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Tra il popolo viola assetato di miti, sulle pagine dei network alla ricerca di talenti
da brandire contro il governo Berlusconi, ricorre un nome limpido, quanto
sconosciuto, sempre il suo: Anna Argento.
Chi è mai questa signora? Per i frequentatori del tribunale di Roma non è proprio
un’estranea: è presidente della prima sezione della Corte d’Assise della Capitale.
Non è anonima nemmeno per i responsabili del Pdl che il 27 febbraio a
mezzogiorno non hanno consegnato entro il limite orario la lista per le elezioni
regionali. Anna Argento era lì, sul luogo del delitto. Toccava anche a lei, perché
era di turno, accogliere le liste, verificare, accettare, o rifiutare. E lei ha rifiutato.
La sua verità l’ha raccontata due giorni fa al Tg3. E da allora i «viola», i «grilli», i
cacciatori di eroi, sono in visibilio. «Coraggio Anna!». «Ciao Anna, ti voglio
bene!». «Son tornate le spedizioni punitive - scrive su Facebook Giovanni Carullo
-. Cosa succede in Italia se rispetti la legge? Ti puniscono. È quello che è successo
ad Anna Argento».
Il servizio del Tg3 mostra il giudice, una distinta signora dal caschetto biondo,
che s’infila la toga nel suo ufficio. Parte la voce della giornalista che racconta.
Dopo pochi secondi, il servizio ha un’impennata di interesse. Il fermo immagine è
nitido, nonostante l’oggetto particolare sia poggiato contro il muro, in un angolo,
capovolto. Quest’oggetto è un ritratto in bianco e nero di Ernesto Che Guevara
che fuma il suo sigaro, in una delle espressioni più affascinanti del suo repertorio
iconografico. Non è specificato se la stanza mostrata sia quella personale del
giudice, comunque il comandante è lì, nell’ufficio del Tribunale di Roma, pronto
per essere portato via, spostato, o appeso. Incorniciato con cura, il guerrigliero
argentino.
http://www.ilgiornale.it/interni/il_giudice_che_escluse_azzurri_tiene_ufficio_ritratto_... 09/03/2010
Il Giornale - Il giudice che escluse gli azzurri<br /> tiene in ufficio il ritratto del Che... Pagina 2 di 2
Anna Argento cammina a testa alta accanto allo sguardo suadente del Che. Le
immagini subliminali captate dall’inconscio hanno un effetto straordinario sulla
mente di chi osserva. Qui tutto è probabilmente casuale, ma insieme perfetto.
Anna Argento adesso è perfetta. Soffre un’ingiustizia e lotta, hasta la victoria,
siempre.
Rilascia poche battute al Tg3, con pacatezza: «La litigata era già in atto quando
noi siamo andati a verificare». Alle 18 ha ricevuto alcuni documenti integrativi
dai delegati del Pdl. Non li ha accettati: «Abbiamo risposto che non si può
integrare qualcosa che non esiste». La lista di centrodestra non esisteva. Quindi,
racconta, è stata denunciata per abuso d’ufficio: «È la prima intervista al mondo
che faccio, io parlo con i miei provvedimenti». Poi, una frase finale che nella rete
diventerà forse un manifesto: «Ho parlato per dare sfogo a una coscienza che
volevo dimostrare di avere».
In realtà questa non è proprio la prima intervista mondiale. Per quattro volte in
passato il presidente della prima sezione della Corte d’Assise di Roma ha parlato
con una radio. Radio Radicale.
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