Schopenhauer rifiuta le due soluzioni: non si pu uscire dal soggetto e conoscere (contemporaneamente) e
nemmeno considerare il fenomeno come produzione. Per lui il mondo mia rappresentazione, cio che la
conoscenza solo di apparenze.
Si rif a Kant: mantiene sensibilit, intelletto, ragione (e idee regolative) come funzioni conoscitive, ma in
modi diversi.
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Sensibilit: azione dei nervi afferenti; essendo funzione fisiologica spazio e tempo sono a priori,
cio essere forme generali dellesperienza. S+T=Materia, come condizione desperienza, come
principium individuationis.
Intelletto: categoria della causalit; conoscenza intuitiva del fenomeno, quindi spiegabile per
azione della massa cerebrale, il collegamento di causa e effetto.
Ragione: forma concetti e li ordina nei ragionamenti.
Fondamento logico della conoscenza scientifica, cio la conoscenza riflessa e mediata della ragione:
principio di ragione sufficiente. Applicato a quattro ambiti:
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Concetti e ragionamenti sono astratti, ma vengono ricondotti in contesti empirici attraverso la parola:
espressione del concetto, congiunzione della ragione con le condizione di spazio e tempo.
Per la ragione anche il luogo delle contraddizioni e degli errori; in ogni caso neanche la conoscenza della
ragione permette di andare oltre il fenomeno.
Non la volont come desiderio, ma come forza inconscia e senza finalit, impulso vitale, oltre spazio e
tempo (principio dindividuazione). Essa unica ovunque.
Arte: vede direttamente e disinteressatamente lidea nel singolo, oggettivazione eterna della volont.
Visione pura, spogliandosi della propria individualit. Musica
Moralit: (Kant) agire virtuoso senza finalit; apre alla metafisica e rende sopportabili le pene della
vita. Ci che muove lazione la compassione per cui luomo esperisce il dolore altrui.
Ascesi: negazione totale di vita e volont, la Noluntas, il quietativo della volont e della sessualit,
ci che lega di pi alla vita.
La assoluta negazione della vita e della volont termina nel Nirvana, stato di distacco assoluto delle cose di
illuminazione e serenit dello spirito, liberato dai tentacoli della volont.
Testi
La descrizione della realt
Mondo non offre materiale per il bello (Dante non riesce con Paradiso).
Olandese, storia segnata dal suicidio del padre a 17 anni. La vita e il mondo non sono razionali, il dolore
visibile ovunque. Conclusione: (opposta ad Hegel).
Si vive per continuare ad esistere, ci si sforza, ma tutti finiscono. Vita: affare che non copre le spese.
Homo homini lupus; uomo unico animale cha fa soffrire per far soffrire. Gli uomini si associano per
solitudine (non per amore).
Vita un continuo oscillare tra dolore e noia. Ci si accorge di questo aprendo gli occhi e guardando la
realt.
Pensiero: dolore e noia. Analisi: Il mondo come volont e rappresentazione (1819).
Il mondo come volont e rappresentazione
Nella Gnoseologia identico a Kant, che per lui magnifico, come Platone che divino. Lunica differenza
con Kant che il mondo non rappresentazione nostra, ma nostro filtro della realt, nostra percezione.
1. La verit irraggiungibile, in quanto strutturalmente noi uomini siamo sempre un soggetto in
rapporto ad una realt. La conoscenza sempre un insieme tra loggetto e il modo di conoscere. Per
questo critica Hegel che crede di poterci arrivare.
Il mondo la mia rappresentazione. Non c vera conoscenza delle cose, ma conoscenza di come noi
guardiamo le cose. Il mondo non davvero come lo vediamo, cos lo costruiamo noi.
Tempo e spazio sono relativi alluomo (Kant), noi che mettiamo in ordine le cose. Tutto ci che posso
conoscere la rappresentazione, rapporto soggetto-oggetto.
Una sola verit: la conoscenza di un oggetto in rapporto ad un oggetto. Tutta la vita lesperienza di un
lungo sogno continuato, tutto le cose incontriamo sono poste da noi. Il sogno notturno linterruzione del
sogno continuo.
Velo di Maya: il mondo vero non quello che appare, la condizione umana ci inganna (riflesso sole deserto).
Il mondo come volont
C unesperienza diversa da ci che si detto: con la conoscenza non si pu arrivare alla verit; lunica
esperienza vera il volere, la volont. Io vivo il mio corpo, se voglio qualcosa il corpo agisce
contemporaneamente alla volont, non causa-effetto ma unica coincidenza tra di loro; unico momento in
cui vivo la verit di me. Cos uomo sia fenomeno che noumeno (verit).
Alla radice della vita e delle azioni c la volont, protagonista assoluta del vero.
Se fossimo solo Io-penso raggiungeremmo solo ci che creiamo e non la verit, ma siamo parte e abbiamo le
radici nel mondo, qualcosa che viviamo (non in cui viviamo).
Per lIo-penso il corpo solo rappresentazione (Kant), ma il corpo il mezzo con cui luomo conosce
(sensazione intelletto intuizione); lesperienza di vita esperienza di verit: volont.
Luomo pu arrivare alla verit vivendo lesperienza del corpo, che espressione della volont. Ogni atto
coincide con una volont. Questi stati non sono oggetti ma momenti di vita, si vive unazione.
Corpo oggettivarsi della volont.
Volont: sostanza intima, forza naturale e cieca.
Lunica differenza volont-azione il grado di manifestazione, lessenza dellazione rimane intatta. La radice
ultima della realt la volont, cieca, non si preoccupa dello scopo.
Il dolore
Dolore: volont di avere ci che non si ha. Noia: non volere pi ci che si ha.
Dolore scaturisce da mancanza, bisogno e smette quando c appagamento, ma se la volont determina tutto
lessere appena si soddisfa un bisogno se ne crea un altro. Tanto pi raggiungo meno godo.
Il conoscere la verit determina la felicit delluomo.
Lansia per la conservazione dellesistenza nellintera vita delluomo. Continua lotta per esistere di cui il
motore la paura della morte. Ogni giorno verso la morte. La vita del corpo una morte trattenuta, evitata.