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RICERCHE DI ANTICHIT

E TRADIZIONE CLASSICA
a cura di
Eugenio Lanzillotta

ESTRATTO

Virgilio Costa
Natale Conti e la divulgazione
della mitologia classica in Europa
tra Cinquecento e Seicento

TORED 2004

La ricerca stata condotta con i fondi MIUR


e dellUniversit degli Studi di Roma Tor Vergata

In copertina:
progetto graico om graica

ISBN 88-88617-043

Copyright 2004
Edizioni TORED s.r.l.
Vicolo Prassede, 29
00019 Tivoli (Roma)

Virgilio Costa
NATALE CONTI E LA DIVULGAZIONE
DELLA MITOLOGIA CLASSICA IN EUROPA
TRA CINQUECENTO E SEICENTO *
Con una lettera datata alle idi di dicembre del 1606 cio
agli ultimi anni di vita, trascorsi presso luniversit riformata di
Leida Giuseppe Giusto Scaligero comunica a Seth Kalwitz,
recente autore di una Chronologia 1, lapprezzamento dei summi
viri presso i quali ha introdotto lopera. Le lodi sono unanime,
ma accompagnate dalla raccomandazione di espungere da
uneventuale seconda edizione le citazioni di Natale Conti:
Iam summis viris de praestantia Chronologiae tuae ita movi
salivam, ut nemo ex illis ad me scripserit (scribunt autem
non raro) quin summis laudibus efferant. (...) qui unum, ac
cum illis ego, a te petunt, ut scriptorum quorundam minorum
gentium mentione, qualis est Natalis Comes, homo futilissimus, abstineas. dolet enim magnis viris, illos pannos tuae
purpureae assui. tu haec in secunda editione curabis, quam
certo scio te propediem adornaturum 2.
Le pagine che seguono costituiscono una versione ampliata della
relazione tenuta a Monte Porzio Catone il 6 dicembre 2000, nellambito
del II Incontro di Studio Ricerche di Antichit e Tradizione classica,
organizzato da Eugenio Lanzillotta; spero di essere riuscito a contenere il
pi possibile le inevitabili ripetizioni di notizie e concetti rispetto allaltro mio contributo nel presente volume, I frammenti di Filocoro trditi da
Boccaccio e Natale Conti.
1
Chronologia, ex autoritate potissimum Sacrae Scripturae, et historico
rum ide dignissimorum, ad motum luminarium coelestium, tempora et annos
distinguentium, secundum characteres chronologicos contexta et deducta, cui
praemissa est Isagoge chronologica (...) studio et opera Sethi Calvisii, Lipsiae,
sumptibus Iacobi Apelii, 1605.
2
Ioseph. Scalig., Epistulae IV 309.
*

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Dal modo in cui il consiglio formulato sembra quasi che


lo Scaligero, oltre a condividere il giudizio su Conti dei suoi
interlocutori, ne sia lispiratore: come fa pensare quel perentorio homo futilissimus con cui viene motivata una censura
tanto netta quanto deinitiva. Ma il disprezzo ostentato dallo
Scaligero non era solo quello che un maestro della ilologia,
un uomo che per la sua forza e la sua bellezza sa di essere un
dominatore 3, poteva nutrire per una igura sotto ogni aspetto
inferiore: c infatti ragione di credere che esso scaturisse forse
da un rancore pi profondo e personale, se vero che il primo,
di fede calvinista, sera vista preclusa ogni speranza di carriera
accademica in Francia, mentre Natale Conti aveva dedicato
la prima edizione della sua opera maggiore, le Mythologiae,
proprio al giovane e debole iglio di Caterina de Medici, Carlo IX, che portava la responsabilit della strage dei protestanti
francesi nella notte del 24 agosto 1572 4.
Non possibile stimare sino a che punto lautorit dello
Scaligero abbia nuociuto alla reputazione delle Mythologiae:
ma un fatto che anche quando lopera venne soppiantata
da altri repertori, come il fortunatissimo De theologia gentili et
physiologia christiana di Gerhard Johannes Voss (I ed. Amsterdam 1642), rimase a Conti linfamante reputazione di falsario.
Echi dellantica riprovazione 5 ricorrono infatti non solo nelle
Cos U. von Wilamowitz-Moellendorff, Storia della ilologia classi
ca, tr. it., Torino 19673, p. 55.
4
Su Giuseppe Giusto Scaligero resta ancor importante J. Bernays,
Joseph Justus Scaliger, Berlin 1855; cfr. inoltre, soprattutto sui princpi
esegetici, A. Grafton, Joseph Scaliger. A Study in the History of Classical
Scholarship, I: Textual Criticism and Exegesis, Oxford 1983.
5
Il vescovo di Avranches, Pierre Daniel Huet (1630-1721), anchegli
erudito e poligrafo, lo taccia addirittura (nel De interpretatione libri duo, II:
De claris interpretibus, Parisiis 1661, p. 167) di scarsa dimestichezza col greco e di aver intrapreso, con la traduzione dei quindici libri dei Deipnosoisti
di Ateneo, unimpresa del tutto superiore alle sue forze. Un accenno a dif3

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rare voci enciclopediche dedicate a Conti in tempi moderni 6,


ma anche nelle pagine di un maestro della ilologia di questo
secolo, Felix Jacoby 7, e tuttora manca uno studio complessivo sulla personalit intellettuale di un autore ammiratissimo
nella sua epoca. Assieme a Natale Conti, tuttavia, per troppo
tempo rimasta nelloblio una grande pagina della storia culturale europea: la riscoperta degli antichi di, per parafrasare il
titolo di un magistrale saggio di Jean Seznec 8: cio la nascita
improvvisa in tutto il continente, nel corso del Cinquecento,
di una vera e propria passione per la mitologia greco-romana, accesa dalla pubblicazione delle opere di Lilio Gregorio
Giraldi, Vincenzo Cartari e, appunto, del Conti. Lavventura
ferenti valutazioni critiche dellopera contiana inoltre in M. Foscarini,
Della letteratura veneziana, Padova 1752, p. 370 nota 103.
6
Cfr., e.g., A. Guillon, s.v. Conti (Nol), in Biographie universelle
ancienne et moderne, nouv. d., 9, Paris 1954, p. 121 s.; [Anon.], s.v. Conti
(Nol), in Nouvelle Biographie Gnrale, XI, Paris 1855, p. 675.
7
Ad esempio, nel commento al frammento 82 di Filocoro un aneddoto, tratto dal De sacriiciis, sulluccisione della Singe per mano di Edipo
Jacoby osserva che possibly Conti made a deliberately wrong statement
about the title [FGrHist III b (text), p. 361]; ancora, parlando nellintroduzione ai frammenti di Filocoro dei passi rinvenuti da Carlo Landi [De
mogrgone, Palermo 1930, pp. 27-29] nelle Genealogiae Deorum Gentilium
di Boccaccio, scrive che Landi has immensely overestimated their value,
also he has not convinced me of the bona ides of Natale Conti [FGrHist
III b (text), p. 241].
8
La Survivance des dieux antiques. Essai sur le rle de la tradition my
thologique dans lhumanisme et dans lart de la Renaissance (Studies of the
Warburg Institute, IX), London 1940 [tr. inglese, riveduta dallautore,
dal titolo The Survival of the Pagan Gods. The Mythological Tradition and
its Place in Renaissance Humanism and Art (Bollingen Series, XXXVIII),
New York 1953; dellopera stata pubblicata anche unelegante traduzione
italiana: La sopravvivenza degli antichi dei. Saggio sul ruolo della tradizione
mitologica nella cultura e nellarte rinascimentali, Torino 1990]. Alcuni temi
della Survivance erano stati anticipati dal Seznec in un breve articolo del
1933: Les manuels mythologiques italiens et leur diffusion en Angleterre a la in
de la Renaissance, in MEFRA L, 1933, pp. 276-292 (su Conti, p. 288 s.).

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editoriale dei manuali italiani di mitologia nel XVI secolo


per ancora in gran parte da scrivere: ad eccezione infatti
della decina di pagine dedicate alla questione da Otto Gruppe
nella sua tuttora fondamentale storia della mitologia classica,
del libro di Seznec e di un bel saggio di Franck Schoell 9, tutti
apparsi tra il 1920 e il 1940, ben poco a disposizione di chi
voglia informarsi sullargomento.
Ma allo studioso di antichit classiche la lettura dei mitograi di XV-XVI secolo, e soprattutto del repertorio di Natale
Conti, pu offrire altre ragioni di interesse. Nelle Mytho
logiae, infatti, sono infatti menzionati centinaia di scrittori
greci e latini anche semisconosciuti, e alcuni titoli, o persino
frammenti, di opere perdute che sembrerebbero presupporre
una conoscenza diretta di fonti oggi non pi disponibili; se
dunque si dimostrasse che i passi trasmessi unicamente dalle
Mythologiae sono genuini bisognerebbe rimettere in discussione molte idee consolidate sulla storia della tradizione.
Si tratta di un problema estremamente complesso, e che
richiederebbe uno studio approfondito e libero da pregiudizi
del mondo intellettuale contiano. In questa sede possibile
affrontarlo solo marginalmente; e tuttavia, nella perdurante
carenza di studi su Conti e sugli altri mitograi coevi, anche
questo breve proilo pu contribuire a riaprire la discussione.
Prima per di trattare speciicamente dellerudito veneziano
opportuno dire qualcosa sullorigine degli studi di mitologia classica nellUmanesimo.
La data di nascita del genere mitograico in et moderna
pu essere issata al 1372, anno in cui Giovanni Boccaccio
Franck L. Schoell, Les Mythologistes italiens de la Renaissance et la
Posie lisabthaine, in tudes sur lHumanisme continental en Angleterre a la
in de la Renaissance (M. Ficinus, L. Gyraldus, N. Comes, D. Erasmus, G.
Xylander, H. Wolius, H. Stephanus, J. Spondanus), Paris 1926, pp. 21-42
(= Les Mythologistes italiens de la Renaissance, in Revue
Revue de littrature compare, 55, janvier - mars 1924, pp. 5-25).
9

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pubblica un vasto trattato di mitologia greco-latina, le Ge


nealogiae Deorum Gentilium, in quindici libri. Nel proemio
dellopera, dedicata ad Ugo IV di Lusignano, re di Cipro e
di Gerusalemme, lautore dichiara di aver collazionato, con
grave fatica, le reliquie degli di pagani disperse in ininiti volumi, non diversamente da chi, percorrendo la riva del mare,
raccolga i relitti di un ingente naufragio:
Undique in tuum desiderium, non aliter quam si per vastum
litus ingentis naufragij fragmenta colligerem, sparsas per ininita fere volumina deorum gentilium reliquias colligam 10.

La mole stessa della trattazione mostra lentit del compito


che Boccaccio si era imposto, accompagnandolo dagli anni
giovanili sino alle ultime ore di vita (la morte giunse il 21
dicembre 1375). Le Genealogiae erano fondate, come lautore
dichiara nellultimo libro, ex commentariis veterum (...) ut
referentium auctorum nomina testantur omnia 11, ma egli
si avvaleva anche di fonti contemporanee, come il monaco
basiliano Barlaam di Calabria (uno dei protagonisti della
polemica con Gregorio Palamas e la setta degli esicasti, che
probabilmente aveva conosciuto, almeno supericialmente, a
Napoli nel 1341) 12 e il bibliotecario di Roberto I dAngi,
Paolo Bontempio di Perugia (Paulus Saluccius) 13.
La gravosit dellimpresa era ben presente a Boccaccio,
come egli scrive a re Ugo nel proemio delle Genealogiae:
Nec dubitandum insuper, quin, quocunque hec viguerit
stultitia, ibidem ingentia sint descripta volumina, ut maioProhemium 10b, p. 169 Hecker.
Gen. XV 5, p. 759 Romano.
12
Su Barlaam cfr. da ultimo, con la bibliograia precedente, D. Gemmiti, Barlaam calabro tra cultura bizantina e preumanesimo italiano, Roma 1990
(per lincontro con Boccaccio pp. 18 e note 92-93; p. 67 s.).
13
Gen. XV 6, p. 761 s. Romano.
10

11

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rum divina nobilitas monimento licterarum veniret ad posteros. et esto numquam existimaverim talium parvum fuisse
numerum, quod permaximus fuerit, Paulus Perusinus, vir
gravis et talium solertissimus atque curiosissimus exquisitor
non numquam asseruit, me presente, se a Barlaam, quodam
Calabro homine Grecarum licterarum apprime erudito, habuisse, neminem insignem virum principatu aut preminentia
alia tota in Grecia insulis et litoribus premonstratis eo fuisse
seculo, quo hec fatuitas viguit, qui ab aliquo deorum huius
modi duxisse originem non monstraret 14.

In un altro passo delle Genealogiae egli afferma di aver letto


da giovane, negli anni trascorsi presso la corte angioina, un
libro del Bontempio intitolato Collectiones, che tra mille altre
cose conteneva tutto ci che lautore aveva potuto reperire sulle divinit dei pagani non solo presso gli autori latini, ma anche
presso i Greci, presumibilmente con lausilio di Barlaam; alla
morte del Bontempio, tuttavia, la vedova si era disfatta della
biblioteca del marito, e il volume era andato disperso:
Hic ingentem scripsit librum, quem Collectionum titulaverat, in quo inter cetera, que multa erant et ad varia spectantia, quicquid de diis gentium non solum apud Latinos, sed
etiam apud Grecos inveniri potest, adiutorio Barlae arbitror
collegisse. (...) quem librum maximo huius operis incomodo,
Bielle, umpudice coniugis, crimine, eo defuncto, cum pluribus aliis ex libris eiusdem deperditum comperi 15.

Sulle fonti delle Collectiones, naturalmente, si possono fare


solo ipotesi, ma interessante che Boccaccio dichiari che il
bibliotecario di re Roberto aveva trattato anche di mitologia
greca, molto probabilmente con la mediazione degli scrittori
14
15

Gen. I Prohem., p. 3 Romano.


Gen. XV 6, p. 761-762 Romano.

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latini, visto che in Occidente sino agli inizi del Quattrocento la conoscenza del greco rest appannaggio di pochissimi.
Anche tra i latini, tuttavia, erano noti al Bontempio autori
oggi perduti, come quel Teodonzio 16 frequentissimamente
citato dal Boccaccio, il quale, confessando il suo debito con
lautore delle Collectiones, ricorda: Iuvenculis adhuc (...) ex
illo multa avidus potius quam intelligens sumpsi, et potissime ea omnia, que sub nomine Theodontii apposita sunt 17.
Nelle Genealogiae il nome di Teodonzio ricorre quasi ad ogni
pagina: Carlo Landi, in appendice a un saggio sul Demogrgo
ne, ne ha raccolto tutte le occorrenze nellopera, non meno
di sessanta 18. Eppure questo mitografo, che pure ci tramanda
tra le tante altre cose un singolare excerptum ilocoreo 19,
per noi poco pi di un nome: sappiamo che era campano,
perch nel Fons Memorabilium Universi Domenico Bandini
(1335 circa - 1418) lo chiama Thedontius (sic) Campanus,
diligens investigato(r) poetici igmenti 20, ma di lui, oltre alle
16
Riguardo al quale gi A.M. Salvini, nelle Annotazioni sopra il Co
mento del Boccaccio sopra Dante [accluso al Comento di M. Giovanni Boccaci
(sic) sopra la Commedia di Dante Alighieri, II, Firenze (in realt Napoli)
MDCCXXIV], esprimeva il sospetto che la N vi sia intrusa, come in
Giansone, per Giasone; e che abbia a dire Teodozio, cio Teodozione
Qeodotivwn, diminutivo di Teodoto, cio Diodoto (p. 354).
17
Gen. XV 6, p. 762 Romano.
18
Demogrgone, Palermo 1930, pp. 57-118.
19
Gen. X 9, p. 495 Romano (FGrHist 328 F174).
20
Cod. Laur. aedil. 172, vol. III, f. 170. Sul Fons di Bandini e sulla
personalit letteraria di questi cfr. A.T. Hankey, Domenico di Bandino di
Arezzo, in Italian Studies XII, 1957, pp. 110-128; Id., The library of Do
menico di Bandino, in Rinascimento n.s. VIII, 1957, pp. 177-207; Id., The
successive revisions and surviving codices of the Fons Memorabilium Universi
of Domenico di Bandino, in Rinascimento n.s. XI, 1960, pp. 3-49; Id., s.v.
Bandini, Domenico, in Dizionario Bibliograico degli Italiani, 5, Roma 1963,
pp. 707-709; H. Meyer, Das Enzyklopdiekonzept des Fons memorabilium
universi des Domenico Bandini im Verhltnis zur Tradition, in FrhmittelalFrhmittelalterliche Studien 27, 1993, pp. 220-240.

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citazioni dalle Genealogiae, ci resta solo qualche accenno in


unaltra opera di Boccaccio, il commento alla Divina Comme
dia 21. Secondo il Landi, Teodonzio potrebbe esser vissuto tra
il IX e il X secolo d.C. e aver scritto in latino 22.
Il caso di Teodonzio, cos autorevole per Boccaccio e cos
misterioso per noi, ci ammonisce a non dimenticare che una
parte delle fonti dei mitograi della prima et moderna, e specialmente quelle a cavallo fra tarda antichit e alto medioevo,
andata perduta, e con essa la possibilit di distinguere con
sicurezza loro dal metallo vile.
Linteresse per le Genealogiae comincia a scemare verso
la met del XVI secolo; solo in Italia la fortuna editoriale
dellopera continuer per un cinquantennio ancora, essenzialmente per merito della traduzione in volgare, pi volte ristampata, di Giuseppe Betussi (Venezia 1553). A partire da questa
data cominciano ad apparire le editiones principes del De natura
Deorum di Cicerone (Venezia 1471), dei Commentarii di Servio a Virgilio (Venezia 1471), delle Fabulae di Igino (Basilea
1535), delle Mythologiae di Fabio Planciade Fulgenzio (Basilea 1535), della Bibliotheca di Apollodoro (Roma 1555). Fuori
dItalia vengono invece dati alle stampe due nuovi manuali
di mitologia antica: nel 1522 Ravisius Textor (Jean Texier
signore di Ravisy, c. 1480-1524) pubblica a Parigi unOfi
cina 23 che contiene, tra le altre cose, una corposa sezione
intitolata De deis deorumque cultu; dieci anni dopo compare a
Friburgo la Theologia mythologica del Pictorius (Georg Pictor,
Cfr. G. Boccaccio, Esposizioni sopra la Comeda di Dante, a cura di
G. Padoan, Milano 1965, pp. 258-261 [= Il Comento di Giovanni Boccaccio
sopra la Divina Commedia di Dante Alighieri, a cura di I. Moutier, I, Firenze
1844 (I ed. 1831), p. 315].
22
Op. cit., pp. 17-21, 24-26.
23
Ioan. Ravisii Textoris nivernensis oficina, partim historijs, partim poeticis
referta disciplinis, Parisiis 1522.
21

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1500-1569) 24, ristampata nel 1558 a Basilea con il titolo De


apotheosi tam externarum gentium quam Romanorum deorum 25.
Ancora sulla scia del Boccaccio, ma con ben superiore
dottrina e ampiezza di concezione, si muove il primo grande
mitografo del Cinquecento, Lilio Gregorio Giraldi 26. Nato
nel 1479 a Ferrara, citt in cui compie i primi studi, sin da
giovane viaggia molto: dapprima a Napoli (forse tra il 1502
e il 1503), dove stringe amicizia con Jacopo Sannazzaro e
Gioviano Pontano, per poi soggiornare a Mirandola e a Carpi, ospite di Gianfrancesco Pico della Mirandola. Nel 1507
si trasferisce a Milano, allo scopo di perfezionare lo studio
del greco con Demetrio Calcondila; e in questa circostanza
ha come compagno di studi Giovangiorgio Trissino. Quindi,
divenuto precettore del futuro cardinale Ercole Rangone, nel
1508 lo segue a Roma, ove gode del favore di tre papi (Leone
X, Adriano VI e Clemente VII), ma senza riuscire a conseguire le cariche forse sperate, ad eccezione di quella non di primo piano di protonotario apostolico. La sua carriera sembra
tuttavia avviata verso traguardi pi elevati quando il sacco di
Roma (1527) lo priva di ogni bene, compresi gli amatissimi
libri. Dopo qualche mese muore anche il suo protettore: e
Giraldi, dopo un breve e infelice soggiorno a Bologna, torna
24
Theologia mythologica, videlicet de nominum deorum gentilium ratione, de
imaginibus aut formis (...) ex doctissimorum virorum promptuario in compen
dium congesta labore Pictorii Vill., Freiburg im Breisgau 1532.
25
De apotheosi tam externarum gentium quam Romanorum deorum libri
tres nomina imagines et earundem imaginum complectentes allegorias auctore
D. Georgio Pictorio Villingano apud regiam curiam Ensishemii doctore Medi
co, Basel 1558.
26
Per la biograia del Giraldi va innanzitutto segnalato, per antichit
e completezza, G. Barotti, Memorie istoriche di letterati ferraresi, I, Ferrara
17922, pp. 328-364. Cfr. inoltre G. Tiraboschi, Storia della letteratura
italiana, IV, Milano 1833, pp. 23-25, e, recentissimo, il proilo di S. Fo,
s.v. Giraldi, Lilio Gregorio, in Dizionario biograico degli Italiani, 56, Roma
2001, pp. 452-455.

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da Gianfrancesco Pico, che gli assicura alcuni anni di serenit


operosa. Pico viene trucidato da Galeotto Fratello nel 1533:
Giraldi, dopo aver rischiato di perdere anchegli la vita in
quella circostanza, nuovamente spogliato di ogni avere e
deve far ritorno a Ferrara. Qui, povero e costretto a letto da
una dolorosa malattia, dedica gli ultimi anni di vita alla redazione del De deis gentium; muore nel 1552.
Giraldi scrive molto, e su molti argomenti: la sua opera letteraria completa, pubblicata nel 1580 a Basilea in due grossi
volumi in folio, annovera titoli quali il Philosophiae Pythagoreae
symbolorum interpretatio, le Historiae poetarum tam graecorum
quam latinorum dialogi decem (1545), il De poetis nostrorum
temporum (1551), e persino un dialogo De venatione accipitrum
ceterarumque avium rapacium (1553). Ma il capolavoro della
maturit, in cui si riversa tutta una vita di studi, il trattato
De Deis Gentium varia et multiplex historia in diciassette Syntag
mata (cio libri) nei quali, come recita il frontespizio dellopera, simul de eorum imaginibus et cognominibus agitur, plurimaque etiam hactenus multis ignota explicantur, et pleraque
clarius tractantur. Giraldi, come si vede, promette molto al
lettore, dispiegando una mole di conoscenze davvero impressionante, e difatti lindice degli autori citati comprende ben
471 nomi. Ma lopera tuttaltro che unesposizione chiara ed
esaustiva della religione antica: molti racconti sono spesso riferiti in forma sbrigativa o imprecisa, oppure omessi del tutto,
e in compenso troppo spazio viene riservato alla speculazione
etimologica sui nomi delle divinit, alle teorie antiche sullorigine di taluni culti e alla descrizione delle caratteristiche
degli di minori. Lorganizzazione interna del materiale rende
inoltre il De Deis gentium di scomoda consultazione: i singoli
Syntagmata, infatti, non sono suddivisi in capitoli, e cos il
lettore costretto a cercare le informazioni desiderate con il
solo ausilio degli indici tematici e dei titoli dei singoli libri,
quali De Iove, Belo, Ammone, et caeteris (libro II), De Iunone,

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Hymenaeo, et Thalassio (libro III), De Coelo, Saturno, Rhea,


Magna matre, de Bona dea, De Vesta, de Iano et Vertuno deis
(libro IV), etc. Giraldi inoltre mosso da un intento essenzialmente classiicatorio: il suo interesse per le divinit del
mondo classico si limita alle genealogie, ai caratteri essenziali
e agli epiteti, senza alcuna curiosit, com stato giustamente
notato 27, per i miti in quanto espressione e rappresentazione
della religiosit antica.
La prima edizione dellopera viene pubblicata nel 1548 a
Basilea da Joannes Oporinus (Johann Herbster, 1507-1568),
un discepolo di Paracelso, docente di greco in quella citt, che
ebbe un ruolo importante anche nella diffusione degli scritti
di Lutero. Pur con i difetti accennati, il De Deis Gentium riscuote un discreto successo editoriale e viene ristampata per
circa un trentennio (Basilea 1560; Lione 1565; Basilea 1580).
Montaigne, che negli Essais (I 25) ricorda Giraldi tra gli
esempi di studiosi morti in povert, ne possedeva una copia,
annotata di suo pugno 28.
Nel 1556 la stamperia veneziana di Francesco Marcolini
imprime un testo destinato a immediata e duratura fortuna
(lultima edizione del 1674): Le imagini con la spositione de
i dei degli antichi di Vincenzo Cartari (1531-?), uno scrittore
vissuto prevalentemente a Venezia 29, che continu ad agM. Pastore Stocchi, Disegno queste imagini con la penna, in V.
Cartari, Le imagini de i dei de gli antichi, ed. a cura di G. Auzzas - F. Martignago - M. Pastore Stocchi - P. Rigo, Vicenza 1996, p. XV.
28
Oggi conservata a Parigi presso la Bibliothque Nationale de France
(coll. Z PAYEN - 490, Tolbiac - Rez de jardin - Magasin). Sulle annotazioni
di Montaigne cfr. da ultimo A. Legros, Dix annotations autographes, latines et
grecques, en marge du De deis gentium de Giraldi, exemplaire sign de lauteur
et conserv la BnF, in Journal de la Renaissance I, 2001, pp. 13-88.
29
Un prolungato soggiorno in Francia al seguito del cardinale Ippolito II dEste testimoniato anche dalleditore veneziano Gabriel Giolito
de Ferrari (in V. Cartari, Compendio dellHistorie di Monsignor Paolo
Giovio da Como Vescovo di Nocera, Venezia 1562, c. 2v; cfr. Pastore
27

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giornare lopera almeno sino alledizione del 1587, lultima


a recare aggiunte e varianti sostanziose. Il manuale di Cartari
non potrebbe essere pi distante dallenciclopedia giraldiana:
come gi preannuncia il titolo, infatti, ci che interessa allautore sono le imagini, cio le rappresentazioni con cui gli
antichi hanno risposto il bisogno umano di dare un volto al
divino, di rivolgersi a lui non solo con la mente e il cuore, ma
anche con gli occhi:
E bench si dica che la ragione principalmente fa luomo
differente dagli animali bruti, nondimeno si vede che anco
innanzi a luso di questa la religione si mostra in lui, come
che naturalmente accompagni lanimo umano (...). E da
questo ancora, dicono, viene che quando qualche gran cosa
si presenta di bene o di male, subito, prima che farne altra
considerazione, luomo alza gli occhi al cielo e spesso anco
le mani insieme giunte, quasi che naturalmente senta che
di l s viene ogni bene e ne voglia perci rendere grazie e
laude a chi lo manda, e che di l parimente ha da aspettare
aiuto contra ogni male e perci lo dimandi umilmente in
quel modo: che sono tutti effetti di religione, la quale fa
amare e temere Dio, che non si pu fare per senza averne
qualche cognizione 30.

Il mondo classico per Cartari una terra di simulacri. Egli


sa di popoli interi, come i Giudei, i Persiani, gli Sciti o gli
antichi Germani, e di singoli uomini Antistene, Senofonte,
Senofane, Trismegisto, Licurgo, Numa i quali ritenevano
sacrilego o vano tirare le cose divine et immortali alla similitudine delle mortali et umane 31; ma da quando Omero ed
Stocchi, op. cit., p. XXII). Sulla vita e la produzione letteraria di Cartari
cfr. M. Palma, s.v. Cartari, Vincenzo, in Dizionario biograico degli Italiani,
20, Roma 1977, pp. 793-796.
30
Cartari, Le imagini de i dei de gli antichi, cit., p. 3 s.
31
Ibid., p. 7.

natale conti e la divulgazione...

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Esiodo dallEgitto hanno introdotto fra i Greci, che sino ad


allora avevano adorato gli dei senza nominarli, la progenie
de i dei con molti cognomi et a quelli diedero diverse arti e
varie forme, le loro citt si sono riempite di statue:
Vedesi poi quanto piacere pigliassero gli antichi delle statoe dal gran numero di quelle, perch scrive Plinio che in
Rodo ne furono pi di tre mila, n punto manche in Atene, in Delfo et in altri luochi della Grecia. E non furono i
Romani in questo manco ambiziosi de i Greci, percioch
ebbero tante statoe che fu detto essere in Roma un altro
popolo di pietra 32.

Per identiicare attributi e caratteristiche degli innumerevoli abitanti del pantheon antico Cartari ricorre quasi sempre
a fonti letterarie, sia latine che greche (soprattutto Pausania,
ma anche Omero, Plutarco, Senofonte); queste ultime, per,
le legge in traduzione. Le Imagini, si badi, non sono le illustrazioni, che correderanno il volume solo a partire dalledizione
del 1571, ma la descrizione verbale delle caratteristiche isiche
degli dei: tanto che il Marcolini, nella premessa della prima
edizione, scrive che forse ancora i poeti et i dicitori di prose
non i pittori o gli scultori, come si potrebbe immaginare ne trarranno giovamento, perch quelli e questi hanno
bisogno spesso di descrivere qualcuno de i dei degli antichi e
di raccontare tutti i suoi ornamenti 33. Cartari va comunque
ben oltre gli intenti utilitaristici del proprio editore e tratteggia i miti greci e latini con una vivezza che ricorda le pagine
pi felici di Natale Conti, a cominciare dalla lettera dedicatoria al cardinale Luigi dEste: nella quale, per cattivarsi la
benevolenza del suo protettore, egli cita, ad esempio, lusanza
persiana di porgere al sovrano un piccolo dono ogni volta che
32
33

Ibid., p. 13.
Cfr. ancora Pastore Stocchi, art. cit., pp. XXXIV-XXXVIII.

270

virgilio costa

lo incontrassero, e perci scontratosi uno un d nel suo re,


non avendo alcuna cosa da potergli offerire, corse al iume
subito e con le cave mani gli offerse quanta acqua pot tenere.
La quale cosa al re fu gratissima avendo maggiore risguardo al
divoto affetto di colui che alla cosa offerta.
E veniamo inalmente a quello che si pu deinire il principe dei mitograi del Cinquecento, Natale Conti. A dispetto
di una certa scarsit di notizie biograiche, si pu dire che
tutto, nella sua formazione di erudito e di letterato, lo predisponesse allimmenso compito della maturit. Nato a Milano
verso il 1520, ancora ragazzo si trasferisce con la famiglia a
Venezia, dove apprende sia il latino che il greco. Debutta
presto nel campo degli studi eruditi e della poesia: del 1547
il De quatuor anni temporibus, del 1550 la Myrmicomyomachia
(un poemetto eroicomico alla maniera del Folengo) e il Peri;
wJrw`n, dedicato ad uno dei suoi inluenti protettori, Cosimo
de Medici. Ma agli interessi letterari Conti afianca presto
unoperosissima attivit di traduttore dal greco; a lui si debbono infatti le prime versioni latine dei Deipnosoisti di Ateneo
(Venezia 1556), del De iguris sententiarum ac elocutionum di
Alessandro Soista (ibid. 1556), del De elocutione di Demetrio
Falereo (ibid. 1557), del De genere demonstrativo di Menandro
di Laodicea (ibid. 1558), del Libellus de luviorum et montium
nominibus di Plutarco (Basilea 1560). Coltiva anche il genere
didascalico suoi sono il De venatione, un poemetto in quattro libri (Venezia 1551) che attinge anche a fonti antiche,
tra cui Senofonte, e un trattato De terminis rhetoricis (Basilea
1560) e quello storico, scrivendo una breve monograia sullassedio turco a Malta 34 e un compendio in ben trenta libri
Commentarii Hieronymi Comitis Alexandrini de acerrimo, ac omnium
dificillimo Turcarum bello, in insulam Melitam gesto, Anno MDLXV. Addita
sunt locorum intervalla, necnon mensurae, & obiter obscuriorum locorum expli
cationes. Cum Indice rerum omnium locupletissimo, Venetiis 1566. Malgrado
la soscrizione Hieronymus Comes Alexandrinus, non v dubbio che lopera
34

natale conti e la divulgazione...

271

della storia italiana ed europea dal 1545 al 1580 35; la morte lo


coglie probabilmente nel 1582 36.
Lopera pi ambiziosa del Conti, le Mythologiae sive expli
cationes fabularum, in dieci libri, viene pubblicata nel 1568
a Venezia da un editore ignoto 37 in veste tipograica assai
elegante, ma piena di errori di stampa e sviste pi o meno
gravi 38. Ci che colpisce, gi a una prima lettura, labappartenga a Natale Conti, e non al poeta Girolamo Alessandrini: cfr. in
proposito H.A. Balbi, Some bibliographical Notes on the irst Book printed on
the Siege of Malta (1565), Malta 1932, pp. 24-27.
35
Historiarum libri X, Venetiis 1572; II ed. Historiarum libri XXX, Venetiis 1581. Di altri tre libri, aggiunti dal Conti negli ultimi anni di vita,
si perduta traccia nelloriginale. Sono per conservati nella traduzione
italiana delle Historiae pubblicata a Venezia nel 1589 dal Saraceni.
36
Sulla biograia di Natale Conti cfr. innanzitutto Tiraboschi, op.
cit., p. 25 s.; R. Ricciardi, s.v. Conti (Comes, Comitum, De Comitibus),
Natale (Hieronymus), in Dizionario biograico degli Italiani, 28, Roma 1983,
pp. 454-457, con ricca bibliograia. Tra gli studi ivi non citati: J. Mulryan,
Venus, Cupid and the Italian Mythographers (Boccaccio, Giglio Gregorio
Giraldi, Natale Conti, in Humanistica Lovaniensia XXIII, 1974, pp.
31-41; P. Gallacher, Shame and Recognition Scene in Coluccio Salutati and
Natale Conti, in Acta conventus neolatini Amstelodamensis. Proceedings of
the Second International Congress of NeoLatin Studies (Amsterdam, 19-24
August 1973), Mnchen 1979, pp. 426-439; J. Mulryan, Translations and
Adaptations of Vincenzo Cartaris Imagini and Natale Contis Mythologiae:
the Mythographic Tradition in the Renaissance, in Canadian
Canadian Review of Comparative Literature VIII, 1981, 2, pp. 272-283; A. Moreno Garrido, La
Mitologa de Natale Conti, traducida por Montlyard, revisada y aumentada por
I. Baudoin, Paris, 1627, in Cuadernos de arte de la Universidad de Granada 23, 1992, pp. 231-244.
37
Il volume non reca alcuna indicazione in proposito; le marche presenti
nel frontespizio e nellultimo foglio fanno pensare che si tratti di Comin da
Trino di Monferrato (cfr. E. Vaccaro, Le marche dei tipograi ed editori italiani
del secolo XVI nella Biblioteca Angelica di Roma, Firenze 1983, p. 256 s.).
38
Unedizione del 1551 menzionata da Schoell (op. cit., pp. 23 e
26), una del 1561-1564 da Tiraboschi (op. cit., p. 26). Di entrambe, per,
oggi non resta traccia: congettura di Ricciardi (art. cit., p. 455) che, se
mai siano realmente esistite, possano in realt essere degli abbozzi della

272

virgilio costa

bondanza di citazioni greche, che lautore correda sempre di


traduzione latina; ma poi ci si rende conto che il pregio maggiore del libro, quello che insieme alla limpidezza narrativa
ne determiner il larghissimo successo commerciale, la
razionalit dellimpianto: allinterno dei singoli libri, infatti,
la materia distribuita in capitoli (solitamente di cinque o
dieci pagine), ciascuno dedicato a una sola divinit; perci
anche senza ricorrere agli indici tematici di cui lopera
riccamente corredata si riesce quasi sempre a rintracciare le
informazioni desiderate. Diversamente insomma del De deis
gentium di Giraldi, nel quale una superba dottrina ilologica
veniva spesso riversata in interminabili e sterili elencazioni
etimologiche, a scapito della scorrevolezza e talora dellintelligibilit stessa dei miti, le Mythologiae di Natale Conti nutrono a buon diritto lambizione di essere come annuncia
il frontespizio della prima edizione un opus non tantum
humanarum, sed etiam sacrarum literarum et Philosophiae
studiosis perutile, ac prope necessarium 39.
Naturalmente, anche nelle Mythologiae lerudizione abbonda, e orientarsi nella selva di nomi sciorinati dallautore, con
generosit almeno pari a quella dei predecessori, non facile.
Il compito reso pi complesso dal fatto che quando si dubita
della correttezza di una citazione quasi mai si pu ricorrere
vera prima edizione, quella del 1568; ma nel caso delledizione 1551 si
pu anche pensare a una svista di qualche biografo contiano, perch in
quel medesimo anno la tipograia aldina pubblic il De venatione: cfr. A.A.
Renouard, Annales de limprimerie des Alde, ou Histoire de trois Manuce et
de leurs ditions, Paris 19343, p. 152.
39
Il frontespizio completo recita: Natalis Comitis Mythologiae, sive Expli
cationes fabularum libri decem. In quibus omnia prope Naturalis et Moralis phi
losophiae dogmata sub antiquorum fabulis contenta fuisse demonstrantur. Cum
locupletissimis indicibus eorum scriptorum, qui in his libris citantur, rerumque
notabilium, et multorum nominum ad fabulas pertinentium explicationibus.
Opus non tantum humanarum, sed etiam sacrarum literarum et Philosophiae
studiosis perutile, ac prope necessarium. Cum privilegio. Venetiis MDLXVIII.

natale conti e la divulgazione...

273

per un controllo incrociato al De Deis gentium o alle Imagini,


a causa della quasi programmatica indipendenza contiana dai
propri colleghi; se infatti Cartari riconosce il proprio debito
con Giraldi, Conti allopposto scrive: admirabile quiddam
profecto mihi videri solet, cur nullus ex antiquis scriptoribus
ad hanc usque diem universam insignium fabularum explicationem susceperit 40. Si tratta di una dichiarazione oggettivamente mendace, dal momento che la prima edizione delle
Mythologiae si colloca a ventanni esatti dal De deis gentium e
a pi di un decennio dalle Imagini; ma bisogna anche pensare
che quando Conti aveva cominciato a redigere lopera, la cui
stesura dovette protrarsi per un arco di tempo molto lungo,
forse gli altri due manuali non erano ancora stati pubblicati.
Non si pu in ogni caso concordare con Seznec, secondo cui
Giraldi, anteriore agli altri due, li ha certamente inluenzati, perch il semplice confronto tra le fonti di Lilio Gregorio
Giraldi e quelle di Natale Conti prova che il secondo aveva
lavorato in modo autonomo.
Limmediato successo delle Mythologiae induce un prestigioso tipografo di Francoforte, Andreas Wechel,, a progettarne una nuova edizione, interamente rivista, che appare nel
1581. Natale Conti larricchisce con molte nuove citazioni,
sostituendo altres la dedica a Carlo IX, morto sette anni
prima, con quella al bolognese Giovanni Battista Campeggi
(1507-1583) 41, vescovo designato della diocesi di Maiorca
(che non visiter mai) e generoso protettore di artisti e letterati, tra i quali il Giraldi 42. Wechel afida la revisione del testo
Myth. I 1.
Su cui A. Prosperi, s.v. Campeggi, Giovanni Battista, in Dizionario
biograico degli Italiani, 17, Roma 1974, pp. 445-449.
42
In realt, Carlo IX non aveva mai ricevuto le Mythologiae. Natale
Conti ne fornisce la ragione nella dedica al Campeggi premessa alledizione wecheliana: Dicaveram libros hos Mythologicos Serenissimo Gallorum
Regi Carolo Nono fel. mem. tamquam munus non plane regia celsitudine in
40

41

274

virgilio costa

a due esperti ilologi, Jean Obsope e Friedrich Sylburg,, rispettivamente per la parte latina e quella greca. Tra i due, il pi
noto certamente Sylburg,, che a questepoca ha quarantacinque anni. In giovent era stato discepolo del grande Henri
Estienne e aveva contribuito alla redazione del Thesaurus
Graecae Linguae (I ed. Parigi 1572), ma nel 1581, pur essendo
gi uno dei massimi grecisti dEuropa, deve ancora pubblicare i lavori maggiori: Erodoto (1584), Dionigi di Alicarnasso
(1586), Aristotele (1584-1587), gli Scriptores Historiae Roma
nae (1588), il Peri; suntavxew~ di Apollonio Discolo (1590) e
lEtymologicum Magnum Graecum (1594), per i tipi di Wechel;
quindi, dopo il trasferimento a Heidelberg, Clemente Alessandrino (1592), Giustino (1593), l Ellenikw`n qerapeutikh;
paqhmavtwn di Teodoreto (1592), gli Scriptores de Re Rustica
(1595) e i poeti gnomici greci (1597) presso il Commelin 43.
I due revisori assolvono il compito in tempi necessariamente brevi, ma con scrupolo. Nelle Notae alle Mythologiae
Sylburg, dopo aver dato conto di alcuni emendamenti al testo,
esprime il proprio rammarico di non poter vedere con i propri
occhi i tanti codici antichi consultati da Natale Conti:
Haec sunt quae in Graecis autorum verbis recognoscendis
animadverti. de quibus perlubenter cum ipso Natale per
literas, lubentius coram, si ieri potuisset, contulissem, oculosque meos et animum pavissem variorum autorum intuitu,
dignum, ut in quibus omnia sapientiae praecepta contineantur tam ad mores,
quam ad naturam huiusce universi spectantia. sed bellici tumultus de religione
in universa prope Gallia insurgentes ita illum Regem vexarunt dum imprime
rentur, ut ad quidvis potius, quam ad literarum cognitionem oculos detorquere
liceret. inde effectum est, ut neque tunc missi sint ad Regem, ut importune
inter arma ubique obstrepentia: neque postea, ut res iam inveterata, et in ma
nibus omnium diu versata.
43
Cfr. J.E. Sandys, A History of Classical Scholarship, II, Cambridge
1908, p. 270 s.; F. Koldewey, s.v. Sylburg: Friedrich, in Allgemeine deutsche
Biographie, 37, Berlin 1894, pp. 282-285.

natale conti e la divulgazione...

275

quos Natali videre, nobis audire tantum contigit. sed quum


et temporis brevitas, et viae longitudo hanc mihi felicitatem
inviderit, oro et ipsum Dn. Natalem, et aequos lectores, ut
quod amore reip. factum a me est, in bonam partem interpretentur: simul etiam ignoscant ubi me Lynceum acumen, et
Chironia manus defecit.

un passo che fa rilettere. Sylburg non ha potuto controllare autopticamente e se ne rammarica con tono pi serio
che faceto i tanti autori antichi menzionati da Conti: glielo
hanno impedito la temporis brevitas e la distanza. Neppure il
suo intervento redazionale, dunque, pu infatti essere segnato
a favore della genuinit dei passi trditi esclusivamente dallerudito veneziano; ma su questo torneremo.
Natale Conti assai soddisfatto del lavoro di revisione.
In una lettera alleditore del 3 dicembre 1581, anchessa
allegata alledizione wecheliana delle Mythologiae, deinisce
Sylburg uomo di grande erudizione e intelletto e quasi un
co-autore dellopera:
Si contigerit ut volumen denuo imprimatur, oro eundem
Sylburgium ut tamquam compater operis pro suo optimo
iudicio, si quid amplius erratum est in curia impressorum aut
varietate lectionum depravatum, corrigere illud ne vereatur:
quia non feram iniquo animo mea scripta purgatiora melioraque ad praesentium posterorumque utilitatem edi: atque in
primis quum illud iet ab amico animo et doctissimo viro.

Ledizione delle Mythologiae curata da Sylburg e Obsope


rappresenta effettivamente un notevole passo avanti rispetto a quella del 1568; spiace solo che lindice degli autori sia
privo dei rinvii alle pagine (presenti invece nelledizione veneziana), cosa che rende faticosissimo rintracciare nel testo
il passo di un determinato autore: ed invece signiicativo
che lindicazione della pagina sia presente nellIndex rerum

276

virgilio costa

memorabilium, quello pi interessante per chi voglia trarne


ispirazione a ini artistici. Comunque, a tanti innegabili sforzi corrisponde un successo commerciale al di l di ogni previsione, e le Mythologiae si diffondono in tutta Europa, specialmente in Germania, Francia e Inghilterra, contribuendo
a incrementare la curiosit e linteresse per la religione degli
antichi. Ma Andreas Wechel non fa in tempo a godere dei
frutti economici delle nuove Mythologiae, morendo il 1
novembre di quello stesso anno.
Al 1583 risale unedizione pirata dellopera, stampata a
Parigi per i tipi delleditore Sittard. giusto ricordarla per due
ragioni: in primo luogo perch anchessa trova facile accoglienza in Italia, e poi perch le edizioni wecheliane successive conterranno tutte unavvertenza al lettore contro il testo
parigino. E in realt, davvero Sittard aveva agito con disinvoltura: procuratosi dal re un monopolium decennale, ovvero
un permesso esclusivo di pubblicazione in Francia, simula una
revisione del testo, afidandola a parole al naturalista (!)
Geoffroi Linocier, il quale nella prefazione sostiene di aver
notevolmente migliorato sia il testo latino che quello greco,
mentre in realt si limita a trascrivere e anche con una certa
sciatteria la versione wecheliana emendata. Lunica novit
delledizione parigina il Mythologiae Musarum Libellus, un
breve saggio dello stesso Linocier proposto come appendice
e integrazione alle Mythologiae del Conti; gli eredi del Wechel, Jean Aubri e Claude Marni, per vendicarsi di Sittard,
ne accluderanno copia naturalmente senza chiedere alcuna
autorizzazione in tutte le posteriori ristampe francofortane.
La fortuna delle Mythologiae, come s detto, travolgente e duratura. A partire dal 1581 lo Schoell elenca quattro
edizioni a Francoforte (1581, 1584, 1585, 1596), tre a Parigi
(1583, 1588, 1605), sei a Ginevra (1596, 1612, 1618, 1620,
1636, 1651), due ad Hanau (1605, 1619), due a Padova
(1616, 1637), una a Lione (1602) e unaltra lultima ad

natale conti e la divulgazione...

277

Hannover (1669). La profondit della dottrina, la vastit del


disegno, la sapiente distribuzione dello sterminato materiale e la completezza degli indici tematici, tuttavia, spiegano
solo in parte un simile successo: il manuale di Natale Conti
ci appare infatti come il pi aderente allo spirito del tempo,
che cerca nelle favole degli antichi il recondito signiicato
morale, la verit perenne, capace di forgiare i costumi e indirizzare lazione. Ma questa concezione, gi presente nelle
opere di taluni padri della Chiesa e poi comune nel Medioevo, si colora nel mitografo veneziano di una sfumatura
nuova: se il passato aveva creduto che i miti antichi fossero
una rappresentazione primitiva e rozza delletica naturale,
per Conti essi sono il frutto di unintenzionale dissimulazione dei precetti della ilosoia. Le favole degli antichi scrive
infatti allinizio del primo libro non vanno solo narrate,
ma devono soprattutto essere spiegate,
atque id eo magis quod universa philosophiae praecepta
sub his ipsis fabulis antiquitus continebantur: quippe cum
non ita multis annis ante Aristotelis, et Platonis, et caeterorum philosophorum tempora, omnia philosophiae dogmata
non aperte, sed obscure sub quibusdam integumentis traderentur. Graeci enim cum occultam philosophandi rationem
ab Aegyptiis in patriam adduxissent, ne res admirabiles in
vulgus ederentur, quod illis male perceptis ab religione, et
ab omni probitate plerunque id facile desiscat; et ipsi per
fabulas philosophari clam caeperunt 44.

Il mito dunque uno scrigno che rinserra la sapienza degli


antichi. Ma da quando si cominciato a ilosofare senza dissimulazioni, il signiicato nascosto di quelle leggende stato
dimenticato, n alcuno ha pi tentato di svelarne i segreti:
44

Myth. I 1.

278

virgilio costa

deinde cum sequentibus temporibus res fuisset denudata,


omnisque recta philosophandi ratio ex his in lucem educta,
pauci fabulas, antiquum philosophiae domicilium, ut ita dicam, respexerunt: easque modo vanam theologiam stultorum
hominum, modo aniles nugas, futiliaque mendacium poetarum igmenta fuisse crediderunt. (...) haec una res fuit, ut ego
quidem sentio, ignoratio fabularum artiicii scilicet, cur nemo
postea fabulas has explicandas susceperit (...). hoc autem eo
magis est mirabile, quod neque poetarum, neque philosophorum, neque ullorum scriptorum sententias sine hac diligenti
fabularum investigatione percipere recte possumus 45.

Da ogni pagina delle Mythologiae, e soprattutto da quelle


del decimo libro, che reca lintestazione Quod omnia philo
sophorum dogmata sub fabulis continebantur, traspare la fede del
Conti nellutilit dei miti antichi e nella possibilit di recuperarne il valore etico e religioso:
Veruntamen nequis illud a nobis expectaret, quod scribentibus iniucundum, legentibusque foret inutile; nullas
hominum in arbores mutatorum, aut in corpora vel sensu
vel ratione carentia afferemus interpretationes: nisi quae
utiliter afferri poterunt; nullamque habebimus fabularum
illarum rationem, quae insulse fuerunt a nonnullis excogitatae. neque portenta rursus, aut prodigiosa monstra
adducere conabimur ad ingeniosum naturae opiicium; cum
eas tantum fabulas simus explanaturi, quae homines ad
rerum coelestium cognitionem erigunt; quae instituunt ad
probitatem; quae deterrent ab illegitimis voluptatibus; quae
patefaciunt arcana naturae; quae vel ad scientias denique
rerum necessarium humanae vitae, vel quae ad integritatem
perducant, et quae plurimum faciunt ad optimos quosque
scriptores recte intelligendos 46.
45
46

Ibidem.
Ibid.

natale conti e la divulgazione...

279

Ancora qualche cenno sullaccoglienza delle Mythologiae


in alcuni paesi europei. In Spagna il trattato di Natale Cont
inluenzer, soprattutto per la concezione dei miti antichi
come integumenta di precetti morali, la Philosophia secreta di
Juan Prez de Moja 47 e il popolarissimo Teatro di Baltasar De
Victoria 48. Della Francia, e del grande successo arriso alla
versione del Sittard, si detto: in pi baster rammentare
la traduzione delle Mythologiae in volgare curata da Jacques
de Montlyard (Parigi 1599) 49 e le molte afinit tra Conti
(naturalizzato oltralpe come Nol Le Comte) e i poeti della
Pliade, come la fede nel valore educativo delle fabulae antiche e lattenzione per le divinit orientali 50. Il ruolo dei
manuali italiani nellaffermazione in Inghilterra di una letteratura infarcita di citazioni classicheggianti stato messo
in luce soprattutto da Franck L. Schoell e Jean Seznec: il
primo rivelando lentit del debito di George Chapman con
Conti, tacitamente parafrasato in varie opere 51, il secondo
richiamando un passo delle Satires di John Marston, in cui il
poeta, dicendosi confuso dagli oscuri enigmi e dagli intricati
oracoli di cui gli altri letterati le proprie creazioni, domanda
un index poetico che lo aiuti a decifrarli: Reach me some
J. Prez de Moja, Philosophia secreta donde debajo de historias fabulosas
se contiene mucha doctrina provechosa a todos estudios, con el origen de los
idolos, o dioses de la gentilidad, Madrid 1585.
48
B. De Victoria, Teatro de los dioses de la gentilidad, Salamanca 1620.
49
Con ristampe a Lione nel 1604, 1607 e 1612, a Rouen nel 1611, a
Parigi nel 1627 (questultima unitamente alla traduzione del Syntagma de
Musis di Giraldi e, in forma compendiata, delle Imagini di Cartari).
50
Su cui cfr. specialmente Seznec, La sopravvivenza degli antichi dei, cit.,
pp. 366-369.
51
Cio nei poemetti Hymnus in Noctem e Hymnus in Cyntiam (pubblicati insieme nel 1594 col titolo The Shadow of Night), nellOvids Banquet of
Sense, del 1595, e nellAndromeda Liberata, del 1604: cfr. Schoell, art. cit.,
pp. 31-41, ove anche rivelato (p. 25) il debito di Chapman verso Giraldi,
citato nel primo atto del Bussy dAmbois (I 1, 113-117).
47

280

virgilio costa

poets index that will show,, Imagines deorum, Book of Epithets, Natalis Comes (...) 52.
Giunti al termine di questa veloce incursione nella produzione mitograica di Natale Conti va fatta ancora qualche
considerazione sulle fonti delle Mythologiae. Cominciamo
da qualche dato concreto: nelledizione wecheliana del
1581 lindice degli autori comprende 380 voci: un numero
non elevatissimo, rispetto alle 471 del De deis gentium, ma
i Greci prevalgono sui Latini, e degli autori pi noti, come
Aristofane, i tragici, Platone, Teocrito, Plutarco o Luciano,
citato un numero di opere maggiore. Sulle prime, tale dispiegamento di erudizione non pu non sorprendere; ma poi,
essendo quasi impossibile controllare le citazioni una ad una
anche solo quelle degli autori noti comprensibile che
poco alla volta lo stupore ceda il passo alla difidenza, e la
difidenza allo scetticismo pi totale.
Per di pi Conti menziona, come si accennato, anche
opere e scrittori non altrimenti attestati. Egli costituisce,
ad esempio, lunica nostra fonte per diversi frammenti degli
attidograi; baster ricordare, oltre ai passi di Melanzio individuati da Claudia Liberatore 53, i due di Androzione 54, i tre
di Fanodemo 55, i cinque di Filocoro 56, lunico di Istro 57. Ora,
Seznec, La sopravvivenza degli antichi dei, cit., p. 372 e note 80-81.
Le Imagines deorum sono, ovviamente, il manuale di Cartari; il Book of
Epithets, osserva Seznec (nota 81), forse lEpithetorum opus absolutissimus
di Jean Texier.
53
Myth. I 2; II 10; VII 12, su cui cfr., in questo stesso volume, il contributo di Claudia Liberatore (Nuovi frammenti dellattidografo Melanzio in
Natale Conti?).
54
Myth. I 10 (= FGrHist 324 F70); V 8 (= FGrHist 324 F71).
55
Myth. IX 10 (= FGrHist 325 F5); IX 18 (= FGrHist 325 F5bis).
56
Myth. I 10 (= FGrHist 328 F81); IX 18 (= FGrHist 328 F82); V 5
(= FGrHist 328 F84b); III 16 (= FGrHist 328 F103); VII 6 (= FGrHist
328 F228).
57
Myth. V 2 (= FGrHist 334 F54).
52

natale conti e la divulgazione...

281

la presenza nellopera di Natale Conti di questo materiale


consente di formulare tre ipotesi: 1) che egli avesse accesso a
codici di scoli o lessici successivamente andati perduti; 2) che
i passi controversi non siano genuini, ma che la falsiicazione
sia nata con i repertori medievali cui Conti potrebbe aver
avuto accesso; 3) che lautore delle Mythologiae sia egli stesso
uno spregiudicato, ancorch abile, falsario. Esaminiamo gli
argomenti a favore e contro ciascuna soluzione.
1) In linea di principio, possibile (ma improbabile)
che Conti, vivendo a Venezia, cio nella citt europea a pi
forte vocazione orientale, abbia potuto mettere le mani su
esemplari di opere greche provenienti dallo scomparso impero bizantino; un tenue indizio del fatto che egli praticasse
il commercio librario con lOriente potrebbe ravvisarsi nel
possesso di un manoscritto in dialetto cipriota, oggi conservato a Venezia, contenente poesie damore e databile
approssimativamente al XVI secolo 58.
2) Questa seconda ipotesi si regge, in effetti, su due presupposti: che Natale Conti non abbia sempre consultato i testi
originali delle centinaia opere citate, ma si sia tacitamente
servito anche di sillogi precedenti; b) che allepoca non fosse
semplice riconoscere i tanti falsi di provenienza greca, alimentati proprio dalla crescente domanda di letteratura classica in
Europa. Si pensi al cosiddetto Violario di Eudocia Augusta (XI
sec.), giudicato autentico ancora nel 1880 da Iohann Flach,
curatore delledizione teubneriana, ma in realt composto da
Costantino Paleocappa alla met del XVI secolo 59; oppure
al famoso codice Vindobonense Hist. Gr. 98, che contiene un
58
Presso la Biblioteca Marciana: n. XXXII, classe IX. Unedizione parziale fu curata da . Legrand, Bibliothque grecque vulgaire, II, Paris 1881,
pp. lxiv-lxvi (Introduction) e 58-93.
59
P. Pulch, Zu Eudocia. Constantinus Palaeocappa, der Verfasse des Vio
lariums, in Hermes 17, 1882, pp. 177-191.

282

virgilio costa

catalogo compilato da Theodosios Zygomalas tra il 1575 e


il 1576, su commissione del celebre ilologo di Tbingen Martin Krausz di manoscritti di autori antichi nelle biblioteche
costantinopolitane, in cui si leggono i nomi di Menandro, Filemone, Androzione, Filocoro, Eforo, Teopompo: ed inutile
aggiungere che di quei prodigiosi volumi, uno solo dei quali
avrebbe arricchito il suo scopritore, nessuno in Occidente
riusc mai a vedere una pagina 60.
3) Resta la possibilit che Natale Conti abbia inventato
di sana pianta gli autori, i titoli o i passi di cui le Mythologiae
sono lunica fonte. Si tratta di una tesi estrema, che ha i suoi
sostenitori, ma che neppure Jacoby sposa senza riserve, se
vero che a volte egli inserisce questi passi tra gli zweifelhaftes
und unechtes, a volte tra quelli di sicura autenticit 61. La tesi
della mendacit contiana fu compiutamente esposta agli inizi
del Novecento da A.G. Roos, in occasione di una caustica (e
un po sgradevole) recensione dei Fragmente der griechischen
Kultschriftsteller di Alois Tresp 62. Secondo Roos, tutte le volte
Leditio princeps del 1877: R. Foerster, De antiquitatibus et libris
manuscriptis constantinopolitanis commentatio, Rostochii 1877; ma una
traduzione latina, curata da Johannes Hartung, apparve a Strasburgo gi
nel 1575. Oggi ledizione di riferimento quella di K.G. Papazoglou,
Biblioqh`ke~ sth;n Kwnstantinouvpolh tou` IS aijw`na (kwvd. Vind. hist. gr.
98), Thessalonike 1983, pp. 159-213 (introduzione), 403-409 (testo), su
cui cfr. la recensione di J. Irigoin, in ByzZ LXXVIII, 1985, pp. 373-375.
La storia della commissione del codice allo Zygomalas narrata anche da
L. Canfora, Libri e biblioteche, in Lo spazio letterario della Grecia antica, II:
La ricezione e lattualizzazione del testo, Roma 1995, pp. 78-81.
61
Egli assegna a questa categoria i due frammenti di Androzione
(70-71), il fr. 30 di Fanodemo (ma non i frr. 5-5 bis), il fr. 228 di Filocoro
(ma non i frr. 81-82, 84b, 103). Lunico frammento di Istro (n. 54), che
per giunta il solo a tramandarci il titolo di unopera, il Peri; stefanw`n,
ritenuto, anche se con mille cautele, genuino.
62
A.G. Roos, De ide Natalis Comitis, in Mnemosyne 45, 1917, pp.
69-77.
60

natale conti e la divulgazione...

283

che Natale Conti costretto a citare una fonte anonima, o


priva di titolo, linformazione mancante viene supplita con
una congettura non dichiarata come tale, e quindi fraudolenta. A supporto di questa teoria vengono addotti diversi
esempi, che dovrebbero sortire leffetto, nelle intenzioni dello
studioso olandese, di risospingere deinitivamente il Conti
nelloltretomba 63; ma in realt solo in un paio di casi la dimostrazione effettivamente convincente 64. Due casi, tuttavia,
sono suficienti a proiettare unombra di sospetto anche sui
passi per i quali la bont delle attribuzioni contiane potrebbe
essere induttivamente sostenuta.
Tra queste soluzioni, allo stato attuale, non prudente operare una scelta deinitiva. Chi scrive pensa che sia errato tanto
concedere piena iducia a Natale Conti quando attribuirgli
la patente di falsario abituale: non bisogna infatti dimentiSuficiunt ea, opinor, ut intelligamus Natalem Comitem, virum
doctrinae gloriam concupiscentem, scientia, quam habebat auctorum veterum, abusum locos, quos ajnwnuvmo~ traditos invenisset, auctoris alicuius
nomine ditare et commenta sua pro antiquis venditare solitum esse, neque
igitur licere, si fragmentum aliquod vel auctoris nomen sola Natalis ide nitatur et praeter locos, de quibus egi, talia multa apud eum leguntur inter
veterum reliquias id admittere. Iam homo vafer in Orcum redeat, unde
invita Minerva nuper erat excitatus (art. cit., p. 77).
64
A proposito di Myth. V 8, in cui si afferma che secondo Androzione
nel libro sui sacriici e Dionisiocle in Italia sarebbero state erette statue
ai Sileni, rafigurati nellatto di versare vino negli otri, Roos mostra che
la notizia trdita anche dallEtymologicum Magnum (s.v. Kolwvneia),
ove per attribuita allo storico Carace di Pergamo (FGrHist 103);
Conti trae i due nomi dai Deipnosoisti di Ateneo, che conosceva bene
per averne curato, come si detto sopra, la prima traduzione latina. In
Myth. I 10 viene menzionato un certo Anticlide, che nel 74 libro dei
Novstoi ricordava lantico uso di puriicarsi da un omicidio immergendosi
nellacqua di un iume. Ora, anche questo Anticlide viene citato, e pi
di una volta, nei Deipnosoisti; e in un punto (Deipn. IX 384 d) le antiche
edizioni dellopera fornivano la lezione Antikleivdh~ d ejn eJbdomhkostw`/
ojgdovw/ Novstwn, oggi emendato in ejn hV.
63

284

virgilio costa

care che certe operazioni che oggi apparirebbero disinvolte


come il fatto di assegnare un passo anonimo a un autore
noto senza dichiarare che lattribuzione frutto di congettura,
oppure il rinviare a una sola fonte per informazioni attinte da
pi testi nel Cinquecento potevano apparire riprovevoli a
un ilologo rigoroso come lo Scaligero, ma forse non al pubblico cui le Mythologiae erano destinate. Se poi il progresso
degli studi mostrer che bisogna abbandonare lillusione che
Natale Conti ci abbia trasmesso schegge autentiche di una
tradizione perduta, ci resteranno le sue intuizioni sullorigine
di tante notizie adespote e la felicit narrativa di unopera che
meriterebbe di essere riedita 65.

Lultima edizione moderna di cui abbia notizia da tempo esaurita


(New York, Garland Publishing, 1976).
65

natale conti e la divulgazione...

Appendice 1
SOMMARIO DEL DE DEIS GENTIUM
DI LILIO GREGORIO GIRALDI

Syntagma I
De Deis in universum, et qui primi deos colere instituerunt,
et quam varie de deis philosophi senserunt.
Tum de deis Miscellaneis et Topicis, demum
quam varia et diversa a priscis pro deis culta sunt
Syntagma II
De Iove, Belo, Ammone, et caeteris
Syntagma III
De Iunone, Hymenaeo, et Talassio
Syntagma IV
De Coelo, Saturno, Rhea, Magna matre, de Bona dea,
de Vesta, de Iano et Vertuno deis
Syntagma V
De Neptuno, et uxore, et aliis deis aquaticis,
itemque de Nymphis, deque Aeolo et ventis
Syntagma VI
De Plutone et Proserpina, caeterisque Inferorum deis
Syntagma VII
De Apolline, et variis divinationum generibus,
et de Aesculapio et Musis, et Aurora
Syntagma VIII
De Baccho, et Osiride, et Priapo

285

286

virgilio costa

Syntagma IX
De Mercurio, et Somno, etc.
Syntagma X
De Marte, Bellona, Victoria, de Hercule,
deque Martis et Herculis uxoribus
Syntagma XI
De Minerva
Syntagma XII
De Diana, et Iside, et Latona
Syntagma XIII
De Venere, Cupidine, Gratiis, Adonide et Vulcano
Syntagma XIV
De Cerere, et Triptolemo
Syntagma XV
De Daemonibus, Geniis, Lemuribus, Laribus, Larvis,
Pane, Satyris, Themide, Lamiis, caeteris
Syntagma XVI
De Fortuna, multiplicique eius numine ac potestate,
de Nemesi Rhamnusia, et Adrastea
Syntagma XVII
De sacriiciis, de templis, sacerdotibus, et festivitatibus:
item de expiationibus, supplicationibus, lectisterniis, aliisque eiusmodi:
de mortuorum inferiis: demum particularis Sacriiciorum descriptio.

natale conti e la divulgazione...

Appendice 2
INDICE DEGLI AUTORI ANTICHI NEL DE DEIS
GENTIUM DI LILIO GREGORIO GIRALDI

Acestor
Acron
Actius Sannazarius
Acusilaus
Aelianus
Aelius Stilo
Aemylius Probus
Aeneas Sylvius
Aenopides
Aeschylus
Agatharchides
Agathius
Aglaosthenes
Agretas
Agretius grammaticus
Albricus
Alcaeus
Alciatus
Alexander ab Alexandria sive Neopolitanus
Alexander Aphrodisiensis
D. Ambrosius
Ammianus Marcellinus
Ammonius
Amphitheus
Anacreon
Anaxagoras
Anaxarchus
Annius
Anthes
Antimachus
Antipater
Apollodorus

Apollonius
Apollophanes
Apostolius
Appianus
Apuleius
Archematus
Archeus
Aratus, eiusque interpres
Archilochus
Arctinus
Arethus
Aristagoras
Aristarchus
Aristides Milesius
Aristippus
Aristodemus
Aristophanes
Aristoteles
Armenidas
Arnobius
Arpocration
Arrianus
Artemidorus
Asclepiades
Asconius
Athanasius
Athenagoras
Athenaeus
Athenocles
Atteus Capito
Aufustius
D. Augustinus
Ausonius

287

288
Autocrates
Bacchilides
Bandelus
Baptista Leo
Baptista Mantuano
Beda
Beroaldus
Bebius Macer
Bembus
Berosus
Bessarion
Boccatius
Boethius
Budaeus
Caelius Aurelianus
Caecilius Minutianus
Caelius Calcagninus
Caelius Rhodiginus
Caesar
Caius Iurisconsultus
Callixenus
Callias
Callimachus
Callinus
Callisthenes
Callistratus
Capitolinus
Carbilius
Cassiodorus
Cassius Hemina
M. Cato
Catullus
Cebes Thebanus
Censorinus
Cephisiodotus
Cesellius
Chalcidius
Charax
Chares Mitylenaeus
Charicides
Charon Lampsacenus
Cheraemon

virgilio costa
Cherilus
Chrysermus
Chrysostomus
Chrysippus
Cicero
Cincius
Claudianus
Cleanthes
Clearchus
Clemens Alexandrinus
Clemens Ponticus
Cleomedes
Clinias
Clytonymus
Cloacius
Columella
Conon
Constantinus Caesar
Cornelius Labeo
Cornelius Tacitus
Corniicius
Cornutus
Cratinus
Cratinus iunior
Crinitus
Critolaus
Ctesias
Cyprianus
Cyrillus Alexandrinus
Dantes Algerius
Democlides
Democritus
Demosthenes
Demostratus
Dicearchus
Didymus
Dinarchus
Diodorus Siculus
Diodorus Sinopaeus
Diogenes Laertius
Diogenetus
Diogenianus
Diomedes grammaticus

natale conti e la divulgazione...


Dion
Dionysius Afer
Dionysius Halicarnasseus
Dionysius Milesius
Diophantus
Dioscorides
Domitius
Donatus
Dracon Corcyraeus
Drepanus
Durides
Duris Samius
Egnatius
Ennius
Ephorus
Epicharmus
Epiphanius
Erasmus Rot.
Eratosthenes
Esaias propheta
Eualces
Euclides
Eudoxus
Euhemerus
Eumelius
Euphorion
Euphronius
Euripides
Eusebius
Eustathius
Fabius Pictor
Fabius Quintilianus
Festus
Firmicus
Florus
Frontinus
Fulgentius
Galenus
Gaza
Gellius
Georgius Valla

Germanicus Caesar
Gilius
Granius
Gratius
Gregorius Nazianzenus
Harpocrates
Harpocration
Hecataeus
Heliodorus
Helius Lampridius
Hellanicus
Heraclitus
Heraclides Ponticus
Herles Trismegistus
Hermesianactes
Hermippus
Hermogines
Hermolaus Barbarus
Heron
Herodianus
Herodotus
Hesychius
Hesiodus
Hieremias Propheta
Hierocles
D. Hieronymus
Hippocrates
Homerus
Horatius
Hyginus
Hyllus
Hyperides
Iamblichus
Ioannes Annius
Ioannes Zezes
Ion
Iosephus
Irenaeus
Isaacius Zezes
Isidorus
Isocrates
Issaeus

289

290
Ister
Iuba
Iulius Capitolinus
Iulianus Caesar
Iulius Firmicus
Iulius Modestus
Iulius Obsequens
Iulius Pollux
Iulianus Aegyptius
Iustinus
Iuvenalis
Labeo
Lactantius
Laertius
Lampridius
Lasus Hermion
Leon Philosophus
Leonicus
Libanius
Licinius Imbrex
Livius Andronicus
Livius Patavinus
Lucanus
Lucas Evangelista
Lucianus
Lucilius
Lucretius
Luctatius
Lycurgus Orator
Lysimachus
Lycophron
Macrobius
Manethus
Manilius
Marcellus
Marlianus
Marsilius
Marsus
Martialis
Martianus
Marullus
Massurius Sabinus

virgilio costa
Maximus Tyrius
Megasthenes
Menander
Menechmus
Menippus
Merula
Metagenes
Metasthenes
Methodius
Minutianus
Minutius Felix
Mnaseas
Mnesimachus
Mombritius
Moses Aegyptius
Musaeus
Myrsilus
Myrtilus
Naugerius
Nazianzenus
Nearchus
Nehumius
Neoptolemus
Nevius
Nicander
Nicanor
Nicephorus
Nicostratus
Nigidius
Nisus Chius
Nonius Marcellus
Numenius
Nymphiodorus
Olen Lycius
Origenes
Orpheus
Ovidius
Pacuvius
Palephatus
Pamphus
Paniasis

natale conti e la divulgazione...


Parmeniscus
Parrhasius
Parthenius
Paulus Aegineta
Paulus Apostolus
Paulus Diaconus
Pausanias
Pecellides
Pediasimus
Persius
Petronius Arbiter
Phavorinus
Phaenodemus
Pherecides
Pherenicus
Phestus
Philarchus
Philemonax
Philochorus
Philon Byblius
Philostratus
Phoedimus
Phornutus
Picus Mirandula
Pindarus
Plato
Plautus
Plinius
Plotinus
Plutarchus
Polemon
Polyanthus
Politianus
Polybius
Polycharmus
Polymantes
Sextus Pompeius
Pomponius Laetus
Pontanus
Porphyrius Philosophus
Porphyrion Horatii interpres
Posidippus
Possidonius
Priscianus

Probus Grammmaticus
Proclus
Procopius
Prodicus
Propertius
Prudentius
Psellus
Ptolemaeus
Pythagoras
Quintilianus
Quintus Calaber
Quintus Curtius
Rhabanus Hebraeus
Rhianus
Riccius
Ruellius
Rufinus
Sachoniachthon
Salustius
Sammonicus Serenus
Santra
Sceptius
Scopas
Sedulius
Sempronius
Seneca
Serenus
Servius Grammaticus
Sextus Clodius
Sidonius
Silius Italicus
Simonides
Simplicius
Sisides
Socinus
Socrates
Solinus
Sophocles
Sophronius
Sosibius
Sosicrates

291

292
Sostratus
Sozomenus
Spartianus
Speusippus
Statius
Staphylus
Stesimbrotus
Stephanus
Stesichorus
Steuchus Eugubinas
Stobaeus
Strabo
Svetonius
Suidas
Synesius
Syrianus
Tacitus
Tarquitius
Tarrhaeus Grammaticus
Tatianus
Telechides
Telesarchus
Terentius Comicus
Terentius Varro
Tertullianus
Themison
Theocritus
Theodoretus
Theognis
Theon
Theophilactus
Theophilus
Theophrastus
Theopompus
Thomas Morus
Thucydides
Tibullus

virgilio costa
Timaeus Taurominiensis
Timosthenes
Thimotheus Poeta
Thimotheus Theologus
Tiresias
Trebatius
Trimatius
Trapezontius
Tyberianus
Tyrius Philosophus
Ulpianus
Valerius Antias
Valerius Flaccus
Valerius Maximus
Valerius Probus
Valerius Soranus
Valturius
Varro Vegetius
Velleius
Vergilius
Verrius Flaccus
Vibius Sequester
P. Victor
Victruvius
Villius
Vopiscus
Xanthus Lydius
Xenagoras
Xenophon
Zenobius
Zenodotus
Zezes Grammaticus
Zoroastres

natale conti e la divulgazione...

293

Appendice 3
SOMMARIO DELLE MYTHOLOGIAE
DI NATALE CONTI

Liber I
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
9.
10.
11.
12.
13.
14.
15.
16.
17.
18.
19.

Quod sit totius operis


argumentum
De fabularum utilitate
De fabularum varietate
De apologorum, fabularum,
aenorumque differentia
De partibus fabularum
De fabularum scriptoribus
De Diis variarum gentium
Quod unus necessario sit Deus
Quo pacto Dii antiquorum
fuerint sempiterni
De sacriiciis superorum Deorum
De sacriiciis marinorum
deorum
De sacriiciis inferorum
De sacriiciis mortuorum
De lustrationibus
De propriis ritibus quorundam
Deorum apud varios homines
De hymnis antiquorum
De victimis
Quod quales dii, talia fuerunt
postea vota et preces
Quales Dii inter se fuerunt
Liber II
De uno rerum omnium principio
et autore Deo

1.
2.

De Iove
De Saturno

3.
4.
5.
6.
7.
8.
9.
10.

De Coelo
De Iunone
De Hebe
De Vulcano
De Marte
De Neptuno
De Plutone
De Pluto
Liber III
Quam praeclare dicta de inferis
excogitata sint ab antiquis

1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
9.
10.
11.
12.
13.
14.
15.
16.
17.
18.
19.
20.

De Acheronte
De Styge
De Cocyto
De Charonte
De Cerbero
De Parcis
De Minoe
De Radamanto
De Aeaco
De Eumenidibus
De Tartaro
De Nocte
De Morte
De Somno
De Hecate
De Proserpina
De Luna
De Diana
De campis Elysiis
De Lethe luvio

294

virgilio costa
Liber IV

Cur Lucinam parturientibus praefectam


antiqui putarint
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
9.
10.
11.
12.
13.
14.
15.
16.

De Lucina
De Penatibus
De Genio
De Laribus
De Pallade
De Prometheo
De Atlante
De Endymione
De Fortuna
De Apolline
De Aesculapio
De Chirone
De Venere
De Cupidine
De Gratiis
De Horis
Liber V

Cur Olympica, aliaque certaminum


genera fuerint instituta
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
9.
10.
11.
12.
13.
14.
15.
16.
17.
18.

De certaminibus Olympicis
De Pythiis
De Nemeis
De Isthmiis
De Mercurio
De Pane
De Satyris
De Silenis
De Faunis
De Sylvano
De Oreadibus
De Nymphis
De Baccho
De Cerere
De Priapo
De Adoni
De Sole
De Pale

19. De Aristaeo
20. De Tellure
21. De Feronia
Liber VI
Quod aequo animo ferendum est, si
quid a Deo impetrare non possumus
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
9.
10.
11.
12.
13.
14.
15.
16.
17.
18.
19.
20.
21.
22.
23.
24.

De Phaethonte
De Aurora
De Memnone
De Tithono
De Pasiphae
De Circe
De Medea
De Iasone
De Phrixo
De Argo navi
De Capra coelesti
De Dodone
De Niobe
De Thamyri
De Marsya
De Ixione
De Sisypho
De Tantalo
De Tityo
De Titanibus
De Gigantibus
De Typhone
De Paride
De Actaeone
Liber VII

Quam iuste et utiliter viri illustres


gloriam sint consecuti
1.
2.
3.
4.
5.
6.

De Hercule
De Acheloo
De apro Calydonio
De Centauris
De Cygno
De Harpyiis

natale conti e la divulgazione...


7.
8.
9.
10.
11.
12.
13.
14.
15.
16.
17.
18.

De Hesperidibus
De Atalanta
De Theseo
De Tereo
De Medusa
De Gorgonibus
De Sirenibus
De Orpheo
De Musis
De Daedalo
De Pelope
De Perseo
Liber VIII
Quam sapienter
Deorum multitudo antiquorum
ad unum Deum referatur

1. De Oceano
2. De Tethye et Thetide
3. De Tritone
4. De Ino, et Palaemone
5. De Glauco
6. De Nereo et Nereidibus
7. De Phorcyne
8. De Proteo
9. De Castore et Polluce
10. De Aeolo
11. De Borea
12. De Scylla et Charybdi
13. De Orione
14. De Arione
15. De Amphione
16. De Halcyonibus
16 (bis). De Asopo
17. De Deucalione
18. De Ione sive Iside
19. De Vesta
20. De Iride
21. De Alpheo
22. De Inacho
23. De Europa
24. De Penelope
25. De Andromeda

295

Liber IX
Quam sapienter religionem, et
sacerdotum honores, et inferorumlocum
introduxerint antiqui
1. De Ulysse
2. De Oreste
3. De Chimera
4. De Bellerophonte
5. De Rhea
6. De Latona
7. De Curetibus sive Corybantibus
8. De Cyclopibus
9. De Lycaone
10. De Pandione
11. De Erichthonio
12. De Achille
13. De Ganymede
14. De Harmonia et Cadmo
15. De Mida
16. De Narcisso
17. De Belidibus
18. De Sphinge
19. De Nemesi
20. De Momo
Liber X
Quod omnia
philosophorum dogmata
sub fabulis continebantur
De Iove historice
At physice
Quae ethice
De Saturno historice
At physice
Nunc ethice dicamus
Physice e Coelo
E Iunone physice
De Hebe physice
At ethice
De Vulcano physice
At nunc ethice
De Marte physice

296
At ethice
De Neptuno physice
At nunc ethice
De Plutone
At ethice
De Pluto
De Fluminibus inferorum
De Cerbero physice
At vero ethyce
De Parcis
De Iudicibus inferorum
De Eumenidibus
De Tartaro
De Hecate
De Somno
De Proserpina
De Luna
De Diana
De Campis Elysiis
De Lethe luvio
De Penatibus
De Genio
De Pallade
De Prometheo
De Atlante et Endymione
De Fortuna
De Apolline
De Aesculapio
De Chirone
De Venere
De Cupidine
De Gratiis
De Horis
De Mercurio
De Pane
De Silenis
Ethice
De Faunis
De Nymphis
De Baccho
Ethice
De Cerere
At ethice
De Priapo

virgilio costa
De Adoni
De Sole
De Aristaeo
De Phaethonte
At ethice
De Aurora
De Tithono
De Pasiphae
De Circe
Ethice
De Medea
De Iasone
De Phrixo
De Argo, et Capra coelesti
De Niobe
De Ixione
De Sisypho
De Tantalo
De Tityo
De Titanibus
De Gigantibus
De Typhone
De Paride
De Actaeone
De Hercule
De Acheloo
De apro Calydonio
De Centauris
De Harpyiis
At ethice
De Hesperidibus
De Atalanta
De Theseo
De Medusa
De Gorgonibus
At physice
De Sirenibus
De Orpheo
De Musis
De Daedalo
De Pelope
De Perseo
De Oceano
De Tritone

natale conti e la divulgazione...


De Ino et Palaemone
At ethice
De Nereo
De Proteo
De Castore et Polluce
De Aeolo
De Scylla
De Orione
At ethice
De Arione
De Amphione
De Halcyonibus
De Deucalione
De Ione
Ethice
De Vesta
De Iride
De Alpheo
De Inacho
De Europa
De Penelope

De Andromeda
De Ulysse
De Oreste
De Chimaera
At ethice
De Bellerophonte
At ethice
De Rhea
De Latona
De Curetibus, et Corybantibus
De Cyclopibus
At ethice
De Lycaone
De Ganymede
De Harmonia et Cadmo
De Mida
De Narcisso
De Belidibus
De Sphinge
De Nemesi
De Momo

297

298

virgilio costa

Appendice 4
INDICE DEGLI AUTORI ANTICHI
NELLE MYTHOLOGIAE DI NATALE CONTI

Acesander
Acesilaus
Acesodorus
Achaeus in Aethone Satyrico
Acusilaus
Adaeus Mitylenaeus de statuariis
Aeschylus in Prometheo,
Eumenidibus, Persis, Bacchi
Nutricibus, Sacerdotibus
Aetius
Agamestor
Agatharchides Cnidius in rebus
Europicis, in rebus Asiaticis
Agathias
Agathocles de arte ferraria
Agroetas in rebus Scythicis, Libycis
Albertus Magnus
Alcaeus epigrammatographus
Alcimus in rebus Siculis
Alcetas de depositis in Delphis
Alcman melicus
Alexander Myndius de iumentis
Alexis epigrammatographus
Alpheus Mitylenaeus de laude Deli
Anaxagoras Clazomenius
Anaxandrides Rhodius
Anaximander
Anaximenes
Andraetas Tenedius in navigatione
Propontidis
Andro Teius in navigatione,
epitomis afinitatum
Androtion de sacriiciis

Anticlides in rebus Deliacis, in


reditibus
Antigonus
Antigonus Carystius in dictionibus,
in historicis commentariis
Antimachus Argivus
in Argonauticis, in
Centauromachia
Antimenides in historiis
Antipater Sidonius
Antipater epigrammatographus
Antipater Stoicus
Anytes
Apollinis oracula
Apollodorus Atheniensis in
Bibliotheca
Apollodorus Cyrenaicus de Diis
Apollodorus Cyzicenus
Apollodorus Gelous in Philadelphis
Apollonides epigrammatographus
Apollonius Attalieus in
compositione
Apollonius Pergaeus de conis
Apollonius Rhodius in Argonauticis,
in ediicatione Alexandriae
Apollonius Smyrnaeus
Arabius epigrammatum poeta
Aratus in Phaenomenis, de signis
aquarum et ventorum
Arati enarrator
Archelaus de luminibus
Archemachus Euboicus
Archias epigrammatum poeta

natale conti e la divulgazione...


Archaeus de Archeanatide, de bello
Erythraeo
Archippus de piscibus
Aretades Cnidius in rebus
Macedonicis
Aristippus in rebus Arcadicis
Aristo Chius
Aristocles de choris
Aristocritus
Aristodemus Abderites de statuariis
Aristophanes in Avibus, Equitibus,
Nebulis, Pace, Pluto, Ranis,
Vespis
Aristophanis enarrator
Aristophon Pythagorista
Aristoteles de coelo, Generatione,
Meteorologicis, Motu
animalium, Mundo, Historiis
animalium
Aristoxenus de tibicinibus, de
foraminibus tibiarum, de rebus
gestis Alexandri
Arrianus in rebus gestis Alexandri
Arrianus de rebus Bithynicis
Artemidorus Ephesius
Artemidorus de somniis
Asclepiades Myrleanus
Asius
Athenaeus
Athenodorus Byzantius
Bacchylides
Bito de musicis instrumentis
Boethius de musica
Caesar Germanicus
Calaber
Callias ad Agathoclem
Callimachus in hymnis, de conditis
insulis et habitatis urbibus et
illarum nominibus, in Hecale
Callisthenes in navigatione
Callistratus de Heraclea
Callixenus Rhodius de Alexandro

299

Carcinus tragicus poeta


Carystius historicus
Catullus in Argonauticis
Cecrops
Chaerecrates
Chaeremo
Chaeris
Chares Mitylenaeus
Charicles in cathena
Charon Lampsacenus
Choerilus
Cicero de natura deorum, Finibus,
Legibus, Universitate,
Quaestionibus Academicis,
Disputationibus Tusculanis, pro
domo sua, Publio Sextio, Roscio
Amerino, Lege Manilia, in
Verrem, Arateis carminibus
Claudianus de rapta Proserpina
Clearchus Solensis de terrore,
torpedine pisce, amatoriis, in
libris vitarum
Cleon in Argonauticis
Conon in Heraclea
Corinnus Delius
Cornelius Agrippa
Cornelius Gallus
Cornelius Tacitus
Crates
Cratinus in Chirone
Crato
Crobylus
Ctesias in Perseide
Dailochus de eversione Cyzici
Daimachus Alexandrinus de
reditibus
Damagetes
Demarchus de certaminibus
Dionysiacis
Demarathus de certaminibus
Dionysiacis, de mutatis
nominibus
Demetrius Byzantius in pomatis

300

virgilio costa

Demetrius Chlous
Demetrius Scepsius
Democritus
Demosthenes in Aristogitonem,
contra Timocratem, in Midiam,
ad epistolam Philippi, Neaeram
Diagoras
Dicaearcus in rebus Aegyptiis
Dictys Cretensis de bello Troiano
Didymus
Dio in tertia compositione
Diocles in lethiferis pharmacis, in
fabulosis
Diodorus poeta
Diodorus historicus
Diogenes Laertius
Diognetus in rebus Smyrnaeis
Dionysiocles
Dionysiodorus
Dionysius Chalcidicus de
aediicatione
Dionysius de situ orbis
Dionysius Halicarnasseus
Dionysius Milesius in Argonauticis
Dionysius Mitylenaeus de Circulis
Dionysius Thrax in diaeresibus
Diophanes historicus Ponticus
Dioscorides
Dioscorides Sicyonius
Dioxippus Corinthius in rebus patriis
Diphylus
Diphilus Siphnius
Direchidas in rebus Megarensibus
Dorion de piscibus
Dorotheus Sidonius
Dorotheus in metamorphosi
Duris Samius de Agathocle, de rebus
Libycis, de rebus Macedonicis
Echemenes in rebus Cretensibus
Empedocles
Ephorus de ponderibus
Epicharmus in Hebes nuptiis, in
Busiride

Epicurus
Epicus
Epigenes in Heroina
Epigrammata
Epimenides Cretensis
Epimenides poeta
Epiphanius in Ancorato
Erathosthenes in architectonico
Euanthes in fabulosis
Eubulus in Chrysilla, in Campylione
Euclides in opticis
Eudoxus Cnidius de ambitu terrae
Euenor de luminibus
Eumelus Corinthius poeta historicus
Eumelus Tegeates
Eumolpus de sacriiciis
Eumolpus Thrax in historiis
Euphorion
Euphranor de tibicinibus
Euphronius historicus
Eupolis
Euripides in Alcestide, Andromache,
Bacchis, Cyclope, Electra,
Hecuba, Helena, Heraclidis,
Hercule insano, Hippolyto
Coronifero, Ione, Iphigenia
in Aulide, Medea, Melanippe,
Oreste, Phatonte, Phoenissis,
Rheso, Supplicibus, Troadibus
Eusebius in praeparatione
evangelica, de falsa religione,
temporibus, theologia
Phoenicum
Euthydemus Atheniensis de
salsamentis
Gabrias in Iambis fabulosis
Galenus in suasoria
Georgius Gemistus in rebus
Graecorum
Hecataeus Milesius in Phoroneo, in
Genealogiis, Hyperboreis
Hegemon in Georgicis

natale conti e la divulgazione...


Hegesagoras in rebus Megarensibus
Hegesander
Hellanicus de aediicatione Chii
Hellanicus Lesbius in rebus Aeolicis,
in Cranaicis, in Thessalicis
Heliodorus Larissaeus de opticis
Heraclides Ponticus in amatoriis
Heraclitus Sicyonius de lapidibus
Hermesianax elegiographus
Hermippus de magniicentia
templorum et sacris regum
donariis
Hermocreon epigrammatum poeta
Hermodotus Platonicus de disciplinis
Hermogenes de Phrygia
Herodianus in universa historia
Herodotus de Perseo et Andromeda,
de vinculis Promethei, de bello
Teleboico, in Argonauticis
Herodotus in Calliope, Clio, Erato,
Euterpe, Melpomene, Polymnia,
Terpsichore, Urania
Herophilus
Hesagoras in rebus gestis
Megarensium
Hesiodus in Theogonia, Operibus et
diebus, Scuto, Sacro sermone,
Claris mulieribus, Ceycis nuptiis
Hippias de statuariis
Hippocrates
Homerus in Iliade, Hymnis, Odyssea
Horatius in libro Carminum,
Epodon, Secularibus,
Sermonibus, Poetica
Hyginus de stellarum fabulis
Iamblicus
Ibycus
Idmon
Ioannes Diaconus
Ioannes Antiocheus
Ion
Iophon Gnosius in oraculorum
explicationibus

301

Isacius
Isocrates
Ister de Coronis
Istrus de rebus Atticis
Iulianus Aegyptius
Iulius Pollux
Iuvenalis
Lactantius
Lasus Hermioneus
Leo Byzantius de luminibus
Leonidas epigrammatographus
Lesches in parva Iliade
Libanius
Lucianus de Amoribus, Astrologia,
Apolline et Vulcano, Charonte,
Concilio Deorum, Cygno, Dea
Syria, Dialogis Deorum, Dialogis
mortuorum, Dipsadibus, Falso
vate, Ganymede, Gymnasiis,
Haeresibus, Historia vera,
Iunone et Iove, Iove in
tragoediam inducto, Iride et
Neptuno, Luctu, Marinorum
Deorum dialogis, Meretricio,
Navigio, Necyomantia, Nigrino,
Pane et Mercurio, Panope
et Galatea, Philopseude,
Prometheo, Sacriiciis,
Saltatione, Saturnalibus,
Timone, Venere et Luna,
Zephyri et Noti dialogis
Lucianus epigrammatum poeta
Lucretius
Lycophron
Lysimachides
Lysimachus Alexandrinus in rebus
Thebanis
Manilius in Astronomicis
Marullus
Melanthes de sacriiciis, de mysteriis
Melanthus de imaginibus Deorum
Meleager

302

virgilio costa

Menander in Tibicina
Menander de mysteriis
Menecrates
Menodotus Samius de rebus egregiis
Sami
Mercurius Trismegistus
Metrodorus de consuetudine
Mimnermus in Pumilione
Mnaseas de Asia
Mnesagoras
Mnesimachus Phaselites
Moero
Musaeus de Isthmiis, Titanographia
Myro Prieneus in Messeniacis
Myrtilus in rebus Lesbicis
Natalis Comes in Venationibus,
epistolis, aucupiis
Naucrates Erythraeus
Nicander Aetolus in Alexipharmacis
Nicander Colophonius in
Alexipharmacis, in Theriacis,
in rebus Aetolicis, in libro
Europae, linguarum, mutatorum,
Georgicis
Nicandri enarrator
Nicanor Samius de luminibus
Nicephorus
Nicetas Syracusius
Nicocrates Cyprius in rebus patriis
Nicostratus
Nilus
Numenius de piscationibus
Nymphis in Heraclea
Nymphodous Syracusius in historiis,
Asiatica navigatione, Erynnibus
Olympionicus in libro de plantis
Onasus in rebus Amazonicis
Oppianus in Venatoriis
Oracula
Orosius
Orpheus in Argonauticis, in
hymnis, Minore cratere, Sacro

sermone, Lapillis
Ovidius de arte amandi, Fastis,
Remedio amoris, Medicamine
faciei, De Tristibus, De Ponto,
In epistola Acontii, Ariadnae,
Cidippes, Deianirae, Didous,
Helenae, Hypsiphyles, Ibide,
Leandri, Liviae, Oenones,
Paridis, Phaedrae, Phyllidis,
Sapphous, Metamorphosi
Palladas epigrammatographus
Panyasis
Paulus Silentiarius epigrammatum
poeta
Pausanias Atticis rebus, Achaicis,
Arcadicis, Boeoticis,
Corinthiacis, Eliacis
posterioribus, Eliacis prioribus,
Laconicis, Phocicis, Messeniacis
Perimander de sacriiciorum ritibus
Phaestus in rebus Macedonicis
Phanodemus in rebus Atticis
Phanodius
Pherecrates de sacriiciis, metalla
fodientibus
Pherecydes in Iunonis nuptiis
Philippus Byzantius epigrammatum
poeta
Philocorus de sacriiciis
Philostephanus in rebus Cypriis, in
rebus Italicis
Philemon
Phocylides
Phylarchus historicus
Phoenix Colophonius
Pisander Camirensis
Pindarus in Olympicis, Pythicis
Pindari enarrator
Plato in Apologia, Axiocho,
Convivio, Cratylo, Critia,
Euthyphrone, Gorgia, Legibus,
Memnone, Phaedone, Phaedro,
Republica, Timaeo

natale conti e la divulgazione...


Plato Comicus in Decipiente
Plautus in Amphitrione, Aulularia
Plinius
Plotinus
Plutarchus in Alexandro, Arato,
Aristide, Bruto, Catone Uticensi,
Cleomene, Lucullo, Nicia, Numa,
Paulo Aemilio, Pelopida, Pyrrho,
Sertorio, Solone, Themistocle,
Theseo, De luminibus, Audiendis
potis, Problematis symposiacis,
De Musica, Amore parentum
in ilios, Sera Dei vindicta,
De superstitione, Problematis,
Fortuna Romanorum, Ignis in
aqua utilior, Industria animalium
Polaemo ad Adaeum et Antigonum,
Eratosthenem, Timaeum
Pollux
Polybius
Polycrates Samius
Polyzelus Rhodius
Polycharmus in rebus Lyciis
Polyidus dithyrambicus
Pompeius
Pomponius Mela
Porphyrius de sacriiciis
Posidippus epigrammatographus
Posidonius de Diis et Heroibus
Posis in Amazonide
Psellus de daemonibus
Proclus in Hesiodum
Promachidas Heracleota
Propertius
Ptolemaeus in Almagesto
Ptolemaeus epigrammatographus
Pytheas de ambitu terrae
Pythagoras Samius
Pythaenetus in rebus Aeginetarum
Quintus Smyrnaeus
Rhianus in Heraclea
Rufus Avienus

303

Sabinus
Sappho
Scymnus Delius
Seleucus in miscellaneis
Semus Delius in rebus Deliacis
Seneca in Agamemnone
Sesosthenes in rebus Ibericis
Sibylla
Silenus Chius in fabulosis historiis
Simonides Amorgius
Simonides poeta
Simonides Ceus in genealogiis
Socrates in commentariis ad
Idotheum
Sophocles in Aiace, Antigone,
Captivis, Electra, Oedipode
Coloneo, Oedipode tyranno,
Trachiniis
Sophoclis enarrator
Sosiphanes in Meleagro
Sostratus in introductione fabulosae
historiae de animalibus
Staphilus de Thessalia
Stainus in rebus Cypriis
Stesimbrotus
Stesichorus
Stesichorus Himeraeus
Stesimbrotus
Strabo
Suidas in rebus Thessalicis
Tarrhaeus
Thales Milesius
Theaetetus
Theagenes de Diis
Thelytus Methymnaeus in Bacchicis
carminibus
Theocritus in Adonia celebrantibus,
Amaryllide, Bubulcis, Cerealia
celebrantibus, Cyclope,
Dioscuris, Encomio Ptolemaei,
Epitaphio Adonidis, Epitaphio
Bionis, Europa, Hercule parvo,
Hercule leonicida, Hyla,

304

virgilio costa

Pastoribus, Pharmaceutria,
Syracusiis, Thalysia
celebrantibus, Thelysiis,
Thyrside, Viatoribus
Theocriti enarrator
Theodorus de bello Giganteo
Theodorus Cyrenensis
in Metamorphosi
Theognis
Theolytus in Horis
Theopompus in Callaeschro, in
rebus Graecis, in Philippicis, in
Epopaeis
Theophrastus in historiis plantarum,
causis plantarum, de igne, de
lapillis, de iis quae in sicco
degunt, de signis ventorum et
serenitatis
Theophanes
Theseus in rebus Corinthiis
Thrasybulus in historiis
Thucydides
Tibullus
Timachidas de coronis

Timagetus de portubus
Timaeus Siculus in rebus Siculis, in
historiis, in rebus Deliacis, in
rebus Italicis
Timarchides
Timocles
Timocreon Rhodius in scoliis
Timonax in rebus Scyticis in rebus
Italicis
Valerius Flacchus in Argonauticis
Virgilius in Aeneide, in Georgicis, in
Bucolicis
Vitellio in Opticis
Xanthus in rebus Aetolis
Xenagoras de insulis
Xenophon in convivio
Zenodotus Cyrenaeus
Zenodotus Ephesius in compendiis,
in Linguis
Zezes

natale conti e la divulgazione...

305

Appendice 5
STORICI GRECI FRAMMENTARI
CITATI DA NATALE CONTI

(da P. Bonnechre, Jacoby. Die Fragmente der Griechischen Hi


storiker. Indexes of parts I, II, and III. Index of ancient authors, I:
Alphabetical list of authors conserving testimonia & fragments, Leiden Boston - Kln 1999, p. 108; per Melanzio cfr. nel presente volume
Cl. Liberatore, Nuovi frammenti di Melanzio in Natale Conti?)

Ordinamento per autore antico


Mythologiae

Autore

FGrHist

IX 3
IX 3
IX 8
I 10
V8
IX 5
I9
IX 15
IX 4
IX 6
IX 15
IX 9
IX 9
VI 23
III praef.
VII 2
IX 2
IX 4
VII 2
IX 4
V2
I 10

Agatharchides Cnidius
Alcimus Siceliota
Alcimus Siceliota
Androtion Atheniensis
Androtion Atheniensis
Anonymus, De Etruria
Anticlides Atheniensis
Callisthenes Olynthius
Dioxippus Corinthius
Hecataeus Abderita
Hecataeus Abderita
Hecataeus Milesius
Hecataeus Milesius
Hecataeus Milesius
Hecataeus Milesius
Hecataeus Milesius
Hellanicus Lesbius
Hellanicus Lesbius
Hellanicus Lesbius
Hellanicus Lesbius
Istrus Cyrenaeus
Melanthius Atheniensis

86 F1 bis add.
560 F9
560 F10
324 F70
324 F71
706 F24d
140 F6 bis add.
124 F7 bis add.
454 F1
264 F7*
264 F20
1 F6 bis a add.
1 F6 bis b add.
1 F25 bis add.
1 F35 bis add.
1 F35 ter add.
4 F32 bis add.
4 F52 bis add.
4 F201 ter add.
601a F2
334 F54
-

306
I 10
VII 12
VII 12
IX 3
VII 12
VIII 4
IX 2
IX 2
IX 3
IX 10
IX 18
IX 2
IV 13
I 10
IX 18
V5
III 16
IV 13
VII 6
IX 5
III 16
VII 12
IX 3

virgilio costa
Melanthius Atheniensis
Melanthius Atheniensis
Melanthius Atheniensis
Nicander Colophonius
Nymphodorus Syracusanus
Nymphodorus Syracusanus
Nymphodorus Syracusanus
Nymphodorus Syracusanus
Nymphodorus Syracusanus
Phanodemus Atheniensis
Phanodemus Atheniensis
Phanodemus Atheniensis
Philochorus Atheniensis
Philochorus Atheniensis
Philochorus Atheniensis
Philochorus Atheniensis
Philochorus Atheniensis
Philochorus Atheniensis
Philochorus Atheniensis
Sostratus Nyssensis
Theagenes Macedo
Theopompus Chius
Theopompus Chius

271272 F32 bis add.


572 F17
572 F18
572 F19
572 F20
572 F21
325 F5
325 F5 bis
325 F30
328 F12+
328 F81
328 F82
328 F84b
328 F103
328 F194+
328 F228
23 F1 bis add.
774 F18
115 F411
115 F412 add.

Ordinamento per numero di libro e di capitolo


delle Mythologiae
Mythologiae

Autore

FGrHist

I 10
I 10
I 10
I 10
I9
III 16
III 16
III praef.
IV 13
IV 13
IX 10
IX 15
IX 15
IX 18

Androtion Atheniensis
Melanthius Atheniensis
Melanthius Atheniensis
Philochorus Atheniensis
Anticlides Atheniensis
Philochorus Atheniensis
Theagenes Macedo
Hecataeus Milesius
Philochorus Atheniensis
Philochorus Atheniensis
Phanodemus Atheniensis
Callisthenes Olynthius
Hecataeus Abderita
Phanodemus Atheniensis

324 F70
328 F81
140 F6 bis add.
328 F103
774 F18
1 F35 bis add.
328 F12+
328 F194+
325 F5
124 F7 bis add.
264 F20
325 F5 bis

natale conti e la divulgazione...


IX 18
IX 2
IX 2
IX 2
IX 2
IX 3
IX 3
IX 3
IX 3
IX 3
IX 4
IX 4
IX 4
IX 5
IX 5
IX 6
IX 8
IX 9
IX 9
V2
V5
V8
VI 23
VII 12
VII 12
VII 12
VII 12
VII 2
VII 2
VII 6
VIII 4

Philochorus Atheniensis
Hellanicus Lesbius
Nymphodorus Syracusanus
Nymphodorus Syracusanus
Phanodemus Atheniensis
Agatharchides Cnidius
Alcimus Siceliota
Nicander Colophonius
Nymphodorus Syracusanus
Theopompus Chius
Dioxippus Corinthius
Hellanicus Lesbius
Hellanicus Lesbius
Anonymus, De Etruria
Sostratus Nyssensis
Hecataeus Abderita
Alcimus Siceliota
Hecataeus Milesius
Hecataeus Milesius
Istrus Cyrenaeus
Philochorus Atheniensis
Androtion Atheniensis
Hecataeus Milesius
Melanthius Atheniensis
Melanthius Atheniensis
Nymphodorus Syracusanus
Theopompus Chius
Hecataeus Milesius
Hellanicus Lesbius
Philochorus Atheniensis
Nymphodorus Syracusanus

307

328 F82
4 F32 bis add.
572 F19
572 F20
325 F30
86 F1 bis add.
560 F9
271272 F32 bis add.
572 F21
115 F412 add.
454 F1
4 F52 bis add.
601a F2
706 F24d
23 F1 bis add.
264 F7*
560 F10
1 F6 bis a add.
1 F6 bis b add.
334 F54
328 F84b
324 F71
1 F25 bis add.
572 F17
115 F411
1 F35 ter add.
4 F201 ter add.
328 F228
572 F18

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