e trasformerebbe Tumanita in una giungla. Importante & che il sentimento non degeneri nel senti- mentalismo mentre la mente non deve oltrepassare i limiti che le sono imposti dai valori universali per non degenerare nella crudelta e nel cinismo, 11 dominio non ha lo scopo di sopprimere emozioni sentimenti, ma quello di dare ad essi il giusto equilibrio. Tutti i nostri sentimenti come le acque ondeggianti o come V’aria in movimento hanno bisogno di conitollo, di essere dirette e dominate perché non si trasformino in tempeste, venti e uragani, Sostituire emozioni ¢ sentimenti negativi Uno dei modi per sfuggire a un*emozione dannosa che si vuole evitare & quello di abbandonarsi ad altra emozione di genere opposto operando per contrapposizione, non per inibizione. Chiodo caccia chiodo. 4 Quando qualche sentimento di odio, di vendetta, di ran- core e simnili s'insinuasse in noi, sostituirlo immediatamente con uno d’amore, di bene, di benedizione, di perdono ‘verso chi pud essere oggetto di quelle proiezioni malefiche. Ricordate sempre cite ognuno opera sul piano della pro- pria evoluzione. Allora, esercitate la comprensione verso chi ha operato negativamente verso altti o verso di voi, Lui non @ stato capace di dominare Ja sua parte inferiore. B un debole che col tempo, con ’esperienza e gli insegnamenti salira a un piano pid elevato, Quando sara sul piano della ragione e di pid sul piano spitituale imparerd che torna a lui quello che parte da lui e allora si asterra da tante azioni che compiva nell ignoranza delle leggi che governano la vita, Per liberarsi dal potere dell’emozione, metodo utile & quello di sostituirla con un’altra. La soppressione non potrebbe avvenire senza recare danno. Ma la canalizzazione su un altro piano verso un'altra ditezione ¢ la pid sicura e giovevole. ‘Un tempo T’innamorata delusa si rtirava nel chiostro per divenire la sposa di Cristo in sostituzione degli sponsali cui rinunciava. 130 / Guida alla padronanca di sé Le emozioni dello sport e delle feste sono settori in cui gli astuti politici sanno incanalare le masse emotive quando la situazione diventa pericolosa. E gli abili governanti sanno ben manovrate. Le asprezze del cilicio e delle flagellazioni come le pun- ture dei rovi sulle cami nude erano emozioni di ben altro tenore che soppiantavano bruscamente il solletico degli sti- ‘moli allettanti della tentazione carale. Le vite dei santi sono piene di questi esempi in cui si nota come I’emozione ritenuta bassa ¢ riprovevole non & annullata né soppressa ma sostituita con altra di genere op- posto. Per i sentimenti non possiamo parlare di dominio asso- luto, di potere dispotico derivato dalla volont. Possiamo, perd, sempre agire sui sentimenti, attenuarli, deviando quelli nefasti, agendo in modo che non abbiano la prevalenza sull'equilibrio che ® necessario nella vita. Contrapporre sentimenti positivi a quelli negativi é il compito principale d chi voglia acquistare a padronanea su i sé Governare i sentimenti & necessario per non essere le vittime di quelli distruttivi, tanto comuni nell’ uomo meno evoluto. A un sentimento di paura se ne deve opporre uno di fede, poiché nessuno ci pud arrecare un male 0 un danno di suo arbitrio, se cid non corrisponde a un debito morale da pagare. E il karma degli orientali ed il «si raccoglie cid che gié seminato» di tutta la saggezza antica e cristiana. Quelli che ritengono di sostituire le emozioni mettendosi a.urlare, battendo pugni sui tavoli, rompendo piatti o altro, come viene consigliato da certi strani psicologi americani, danno sfogo in modo selvaggio a cid che non sanno inca- nalare su di un piano pid elevato. C’8 chi sa sostituire uno scatto d’ira con I'esplosione di una risata o con una barzelletta, una battuta; un pensiero di vendetta e di rancore con uno di perdono’'o di compren- sione; l’odio con I’ Amore; la depressione con l'ottimismo; la preoccupazione con Pabbandono alla Divina Provvi- denza. Se ai sentimenti negativi tu sostituisci I’ Amore, realizze- rai la vera calma perché I" Amore é la sintesi di tutti rimedi. 1 governo delle emozioni e dei sentimenti 1 131 S. Teresa, che lo aveva ben compreso, ripeteva: Mi basta Vamore. Nulla di troppo Nulla di troppo —ha detto uno dei saggi dell’antica Gre- cia. In medio stat virtus — hanno affermato i Latini, La verita non 2 mai agli estremi — diciamo noi, consape- voli della relativita delle cose del piano umano. E il proverbio popolare afferma: II troppo storpia. La saggezza di ogni tempo ha affermato che & bene te- nersi sempre nel mezzo: gli eccessi sono sempre fuori da ogni legge ¢ dalla Verita. Lequilibrio ideale Quando la sensibilita & eccessivamente sviluppata e non in perfetta armonia in rapporto alla mente, con la ragione ¢ Ja volont’, si hanno inconvenienti con danno alla persona sensibile. Attendere allo sviluppo della ragione e della vo- lonta, in modo da portarla allo stesso livello della sensibili~ 18, & stabilire un equilibrio ideale. E questa una grande conquista necessaria nella societi di oggi dove predomina eccessiva razionalita, durezza e toppa insensibilita. Sviluppando 1a razionalit’ nel modo giusto, !'emotivo si libera da tanti motivi di turbamento poiché sottopone al vaglio della ragione ad uno ad uno parole e fatti. Cosi per- dono il loro potere di turbamento, rivelando la loro intrin- seca inconsistenza. Molte cose che prima lo agitavano, lo commuovevano, diventano cose futili, secondarie, di scars o nessuina importanza, indifferenti L’errore comune di molti @ quello di impostare i pro- blemi della vita emotivamente, cio? nella ricerca nell’aitaccamento al piacere piuttosto che al bello, al buono, al giusto che sono su di un piano pit elevato: onore, la dignit&, la reputazione, il nome, ovvero gli attaccamenti, i sentimentalismi deteriori, la paura, i desideri, gli egoismi, i 132 / Guida alla padronanza di sé risentimenti, etc. Tutte ombre della luce. La razionalitd non ancora del tutto sviluppata induce a rimanere nel piano meno elevato della vita, L’impostazione di ogni problema da affrontare dovrebbe essere anzitutto un fatto mentale dove il pensiero agisca nella sua purezza armonica e architettonica, tun lavoro, una costruzione in cui le capacita razionali ¢ intellettive devono agire da sole, senza essere disturbate da clement estranei, nella serenit’ limpida, propria al piano mentale, Facendo cosi, la visione & chiara, senza le interferenze degli istinti inferiori né sentimentalismi deteriori. Qualche metodo distensivo Pud essere necessario, talvolta, attenuare emotivitd e Fansia da dominare, L’esercizio fisico pud giovare: una passeggiata, una corsa in bicicletta, Anche uno sfogo ver- bale, che & bisogno di aprirsi con qualcuno, quando non & esagerato, pud essere utile. La misura giusta & sempre il segreto del sucesso. Non sempre, perd, le parole hanno un effetto liberatorio e distensivo. Vi sono parole, uscite di bocca in un uuuento di esasperazione, che aggravano le situazioni ¢ alimentano, anziché attenuare, Pansia Temotivita. Se tu sei ansioso per inclinazione, c’@ un rimedio effica- ce per guarire, un buon metodo per equilibrare la tendenza: buttati dall’altra parte. Come chi pende da un lato, piegati alla parte opposta, gettati decisamente al lato contrario, Cerca di tirare avanti senza pensare, proprio come gli spensierati. Fa come loro: come va, va. Invece di pensarci prima, aspetta che le cose producano l'effetto che temi. Esercitati in questo: quando ti viene in mente un pensiero di preoccupazione o di paura, di a te stesso: bene, aspetta che venga tutto questo... vediamo. Fa il cinico, l’impassibile, Questo é rimedio estremo a estremo male. Puoi stare tranquillo che per il novantanove per cento delle volte non aceadra proprio nulla, sicuramente mai niente di peggio di come va quando ti preoceupi, I governo delle emozioni e dei sentimenti | 133 11 punto d’appoggio pid sicuro: la fede Il nemico numero uno della nostra vita sono la paura ela jone che genetano apprensione, angoscia, an- Secondo S. Francesco di Sales (Filotea) sono il peg- giore male che possa capitare all’'uomo. La paura e la preoccupazione che ne sono la causa sono annulate dalla Fede. La fede ha il potere di mettere in moto ’ingranaggio ne- cessario a tutti i bisogni dell’ uomo’, Il dominio sulle forze che agitano & quanto mai necessa- rio per mezzo dell antidoto prodigioso che é la fede che opera la guarigione da ogni male. Tbisogni materiali sono quelli che maggiormente creano preoccupazioni negli uomini. Il timore di non poter soppe- rire alle necesita quotidiane dimostra che non si é ricono- sciuta né accettata la Prowvidenza divina che pud manife- starsi se chiamata in azione, se colui che teme si rivolge con fede a questa Onnipotenza che prowvede ai bisogni dei suoi figlie guida con Amore tutto cid che ha vita Chi ha radicata questa Fede si abbandona alla Provvi- denza divina, dopo aver fatto éi8 che da lui dipende. Senza queste condizioni P'uomo é lasciato in balia dei pensieri che lo agitano perché compia la sua esperienzae si risvegli ai veri valori della vita, Gest ha detto: Cercate in primo luogo il regno di Dio e a sua giustizia e il resto vi saré dato in sovrappiit. C’e chi confonde la fede con il fatalismo perché non comprende che da parte dell’ uomo ci deve essere sempre collaborazione per quello che dipende da lui. E questo di pende soltanto da lui: aver fede cio® abbandono alla Divina Provvidenza e operare in modo reale con partecipazione. La condizione é la fiducia nell’ azione di questa Divina Onnipotenza che guida la vita del Tutto. Chi manca di que- sta sicurezza di fede, manca della vera medicina mentre corre a inutili palliativ La paura e la preoccupazione gettano I’uomo in balia 8 Vedi La potenza del credere e la gioia di amare di A. Voldben - Edi- ioni Mediterranee, Roma, 134/ Guida alla padronarza di sé delle forze inferiori che agitano chi ignora la vera terapia come una foglia al vento, Per essere sereni, qualunque cosa accada, @ necessario chiudere le porte della mente a queste forze e aprirle alla luce che viene dall’alto, Dall'alto scende virtt che mi aiuta. La fede libera dalle catene di ogni paura e unisce 'uomo un punto di appoggio sicuro. Si devono afirontare i problemi della vita con fede e co- raggio, facendo anzitutto quello che dipende da noi, la- sciando alla Divina Provvidenza che compia la sua azione di Amore. ‘Su questa Terra noi siamo turisti di passaggio. A che prendersela tanto per cose che saranno presto dimenticate? Che vale sconvolgerci tanto se tra poco tempo non ricorde- remo neppure cid che oggi é stato motivo di turbamento? Anche le emozioni pid violente dovute alle dolorose evenienze che si chiamano malattia, forzata separazione, rovesci finanziari dovrebbero spingerci a riflettere ai valori che durano, i veri, che vanno oltre il tempo. ‘Questa é "ancora pit sicura che non ci fard agitare per le tempestose vicende umane. I desideri trasformati in volonta Noi desideriamo una cosa perché riteniamo che sia il nostro bene, sia di nostro vantaggio o ci arrechi piacere, gioia. Ma analizzando i nostri desideri, sono ben pochi quelli che resistono a questo esame: i pit sono inutili e vani per le cose che non hanno in sé valore. Chi ha realizzato la distinzione tra i valori reali e quelli illusori della vita, ha visto ridotte a poche le cose che vale la pena di desiderare, ma ha ben distinto cid che deve volere con tutto il proprio impegno?. Per uccidere il desiderio vuoto non si deve agire soltanto con Ja volonta ma piuttosto convincersi della sua sterilith: 1. Che la cosa desiderata non vale la pena di esserlo per ° Vedi Lo scopo e il significaro della vita di A. Voldben - Edizioni ‘Mediterranee, Roma. I governo delle emozioni e dei sentimenti | 135 le ragioni che ci suggerira un’attenta analisi di essa; 2. il vantaggio o il piacere che ne possiamo trarre & inesistente, forse dannoso ¢ sempre effimero. Non sfuggitlo né cacciarlo quando il pensiero di deside- rio dovesse tornare. Quando Ia convinzione @ entrata nel profondo, il desiderio vano si annullera da sé. Non sfug- girlo quasi che si abbia paura di esso, ma soffermarvisi col pensiero. Solo cosi avviene il superamento dei desideri il- lusorie velleitari. Nessuno mai ha vinto una battaglia con la fuga, Fug- gendo resta sempre il desiderio in fondo al magazzino dell'inconscio, ¢ 1a, accumulandosi con altri, esplodera un giorno in qualche maniera. Soltanto in particolari momenti di debolezza, quando si profili una disfatta, allora é dovere fuggire, Sviluppando la volonta, l'emotivo riesce a essere pa- drone di se stesso in quelle tante occasioni in cui & neces- saria la forza volitiva per non farsi sopraffare dal vento degli istinti, delle emozioni e passioni che hanno tanta facile presa su di lui, troppo sensibile. La volonta sar’ la sua salvezza in molte circostanze, la forza che lo trarra dal turbine violento da cui l'emotivo, troppo spesso, rischia di esser preso e trascinato via. Sdrammatizzare e deyiare nell’umorismo L’esercizio pitt requente dei temperamenti emotivi do- vrebbe essere quello di applicarsi a sdrammatizzare le emo- zioni. Per la loro natura, invece, essi sono portati ad am- pliatle. E questo forma la loro infelici T pregi dei temperamenti emotivi sono notevoli e tra questi quello di essere come antenne riceventi sensibilis- sime, capaci di captare anche le sensazioni minime, di ve- dere € di sentire cid che gli altri non vedono né sentono. E. la caratteristica degli artisti, dei geni, delle anime raffinate ed elevate. Ma proprio questi pregi, se non controllati ¢ dominati, divengono mali e fonti di tormento, Ecco perché essi, finché non abbiano raggiunto il punto i equilibrio, possono sembrare non troppo equilibrat 136 / Guida alla padronanca di sé proprio la grande sensibilita che fa loro ricevere quello per i quali gli altri sono ciechi ¢ sordi. ‘La maniera pitt semplice per avere la meglio sulle emo- zioni (specie quando si tratta di emozioni di quotidiana amministrazione) ® di prenderle un po’ alla leggera e, se possibile, con un pizzico di umorismo. Quando ci si trova dinanzi a una forte emozione che non siriesce a superare affrontandola con la forza della volont& & saggezza deviarla, buttandola nell’ umorismo: una battuta, una risata la via della salvezza. Si pud paragonare al momento in cui non si riesce a fre- nare un’auto perché i freni non funzionano. Anziché an- darsi a fracassare contro un muro o investire i passanti, 0 precipitare in un fossato, meglio & andare fuori strada ma- gari deviando su di un prato. Quando si pud, Puscita umoristica salva da tante situa- zioni scabrose. Ricordiamo la macchietta di Totd nella quale incontra un uomo che grida: Ah! Pasquale, finalmente ti ho ritrovato! ¢ lo aggredisce con pugni e schiaffi, mentre Totd ride e ride. E quello grida ancora: Perché ridi? — Io non sono Pasquale =npete Fattore mentre l'altro continua a tempestarlo di schiaffi — Io non sono Pasquale. Il riso, come contrapposto al pianto, & pure esso una manifestazione di emotivit Le persone emotive, quelle stesse che sono facili all’ira, all'abbattimento, alla disperazione, sono pure quelle che si lasciano prendere dal riso. Le risate clamorose, omeriche, sono proprie delle per- sone emotive, di quelle che facilmente si abbandonano a ‘manifestazioni di emotivita. Osservatele bene queste persone. Esse non si control- Jano, si lasciano facilmente prendere da quelle manifesta- Zioni sentimentali che sono pid forti di loro. Esse hanno necessit’ di clamore, di rumore, e come si devono sentir lamentare, piangere, gridare, litigare sentono il bisogno di sentirsi ridere clamorosamente senza ritegno, Amano ill ru- more, il frastuono, il chiasso. Spesso costoro si sentono placati dopo quelle esplosioni innocue. Questa & la palestra nella quale esercitano le loro energie, @ la via per la quale dopo le molte esperienze perverranno al Ul governo delle emozioni e dei sentimenti | 137 punto dove troveranno la calma, dopo il raggiunto auto- dominio. Quando noi diciamo emotivit’ non vogliamo intendere solo quella parte d’ombra di questo fenomeno quale pos- sono considerarsi lira, gli scatti, le collere, l'impressiona- bilita, Vipersensibilita ricettiva etc., ma vogliamo pure riferirci all’aspetto che chiameremo simpatico e cio& quello Costituito da atti quali il riso pid’ o meno rumoroso, gli atteggiamenti d’ironia, di umorismo pungente e simili Questo secondo aspetto molte volte non & considerato ma é pur esso conseguenza ed effetto di un animo com- mosso. Emotiviti infatti @ cid che commuove: un’opera arte, il bello, un panorama, un quadro. ‘Ho conosciuto un uomo che in alcune circostanze, quan- do altri sarebbe scattato in gesti d'ira, al contrario metteva a ridere: rideva con tutto il corpo, di cuore, quasi convulsamente, Era anche quello uno sfogo. Bgli ripeteva il fatto 0 le pax role che avrebbero fatto uscire dai gangheri altre persone ma lui rideva e rideva, Non era pazzo, ma era un saggio. Jnvece di arrabbiarsi egli incanalava su un altro piano lo sfogo della commozione che sentiva il bisogno di sfogare in quel modo. Questo deviare 1a propria emotivitd trasportandola pit in alto, senza reprimerla é la soluzione migliore. Fra le due forme di emotivita, quella dell"ira e questa del riso, & certamente da preferire quest’ ultima, Il riso fa buon sangue, riposa, distende. B difficile es- sere cattivi quando si ride. Il riso disintossica, non avve~ Jeng come lita E meglio deviate che reprimere. Fate questo esercizio quando vi capita nella giornata di aver occasione di adirarvi, trasformate lira in riso: & come. il miracolo della trasmutazione del piombo in oro, Soprattutto quando cominciate a fare esercizi per la con- quista della calma: & un esereizio ottimo per i primi tempi. Ma non dimenticate che anche questa, seppure deviata, & sempre emotivita. E un giomo, dopo molto tempo, dovra puressa scomparire nella calma e sublimata nella spiitua- ta.

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