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BOLLETTINO
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ARTE
Direttore
FRANCESCO SISINNI
BUCCI MORI CHI - MICHELE CORDARO - ANNA MARIA DONADONI - ANDREA EMILIANI ANNA GALLINA ZEVI - PIER GIOVANNI Guzzo - ADRIANO LA REGINA - ELENA LATTANZI - CLELIA LAVIOSA ,ANTONIO PAOLUCCI - MARIA LUISA POLICHETTI - ILARIA TOESCA - LICIA VLAD BORRELLI - FRANCESCO ZURLI
Redazione tecnico-scientifica LUCIANO ARCANGELI - LUCILLA DE LACHENAL - ELISABETTA GUIDUCCI - LUISA MOROZZI
Segreteria di redazione MARINA COCCIA - ANTONIETTA FERMO - MARIA GUARINO - ELISABETTA DIANA VALENTE
Produzione ISABELLA VALLERINI
Redattore per la grafica CESARE ESPOSITO
Assistenti LOREDANA FRANCESCO NE - DONATO LUNETTI - ALBERTO QUADRINI
Pubbliche relazioni LUISA TURSI
Segreteria RENATA SARTI
Sede della Redazione:
72
- LAURA TARDITI
Via di San Michele, 22 - ROMA - Te!. 5818269, 5843-2420 - Telefax 58432 352
ANNO 1992
ANNO LXXVII
MARZO- APRILE
SERIE VI
NAXOS VI:
MARIA COSTANZA LENTINI:
Il
35
Recenti acquisti italiani del Dipartimento di sculture antiche del Museo di Belle Arti
63
La Basilica di San Giovanni dei Fiorentini in Roma: individuazione delle vicende progettuali
73
L'I Incoronazione della Vergine' in San Pietro a Leonessa. Quadro di Giulio Bianchi
II5
GUSTINA SCAGLIA:
di Budapest
JULlA VICIOSO:
LILIANA BARROERO:
pittore sabino
MARIA GRAZIA BERNARDINI:
129
JULIA VICIOSO
PRESENTAZIONE
Il saggio di Julia Vicioso parte di una ricerca, iniziata e svolta sotto la mia guida nell' ambito della Scuola di Specializzazione in Restauro dei Monumenti dell' Universit di Roma, attraverso la quale si percorre la vicenda del San Giovanni dei Fiorentini di Roma dall'inizio fino al XIX secolo. La sezione che qui si presenta affronta l'intricata vicenda della genesi, del tormentato inizio, delle lunghe pause, attraverso cui l'idea di costruire in Roma la chiesa della Nazione Fiorentina affiora, prende
corpo e si svolge nel XVI secolo: fino alle ultime battute costruttive del gran cantiere nel primo Seicento. Una vicenda entro
cui si coinvolgono alcuni dei pi importanti architetti del Cinquecento, da Bramante a Sansovino ad Antonio da Sangallo il Giovane,
a Michelangelo, a Giacomo Della Porta, al Maderno; passando per Giuliano da Sangallo, Peruzzi, Raffaello, Antonio da Sangallo il Vecchio, ed altri, con fasi progettuali molteplici e contrastanti; di cui quella del Concorso, stabilizzata dal relativo decreto
di erezione emanato da Leone X nel gennaio del 1519, fu la pi vistosa ed affollata. Uno sviluppo epocale, scandito in parallelo
con quello del San Pietro Vaticano, di cui molti progetti riprendono temi e problemi, sviluppandoli nella specifica realt topografica
e dimensionale, su cui molti storici dell' architettura si sono soffermati illustrandone aspetti o fasi.
Il lavoro della Vicioso entra nell' intricato problema adottando per i tanti progetti e disegni fin qui noti, una chiave di lettura
finora non adoperata su questo tema in modo cosi sistematico: quella della decodificazione del sistema di notazioni metriche e delle misure,
che caratterizzano per forza di cose elaborati il cui fine era una concreta realizzazione, relativi all'edificio ed all'intorno urbano. Chiave
di lettura, che, oltre a consentire un attraversamento significativo nel vastissimo campo in esame, consente, alla conclusione della traversata, di presentarne una situazione particolarmente interessante: per le notazioni e le osservazioni convergenti su quanto fin qui
consolidato del tema, per le aperture nuove e le ipotesi che si formulano anche trasformando molte cose che sembravano autorevolmente consolidate. Chiave di lettura, che, auspicata nel 1963 da Giuseppe Zander proprio a proposito di un disegno per San Giovanni dei Fiorentini - quello di Casa Sacchetti - m'era occorso in pi occasioni di adoperare: in particolare per riferire proprio al tema di San Giovanni dei Fiorentini, il disegno Peruzzi UA 505, fino ad allora riferito al San Pietro, o precedentemente per lo studio del ciclo di disegni preparatori del peruzziano Duomo di Carpi. Di questo approccio "metrico", specificatamente architettonico, i riferimenti alle dimensioni del lotto, la particolare posi tura del lotto nei confronti del Tevere, la presenza
sul lotto della preesistente chiesa di San Pantaleone, la Vicioso ha fatto la chiave di volta del suo rinnovato percorso di lettura.
In particolare il problema della profondit del sito e della presenza in esso della chiesa di San Pantaleone, hanno costituito elementi cardine per riesaminare il problema.
Cos la proposta scala tura tra disegni contenuti nella profondit originaria del lotto (tra 200 e 210 palmi) - profondit
dell'edificio prima del progetto del Sansovino - e quelli di 220 palmi (profondit del progetto vincitore del Sansovino che venne
messo in opera - entrando nel fiume - come dir il Vasari - e quindi allungando l'area originaria), consente la revisione di
parecchie ipotesi che sembravano fin qui consolidate o la proposta di nuove ipotesi. Quali per esempio quella - anticipata dalla
sagacia di Giovannoni - di attribuire a prove di Antonio il Giovane per il Concorso non tanto i progetti centrici, ma quelli
a basilica UA 862 e 863, da me definiti a suo tempo di caratura tipologica neo "paleocristiana".
Cos l'accantonamento dell'ipotesi, avanzata da Schwager nel 1975, di una piazza anteposta tra la facciata della chiesa e
via Giulia, desunta dalle misure tra 270 e 340 palmi presente in alcuni disegni di Antonio, oltre che nel disegno di anonimo
di Casa Sacchetti; accantonamento conseguente alla raggiunta definizione del lotto, fin qui non definito nella sua realt dimensionale, e che non raggiunge l'ipotizzata lunghezza. Donde l'interessante nuova ipotesi - avanzata a partire da una nota del disegno di Casa Sacchetti - che di 240 palmi - di un gruppo di progetti la cui parte anteriore emergerebbe dal filo di via
Giulia; con la conseguenza di un'ipotesi di traciato di via Giulia di diversa conclusione. Non pi tendente sul Ponte Trionfale,
ma che si relazionerebbe nella connessione viaria verso Castel Sant'Angelo: una apertura particolarmente problematica, tutta da
verificare, ma estremamente stimolante. Cos ancora il particolare ruolo di vincolo e di condizionamento, che la preesistente chiesa
di San Pantaleone ebbe durante tutto il ciclo progettuale: tale da influire decisamente con la realizzazione edilizia nel 1582 di
Giacomo Della Porta; per la quale ipotizzato, anche in conseguenza della rilettura dei documenti della costruzione, uno sviluppo
che in parte adegua le nuove cappelle dellaportiane al corpo della preesistente chiesa: contribuendo cos a spiegare la particolarit
della ricomparsa tipologica di chiesa a tre navate. Vecchia chiesa, rimasta in esercizio nel tempo dei tanti progetti, per la cui
decorazione si spende nel 1567 (colonna a chiaro-scuro, tribuna pitturata "azzurro e stelle") al tempo della rettora tenuta da
San Filippo Neri e dai suoi preti.
Non il caso di ulteriori osservazioni. Basteranno questi brevi cenni a dare il tono del lavoro della Vicioso, a segnalarne qualcuna delle tante particolarit e dell' interesse; alla cui definizione non ultimo aspetto la riproduzione e l'analisi delle decine
e decine di disegni che hanno cadenzato la secolare vicenda del San Giovanni dei Fiorentini di Roma.
SAN DRO BENEDETTI
73
1. -
1.1.
1.2.
Inizialmente le attenzioni della Confraternita si concentrarono nella ricerca di una sede nel quartiere fiorentino, per svolgere le loro attivit. Presero diversi edifici
sacri con l'obbligo di apportarvi migliorie e corrispondere
periodicamente un canone. Sar solo con Leone X che
si comincer a parlare dell'idea di fondare una grandiosa
chiesa nazionale.
La Confraternita ebbe come prima sede, in enfiteusi dal
Capitolo di San Pietro Vaticano, la chiesa di Santa Lucia,
ubicata dove in seguito sorse l'Oratorio dei Santi Pietro
e Paolo dell' Arciconfraternita del Gonfalone. Successivamente la sede fu trasferita in due stanze del chiostro della
vicina chiesa di San Salvatore in Lauro.
1.2. 1.
San Pantaleone non fu l'ultima sede della Confraternita. Durante i progetti per la costruzione della nuova
chiesa, la Congregazione dei Fiorentini si trasfer nella
vicina chiesa dei Santi Tommaso ed Orso, che conseguentemente prese il nome di Sant'Orsola della Piet, dove si
riunirono fino alla demolizione dell'oratorio, avvenuta nel
1888 per dar luogo all'attuale corso Vittorio Emanuele.
San Pantaleone spesso motivo di confusione quando si
trovano dei riferimenti ad un "oratorio dei fiorentini".
L'oratorio sede della Confraternita fu prima del 1534
San Pantaleone e dopo, fino al 1888, Sant'Orsola (fig. I).
La zona dove s'innalzava la chiesa di San Pantaleone e
successivamente il San Giovanni dei Fiorentini, risaliva
a un tratto libero vicino al recinto aureliano come si pu
osservare nelle piante archeologiche di Roma.
1.2.2.
I - SITUAZIONE ATTUALE CON L'UBICAZIONE
IN ORDINE CRONOLOGICO DELLE DIVERSE SEDI DELLA
CONFRA TERNITA DEI FIORENTINI NEL" QUARTIERE FIORENTINO" :
I: L'ORATORIO DEL GONFALONE; 2: SAN SALVATORE IN LAURO;
3: SAN PANTALEONE; 4: SAN TOMMASO ED ORSO (CAPITOLO
DI SS. GIULIANO E CELSO); 5: SAN GIOVANNI DEI FIORENTINI
(NEL NUOVO FABBRICATO ANNESSO)
74
San Pa~ta.leone, il piccolo oratorio dei fiorentini, do ':In ostacolo. per Bramante nella sistema7~0~e di v,la Glt~ha, perc~. \1,17 agosto 1508 si reca presso
1 oratono del fiorentlm
con l'intento di disfarlo
quando viene convinto dai fiorentini di fermarsi fin quand~
non si sia trovato un luogo per una nuova chiesa.B) Questo
importante documento, riferisce la volont di lasciare
libera la testata della via Giulia che doveva sboccare sull'antico ponte Trionfale, che si auspicava fosse nel frattempo ricostruito.
Probabilmente Bramante non aveva preso in considerazione la costruzione di una chiesa in quel sito, sopra tutto
per il disinteresse che Giulio II mostrava nei confronti
della colonia fiorentina. Quindi "demolire le antiche e
provvisorie costruzioni dei fiorentini, non poteva avere per
Bramante altro significato che assicurarsi la disponibilit
di una vasta area in corrispondenza dello sbocco di via
Giulia sul restaurando pons Trumphalis ".9) Questo primo documento su Bramante e quelli successivi si trovano nel volume 337 dell'Archivio dell'Arciconfraternita
dei Fiorentini (d'ora in poi AAF), che comprende un
diario della stessa Confraternita. IO)
Il IO settembre 1508 viene decretato dalla Confraternita dei Fiorentini l'edificazione di una nuova chiesa.
Successivamente si apre una nota per le offerte nel documento intitolato Ragonamento di fare la chiesa e uomini
ofersono denari II) e il governatore decide che si deve
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cominciare a cercare un luogo per fare una chiesa "onorevole ".12) Era il periodo nel quale i fiorentini, dovendo
lasciare San Pantaleone, si limitavano a cercare una nuova
sede per svolgere le loro attivit. L'idea de11a gran chiesa
nazionale da costruire al posto di San Pantaleone sar
successiva.
In un documento del 15 ottobre de110 stesso anno, si
dispone di mandare a misurare la chiesa di San Pietro in
Montorio. Si tratta del primo documento su questa stessa
chiesa. 13 ) Si chiede di misurare la chiesa di San Pietro
in Montorio, anch' essa un oratorio forse perch considerata ottimale come edificio- oratorio e quindi da prendere
come mode11o.
5 -
(disegno dell'Autrice)
Fiorentini
Giovannoni fu il primo a segnalare che le misure di un
disegno attribuito al San Pietro non si adattavano alla
Fabbrica Vaticana, ma che corrispondevano, riportati
in un'altra unit di misura (in palmi) al San Giovanni
dei Fiorentini. , 8) In seguito anche Frommel fa la stessa
osservazione su un altro disegno per San Pietro, confermato dal Thoenes. ' 9 ) Frommel attribuisce il disegno a
San Giovanni dei Fiorentini considerando le misure
presenti sul disegno come palmi e non braccia in quanto
l'intercolumnio, se si fosse trattato di palmi, risultava
troppo piccolo per San Pietro Vaticano. Anche la data
dell' esecuzione del disegno, fissata intorno agli anni I 5 I4I5I6, sembrava pi adatta alla fabbrica dei fiorentini
piuttosto che a quella vaticana (I 505-I 506).20)
Dopo uno studio delle diverse unit metriche di tutti
i progetti per la chiesa, siamo arrivati all'individuazione
topo grafica del luogo dove doveva sorgere la fabbrica .
L'area massima disponibile per la costruzione di una nuova
chiesa fra la strada e il fiume, compresi i banchi di sabbia
e melma, presenta una lunghezza di 2IO palmi, misura
che dovrebbe prendersi come parametro per determinare
il limite dell'area che doveva raggiungere il progetto bramantesco e tutti gli altri successivi.
Quindi possiamo riassumere in tre punti gli elementi
ipotetici che dovrebbero caratterizzare il disegno bramantesco:
I) COSTO: si parla di 8900 (forse scudi) ma non
precisato l'importo che bisognava pagare. Nel caso che
la cifra indicasse il costo in scudi dell' edificio ideato da
Bramante per i fiorentini, si pu pensare all'ipotesi d'un
modesto edificio-oratorio visto che in quegli anni i fiorentini (che non avevano ancora la loro autonomia giuridica),
cercavano solo di avere una sede dove riunirsi.
Questa ipotesi che considera il progetto di Bramante
come riferibile ad un edificio-oratorio di modeste dimensioni, sembra essere contraddetta sia dal fatto che si sarebbe
" sprecato", da parte di Bramante, un punto focale cos
importante, sia perch, se occorreva un piccolo edificio,
forse sarebbe bastato restaurare il San Pantaleone.
Una seconda ipotesi propone il ripensamento di Bramante verso un grande progetto sulla testata orientale
del fiume. Sembra probabile che Bramante, dopo le conversazioni con i fiorentini e dovendo sistemare la zona
dell'oratorio, abbia deciso di fare su un punto cos importante (anche se appartenente ai fiorentini) una nuova proposta anche se ci poteva non accordarsi con le idee e le
intenzioni del committente.
2) AREA MASSIMA FRA FIUME E STRADA: 2IO palmi circa.
3) DATA~IONE: da agosto a dicembre I508.
1.3.2. Lo studio bramantesco degli Uffizi A3r
Il disegno UA3r (fig. 6), attribuito ad Antonio di Pellegrino, stato segnalato da Wolff Metternich come
progetto per il San Pietro Vaticano e pi di recente dal
Thoenes.2l ) Questo studio bramantesco "che ha sempre
presentato problemi con San Pietro " ,22) presenta una serie
di analogie con quello che dovrebbe essere il progetto di
Bramante per il San Giovanni dei Fiorentini, se letto non
pi in braccia romane ma in palmi romani.
stato gi verificato che le misure che presenta il disegno, se riportate in palmi, escludono qualsiasi collegamento con due altre chiese dove intervenuto il Bramante :
al concorso
In recenti studi vengono attribuiti ad una nuova chiesa
per i Fiorentini a Roma (da nominare San Giovanni dei
Fiorentini solo dopo il I5I8) una serie di cinque progetti a
pianta centrale databili al primo Cinquecento. Si tratta di:
a) Tre disegni di Giuliano da Sangallo che si trovano
nel Libro di Giuliano da Sangallo conservato presso la
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e 25).27)
b) Cinque disegni che si trovano a Vienna nel Gra phische Sammlung Albertina, ai follo 789V (figg. 26 e 27),28)
789r, 790 v (spaccato e prospetto) e 790r (figg. 28 e 29)
e 791 (figg. 30 e 31) 29) quattro dei quali: 789r e v, 790r
e v, erano stati attribuiti da Wolff Metternich al San
Pietro Vaticano)o)
Due dei disegni dell' Albertina hanno una lunghezza
che raggiunge tutta l'area disponibile tra fiume e strada:
210 palmi. Il terzo ha una lunghezza minore: 200 palmi .
I disegni non solo coincidono con l'area dove si voleva
fare la chiesa ma sono geometricamente collegabili all'UA3r di Bramante come si osserva dalla sovrapposizione
dei disegni.
Il fatto di prendere dei disegni della Fabbrica Vaticana
come riferimento era pratica comune all'epoca, se vogliamo giustificare le coincidenze geometriche fra l'UA3r
e i disegni dell'Albertina considerando l'UA3r ancora
come progetto per la Basilica di San Pietro. Ma che sia
precisamente l'UA3r, quello scelto diverse volte come
" modello", pu anche avvalorare l'ipotesi che si tratti
d'un progetto per la chiesa dei Fiorentini a Roma.
La mancanza di documenti d'archivio che facciano in
qualche modo riferimento a questi disegni, rende difficile
stabilire se si tratta di disegni su commissione o disegni
" spontanei".
Dato che solo pochi anni dopo Leone X bandir il
concorso per la grande chiesa della Nazione Fiorentina,
ci risulta poco probabile che lo stesso Papa, o il gruppo
di fiorentini a Roma, abbiano commissionato questa
notevole serie di disegni per la chiesa.
Probabilmente sono dei disegni che, pur cosidetti spontanei, sono facilmente collegabili alla nascente prestigiosa fabbrica fiorentina, al tempo del nuovo Papa fio rentino e al tempo delle nuove idee per il San Pietro
Vaticano.
Questi disegni sono attribuibili in modo specifico a
Giuliano da Sangallo (che lavora per Leone X e sostituisce Bramante nel Vaticano) e ad un gruppo d'artisti
della sua cerchia.
Essi possono essere datati fra l'anno della morte di
Bramante (1514) e quello della morte di Giuliano da Sangallo (1516). Tre anni dopo sar infatti bandito il famoso
concorso per la chiesa.
26 -
789V
27 -
789V
28 -
790r
29 -
790r
30 -
791
31 -
791
Il raggiungimento dell' autonomia del "quartiere fiorentino " e l'idea di fondare una chiesa nazionale
2. I.
Nell'anno 1514 era stata fatta la domanda per l'autonomia del "quartiere fiorentino" a Roma ) ')
L'autonomia giuridica ed il riconoscimento degli statuti del consolato dei fiorentini a Roma, viene concessa
da Leone X il 12 giugno 1515 con la bolla Eas quae pro
commodo.
Nel 1518 si fonda la chiesa della Nazione Francese, San
Luigi dei Francesi e quella degli Aragonesi e Catalani,
Santa Maria di Monserrato con l'intervento di Antonio da
Sangallo il Giovane, il quale a sua volta era stato nominato
coadiutore di Raffaello nella costruzione di San Pietro.
Vasari doveva riferirsi a questi stessi anni quando
scrive sull'intenzione dei fiorentini di fare una chiesa
nazionale in concorrenza con quelle gi esistenti.32)
La nuova chiesa della Nazione Fiorentina doveva superare "per magnificenza, grandezza, spesa, ornamenti e
disegno" le chiese delle altre nazioni,33) "San Giovanni
dei Fiorentini dovr divenire simbolo dell'unione fra
Firenze e Roma, immagine retorica del predominio economico fiorentino nella capitale pontificia ... " ,34) e diventer "de' pi belli tantaggi disegnata ... quanto per
richezza e lunghezza delle capelle che qualunque Natione
habbia hall ora edificato a Roma" .35)
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32 - VEDUTA SUL TEVERE
(da F.M. BONINI, Il Tevere incatenato ... , Roma 1663, ediz. cons. 1666, tav. 327)
33 -
ANTONIO ACQUARONI
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34 -
(fig. 36).56)
fig 56).
Quindi lo schema basilicale si riduceva proporzionalmente ad una lunghezza di 200 palmi (m 44,68) ed a una
larghezza di 240 palmi risultandone un organismo accorciato o contratto.
La mentalit tecnico-pratica del San gallo ci fa pensare
che non abbia mai considerato la possibilit di entrare
con le fondamenta in "un fiume tanto terribile" come il
Tevere, il quale stato una delle cause della durata di
quasi cinquant'anni della fabbrica, dalla elevazione dei
primi fondamenti. Quindi assai improbabile che abbia
anch'egli proposto da principio una chiesa di 220 palmi
come quella del Sansovino.
Per la stessa difficolt Sangallo, circa venticinque anni
pi tardi, riprender lo stesso schema di pianta nella
citt di Castro (DA 736r, per la chiesa di San Francesco),
dove avr come limite invece del fiume un'alto declivio
della citt e dal lato opposto la strada.
I disegni DA 862r e DA 863, apparentemente identici
fra 101'0, presentano una particolare incongruenza basata
su alcuni giochi prospetti ci.
L'DA 862r ha la particolarit di avere un certo effetto
a "cannocchiale" secondo noi voluto, e non un difetto o
sproporzione del disegno dato che esso si presenta molto
preciso.
La larghezza della facciata di dieci palmi minore
(m 2,23) in ambedue i lati. pi logico pensare che Sangallo abbia voluto far apparire la chiesa pi lung~ di
quello che in effetti era riducendo lo sfondo della chiesa.
Come effetto prospettico l'ingrandimento della facciata
avrebbe impedito la visione del retro della chiesa. Invece
Sangallo riduce il fronte della chiesa per distaccare i
fianchi che nel caso d'impianto perfettamente ortogonale
non si sarebbe riusciti a vedere.
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41 - FIRENZE, UFFIZI, GABINETTO DISEGNI E STAMPE
BALDASSARRE PERUZZI : PIANTA PER LA CHIESA DI
SAN GIOVANNI DEI FIORENTINI (UA 505r)
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2.4. Ipotesi di ordinamento dei progetti sangalleschi posteriori al concorso. La sovrapposizione dei temi centrale e
longitudinale
Secondo noi al tempo della costruzione delle fonda menta, che Sangallo sviluppa delle nuove idee a partire
dal suo progetto basilicale per il concorso, considerando
per la sopraggiunta disponibilit d'un area maggiore
grazie alle fondamenta gi iniziate sulla base del progetto
del Sansovino di ventidue canne.
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66 - RESTITUZIONE GRAFICA DELLA PARTE SINISTRA
DEL DISEGNO UA 864
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Le ricerche di Sangallo il Giovane, sembrano concludersi intorno al disegno a sviluppo longitudinale UA 175
(figg. 72 e 73). Sangallo ritorna alla soluzione di duecentoventi palmi abbandonando l'idea di sorpassare la strada.
Questo schema, vicino alla pianta dell'UA 860, riduce la
zona absidale a transetto e cupola ed elimina la parasta
semicircolare sui pilastri della navata centrale che sin
dall'inizio Sangallo aveva adoperato.
Questo disegno di mano di Battista da Sangallo detto il
Gobbo, stato largamente considerato quello definitivo
per la chiesa in quanto corrisponde stilisticamente (metricamente molto sottile la differenza) alla facciata dell'VA 176 (figg. 74 e 75) di mano di Bastiano da Sangallo
detto Aristotele e a quello del disegno conservato a Monaco. Questo disegno quello che si pensa sia stato portato
avanti fino ai piedistalli come fa vedere la nota veduta di
Gaspar van Wittel 102) e la descrizione del Bruzio. '03 )
Possiamo dedurre che, in questo periodo, Sangallo
abbia finito le fondamenta della chiesa con l'intenzione di
realizzare uno schema longitudinale, come quello di San
Pietro, ed abbia anche iniziato la facciata che fu successivamente interrotta.
Passare ad un impianto longitudinale, dopo che si
iniziato a costruire delle fondamenta pensate per un grande
corpo centrale, comporta anche un cambio nel modo di
fondare perch non sono pi concentrati i pesi della
grande cupola che doveva avere prima il progetto di Sansovino e poi quello del Sangallo. Poich gi stata fondata una parte della piattaforma, la parte che bisogna
finire di fondare, deve essere assai meno portante di
quella originale e comprenderebbe in qualche modo la
chiesetta di San Pantaleone.
L'VA 175 raffrontato alla chiesa attuale coincide solo
nelle misure complessive. La distribuzione interna delle
navate, della cupola e del transetto completamente
sfalsata. Comunque l'VA 175 senza dubbio l'ultimo
disegno noto di Sangallo per la chiesa confermato dalla
sua vicinanza alla chiesa attuale. La pianta dell'VA 175
non presenta delle corrispondenze geometriche con lo
schema della chiesa di San Pantaleone. Forse Sangallo
il Giovane non aveva intenzione di sfruttare la vecchia
chiesa e al contrario, le maestranze che porteranno
avanti la chiesa successivamente, per motivi pratici ed
economici, seguiranno il progetto di Sangallo sfruttando
per le mura preesistenti.
Il fatto che invece Sangallo porti avanti, in anticipo
rispetto al resto della fabbrica, la realizzazione della facciata pu trovare spiegazione se consideriamo la facciata
il caposaldo della chiesa della Nazione Fiorentina. '04)
Della prima facciata sangallesca esiste una pianta settecentesca non molto attendibile con solo il perimetro
esterno prima del completamento. '05 ) Anche un dipinto
del Passignano che si trova nella chiesa (datato 1592) la
raffigura ma riteniamo che la facciata del dipinto sia opera
della fantasia dell'artista per il carattere accentuatamente
classicheggiante che presenta.
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97
un disegno. Pregano il duca a mandar loro una sua lettera per il Buonarroti, in raccomandazione di quella
impresa "."2) Il primo novembre, Michelangiolo risponde
al duca, che per servirlo, ha fatto pi "segni" della
chiesa dei Fiorentini, e che la nazione ne ha scelto uno
che a lui stesso pare il pi onorevole; e che per quanto
egli potr, si adoperar in quella impresa. Il 3 )
Il IO novembre: "La nazione fiorentina scrive ringraziamenti al duca Cosimo della lettera indirizzata a Michelangiolo; il quale ha gi posto mano a fare eseguire pi
nettamente il suo disegno per la chiesa di S. Giovanni de'
Fiorentini. "II4)
Il 2 dicembre: " La nazione fiorentina in Roma manda
al duca Cosimo il disegno fatto per la loro chiesa da Michelangiolo, messo a pulito, perch ne dica la sua opinione. "Il5)
Il 22 dicembre: "Il duca Cosimo scrive al Buonarroti
di aver veduto il suo disegno per la chiesa di San Giovanni de' Fiorentini; che lo approva, lo loda e lo ringrazia,
nel mentre che gli raccomanda che voglia assistere ed
ajutare quell'opera. "Il6)
Il 5 marzo dell'anno seguente Michelangiolo scrive al
duca Cosimo che i deputati sopra la fabbrica della chiesa
di San Giovanni dei Fiorentini si sono risoluti di mandare a Tiberio Calcagni, perch con i disegni ch' egli
porta, il duca conoscer meglio che colla pianta che occorrerebbe di fare; e soggiunge ch' egli attender a detta
fabbrica nel modo che sapr migliore. II? )
+
68 - FIRENZE, UFFIZI, GABINETTO DISEGNI E STAMPE
ANTONIO DA SANGALLO IL GIOVANE: DISEGNO PER LA
CHIESA DI SAN GIOVANNI DEI FIORENTINI (UA 860)
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71 - RESTITUZIONE GRAFICA
DEL DISEGNO DI CASA SACCHETTI
l'alveo del fiume, ci ha permesso di trovare il perfetto orientamento della serie dei disegni proposta dal Buonarroti.
Il Vasari ci riferisce sull'esistenza di un modello prima
di terra e poi di legno della chiesa il quale si conservava
nel consolato. '2o ) Il modello ligneo di Michelangelo
quello rappresentato nel disegno di Jacques Le Mercier
del 1607 (fig. 85) 121) dove lo si vede appoggiato su cavalletti. Dal consolato sar stato spostato perch una guida
di Roma riferisce che "si conserva nel vicino oratorio
per esser cosa degna di esser veduta". 122) L'oratorio,
doveva essere quello di Sant'Orsola della Piet, dove al
tempo del trasferimento della Confraternita, vengono
messe diverse altre cose d'interesse artistico relazionate
alla chiesa come i gigli del Mosca, che rimarranno nel
muro del chiostro dell'oratorio fino alla sua demolizione;
il San Giovannino di marmo e alcuni dipinti che forse si
trovavano prima nell'altare maggiore di San Pantaleone.
L'ultima notizia sul modello viene riportata dal Titi
il quale dice che il modello si conserv nel vicino loro
oratorio, fino al 1720. ' 23)
Nel 1560 vengono stipulate delle convenzioni con il
mastro muratore Matteo da Castello e due anni dopo,
il 28 giugno, delle stime dei lavori per la fabbrica della
chiesa dalle quali risulta anche che il Calcagni stato
estromesso dai lavori. '24) Secondo il Vasari "mancati a
quella fabbrica gli assegnamenti rimasta cos" dopo la
spesa di 5000 scudi. '25)
Nel 1564 muore Michelangelo ed il suo grandioso progetto sar abbandonato per sempre. ' 26 )
Michelangelo aveva detto ai consoli che "se conducevano a fine quel disegno, che n Romani n Greci mai ne'
tempi loro feciono una cosa tale", e Vasari le ricorda come
parole che "n prima n poi usciron mai di bocca a
Michelagnolo, perch era modestissimo. "Il8)
Michelangelo avrebbe dovuto utilizzare per i suoi progetti la zona di fondazioni previste dal Tatti pari a ventidue canne. La scelta della centralit in perfetta sintonia
con le sue idee per il San Pietro Vaticano, che come a San
Giovanni dei Fiorentini saranno abbandonate definitivamente per lo schema longitudinale."9)
Sono noti quattro dei cinque progetti e alcuni schizzi
su questi disegni. Sono i disegni 120r (figg. 77 e 78),
120V, 121r (figg. 79 e 80), 123, 124 (figg. 81 e 82) e 36A
della Casa Buonarroti (d'ora in poi CB) a Firenze.
La versione definitiva, l'UA 3185 di mano di Calcagni
(figg. 83 e 84) l'unico disegno che presenta indicazioni
metriche. Le diverse restituzioni ed interpretazioni che
ha avuto questa versione definitiva derivata dal CB 124 di
Michelangelo, probabilmente sono state elaborate a partire dal plastico ligneo e presentano indicazioni diverse
circa le misure. Nelle nostre restituzioni sono stati considerati come aventi uno sviluppo totale di 220 palmi.
Il tracciato d'una riga in alto a destra nel disegno CB
120r, segnalato da una scritta sullo stesso disegno come
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L'anno 1564 " i rappresentanti della" Nazione Fiorentina" si recarono da padre messer Filippo Neri, in
S. Girolamo della Carit, a pregarlo di voler assumere la
cura e l'amministrazione della loro chiesa e di porvi un
certo numero dei suoi discepoli come preti, pei quali essi
offrono una abitazione e un assegnamento mensile".
N eri assunse la rettora senza trasferirsi inviandovi invece
alcuni seguaci spirituali come il Baronio. I~7)
Questo gruppo di preti gestir per dodici anni la parrocchia dei Fiorentini. Sono state adibite a loro abitazioni, le stanze contigue alla chiesa, note come "case dei
preti ", la cui planimetria stata ricostruita da noi e riportata per la prima volta accanto alla chiesa e agli ambienti dell' ospedale. I~8)
Con i lavori di pittura "delle colonne a chiaro-scuro
e di tutta la tribuna per l'azzurro e stelle e tutto quello
che si vede" nell'aprile dell'anno 1567 I~9) inizia una
nuova serie di documenti sui lavori di manutenzione alla
vecchia chiesa ora gestita dalla Congregazione di San Filippo Neri.
Negli stessi anni, insieme ai lavori di manutenzione, ci
sono quelli della nuova fabbrica, facilmente distinguibili
dai primi perch riguardano opere in muratura. Dal
1567 fino all'incarico di Giacomo Della Porta, quindici
anni dopo, si compiranno i primi veri lavori di mura tura
per la chiesa, consistenti nella costruzione delle pareti
delle cappelle laterali che andranno ad addossarsi alle
vecchie mura di San Pantaleone. I30)
La congregazione di San Filippo Neri abbandona la
chiesa di San Giovanni dei Fiorentini nel 1576 e si trasferisce a Santa Maria in Vallicella dopo aver deciso di avere
una sede propria. I3I ) possibile che fra i motivi del trasferimento della congregazione ci sia la precaria situazione della fabbrica della chiesa.
L'ultima notizia su questo periodo sar l'imposizione
di una tassa a diversi cittadini di nazionalit fiorentina
per fabbricare la loro chiesa.I3~)
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(da H.
zur, urbanistik der Renaissance in Rom, in Romisches Jahrbuch
fur Kunstgeschichte, I984, 2I, p. 229).
77
76 -
FIRENZE, CASA BUONARROTI - MICHELANGELO BUONARROTI: DISEGNO PER LA CHIESA DI SAN GIOVANNI DEI
FIORENTINI (CB 120r)
4.2.I.
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4.2.2. Aspetti sintetici dell' organismo longitudinale dellaportiano e rapporti con le preesistenti ideazioni sangallesche
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sistemazione della cripta ed hanno i muri di fondo comuni con quelli della cripta. C' la possibilit che la
cripta, in un tempo precedente alla sistemazione attuale,
venisse raggiunta da sotto la chiesa, prima della costruzione delle stanze sepolcrali.
proprio a questo periodo che attribuiamo due piante
che si trovano nella collezione di disegni del Casali conservate alla Biblioteca Nazionale di Madrid insieme a
quelli di Giacomo Della Porta per San Giovanni dei
Fiorentini (figg. 88 e 89).
Queste due piante, una ottagonale ed un'altra ovale,
sono state indicate da Eugenio Battisti come piante michelangiolesche ignote 161) "con argomenti assai poco convincenti" .162)
Lo spessore inusuale dei muri viene spiegato da Battisti come "il riscontrabile accrescimento di spessore
delle murature che in realt effetto meramente grafico dei
successivi pentimenti" .163) Noi pensiamo che lo spessore
inusuale dei muri sia l'indicatore di progetti per la cripta
sotto l'altare maggiore di San Giovanni dei Fiorentini. La
nostra attribuzione si basa sui seguenti argomenti:
a) il fatto che questi disegni fossero insieme a quelli per
San Giovanni dei Fiorentini;
b) se si considera lo spessore dei muri come parametro
per riportare i disegni alla stessa scala della chiesa, ambedue i disegni corrispondono geometricamente allo spazio reale disponibile in situ per la cripta.
probabile che i disegni siano dello stesso autore e
che si inseriscano cronologicamente fra i progetti di Michelangelo e quelli di Giacomo Della Porta, cio nell'ultimo ventennio del secolo XVI. Forse l'autore di queste
piante lo stesso Della Porta, la cui opera Casali sembra
aver conosciuto bene.
4.3. Carlo Maderno e la trasformazione pratica e aggiornata stilisticamente del sistema terminale del transetto,
della navata centrale e 1'erezione della cupola
Un documento del 1595 precisa la presenza di una
squadra completa, in quest'ultima fase del cantiere, per
finire al pi presto i lavori di muratura della fabbrica. 164)
Due anni dopo, il 9 maggio compare una copia di una convenzione per il pagamento dei lavori della fabbrica e compare anche una "vertenza col muratore del pagamento di
lavori in muro per la fabbrica della chiesa" .16 5)
Carlo Maderno era stato nominato da Clemente VIII
architetto capo per i problemi del Tevere. Il 24 dicembre
1598 avviene una grave inondazione ma non abbiamo precise notizie di danni diretti alla chiesa. Lo stesso anno
Maderno risulta nominato "Architectus ea Sanctum
Ioannem Florentinorum" .166)
L'avvento di Carlo Maderno nella conduzione della
fabbrica, esclude la partecipazione del Della Porta ai
lavori conclusivi fino all'anno della sua morte avvenuta
nel 1602. Questa sostituzione pu trovare spiegazione nel
fatto che Maderno si era affermato nell'ambito delle pi
notevoli fabbriche dell'epoca compresa la Basilica di San
Pietro. A San Giovanni "Siamo senz' altro in presenza
di una delle migliori e impegnate opere del Maderno." 167)
Sull'opera di questi per il completamento di San Giovanni, Martinelli ha scritto che" fece il choro, e la cupola,
con le due cappel1e a canto al choro, e li due bracci della
chiesa." 168) Ci viene confermato dalle vedute del Tem-
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I primi statuti vengono approvati il IO novembre 1456. Sulla
Confraternita della Piet dei Fiorentini cfr. R. PESA, L'organizzaz ione e l'attivit dell'arciconfraternita di San Giovanni Battista
della Piet de' Fiorentini, tesi di laurea discussa alla facolt di Lettere e Filosofia ' dell'Universit degli Studi La Sapienza, Roma,
anno accademiCo 1978-1979 e S. DI MATTIA- SPIRITO, Assistenza
e carit ai poveri in alcuni statuti di Confraternite nei secoli
XV-XVI, in AA.VV., Le confraternite romane. Esperienza religiosa,
Societ, committenza artistica, Colloquio della Fondazione Caetani,
Roma, 14-15 maggio 1982, a cura di L. FIORANI (Ricerche per la
Storia Religiosa di Roma, 5), Roma 1984, pp. 137-146.
2) Cfr. CRR. HULSEN, Le chiese di Roma nel Medioevo, Firenze
1927, p. 410.
3) Cfr. G.B. BOVIO, La piet trionfante e le distrutte grandezze
del gentilissimo nella magnifica fondazione dell'insigne Basilica di
S . Lorenzo in Damaso di Roma. Con la serie istorica di tutte le sue
chiese figliali ... , Roma 1729, pp. 174 e 175 e A. FONSECA, De Basilica S. Laurenti in Damaso ..., Roma 1745, pp. 304-306.
4) Archivio dell'Arciconfraternita dei Fiorentini (d'ora in poi
AAF), vol. 390, foll o 44 e 66v.
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13) AAF, voI. 337, fol. 305v; cfr. GtiNTER, op. cit., p. 220.
14) AAF, voI. 337, fol . 309; cfr. FROMMEL, op. cito in nota IO.
15) AAF, voI. 338, fol. 73v; cfr. ibidem.
16) M. TAFURI, Un progetto" raffaellesco" per la chiesa di San
Giovanni dei Fiorentini a Roma, in Prospettiva, 1985, 42, p. 38.
17) Il 21 agosto 1513 si scelgono sei uomini della Confraternita
perch si occupino di avviare la fabbrica; AAF, vol. 338, fol. 81r;
cfr. GtiNTER, op. cit., p. 226, n. 321a.
18) G. GroVANNONI, Antonio da Sangallo il Giovane, Centro di
Studi di Storia dell'Architettura e della Facolt d'Architettura della
Universit di Roma, Roma 1959, voI. 2, p. 217; il disegno al quale
si riferisce Giovannoni Albertina 790r (Geymiiller, tav. 17). Cfr.
F.G. WOLFF METTERNICH, Die Erbauung der Peterskirche zu Rom
im 16. jahrhundert, Miinchen 1972, figg. 4-6 e 123.
19) C. THOENES, F.G. WOLFF METTEllNICH, Die friihen St. PeterEntwiirfe 1505- 1514. Franz Graf Wolff Metternich aus dem Nachlab
herausgegeben, bearbeitet und erganzt von Christof Thoenes, Tiibingen
1987, pp. 100-104. Si tratta del disegno Albertina 789V.
20) FROMMEL, op. cit., 1977, p. 55, n. II6.
21) THOENES, op. cit., pp. 62-67.
22) Comunicazione orale del prof. Thoenes del IO gennaio 1990.
23) H. HUBERT, Bramantes St. Peter-Entwiirfe und die Stellung
des Apostelgrabes, in Zeitschrift fiir Kunstgeschichte, 51, 1988, 2,
pp. 200-203
24) Ringraziamo Wolfgang Jung per l'indicazione dei riferimenti
metrici relativi all'UA 3r che hanno permesso di collegarlo al San
Giovanni dei Fiorentini.
25) HUBERT, art. cit., p. 203.
26) Questi disegni sono:
a) Il disegno Cod. Vat. Lat. 4424, fol. 61r di Giuliano da Sangallo.
b) I disegni dell'Albertina: foll. 789r, 789V, 790r, 790V e 791.
c) I disegni di Raffaello e di Peruzzi per il concorso della chiesa:
Staadtmuseum, Monaco n. 36/1928B, UA 51Or, UA 510V e UA 505r.
d) I tre disegni centrali di Sangallo il Giovane : UA 199, UA 200,
UA 1292 e quello longitudinale considerato definitivo: UA 175.
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33) G. VASARI, La vita de' pi eccellenti pittori scultori ed architettori (1568), edizione a cura di G. Milanesi, Firenze I878-I885,
ed. cons. Firenze I981, VII, p. 498.
34) TAFURI, op. cit., 1973, p. 78.
35) G.A. BRUZIO, Theatrum Romanae Urbis sive Romanorum
sacrae aedes, manoscritto, Biblioteca Apostolica Vaticana, Cod.
Vat. Lat. 11889, vol. X, fol. 368r. (Cfr. Appendice I per la completa
trascrizione) .
36) VASARI, op. cit., VII, p. 498.
37) AAF, voI. Dati e Richiamati. Il 24 settembre 1518 nella
Congregazione segreta della compagnia fu presentata dagli .. Universi Mercatores et hominues nationis fiorentina e " la proposta
o decreto per la costruzione della chiesa nazionale fiorentina sotto
il titolo del Santi Giovanni Battista, Cosma e Damiano e si dichiara
festa il giorno dell'assunzione al pontificato di Leone X.
38) AAF, vol. Dati e Richiamati. Il 24 dicembre 1518 " si aperse
nel quartiere fiorentino sotto la presidenza del Console, una sottoscrizione di offerte allo scopo di costruire /I ad ineffabilis dei cultum "
una chiesa degna della nazione fiorentina".
39) AAF, voI. 390, fol. 21; AAF, voI. 46, foll. 206-209; cfr. A.
NAVA, La storia della chiesa di San Giovanni dei Fiorentini nei documenti del suo archivio, in Archivio della Reale Deputazione Romana
di Storia Patria, LIX, 1936, p. 339.
40) VASARI, op. cit., VII, p. 498.
41) Vasari, considerato fonte abbastanza attendibile, nella Vita
di Sansovino (VASARI, op. cit., VII, p. 498), oltre a riferirsi alle
22 canne, dice che la parte che entrava nel fiume doveva essere
di 15 canne. Secondo noi si tratta di 15 palmi e non di 15 canne
dato che 15 canne sono circa 33,51 metri, una misura troppo grande
per corrispondere alla parte nel fiume. Nella Vita di Antonio da
Sangallo il Giovane (VASARI, op. cit., V, p. 455), Vasari riferendosi
sempre alla stessa parte che doveva entrare nel fiume, parla di
venti braccia che sono circa I I metri. Quindi possiamo dedurre
che l'unica misura riportata da Vasari che possiamo confermare
come attendibile quella delle 22 canne corrispondenti alla lunghezza complessiva del progetto vincitore.
42) VASARI, op. cit., VII, p. 498, .. ma non vi essendo spazio,
e volendo pur fare la facciata di detta chiesa in sulla dirittura delle
case di strada Iulia, erano necessitati entrare nel fiume del Tevere
almeno quindici canne [palmi]. Il che piacendo a molti, per essere
maggiore spesa e pi superba il fare i fondamenti nel fiume. ".
43) K. SCHWAGER, Ein Ovalkirch-Entwurf Vignola's fiir San
Giovanni dei Fiorentini, in Festschrift fiir Georg Scheja, Sigmaringen
1975, pp. 151- 178
44) M. TAFURI, Antonio da Sangallo il Giovane e Jacopo Sansovino. Un conflitto professionale nella Roma Medicea, in AA.VV.,
Antonio da Sangallo il Giovane. La vita e l'opera, Atti del XXII
Congresso di Storia dell'Architettura, Roma, 19-21 febbraio 1986,
a cura di G. SPAGNESI, Roma 1986, p. 81; GUNTER, op. cit., pp.
226-228 e l'intervento di M. Rustin su San Giovanni dei Fiorentini nella conferenza tenutasi presso la Bibliotheca Hertziana il
14 gennaio 1990.
45) VASARI, op. cit., VII, p. 498.
46) Cfr. W. Lon, The Roman Legacy in Sansovino's Venetian
Buildings, in Studies in Italian Renaissance Architecture, Cambridge
(Massachusetts) 1977 (trad. it. di C. COSSIO, L'eredit romana negli
edifici veneziani del Sansovino, in Studi sull'architettura italiana del
Rinascimento, Milano 1989, p. 82).
47) Sul disegno UA 502 cfr. NAVA, art. cit., 1935, p. 104 e sull'UA 1312 cfr. H. SIEBENHUNER, San Giovanni dei Fiorentini in
Rom. 1518- 1534 und 1582-1614, in Kunstgeschichtliche Studien fiir
Hans Kauffmann, Berlin 1956, p. 182.
48) NAVA, art. cit., 1935, p. 104.
49) Archivio di Stato di Roma (d'ora in poi ASR), Catasto Gregoriano Urbano, fol. 2.
50) Sul tema dell'ottagono cfr. anche C. DE TOLNAY (catalogo a
cura di), I disegni di Michelangelo nelle collezioni italiane, Firenze
1975, p. II7. Tolnay osserva che il progetto di Sansovino accennato nei contorni in un disegno di Michelangelo anch'esso a pianta
centrale.
51) VASARI, op. cit., VII, p. 498.
52) C. PEDRETTI, St. Peter and the Church of S. Giovanni dei
Fiorentini in Rome, in A Cronology of Leonardo da Vinci's Architectural Studies after 1500. Traveaux d'Humanisme et Renaissance
LlV, Genve 1962, pp. 93-99 e 143-144.
IOg
IlO
III
APPENDICE I
II2
e che la notte sopragiunge, comanda al sole che non li manchi e l'obedisce fermandosi per un giorno naturale, onde
egli perseguitando i nemici gli disf, atterrata prima con