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SCHEDA DI SINTESI: Direttiva 93/7 CEE del Consiglio


La Direttiva 93/7 CEE del Consiglio, del 15 marzo 19931, disciplina la restituzione dei beni culturali usciti
illegalmente dal territorio di uno Stato membro.
Composta da 19 articoli, la Direttiva trova la sua base giuridica nellart. 95 del Trattato istitutivo della
Comunit europea, relativo alle misure di ravvicinamento delle disposizioni legislative, regolamentari ed
amministrative degli Stati membri che hanno per oggetto l'instaurazione ed il funzionamento del mercato
interno.
In base al disposto della Direttiva, lo Stato membro a cui appartiene un determinato bene culturale (cd.
Stato richiedente) pu rivolgersi allautorit giudiziaria dello Stato membro nel quale il bene si trova
illecitamente (cd. Stato richiesto), proponendo unazione di restituzione.
Lo Stato richiesto sar obbligato ad ordinare la restituzione del bene allo Stato richiedente, a condizione
per che questultimo ne abbia dimostrato la culturalit e luscita illecita dal suo territorio, in conformit a
quanto previsto dagli articoli 1 e 5 della Direttiva.
In particolare, lo Stato richiedente dovr dimostrare che il bene oggetto della richiesta sia classificabile
come culturale in base alle proprie disposizioni nazionali e dunque sia riconducibile a quel patrimonio
artistico, storico o archeologico di cui allart. 30 TCE. Lo Stato dovr inoltre provare che il bene stesso
rientri in una delle categorie presenti nellallegato alla Direttiva - il quale riproduce fedelmente lallegato
di cui al Reg. 3911/92 - o costituisca parte integrante delle collezioni pubbliche figuranti negli inventari
dei musei, degli archivi, dei fondi di conservazione delle biblioteche o degli inventari delle istituzioni
ecclesiastiche.
La culturalit del bene dovr dunque essere comprovata sia sotto laspetto nazionale che comunitario.
Come previsto allart. 13 della Direttiva, sar necessario che il bene in questione abbia illegalmente
lasciato il territorio dello Stato richiedente successivamente al 1 gennaio 1993, data dalla quale la
normativa trova applicazione.
Lilliceit delluscita del bene culturale dal territorio definita al par. 2 dellart. 1 e fa riferimento alle
ipotesi di violazione della legislazione dello Stato richiedente o del Regolamento (CEE) 3911/92, nonch
al caso in cui il bene non sia rientrato nel territorio di appartenenza successivamente alla scadenza del
termine o delle condizioni fissate per una spedizione temporanea lecita.
Lazione di restituzione pu essere esercitata esclusivamente dagli Stati e non da persone fisiche o
giuridiche - sia nei confronti del possessore che del detentore materiale del bene, senza che acquisti
rilevanza la buona o mala fede di questi ultimi.
Affinch listanza di restituzione sia ammissibile, dovr essere accompagnata da idonea documentazione
che descriva il bene stesso e da una dichiarazione dellautorit competente dello Stato richiedente che ne
dimostri lillecita uscita dal territorio2; competenti a ricevere lazione saranno esclusivamente i tribunali
dello Stato richiesto.
Dalla lettura degli articoli 3 e 4 della Direttiva si evince la necessit di una stretta e costante
collaborazione fra le diverse autorit competenti degli Stati membri, richiedente e richiesto. Ciascuno
Stato membro cui la Direttiva rivolta dovr infatti provvedere alla designazione di una o pi autorit
centrali, preposte allesercizio delle funzioni previste dalla Direttiva stessa. Tali autorit saranno chiamate
a cooperare tra loro e a promuovere la collaborazione tra le diverse autorit competenti degli Stati
membri. In particolare, lautorit competente dello Stato richiesto sar tenuta a localizzare, dietro
richiesta dello Stato richiedente, il bene culturale oggetto della richiesta di restituzione ed a individuarne
il possessore o detentore.
Lazione di restituzione soggetta a precisi termini di prescrizione, come dettato dallart. 7: un anno a
decorrere dalla data in cui lo Stato richiedente venuto a conoscenza del luogo in cui si trovava il bene e
dellidentit del suo possessore o detentore. In ogni caso, lazione si prescrive trascorsi trenta anni a
decorrere dalla data in cui il bene uscito illecitamente dal territorio dello Stato richiedente. Tale termine
pu estendersi a settantacinque anni nel caso in cui trattasi di beni culturali appartenenti a collezioni
pubbliche, salvo eventuali accordi tra Stati membri che stabiliscano un termine pi lungo.
Qualora il tribunale dello Stato richiesto disponga la restituzione del bene, larticolo 9 della Direttiva
prevede la possibilit che il giudice competente accordi al possessore un equo indennizzo. La
corresponsione di tale indennizzo subordinata alla verifica, da parte del giudice, che il possessore del
bene abbia usato allatto dellacquisizione del bene la diligenza richiesta. Non sar dunque attribuito
alcun indennizzo n allacquirente a titolo gratuito, n al detentore, n eventualmente al proprietario del
bene, nellipotesi in cui sia stato egli stesso ad esportare il bene. In tale ultima circostanza si presume
infatti che questi fosse a conoscenza del regime giuridico del bene di sua propriet. Lindennizzo, il cui
ammontare stabilito dal giudice dello Stato richiesto, sar a carico dello Stato richiedente, che
provveder al pagamento al momento della restituzione.

1
Pubblicata in GU L 74 del 27 marzo 1993, p. 74 e successivamente modificata dalla Direttiva 96/100/CE del Parlamento europeo e del
Consiglio del 17 febbraio 1997 (in GU L 60 del 1 marzo 1997) e dalla Direttiva 2001/38/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 5
giugno 2001 (in GU L 187 del 10 luglio 2001).

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