da The Project of
Autonomy
Chiara Buccolini
Anna Sanga
INDICE
9. CONTINUIT e DISCONTINUIT
15. LA CITT-TERRITORIO E IL FATTO
URBANO
25. NO-STOP-CITY E MONUMENTO
CONTINUO
35. POST-OPERAISMO E RADICALI
42. ROSSI E BAUKUH
CONTINUIT E DISCONTINUIT
Analizziamo di seguito le posizioni discordanti di
Tronti e Tafuri riguardo alla Socialdemocrazia Tedesca.
A proposito di Tronti, che dal 1964 dirige il giornale Classe Operaia, leggiamo Aureli:
In the conflict between German Social Democracy and the capitalist state there was, according to Tronti, such a radical avoidance of ideology that the system was able to undergo an extraordinarily lucid development, even if one that was politically
not so appealing. Even without a political theory, and perhaps
because of this, Social Democracy was able, in a highly realistic
way, to take the content of the workers struggle and translate
it immediately into politics at the level of State institutions. As
such, it constituted its party politics in a manner that went beyond Marxs critique of ideology, self-consciously adopting a
tactical posture of compromise with its rival. For Tronti, this
attitude paradoxically represented the highest and most effective
form of autonomous political decision-making, leaving its mark
not only on the workers movement but also on the State, where
the conflict between the workers and capitalists was institution-
09
alized.1
Come leggiamo, Tronti indica la Socialdemocrazia Tedesca come esempio di autonomia della politica dalleconomia.
Egli sostiene che la storia del capitalismo sia fatta di continuit e discontinuit: continuit economica e discontinuit politica. La discontinuit
politica determinata dalla dialettica operai/capitalismo che, nei momenti di maggiore tensione,
obbliga il capitalismo ad azioni politiche slegate
dagli interessi economici. Tronti sostiene che la
classe operaia deve negoziare direttamente con le
istituzioni capitaliste e solo entrando allinterno di
esse pu acquisire potere.
Vediamo dunque come Tronti abbandoni la riflessione di natura politico-economica di Marx,
spostando lattenzione su un piano esclusivamente
politico.
Ed proprio sul piano della continuit economica
10
Continua poi con una dura critica circa i risultati della politica autonoma: le Siedlungen gestite
dalle organizzazioni operaie. Leggiamo:
[Gli architetti tedeschi] Strettamente integrati in precise politiche di piano a livello urbano e regionale, elaborano modelli di
intervento generalizzabili: il modello della Siedlung ne la prova. Ma tale costante teorica riproduce nella citt la forma disgregata della catena di montaggio paleocentrica. La citt rimane un
aggregato di parti, unificate funzionalmente a livello minimo;
e anche allinterno del singolo pezzo - il quartiere operaio -
11
12
13
14
15
16
di Hilberseimer.7
La struttura della citt per Rossi fatta di continuit geografiche e discontinuit storiche: le
prime sono gli elementi strutturali della citt,
mentre le seconde gli eventi che determinano
levoluzione della citt. Compito dellarchitettura
produrre fatti urbani, che, con la loro forma
limitata, si oppongano alle logiche di pianificazione capitalista. In questo sta la valenza politica
19
20
levare che perch larchitettura si imponga come un vasto movimento culturale e venga discussa e criticata al di fuori da una
stretta cerchia di specialisti, bisogna che questa architettura si
realizzi, che essa diventi parte della citt, diventi la citt. In un
certo senso non esistono edifici dopposizione poich ci che si
realizza sempre dovuto alla classe dominante, o almeno deve
sorgere una possibilit di conciliare certe nuove esigenze con la
specifica realt urbana.11
Seppur sia possibile sostenere una teoria dellarchitettura autonoma, larchitettura realizzata
sempre unarchitettura che ha accettato le logiche
delleconomia capitalista (cos come per gli intellettuali della Socialdemocrazia Tedesca). Confinare se stessa in una forma limitata lunico suo
strumento di opposizione. Rossi, dunque, al contrario di Tafuri, combatte contro la distruzione
delloggetto di Hilberseimer e anzi
Una concezione di questo tipo, in cui la tensione architettonica
prevale imponendosi in primo luogo come forma, risponde alla
natura dei fatti urbani come essi realmente sono. [] Ho cer-
21
correnti.
Tafuri e Rossi, come Piccinato e Polesello, in quegli anni sono allo IUAV:
In distinction to its reputation outside Italy, Scuola di Venezia
refers specifically to a period at the IUAV when, within the program directed by Aymonino, the theories of Rossi were dominant. Aymonino was invited to teach at the IUAV by Samon in
1963 and Rossi applied to be his assistant. The class taught by
Aymonino and Rossi through 1965 produced two small booklets under relationship between typology and morphology, and
these became the Scuola di Venezias methodological incunabula. Rossi and Aymonino were quickly joined by young assistant
professors in the IUAV like Dardi, Polesello, Mattioni, Semerani.14
18 novembre 1963, Paese sera lancia lallarme: Lesodo dei docenti mette in crisi lIstituto di Architettura di Venezia. Stando
allarticolo, il passaggio ad altra sede di alcuni docenti di ruolo
avrebbe messo a rischio ben otto cattedre. In realt saranno
solo quattro. Ci non toglie per che si tratti di esodo in piena regola, vista anche la coincidenza dei trasferimenti. A fare le
valigie, dal 1 novembre 1963, sono Bruno Zevi, Luigi Piccinato,
Lodovico Barbiano di Belgiojoso. Il Consiglio di facolt, form-
23
24
LA NO-STOP-CITY E IL MONUMENTO
CONTINUO
In questo capitolo trattiamo alcune teorie dello
sviluppo della citt che nascono dalle teorie di
Tafuri e di Rossi.
Nel 1963, nel terzo numero di Quaderni Rossi,
Greppi e Pedrolli, operaisti militanti, scrivono
riguardo alla citt-territorio:
Dalla fase in cui lurbanistica utilizzata come strumento negativo di frantumazione della classe operaia, si passa alla fase
in cui lurbanistica e la pianificazione territoriale in genere
diventano tecniche per lintegrazione del territorio nel piano del
capitale.
[] In questi casi il rapporto tra piano territoriale e piano economico immediato. Gi adesso certi tentativi di pianificazione
intercomunale in zone prevalentemente agricole hanno il carattere di piani economici veri e propri, anche se non ancora del
tutto operativi.
[] Per anche per le abitazioni operaie esiste la possibilit di
25
Greppi e Pedrolli vedono le tipologie come loccasione per una scelta politica dove la classe operaia
pu continuare a resistere al capitalismo e si oppongono ad una pianificazione di tipo scientifico,
mirata allintegrazione sociale.
Greppi uno studente di architettura di Firenze e nel 1965 si laurea con una tesi sulla Piana di
Firenze, che nel suo progetto diventa ununica
grande industria.
Greppis project was thus not so much a denunciation of capitalist exploitation of the urban territory as a plan that conceived
the workers as potentially taking control of it. For Greppi the
Piana di Firenze represented a diffuse and sophisticated system
26
Ci sembra molto lontano, seppure Aureli affermi il contrario, dalla critica di due anni prima
pubblicata su Quaderni Rossi. Nonostante la
premessa sia la proletarizzazione della societ
(Tronti), il progetto, intendendo liberarsi dalle
tradizionali ideologie borghesi sulla citt, teorizza
uno scenario molto diverso da quello prospettato
su Quaderni Rossi da Tronti, e molto pi vicino
a quello di una riorganizzazione economica del
territorio.
In those years Greppi was circulating Friederich Engelss tract
The Housing Question among the students in Florence. This
thesis was taken up by students to combat the naive illusion that
the bourgeois city could be reformed and ameliorated democratically.19
27
architettura radicale. Il nostro discorso si concentra su Archizoom e Superstudio, i cui componenti sono rispettivamente Branzi, Corretti e Morosi e Natalini e Toraldo di Francia.
Corretti and Morozzi of Archizoom and Toraldo di Francia of
Superstudio were the most politicized members of the respective groups, and they were in direct contact with members of the
Florentine section of the Operaists. The best-known members
of both groups, Branzi and Natalini, with whom the identity of
these groups is often associated, were less involved in the political content of Archizooms and Superstudios work. In a lecture
at the Berlage Institute in Rotterdam in 2007, Toraldo di Francia
recalled his friendly divergence from his comrade Natalini,
who at the time was a member of Giovent Liberale, a centerright student movement. A similar divergence occurred within
Archizoom, were Morozzi and Correttis political extremism was
often at odds with Branzis more moderate position.21
30
32
Nelle loro immagini, loggetto crea unitariet piuttosto che frammenti, come in Rossi. La sua forma
riconoscibile rappresenta comunque un limite e
differenzia tutto ci che esterno ad essa. Allesatto opposto degli Archizoom, essi parlano di riscoperta degli archetipi e di unarchitettura rituale.
Anche qui non condividiamo ci che dice Aureli:
[] Radical leftist like Greppi, and the members of Archizoom
chose to produce neither a project for an alternative city nor
even a critic of the existing one, but rather a theory - the theory of the city development into the ascendent capitalist form of
urbanity.25
33
34
POST-OPERAISMO E RADICALI
Giunti al punto in cui siamo, secondo noi le citt
di Archizoom e Superstudio non costituiscono
davvero un momento di rottura rispetto alle teorie interne a scuole di architettura.
Tafuri non ha mai riconosciuto alcuna validit
alle esperienze degli studenti fiorentini:
Giunti a unimpasse innegabile, lideologia architettonica rinuncia a svolgere un ruolo propulsivo nei confronti della citt e
delle strutture di produzione, mascherandosi dietro una riscoperta autonomia disciplinare o dietro nevrotici atteggiamenti
autodistruttivi.
Incapace di analizzare le cause effettive della crisi del design, e
concentrando tutta lattenzione sui problemi interni al design
stesso, la critica contemporanea va accumulando sintomatiche
invenzione ideologiche, nel tentativo di offrire nuova sostanza
allalleanza fra tecniche di comunicazione visiva e utopie tecnologiche. N causale che il campo individuato per il riscatto
di tale alleanza - postulata ora, con inflessioni di ambiguo neoumanesimo, che ha il grave demerito di mistificare il proprio
ruolo di mediatrice tra utopia e sviluppo, - insista precisamente
35
36
mostrare il ventaglio di tendenze dallottimismo allautodistruzione, ha offerto a molti di essi la possibilit di una sorta di estasi
critica nella quale difficilmente il pubblico americano riconoscer gli stessi autori degli oggetti di produzione presentati nella
sezione antologica che precede. Questo sembra dar ragione ad
Ambasz quando parla di senso di colpa dei designers italiani
che, operando in una situazione dove limpegno sociale, a molti
livelli e per conseguenza nella progettazione, carente, vedono,
dietro la brillante facciata del design, nascondersi labdicazione
ai veri impegni di gestione del territorio e della citt.27
37
Avremmo qualche perplessit sul fatto che Warhol sia meno dlite degli Archizoom e Stuperstudio, anche se essi, come dice con ragione Tafuri,
si sono istituzionalizzati. Prova di questo stata
lattribuzione da parte del critico darte Celant di
un nome che li distingue come gruppo:
Superstudios cofouder Cristiano Toraldo di Francia has said
recently that when the art critic Germano Celant invented the
label architettura radicale in 1972, both Superstudio and Archizoom realized that their project had come to an end.29
38
39
40
41
ROSSI E I BAUKUH
Prendiamo Grassi e i Baukuh dal libro Due saggi
sullarchitettura.
I Baukuh danno alla bellezza della forma una
grande responsabilit: essa ci che unifica la citt, accorda tutti gli uomini e resiste alla storia.
Grassi, Baukuh riguardo allarchitettura socialista
in una citt non socialista, e di seguito Tafuri:
Va da s che, in questa ottica, larchitettura
comera, larchitettura com sempre stata finora,
diventa un elemento di disturbo nella strategia
della nuova citt, un elemento di denuncia nel
confronto fra la nuova citt e la citt comera.
La questione piuttosto se davvero lunica cosa che debbano esibire gli edifici sia di non essere collocati in una citt socialista, se
davvero gli edifici debbano sempre essere fatti per sbugiardare
le citt in cui vengono messi, se davvero la promessa di una citt
differente possa essere tenuta in vita solamente bruciando in ef-
42
43
Ci sembra che la bellezza dei Baukuh si possa paragonare al fatto urbano di Rossi, tuttavia se il fatto
urbano pu essere definito (e Rossi cerca di farlo
44
45
NOTE
1 P.V. Aureli, The project of autonomy, Princeton Architectural
Press, New York, 2008, p.43
2 M. Tafuri, Progetto e utopia, Editori Laterza, Roma - Bari,
2007, p.64
3 Ibidem, p.106
4 Ibidem, p.104
5 P.V. Aureli, The project of autonomy, Princeton Architectural
Press, New York, 2008, p.26
6 P.V. Aureli, The project of autonomy, Princeton Architectural
Press, New York, 2008, p.59
7 M. Tafuri, Progetto e utopia, Editori Laterza, Roma - Bari,
2007, p.99
8 Princeton University, Radical Pedagogies, dalla 14 Biennale di
architettura di Venezia, Venezia 2014
9 A. Rossi, Larchitettura della citt, Quodlibet, Macerata, 2011,
p.83-85
10 Ibidem, p.119
11 Ibidem, p.125
12 Ibidem, p.132
13 Ibidem, p.109
14 P.V. Aureli, The project of autonomy, Princeton Architectural
Press, New York, 2008, nota 12
15 M. Carraro, M. Maguolo, Cronache dai Tolentini, studenti,
docenti, luoghi 1963-1975, in Giornale Iuav 110, Iuav, Venezia,
2012
16 Princeton University, Radical Pedagogies, dalla 14 Biennale
di architettura di Venezia, Venezia 2014
17 C.Greppi, Produzione e programmazione territoriale, in
Quaderni rossi 3, 1963 pp.94-100
18 P.V. Aureli, The project of autonomy, Princeton Architectural
Press, New York, 2008, p.70
19 Ibidem, p.70
20 Princeton University, Radical Pedagogies, dalla 14 Biennale
di architettura di Venezia, Venezia 2014
21 P.V. Aureli, The project of autonomy, Princeton Architectural
Press, New York, 2008, nota 14
22 Archizoom Associates, No-Stop-City, Residential Parkings,
Climatic Universal Sistem, in Domus 496, Milano, 1971
23 P.V. Aureli, The project of autonomy, Princeton Architectural
Press, New York, 2008, p.72
24 Superstudio: discorsi per immagini, Domus 481, 1969
25 P.V. Aureli, The project of autonomy, Princeton Architectural
Press, New York, 2008, p.70
26 M. Tafuri, Progetto e utopia, Editori Laterza, Roma - Bari,
2007, p.125
27 F. Raggi, New Domestic Landscape, in Casabella 366, Milano,
1972
28 M. Tafuri, Progetto e utopia, Editori Laterza, Roma - Bari,
2007, p.130