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Il sionismo e Tangentopoli
Ripensiamo a Tangentopoli/1
Claudio Moffa
Del sionismo non si pu parlare, del sionismo si deve, in realt, parlare per capire come gira il
mondo. Ma sulla base dei fatti, questo il punto.
Partiamo ad esempio dalla guerra di Gaza: in un quadro pi complesso e pi esteso, che pu
comprendere anche il disegno di una ennesima pulizia etnica nei Territori, nellattacco israeliano
dellagosto scorso emerso anche il fattore gas, i giacimenti contesi tra lo Stato di Israele e il semiStato palestinese, con la Gazprom russa come partner potenziale di Hamas. Ma cosa successo?
Da una parte linvasione di Benjamin Netanyahu, i bombardamenti, le stragi di 2.000 civili, tra cui
400 bambini; dallaltra George Soros che ci fa sapere attraverso la 'CNN', che stato lui a ordire il
colpo di Stato a Kiev, un golpe e una crisi che almeno fino ad oggi hanno tenuto Vladimir Putin in
una posizione di stallo, pi difensiva che offensiva. Dunque, ecco il perfetto parallelismo, se non la
perfetta intesa, tra il Sionismo territoriale (lespansionismo di Israele, lagire del sionismo come
Stato), e dallaltra parte il Sionismo a-territoriale e transnazionale della grande finanza laica, quella
delle banche spesso egemoni in Occidente, delle rivoluzioni colorate, della weltanschaung sionista
diffusa, attraverso Hollywood o certe reti multimediali, ai quattro angoli del mondo, e con contenuti
a 360 gradi: dalla Storia alle cronache di guerra, dallimmigrazione inarrestabile e chi la blocca
un razzista, agli Stati-canaglia. Una macchina propagandistica potente, variegata su temi
secondari, ma in genere omologata su altri argomenti, sensibili per la causa sionista. Certo Soros e
Nethanyau sembrano o sono personalit diverse: il Premier israeliano stato lartefice
dellultima strage dei 2.000 palestinesi, ed sempre stato il leader del 'NO!' permanente a qualsiasi
cedimento al Diritto Internazionale: no non solo a Bill Clinton (gennaio 1998, lincontro pi
burrascoso tra Israele e Stati Uniti -secondo Abraham Yehousha, fonte 'La Stampa'), ma anche,
lanno prima, alla Commissione Trilaterale (fonte Arrigo Levi, 'Corriere della Sera').
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