delle armi
42 - Psicologia militare
E
ra opinione degli Illuministi che la guerra superiori, in 14 gli arti inferiori, in 16 la colonna
fosse frutto della civilizzazione. Secondo la vertebrale, in 3 lo sterno e in un caso le pelvi. Alcune
loro teoria del "buon selvaggio", le popola- ferite della colonna vertebrale e degli arti erano do-
zioni primitive sarebbero state fondamental- vute all'uso di frecce di pietra, mentre le lesioni al
mente pacifiche. La guerra non sarebbe comparsa cranio erano imputabili ad asce di pietra.
fino all'avvento dell'agricoltura, con la costruzione
di villaggi stabili, la scomparsa del nomadismo e l'af-
fermarsi di una vera e propria territorialità. Peccato, LA PSICOLOGIA MILITARE
però, che ciascuna di queste affermazioni si sia rive- DI SUN TZU E SUN PIN
lata falsa. La ricerca etnologica ci offre numerose
I
documentazioni di scontri fra diverse tribù che si più antichi trattati di strategia militare si possono
ritenevano pacifiche, scontri presumibilmente fina- far risalire a due autori cinesi, Sun Tzu e Sun
lizzati al dominio del territorio da riservare alla caccia Pin, contemporanei di Piatone (v-iv secolo a. C),
e alla raccolta di frutti e radici. autori rispettivamente dell'Arte della guerra e dei
I boscimani del Kalahari, ad esempio, come molte Metodi militari (Sawyer, 1999). Entrambi i trattati sono
delle popolazioni africane, non solo prendevano par- per noi di estremo interesse, in quanto interpretano
te a conflitti armati, ma facevano uso di una forma la strategia e l'arte della guerra ponendo un accento
d'aggressività ritualizzata anche nelle loro pratiche di particolare sui fattori psicologici: «Soggiogare il ne-
magia nera. Ancora oggi i boscimani !Kung manife- mico senza combattere», vi si legge, «rappresenta la
stano una paura particolare nei confronti di coloro vera vetta dell'arte militare [...]. Chi guida un eser-
che parlano un linguaggio straniero e distinguono
chiaramente fra membri del proprio gruppo e mem-
bri ad esso estranei, suggerendo in tal modo una
predisposizione emozionale alla manifestazione di
aggressività intergruppo.
Anche i ritrovamenti archeologici hanno dimo-
strato l'illusorietà dell'ipotesi di un'età della pietra
particolarmente pacifica (Figura 1). Molti crani di
australopitecine, scimmie fossili morfologicamente
molto simili all'uomo, sono stati rinvenuti con lesio-
ni imputabili all'uso di armi rudimentali e alla forza.
Roper (1969) ha esaminato crani e reperti ossei ap-
partenenti a pitecantropi (specie di Homo erectus
vissuta circa 700.000 anni fa, rinvenuta a Giava e in
alcune parti della Cina) e ad individui vissuti in Eu-
ropa durante le glaciazioni dal wurmiano, giungen-
do alla conclusione che molte delle ferite riscontrate
non potevano essere fatte derivare che da lotte e
aggressioni. Mohr (1971) ha studiato 158 ferite nelle
cito deve agire tenendo presenti questi principi: con- non avrà autorità, e se manca di autorità, le truppe
quistare un regno senza produrre danni è preferibile, non saranno disposte a morire per lui [...]. Il generale
distruggerlo è solo una seconda opzione». Ma come deve conoscere la vittoria. Se non sa in cosa consista
soggiogare il nemico senza combattere, o combat- il successo, non sarà risoluto».
tendo il meno possibile? Sun Tsu e Sun Pin hanno 11) Manifestando risolutezza: «Se il generale si di-
quattordici risposte da dare: batte continuamente tra ciò che è giusto e ciò che è
1) Con la sorpresa: «Di solito, in battaglia, un gene- sbagliato può essere sconfitto».
rale muove le truppe con metodi ortodossi, ma vince 12) Assicurandosi che le. popolazioni civili siano fa-
grazie a strategie non ortodosse». vorevoli alle operazioni dell'esercito: «Se il popolo
2) Evitando il ristagno: «Quando impegnate i vostri nutre rancore per l'esercito, questo può essere scon-
uomini in conflitti di lunga durata le loro armi per- fitto».
dono il filo e il loro ardore cala». 13) Mantenendo alta la comunicazione con le famiglie
3) Con un uso massiccio dell'intelligence. L'ultimo d'appartenenza: «Se il soldato è preoccupato per la
capitolo dell'Arte della guerra è anche il primo trattato propria casa può essere sconfitto». Questo fattore,
sull'uso dello spionaggio a fini strategici: «II mezzo insieme al precedente, viene oggi definito "home
con cui i sovrani illuminati e i sagaci generali agisco- front", o "fronte domestico", vale a dire il back-
no, vincono e si distinguono tra le masse è la cono- ground del soldato (famiglia, nazione, ecc).
scenza anticipata dei fatti». 14) Curando che le informazioni e i comandi non
4) Con un'accurata selezione del personale: «La vit- siano ambigui: «Se gli ordini vengono cambiati di
toria dipende dalla fiducia incondizionata, da un chiaro continuo e le truppe sono mantenute nell'ambiguità,
conferimento delle ricompense, dalla capacità di sfrut- l'esercito sarà sconfitto». . ,
tare le debolezze del nemico, ma soprattutto dalla
selezione delle truppe».
5) Utilizzando una tattica d'esaurimento, anziché DA SUN TZU E SUN PIN A CLAUSEWITZ
d'attacco diretto e di distruzione: «Movimenti lenti
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e frequenti disimpegni sono i tranelli con cui si indu- er quanto incredibile possa sembrare, la psi-
ce il nemico a inseguirvi incoscientemente». cologia militare di Sun Tzu e Sun Pin ha
6) Gratificando i militari che si sono distinti nelle attraversato i secoli, al punto che le regole
operazioni: «Dopo aver vinto uno scontro, fate sfi- che abbiamo appena riassunto sono tuttora
lare i soldati in parata in modo da esaltare gli animi». parte integrante della cultura militare contempora-
7) Simulando una forza ed un potenziale bellico nea. L'esempio recente più appariscente di applica-
superiori a quelli effettivi: «Schierare un gran nume- zione dei dettami di strategia indiretta di Sun Tzu e
ro di stendardi e bandiere è il mezzo per far insorgere Sun Pin («vincere senza combattere», «conquistare il
il dubbio nel nemico» territorio nemico intat-
(l'esagerazione del po- to») è dato dalla guerra
tenziale offensivo, ricor- fredda fra Stati Uniti e
diamo, costituisce la stra- Unione Sovietica. Que-
tegia più diffusa nell'am- sta, com'è a tutti noto, si
biente animale per in- fondava sul potere deter-
durre un avversario alla rente, e quindi soprattut-
fuga o alla sottomissio- to psicologico, del po-
ne: Figura 2). tenziamento degli arse-
8) C o n un addestra- nali nucleari. Ilpotenzia-
Figura 2 - La strategia psicologica d'intimorire l'avver-
mento duro e il pia possibile sario esagerando gli aspetti del corpo legati all'espres- le distruttivo aveva rag-
realistico: «Allenamento sione della forza sono molto utilizzati nel regno animale. giunto un punto tale che
severo e alacrità incessan- In questa illustrazione di Darwin (1872), il cane di de- un eventuale conflitto
te sono i metodi con cui stra, rizzando pelo e coda aumenta illusoriamente la sua non sarebbe risultato
massa e la sua altezza. Il cane di sinistra cerca invece di
si affrontano gli assalti in inibire l'aggressività di un rivale abbassando il corpo e conveniente nemmeno
profondità». la coda, diminuendo così massa e altezza apparenti. per il vincitore.
9) Con un'efficiente Altri esempi di strate-
organizzazione logistica: «Numerose fonti di approv- gia indiretta si possono trarre dalle operazioni dei
vigionamento e molte provviste sono i mezzi per servizi segreti. Celebre il caso della decifrazione del
facilitare la vittoria». codice criptografico di Enigma, un apparecchio ci-
10) Sviluppando le capacità di leadership degli uf- frante dotato di tastiera e un complicato sistema mec-
ficiali: «II generale deve essere un uomo retto. Se non canico che, nella seconda guerra mondiale, veniva
lo è, allora non potrà essere severo. Se non sarà severo utilizzato dalle forze armate tedesche per trasmettere,
44 — Psicologia militare
A!
atrocità. Ila base delle teorizzazioni di Clausewitz, so-
La strategia indiretta e psicologica di Sun Tzu e stanzialmente, vi è la logica secondo cui un
Sun Pin si contrappone vistosamente a quella diretta, nemico abbattuto non potrà più risorgere
teorizzata dal famoso generale prussiano Karl von .per vendicarsi, ma questa logica non tiene
Clausewitz (1780-1831), che è stata alla base delle conto del fatto che un tale accanimento conduce
scienze militari nelle guerre dell'Ottocento e nei due solitamente ad un'escalation distruttiva anche nei con-
Morale, coesione, spirito di corpo — 45
fronti di chi lo persegue. Esaminando a fondo la sua capacità di "remare all'unisono", collaborare, unire
opera, ci si accorge che, in verità, anche in Clau- gli sforzi al fine di raggiungere una meta comune.
sewitz non vengono trascurati gli elementi "morali", L'importanza assegnata dalla psicologia militare al-
tanto da dedicare alcuni capitoli al talento del capo, l'entusiasmo e alla perseveranza con cui un militare
alle virtù militari dell'esercito (spirito di corpo, ono- s'impegna nelle attività del proprio gruppo, sia esso
re, coraggio, abilità, resistenza, entusiasmo) e al sen- la squadra, il plotone, la compagnia, non trova eguali
timento nazionale, ma lo scopo rimane comunque nella vita civile, poiché la collaborazione fra commi-
diverso da quello di Sun Tzu e Sun Pin, essendo litoni è questione di vita e di morte.
esclusivamente quello di subordinare le capacità psi- Tra i principali fattori che influenzano il morale
cologiche alla forza militare. possiamo citare il successo nelle operazioni, il fatto
In linea con Sun Tzu e Sun Pin si dimostrò invece che queste portino a risultati tangibili in tempo breve
Lev Tolstoj, quando sollevò, in Guerra e pace, la que- (il "ristagno" delle posizioni e la guerra di trincea
stione di quello che lui chiamò "fattore x". Ripor- sono estremamente logoranti psicologicamente), la
tiamo quel brano: «In guerra la forza degli eserciti è superiorità in termini di tecnologia delle armi, la
data dal prodotto della massa dei soldati moltiplicata tempestività nei rifornimenti di viveri e muniziona-
per qualcos'altro, uno sconosciuto fattore x. La scienza menti, una leadership efficace, adeguate condizioni
militare, esaminando nella storia l'immenso numero igieniche, un buon vettovagliamento, la bontà del-
di casi in cui la massa di un esercito non corrispon- l'addestramento, che deve essere stato il più possibile
deva alla sua forza e in cui piccoli eserciti ne hanno realistico, ovvero con comportamenti, percezioni
conquistato di grandi, riconosce a mala pena l'esi- (uditive, tattili, olfattive, ecc), pericoli, ecc, il più
stenza di questo fattore sconosciuto e cerca di indi- possibile simili a quelli che saranno presenti nel corso
viduarlo qualche volta in certe disposizioni geome- delle operazioni reali (Figura 3).
triche delle truppe, qualche volta nella superiorità Un'importanza non secondaria nel determinare il
delle armi e più spesso nel genio del comandante. morale rivestono infine i fattori che afferiscono al-
Nessuno di questi fattori tuttavia conduce a risultati l'"home front". Si tratta, come si è detto, del soste-
che concordano coi fatti storici. Per scoprire questo gno della popolazione civile alle operazioni militari,
sconosciuto fattore x uno deve rinunciare alla falsa della possibilità di mantenere contatti telefonici e
credenza che esalta l'attività degli eroi nella storia postali con i familiari e, soprattutto, del fatto che
militare; x è lo spirito di corpo, il maggiore o minor nelle famiglie d'appartenenza non vi siano problemi
desiderio di combattere e di far fronte ai pericoli a di salute, finanziari e di sicurezza.
vantaggio di tutti i soldati che compongono l'eserci-
to, che è diverso dal porsi la questione se essi stanno
combattendo con comandanti geniali o no, con ran- L'EDUCAZIONE ALLA COESIONE
delli o con un'arma da fuoco che spara trenta volte
al minuto».
P
romuovere la solidarietà all'interno del grup-
Oggi, il fattore x di Tolstoj è stato scomposto dagli po è stato da sempre al centro di qualsiasi
psicologi in tre componenti principali: il morale, la addestramento militare e, per millenni, la co-
coesione, che può essere sia indotta dall'addestramen- esione fra commilitoni ha significato anche,
to, sia autonomamente sviluppata dal militare attra- se non soprattutto, vicinanza fìsica. Rimanere uniti
verso le esperienze vissute con i compagni, e lo spirito e vicini in battaglia è sempre stato un mezzo per
di corpo. Il lettore si accorgerà come in essi riaffiorino creare una barriera impenetrabile nelle operazioni
continuamente le idee di Sun Tzu e Sun Pin. difensive, per nascondere eventuali armi da impiega-
re sfruttando il fattore sorpresa, o una potente massa
di sfondamento e di dispersione delle linee avversarie
IL MORALE nelle operazioni offensive.
Ancora oggi, nelle operazioni di ordine pubblico,
S
econdo i manuali dell'esercito statunitense, il un piccolo plotone di forze dell'ordine è in grado di
morale si definisce come lo stato mentale, emo- far fronte ad una folla numericamente molto supe-
zionale e spirituale di un soldato. Vi si legge: riore, proprio grazie alla compattezza, alla vicinanza
«Si parla di morale alto se il militare si sente fisica, all'unità d'azione. Un plotone compatto può
felice, speranzoso, sicuro di sé, apprezzato per il suo fendere una folla, disgregandola, o può isolare gli
operato e, viceversa, di morale basso se il militare si elementi più facinorosi. Se i membri delle forze del-
sente triste, depresso, non apprezzato per la sua con- l'ordine agissero individualmente verrebbero facil-
dotta». Il morale, tuttavia, non è solo sinonimo di mente sopraffatti. L'unione fisica permette inoltre di
stato d'animo individuale, ma è legato strettamente difendersi reciprocamente. Questa necessità rende
al rapporto con i commilitoni e, nello specifico, alla anche conto del perché l'obbedienza al superiore,
46 — Psicologia militare
Figura 4 - Marciare insieme aumenta la coesione e la collaborazione fra i commilitoni. Basta che uno soltanto non
si muova in sincronia con gli altri per compromettere il passo dell'intero plotone.
IL VISSUTO DI COESIONE
L
a formazione di profondi lega-
mi è favorita essenzialmente da
due fattori. Da un lato, sia du-
rante il periodo di addestramen-
to, sia in situazioni operative, i militari
vivono insieme giorno e notte, condi-
videndo quindi, oltre al lavoro, i pasti,
Figura 9 - Superare insieme ad altri militari prove fisiche impegnative
il riposo diurno e notturno, il tempo
libero, ecc. Dall'altro, queste persone aumenta la conoscenza reciproca e la coesione dei membri di un'unità.
affrontano insieme situazioni pericolose e altamente LO SPIRITO DI CORPO
attivanti: gli psicologi sanno che se due persone vi-
C
vono insieme un'esperienza particolarmente forte e on l'espressione "spirito di corpo" s'intende
coinvolgente, sia in senso positivo che negativo, fra il sentimento di fierezza di appartenere ad
di loro si forma in modo repentino un legame pro- un'unità dotata di una storia gloriosa e con
fondo. Pensiamo, ad esempio, alla facilità con cui gli tradizioni onorevoli, di cui si è i diretti eredi.
studenti entrano in relazione fra di loro prima di Alpini, bersaglieri, granatieri, ecc, percepiscono la
sostenere un esame, o alla velocità con cui, nei mo- gloria e l'onore del corpo a cui appartengono e per
menti di spavento, ci rapportiamo ad altri col contat- questo sono motivati a perpetuarla. Quel che avvie-
to visivo e verbalmente. Quando è operativo, il mi- ne negli studenti di Oxford o di Cambridge, che si
litare vive in una condizione di rischio notevole, a sentono investiti di un onore particolare nel frequen-
volte anche con la responsabilità della vita di altri. tare quelle antiche e gloriose università, avviene anche
Muovendosi in situazioni così stressanti, finisce in nei militari: più il corpo è d'elite, più l'orgoglio di
pochissimo tempo con lo stabilire legami fortissimi appartenervi sale (si pensi alla Folgore, in Italia, o ai
di lealtà, fiducia e collaborazione con i commilitoni. Marines e ai Rangers, negli Stati Uniti).
Tale effetto è talmente forte che, nell'arco di pochi Lo spirito di corpo è favorito da tratti distintivi,
giorni, possono svilupparsi legami così saldi da supe- come indossare una particolare divisa e determinate
rare quelli che, nell'ambito civile, normalmente s'in- mostrine, disporre di una certa insegna, avere un
staurano fra colleghi che lavorano insieme da anni. motto, un gergo o un canto particolari, è alimentato
Affrontare certe prove fisiche con i compagni (Figu- dalla conoscenza della storia e delle imprese dell'uni-
ra 9), ad esempio, non serve soltanto ad apprendere tà d'appartenenza ed è anch'esso, come la coesione,
tecniche utili alle operazioni future e ad acquisire direttamente proporzionale alla durezza dell'adde-
sicurezza, fiducia e autostima, ma anche a familiariz- stramento. Molte ricerche hanno infatti confermato
zare con le reazioni mentali e fisiologiche allo stress, che quanto maggiori sono le difficoltà, sia psicologi-
proprie e dei compagni, in definitiva ad incrementa- che che fisiche, che il militare deve superare per
re la conoscenza reciproca e la coesione del gruppo. entrare in un determinato corpo, tanto maggiore è la
Morale, coesione, spirito di corpo — 49
sua autostima e la fierezza di appartenere ad un grup- Per noi le sue spedizioni di caccia erano una que-
po distinto, privilegiato, esclusivo. L'aspirazione a far stione delicata. Non volevamo perdere il nostro
parte di un gruppo del genere gioca un ruolo deci- comandante e perciò, di nascosto, avevamo piazzato
sivo nel motivare un giovane ad arruolarsi e a supe- due mitragliatrici per proteggerlo nel caso che un
rare i periodi d'addestramento, caratterizzati da fatica colpo di vento improvviso disperdesse la nebbia. Una
e difficoltà non indifferenti. mattina avvenne ciò che temevamo: si alzò il vento.
La nebbia scomparve in pochi secondi, proprio nel
momento in cui il maggiore si trovava davanti al
SE IN QUEI POCHI MINUTI... reticolato francese, a pochi metri dalla trincea nemi-
ca. La cosa più ovvia sarebbe stata che egli si fosse
S
e è vero che l'apparato di colori, simboli, ab- gettato a terra, su quel suolo un po' ondulato e co-
bigliamenti, motti, canti, grida, gesti, posture, perto di erba alta, e avesse cercato di tornare indietro
attrezzature e quant'altro accompagna la figu- fino a noi, ma con nostra sorpresa il maggiore non lo
ra del militare fa sostanzialmente parte di una fece. E noi dimenticammo di sparare.
ritualizzazione della forza finalizzata alla prevenzione I francesi dovevano essere ben più sbalorditi di
e alla deterrenza, è però altrettanto vero che, prima noi. Con cautela spiarono oltre il parapetto; nessuno
o poi, si presenta la necessità dell'intervento effetti- sparò. Forse uno alzò il fucile, ma il maggiore lo
vo. Intervento che, per i militari del nostro Paese, minacciò col bastone da caccia, come avrebbe fatto
attiene soprattutto a questioni di sicurezza ed ordine Federico il Grande. E d'un tratto dieci o dodici sol-
pubblico, o a missioni all'estero tese alla promozione dati francesi uscirono dal riparo, ridendo e gridando:
e al mantenimento della pace, ma che per molti altri "Bonne chasse, ColonellBonnechasse!". Il maggio-
militari, in molte altre parti del mondo, continua ad re li salutò amichevolmente con la mano e poi, con
essere sinonimo, oggi come millenni addietro, di una lepre in spalla, tornò lentamente verso la nostra
guerra vera e propria, con il devastante carico emo- trincea. Se in quei pochi minuti in cui egli aveva
tivo dell'antico: «Uccidi se non vuoi essere ucciso». costituito un ottimo bersaglio fosse stato colpito da
Nei progressi tecnologici degli armamenti si è sem- una pallottola mortale, tanto i francesi quanto i tede-
pre visto un vantaggio in più rispetto all'immediato schi l'avrebbero considerato un assassinio. Dopo altri
aumento del potenziale bellico: quello del progres- cinque minuti, uccidere un nemico già non era più
sivo allontanamento fisico dei fronti, con la conse- un assassinio. Quale segreto si annida in questa con-
guente riduzione, o eliminazione, del coinvolgimento traddizione?».
emotivo del militare derivante dal contatto faccia a
faccia con il nemico. L'uso di pietre da scagliare e poi Riferimenti bibliografici
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contesti i contatti fra le parti avverse possano tornare ra, Torino, Boringhieri, 1999).
a ripresentarsi. Affidiamo la descrizione di uno di EIDL-EIBESFELDT I. (1995), Die Biologìe des menschlichen Verhal-
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«Nella valle dell'Aisne le mattine d'autunno erano liam Morrò w.
sovente nebbiose. Poiché molti tiravano di fucile, M O H R A. (1971), Hàufigkeit und Lokalisation von Frakturen und
ma nessuno era cacciatore, si era sviluppata una ricca Verletzungen am Skelett vor- undfruhgeschichtlicherMenschengrup-
fauna di piccoli animali selvatici. Il nostro maggiore pen, «Ethnographisch-Archàologische Zeitschrift», 12.
era ghiotto di pernici. Si era fatto portare il suo equi- ROPER M. K. (1969), A sutvey ofevidencefor intrahuman killing in
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a caccia fra i reticolati. Invece del berretto da ufficiale guerra e i Metodi militari, Vicenza, Neri Pozza.
egli portava, con grande spasso dei suoi soldati, un TOLSTOJ L. (1904), Guerra epace (trad. it.), Torino, Einaudi, 1974.
cappellaccio e in mano aveva un bastone; alla spalla
teneva appesi il fucile e il carniere. Non c'è dubbio Marco Costa è Ricercatore presso il Dipartimento di Psico-
logia dell'Università di Bologna e Docente di Psicologia gene-
che, abbigliato in quel modo, avesse l'aria di un cac- rale presso l'Accademia Militare di Modena. Può essere contat-
ciatore. tato all'indirizzo: costa@psibo.unibo.it