Introduzione
Corinto una citta della Grecia meridionale, a ovest di Atene. Allepoca in cui visse Paolo, la
citt si trovava in un punto strategico delle rotte commerciali. Essa divenne un imponente
centro del commercio internazionale e un importante crocevia di scambi. La religiosit carnale
dei suoi abitanti ne fece presto il centro delle pi vili forme di immoralit, tanto che il nome
stesso di Corinto divenne sinonimo di impurit.
Lapostolo Paolo visito per la prima volta Corinto nel suo secondo viaggio missionario (At.18).
In un primo tempo, egli si era impegnato per raggiungere i Giudei e aveva lavorato tra loro
come fabbricante di tende, insieme a Priscilla e ad Aquila. Tuttavia, poich i Giudei avevano
rifiutato il suo messaggio, Paolo si rivolse ai pagani del luogo. Nonostante le condizioni
difficili, dal punto di vista spirituale, la predicazione del vangelo sfoci nella salvezza di anime
e nelledificazione di una chiesa, anche perch lapostolo aveva ricevuto una visione ed era
stato incoraggiato a non desistere (At.18:9-10). Circa tre anni pi tardi, durante il ministero di
predicazione a Efeso, Paolo ricevette una lettera da Corinto: vi si riferivano le gravi difficolt
instauratesi tra i membri dellassemblea locale e si sollevavano vari interrogativi relativi a
questioni inerenti alla vita cristiana. Fu proprio per risposta a questa lettera che lapostolo
scrisse 1 Corinzi. Come raddrizzare una chiesa carnale e mondana che prende sottogamba
quegli atteggiamenti, errori e abitudini che tanto impensieriscono lapostolo Paolo? La lettera
si ripropone fondamentalmente di rispondere a tale interrogativo. Uno studioso Moffatt
sintetizza: La chiesa era nel mondo, come doveva essere, ma il mondo era altres nella chiesa, dove non
doveva essere.
Poich una simile realt e comune a molte comunit odierne, limportanza di 1 Corinzi rimane
immutata. Questa lettera in modo particolare sembra stilata da Paolo in base ad alcune
domande provenienti dalla Comunit e alle quali lapostolo cerca di rispondere.
Ma questa anche la lettera del capitolo 13, il vero e glorioso significato dellamore, un testo
non solo significativo dal punto di vista poetico, ma che spiega semplicemente e
meravigliosamente cosa significhi amare secondo Cristo e in Cristo.
Sarebbe un errore pensare che ci che Paolo scrive nelle sue lettere sia di minore importanza
dei Vangeli o che talune affermazioni siano solo per le realt del luogo, per questo i dubbi sono
fugati dalle sue stesse affermazioni:
1Cor 4:17 Appunto per questo vi ho mandato Timoteo, che mio caro e fedele figlio nel Signore; egli vi
ricorder come io mi comporto in Cristo Ges, e come insegno dappertutto, in ogni chiesa.
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1Cor 11:16 Se poi a qualcuno piace essere litigioso, noi non abbiamo tale abitudine; e neppure le chiese di
Dio.
2Tim 3:16-17 Ogni Scrittura ispirata da Dio e utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare
alla giustizia, perch l'uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona.
Mt 5:19 Chi dunque avr violato uno di questi minimi comandamenti e avr cos insegnato agli uomini,
sar chiamato minimo nel regno dei cieli; ma chi li avr messi in pratica e insegnati sar chiamato grande
nel regno dei cieli.
Lc 16:10 Chi fedele nelle cose minime, fedele anche nelle grandi; e chi ingiusto nelle cose minime,
ingiusto anche nelle grandi.
I PROBLEMI DELLA CHIESA.
1. DIVISIONI (1Cor.1:10)
Egli inizia con unaffettuosa esortazione allunit. Invece di pronunciare una sentenza
avvalendosi della propria autorit apostolica, Paolo supplica con la tenerezza di un fratello,
incoraggiando (tutti), nel nome di Ges, ad avere:
un medesimo parlare; i discorsi sono le prime prove del tipo di esperienza che abbiamo
fatto in Cristo (2Co.6:7; Cl.4:6; 1Tm.4:12; Gc.3:1-2).
una perfetta unione, dove uno sia un aiuto per laltro e tutti siano ordinati ed organizzati
in armonia, per il bene dellopera di Dio (Gv.17:21-22; 1Co.12:12). Ma unione in cosa?
Produce buoni frutti, per la gloria di Dio e per il nostro bene (Pr.14:8; Gc.3:13,17).
Dopo questo breve preambolo, spieghiamo cosa vuole indicare lapostolo Paolo, parlando
della sapienza cristiana ai corinzi.
Levangelizzazione ha come oggetto la pazzia della croce quindi non belle parole, ma
dimostrazione di spirito e potenza (1Co.1:17-18; 2:1-5). La vera sapienza si ottiene per
mezzo della guida dello Spirito di Dio, dimorante in noi (1Co.2:10-16).
La saggezza della parola insegnata secondo Cristo avr una meravigliosa ricompensa,
perch Dio non dimentica e non ingiusto (Da.12:3).
FUGGIRE LA DISSOLUTEZZA
Paolo cita una serie di persone che non potranno entrare nel Regno di Dio (vv.9-11). Grazie
a Dio tra i corinzi Cristo aveva fatto una bella opera in coloro che nel passato erano stati
peccatori come quelli citati nei versi precedenti.
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Avari, coloro che sono attaccati a ci che posseggono e sono avidi di guadagni.
Oltraggiatori, maldicenti che con i loro discorsi danneggiano la reputazione degli altri.
Paolo invita a evitare ogni peccato del corpo, perch i cristiani appartengono, anima, copro
e spirito a Dio, ma a non farsi condizionare da tutte quelle cose che sono lecite per la legge,
ma non utili per la crescita spirituale (vv.6, 19-20).
Ges perci sta affermando che chi, per la durezza del proprio cuore, o per motivo di
tradimento fisico, dovesse lasciare il coniuge, comunque non pu e non deve risposarsi, perch
diverrebbe adultero, quindi commetterebbe un peccato degno dellinferno, ed esporrebbe altri a
occasione peccaminosa.
5.2 CONVIENE SPOSARSI? (Mt.19:10-12)
LAPOSTOLO RIPRENDE QUESTO CONCETTO, AFFERMANDO CHE UNA
MOGLIE O UN MARITO, POSSONO DISTRARRE I CONIUGI DAL SERVIRE IL
SIGNORE CON TUTTO SE STESSI (1Cor.7:32-35).
La chiesa Cattolica Romana ha interpretato queste parole di Ges come un insegnamento sul
celibato dei sacerdoti. Ma come al solito ha creato una forzatura, creando i presupposti a
manifestazioni carnali (pedofilia dei preti, omosessualit, ecc.).
5.3 CASO NEL QUALE UNO DEI DUE CONIUGI DIVENTA CREDENTE.
Continuando nello studio di 1Cor.7 i vv.10-16, Paolo introduce quello che sembra essere solo
un suo consiglio. Ma crediamo che se tutta la Bibbia ispirata, anche questo consiglio di Paolo
di natura spirituale.
Cosa succede se durante un matrimonio uno dei due coniugi si converte a Cristo? Paolo
insegna a non cercare, da parte del credente la separazione, ma se possibile a continuare la
vita insieme, perch pi facile che laltro coniuge viva sotto una sorta di ala della grazia e di
santit a motivo del credente. Inoltre nel perseguire la pace, nonostante la diversit di fede, si
santifica anche la vita dei figli. Paolo vuole dire che, come dimostra la realt sociale oggi,
molto spesso il coniuge separato non trova pace e quasi un vero nuovo legame, anzi molte
volte rimpiange o sente la mancanza dellex sposo o sposa, anche se per orgoglio non lo
ammetter mai. Inoltre le statistiche affermano che i figli di divorziati, danno vita a matrimoni
destinati al quasi certo fallimento, come se una sorta di dna sociale li influenzasse.
Invece, cercando di trovare pace, evitando decisioni affrettate e nette, qualche volta lamore di
Dio che opera nel credente, sar premiato con la riconciliazione.
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Circa i doni spirituali, fratelli, non voglio che siate nell'ignoranza (1Co.12:1).
Lignoranza espone spesso a gravi pericoli, specie se ci inoltriamo nel campo spirituale
(Pr.19:2; Os.4:6; Lc.23:34; 1Co2:12-13; 1Tm.1:7; 1Co.14:38). La traduzione originale non
parla semplicemente di doni ma di cose dello spirito. Ignorare i doni significa rifiutare di
ascoltare lo Spirito, rigettare qualcosa di prezioso che Dio desidera donare. Lapostolo Paolo
invita, anzi comanda ai credenti di ricercare i doni, attraverso lamore (1Co.12:31; 14:1, 37). E
interessante studiarne la frase originale in greco: correte dietro allamore, cercate poi con ardore
le cose spirituali.
Perch i carismi dello Spirito? Per dimostrare lamore di Dio e la Sua potenza in mezzo
allumanit cieca, peccatrice e idolatra (Lc.10:9-11; Mc.16:15-20). I doni sono detti carismi,
tutti carisma, non sono posseduti dal credente ma si ricevono (1Co.4:7). Chi elargisce i doni?
Lo stesso Spirito, lo stesso Signore, lo stesso Dio. Tre persone, un Dio solo, la parola trinit
non compare ma evidente.
Come si distingue un dono spirituale vero da uno falso?
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Secondo, quale il motivo per il quale i doni sono distribuiti? Per il bene e per lutilit
(greco sumferon), per edificare la chiesa, o per esortare o per consolare (1Co.14:12).
Nella Bibbia Diodati leggiamo: 12:7 Ora a ciascuno data la manifestazione dello Spirito per
ci che utile e spediente. A tutti (credenti ripieni di Spirito Santo) sono rivolti i doni dello
Spirito (1Co.14:31).
La parola Spediente, significa per sciogliere, togliere gli ostacoli, liberare, perci si riferisce a
ci che opportuno a scopo di giovamento. Lo scopo sempre motivato dallamore, per Dio e
per il prossimo (1Co.13:1-3; 1Pi.4:10; Mt.24:45-47). Non un caso che il capitolo 13 si trovi in
mezzo al 12 e al 14 che parlano dei doni spirituali; il centro della spiritualit biblica lamore.
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1Co.12:10 Profezia.
E il maggiore tra i doni di lingue, perch un messaggio soprannaturale, comprensibile dalluditorio,
quindi interessa anche lintelligenza e comporta la necessit di una maggiore fede (1Co.14:5). Molto
spesso essa serve a chiamare uomini per compiti specifici (At.13:2). Ha il compito di incoraggiare,
edificare e consolare (1Co.14:3, 24-25). La profezia attesta e conferma il pieno controllo di Dio in ogni
situazione, anche la pi critica; essa pu avere anche senso di predizione del futuro, ma non
necessariamente (At.11:28). Anche in questo dono bene limitarsi a due o tre persone al massimo
(1Co.14:29-33).
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Se spendessi me stesso e tutto ci che ho per gli altri, non gioverebbe a niente.
vv.4-7
Lamore
a. Paziente, ovvero lento allira, che sa sopportare, non si perde danimo, nei problemi, nelle prove e
nelle persecuzioni (Eb.6:13-15; Gc.5:7-8). Significa prendere molto tempo prima di arrabbiarsi.
b. Benevolo, letteralmente delicato, gentile (Pr.15:1). In questo contesto la parola usata significa
letteralmente: mostrare se stessi gentili, buoni, benigni nonostante ci si confronti con lingratitudine.
c. Non invidioso, cio bruciare di zelo per qualcosa che vorremmo avere (Gc.3:14-16).
d. Non vanitoso; il tipico comportamento di quello che continua a dire Io ho fatto.... Io ho... Io
sono...ecc. La parola Io usata frequentemente da tale persona. Comunque, quando noi veramente
amiamo non ci vantiamo, perch riconosciamo che tutto il bene viene da Dio (1Co.4:7; 1:31).
e. Non gonfio, quindi orgoglioso. Lorgoglio la radice di ogni male, stato il peccato di Satana, deve
essere estirpato dalla chiesa, attraverso il vero amore e lumilt (1Co.4:6; 8:1; Ez.28:2).
f. Non indecente, comportarsi in modo sconveniente significa: vivere immoralmente o in modo
improprio, e quando tale comportamento osservato ha solamente una fonte: il vecchio uomo.
g. Disinteressato, non cerca il proprio tornaconto (Rm.15:1-3; 1Co.10:23-24).
h. Dolce, non si inasprisce, cio cerca di non arrivare allesasperazione (1Co.6:7-9; Pr.17:14; Cl.3:19).
i. Non sospettoso del male. Una traduzione pi accurata data dalla versione Inglese legge: L'amore
non tiene annotazioni di torto cio l'amore dimentica in fretta e permanentemente il torto che gli
hanno potuto fare. Quando camminiamo con l'amore della nuova natura, allora non riteniamo
annotazioni del torto che ci hanno potuto fare ma li dimentichiamo (1Co.14:20; Gc.1:21; 1Pi.4:8).
l. Non desideroso di ingiustizia, ma desidera gioire con la verit. L'amore gioisce con la verit, la
Parola di Dio, e non con ci che contro di essa, che ingiustizia (Ger.15:16; Sal.119:35). La natura
umana, perversa, gode nel vedere il male, ma il cristiano sa provare gioia nella verit e giustizia
(Pr.11:23).
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Lamoreogni cosa:
a. Soffre, il verbo greco significa: coprire per proteggere o mantenere coprendo per preservare; coprire
con il silenzio, di tenere segreto, da nascondere, celare gli errori e delle colpe di altri. Proteggere da
qualcosa che minaccia, sopportare contro, resistere, soffrire, difendere (Pr.10:12; 17:9; 1Pi.4:8). Non c
amore in chi si diletta nel pettegolezzo senza avere la minima compassione (Pr.11:13; 20:19).
b. Crede, inteso come colui che ha fede, non dubita, non ha spirito critico ma si fida di Dio, della Sua
Parola e non ha dubbi derivanti dalla malafede (Mc.11:23; Gc.1:6; 1Gv.5:5,10). Il credere viene dalla
parola di Dio che genera fede anche nelle cose che non vediamo (Gv.20:29). Credere significa anche
essere persuasi dallamore di Dio (Rm.8:38-39; Eb.11:19).
c. Spera, cio una attesa gioiosa e fiduciosa. Chi ama Dio da Lui amato e sa che tutto ci che il Padre
fa e pensa per il bene, quindi chi ripieno dellamore cristiano spera anche nelle situazioni impossibili
(Pr.14:32; Eb.6:19-20; La.3:21-26). Quindi possiamo andare a Dio pieni di fiducia, perch Cristo ci ha
aperto la porta alla Sua presenza (Ef.3:11-12; Eb.4:16; 13:6).
d. Sopporta, soffre pazientemente confidando in Cristo. Lamore dura nel tempo, non fugge non si tira
indietro (Mt.10:22). Significa un atteggiamento di attesa con l'aspettativa che qualcosa sta per accadere;
questa attesa attiva. Chi sa sopportare si basa sulla fedelt di Dio. Forse ci sentiamo abbandonati, soli
o fraintesi, la sopportazione: aspetta. Il Padre promette cura e conforto. Spesso ci affidiamo alle
emozioni per sfuggire, ma quando lemozione svanisce, siamo al punto di partenza. Non c'
perseveranza senza dolore. Dolore, prove e tribolazioni sono le parti di un lavoro di speranza ed i
sintomi di perseveranza (Sl.69:9; 2Tm.2:10; Gc.1:12; Ap.2:10).
Sofferenza...fedesperanzasopportazione in ogni cosa. Il vero amore sa soffrire, ma attraverso la
fede in Cristo, conserva la speranza e quindi reso capace di sopportare, in vista della redenzione
(Sal.69:7; 2Tm.2:20; Eb.12:2).
v. 8-10
Tutto potr venire meno un giorno, ma lamore tra le caratteristiche cristiane, insieme alla fede e alla
speranza, che non verr mai meno. Lamore non fallisce, non perde mai lefficacia, i doni cesseranno
quando la perfezione sar venuta, ma lamore sar una assicurazione per il futuro (Lc.7:47; 2Tm.4:8).
vv.11-13
I bambini in Cristo devono crescere guidati nellamore, dalla Parola di Dio, e nella fede che ci guidi in
una speranza senza fine, perch legata a Cristo, la speranza della gloria eterna (1Co.15:19; Col.1:27).
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una bella preghiera fatta a Dio, ma non coinvolge lassemblea (v.2, 9,11, 16,17).
10.2 Il profetare:
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richiede un desiderio ardente, e pi fede (v1), ma comunque un dono per tutti (v.31).
Rende il messaggio divino comprensibile agli uomini, portandolo ad effetto nel cuore
dellassemblea e rivelando lo stato dei non credenti (vv.2, 24-25).
Anche i profeti non devono essere troppi (v.29-30); sia per il primo dono che per il secondo vi sono
delle indicazioni precise affinch tutto sia fatto in maniera decorosa (vv.20, 32, 39-40).
10.3 Il parlare delle donne nelle assemblee (vv.34-38)
Improvvisamente lapostolo parla alle donne nelle assemblee, comandando di non parlare, e di
rivolgere le loro domande in un luogo opportuno ai propri mariti. Cosa sta affermando Paolo?
Pu la donna pregare o profetizzare? Certo che si; infatti lapostolo stesso che lo conferma (1Co.11:5).
Cosa si intende per parlare? Significa esercitare autorit per mezzo della parola. Non esiste la
predicazione femminile, non un ministero affidato ad esse. Ma potrebbe anche significare il fare
inchieste o domande su argomenti trattati nelle assemblee. Non quello il momento per interrogare,
secondo Paolo ogni donna che ha marito (quindi si parla di mogli) rivolga a lui le sue domande.
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Da ignobile a glorioso, il termine designa un uomo che non ha alcun diritto civile e politico, ma
significa anche privazione di stimoli affettivi (2Tm.3:1-5).
Da debole diverr potente, perch non pi limitato da carne e sangue (saremo come angeli,
afferm Cristo).
Da naturale a spirituale, non pi soggetto alla vecchia personalit, alla carnalit, pertanto sar
possibile vedere il Signore faccia a faccia (Gb.19:25-27).
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Lofferta non elemosina, ma un donare dopo essersi donati a Cristo (Lc.21:1-4; 2Co.8:5).
Quelli che fanno troppi calcoli prima di offrire, sono avari e non solo non onorano Dio ma
impoveriscono in tutti i sensi (Pr.11:24; 2Co.9:6); non vero che Dio non bada a queste cose,
anzi esattamente il contrario (Mal.3:7-10).
In ogni caso alla base del donare vi deve essere gioia e non costrizione, amore e non un dovere
soltanto (2Co.9:7). Questo principio vale per ogni tipo si servizio cristiano. La gioia, la
generosit e labbondanza producono un glorioso risultato (2Co.9:1-2; 10-14).
Il quanto offrire non dettato da regole o calcoli, ma dalla generosit e possibilit (1Co.16:2).
La generosit fa arricchire in ogni cosa, ma non dobbiamo offrire per questo, ma perch gi
siamo arricchiti di ogni cosa in Cristo (2Co.9:6; 10-11).
Lapostolo Paolo non pretese mai di essere aiutato, ma quando ricevette una sovvenzione e dei beni
materiali ne fu rallegrato (Fl.4:10-14). Bene possiamo chiudere questa breve trattazione dellargomento.
Esortazioni varie e conclusione (1Co.16:10-17).
Paolo esorta a rimanere saldi nella fede, anzi a fortificarsi e a non comportarsi da bambini spirituali, ma
ad attuare sempre il principio dellamore fraterno (vv.13-14). Quindi lapostolo elenca una serie di
collaboratori, suoi fidati compagni, che la chiesa avrebbe dovuto rispettare e onorare:
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Stefana, tanto prodiga per il Signore, insieme a Fortunato e d Acaico (vv.15-18); la chiesa ha
sempre bisogno di nuovi collaboratori, che devono essere istruiti, ma anche amati .