In Italia il quadro socio-economico registra, in quella fase, un crescente desiderio di crescita. Anche in politica, al posto del centrismo disegnato da De Gasperi, affiora una maggiore attenzione alle indicazioni ideali di una sinistra che, con i propri voti, aveva contribuito alla elezione di un Presidente della Repubblica come Giovanni Gronchi, leader democristiano sensibile al mondo del lavoro. Pur non determinando, nei fatti, unautentica svolta, questevento aveva aperto la via a dialoghi destinati, qualche anno dopo, a diventare concretamente praticabili. Il desiderio di nuove frontiere rimbalza anche dagli Stati Uniti dAmerica dove cominciano ad imporsi le avveniristiche indicazioni economico-politiche di John Fitzgerald Kennedy, giovane Presidente desideroso di immaginare straordinarie svolte storiche per il suo popolo e per il mondo intero. Il sogno kennedyano sar stroncato a Dallas, in Texas, da una mano assassina, il 22 novembre 1963. Daltro canto che lumanit dei primi anni 60 abbia voglia di affrontare, in ogni campo, voli pi alti lo testimonia idealmente il sovietico Jurij Gagarin, primo uomo nello spazio. Il suo librarsi tanto in alto e tanto lontano sembra simboleggiare lansia di conquiste che caratterizza la seconda parte del ventesimo secolo. Ulteriore riflessione di Servadio: Seguivo le vicende della politica, non solo quella di casa nostra, tentando di scorgerne i possibili esiti. Chi aveva gli occhi aperti e le orecchie ben tese poteva avvertire i segnali di un mondo animato da precisi fermenti. Nelle persone si facevano strada legittime e sacrosante pretese come, per esempio, lacquisizione di una casa propria, oppure il piacere di rinnovare il guardaroba per comunicare unavvenuta promozione sociale. Quasi senza saperlo in Italia lievitava la curiosit di scoprire cosa ci fosse dietro langolo e anchio cercavo di guardare lontano. Altri, ognuno secondo vocazione, cultura e sensibilit, furono mossi dalla voglia di provarci, spinti dalla febbrile emozione dellottimismo. Allinterno di ventate che profumano di progresso e di ambizioni, lazienda fila con una velocit spinta al di l di ogni aspettativa quando entra in scena Franco DAttoma, cognato di Leonardo. Uomo dalla personalit per nulla secondaria, viene invitato ad unirsi alla squadra
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nel 1960. DAttoma un imprenditore pugliese, tanto digiuno di
tecniche industriali quanto sollecito nellapprenderne i segreti. Figlio di un proprietario terriero di Conversano (Bari), ha studiato Agraria a Perugia ed ha sposato Leyla, la sorella di Leonardo. Dopo aver avviato a Bari, senza fortuna, un laboratorio di pelletterie, s trasferito a Milano per lavorare alla Motta distante dagli affetti pi cari. Leonardo gli regala una consistente quota della societ, raccogliendo le istanze della famiglia e ora racconta: I miei genitori avvertivano i disagi della figlia costretta a vivere nelle Puglie, lontana dal marito, impiegato in Lombardia e mi sollecitarono, pertanto, a chiamare Franco e chiedergli di lavorare con me. Lui venne di buon grado e, seppur alloscuro di gestione aziendale nel settore dellabbigliamento, prese ad occuparsi con solerzia di amministrazione e di rapporti col personale. Le fatiche non mancano, ma neanche lentusiasmo, originati entrambi dal febbrile sviluppo di un mercato al cui interno i pantaloni di Perugia si fanno largo. Laumento del numero delle operaie, stipate nel laboratorio, rende insufficiente anche il casolare della Pallotta e richiede urgentemente un nuovo trasferimento che individuato in un locale di via Pellas, sotto il cinema Lilli, dove vengono trasferiti 209 dipendenti che devono onorare la pi elementare fisiologia utilizzando, con intelligenti turnazioni, un solo bagno. Segno di virtuosa tolleranza delle maestranze e anche dellelasticit, sul fronte igienico-sanitario, di una normativa a quel tempo non proprio scrupolosa. C il gusto delle crescenti prese datto nelle riflessioni di due dipendenti, Elena Palombi, una delle pioniere del 1959, e Serena Ingi: Cominci a crescere rapidamente il numero dei rappresentanti e gli ordini si moltiplicarono in proporzione. Anche senza essere dentro le segrete stanze si percepivano le costanti evoluzioni della nostra fabbrichetta ed era francamente un piacere personale, non attenuato dal fatto che lincremento della lavorazione a catena imponeva tempi un po stressanti. Era lassillo del cosidetto minutaggio. Per realizzare al meglio questa strategia vennero tecnici dal nord. Uno di loro si chiamava Allegro, ma era tale solo di nome perch in realt urlava sempre, quasi che i suoi berci potessero rendere pi efficace il