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Al Segretario regionale

del Partito Democratico


Enzo Amendola

Al commissario cittadino
del Partito Democratico
Paolo Persico

Cari segretari,
leggo dalla stampa del dibattito interno al Partito Democratico sulla candidatura a sindaco per le
imminenti elezioni amministrative. Ancora una volta devo prendere atto che siamo di fronte a una
discussione falsa e capziosa: si salta completamente il tema del giudizio su quest'esperienza
amministrativa e si ragiona su come uscirne fuori, pur essendo stati la forza di maggioranza relativa
della coalizione. Il punto centrale appare essere come cacciare o salvare questo sindaco. Vi
ringrazio per le parole che avete speso su di me, ma mi trovo costretto ancora una volta a ribadire
che non ho mai chiesto al Partito Democratico di discutere il mio nome, avendo più volte ribadito la
mia indisponibilità alla ricandidatura.

Il Pd sta facendo una discussione vecchia e incomprensibile di fronte a una città che sta vivendo una
drammatica crisi occupazionale e che nei prossimi giorni avrà risposte importanti sulla correttezza e
trasparenza dell'azione amministrativa di questi ultimi anni, quando si conosceranno gli esiti del
lavoro della Commissione d'Accesso al Comune.

Questo dibattito del Pd fa apparire la politica in questa città completamente scissa dalla realtà.
Castellammare sta vivendo una fase eccezionale della sua storia: l'omicidio del consigliere Gino
Tommasino, al di là degli esiti delle indagini che mi auguro possano presto chiarire ogni aspetto di
quel terribile delitto, ha messo sotto la lente d'ingrandimento delle verifiche tutto l'operato
dell'Amministrazione e ha svelato agli occhi dei cittadini la debolezza della politica di fronte alle
infiltrazioni della camorra con quanto si è scoperto sugli iscritti proprio del Partito Democratico. Il
Pd ha saputo reagire con forza in quell'occasione, contrastando il tentativo di criminalizzazione che
pure era stato fatto nei suoi confronti. L'ho sempre riconosciuto, difendendo il Pd. Proprio in virtù
di quella reazione sarebbe stato necessario uno scatto in avanti nel modo di fare politica.
Dall'altra parte le crisi di Fincantieri e Avis, in primis, stanno determinando tensioni sociali
altissime e il rischio sempre più concreto che la camorra possa rafforzarsi sfruttando la debolezza
del tessuto economico e sociale. In questi giorni in cui si sta litigando per le coalizioni e i candidati
a sindaco ci sono importanti appuntamenti per l'indotto Fincantieri sulla cassa integrazione, per
ottenere commesse che facciano superare la crisi, per la costruzione del bacino e per affrontare la
situazione dei lavoratori dell'Avis. Insomma nelle prossime settimane è in gioco la prospettiva
industriale della città, alla quale non possiamo rinunciare.

Mi chiedo come non ci si può rendere conto che di fronte a tutto questo la discussione sul candidato
a sindaco è assurda se non è ancorata ai programmi per affrontare innanzitutto questi due temi: lotta
alla camorra e difesa del lavoro in questa città.
Si continua a fare finta di non capire che il problema che ho posto da tempo non è se c'è una
coalizione che appoggi o meno un mio secondo mandato- cosa a cui non ho mai aspirato- ma se una
coalizione esiste, se c'è la capacità di mettere insieme il meglio delle forze politiche, sociali,
intellettuali e i giovani di Castellammare per costruire la prossima esperienza amministrativa e,
innanzitutto, rispondere alle gravissime emergenze che la città sta vivendo. Bisogna costruire una
coalizione che non consegni alla città lo spettacolo poco dignitoso di questi anni. Nonostante le
tante cose fatte, siamo stati percepiti dalla città solo come persone che litigavano tra di loro.

Il Partito Democratico non può nascondere le sue contraddizioni. Sul Più Europa il gruppo
consiliare si è spaccato e due esponenti hanno votato contro l'impostazione che lo stesso partito
aveva voluto a gran voce nell'accordo programmatico sottoscritto nel marzo 2008. Ora la parte
pubblica di investimenti va avanti, tant'è che siamo in fase di appalto per tre importanti opere. Ma è
stata bloccata e ritardata la possibilità di avere un dialogo aperto con gli operatori privati per
liberare quanto più possibile la linea di costa e ricostruire il rapporto della città con il mare. E'
questo l'obiettivo che mi sono posto insieme al centrosinistra sin dalla campagna elettorale del 2005
e questo ho inteso continuare a perseguire, innanzitutto per mantenere fede all'impegno assunto con
gli stabiesi quando mi sono candidato a sindaco. La proposta di guidare lo sviluppo attraverso una
variante urbanistica che indichi con chiarezza cosa deve diventare quell'area della città resta, a mio
avviso, la strada migliore, più efficace, trasparente e utile ad evitare la mancanza di regole.
L'Amministrazione è stata accusata di avere forzato la mano e di avere avuto un atteggiamento
arrogante. Niente di più falso. Il dialogo con gli imprenditori è iniziato sin dall'insediamento nel
2005 e sul Più Europa abbiamo lavorato moltissimo, sicuramente più di quanto avvenuto in altre
città anche vicine. Nessuno ha mai pensato di obbligare qualcuno ad andare via dalla linea di costa,
costringendolo a chiudere la propria attività. Sono state raccontate ad arte molte bugie agli
imprenditori e questo ha avvelenato pesantemente il clima.
Il dialogo con i privati è fondamentale per lo sviluppo della città, è necessario ad arrivare a
soluzioni condivise, ma è ancora più importante che la politica sappia conservare la propria
autonomia nelle scelte. Il voto di sabato in consiglio comunale su Più Europa e Piano Casa dimostra
che questo non è avvenuto a Castellammare.

Sul Piano Casa una parte del Pd si è comportato allo stesso modo con l'aggravante di avere fatto da
sponda non solo al centrodestra, ma soprattutto a quanti hanno voluto condizionare dall'esterno il
lavoro del consiglio comunale. Si è determinato un grave rischio di ulteriore cementificazione in
città e di abbandono dei quartieri, impedendo l'avvio della riqualificazione nelle periferie
programmata dall'Amministrazione sulla scorta di quanto previsto dalla legge regionale. Avremmo
potuto dare una risposta abitativa anche alle giovani coppie e agli anziani, attraverso lo strumento
ad esempio dell'housing sociale, non rinunciando ad una regolamentazione del mercato immobiliare
sempre più inaccessibile per i cittadini. Castellammare ha perso una grande occasione e il Pd in
questo ha dato il suo contributo.

Negli anni il Pd ha chiesto giuramenti di fedeltà alle forze moderate presenti in coalizione,
ipotecando ad essi il proprio appoggio all'Amministrazione e poi non si è mantenuta la stessa lealtà
chiesta agli altri.

Io rispetto la discussione interna ai partiti. Parlo di quella del Pd perché ha avuto pesanti
ripercussioni sulla vita istituzionale del Comune e, ancora oggi, sta provocando conseguenze gravi
sulla costruzione della coalizione, paralizzandola.
Le contraddizioni del Pd, l'atteggiamento più che ostile di una parte di esso, i veti incrociati e le
lotte intestine hanno prodotto una continua fibrillazione in quest'esperienza amministrativa, che è
andata avanti nonostante tutto raggiungendo importanti risultati per la città, ma soprattutto mettono
concretamente a rischio tutto quanto il centrosinistra ha rappresentato e prodotto per Castellammare
negli ultimi 15 anni. Come vedete, il problema non è l'appoggio a me ma l'idea stessa che il Pd ha
del futuro di questa città e del centrosinistra.

Non fingiamo tra di noi. Nel 2005 il centrosinistra si è presentato spaccato agli elettori. Siamo stati
tutti incapaci di ricucire davvero e fino in fondo quelle lacerazioni.
La divisione nei Ds, mio partito all'epoca, sulla scelta del candidato sindaco è continuata a vivere
anche se sono cambiate le sigle. C'è chi ha vissuto questi cinque anni con l'unico obiettivo di
dimostrare che Vozza non era il candidato giusto e ha lavorato a screditare l'operato
dell'Amministrazione, tralasciando spesso e volentieri il merito delle questioni. Che il confronto
politico abbia dato i suoi frutti lo dimostra il fatto che una parte dell'attuale Pd, nel 2005 candidata
con la Salvato, ha dato un contributo fondamentale di merito nell'ultima parte di quest'esperienza
amministrativa proprio sulle questioni urbanistiche. Voglio ringraziare l'assessore all'Urbanistica
Raffaele Esposito, proponente delle due delibere in questione, per il lavoro che ha svolto e gli altri
due esponenti del Pd in giunta, il vicesindaco Nicola Corrado e l'assessore Rosanna Esposito per
l'impegno che hanno messo nel loro lavoro. In un'altra parte del Pd, invece, hanno continuato a
prevalere i rancori personali del 2005, di cui non ci si è mai liberati e che ancora sono in campo, con
l'unico obiettivo di trovare un candidato contro quest'esperienza e non a favore della città e di un
programma serio di governo.
Sono stato vissuto come nemico e questo ha fatto perdere a qualcuno completamente di vista che
l'avversario di tutti noi era e rimane il centrodestra, che sta affastellando gruppi e liste senza mettere
in campo nessuna idea e nessun progetto per la città.

Io ho continuato a lavorare come sindaco, senza mai fermarmi di fronte alle difficoltà politiche della
coalizione, perché Castellammare non può essere mollata neanche per un minuto. Continuerò a
farlo fino in fondo, fino all'ultimo giorno del mio mandato. Però francamente diventa sempre più
difficile svolgere il mio lavoro quando dal partito di maggioranza relativa e non solo cresce e si
alimenta soltanto il tiro al bersaglio nei miei confronti.

Lo ripeto ancora una volta: non ho mai chiesto che si discutesse di me per il secondo mandato, ma
di come costruire la coalizione per le prossime elezioni. Constato che non lo si è fatto.

Invece che continuare a dibattere sull'inesistente ipotesi della mia ricandidatura, il Pd metta in
campo una proposta che unisca la coalizione, a partire dai moderati, per presentare agli elettori una
valida squadra e programma di governo per i prossimi cinque anni. Mi auguro sinceramente che il
Pd lo faccia e ci riesca. Ho sempre pensato e dichiarato, pur militando in un'altra forza politica, che
il centrosinistra non possa prescindere dal Pd. Lo dimostra anche il comportamento e le decisioni
che la mia forza politica ha tenuto e assunto proprio in questi giorni sia per le elezioni regionali, sia
in tanti altri comuni della provincia di Napoli che vanno al voto.
L'unità della coalizione e la costruzione di squadra e programma di governo forti, credibili e
coerenti restano per me gli obiettivi imprescindibili da raggiungere, attraverso la ricostruzione di un
dialogo vero con la città.
Non sarà certo il sindaco di Castellammare a mettersi di traverso e ostacolare questo percorso.

Distinti Saluti
Salvatore Vozza

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