Abstract
Capitolo 2
Introduzione
Le continue evoluzioni degli ultimi anni hanno facilitato la
transizione di Internet dallessere una rete che collega
principalmente computer e altri dispositivi dalla funzione
comparabile (smartphones, tablets), allessere una rete che collega
anche oggetti del vivere quotidiano (Internet of Things). [5]
Nello stesso tempo le persone che accedono alla rete saranno
sempre pi gestite come identit individuali. Alla persona
saranno associate, indipendentemente dal dispositivo in quel
momento in uso, tutte le informazioni dinteresse: le sue relazioni
sociali, le sue esigenze, i suoi dati personali riservati, quali ad
esempio dati biometrici, finanziari o sanitari (Internet for and by
the People).
La Internet of Things consentir alle persone di fruire, dovunque e
su qualunque dispositivo, di ambienti virtuali personalizzati
tramite i quali fornire informazioni e servizi dipendenti dal
contesto fisico (ad esempio dipendente dalla posizione geografica)
o dal contesto situazionale (ad esempio la presenza di amici e
conoscenti nelle vicinanze).
In essa i servizi ICT a disposizione saranno sempre pi numerosi,
efficienti e integrati sia con servizi del mondo reale (Internet of
Services), sia con i contenuti dinteresse individuale (Internet of
Content & Knowledge) che nellottica del Semantic Web saranno
opportunamente raccomandati allutente sulla base della loro
effettiva semantica, nonch delle preferenze/gusti degli utenti.
Questambiente cos ricco di potenzialit offrir nuove opportunit
di business, legate al fornire i servizi e i contenuti di cui le persone
hanno bisogno in modo sempre pi semplice, fruibile, gradevole
alluso.
Lo scenario previsto per tale nuova concezione della rete Internet
(Future Internet) sar quindi caratterizzato dalla presenza di una
miriade di nuove entit interconnesse, con un conseguente
incremento esponenziale tanto dei dati necessari a caratterizzare
tali attori della comunicazione, quanto dei profili di servizio
abilitanti per le moltissime tipologie di interazioni possibili.
Elevati livelli di scalabilit per questi servizi potranno essere
raggiunti in presenza di risorse fisiche condivise da diverse
applicazioni, in architetture di tipo Cloud, dove linfrastruttura
abilitante dovr essere basata su tecnologie avanzate di
virtualizzazione, di elaborazione distribuita e parallela, in grado di
sfruttare al meglio la computazione multi-core per ottimizzare le
prestazioni.
Oltre alla scalabilit, le architetture ICT di nuova generazione
dovranno garantire elevati livelli di sicurezza dei dati, delle
transazioni, e delle piattaforme, sia nei confronti degli utenti finali,
che della rete nel suo insieme, con requisiti di robustezza,
scalabilit, qualit del servizio, gestibilit, monitorabilit,
1. ,
i parchi naturalistici
i musei
i depositi
i centri storici
i complessi monumentali
i grandi patrimoni librari
gli archivi storici.
Per i quali si vuole studiare e progettare ununica metodologia in
grado di renderli smart. Una prima considerazione sostenuta dalla
letteratura, anche se con sfumature diverse, che uno singolo
spazio smart (Single Smart Space o S3) se in esso si integrano
dimensione reale e digitale. Con le tecnologie che devono essere
capaci di connettere il mondo fisico con il mondo delle
informazioni per amplificarne la conoscenza ma anche e
soprattutto la fruizione. Con modalit baricentrate fortemente
sullindividuo come elemento attivo a cui offrire il piacere della
percezione e il fascino della scoperta di nuovi saperi, restituendo
al contempo informazioni utili a rendere sempre pi vivo lo spazio
in quanto sensori sociali dei fenomeni sviluppati allinterno dello
spazio intelligente. In altri termini, si propone una visione olistica
dello spazio reale/virtuale tale da renderlo vivacemente
intelligente.
La conseguenza pi importante di una siffatta definizione che un
S3 produce conoscenza rappresentata ed archiviata. Uno spazio smart deve
essere considerato un grande sensore capace di valutare una realt per
facilitarne il trasferimento nel mondo digitale.
Figure 2.2:
S3 come Open Data
trattare;
fiducia perch fidelizza i suoi fruitori con servizi efficaci;
privacy garantendo livelli di protezione adeguati.
2.2.1 Singolo smart space
su sensori complementari.
Sensori Competitivi: Ognuno fornisce informazioni equivalenti
sull'ambiente. Essi vengono utilizzati quando i sensori
introducono incertezza o sono inaffidabili, cos usarli
contemporaneamente riduce tali inconvenienti.
Sensori Complementari: Forniscono informazioni che possono
essere integrate tra di loro per formare un quadro pi completo
dell'ambiente.
Inoltre, quando si trattano i sensori, a volte necessario affrontare
i problemi legati all'invadenza, sia a causa del loro funzionamento
che della loro forma che non si adatta al flusso naturale delle
attivit dell'utente.
Possiamo quindi definire genericamente la context-awareness
come la capacit dei dispositivi di osservare e capire il contesto in
cui si trova e poter fornire in questo modo servizi dedicati,
dinamici e adattati allutente, rendendolo sempre pi partecipe,
informato e (spesso) divertito.
2.4.2 Location-awareness e Location-based Services
Chapter 3
Monitoraggio
3.1 Conservazione e tutela
Negli ultimi anni si riscontrato un incremento dell'affluenza di
pubblico presso i musei ed in particolare presso le esposizioni
temporanee, il cui numero di visitatori cresce in modo continuo,
fino a raggiungere cifre inimmaginabili. Parallelamente a ci, da
tempo si assiste, sia in ambito italiano che europeo, ad un interesse
dell'opinione pubblica sempre crescente verso la tutela e la
conservazione del patrimonio culturale. Questo crescente interesse
verso la tutela, il restauro e la valorizzazione di tale vasto
patrimonio non ha solo raggiunto la coscienza collettiva del
pubblico che sempre pi numeroso affolla le esposizioni
temporanee e permanenti della nostra penisola, ma si anche
diffuso all'interno delle istituzioni pubbliche e private
determinando un sempre maggiore investimento di loro capitali.
Questa constatazione richiama particolare attenzione se si
considera che, come risulta da una recente indagine, l'Italia il
paese dotato del pi vasto patrimonio artistico a livello mondiale.
Questo primato, dato da quasi 100.000 chiese, 20.000 castelli,
oltre 3000 musei e decine di migliaia di dimore storiche, si
concretizza in un inestimabile patrimonio d' arte, solo in parte
conosciuto.
benessere umano.
Un ulteriore dato di fatto, non trascurabile ai fini di un corretto
approccio alla conservazione delle opere e al contrasto del loro
degrado, che alcuni edifici, perdendo la funzione originaria per i
quali erano stati pensati e progettati talvolta anche molti secoli fa,
sono stati adibiti negli ultimi anni a musei, archivi o biblioteche.
Queste costruzioni non essendo state inizialmente concepite per
ospitare e proteggere i beni storici artistici devono essere oggetto
di una seria e attenta operazione di "riconversione". Questa
operazione viene effettuata al fine di evitare che l'involucro
edilizio ospitante la mostra non rappresenti la prima causa di
degrado degli oggetti, facendo allo stesso tempo attenzione a non
alterarne le caratteristiche architettoniche: in talune occasioni,
infatti, l'involucro edilizio ospitante gli spazi espositivi un
"museo di se stesso".
L'obiettivo primario quindi quello di poter disporre di ambienti
espositivi, musei, archivi e biblioteche posti in ambienti edilizi
sani e dotati di impianti tecnici moderni ed affidabili. Nella realt
italiana tuttavia, gran parte dei musei e degli spazi espositivi sono
ospitati in edifici monumentali, di interesse storico-architettonico
o comunque essi stessi facenti parte del patrimonio culturale e
ambientale del paese. Per questo motivo gli interventi
sull'involucro edilizio e sul sistema edificio-impianto si presentano
sempre molto complessi ed onerosi dal punto di vista
organizzativo ed economico.
Le constatazioni appena fatte motivano gi da sole la necessit,
che governa qualsiasi recente tipo di approccio nei confronti dei
beni storico artistici, di rimuovere o almeno limitare le possibili
cause di degrado. Tali cause e i loro effetti sono stati e sono tuttora
oggetto di approfondite ricerche. Tuttavia esse possono essere
sostanzialmente ricondotte a valori non adeguati di parametri
ambientali quali temperatura, umidit relativa, velocit e qualit
dell'aria, tipologia di illuminazione e a oscillazioni repentine dei
loro valori.
Come gi detto, il patrimonio culturale, raccolto in musei, archivi
the study of art, 2006-07). Nella gran parte degli studi sui beni
culturali limportanza del ruolo ausiliario che scienza e tecnologia
rivestono viene valutata, in primo luogo, in base al contributo
conoscitivo di tipo storico-artistico che riesce a produrre. Come
supporto a studi storico-artistici, infatti, i metodi di datazione e
autenticazione, le indagini strutturali delle tecniche realizzative, le
analisi della composizione dei materiali costitutivi forniscono dati
fondamentali per la collocazione temporale e territoriale della
manifattura di un bene artistico e archeologico e contribuiscono
alla ricostruzione delle sue vicende storiche. Indagini di
diagnostica macro- e microstrutturale, molecolare ed elementale
consentono una valutazione dello stato di conservazione del
manufatto e unanalisi dei processi di deterioramento dei
materiali. Relativamente al restauro, le tecniche per il rilievo di
interventi precedenti, per la realizzazione e il monitoraggio di
puliture, per il trattamento fisico-chimico dei materiali, ne
supportano e indirizzano gli interventi. Infine, per quel che
riguarda il controllo ambientale, i metodi di analisi
microclimatica, di disinfestazione, di rimozione degli inquinanti
(contaminanti, particolato) e delle polveri consentono di
approntare ambienti idonei alla conservazione.
3.1.1.1 Metodi dindagine
culturali.
3.1.1.2 Metodi dispezione strutturale e morfologica
50 lux
Table 3.1:
Valori di illuminamento massimi raccomandati
Da ci deriva la necessit di bloccare tali radiazioni non utili e ci pu essere realizzato in vari
modi. In particolare si pu agire sulla sorgente di illuminazione con opportuni filtri da posizionare
davanti alle lampade, nel caso di illuminazione artificiale, oppure si pu agire sui vetri delle finestre
in caso di illuminazione naturale. Si potrebbe cos restringere lintervallo di lunghezze donda solo
a quelle essenziali per losservazione. Un ulteriore approccio consiste nellutilizzare uno schermo
per le radiazioni dannose, posto davanti allopera darte nel caso di dipinti o intorno ad essa nel caso
di oggetti, salvaguardando ovviamente la visione. In tutti i casi suddetti la soluzione consiste
nelleffettuare un trattamento apposito su una superficie di vetro.
Il funzionamento del prodotto finale si basa su fenomeni di interferenza della radiazione
elettromagnetica e le tecniche utilizzate per la sua realizzazione consistono nella deposizione in
vuoto di materiali selezionati, sulla superficie del vetro. In tal modo si possono realizzare sia i filtri
per le lampade, sia opportuni rivestimenti sui vetri delle finestre. Nel caso in cui si voglia ignorare il
tipo di sorgente di illuminazione, perch difficile da modificare, si pu agire sui vetri che vengono
tipicamente usati per proteggere le opere da atti vandalici. Un rivestimento di tali vetri se
opportunamente studiato, ha lulteriore vantaggio di ridurre i tipici riflessi che disturbano
losservatore quando loggetto esposto protetto da un vetro. In questo ambito anche importante
unanalisi colorimetrica per non indurre modifiche nella resa di colore.
I Fase
Viene individuata nellambiente una griglia orizzontale di lato 5
m a partire da unaltezza di 1.5 m dal pavimento. I nodi di tale
griglia rappresentano i punti in cui vengono effettuate le misure di
temperatura e umidit. La scelta del passo della griglia dipende
dalla disposizione spaziale degli oggetti da tutelare. Lintervallo di
tempo per effettuare le misure deve essere relativamente breve e
comunque non maggiore di 1 h; di conseguenza pu essere
necessario usare anche pi di uno strumento portatile. Le misure
vanno eseguite nelle condizioni diurne corrispondenti alla normale
II Fase
Sulla base dei risultati ottenuti nella I Fase, si procede
allindividuazione dei punti dove effettuare le misurazioni in
continuo. Ogni punto di misura localizzato al centro dellarea
costituita dalla porzione di griglia individuata dai nodi che hanno
fornito misure di temperatura entro intervalli di 2 C e misure di
umidit relativa entro intervalli di 5 %. Per ambienti alti pi di 5 m
vanno effettuate misure in verticale di 3 m in 3 m a partire dal
nodo orizzontale situato in corrispondenza della massima altezza
dellambiente.
Per quanto riguarda lintervallo di tempo da adottare, la scelta
legata agli scopi per i quali si esegue il programma di misura.
Normalmente, per conoscere il comportamento termoigrometrico
complessivo del locale, anche al fine di orientare eventuali
interventi impiantistici, la misurazione deve essere condotta lungo
larco di 1 anno. Se il luogo tale che le variazioni delle
condizioni ambientali esterne non sono particolarmente rapide, si
pu ricondurre la campagna di misura a quattro mesi, ciascuno
scelto nel periodo centrale di ogni stagione. Nel caso in cui si
voglia controllare landamento delle grandezze in un periodo
specifico, occorre eseguire le misure nellintervallo di tempo
oggetto di studio, e comunque per un arco di tempo non inferiore a
15 giorni.
Per comprendere meglio i fenomeni termoigrometrici che
avvengono in queste tipologie di locali, occorre comunque
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25