Facolt di Ingegneria
Corso di laurea in
Materiali metallici
Appunti dalle lezioni
Prof. De Benedetti
Anno Accademico 2009/2010
PRODOTTI SIDERURGICI
http://www.ing.unitn.it/~colombo/GENERALITA%27_SULLE_MACCHINE_UTENSILI_E_LAV
ORAZIONI/PARTE1.htm
http://xoomer.virgilio.it/treclassi/#metallurgia
Iniziamo lanalisi delle caratteristiche e dei processi di lavorazione delle leghe FeC a basso tenore di C (< 2%), dette acciai, dal momento in cui il materiale viene
spillato dal forno fusorio e destinato ai trattamenti successivi, finalizzati alla
produzione degli oggetti di interesse. Il bagno metallico viene inviato in un
contenitore, detto secchia o siviera, alla temperatura di 1650-1700 C e da l viene
avviato alla produzione dei cosiddetti intermedi siderurgici, prodotti che
vengono sottoposti a lavorazioni successive (prevalentemente di tipo meccanico)
per giungere ai pezzi finiti. La qualit di un prodotto finito, parametro strettamente
connesso alla prestazione richiesta, funzione della storia con la quale stato
elaborato il materiale e in particolare, quando si parla di prodotti siderurgici, si
intendono tutti i processi metallurgo-siderurgici che portano al prodotto finito
partendo dal minerale o dal rottame, passando per la lega metallica e i prodotti
semifiniti.
Il nostro punto di partenza il momento in cui, la lega esce dal forno e bisogna
passare ai formati commerciali. Dalla siviera lacciaio viene travasato, sempre allo
stato liquido, in un sistema che ne determiner la forma commerciale. Sono
possibili due strade:
Colata in
Lingottiera
Colata in sorgente
Tutti i bagni metallici sono protetti da una scoria che esercita una duplice
funzione: dal punto di vista chimico proteggono il bagno dallossidazione, da
quello fisico modificano gli scambi termici con lesterno. Perci si opera in
modo da avere nella scoria (che presentando di solito una densit minore a quella
del bagno metallico, tende a galleggiare su di esso) dellalluminio in modo che, a
contatto con lossigeno dellaria, avvenga la reazione
2 Al + 3/2 O2 Al2O3 + calore
la quale, per la forte esotermicit, fa s che la materozza rimanga liquida e
solidifichi per ultima (materozza esotermica), evitando cos la formazione del
cono di ritiro (si osservi inoltre che si forma un ossido refrattario in grado di
rallentare gli scambi termici con lesterno). Tale metodo viene chiamato
alluminotermia.
http://www.youtube.com/watch?v=IPBZ8UGPlpg
Colata continuaTecnica alternativa alla colata in lingottiera la colata continua, che nasce per
ridurre le dimensioni dellintermedio siderurgico in vista di manufatti finali lunghi
e di piccole dimensioni (ad es. tondini per calcestruzzo armato). In questo caso
lacciaio viene colato dalla siviera in una lingottiera senza fondo: essa ha la forma
delloggetto che deve essere prodotto, in genere una barra avente sezione quadrata
di lato compreso tra 10 e 20 cm. e lunghezza di circa 1.5 m. (dopo il taglio), detto
billetta.
La lingottiera ha pareti in rame raffreddato ad acqua (Tm (Cu) 1080C) in modo
che lacciaio in uscita sia gi solidificato nello strato pi esterno. Il processo
prevede l'uso di una falsa billetta trascinata verso il basso a mezzo di rulli
trascinatori, che verr in seguito rimossa come scarto. In questo modo possibile
procedere ad unalimentazione in continuo per afflusso dellacciaio nella billetta,
che posso estrarre dalla macchina gi solidificata in pelle (ad una temperatura di
circa 1300C) e quindi non pi soggetta a fenomeni conseguenti al ritiro. Il tempo
necessario all'attraversamento della lingottiera circa un minuto. Non si opera su
billette di dimensioni minori perch la velocit di estrazione aumenterebbe troppo,
rischiando la frattura della pelle nella zona del gomito.
http://www.youtube.com/watch?v=d-72gc6I-_E
I difetti composizionali sono innanzitutto causati da fenomeni di segregazione. A
tutti noto che solidificando una lega metallica i primi cristalli di solido che si
separano hanno una composizione differente da quella del resto del bagno, in
particolar modo risultano pi poveri di elementi di lega (liquazione); se si
seguissero le condizioni di equilibrio, il solido cambierebbe la propria
composizione interagendo con il liquido sino a raggiungere, a solidificazione
conclusa, la sua stessa composizione. In un lingotto i fenomeni di raffreddamento
sono lenti per cui ai fenomeni di segregazione si sommano quelli di diffusione che
tendono a uniformare la composizione della lega nelle varie zone del getto.
Durante la colata continua invece la pelle si raffredda velocemente, per cui nella
zona superficiale si ha un forte depauperamento degli elementi di lega. Per questo
motivo si preferisce colare in continuo acciai a basso tenore di elementi di lega (e
quindi il prodotto finale risulta di qualit bassa); ma quando ci non possibile
si opera come segue: favorendo i fenomeni di diffusione con alte temperature e
agitazione del fluido. Nelle condizioni operative sicuramente le temperature sono
alte e per avere agitazione dellacciaio liquido si utilizza nella zona prossima
alluscita dalla lingottiera un induttore (conduttore percorso da corrente) affinch
linduzione elettromagnetica provochi un mescolamento del bagno e metta in
contatto il solido con il liquido ancora presente, pi ricco di elementi di lega,
uniformando cos la composizione.
Stirring elettromagnetico
A valle dei processi di colata si procede alla deformazione plastica del materiale
onde ottenere i prodotti finali commerciali. I processi di laminazione, o di
deformazione plastica a caldo, si conducono in gabbie di laminazione costituite da
una successione di cilindri rotanti attraverso i quali fatto passare lintermedio
siderurgico ottenuto in precedenza.
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/3/31/Rolling.gif
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Forma sciolta La forma sciolta costituita da sabbia di silice o cromite legata con unargilla
(bentonite) e addizionata con acqua, che favorisce la formatura ed assicura la
resistenza meccanica. Questa sabbia pu essere riciclata per un numero finito di
volte, finch i granuli che la compongono non hanno gli spigoli smussati; in tal
caso infatti, aumenterebbe troppo la porosit, intrappolando il vapore all'interno
del getto. Il processo pu essere descritto nel modo seguente: si divide loggetto
che deve essere colato con un opportuno piano di simmetria e faccio un calco
delle due parti (staffa superiore e staffa inferiore). In ogni staffa posso produrre
pi getti alimentati dal medesimo bastone di colata e ciascuno dei quali collegato
ad un canale di materozza .
Quando arriva la lega fusa, la forma deve avere una resistenza meccanica
sufficiente a resistere allimpatto che provoca: lattacco di colata (zona in cui il
canale di colata sfocia nel getto) deve essere posto in una zona in cui minime
siano le possibilit di erosione della forma, lattacco di materozza deve essere
invece posto il pi lontano possibile dallattacco di colata per evitare il formarsi
di ostacoli nello stampo che ne impedirebbero il riempimento completo.
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Si ricordi inoltre che l'acciaio fuso esercita una spinta sulla forma (spinta
metallostatica), che andr quindi dimensionata opportunamente per resistere allo
sforzo, eguagliando densit*volume di metallo e sabbia.
Prima di ogni operazione di fonderia quindi, necessario un profondo studio sul
modello e sul processo di colata, ed eventualmente possibile aiutarsi con
simulazioni CAE che anticipano con buona approssimazione gli esiti della colata
(dopo qualche ora di elaborazione dei dati).
http://www.finitesolutions.com/SOLIDCast/tabid/58/Default.aspx
12
13
14
http://www.lostfoam.com/content/featured_articles/article1.php
15
Punzone
Lamiera
Stampo
Processo di Imbutitura
16
17
ferrite
austenite
Fe3C
cementite
+ Fe3C
perlite (eutettoide)
+ Fe3C
ledeburite (eutettico)
acciai
pi del 2.11% C
ghise
Perlite
14
Lettura del
Il Fe puro a 910C subisce la trasformazione allotropica Fe Fe (passaggio da
diagramma di struttura CCC a struttura CFC); a 1400C Si ha una seconda trasformazione
stato
allotropica: Fe Fe (da struttura CFC a struttura CCC) ed a 1535C si ha la
fusione del ferro: Fe liquido.
Questi punti sono tutti di invarianza ( = 1+1-2).
Da un punto di vista termodinamico, da ogni punto di invarianza nascono due linee
di monovarianza; landamento delle linee che delimita il campo (austenite)
quello indicato, in quanto il C un elemento stabilizzante della forma CFC; esso
trova facilmente spazio interstiziale in una struttura CFC mentre trova poco spazio
in una struttura CCC. A 727C si individua una trasformazione allo stato solido in
cui + C (trasformazione eutettoidica); alleutettoide sono presenti tre fasi e si
in condizioni di invarianza.
Nella parte alta del diagramma ho una trasformazione peritettica: + liquido
(1495C); in questa trasformazione, anchessa di invarianza, il punto
rappresentativo del liquido si trova allestremo del segmento che unisce i punti
relativi ai due solidi coinvolti: al peritettico un solido si decompone in un liquido ed
in un altro solido, con il liquido fase pi ricca di soluto.
A 1154C si ha la trasformazione eutettica: liquido + C.
Le temperature indicate nel diagramma sono ottenute sperimentalmente: sui diversi
testi di metallurgia se ne possono trovare altre differenti, seppur di poco. Ci accade
perch il diagramma di stato relativo a condizioni di equilibrio, raggiungibili solo
in un tempo infinito, per cui difficile determinare quantitativamente le temperature
corrispondenti alle varie trasformazioni.
15
0,286
nm
0,293
T
910
1400
I raggi dei siti della cella CFC sono notevolmente superiori a quelli della cella
CCC; in particolare r10.02 rFe ed r20.25 rFe per cui troveremo il C essenzialmente
a centro cella (soluzione solida interstiziale). Quanti atomi ci sono nella cella CFC?
Considerando gli atomi ai vertici della cella in comune con otto celle, quelli al
centro della faccia in comune con due, facile calcolare che alla cella CFC
appartengono 4 atomi di Fe. In ogni cella entra un atomo di C per cui il limite
teorico di solubilit del 20% atomico in C e dell 80% atomico in Fe,
corrispondente al 5.1 % in massa. Ma in realt la solubilit di C assai inferiore.
Ci accade perch il raggio del C maggiore di quello del sito pi ampio a
16
Lega allo
0,4%
Le trasformazioni di invarianza si hanno a temperature inferiori a quelle che
competono al diagramma di stato stabile; esiste infatti un ritardo nelle
trasformazioni legato alla velocit di trasformazione (inerzia); il massimo
delleffetto si ha sulla temperatura della trasformazione eutettica che passa da
1154C a 1148C.
Nel diagramma metastabile si ha un limite a destra corrispondente al 6.67% di C
(Fe3C). La cementite ha una temperatura di fusione attorno ai 1300C; essa non
sperimentalmente raggiungibile in quanto al riscaldamento la cementite tende a
decomporsi in Fe + Cgrafite.
Importante il limite di solubilit del C nel Fe (pari al 2.11%) poich in base ad
esso distinguiamo acciai e ghise: acciaio una lega Fe-C con tenore di C minore al
2.11%, ghisa una lega Fe-C con tenore di C superiore al 2.11%. Da un altro punto
di vista, gli acciai sono leghe per le quali non si hanno trasformazioni di tipo
eutettico nel corso del raffreddamento.
Si osservi cosa succede al raffreddamento di un acciaio ipoeutettoidico (con circa
0.4% di C). Alla temperatura T1 dal liquido segrega la ferrite. Successivamente il
solido si arricchisce di C, cos come il liquido la cui composizione tende a quella
del liquido peritettico; aumenta la frazione di solido e progressivamente diminuisce
quella di liquido.
Alla temperatura peritettica inizia a separarsi la fase di composizione pari a 0.17%
17
+liq
++liq
+liq
T3
Te
+
++Fe3 C
18
2. Perlite
19
3. Ledeburite
20
Trasformazioni Quando c meno dello 0.77% di C in lega, entrando nel campo bifasico di ,
dellaustenite dallaustenite iniziale inizia a formarsi a bordo grano ferrite che si espande
ulteriormente verso il centro del cristallo tanto pi quanto pi bassa la percentuale
di C.
Se la percentuale di C 0.77%, si former tutta perlite al posto del cristallo di
austenite originario.
Ancora, sopra lo 0.8% di C in lega, si former a cuore perlite e individua il grano di
austenite originario tramite il reticolato della cementite formata a bordo grano.
Formazione
della perlite
5. Effetto del tempo sui fenomeni diffusivi (Cinetica di formazione delle colonie)
22
23
7. Martensite
24
25
26
27
8. Bainite inferiore
28
9. Bainite superiore
29
Log t
T0
T1
T2
(Vcs)r
i
t
30
Ms
Mf
Log t
t1
t2
t2
t3
T
Bs
Log t
31
Log t
t1
t2 t3
t4
Bs
Ms
Log t
32
Si noti cosa succede nei casi reali, cio quando il raffreddamento continuo: Se
effettuiamo un raffreddamento e rileviamo le temperature e le trasformazioni che
avvengono nel tempo, osserviamo che:
33
Alla velocit critica superiore avremo tutta perlite, a quella inferiore tutta
martensite.
Per acciai non eutettoidici:
A3
A1
Bs
Ms
Mf
Log t
35
Formula
empirica del
martensite
start
FC = 1-0.62 %C
Fcr = 1-0.07 %Cr
Fni = 1-0.045 %Ni
Fmn = 1-0.092 %Mn
FSi = 1-0.033 %Si
FCo = 1+0.012 %Co
36
37
38
I TRATTAMENTI TERMICI
http://it.wikipedia.org/wiki/Trattamenti_termici_degli_acciai
http://www.youtube.com/watch?v=COasmrnxbqg
I trattamenti termici sono particolari cicli termici a cui si assoggetta il materiale per
garantire alcune caratteristiche prestazionali, ad esempio per migliorarne la deformabilit
plastica a freddo, migliorarne la resilienza, etc.. Si hanno due tipi di trattamenti termici
distinti: sul grezzo (per lo pi massivi) e sul finito (per lo pi superficiali).
Con trattamenti termici sul grezzo si intendono quei trattamenti in cui non interessa
evitare ossidazione superficiale, decarburazione, danneggiamento della zona superficiale,
in quanto essa sar sicuramente asportata dalle lavorazioni meccaniche successive.
Nei trattamenti termici sul finito invece, si vuole preservare la zona superficiale, in quanto
essa sar al massimo interessata da successive operazioni di finitura (rettifica), che
manterranno quasi tutta la zona superficiale in servizio.
In conseguenza, il trattamento sul grezzo prevalentemente eseguito in aria (in alcuni casi
sottovuoto), mentre quello sul finito eseguito in atmosfera controllata (sotto vuoto o con
atmosfere sintetiche).
Ogni operazione di trattamento termico comporta una fase di riscaldamento in cui, per
forza di cose, la variazione di temperatura differente tra superficie e cuore del materiale,
differenza tanto maggiore quanto pi distante la superficie dal cuore. Questo stesso
divario tanto maggiore quanto minore la conducibilit termica del materiale. Pezzi
massicci ed a bassa conducibilit termica devono essere pertanto riscaldati a bassa
velocit; infatti, in conseguenza dellincremento di temperatura, la superficie del materiale
si dilaterebbe, andando in trazione, inducendo nel cuore una compressione.
Quando trazione > rottura si forma una cricca: per diminuire la tensione di trazione devo
ridurre la differenza di temperatura tra superficie e cuore, operando quindi un oculato
preriscaldamento portando la superficie ad una temperatura T1 e lasciando per un certo
tempo il materiale a temperatura costante, per dare tempo al cuore di raggiungere la
Trattamen Esistono varie tipologie di ricotture attraverso le quali si possono ottenere diversi effetti:
ti termici
Ricristallizzazione (es. per le lamiere)
massivi:
Omogeneizzazione (es. per i lingotti)
Ricotture
Sferoidizzazione (es. prima di lavorazioni meccaniche a freddo)
Stress relieving (addolcimento)
Stabilizzazione dimensionale (es. nei getti da fonderia)
A3
A1
ricottura
Bs
Ms
Mf
Log t
Ricottura Anche la ricottura isotermica ipercritica.
isotermica Al raffreddamento si va rapidamente al di sotto della temperatura di equilibrio e poi si
resta a temperatura costante, abbastanza vicino ad A1, per un tempo abbastanza lungo da
avere la trasformazione dellaustenite. Mantenendo il materiale ad una temperatura vicino
ad A1 la velocit di nucleazione modesta: si ha quindi la formazione di una perlite
lamellare con una notevole distanza interlamellare e successivamente si ha il fenomeno
della coalescenza dei carburi. Avendo due fasi tra loro a contatto, la ferrite e la cementite,
la forma del contatto che riduce al minimo la tensione superficiale quella in cui una delle
due fasi si trovi sotto forma di sferoidi. Da ci si spiega come nella permanenza sotto A1 si
venga a segregare cementite sferoidale.
T
A3
A1
Ricottura
isotermica
aBs
Ms
Mf
Log t
Il classico caso in cui si opera una ricottura isotermica quello dei pezzi laminati a caldo.
Nel processo i cristalli di austenite sono fortemente deformati; nel corso del
raffreddamento la ferrite segrega ai bordi dei grani di austenite, che sono prevalentemente
orientati in fibre parallelamente alla direzione di deformazione dei cristalli.
La struttura ottenuta in seguito a questa lavorazione dunque fibrosa. Riscaldando sopra
A3, il materiale ricristallizza in una struttura austenitica priva di tensioni (bassa
concentrazione di dislocazioni); operando un raffreddamento secondo un ciclo di
normalizzazione si giunge ad una struttura ferritico-perlitica con perlite lamellare.
Ma raffreddando abbastanza rapidamente, possibile saltare la trasformazione austeniteferrite ed avere quasi tutta perlite, con una grande distanza interlamellare, che tenderebbe a
redistribuirsi, portando alla formazione di cementite sferoidale durante la successiva
permanenza sotto A1. In questo modo si ha un materiale nelle massime condizioni di
addolcimento possibili, in quanto ho una struttura bifasica in cui la fase duttile costituita
da ferrite e la fase rinforzante (la cementite) segregata sotto forma di sferoidi, che
oppongono il minimo ostacolo al movimento delle dislocazioni. Il pezzo dopo questa
ricottura risulta pi idoneo ad operazioni di lavorazione per asportazione del truciolo o per
processi di deformazione plastica a freddo.
Entrambe queste ricotture sono dette ipercritiche poich debbo portare i pezzi sopraa
lintervallo critico [A3,A1].
A2
Bonifica
Tempra
A3
A1
Bs
Ms
Mf
Log t
1
2 3 4
A che velocit effettuo la tempra? Se raffreddo alla velocit la cui curva tangente al naso
della curva CCT (1) otterr 100% martensite e a cuore (3) 50% martensite, se la velocit
tangente al naso della bainite (2) (velocit critica superiore), martensite e perlite, se la
velocit ancora inferiore avr solo perlite e ferrite (4). In particolare, pi il naso della
bainite arretrato, pi sar facile ottenere una tempra sufficiente, infatti si ritiene che un
pezzo sia adeguatamente temprato se la quantit di martensite a cuore pari almeno al
50% (tempra a cuore).
1
Log t
Il cuore del provino, cui corrisponde una velocit di raffreddamento pi lenta subisce la
trasformazione martensitica, per cui tutto il provino ha eguali propriet meccaniche
(durezza HRC).
Si consideri ora un provino di 100 mm, le curve di raffreddamento avranno quindi un
diverso andamento dalle precedenti:
HRC
T
1
2
3
4
Log t
Il cuore del pezzo non subir che la trasformazione perlitica, per cui le propriet
meccaniche di superficie saranno differenti ci quelle a cuore, ad esempio la durezza sar
elevata presso la superficie e progressivamente diminuir andando verso il cuore.
HRC
T
1
2
3
4
Log t
Si nota che labbassamento di durezza, tra un provino di raggio 100 mm e uno di 1000
mm, sia ha sulla superficie, si pu quindi affermare che la superficie di questultimo caso
non avr preso tempra.
Il raffreddamento effettuato con un mezzo temprante pi o meno drastico: pi drastico
pi la curva del raffreddamento spostata a sinistra e pi ci sar sfalsamento tra la
trasformazione in superficie e a cuore.
Per questo, per ogni acciaio, necessario individuare il mezzo temprante che garantisca
leffetto desiderato e minimizzi lo sfalsamento; quindi avremo pi o meno tensioni a
seconda che il mezzo temprante sia pi o meno drastico.
Esistono quattro mezzi tempranti:
Acqua (basso costo, molto drastico, e con un elevato calore di evaporazione)
Olio, miscele di idrocarburi (elevato peso molecolare e bassa tensione di vapore)
Aria (curve CCT molto spostate verso destra per leghe autotempranti)
Sali fusi, gas inerti sotto pressione
Diametro
critico e
drasticit
di tempra
Si osserva dalla figura che, se aumento anche di poco la dimensione del provino per la
tempra in olio, arrivo molto in fretta alla situazione in cui il diametro del provino
praticamente coincide con la zona non temprata; si passa in pratica da una situazione con il
provino a tutta tempra ad una situazione con il provino non temprato (in realt non esiste
provino in cui vi sia una zona che non abbia preso tempra: la superficie si temprer sempre
ma di uno spessore trascurabile). In acqua lo stesso provino presenta una zona non
temprata molto ridotta rispetto al diametro del provino, allaumentare di questultimo.
Lacqua dunque un mezzo temprante molto pi drastico dellolio.
Riportiamo ora in un diagramma questi risultati: in ascissa poniamo il diametro del tondo
ed in ordinata il rapporto tra il diametro della zona non temprata ed il diametro del
provino; quando questo rapporto vale 1 il materiale non ha preso tempra, quando vale 0 il
provino a tutta tempra. Il diametro per cui il provino a tutta tempra, relativamente ad un
certo mezzo temprante, si dice diametro critico
Per convenzione, il diametro critico quello in cui il 50% del centro del provino
costituito da martensite. Il diametro critico per il raffreddamento di un acciaio 35NiCr5
32 mm in olio, e 47 mm in acqua.
Da cosa dipende la drasticit del mezzo temprante? Essa funzione del coefficiente di
scambio termico tra pezzo e mezzo temprante, dipende dalla capacit termica del mezzo
temprante in confronto a quella del pezzo, dalle condizioni di agitazione del mezzo
temprante e dalla facilit di ricambio del mezzo temprante nelle varie zone del pezzo. Si
individua un parametro che descrive lefficacia del mezzo temprante, tenendo conto dei
fattori sopra menzionati; esso prende il nome di indice di Grossman od indice di drasticit.
Per la sua determinazione si utilizzano le curve di Grossman, che riportano in ordinata il
rapporto tra il diametro della zona non temprata ed il diametro del provino ed in ascissa il
diametro critico del provino moltiplicato per lindice di drasticit di tempra
Individuo lindice di drasticit di tempra in modo semplice: tra le curve di Grossman cerco
quella con forma eguale a quella individuata sperimentalmente e divido il numero in
ascissa per il diametro critico del provino. Per lolio ad esempio HD = 13, per cui H =
0.41; per lacqua HD = 67 e H = 1.4 (come vedo Hacqua >> Holio ).
Quello cos individuato un valore medio della drasticit del mezzo temprante; essa pu
infatti variare in relazione alle modalit con cui eseguito il raffreddamento
Senza
circolazione
del liquido e
senza
agitazione del
pezzo
Leggera
agitazione o
circolazione
Circolazione
moderata
Buona
circolazione
Energica
circolazione
Violenta
circolazione
Aria
Olio
Acqua
Soluzione di
sale (ca.
10%)
0,02
0,25-0,30
0,9-1,0
--
0,30-0,35
1,0-1,1
2-2,2
--
0,35-0,40
1,2-1,3
--
--
0,40-0,50
1,4-1,5
--
0,05
0,50-0,80
1,6-2,0
--
--
0,80-1,10
Per lacqua, ad esempio, posso modificare H aggiungendo dei soluti per ridurne la
drasticit (i poliglicoli sono ad esempio molto usati nel caso della tempra superficiale) o
dei sali (per evitare fenomeni di evaporazione); la tempra con soluzioni saline per poco
usata in quanto richiede un successivo lavaggio dei pezzi con conseguente scarico di acque
che dovranno essere trattate. Per la tempra in olio devo chiaramente operare con un olio a
bassa tendenza allinfiammabilit (cio con bassa tensione di vapore).
Dopo aver visto cosa succede variando il mezzo temprante e mantenendo costante il
materiale, cerchiamo ora di individuare un parametro funzione solo del materiale,
indipendente dal mezzo in cui si opera la tempra ed indicante lattitudine del materiale a
Con H = 1 il centro del provino non prende tempra; con H = ho ancora una curva di
raffreddamento: il cuore raggiunger la temperatura del bagno solo dopo un tempo legato
alla conducibilit termica dellacciaio. Per la determinazione del Dic si usano i seguenti
grafici in cui riporto in ordinate il Dc, si interseca la curva relativa allH misurato e si
trova il Dic come ascissa del punto di intersezione. Per H = risulta Dc = Dic, da qui la
bisettrice presente nel grafico. Come logico al diminuire di H le curve si appiattiscono
poich in corrispondenza di un certo Dic (che propriet intrinseca del materiale) valori
crescenti di H devono determinare valori crescenti di Dc
Dal punto di vista tecnologico, la prova per determinare il Dic estremamente onerosa, per
cui i metallurgisti usano altre prove per misurare la temprabilit di un materiale; una di
queste la prova Jominy.
Prova Jominy
Getto dacqua
Attraverso di essa si distinguono tre zone nel provino: nella prima la superficie
del provino ha preso tutta tempra, nella seconda si ha una transizione mentre
nella terza il provino non ha ancora preso tempra. Le curve Jominy sono
caratteristiche di un ben preciso tipo di acciaio e rappresentano un metodo per
valutarne la temprabilit.
Nella figura seguente sono riportate tre curve Jominy relative a tre differenti
acciai
Perch tutte le curve partano dallo stesso punto? Per capirlo occorre valutare
quali sono gli elementi leganti che hanno il massimo effetto sulla durezza della
martensite. Leffetto indurente nella martensite dovuto alla presenza del C;
come si evince dal seguente grafico
Fascia di
tolleranzaa
HRC
8
65
8
58
0.4
0.8
%C
HRC
0.43%C: tutti gli elementi di lega al
valore massimo di tolleranza
BANDA JOMINY
Distanza
Durezz
a HRC
200C
550C
33
Temperatura
superficie
centro
tempra
semibainitica
34
Ms
Mf
Log t
Faccio iniziare la trasformazione austenite bainite, la interrompo in forno e la
faccio concludere al di fuori del forno; successivamente occorre comunque un
rinvenimento.
Un importante esempio di tempra attenuata quello che si realizza negli acciai
destinati a cavi e a funi; essi sono semplici acciai al C (0.6 - 0.7 %) ed il
processo viene condotto in un bagno di Pb fuso a circa 350C (Tm Pb = 327C).
Questi acciai hanno le curve di Bain molto spostate a sinistra, per cui il tempo di
permanenza nel bagno non eccessivamente lungo. In realt il Pb non del tutto
salutare, ma questo metallo si caratterizza per uno scambio termico straordinario
e per lassenza di una qualsivoglia affinit con il Fe ( il trattamento di patenta
mento, un altro tipo di tempra attenuata).
35
superficie
(marquencing)
cuore (marquencing)
martempering
Inizio con una tempra sino ad una temperatura superiore a Ms, lascio
successivamente che il cuore arrivi alla stessa temperatura; nella tempra
successiva ho meno calore da portar via per cui ho un minor sfalsamento cuoresuperficie (la trasformazione allincirca contemporanea). Questo tipo di tempra
completamente martensitica, per eseguita in due tempi e per questo
attenuata.
Anche in questo caso devo affrontare il problema delle forti tensioni di tempra,
ad esempio quando ho zone a diversa sezione, quindi a diversa capacit termica:
nelle zone a bassa capacit termica la trasformazione pi rapida, in quelle ad
alta capacit termica la trasformazione pi lenta. Esempio tipico quello dei
cilindri piega-tubi da laminatoio.
In queste circostanze posso procedere ad una tempra bainitica oppure usare una
tecnica messa a punto di recente in Germania: prendo il rullo dal forno e con una
lancia ad aria raffreddo le zone pi spesse; prima di spaccare tutto interrompo la
tempra e lascio che il calore immagazzinato a cuore faccia rinvenire le zone gi
giunte a tempra (autorinvenimento). Procedo poi alternando fasi di tempra a fasi
di autorinvenimento. Chiaramente il problema risiede nella determinazione del
tempo di soffiaggio.
36
37
Doccia
*Usato anche per riscaldare i pezzi prima della deformazione plastica in modo rapido,
omogeneo e senza problemi di ossidazione superficiale.
58
59
Per osservare la storia termica del pezzo necessario prendere in considerazione una zona
sotto la superficie a vedere come il passaggio induttore-doccia provochi una variazione nel
tempo della temperatura.
Scegliamo due punti A-B sotto la superficie.
austenitizzazione
T(C)
tempra martensitica
avvicina
mento
induttor
e
azione
dell
induttor
e
azione doccia
A
B
Schema della trasformazione strutturale di un acciaio al riscaldamento in funzione del tempo, si nota la formazione
dellaustenite da differenti colonie perlitiche (laustenite nuclea ai bordi di grano di perlite perch l si ha una maggiore
concentrazione di C e quindi la distanza che esso deve percorrere ridottissima)
60
Lavanzamento dellaustenite segue una legge di tipo sigmoidale: nella fase iniziale
praticamente non succede nulla (incubazione + nucleazione); i nuclei di austenite si formano
vicino ai carburi o dove maggiore la concentrazione di C: laustenite si forma dunque in
condizioni eterogenee, in presenza di ferrite (poco C) e di carburi o colonie perlitiche
(ricche di C). Successivamente si assiste alla crescita del grano austenitico (si assume
convenzionalmente che nel punto di flesso della curva si abbia il primo contatto tra i grani
di austenite che stanno crescendo).
Il pezzo, nel passare dalla temperatura ambiente alla temperatura di completa
austenizzazione, attraversa il punto di Curie del Fe: La temperatura A2 (punto di Curie)
quella alla quale avviene la transizione da comportamento ferromagnetico a paramagnetico;
avviene a 720C per il ferro puro ed aumenta allaumentare del tenore di C.
Osserviamo come varia la permeabilit magnetica (attitudine a lasciarsi magnetizzare)
allaumentare della temperatura:
61
Il grafico appena visto rappresenta un diagramma isotermo, e temperatura costante, riferito ad un acciaio eutettoidico
63
64
Durante la tempra a induzione dell albero a camme laccoppiamento tra pezzo e induttore
varia; si nota come lh in prossimit della camma, inferiore allh dellalbero, genera un forte
accoppiamento proprio dove mi serve e quindi indurisco solo quella parte che deve lavorare
ad usura
CAMMA
parte temprata
Il discorso vale anche per gli ingranaggi, i quali indubbiamente hanno forma complessa e
per i quali necessario un induttore circolare, se voglio temprarli in un colpo solo.
induttore
intaglio
parte temprata
Anche in questo caso, comunque, dipende tutto da h, la quale per riferita allaltezza del
dente
La tempra a induzione indicata per ingranaggi di tutte le forme perch mi permette di
evitare la tempra sulla radice del dente rendendolo poco tenace, ci mi porterebbe a sgraditi
effetti dintaglio. Io voglio che solo il dente e le sue pareti siano ben temprati in quanto sono
le uniche parti dellingranaggio che lavorano ad usura. E possibile in alternativa effettuare
una tempra dente per dente.
65
http://www.gianottielio.it/documento.php?id_doc=40&lang=ita
Esistono anche induttori piatti per la tempra superficiale di pezzi di grosse dimensioni nei
quali necessario che solo una parte sia temprata in quanto unica sottoposta a usura. Questo
meccanismo con induttori di forma complessa pu essere applicato anche su pezzi di forme
diverse e complicate, quindi si potrebbe paragonare la macchina per tempra a induzione
come simile ad una macchina utensile.
Normalmente la tempra a induzione opportuno eseguirla su acciai con contenuto medio
basso di C (0,5%) perch il mezzo temprante molto drastico (acqua) e anche perch tanto
pi alto il tenore di C tanto pi ci sar una variazione di volume. In sostanza la tempra a
induzione sconsigliata su acciai ad alto contenuto di C, ovvero su acciai per utensili.
In questo processo di tempra si usa come mezzo temprante lacqua in quanto, essendo un
trattamento che si esegue sula linea di produzione, i fumi sono meno fastidiosi e dannosi per
gli operai. In alternativa si pu sfruttare una miscela di acqua-glicole chiamata aquaquench
http://www.yairerez.co.il/pic/f3d3d621_f09d_4aa6_9bb0_e1b87c57ffaf.pdf
Normalmente pezzi temprati superficialmente come ingranaggi o alberi a camme sono
sottoposti a fatica, per cui necessario avere una tensione residua di compressione che
aumenta la resistenza a fatica, diminuendo la tensione applicata, ad esempio quella sulla
radice del dente di un ingranaggio.
66
fat
bonificato
Ncicli
67
OSSIDANTE
DECARBURANTE
CARBURANTE
VUOTO
(solo utensili)
--
--
--
N2
--
--
--
O2
NO
CO
NO
NO
H2O
NO
H2
NO
--
--
CO2
NO
CH4/GPL
NO
NO
S(fortemente)
ottengo una miscela sostanzialmente neutra (o poco riducente) e certamente carburante per
via della formazione di CO, in virt dellequilibrio di Boudouard
2CO (C)Fe + CO2
Questa miscela si indica anche come atmosfera 40/40/20 essendo costituita da circa
40%N2, 40% H2, 20% CO.
Tale atmosfera pu indurre la carburazione secondo la reazione:
Fe() + CO Fe()carb. + CO2
La carburazione avviene ovviamente solo quando lacciaio completamente austenitizzato
in quanto vi una maggiore possibilit da parte del C di entrare in soluzione solida nel
reticolo.
68
69
Cementazion Questo trattamento termico tende a conseguire risultati comparabili con quelli della tempra
e carburante ad induzione, ovvero lottenimento di una superficie ad elevata durezza con un cuore ad
elevata tenacit.
Obiettivo realizzare il profilo:
%C
0.0,8%
profondit
atmosfera
carburante
R trasferimento
R diffusione
70
tempo
V = Pot Catm(max C) %C
1mm
Osserviamo che presente una zona sovra carburata e una sotto carburata lobbiettivo sar
dunque cercare di far trasferire la riserva di C nella zona sotto carburata diminuendo il
potenziale di C al 0,8% e mantenendo il materiale in temperatura a 880C in modo che il C
tenda diffondere verso linterno (in pratica decarburando la superficie fase di diffusion).
E una diffusione bilaterale.
Questo ciclo assicura un profilo ottimale delle propriet desiderate. Se uso un atmosfera
azoto-metanolo, abbasso la resistenza di trasferimento poich pi reattiva.
Per minimizzare Rdiffusione posso chiaramente aumentare la temperatura; il flusso di C
regolato dalla legge
C = D [C]/x
dove D la diffusivit, data da D = D0exp(-Q/RT) con Q = energia di attivazione del
processo.
71
Impianti per Tenendo conto del fatto che H2 tende ad esplodere e CO causa avvelenamento, il forno in
tre sezioni
la
cementazione
CARICO
75
NH3pred.
Struttura di
un pezzo
nitrurato
Fase I
Martensite
rinvenuta
Fase
Per il limite della nitrurazione che gli strati e si sfondano per carichi superficiali
elevati (ad esempio negli ingranaggi), per tali situazioni meglio optare per la tempra a
induzione.
Non posso neanche fare una rettifica sui pezzi perch mi porterebbe via parte importante
dello strato nitrurato, anche in queste situazioni opto per pezzi temprati a induzione;
lunico intervento possibile dopo nitrurazione la lappatura.
Altro parametro da considerare per scegliere il trattamento adatto la geometria del pezzo,
se ad esempio necessito di un pezzo di estrema precisione molto lungo, di sicuro non lo
nitruro, ma lo tempro in progressivo a induzione (esempio significativo la vite a
circolazione di sfere delle macchine utensili).
Quindi la scelta del trattamento viene fatta in base a:
Condizioni di esercizio
Disegno del pezzo
Facilit di lavorazione del materiale da utilizzare
F
Una particella di materiale viene quindi asportata dalle due superfici, questa quindi ha
subito un ciclo termico (una tempra) di conseguenza mi ritrovo tra le due superfici una
particella molto dura che usura in modo meccanico i due pezzi a contatto.
Fratture
Prodotto
di usura
Per evitare questo sgradevole effetto si pu intervenire rendendo il pezzo pi duro
superficialmente (il meglio in questo caso avere un pezzo nitrurato in quanto ha una
80
Nel caso in cui le forze opposte applicate sul pezzo siano relativamente elevate necessario
Nitrocarburazione utilizzare pezzi nitrurati, ma se tali forze sono di minore intensit e le velocit di
scorrimento sono elevate conviene ricorrere alla nitrocarburazione ferritica in bagno
ferritica
salino, che crea peraltro uno strato superficiale a basso coefficiente di attrito (importante,
ma caduta in disuso perch si producono cianuri).
Questo processo consiste in un arricchimento del pezzo con azoto e carbonio a temperature
subcritiche, partendo da cianati i quali a temperature elevate (>500C) si decompongono
dando origine alle seguenti reazioni:
500C
4NaCNO Na2CO3 + 2NaCN + CO + 2N
Lazoto ovviamente in forma atomica perci molto reattivo.
Le reazioni di arricchimento sono:
per C
per N
11% N
Fe + N I
Potenziale di N crescente
Il risultato migliore da conseguire 8%N e 2%C, e il modo quello di eseguire un
trattamento a 570C perch a temperature troppo alte avrei poco arricchimento di N inoltre
2N N2 creerebbe porosit.
La zona superficiale indurita dellordine di 20m, in quanto lobbiettivo quello di avere
una zona con con carbonio della durezza di 500 Vickers.
Effetto
del bulk
C
N
10m
profondit
Riassumendo tutto il processo osserviamo che in superficie presente ricco di elementi in
soluzione solida e un sotto strato con con azoto sempre in soluzione solida, tutto ci dopo
due ore di trattamento a 570C.
Infine il lavaggio finale in acqua calda (6070C) discioglie il cianuro indesiderato e dal
punto di vista metallurgico genera una sorta di effetto tempra e mi rimane congelata la
struttura di alta temperatura, ovvero la permanenza di sovrasatura nella quale N induce
una tensione residua di compressione; i pezzi nitrocarburati quindi hanno una resistenza a
fatica superiore a pezzi trattati diversamente, oltre allaumento specifico di resistenza
allusura.
Come controllo la composizione del bagno salino?
Il potenziale di N viene regolato attraverso la diluizione del bagno con carbonati o cianuri;
si scelto in passato lutilizzo dei cianuri i quali attualmente sono stati sostituiti dai
carbonati, decisamente pi ecologici.
Inoltre voglio partire da un bagno ad elevata concentrazione di cianato perch con il passare
del tempo questo degrada parzialmente e quindi si rende necessaria unoperazione di
rigenerazione tramite aggiunta di sali ureici.
83
Partendo, per, da bagni salini con elevata concentrazione ho che nella zona superficiale dei
pezzi si creano delle porosit per formazione di azoto molecolare (N2), che lasciano dei
vuoti (lo stesso risultato, per indesiderato, lo otterrei anche con atmosfere ricche di NH3).
Zona
superficiale
Zona inferiore
Pori di
azotodeg.
Questi pori sono per interessanti perch si potrebbero usare come riserva di lubrificante
quando vi sono difficolt di lubrificazione. Un ulteriore vantaggio che questi pori possono
essere trasformati in magnetite (tramite lazione di bagni salini a base di nitrati e nitriti)
aumentando la resistenza alla corrosione.
Perch non va bene con solo N?
Le migliori prestazioni le ottengo da con N e C realizzando durezze decisamente superiori
ad uno strato con solo N, mentre uno strato con maggiore contenuto di C.
Corrosione
Anodo,
reazione
di
ossidazion
e
Catodo,
reazione
di
riduzione
84
http://it.wikipedia.org/wiki/Corrosione
Nella figura rappresentata schematicamente una pila in corto circuito nella quale
avvengono reazioni di ossidazione e riduzione:
anodica: Fe Fe++ + 2ecatodica: H2O + O2 + 2e- 2OHLa formazione di prodotti di corrosione avviene nel seguente modo:
Fe + H2O + O2 Fe++ + 2OHFe++ + 2OH- Fe(OH)2 (ruggine.)
Dove si posizionano anodo e catodo?
O2
Soluzione aggressiva
Fe++
Anodo
OH-
Catodo
e-
Metallo
Questa situazione transitoria, ovvero quando da una parte si consuma l O2 il catodo
diventa anodo e viceversa; tutto ci porta alla corrosione di tipo uniforme. Il catodo la
zona protetta mentre lanodo quella corrosa.
Esiste per un fattore di localizzazione nei metalli costituite dalle zone a pi elevato livello
energetico come i bordi grano.
Catodo
Cos si effettua
lattacco
metallografico
Catodo
Anodo, al bordo
di grano
85
Gli atomi ai bordi di grano tendenzialmente sono i primi a essere interessati dalla corrosione
in quanto pi propensi a entrare in soluzione
Diversamente nel caso di pezzi nitrurati non succeder niente di tutto ci perch il Fe sar
limitato fortemente dal legame ionico; esiste un per perch se nello strato presente
una discontinuit, la situazione diventa drammatica, in quanto tutta la superficie costituisce
un gigantesco catodo e la zona scoperta si corrode rapidamente (fattore di localizzazione).
matrice
Differentemente, ma restando sempre nel caso della corrosione di pezzi nitrurati, se nello
strato presente della porosit, questa agevola il contatto del mezzo aggressivo con la
matrice non trattata che pu corrodersi pi facilmente. Come detto, per inibire questo
fenomeno c la possibilit di stuccare i vuoti, con il processo:
3Fe + 4NaNO3 Fe3O4 + 4NaNO2
dove la reazione si effettua a circa 350C.
Per materiali sensibili alla corrosione la protezione, invece, consiste in un rivestimento
(coating) che pu essere di due tipi:
protezione passiva (strato polimerico per esempio una vernice la quale protegge
sino a che rimane integra)
protezione attiva: ricoprimento con metalli sacrificali (ad esempio la zincatura
dellacciaio)
La condizione ottimale quella della passivazione, ovvero una barriera costituita da ossidi
del metallo stesso, insormontabile dalla soluzione aggressiva; una protezione spontanea
passiva con il vantaggio che si pu anche rigenerare.
un tipico comportamento dei metalli nobili (Or, Ag, Pt), ma anche il ferro con il cromo in
lega (%Cr>12%) oppure il titanio e lalluminio che si ricoprono spontaneamente di ossidi
passivanti.
Quando si parla di corrosione si pensa spesso a quella di tipo atmosferico, ma in effetti tutta
la tecnologia influenzata dagli ambienti aggressivi, per esempio una lega adatta ad un
ambiente aggressivo non adatta ad un altro specie se di tipo organico.
La velocit di corrosione (varia nel tempo) pu essere calcolata come perdita di peso
nellunit di tempo.
Trattamenti Il principio base consiste nel caricare i pezzi elettricamente (polarizzarli), catodicamente, e
applicare una differenza di potenziale tra i pezzi e le pareti della camera del forno in modo
al plasma
che questa crei un effetto plasmogeno, il trattamento che ne consegue limpiantazione
ionica.
Gli ioni positivi (derivanti da NH3 dissociata) vengono attratti dal pezzo caricato negativamente
dagli elettroni sottratti allidrogeno, entrano di forza nel pezzo e dopodich gli elettroni
tornano nellatmosfera del forno.
86
Schema di funzionamento:
e-
Parete del
pezzo
H2 2H
Parete
del forno
NH3
eV
Allinterno del forno presente un gas a bassissima pressione (50Pa), la differenza di
potenziale notevole (500V) e le reazioni al catodo e allanodo sono:
anodo: H H+ + ecatodo: 2H+ + O-- H2O
gli O2- derivano dagli ossidi sulla superficie del pezzo, quindi la reazione catodica
spassivante e serve a eliminare gli ossidi che altrimenti agirebbero da schermo
allimpiantazione.
Ora il pezzo in grado di accettare lazoto con uno schema tipo:
4NH+ + 4Fe + e- Fe4N + H
gli ioni vengono accelerati dal campo elettrico e si impiantano nel pezzo, quindi regolando
la differenza di potenziale posso regolare la loro velocit e quindi la profondit del
trattamento.
Tutta lenergia cinetica degli ioni si trasforma un calore e di conseguenza abbiamo il
riscaldamento della zona superficiale del pezzo (simile alla tempra per induzione).
Se la superficie del pezzo piatta la dispersione di e- sar uniforme e quindi anche la
profondit di impiantazione di N, il problema si presenta se ho punte perch li avr pi
nitrurazione e surriscaldamento; per evitare questa indesiderata sovra-nitrurazione schermo
tali zone con una lastra di Al; similmente se ricopro alcune parti con rame o vernice
refrattaria posso evitare di nitrurare parti del pezzo che non necessario indurire.
Grazie a questo trattamento, ma soprattutto per via della spassivazione generata dalla
reazione catodica, si possono indurire (nitrurare) anche leghe inox (passivate), impossibili
da nitrurare altrimenti perch ci sarebbe uno strato insuperabile di ossidi che non
permetterebbe la penetrazione dellazoto.
Altro vantaggio che si possono nitrurare pezzi a temperature pi basse.
Posso anche sostituire NH3 con CH4 e cos ho limpiantazione di C (carburazione ionica), in
questo caso per devo passare da pareti del forno fredde a pareti calde perch non sarebbe
sufficiente il solo riscaladamento dovuto allimpiantazione ionica per raggiungere T corrette
ci centazione carburante.
87
Pezzi nitrurati
88
89
90
91
GLI ACCIAI
http://it.wikipedia.org/wiki/Acciaio
Normative e
designazione
degli acciai
Acciai di base:
Sono cos denominati gli acciai le cui caratteristiche chimiche non sono stabilite,
ma solo i requisiti meccanici minimi e massimi. In genere acciai poveri, sono usati
nel caso in cui non interessi il metodo di produzione ma solo il risultato finale (es.
acciaio per tondini da cemento armato).
Tondini per calcestruzzo armato
Il C25 lacciaio ideale per il calcestruzzo armato grazie alla sua grande tenacit.
Tuttavia c differenza tra applicazione meccanica e uso edile, infatti cambiano le
percentuali di S e P (che sono generatori di inclusioni): nelle applicazioni
meccaniche non possono essere superiori allo 0,035%, mentre nelluso edile pu
essere superiore perch in questo campo interessano solo le caratteristiche tensili e
duttili dei tondini.
La sigla C25 implica che %S e %P siano inferiori allo 0,035%.
La sigla Fe360 indica un acciaio C25 per costruzioni edili (360GPa il limite di
snervamento).
89
Elementi di lega
Co, Cr, Mn, Ni, Si, W
Al, Be, Cu, Mo, Nb, Pb, Ta, Ti, V, Zr
C, N, P, S
B
http://www.aldodirosa.it/file_pdf/designazione_acciai.pdf
http://www.tecnocentro.it/ita/tabelle_acciai.htm
La scelta dellacciaio dipende dallapplicazione per cui destinato il pezzo o dai
trattamenti termici che dovr successivamente subire il materiale, per cui si
distinguono alcune categorie di acciai : Ad esempio:
Per la meccanica
Da nitrurazione
Da cementazione
Per molle
Da costruzione
Da cuscinetti
90
Acciai da
bonifica
designazione C
Mn
Cr
Ni
Mo
temprabili
in
C25
0.25
0.60
C40
0.40
acqua
C45
0.45
acqua
C60
0.60
0.75
41Cr4
0.41
0.70
34CrMo4
0.34
0.75
0.2
olio
42CrMo4
0.42
0.75
0.2
olio
36CrNiMo4
0.36
0.65
0.2
olio
acqua
acqua
91
olio
0.45
1.80
3.8
0.3
olio
Influenza degli
elementi in
lega
41Cr4
E lunico acciaio senza Mo, lunico stabilizzante dei carburi il Cr. Ci ha un
effetto positivo sulla temprabilit, perch Cr ampia nelle curve CCTlampiezza del
campo (avendo una grande affinit con C).
La %Mn simile a quella degli acciai al C, perci la temprabilit migliorata solo
grazie al contributo del Cr. Lo svantaggio che questa lega soffre di fragilit da
rinvenimento, causata dalla formazione di carburi metastabili di Cr.
Esso viene scelto quando la bonifica contempla un rinvenimento a temperature
basse o si tempra dopo il rinvenimento in modo da limitare la permanenza
nellintervallo che d fragilit.
92
Propriet
meccaniche
Designazione
R (MPa)
R0.2(MPa)
res.
trazione
snervamento
A%
KV(J)
tenacit
C25
625
360
19
45
C40
750
460
15
30
C45
800
490
14
25
C60
905
580
11
41Cr4
1150
800
11
30
34CrMo4
1100
800
11
35
42CrMo4
1200
900
10
30
36CrNiMo4
1200
900
10
35
36NiCrMo16
1350
1050
30
93
prodotto
metallurgico
nel formato
necessario
Ricottura di
sferoidizzazione
in aria per
aumentare la
lavorabilit
pezzo
sgrossato
pezzo ricotto
sgrossatura
bonifica in
atmosfera
controllata
pezzo finito
pezzo
temprato
rettifica
94
tempra a
induzione
pezzo
bonificato
51
C53
57
45Cr2
55
41CrMo4
55
40CrNiMo3
54
R rispetto a 45Cr2).
Per questo, nella tempra ad induzione, sono consigliati acciai senza Ni e sono
spesso usati acciai al C con alti tenori di C.
Viti a circolazione di sfere
In genere queste lunghe viti (vari metri) dopo bonifica sono storte e poich un
costo importante consiste nel raddrizzarle, per minimizzare le deformazioni si
preferisce temprare in olio. Dopo aver eliminato le piccole deformazione sul
semifinito, per assicurare una durezza sufficiente si esegue una tempra a induzione.
R0.2 (HV)
31CrMo12
24.5
880
31CrMoV10
34.5
835
34CrAlMo7
24.5
590
41CrAlMo7
22.5
735
96
Sgrossatura
Bonifica
Finitura
Nitrurazione
Acciai per
molle
Rs
A%
48Si7
1425
1100
55Si7
1475
1160
50CrV4
1455
1140
52SiCrNi5
1525
1220
Osserviamo che tutti gli acciai hanno un tenore di C elevato e quindi carichi di trazione elevati.
97
Il tenore di C inferiore allo 0.2% di modo che prima della cementazione il pezzo
Acciai da
cementazione sia estremamente duttile e facilmente saldabile e poi pi facilmente induribile, ma
con resistenze meccaniche molto modeste.
R
Rs
A%
C10
540
345
12
C15
740
440
9
18CrMo4
1130
885
8
16CrNi4
1080
835
9
18NiCrMo2
980
685
9
18NiCrMo5
1230
980
8
16NiCr11
1230
980
18NiCrMo12
1230
980
9
Con un tenore di C cos basso si avr una fase ferritica prevalente sotto forma di
laminati con una struttura a bande (struttura fibrosa) e poich i pezzi grezzi
vengono ottenuti per laminazione questi acciai sono pi sensibili a questa struttura,
la cui profonda anisotropia ne mina la stabilit dimensionale.
Poich gli acciai da cementazione sono particolarmente sensibili allanisotropia del
grano, opportuno sottoporli ad una ricottura di ricristallizzazione (ipercritica) e, se
i pezzi sono destinati a deformazione plastica a freddo, anche a ricottura isotermica
di sferoidizzazione.
Perlite
98
Osserviamo inoltre che tra il primo acciaio e lultimo, il tenore di Ni aumenta. Esso
come gi detto in precedenza, tenacizzante, aumenta la temprabilit (come anche
il Cr e il Mo) ed un elemento austenitizzante diminuendo in particolare la
temperatura di cementazione, senza per ostacolare la diffusione del C in quanto
non uno stabilizzante dei carburi.
Anche Cr e Mo sono utili perch stabilizzano i carburi, realizzando un
rafforzamento secondario, e rallentano i fenomeni di ingrossamento del grano
austenitico, ma devono essere usati in quantit tali da non rallentare le diffusione
del C.
Il Ni aggiunto in quantit notevoli, per bisogna sapere che superato un certo
tenore in lega la quantit di austenite residua sar tale da consigliare un
raffreddamento finale in N2 liquido (criogenia).
Infine, se non voglio cementare in profondit, pi semplice cementare su acciai al
semplice C.
Quando si acquista un acciaio si valuta la composizione, la struttura e il contenuto
inclusionale. Negli acciai da cementazione il fattore determinante la struttura.
18CrMo4
Laccoppiata CrMo stabilizza i carburi aumentando quindi la temprabilit.
E particolarmente indicato per pezzi da cementare a bassa profondit.
Ha caratteristiche tensili maggiori di 16CrNi4 proprio perch ha pi elementi
stabilizzanti dei carburi; inoltre il Mo ha effetto affinante del grano austenitico.
-16NiCr11Hanno un contenuto di Ni vicino al 3%, e risultano quindi particolarmente costosi.
Poich aumentato Ni, anche le propriet tensili sono aumentate.
Sulla tabella non possibile apprezzare tali aumenti perch il provino standard
(16mm) sempre a tutta tempra, ma si possono notare quando si cementano pezzi
di grandi dimensioni.
99
Acciai per
cuscinetti
100Cr6
100CrMo7
17NiCrMo5
X105CrMo17
101
ACCIAI INOSSIDABILI
http://it.wikipedia.org/wiki/acciaio_inox
http://www.arvedi.it/arinox/it/4100/Glossario.htm
Caratteristiche Gli acciai inossidabili, o inox (nome peraltro inappropriato, perch devono la loro alta
resistenza alla corrosione proprio a delle reazioni di ossidazione), devono la loro
caratteristica principale alla notevole insensibilit alla corrosione dovuta ad una
concentrazione elevata di cromo in lega (almeno il 17-18%) che crea uno strato
protettivo passivante e inattaccabile da soluzioni aggressive; in prima
approssimazione maggiore sar la sua concentrazione maggiore sar la sua resistenza.
Sarebbe pi corretto parlare di acciai non corrodibili quindi, in quanto la lega solo
apparentemente inerte allambiente degradante, grazie alla formazione dello strato
passivante impermeabile che protegge il metallo sottostante; questo strato potrebbe
essere descritto come uno spinello del tipo FeOCr2O3
Allinterno di una lega inox possiamo trovare come gi detto, unelevata
concentrazione di Cr e spesso del Ni (austenitizzante).Il nemico principale dellazione
del Cr il C considerato impurit dannosa, il quale crea carburi stabili con il cromo
sottraendolo quindi alla matrice, per cui in questi acciai avremo di norma un
bassissimo contenuto di carbonio; infatti la condizione che permette al Cr di reagire
con O2, passivando la lega, che Cr sia libero, mentre se legato con C in carburi
molto stabili non sar pi disponibile per lo strato passivante superficiale.
DIAGRAMMA DI STATO Fe-Cr
98
Creq = %Cr + 1,5 %Mo + 2 %Si + 5 %V + 5,5 %Al + 1,75 %Nb + 1,5 %Ti +
0,75 %W
(formula molto affidabile per i duplex)
Acciai Inox
austenitici
Sono caratterizzati dalla presenza di alti tenori Ni che tende a stabilizzare il reticolo
CFC.
Le due leghe inox austenitiche pi importanti:
Acciai
X5CrNi18-10
X2CrNi18-11
R
600
550
R0,2
250
220
A%
55
55
PRI
18 (basso)
LAISI 304 nel diagramma di Schaeffler si trova al minimo di Nieq per laustenite,
facilmente saldabile in quanto presenta una ZTA (Zona Termicamente Alterata)
prestazionale, anche con grano ingrossato, poich dotata di buona tenacit in virt
del reticolo CFC. Non presenta questa lega una transizione duttile-fragile per cui pu
essere utilizzata a bassa temperatura (applicazione di tipo criogenico). Ha una
superficie sovente con una caratteristica lucentezza satinata: la satinatura deriva dal
fatto che lacciaio facilmente rigabile in virt della modesta durezza superficiale
essendo stato rafforzato solo per incrudimento da deformazione plastica.
Con questa lega vengono coniate le monete.
Essendo austenitico non ferromagnetico ed quindi invisibile ai radar (applicazioni
Stealth).
LAISI 304L a saldabilit migliorata (per via del modestissimo tenore di C).
Questo acciaio possiede un carico di snervamento di 250 MPa, un carico di rottura di
550 MPa ed un allungamento pari al 55%; lacciaio molto deformabile e quindi
adatto per processi di deformazione plastica a freddo. Nel diagramma seguente
riportiamo in funzione del grado di deformazione landamento del carico di rottura,
del carico di snervamento e dellallungamento:
DENOMINAZIONE
COMPOSIZIONE
R0,2
A%
AISI 302
X10 Cr Ni 18-09
280
45
AISI 304
X5 Cr Ni 18-10
250
55
AISI 304L
X2 Cr Ni 18-11
220
55
AISI 316
X5 Cr Ni Mo 17-12
260
55
AISI 316L
X2 Cr Ni Mo 17-12
240
55
AISI 321
X6 Cr Ni Ti 18-11
250
50
AISI 347
X6 Cr Ni Nb 18-11
260
40
PRI
18
24,5
A PARTE
AISI 309
X6 Cr Ni 23-14
320
45
AISI 310
X6 Cr Ni 24-20
350
45
In tutti il Cr non inferiore al 17%, per il semplice fatto che la percentuale critica
sotto la quale la lega pi resistente alla corrosione per pitting.
Inoltre si nota che tutti hanno in comune basso tenore di C, a parte il 302 che
dinteresse storico, in quanto in passato era difficile produrre una ferrolega Fe/Cr a
basso contenuto di C. Gli acciai inox attuali vengono infatti prodotti a partire da
rottami, ai quali vengono aggiunti correttivi sotto forma di ferroleghe, in forni
chiamati Convertitori AOD (Argon-Oxigen Decarburation).
Il Mo aggiunto per incrementare lindicatore, definito come Indice di Pitting:
I.P. = %Cr + 3%Mo + 16%N
Esempio:
(IP)316 = 17+ (32) = 23 ( lI.P. indicato per resistere allacqua di mare)
Tale fattore indica lattitudine di una lega inox a essere soggetta alla corrosione per
pitting; maggiore lindice di pitting, maggiore sar la sua resistenza a questo tipo di
corrosione.
http://en.wikipedia.org/wiki/Pitting_corrosion
102
AISI 309 e 310 possiedono un tenore di Cr elevato (si possono formare anche pi
carburi senza perdita di resistenza a corrosione), quindi per mantenere un struttura
austenitica hanno anche tenori elevati di C (per aumentare Niequivalente) e Ni. Questi
acciai vengono comunemente denominati refrattari perch adatti a lavorare ad alte
temperature; per tale utilizzo sono caratterizzati da una bassa sensibilit e una buona
resistenza al creep (migliorata in parte anche dalla presenza dei carburi).
Una comune applicazione per il 309 e 310 per cestelli contenenti i pezzi destinati ai
trattamenti termici nei forni, neanche le atmosfere riescono infatti ad aggredirli in
quanto passivati in superficie.
Gli acciai inossidabili austenitici sono molto utilizzati nella produzione di lamiere;
prevalentemente esse si lavorano mediante deformazione plastica a freddo. I laminati
a caldo devono subire un decapaggio, cio devono essere solubilizzati gli ossidi
superficiali che si sono formati durante la laminazione a caldo. Negli acciai
convenzionali si formano durante la laminazione a caldo delle scaglie di magnetite;
negli inox austenitici si formano spinelli del tipo FeOCr2O3 che sono pi aderenti
della magnetite e che danneggiano esteticamente il materiale. Il decapaggio si realizza
con miscele di HCl e HNO3 e porta ad una superficie perfettamente pulita. A questo
punto si procede nella laminazione; per ridurre gli effetti legati allincrudimento si
esegue una ricottura, ma non in aria per evitare una nuova ossidazione superficiale. Il
trattamento viene definito come ricottura brillante.
103
Classificati anche come acciai da utensile, per via dellelevata resistenza ad usura.
Sono ovviamente anche resistenti alla corrosione, in misura minore rispetto agli altri
acciai inox.
Queste leghe possiedono un tenore di carbonio maggiore delle altre, ma perch, dato
che genera precipitazione di carburi?
Infatti il nostro obiettivo, in questo caso, quello di ottenere una matrice tenacizzante
e una fase resistente allusura (carburi)
DENOMINAZIONE
AISI 410
AISI 420
AISI 440 A*
AISI 440 B*
AISI 440 C*
*autotempranti
COMPOSIZIONE
X12 Cr 13 %Mn = 1 Ceq=13 Nieq=4,1
X30 Cr 13 %Mn = 1
%C = 0,70 %Cr = 17 %Mn = 1
%C = 0,85 %Cr = 17 %Mn = 1
%C = 1 %Cr = 17 %Mn = 1
Sono acciai relativamente poveri di Cr e si distinguono fra loro per via del costante
aumento di C, il quale aumenta la resistenza allusura, ma diminuisce la resistenza alla
corrosione, il loro uso consigliato in ambienti poco aggressivi. Ai primi due acciai
non corrisponde una struttura martensitica spontanea: essa deve essere ottenuta con un
opportuno trattamento di bonifica, mentre gli AISI 440 sono autotempranti.
Considerando ora due sezioni del diagramma di stato ternario Fe-Cr-C:
Si noti che sul diagramma di Shaeffler, la composizione del 410 non nel campo
martensitico perch il diagramma riguarda le strutture formate da liquido; mentre
lAISI 410 un inox martensitico a seguito di un trattamento termico:
A 1050C il 410 composto completamente da quindi, dopo la tempra, avr una
struttura martensitica.
104
Acciai inox
ferritici
COMPOSIZIONE
R0,2
A%
AISI 405
X6 Cr Al 13
230
20
AISI 430
X8 Cr 17
250
18
AISI 430F
X10 Cr S 17
250
18
AISI 446
X16 Cr 26
280
15
I carichi di snervamento sono molto bassi; la resistenza a trazione finale varia tra 450500 MPa. I valori di tabella sono relativi ad un inox ferritico ricristallizzato. La bassa
resistenza meccanica e lelevato allungamento del resto inevitabile in un acciaio
dolce. Gli inox ferritici sono indicati per processi di deformazione plastica a freddo
(anche se migliori sono gli inox austenitici). Se prendo un pezzo e lo riscaldo a
1000C per un tempo lungo, ho un forte ingrossamento del grano (i bordi di grano
sono molto mobili); se raffreddo il pezzo non succede pi nulla. Nel successivo
processo di deformazione plastica a freddo i cristalli si deformano nella direzione di
deformazione, determinando un incrudimento del materiale ed un aumento delle sue
caratteristiche meccaniche. Se riscaldo, i cristalli si rigenerano con una dimensione
pi ridotta.
Ad un grano ingrossato si associa una minore tenacit: ci ha fortemente limitato
luso degli acciai ferritici; il problema comunque inessenziale quando lacciaio
inox viene utilizzato ad alta temperatura, dove lunica cosa che interessa la
resistenza allossidazione. Il problema che qui si incontra se non utilizzo un acciaio
inox ferritico la scagliatura: si forma uno strato di ossido che al raffreddamento
tende a frantumarsi per il diverso coefficiente di conducibilit termica rispetto alla
matrice.
Valutiamo infine nel diagramma seguente il valore della resilienza, data come indice
di tenacit, al variare della temperatura di esercizio:
I.P.
R0,2
A%
KV
X2 Cr Ni 23-4
0,05-0,2
25
400
25
60
X2 Cr Ni Mo 22-5-3
0,1-0,22
35
460
25
60
X2 Cr Ni Mo N 25-7-4
0,2-0,35
>40
530
20
60
X2 Cr Ni Mo W N 25-7-4
0,2-0,3
>40
530
25
60
austenite
Mo
3.8 0.7
2.2 0.3
Cr
Ni
4.5 0.3
7.2 0.2
111
Queste due strutture sono ovviamente diverse, se quello che desideriamo una
struttura resistente a fatica, la struttura ottimale quella ad austenite interconnessa, se
invece vogliamo resistenza alla corrosione, migliore quella a ferrite interconnessa.
Gli elementi di lega si piazzano in soluzione solida nella fase pi opportuna; quelli
austenitizzanti si metteranno preferenzialmente in (ad esempio non tutto il Ni andr
nellaustenite, ma sul 25% del totale, il 27% di questo finisce in i 20% in ) e quelli
ferritizzanti lopposto.
Attenzione!!! illogico effettuare trattamenti termici ulteriori nei duplex,
cambierebbe tutta la struttura faticosamente ottenuta.
Saldatura
rovescio
112
114
115
In questa situazione lelettrodo refrattario non serve, perch lo stesso filo di metallo
dapporto funziona da generatore dellarco elettrico, i termo elettroni giungono dal
pezzo da saldare grazie alla polarit inversa.
Il filo dapporto entra in una nube di gas inerte con scoria, tale flusso si trasforma in
scoria liquida che mi protegge il bagno dallossidazione. Larco elettrico a potenze
relativamente basse. Questo processo alternativo al TIG in automatico nei casi in
cui sia meno delicato il problema della qualit della saldatura e si voglia sfruttare
leffetto affinante provocato dalla scoria. La scoria solidificata sul cordone di
saldatura deve poi essere eliminata e quindi, esteticamente, la qualit della saldatura
sar modesta.
116
Il processo MIG (Metal Inert Gas), a differenza del TIG, utilizza la polarit inversa:
lelettrodo consumabile qui costituito direttamente dal metallo di apporto. Esso,
sotto leffetto del bombardamento elettronico, fonde; per evitarne lossidazione, si
protegge lelettrodo con un opportuno gas inerte e sufficientemente ionizzabile.
- Saldatura per punti
Con la saldatura al plasma invece di avere larco elettrico si crea, con una opportuna
differenza di potenziale, un plasma tra elettrodo e pezzo. Per la stabilizzazione del
plasma devono essere raggiunte temperature molto elevare, di qualche migliaia di K.
Si hanno due sorgenti di gas concentriche: la prima costituita da un gas plasmogeno,
la seconda da un gas di protezione (il quale assolve anche allimportante compito di
stabilizzare il plasma). Lintercapedine tra le due raffreddata con acqua per evitare la
fusione della torcia. Il processo al plasma simile al TIG: lapplicazione delluno o
dellaltro sistema deve essere individuata considerando la potenza specifica che devo
trasferire nella zona di saldatura. La torcia al plasma trasferisce potenze elettriche
decisamente pi elevate (tanto che, per lapporto calorico molto elevato e concentrato,
pu essere usata anche per tagliare lamiere o particolari metallici); perch ricorro alla
saldatura al plasma e non al TIG? Il problema da affrontare in unoperazione di
saldatura la ZTA. Se si ha unelevata potenza specifica la maggior parte del calore
trasferita alla zona interessata dal bagno in fusione. Il saldare al plasma consente di
ridurre fortemente lestensione della ZTA (questo processo infatti indicato quando si
debbano saldare acciai ad elevato tenore di C o quando i pezzi da saldare siano di
spessore considerevole).
La torcia al plasma possiede una potenza elevatissima, non solo si pu saldare con
questa, ma anche tranciare e eseguire riporti di materiale ceramico.
118
Rotazione
elevata
dellalbero
albero
10 min
Log t
Gli acciai inox vengono anche richiesti per applicazioni criogeniche, assolutamente
necessario quindi cercare una soluzione al problema della transizione duttile-fragile
che si instaura quando faccio lavorare un acciao a basse temperature.
Per gli acciai inox ferritici questo fattore genera un grosso problema, perch gli
interstiziali in soluzione solida non sono liberi di muoversi nel reticolo; la zona che
prediligono quella, ovviamente, a pi bassa densit, ma dove si trova? Bens nella
zona sottostante il semipiano aggiunto di una dislocazione.
121
Zona a minore
densit
Tale luogo attrae gli interstiziali, con una forza tanto maggiore, tanto pi la
temperatura si abbassa; la forza di attrazione di tipo elettrostatico e si instaura tra
interstiziale e semipiano, la cosiddetta atmosfera di Cottrel. Questo un guaio
perch non da pi la possibilit alla dislocazione di muoversi, causando cos un forte
infragilimento e decadimento della tenacit.
Atmosfere di Cottrel stabili si formano negli inox ferritici a temperature intorno agli
0C.
KCu/Kic
Acciaio austenitico
Acciaio martensitico
duttile
A
fragile
A : condensazione
dellatmosfera di cottrel
Acciaio ferritico
B: evaporazione
dellatmosfera di cottrel
B
0C
T di transizione
Come si nota dal grafico, fenomeni di questo tipo non si presentano in acciai
austenitici perch essendo che il loro reticolo CFC gli interstiziali trovano molto
spazio, ad esempio in siti ottaedrici.
Gli acciai per impieghi criogenici devono quindi avere un basso tenore di C e tanto Ni
(austenitizzante).
Basta l8% di Ni per ottenere il 100% di austenite cineticamente stabile.
Alcuni acciai criogenici:
COMPOSIZIONE
T di servizio ()
%Mn
15 Ni Mn 6
- 80C
1,2
12 Ni 14
-100C
0,5
X8 Ni 9
-196C
0,5
AISI 304
-196C
122
Il problema principale deriva dal fatto che la forte tendenza alla passivazione di queste
Effetto sugli
inox austenitici leghe le rende sensibili alla CORROSIONE LOCALIZZATA, la quale molto pi
della corrosione severa e distruttiva di quella uniforme in quanto un processo perforante; ci
dovuto alla presenza del carbonio che sottrae cromo utile alla zona passivante con
formazione di carburi stabili.
Il fenomeno si riscontra nella sensibilizzazione ovvero una Corrosione intergranulare
dove gli atomi possiedono pi energia e sono quindi pi favoriti a entrare in soluzione.
Se ad esempio durante i trattamenti termici a T 700C di un AISI 304 non si stati
accurati, pu verificarsi la seguente catena di eventi che portano alla corrosione:
1. Attivazione della diffusione
2. Nucleazione dei carburi di Cr nelle zone limitrofe ai bordi di grano
3. Attacco corrosivo preferenziale
4.
Questo porta ad un profilo di concentrazione del Cr irregolare con conseguente
sensibilit maggiorata agli agenti chimici corrosivi perch:
1)
2) Ho due tipi di Cr quello nellaustenite e quello nei carburi nati per nucleazione,
quindi lultimo profilo dellimmagine rappresenta una media di queste specie.
La corrosione che si presenta di tipo galvanico (due zone a contatto e si corrode
quella meno nobile), perci, essendo che nel nostro caso abbiamo i carburi
inattaccabili, perch con elevatissima concentrazione di Cr e ricca che nobile, si
corroder di conseguenza povera.
123
Intuitivo pensare che se si corrode il bordo di grano, i carburi non avranno pi una
matrice, che li lega.
3) La decoesione intergranulare sembra una frattura fragile perch si spinge in
profondit tra un grano ed un altro.
I due fattori che pi la influenzano sono Temperatura e tempo, perch diffusione e
nucleazione sono termicamente attivati e tempo dipendenti, per cui possiamo dire che
aumentando il tempo di permanenza in temperatura, aumenta la precipitazione di
carburi e conseguentemente aumenta la sensibilizzazione (ovvero quel fenomeno di
creazione di carburi a bordo grano con implicita diminuzione di passivabilit).
Laumento di temperatura per ha un secondo effetto una volta che tutti i carburi sono
precipitati, ovvero tende a riportare la concentrazione di Cr uniforme perch continua
a favorire la diffusione, generando cos un fenomeno di desensibilizzazione.
Gli effetti della temperatura sono molteplici, a T minima abbiamo una certa velocit
di diffusione e nucleazione, aumentando la T la velocit di diffusione aumenta e di
conseguenza si accentua la sensibilizzazione, il fenomeno per si inverte quando
lincremento di T diventa cos significativo tanto che la diffusione fa prevalere il suo
effetto desensibilizzante.
C anche la possibilit di ridisciogliere i carburi tramite un TT; porto il pezzo a
temperature sufficientemente elevate (superiori al T di sensibilizzazione) e poi lo
raffreddo facendolo passare velocemente attraverso il T di sensibilizzazione.
In alternativa a un trattamento di desensibilizzazione pu essere ancora meglio
utilizzare un inox con contenuto di C bassissimo ad esempio LAISI 304L.
Posso inoltre, per non creare carburi di Cr inserire un legante che si unisca meglio
con il C, ad esempio il titanio (Ti) o il niobio (Nb).
124
125
[O2]alta
anodo
catodo
O2
Letto
impermeabile
Letto poroso
tubo
argilla
sabbia
128
ACCIAI DA UTENSILE
Gli acciai da utensile hanno, rispetto agli altri acciai, in generale un livello di
qualit molto pi elevato, cio un tenore di elementi generanti inclusioni molto
basso (inferiore di un ordine di grandezza rispetto agli acciai strutturali per
quanto riguarda S e P cio ~ 0.0035%) ed eccezionali prestazioni (specie la
resistenza ad usura).
Produzione degli Uno stampo un elemento incavato nel quale viene posto del materiale da
formare accoppiato con il punzone che provoca il riempimento della cavit.
stampi La tecnica usata per scavare lalloggiamento principalmente lelettroerosione.
Elettroerosione
Ne esistono di due tipi: a tuffo e a filo.
Lelettroerosione a tuffo consiste nel lavorare il pezzo, posto in un olio
dielettrico, non con un utensile ma con scariche elettriche che si creano
dallaccostamento di un elettrodo che funge cos da catodo mentre il pezzo da
anodo (polarit diretta) in regime di corrente continua pulsata.
Cu/W
o Cu
lavaggio
Il filo avvolto su due bobine, entra attraverso un foro passante e viene applicata
una differenza di potenziale tra esso e il pezzo in regime pulsato: tra filo e pareti
del pezzo scocca un arco elettrico molto sottile. Il filo intanto scorre e gli
viene fatto seguire il profilo da tagliare (utilizzato nella produzione di corone e
pignoni a partire da lamiera).
Dovendo praticare un piccolo foro nello stampo, si utilizza un elettrodo cavo
che permette di aspirare via lo sfrido.
Lelettroerosione particolarmente adatta per gli acciai da utensile perch non
prevedendo un contatto utensile pezzo non influenzata dalla durezza dei pezzi,
che in questo caso particolarmente elevata e quindi rende le lavorazioni per
asportazione di truciolo tradizionali praticamente impossibili.
Se la velocit di passata alta si avr una corrente molto elevata e una
frequenza di impulsi alta (regime adatto a lavorazioni di sgrossatura), mentre i
regimi opposti sono indicati per la finitura dello stampo.
Alla fine dellelettroerosione necessario effettuare una lappatura poich sotto
la zona elettroerosa c una zona termicamente alterata.
zona fusionata (1)
zona termicamente alterata
(2)
zona rinvenuta (3)
zona inalterata
Acciai per
lavorazioni a
freddo
AISI
C100KU
90MnVCr8KU
X155CrVMo12-1KU
X205Cr12KU
D2
D3
Mezzi tempranti
acqua
olio
autotemprante
autotemprante
Tali acciai sono impiegati in utensili per imbutitura, tranciatura (es. coniatura)
ed estrusione:
KU individua il fatto che sono acciai da utensile (han limitati tenori di S
e P e una microstruttura, tipo la disposizione dei carburi primari,
opportunamente normata).
Sono tutti acciai ipereutettoidici con un alto grado di resistenza allusura
(in funzione della quantit e qualit dei carburi presenti come fase
rinforzante).
Nel D2 e il D3 tutto il Cr usato per i carburi, quindi non hanno
caratteristiche simili a un inox .
90MnVCr8KU ha un tenore di C pi modesto e quindi una resistenza
allusura minore ma possibile temprarlo in olio.
Il C100KU al semplice carbonio quindi molto meno prestazionale
(usato ad esempio per le falci).
Per quanto riguarda i trattamenti termici:
se laustenite sufficientemente ricca di C dar una martensite molto
dura e presenter il massimo valore di durezza a tutta tempra (maggiore
di 60HRC)
durante il trattamento di tempra i carburi primari devono passare in
soluzione, ma poich non possibile andare troppo sopra A3,
necessario ottenere leffetto voluto con tempi molto lunghi di
permanenza in T che tendenzialmente causano un ingrossamento del
grano austenitico: per impedire ci si mette in lega il V che d carburi
molto stabili termicamente favorendo cos laffinamento del grano e
inibendo lingrossamento. E per necessario che il C sia
opportunamente distribuito grazie alla fucinatura tridimensionale (un
impastamento di fucinatura anche in direzioni inutili).
il D2 e il D3 sono critici da temprare soprattutto in inverno poich sono
autotempranti e se i pezzi sono grandi e quindi con una grande capacit
termica si verificano grandi sfasamenti tra la tempra in superficie e
132
+ carburi
80
1000
troppi carburi in
soluzione
970C
X37CrMoV5-1KU (H11)
X40CrMoV5-1-1KU (H13)
altolegato
altolegato
40NiCrMoV16KU
autotemprante
%
Cr
5
5
%
V
%
Ni
1
4
Sono tutti acciai da bonifica (%C~0,4) e tra i primi due e lultimo cambia la
tenacit.
Il V caratteristico in quanto dobbiamo avere un grano molto fine. In
opera il materiale subisce continui cicli di riscaldo-raffreddamento che
portano a fenomeni di coalescenza dei carburi, V blocca questo
fenomeno dannoso.
Il Cr serve per avere buoni carburi a costi accettabili.
IlMo laltro stabilizzante dei carburi e impedisce la fragilit da
rinvenimento, nella cui zona il materiale passa di continuo (notare che il
riscaldamento superficiale e non massivo).
Il 40NiCrMoV16KU ha unelevatissima tenacit mentre lH11 e lH13
sono pi duri.
Per stampi in forma permanente per colata di leghe di Al o Mg ricorrer
allH11, che avendo meno C e quindi meno carburi pi tenace ma
meno resistente allusura, mentre per stampi per fucinatura acciaio uso
lH13.
La differenza principale tra questi acciai e quelli per lavorazione a
freddo la % di C: con tenori ridotti (0.4%). Si rischia quindi,
considerando la curva CCT, se il raffreddamento non sufficientemente
rapido, di avere carburi che segregano preferibilmente a bordo grano
perch per quelle velocit di raffreddamento la velocit di nucleazione
ridotta. Questo fenomeno altamente indesiderato perch non posso
evidenziarlo con una prova di durezza ma solo con un test a fatica,
oppure una prova metallografica distruttiva che possono evidenziare la
segregazione dei carburi a bordo grano con la conseguente forte fragilit.
Per questo tanto pi lo stampo grande tanto pi dovr
temprare con un mezzo sufficientemente energico.
Vi sono poi acciai non unificati, uno tra i pi importanti dei quali ha la seguente
composizione: C = 0.4%, Cr = 2.6%, Mo = 2.2 % V = 0.9%; in questo caso
assistiamo alla sostituzione di parte del Cr con il Mo, elemento che forma
carburi di stabilit maggiore a quella dei carburi di Cr.
Gli acciai indicati sono delicati da trattare termicamente. Una volta preparato
lo stampo per elettroerosione ed asportata la zona compromessa, devo
bonificare lo stampo avendo la massima cura di non degradare la superficie. Il
materiale, in conseguenza degli elevati tenori di Cr, Mo e V, essenzialmente
autotemprante; tutto il ciclo termico deve essere di conseguenza progettato per
ridurre al minimo le deformazioni di tempra. Si opera in forni sotto vuoto: dopo
il riscaldamento di austenitizzazione faccio entrare il materiale in una camera di
trattamento con un gas inerte
134
Camera di
austenit. (vacuum)
Avancamera
Tempra in
gas
R mentre
per garantire la
Decomposizione di R
Tempra criogenica (rinvenimento a bassa T) Inox-mart, viti a sfere,
cuscinetti
Rinvenimento multiplo (rinvenimento ad alta T) Stampi, acciai rapidi
curva K di inizio
formazione dei carburi
Ms
log t
135
Nel diagramma si pu indicare una curva K, detta curva dei carburi, indicante
gli istanti di inizio della nucleazione dei carburi. In conseguenza di un lento
raffreddamento si formano pochi carburi e tutti a bordo grano (interseco K ad
alte T); con un raffreddamento pi veloce (incrocio K a basse T) la velocit di
nucleazione dei carburi superiore: i carburi che si otterranno sono di piccole
dimensioni ed uniformemente distribuiti. La drasticit del mezzo temprante
influenza quindi il tipo di precipitazione dei carburi: per raffreddamento in aria
calma o gas si avranno carburi solo a bordo grano, mentre se raffreddiamo in un
bagno salino i carburi saranno finemente dispersi.
La seconda parte del raffreddamento meno significativa poich il naso della
trasformazione perlitica, cos come quello della trasformazione bainitica,
molto spostato verso destra.
Negli acciai per utensili il rafforzamento indotto dalla presenza dei carburi. Se
ho dei cristalli di austenite con un reticolato di carburi a bordo grano la matrice
che ottengo dopo tempra presenta una disposizione preferenziale dei carburi; in
conseguenza di ci il materiale infragilito nella zona di precipitazione dei
carburi. Con raffreddamento rapido i carburi precipitano uniformemente
evitando questo effetto; fondamentale in questo senso il V: esso aiuta nella
dispersione uniforme dei carburi poich un grande affinante del grano
austenitico. La prima parte del raffreddamento operata in un bagno salino per
conseguire elevate velocit di raffreddamento, poi, dopo avere intersecato la
curva K, posso operare in aria (o in olio caldo ma solo se il pezzo di forma
non eccessivamente complessa).
Di norma Mf si colloca in prossimit della temperatura ambiente per cui anche
in questo caso si presenter il problema dellaustenite residua; essa verr
decomposta con un secondo rinvenimento.
Essendo il materiale molto ricco di C le temperature di riscaldamento devono
essere superiori a quelle di austenitizzazione, a circa 1000C. Sono necessarie
pertanto almeno due tappe di preriscaldo, anche perch il pezzo a medio
tenore di Cr. Se riscaldo a 1020C al termine della permanenza in temperatura si
ottiene unaustenite pi ricca di C e quindi, dopo tempra, una martensite pi
dura; il contenuto di austenite residua sar maggiore e di conseguenza si avr un
maggiore rischio di rotture di tempra. Se la temperatura di austenitizzazione
relativamente bassa i carburi stentano a passare in soluzione nellaustenite, ne
deriva una durezza inferiore ed un minore tenore di austenite residua.
136
980C
500C
1005C
600C
570C
500C
tempo
137
Acciai rapidi
AISI
T1
M2
M3
T4
HS
HS
HS
HS
W
18
6
6
18
Mo
0
5
5
1
V
1
2
3
1
Co
Cr
4
4
4
4
C
0.78
0.87
1.06
0.85
138
HRC
T = 1200C
http://en.wikipedia.org/wiki/High_speed_steel
Trattamenti
termici per
acciai rapidi
139
HRC
risultante
carburi
matrice
austenite residua
200
T rinvenimento
R Martensite*
Secondo rinvenimento
Martensite* + carburi
R Martensite**
e cos via. E possibile arrivare a 5 rinvenimenti consecutivi per decomporre
tutta R
Per accertarsi del successo del procedimento, basta fare unanalisi dimensionale.
140
Acciai rapidi da
polveri
a
b
c
C
1.28
1.28
2.30
Cr
4.2
4.2
4.2
Mo
5
5
7
W
6.4
6.4
6.5
V
3.1
3.1
6.5
Co
8.5
10.5
Trattamenti
termici per
acciai rapidi da
polveri
Questi acciai risolvono in parte il problema degli acciai rapidi riguardo alla
temperatura dalla quale temprare poich data la maggiore superficie di contatto
tra matrice e carburi si tempra da 1150C realizzando un minor shock termico e
diminuendo quindi le deformazioni. Il prezzo per il quintuplicare i costi a
causa della metodologia di produzione (lHIP molto costoso e i tempi di
processo molto lunghi).
Acciai da
utensili
innovativi
Ormai molti acciai usati per gli utensili sono color oro poich ricoperti di nitruro
di Ti (con la tecnica PVD) o carburo di Ti raggiungendo durezze incomparabili.
La vera rivoluzione consiste nel ricoprire gli utensili poich questo
procedimento ne moltiplica anche di cinque volte la vita.
141
Altri acciai
143
COATINGS
Sono rivestimenti tramite Plasma Deposition di Ti4N, WC, TiC, SiC, Al2O3, sulla superficie del
metallo. Questo strato ceramico prolunga la vita dellutensile in modo impensabile con i tradizionali
trattamenti superficiali.
LUCIDABILITA
Per ottenere una superficie lucida (a specchio), tramite lappatura sono richiesti:
- Elevata durezza superficiale
- Modesto contenuto inclusionale
- Pulizia superficiale
Un materiale che si presta molto bene a questa lavorazione lAISI440, un inox-martensitico con
alta %C.
144
K1 DDS
DDS HRC di N
Mn
CCT temprabilit K1
Ni
Cr
DDS
fragilit da rinvenimento
corrosione se %17
Mo
carburi
Si
ossidazione DDS
Ti
Al
Nb
carburi
lavorabilit
Co
velocit di taglio
LEGENDA
DDS
CCT
R
DDS
K1
HRC
caratteristiche tensili
campo di esistenza dellaustenite nel diagramma di stato
campo di esistenza dellaustenite nel diagramma CCT
dimensione del grano
austenite residua
campo di esistenza della ferrite nel diagramma di stato
tenacit
durezza Rockwell
Mar martensitizzante
aumenta
Mar
riduce
non influenza
GHISE
http://it.wikipedia.org/wiki/Ghisa
Caratteristiche Le ghise sono leghe Fe-C con un tenore di C superiore a circa il 2%, che trovano
applicazioni come leghe fondamentalmente da fonderia.
Devono possedere due caratteristiche fondamentali:
1)
2)
Flusso di
calore
stampo
liquido
Sulla parete dello stampo inizia a formarsi una certa quantit di solido; la
trasformazione liquidosolido comporta una trasformazione di tipo entalpico:
deve essere asportata dal sistema una quantit di calore pari al calore latente di
solidificazione. Questo calore prodotto allinterfaccia solido-liquido. Avendo il
solido ed il liquido diverse conducibilit termiche si instaura nel bagno un certo
gradiente di temperatura
Profilo di
temperatura
stampo
solido
liquido
142
stampo
solido
liquido
stampo
solido
liquido
143
+ Liq.
Fe
Liq.
Liq. + C
4,3%
144
Fe
145
inoculante
inoculante
preforma
cubilotto
forma
Forno di
attesa
forma
Per migliorare le qualit della ghisa si pensato di crearla con grafite sferoidale;
com possibile dar vita a simile struttura?
La grafite a cella esagonale, con una particolarit, ovvero sui piani basali
adsorbito ossigeno, questo inibisce la crescita nella direzione dellasse della
cella, quindi laccrescimento molto pi rapido sui piani laterali. Per ci si
realizza la struttura lamellare, di conseguenza lunico metodo per realizzare della
grafite sferoidale eliminare lossigeno in modo tale da permettere una crescita
simile in tutte le direzioni. A questo punto entra in gioco il magnesio (Mg) un
metallo alcalino terroso, se usato come alligante, grazie alla sua affinit con
lossigeno, lo sequestra permettendo laccrescimento di sferoidi. Viene utilizzato
il Mg perch poco costoso ed estremamente efficace.
La ghisa, per, non gi disponibile in composizione adatta, in essa presente
zolfo e fosforo in quantit relativamente elevata: S = 0,1% P = 0,10,5%
Soprattutto lo zolfo dannoso per il processo di sferoidizzazione perch reagisce
con il Mg generando solfuri di magnesio, ed ovvio che se si consuma tutto per
questa reazione non ne rimane per lutilizzo desiderato, ovvero la formazione di
MgO.
146
http://193.95.248.21/internet_it/index.php?vsebina=022
Elementi di lega La ghisa sopporta molto male gli elementi di lega (sono da evitare tutti gli
adatti alla ghisa stabilizzanti dei carburi), perch ostacolano un importante fase operativa, ovvero
la segregazione della grafite.
Gli elementi di lega sono normalmente: C, Cu, Sn, Si, Mn, S, P, Mg
Le ghise sono quindi leghe semplici e assomigliano ad un normalissimo acciaio al
carbonio.
Questo fatto, per, genera un limite; molti rottami (ad esempio pezzi meccanici)
non possono essere riutilizzati per dare ghisa, e non si possono fondere nel
cubilotto per creazione di leghe di seconda fusione.
Per migliorare la colabilit della ghisa fusa utile aggiungere del Cu, oppure un
altro elemento con lo stesso effetto, il caso del fosforo, questultimo per ha una
certa tendenza a legarsi coi carburi. Infatti aggiungendo P si forma un eutettico: la
Steadite (Fe3P), molto simile alla cementite (Fe3C). Il P favorisce labbassamento
della temperatura di fusione e di conseguenza migliora la colabilit.
147
Struttura della Le dimensioni e la forma del pezzo influenzano la struttura della matrice, in
quanto interferiscono con il raffreddamento, cos facendo potremo avere un pezzo
matrice
con un mix di matrici:
Matrice
martensitica
Matrice perlitica
Matrice ferritica
sferoide
Diffusione del C
verso lo
sferoide, la
matrice qua
rimarr
Ferritica
149
150
Anche qui, come per gli acciai i trattamenti termici si differenziano in massivi e
superficiali:
per quanto riguarda i massivi si eseguono normalmente: trattamenti: di
distensione (o stabilizzazione), ricottura di ferritizzazione, decarburazione della
cementite o malleabilizzazione.
I trattamenti superficiali possono essere: tempra a induzione o nitro carburazione
ferritica, sono fatti su alberi a camme o su ghise perlitizzate per migliorarne la
resistenza meccanica.
Il trattamento di distensione utile nel caso in cui sia necessario condizionare lo
stato di tensione del pezzo, che potrebbe determinare la deformazione; una
situazione di questo tipo ad esempio presentata da basamenti di macchine
utensili, questi devono rimanere geometricamente stabili nel tempo altrimenti si
perderebbe la precisione del macchinario.
Il trattamento di ricottura di ferritizzazione volto invece al miglioramento della
tenacit di ghise sferoidali. Tale processo simile a quello di sferoidizzazione
degli acciai: il pezzo permane nel forno a una temperatura poco minore di quella
delleutettoide di modo che si realizzi la decomposizione del C legato sotto forma
di Fe3C, consentendogli, per diffusione, di andare ad accrescere gli sferoidi di
grafite.
Quel che si ottiene una ghisa molto pi tenace, ma meno resistente a trazione.
Un tipo di ghisa, ricotta, la: GS370-17, con A% elevato per via della matrice
ferritica, utilizzata per le tubazioni di condutture sotterranee
La GS800-2, una ghisa sferoidale bonificata, si nota come il suo carico di rottura
sia elevato 800 MPa, mentre lallungamento percentuale estremamente ridotto
2%, la sua matrice bainitica-martensitica rinvenuta., oppure la GS600-3, con
matrice perlitica; si nota che tra questultima e la GS800-2 non c una sostanziale
perdita di A%, perch gli sferoidi non influenzano questa caratteristica.
Lultimo trattamento termico massivo consente di creare la ghisa malleabile che
una ghisa che pu essere considerata una diretta concorrente della ghisa
sferoidale, un materiale in cui la struttura che garantisce le particolari propriet
meccaniche viene ottenuta mediante un trattamento di malleabilizzazione. Si
ottiene solitamente da un getto di ghisa bianca dove, con un opportuno
trattamento, conseguo la decomposizione della cementite e la formazione di
noduli di ricottura (ghisa nodulare). Rispetto alle ghise tradizionali, il materiale
da destinare a questo trattamento deve avere minori tenori di C < 3% e Si =
0,5%, poich entrambi questi elementi concorrono alla segregazione da liquido
di lamelle di grafite. Se voglio un getto completamente bianco devo forzatamente
operare con bassi tenori di Ceq, con una certa quantit di elementi stabilizzanti
dei carburi (Mn). Il trattamento di ricottura seguente deve essere condotto in
unatmosfera parzialmente ossidante: garantisco in questo modo la
decomposizione della cementite eutettica e la decarburazione della matrice. Una
ghisa a cuore bianco essenzialmente costituita da tre zone : in superficie la
struttura di tipo ferritico; nella zona intermedia tra superficie e cuore si ha della
151
Altre
applicazioni
152
LEGHE DALLUMINIO
http://it.wikipedia.org/wiki/leghe_di_alluminio
http://www.ing.unitn.it/~colombo/ALLUMINIO%20PRODUZIONE/Pagina%20web.htm
Caratteristic Le leghe dalluminio sono molto adatte come leghe da fonderia in quanto la loro
temperatura di fusione relativamente contenuta, circa 660C. Inoltre sono facilmente
he
lavorabili per deformazione plastica in quando la loro struttura reticolare CFC
(cubica a facce centrate).
IMPORTANZA:
Densit bassa: circa 2,7 g/dm3, ci comporta una notevole riduzione di peso
rispetto alle leghe ferrose.
Ottima conducibilit termica ed elettrica
Struttura che tende a passivarsi, mediante lossidazione dellalluminio, molto
affine allossigeno, quindi una buona garanzia di resistenza alla corrosione.
INCONVENIENTI:
Rigidezza modesta, un terzo rispetto ad un acciaio, il modulo di Young di
queste leghe decisamente basso
Scarsa resistenza meccanica.
Reattivit con O2 elevata, rende difficoltosa la saldatura, effettuabile solo con
atmosfera protettiva come negli acciai inox.
Notevole quantit di energia da spendere per passare dallossido di alluminio
presente in natura allalluminio metallico.
Questa tipologia di leghe ha ottenuto molto successo in campo motoristico e
automobilistico, in quanto permette alleggerimenti strutturali con risparmio di
carburante nella fase duso del veicolo.
Per capire meglio le problematiche delle leghe dalluminio partiamo dalle tecniche di
fonderia
Leghe da
fonderia
153
100C
200250
MPa
200C
i
i
%Si
154
Cristallo aciculare
157
200C
HRC
150C
super
invecchiamento
Invecchiamento
naturale
GP
tempo di
rinvenimento
158
Al
Pt
H2SO4
Si
159
facile intuire che la superficie a causa del Si rimarr rugosa e irregolare, aumentando
la sensibilit al pitting.
Per proteggere lo strato passivato, dai cloruri (agenti spassivanti) utile inserire un
terzo elemento fondamentale di lega, il Mg. molto interessante perch non modifica
le caratteristiche di leggerezza e presenta elevatissima solubilit in Al (>15%) a
temperature elevate. Grazie allutilizzo del Mg si potuto realizzare leghe Anticorodal
3%Mg e Peraluman 10%Mg le quali hanno dato estremi benefici nella resistenza a
corrosione alle leghe di Al in ambienti clorurati.
http://en.wikipedia.org/wiki/Anodizing
http://astro.neutral.org/anodise.shtml
Aspetti
pratici
Al A;
Cu C;
Si S;
Mg G;
Mn M;
Zn Z.
1000: alluminio nei vari titoli di purezza commerciale (per questa sola famiglia
la 3 e la 4 cifra indicano il titolo di purezza; ad es.: 1050 = 99,5%; 1070 =
99.7%...). vengono principalmente utilizzate queste leghe per: foil di alluminio
per uso domestico, pentolame, etc;
2000: leghe Al-Cu, la loro caratteristica la bonificabilit elevata;
3000: leghe Al-Mn, leghe da deformazione plastica con mantenimento
dellincrudimento;
161
Stato di fornitura
Come per tutte le leghe , le propriet di quelle dellalluminio, e quindi le loro
possibilit di impiego, possono dipendere moltissimo dallo stato di fornitura, ossia
dalle ultime operazioni di trattamento termico e di lavorazione, con deformazione
plastica, praticata a caldo o a freddo; ma per queste leghe la variet degli stati di
fornitura particolarmente notevole e richiede quindi un esplicita illustrazione.
Circa il tipo di lavorazione plastica che le leghe di alluminio possono subire, i
contrassegni sono i seguenti:
Una notevole parte dei semilavorati di queste leghe subiscono come ultima operazione
una deformazione plastica a freddo che produce incrudimento, e permette in
particolare di elevare la durezza, la resistenza a trazione, il limite di snervamento e i
limiti elastici. evidente limportanza di questa operazione finale, particolarmente per
alcune di queste leghe, che non possiedono valori molto elevati di tali caratteristiche;
162
O
F
W
T1
T2
T3
T4
T5
T6
T7
T8
T9
T10
Leghe da incrudimento**
crudo per incrudimento
crudo per incrudimento
crudo per incrudimento
H12
H14
H16
163
H18
H20
H22
H24
H26
H28
H32
H34
H36
H38
http://marcotraverso.it/spaceframe/it/2-1-2a.htm
Spesso per rinuncio allincrudimento perch un rafforzamento disomogeneo
Es. T8 successivo invecchiamento artificiale dopo lincrudimento
164
**
H20 -> basso A%, bassa tenacit ma altissime propriet tensili
H22 -> ottenuto per ricottura parziale, tutta la sezione nelle stesse condizioni
H28 -> crudo con ricottura intermedia e t.t. di distensione, tipico dei filati ottenuti per
trafilatura progressiva: ad ogni passaggio il filo incrudisce e per affrontare la trafilatura
successiva si effettua una ricottura (ecco perch intermedia). A fine processo, si effettua una
distensione per diminuire lincrudimento.
166
Conducibilit elettrica
100
106
76
62
17
166
densit
8,9
10,49
19,3
2,7
7,87
Fe
lega
/Cu
Ag
% elementi aggiunti
167
Problema
dellossigeno
1065C
l + Cu2O
+l
+
+ Cu2O
Cu
0,0036%
0,39%
LO si scioglie molto poco nel Cu poich il Cu tende a stabilire con lO dei legami
di tipo ionico. Leutettico si colloca a relativamente bassi contenuti di O;
leutettico fa s che ad una temperatura abbastanza vicina a quella di fusione del
Cu si abbia la tendenza alla segregazione tra i cristalli di alfa di un liquido di
composizione eutettica dalla cui cristallizzazione viene segregato lossidulo. I
liquidi a bordo grano tendono a disporsi in dipendenza della tensione superficiale;
Cu2O ha una bassissima tensione superficiale, per cui tende a disporsi come un
velo pi o meno uniforme tra i cristalli di alfa. In conseguenza di ci il materiale
presenter una notevole fragilit a caldo ed una netta riduzione della conducibilit
elettrica. Esaminiamo in dettaglio in che cosa consistano i due fenomeni.
Si osserva la formazione di Cu2O + , a partire da liquido, anche con percentuali
bassissime di O (da 0,0036% in poi); normalmente nel rame si ha lo 0,1-0,2% di
O, quindi una formazione notevole di ossido rameoso. Ci ci fa capire quanto rechi
danno la presenza di ossigeno in quanto lossido rameoso si solidifica in un film
cristallino, agendo cos da isolante nella matrice interrompe la continuit di
conduzione.
Cu2O
169
anodo: si sciolgono tutti i metalli non nobili, tipo Cu (Cu Cu++ + 2e),
Fe, Al... mentre Ag, Au, Pt non si sciolgono e vanno a costituire i
cosiddetti fanghi anodici;
170
171
172
173
Il secondo fenomeno molto simile alla SCC; per caso stato scoperto, durante
loccupazione inglese in india, che i proiettili, formati nel bossolo da ottone,
176
177
178
Tutte le leghe composte da Cu ed un altro elemento (che non sia lo Zn) vengono
denominate bronzi. I bronzi sono simili agli ottoni per caratteristiche
metallurgiche, perch possiedono un campo poco variabile rispetto alla
temperatura.
Non si usano solo bronzi allalluminio, in quanto lalluminio fortemente
ossidabile, quindi molto pi difficile da lavorare in fonderia, ci mi comporta
quindi un costo maggiore. Un bronzo eccellente Cu-Sn. Lo stagno un metallo
basso fondente percui abbassa fortemente la temperatura di fusione del Cu ed un
sostituente migliorativo nella formazione di getti perch aumenta la colabilit della
lega.
Di bronzi allo stagno ne esistono due classi fondamentali:
Sn = 10%
Sn = 20-25% (per getti complessi)
Per poter fare alcune considerazioni utile osservare il diagramma di stato Cu-Sn:
181
182
183
tale forma cristallina particolare in quanto: possiede due piani basali e un piano intermedio,
si alterna secondo la sequenza ABA, i piani basali sono a facilit di scorrimento elevata, dato
lelevato impacchettamento atomico, secondo tre direzioni, ed infine, il reticolo perfetto (in
cui gli atomi sono sfere rigide che non si possono compenetrare) possiede rapporto c/a =
1,633, dove c laltezza della cella e a la lunghezza di uno dei sei lati. Proprio questultima
caratteristica fondamentale e caratterizzante in quanto in natura nulla perfetto; perci se
andremo a considerare la cella esagonale compatta del Mg noteremo che il rapporto c/a non
sar proprio 1,633, ma leggermente maggiore, mentre nella cella del Ti sar leggermente
inferiore. Questo scostamento dimensionale, dal reticolo perfetto, genera una modifica
sostanziale nelle tensioni di taglio e nello scorrimento dei piani basali, modificando cos le
propriet meccaniche. Ma andiamo ad analizzare il caso pi importante e significativo,
ovvero quello del titanio:
Leghe di
titanio
Questa lega relativamente recente (30-40 anni) stata sviluppata per ultima rispetto alle
leghe comuni, perch induce difficolt la sua affinit estrema con O2, pertanto necessita un
dispendio energetico notevole la sua produzione (possibile solo mediante riduzione dell
TiO2); per questi motivi non esiste tuttora un valido metodo economico per la loro
produzione.
Le caratteristiche generali del titanio sono le seguenti:
Rapporto c/a < 1,633 che determina una vicinanza maggiore dei piani basali,
aumentando cos la resistenza meccanica. Laumento della resistenza dovuto al fatto
che durate una sollecitazione si attivano i piani di scorrimento secondari non
compatti;
Temperatura di fusione = 1671C. Questa temperatura elevata induce due limiti:
limpossibilit di utilizzare il titanio come lega da fonderia e la scarsa propensione
alla saldabilit;
Elevata affinit del titanio per lossigeno. In verit il Ti estremamente attivo, per
la sua forte passivabilit lo rende altrettanto resistente alla corrosione, tanto da essere
concorrenziale dei metalli nobili (il Ti ad esempio utilizzato negli anodi delle celle
Cl-soda, un ambiente cos aggressivo che, prima dellutilizzazione di questo metallo,
poteva essere tollerato unicamente dalla grafite);
180
Modesta densit circa 4,5 g/cm3, un valore intermedio tra acciaio e alluminio.
Il modulo elastico di 105 GPa (a fronte di quello dellAl pari a 70 GPa e di quello
degli acciai, pari a 207 GPa). Alcune leghe (Ti-8Al-1Mo-1V) arrivano a 130GPa.
Rapporto E/ lievemente maggiore di quello degli acciai: stesse prestazioni
tensili con met sezione
Biocompatibilit
A fronte di queste qualit c da ricordare lelevato costo del titanio, che lo rende adatto ad
applicazioni soprattutto nellindustria aerospaziale, ortopedica e nellindustria chimica.
http://www.ing.unitn.it/~colombo/Ti%20in%20auto/Relazione%20per%20web_versione_0207_file/Page447.htm
Il titanio puro si presenta sostanzialmente in due forme: e , la prima stabile sino a 882C e
la seconda da 882C a 1671C. Si comprende quindi come legando il titanio con particolari
elementi che favoriscono lesistenza delluna o dellaltra fase e sottoponendolo a specifici
trattamenti termici si riescano a produrre leghe con diverse quantit delle due fasi e di
conseguenza propriet differenziate.
I leganti stabilizzanti sono: Al, Ga, Ge come sostituzionali ed O, N, C come interstiziali.
I leganti stabilizzanti sono: Cr, Fe, Nb, Cu, Si, Ni, Mn, Pd, Mo, Ta, W, V come
sostituzionali.
Osserviamo ora 3 diagrammi di stato, rispettivamente Ti-Al, Ti-Mo, Ti-V:
A differenza del diagramma di stato Ti-Al questi due mostrano ampiamente leffetto
stabilizzante del Mo e V, leffetto dovuto al fatto che la fase beta CCC, cos come Mo e
V. leffetto di questi leganti (superiore quello del Mo) cos forte da generare un isteresi (per
elevato tenore di legante), ovvero, riescono a portare a T ambiente una lega di completa fase
. Le leghe presentano caratteristiche meccaniche eccellenti (le pi elevate tra le leghe di
titanio),non sono caratterizzate da una particolare durezza per spiccano per la loro duttilit e
quindi deformabilit plastica, inoltre non sono saldabili (o perlomeno non senza notevoli
complicazioni tecnologiche). Sono quindi utilizzate in applicazioni che non prevedono tale
lavorazione, ma che richiedono precisione dimensionale e buona finitura superficiale
(bulloni, molle).
Esistono poi leghe + , queste sono le pi interessanti perch hanno maggiore
deformabilit plastica, in quanto CCC, e elevata resistenza e tenacit. Per creare leghe
bifasiche di questo tipo sufficiente aggiungere, come legante, poche quantit di beta
stabilizzante. Inoltre possibile migliorare pezzi composti da leghe al titanio bifasiche
mediante un trattamento di indurimento superficiale ovvero limpiantazione ionica, il quale
permette di incrementare le propriet meccaniche dei pezzi. Lunico inconveniente che a
seguito di tale trattamento avremo un rigonfiamento dei pezzi solo in prossimit delle zone
beta e pertanto un conseguente aumento della rugosit dei pezzi.
182
183
20C
40C
80C
140C
La seguente tabella ci fornisce molti esempi di titanio non legato e leghe di titanio (, , +
) attualmente in commercio. Noi per motivi pratici analizzeremo solo quelle in grassetto,
che poi sono le formulazioni pi comuni e utilizate nei vari settori:
http://www.ing.unitn.it/~colombo/Ti%20in%20auto/Relazione%20per%20web_versione_0207_file/Page461.htm
184
185
LEGHE DI ZINCO
http://www.ing.unitn.it/~colombo/ZAMAStefania%20Ceccato/sito.htm
http://www.ing.unitn.it/~colombo/ZAMASegatta/0_Indice.htm
http://www.nonsolocittanova.it/indice_zincatura_a_caldo_file/indice_zincatura_a_caldo.html
186
SUPERLEGHE
http://it.wikipedia.org/wiki/Superleghe - Collegamenti_esterni
(in particolare visitare i collegamenti esterni)
http://www.ing.unitn.it/~colombo/COBALTO/superleghe.htm
http://www.ing.unitn.it/~colombo/SUPERLEGHE_NI/SUPERL1.HTM
Superleghe
188
Fe
Cr
Al
Mo
Ti
Co
Inconel 600
76
0.04
16
Inconel 700
46
0.12
0.7
15
2.2
28
Incoloy
35
0.5
28
Hastelloy C
16
17
resto 0.10
LEGHE DI COBALTO
Queste leghe hanno due qualit fondamentali: sono rafforzate da carburi e sono estremamente
resistenti alla corrosione, tanto che in alcuni campi sono sostitutive delle leghe auree (ad esempio, in
manbito odontoiatrico).
Sotto forma di Stellite sono usate ad alta temperatura (funghi valvola e sedi), mentre a bassa
temperatura sono usate per protesi dentarie e prendono il nome di leghe vitallium.
http://www.ing.unitn.it/~colombo/Vitosnello/html/1st_page.htm
189