Nellabside meridionale non vi era alcun arredo (ma non sono esclusi arredi
mobili), nella nord era posto un banco semicircolare del clero e una mensa di 80 x
60 cm circa, dotata di contenitore di reliquie che la connoterebbe come altare. In
asse, quasi al centro della navata nord, era la vasca battesimale. stato
supposto che labside sud ospitasse una mensa mobile per gli olii della cresima
(ipotesi di un consignatorium) oppure un reliquiario 80. Probabilmente non si
trattava soltanto di un battistero, ma di unaula di culto con battistero, e non pu
essere escluso un altare mobile nellabside sud. Le due navate configurerebbero
allora la somma di unaula di culto e di un battistero con altare. Forse era proprio
questultimo altare, pur dotato di reliquie (che precocemente si insinuano nei
battisteri), a servire anche come mensa per gli olii cresimali.
It can be said that the churches with two apses have for a long time
favored the single nave, while the churches with two aisles not
necessarily and not always have been equipped with two apses. it is a
fact that the two types appear crossed in a very early example: the socalled "Baptistery"of Alahan Monastery / sanctuary of imperial
patronage (Zeno) in Isauria (Asia Minor). Here, between the fifth and
sixth centuries manifests itself in the first phase the typology with two
aisles and two apses intradossate identical 79 (Fig. 23). The building
was internally little longer than ten feet wide and 8, and was equipped
with annexes to the south. In the southern apse there was no liturgical
furnishings (but are not excluded furnishings movable), in the north was
placed a semicircular bench of the clergy and a table of 80 x 60 cm, with
a container of relics which it connotes as an altar. In axis, almost in the
center of the north aisle, was the baptismal font. it was supposed that
the southern apse harbored a movable table oils of Confirmation
(hypothesis of a consignatorium) or a reliquary 80. Probably it was not
only a baptistery, but a room of worship with a baptistery, and can not
be excluded a movable altar in the apse south. The two aisles
configurerebbero then the sum of a room of worship and a baptistery
with altar. Perhaps it was this altar, even equipped with relics (which
early enter into baptisteries), to also serve as as a table for oils
chrismal.
A giudicare dai dati noti il tipo a due navate non avr un seguito immediato e
lOccidente lo riesumer dopo il Mille. Senza partire dai precedenti antichi dei
templi/santuari doppi, occorre almeno sottolineare che subito dopo la pace della
Chiesa (IV secolo) il modello doppio si afferma in contesto episcopale con la
cosiddetta cattedrale doppia (Aquileia, Treviri, Milano, Gerusalemme)81. Fra la
cattedrale doppia e la chiesa a due absidi si intercala in ordine di tempo la
basilica doppia, cio la tipologia che affianca due chiese, che tuttavia non sono
episcopali. Gi a partire dallanno 400 circa infatti appaiono santuari doppi
martiriali o memoriali (Concordia, Nola, Primuliacum) e in seguito chiese rurali
costituite di due chiese, talvolta battesimali (Italia, Norico, Istria, Dalmazia) 82. In
quelle dalmato-bosniache le due chiese sono spesso parallele e contigue, dunque
hanno una parete in comune 83 la cui ideale eliminazione o foratura con arcate
costituirebbe rispettivamente una chiesa ad aula unica con due absidi oppure a
Fig. 23. Alahan (Isauria, Asia Minore, Turchia): aula di culto con battistero (V secolo) (da
GOUGH 1985).
agli inni del mattino che a quelli della sera; avere come ospite a tavola il
sacerdote; insieme a lui gioire della sua benedizione; vedere anche altri che
vengono 132. E ancora in et carolingia Teodulfo dOrlans raccomandava ai
laici di pregare in chiesa due volte al giorno (mattino e sera), con allusione agli
offici di mattino e vespro 133. Naturalmente non siamo nella condizione di
affermare che luso liturgico sia stato univoco gi in origine, e tanto meno
invariato per secoli. Necessario dunque rapportarsi ai singoli contesti, e non
escludere diversit e pluralit di funzioni, come alcuni studiosi hanno
giustamente sottolineato 134.
89 Questo paragrafo rielabora il II paragrafo di PIVA 2001.
90 MILOJCIC 1965-1966; Vorromanische Kirchenbauten 1966, pp. 315-317 (con
bibl.); MILOJCIC 1975; DANNHEIMER, DOPSCH 1988, pp. 462-463; Vorromanische
Kirchenbauten 1991, pp. 392-393 (con bibl.); MARzOLFF 1996, p. 109.
91 MANICARDI 2001a; MANICARDI 2001b; PIVA 2001.91 MANICARDI 2001a;
MANICARDI 2001b; PIVA 2001.
92MONNERET DE VILLARD 1914; MIRABELLA ROBERTI 1960, 1961; CAPORUSSO
1998a e 1998b.
93 BORELLA 1964; DE BERNARDI 1968, pp. 196-205; DONATI 1978b; 1980, p. 76.
94 DONATI 1978a; DONATI 1980, pp. 65-66.
95 A Mendrisio vi erano i resti di un elemento circolare nellabside sud.
96 DUVAL 1995, pp. 81-84.
97 CAPORUSSO 1998a, p. 236.
98 Cfr. BORELLA 1964; DONATI 1978 e 1980; FOLETTI 1997.
99 SENNHAUSER 1996 (con bibl.).
100 Cfr. zETTLER 1988 (con bibl.); JACOBSEN 1992.
101 Una relazione simbolica si potrebbe riconoscere sulla base della figura di
pesce nel mosaico pavimentale di prima fase superstite nellambito dellabside
sud. In realt conosciamo solo tale figura, che per di pi della fase precedente.
102 MIRABELLA ROBERTI 1960, 1961 (anche in MIRABELLA ROBERTI 1979-1980,
pp. 749-761, part. 759).
103 Sanctus Faustinus citato nel documento come semplice coerenza (CDL, n.
883, col. 1564). Sono grato a Rita Pezzola per la segnalazione.
104 MONNERET DE VILLARD 1914, pp. 106-112.
105 MONNERET DE VILLARD 1914, p. 191.
106 DEMEGLIO 2001 ritiene che le due absidi siano pertinenti al primitivo
impianto e siano state inglobate dal muro esterno nel XIII secolo.
107 PIUzzI 1985, 1989.
108 I dubbi che esprimeva la Magni sulla datazione carolingia delle arcature
absidali di Lu (spostandone la datazione a inizi XI) mi sembrano ancora validi:
MAGNI 1969, pp. 83-84 (contra: DEMEGLIO 2004a, p. 29). Una datazione ritardata
fin verso lanno Mille contrasterebbe tuttavia
con la presenza della chiesa in un elenco delle pievi vercellesi del codice Vat. Lat.
4322 (f. 34v), che sarebbe databile alla met del X secolo, ma vien da chiedersi
se questo non sia di poco pi recente, in modo tale da consentire di spingere la
cronologia della chiesa almeno alla seconda met/fine del X secolo. Non esiste
infatti una fase delledificio di culto pi antica di quella cui pertengono parte del
perimetrale sud e le due absidi, la cui muratura e le cui arcature sarebbero pi
consone allet ottoniana. Il codice Vaticano definito dalla CANTINO wATAGHIN
(in DEMEGLIO 2004b, p. 7) della met circa del X secolo.
109 DEMEGLIO 2001. Cfr. ora DEMEGLIO 2004a.
110 DEMEGLIO 2001, p. 601.
111 Due altari esistevano ancora nel 1568, ricordati in una visita pastorale
(DEMEGLIO 2004a, p. 40).
112 Si osservi che in et romanica (fine XI o XII secolo), quando la chiesa
allungata a ovest e ristrutturata a due navate, una nuova recinzione presbiteriale
potrebbe essersi ancora addossata al vecchio fonte, ma questa volta pi a est.
Permane tuttavia un dubbio che il fonte fosse ancora in uso (DEMEGLIO 2004a, p.
33).
113 MARUSIC 1977-78; DUGARO 1994-95, pp. 174-181; MATEJCIC 1994, 1997.
San Platone di Cherso e San Pietro Vecchio di zara a due navate sono state
datate VIII/IX secolo (cfr. GAROFANO 2002, pp. 162-163), ma la cronologia
ancora insicura.
114 FRONDONI 1986, 1995; LUSUARDI SIENA 1982; VECCHI 1986a e 1986b;
MANARA 1986. Sulla chiesa del Tino si vedano per le riserve avanzate da DAD
2012, p. 119.
115 FRONDONI 1998, scheda 12. Un altare con reliquiario era nellabside sud.
116 GABBRIELLI 1990, pp. 46-51.
117 MAGNI 1960.
118 BREDA 1991, 1995; San Martino in Prada 1992.
119 SULSER 1961, 1962; Vorromanische Kirchenbauten 1990, p. 209.
120 Lelenco potrebbe continuare, ma basterebbe sfogliare le tesi catalografiche
di DUGARO 1994-95 e GAROFANO 1999-2000 per rendersi conto di quante
incertezze gravino sulle cronologie. Lo stesso pu dirsi per alcune chiese scavate
nel Vicentino, ove leredit delle due absidi affiancate prosegu nel basso
medioevo (cfr. FERRERO 2001).
121 DIMITROKALLIS 1976.
122 DUGARO 1994-1995.
123 THIERRy 1984.
124 Si veda il paragrafo successivo.
125 GOUGH 1985 (Alahan, V-VI secolo); DEMEGLIO 2001, 2004a (Mediliano, IX
secolo o pi recente); SULSER 1961; Vorromanische Kirchenbauten 1990, pp.
204-205 (Mendrisio), p. 209 (Mesocco, X-XI secolo).
126 DEMEGLIO 2001 e 2004a; GAROFANO 1999-2000.
127 Cfr. ad esempio PICARD 1988, p. 229.
128 PIVA 2001. Contra: BROGIOLO 2005, pp. 77-78, che considera in generale pi
probabile la presenza di un reliquiario. La mia ipotesi era comunque formulata in
particolare per Quingentole, e sulla base di evidenze specifiche. In linea generale
improbabile che piccole chiese rurali possedessero reliquie, le quali sarebbero
state conservate in fosse, loculi o capselle che richiederebbero comunque la
presenza di un altare mobile.
129 CAPRARA 1979; MORACCHINI-MAzEL 1984.
130 RAHN 1894, pp. 85-86; GILARDONI 1967, pp. 294-300; DE BERNARDI 1968,
pp. 48-53; DIMITROKALLIS 1976, p. 353.
131 PIVA 1990, 1996, 2012.
132 TAFT 1988, p. 248.
133 PICARD 1988, p. 234.
134 DUFOUR BOzzO 1986, p. 335; DEMEGLIO 2001, p. 602.
Fig. 24 (sinistra). Solnhofen (Mittelfranken, Germania): rilievo dello scavo della chiesa (VII
secolo?) (da MILOjCIC 1965-66).
Fig. 25 (destra). Quingentole (Mantova), San Lorenzo: rilievo dello scavo della chiesa (VII? secolo)
e dellarea funeraria a est
(da MANICARDI 2001).
Fig. 29. Reichenau, chiesa della Mittelzell: fase dell830 con santuario a due
absidi (da Reisser) (da jACOBSEN 1992, p. 151).
Fig. 30. Lu Monferrato, pieve di San Giovanni in Mediliano: planimetria dello scavo
(da DEMEGLIO 2001, p. 590).
Figg. 31-32. A sinistra (31), Chironico, Santi Ambrogio e Maurizio (Canton Ticino):
planimetria della chiesa romanica (da GILARDONI 1967). A destra (32), Lenta
(Vercelli), Santo Stefano: le due fasi tardoantiche della chiesa con aula
battesimale (da PANT 2003). Le due aule sono ricostruite sotto forma di due
navate in et romanica.
Fig. 33. Quarona (Vercelli), Santi Maria e Giovanni: planimetria (da SITzIA. SITzIA
1991).
Fig. 34. Ros (Vicenza), San Pietro: planimetria dello scavo (da TUzzATO 2004, p.
154).
CHIESE ROMANICHE A DUE NAVATE
Chi si prestasse a ripercorrere la prima storiografia sulle chiese a due absidi/due
navate che aveva gi presente la notevole diffusione geografica di questi tipi
strutturali si renderebbe conto di alcuni dati di fatto: la grande approssimazione
delle proposte di datazione (in mancanza di analisi delle murature e scavi
stratigrafici); lassunzione del problema interpretativo come problema generale e
non particolare/contestuale (da condurre di caso in caso); le soluzioni offerte in
astratto e ruotanti attorno a una teoria tecnicista (semplificazione costruttiva o
simili), a una funzionale o liturgico/funzionale (due absidi per due culti o due riti),
e in minor grado a una simbolistica. La spiegazione materialistica inaugurata
dal Choisy (1883), per il quale le due navate permettevano attraverso la spina
centrale di sostegni di reggere pi facilmente il tetto, e da Giuseppe Gerola
(1905-1932), che a proposito dei monumenti di Creta ritenne che la seconda
navata fosse una delle modalit per ampliare una chiesa (pur osservando che
non sempre si trattava di aggiunta di seconda fase).