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Medioevo Storico

Astronomia Celtica
Le vie da seguire per tentare di comprendere quale fosse il livello raggiunto dai Celti in campo
astronomico sono principalmente due. Esse sono da un lato l'esame di quanto stato scritto sulle
loro conoscenze da parte degli autori classici e dall'altro l'analisi dei reperti archeologici che
risultano essere in qualche modo legati alla pratica dell'osservazione del cielo, alla speculazione
filosofica, alla misura del tempo e alla capacit di eseguire calcoli e previsioni relativi all'accadere
di taluni fenomeni celesti.
Se da un lato abbondano le fonti classiche dall'altro parimenti sono numerosissimi i reperti
archeologici che non sono quasi mai stati interpretati in chiave archeoastronomica. Ci deve essere
fatto tenendo ben presente l'incertezza insita nei reperti per il solo fatto della loro collocazione
cronologica quindi a causa dei deterioramenti da essi subiti nel corso dei secoli trascorsi. L'analisi
archeoastronomica deve essere comunque portata avanti con criteri di massimo rigore, tenendo ben
presenti i limiti che i risultati raggiungibili possono avere, e con strumenti adeguati. Questi
strumenti sono generalmente rappresentati dalle tecniche matematiche e statistiche che permettono
di misurare l'affidabilit di ciascun risultato raggiunto e dal calcolo astronomico che permette di
ricostruire con precisione la posizione di ogni singola stella visibile in cielo durante il periodo in
cui la cultura celtica si svilupp con laiuto dei calcolatori elettronici.
Da questi studi trapela una nuova immagine del popolo celtico, un polo dedito allo studio ed
allosservazione del mondo che li circonda e non un popolo barbaro come si pensava in passato.
Altri documenti e reperti potrebbero celare ulteriori informazioni sulle loro capacit astronomiche e
matematiche.
I Celti facevano riferimento ai corpi celesti quali la Luna e le stelle. Limportanza della Luna
stata documentata da molti autori latini e in maniera oggettiva dalla struttura del calendario celtico.
Il Sole e la Luna con i loro movimenti ciclici furono fondamentali dal punto di vista della divisione
del tempo; la Luna permetteva di dividere il tempo in settimane e mesi, mentre al Sole spettava il
compito di scandire lanno.
Prima di parlare del ruolo delle stelle conviene introdurre le conoscenze astronomiche dei Celti a
partire dalle feste che celebravano durante lanno.

Le feste celtiche
Lesistenza di molte festivit durante lanno celtico un fatto noto e ben documentato dai reperti
archeologici, dalla storiografia antica e dalle tradizioni bretoni ed irlandesi. Tali feste erano (in
ordine cronologico lungo lanno celtico) Trinox Samoni, Imbolc, Beltane e Lughnasa.
La festa di Trinox Samoni, letteralmente le tre notti di Samonios corrispondeva allinizio
dellanno. La festa inaugurava il periodo durante il quale era la notte a prevalere sul giorno, il
Bestiame veniva radunato in recinti per svernare.

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La festa di Imbolc era dedicata ala dea Brigh ispiratrice delle arti e dei mestieri. Brigh o Bricta
sono i nomi che in celtico hanno entrambi il significato di luminosa, mentre presso i Britanni era
denominata Brigantia che significa altissima. Imbolc segnava lallentamento della morsa
invernale.
Durante la festa di Beltane era venerato il dio Belenus, conosciuto anche con i nomi di Borvo e
Grannos, a cui venivano attribuite capacit mediche; gli ultimi freddi erano terminati e si poteva far
ingrassare il bestiame.
La festa di Lughnasa era la pi importante in quanto era celebrato Lug. Il termine gallico Lug
significa brillante o luminoso. Lug era venerato soprattutto da militari, artigiani e sacerdoti.
Lughnasa significa raduno di Lug e tale festa coincideva generalmente con il grande raduno
annuale delle trib galliche che veniva celebrato nei mesi estivi a met strada tra il solstizio
destate e lequinozio dautunno.
La festa di Trinox Samoni veniva celebrata in un periodo grosso modo equivalente allinizio del
mese di novembre del nostro calendario (trovando riscontro con le tradizioni irlandesi). I periodi
dellanno in cui le altre tre feste venivano celebrate, secondo il calendario gregoriano, erano
rispettivamente: febbraio-marzo per Imbolc, maggio-giugno per Beltane e luglio-agosto per
Lughnasa.
Le feste erano stagionali, collocate in corrispondenza di quattro date intermedie rispetto ai solstizi
ed agli equinozi, quindi non sono da ritenersi di ispirazione solare ma basati su altri criteri di natura
astronomica.
Una societ prevalentemente rurale come quella celtica doveva sicuramente considerare i ritmi
stagionali per suddividere lanno, piuttosto che eseguire una divisione teorica come quela basata
sulla posizione del sole sulleclittica. E quindi naturale avanzare lipotesi che le quattro feste
potessero essere legate a particolari eventi astronomici, importanti per lagricoltura, che
annualmente si ripetevano e che non avessero a che fare solamente con il Sole ma anche con le
stelle visibili nel cielo. Potremmo quindi supporre che fosse proprio la levata eliaca di talune stelle
a determinare la data in cui le feste dovevano essere celebrate.
Nel corso delle migliaia di anni la data in cui una stella sorge in concomitanza con il Sole varia per
effetto della precessione degli equinozi.
In vicinanza della festa di Trinox Samoni la stella in levata eliaca durante let del ferro era
Antares, la pi luminosa della costellazione dello Scorpione. A Imbolc era invece in levata eliaca
Capella, situata nella costellazione dellAuriga. A Beltane sorgeva eliacamente Aldebaran la pi
luminosa della costellazione del Toro. A Lughnasa era invece Sirio, la pi luminosa del cielo, ad
essere in levata eliaca. E interessante notare che soltanto due delle stelle interessate appartengono
a costellazioni zodiacali, le altre due sono invece posizionate lontano dalleclittica.
Dai calcoli astronomici risulta (a una latitudine di circa 47 N) che durante il IV-V secolo a.C.
Antares sorgeva con il Sole intorno al 16 novembre, Capella il 18 marzo, Aldebaran il 7 giugno e
Sirio il 25 luglio rispetto al calendario Giuliano.
E probabile che le varie feste, esclusa tuttalpi Trinox Samoni, venissero celebrate nei giorni di
prima visibilit di queste stelle nei bagliori dellalba.
Lesclusione di Trinox Samoni da questo criterio motivata dallesistenza di vincoli addizionali
legati alla fase lunare da rispettare, infatti Trinox Samoni poteva essere celebrata solo quando la
Luna si fosse trovata tra lultimo quarto e il novilunio.

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E facile notare lesistenza di una correlazione tra limportanza della divinit celebrata e la
luminosit della stella in corrispondenza di ciascuna festa. Sirio che la stella pi luminosa visibile
ad occhio nudo la si vede abbinata alla celebrazione del dio Lugh che era ritenuto il pi importante
tra le divinit celtiche. Nel periodo in cui veniva celebrata la festa di Lugh, il cielo notturno era
dominato dalla presenza del triangolo estivo formato dalle stelle Vega, Deneb e Altari; il fatto
che il triangolo estivo fosse visibile proprio nei giorni della festa di Lugh potrebbe essere
significativo. Infatti i druidi usavano per determinare le date anche altri astri come punti di
riferimento, cos altre costellazioni erano tenute sotto osservazione.
Capella, con luminosit di poco inferiore a Sirio, sorgeva eliacamente nei giorni della festa di
Imbolc in cui era celebrata la dea Brigh, che era la seconda divinit per importanza quindi
lassociazione con Capella non casuale. Capella una stella di colore giallo ed il giallo anche il
colore delle messi a cui la dea era simbolicamente legata.
E noto che Beltane, dedicata al dio Belenus, era una celebrazione in cui il fuoco giocava un ruolo
molto importante. La stella che sorgeva eliacamente durante tale festa era Aldebaran: una stella il
cui colore, osservata ad occhio nudo, spiccatamente rosso e quindi facilmente associabile al
colore del fuoco.
Le Stagioni
I Celti dividevano lanno solamente in due stagioni, quella estiva e quella invernale. La stagione
estiva comprendeva sia la primavera che lestate vera e propria, la stagione invernale era composta
dallautunno e dallinverno.
I druidi dovevano conoscere perfettamente le posizioni occupate dal Sole nel cielo in
corrispondenza dei due equinozi e dei due solstizi, ma questi non furono ritenuti importanti per
definire le stagioni in quanto sul territorio su cui si svilupp la cultura celtica non avvenivano
variazioni climatiche apprezzabili correlate con questi eventi.
Variazioni di rilievo avvenivano invece in corrispondenza di date intermedie tra gli equinozi ed i
solstizi, luso delle stelle poteva quindi essere pi utile ai fini della divisione stagionale dellanno.
Infatti il levare eliaco di Antares indicava linizio della stagione invernale, mentre il levare eliaco di
Aldebaran linizio della stagione estiva.
La divisione dellanno operata dai Celti basate sulle levate eliache implic una diversa durata dei
due periodi stagionali. Sulla base del calendario celtico ritrovato a Coligny (che verr trattato pi
avanti) la stagione estiva durava solamente 157 giorni mentre la stagione invernale 208 giorni
solari medi.
Infatti durante il V secolo a.C. linizio della stagione invernale cadeva grossomodo il 17 novembre
mentre linizio della stagione estiva intorno al 10 giugno del Calendario Giuliano.
La festa di Trinox Samoni cadeva ovviamente nel mese di Samonios, mentre quella di Beltane nel
mese di Giamonios.
A causa delle oscillazioni dellinizio del mese di Giamonios rispetto alla data solare dovute al
vincolo di iniziare il mese in corrispondenza del primo quarto di Luna, qualche volta poteva
capitare che la levata eliaca di Aldebaran cadesse nel mese di Simivison.
La ripartizione stagionale era quindi la seguente: Samonios, Dumannios, Riuros, Anagantios,
Ogronnios, Cutios e Giamonios erano mesi invernali, mentre Giamonios, Simivisonnios, Equos,
Elembiuos, Edrinios e Cantlos erano mesi estivi.

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Il mese di Giamonios risulta citato due volte in quanto la festa di Beltane cadeva a met di esso e di
conseguenza met mese era invernale e met estivo.
Questi valori corrispondono molto bene con il ciclo climatico annuale tipico delle latitudini centro
e nord europee dimostrando che la divisione dellanno operata dai druidi fu estremamente razionale
ed orientata ad una elevata efficienza in termini di pianificazione agricola.
Per noi adesso pu sembrare strano, ma per popolazioni la cui sopravvivenza era legata
allagricoltura sbagliare di un mese il periodo da dedicare alla semina poteva voler dire la carestia.
Il calendario di Coligny
Nel novembre del 1897 a Coligny, nel sud della Francia, furono ritrovati i frammenti di una tavola
di bronzo, le cui incisioni riproducevano la sequenza dei giorni di un calendario.
Il calendario risale al II secolo d.C. in piena epoca gallo-romana ma gli studiosi sono concordi nel
ritenere che sia stato inciso prevalentemente per scopi liturgici pagani e quindi possa riprodurre
fedelmente il calendario tradizionale celtico.
Il calendario contiene una sequenza di cinque anni lunari completi, ciascuno composti da 12 mesi
lunghi 29 o 30 giorni, pi due mesi supplementari di 30 giorni ciascuno, per un totale di 62 mesi
secondo il seguente schema:
1
2
3
4
5

anno 13 mesi 385 giorni


anno 12 mesi 355 giorni
anno 13 mesi 385 giorni
anno 12 mesi 355 giorni
anno 12 mesi 355 giorni

Ciascun mese inizia la notte in cui la Luna assume la fase di primo quarto.
La sequenza dei mesi rappresentati nel calendario di Coligny la seguente:

mese
giorni
Samonios
30
Dumannios
29
Riuros
30
Anagantios
29
Ogronnios
30
Cutios
30
Giamonios
29
Simivisonnios 30
Equos
30
Elembiuos
29
Edrinios
30
Cantlos
29

Si presume che i due mesi addizionali, inseriti rispettivamente nel primo e terzo anno rappresentati
sulla tavola di bronzo, servissero per conciliare il tempo misurato sulla successione delle fasi lunari
con quello misurato tenendo conto del moto apparente del Sole. Infatti ogni due anni lunari e

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mezzo si perdeva circa un mese e solo dopo 30 anni si tornava alle condizioni iniziali. Durante quel
periodo il calendario lunare era retrogradato di un numero di giorni pari ad un anno lunare. Con
lintroduzione dei mesi supplementari laccordo tra il computo lunare e quello solare poteva essere
mantenuto annualmente entro un errore di 30 giorni.
Il valore della durata dellanno solare codificato nel calendario di Coligny di 367 giorni, questo
valore mostra una discrepanza troppo elevata con il valore vero della lunghezza dellanno tropico
(365.242 giorni) per essere considerato come il valore noto ai Celti. Non bisogna dimenticare che
un valore prossimo a 365.25 giorni era gi noto presso tutte le culture mediterranee con cui i Celti
ebbero contatti fin dallantichit.
Una spiegazione per questo valore anomalo da ricercarsi nel tentativo di ottenere un accordo
soddisfacente tra il Sole e la Luna. Sarebbe per stato pi accurato intercalare due mesi di 29 giorni
ciascuno, i quali avrebbero raggiunto unapprossimazione migliore rispetto allinserzione di due
mesi lunghi 30 giorni.
Lipotesi che la stesura del calendario sia stata eseguita su basi erronee molto difficile da
accettare in quanto il prodotto del lavoro di studio dei moti del Sole e della Luna portato avanti
per secoli da persone rinomate per la loro conoscenza della natura. Rimane quindi solamente
lipotesi che per qualche ragione fu conveniente inserire due mesi intercalari lunghi 30 giorni
anzich 29 e che il calendario celtico fosse qualcosa di pi di un semplice calendario come lo
intendiamo oggi.
Ogni mese era diviso in due quindicine oppure 15 pi 14 giorni in modo tale che se la prima
quindicina era vincolata alla fase di primo quarto, linizio della seconda coincideva con la Luna
allultimo quarto. I mesi di 30 giorni erano considerati matv cio fortunati mentre gli altri erano
detti anmatv cio infausti. Fa eccezione Equos che pur durando 30 giorni un mese anmatv.
Le due quindicine sono separate dalla parola atenovx che in gallico significa ritorno al buio,
rinnovamento. Durante la prima quindicina la Luna raggiungeva il plenilunio e quindi era ritenuta
periodo di luce, mentre la seconda quindicina centrata sul novilunio era periodo di buio.
La decisione di utilizzare una sequenza di 7 mesi da 30 giorni e 5 da 29 giorni per ogni anno fu una
naturale conseguenza delle osservazioni astronomiche. I druidi si resero conto che la lunghezza del
mese sinodico lunare sembra fluttuare nel tempo intorno ad un valore medio. Infatti la lunghezza
della lunazione variava durante let del ferro tra 29.27 e 29.84 giorni solari. Losservazione delle
fasi lunari portata avanti per lunghi periodi di tempo tendeva a determinare un valore di 29.60
giorni, un po pi elevato della lunghezza media della lunazione (29.53 giorni) ma che risulta in
perfetto accordo con quello codificato nel calendario; questo valore conduce ad assegnare 355
giorni alla durata dellanno lunare invece che 354.
Questo calendario si differenzia da tutti gli altri calendari antichi oggi conosciuti. Infatti se da un
lato la struttura luni-solare garantiva che i mesi rimanessero coerenti con le stagioni,allo stesso
tempo era possibile utilizzare la stessa struttura in maniera pi sofisticata per calcolare esattamente
la posizione nel cielo del Sole, per scopi agricoli, e della Luna, fondamentale per i riti religiosi,
durante qualsiasi giorno dellanno.
Il computo lunare esemplificato dalla pura e semplice successione dei mesi del calendario, mentre
il computo solare deve tener conto anche della sequenza dei giorni indicati nei due mesi
supplementari e dalle annotazioni che li accompagnano.
I due mesi addizionali rappresentano due tabelle di calcolo in cui immagazzinata la differenza
progressiva tra il computo solare e quello lunare. Il calendario di Coligny quindi una sorta di
calcolatore analogico che permette di calcolare il computo solare partendo da quello lunare.

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I druidi potevano quindi prevedere le fasi lunari utilizzando la base del calendario senza i due mesi
supplementari, e nello stesso tempo avevano a disposizione uno strumento luni-solare ordinario
destinato alle attivit quotidiane, erano inoltre in grado di prevedere le levate eliache necessarie per
determinare le date delle festivit.
Il calendario di Coligny fungeva inoltre da almanacco, infatti in esso sono codificate alcune efficaci
regole di predizioni delle eclissi, in particolar modo quelle lunari.
Si osservato infatti che alcune delle annotazioni in gallico incise sul calendario si ripetono con
precisa regolarit in corrispondenza di determinate terne o quaterne di giorni consecutivi. Cio le
annotazioni compaiono in tre o quattro giorni consecutivi. Ogni singola annotazione si riferisce al
nome di un mese ripetuto pi volte, una volta per giorno appartenente alla terna o quaterna.
Di solito i giorni interessati dalle terne sono i VII, VIII e IX di ciascuna quindicina di giorni pi
qualche mese in cui si osservano le annotazioni nei giorni I, II e III della seconda quindicina,
quindi sostanzialmente le terne indicano i pleniluni ed i noviluni, ma talvolta segnato anche
lultimo quarto. I giorni in cui possibile il verificarsi delle eclissi sono proprio quelli marcati dalle
terne.
I druidi aveva sicuramente osservato che le eclissi di Luna si ripetono ogni 6 lunazioni circa, quindi
bastava attendere che durante i giorni VII, VIII, IX della prima quindicina di un mese qualsiasi
avvenisse uneclisse lunare, leclissi lunare successiva sarebbe stata prevista in corrispondenza
degli stessi giorni VII, VIII o IX del sesto mese successivo.
Se la previsione delleclissi lunare era pressoch sicura non lo era affatto quella delleclissi solare,
losservazione della posizione della Luna rispetto alleclittica funzionava ma era un metodo con
alto tasso di errore e permette solamente di eseguire previsioni a scadenza breve (appena 7 giorni);
inoltre leclissi di Sole poteva avvenire ma non essere visibile nella localit in cui il druidi si
trovava.
I nemeton
Analizzando la struttura dei nemeton (recinti sacri) costruiti dai celti si osservato che
lastronomia rivest un ruolo importante nella scelta dei siti in cui furono edificati nonch nella
definizione della loro struttura.
Due esempi simbolici sono il nemeton di Libenice e lacropoli di Zavist entrambi in Boemia.

Il nemeton di Libenice
Venne costruito ed utilizzato dai Celti Boi, una trib celtica che si svilupp nellEuropa centrale
per poi migrare nellItalia centro-settentrionale.
Il santuario era un recinto rettangolare di 24m x 80m delimitato da un fossato. Presso il lato sudorientale era stata ricavata una zona infossata nel terreno a forma di 8 nella quale erano stati posti
un menhir (grandi pietre verticali, sommariamente sbozzate o scolpite) alto circa due metri e altri
pi piccoli che costituivano la zona di culto principale.
Gi negli anni 60 lastronomo cecoslovacco Holub riconobbe alcuni elementi che suggerivano la
presenza di possibili orientazioni verso il punto del sorgere del Sole al solstizio dinverno.

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Lasse del recinto orientato 24 a sud rispetto alla direzione equinoziale (est-ovest) calcolata per
il 500 a .C. nonostante il fatto che nessun impedimento geografico o topografico limitasse
imponesse una tale orientazione del nemeton.

Pianta del nemeton di Libenice

Il recinto del santuario stato costruito in modo da essere diretto verso la zona dellorientazione
locale in cui poteva essere vista sorgere la costellazione di Orione.
Lungo una direzione prossima allasse maggiore del recinto (119-120) Antares sorgeva
eliacamente, ricordiamo che la levata eliaca di Antares era il riferimento per la celebrazione di
Trinox Samoni. Inoltre altre stelle importanti quali Sirio e Mira sorgevano in quella direzione.
Al centro del nemeton stata scoperta una tomba nella quale sono state rinvenuti i resti di una
donna dal cui corredo funebre si indotti a pensare fosse la druidessa responsabile dei culti
religiosi. La tomba mostra unorientazione nord-sud molto accurata cos anche lo scheletro stato
posto lungo la stessa direzione con il teschio posto a nord. Al fine di orientare la tomba i Celti
dovettero osservare la posizione delle stelle per determinare la linea meridiana.
Allinterno del recinto sono state ritrovate diverse buche allinterno delle quali erano infisse dei
pali; escluso che i pali potessero avere la funzione di sorreggere alcun tipo di infrastruttura in
quanto la loro disposizione non rappresenta alcun disegno regolare.
Sofisticate ricerche hanno messo in evidenza che coppie di pali definivano direzioni orientate verso
i punti dellorizzonte locale in cui sorgevano o tramontavano diverse stelle, tra cui quelle in levata
eliaca alle date delle quattro feste dellanno celtico.
La scoperta del cambiamento periodico di splendore della stella Mira nella costellazione della
Balena storicamente assegnato al reverendo David Fabricius nel 1956. Pare invece che fosse stata
precedentemente osservata dai Celti Boi che allinearono diversi pali nel nemeton di Libenice verso
le direzioni di sorgere e tramontare di questa stella.
Dalla Terra possibile osservare che la luminosit di Mira varia dalla seconda alla decima
magnitudine in un periodo di 330 giorni rimanendo quindi visibile per pochi mesi ad occhio nudo.
Una stella di colore rossastro che spariva e riappariva periodicamente deve avere senzaltro attirato
lattenzione dei druidi che probabilmente attribuirono a cause divine il verificarsi di questo
fenomeno.
Un altro fatto molto interessante riguarda la disposizione particolare di alcune di queste buche che
riproducono fedelmente la disposizione della costellazione del Cigno nota anche come Croce del

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Nord. Le direzioni dei quattro bracci se idealmente prolungate individuano grossomodo i punti
dove avvenivano le levate eliache di Antares, Capella, Aldebaran e Sirio. La costellazione del
Cigno era ritenuta molto importante presso molte civilt antiche che la utilizzarono per individuare
la posizione del nord astronomico che nel V secolo a.C. era situato lontano dalla stella polare.
Non sono state rilevate orientazioni significative relative ai fenomeni legati al Sole in accordo con
il fatto che i Celti non praticavano culti solari, mentre sono stati rilevati alcuni allineamenti verso i
punti di levata della Luna ai lunistizi, importanti per la previsione delle eclissi.

Lacropoli di Zavist
Lacropoli di Zavist situata allinterno di un sito fortificato risalente al VI-V secolo a.C. a pochi
chilometri da Praga.
Nel 550- 500 a .C. lacropoli comprendeva un recinto quadrangolare di una ventina di metri di lato
ed una serie di case di legno allineate ai lati di una strada. Nel V secolo a.C. venne distrutta e
ricostruita allinterni di un recinto quadrangolare di un centinaio di metri di lato.
Vennero costruiti un grande edificio rettangolare in legno a due navate di cui attualmente
rimangono le buche che contenevano i pali di sostegno, alcune strutture monumentali ed una torre a
pianta triangolare in pietre la cui altezza attuale di circa 4 metri ma che si presume potessero
essere sormontate da alcune sovrastrutture.

Ricostruzione dellacropoli di Zavist (vita dallalto)

La torre a pianta triangolare era una costruzione rituale di circa 10 metri di lato ai cui vertici erano
infissi tre grossi pali di legno.
Le analisi al computer hanno messo in evidenza che lungo la direzione individuata da ogni coppia
di vertici permetteva di definire un settore di orizzonte entro il quale potevano essere osservati
diversi fenomeni astronomici nel cielo del V secolo a.C. Tra i pi importanti vi sono: il sorgere ed
il tramontare della Luna ai lunistizi, il sorgere del Sole agli equinozi, il sorgere ed il tramontare del
Sole al solstizio dinverno ma soprattutto il sorgere eliaco di Antares, Capella, Aldebaran e Sirio.

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Per una migliore comprensione del testo


Archeoastronomia: studio dellattivit astronomica delle civilt antiche.
Eclittica: piano dellorbita terrestre attorno al Sole, traettoria descritta dal Sole nel suo moto
apparente sulla volta celeste.
Levata eliaca: si dice del sorgere di un astro che abbia luogo quasi nello stesso momento del
sorgere del Sole.
Lunazione: periodo di tempo compreso tra due noviluni consecutivi.
Magnitudine: numero che caratterizza lo splendore assoluto o apparente di un astro.
Precessione degli equinozi: avanzamento dellistante dellequinozio di primavera nel corso degli
anni dovuto ad un movimento conico molto lento dellasse terrestre intorno ad una posizione
media.
Bibliografia:
Adriano Gaspani, Silvia Cernuti L' astronomia dei celti. Stelle e misura del tempo tra i druidi
www.ars2000.it
http://www.pooh.cz/pruvodce/a.asp?a=2004607&db=444
http://www.cgg.cvut.cz/~xkrivanj/projects/celts/zavist/

Silente
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