LOGISTICA
VOLUME PRIMO
INTRODUZIONE
LA LOGICA DEGLI ENUNCIATI
P R E F A Z IO N E
txilc, senza confondere e soerapt>orre piani cttUvraH divers P r o b ie n i che sembrerebbero essere noti negli anni
"60 0 70 si scopre che furono g i d 0ti antichi o degli
tum ini detVet d i mezzo.
L 'u s o del latina e del greca risponda cos anche
aU'aRttumanisto e al C o m ificio di turno non ^ perci
n inutOe a sterile o m orta erudizione, n Vorpello per
am a re un discorso troppo freddo e tecnico p e r uno Fa co it umattistica, quasi il dotcc che condisce l'om oro
per usore nn'immoffine di Lucrezio perch U bom
bino beoa la medicina
musaeo cootingens cuncta lepore
()e rerum xolura, 1. 934)
L e cxtaxicni latine e greche rispondono a un'esigem a
pi profonda: esse b b t^ sco u o alla leziose tndtiona di
iJilegrare 'filo so fia ' e 'fUologin'. N ell 'int>erare a certo'
e neU.' 'a ccerta re il v e ro' si coprir l identico e U di
verso neU'uomo di ieri e nellttomo d i oggi: i pensi, ionio
per /are Qualche esempio, aU'tmpIicazione m ateriale sco
p erta ben tre colte e tadipcndefliemente n tre dioerM
et dotto stoico Filone (cfr. Sesti E!mpiiici, Ad. Math.,
V in . 113 e scg.), da WoUer Burlei^h (D e puntate artis
logicae. L 17*30). da Gottlob F rege IB egriffssch rift, Halle,
1879, p. S e s e f t . ) m a j penn anche alla d iffe re m a tra
il sistema assiomaUeo degU stoici e i sistemi assiomatici
d e l giorni nastri.
N ella misuro in cui aur reoiis to, fa tte le dovute
trasposizioni, il program m a di V ico, questo libro sard un
om aggio a qu el pensatore severo e soliJario, a me tanto
caro, v e ro spirito ero ico " come si ricava dalle sue no
bilissime lettere, un omaggio postumo ma doveroso per
chi ha l'onore di insegnare aetl'lhm ierntd che fu sua e
che oggi mio.
R o scritto questo libro strano a prim a vista per
un Ubro d i logistica con amore. Q utslo libro m i
L A LO G IC A E L LOGICHE
O b r c s m in se t i c k g ie o * g M a n b i r . aon
modo ipd adetOiom liquibut stiperavenoit Naittd et {ZU, qu i c o n aonduM solsfoom cnt...
logica,
nel senso pi ampio possibUe. c i mostra da
uo lato atteggiam eoti d i acrUca iatoUeraoza: si pensi
a l rifiuto della logica fo n a a le da parte d i un Valla o di
un Nizolio, alla coodanna della logica trasceDdeatale da
parte d i uno Scbolz. allo sprezzante scostatoento d i ua
R u ssd l <m coofronii della logica hegeliana.
M a dall altro lato una storia della logica ael senso
ampio Qui inteso c l m anifesta anche atteggiamenti di
profondo rispetto e d i assimilazione: si pensi agli elogi
fa tti da Kant ad Aristotele e alla pssixiooe di F rege nei
confronti di entrambi! Ognuno si reode conto che Kant
non contro Aristotele m a oltre d i lui, e F rege non
in cMitxasto con nessuno dei due, m a assimila potenzia
l uno e l altro, portando a pi aita consapevole matura
zione 1 germ i im pliciti n elle loro p o l o n i .
U oixxlagioe teoretica ancor pili necessaria dal mom eoto cbe ognuoa delle logiche sopra elencate pone dei
IHt>blemi e altri e ben pid g ra v i ne pongono le relaziooi
reciproche.
Infatti ognuna d i queste logiche ha una (retesa di
legittimit. M a lecito domaxtdarsi ba anche ima
pretesa di esclusivit, per cui l'arferm aziooe della sua
validit implica la negazione della validit delle altre?
O . viceversa, manca <tuesta pretesa di esclusivit, per
cui la validit d i una logica non esclude la validit del
le altre?
In tal caso si tratta di tanti compiarUmeoti stagno,
autocefali e irrelati, o almeno esiste una form a logica
capace d i operare la reductio od lutnnt? Quale sar que
sta form a? Si potr superare ia crisi in atto e il conse
guente scetticismo che surrettiziamente l'accompagna e
fa capolino qua e l? Si potr parlare nuovamente e a
ragione d i lO0ic a proprio conw si parla di biologia pur
articolandosi questultima scienza in va rie scienze bio
logiche? C i sar un'unit d i diritto che renda ragione
della pluralit d i fatto? Quale sar?
IO
11
CAPITOLO
L IN G U A G G I
13
LINGUAGGIO
UKCC406KI o o c c m
U o c u a e s lo a r tic o la to
musicale
>
>
>
R g u ra tlvo
>
>
a r tic o la to
>
>
'
segno) la teoria
<
*TvbT"
>
(pnpnet)
A (Aolud
Re)a 2tMii
Scraonixo
IntSrfw
dlMgni
'PlwU
et
<*rviLi
B CBaeUus}
C (Caiua)
JuaiT
D (Dams)
1
^ quel deteradoto laifindoo, Sbol
lo. svcfto. eoo lo
conia ecc.
quella piO(iTtft 0 opezazioM
ooDSlslwU
nel
m u ovttsl eoa volo ciU
miiOTendo
E <Egnaau)
StstatUoa
16
Relaziooi
arti___________
17
PP- -l3
l) gruppo d i s e ^ i
* G . Facce. U cb r
u v t Bednifiinff. in ZdtschrU t tO^ Ptii.
.u o {> h i> . 100 a m > . pp. u n .
19
sssm 0
et e tc 4(
C K urro
siamtcuo
OtORTO
signittcalO
denotati}o
deitofetun
Frege
J S . MiU
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tesp>o
e n
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w eeio stffitieo
c o n M U z i o is
Carnap
0 ^ i)
preuiO M
riOmlOM
etensio*
s im b o lo
r i/e r i r s e n i o
Hfreste
dcjiffiMtunt
oppure
K t c ii a n h
* Jmof SnPAitT M iu A S y s b m o f Logic ratiocivatioo and mdMt<9e. Bin0 o comect4d vitto o f th priKcipUt o f vid tttc*
a n i Out metkods o f s t^ tifie invssCi^atim. Lodan. 1M3. trad. it.
di G. Faocsi, Sistema i logica rm octa oiioa < iAdoKhxi. ce..
Roma. 1M8, pp. 27.36.
* C rm lb M onn . ErtheCics nS Ote Thoortr o f Sigm. io < Jourt a l o t Uoi6d S d so c> <S), 193. pp. 1 e %Vi* R. Cmw. Ew/fihiwnfl it H e symbotiKlu Logik. U.S.. Witn.
) Auf. Nacbdruck, 1973. p. 42.
* CJL Osxw I.A. RinfASOs, T7i* Xeonitiff of Mconing. Loodoo. 1923. trad. It. di L. Pavouki, fi significato di iignifeato, >i*
Uso. 190. p. 3S
20
ogoftia
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21
dove R )
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segni,
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R eU u o o e
I n s ie m e
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26
In ^ m e
M iuoae
A'
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*n
B'
roini catt
tmd og and
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D*
an^ aioa\f.
er
(E) aniT
(3 ) " t h t kart is ntmtinff away".
D ove:
il significato d i (1 ) &
P io v e rnoUnUmetUe;
11 significato d i (2)
awaiT
appartenenti alla lingua inglese.
Abbiamo tradotto in lingua italiana (a ) eoo
(a J P iove e Q cervo scappa"
e abbiamo tradotto (b ) con
( b j 'P io v e violentemente e il cervo scappa**.
Come ai vede <a^ e (b J sono traduziom ideotiche sal
vo che (b|) conUeoe ia pi la parola *VioIenteinente".
Q confrooto tra 1 due insiem i d i segni appartenenti
rispetiivamente alla lioi^ua latina e a quella inglese deve
essere fatto miovamenle a tre distioti liv e lli: a livella
pragmatico, a livello semantico e a livello sintattico*.
A)
Dal piallo di vista pragm atico dobbiamo chiederci:
allorch A (Aulus) trasmette l iosiem e dei segni "Pluit
et cervus u git" che cosa intende dire a gli areici? Allor
ch A (A lb ert) trasmette l'insiem e dei segni I t rains cats
30
{jeUa lingua logle&e e quiodi 3t d uoioterpretaziooe falsa dei Uoguaegi della vita quotidiaoa;
'
se Doi traduciamo io quel supposto Ucguaggio
rieoroso universale, i due d iv ersi significati intenaionaU.
sottesi Agli insleooi di segai apparteaenti rispcttivam eote
alla )iD u a latina e alla lingua inglese, allora noo possia
mo prescindere dalla relazione a l soggetto, e cio dalla
pragmatica.
Sorge il fondato j o | p e i ^ c h $ , .a U (N P ^ ,9 ,a o a U 2 D a
i liogiing gi della vit SwHdlaoAi-D9P%ta gossAUe. .lu a
a u n u tic a senza pragcaatk a.
i fa u i la ti^duzioae italiana grauunaUcalmeDle cor
(U
-n u ir
"P9T
viotenlemenW"
0)
(bJ
'Piove
vioJeDtemente"
Oh)
"Piove vioknUmente"
33
vcMsitn Il
Gruppi (U
wgni
C3)
"cervH ugit
(3)
SigBncatd
irioBaticale
OiveUo wountioo)
<a.)
{b.)
*U c tn o scappa*
<bj
"urti
i
crv<
iC(!paao*
Si^oUicato b>
tcnziona>e <Urelio prainatieo)
a>
'P lu U "
a>
Il roiiM co(s
o s i degs'
*Piovc
m mU'
plolMt#-
Grunpi di segni
dl)e uagM latina
e Inlese
OtJ
Piove*
(A
(3)
'c^rvM
(a.)
<b.)
(3)
H vn aiti m u M o A
Grum di segni
delle n n ^ UEna
e knelese
DOfTlli taOifTtCA
ool f ^ s i ^ o
stabilire le. regole per. un linguaggio tecnico, cio eirtlfic ^ e , ri^ftrosoj d r ^ n z a le ambiguit dei linguaggi del*
la v ila quotidiana iiniversaU, ou.ta tale da tradu rre in
ogni espressione di qualsiasi Ungua storica.
S orge p e r i uo problema: una volta stabilito questo
linguaggio tecnico, rigoroso, universale e, possiamo a g
giungere. autonomo, cio cbe ha p n ^ rte regole iodipendenti dalle relazioni prese in considerazione dalla
pragm atica e dalla semantica, come farem o a tradurre
in questo linguaggio tccnico l'insieme dei segni "U rain r
ca (s and d o g i" a (^ r te o e n ti alla lingua inglese? Tra d u r
rem o in simboli letteralmente "Esso piove gatti e cani"
oppure tradurremo P io ve violentetnente"? E cio tradur
rem o t*Dsien>e dei segni " I t rotm cois and d o y ^ o il si35
* < S U lngu a
dtaslOM sd MfiTessiane deO'umanUi.
tanto piA stretument* dipende dalle strutture costitutive dU'uocno
e dal valori du; egli ctilaRtito Ad sprimen;. oeUa ricca gacuna
dei egnl, del snnboU, dei retereoti. Se U UnguAg^io o a a sens'altra (Mesa, indubbiamente oelte sua eonpteua ceo(d confluiscono
elemeod t ir i c i e raoustlei. Se si vuole reoooocere e v a lu ta r e csatlaaente ^esti eletceall. bisogna & I r o o ( u e il probiema del bello
o .d ^ 'a it e . N. Pmuzzcius. Siiiena c Problema, 3* ed.. Kspol.
17S. r o l h p. 61.
36
37
CAPITOLO II
I
SEGNI
TE C N IC I
di.^gQl$M?b
O ra noi intendiamo ed ificare un linguaggio tecnico
in senso streibo ossia un linguaggio simbolico che chia
miamo! 1ogistica'J m a. per poterlo costruire abbiamo b i
sogno n S B T S I 'a segni tecnici in senso stretto o sim
boli, m a di segni tecnici in senso lato. N el caso nostro
1 segni tecnici in senao
n ntmhnii apparternuano
al UnguaggM o g g e t to ;_ L je g p L tecalcl in. s w m ^ t o apparterraniw
m ^a^D gu ^gi<i. O ra noi noo possiamo sta
bilire 1 simboli 0 segni tecn ici in senso stretto, cio i
segni del linguaggio oggetto, se non avrem o stabilito p re
liminarmente i segni tecnici in senso lato, ossia i segni
tecnici del metalinguaggio. Sono infatti questi ultimi che
ci permetteranno di form u lare le regole d i g ra fia e di
40
c o r i-
m ateriale. Un'espr e s s iw prea i^5S>PBp8>z,l(>ne_Fgrma quando sU per ciO cb e s i^ ific a . P e r esempio l'espres-
sim e un 'm
Antonio uomo
presa io s^ p o s i o n e torm&l. Cio con queirespresslone intendiamo predicare l'umanit di un. determinato in
dividuo chiamato Antonio.
M a se diciamo
uomo nome eovume,
oppure
nomo &$iUabo
a llora lespressione uomo non presa m supposizione
(orm ale m a in ^ p o s k io n e materiale, ossia con r e p r e s
sione uomo intendiamo i segni grafici 'u*', 7 , m , o"
scritti sulla carta 0 su ua Wvagna.
L a supposizione vale non solo per espressioni M stituite da un sof sgnio cme uomo m a anche da espres
sioni costituit da pi segni.
Prendiam o. resp reson e
O ioiw i sta giocando, a tennis.
S noi non facciam o ulteriori restxiziooi, con questa
espressione intcndiai&o descrivere uo fatto, e cio voglia
mo asserire cbe un determinato individuo appartenente
alla classe degli uomini sta compiendo una determinata
operazione.
M a se diciamo
Gianm (o giocando a tennis unespressione costiluHa da cinque se^ni
a llora l'intera espressione (ianni sia giocando a tennis
presa in supposizione materiale perch in tal caso non
intendiamo r ife rirc i a l fatto descritto dall'espressione ma
atrespressiooe in quanto gruppo di segni g rafici.
43
uoTno bisillabo.
Se vogliam o evitare errori dobbiamo scrivere
Antonio uomo
senza ulteriori accorgim eoti, com e dobbiamo scrvere
*U01RO' c biftUoo.
75.
44
MUano.
4S
46
71 pleut'
Es regnei^
't is r a m n g '.
. a e a s s e r it a d a
q u a rto d d
od
c a r b o n a r o d e l s c c . XXX o d a u n a n ti*
g io r n i n o s t r i
49
in t e n d ia n
u n 'e s { e s s i o o e
(1) 'Piove*
(2) * falso cbe piove'
(3 ) 'P ietro cammina*
(4)
2.5.
' A a m m u *. Ai. Pr.. 34 b 16 t t S -
50
fa b o cb e
MCDM nno
P ie t r o
c a n n in a *
AfKDMCMO
n axcA T O
SI
tjeataam
WBtCAK
ra u cK n
'
(also che
eaitucina
MOCKPRO
Retxo'
A)
QtUmlaaw predicati cateportmatici o d ts crttM
q u e lt e _ j^ r e s s i^ che dacrivoao m'operaiioe o .uaa
propriet. 1^preii& e operazione sono la stessa cosa;
InfatU cammina* (operazione) i lo stesso che ' cammi
nante' (propriet). I predicati cataeonmaH<>i .
poasoBO e s f r e chian t i anche, predicati nonrinolt
d e tc r m io a D O deUe gspreaaiopl
Mmi, nellesexnpio fatto Pietro , i predicati categorematici o dgacri-Uivi
PQgtoaU posso o o .^ s y e iias^ ica'ii iri tre..gnippi
< u ^ i .Q.QiODoargomeotali, diadici o ^argomentali. n-aiUci
0 Q -a rgo m M ^ j a seconda clw aWMaao.,.uno.. due o Piij
a iio m U " coo_n^^
degli esempi:
( a ) G iorgio corre
(b ) F ilippo padre di Alessandro*
( c ) 'L Ita li* situata tra la Francia, la Svizzera,
l'A u stria, la Jugoslavia, Il M are A driatico, il
M a re Inio, il M a re Tirreno, il M a re Ligure.
Se applichiam o la regola generale di Luka&iewicz so
pra stabilita dobbiamo scrivere:
( a ) *Corre: G iorgio'.
(b ) * padre d i: Filippo, Alessandro'
( c ) ' situata tra: l'iu iia . la Francia, la Svizzera.
l'Austria, la Jugoslavia, il M are Adriatico, 11
M a re Ionio, il M are Tirreno, il M are Ligu re'.
Una volta adottata questa scrittura i fa cile stablUrc
g li argom enti. N e l caso (a ) il predicato 'C orre' ha un
solo argom ento Giorgio e pertanto C orre' un predica
to monoargomentale o monadico; nei caso (b ) U predi
cato ' padre di' ha due argomenti 'Filippo', Aiessan.
dro* e quindi ' padre di* un predicato biargomentale
o diadico; nel caso ( c ) il predicato ' situata tra ' ha
ben nove argom enti: 'l Italia*, la Francia , 'la Svizzera'
ecc. dove 9 > 2 e quindi situata tra ' uo predicato
53
P iove 0 fa freddo
se fa caldo .
(a j
(b j
(c , )
(di>
(e j
I*
e o o D c i^ T e ^ _ u s u o gm e ra lfo ie p ^ k nunu-
scoie la l^ e : p , q , V , _ V , * V e c ^
Preadiam o l espressioac:
g li alberi'.
B ) L e t>grio&ili nKfoidtoiii sono segni tecnici in senso
s t r c ^ 0 s i m i l i che stanno per_
jyialsiasi. P e r
le variabili individuali si usano generalmente le minu*
scole la tin e'*z'. 'ir, 'z*. ecc.
Sappianw cbe ogni espressione suscettibile di essere
vera 0 falsa u enunciato. Ora se da uo eouidato eli<
miniamo una 0 pi costanti, sostituendola 0 sostituendole
con una o pi variabili, otteniamo un'espressione cbe
non n vera, n falsa.
57
Freodiatso Teounciato
*Socra( uom o'
Sostituiamo 'S o cra te ' che una costante individuale
nella lioeua italiana, con *z* e otteniaoM l'espressione
* uomo".
Preodiam o l eouDciato
"Francesca i gemeUa di C riftn o''
sosUUiiamo T r o n c e M a ' e 'Cristina* che sono due costanti
individuali nella lingua italiana rispettivamente c o d 'z
'y ' e otteniamo l'espressioce
z i ocmeUa di y ".
^
g e m e lla d i P a r ^ f .
H 0m 0
particolare
alla
pp. .
61
Op. e i t . p.
7.
Op. e*t, p. 7L
62
CAPITOLO I I I
LA
LO G ISTIC A
*
In k (o di argometilatioat ai trova OMlto spesso arpomtafo. C
Noi pid profsiian la prima sprestkine. avccido U seconda uo
kcnlflcsto divefM. SU b cnstematica che in loelslica. Cfr. scftra tY.
G6
A n d w iju i s i d e v e lu r t u n a d if fe r e n z a a a a l o e s
f a u a sa-
p K h e p u o le ab-
un s o l o ra g to n a m e n c o .
67
* As. Pr.. I. 4. ^*37. Anche se Aristotele scrive tutto di seg-jiio sensa andare 4 capo dopo ogni prtmessa. raesUo. pr
ragkinl tecniche, si intende, trascrvere il testo distinguendo i vari
pssag^. anslogamcnte a (luanto abbiamo fatto aopra nUa tradaxione italiana:
*clA KOT novT&^ ToO 8
KOl t B c n *
loO T.
divdYKi] T A Kord ec/r^ toO T-Kom^yopcZoOoa*.
K^ ou X A ovioixO :
nel terzo il sillogismo eristico (picrriK^ OuXXoY io ^ O .
Riportiam o le parole di Aristotele:
Koct d\<]60v
70
ntpl cAr
yv6occc Tf|v d p x ^
(e) &va\cK(iKdc
MSvoc
(d> tpiQTiK; 5iOT
&&<uv. (1^ 6vtuv Si, Kcd A
2v&6(uv ocnvO^ifivo^
v&Cuv 9 A\oyi^6*
^
A i nostri ciorni si clama "deduzione" l'inferenza neindipeadeQtemot dal fatto cbe la coochisiooe
- debba a vere una generalit minore delie premesse *. In ol
tre si considera dduzioae aaciie l'ioferenza imn>ediata
p w c b sia necessaria.
/
Si ripetuto tante volte che Aristotele identificasse
^la deduzione. o$$ta l'inferenaa necessaria, col sillogismo:
; in tal caso la moderna d e fio iz io K d i deduzione non st ac
corderebbe con quella aristotelica.
n B ocb esU ha dimoatxato come ci non risponda al
v e ro analizzando un passo degli AnoUXici Prh n i dove A r i
stotele esplicitam ente scrive il necessario pi vasto
che il sillogism o: infatti ogni sillogismo i^ e s s a r io .
m a Q<m tutto il necessario sillogismo" (rd n X ov & t 6
voTYKoov f| 6 w X X o y i o ii ^ ^liv y & p coXXovcf|X<;
n5^
dvcfyKcnov,
81^
peeessarie
fi
3.2. L a logistica.
Aristotele a veva fa tto dal puoto d i vista della tecni
ca in senso stretto U prim o passo indubbiamente il pi
decisivo e importante per studiare l'inferenza neces
saria e cio in luogo d e i term ini ~ termini nel senso (d )
c lr. 2.6. a vev a usato delle variabili, simbolizzandole
con le maiuscole dell'aJifabeto greco. M a v i era un altro
passo da fa re per reod ere inequivocabile e rapido i l pro
cedimento deduttivo, quello cio di s j ^ o l i z ^ e u c t e . l e
72
** Per
e la probtentclica successiva $1 vda U ncslro
b v w Lcgisltea c filosofe, Napoli, 1974. voi. I, pp. 7-16 e pp. M-33.
74
3.
75
76
B)
L a lgistica U rod ossa quella parte
lo ^ .
stica che lim ita o rifiuta almeno uno dei c ralter della
tdgi&tica classica.
\ (3 ) Terza porte:
\
della
tziooe,
Questo
gresso non
stotele ha
quella che
^
" Per U lotica enuncUttva cfr. A n i Pr. O. 2. S b 12 iees -.
io. 23 S40S.; A. i. IS. M a S segg.; per la logie dei tcRnini nel
seoM (c) All. Pr. I. 32, 47 a 22-)9: per la logica dUe reUzicni
All. Pr. I, . U a 40 b 9; . 4t b 1-M: tb. 1-t-l; 3>. 20 27.
79
U p r tn d (i( d i d u e
v a lo r i in
l o g ic a . I M
p o tte m m o
s s s u ia e r e c h e u n e n u n a a l o . n e l s e n s o l o i o o d e l ten n B e, p o t r e b b e
a r e r v a l c n d iv e r s i c b e
n on sa p p U m o
80
se
fa b o
(a U iU
o
v e r i t . U n e n u n c ia to , d e l q u a le
v e r o , p otreb b e
neo
avere
un
v a lo r e
81
** G A
WnCKT, Deentie loff. bi < H b d . s. 2)7. Januaty USI. p. 1. Qusto Articolo rondaownUte stato tfaiampato in:
Iivnte U . Ceri J u m K. G ouu. CoolimpOTOTt Readmo^ n
0cal n w r y , New York Loodoo, 1S67. pp. 30)-3ll. ed i tradotto
in appeai&CS a 0 . D< Bonjdo, latrcdu2ione atta 091M d d iltfcnU
normofitn, Boiociu. 19R, pf. 12S-140.
a ita. Pr. I. 3, S a 1 e agg.; De Interpr. U. S b tl-M etc.
S2
** A l e a u n d r o <1 A f r o d is ia d
dicava
p o s s ib i le
toh cU
cbe
r if e r i s c e c b e D io d o r a C r o n o giu>
o lo r
(t y(>
i t v t u f iu w T v ( l v o v KSVOC T iO e t o )
ASSUBW u n p u o t o fi v iM a a n a lo s o
C C X o v c c }' C f r . A u a u n o i , O p . d t
(k.
fk
dv
f| o ( i e v o i '
e a f g i a n c e c h e F H an e
( tio iu
K od u p l
IO , <1 sC - S
to O
K c rr
veda
sa
c h e l 'o p u s c o t o E p t c W i iu t r t c ik m M o b A m a n o d to ts ia i. B d . m is .
R c e n u it H e n ii c u s S c lip n H .
U p r ia p .
UCMXVI. II,
19, 1 e
S C .,
p . IS9. c b e p a i U d e S a p r o b a h U * o r ig in o d e U 'a r e o fo e n t o v i t t o r io s e .
U fa m o s o
xupuov
XO yO C d i D M o r o
C ron o.
83
lu lla
s c ia
d a U 'A q u in a te
quando
s c fiv :
a d t n d if f n q u o d p r o p c e lt t o d ic lt u r m o d a lit p r o p t e r
i n p r o p o i it o n e . S e d
o o n q u ic u a iq u o
n w A im
op ortet q u od
ea t
a d d itu m
s i^ c d t
ad
sU m o d u s p r a e d lc a b ilis
d e t o t a p r e f io e lt lo o e . e t I d e o d ic it u r m o d u t p ro p o e ttio m s* ta ca q u a m
v a r t S e s b U li d e
u u n
ip s a m e t p c c p ^s j tt o a o " .
08 O c n A M ,
G edeoo
Q l.
P h ilo is c p U e a
t u r , N .Y .. i m .
O eeam
n cO a
lo d c a
Sunna
S tfi(^ iiu t
b ^ ic o t f ,
B row o,
T K a o lc c ic a .
io
O pera
V e n e r a b ilis I n c e p t e r b C u o r
e d id e cu D t P h ila tlw u s
G tin iA M i
F n u lce o p h ic a .
B o<tu>er.
Ockham ,
I. SU
O pera
B ooavcn -
p p . aU JM 3.
d is ta c c a
t u tta v ia
d a lt A n f f i o o
tn od a Je g l i o p e r a t o r i
'v e r o '
quaodo
7 a h o '.
ic io tr o d u c a
M it7 e
la
Q u eeto p r o p o s it o u n p a u o a r it x o M p a l a n c a p r a lt r i a ^ e t t i n t u v e
p r o s p e t t iv a a ll a l o ^ t i c a
84
e te rod o ssa
d e l e l o m i n o s t r i:
~S*d
t a le s
es
Toinmaw d'Aquino fa spMM uto delle le u i d ed c simbolixMte da roti Wriebc. Queste lecKi sooo: d Ua atto clw d Im
p an a a sceelierc t n due alternative vietate vMtto': e lolpanieete impassibile M r obbUeaU a BcetUerc tra ailemativa
vietate*'. Scrive testuaimente voo WrgtO: L'Aquiaate
vet
te li iSferiaoe alle U<jp d d . EgU ditfinsue tra i'eeaere di n
uomo pcTplms iinpUciier U suo essere per72 i u seeseiun
n primo 4 U cato. M efili i . in quanto tale, obbligato a aceg U m tra alternative vietate. D scooodo
U caso, se ecB in base
a un precedente atto sbagliato Si ObbBea a sceglir tra alter
native dia^liate. L'Aquinate eiustamentc oega cbe un uoitio poua
essere pTpienu nutpUettgr (e) e attornia che un uomo pu essere
perpieztu jecniuiiiia quicf (tf). C(r. De Ventate Q. 17 a. 4: Sim na
Theolocica. la Ilae. Q. U. a. 6; Sunmo TTieotogica. Ula. Q. M
a r i L Per queste osservazioni sono obbligata al S ig P. Gach .
K.
M dbh.
M o r o l.
R 'iU *
itnd
V e ll0e ^ a l(u 0 .
da
G m td U g u tv
86
tipo " o sa che p , " a crede che p", a ricorda che p".
' spera che
dove 'a ' una costante individuale e 'p.'
lina variabile eniiaciativa. Questa una delle pa rti pi
rccenU dcUa TogSica: g InW risalgono a gli anni '60 **.
L a torneo temperate quella p ^ e della logistica che
studia o p e r a lo r r c o m ? la futuro", io passato", qutilche
volla . SI distacca qulodi dalla logistica classica perch
rifk it (d ) cfr. 3.3. ' osala Inserisce nella logistica
la dlmepsiocte temporale.
L a dimensione temporale fu presa tn considerazione
neHantichit&
dallo stoico Diodoro Crono che la Im
port BcU'lmplicaziooe
P e r questo motivo si i parlato
d i uo'lmplicazioDe diodorca accanto a quella m ateriale
0 filoniana.
In quella miniera di logica formale cbe il M edioevo
87
*
Sotve Pietro bpaao; UaduM esc adl*cM re detcnoicacia
t babet Ocn per AdSectiran. Sed odeettour tst (Ii^ksK: ipuMldAiD
wninit. ut < Ibua >, nijer >
ooo^BiOia.
ra mtM ut
advwbhcm Xdcm advcrUoixuD uaedam deten&lnaot vibum
^oiioiw cowpiMijiiL.. Ua i5etermiaant vobum rofois tonporis.
adrerfeU tem()onlla... . P r b Hisrun. SuwnalM loficelef, q u u
t cdcUm mami scrlpto Reg. U t lU S edsdit J.M. Bocftctetd. Au(u *U e Taatin. W 7 . lJ2. p. IWJ.
Intm uaate aoctie la distinitone (ra U *luUo nd toopo' e
.la 'paite n d tempo'. Totu* te :^mpore est dictSo cooprebendens
totua temfMs adverbiaUtv, ut < s e a ip o et < ouiDqoani *. P a it
bi tmpor est (bctio cocDUrettOidena ligulij teooporis. ut < ounc *.
< tune > et bsdje >, Arfumeita autvni sutmistur a (sto ia lamFon H a part* la tempon sicut toto in loco e t a paite (n
loco*. Op. e t t, 5.a. p. pM].
Si ooti infise questo paseo cos vtdoo a crte
del
Prior di altri legid cootanirai>il. Retn) Ispano fa ranali
di Quest'ftrgMMotaxlooe c quicunuiue tanabatur sanus eat; i*^
reas uoabacur; erso labsrai sanus eit>. Scrive Ce>tuala>nt U
Altivo Giovasm XXI; Mlnor est duplet, qoia d boc paiticipiuai
laboraiB dlcat praeseu taaipus. vera t <t est sensw: l a
boraos ovnc, eanabatnr tuoo: d autem dicat praeterltuiii. sic
sst falsa et est senns: claborans tuoe, u&abAtur tune Op cit.
T.U. p. ( 93,
^ "Teoifoialis st ilU ^ua* oompoaitur, x duabus pc(ig<ltlooibu medUate aliqua advTbV> (empoite, slcut 'quudo Sortea
currit. plato dipwtf: sltnlliler hic ium Sortea cuirtt. J o a n n
ert hMSft*. et s)c de aHis*. VcoerabOis Irjoeptrls. Op. cit. P bj
C, cap. I, p. 212.
Si veda IC fcUwTfiT*. hoaiitca ;ilo}o;to. NapoB. 1974, pp.
14-39 e l quattwdld artieoU cS Autort dversi tiadotti e iatradotti
da C. P u s . o lo^ca d d U nfio, Ilai. 1974, con vasta blblkh
SraAa.
CAPITOLO
IV
L A LO G IC A DISGLI EN U N CIATI
4.1. Enunciati o io n ic i ed enunh' molecotan.
L a 'lo gica eounctatiy a ' o k>Kica degli eaunciati' d^ta_
n c H T ^ o g ic a prop9!^zin4l o 'logica delle proposiziom ,
se ai prescinde dalle distinzioni da noi fatte in 2^ . lo
studio (1 ) dcali
come atomi logici
e (2 ) del pr ef^iai^ o/untori o operatori
Il d ^ ^ m in a m
Abbiam o detto che la logica cnunciaLlva considera gli
enuociati com e atomi logici, cio li caosldera com e mo
noblocchi. com e monoUti, ognuno come ua tutto indiviso
e inarticolato. Prendiamo ad esempio lenunciato com
plesso
se piove, alloro e i umlditr
Questo enunciato complesso costituito - da due enuocia ti atom ici 'piove* e 'c i umidi<d'. Evidenuamo i due
enunciati atom ici, eoa le virgole e otteniamo lespressione
se 'p io v e ' allora "c ' umidit'
L 'in te ra espressione, di cui g li eniatciat s t o i c i 'p iove'
e 'c u m id iti', sono parti, ua enunciato iM le c d u e . L u;
nica cosa che la logica degli enuociati prende io consi
derazione degtt enunciati atomici (a loro verit o la
loro falsit: si pensi a blocchi di travertino e a blocchi
di tufo, dove i blocchi di travertino rappresentino g li enun
cia ti v e ri e quelli di tufo g li enunciati falsL AUa logica
enunciativa interessa soltanto se im blocco di tra ve r
si
tino o d i tufo, DOO interessa la struttura atomico-cnolecolare del travertloo e del tufo.
Prendiam o in vece l'enunciato complesso:
" e l'uom o vertebra to il vertebrato animale
aQoro l uomo anim ate".
Questo enunciato complesso costituito di tr enunciati atom ici: 'V uotjui i v e rte b ra to ' 'il vertebrale ani
m ate' 'iu o tn o 4 anim ale'.
Evideoziam oli.
" Se 'l'uom o v e rtebra to e 'S vertebrato 4 ani
mate' a llora 'l'u o m o 4 anim ok*
Quando noi noo c i lim itiam o a studiare le rela2 loni
cbe passano tra i tre eounciati presi ognuno come un
tutto, ma studiamo queste rd a zio n i tenendo presenti le
strutture interne degli enunciati allora scopriamo nuove
rela d oo i interne a g li enunciati. Vediam o cosi che
ii term ine 'uomo* term ine in senso (d ) c fr .
2.6. presente nel prim o e nel terzo enunciato;
il term ioe 'w rte b ra to ' presente nel 1* e nel 2
enoociato;
92
4.2. L a negazione.
L a negailone un enunciato molecolare^ cosUtuito
a ) da im e j ^ d a t o atonuco e b ) dal predicato della
g & z i ^ che ylM a n t e p j ^ aU m m d a to atomico.
____ n predicato o funtore o operatore della negazione
ron *t si legge non. g..vjcft
o falso, che" o "non
sl.d il (^ p .c b ^ . Messo davanti a un enunciato lo nega.
P e r es. sia l'enunciato
* i giorno
Preponendo l'operatore 'non', abbiamo
on ' giorno .
L espressione si legge
"N oo e vero che giorno" oppure " falso che
giorno 0 "Non si d il caso che giorno .
N ella logistica classica come sappiamo
abbia
mo a che fa re con enunciati che sono o v e ri o fa lsi e
quindi non possono a vere un terzo valore d i verit: la
94
Valore
EispresoK
(U
# turno
rua
2 + 2 -S -
r*uo
Nok
VM
1
8
3
1
W o.-'
A'
A
i
nP
Hp
N?
97
valore di IVp 0
se il valore dt p 0, allora il
va lore d i Np 1
e cio:
se p vera, allora Np falsa
se p falsa, allora N p vera.
i/operato r e jWMOciati vo N un operatore moaoargom estale o monadico perch detcnnioa. uno ed ua
m io raunciato. Pi im portanti sono g li altri operatori
che sono biargomentali o diadici.
logico i^ e o n q iu n z im e ^ c o p ^ t io a uq
p io l^ la x e costituito'
due eounciati atom id e,
djd_ funtore biargomentale " t " che U connette o determtna.,
PreDdiamo <tulndi due enunciati atomici: ' i notte',
'Giancaro ha sonno*. Se noi uniamo Questi d i enunciati
c m il funtore " e " otteniamo l enunciato molecolare:
" ' i notte' e 'CioTicaTlo ha sonno
98
vero
vero
fa lso
falso
che
cb e
che
cbe
' notte' ed
R^tte' ma
notte' ma
' natte ed
vero
falso
vero
falso
che
che
che
che
'CtaRCorlo Ad scrnw'
Giancarlo fo sonno'
'Giancarlo ha sonno'
'G ienearo ha sonno'.
1
0
0
1
iile c o la fe .
Se i fa b o cbe ' i natte' ma vero cb e 'G iancarlo ha
sonno', allora l'io tero enunciato toolecalare
notte e
G iancarlo ha ionno , fa lso ; infatti abbiamo g i i visto
che basta cb e un enunciato atomico sia falso per falslfi*
ca re l iatero eouociato molecolare.
Se infloe falso cbe i nott' ed 6 falso che 'G ia n
carlo ha lon n o ' allora l intero enunciato molecolare
notte e Giancarlo ha sonno" falso.
fa c ile ora stabilire la m atrice o tavola d i verit.Se sim b olizd an o eoo *p' il primo eouociato, eoo 'q ' il
secoodo, e eoa "K il funtore 'e \ che nella simbologia
di Lukasiewicz si antepone ai relativi argomenti, posslam o disegaare una tavola in cui nella prima met m ettia
mo i valori d i verit dogli eounciatl atom ici oeUe loro
quattro posnbih combinaziooi e oeUa secooda m et il v a
lore d i verit deU'enunclato m olecolare:
II
"... e
u
S
an
AxB
A iB
il
M Y
II
PfW
P-
sa
33
a
S
3
Kpg
101
Si noter nei simboli d i M e Co'J, di Quifle e Whltehead-RusscU Tlofluenza delia simbologia deQ Britmetlca o
dell'aljiebrB.
il
3
h
..."
iv0
A46
* a
il
AB
lY
0
J
pVq
11
iee II
pVq
Af<t
pVfl
Apg
1
0
I
valori che si trovano oclla prima parte della tavola
riportati sotto *p* e sotto 'ij rappresentano i valori di
verit degli enuDciati atom ici; qucU d i destra riportati
*
l^ c o . H O b e it,
m a Icg lc a .
104
B em ays
1+ 0=1
0 + 1 -1
0+0 - 0
P e r < )< ^ o motivo si parla di somm a logica per in
d icare l'enunciato moleooiare determinato dal funtore
" o " nel senso di v e r . H lettore st sar m eravigliato del
fa tto che 1 + 1 = 1 . T e r o " pi v e ro" d "v e r o " e non certo
2 peri"', n vero ivjd un pezzo d i torta, per cui som
mandone un pezzo ad un p e zw se ne ottengono due.
questo uno dei motivi
e non il solo per cui noi pre
feriam o e v ita re per la Ica stica la denomiitailone di '*loSica m atem atica". L analogia con la matematica si
tratta d i analogia di o{>crazioni non certo di oggetti inUnKiooali non MQulIa le distaine tra le due disciplioe,
m a anzi le a{^rofondisce nella misura in cui la stessa
operazione d luogo a due diversi
^ ogni sc iw x ^
d eflp iiji,p r_l!og g e^ .in teid on a le, npo c e r ^ per l atto
ch 9<1 fisso si dirtg^,
105
B ) Non<quR)alenza.
n funtore *0* nel senso d i a u f viene simbolizzato
dal solo Lxikasiewicz c o o *U maiuscola latina
chis p r ^
^ " i e r d tim v ri6 U L '7 o si( itio p ertioto passare a U
favola d i verit:
C ) Non-prodotio
n funtore o " nel senso del funtore di S cbeffer. v ie
ne sUnboUzxato In due maniere, coo uoa linea verticale
I che d ivide le vartabtll e cosi fanno N icod e Rus
s e ll seguiti in generale dagli altri log ici: con la maiu
scola latina D ' che antecede le rispettive variabili come
f a Lukasiewicz.
La
fneod e RwisU
Liduuiewicz
P 4
D P
compatibile con
in
rit:
P
Dp9
<1
Apij
Jpq
... .
r
'
.......
:
cn u B d a tl
UM nid
Dpq
.o.
-v e l
~ T
--- - 1
l
.........
"a u l"
fu n to n di
S c h e lf e r
Il
lettore a vr notato che i funtori v e r , "aut e
r o nei senso del funtore di S ciieffer, hanno una parte
identica, e precisamente ! va lori del secondo e del terxo
rigo, 11 cho se non giustifica, ci fa per comprendere co
m e nei llnguassi della vita quotidiana ai usi la stessa pa
rola per. esprim ere predicali d ifferen ti. questo* signi
ficato parziale comune che perm ette l'im piego d i un uni
co termine, termine nel senso (b ). c fr . sopra 2.6. In
108
lo o fo d i m d ti. n lettore a vr anche aotato come l'espressiooe 'J p q ' abbia le ultime tre righe identiche a quelle
d ellespressloae
e le prime (re righe tdeaUche a
quelle dell'espresstone 'D p q '. Ci vuol d in cbe s ii tHmi
tre va lori di Vpei' coiocidooo coq ^ uitimi tre valori di
'A p q e i prim i tre valori d i V p g ' coiocidooo con { prim i
tre va lori di *I>p9 . Qulodl U rtLoiflnTjj m aggiore tra i va ri
sensi dell o " quella che p a ^ t fa 'H srso r e U
senso " o del ,funtore d i Scbetfer.
Abbiam o chiamato le espressioni o (uoziooi im proprie
cfr. sopra 24)
' V P ? P9 .
"som m a lo fic a ". 'n on equivalenu**, *^ qq prodotto . M a
c i sono anche a ltre maniere d i denominazioae per que
ste funzioni. Si veda il seguente specchietto*:
Autore
Apq
Dpq
JP?
Boehesid
(1SJ8)
a ltem atirs
BocbeAski
(I9t9)
alteraaU va o
somma logica
LukasieaScx
O S )
alten u xiooe
B ocbesU
{l9 S n
atteroaxicM o
M m m a logica
Copi
U
duMuruloBe
Industva
diitfu raloo*
BMMalva
P rior
(19S2)
alteroabooe
noo d u a lv a
altereaziooe
tclusira
* L
c tfr c
disgiuntiva
MClutiva
cttigiuiulooe
ne 0 a e e a x io u
alternativa
tr
p a ttoU s si
r it w i s c o n o
agU
dUgiuflxiocie
anni d
e ^ z lo M
d i l l e o p e r e p r e s e Sa o m s k t e r a z io n e p e r Q co a T r o o to . S i tr a tta p r e -
109
4.5.
L a non-somma.
Si presda ora lenundato m olecolare
"N A lica i giovane, n A lic e beUa
form ulato
in
quali casi
t i
A lic e i
<?
CA
(0
(m )
(TV )
epa
CO
CO}
<1
an }
av)
Chiamiamo da questo momento in poi il primo, cnuivciato a tom c o d i unimpUcazione materiale; antecedente,
e U seconda enunciato atom ico: conscs;eBte. Possiamo
aUora stabilire quanto segue:
Se l antecedente vero e il conscguente vero, allora'
rimpUcazlone m ateriale vera.
Se l'antecedente- ve ro e U co n se^ en te falso, alo^
T
"Se
Se
"Se
"S e
Rom a
'Rom a
'R om
'R om a
Apq
1 '
In
0 - - 0 (l
1 -H = 1
l-h O l
118
AW pi
Cp q
Np
aw m
Trasform iam o
Np
Apq
lopUcato da un eounciato raro * . fi io viit di Questa prprieti cbe l'tmpUcarione produce prove. Ma quasU propret io
nessun modo determina se qualche coes, e la tal caso quale,
(npUcata da un enunciato falso. C ii che essa determina che
se p impCea q, aOoea ctoo puft essere il csto che p vera < 4
i falsa, cloi davo ssere il ceso che 0 p i falsa o q vera.
La pi conveoienle InterpretasiOBe della (mpUcaslone
che
se o p 4 falsa o q vera, allora 'p Ma(>lica q* deve essere vera.
Di <iui "p Implica q" deve esser* definito per sl$ftifKare 'o p i
falsa o q i vera" . Op. cit.. p. M.
*R. Cwtiur, Sin/ftrvR^ ia die ycihelitehc LopV. cit.. p. 9.
123
Si veda lo specchietto:
ti
5e_
oflora...'
A :B
II
A -S X - * 7
PO?
P = )
P -
CW
4.7, n bicoiwtionate.
Acche il U c o Q fj^ p Q ^ q_^uiya3eaza materiale pre
senta qualche d iffic olt , non quaoto per limplicazioQfl
m ateriale. P e r ovvia re aU'iacoovenieate, pattiamo da
esem pi coocretl, com e abbiamo fatto aegU a ltri paragrafi.
Prendiaoio i seguenti couociati m olecolari:
(1 ) Dante om o Beatrice se e solo S4 Dante ama
B eatrice"
(2 ) Socrofe i uom o se e solo se Socrate aRimate
ragionevoU "
(3 ) " I l term om etro s a k se e o lo se Vam bienU caldo"
(4 ) Rom a in ftolia e solo se 2+2m 4'
(5 ) 'R offlo i Giappone se e solo se 2+2=3T.
lodividuiuiio g li enuociati atom ici col solito sistema
dello virgolette. A b b ia n o quiadl:
(1 )
Tutte e cinque le volte abbiamo due eouoclaU atoCDicl detem l& ati dal predicato biargoaicatale 'se sola
se . E ^ u r e noo si tratta di cast ideatici: U senso d i se
e solo st" 000 sempre lo stesso.
c a s n i ) ) * DoiU ama Beatrice' se e to lo se
'D anta ama Beatrice ", U scaso dGll iatero eounciato
m olecolare L'espressione 'D ante ama B e a trice' i
isom orfa o2i'epre4$toti 'Donte ama fie a ir ic ' *. cfr.
2.3. >
d i - M s solo.se'. jwa.Ji& jiulkv .^ che
fa r e eo o l e q u iv a le o a m ateriale
N el c a u 0 ; * " S o c n t fe turno' se e solo se 'Socrate
g anim ale ra g io n e v o le "' il setiso dell'intero eaunciato :
L 'esp restioa e 'Socrate uofao' ha Io stesso seTiso che
l'espressione 'S ocra te i animale ragionevole' ". Nepptire
queato seaso di se^e < r ^
a dke fa r * con l'equ i
valenza Q u ie ta le . la . p o < ^ p a rd e rc q u iy a le o roate^
rfa le prescinde da lliaomorfbmo delle espressioni e dal
(oro senso.
Passiamo* a i
' 71 termometro aate' se e solo
se 'l'am biente i caldo'
Quale U seaso di questo eouociato molecolare? O senso questo e d o cbe S e 'il
term om etro sale' allora 'ram biente i coldo' e se 't'om *
bienCe i calda' allora *U termometro sale'
Questo senso
Spq
t
* + x ' s s
*'x *
e la
<S)
k Ao
se '2 +2=4 *
-a
le a
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5 .
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L e funzioni "Jpq, 'D pq" e 'X p q ' si rlleagoao facilm eabase a l n o m e che a b b ia m o lo r o d a t o i o Q u anto h a n
n o v a l o r i o p p o s t i a l l e fundooi cbe e s s e negano. Quindi
b a s t a s o s t it u ir e 0ni voUa ooUe tavole dei v a l o r i c b e e s s e
oegaao a 1 * lo *0' e vicerersa.
te i a
129
CAPITOLO V
LE
SIMBOLOGIE
sostituendo a
la variabile p e a 'Irro pento' la va
riab ile q abbiamo "p o 4 "; dove *p' 'q ' sono gU argomenti
131
,<c
ti
u.
UJ
se
&
&
il
5- SI
II
I I I
del fu store 'o ' che si slm b^ixza eoo 'A . PooeDdo quindi
'A ' davanti ai rispettivi argomenti 'p* e 'q* al ha
A p ti
cb e si leflge 'p o q seguendo queato ordine
A p q
3 13
O ra fi o quejodo ai tratta d i m are ua unico funtore la
cosa molto semplice come il lettore a vr avuto modo
d i notare. D discorso diventa un po' pi d iffic ile quando
si devono usare pi funtori.
F acciam o un secoodo esempio;
5.22.
A p N p
3
1 3
per
*
J iit Bccamiu. NoM
Ctt.. pp. 47-11
135
possa reodersi sem pre m eglio conto della f utu iooe degU
operatori.
Tutto Tenunciato una m acrom olecola costituita da
ua operatore 'C* e da due argom enti A p q e A qp' ognu
no dei quali a sua volta una m crom olecola. Si veda la
aegueotc formula (U struttura:
Apq
Aqp
213
l
iU
lU
p re s e n ta a n c o r a
u n a m a g g i o r e c o m p le s s it .
bagnata, e piove.
terra bagnala".
* I. Km<t, K ritik d e r r e i v n
138
m
-'P
n I passaggio C
nel cerchio interno cbe s i legge
oell'ordine
C pq
i
13
C
l
K
l
Cpq
213
p
Z
q
2
in
L espressione si legge nello stesso ordine in c w
stata scrtta e cio seguendo lordine d elle frecce sovrap
poste:
p implica q, e p, hn piica q "
cio
"se, S9 p allora q . e p, a llo ra q .
140
Ossia si leg g e in prim o luogo la I (e o o le &ue articoU ziooi interne da 1 a 2 a 3), poi la H (con le sue articolazioni interne da 1 a 2}, infine la H I (eo o le sue a rti
c o la t o c i interne da 1 a 2).
F acciam o un quinto esempio ancora pi complesso:
SJS.
piove aUora la terr bagnata o se piove aitoro c ' vmtdtt equivalente a se piose ollora la
U r r i bagnata o c ' umidit .
L'espressione aon presenta difficolt dal ponto di
vista della analisi del linguaggio della vita quotidiana:
bisogna solo individuare in essa g li enunciati atocnicL Si
pu6 inoltre per m aggiore com oditi m a solo per mag>
g io r comodltji
sostituire la locuzione "se... allora ...''
con iTaptico". In fa tti quest'ultima locuzione essendo co
stituita da un unico segno anzich da due segni inter
vallati da puntini sospensivi, faciU ta la traduzione nel
linguaggio simbolico.
R iscriviam o respresslooe d i sopra cosi:
'p io v e ' im p ^ a 'la te rra bagnata' o 'p iove' im
p lico 'c ' umiditd* egutvolente a 'piove' im plico
l a terra i bagnata' o "c ' um idit".
Sostituiamo 'p to M ' con 'p'-, 'ia terra i bagnata' con g*.
' c umidir eoo *r'. Abbiamo l'es[ffessione;
"p im plica q
p im plica r eatnvolnt o p
ptica ^ 0 r*.
p im p lica A q r".
'm p iica ' cb e s i simbolizza con 'C* un funtore biargomentaie cbe ha com e primo argomento 'p* e com e se
condo argomento Aqr". Isoliam o g li argomenti e abbiamo
B A Cpq C pr p im plica 'A q r'
Im plica che si simbolizza con " C un funtore biargomen
tale che va scritto prima dei rispettivi argomenti 'p\ 'A q r'.
142
Cpr
Cp
Aqr.
In poche parole si legge prim a la I eoa le sue articolaziooi interne (da 1 a 2 a 3), pot la I I poi la d (eoa
le sue arttcolaziom interne da I a 2 a 3), p la IV . poi
la V (eo a le sue artieolasloni Interno da 1 a 2), poi la
V I (co n le sue articolarioai interne da 1 a 2 a 3). Cbi vo>
lesse rendersi conto del perch l operatore 'f i ' va scritto
Innanzi a ll intera espressione potrebbe utilmente delinca
re una form ula d i stnittxtra analoga a quelle della chi
mica.
S i ved a i l seguente grafico:
143
v e ro
che 'p io tx i
etptioalente a non
piove
Sostituiamo reaim clato atomico 'p loos' eoo "p' e otteniamo
"N on i v e ro e h * p tquivaltnSe o non p.
Restano tre funtori: 'N o n v e ro che', equivalenle a'
e 'non'.
L'e&pressiono 'N on i v e ro che il funtore moooargo*
mentale 'non' il cui arflom coto l'espressione restante 'p
equivalenie a non p . Mettiam olo tn evidenza:
" N o i v e ro che 'p i equiM lente a non p'
D funtore 'non ' si simbolizza eoa 'N ' e v a anteposto all'argom eato. Abbiam o qxiindi
" N p cQuioolente a non p".
' equioaUnte ' un funtore blargomentale di cui il
primo arsam ente 'p* e il secondo non p*. Eeso si sim
bolizza con E ' e v a scritto prim a del rispettivi argomen
ti. Abbiam o quindi
N B p non p .
'non' un funtore monoargomentale che si simbolizza con
'N * e v a anteposto al relativo argomento cb e *p*. Ot
teniamo
N Ep N p
cbe i una espressione sim bolica senza residui.
L'espressione si le s t e nell'ordine di scrittura
m
144
N p
1 2
IV
C C pN q CqNp
Si legge " ( p im plica non q ) tmpiica
non p ) .
5.271.
implica
A N p C Cpq Q
SI legge "(non p ) o I (p implica
5.272.
C A p A q r A p Arq
5.273.
C A N p Cpq Cpq
im p ila i ( g ) ] .
C N A pq A N p N q
5.275.
C A q r C A N rs Aqs
im plica
(fl 0 a)).
145
5.276.
C .A p A r C A p A N ts A p Aqs
SI leg g e: * [p o iq o r ]] im plica j(p o (non r o a )]
im plica (p 0 (q 0 a )] ( *.
5.277.
C ANpNq N K p q
Si lg e : "(non p o non
5.278.
C C Kpq r C K p N r Nq
S i legge: " [p e <7) im plica ( r )] implico [(p e non
r ) implica (non 4) ] .
5579.
E N A K p i KNpAfq A K p N q K q N p
Si leg g e; **Jno ((j ) e fl) 0 (non p e non q ) ] J
se e 0(0 se [ ( p e non q ) 0 (q e Ron p)]*.
.......
e
' 0' nel senso dJ 'A ' lukaslewicriano
a)
D s tgn o di a s s m io n t, simbolizzato con V
g t v i f i c a ' ^ ^ _ j i l ^ quello c h t segue. Whitehead " e
jK u ss eir usano questo simbolo per distinguere un enunIciato cooipleto, cbe viene asserito, da tutti g li enunciati
pubordinati cbe sono contenuti lo e&so m a non sono asse*
Iriti. Mei linguaggio della vita quotidiana c i si se rve del
punto ferm o per distoguere un enunciato asserito; in lo
gica si usa il simbolo h prefsso a un enunciato sem
plice o complesso. P e r es. *p' vuol dire che l'enunciato
*p preso da noi in cooslderazione ma senza essere as
serito. I , p ' significa invece *p asserito*. Quale sia il
ruolo e l im portam a del segno di asserzione Io si vede
dall'inferenza. I l processo di infereaza, che esamineremo
da vicino all ore b parleremo del sistema assiomatico, a v
viene a questa manieta: un enunciato 'p ' asserito e un
enunciato 'p implica q asserito, e quindi com e una con
seguenza asserito reounciato 'q . Scrivono testualmente
Whitehead e Russell: La verit nell'inferenza la credenza cfae_ s e le due prime asserzioni non sono in errore,
f a s s j r a e f l i ^ non i n ' r n ) " '* ! conveniente, cotitinoano g li autori, s c r v e i - p e V (p 3 qX prim a di
procedere a V q che U risultato dell'tnferenza. Tutta
via Whitehead e Russell scrvono
V
p 3
q ) e 'H
q'.
*i-
b)
p W q.
I - . (p V g)
Invece delle parentesi noi usiamo un punto dopo U segno
d i asserzione:
H . p V 9
Poich non troviam o altri punti vuol dire che l'asserzione
simbolizzata si intende estesa dal punto alla fine delle
spressloae.
Preodiam o U secondo esempio fatto nel paragrafo
precedente:
5.22.
Simbolizziamo l'enuncia
to atom ico 'p io v e ' eoo la variabfle 'p ' e abbiamo l'espres
sione 'p 0 non p. I l funtore o* un funtore blargomen149
p.
q 0 p.
A
A
C
A
A
p C q A qp
p A Cqq p
A p g A qp
A p Cqq p
C Apq q p
. <p) V <q =. (q V p ))
(p ) V ((q 3 9 ) V p ))
^ { p V q ) D (q V p)
( p V (q 3 q )) V (p )
9 ( ( p V q ) 3 q ) V (p ).
c p, olEoro q '.
q . p'.
*3
q . p . => . q
[(p )
(q V r i ]
1S3
( ~ P )].
: p. s
. ~ p.
(p =
p)
. ~ (p a
~ p)
( ( ( p ) V (q => r )) 3
(p V r ))
p .V . c
. p V r
parentesi aperta
C p N q C q N p
espressione simbolizzata
nel linguaggio di Luka
siewicz
157
(p 3 ~ q ) 3
3 p)
1* passaggio intermedio
p 3 >^q..
2* passaggio intermedio
l - : p : > ' ~ q . 3 . q 3 ~ p espressione simbolzata
nei linguaggio di Whitehead-RusseU
N o i daremo solo l'espressione iniziale e quella ((naie,
lasciando i due passaggi interm edi a l lettore:
5.270.
C CpNq CqNp
5^1.
A Np C Cpqq
H : . ' ^ p : V : p 3
K * :p O q . 3 . q
3 ~ p
q . t 3 .q
5.272. C Ap A q t A p A rq
K : p V (q V r ) . Z ) . p V
5.273.
C A N p Cpq Cpq
l-:.-?. V . p D q ; 3
s m
C N Apq A N p Nq
h - : ~ ( p V q ) . D . ' p V
5.275.
C Aqr C A N rs Aqs
( r V q)
. p 3
^ - : . q V ^ . ^ . : ~ ^ V * . D . q V *
5.276. 0 A p A q r C A p A N rs A p Aqs
t - : , p V .q V r . D : p V ~ r V s . 0
5.277. C A N p N q N Kpq
l _ : ~ p V ~ q . O .
(p.q)
sm
.pVqVs
~ r . 3
. ~ q
E N A Kpq K N p N q A K pN q KqNp
H : . ~ (p.q.V. ~ p. ~ q ). = : p. ~ q.V.q. ~ p
Quindi *X ^
Y* si legge " X $e
159
X V y
che si legge
X 0 Y "
5.22. Prendiamo l espressione 'piotw' o non piave'
So
"X
o non
X ".
che
legge
X 0 Y tn p ItM Y 0 X .
X V -> y x .
Prcndiaoio lespressione 5 M gi modificata In
5241. " Se, se 'p iov e ' allora 'la terra i bagTioia", e 'p io
v e ', allora 2a 'te rra baonata
Sostituiamo 'poTc' con 'X ' e 'la terra bagnata con 'Y ',
otte n ia n
[(X - > r> & X ]
(Y )
Y) 4 X
Y.
[(X ^
Y ) V (X
2 )] ~ [X - > ( Y V Z)J
cb e s i leg g e
" X implica Y o X im plica 2 se solo $e 'X
im plico Y 'o Z *.
In bas alla regola data sopra leliminationc delle
parentesi dell'equivalenza materiale e dellimplicazione
161
^ Y 2 )
qualche altro
sione lukaslewlcziana
N A K Apq N q K rq
162
esempio:
l'espres
X y V y & z y
D iam o infine la trascrizione nella simbologia d i tQ bert-Ackermann dei dieci esempi fa tti alla fine del pa
ra g ra fo 5.2:
5.270 CCpNqCqNp
(X - ? ) - . ( y
5.271
5r>
ANpCCpqq
X V ( ( X -> y ) - Y )
163
S573 CApAqrApATq
z v Y Z - > x v z y
5.273 CANpCpQCpQ
5.274 CiVAwANpNq
X y
X Y
5.275
C A q tC A S rs A n s
5.276
C A p A q rC A p A iiT s A p A c i
yz--(zvi;--yo)
x v Y 2 - > . ( X V 2* ( / ^ x v y i ; )
5.277
O U p N d N K p i
5.278
C C X p q rC K p N n V q
5.278
EN AX pqKNpN dAKpN qK Q W p
X y - > r r 7
164
dell'espressione
alUna...',
dell'espressione * ..je e solo se...'.
'
Mentre U simbolo
si astepooe aH variabile, tutti
g li altri eaaeodo biarsom Dtali si acrlvooo tra i relativi
argomenti, c o com e s i u s i nella sim bologia d i Whitebead-Russll e di Hilb^l-Aclcerm ann.
Come aimboli ausiltaii U C a s u i usa le sole paren
tesi tonde, ripctule se occorre pi volte.
P e r agevola re 11 lavoro ve&goao Introdotte due con
venzioni
_
^P r iw o cO Toaztow quando U numero d e lle ^ w la b i*.
U e n ^ c U t i v ? . nooT molt e l t t o i pud ricorrere alle
minuscole latine p, g , r , s, t, anzich alla aola'p* eoo io
dici numerici.
Seconda coruwfizion; ( 1) una coppia d i pareotesi
estero pu essere sempre eliminata; ( 2) possono essere
eliminate le parentesi interne in base al principio che I
connettivi *V e "/V legano pi strettamente dei coneUlvi
W
e
I l C asari fa questo esemplo:
( ( P i a P i)
pJ
a (p ,
pO)
- ((p i A p j) - > p ^ ).
f ) A ( - p ))
( i A q - r)
r ) A ( - p ) - * ( * A q - r).
p V T p : si leg g e p o non p
523
524
>
5.25
>
( p - * q ) V ( p ~ ^ r ) * * { p - > q V r ) : s i leg.
Se
'p im plico q ' o *p implica r* se e
3olo se *p im plica q o r
526
q o p '
(p
t p ): legge " non 'p se
se non p' **.
'w
Io
<q - * " I p )
5.271 ANpCCpqq
J p V ((p - q )
q)
5.272 CApAqrApArq
P V (q V r>
p V (r V q)
5279 CANpCpqCpq
(
166
p V (p
q )) - > ( p
- q)
5.274 CNApqANpNei
("> (p V ))- ( - I p V i q)
5275. C A qrC A N rs Aq$
q V r > ( i r V i - > q V 3 )
5.278 CApAqrCApANrsApAits
p V q V r ' ( p V l r V i - p V q V s )
5.277 C A N pN qN K pq
T p V > q - * - i ( p A )
5.278 CC KpqrC K pN rN q
(p A q -> r )--< p A r ^ ~ l q )
5.279 EN A K p qK N pN qA K pN qK qtp
"1 (( P A ) V ( T p A -1 q) ) + (p A - q) V (q A
- > P ).
16?
INDICE
/
/ P n l a o a e ..................................................................
/
/ L A LOGICA E LE L O G IC H E .........................................
tM.
5
9
C*>. I - I L IN G U A G G I...................................................13
L L U&gua(!gio. liaguafigio-oggelto. metaliDgwggi . ,
13
LZ. SecDltic: PiBgButica. Sangaaca.SioUttfca
. .
14
L3. linguaggio corauae e lineMWio tecco. Aiulii <le(
Ucgaa^sio c o o u a e ........................
23
L4. Traduzioai <U U&euaggi ccoauol io neuseei comuni
e in li&pMgsi t e c m c i .........................................30
Ca . D I SEom T E o n a ..............................................
41
VarUibQl. F o i u i O Q l..........................................H
Cl
L A lO O isn C A ...................................................es
nw:
9.3. P a r t U w e d elU logistica: a ) los tica clastica, b) log ls O u eterodau a
3.4. A itiooaxiofli d ella
U . ArtccJiuioi
........................................................ ^
k>ietica c U l c a .........................77
logistica eterodasta . . . .
79
C tf. I V L A LO G IC A D E G j a i U N O A T I .........................
di
l o g i c o ........................................................ SS
la oon-equivaknza. U Ma-prodotto .
102
4.5. L a B o o - s o o n a ...............................................................UQ
4.6. L'irapUcazIone m s t r 1 a l ............................................112
4.7. n b io o n d iz io n a le ...............................................................124
4.1. Quadro
deCe ta vole d i v e rit . . . .
127
140
1S9
170
COMPAOWA T IP O C IU n c * X A P O U m U U P .A .
n u tm Tw oK B O . m > m . m . x a K u