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Manuale
di pronuncia
Italiana, inglese, francese, tedesca,
spagnola, portoghese, russa, araba,
hindi, cinese, giapponese, esperanta

Luciano Canepari
Universit di Venezia

Dedicato a chi aveva capto


che i millenni cominciano con 1,
non collanno zero (2000)
La precisione non un optional.

2007
LINCOM

Copyright by LINCOM GmbH,


Gmunder Str. 35, D-81379 Mnchen
Prima edizione: 2003
Seconda edizione: 2005
Terza edizione: 2007

LINCOM.EUROPA@t-online.de
http://home.t-online.de/home/LINCOM.EUROPA
www.lincom-europa.com
webshop: lincom.at

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o trasmessa in qualsiasi forma o mezzo elettronico,
meccanico, reprografico, digitale.

Stampato a Biessenhofen.

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Indice
p.

Prefazione

Manuale di pronuncia
Italiana, inglese, francese, tedesca,
spagnola, portoghese, russa, araba,
hindi, cinese, giapponese, esperanta
1

1
16
20
22
27
34
35
35
37
39

1. Preludio
Sintesi di fonetica e tonetica "naturale&
Le trascrizioni
Il contenuto del MaP (e dell'FTN/MaF)
Osservazioni sulla terminologia fonetica
Guida alle gure
Guida ai tipi di trascrizione
Trascrivere a mano
Simboli generici
La tabella uciale dell'IPA
Simboli canIPA e corrispondenti uIPA

44

2. Italiano

70

3. Inglese (americano, britannico e altri accenti)

145

4. Francese (neutro e altri accenti)

179

5. Tedesco (neutro e altri accenti)

224

6. Spagnolo (iberico e americano)

249

7. Portoghese (brasiliano e lusitano)

277

8. Russo

308

9. Arabo

324

10. Hindi

338

11. Cinese (mandarino)

362

12. Giapponese

384

13. Esperanto

410
422
425

Bibliograa utilizzabile
Indice analitico
Indice delle lingue

1. Preludio
Sintesi di fonetica e di tonetica "naturale&
1.1.1. Aiutandoci con alcuni, indispensabili, diagrammi (perlopi tratti dall'FTN/MaF, ma con semplicazioni e alcune modiche), diamo l'essenziale per utilizzare adeguatamente le ricche potenzialit della Fonetica, per quanto riguarda le
12 lingue trattate in questo volume: italiano, inglese, francese, tedesco, spagnolo,
portoghese, russo, arabo, hindi, cinese, giapponese, esperanto.
Dobbiamo, soprattutto, considerare la sonorit, le vocali, le consonanti e l'intonazione (compresi i toni). Per approfondimenti, bisogna rinviare all'FTN/MaF.
1.1.2. La f 1.1 mostra la glottide (cio lo spazio fra le pliche vocali) e le posizioni assunte per i tipi di fonazione che c'interessano. Oltre al respiro, abbiamo l'occlusione ((), che, tecnicamente, non pu essere n sonora, n non-sonora, ma ha
pi anit con quest'ultimo tipo, e schematicamente rappresentiamo con ), poi
la non-sonorit ((f), ) e la sonorit ((v), ).
Inoltre, troviamo la non-sonorit e la sonorit leni (o lenite, rispettivamente (,
v), , ), e la fonazione mista (o semi-sonorit, (), con tre icone schematiche, che
ora vedremo), in cui met del fono interessato sonora, l'altra met non-sonora.
Generalmente, la "scelta& fra le tre dipende dalla posizione, cio dal contef 1.1. pi di fonazione e posizioni della glottide.

. respiro

. occlusione

(){}

(, P)

(f, s, )

(, s, h, ), A)

. sonorit

(v, z, , m, a)

. non-sonorit lene

. non-sonorit

+
+

. sonorit lene

(v, z, H, ")

. fonazione mista

. cricchiato

(Ca)

(, , , ) {1 (pbX ), 2
(bpX b), 3 (bpX )}: 1 (|'a, ap'a)
2 (&aa'a) 3 (a'pa, 'a|)

. falsetto

(ma)

manuale di pronuncia

sto: dopo una pausa (o silenzio), o una C non-sonora, anche la prima met non-sonora; mentre, la seconda, in contatto con foni sonori, sonora: ( ), come in tedesco: Bett /'bEt/ ('Et). Invece, davanti a pausa, o a C non-sonora, abbiamo lo
scambio delle due met: ( ), come in inglese: bed /'bEd/ ('b;). D'altra parte, all'interno di parola o frase, tra foni sonori, la met non-sonora quella centrale,
mentre i due margini, ciascuno per un quarto della durata totale, sono sonori: ( ),
come nell'italiano napoletano: dato /'dato/ ('dA;&). Abbiamo messo pi particolari, nella f 1.1, dove troviamo pure due tipi di fonazione peculiari: il cricchiato ( )
e il falsetto ( ), utili, rispettivamente, per cinese e hindi.
Nei 4.1.7-12 del M F, si spiega come vericare e controllare la presenza o meno della "voce&, a seconda delle vibrazioni delle pliche vocali, durante la produzione di certi foni. Nella f 1.2, si mostra l'applicazione dei vari tipi di fonazione, limitatamente alle 12 lingue "mpiche&.
f 1.2. Diversi tipi fonatri illustrati da alcune lingue: italiano (con due varianti regionali:
Npoli e Roma); inglese, americano e britannico (con varianti britanniche mediatiche);
francese; portoghese (lusitano); tedesco; cinese (mandarino); hindi; giapponese.


('fa:va)
fava

(u'gwan:to)

(&ukan'tan:te)

un guanto

('sud:H, -d:) ('Es:th, -t)

un cantante

sud

(sa'pe:te)
sapete

est

(ital.)


(&ilkap'pOt:to)

(&ilkp'pOt:o)

il cappotto

il cappotto (~)

(&ugn'dan:de)

un cantante (~)

(s'e;Ie)
sapete (~)

(sa'be:de)
sapete () (reg.)

('pha;)

('spa;)

('ba;)

('b;)

('phl;I)

('h;&Sp)

pie

spy

buy

bib

play

headship (ingl. {amer./brit.})

/ /

('kT, 'T) ('wks, 'ws)


actor

('Eka) ('wks)
(ingl. brit.)

wicks

actor

wicks (ingl. brit. mediatico)

('pe) ('p#) ('pi) ('p) ('ppa) ('pis)) ('tX)

('Atu)

pied

alto (port. lus.)

poids

puis

plat

peuple

prisme

quatre (fran.)


('phaen) ('aen)

('li:pI)

('a:b)

('ap&Ilt)

('Ek&f)

Pein

Bein

lieblich

aber

Abbild

Bergdorf

(5pa)

(pha[U)

(5t,2bu[tUU)

(4pa)

(a7qa)

(7pa3b)

pai

paishu

tingbudng

bi

bici

bba (cinese)

(ted.)

('kaan) ('khaan)

('gaan)

('gHaan)

('m21)

(3i'i)

kaan

gaan

ghaan

mq? (hindi)

chichi (giap.)

khaan

1. preludio

1.1.3. Per quanto riguarda le vocali, ricordiamo che, foneticamente, pi conveniente usare il termine (maschile) vocoidi, e riservare il termine pi tradizionale ai fonemi e ai grafemi, oltre che per esposizioni pi generali, come all'inizio dell'FTN/MaF.
Le f 1.3-5 aiuteranno a "ricostruire& le modalit tipiche per la produzione e l'identicazione dei vocoidi, o foni vocalici, per i quali ci sono tre componenti fondamentali, che ricordando sinteticamente sono: l'avanzamento e l'elevazione del
dorso della lingua (col contributo dell'apertura mascellare) e la posizione delle labbra, giacch l'arrotondamento raddoppia il numero di vocoidi.
f 1.3. Orogrammi coi punti estremi per l'articolazione dei vocoidi.

f 1.4. Vocogramma coi punti estremi per l'articolazione dei vocoidi (e labiogrammi relativi).
u
i

an
te
r
an iori
te
r
ce oce
nt nt
ra ra
po li li
ste
po roc
ste en
r tr
an ior ali
te i
ro
an -lab
te
ro iat
ce cen i
nt
r tro
po o-la -lab
ste bia .
t
po roce i
ste nt
ro ro
-la -la
bi b.
at
i

f 1.5. Classicazione dei vocoidi (coi labiogrammi di quelli alti).

M [*]
[]
X []
x []

A
3

Y y
Y
[]
[] #
[]
[]
5

%
T
+

u
U
o

alti ()


semi-alti ()
medio-alti ()
medio-bassi ()

Y{%}

semi-bassi ()
y{%}u
bassi ()

= +

i
I
e

Inoltre, la f 1.6 completa la panoramica, fornendo tutti i vocoidi possibili, in orogrammi che contengono dei vocogrammi in miniatura, proprio per aiutare a vedere meglio le sfumature e le dierenze.
Per i vocoidi, la sonorit la norma, tant' vero che l'eventuale non-sonorit
considerata marcata. Anche l'eventuale aggiunta della nasalizzazione marcata (
f 1.7; nel 11.17 dell'FTN/MaF, si spiega come vericare e controllare l'esatta produzione dei vocoidi nasalizzati).

manuale di pronuncia

f 1.6. Orogrammi dei vocoidi.

non-arrotondati

{{*}}

{{}}

{{}}

{{}}

arrotondati

{{}}

{{}}

{{}}

{{}}

1. preludio

Per gli otto vocoidi che appaiono in orogrammi senza sfondo grigio, e coi simboli tra parentesi doppie, non sono stati trovati ancora idiomi che li usino sistematicamente. La f 1.8 mostra le varie posizioni delle labbra, tramite labiogrammi.
f 1.7. Vocoidi orali (o normali) e vocoidi nasalizzati.

f 1.8. Labiogrammi per i vari vocoidi.


distese
(o stese)

neutre
(o normali)

semi-arrotondate

arrotondate
verticalm.

arrotondate
(o tonde)

M {{*}}

{ W}

Y {% }

y {% } u

{{}}

{ : w}

{T }

Y {T } U

X {{}}

{ , }

{{}} {+ P}

{+ P} o

x {{}}

{ }

{{}} { }

# { }

{ ,}

{{}} {@ }

{@ } O

aA

{ a}

{{}} { }

{ }

1.1.4. Anche per le consonanti, abbiamo una terminologia pi scientica, che


denisce contoidi (masc.) i foni consonantici, e riserva il termine consonanti ai fonemi e ai grafemi, oltre che per esposizioni pi generali.
Le tre componenti fondamentali, per la produzione e l'identicazione dei contoidi, sono: il modo e il punto d'articolazione, e il tipo di fonazione, che estremamente utile, per i contoidi, dato che la presenza o meno di sonorit ne raddoppia
il numero, a scopi distintivi, fonem(at)ici, come avviene, spesso, per (t, d c, G f,
v), che formano coppie difoniche, che si distinguono solo per il diverso tipo di fonazione.
I modi d'articolazione fondamentali sono sette: nasale, occlusivo, occlu-costrittivo, costrittivo, approssimante, vibrante, laterale. Tradizionalmente (e nonostante
un'evidente dicolt oggettiva, invece dei pi chiari termini articolatri, che usiamo qui), sono ancora piuttosto diusi alcuni d'origine uditiva, come "aricato&,

manuale di pronuncia

per occlu-costrittivo, e "fricativo&, per costrittivo.


A seconda delle lingue, si possono avere alcune suddivisioni interne, come quella fra costrittivi (e anche occlu-costrittivi) solcati, che sono marcati rispetto a quelli semplici, dai quali si possono distinguere per l'aggiunta d'un solco sulla parte
longitudinale della lingua; sono solcati, per esempio, (s, z S, Z q, Q c, G).
Un'altra suddivisione importante riguarda i vibranti, come (r, K), con due battiti (rispettivamente dell'apice della lingua o dell'uvula), e i vibrati (in inglese tap),
come (R, ), con un solo battito; ci sono anche i vibratili (in inglese ap), come ([,
), che producono un rapido contatto, tramite un movimento di passaggio da dietro in avanti, come si vede dall'illustrazione (f 1.14.3).
Le f 1.9-15 presentano, secondo i sette modi (con suddivisioni interne), le articolazioni consonantiche trattate per le 12 lingue descritte nei m 2-13, comprese le varianti indicate; per questo, chiamiamo le sinossi d'orogrammi "contoidi mpici&:
per ricordare sia la completezza del MaP (in s), sia che queste articolazioni consonantiche non sono tutte quelle esistenti.
Anzi, essendo "solo& quasi 200, rispetto alle 464 dell'FTN/MaF sono meno della
met (ovviamente, sempre come "articolazioni&, giacch, potenzialmente, ognuna
pu produrre una coppia difonica, con due elementi distinti per la sonorit; raddoppiando, quasi, il numero eettivo dei foni, che sono 283, nel MaP, ma 774, nell'FTN/MaF]
f 1.9.1. Contoidi nasali.

)/m

/[

/m

/M

/M

/"

/M

/n

/n

/N

/n

/n

/N

/n

/~

/N

/\

/m

/,

1. preludio

Gli orogrammi che, nelle f 1.9-15, sono segnati con un asterisco, a otto punte,
indicano le poche articolazioni che corrispondono a quelle canoniche e uciali;
quelli segnati da "& hanno, vicino, un altro orogramma con articolazione leggermente diversa, che si rappresenta, per, con lo stesso simbolo. In queste sinossi,
diamo i simboli pi precisi, proprio per abbinare l'articolazione al simbolo, anche
se, poi, per alcuni di questi, si possono usare simboli pi comuni (come si pu vedere nei 10.2-8 dell'FTN/MaF]
Inoltre, le f 1.16-7, coi loro labiogrammi, dorsogrammi e palatogrammi, sono
l'aiuto necessario, per distinguere e osservare bene tutte le sfumature, che contribuiscono a dierenziare i contoidi dati.

/M

/n

f 1.9.2. Contoidi semi-nasali.


/

p/b

(/{

Q/

p/b

]/7

t/d

t/d

4/7

T/D

B/

T/D

t/d

+/_

/8

k/g

$/

f 1.10. Contoidi occlusivi.

p/

./

k/

%/

w/

k/

f 1.11.1..
Contoidi occlu-costrittivi (non-solcati).

manuale di pronuncia

f 1.11.1.. Contoidi occlu-costrittivi solcati.

q/Q

q/Q

/"

C/

c/G

&/1

C/G

c/g

v/

f 1.11.2. Contoidi occlu-semi-costrittivi (solcati e no).

/6

f/v

5/

f/v

w/W

/D

Q/z

/J

x/

/)

X/

f 1.12.1.. Contoidi costrittivi (non-solcati).

h/

s/z

s/z

S/Z

X/5

x/

./

//\

S/q

/=

/B

f 1.12.1.. Contoidi costrittivi solcati.

1. preludio

f 1.12.2. Contoidi semi-costrittivi (solcati e no).

/d

/,

/y

/m

f 1.13.1. Contoidi approssimanti.

F/B

/V

/j

/V

W/w

x/

/H

f 1.13.2. Contoidi semi-approssimanti.


/b

/d

/%

/F

/=

/j

f 1.13.3. Contoidi approssimanti lateralizzati: semiapprossim. , , approssim. semilaterali.

/S

/>

+
/

+
+

/<

+
/<

10

manuale di pronuncia

/5

/r

'/K

/R

/R

/5

{/D

f 1.14.1. Contoidi vibranti


({, } sono anche costrittivi).

/e

/R

f 1.14.2. Contoidi vibrati.


[/

3/r

f 1.14.3. Contoidi vibratili.

+
/[

r/m

{V}/e

f 1.15.1. Contoidi (bi)laterali (e due semilaterali (, ))).

/R

/l

/$

/L

+
/

/l

/L

+
/

/)

f 1.15.2. Contoidi unilaterali.

f 1.15.3. Contoidi laterali vibrati.

+
/

+
+

/]

a/l

+
/

I punti d'articolazione sono, ovviamente, di pi, anche se ci limitiamo a quelli


necessari per le nostre 12 lingue, per ognuna delle quali, nel capitolo relativo, c'
una tabella, che comprende tutti i contoidi necessari, per la pronuncia neutra d'ognuna di quelle lingue, con le denizioni.

1. preludio

11

=+

f 1.16.1. Labiogrammi consonantici (due prospettive).

m, p b

M, f v

S Z, c G

[, ( {

+
+

w, u

, & 1

, C

j, i

f 1.16.2. Altri labiogrammi consonantici (solo frontali).


s z, q Q

td

n, T D

N,

k g, , x

B,

f 1.16.3. Orogrammi consonantici con diverse posizioni labiali.

SZ

f 1.17. Dorsogrammi e palatogrammi consonantici.


costr. solcato

costr. non-solc.

approssiman.

laterale (appr.)

unilat. (appr.)

(uni)later. costr.

s, z , S, Z

, , J x,

, j, w

l, {L}

!,

q, Q

c, G

s, z

S, Z

T, D

!,

Comunque, la tabella della f 1.18 d questi contoidi (tranne 7 coarticolazioni


complesse, presenti negli orogrammi), per un utile confronto, anche sinottico.
Le f 1.19 f 1.20 mostrano i meccanismi di tre tipi particolari d'esplosione: laterale, nasale e inudibile, rispettivamente, d'un occlusivo seguto da un contoide omorganico laterale, o nasale; oppure da un altro occlusivo diverso, con una fase intermedia, costituita da un'articolazione con due occlusioni simultanee.

12

manuale di pronuncia

F
B
b

> fv 5

M
>)
m[ mMM
p ( p
]
F >
7
@ b { b

&

S
" n
t 4
>d 7
>

q q
QQ

f w
v W
>
> sz sz
> d

>
d

l R

> n N n
t T
B
d D

> "

>

>

[n] N

>

Q
D z

R
V
e

l $
]

|
[5] [5] r

[R] [R] R

[
r
m
a
[] l

n
[T] [t]
[D] [d]

Cc & C cv
G 1Gg

~
+
_

> {D

> [

>

S X x . / S
> Z 5 \ q = B

>

n
N
\m ,
k

>

g
k%
w
k
>

>


>J
,

> j 3
% F

<
x
> )
ym

W
V w
=
j

> x H hH

<
'
K

3
r

f 1.18. Tabella dei contoidi "mpici&. (@ indicano modi d'articolazione "intermedi& non presenti qui, m 10 dell'FTN/MaF]

bilabiali
bilabio-labiati
bilabio-palatali
bilabio-uvulari
bilabio-labiodentali
labiodentali
labiodento-labiati
labiodento-postalveo-lab.
labiodento-palatali
labiodento-uvulari
prodentali
dentali
dentalveolari
dento-velari
dento-uvulari
alveolari
alveobilabiali
alveo-labiodentali
alveo-semilabiali
alveo-semi-labio-palatali
alveo-velari
alveo-velo-labiati
alveo-uvulari
postalveolari
postalveo-labiati
postalveo-velari
postalveo-palatali (p. bas.)
postalveo-palato-prolab.
postalveo-palato-iperlab.
postalveo-palatali (p. alta)
postalveo-palato-prolab.
postalveo-palato-iperlab.
postalveo-prevelari
postalveo-prevelo-prolab.
postalveo-velo-prolabiati
prepalatali
prepalato-bilabiati
prepalato-labiodentali
palatali
pospalatali
pospalato-labiati
prevelari
prevelo-postalveo-labiati
provelari
provelo-labiati
velari
velo-labiati
velo-labiodentali
velobilabiali
veloalveolari
velo-uvulo-postalveo-lab.
uvulari
uvulo-faringali
faringali
laringali
laringo-labiati

&

1. preludio

13

f 1.19.
Esplosione laterale ()
e nasale ().
f 1.20.
Esplosione non udibile.

() tl, t, t
((Tl, T, T))

() tn, t
((Tn, T))

pt ((pT))

kt ((kT))

1.1.5. L'intonazione l'aspetto pi sfuggente delle lingue e (forse anche per


questo), di solito, trattato molto male e senza concretezza, quando non sia
completamente ignorato (e, a volte, meglio cos: piuttosto di far danni o di confondere e basta).
In questa sintesi, le f 1.21-3 ci aiutano a presentare l'intonazione, senza inutili
complicazioni assurde, dannose e scoraggianti. Infatti, senza spaventare (ma anche senza confondere e deviare), la f 1.21 mostra, in modo molto intuitivo, i movimenti tonetici normali, in pronuncia italiana neutra, per le quattro tonie della nostra lingua, oltre alle due protonie pi comuni (fra le quattro complessive).
L'intonia comprende un certo numero di sillabe (formate da foni/fonemi; quindi, sono fono-sillabe), raggruppate in modo da costituire delle ritmie (o gruppi accentuali), formate dalle parole contenute in un particolare enunciato. A sua volta, l'intonia pi normale e pi frequente composta di due parti: la protonia e la tonia.
La protona, ovviamente, precede la tona, che riguarda l'ultimo accento forte
dell'intonia. Ci sono tre tonie marcate: conclusiva /./, interrogativa /?/, e sospensiva
//, e una non-marcata, continuativa /,/. Le prime due, come ci mostrano i primi
due esempi della f 1.21, s'impiegano, rispettivamente, per aermare e interrogare;
la seconda si denisce domanda totale, perch la risposta che riguarda tutta quanta la domanda, nella sua totalit dev'essere S oppure No (o Forse Non so ]
f 1.21.
Esempi "icono-tono-graci&.
1

[Se non] ci vediamo do

Ci ve dia mo do me nica.
2

Ci ve d ia mo do me ni c

[Per ch non] ci ve dia mo do me ni


ca?

a?

me ni c

a [perdiamo tut
t

o.]

[Se non] ci vediamo do me nica [non im porta.]

1.1.6. Il terzo esempio una domanda parziale, perch chiede informazioni sul
perch (dando per scontato, o noto, il resto) e la risposta non pu essere un semplice S o No. Quindi c' solo una parte di domanda: quella contraddistinta dalla parola interrogativa (come anche: chi, come, quanto, quando, dove, che cosa ]\ Perch non ci vediamo domenica?
Come si vede dai movimenti del terzo esempio, la tonia che si deve usare, nelle
domande parziali, non aatto quella interrogativa (come, per, ci vuole far credere la scuola, con le sue grammatiche, e perno le registrazioni dei corsi didattici di

14

manuale di pronuncia

lingue!); , invece, conclusiva, mentre davvero interrogativa la protonia. Per, ci


pare sorprendente notare che perno un gran numero di "generativi& (linguisti generativisti) si comporti come i "parlanti ingenui&, usando /?/ in domande parziali, nel loro parlato spontaneo; mentre, da parte loro, ci s'aspetterebbe un controllo linguistico assoluto (secondo le loro intenzioni dichiarate). Ma si sa, l'esecuzione concreta del livello superciale, in fondo, gl'interessa poco e questo li espone all'accusa corrente (scherzosa o no) di "degenerativismo&.
Infatti, un'aermazione come Perch non ci vediamo domenica (in risposta a una
possibile domanda quale Come mai non prepari tutto? o Come mai non guardi gli
orari dei treni?] distinguibile dalla domanda data sopra, n dall'inizio, proprio
perch usa, regolarmente, la protonia normale, diversa da quella interrogativa (e
c' pure qualche dierenza nella forza accentuale: maggiore su Perch? che su
Perch). Pragmalinguisticamente, un'altra possibilit concreta per l'aermazione
(e per la domanda 3, nella g. 1.21) sarebbe senz'altro con un inciso per domenica
(se il fatto fosse gi noto), per cui la tonia conclusiva sarebbe su vediamo.
La protonia interrogativa comincia con / / ( ), mentre quella normale non ha
nessun simbolo particolare. (Lo spazio posto dopo il simbolo, qui, aiuta a identicare la protonia, anche se, poi, negli esempi, non lo si mette pi.)
Gli ultimi due esempi illustrano la tonia sospensiva, //, che s'impiega per richiamare l'attenzione su ci che si sta per dire (o che si tace), in una sorta di suspense,
e quella continuativa, /,/, che, invece, non produce questo risultato, servendo semplicemente a dividere l'enunciato (per continuare, appunto), sia per non avere
stringhe troppo lunghe, sia per suddividerlo in blocchi, che presentino coesione
semantica fra gli elementi d'un gruppo, rispetto a quelli d'un altro gruppo.
f 1.22. Le quattro tonie italiane neutre.

conclusiva
/./ (2 ' 2 3)

interrogativa
/?/ (2 ' 2 1)

f 1.23. Due protonie italiane neutre.


normale
//()

sospensiva
// (2 5 1 2)

continuativa
/,/ (2 ' 2)

interrogativa
/ / ( )

1.1.7. Ora si possono vedere, o rivedere, con attenzione, i tonogrammi delle tonie e delle protonie, dati nella f 1.22-3; questo serve anche per fare delle prove, per
vericare quanto ci avviciniamo, oppure no, secondo la nostra pronuncia spontanea che, molto probabilmente, sar pi o meno regionale. facile che le dierenze maggiori siano reperibili soprattutto per la tonia sospensiva, che la pi varia
e "fantasiosa&.
Nei m 2-13, si danno sempre anche le protonie imperativa, / /, ed enfatica, / /,
che, rispettivamente, s'impiegano, soprattutto, per dare ordini, imprecare oppure per esclamare, declamare
Inne, osserviamo che la tonia continuativa pu sostituire quella conclusiva,

1. preludio

15

quando si voglia attenuare l'impatto di quest'ultima, per essere meno categorici,


o pi gentili, come avviene anche in domande parziali, come Che ora ? o Come ti
chiami/si chiama? rivolte a estranei.
Per tante altre cose, come pure per la parafonica (che riguarda stati d'animo, atteggiamenti), si rimanda, necessariamente, all'FTN/MaF, o al MaPI. Aggiungiamo solo la f 1.24, che mostra le modiche tonali degl'incisi (bassi e medi, e delle
citazioni), che ricorrono nel testo La tramontana e il sole, usato per le trascrizioni
alla ne d'ogni capitolo.
f 1.24. Tonogrammi degl'incisi e della citazione.

inciso basso: ( ) / /

inciso medio: ( ) / /

citazione: (^ ) /^ /

1.1.8. La f 1.25 ci aiuta a capire quale sia il rapporto delle lingue a ton(em)i coll'intonazione: infatti, i vari toni (che realizzano i tonemi, per esempio, del cinese),
ovviamente, hanno le loro proprie caratteristiche, come si pu vedere dalla f 1.26.
Perci, l'intonazione s'aggiunge ai toni, modicandoli nelle protonie, secondo
quanto mostrato nella f 1.25, nei cui tonogrammi, le parti grigie indicano come
le protonie deformino, leggermente, le tonalit lessicali (delimitando gli mbiti
disponibili). Rispetto alla protonia enfatica, / /, quella normale, / /, pi compressa verso il centro, quella interrogativa, / /, sollevata, mentre quella imperativa,
/ /, discendente.
Ovviamente, anche nelle tonie, ci sono delle modiche (pure maggiori, f
13.19 dell'FTN/MaF] che sono indicate dai rispettivi tonogrammi, per il cinese e
il giapponese (m 11-2; oppure, nelle fonosintesi del MaF, per le varie lingue tonali
date).
Quanto presentato qui, per l'intonazione, naturalmente, vale per le varie lingue
trattate, con le dovute dierenze, a livello tonetico, indicate da eventuali osservazioni e dai tonogrammi relativi, in paragra che potrebbero sembrare troppo brevi e sintetici, ma che, in realt, forniscono tutto ci che serve, quando si conosca
bene il metodo tonetico, che fa parte integrante e necessaria del metodo fonetico
(all'interno della fonetica naturale).
f 1.25. Le quattro protonie per lingue tonali.
/ / ( ) (( ))

/ / ( ) (( ))

/ / ( ) (( ))

/ /( ) (( ))

f 1.26. I quattro ton(em)i basici del cinese (mandarino).

1 /5/ (5) >1

2 // (4) >Q

3 // ([) >5

4 /6/ (7) >Z

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manuale di pronuncia

I simboli tonemici, / . ? ,/, valgono per tutte le lingue, giacch le funzioni


intonative sono comuni, anche se sono diversissime le manifestazioni tonetiche
concrete, come si vede nei singoli tonogrammi dati.
Le trascrizioni
1.2.1. Quando si tratta d'analizzare la pronuncia d'una lingua, per l'apprendimento e l'insegnamento, necessario usare due tipi fondamentali di trascrizione:
quella fonetica e quella fonemica (o fonologica).
bene che entrambe partano, pi che da considerazioni intralinguistiche, da
vere e proprie strategie interlinguistiche. Infatti, una trascrizione intralinguistica nalizzata esclusivamente all'impiego d'una sola lingua e soprattutto per
parlanti nativi. Perci, si limita a ci che meramente fonemico, senza preoccupazioni per confronti con altre lingue.
Tutto ci , comunque, legittimo se non s'aspira a nessun collegamento con altre lingue. In questo caso, si possono usare simboli anche molto generici, purch ogni fonema ne abbia uno diverso da quelli di tutti gli altri fonemi.
In teoria, potrebbe bastare indicare dittonghi italiani quali (ai, au) come "/aj,
aw/& e magari, invece, le sequenze (ja, wa), come "/i, u/&.
Oppure, in inglese, si potrebbero trascrivere i dittonghi (Ii, I, a, , a, /,
u/Uu) (le varianti dopo la barra sono americane), semplicemente come "/i:, e:, ai,
oi, au, o: u:/& (se non addirittura come "/ij, ej, aj, oj, aw, ow, uw/&). In questa "logica&, anche i dittonghi tedeschi ((ae, ao, OY)) potrebbero andar "bene& se indicati come "/aj, aw, oj/&.
1.2.2. Per, appare sbito evidente che trattandosi di descrizioni e d'insegnamento indicazioni come "/aj, aw/& sono decisamente poco fedeli e alquanto fuorvianti, per realt diverse come l'italiano (ai, au) (con secondi elementi decisamente
alti), l'inglese (a, a) (con secondi elementi molto pi bassi e centralizzati) e il tedesco (ae, ao) (con secondi elementi, ugualmente, non-alti, ma periferici).
Per "/oj/& tedesco, poi, s'ignorerebbe (o si nasconderebbe) completamente il fatto che anche il secondo elemento nella pronuncia neutra arrotondato (oltre
che non completamente alto, n completamente anteriore): (OY). Per l'inglese, si
vorrebbe sperare una volta per tutte che non si continuasse a celare il fatto evidente che, non solo, (I, /) sono dei dittonghi, ma che lo sono anche (Ii,
u/Uu).
Le trascrizioni interfonemiche, invece, vogliono tenere nel giusto conto le
caratteristiche delle singole lingue, pur all'interno d'un inventario di simboli meno ricco e meno preciso, che sfrutti meglio, per, le somiglianze e le dierenze fra
le varie lingue.
Perci, in italiano, avremo /ai, au/; ma, in inglese, /aE, aO/; e, in tedesco, /ae, ao/
(l'attenta analisi dei vocogrammi dei m 3 5 far capire meglio il perch della dierenza notazionale fra inglese e tedesco). Inoltre, per completare le serie date sopra,
abbiamo: inglese, /Ii, EI, OE, OU, Uu/; tedesco, /OY/.

1. preludio

17

1.2.3. Le trascrizioni fonetiche pi ecaci sono quelle tassofoniche, che ricorrono a tutti i simboli utili (fra quelli disponibili dei vari foni: vocoidi e contoidi)
e tutti gli elementi prosodici pi precisi, in modo da arrivare a indicare le sfumature necessarie. Solo cos si possono fare dei veri confronti validi, fra pronunce dierenti (di lingue diverse; o di regioni diverse, per una stessa lingua); altrimenti tutto approssimativo e decisamente meno utile, giacch si pu credere di fare un buon
lavoro, ma di solito una mera illusione.
Anche semplicare troppo le cose, per "venire incontro& agli studenti, non la
soluzione pi adatta, per insegnareapprendere davvero bene la pronuncia. Quando, per esempio, i fonetisti inglesi continuano a usare () anche in trascrizioni pi
precise (magari con diacritici), per tutte le ricorrenze di // (e di "/U/&), perdono
l'occasione d'indicare la realt, come in to go the man further resi come "(t'gU,
'mn, 'f:) (o ('f:))&, in pronuncia britannica, invece degli eettivi (T'g;,
'm;n, 'f;) (come succede per i pi volte segnalati casi di "(i:, u:)& per (Ii,
u/Uu)).
1.2.4. Perci, per chi maneggia pi lingue, ma anche per chi utilizza una sola
lingua straniera, le trascrizioni fonemiche pi consigliabili sono quelle interfonemiche, perch usano i simboli in modo meno arbitrario. Infatti, non appiattiscono la realt, mostrando solo le funzionalit, ma mantengono molto meglio le relazioni fra lingue diverse, insistendo sulle somiglianze e anche sulle dierenze.
In giapponese senz'altro meglio usare /M/ piuttosto di "/u/&, anche se non c'
la possibilit di confonderli, giacch questa lingua non ha /u/; per, l'impiego di
/M/ mostra bene le dierenze con altre lingue che hanno /u/.
importante, pure, il tipo di trascrizione diafonemica (sempre di base interfonemica; anche se possibile ricorrere pure a una base intrafonemica, per, con tutti i difetti che ci implica).
Il diafonema fondamentale per trascrivere simultaneamente accenti parzialmente diversi d'una stessa lingua, perch ricorda che ci sono delle dierenze e permette d'indicare, in un solo tipo di trascrizione, e in meno spazio, le variazioni sistematiche (senza dover ripetere le stesse parole, per cambiare solo i simboli delle
parti che dieriscono).
In questo modo, per esempio, /Uu, OU/ rappresentano (e riconducono a) (u,
) (britannico) e (Uu, ) (americano): two /'tUu/ ('Th;u, 'ThU;u), go /'gOU/ ('g;,
'g;).
Ugualmente, abbiamo: /;/ per (A:) (br.) e per () (am.): last /'l;st/ ('lA;sT, 'lsT);
oppure, /;/ per () (br.) e per (O:) (am.): lost /'l;st/ ('lsT, 'lO;sT); o ancora, /, / in
/'lE/ per ('lT) (br.) o per ('lm) (am.).
1.2.5. Qualunque sia la trascrizione fonemica usata, per passare a quella fonetica (e, quindi, a una pronuncia adeguata), bisogna considerare ognuno degli elementi distintivi ogni fonema come uno d'un certo numero di punti determinati
dello spazio fonemico, vocalico o consonantico, d'una determinata lingua.
Ognuno di questi punti, o elementi, necessariamente diverso da tutti gli altri
per funzione, e anche diverso da una "ricorrenza zero&; cio /a/, per esempio, di-

18

manuale di pronuncia

verso da /i/, o da /o/, , ma anche diverso da /`/. Infatti, fa /fa/ dierisce da la


/la/, ma pure da a/ha /a/ (o /`a/, per mostrarne la relazione).
Anche il processo inverso, la decodicazione d'un messaggio orale, s'esegue secondo questi princpi. Ogni fono d'un determinato enunciato pure in base al signicato globale e al sistema fonico del parlante va assegnato a un determinato
fonema (come sua realizzazione) e questo va collocato, come s' detto, in un determinato spazio fonemico.
1.2.6. importante ricordare la dierenza che c' tra fonema, fono e suono. Il
fonema ha valore distintivo, all'interno d'una data lingua, perch riesce a cambiare il signicato delle parole, come in italiano: (le) fosse /'fOsse/ e (se) fosse /'fosse/, o
dire /'dire/ e dare /'dare/, oppure fare /'fare/ e dare /'dare/.
Il fonema, come s' detto, ha la funzione di distinguersi da tutti gli altri fonemi
d'una data lingua, d'esser diverso da tutti gli altri, cio di non essere ci che sono
gli altri: pura forma.
Il fono, invece, ha valore identicativo, in una lingua o in pi lingue, perch
contribuisce a caratterizzarne la pronuncia, tramite segmenti pi o meno tipici e
riconoscibili, al di l delle semplici rappresentazioni fonemiche. In una lingua, o
in accento, si pu avere, per il fonema /s/, un'articolazione dentale, (s) (come in italiano neutro o in spagnolo sudamericano), oppure alveolare, () (come, spesso,
nell'italiano settentrionale, e come nello spagnolo castigliano, del centro-nord della Spagna).
In inglese, e francese, /s/ realizzato, pi spesso, tramite un'articolazione dentalveolare, intermedia fra (s) e (), rappresentabile sempre con (s); ma, se lo si ritiene
opportuno, si pu ricorrere al simbolo pi specico, (s), almeno per mostrare, nelle prime fasi dell'apprendimento, la dierenza (per avvertire che c', anche se non
cos facilmente percepibile; tanto pi che non pochi parlanti nativi di queste lingue usano, invece, proprio il tipo dentale).
La funzione del fono quella di mantenere una costante coerenza fra gli elementi d'una data pronuncia: sostanza.
1.2.7. Il suono, d'altra parte, ha un valore puramente trasmissivo, con la funzione di rendere possibile la comunicazione umana tramite onde sonore. Quindi, un
suono un'emissione unica, praticamente irripetibile nello stesso identico modo,
anche per la stessa persona; e pu oscillare molto, con realizzazioni, non raramente, abbastanza diverse: materia.
Come si pu vedere nel 2.4 dell'FTN/MaF, si pu cercare d'alludere al fatto
che i singoli suoni sono parzialmente sempre diversi fra di loro, rappresentandoli, per esempio con caratteri (font) dierenti: o, o, o, o
Perci, molti suoni diversi, ma simili, in denitiva, costituiscono dei foni. E vari foni, parzialmente diversi (ma secondo determinate regole sistematiche, che si
possono/ devono ricavare ed esporre compiutamente), all'interno d'un idioma particolare, vengono a costituire i fonemi di quella lingua, con tutti i loro eventuali
tassofoni (o foni combinatri, o "allofoni& {con termine pi vago e meno consigliabile, perch, di per s, non indica necessariamente la modica per combinazione,

1. preludio

19

ma semplicemente una qualche dierenza, con motivazioni diverse e magari pure occasionali, non sistematiche}).
Per stabilire l'inventario dei foni, che realizzano i fonemi d'una data lingua, durante l'analisi dei materiali registrati, a volte, si deve operare anche qualche eliminazione, che si rende necessaria, a causa dell'eccessiva dierenza occasionale nell'escursione possibile, da parte dei singoli parlanti. Lo scopo quello di considerare soprattutto ci che pi tipico e pi frequente.
1.2.8. Quindi, i suoni sono praticamente inniti; e, sarebbe decisamente complicato far fonetica e fonologia, se non si potesse contare sulla sistematicit dei foni, che costituiscono gi una classicazione e strutturazione (all'interno dell'irripetibilit d'uno stesso suono), al livello di tipi riconoscibili e rappresentabili, tramite simboli fonetici precisi e particolari, indipendentemente dalle singole lingue.
Ci che ricorre di simile, nelle varie lingue e nei dialetti, si concretizza tramite
i foni e i loro simboli, che rendono confrontabili i diversi idiomi (e, perci, descrivibili e apprendibili).
La rappresentazione fonemica di singoli idiomi, poi, necessariamente, si serve
d'una scelta di simboli (fonemici), con funzioni e scopi distintivi, anche se, ovviamente, spesso, si hanno simboli comuni, ma con valori fonetici abbastanza diversi.
Perci, i semplici simboli fonemici (che, generalmente, sono scelti fra i pi generici, come quelli dell'IPA uciale, International Phonetic Alphabet, o uIPA) non
rappresentano esattamente la pronuncia, ma semplicemente la relazione che intercorre fra i fonemi di quella lingua; e sono utili, pi che altro, per tenere separato
il livello della scrittura corrente dal livello fonico.
Quindi, le trascrizioni fonemiche riescono a far evitare le interferenze determinate dalla non-conoscenza delle "regole& ortograche o dalla non-coerenza di tali regole.
Per, l'esatta pronuncia, da apprendere e insegnare, si pu indicare solo con le
trascrizioni accurate, coerenti e sistematiche (perch normalizzate) d'un alfabeto
fonetico come il canIPA.
1.2.9. Generalmente, nei pochi libri che non la trascurino completamente, si
tratta l'intonazione dopo le vocali, le consonanti e l'accento (e altre caratteristiche
prosodiche, come la durata), proprio a causa delle maggiori dicolt oerte dall'intonazione stessa. Per, ovviamente, non la si deve trascurare, o relegare per ultima nell'insegnamento, perch inseparabile nella lingua eettiva dagli altri aspetti.
Perci, la trascrizione fonetica, in senso stretto, un po' una forzatura della realt, che viene resa solo parzialmente; o, meglio, come se s'indicasse, sempre, una
tonia continuativa: ('tan:to2), ('tEm:po2), (a'ko:Ra2). (Il punto d'altezza media indica, appunto, la presenza anche dell'intonazione, pur se di tipo non-marcato, cio
quella continuativa {e pure della durata}.)
D'altra parte, in trascrizioni tonetiche e fonotonetiche, una notazione come (')
indica decisamente anche tono medio, sia per l'intonazione, sia per i toni, in contrapposizione ad altri segni come (5), (), (6), (), .

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manuale di pronuncia

Gli esempi forniti, anche nei capitoli delle 12 lingue, sono di tipo fonetico, con
eventuali durate, ma senza l'intonazione.
Per esempio, in francese, a una trascrizione come (p'i) /pa'Ki/ Paris bisogner aggiungere una tonalit adatta, come se fosse, poniamo, in tonia conclusiva; perci, invece, dovremmo avere (pi) (perlomeno; essendoci anche un'altra piccola dierenza, 4.3.5).
Per, siccome la tonalit bassa, su (i), dipende dal fatto di trovarsi nella sillaba accentata della tonia conclusiva, in realt, bisognerebbe arrivare a una trascrizione come (pi3 3), dalla quale riceviamo un'informazione intonativa, che s'aggiunge quando serve (come, appunto, in tonia conclusiva), purch si sappia gi quali
sono le caratteristiche dell'intonazione della lingua.
1.2.10. Quindi, non certo male avere anche, n dall'inizio dello studio della
pronuncia d'un idioma, almeno l'idea dei movimenti tonetici di quella lingua, e
di saperli (ri)produrre adeguatamente e d'esser anche in grado di ritrovarne i tonogrammi, nel libro, ogni volta che servano (al di l della pigrizia e anche dell'illusione di non averne bisogno).
Per, l'indicazione della tonalit nelle trascrizioni di singole parole, per lingue
non-tonali (cio "senza ton(em)i&, non certo "senz'intonazione&!), potrebbe far
credere che tutte le sillabe accentate del francese siano di tonalit bassa; ma, nelle
altre tonie, e nelle protonie, in francese, non cos.
Perci, la soluzione equa al problema, in conclusione, stabilisce che, per tutte
le lingue non-tonali, si segna l'intonazione solo nelle frasi presentate come esempi
d'enunciati eettivi; mentre, per quelle tonali (pur non indicando, ugualmente,
l'intonazione), necessario segnare, invece, tutti i ton(em)i, giacch fanno parte
del sistema fonologico, distintivo, non dell'intonazione (pur servendosi sempre
della tonalit).
Infatti, i tonemi sono ugualmente dei fonemi (non a livello segmentale, ma sovrasegmentale), come si pu vedere dagli esempi collegati alla f 1.26: (5ma) /5ma/
ma "madre&, (4ma) /ma/ m "canapa&, ([maa) /ma/ m "cavallo&, (7ma) /6ma/ m
"inveire& (Nel m 11, si vedr che il cinese mandarino ha anche un tonema "zero&,
con tassotoni molto importanti.)
Il contenuto del MAP (e dell'FTN/MAF)
1.3.1. Si tratta di fonetica applicata, che d (come s' gi detto al 1.1.1) la descrizione accurata, e piuttosto estesa, di 12 lingue (italiano, inglese, francese, tedesco, spagnolo, portoghese, russo, arabo, hindi, cinese, giapponese ed esperanto),
utilizzando compiutamente quanto esposto nell'FTN/MaF, compresa l'indispensabile componente fonologica, costituita dalla fonetica funzionale, che si manifesta
tramite la trascrizione fonemica, che s'aggiunge alla trascrizione fonetica, per mostrare le relazioni fra i fonemi e i foni.
A questi due tipi di notazione fonica, s'aanca la graa uciale d'ogni lingua
(oppure la traslitterazione, per le quattro lingue asiatiche trattate); posta, per, per

1. preludio

21

ultima, per inuenzare il meno possibile l'ecacia del metodo fonetico, tramite trascrizioni (arrivando alla scrittura solo dopo aver ssato le strutture foniche, per
evitare l'interferenza graca). Come si vedr, si danno anche varianti di pronuncia, che sono utili per lo studio.
Il modo migliore per approfondire concretamente le ricche potenzialit della fonetica naturale, che una scienza artistica, dopo le necessarie premesse fondamentali, quello d'applicare le conoscenze e le tecniche a lingue per le quali c' grande richiesta d'insegnamentoapprendimento. Infatti, si pu insegnare ad altri, o si
pu imparare per s stessi (anche se, per poter insegnare adeguatamente, bisogna
aver prima imparato bene).
Perci, conviene avviare l'analisi fonetica, cominciando dalla propria lingua, anche perch senz'altro se ne conosce una variante regionale, pi o meno marcata; quindi, capire come funziona la pronuncia neutra (o "standard&) della propria
lingua, in contrapposizione alla propria pronuncia regionale, aiuta a costruire la
consapevolezza delle proprie abitudini, confrontandole con quelle della pronuncia neutra, che ogni lingua di cultura ha, anche se i parlanti e la societ stessa
non ne hanno, di solito, un'idea precisa e netta n opinioni concordanti.
1.3.2. In ogni societ, soprattutto in quelle con una lingua scritta e con produzione letteraria, esiste quindi la pronuncia neutra, che quella che usano i professionisti della dizione (in particolare: attori, presentatori e annunciatori seri). Il linguista danese Otto Jespersen diceva che parla la "miglior& lingua chi lascia capire
il pi tardi possibile la propria provenienza regionale e sociale. La pronuncia neutra attua questo "miracolo&, anche no a rendere completamente impossibile l'identicazione geosociale.
I "fautori& delle pronunce regionali, quelli che dicono che bene che la pronuncia individuale mantenga le caratteristiche "genuine& (anche nel caso di persone
con professioni "pubbliche&), in realt, mentono (anche a s stessi), a causa degl'insuccessi nei tentativi di migliorarsi (che richiederebbero impegno e costanza).
Oppure, non sanno comprendere l'importanza della possibilit di liberarsi d'un
gravoso fardello (spesso, decisamente indesiderato, a livello inconscio), senza che
questo signichi rinunciare alle proprie origini, o alla propria identit. Infatti, tutto ci si mostra molto meglio, ricorrendo (in modo competente e, soprattutto, per
scelta volontaria) al proprio dialetto o alla vera lingua nazionale, alternando volutamente, non usando un ibrido, che non n una cosa n l'altra (e che non si riesce a dominare), essendone semplicemente prigionieri!
Negli altri 12 capitoli del MaP, quindi, s'applica il metodo fonetico, che consiste
nel confronto attento e rigoroso dei fonemi, dei foni e dell'intonazione delle lingue, ricorrendo, oltre che a buone registrazioni, ai due tipi di trascrizione (-tica e
-mica), alle gure fonetiche e all'impegno personale. Ovviamente, anche quest'ultimo indispensabile, ch non basta la semplice voglia di sapere: ci vuole anche la
costanza d'apprendere, secondo un metodo adeguato.
1.3.3. molto importante raggiungere una grande precisione nell'individuazione e indicazione e perci nella notazione tramite trascrizione delle vere realizza-

22

manuale di pronuncia

zioni dei vari fonemi, grazie a un inventario sucientemente ricco di tassofoni,


che possano rappresentare adeguatamente la realt vera, non quella presunta.
Implicitamente, in questo modo, s'ingloba anche la "base articolatoria&, cio
l'insieme delle abitudini fono-tonetiche di ciascuna lingua, pur senza fare altri
complicati sforzi (pi mirati e pi gravosi, ma di solito con risultati meno soddisfacenti).
Fra l'altro, non servir trascrivere sistematicamente la parziale nasalizzazione in
casi come cantando (kan'tan:do), ((kn'tn:do)), a meno che non divenga pi evidente, come sarebbe in (kn'tn:do); ugualmente, in casi come mamma ('mam:ma), (('mm:ma)), se diverso da ('mm:ma). Baster far osservare una volta per tutte il fatto che una leggera nasalizzazione , praticamente, inevitabile.
Anche per l'intonazione, le macchine mescolano le varie componenti (pur potendo arrivare a estrarre, o misurare, singole caratteristiche, in fasi separate), ma
senza potersi sostituire alla percezione esperta che, di nuovo, si libera del superuo
per concentrarsi su ci che davvero conta.
Per questo, impossibile accettare i risultati acustici grezzi delle curve melodiche, a meno che non ci si metta a ltrarli in imitazione dell'orecchio umano, che
riesce benissimo a compensare i tanti dislivelli, sia oggettivi che accidentali, e a
normalizzare il tutto, in tonogrammi, che risultino dalle medie di svariate esecuzioni.
Osservazioni sulla terminologia fonetica
1.3.4. Dato che anche per la terminologia, il rigore scientico d'aiuto (contrariamente alla vaghezza e all'approssimazione di certe tradizioni sorpassate e con
poche basi scientiche), in tutte le pagine del MaP usiamo i termini, i concetti e
il metodo esposti nell'FTN/MaF. Per esempio, tonico si deve riferire solo a tono e
non ad accento.
Un dittongo deve contenere solo elementi vocalici, come ('ai), non consonantici e vocalici, come ('ja), altrimenti, anche ('la, 'ma, 'sa) sarebbero dei dittonghi; infatti, mentre (a, i, u) sono elementi vocalici, (j, l, m, s, t, r, h) non sono che consonanti; ma, al contrario dell'opinione diusa dai grammatici, un vero dittongo
anche ('ia) ( il 5.2-3 dell'FTN/MaF).
Pure il concetto di sillaba fonetica ancora troppo soggetto all'inusso della
scrittura e della tradizione grammaticale e metrica. inevitabile che libri di linguistica o dialettologia trattino anche dell'aspetto fonico e usino trascrizioni; per, ci
vorrebbe un minimo di rigore, perch rischiano di diondere e di far sedimentare veri errori, che compromettono e scoraggiano la conoscenza eettiva.
Tra l'altro, nel terzo millennio avviato, si pubblicano ancora libri che forniscono la tabella IPA provvisoria (del 1993) con tanto d'abbagli (corretti nel 1996),
mentre sarebbe suciente scaricare, o riprendere, dal sito uciale, quella per il
momento denitiva. Ovviamente, non s'otterrebbe nulla di pi della posizione
uciale, tutt'altro che soddisfacente, ma almeno s'eviterebbero grossolani errori
X (cio, il monogramma
C', poi, anche chi arriva a produrre prodezze come "/c/&
con in pi l'"ombrello&, per il normale /c/, o per l'eventuale "/tXS/&).

1. preludio

23

1.3.5. Bisogna tener sempre ben presente che fare fonetica signica dare un simbolo a un suono. Ma la cosa non cos banale come potrebbe pensare l'uomo della strada, e magari anche il fonetista acustico e pure il fonologo teorico. Infatti, dare un simbolo a un suono presuppone alcune fasi successive e concatenate, che
attivano l'udito, la mimesi, la cinestesia, il confronto, l'aggiustamento e l'archiviazione mnemonica.
Prima di tutto, necessario essere in grado di percepire sucientemente quel
suono, no a ricondurlo a un fono ben preciso, che lo possa rappresentare adeguatamente.
Sbito dopo, bisogna esser in grado di riprodurre quel suono, tramite il fono
adeguato, soprattutto grazie all'imitazione, anche immediata, cio dopo averlo sentito.
In terzo luogo, indispensabile riuscire a produrre quel fono, sulla base della
cinestesa (o consapevolezza dei movimenti articolatri e fonatri necessari), anche in assenza dello stimolo uditivo immediato; guidandosi, per, con la memoria uditiva: particolare di quel suono d'una lingua precisa, o generale, determinata
dal confronto coi foni simili, sulla base dell'esperienza d'ascolto e produzione di
foni di molte lingue.
In questo modo, possibile produrre un fono pure dopo giorni, mesi, anni (e
anche con buone probabilit per una lingua non ancora sentita). Il segreto d'una buona notazione d'essere realistica e, quindi, davvero utile.
Infatti, il quarto punto fondamentale e denitivo proprio quello, come si
diceva, di riuscire a simboleggiare quel fono particolare, trovando il simbolo pi
adatto, fra qualche centinaio (non solo qualche decina) d'elementi. Se poi, a ragion veduta, nessuno dei simboli disponibili in grado di rappresentare degnamente un fono particolare, bisogna riuscire a identicarne la posizione, rispetto a
tutti gli altri noti, in modo da capire se davvero costituisce un altro fono, per il
quale servir un simbolo adeguato, da escogitare secondo i criteri generali della
necessit, della distinguibilit e della disponibilit (come emerge dall'FTN/MaF]
1.3.6. Quindi, fare fonetica signica riuscire a entrare davvero nel sistema fonico d'una o pi lingue, anche grazie alla ricchezza dei simboli impiegati. Quelli dell'IPA uciale (uIPA = u!/ua! 7.4 dell'FTN/MaF) non sono aatto sucienti e fanno illudere di riuscire a fare fonetica, mentre, al massimo, si fa un po'
di fonologia; troppo spesso, senza la minima consapevolezza di che cosa sia la struttura fonetica.
Chiaramente, la fonologia che fa parte della fonetica ( 1.9 e, soprattutto,
3.1.3 dell'FTN/MaF] non il contrario, come si crede, a volte. Infatti, all'interno dell'analisi e descrizione fonetica, c' la componente funzionale. Perci, la fonetica funzionale (o fonologia) una parte indispensabile, ma solo una parte.
Si farebbe ben poco solo con la fonologia, come si fa poco solo con l'acustica.
Invece, ci vuole una visione globale: articolatoria, uditiva, funzionale, descrittiva
e contrastiva (con veriche acustiche).
A questo proposito, interessante notare che i dati fonotonetici dell'FTN/MaF,
e del MaP, sono stati confrontati con un buon numero di dati acustici di corpora

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manuale di pronuncia

diversi, o a volte d'uno stesso corpus, d'autori diversi: praticamente c' una piena corrispondenza, non solo nel caso di corpora uguali, ma anche quando si trattava di registrazioni diverse, ma con analisi acustiche accurate e normalizzate, cio
frutto della media di vari parlanti e di molte ricorrenze in svariati contesti, con
considerazioni fonologiche e l'esclusione di campioni non adeguati.
Anche le "scoperte& della sociolinguistica vanno, necessariamente, normalizzate; altrimenti, si rischia, irrimediabilmente, di confondere le idee, pur con dati
"scientici&, com' stato dimostrato, responsabilmente, in alcuni lavori recenti,
che non indichiamo (come "esempi da seguire&), perch questo dovrebbe essere il
modo normale di procedere, non quello "allarmistico& o "scoopistico& di n troppe pubblicazioni.
1.3.7. Secondo quest'impostazione globale, ogni sistema fonico un organismo
a s; completo e autonomo. Ha i suoi fonemi, con tutti i tassofoni, e ha i prosodemi, con le realizzazioni particolari (per durata, accento, toni e intonazione). Per
fare un semplice esempio, un elemento vocalico d'un idioma, per quanto simile a
quello d'un altro idioma, dev'essere in relazione solo con gli altri elementi vocalici (ma anche consonantici e prosodici) del proprio sistema fonico, nel proprio spazio fonemico ( 1.5 dell'FTN/MaF]
Perci, se si deve codicare (: pronunciare, o trascrivere), ma anche decodicare
(: ascoltare, o tras-leggere), bisogna fare sempre riferimento costante solo a ci che
fa parte del sistema specico della lingua che si vuole usare. Il termine tras-leggere
va preso molto sul serio, giacch indica "lggere una trascrizione in modo adeguato&, ricorrendo ai veri foni (nonch toni e intonazione) che appartengono alla lingua trascritta. Non signica, al contrario, "leggere una trascrizione alla buona&,
semplicemente coi foni del proprio accento personale.
1.3.8. Quindi, nella pronuncia d'una lingua particolare, si deve far molta attenzione a usare solo i foni e gli elementi prosodici di quella lingua. Non si devono utilizzare, infatti, quelli della propria lingua materna, aggiungendone qualcuno dell'altro idioma, quando siano inesistenti nella propria. Certo, il principio grezzo
quello di completare l'inventario, per quanto riguarda ci che manca; ma, in realt, bisogna operare esclusivamente all'interno d'un unico sistema, anche per le parti che contengono elementi simili nelle due lingue.
In eetti, per quanto simili, gli elementi d'una lingua non saranno mai esattamente come quelli dell'altra; se non altro, per i rapporti diversi che intercorrono
con gli altri elementi. Per esempio, l'/i/ italiano simile a quello dello spagnolo, o
del portoghese (brasiliano o lusitano), o del francese; per, l'/i/ spagnolo s'oppone solo ad altri quattro fonemi vocalici (/e, a, o, u/), quello brasiliano s'oppone ad
altri sei (/e, E, a, O, o, u/), quello lusitano ad altri otto (/e, E, a, A, O, o, u, e/, che, in
un sistema non diafonemico, ma esclusivamente lusitano, si presenterebbero come /e, E, a, , O, o, u, /, sempre oltre a /i/).
A prima vista, il sistema brasiliano potrebbe sembrare esattamente uguale a quello italiano, con /i, e, E, a, O, o, u/; invece, i due sistemi sono diversi, almeno perch in brasiliano (e anche in lusitano, ma con ulteriori dierenze) sono previste

1. preludio

25

pure realizzazioni nasalizzate ((i, e/, 4, 9/, u), e segute da (), cio da un elemento consonantico nasale), senza le quali la pronuncia non sarebbe genuina.
Per quanto riguarda il francese, poi, l'/i/ s'oppone ad altri quattordici fonemi
vocalici (/e, E, a, O, o, u, y, , , , , ^/ e //, cio "//& della tradizione), compresi i quattro nasalizzati (/, , , ^/), che sono veri e propri fonemi, in francese,
non semplici tassofoni.
Oltre a tutto ci, l'eettive realizzazioni fonetiche non sono esattamente le stesse, anche se usiamo lo stesso fono (i), come si pu vedere, confrontando i vocogrammi (o quadrilateri vocalici) di queste lingue, nei capitoli relativi (m 2-13). Lo
stesso vale per gli altri elementi "corrispondenti&.
1.3.9. Se, poi, consideriamo il tedesco e l'inglese, anche senza scendere in troppi particolari (che si potranno trovare, ovviamente, nei loro capitoli), sbito dobbiamo fare i conti con la durata fonemica; mentre, nelle lingue romanze viste, la
durata praticamente solo fonetica (ma gi con dierenze notevoli, a seconda
delle lingue, ritrovabili sempre nei capitoli specici o, per un'osservazione pi immediata, nelle trascrizioni alla ne dei capitoli stessi).
In tedesco e in inglese, l'"/i/& ("i breve&) decisamente pi aperta che nelle lingue romanze, rispettivamente: (I) (ted.), () (ing.); ma ci che interessa ancora di
pi il sistema fonico che, nelle lingue germaniche, pertinente (cio: fonemica, distintiva) anche l'opposizione di durata: tedesco /I, i:/ (Schi schief /'SIf, 'Si:f/
('SIf, 'Si:f)); inglese /I, Ii/ (bit beat /'bIt, 'bIit/ ('bT, 'bIiT); come abbiamo osservato in
pi punti, noi preferiamo una notazione meno astratta, rispetto a quella che ancora predomina e che meno utilmente continua a dare, per esempio, "/i:/& anche
per l'inglese, ).
Questo la dice lunga su quelle grammatiche e quei corsi didattici che "descrivono& l'/i/ tedesco o, peggio ancora, inglese dicendo: "i breve, come in tto&; se
poi si pensa che parecchie pronunce regionali italiane non hanno aatto un'i breve, anche in parole come tto, l'assurdo glottodidattico palese! Spesso, il silenzio
d'oro
1.3.10. Gli accenti stranieri e quelli regionali, in fondo, altro non sono che pronunciare una lingua nazionale secondo il sistema fono-tonetico d'una zona ( d'un
gruppo sociale) particolare, localizzabile e riconoscibile. Perci, si dovrebbe cominciare in modo sistematico a esaminare la propria pronuncia, per puntare a quella cui si mira. Bisogna imparare ad analizzare i suoni che s'emettono, per identicarli in foni precisi (trascrivendoli con simboli adeguati), che naturalmente rientrano in particolari fonemi.
Poi, si deve avere a disposizione una descrizione attendibile e accurata del sistema della lingua che si vuole apprendere, per iniziare a fare tutti i confronti necessari, in modo oggettivo e sistematico. Ovviamente, non si pu prescindere da un
congruo numero d'esercitazioni, mirate e controllate, ascoltando buone registrazioni e registrandosi per veriche "impietose&, senza barare, altrimenti tutto inutile.
Gl'italiani, per la diagnosi iniziale della propria situazione fonica, per sapere
quanto regionale sia la loro pronuncia, possono contare su sette capitoli del MaPI

26

manuale di pronuncia

(che trattano delle pronunce regionali). Per (cercare d') arrivare alla pronuncia
neutra italiana, gl'italiani (e pure gli stranieri) hanno a disposizione il resto del
MaPI (comprese le due audiocassette allegate) e anche il DiPI. Queste due sigle si
riferiscono a due opere del presente autore (Manuale di pronuncia italiana e
Dizionario di pronuncia italiana, come si ricava dalla bibliograa).
1.3.11. In questo manuale, proponiamo anche d'usare l'esperanto ( m 13: la lingua internazionale pianicata e ausiliaria, cio adatta per essere la seconda lingua di
tutti {certo, non l'unica lingua, che sarebbe un assurdo}), per procedere all'applicazione del metodo fonetico. Si tratta d'arrivare a produrre i suoni e l'intonazione
dell'esperanto, che, rispetto a quelli d'altre lingue, sono senz'altro pi semplici.
(Il confronto, ovviamente, vale e pi ancra anche per gli aspetti morfo-sintattici e semantico-lessicali. Infatti, il confronto strutturale, a tutti i livelli, fra esperanto e lingue di studio, compresa la propria lingua nazionale, molto rivelatorio e, soprattutto, prepara meglio ai grossi problemi dell'interferenza, aiutando
a vederli in concreto e sistematicamente, non solo come scomodi incidenti occasionali. La glottodidattica dovrebbe recepire, e utilizzare in modo adeguato, quest'opportunit.)
un'esercitazione doppiamente utile, perch richiede un impegno contenuto
che, per, pur sempre un cmpito da assolvere bene. Inoltre, piuttosto dicile aver potuto sentire, prima, la pronuncia neutra dell'esperanto, perch, anche se
s' gi ascoltato qualcuno parlare questa lingua, senz'altro si saranno sentite delle
pronunce individuali, o regionali, o etniche, o nazionali. Perci, si deve arrivare
ad avvicinarsi alla pronuncia neutra dell'esperanto, solo in base alle descrizioni, alle gure e alle spiegazioni fornite qui (m 13).
Ci potr essere, allora, il dilemma dell'autovalutazione: come si potr esser sicuri d'aver raggiunto la vera meta, cio la pronuncia esperanta neutra? Anche questo fa parte del metodo fonetico, nel quale la sola imitazione (con tutti i suoi problemi di fedelt e di genuinit) non aatto lo scopo principale, pur se, ovviamente, resta sempre fondamentale, per le lingue naturali, avere un sicuro modello sonoro da seguire. Del resto, sappiamo bene che anche le trascrizioni sono dei modelli attendibili, quanto (e, a volte, pi d') una registrazione, purch fedeli e serie,
specie se dotate pure d'intonazione, notata in modo oggettivo e concreto.
Per, la vera forza del metodo fonetico sta proprio nella consapevolezza di ci
che si deve fare, per arrivare alla pronuncia (molto meglio se neutra) d'una certa
lingua, o di pi lingue. cos, perch, ormai, non siamo pi nelle condizioni del
bambino, felicemente adatte a un completo apprendimento fonotone(ma)tico
nonch parafonico comprese certe peculiarit regionali, di cui faremmo volentieri a meno; ma quello il "metodo biologico&!
Quindi, la consapevolezza, a guardar bene, ha anche quest'altro vantaggio: di permettere di scegliere, fra le varie possibilit, quelle che si ritengano pi consigliabili.

1. preludio

27

Guida alle gure


1.4.1. Gli orogrammi del MaP (come quelli dell'FTN/MaF) hanno dei segni convenzionali, che aiutano a comprenderli (e a distinguerli fra loro). Perci, importante conoscerli bene, per utilizzare al meglio il ricco apparato iconograco fornito. Non riusciamo proprio a comprendere quei libri di "fonetica& che riportano
solo poche illustrazioni, o magari nessuna. pur vero che, piuttosto di dare illustrazioni approssimative (o, addirittura, errate), meglio non darne aatto. Meglio
ancora sarebbe non produrre proprio certi libri
Negli orogrammi vocalici ( f 1.7), importantissimo osservare attentamente
dov' collocato il segnale che indica il centro del dorso della lingua. Ancora pi importante osservare la posizione precisa nel vocogramma bianco (o trasparente)
in miniatura, al centro della cavit buccale (rispetto ai vocogrammi normali, pi
grandi) e la forma assunta da tutto il dorso, al ne di confrontare i vari orogrammi vocalici fra di loro (o una parte di loro, come per esempio quelli riguardanti una data lingua).
Ugualmente importanti, perch connessi fra loro, sono pure l'osservazione della posizione delle labbra (soprattutto per i vocoidi arrotondati) e dell'apertura mandibolare, che ricavabile dallo spazio visibile fra gl'incisivi superiori e inferiori.
Tutto questo deve portare alla vera conoscenza delle articolazioni vocoidali e dei
vari movimenti che contribuiscono a determinarle, al ne d'averne una panoramica attiva e non semplicemente passiva. Le conoscenze passive e puramente mnemoniche, in fonetica, non servono a gran che: solo a confondere e a scoraggiare!
Ovviamente, la vera analisi e descrizione dei vocoidi d'una data lingua avviene
tramite i vocogrammi veri e propri che riescono a mostrare le sfumature in modo
molto accurato (come si pu vedere nei m 2-13, e anche dalle fonosintesi dei m 1623 dell'FTN/MaF e dal MaPI con tutte le pronunce regionali date).
1.4.2. Perci, ora, consideriamo ci che si pu "trovare& nei vocogrammi, che vanno osservati con molta calma, analizzandoli e scrutandoli, in tutte le loro sfumature, che sono ricchissime di particolari, senza i quali non si riesce minimamente
ad avvicinarsi allo "spirito& d'una lingua, che si manifesta, soprattutto, tramite i vocoidi, poi la tonalit e, inne, i contoidi. Anche un semplice millimetro fa la sua bella dierenza s'un vocogramma (come s'un orogramma o s'un tonogramma).
Questa la "magia& della fonetica; infatti, chi non riesce a provarla, inevitabilmente, taccia la fonetica d'esser fredda, arida, incomprensibile, dicile e anche
inutile Invece, utilissima fondamentale e, perno, divertente!
I vocogrammi sono divisi in 30 caselle, dove si collocano i segnali adeguati, a seconda della forma data alle labbra. Quindi, i segnali rotondi indicano labbra arrotondate (come per (u, o, O)), e quelli quadrati, labbra neutre (o stese, comunque,
non-arrotondate, come per (i, e, E, a)), f 1.4, f 1.7-8. pur vero che, anche negli orogrammi vocalici (con vocogrammi piccoli), i segnali sono rotondi o quadrati, in corrispondenza alle labbra, ma si vedono, decisamente, meglio quelli dei vocogrammi (grandi), dove fondamentale usarli adeguatamente ( f 1.27).
Si possono trovare anche dei segnali "quadrotati& (: quadrati e rotati di 45: $),

28

manuale di pronuncia

per indicare posizioni labiali semi-arrotondate, intermedie fra rotonde e neutre (come per (), 8.10 dell'FTN/MaF]
Oltre alla forma dei segnali, molto importante la loro colorazione: quella bianca
indica vocoidi non-accentati (o anche, a seconda degl'idiomi, semi-accentati, ma non
completamente accentati), come quelli rappresentati da >o in: poich grido (pi'ke,
'gri:d); quella nera indica vocoidi sempre accentati, come in: no ('nO) ( f 1.27).
Ovviamente, ci sono anche vocoidi che possono ricorrere accentati o non-accentati; per questi, i segnali sono nero-bianchi, cio neri col centro bianco, come avviene in italiano per (i, e, a, o, u): lidi rete casa solo cultu(ra) ('li:di, 're:te, 'ka:za, 'so:lo, kul'tu:{Ra}).
f 1.27. Segnali diversi.
semi-arrotondato (), o coincidente (, %)
non-arrotondati:
accentato o non-accentato (e)
non-accentato ()
accentato (E)

arrotondati:
accentato o non-accentato (o)
non-accentato ()
accentato (O)

f 1.28. Segnali per varianti.

accentato o non-accentato (e)


non-accentato ()
accentato (E)

accentato o non-accentato (o)


non-accentato ()
accentato (O)

1.4.3. La colorazione pu anche essere grigia, per indicare varianti (contestuali {: i fondamentali tassofoni, che si realizzino tramite foni peculiari}, oppure possibili, come quelle degli accenti regionali {: i geofoni}, o di gradazioni sociali, pi o
meno marcate {: i sociofoni}).
In italiano neutro, i tassofoni rientrano nei 9 foni ((i, e, , E, a, O, , o, u)), che
realizzano i 7 fonemi vocalici (/i, e, E, a, O, o, u/). In inglese, invece, ci sono non
pochi tassofoni, specie se seguti da (), come per esempio in feel ('fi;) (ma feeling
('fIil)), che non pi possibile continuare a ignorare nei vocogrammi e nelle trascrizioni fonetiche.
pici geofoni italiani possono essere diverse realizzazioni regionali, per esempio, del fonema /a/ (a), fra cui: (, A, , , , , ), che possono rappresentare anche dei sociofoni, in quanto pi tipiche degli accenti (pi) marcati, rispetto a quelli meno marcati (come si pu vedere dal MaPI, per entrambi i casi). Anche i segnali
grigi possono avere il centro bianco, se si riferiscono a vocoidi che ricorrano anche non-accentati.
A volte, pu esser necessario escogitare qualche dierenza iconica, o cromatica,
per poter indicare alcune realizzazioni tipiche (senza dover aggiungere vocogrammi supplementari), in dipendenza dalla posizione nella parola, rispetto ai conni,

1. preludio

29

o all'accento, o alla struttura sillabica, o alla minore frequenza d'uso, come la semplice possibilit di ricorrere (cio, senz'obbligo d'applicazione), che saranno chiare, osservando i contesti indicati (attorno al vocogramma), o spiegate verbalmente (nel testo). La soluzione pi frequente l'impiego di bordi tratteggiati, soprattutto per "vocoidi bianchi&, non-accentati.
Si vedano, per esempio, i vocogrammi dell'accento francese "internazionale&
( 4.4.1) o di quello francese meridionale ( 4.4.3), o quelli di tedesco (e degli accenti presentati, m 5), o di portoghese brasiliano, di russo, o d'arabo ( m 710, o d'alcuni idiomi nelle fonosintesi dei m 16-21 dell'FTN/MaF]
1.4.4. Ma passiamo all'indicazione dei dittonghi (ovviamente formati da due
vocoidi tautosillabici {cio: nella stessa sillaba}, 5.2-3 dell'FTN/MaF), che si
mostrano tramite il segnale adeguato per il punto di partenza, che viene fatto proseguire, no alla posizione esatta del secondo elemento del dittongo, ottenuto seguendo la linea nera continua ( f 1.29-31).
Se il punto d'arrivo un vocoide non-arrotondato, suciente la linea; se, invece, un vocoide arrotondato, s'aggiunge, alla ne, un pallino piccolo. Se il punto
d'arrivo d'un dittongo semi-arrotondato, il segnale piccolo da usare "quadrotato& ($), come lo sarebbe pure l'eventuale segnale grande del primo elemento, con
analoga posizione labiale.
D'altra parte, attorno al vocogramma, si collocano le trascrizioni fonemiche e
fonetiche, che completano le informazioni.
f 1.29. Dittonghi (accentati e no).
esteso (ai)
ristretto (a)

esteso, con 2 elemento


arrotondato (au)
ristretto, con 2 elemento
arrotondato (a)
monotimbrico (aa)

1.4.5. I dittonghi possono essere estesi, quando hanno una linea abbastanza lunga, oppure ristretti, quando la linea piuttosto corta. Oltre a questi dittonghi ditimbrici, con vocoidi diversi all'inizio e alla ne, ce ne possono essere di monotimbrici, con secondo elemento uguale a quello iniziale, ma collocato in un punto diverso della rispettiva casella.
Questi ultimi sono senz'altro parecchio ristretti e, spesso, la linea brevissima,
tanto che, soprattutto nel caso di dittonghi monotimbrici, che corrispondano quasi a dei fonemi vocalici lunghi, la linea tratteggiata si pu, benissimo, ridurre a un
breve segmento, o al semplice pallino, se il secondo elemento arrotondato.
Per completare la panoramica, dobbiamo aggiungere anche la geminazione vocalica, o sdoppiamento vocoidale, quando si tratti di vocoidi non brevi, ma nemmeno di dittonghi monotimbrici; quindi, lo stesso vocoide ripetuto, nella fonosillaba, ma senza il bench minimo spostamento all'interno della casella del vocogramma: (aa) ( f 1.30).

30

manuale di pronuncia

Quando un dittongo ha il primo elemento uguale a quello d'un monottongo,


presente nello stesso vocogramma, s'indicano simultaneamente il monottongo e
il dittongo, grazie all'impiego d'una linea tratteggiata, invece che continua (che
indicherebbe semplicemente un dittongo).
Eventuali varianti di dittonghi, inoltre, sono indicate con un segnale grigio e
con la linea continua (oppure, se si tratta d'una variante non-accentata, il segnale
sar bianco col bordo nero tratteggiato, come la linea).
f 1.30. Monottonghi (brevi o lunghi) e dittonghi con primo elemento uguale (qui, tutti accentati).
monottongo (breve o
monottongo (breve o lungo)
lungo) e dittongo
e dittongo (esteso) con 2
(esteso) (a, a:, ai)
elemento arrotondato (a, a:, au)
monottongo (breve o lungo) e ditmonottongo (breve o
tongo (ristretto) con 2 elemento
lungo) e dittongo
arrotondato (a, a:, a)
(ristretto) (a, a:, a)
monottongo (breve o lungo) e dittongo monotimbrico (a, a:, aa)

1.4.6. Inoltre, a seconda della direzione presa, i dittonghi si possono classicare in tre tipi: d'apertura (quando il secondo elemento pi basso), di chiusura (col
secondo elemento pi alto), e di centratura (quando si passa a (), o a ()). Nella f
1.31 (in cui tutti i segnali sono non-arrotondati, per pura semplicit) i dittonghi
con la linea con tre segmenti, presenti nel primo e terzo vocogramma, (a), o nel
secondo e terzo, (), possono esser considerati di chiusura/apertura, oppure di
centratura, a seconda dell'interpretazione fonologica e anche se lo stesso idioma
presenta, o no, dittonghi simili in altre posizioni del vocogramma.
Per esempio, se (a) accompagnato pure da (, ) (oppure () da (ie, uo)),
anche (a) sar di chiusura, o () d'apertura. D'altra parte, sempre in base a considerazioni strutturali, anche dittonghi con secondo elemento non proprio centrale medio: (, , X, x , #, P, ) (e (, , , , Y, T, , @, )) potrebbero esser considerati, vantaggiosamente, di centratura.
Per esempio, in inglese britannico, fanno parte dello stesso gruppo, sia hearing
/'hI<I/ ('h>), beers /'bIz/ ('b;) e bear(s) /'bE{z}/ ('b;{}) che beer /'bI/
('b;); anche negli accenti che abbiano (, a) per //. Perci, le scelte pi adeguate, normalmente, si fanno considerando sia la trascrizione fonemica che quella fonetica.
f 1.31. Dittonghi diversi.

di chiusura

d'apertura

di centratura

1. preludio

31

1.4.7. Negli orogrammi vocalici (e nel vocogramma) delle f 1.3-4, mostriamo le


posizioni estreme del vocogramma, proprio per delimitare meglio l'mbito dello
spazio buccale dedicato ai vocoidi. Invece, gli orogrammi della f 1.6 danno posizioni pi correnti e leggermente meno periferiche, come avviene nella maggior parte delle lingue.
Infatti, sono davvero strani certi trapezi (o addirittura "triangoli vocalici&) che
mostrano i segnali tutti perfettamente allineati sui bordi ("inlzati& sulle linee {come perle, essendo anche tutti di forma rotonda}, tanto da sporgere al di fuori dei
margini), quando la realt oggettiva dei vocogrammi ben diversa.
1.4.8. Per gli orogrammi consonantici, abbiamo alcune convenzioni, pi o meno intuibili. Per esempio, per i nasali, suciente che il velo sia abbassato, come
si pu vedere in tutti i casi della f 1.9.1-2, ma anche nel caso d'articolazioni
nasalizzate, come i vocoidi (f 1.7, in basso). C' anche l'esplosione nasale (f 1.19, a
destra).
Per gli occlusivi, il velo sollevato e, come pure per i nasali, c' un contatto tra
due (o pi) articolatri (f 1.10).
Gli orogrammi dei costrittivi, esibiscono un avvicinamento consistente tra due
(o pi) articolatri (f 1.12.1-2 f 1.32; e f 1.1, , per ()), oltre a un'utile convenzione (anche se meno oggettiva, o meno palese), che consiste in una riga nera orizzontale, sbito sopra la base degli orogrammi, che allude, in qualche modo, alla
costrittivit (in questo caso, al rumore di frizione prodotta dall'aria, nel punto di
massimo restringimento).
Se la riga non continua, ma divisa in tre segmenti (come per (,)), abbiamo un
contoide semi-costrittivo (intermedio fra costrittivo e approssimante).
Per i costrittivi solcati ( f 1.32 f 1.12.1. {e il 9.13 dell'FTN/MaF}), c' anche un tratto curvo posto sulla lamina della lingua, che vuole ricordare, appunto,
il solco longitudinale, tipico di questi contoidi.
f 1.32. Costrittivi non-solcati, (), e solcati, (s).

non-solcato

solcato

Nel caso dei semi-costrittivi, anche il tratto del solco segmentato. Ovviamente,
queste indicazioni appaiono anche negli orogrammi degli occlu-costrittivi.
Per gli approssimanti, c' visibilmente pi spazio fra gli articolatri e manca
la riga orizzontale (dei costrittivi); ci pu, per, essere una freccia nera, leggermente pi piccola di quella dei laterali, per indicare la contrazione laterale, o lateralizzazione aggiuntiva, che accompagna e caratterizza alcuni degli approssimanti (f
1.13.3). I semi-approssimanti hanno una riga punteggiata orizzontale (f 1.13.2).
I contoidi vibranti, vibrati e vibratili (f 1.14.1-3), sono caratterizzati da un pallino scuro posto sull'articolatore mobile (apice, uvula). Inoltre, per i vibranti, s'aggiunge un tratteggio semplice, e, per i vibratili, uno duplice (f 1.33). Abbiamo messo, nella stessa gura, anche la "composizione articolatoria sequenziale&, che mo-

32

manuale di pronuncia

stra, per (r), due bttiti (seguti da due posizioni "aperte&, con sfondo bianco).
Per il vibrato, (R), c' un solo contatto, per un solo battito; mentre, il vibratile,
([), formato da tre fasi ben diverse (e veloci): dapprima, l'apice si porta dietro gli
alveoli; poi, spostandosi in avanti, tocca gli alveoli (e questa la vera articolazione pertinente); inne, la terza fase corrisponde allo stacco d'ogni battito, come i
due bianchi in (r).
f 1.33. cbranti, (r), vibrati, (R), e vibratili, ([).

I laterali si riconoscono dalla freccia sulla parte della lingua che costituisce il
punto d'articolazione fondamentale. Se la freccia nera, si tratta di contoidi bilaterali (f 1.15.1); se bianca, d'unilaterali (f 1.15.2). Se, invece, sono laterali vibrati,
appare anche un pallino vuoto (f 1.15.3). (Molto di pi, su altri tipi di laterali, con
aggiunte diverse, si trova nell'FTN/MaF]
f 1.34.
Articolazioni (bi)laterali,
(l), e unilaterali, ().

+
l

1.4.9. Gli orogrammi degli occlu-costrittivi presentano una piccola parte nera,
che rappresenta il momento occlusivo di questi contoidi, che (come si vede dalle
f 1.11.1-2) omorganico al punto d'articolazione del momento costrittivo, che lo
segue immediatamente, formando la seconda parte di questi foni unitari, anche se
composti (con durata globale corrispondente a quella d'altri contoidi, occlusivi o
costrittivi, non a quella di sequenze di due foni).
Ovviamente, hanno anche la riga nera vicino alla base della gura. Inoltre, gli
occlu-costrittivi solcati, presentano pure il tratto curvo (per il solco, f 1.11.1.). Gli
occlu-semi-costrittivi hanno la riga nera orizzontale tripartita. (Qui, ci limitiamo
agli occlu-costrittivi che ricorrono nelle 12 lingue trattate. Altre lingue presentano anche altri tipi, trattati nell'FTN/MaF.)
1.4.10. Nei palatogrammi (f 1.17, in basso), la parte grigia indica il contatto durante l'articolazione di determinati contoidi; il ricorso ai palatogrammi possibile anche per la verica dei vocoidi, in particolare non-posteriori; ma, descrittivamente e didatticamente, i vocogrammi e gli orogrammi sono molto pi utili. L'eventuali parti pi scure indicano il punto di contatto completo, della fase occlusi-

1. preludio

33

va dei contoidi occlu-costrittivi, mentre, ovviamente, quelle grigie si riferiscono


alla fase (omorganica) costrittiva, che quella caratterizzante. Se si confrontano i
palatogrammi dei costrittivi (, s, S) e quelli degli occlu-costrittivi corrispondenti,
(, q, c), questa peculiarit sbito chiara. utile vedere bene anche (nell'ultima parte d'ogni blocco di diagrammi, nella f 1.17) i palatogrammi e i dorsogrammi che mostrano la dierenza, per l'articolazione alveolare sonora, fra occlusivi,
(D), e (bi)laterali, (l), nonch unilaterali, (), e anche costrittivi, () (sebbene questi non ricorrano nelle 12 lingue del MaP]
1.4.11. I dorsogrammi (come nella f 1.17, in alto) presentano un'altra prospettiva, non pi longitudinale, ma trasversale, e servono soprattutto per mostrare la
dierenza fra lingua piatta (posizione non-marcata, giacch richiede un minor numero di tratti) e lingua o solcata oppure contratta lateralmente (o lateralizzata), che
costituiscono le due posizioni marcate, rispetto all'altra.
Nei labiogrammi di prolo (come nelle f 1.5 f 1.16), l'eventuali frecce indicano la direzione dei movimenti tipici, attivati da determinati muscoli facciali. I labiogrammi frontali ( f 1.8 e quelle appena indicate) si spiegano da soli, anche
per quanto riguarda lo spazio verticale, progressivamente maggiore, in dipendenza dall'apertura mascellare. Osservando bene la f 1.16, si considerino attentamente le dierenze labiali per (, S, ) (tenendo presente quanto detto al 4.2.4 dell'FTN/MaF a proposito dell'individuazione delle posizioni labiali negli orogrammi). Ricordiamo, comunque, che (S) prolabiato, in quanto ha protensione, o protrusione labiale vera e propria ( f 1.16.1), non arrotondamento.
Altri diagrammi utili sono i laringogrammi (come nella f 1.1), che sar bene analizzare con attenzione. Ovviamente, si tratta di laringogrammi ottici (e ssi in un
particolare istante, oltre che schematici), come si possono vedere con un laringoscopio, o specchietto da otorino(laringoiatra); non dei laringogrammi acustici, che
misurano le vibrazioni delle pliche vocali.
1.4.12. Ora, passiamo ai tonogrammi, che sono divisi in tre fasce sovrapposte (di
tonalit alta, media e bassa {non assoluta, ma relativa alla voce d'ogni singolo parlante}). Sia nelle protonie che nelle tonie ( 1.1.5-8 f 1.21-3 {e, nell'FTN/MaF
i 6.4.5.1-4 13.8-34}), come pure per i toni ( f 1.26 {e, sempre nel MaF 6.4.4 12.17-18}), le linee, collocate ad altezze (e con direzioni) diverse, indicano fono-sillabe accentate; mentre, i punti indicano fono-sillabe non-accentate (linee intermedie, come grandezza, ovviamente, indicano fono-sillabe semi-accentate, con accento secondario, ma con la tonalit indicata dalla collocazione nel tonogramma).
Nelle trascrizioni fonotonetiche, gli accenti secondari sono indicati da due puntini vicini (e pi piccoli del punto isolato), con direzioni diverse, secondo le necessit tonetiche; l'accento secondario di tonalit media, per esigenze di perspicuit
(per non confonderlo con un trattino di separazione sillabica) segnato con (&). In
fondo, anche l'accento primario, per gli stessi motivi, segnato (').
Fonosillabe "senz'accento& (o meglio con accento debole, cio pi debole del
secondario) non hanno nessun segno, mentre le fonosillabe con tono medio, ma
con accento debole, sono indicate con un punto d'altezza media (2).

34

manuale di pronuncia

Guida ai tipi di trascrizione


1.5.1. Nel MaP, i simboli usati sono tanti, non c' dubbio; per, non sono superui, se si vuole fare fonetica utile (e non solo fonetica "facile& e, inevitabilmente, superciale). Pochi simboli condannano al pressappochismo, mentre molti simboli aprono la via verso la vera conoscenza e la "degustazione& dei fatti di pronuncia.
Ovviamente (anche se il proprio studio stato graduato e meditato, nonch basato su esercitazioni), a volte, sar necessario ricontrollare sia il valore, sia la natura, sia le relazioni di certi simboli (o anche concetti) meno frequenti. Il modo migliore per farlo consiste nel cercare nel posto giusto, o nei posti giusti. Infatti, sia
cercando nell'indice generale o in quello analitico, sia sfogliando i capitoli e le sezioni, sia osservando le tabelle, le liste di simboli e i gruppi di gure, si trovano le
risposte, le veriche, i collegamenti, comprese nuove prospettive.
I grossi raggruppamenti sono, ovviamente, le vocali, le consonanti, l'intonazione le altre caratteristiche prosodiche (accento, tono, durata) e quelle parafoniche.
Sarebbe complicato e, probabilmente, inutile riproporre le stesse cose in una
sintesi generale, magari troppo compressa e complessa; perci, qui ci limitiamo a
invitare a seguire le indicazioni ora fornite.
Ribadiamo solo il valore delle diverse "parentesi& usate per racchiudere i simboli. Le barre oblique / / indicano solo i fonemi, con valore teorico e astratto; mentre, le parentesi quadre ( ) indicano solo i foni (o tassofoni), cio i valori pratici
e concreti, pur con utilissime generalizzazioni e normalizzazioni, senza le quali ci
si troverebbe a dover trattare solo di singole realizzazioni occasionali, irripetibili e
peculiari di singoli individui. Per esempio: dire /'dire/ ('di:R).
1.5.2. La reduplicazione delle "parentesi&, invece, indica un grado pi elevato
della natura stessa del valore suggerito dalle "parentesi& singole, o normali. Perci,
le barre doppie // // alludono a un livello ancora pi astratto o teorico di caratteristiche fonologiche, come in tedesco wiederhaben //'vi:dKha:bn// rispetto a /'vi:dha:b/, o a ('vi:d&ha;b); mentre, le parentesi doppie (( )) si riferiscono a simboli pi specici, come quando si vuole insistere su sfumature, quali l'articolazione con la punta alta della lingua ((s, x)) invece che bassa (s, S) considerata pi
normale.
Lo stesso si potr fare nel caso della nasalizzazione parziale, o anche consistente, segnalata sopra ( 1.3.3): cantando mamma ((kn'tn:do, 'mm:ma)) (l'IPA uciale non ha modo di segnare la nasalizzazione leggera o automatica, tant' vero
che, in modo arbitrario e fuorviante, con "()& indica un particolare tipo di fonazione, il cricchiato, cio il nostro (a)).
Inne, le parentesi angolari > racchiudono elementi parafonici, se si tratta
di simboli, o di diacritici, come per @; oppure, elementi grafemici, se si tratta di
segni ortograci, come per >a. Simboli non racchiusi tra parentesi quadre, o fra
barre oblique, come nei diagrammi dati nora, rappresentano foni, per trattazioni di fonetica generale.
Invece, nelle tabelle consonantiche (dei m 2-13 e delle fonosintesi, nei m 16-23

1. preludio

35

dell'FTN/MaF] i simboli, anche se non racchiusi tra barre oblique, indicano fonemi, pur se rappresentati con simboli piuttosto specici (per non sacricare la precisione, ma senza appesantire l'eetto visivo, tanto pi che indicano anche i foni).
D'altra parte, per indicare i fonemi, nelle trascrizioni fonologiche che accompagnano quelle fonetiche, si possono utilizzare simboli pi generici, com' stato fatto
nei m 2-13 (avendo indicato le corrispondenze, pure nelle tabelle consonantiche).
Trascrivere a mano
1.5.3. Un'ultima, ma fondamentale, osservazione va fatta sulle trascrizioni eseguite a mano. Bisogna cominciare, n dall'inizio, a tracciare ogni simbolo e ogni
diacritico esattamente come lo si trova a stampa, in questo manuale (in cui usiamo il bel carattere Garamond Simoncini nella nostra versione imonani] necessario fare molta attenzione a non confondere un simbolo con un altro simile,
ma ovviamente diverso e con valore dierente.
Per primissima cosa, le trascrizioni vanno eseguite non in corsivo (nei due sensi
comuni): infatti, contrariamente alla scrittura corrente, non si devono legare i simboli fra loro, che vanno, invece, tenuti ben separati, come a stampa; n bisogna
semplicare la forma di certi simboli, confondendo, per esempio, n con u, o m con
; o l con oppure con a; ancora, non si devono omettere i puntini, per cui non
si deve scrivere per i, oppure per j.
N si devono fare aggiunte o modiche "stilistiche&, giacch d deve rimanere
diverso da o da ; come dierisce dal grafema g, e h da ; lo stesso vale in casi
come: z diverso da Z o . Inoltre, anche (L, r, R, ) sono ben diversi da (/H, , [, y),
. Ovviamente, non si deve nemmeno scrivere a stampatello, giacch (, , , I, G,
, ,, , K) sono simboli dierenti da (a/A, b, e/E, i/, g, l, n, p, r).
Quindi, bisogna accantonare qualsiasi pratica abituale, che porterebbe a confondere un simbolo con altri. La strategia migliore, per raggiungere questo scopo essenziale, di cominciare a osservare ogni simbolo, con molta attenzione, "con occhio
tipograco&: badando bene a tutti i particolari, come la grandezza e l'orientamento
d'un tratto ((t, T, , ), (B, 6)), o d'un simbolo ((e, , ), (K, , , ), (A, a, ), (,
E, ), (X, x v, , O), (r, <, ), (h, H, ), (f, j, 3 J, , , )), la presenza o meno d'una certa grazia, o il tipo stesso di grazia, come per esempio in (i, I, u, , U o, , ).
A tale scopo, saranno utili le osservazioni fatte ai m 8-9 dell'FTN/MaF, per guardare non solo vedere i vari simboli di tutto il volume. In questo modo, fra l'altro, s'arriva ad "accettare& prima e meglio il fatto che (g) abbia sempre il valore
di ghiro /'giro/, non quello di giro /'Giro/, .
Simboli generici (per categorie foniche)
1.5.4. Siccome possono servire, prima o poi, anche dei simboli non direttamente segmentali, ma per indicare categorie foniche, magari in formule fonetico-fonologiche (o ai margini dei vocogrammi, o delle tabelle), di sguito, diamo una lista

36

manuale di pronuncia

di tali simboli (nell'FTN/MaF ce ne sono di pi). Nelle denizioni, sottintendiamo variazioni morfologiche come sonori/e fonici/he
La f 1.35 mostra, schematicamente, i sette modi d'articolazione fondamentali,
per i contoidi, con raggruppamenti e suddivisioni utili, no alla distinzione fra ostruenti e sonanti (per, senza includere i modi d'articolazione misti, tipici degli
approssimanti, ma soprattutto dei vibranti e dei laterali).
Rientrano nei contoidi ostruenti gli occlusivi (ma non i nasali, anche se, a rigore, si potrebbero considerare degli occlusivi con nasalizzazione {e sono primi, nelle nostre tabelle}), gli occlu-costrittivi, i costrittivi (compresi i vibranti costrittivi e
i laterali costrittivi) e gli approssimanti (periferici); rientrano, invece, nei sonanti
(o sonoranti) gli approssimanti (centrali o lateralizzati), i nasali, i vibranti (compresi i vibrati e i vibratili] e i laterali (compresi gli unilaterali e i laterali vibrati).
Tranne che per i vibranti (e i vibrat{il}i), per tutti gli altri modi d'articolazione
sono possibili, in varie lingue, articolazioni foneticamente semi- (: meno tese
senza un contatto pieno, pure per i nasali, occlusivi, occlu-costrittivi e laterali).
f 1.35. Raggruppamenti dei modi d'articolazione fondamentali.
0
F !


` _

vocoidi/vocali
V ridotti (per la durata; = )
V accorciati
V nasalizzati
V desonorizzati
V V sonori len(it)i
V non-sonori len(it)i
V semi-nasalizzati
V arrotondati
5 V avanzati
V arretrati
V abbassati
V sollevati
V normali o con altra convenzione
V cricchiati (o laringalizzati)
0 contoidi/consonanti
0 C ridotti (per la durata; = )
C accorciati
C non-sonori glottalizzati, con un ()
simultaneo
C intensi ("sillabici&)
C desonorizzati
C non-sonori len(it)i o con altra
convenzione, specie diafonemica
C C sonori len(it)i
= C non-sonori

%
#

C sonori
C arrotondati
C palatalizzati
C velarizzati/uvularizzati
C avanzati
C arretrati
C pi tesi/stretti
C meno tesi/stretti
C sonori cricchiati/laringalizzati
C laterali
C laterali costrittivi
C laterali non-sonori
C laterali vibrati
C unilaterali
C laterali vibra(n)ti
C laterali vibra(n)ti intensi ("sillabici&)
C laterali vibra(n)ti non-sonori
C nasali
C nasali intensi ("sillabici&)
C nasali non-sonori
C sonanti (o sonoranti)
C sonanti intensi ("sillabici&)
C sonanti non-sonori
C vibranti (o vibranti vibrati)
C vibranti (o vibranti vibrati) non-sonori

1. preludio
C vibranti costrittivi
C vibrati
C vibrati lateralizzati
C vibratili
C vibratili lateralizzati
C approssimanti
C semi-approssimanti
C approssimanti lateralizzati
F C occlusivi
C costrittivi (non-solcati)
C semi-costrittivi (non-solcati)
_ C costrittivi solcati
` C semi-costrittivi solcati
` C occlu-costrittivi (non-solcati)
@ C occlu-semi-costrittivi (non-solcati)
C semi-occlu-costrittivi (non-solcati)
C occlu-costrittivi solcati
& C occlu-semi-costrittivi solcati
I C semi-occlu-costrittivi solcati
fono-sillaba
i fono-sillaba ridotta
fono-sillaba "leggera&
9 fono-sillaba "pesante&
` fono/fonema "zero&
0$ C con esplosione udibile
0 C con esplosione non udib.
05= /=/ /=h/
0= // /h/
' V accentati (con acc. forte/primario)
& V semi-accentati (con acc.
medio/secondario)
V non-accentati (con acc. debole)
V de-accentati (con acc. ridotto, anche
no a debole)
" V iper-accentati (con acc. extraforte)
: V lunghi
; V semi-lunghi
V meno di lunghi
V meno di semi-lunghi
| V nali d'enunciato
| V dopo pausa/silenzio
V nali di parola
V iniziali di parola
V nali di sillaba

37
-- V interni di parola
| pausa
\ pausa potenziale
|| pausa pi lunga
inciso
inciso "alto&
^ citazione
. tonia -emica conclusiva
? tonia -emica interrogativa
tonia -emica sospensiva
, tonia -emica continuativa
protonia normale (nessun segno)
protonia interrogativa
protonia imperativa
protonia enfatica
& protonia interrogativa supplementare (in
francese)
5 ( ' toni) con acc. forte, 12.17 dell'FTN/MaF
(& toni) con acc. medio, 12.17 dell'FTN/MaF
1 (2 3 toni) con acc. debole, 12.17 dell'FTN/MaF
8 ( " toni) con acc. extraforte, 12.17
dell'FTN/MaF
9 (6 0 ) toni discendenti, 12.18 dell'FTN/MaF
( ` ) toni ascendenti, 12.18 dell'FTN/MaF
akusento giapponese abbassamento tonale
distintivo, 12.3.2.1-4
# (@ /) diacritici di spostamento (
8.11 9.5 del MaF)
@ elementi parafonici ( 14.3-5 dell'FTN/
MaF), o grafemi
( ) trascrizioni fonetiche
/ / trascrizioni fonemiche
(( )) trascrizioni iperfonetiche
// // trascrizioni iperfonemiche
( ) simboli/fon(em)i che possono
mancare/cadere
(( ))simboli/fon(em)i potenziali, che
potrebbero esser usati, come nelle f 1.7-8.

La tabella uciale dell'IPA


1.6. Per dovere d'informazione, riportiamo anche la tabella IPA uciale (f 1.36),
sebbene ci serva pi che altro a evidenziarne i difetti e le carenze globali.

38

manuale di pronuncia

f 1.36. Tabella dell'IPA uciale (2005).

~ ~~~
(uciale, 1993, corretto nel 1996 e aggiornato nel 2005)
~~~ (~~)
Occlusive

Bilabiali Labiodent. Dentali Alveolari Postalveol. Retroessi Palatali

Velari

Uvulari

Nasali
Polivibranti
Monovibr.
Fricative
Fric. later.

(Traduz. realizzaz. )

b
m

t
M

B f

d
n
r
R
s z
!
<
l

S Z

k g

G
,
K

Faringali Glottali

h H

V
>
j

Approssim.
$
L

Appr. later.
Nelle coppie, la consonante sulla destra sonora. Le zone in grigio indicano articolazioni considerate impossibili.

Avulsive/Clicks

Implosive sonore Eiettive

Bilabiale
| Dentale
! (Post)alveolare
Palatoalveolare
~ Laterale alveol.

Bilabiale
Dentale/alveol.
Palatale
Velare
Uvulare

come in:
p Bilabiale
t Dentale/alveol.
k Velare
s Fricativa alveol.

Anteriori

i y
I Y
Semichiuse
e
Semiaperte
Aperte

'
w

Fric. labiovelare sorda


Appr. labiovelare sonora
Appr. labiopalat. sonora
Fric. epiglottale sorda
Fric. epiglottale sonora
Occlusiva epiglottale

Fric. alveopalatale sorda


Fric. alveopalatale sonora
Monovibr. laterale alveol.
= S e x simultaneamente

Le aricate e le articolazioni
doppie si possono indicare
con legature, se necessario

~ ~

Chiuse

~~~ (~~-~~)

Centrali

Posteriori

M u
U
o
O
A

Nelle coppie, la vocale sulla destra (e U) arrotondata.

0
`

>1
1
1
1
<1

~
Extra-alto
Alto
Medio
Basso
Extra-basso

Sollevamento (relativo)
Abbassamento (relativo)

(possono esser posti sopra i simboli che scendano sotto il rigo, per es. )
= Desonorizzato
) Mormorato
Y Dentale
b "
U P
Sonorizzato
Cricchiato
Apicale



y

Aspirato
Linguolabiale
Laminale
u
p

t5
d5
5
g Pi arrotondato o
Labializzato t d
Nasalizzato e
G Meno arrotond. O
J Palatalizzato tJ dJ
Rilascio nasale d
Avanzato
%
t d
Velarizzato
Rilascio laterale d
! Arretrato
Faringalizzato
m
t/
d/
/
Ril. non udibile d
Velarizzato
o
faringalizzato

t
7 Centralizzato

l
(

=
fricativa
labiovelare sonora)
Innalzato
Z Centripeto
c Sillabico
f Abbassato

L ( = approssimante velare sorda)
W Non-sillabico k
Radice della lingua avanzata

&
A&
Rotacizzato
Radice della lingua arretrata
&

1
1
21
"1
4[1

Ascendente
Discendente
Alto ascend.
Basso ascend.
Ascend.-discend.

8
3

Sollevamento globale
Abbassamento globale

'
&
:
;
z
.

Accento primario
Accento secondario:

&fone'tista

Lunga
a:
Semilunga a;
Brevissima q
Divisione sillabica:

Si.are

Gruppo minore
(gruppo ritmico)
Gruppo maggiore
(gruppo intonativo)
Legato (mancanza
d'interruzione)

1. preludio

39

La prima sezione d le consonanti pneumoniche, nel numero di 58 (con la piccola


aggiunta di dieci elementi, dati in "altri simboli&).
Nella seconda sezioncina, si danno cinque deiettivi (o "consonanti avulsive/clicks&),
cinque iniettivi ("consonanti implosive&, compreso il teorico uvulare), si nisce con
quattro esempi d'eiettivi.
Segue il quadrilatero uciale per cercare di render conto dei vocoidi; si tratta di 28
elementi, in dodici coppie (per la posizione delle labbra: distese oppure arrotondate),
pi quattro elementi isolati. La collocazione di (, , ) alquanto infelice.
La striminzita sezione sui toni e sugli accenti di parola non riesce a indicare che si
tratta solo d'esempi, fuorviando non poco. S'indicano, poi, segni sovrasegmentali.
Per nire, c' la sezione dei diacritici, resasi necessaria, per non rischiare d'essere
completamente vaghi e ambigui. Infatti, giacch i simboli segmentali disponibili sono davvero molto pochi, si deve ricorrere a qualche diacritico uciale (anche due o
tre per un solo simbolo), che permetta d'illudersi d'alludere, in qualche modo, a importanti dierenze articolatorie.
Purtroppo, questa "sistemazione& viene anche a tradire uno dei princpi fondamentali, che distinguevano l'IPA da tutti gli altri alfabeti fonetici, proprio per il netto riuto d'usare segni diacritici, semplicemente per mostrare caratteristiche articolatorie.
Invece, adesso, imperversano i diacritici da mettere sopra, sotto, o in esponente, dopo il simbolo generico.
Manca completamente qualcosa per indicare l'intonazione. N pu sperare di servire allo scopo il ToBI (anche se qualcuno ha detto che potrebbe diventare proprio la
componente intonativa dell'IPA uciale), giacch mescola l'intonazione con la casualit e con la parafonica.
Simboli CANIPA del MAP e i loro corrispondenti UIPA
1.7. Per tutte le articolazioni (coi loro simboli unitari), s' pensato utile aggiungere le corrispondenti "trascrizioni& in uIPA (date fra " &), per far vedere la loro "composizione& (quasi come in formule chimiche o algebriche).
Ci servir sia a far capire le combinazioni dei pochi simboli basilari con tanti diacritici (anche se non abbiamo messo tutti quelli che sarebbero necessari, per una precisione eettiva), sia a evidenziare che impensabile di fare "trascrizioni diacritiche&,
alla stregua di tutti gli altri alfabeti fonetici. , comunque, necessario usare un'interlinea maggiore, proprio per evitare che i troppi diacritici si sovrappongano fra righe diverse.
Infatti, l'IPA originario aveva fra i criteri fondamentali anche quello d'evitare diacritici per sfumature articolatorie. I casi in cui c' coincidenza, fra i due sistemi IPA, sono indicati da (=); la coincidenza parziale, da (=); le dierenze, senza diacritici, da ().
Ricordiamo che fondamentale osservare attentamente gli orogrammi, confrontandoli costantemente, e trovare le somiglianze anche fra i simboli, a partire da quelli uciali, dai quali gli altri sono derivati (pur con qualche utile modica e qualche
necessaria sostituzione).
Anch nessuno si spaventi per questi eccessi di diacritici, ricordiamo, ancora
una volta, che la nostra ferma posizione , invece, per un uso migliore dei simboli
unitari, anche per evitare che ci siano simboli (e, quindi, foni) di seconda (o terza)
classe, perch accompagnati da diacritici (tutt'altro che facili da combinare).
Comunque, qui, non si sono messi tutti i diacritici necessari (o possibili), anche

40

manuale di pronuncia

se, spesso, coloro che usano l'uIPA ne mettono meno ma, allora, rendono tutto
approssimativo e impreciso.
Vocoidi
Non-arrotondati
(i)
(I)
(e)
()
(E)
()

"(i)& (=)
"(I)& (=)
"(e)& (=)
"(ef ) o (EF )&
"(E)& (=)
"(a)& ()

()
()
()
()
()
()

"(i&), (i]) o ()&


"(I&) o (I7)&
"(e& ), (e7 ) o ( )&
"(EZ ) o (eZ )&
"(aZ ) o (E7 ), (E& )&
"(a7 ) o (a& )&

()
()
()
()
()
(a)

"()& (=)
"(f) o (HF )&
"() o (F )&
"()& (=)
"()& (=)
"(a7& ) o (f )&

(M)
()
(X)
(x)
()
(A)

"(M
7 ) o (M
)&
"(M
Z ), (M
f ), (M
7f ) o (7F )&
"() o (7)&
"(Z ), (7F ) o (Z), (7f )&
"() o (7 )&
"(A ) o (A7 )&

(*)
()
()
()
()
()

"(M)& ()
"(M
f ) o (f)&
"()& ()
"(f) o (F )&
"()& ()
"(A)& ()

Arrotondati
(Y)
()

"(y)& ()
"(Y)& ()

()
()
()
()
(y)
(Y)
()
(#)
()
()

"()& ()
"(f ) o (F )&
"()& ()
"()& ()
"(y7 ) o (y. )&
"(Y7 ) o (Y& )&
"(7 ) o (& )&
"(Z ), (7F ) o (Z ), (7f )&
"(7 ) o (& )&
"(7 ) o (& )&

(%)
(T)
(+)
()
(@)
()

"(%)& (=)
"(%f ) o (+F )&
"(+)& (=)
"()& (=)
"(f )& ()
"(7& )& ()

()
()
(P)
()
()
()

"(u7 ) o (u )&
"(U7 ) o (U )&
"(o7 ) o (o )&
"(OZ ), (OF ) o (oZ ), (of )&
"(O7 ) o (O )&
"(7 ) o ( )&

(u)
(U)
(o)
()
(O)
()

"(u)& (=)
"(U)& (=)
"(o)& (=)
"(OF ) o (of )&
"(O)& (=)
"()& (=)

Semi-arrotondati
() "(ig ) o (yG)&
() "(g ) o (%G )&
(W) "(M
g ) o (uG )&
()
(:)
(w)

"(Ig ) o (YG )&


"(I.g ) o (Y.G )&
"(M
hg ) o (UG )&

()

"(eg ) o (G )&

1. preludio
(,)
()

"(e.g ), (e7g ) o (g )&


"(g) o (oG )&

()
()
()

"(ehg ) o (EHg )&


"(g ) o (G )&
"(Zg ), (7g@ ) o (OZG ), (O7@G )&

()
()
(,)

"(Eg ) o (G )&
"(aZg ) o (
.G )&
"(g ), (g7 ) o (OG ), (O7G )&

()
()
(a)

"(aHg ) o (HG )&


"(a:7g ) o (hg ) o (7:G )&
"(Ag ), (A7g ) o (G ), (7G )&

Contoidi
Nasali
({)}, m)
(/, [)
(/, m)
(/, M)
((/, ))
(/, M)
(/, )
(/, ")
((/, ))
((/, n))
(/, N)
((/, ))
((/, ))
({}, n)
((/, ))
(/, n)
(/, n)
(/, N)
((/, n))
(/, ~)
((/, ))
(/, N)
((/, ))
((/, ))
(/, )
(/, \)

"(m= , m)& (, =)
"(m)&
"(mJ)&
"(m)&
"(M)&
"(M)& (=)
"(MJ)&
"(M)&
"(nY ) o (n )&
"(n& )&
"(n )& o "(nXm)&
"(n )&
"(n fJ )&
"(n , n )& (, =)
"(n )&
"(n )&
"(n &)&
"(N )& (=)
"(n. )&
"(n J)&
"(n J)&
"(N)& (=)
"(N. )&
"( )&
"()& (=)
"(Xm)&

41
((/, ))
(/, m)
(/, ,)

"()&
"(Xn )&
"(,)& (=)

Semi-nasali
((/, M))
((/, ))
((/, ))
((/, n))
((/, ))

"(m
f )&
"(nh )&
"(Nh )&
"(Nh )&
"(
h )&

Occlusivi
(p, b)
((, {)
(p, b)
((], 7))
(t, d)
(t, d)
((4, 7))
(T, D)
(, )
((T, D))
((t, d))
(+, _)
(, )
((, 8))
((, ))
(k, g)
(, /)
()

"(p, b)& (=)


"(p, b)&
"(pJ, bJ)&
"(p, b)&
"(tY , dY )&
"(t!, d!)&
"(t:Y , d:Y )&
"(t, d )&
"(, )& (=)
"(t: J, d: J)&
"(t: J, d: J)&
"(tJ, d J)&
"(, )& (=)
"(& , .)&
"(k , g )&
"(k, g)& (=)
"()& (=)
"()& (=)

Occlu-costrittivi
(p, /)
(, /)
(, )
(., )
(k, )
(%, /)
((, ))
(w, )
(, W)
(k, K)

"(pXF)&
"(pXf)&
"(tx, dx)&
"(t=H#x< , dx<#H )&
"(X, X)&
"(X: )&
"(kxx , gX)&
"(kxx, gX)&
"(XX, Gx)&
"(HH=XK , GxKH#)&

42
(q, Q)
((q, Q))
(, )
(, ")
(C, )
(c, G)
(&, 1)
((C, G))
((c, g))
((v, ))
(, )
(, )

manuale di pronuncia
"(tXsY , dXzY )&
"(tXs:Y , dXzY:)&
"(tXs , dXz )&
"(X, X)&
"(tXSJ, d XZJ)&
"(tXS, d XZ)&
"(tXS g, d XZg)&
"(:tXSJ, d: XZJ)&
"(:tXS, d: XZ )&
"(:tXSg, d: XZg)&
"(tXs J, dXz J)&
"(tXs J, dXz J)&

Occlu-semi-costrittivi
(, )
(, )
(, )

"(Xh , hX )&
"(kXxf , ghX)&
"(ftX , dfX)&

(, )
((X, 5))
((x, ))
((, ))
(., )
(/, \)
(S, q)
(, =)
(, B)

"(Sg , Zg )&
"(S:J , Z:J)&
"(S:, Z:)&
"(S:g , Z:g )&
"(S: , Z: )&
"(S:, Z:)&
"(S:, Z: )&
"(s J, z J)&
"(s J, z J)&

Semi-costrittivi
(, )
(/, , )
(/, y)
(/, m)

"(ff , vf )&
"( )&
"(h)&
"(h)&

(, d)
(, )

"(shY , zYh )&


"(ShJ, ZhJ)&

Costrittivi

Approssimanti

(, 6)
(f, v)
(5, )
(f, v)
((w, W))
(, )
(/, D)
(Q, z)
(P, p)
(, J)
((, /))
((, ))
(x, )
(X, )
(h)
()

"(F, B)& ()
"(f, v)& (=)
"(f, v)&
"(fJ, vJ)&
"(, )&
"(, )& (=)
"(& )&
"(H<F, <FH )&
"(H=># , >#H )&
"(, )& (=, )
"(. )&
"(x , )&
"(x, )& (=, =)
"(X, )& (=)
"()& ()
"(h)& ()

(F, B)
(/, V)
(/, )
(/, )
(, )
(/, )
(, j)
(/, )
(, j)
(/, )
(/, )
(, V)
(W, w)
(, )
(x, )
(/, H)

(s, z)
((s, z))
(, )
(, )
(, )
()
(, )
(S, Z)

"(sY , zY )&
"(s& , z& )&
"(s& , z&)&
"(s , z )&
"(, )& (=)
"()&
"(SJ, ZJ)&
"(S, Z)&

"(F , Bf)&
"(V)& (=)
"(V)&
"(V& )&
"(:f , :f )&
"(h )&
"(h) o (), (j)& (, =)
"(. )&
"(:], :]j) o (
]+ ,
7 )&
"(
)&
"(w
)&
"(
= , )& ()
"(', w)& (, =)
"(Xh , f )&
"(Xh /, f /)&
"(Hf )&

Semi-approssimanti
(/, )
(/, %)
(/, F)
(/, =)
(/, j)

"(j)&
"(f. )&
"(j:]f) o (
]f )&
"(
h )&
"(w
f )&

1. preludio

43

Approssimanti laringali

cbranti costrittivi

(h, H)
(/, )
(+)
()
()
(=)
()

(, )

"(hf , Hf )&
"(Hf )&
"(h J)&
"(h )&
"('
)&
"(h )&
"(h )&

Approssimanti lateralizzati
(/, S)
(/, )
(/, )
(/, )
(/, >)
(/, )
(/, <)
(/, <)
(/, )

"(VX< &)&
"( &)&
"(< &)&
"(<< &)&
"(<< &)&
"(<< &)&
"(X < &)&
"(<X &< )&
"(X
h < &)&

cbranti
(/, r)
(/, 5)*
(/, 5)
({{}, D)
({'}, K)

"(r )&
"(r )&
"(r &)&
"(r+ J, r J)&
"(K= , K)& (, =)

cbrati
({5}, R)
(/, R)*
(/, R)
(/, e)
({[}, )
({3}, r)

"(K#=H , K#H )&

cbratili lateralizzati
(r, m)
( , )

"(R: &, R:&)&


"((R: &, R:&)&

(Bi)laterali
((/, l))
((/, ))
((/, R))
({a}, l)
({}, )
({}, ])
(/, )
((/, l))
(/, $)
((L))
({}, )
(/, L)
(/, )

"(lY)&
"(lY) o (Y)&
"(lY:)&
"(l , l )&
"(l), (l ) o (), ()&
"(lf), (l) o (), (f)&
"(l ) o ( )&
"(l <) o (: )&
"($)& (=)
"(l: J)&
"(l J, l J)&
"(L)& (=)
"()& ()

Unilaterali
(/, )
(/, |)
(/, )

"(l@ )&
"(l@ )&
"(l@ )&

Laterali vibrati
"(R+ , R )&
"(R )&
"(R < )&
"(#)& ()
"(R+ J, R J)&
"(KW+ , KW )&

cbratili
({}, [) "(, R )&
({V}, e)* "(, R )&
(/, )
"(# )&

(/, )
(/, )

"()& ()
"(:)&

Semilaterali
(/, )
(/, )
(/, )

"(lf)&
"(f)&
"(f )&

0. Prefazione
0.1. Lo scopo del MaP d'applicare l'eettivo metodo fonetico ( 1.1.8,
1.3.1-2, 1.3.11 { 3.2.1-10 dell'FTN/MaF}) ad alcune delle lingue pi parlate
studiate del mondo. Ovviamente, si comincia dall'italiano, giacch, per quanto riguarda la pronuncia, anche gl'italiani se la devono "studiare&, imparando a riconsiderarla nella nuova ottica del metodo fonetico. Questo consiste, essenzialmente,
nel dimenticare tutte le assurdit trasmesse dall'insegnamento tradizionale e nell'aprire la mente a un "nuovo& modo di pensare alla lingua, in particolare per quanto riguarda la pronuncia e l'intonazione. Infatti, l'insegnamento tradizionale ha il
grosso difetto di non considerare assolutamente l'aspetto fondamentale del sistema di comunicazione pi tipico dell'Uomo (certo, non senza la Donna), rispetto
all'Animale.
Le lingue umane sono, prima di tutto, oralit. La maggior parte delle lingue,
che ancora rimangono, non hanno una codicazione graca. Eppure, sono lingue
a tutti i diritti, in quanto soddisfano pienamente tutte le esigenze comunicative.
Gli eventuali limiti non sono delle lingue, ma dei parlanti, che possiedono e maneggiano male, o solo parzialmente, tali strumenti complessi e aascinanti, che costituiscono la vera dierenza tra le razze umane e le razze animali. Le razze umane
sono riuscite a sviluppare un codice comunicativo altamente sosticato per "parlare& non solo di cose concrete, ma anche di cose astratte, teoriche e, addirittura,
immaginarie, o inventate.
In questo codice generale di base, che unica mirabilmente l'aspetto semantico
(: il signicato) e quello fonico (: il signicante) anche tramite complesse regole,
sociali (o sociolinguistiche] e strategiche (o pragmalinguistiche), d'impiego del vocabolario e della morfosintassi l'aspetto della scrittura (: graa) decisamente secondario: derivato, ancillare.
L'ortograa principale argomento che "impegna& prevalentemente l'insegnamento scolastico solo un (pratico) espediente per ssare ci che viene detto
(nonch riprodurlo e trasmetterlo nel tempo e nello spazio, tramite la stampa, o
la semplice scrittura manuale, o anche usando Internet). La comunicazione orale
costituisce la stragrande maggioranza di tutto ci che quotidianamente viene prodotto linguisticamente, compresi i cellulari, nonostante i vari "messaggini& quotidiani; la comunicazione scritta, di conseguenza, estremamente limitata, nonostante tutto ci che quotidianamente viene prodotto dai vari giornalisti di questo
mondo e i tantissimi messaggi elettronici.
0.2. Ci che viene detto, ogni giorno, nelle tante lingue e nei tanti dialetti di
tutto il mondo, resta un'occasione unica, anche se ripetibile e ripetitiva (e, troppo
spesso, banale e inconsistente), giacch non viene scritto, sia che esista un codice
graco, o no. Spesso, meglio cos: che non ne resti traccia! E sarebbe molto me

0. prefazione

vii

glio che fosse cos anche per molta produzione stampata, a cominciare dai giornali, per nire con molti troppi libri.
D'altra parte, molte delle "cose importanti& vengono salvate e trasmesse grazie
alla scrittura, e alla stampa. Le "lingue di cultura& cio quelle con un loro codice graco si distinguono dalle altre (non certo "senza cultura&, ma solo senza l'esigenza d'un tal codice), perch, anche in questo modo, si possono aermare e
diondere molto meglio.
Comunque, dal punto di vista scientico (: linguistico e antropologico), ogni
lingua e ogni dialetto hanno la caratteristica peculiare della duplice articolazione
del linguaggio\ il poter comunicare (tra tutti coloro che condividono lo stesso codice linguistico) pensieri, concetti, signicati: tramite l'impiego d'un peculiare inventario di suoni e modulazioni (e di loro combinazioni).
Per, ci che viene, di solito, (pi) trascurato per una deformata visione della
realt proprio l'aspetto pi tipico: quello percepibile, con tutte le sue peculiarit, che permettono d'identicare ogni singolo sistema linguistico ogni lingua o
dialetto. Perno nell'insegnamento del 2000 (e del 3 millennio dell'era cristiana,
che ha avuto il suo inizio solo nel 2001 {nonostante le maree di giornalisti, politici, intellettuali, , che non l'avevano capto!}), si continua a credere che la graa
sia il vero aspetto, la vera manifestazione d'ogni singola lingua
Certo, gli alfabeti e le convenzioni grache permettono spesso d'identicare le
varie lingue, con tradizioni scrittorie; ma la semplice scrittura sta alla ricchezza,
bellezza e peculiarit d'una lingua, come una lucida e liscia fotograa in bianco e
nero sta a un dipinto originale, coi suoi colori e coi suoi peculiari tratti, percepibili anche al tatto.
0.3. Ci che manca, quindi, nel vero insegnamentoapprendimento delle lingue (anche nelle universit!) la consapevolezza che ognuna ha un suo e riconoscibile sistema fonologico, che non dipende aatto dalla graa (ma questa, in qualche modo, cerca di rappresentarlo, spesso, senza troppo successo), e che va esplorato e conosciuto, con metodi e strumenti adatti e specici; senza indebite interferenze dalla scrittura e, soprattutto, senza interferenze da parte dei sistemi fonologici
delle altre lingue.
Ogni singolo parlante parte da una situazione fonica "personale&, che rientra, a
sua volta, pi o meno sistematicamente, in una realt "geo-socio-linguistica& pi
generale. Ci signica che, ognuno, anche per il proprio repertorio linguistico personale (cio per la lingua che utilizza {o pi lingue, di cui spesso una un dialetto}), collocabile in modo pi o meno ampio o ristretto in una certa area geograca, d'un territorio, e in un certo ambiente sociale, d'una particolare comunit.
Facendo il caso concreto dei cittadini italiani, anche di cultura medio-superiore
(ma ci vale, pi in generale, per qualsiasi parlante del mondo), si vede/sente ben
presto che, pur condividendo la "stessa lingua& (soprattutto tramite l'"istruzione& scolastica), ognuno la pronuncia con un accento particolare, determinato dalla propria "storia linguistica& personale, cio: dove si nasce e dove si cresce, senza
trascurare gl'inussi dei componenti della famiglia (a loro volta, ognuno con una
propria storia linguistica personale). Si pu, comunque, parlare (anche con docu-

viii

manuale di pronuncia

mentazioni e descrizioni scientiche) di vari accenti regionali per ogni lingua, con
varianti pi o meno marcate e tipiche (come risulta, per esempio, dal nostro Manuale di pronuncia italiana, 2004, il MaPI /'mapi/).
Per ogni parlante, esiste una specie di "scheda fonica& personale che, con un po'
di pratica, si pu ricavare, anche da soli, tramite il metodo fonetico, basato sulla cinestesa, cio tramite l'introspezione dei movimenti articolatri, che abitualmente compiamo per produrre i suoni che ci servono per la nostra "personale lingua&,
che rientra, pi o meno adeguatamente, in ci che si chiama la "lingua italiana&
(a parte il caso dell'impiego volontario e consapevole, o no d'un vero e proprio
dialetto o d'un'altra lingua).
Quindi, anche "parlando l'italiano (comune)&, ognuno di noi produce suoni
individuabili e rappresentabili tramite simboli fonetici particolari. Tali suoni costituiscono un impiego personale d'un sistema fonologico particolare, quello dell'italiano attuale, che condiviso da tutti i parlanti linguisticamente competenti, purch ne abbiano una padronanza pi che soddisfacente (e ci vale sia per italiani
che per stranieri).
0.4. Qual il modo migliore per "possedere& il sistema fonologico d'una data
lingua? quello di sentire e di "vedere& bene le sue componenti, soprattutto tramite simboli fonetici che, per, vanno tenuti ben separati dai simboli graci dell'ortograa corrente.
Non essendoci, purtroppo, una vera abitudine a considerare (l'aspetto signicante del)la lingua, se non tramite la scrittura tradizionale, per evidenti carenze e
lacune della scuola e della societ, dapprincipio la cosa pu non esser tanto facile
e immediata. Infatti, anche agli "addetti ai lavori&, in particolare insegnanti (di
scuola e d'universit, perno del settore specico!), giornalisti, scrittori e intellettuali in genere (che usano la lingua, e ne abusano, pure), manca questa semplice ed
elementare consapevolezza della necessaria separazione del livello fonico da quello graco.
Generalmente (quanto assurdamente), si crede che i segni graci (: grafmi)
coincidano coi suoni. Ma, da una scuola e una societ attente solo alla scrittura,
non ci si potrebbe aspettare altro. Invece, l'impiego (oltre che della graa uciale) anche di trascrizioni con simboli fonetici e fonemici necessario, sia per imparare a percepire e riconoscere determinati suoni (specie se nuovi o diversi dai
propri), sia per riprodurli e dierenziarli.
Perci, in attesa che Scuola e Societ si rendano conto della situazione, i volonterosi dovranno compensare da soli (tramite l'impiego del metodo fonetico, messo a
punto da chi li ha preceduti in quest'avvincente avventura esplorativa), per sviluppare tutta la cinestesa necessaria per fare la "fotograa& della propria situazione
linguistica. Si tratta, in realt, d'una vera e propria "fonograa&, assolutamente necessaria (oltre che divertente e rivelatrice), anche solo per pensare di prendere in
considerazione la pronuncia della propria lingua, o d'una lingua straniera.
Senza ci, i risultati sarebbero solo parziali, ma soprattutto non realistici, n adabili; s'avrebbe solo un'idea vaga e approssimativa dei suoni che produciamo e
che "sentiamo&, giacch ogni valutazione sarebbe basata su impressioni altamen-

0. prefazione

ix

te soggettive e su false certezze, mai vericate adeguatamente. Ci porterebbe, inevitabilmente, ai soliti falsi convincimenti, su cui impossibile costruire qualcosa
di buono e utile.
0.5. Oltre a una cinestesa molto sviluppata, per poter attuare la separazione dei
due livelli sul piano del signicante (quello fonico "vero e genuino&, e quello graco "secondario e ancillare&), necessario far ricorso a un buon inventario di
"simboli fonici& (: fonetici e fonemici), sucientemente completo e soddisfacente; altrimenti, i vantaggi sarebbero solo limitati o, addirittura, apparenti (dato che
ci vuole concretezza e precisione, non la solita astrattezza e grossolane approssimazioni).
L'unico modo serio per arrivare a ci consiste nel cominciare dai fatti fonici per
arrivare a quelli graci, e non viceversa o, peggio, limitarsi solo a questi ultimi. In
quest'ultimo caso, si procederebbe (ancra) credendo di fare osservazioni e riessioni al livello fonico, ma restando "ancorati&, invece, a quello graco, con grossolane deduzioni e false giusticazioni: "l'ncora fuorva ancra&.
In termini concreti, qualsiasi suono (della nostra lingua, o d'un'altra) deve rientrare in un determinato fonema specico di tale lingua. Non pu essere un qualcosa d'approssimativo, o a cavallo tra due diversi fonemi. Uno, e solo uno: scegliendo all'interno dell'inventario d'un particolare sistema fonologico.
La caratteristica d'ogni fonema di non essere nessuno degli altri nello stesso sistema: uno particolare e nessuno degli altri. Una stimolante eccezione (ma solo
apparente) a questo principio data dai diafonmi ( 1.2.4) che possono esser convenienti, in certi sistemi fonologici, per render conto in modo (pi) economico
e fruttuoso di certe oscillazioni possibili all'interno d'un accento, o tra accenti
diversi della stessa lingua.
Quindi, ci che si fa normalmente nello studio tradizionale delle lingue esattamente l'opposto del metodo fonetico, che nello sviluppo naturale del proprio
sistema fonologico associa, necessariamente, ogni suono a un particolare fonema
(della stessa lingua). Sarebbe un'operazione alquanto innaturale e infruttuosa
(probabilmente anche nociva, pure psicologicamente) continuare a procedere nel
modo approssimativo tipico dello studioinsegnamento tradizionale. Una vera operazione criminale, perpetrata impunemente (ma, per fortuna, {almeno} inconsapevolmente), ogni singolo giorno di "normale& attivit didattica. Se, davvero,
ci fosse l'Inferno, i colpevoli di "fonocdio& dovrebbero essere tra i pi tormentati
In mancanza d'un insegnamento adatto e responsabile (che sappia correggere e
guidare), se non c' una suciente cinestesa, pi che comprensibile che il principiante "rimedi& ricorrendo ai suoi propri suoni eettivi, ltrati tramite il personale impiego del sistema fonologico della propria lingua di partenza. Questo vale anche per la "lingua italiana (nazionale o comune)&, che viene, appunto, pronunciata coi fon(em)i "individuali&: quelli d'ogni individuo (pur all'interno di coin particolari). E, normalmente, nessuno s'accorge delle ("strane&) dierenze che infestano le proprie emissioni foniche; al massimo, ci s'accorge (in modo critico, ma decisamente di parte e non molto oggettivo) di quelle degli altri

manuale di pronuncia

Prima di (provare a) riprodurre nuovi suoni, indispensabile riuscire a distinguerli, e con sicurezza, dopo averli ascoltati bene, magari tramite apposite registrazioni fonodidattiche. Come s' detto, l'impiego d'adeguati simboli fone(ma)tici
aiuta molto in quest'abilit, senza la quale tutto sarebbe solo approssimativo e abborracciato, quindi inutile e insoddisfacente.
0.6. Per esempio, cosa utile cominciare con le tre realizzazioni per e (e altre tre
per o) dell'italiano neutro: (fi'nEs:tRa, 'fi:n, fi'neq:qa, &fines'trEl:la) /fi'nEstra, 'fine,
fi'neqqa, fines'trElla/ nestra ne nezza nestrella (fi'nOk:kjo, 'fi:n, fi'no:Ra, &finok'kjEl:la) /fi'nOkkjo, 'fino, fi'nora, finok'kjElla/ nocchio no nora, nocchiella
pure molto importante riconoscere, e riprodurre adeguatamente, l'esatta qualit di (I, U) /I, U/ del tedesco, che sono, rispettivamente, "intermedi& tra (i, e) /i,
e/ e (u, o) /u, o/ dell'italiano, o tra (i{:}, e{:}) /i{:}, e{:}/ e (u{:}, o{:}) /u{:}, o{:}/ del
tedesco stesso (m 5). D'altra parte, per l'inglese, fondamentale riconoscere anche
le collocazioni esatte di (i, ) /i, I/ (nonch di (, ) /u, U/), che sono diverse dalle
corrispondenti italiane e tedesche (m 3).
Ugualmente importante rendersi conto che in inglese (Ii, iI) /Ii, Ii/ (e anche
(Uua, ub, uU) /Uu, Uu/ a = americano, b = britannico) sono dei veri dittonghi,
da almeno un secolo (e non pi dei monottonghi, come le trascrizioni {e perno
le collocazioni sul vocogramma, o quadrilatero vocalico}, anche da parte dei fonetisti britannici e americani, tendono ancora a far credere)!
In spagnolo, e e o accentate sono generalmente simili a () /e, E/, () /o, O/ italiani di (b'ke, 'fi:n pi'ke, 'fi:n) /bEn'ke*, 'fine pOi'ke*, 'fino/ bench ne poich
no (m 6). Sono simili anche () /E/, (:) /O:/ dell'inglese (britannico e internazionale, mentre in americano (O:) /O:/ pi aperto, tranne quando sia seguto da (<)
/</: (:<) /O:</, sempre: m 3).
In francese neutro moderno, (i, e, , E) /i, e, E/ sono pi chiusi e avanzati di (i,
e, , E) /i, e, E/ italiani; ma, soprattutto, (, P, , ) /u, o, O/ e () /a/ sono pi avanzati (e, tranne l'ultimo, pi chiusi) di (u, o, , O) /u, o, O/ e (a) /a/ italiani (m 4).
Anche in tedesco (i{:}, e{:}, E, : {/E:}) /i{:}, e{:}, E, E:/, e (O, o{:}, u{:}) /O, o{:}, u{:}/
sono pi chiusi di quelli italiani (mentre () /E/ e () /O/, non-accentati, sono meno chiusi dei corrispondenti italiani, () /e, E/ e () /o, O/, sempre: m 4).
Inoltre (con l'ulteriore convenzione: i = inglese internazionale, 3.4.1.1-5
3.5.2.3), l'inglese ha () //, (A:) /A:/, (a, b:i) //, (Aa, b:i) //, e il primo elemento dei dittonghi (a) /ae/, (aa:b, ai) /aO/, mentre in italiano neutro c' un solo
segmento per tutta la zona bassa del vocogramma, (a) /a/. D'altra parte, nelle pronunce regionali dell'italiano, /a/ si realizza in vari modi diversi, che importante
cogliere adeguatamente: da (, a, A) a (, , ), no a (, ) (comprese combinazioni dittongate e gradazioni intermedie, MaPI).
0.7. Le gure date nei m 2-13 (e anche nelle fonosintesi, dei m 16-22 dell'FTN/
MaF) mostrano le "fonograe& di particolari lingue e dialetti, che vanno confrontate con quelle dell'italiano neutro (f 2.1-3, oltre alle spiegazioni e alle trascrizioni), per vederne le somiglianze e, soprattutto, le dierenze. Meglio ancora, ogni italiano dovrebbe partire dai quadrilateri che illustrano le varie pronunce regiona-

0. prefazione

xi

li, tra le quali, con molta probabilit ( una quasi certezza), si troveranno le articolazioni d'ognuno.
Nel MaPI sono descritte, oltre al neutro, anche le 22 coin regionali italiane (con
suddivisioni interne) tipiche d'ogni nativo che non abbia raggiunto una pronuncia neutra o che, al contrario, utilizzi una pronuncia "composita&, mescolando varie caratteristiche regionali e individuali.
Si pu benissimo ricorrere anche alle fonosintesi di lingue, varianti e dialetti,
per rendersi meglio conto delle diverse realt, da cui partire, o con cui confrontarsi. I diagrammi dei m 3-13 (nonch le fonosintesi dei m 17-21 dell'FTN/MaF] potranno essere un buon punto di partenza, per svariati stranieri (e anche per chi conosca davvero, fonicamente, alcune delle lingue date).
0.8. La fonetica non va "studiata& controvoglia, e nemmeno mnemonicamente, come se fosse un'ingrata fatica inutile. Invece, va "scoperta&, divertendosi e giocando coi suoni (e con le parole, le frasi e i testi).
Anche se non ce ne rendiamo bene conto, la fonetica sempre con noi: in noi.
Infatti, come la chimica e la sica esistevano gi, indipendentemente dalla consapevolezza e dalla volont dell'uomo; cos, la fonetica naturalmente inevitabile,
quando si parla. Se impariamo a utilizzare le categorie e i princpi della fonetica,
riusciamo con spontanea naturalezza a riconoscere i vari suoni della nostra lingua, comprese le sfumature; e, in sguito, possiamo riconoscere anche i suoni delle altre lingue e dei dialetti.
Poi, saremo in grado di riconoscere e di riprodurre, oltre ai suoni della nostra
variante linguistica, anche quelli delle altre lingue. E questo avverr tanto pi facilmente, quanto meglio sapremo applicare ci che la fonetica ci ore liberamente, senza bisogno di costose e complicate apparecchiature, e senza doti particolari:
suciente (ma necessario) cominciare ad "ascoltare& davvero i suoni, non basta
"sentirli& solamente.
Un validissimo aiuto, in quest'analisi dei suoni, fornito dall'uso dei simboli fonetici, che permettono di "vedere& i suoni e, quindi, di confrontarli tra di loro, riettendo sulle somiglianze e sulle dierenze.
Un altro modo di "vedere& i suoni l'impiego di gure articolatorie adeguate
che, oltre a facilitare il confronto reciproco, attivano anche la riessione sui movimenti, che eseguiamo all'interno della bocca, quando appunto produciamo un
determinato suono. Una volta cominciato, sorprendente constatare che, a determinati movimenti (anche piccoli), corrispondono determinate sfumature di suono. E, allora, ci si meraviglia senz'altro di non aver capto prima una cosa tanto
semplice e naturale. L'importante, per, l'esserci arrivati, anche se un po' tardi.
In eetti, la pronuncia non una perda invenzione di qualche fanatico di fonetica, ma a guardar bene la prima manifestazione delle lingue, che non sono solo scrittura, grammatica e vocabolario
A guardar bene, secondo la fonetica naturale, "impadronirsi& davvero d'un'altra lingua un'operazione comunicativa molto pervasiva. Infatti, inevitabile che,
oltre a entrare con sicurezza nel sistema fonico, se ne assumano anche l'espressioni facciali tipiche della nuova lingua (e pure i gesti diventano pi consoni).

xii

manuale di pronuncia

0.9. Questo Manuale di pronuncia (MaP) applica, come s' detto, tutto ci che
esposto nel volume parallelo, pi generale, Fonetica e tonetica naturali (FTN che
l'edizione completamente rivista, emendata e aggiornata del Manuale di fonetica
MaF, con aggiunte e sostituzioni, d'or in avanti indicato come FTN/MaF). Si fa fonetica utile perch naturale, cio articolatoria, uditiva e funzionale, con tutte le spiegazioni necessarie tramite gure articolatorie per le consonanti: orogrammi ( f
1.18) di tutte le articolazioni trattate nel volume (e alcuni palatogrammi e linguogrammi); per le vocali: vocogrammi (o quadrilateri vocalici) e labiogrammi (alcuni di questi ultimi anche per le consonanti); inoltre, gure uditive per l'intonazione e per i toni: tonogrammi. Quando necessario e utile, s'usano anche altri tipi di
gure: il supporto iconograco necessario.
Si tratta di fonetica naturale, perch, per metterla in pratica, non serve nulla al
di fuori delle proprie personali capacit e dell'interesse per i suoni degl'idiomi del
mondo: lingue e dialetti.
L'unico strumento "esterno& tecnologico che si rende utile un buon registratore, con buone cue, dotato d'un pulsante di pausa rapida e netta, cio meccanica, che permette d'interrompere la registrazione (e di farla ripartire sbito), arrivando con la pratica a segmentare ogni suono, anche breve, in due o tre parti,
evitando i problemi di trascinamento dei tasti di pausa elettronica, che deformano e nascondono intere sillabe. Un registratore cos, per questo scopo, decisamente superiore al videoregistratore e al lettore per cd, anche (e soprattutto) se questi
sono collegati a un computer (coi lenti e macchinosi comandi elettronici).
D'altra parte, tutti noi abbiamo appreso perfettamente la nostra lingua materna (: dialetto o variante regionale), senza bisogno nemmeno del registratore,
perch avevamo l'et ideale e le motivazioni indispensabili per costruirci la lingua,
con lo scopo di poter comunicare con chi ci stava attorno; giacch, se non avessimo una lingua da usare, avremmo terribili limiti pratici, concettuali, sociali e comportamentali. Dopo la prima infanzia, l'apprendimento d'un'altra lingua, o di pi
lingue, diventa pi complicato, anche perch le nuove strutture coincidono ben
poco con quelle della prima lingua, e le interferenze sono sempre in agguato, anche (e soprattutto) tra lingue simili.
0.10. In realt, ogni capitolo del MaP sarebbe potuto diventare un volume a s:
autonomo. Sarebbe bastato riprendere, ogni volta, la parte generale, aumentando
il numero degli esempi e mettendoli in bella vista, collocandoli sempre a capo e ricorrendo a molte interlinee, mettendo tutti gli orogrammi nei punti in cui sono
trattate le singole consonanti, dando vocogrammi separati per ogni fonema (o, eventualmente, per coppie di fonemi "paralleli&), riprendendo ed estendendo pure,
in ogni singolo volume, la parte sull'intonazione data nell'FTN/MaF con svariati
esempi e con molti tonogrammi. In questo modo, sarebbe stato necessario molto
pi spazio, per moltissime pagine. La lettura e la consultazione, vero, sarebbero
state un po' pi semplici, ma i costi sarebbero, necessariamente, saliti, e non di poco.
Avvertenza importante: va senz'altro tenuto presente il fatto che, se la pronuncia
di qualche nativo non sembra coincidere con quanto dato nei 12 capitoli delle lin-

0. prefazione

xiii

gue trattate, l'ipotesi pi probabile che quel nativo non usi eettivamente la pronuncia indicata, cio quella neutra, anche se crede di pronunciare in modo "normale&, pure se, magari, si tratta d'un(')insegnante, e proprio di lingua. L'esperienza
c'insegna che gli autogiudizi linguistici (e di pronuncia, in particolare) sono veramente soggettivi e troppo ottimistici, e che anche la conoscenza di che cosa sia davvero la pronuncia neutra estremamente personale e, spesso, indenibile.
0.11. importante tener presente che, quando si critica la fonologia pura o la
fonetica acustica, non s'intende dire che si tratti di cose inutili. Ognuno libero
di fare ci che vuole (o ci che pu). Per, importante che i lettori giovani, e magari impreparati, non siano portati a credere che fare fonetica descrittiva sia qualcosa di retrogrado, superato, o non-scientico.
Al contrario, spesso fondamentale e legittimissimo ribellarsi a ci che le
"lobby culturali& vogliono far credere su tante cose, mentre cercano d'eliminare
qualsiasi tendenza diversa da ci che loro vogliono imporre. La vera libert non
schiava delle correnti e delle mode, nemmeno e soprattutto per quanto riguarda la scienza.
D'altra parte, ancora pi sacrosanto ribellarsi a certe "descrizioni& fonetiche condotte in modo generico e inutile, con termini e simboli approssimativi e ambigui.
Comunque, chi fa solo fonologia o fonetica acustica si limita a pensare ai suoni o a
vederli, semplicemente; giacch s'autolimita, impedendosi di sentire veramente i suoni eettivi. E, in fondo, il suono suono!
0.12. Molte, ovviamente, sono le persone che hanno facilitato la realizzazione
del MaP. In particolare, si ringraziano: lippo Tassetto, oltre a Paola Barberis, oral Molina e Daniele ctali. Inoltre: Valerio Alberizzi, Magali Boureux, Rosie Buttigieg, Alessandro Carnevali, avio Coradazzi, Lidia Costamagna, Osvaldo Croci, Mara Magdalena De Raedemaeker, Samuele Dovico, Reda Hammad, Clara Janovic, Ulrike Kindl, Renzo Miotti, Riccardo Mura, Rossana Perino, Emanuele
Sau, Matteo Santiplo, Renato Seibezzi, Ghanshyam Sharma, Maria A. Simionato, Yaching Tsai, Alberto Venturi, Yvonne Weichsel. Non si ringraziano, invece (ma
senza farne i nomi), quanti non hanno mantenuto le loro allettanti promesse di
procurare buone registrazioni
Gracamente, il MaP ha moltissime trascrizioni (anche estese, comprese le 75
del brano esopico Il vento di tramontana e il sole), oltre che parecchie gure: s' fatto tutto il possibile, per evitare errori e refusi; perci, si conta sull'amabilit dei
"25 lettori& di manzoniana memoria, per eventuali segnalazioni
Inoltre, la punteggiatura impiegata in questo libro, con tutte le sue virgole e punti e virgola osservando attentamente, si vede che di tipo ortologico; serve, cio,
a indicare non tanto pause eettive, quanto dierenze di tonalit e tonie varie, che
sono ben presenti in un'esposizione, che miri a superare la monotonia e aiuti, anche, meglio a suddividere le parti degli enunciati.
I capitoli delle 12 lingue trattate (m 2-13) sono organizzati in quattro parti successive: vocali, consonanti, strutture e testo, con varie suddivisioni interne, spesso
moltissime. I primi hanno, inoltre, anche appendci su altri accenti. Perci, per

xiv

manuale di pronuncia

non appesantire l'indice, oltre misura, s' preferito renderlo in modo essenziale,
completato dagl'indici nali.
0.13. Terminiamo con un invito rivolto a tutti coloro che siano interessati ai
cinque loni di studio fonetico (indicati nell'FTN/MaF) a mettersi in contatto
con lo scrivente. Qui, in particolare, ricordiamo il lone della descrizione d'accenti socio-regionali (nativi di tutto il mondo) per inglese, francese, tedesco, spagnolo, portoghese, nederlandese {olandese e ammingo}, greco (e, magari, altre
lingue, come, russo, turco, arabo, hindi, cinese, giapponese), per cui sarebbe molto utile la collaborazione di chi possa registrare informanti tipici, per permetterci
di farne un'accurata descrizione. Per lo spagnolo, poi, ci sono anche gli accenti neutri di tutte le nazioni centro-sud-americane
E non sarebbe aatto male procedere alla preparazione di dizionari di pronuncia in IPA (: trascrizioni fonemiche, ma con adeguate indicazioni anche fonetiche,
in canIPA, con vocogrammi, orogrammi, tonogrammi, ) a cominciare da spagnolo, portoghese, greco, russo, arabo, turco, hindi, cinese, giapponese, vietnamita,
indonesiano, . Qualche nativo, interessato alla fonetica e alla pronuncia neutra
della propria lingua, sarebbe pi che suciente per avviare l'"impresa&, guidato
da noi, per proseguire anche da solo. L'importante che s'inizi a darsi da fare; evitando, per, le inutili e confusionarie "trascrizioni ortograche& anche se integrate
da qualche diacritico o segno particolare, perch camuano la realt fonica e riescono a fuorviare perno i nativi

canepari@unive.it
Universit di Venezia, Dipartimento di Scienze del linguaggio
terza edizione 2007
La Fonetica naturale / Natural phonetics trattata nel nostro sito web per aggiornamenti, riessioni, anticipazioni e per diondere l'importanza della fonetica articolatoria, uditiva e funzionale, cio naturale. Servir anche per "dialogare& coi
lettori interessati, tramite e-mail, pure per l'invito del 0.13 (anche per curiosit,
refusi e altro): http://venus.unive.it/canipa/ (per il canIPA).

2. Italiano
2.0.1. In questo capitolo trattiamo la pronuncia italiana neutra moderna, tenendola separata da quella tradizionale, che indichiamo dopo, proprio per insistere
sulla dierenza, ormai accettata e condivisa. Non cos, per, per dizionari e grammatiche, ma la cosa non meraviglia aatto, vista l'inerzia e la scarsissima dinamicit mostrata dalla scuola e, ovviamente, da grammatiche e dizionari, che continuano a perpetuare le "convinzioni convenzionali&, ereditate da grammatiche e dizionari dell'800, senza nemmeno avere il minimo sospetto che le cose possano esser
cambiate nel frattempo
un continuo copiarsi l'un l'altro, con pochissime vere novit, soprattutto per
quanto riguarda le indicazioni ortoepiche (: di pronuncia), tant' vero che continuano a dare solo "csa& per casa, cio /'kasa/ (pronuncia tradizionale; mentre la
moderna /'kaza/). Questo chiaramente un segno di scarsa attenzione per l'aspetto fonico della lingua. anche vero che una notazione simile sfugge, quasi sistematicamente, ai consultatori non attenti, che, quindi, possono esser convinti
che il dizionario, con >-s-, suggerisca /z/. Poco male, in questo caso, giacch coincide proprio con la pronuncia moderna; ma che avverrebbe per -asi di qualsiasi?
Chi scrive ha messo, nello Zingarelli (nell'edizione "millesimata& del 1997), la
duplice variante, indicata come c{a (= /'kaza, -sa/), e tantissime altre parole, ampliando molto anche le duplici possibilit per /e, E o, O q, Q/, pur senza arrivare alla ricchezza delle pronunce messe nel DiPI, con le sue varianti moderna, tradizionale, accettabile, tollerata, tra&urata, intenzionale e ulica (spiegate anche nel MaPI).
Comunque, prima ancora d'occuparci di queste "sottigliezze&, ci dobbiamo impegnare per sfatare un bel po' di credenze che fanno parte della "cultura comune&,
soprattutto degl'insegnanti (anche di lingua, pure all'estero), perpetuate da una
societ e da una scuola degne del primo millennio della nostra era
Prima s'accennava ai dizionari e alle grammatiche che, per quanto riguarda la
pronuncia, invece di presentare la realt eettiva, come la si pu cogliere facendo
un po' d'attenzione "a orecchie aperte&, pi "comodamente& s'accontentano di riprendere, e riproporre all'innito, le cose che si trovano gi stampate, senza vericare se siano ancora attuali.
Purtroppo, lo stesso succede anche nei vari manualetti di dizione e pronuncia,
che continuano a prolicare, incuranti dei cambiamenti oggettivi (che, per, bisognerebbe saper cogliere e, soprattutto, voler cogliere). Anche in libri di linguistica, glottologia, dialettologia, e in grammatiche storiche, o didattiche, o perno
descrittive, si continua a perpetuare, come se fosse reale, ci che non pi proponibile, sia per le vocali e le consonanti, sia per l'accentazione e la cogeminazione
2.0.2. E veniamo ai punti dolenti. La scrittura (erroneamente) considerata
l'indicazione fedele della pronuncia; sempre che di pronuncia ci si occupi, nell'in[[

2. italiano

45

segnamento. Ma, pi spesso, ci si occupa d'ortograa, relegando la pronuncia a un


fatto estremamente secondario e, addirittura, scomodo. Infatti, ben pochi sono in
grado d'avere un'idea reale di che cosa sia eettivamente la pronuncia dell'italiano (come di qualsiasi altra lingua). L'opinione pi diusa, proprio fra gli "addetti ai lavori di lingua&, cio gl'insegnanti di lingua e di lingue, che occuparsi di
pronuncia esuli dai loro veri compiti, come se fosse qualcosa d'estraneo o, al massimo, di qualcosa d'aggiunto solo per complicargli il lavoro.
Invece, la prima manifestazione della lingua proprio tramite i suoi suoni, quindi, tramite la pronuncia. Solo la telepatia potrebbe eventualmente rendere davvero superua la pronuncia. Per, per tutto il terzo millennio, dovremo senz'altro
arontare ancora questo "problema&, volenti o nolenti Perci, converrebbe cominciare, nalmente, in modo adeguato; senza continuare ad accantonare il problema, accampando scuse d'ogni tipo.
Ci che manca, in eetti, semplicemente un approccio "amichevole& e non
fuorviante. csto che la pronuncia inevitabile, almeno per i comuni mortali, dobbiamo imparare ad accettarla per quello che : la manifestazione oggettiva e percepibile della lingua. Non , quindi, un'invenzione infernale, n un'impresa simile
alla "fatica di Sisifo&; solo un cmpito che fa parte dell'insegnamentoapprendimento d'ogni lingua. In certe lingue l'ortograa (ancora) abbastanza vicina alla pronuncia, in altre se n' allontanata, in modo pi o meno considerevole, a causa della naturale evoluzione linguistica, che inarrestabile, mentre la scrittura resta sempre indietro, come un'eterna scontta, che non arriva mai per prima.
Tuttavia, la scuola e la societ la considerano, invece, come se fosse la vera indicazione della pronuncia, mentre solo un modo "grezzo e povero& di rendere la
pronuncia. Infatti, il suo scopo, non sarebbe quello d'indicare la pronuncia, bens pi modestamente quello di permettere di conservare dei documenti, scritti,
indipendentemente dalla pronuncia, col solo scopo di mettere in grado, se si conosce la lingua, di ritrovare i contenuti, ssati tramite la scrittura.
2.0.3. Perci, il fatto di confondere l'ortograa con la pronuncia, inevitabilmente, conduce a interpretazioni e deduzioni che, spesso, hanno poco a che fare con la
pronuncia. Ma veniamo ai fatti "concreti&. Quando, a chi non abbia mai fatto nessuna lettura adeguata per la pronuncia, si chiede quanti siano i fonemi vocalici dell'italiano, la risposta , inevitabilmente (dai maestri stessi in avanti), cinque: a e i o
u. Il risultato, errato, deriva dall'esame dell'oggetto sbagliato. Infatti, per l'italiano,
l'operazione eettuata la seguente: si parte dall'alfabeto e s'escludono i segni consonantici, per cui, ovviamente, rimangono solo le cinque lettere: a e i o u.
Chiaramente, il risultato errato, perch il calcolo eseguito su entit che non
hanno molto a che fare con la pronuncia. Le lettere non sono suoni! Infatti, nell'italiano neutro, le lettere e e o indicano, ognuna, due fonemi, cio, rispettivamente: /e, E/ e /o, O/, vale a dire: e e o "chiusa& e "aperta&, come in (se) corresse (pi veloce) con /e/ ("&), diverso da (lei) corresse (i cmpiti), con /E/ ("&), oppure in (se)
fosse (vero) con /o/ ("&), diverso da (le) fosse (&avate), con /O/ ("&). Perci, i fonemi vocalici italiani sono sette: /i, e, E, a, O, o, u/.
Ma continuiamo nella "scoperta& del numero dei fonemi, passando a quelli con-

46

manuale di pronuncia

sonantici. La risposta automatica (sempre di chi abbia solamente subto la normale


scuola, senza letture e riessioni adeguate) sedici: b c d f g h l m n p q r s,
t v z. L'ordine stesso d'esposizione, inevitabilmente, tradisce il fatto che si sia arrivati all'incredibile cifra di 16, tramite un'operazione aritmetica, basata sull'alfabeto, invece che sui suoni eettivi. Per cui, partendo dall'alfabeto "latino&, tolte le
cinque "vocali italiane&, e le cinque "consonanti non-italiane& [j k w x y),
sembrerebbe pi che logico arrivare alla "triste& lista data sopra.
Per, il conteggio dei fonemi d'una lingua, invece, non si fa ricorrendo all'ortograa, bens ai suoni distintivi di quella lingua. Tanto per cominciare, la lista data contiene due lettere che non hanno nulla a che fare coi suoni italiani: q praticamente inutile; e h solo un diacritico, che serve per distinguere ha da a, ho da
o, hanno da anno, e anche /ki*/ da ci /ci/, ro /'giro/ da giro /'Giro/; c' anche una dierenza vocalica tra ho /O*/ e o /o*/.
Fra parentesi, non possiamo che disapprovare il "metodo& usato da quegl'insegnanti che, preoccupandosi solo ed esclusivamente dell'ortograa (e non comprendendo veramente nulla della pronuncia della lingua!), dettano ai discepoli cose come */has'kritto, hannostu'djato/.
Il misero risultato (egoistico e disonesto) di riuscire a ottenere scritti in classe
"corretti&, per poterli mostrare senza vergogna, invece, ingenera il ben peggiore
(e assurdo) errore di far credere agli scolari che, soprattutto, in situazioni formali,
si debbano davvero dire "oscenit& come */hOs'kritto/ ho &ritto, invece dell'unica
cosa possibile e ammissibile: /Os'kritto/.
2.0.4. Per ora diciamo che i fonemi consonantici dell'italiano sono 23, e che s'espongono, non certo, secondo un ordine alfabetico, ma secondo un ordine fonico, per modi e punti d'articolazione e per tipo di fonazione, dopo averli "scoperti&, non per deduzioni grache, ma cercando opposizioni di coppie minime, che
contengano due parole simili, ma con un fonema diverso, che fa cambiare il signicato alle due parole, come abbiamo gi visto per /ki*, ci/ e /'giro, 'Giro/ (rispettivamente, e ci ro e giro).
Inoltre, nel conteggio dei fonemi, va tenuto presente che i due grafemi s e z hanno, ognuno (come pure e o), due valori fonemici diversi, come in presento [una
persona, /pre'zEnto/, da presentare) e presento [un avvenimento, /pre'sEnto/, da presentire cio pre-sentire) ugualmente, abbiamo la razza (pesce: /'raQQa/ {o anche
"raggiera&} e la razza (umana: /'raqqa/ {o canina, })
Non bisogna dimenticare altri "problemi& graci derivati dal fatto che l'italiano rappresenta la trasformazione e l'evoluzione del latino, che aveva un certo numero di fonemi (ovviamente, diverso da quello dell'italiano, sia fonicamente che
numericamente, come si pu vedere dalle fonosintesi dell'FTN/MaF, 22.1-4, o dal
m 18 del MaPI {dal 1999}).
Infatti, il latino classico non aveva /c, G/, che l'italiano continua a esprimere
con ci gi (perch /ki, gi/ latini si sono trasformati, nel tempo, attraverso le realizzazioni palatali (i, i) del latino imperiale, no a (ci, Gi) del latino medievale {nonch ecclesiastico e accademico, italiani}). Per, l'italiano deve, allora, rendere /ki,
gi/ tramite .

2. italiano

47

Ugualmente, il latino non aveva /S, N, L/ e nemmeno /q, Q/, infatti, in latino,
amicitia era /ami:'kitia/ (&mi'kItI) non /ami'ciqqja/ come in italiano e come nel
latino ecclesiastico/accademico italiano (mentre nel latino {ecclesiastico/accademico} delle altre nazioni, ovviamente, la resa fonica dipende dalla pronuncia delle loro lingue nazionali); perci, l'ortograa italiana ricorre a &(i) (i), e a z per
/q, Q/, trattandosi di nuovi fonemi italiani, estranei al latino classico.
Inoltre, non si deve credere a tutto ci che purtroppo viene pubblicato; infatti, l'italiano neutro non ha nemmeno in sillaba non-accentata vocali ridotte a
schwa, () (o (, ), 11.19 dell'FTN/MaF ma nemmeno a (, , , , , P, ),
che sarebbero tutte pronunce molto regionali), n assimilazioni come "/ss/& in
realt, (s) per /st/ (in casi come questo] e /00/ per /r0/ [giorno] che sono, ugualmente, regionali; n /0wj/ come "(0j)& [continuiamo] che non nemmeno italiano (sebbene qualcuno avrebbe cercato di spacciarlo per tale). Ovviamente, nel
parlato spontaneo, ci possono essere inceppamenti o attenuazioni, ma non s'arriva certo a (, ), ; le uniche possibilit eettive di "riduzione& neutra dei vocoidi
sono spiegate dalla f 10.11 del MaF (giacch, in pronuncia neutra, non s'arriva a
un () pieno, nemmeno in casi come /'sum, 'frak/ sum (lat.), frac (fr.), che sono
('frak:$, 'sum:$), in cui ($) vale, tutt'al pi, (); mentre, il massimo della coarticolazione per /wj/ pu consistere in ((3)) (: approssimanti provelo-labiale + pospalatale, invece dei canonici velo-labiale + palatale, (wj)).
Vocali
2.1.1. Come s' detto nel 2.0.3, per i cinque grafemi a e i o u l'italiano neutro ha sette fonemi vocalici, /i, e, E, a, O, o, u/, realizzati, per, tramite nove tassofoni, (i, e, , E, a, O, , o, u), come si vede dalla f 2.1. Prima di passare agli esempi,
trattiamo i due tassofoni apparentemente estranei all'"armonia& dei sette fonemi,
cio: (, ).
La cosa pi "intrigante& che si tratta della realizzazione, secondo princpi diversi, sia di /E, O/ che di /e, o/.
Nel primo caso, abbiamo un fenomeno di semiusura, infatti, partendo da /E,
O/, s'arriva a (, ), quando non hanno pi l'accento primario, o forte, come avviene nei primi elementi di parole composte da lessemi indipendenti: (&pRndi'so:le)
/prEndi'sole/ prendisole, (b'ke) /bEn'ke*/ ben>, (&kpRi'lEt:to) /kOpri'lEtto/ copriletto, (pi'ke) /pOi'ke*/ poi>.
L'altro caso riguarda un fenomeno di semiapertura perch si parte da /e, o/ e
s'arriva di nuovo a (, ). Questo succede per /e, o/ nali postaccentuali, quando la vocale accentata sia /i, u/, come in: ('vi:v, 'vi:v) /'vive, 'vivo/ vive vivo, ('ku:c, 'ku:c) /'kuce, 'kuco/ cuce cucio. Inoltre, in tonia, si pu avere lo stesso anche
per /'e-o/: ('ve:do, -d) /'vedo/ vedo (ma non per /'o-e/: ('do:ve) /'dove/ dove).
Resta da aggiungere, com' intuibile (e le conferme sono sempre preziose), che
questo succede anche nel caso di C nali: ('ri:dR, 'ri:dn) /'rider/ rider(e) ridon(o),
('ip:siln, 'su:tR) /'ipsilon, 'sutor/ ipsilon, sutor (lat.). Per, ci sono altri casi meno
regolari, per cui dobbiamo rinviare al 2.3 del MaPI.

48

manuale di pronuncia

Vediamo, quindi, degli esempi, per i sette fonemi vocalici: ('vi:ni) /'vini/ vini
('se:te) /'sete/ sete ('sEt:te) /'sEtte/ sette ('ra:na) /'rana/ rana ('Ot:to) /'Otto/ otto ('sot:to) /'sotto/ sotto (kul'tu:Ra) /kul'tura/ cultura.
chiaro /j, w/ non sono vocali, ma consonanti (approssimanti), come in: ('pju)
/'pju*/ pi ('kjE:do) /'kjEdo/ edo ('kwa) /'kwa*/ qua ('bwO:no) /'bwOno/ buono.
altrettanto vero che /ju, jE, wa, wO/ non sono aatto dei "dittonghi& (
2.1.2), ma semplici sequenze di CV, come /su, tE, va, nO/, .
f 2.1. I monottonghi italiani.
/i/ (i)
/e/ (e), ({'i/'u))
/E/ (E), ({'})

/u/ (u)
/o/ (o), ({'i/'u))
/O/ (O), ({'})

/a/ (a)

Dittonghi
2.1.2. Le grammatiche italiane dedicano molto impegno nel complicare ci che
semplice. Infatti, invece di tre comunissime strutture, come il vero dittongo ((',
&, )), l'iato ((', &)) e la sequenza eterofonica ((0), come appunto, (j),
(w), e simili), continuano a considerarne solo due: "dittongo& (con la "sineresi&,
nella parola, e la "sinalefe&, tra parole) e "iato& (con la "dieresi& e la "dialefe&, rispettivamente), per, con forzature di retaggio medievale, di tipo graco-grammaticale e graco-metrico non esistono "semi-vocali& o "semi-consonanti&: sono solo un "riuscitissimo& gioco di prestigio!
Infatti (se non si spera di fare la "maga& di far fonetica secondo categorie graco-grammaticali), foneticamente assurdo parlare di "dittongo& per (j, w)
(('pjE:no) /'pjEno/ pieno ('gwan:to) /'gwanto/ guanto] dato che solo (i, u)
(('fai) /'fai/ fai ('pa;uza) /'pauza/ pausa] sono veri dittonghi, come qualsiasi sequenza (', &, ) (('a;uto) /'auto/ auto (au'tEn:tiko) /au'tEntiko/ autentico]
Ma altrettanto assurdo parlare di "iato& per ('i, 'u), dato che solo (i', u')
sono veri iati, come qualsiasi altra sequenza (', &) ((pa'u:Ra) /pa'ura/ paura] rispetto a (pau'ro:zo) /pau'rozo/ pauroso vero dittongo. Non ci si pu, quindi, dare di trattazioni che usano due sole categorie (: dittongo e iato) e, per di pi, le mescolano pericolosamente, no a includere nei "dittonghi& le sequenze eterofoniche (/j, w/), e negli "iati& il vero dittongo (come in ('ma;i, 'ca;o, 'bO;a) /'mai,
'cao, 'bOa/ mai ciao boa 1.4.4).
2.1.3. Perci, in lingue come l'italiano, i dittonghi sono sequenze vocaliche, pi
o meno occasionali, formate dalla combinazione dei sette fonemi vocalici e dei nove tassofoni (/i, e, E, a, O, o, u/ (i, e, , E, a, O, , o, u)), che la graa ripropone ordinatamente, senza i problemi presentati per esempio dalle lingue germaniche.
Queste hanno davvero dei dittonghi monofonematici, perch, nei vari accenti, o-

2. italiano

49

scillano come realizzazioni, indipendentemente dai monottonghi (e molto pi di


quanto ttuino i monottonghi), e anche perch hanno svariate grae storiche.
Quindi, per l'italiano, ci pare abbastanza inutile fare, in questo capitolo, liste di
dittonghi di frequenza molto diversa; sar bene, comunque, vedere il 8.26 dell'FTN/MaF (nonch i 5.1.2-3 del MaPI).
La grammatica e la metrica, forzando (e violentando) la realt, continuano a
chiamare "dittonghi ascendenti& soprattutto /jE, wO/, perch derivano da /E, O/ latini (, ), e si trovano costrette a dover "inventare& (come i migliori avvocati dei
peggiori criminali) realt ttizie, come le "semiconsonanti& e le "semivocali&.
Sembrano quasi degli eetti speciali cinematograci, che fanno credere d'esser
di fronte a qualcosa di reale, ma che, invece, completamente inventato! Infatti,
se non si vuole fare fantafonetica, o fonetica virtuale, sequenze come (j, w) fanno, naturalmente, parte di gruppi /{0}0/, come in /'fjanko, 'franko 'gwado, 'grado 'twOno, 'trOno 'gjande, 'grande, 'glande/ anco franco guado grado tuono
trono ande grande ande. Paradigmaticamente, /j, w/ sono in opposizione
con /0/, non certo con //, e non possono proprio appartenere a gruppi vocalici.
Anche le "semivocali& sono una vera forzatura della realt, e sono inventate per
cercare di spiegare (ma illudono, solo, di riuscire a spiegare) ci che non ha bisogno di spiegazioni. Infatti, normalissimi dittonghi, come /ai, au/, che bisogno hanno di cercarsi degli alibi, per difendersi dai fanatismi grammaticali e metrici, allo
scopo di dimostrare che costituiscono una sola sillaba, e non due: ('ma;i, 'ka;u{to})
/'mai, 'kau{to}/ mai cau(to)?
Anche /ia/ un dittongo, monosillabico, come in ('mi;a) /'mia/ mia. lapalissiano, come che la terra rotonda e che ruota attorno al sole; eppure, non stato aatto facile farlo accettare! La faccenda di dittongo, iato e sequenza-/CV/ molto pi
semplice: non serve essere scienziati; basta osservare e riettere (usando le orecchie)!
Eppur non si smuove! Ma, rinviamo duciosamente anche ai 5.1.2-3 del MaPI.
Consonanti
2.2.0. La f 2.2 d la tabella delle articolazioni consonantiche dell'italiano neutro, compresi i tassofoni ((M, ~, R )), che sono necessari per una pronuncia soddisfacente.
Le f 1.9-15 danno, invece, gli orogrammi, raggruppati per modi d'articolazione, di tutti i contoidi dati nei capitoli di questo volume, anche come varianti secondarie, occasionali, o regionali, per le 12 lingue trattate.
Nasali
2.2.1. Ci sono tre fonemi nasali, /m, n, N/ (m, n, N), e quattro tassofoni, per /n/,
che si possono rendere con tre simboli supplementari (M, ~, ) (un quarto simbolo, (()), davanti a /t, d q, Q s/, pu servire per richiamare l'attenzione sull'assimilazione, da alveolare a dentale, anche se la dierenza, pur reale, meno importante che negli altri casi): ('mam:ma) /'mamma/ mamma ('ma:ma) /'mama/ m'ama

50

N
c G

velo-labiati

(~)

velari

palatali

dentali

(n)
t d
qQ

postalveo-palatali

(M)

alveolari

m
F pb

labiodentali

bilabiali

f 2.2. Tabella delle consonanti italiane.

postalveo-palato-prolabiati

manuale di pronuncia

()
k g

f v
s z
(l)

S {Z}
r|(R)
l

j
()

('nOn:no) /'nOnno/ nonno ('nO:no) /'nOno/ nono ('baN:No) /'baNNo/ bao (peR'NOk:ki) /per'NOkki/ per oc ('toM:fo) /'tonfo/ tonfo ('dEn:te) /'dEnte/ dente ('fra~:Ga) /'franGa/ frangia ('fa:go) /'fango/ fango. In italiano neutro, /N/ autogeminante ( 2.3.1.5): ('soN:No, loN'NO:mo) /'soNNo, loN'NOmo/ soo lo omo.
Osserviamo che l'autogeminante /N/ s'oppone alle geminate, come in ('soN:No) /'soNNo/ soo e ('son:no) /'sonno/ sonno, non alle semplici (('so:no) /'sono/ sono); la coppia minima fra i primi due esempi, non col terzo.
Per approfondire il fenomeno dell'assimilazione nasale in italiano neutro, si potrebbe mostrare tutta una serie di nomi (inizianti con tutte le C possibili, 3.4
del MaPI), preceduti da (kon) /kon/ con, ma ci limitiamo a (kom'mar:ko) /kom'marko/ con Marco e all'improbabile (koN'NE;o) /koN'NEo/ con eeo.
Sempre nel MaPI, sono indicati i vari problemi (non solo consonantici, ma anche vocalici e intonativi) derivanti dalle varie pronunce regionali.
Qui, possiamo accennare, brevemente, solo al fatto che, molto spesso, nel Nord
d'Italia, le sequenze di /n0/ non sono omorganiche per assimilazione, ma hanno
un'articolazione velare, (), o semi-provelare (senza contatto completo), (), come
in (&uba'bi:n, &uba'bi:n) (concentrandoci, qui, solo sui nasali, perch le dierenze regionali eettive riguardano, senz'altro, anche altre C, le V, il tipo di fonazione, la struttura sillabica e l'intonazione), per il neutro (&umbam'bi:n) /umbam'bino/ un bambino.
Ugualmente, al Nord, molto spesso, /N/ non autogeminante: ('sO:No, 'so:No lo'NO:mo); ma, generalmente, /N, nj/ si confondono in qualcosa d'intermedio che,
qui, rendiamo abbastanza genericamente: (ka'pa;~ja, ka-) che vale per /kam'panja/ Campania e per /kam'paNNa/ campaa. In zone del Centro, /nj/ conuisce
in (N) (in questo caso, per, non autogeminante): (an'tO:No) /an'tOnjo/ Antonio
(aN'NEn:to) /an'njEnto/ anniento
Occlusivi
2.2.2. L'italiano ha tre coppie difoniche d'occlusivi, /p, b t, d k, g/ (p, b t, d k,
g): (peR'bE:ne) /per'bEne/ per bene (ti'dO) /ti'dO*/ ti do (ko'gwaL:Lo) /kon'gwaLLo/

2. italiano

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conguao. pur vero che, davanti a V anteriori e a /j/, /k, g/ si realizzano come prevelari, ma non necessario usare sistematicamente i simboli speciali ((, )): (&kjakkje'ra:Re) /kjakkje'rare/ acerare ('kik:k) /'kikko/ cco ('gE:ga) /'gEnga/ !enga.
Il maggiore problema regionale degli occlusivi fornito dalla "gorgia toscana&
e dalla "sonorizzazione centro-meridionale&, che esponiamo a tratti generali (anche perch ci sono dierenze da zona a zona; ma, per particolari pi precisi, si possono consultare vari capitoli del MaPI). Perci, diamo, in modo abbastanza generico: (&ihaFi'a:ni) /ikapi'tani/ i capitani e ('ciwe im'un:) /'cinkwe im'punto/
cinque in punto
Occlu-costrittivi
2.2.3. Ci sono due coppie difoniche, dentale e postalveo-palato-prolabiata, /q,
Q c, G/ (q, Q c, G): ('dan:qa, 'pjaq:qa) /'danqa, 'pjaqqa/ danza piazza ('QO:na,
aQ'QO:to) /'QOna, aQ'QOto/ zona azoto ('ce:na, 'fac:co) /'cena, 'facco/ cena, faccio ('GEn:te, 'OG:Gi) /'GEnte, 'OGGi/ gente oggi.
I principali problemi regionali sono costituiti, per il Nord, da realizzazioni sequenziali di /q, Q/, come: ('datsa, -a, -a, 'da- 'pja{t}tsa, -a, -a d'zO:na, d'-, d'- ad'zO:to, ad'-, ad'-) (o, negli accenti pi marcati, semplicemente come costrittivi: ('dasa, -a, -a, 'da- 'pjassa -a, -a 'zO:na, '-, '- a'zO:to, a'-, a'-)), invece che come
veri foni occlu-costrittivi, (q, Q). Per quasi tutto il Centro e molte parti del Sud,
sempre senza scendere in particolari precisi, la caratteristica pi evidente data dal
passaggio di /c/ al costrittivo corrispondente, (S): ('pe:Se) /'pece/ pece (&diSe'Si:lja) /dice'cilja/ di Cecilia ('ka:So) /'kaco/ cacio. In Toscana si ha lo stesso anche
per /G/ = (Z): ('a:Zile, la'Zak:ka) /'aGile, la'Gakka/ agile la giacca.
importante richiamare l'attenzione sul fatto che si tratta di /c, G/ semplici posvocalici (e quindi, in questo caso, anche intervocalici), per evitare imitazioni ridicole, purtroppo nite anche fra gli esempi riportati in libri di linguistica, dialettologia, glottocronistoria, glottodidattica e, a volte, perno di fonetica e fonologia!
Perci, si potr legittimamente fare l'esempio (la'Zi:a) /la'Gita/ la gita (sebbene il simbolo uciale () non sia il pi consigliabile), ma non semplicemente *('Zi:a) /'Gita/ gita, perch, dopo silenzio o dopo C, rimane (G), ('Gi:a), come, ovviamente, anche in (aG'Gi:na) /aG'Gina/ a Gina (a causa della co-geminazione,
2.3.2.1-3; certamente, non *(aZ'Zi:na)). Lo stesso vale, naturalmente, per (la'Se:na)
/la'cena/ la cena mentre si ha solo: (peR'ce:na, ac'ce:na) /per'cena, ac'cena/ per cena a cena (certo, non *(peR'Se:na, aS'Se:na))!
A parte la Toscana (e parti settentrionali dell'Umbria e delle Marche), nel Centro-Sud (sempre generalizzando, come zone, ma anche come precisione trascrittoria), si ha /G/ = (GG): ('aGGile, laG'Gi:a)
Costrittivi
2.2.4. L'italiano neutro ha due coppie difoniche di costrittivi, /f, v s, z/ (f, v
s, z), oltre a un postalveo-palato-prolabiato non-sonoro /S/ (S) autogeminante (

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manuale di pronuncia

2.3.1.5), col corrispondente sonoro, ma ageminante ( l'inizio dello stesso paragrafo), in parole straniere, soprattutto francesi: ('fa:va) /'fava/ fava ('sO:zja) /'sOzja/
sosia ('peS:Se, loS'Sa:me, {laS}'SE:na) /'peSSe, loS'Same, {laS}'SEna/ pe&e, lo ame, (la)
&ena (&aba'Zu:r, &aZi'go) /aba'Zur, aZi'go/ abat-jour gigot
Davanti a qualsiasi C sonora, in italiano si ha sempre /z/: (biz'bE:tiko, zve'ni:R,
zle'ga:Re, zden'ta:to) /biz'bEtiko, zve'nire, zle'gare, zden'tato/ bisbetico svenire slegare sdentato ( (sten'ta:to) /sten'tato/ stentato]
Per quanto riguarda VsV la pronuncia neutra moderna risolve il problema di
quella tradizionale ( 2.3.5.2); infatti, ogni -s- posvocalica intralessemica (cio,
in parole semplici, non composte) sonora, /z/ (z): ('ka:za, 'ri:z, 'pre:za, ci'ne:ze, Ge'lo:zo) /'kaza, 'rizo, 'preza, ci'neze, Ge'lozo/ casa riso presa cinese geloso Solo in
composizione, l'-s- iniziale di lessema, o di grammema, /s/ (s): (&pRndi'so:le, &sotto&segRe'ta:Rjo, &pResa'la:Rjo, kwal'si;asi, Ri'sal:to) /prEndi'sole, sottosegre'tarjo, presa'larjo, kwal'siasi, ri'salto/ prendisole sottosegretario presalario qualsiasi risalto L'ultimo esempio signica "salto di nuovo&; mentre, nel senso di "spiccare, emergere& abbiamo (Ri'zal:to) /ri'zalto/ In forme come prosieguo, per le quali la composizione ormai sentita in modo meno sicuro, c' oscillazione: (pRo'sjE:gwo, -z-)
/pro'sjEgwo, -z-/.
Per /s, z/, al Nord, frequente un'articolazione alveolare, invece che dentale:
('O:ja) /'sOzja/ sosia (bisogna avvertire che, troppo spesso, l'articolazione italiana
neutra, che dentale {a punta bassa}, viene denita "alveolare&, perno in libri di
fonetica!).
Nelle pronunce regionali del Centro-Sud (tranne che in Toscana), per VsV (anche se con approssimante inserito dopo s] non si ha /z/, ma /s/: ('rO:se, 'a:sja) /'rOze,
'azja/ rose Asia. Per, il prestigio della pronuncia sonora, con /z/, tale, che molti parlanti cercano di passare da (s) a (z); ma, partendo da una situazione regionale senza /z/ (e senz'alcun aiuto da parte della scrittura), lo sforzo sostitutivo fa, spesso, generalizzare (z) (o ()), anche fra parole, come in: *(&laza'lu:t, &laa-) /lasa'lute/ la salute, cio (&lasa'lu:t).
pico del Centro (tranne renze e Prato) il passaggio /s/ = (q) dopo /n, r, l/:
/'pEnso, 'pErso, 'falso/ ('pEn:qo, 'pEr:qo, 'fal:qo) penso, perso, falso. Lo stesso avviene
nel cino e in Lombardia settentrionale e orientale. molto frequente anche in
zone del Sud, compresa la sonorizzazione parziale o totale: (, Q) ( MaPI). Per,
chi ha un tipo d'"r moscia& produce sempliecente ('pEV:so, 'pE:so, 'pEK:so)
Soprattutto al Centro-Sud, ci sono zone in cui /s, z/ preconsonantici si realizzano come prepalatali, (, =): ('vi:ta, ='bat:to) /'vista, z'batto/ vista sbatto (: nell'Italia
mediana sudorientale; nella Sicilia occidentale, nella Calabria e nel Salento meridionali; oltre che in Lombardia settentrionale). In Campania, /s0, z0/ si realizzano, tipicamente, come postalveo-palato-prolabiati, (S, Z), ma solo davanti a C non-apicali; quindi: (S'pA;R, Z'gar:R) /s'paro, z'garro/ sparo sgarro. Non possiamo non
rilevare che troppi "imitatori& da strapazzo (perno in libri!) esibiscono pronunce assurde, per esempio in napoletano, come: *(S'ta:Re) /s'tare/ stare per (s'tA;R).
Al Nord, spesso, /S/ senza protensione labiale; ma, soprattutto, non autogeminante: ('pe:e, lo'a:me, {la}'e:na) pe&e lo ame la scena; sicch, il primo e il
terzo esempio s'avvicinano alla pronuncia centromeridionale di ('pe:Se, la'Se:na)

2. italiano

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/'pece, la'cena/ pece la cena!


Osserviamo che l'autogeminante /S/ s'oppone alle geminate, come in ('faS:Se) /'faSSe/ fa&e e ('fac:ce) /'facce/ facce, non alle semplici, come in ('fa:ce) /'face/ face (letter.), che, in pronuncia centrale (e, spessissimo, in quella meridionale), ('fa:Se);
comunque, la coppia minima fra i primi due esempi, non col terzo.
Approssimanti
2.2.5. I due approssimanti italiani sono /j, w/ (j, w): ('jE:Ri) /'jEri/ ieri (gjac'ca:jo) /gjac'cajo/ acciaio ('wO:vo) /'wOvo/ uovo (kwa'lu:kw) /kwa'lunkwe/ qualunque
In pronuncia centromeridionale, a volte, troviamo /j/ = (jj): ('paj:jo, 'pa;jjo) per
('pa:jo) /'pajo/ paio Al Sud, spesso, abbiamo anche, semplicando: (i'e:Ri, u'o:v)
per /'jEri, 'wOvo/ ieri uovo.
Vibranti
2.2.6. C' un solo fonema vibrante, /r/, con due importanti tassofoni, (r, R), che
dipendono dalla forza accentuale delle sillabe; in sillaba accentata, prima o dopo
il nucleo sillabico, si ha il vibrante, (r) (allungato, (r:), nel caso di sillaba caudata
in tonia); mentre, in sillaba non-accentata (o semi-accentata), si ha il vibrato: ('ra:Ro) /'raro/ raro ('pOr:ta) /'pOrta/ porta (Ri'prE:ndeRe) /ri'prEndere/ riprendere (&pRepa'rar:si) /prepa'rarsi/ prepararsi ('kar:Ro) /'karro/ carro (aR'ri:v) /ar'rivo/ arrivo
(&aRRi'va:Re) /arri'vare/ arrivare Come si vede, anche per /rr/, la scelta fra (r, R) dipende dalla posizione dell'accento.
Ci sono vari tipi d'"erre moscia&, in italiano, che vanno dai tipi uvulari, come
(K, , , r), a quelli labiodentali (con o senza uvularizzazione), (V, ).
Per le pronunce regionali (come emerge dal MaPI), diciamo che possiamo avere una generalizzazione di (R) oppure di (r), indipendentemente dall'accento; si
pu avere anche l'uvularizzazione, (5, R); oppure, a Venezia, (, , ).
In particolare, parliamo del "tipo siciliano& (nonch calabrese e salentino meridionali) per /r, rr, tr, dr, str, sdr/; infatti, semplicando un po' (anche le trascrizioni), per /r, rr/, abbiamo il costrittivo alveolare non-solcato sonoro, (z), autogeminante se posvocalico: ({laz}'za:djo) /{la}'radjo/ (la) radio ('kaz:z) /'karro/ carro
Non certo il fono vibrante postalveolare ((#), "cacuminale&, "&), che si continua
a "raccontare&, da generazioni, senza veriche.
Legata a questo, abbiamo anche la "fantasiosa& coppia "=, &, che s'ostinano a
rendere con "(#, #)&, senza preoccuparsi d'ascoltare direttamente; infatti, l'articolazione pi normale data, semplicemente, dagli occlu-costrittivi corrispondenti a (z),
cio (., ) (alveolari non-solcati): ('.a:v) /'trave/ trave ('a:g) /'drago/ drago
Inne, la sequenza (lessicalmente abbastanza frequente) /str/, pi spesso, si rende col costrittivo postalveo-prevelare non-sonoro (autogeminante, se posvocalico),
(.): ('na.:.) /'nastro/ nastro ({la.}'.a:da) /las'trada/ (la) strada; invece, la sequenza

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manuale di pronuncia

(meno frequente) /zdr/, pi spesso, si rende con la sequenza alveolare (solcata +


non-solcata) sonora, (): ({la}'a:j) /{la}z'drajo/ (la) sdraio (molto pi raramente con (la{}'a:j)).
Terminiamo coll'indicazione dell'assimilazione di /r0/, pi tipica della Sicilia
orientale: ('pat:t) /'parto/ parto.
Laterali
2.2.7. L'italiano ha due fonemi laterali, /l, L/, alveolare e palatale (questo abbastanza raro, nelle lingue del mondo, e in italiano neutro anche autogeminante):
('la:la) /'lala/ l'ala ('lal:la) /'lalla/ Lalla ('dir:Li) /'dirLi/ dir ('fOL:La) /'fOLLa/ foa.
Osserviamo che l'autogeminante /L/ s'oppone alle geminate, come in ('paL:La)
/'paLLa/ paa e ('pal:la) /'palla/ palla, non alle semplici (('pa:la) /'pala/ pala); la coppia minima fra i primi due esempi, non col terzo.
In zone del Centro, /L/ conuisce in /j/, oppure /lj/ in (L) (in questo caso non
autogeminante): ('paj:ja, 'pa;jja) /'paLLa/ paa ('O:Lo) /'Oljo/ olio (&paLLa'ti:v)
/pallja'tivo/ palliativo Invece, generalmente, al Nord, si confondono /L, lj/ in qualcosa d'intermedio che, qui, rendiamo in modo generico: (li'ta;ja) che vale per /li'talja/ l'Italia e per /li'taLLa/ li taa. Il neutro ha /l/ = () + /c, G, S/: ('a:ce) alce.
Strutture
2.3. Ora, tratteremo le caratteristiche al di l dei semplici segmenti: quelle con
rilevanza sillabica, quantitativa, accentuale e intonativa.
Per i vocoidi intermedi, (, ), s' detto al 2.1.1; per le assimilazioni e per i tassofoni consonantici, ugualmente, nei paragra rispettivi, si sono esposte le caratteristiche rilevanti, comprese le maggiori peculiarit regionali.
Abbiamo gi detto che, in italiano, i dittonghi sono bifonematici e che si formano esattamente accostando due fonemi/foni vocalici, con le loro tipiche realizzazioni normali, senza nessuna modica, in particolare del secondo elemento, che resta sempre distinto, anche nel caso di /ai, au/ (ai, au), contrariamente a quanto
fanno molte lingue, soprattutto germaniche ( i 8.26-8 dell'FTN/MaF).
Tassofonica
2.3.1.1. necessario e utile spendere alcune parole contro la dilagante prassi, guidata da giornalisti e da editori poco ranati, di cedere alla pigrizia delle forme invariate, per quanto riguarda la graa di grammemi come la una della, -re
(degl'inniti), come e ricordiamo la convenzione linguistica, che premette un asterisco (*) a forme sconsigliabili, che denunciano un uso decisamente meno accurato in: *la esattezza, *una opportunista, *della universit, *voltare pagina per
i pi normali e, decisamente, pi armoniosi: (&lezat'teq:qa, &unop&poRtu'nis:ta, del-

2. italiano

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&luni&veRsi'ta, &voltaR'pa:Gina) /lezat'teqqa, unopportu'nista, delluniversi'ta*, voltar'paGina/ l'esattezza, un'opportunista, dell'universit, voltar pagina
Infatti, l'italiano veramente lingua nativa solo al Centro (dove i dialetti locali presentano, sostanzialmente, la stessa struttura della lingua italiana, solo con
dierenze di registro); cio in: Toscana, Umbria, Marche e Lazio (pur con conni
linguistici non esattamente coincidenti con quelli amministrativi, bens un poco
meno estesi, per le quattro regioni, ma soprattutto per le Marche, giacch anche
l'intera provincia di Pesaro e Urbino non rientra nel "Centro linguistico&).
Nel Centro, la caduta di grammemi desinenziali [-i -e -a -o {in chiaro ordine
fonico}), anche per sostantivi, aggettivi, congiunzioni, avverbi e verbi, un fatto
normale e naturale, come avviene in: ancor indietro sempr'avanti er'andato quant'altri mai cinqu'anni or'ott'e trenta (o&Rttet'tren:ta), Dant'Alieri .
Nell'incontro di parole nella frase (se non ci sono motivi particolari, come rilievo, o enfasi, che non possano proprio mancare, comunicativamente, pena l'inespressivit), la pronuncia neutra prevede l'elisione, cio l'unicazione di due V uguali in una sola (oltre che la caduta delle V nali degli articoli e di certi pronomi
{contemplata dalla grammatica, davanti a V anche diverse}): (lat'te:za, &unat&tivi'ta,
le&zeRcitaq'qjo:ni, aL&Lita'lja:ni, su&naRgo'men:to la'mi:ka, u'nal:tRa, u'nal:tRo, lin'seN:No) /lat'teza, unattivi'ta*, lezercitaq'qjoni, aLLita'ljani, sunargo'mento la'mika, u'naltra, lin'seNNo/ l'attesa un'attivit l'esercitazioni a'italiani s'un argomento l'amica un'altra l'inseo ("li insegno&).
Se non si inuenzati dalla graa senz'elisione, e se si , allo stesso tempo, esenti
da abitudini foniche non-centrali, e non-neutre, si pu facilmente vedere che la pronuncia normale eettiva non , certamente, qualcosa come: *(laat'te:za, &unaat&tivi'ta,
le&ezeRcitaq'qjo:ni, &aLLi&ita'lja:ni, su&unaRgo'men:to laa'mi:ka, &una'al:tRa, liin'seN:No),
anche per grae come: le esercitazioni a italiani su un argomento li inseo.
Per questo motivo, pi consigliabile usare una scrittura che tenga accuratamente conto di questi fenomeni, mostrando esplicitamente lo stretto legame che
c' fra la pronuncia genuina e l'elisione graca (indicata coll'apostrofo; mentre, si
denisce troncamento, se l'apostrofo non c'). E non aatto un controesempio il
caso di: (sa'peres 'kri:veR) /sa'peres 'krivere/ sapere &rivere, senza scomparsa vocalica, giacch rientra perfettamente sempre nella struttura dell'italiano genuino,
di base centrale, che tollera a stento cose come (sa'pers 'kri:veR) /sa'pers 'krivere/
saper &rivere, preferendo, piuttosto: (&sapes'kri:v{eR}) /sapes'krive{re}/ sap &rive(re), che sono d'impiego locale/dialettale.
2.3.1.2. Rientra, purtroppo, nelle cattive abitudini che, spesso, s'accompagnano a quanto abbiamo appena visto, in quanto diusa proprio dalla scuola, quella
d'un impiego (avvilentemente meccanico: senza il minimo ragionamento, per un
dannoso riesso condizionato) della famigerata "d eufonica& che d'eufonico ha,
per, solo il roboante nome come in: *ad Emilia, *ed an>e, *od altro (per non
parlare di: *ed educazione, *ad Adele, *od odore!).
Di nuovo, la parlata centrale, non rovinata dalla scuola e dal giornalismo, spontaneamente e giustamente, presenta: (ae'mi:lja, e'a:ke, o'al:tRo) /ae'milja, e'anke,
o'altro/ a Emilia, e an>e, o altro e pure: e educazione, a Adele, o odore (per non ag-

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manuale di pronuncia

giungere una vera "d cacofonica&, e formare sequenze "/dd/&).


La lingua neutra, preferisce, d'altra parte, casi come: (&ada'ko:na, e&deve'li:na, &odol'fat:to) /adan'kona, edeve'lina, odol'fatto/ ad Ancona ed Evelina od olfatto. Per, ovviamente, si ha: (e'E:va, o'Ot:to) /e'Eva, o'Otto/ e Eva o otto, giacch le V in
questi casi, non sono aatto uguali (fonicamente)!
Ovviamente sono diversi i casi di da e dei pronomi una (e pure uno) seguti da
aggettivo, che non si devono mai elidere (o troncare, per uno), giacch servono a
mantenere l'importante distinzione con di e con gli articoli: (dan'da:Re) /dan'dare/
d'andare solo "di andare&, non "da andare&; ugualmente, sono sostantivi (u&nita'ljana, &unan'ti:k) /unita'ljana, unan'tiko/ un'italiana un antico; diversi, quindi,
da: (&una&ita'ljana, &unoan'ti:k) /unaita'ljana, unoan'tiko/ una italiana uno antico,
come in: ne cerco... (per esempio: canzone, mobile).
Un'ultima considerazione, legata sempre alla scrittura e alle malefatte della scuola, va ribadita per quanto riguarda l'assurda complicazione di voler istituire l'"eccezione alla regola&, per la quale il pronome s ha l'accento graco, per distinguersi
da se (congiunzione e anche alltropo, o variante, di s davanti ad altri pronomi
deboli o a ne): (&sevveR'ra;i, &sela'ri:d, &sene'va) /sevver'rai, sela'ride, sene'va*/ se verrai se la ride se ne va
Non aatto "chiaro& perch, una volta formulata la regola ortograca, per distinguere s dagli altri se, ci si debba scervellare per escogitare l'"eccezione& a s stesso s medesimo che alcuni grammatici e molti pedanti vorrebbero farci scrivere *se stesso e *se medesimo, senza nessun buon motivo. Infatti, non escluso che
ci si possa imbattere (anche in ambigua posizione iniziale) in frasi, come: Se stessi
male, non potrei venire, diverso da: S stessi malediranno azzeccagarbu della
grammatica oppure: Se medesime compae di gioco perdono, vengono e&luse, diverso da: S medesime comparano a tutte le altre.
Perci, togliere l'accento a s non solo completamente inutile, ma causa scomode ambiguit, oltre a indebite analogie che portano molti a scrivere *a se stante invece dell'unica forma possibile: a s stante.
Telegracamente, richiamiamo anche l'attenzione sull'uso "improprio& (decisamente errato guidato, con apparente orgoglio, da non pochi "intellettuali&) di *e
non *o non, come in: *italiani e non. Per, in italiano, la negazione non dev'essere, necessariamente, seguta dal termine che vuol negare, come in: giallo, non verde; cotto, non crudo; un lo, non due (li); coa, non petto; essere, o non essere?
Invece, la negazione assoluta (e quindi nale d'enunciato) solo no (anche se non
s'esprime, o non si ripete, il termine previsto). Quindi, logicamente, dobbiamo avere anche: italiani e no. Ma, ce l'immaginiamo un Amleto italico che dicesse *Essere, o non? oppure, *Io ti amo, ma tu non!?
Sillabazione e durata
2.3.1.3. Distintivamente, in italiano, la durata (o quantit) riguarda solo le consonanti, non le vocali. Prima di tutto, bisogna ribadire, con fermezza, che si tratta
di vera geminazione, non di lunghezza, o allungamento; perci, l'unico modo a-

2. italiano

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deguato, per mostrare la durata delle C italiane, consiste anche fonologicamente


nella geminazione (o reduplicazione) del simbolo in questione: (af'fat:to) /af'fatto/
aatto (&koRReG'Ges:se) /korreG'Gesse/ correggesse; non certo: *(a'f:at:o, kor:e'G:es:e)
*/a'f:at:o, kor:e'G:es:e/ (perno */kor:e'd:Zes:e/!), che non hanno nessun vantaggio,
n giusticazione (nemmeno teorica, o acustica), e pongono, anzi, problemi per la
vera sillabazione, che : (af-'fat:-to, &koR-ReG-'Ges:-se) /af-'fat-to, kor-reG-'Ges-se/.
Sempre per la sillabazione, a parte le insoddisfacenti "mode fonologiche moderne&, bisogna ricordare che anche la tradizione grammaticale non delle pi oggettive, anzi! Oltre all'assurdit della divisione sillabica graca di -sC- (che, nonostante
le sue evidenti pecche, adata anche al computer, purtroppo, senza speranze di
poterla cambiare, ormai), dal punto di vista fonico, l'unica divisione vera (e naturale: basterebbe ascoltarla!), per /s0/, avviene dopo l'/s/, non prima (come per le altre sequenze /00/, che siano eterosillabiche; diverse, quindi, da /0j, 0w, 0r, 0l/,
che sono tautosillabiche, in italiano neutro): ('pas:-ta) /'pas-ta/ pasta >pa-sta! ('par:te) /'par-te/ parte >par-te ('al:to) /'al-to/ alto >al-to ('pas:-so) /'pas-so/ passo >pas-so
(ma: ('ma:-Rjo) /'ma-rjo/ Mario >Ma-rio ('a:-kwi-la) /'a-kwi-la/ aquila >a-qui-la ('a:pRo) /'a-pro/ apro >a-pro ('du:-pli-c) /'du-pli-ce/ duplice >du-pli-ce.
pur vero, che nell'italiano settentrionale, specie negli accenti regionali pi tipici e marcati, le strutture /0j, 0w, 0r, 0l/, dopo V accentata, molto spesso, sono
eterosillabiche: ('a;k-wi-la) per ('a:-kwi-la) /'a-kwi-la/ aquila ('a;p-Ro) per ('a:-pRo) /'apro/ apro ('ma;R-jo) per ('ma:-Rjo) /'ma-rjo/ Mario ('du;p-li-c) per ('du:-pli-c) /'dupli-ce/ duplice.
Quest'aspetto pu essere dicile da cogliere, specie se non si fa ricorso a trascrizioni accurate (e, ovviamente, ad ascolti adeguati); perci, non infrequente come problema, anche per non pochi attori, doppiatori e presentatori, d'origine settentrionale, che quindi, come "professionisti della voce& sono alquanto lacunosi: piuttosto dei "semi-professionisti&, purtroppo
Come s' visto, fonicamente, abbiamo (bas-'ta:-Re) /'bas-ta-re/ bastare, ma anche
(las-'tO:-Rja) /las-'tO-rja/ la storia perci, abbiamo pure (s'tO:-Rja) /s'tO:rja/ storia con
(s't) /s't/, giacch, quando c' una V davanti, la fono-sillabazione (s-'t) /s-'t/, come
nel secondo esempio [la storia] Anche i dati acustici confermano il fatto che (|s't)
/|s't/ (dopo pausa, o "silenzio&) fanno parte della stessa sillaba (un po' particolare, se vogliamo, per la scala di sillabicit, ma niente di veramente sorprendente);
mentre, ovviamente, (s't) /s't/ costituiscono due fono-sillabe col conne fra
le due C ( 12.2-6 dell'FTN/MaF).
2.3.1.4. Dal punto di vista fonetico, l'italiano neutro, in tonia, ha un allungamento dell'ultimo elemento della fono-sillaba (con la sola eccezione che vedremo
sbito): ('fa:-Re) /'fa-re/ fare (de-'ci:-z) /de-'ci-zo/ deciso (Ri-'pE:-te-Re) /ri-'pE-te-re/ ripetere (&Ri-ka-&pi-to-'la:-Re) /ri-ka-pi-to-'la-re/ ricapitolare ('kan:-to) /'kan-to/ canto
('mol:-to) /'mol-to/ molto ('ver:-de) /'ver-de/ verde ('pos:-to) /'pos-to/ posto (>po-sto!),
(&i-kon-'tran:-do) /in-kon-'tran-do/ incontrando (aR-&Ri-ve-'der:-ci) /ar-ri-ve-'der-ci/
arrivederci.
Bisogna far attenzione a non fraintendere il signicato di "in tonia&, che si deve intendere come in posizione prominente nell'enunciato; ci non signica solo

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manuale di pronuncia

"alla ne della frase&, ma "ogni volta che c' una tonia& an>e all'interno delle frasi sintattiche, che in denitiva hanno ben poco a che vedere con le frasi foniche,
che sono decisamente pi ricche e pi variabili di quelle della grammatica tradizionale (ma anche di quelle della "grammatica generativa&).
L'eccezione (alla regola della durata fonetica) costituita da V semplice accentata nale, che sempre breve (tranne che per eventuali motivi enfatici o comunicativi): (ko'zi) /ko'zi*/ cos (kaf'fE) /kaf'fE*/ ca per: (poR'ta;i) /por'tai/ portai (&paRa'ti;a) /para'tia/ paratia, come anche all'interno di parola: ('ka;uza) /'kauza/ causa
(in'trO;ito) /in'trOito/ introito.
Un'eccezione parziale costituita dalla sequenza /r/ nale accentata, in tonia:
('fa:r{e}) /'far{e}/ far(e) (&Rive'de:r{e}) /rive'der{e}/ riveder(e) in altri contesti, non
cos: (pe'Ro:Ra, peR'di:R) /pe'rora, per'dire/ per ora per dire Le altre C nali, in tonia, s'allungano come nelle sillabe caudate accentate, all'interno di parola: (peR'don: peR'do:no) /per'don{o}/ perdon(o) (ka'nal: ka'na:le) /ka'nal{e}/ canal(e).
Anche le C geminate, in tonia, hanno un allungamento del primo elemento:
('sas:so) /'sasso/ sasso ('vet:ta) /'vetta/ vetta ('son:no) /'sonno/ sonno ('brac:co)
/'bracco/ braccio ('daq:qjo) /'daqqjo/ dazio ('peS:Se) /'peSSe/ pe&e In qualsiasi altra posizione, come prima dell'accento, non c' l'allungamento supplementare:
(sas'set:to, vet'to:Re, son'nam:bulo, &peSSo'li:n) /sas'setto, vet'tore, son'nambulo, peSSo'lino/ sassetto vettore sonnambulo peolino, oppure in protonia: ('sasso pe'zan:te, 'vetta ele'va:ta, 'sonno pRo'fon:do, 'bracco 'lu:g, 'daqqjo ob&bliga'tO:Rjo, 'peSSe
'frit:t) /'sasso pe'zante, 'vetta ele'vata, 'sonno pro'fondo, 'bracco 'lungo, 'daqqjo
obbliga'tOrjo, 'peSSe 'fritto/ sasso pesante vetta elevata sonno profondo braccio lungo dazio obbligatorio pe&e fritto
In posizione diversa dalla tonia, come anche in protonia, pure le durate vocaliche si ridimensionano, perdendo il semicrono ((;)): (kau'za:Re) /kau'zare/ causare
('kauze &natu'ra:li) /'kauze natu'rali/ cause naturali ( ('ka;uza) /'kauza/ causa).
2.3.1.5. In italiano neutro, per, non tutte le C sono geminabili; infatti, sono
sempre semplici /z, j, w/ (ageminabili, come anche lo xenofonema /Z/, integrato
nel sistema fonologico italiano, ormai da secoli): ('pO:za) /'pOza/ posa ('kwO:jo)
/'kwOjo/ cuoio (a'Zu:r) /a'Zur/ jour Comunque, foneticamente, nei contesti adeguati, abbiamo l'allungamento di /z/: ('riz:ma) /'rizma/ risma.
Ci sono anche cinque C autogeminanti (/N, S, L q, Q/), che, in posizione posvocalica, sono necessariamente geminate; per, senza possibilit d'opposizione fonologica con la C semplice: ('baN:No) /'baNNo/ bao ('laS:So) /'laSSo/ lao ('vOL:Lo)
/'vOLLo/ voo ('viq:qi) /'viqqi/ vizi ('viq:qj) /'viqqjo/ vizio (oQ'QO:no) /oQ'QOno/ ozono Il motivo di questo fatto sta nel latino; infatti, questi cinque fonemi
non c'erano in quella lingua, e derivano, in genere, da due o pi C (o da altre lingue); perci, per assimilazione, il risultato una C geminata ( i 5.6.1-7 del
MaPI il 1.6 del DiPI).
Osserviamo che (solo) la fonetica pu fornire la spiegazione alla regola grammaticale ("scomoda& per stranieri e anche per gl'italiani settentrionali), per la quale
si devono impiegare gli articoli (&uno, lo, Li) /&uno, lo, Li/ uno lo in casi come:
(&unoS'Se:m, loQ'Qa;ino, LiQ'Qi;i, LiN'NOk:ki) /unoS'Semo, loQ'Qaino, LiQ'Qii, LiN-

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'NOkki/ uno &emo lo zaino zii oc (come pure (&unos'trac:co, los'kOp:pjo, Lis'kOL:Li) /unos'tracco, los'kOppjo, Lis'kOLLi/ uno straccio lo &oppio &o).
Si tratta, infatti, di due consonanti, eterosillabiche, per cui, la struttura dell'italiano neutro tollererebbe male sequenze pi complesse, che appesantirebbero troppo la realizzazione delle sillabe.
Le rimanenti 15 C, /m, n p, b, t, d, k, g c, G f, v, s r l/, in posizione posvocalica, possono essere semplici o geminate, distintivamente, come mostrano gli esempi scelti: ('va:no) /'vano/ vano e ('van:no) /'vanno/ vanno ('fa:to) /'fato/ fato e
('fat:to) /'fatto/ fatto ('mO:Go) /'mOGo/ mogio e ('mOG:Go) /'mOGGo/ moggio ('be:ve) /'beve/ beve e ('bev:ve) /'bevve/ bevve ('ka:Ro) /'karo/ caro e ('kar:Ro) /'karro/ carro ('pa:la) /'pala/ pala e ('pal:la) /'palla/ palla Osserviamo che non costituiscono
coppia minima ('ka:za) /'kaza/ casa e ('kas:sa) /'kassa/ cassa, nella pronuncia neutra
moderna (ma solo in quella tradizionale oppure gracamente).
2.3.1.6. Regionalmente, in tutt'Italia, piuttosto frequente, in sillaba caudata
in tonia, che la durata sia spostata sull'elemento vocalico, invece che su quello consonantico: ('pa;sso, 'paasso) /'passo/ passo ('pa;sta, 'paasta) /'pasta/ pasta ('ka;nto,
'ka;to, 'ka;to, 'kaa-) /'kanto/ canto ('di;rti, 'diirti) /'dirti/ dirti ('mo;lto, 'moolto)
/'molto/ molto per il neutro ('pas:so, 'pas:ta, 'kan:to, 'dir:ti, 'mol:to).
Soprattutto al Sud, tipico il dittongamento, o lo sdoppiamento, del vocoide (anche
in sillaba caudata e pure in protonia), ma soprattutto in sillaba non-caudata (che qui
rendiamo genericamente; per, si possono vedere i m 9-15 del MaPI e anche le fonosintesi dialettali del m 16 dell'FTN/MaF): ('pa;ane, 'pa;ne) /'pane/ pane ('ve;Ido, 've;edo)
/'vedo/ vedo ('do;Uve, 'do;ove) /'dove/ dove per il neutro ('pa:ne, 've:do, 'do:ve)
Al Nord, spesso, le geminate non hanno una durata suciente, anche dove quella vocalica non presenti l'allungamento visto all'inizio di questo paragrafo: (af'fatto, af'fa;tto) /af'fatto/ aatto.
Al Centro-Sud, ci possono essere altre consonanti autogeminanti ( 2.3.1.5);
pi diusamente, ci avviene per /b, G/; in parti del Centro anche per /j/: ('rOb:ba,
'rO;bba) /'rOba/ roba (lab'bar:ka, lab'ba;rka) /la'barka/ la barca ('viG:Gil, 'vi;GGil) /'viGile/ vigile (laG'Gak:ka, laG'Ga;kka) /la'Gakka/ la giacca ('nOj:ja, 'nO;jja)
/'nOja/ noia (daj'jE:Ri) /da'jEri/ da ieri per il neutro ('rO:ba, la'bar:ka, 'vi:Gil, la'Gak:ka, 'nO:ja, da'jE:Ri).
A Roma (e in altre zone del Centro), invece, c' la degeminazione di /r/, negli
accenti marcati e tipici: ('ko:ReRe) /'korrere/ correre (e'ro:Re) /er'rore/ errore (a'ro:ma) /ar'roma/ a Roma (con co-geminazione, 2.3.2.1), per il neutro ('kor:ReRe,
eR'ro:Re, aR'ro:ma).
Co-geminazione
2.3.2.1. Brevemente, introduciamo un fenomeno di geminazione consonantica interlessicale, scegliendo tra altri tipi simili, ricorrenti in italiano neutro, il pi
signicativo. tradizionalmente (pi) noto come "raorzamento sintattico& o
"raddoppiamento fonosintattico&, ma denito meglio come co-geminazione,
il fenomeno per cui, in pronuncia neutra, abbiamo: (ak'ka:za) /ak'kaza/ a casa (faf-

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'fred:do) /faf'freddo/ fa freddo (v've:Ro) /Ev'vero/ vero.


Per spiegare il fatto, conviene considerare, prima, esempi come (Gak'ke, tRep'pjE:de) /Gak'ke*, trep'pjEde/ giac> treppiede, che non pongono problemi, poich la pronuncia e la graa corrispondono.
Per, troviamo pure casi come (Gak'kjEs:to, tRep'pjE:di) /Gak'kjEsto, trep'pjEdi/
gi esto tre piedi. Inoltre, abbiamo pure: (am'met:to) /am'metto/ ammetto e anche (am'me) /am'me*/ a me, che derivano entrambi dalla sequenza latina /dm/ admitto ad me dando /mm/, per assimilazione, che operava all'interno di parola e
pure tra parole.
Quindi, una o pi consonanti nali s'assimilavano a una consonante iniziale della parola seguente, come c'era l'assimilazione di certe consonanti diverse interne
di parola; infatti, anche septem e octo hanno dato, in italiano, sette e otto (/pt, kt/
= /tt/). Perci, come abbiamo avuto /am'me*/ da ad me, cos /trek'kapre/ deriva da
tres capr. Anche /E*/ (da est] causa la cogeminazione, come in vero visto sopra.
Isolatamente, in trascrizione fonemica, queste parole sono indicate, come s' appena visto, con /*/: /'tre*, E*/ (qui, tre ha l'accento fonico segnato, perch, generalmente accentato, come in (&sono'tre) /sono'tre*/ sono tre, a meno che non preceda immediatamente un altro accento, come, appunto, in tre capre mentre viene
dato senza /'/, perch, di solito, non accentato, nelle frasi.
Non tutti i monosillabi italiani hanno questa caratteristica; per esempio, la preposizione di non cogemina (e non ha accento), /di/, mentre il sostantivo d cogemina, /'di*/; d'altra parte, l'imperativo di' pu cogeminare, come seconda scelta
/'di, 'di*/: (di'kwes:ta) /di'kwesta/ di questa, ('dik kwa'lu:kw) /'dik kwa'lunkwe/
(un) d qualunque, ('di kwal'kO:za, 'dik k-) /'di kwal'kOza, 'dik k-/ di' qualcosa.
2.3.2.2. Tra i monosillabi cogeminanti (attivanti) pi frequenti, troviamo a /a*/
/E*/ e /e*/ n /ne*/ se (cong.) /se*/ gi /Ga*/ pi /pju*/ l /la*/ l /li*/ qua
/kwa*/ qui /kwi*/ /ki*/ >e /ke*/ tre /tre*/: /ammi'lano/ a Milano /Ek'kjaro/
aro, /ep'pOi/ e poi, /net'tun nel'lui/ n tu n lui, /sep'parti/ se parti, /Gad'detto/
gi detto, /pjut'tEmpo/ pi tempo, /las'sopra/ l sopra, /kwikkon'lEi/ qui con lei,
/kikko'noSSi/ cono, /kettene'pare/ >e te ne pare, /'trep pun'tini/ tre puntini.
La preposizione da non cogemina nella pronuncia moderna: /dafi'rEnqe/ da renze (contrariamente a quella tradizionale {e toscana}: /daffi'rEnqe/).
Cogeminano pure d do fa fu ha ho pu sa so sta sto va: /midarra'Gone/
mi d ragione, /fam'male/ fa male, /Oppa'ura/ ho paura, /pwOssa'lire/ pu salire, /sat'tutto/ sa tutto, /stOvve'nEndo/ sto venendo, /vas'solo/ va solo.
Tra i monosillabi ageminanti (inattivanti) bisogna includere senz'altro di /di/,
de' /de/, i /i/, la /la/, le /le/, li /li/, lo /lo/, /{*}Li/, e /{*}Le/, mi/me /mi,
me/, ti/te /ti, te/, si/se /si, se/, ci/ce /ci, ce/ vi/ve /vi, ve/, ne /ne/, 'sta /sta/, 'sto
/sto/, 'ste /ste/, 'sti /sti/, oltre ai monosillabi latini (a de pro quo si tu v): /di'nOtte/ di notte, /de'mEdici/ de' Medici, /i'gatti/ i gatti, /la'lana/ la lana, /le'reti/ le
reti, /li'prEndo/ li prendo, /losa'pevo/ lo sapevo, /Lirak'konta/ racconta, /cisene'rEnde 'konto/ ci se ne rende conto, /sta'sera/ 'sta sera /kwO'vadis/ quo vadis /vE'viktis/ v victis.
I polisillabi ultimali (cio accentati sull'ultima sillaba, o "tronchi&) cogemina-

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no, anche se possono perdere l'accento (per motivi ritmici): (kaf'fEk kolom'bja:no,
sa&Rappar'ti:t, &toRnt'tar:di) /kaf'fEk kolom'bjano, sarappar'tito, tornOt'tardi/ ca
colombiano sar partito torn tardi.
L'esposizione sistematica del fenomeno (e d'altri simili, connessi, ma diversi,
spesso confusi con la co-geminazione, in moltissime trattazioni precedenti {oppure in tutte quelle che perpetuano acriticamente lo stato ipotetico delle cose}) data nei 5.6-9 (e 4.8.1) del MaPI e anche lemma per lemma nel DiPI).
2.3.2.3. La co-geminazione fa parte della pronuncia neutra, esattamente come
la geminazione lessicale, che viene segnata nell'ortograa, come in: ('Ot:to) /'Otto/
otto. Tuttavia, al Nord non c' (nativamente, tranne che in qualche espressione frequente e ssa, come vero ha detto, da parte di giovani allevati con massiccia esposizione alla televisione) e viene erroneamente considerata alla stregua d'una caratteristica regionale del Centro-Sud.
Quest'opinione, ma soprattutto il fatto che la cogeminazione non sia resa nella
scrittura (se non nel caso di forme cristallizzate, come giac>, davvero, soprattutto), spesso, fa credere anche ai centro-meridionali che si tratti di qualcosa da evitare; ma allora si dovrebbe considerare abnorme e sconveniente anche la normale
geminazione lessicale (che distintiva, 2.3.1.5).
Ovviamente, al Centro-Sud, ci sono dierenze regionali, anche contrarie all'uso neutro. In particolare, l'impiego pi sistematico e massiccio riscontrabile in
Toscana (che, comunque, non del tutto omogenea), seguta da Roma; vengono
dopo le altre zone del Centro-Sud, sempre con dierenze locali, pi o meno forti.
Il tipo di co-geminazione pi normale, nella pronuncia neutra moderna, rappresenta, in generale, una specie di compromesso, o di media, basato pi sull'uso romano (compresi i casi di de-geminazione d'articoli e pronomi, costituiti da /l/:
la lo le li l'] con ulteriori semplicazioni. Il tipo di co-geminazione pi simile
a quello della pronuncia tradizionale ( 2.3.5.3), si rif all'uso toscano.
Qui, ci limitiamo a fornire qualche altro esempio, compreso uno di de-geminazione (dato per ultimo): (pjuf'fOr:te) /pjuf'fOrte/ pi forte (cit&takkos'tjE:Ra) /cittakkos'tjEra/ citt costiera (&tRenta'trek koRRi'do:Ri) /trenta'trek korri'dori/ trentatr corridori (l'la:na) /El'lana/ lana (&los'tes:so) /Elos'tesso/ lo stesso.
Nella pronuncia neutra moderna, co-geminante anche come (appositivo e comparativo con nomi e pronomi): (&komek'ka:ni, &komev've;Ri 'ka:ni, &komet'te) /komek'kani, komev'veri 'kani, komet'te*/ come cani come veri cani come te
Accento
2.3.3.1. In italiano, generalmente, l'accento viene assegnato alle ritmie, secondo gli accenti di parola (lessicali). Le ritmie sono gruppi accentuali ( 3.2.7,
6.4.2, 12.1, 13.2-3 dell'FTN/MaF) costituiti da una sillaba con accento forte, o primario, e altre con accenti deboli oppure secondari, come in: (&peRfetta'men:te) /perfetta'mente/ perfettamente (in'trE:no) /in'trEno/ in treno (&peRil'ka:ne) /peril'kane/
per il cane (&vRsola&finedel'me:ze, &vRsola'fi;ne del'me:ze) /vErsolafinedel'meze, vEr-

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sola'fine del'meze/ verso la ne del mese


L'ultimo esempio mostra che, a seconda delle prominenze date a certe parti dell'enunciato, il numero delle ritmie pu cambiare, come anche in (un&nwvo'li:bR)
/unnwOvo'libro/ un nuovo libro rispetto a (un'nwO;vo 'li:bR) /un'nwOvo 'libro/,
gracamente sempre uguale [un nuovo libro] ma con una diversa prominenza, in
corrispondenza d'una sfumatura semantica, per cui, nel secondo caso, nuovo acquista un'importanza maggiore.
Ancora maggiore pu essere l'importanza comunicativa data a nuovo, in un enunciato che, gracamente, resta ancora una volta uguale (date le notevoli carenze della scrittura corrente): (un'nwO:vo2 'li:bR23) /un'nwOvo, 'libro./.
Qui, stato necessario introdurre la (pos)tonia continuativa ((2) /,/) e quella conclusiva ((23) /./), perch la nuova maggiore prominenza data, in questo caso, dalla presenza di due tonie, per un unico enunciato (si noti anche la presenza del crono pieno, pure nella prima ritmia, con tonia continuativa, (O:)).
Usando, d'altra parte, una tonia conclusiva, anche per la prima ritmia, la prominenza comunicativa aumenterebbe ancora: (un'nwO:vo23 'li:bR23) /un'nwOvo. 'libro./.
2.3.3.2. Ritornando agli esempi di ritmie dati sopra, osserviamo che le sillabe
non-accentate (o, meglio, con accento debole) e quelle semi-accentate (con accento medio, o secondario), s'alternano, in modo da avere una o due fono-sillabe deboli fra altre con accento secondario (o primario). Gli accenti secondari sono assegnati ritmicamente, tenendo presenti per quanto possibile le posizioni degli accenti delle forme originarie (quelle fondamentali, da cui sono derivate {non certo
in senso evolutivo, dal latino}), come avviene nei composti lessicali: (&pRtasa'po:ne)
/pOrtasa'pone/ portasapone (pu&liSSis'kar:pe) /puliSSis'karpe/ puli&arpe.
Nei derivati, invece, l'origine conta meno dei motivi ritmici, anche se, in caso
di duplice possibilit (ritmica oppure originaria), l'accento della forma originaria
pu esercitare un inusso decisivo: (&pata'ti:n) /pata'tine/ patatine (nonostante
(pa'ta:ta) /pa'tata/ patata), (&atten'qjo:ne) /atten'qjone/ attenzione (nonostante (at'tEn:to) /at'tEnto/ attento]
Per le sillabe che seguono quella accentata d'una parola, inoltre, si comportano
come segue: ('fab:bRo) fabbro, ('fab:bRika) fabbrica, ('fab:bRika&no, 'fab:bRika&mi) fabbricano fabbricami, ('fab:bRikame&lo) fabbricamelo (aggiungiamo pure un improbabile ('fab:bRika&mice&lo) fabbricamicelo la ne del 6.4.2 dell'FTN/MaF]
2.3.3.3. Per quanto riguarda le sillabe della parola, che precedono quella accentata, si viene a formare, spontaneamente, un'alternanza ritmica di sillabe deboli e
semiforti, risalendo verso l'inizio della parola, a partire dalla sillaba forte, del tipo:
({&}&&'). Dato, per, che le parole polisillabiche sono generalmente derivate o composte, c' una chiara e determinante tendenza a collocare gli accenti secondari sulle stesse sillabe su cui le forme semplici del lessema hanno in origine
l'accento di parola.
L'unica eccezione, per cos dire, costituita dalla tendenza ritmica che interrompe sia sequenze troppo lunghe di sillabe deboli, introducendo qualche accento secondario, sia sequenze di sillabe accentate (forti e semiforti), sopprimendo qualche

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accento secondario, o spostandolo d'una sillaba o due.


Ecco degli esempi: (&soce'ta) societ, (ka&paci'ta) capacit, (pRo&babili'ta) probabilit, (be&ati'tu:din) beatitudine, (&Raqqjo&naliQ&Qabili'ta) razionalizzabilit, (aR&tifi&cali'ta) articialit, (u&tilita&Ristika'men:te) utilitaristicamente, (e&zeRcita'to:Re) esercitatore, (aR&tikolaq'qjo:ne) articolazione, (as&socaq'qjo:ne) associazione, (o&ceano'gra:fiko)
oceanograco, (ka&RatteRiQ'Qa:bile) caratterizzabile, (in&telliGen'tis:sima) intelligentissima, (oS&Sillo'gram:ma) ollogramma, (ef&feRveSSen'tis:sim) eerve&entissimo
Altri esempi: (do&loRo&zissima'men:te) dolorosissimamente, (as&tuta'men:te) astutamente, (im&maGinaq'qjo:ne) immaginazione, (mo&difikaq'qjo:ne) modicazione,
(kom&poziq'qjo:ne) composizione, (ak&kjappafaR'fal:le) acappafarfalle, (e~&cfalo'gram:ma) encefalogramma, (&ultRakon&seRva'to:Re) ultraconservatore, (&inteRkon&tinen'ta:le, -&konti-) intercontinentale, (&pRemedi&tata'men:te, pRe&me-) premeditatamente,
(pRe&kce'men:te, &pReko-) precocemente.
2.3.3.4. A considerare le parole isolate, l'accentazione secondaria normale (neutra, spontanea) risponde alle regole di composizione e derivazione lessicale. Per,
ovviamente, ci sono anche dierenze nella distribuzione degli accenti secondari,
dovute al contesto ritmico in cui le varie parole si vengono a trovare di volta in
volta. Perci, se isolatamente una forma come partitocrazia (paR&titokRaq'qi;a)
mentre (&paRti%tokRaq'qi;a) una "stonatura&, derivante dalla mancata analisi compositiva nelle frasi eettive c' una certa alternanza: (&lapaR&titokRaq'qi;a, la&paRti&tokRaq'qi;a) la partitocrazia ('molto as&tuta'men:te) molto astutamente, (pRo'cE;deRe &astuta'men:te) procedere astutamente ('vEgo &mRkole'di) vengo mercoled
(can'drOm meR&kole'di) ci andr mercoled
Non entriamo nel merito d'accentazioni lessicali duplici, come: /dia'triba di'atriba/ diatriba /skle'rOzi s'klErozi/ &lerosi /te'zEo 'tEzeo/ Teseo /e'dipo 'Edipo/
Edipo; dobbiamo rimandare alla consultazione del DiPI.
2.3.3.5. L'italiano neutro non accetta aatto accenti forti su due sillabe contigue (nell'intonia), ma attenua il primo, pure spostandolo o, eventualmente, lo sposta (anche senz'attenuazione), come nelle terze (e quarte) varianti date, che sono
possibili, per meno correnti: /fa'rOk 'kwesto = farOk'kwesto/ (&faRk'kwes:to), (fa&Rk'kwes:to), ('faRk 'kwes:to), ('fa;Rk 'kwes:to) far questo, /skoper'kjO il'tetto =
skoperkjOil'tetto/ (s&kopeRkjil'tet:to), (s&kopeR&kjil'tet:to), (s'kopeRkj il'tet:to),
(s'ko;peRkj il'tet:to) &oper il tetto, /nonnepo'tep 'pju* = nonnepotep'pju*/ (&nonne&potep'pju), (&nonnepo&tep'pju), (&nonne'potep 'pju), (&nonne'po;tep 'pju) non ne
pot pi, /bEn'kek k'reda = bEnkek'kreda/ (&bkek'kre:da), (b&kek'kre:da), ('bEkek 'kre:da) ben> creda, /me'tad 'dOze = metad'dOze/ (&metad'dO:ze), (me&tad'dO:ze),
('metad 'dO:ze), ('me;tad 'dO:ze) met dose
Un aspetto dell'attenuazione, dovuta sempre a motivi ritmici, pu riguardare
anche la posticipazione dell'accento ridotto, come si vede negli esempi seguenti:
/'vEngo 'dopo di'te* = 'vEngo dopodi'te*/ ('vEgo &dopodi'te), ('vEgo do&podi'te) vengo dopo di te /'karo pa'pa* = karopa'pa*/ ('ka;Ro pa'pa), (&kaRopa'pa), (ka&Ropa'pa) caro pap /lo'facco 'anke per'te* = lo'facco ankeper'te*/ (lo'facco &akepeR'te), (lo'faccoa&kepeR'te) lo faccio an>e per te /si'kjama 'forse ko'zi = si'kjama forseko'zi*/
(si'kja;ma &foRseko'zi), (si'kja;ma foR&seko'zi) si ama forse cos?

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2.3.3.6. Nel caso di sintagmi come //fuG'Gi z'vElto// /fuGGiz'vElto/ (&fuGGiz'vEl:to, &fuGGiz'vEl:to fuG&Giz'vEl:to) fugg svelto, rispetto ad altri simili come
//'fuGGi z'vElto// /'fuGGiz 'vElto/ ('fuGGiz 'vEl:to) fuggi svelto, ci sono delle lievi
dierenze fonetiche e prosodiche, che per, da sole, non sono sempre in grado di
mantenere la distinzione, dato che anche nel caso di fuggi svelto, ci pu essere attenuazione del primo accento, soprattutto in pronuncia veloce (&fuGGiz'vEl:to).
Non c' cogeminazione con /_0/, giacch la sillabazione /_0/.
Nel caso di //fuG'Gis 'subito// /fuGGis'subito/ (&fuGGis'su:bit fuG&Gis'su:bit)
fugg sbito, rispetto a /'fuGGi 'subito/ ('fuGGi 'su:bit) fuggi sbito, la co-geminazione contribuisce, invece, a distinguere meglio, nella pronuncia neutra, come
anche in: //pa'gOt 'tutto// /pagOt'tutto/ (&pagt'tut:t, 'pagt 'tut:t, 'pa;gt 'tut:t
pa&gt'tut:t) pag tutto /'pago 'tutto/ ('pa;go 'tut:t, &pago'tut:t) pago tutto //losen'tim 'male// /losentim'male/ (lo&sentim'ma:le, lo'sentim 'ma:le &losen&tim'ma:le) lo
sent male /lo'sEnti 'male, losEnti'male/ (lo'sEnti 'ma:le, lo&snti'ma:le) lo senti male
Inne: //lostrap'pOv 'via// /lostrappOv'via/ (los&tRappv'vi;a, los'trappv 'vi;a &lostRap&pv'vi;a) lo strapp via /los'trappo 'via, lostrappo'via/ (los'trappo 'vi;a, los&tRappo'vi;a) lo strappo via
Intonazione
2.3.4. La f 2.3 mostra le protonie e le tonie dell'italiano neutro (sia moderno
che tradizionale), che illustriamo con semplici esempi:
/./: (Ri'partono 'tutti 'sa:bato23) /ri'partono 'tutti 'sabato./ Ripartono tutti sabato.
/?/: (Ri'partono 'tutti 'sa:bato21) /ri'partono 'tutti 'sabato?/ Ripartono tutti sabato?
//: (&seRRi'partono 'tutti 5sa:bato12| &mene'va;do a'ki;23) /serri'partono 'tutti 'sabato mene'vado an'kio./ Se ripartono tutti sabato, me ne vado an>'io.
L'intonazione regionale ha, al Nord, movimenti consistenti e molto vari; al Sud,
sono piuttosto ripetitivi; mentre, al Centro, sono pi contenuti (e, generalmente,
pi simili a quelli neutri). Le dierenze maggiori si riscontrano per la tonia sospensiva, //, come si pu vedere anche dalle fonosintesi del m 16 dell'FTN/MaF (e dai
m 10-15 del MaPI]
f 2.3. Le protonie e le tonie italiane.
/ / (2 2 ' 2 2 ' 2 2 ' 2)

/./ (2 ' 2 3)

/ / ( 2 2 ' 2 2 ' 2 2 ' 2)

/?/ (2 ' 2 1)

/ / ( 2 2 ' 2 2 ' 2 2 ' 2)

// (2 5 1 2)

/ / ( 2 2 ' 2 2 ' 2 2 ' 2)

/,/ (2 ' 2)

2. italiano

65

Pronuncia neutra tradizionale


2.3.5.1. Come s' gi avuto modo di dire (al 2.0.1), la "pronuncia neutra tradizionale& quella che si rif massicciamente all'uso toscano, in particolare orentino, e risale a ben vedere all'unicazione d'Italia; quindi, a circa un secolo e mezzo fa, come veniva riportata nei dizionari che, all'epoca, si denivano di "lingua
toscana&, pi spesso che "italiana&. Le peculiarit della pronuncia tradizionale,
perci, sono pi rigide di quelle della pronuncia moderna (avendo meno varianti
{e, qui, riportiamo soprattutto le pi "strane&}, e allo stesso tempo pi "capricciose&), anche se le varianti segute da * appaiono solo in certi repertori.
Per quanto riguarda i fonemi vocalici /e, E o, O/, riportiamo qualche esempio
di parole e desinenze. Segn(i)amo, coi semplici accenti graci ("ortofonici&), le
forme pi curiose: Ase annsso aurra* Bertldo* co ccca (estremit, tacca), colltta conntto crsima enrme esso flla Girgio gtta grppo lttera
mccolo nsso nrma* rgano* rcca (latoio), Rmolo sgmino site strpio
strnna t&hio inoltre le desinenze: amarolo sttti stttero
Per la distribuzione di /q, Q/, la caratteristica tradizionale maggiore riguarda
/q/ iniziale per molte parole, come: zampa zio zoppo zuc>ero zucca e, invece,
/Q/ interno, in casi come: aguzzino amazzone brezza ribizzo intirizzito lazzi lezzo olezzo pettegolezzo ribrezzo rubizzo &orza arzo* sozzo*
2.3.5.2. La dierenza maggiore, comunque, riguarda l'impiego di /s/ semplice,
interna di parola, fra V (anche se con /j, w/ davanti alla seconda). I casi pi signicativi (compresi i derivati) sono: asino casa esi uso cosa cos desidero desiderio (il) fuso mese naso peso Pisa posa raso riposo riso, e le desinenze aggettivali -ese -oso e verbali -esi -osi\ /in'glese/ inese (ma /fran'ceze/ francese!) /cinese'ria/
cineseria (ma /borge'zia/ bor!esia!), /go'loso/ goloso /cellu'losa/ cellulosa /kurjosi'ta*/ curiosit /'presi, -sero, -so/ presi presero preso (ma /'lezi, -zero, -zo/ lesi lesero
leso!), /impre'sarjo/ impresario /'rosi, -sero, -so/ rosi rosero roso /ris'posi, -sero/ risposi risposero /ro'sikkjo/ rosico (ma /ero'zjone/ erosione!).
Per, anche in pronuncia tradizionale, si ha /z/ in casi come: bisoo caso esa muso paese quasi sposa viso misi misero (io) fusi fusero (ho) fuso incisi incisero inciso
2.3.5.3. La co-geminazione tradizionale pi sistematica e pi estesa di quella
moderna; infatti, ha un numero maggiore di forme attivanti (come da\ da Milano
/dammi'lano/; per la moderna: /dami'lano/), e non prevede de-geminazioni (come
in la mia /Ella'mia/; moderna: /Ela'mia/), perdipi, sono sempre cogeminanti anche come dove qual>e sopra (purch non usati come sostantivi): come si fa? dove
vai? qual>e volta sopra quel tavolo /komessi'fa, dovev'vai, kwalkev'vOlta, soprakkwel'tavolo/ (ma: il sopra del tavolo /il'sopra del'tavolo/); moderna: /komesi'fa*, dove'vai, kwalke'vOlta, soprakwel'tavolo/).
Per quanto riguarda l'accentazione, non ci sono peculiarit particolari; le dierenze eventuali sono dovute al fatto che passata qualche generazione e, si sa, le
accentazioni di termini e nomi dotti sono soggette a ondate di preferenze, pi o

66

manuale di pronuncia

meno condivisibili, ma non discutibili: sono solo documentabili ( ne 2.3.3.4).


L'intonazione non cambia, salvo per l'eventuale possibile adozione (da parte
d'alcuni) delle protonie di tipo toscano ( le fonosintesi relative, nel m 16).
2.3.5.4. Tutte le caratteristiche della pronuncia tradizionale sono, comunque,
reperibili, nel MaPI e nel DiPI; questo segna le varianti del Centro (linguisticamente; ma, l'Abruzzo appartiene all'Alto-Sud) per quanto riguarda la distribuzione di
/e, E o, O s, z q, Q/ (compresa qualche accentazione peculiare), indicando la Toscana, l'Umbria, le Marche, il Lazio e Roma, rispettivamente, con: , , , ,
(fra parentesi quadre).
Le pronunce tradizionali sono identicate, nel DiPI, per il fatto che appaiono
dopo un punto, che le separa da quelle moderne, date per prime (se diverse, altrimenti coincidono), come, per esempio: "lettera /'lettera. -Et-/ { E, e}&, cio
/'lEttera/ in Toscana, e /'lettera/ nel resto del Centro.
A volte ci sono varianti pi intricate, per esempio: "storpio /s'torpjo. -O-/ { O/o,
o/O, o}&. Per, tutto il Centro concorda nell'avere solo: "bene /'bEne/&
Testo
2.4.0. Il brano in trascrizione, Il vento di tramontana e il sole (d'Esopo, 2.4.1),
viene dato nell'accento neutro moderno ( 2.4.2), poi in quello neutro tradizionale
( 2.4.3); seguono due versioni mediati>e (: radio-televisione): settentrionale/milanese ( 2.4.4) e centrale/romana ( 2.4.5), che sono meno marcate, per aspetti segmentali e intonativi, di quelle presentate con vocogrammi e tonogrammi nei m
10 12 del MaPI (nel quale ci sono 23 versioni regionali, nei m 10-14).
Una prima indicazione utile pu venire anche dalle relative fonosintesi (dialettali) nel m 16 dell'FTN/MaF (guardando il milanese, 16.5, e il romano, 16.42).
Nel mediatico settentrionale, frequentemente gli occlu-costrittivi (anche /c, G/)
si realizzano come sequenze: (ts, dz TS, DZ) (meglio coi simboli speciali: ((tS, dZ))).
Inne, si fornisce anche l'accento manierato (snobistico, 2.4.6), con l'"r moscia& (generalmente un approssimante, labiodentale, (V), o uvulare, (), o labiodentale uvularizzato, (), che scegliamo come tipo rappresentativo, dotato d'entrambe le componenti), e altre caratteristiche legate a quel tipo di pronuncia, come V pi "tese&, ma anche pi "detese&, allo stesso tempo ( f 2.4).
Infatti, sono realizzate tendenzialmente tramite vocoidi pi alti e pi avanzati
del normale, che, in sillaba accentata (anche in protonia), sono dittongati, per,
con secondi elementi piuttosto centrali nelle proprie caselle del vocogramma, terminando, quindi, in modo diverso opposto rispetto a quello iniziale.
Inoltre, /c, G S, {Z}/ sono postalveo-palato-iperlabiati, (&, 1, , {}); ci sono anche "strascicamenti& e sdoppiamenti delle sillabe toniche nel vero senso tonetico e postoniche (a volte pure di quelle precedenti), in particolare davanti a pausa, e soprattutto per tonie diverse da quella conclusiva.
Inne, notiamo un'estensione tonale maggiore (che rendiamo, parafonicamente, con ()@, all'inizio d'ogni capoverso) e il cricchiato in tonia (: tonica e postoni-

2. italiano

67

che), che rappresentiamo col diacritico specico: ().


Nei capitoli successivi (3-13), forniamo sempre anche la pronuncia italiana delle lingue date, nonch una o pi pronunce straniere dell'italiano; infatti, sono parte essenziale del metodo fonetico ( 3.2 dell'FTN/MaF).
f 2.4. Realizzazioni manierate delle vocali italiane.
/i/ (i[i])
/e/ (e[e]),
({'ii/'uu))
/E/ (EE), ({'})

/u/ (u[u])
/o/ (o[o]),
({'ii/'uu))
/O/ (OO), ({'})

/a/ (a[a])

Testo grafemico
2.4.1. Si bisticciavano un giorno il vento di tramontana e il sole, l'uno pretendendo d'esser pi forte dell'altro, quando videro un viaggiatore, >e veniva innanzi, avvolto nel mantello. I due litiganti decisero allora >e sarebbe stato pi forte fosse
riuto a levare il mantello al viaggiatore.
Il vento di tramontana cominci a soare con violenza; ma, pi soava, pi il
viaggiatore si stringeva nel mantello; tanto >e alla ne il povero vento dovette desistere dal suo proposito. Il sole allora si mostr nel cielo, e poco dopo il viaggiatore, >e
sentiva caldo, si tolse il mantello. E la tramontana fu costretta cos a ricono&ere >e
il sole era pi forte di lei.
T' piaciuta la storiella? La voamo ripetere?
Pronuncia neutra moderna
2.4.2. (si&bistic'ca:va&no2 u~'Gor:no2| il'vEnto di&tRamon'ta:na2| eil'so:le23 'lu:n2
&pReten'dEndo &dsseRpjuf'fOr:te2 del'lal:tRo23 &kwando'vi;de&Ro uMvi&aGGa'to:Re23 &kevve'ni;va in'nan:qi2 av'vOlto &nelman'tEl:lo23|| i&dueliti5gan:ti12 de'ci:zeR2 al'lo:Ra2 &kessa&Rbbes'ta;to pjuf5fOr:te12| kif&fosseRiuS'Si:t2 alle'va;Re ilman'tEl:lo2 alvi&aGGa'to:Re23||
il'vEnto di&tRamon'ta:na2 &komi~'cO assof'fja:Re23 &koMvio'lEn:qa23| map'pjus sof5fja:va12| &pjuilvi&aGGa'to:Re2 &sistRi~'Ge;va &nelman'tEl:lo23\ 'tan:to2 ke&alla5fi:n12 il'pO;veRo
'vEn:to2 do'vette de'zis:teR23 dal&suopRo'pO:zito23|| il'so:le2 al'lo:Ra2 &simos'trOn ne'cE:lo23|
ep&pko'do:po2 ilvi&aGGa5to:Re12 &kessen'ti;va 'kal:do2 si'tOl:se23 ilman'tEl:lo23| &ela&tRamon5ta:na12 &fukkos'tret:ta2 ko'zi2| aR&Riko5noS:SeRe12| keil'so:le2\ &Rapjuf'fOr:te23 di'lE;i23||
&tppja'cu:ta21 &lasto'rjEl:la2| &lavoL'La;mo Ri'pE:teRe21|||)

68

manuale di pronuncia

Pronuncia neutra tradizionale


2.4.3. (si&bistic'ca:va&no2 u~'Gor:no2| il'vEnto di&tRamon'ta:na2| eil'so:le23 'lu:n2
&pReten'dEndo &dsseRpjuf'fOr:te2 del'lal:tRo23 &kwando'vi;de&Ro uMvi&aGGa'to:Re23 &kevve'ni;va in'nan:qi2 av'vOlto &nelman'tEl:lo23|| i&dueliti5gan:ti12 de'ci:zeR2 al'lo:Ra2 &kessa&Rbbes'ta;to pjuf5fOr:te12| kif&fosseRiuS'Si:t2 alle'va;Re ilman'tEl:lo2 alvi&aGGa'to:Re23||
il'vEnto di&tRamon'ta:na2 &komi~'cO assof'fja:Re23 &koMvio'lEn:qa23| map'pjus sof5fja:va12| &pjuilvi&aGGa'to:Re2 &sistRi~'Ge;va &nelman'tEl:lo23\ 'tan:to2 ke&alla5fi:n12 il'pO;veRo
'vEn:to2 do'vEtte de'sis:teR23 dal&suopRo'pO:zito23|| il'so:le2 al'lo:Ra2 &simos'trOn ne'cE:lo23|
ep&pko'do:po2 ilvi&aGGa5to:Re12 &kessen'ti;va 'kal:do2 si'tOl:se23 ilman'tEl:lo23| &ella&tRamon5ta:na12 &fukkos'tret:ta2 ko'si2| aR&Riko5noS:SeRe12| keil'so:le2\ &Rapjuf'fOr:te23 di'lE;i23||
&tppja'cu:ta21 &lasto'rjEl:la2| &lavoL'La;mo Ri'pE:teRe21|||)
Pronuncia mediatica settentrionale (milanese)
2.4.4. (i&bitit'tSa:vano2 ud'Zo;Rno2| ilveto di&tRamo'ta:na2| eilo:le3 3 'lu:no2
&pRetededo &djeRpju'fO;Rte2 della;ltRo3 3 &kwadovi;deRo u&vjaddZato:Re3 3 &keveni;va in'na;tsi2 avvO;lto &nlmatE;llo3 3|| i&duelitiga;ti32 det'Si:eRo2 al'lo:Ra2 &kea&Rbbe'ta;to pjufO;Rte32| ki&foeRiu'Si:to2 ale'va;Re ilma'tE;llo2 al&vjadZato:Re3 3||
ilveto di&tRamo'ta:na2 &komi'tSO aoffja:Re3 3 &kovjole;tsa3 3| ma'pju offja:va32|
&pjuilvjaddZa'to:Re2 &itRidZe;va &nlmatE;llo3 3\ 'ta;to2 ke&allafi:ne32 ilpO;veRo
've;to2 dovEtte dei;teRe3 3 dal&uopRopO:ito3 3|| il'o:le2 al'lo:Ra2 &imo'tRO ntSe:lo3 3| e&pko'dO:po2 il&vjaddZato:Re32 &keeti;va 'ka;ldo2 itO;le3 3 ilmatE;llo3 3| &ela&tRamota:na32 &fuko'tRE;tta2 ko'i;2| a&Rikono:SeRe32| keil'o:le2\ &eRapjufO;Rte3 3 dilE;i3 3||
&tjpjatSu:ta21 &lato'RjE;lla2| &lavoja;mo Ripe:teRe21|||)
Pronuncia mediatica centrale (romana)
2.4.5. (sib&bistic'ca:vano2 u~'Go;rno2| il'vEnto di&Ramon'ta:na2| eil'qo:le23 'lu:no2
&Reen'dEndo &dsseRpuf'fO;rte2 de'la;ltRo2 &wando'vi;de&Ro uMvi&aGGa'o:Re23 &evve'ni;va in'na;nqi2 av'vOlto &nelman'tE;llo23|| i&duelii5ga;nti2 2 de'Si:seRo2 al'lo:Ra2 &essa&Rebbes'ta;op puf5fO;rte2 2| kif&fosseRiuS'Si:o2 alle'va;Re ilman'tE;llo2 alvi&aGGa'o:Re23||
il'vEnto di&Ramon'ta:na2 &omi~'cO assof'fa:Re23 &oMvio'lE;nqa23| map'pus sof5fa:va2 2| &puilvi&aGGa'o:Re2 &sistRi~'Ge;va &nelman'tE;llo23\ 'ta;nto2 e&ala5fi:ne2 2 il'pO;veRo
'vE;nto2 do'vette de'si;steRe23 dal&quoRo'O:sio23|| il'qo:le2 al'lo:Ra2 &simos'trO ne'cE:lo23|
ep&po'dO:o2 ilvi&aGGa5o:Re22 &essen'ti;va 'a;ldo2 si'tO;lqe23 ilman'tE;llo23| &ela&Ramon5ta:na22 &fukkos'tre;tta2 o'si;2| a&Rio5noS:SeRe22| eil'qo:le2\ &Rappuf'fO;rte23 di'lE;i23||
&tppa'Su:a21 &lasto'rE;lla2| &lavoj'ja;mo Ri'E:eRe21|||)

2. italiano

69

Pronuncia manierata ( 2.4.0)


2.4.6. ()@ (si&bisti&'&a;aa&co2 u~'1oocoo2| il'vEnto di&tamon'ta;acaa2| eil'so;oVe23 'lu;uc2 &peten'dEEndo &dssepjuf'fOOte2 del'laaVto23 &kwando'vi;ide&o uMvi&a11a'to;oe23 &kevve'ni;iva in'naacqi2 av'vOOlto &nelman'tEEVVo23|| i&dueliti5gaacti12 de'&i;ie2 al'lo;oa2 &kessa&bbes'taato pjuf5fOOtee12| kif&fosseiu'i;it2 alle'va;ae
ilman'tEEVVo2 alvi&a11a'to;oe23||
()@ il'vEEnto di&tamon'ta;aca2 &komi~'&OO assof'fja;ae23 &koMvio'lEEcqa23| map'pjus sof5fja;aaa12| &pjuilvi&a11a'to;oe2 &sisti~'1e;eva &nelman'tEEVVo23\ 'taacto2 ke&alla5fi;ic12 il'pOOveo 'vEEcto2 do'veette de'ziiste23 dal&suopo'pO;Oito23|| il'so;oVe2
al'lo;oa2 &simos'tOOn ne'&E;EVo23| ep&pko'do;opo2 ilvi&a11a5to;oe12 &kessen'ti;iva
'kaaVo2 si'tOOVse23 ilman'tEEVVo23| &ela&tamon5ta;aca12 &fukkos'teetta2 ko'zii2| a&iko5nooeee12| keil'so;oVe2\ &apjuf'fOOte23 di'lEEi23||
()@ &tppja'&u;uta21 &lasto'jEEVVaa2| &lavoL'La;amo i'pE;Eteee21|||)
Dizionari e grammatiche d'italiano e la (non) cura per la pronuncia
2.5.0. Si deve vedere come i dizionari indicano la pronuncia e se sono accurati
nel darla; e bisogna considerare se forniscono varianti o no. Oltre a questo, un indizio sicuro per accertare se curano l'aspetto della pronuncia oppure l'adano a frettolosi incompetenti (che seguono criteri diversi non si preoccupano di vericare ci che fanno) consiste nel cercare il lemma gliommero /'LOmmero/. Ci sono tre
tipi di dizionari: quelli che non mettono la parola o non si preoccupano di distinguere fra /L/ e /gli/, come in glioma /gli'Oma/; poi vengono quelli che per false deduzioni lologiche o etimologiche "inventano& */gli'Ommero/, o lo scopiazzano
da qualche sciagurato predecessore; inne, vengono quelli che adano l'ortoepia
ai veri esperti che ovviamente danno /'LOmmero/. In napoletano, il "gomitolo&
glimmero /'LOmmr/, anche se deriva da glomerum, con /gl/, come d'altra parte "ghiandola& glinnola /'Lannla/, pur venendo da glandulam.
N si deve dar troppa ducia alla maggior parte delle grammatiche: basta sfogliarle con attento occhio critico. E il giudizio non dev'essere aatto inuenzato
dal fatto che siano molto diuse e note, magari anche all'estero. Ma, se trattano di
fonologia e fonetica solo "per dovere&, purtroppo non ci si pu aspettare molto di
buono, come quando "inventano& anche delle possibilit inesistenti e francamente
assurde, quali distinzioni per alleviamo o spariamo, che sono perfettamente uguali pur trattandosi di verbi diversi: allevare e alleviare, sparare e sparire, cio sempre
e solo /alle'vjamo, spa'rjamo/ (mentre vorrebbero farci credere che, per i secondi
d'ogni coppia, si abbia */allevi'amo, spari'amo/).
Ugualmente assurdo sarebbe seguire coloro che ipotizzano pronunce diverse per
i numerali sei, sette, otto, rispetto a (tu) sei, (le) sette (religiose), Otto

3. Inglese
3.0. In questo capitolo, diamo gli accenti "neutri& americano e britannico, nonch una proposta didattica per un accento "internazionale& dell'inglese, utilizzabile procuamente in manuali e dizionari di pronuncia (e anche "normali&), come
pure nell'insegnamento corrente. Si procede tramite la trascrizione diafonemica,
elaborata espressamente a tale scopo, con le relative trascrizioni fonetiche e fonotonetiche. Alla ne, sono considerati anche gli accenti "mediatici& (: della televisione) che, ormai, si sentono frequentemente come quelli neutri, sia nei notiziari, sia
nei lm, sia nelle canzoni.
Vocali
3.1.1. csto l'alto numero di fonemi vocalici dell'inglese, conviene senz'altro
procedere per gruppi, piuttosto che mettere tutto insieme (anche per facilitare il
confronto coll'italiano ed evitare possibili confusioni).
L'essenza dei fonemi vocalici inglesi : monottonghi (brevi e lunghi) /I, E, , A:,
, , O:, U, :, / e dittonghi /Ii, EI, aE, OE, aO, OU, Uu/; ci sono, inoltre, /i, u/ non-accentati e i diafonemi /;, A;, ;, O;, ;, / (e qualche altro meno importante
3.6.7 per un confronto con altri sistemi). Ma, nel volume English Pronunciation
usiamo /ii, uu X, [:, ], r:, : /, pi convenienti di /Ii, Uu ;, A;, ;, O;, ; /.
Monottonghi americani
3.1.2.1. Tenendo sempre presente il vocogramma italiano, coi suoi nove foni e
sette fonemi (f 2.1), consideriamo ora il vocogramma americano (f 3.1, sbito dopo viene anche quello britannico, f 3.2), cominciando dagli otto segnali neri che
indicano le realizzazioni dei corrispondenti otto fonemi vocalici (in sillaba accentata o no): () /I/, () /E/, () //, (A:) /A:/, (A) //, () //, (O:) /O:/, () /U/.
Sebbene, nell'accento "mediatico& ( 3.4.2.2), /A:/ e // siano neutralizzati,
realizzandosi (A[:]); nel neutro americano, li manteniamo separati, per tre buoni
motivi: sono eettivamente diversi, anche se solo per la durata, soprattutto; inoltre, per mantenere il legame diafonemico col neutro britannico; inne, per evidenziare le caratteristiche d'altri accenti, partendo da basi confrontabili, anche se condivise soltanto da una minoranza di parlanti. Ribadiamo, infatti, che la pronuncia neutra viene sempre appresa volontariamente.
Esemplichiamo, ora, i fonemi della f 3.1 (ricordiamo che le trascrizioni, anche
fonemiche, hanno l'accento, pure sui monosillabi, a meno che non si tratti di parole che, normalmente, ricorrano senz'accento, nella frase, come la preposizione in
]

3. inglese

71

/In/ (n), rispetto all'avverbio in /'In/ ('n:), o al sostantivo inn /'In/ ('n:) "locanda&): ('hT) /'hIt/ hit, ('js) /'jEs/ yes, ('m;n) /'mn/ man, ('fA;) /'fA:/ fa`er, ('lAT)
/'lt/ lot, ('<n:) /'<n/ run, ('lO:n) /'lO:n/ lYn, ('phT) /'pUt/ put.
Per la precisione descrittiva, sebbene generalmente le variazioni non richiedano un altro simbolo, bene notare i tassofoni di /I, E, , , U/; richiamiamo
l'attenzione sui due che cambiano anche il simbolo, rispetto a (, ): ('bE:, 'h,:)
/'bE, 'h/ bell hull.
f 3.1. Monottonghi americani.

/[]/ (, ), /</ (<), /;/ ([:])

/u/ ()
/U[]/ (, ), /U/ (U), /U</ (<)
/:, :<, ;</ (:), // (), /</ (<, )
/[]/ (, ,)
/O:/ (O:), /O:</ (O:<), /O:/ (:<), /O;/ (O: A)
// (A), /;/ (O: A), /;</ (O:< A<)
/A:/ (A:), /A;/ (A:)
F

/i, i/ (i)
/I[]/ (, ), /I/ (I), /I</ (<)
// = //, // (, *, |)
/E[]/ (, E), /E/ (), /E</ (<)

3.1.2.2. Inoltre, i segnali grigi indicano anche le tre varianti di /I, U, O:/ (I, U, :)
(normalmente (, , O:)), che ricorrono in sillaba caudata in // (accentata o no):
(I) /I/, ([j]U) /[j]U/, (:<) /O:/; non ci sono dierenze per l'elemento nucleare
in () /E/, (A:<) /A:/ (ci si rif, quindi, ai segnali neri, gi visti), mentre per /:/
la tipica realizzazione americana ricorre a un contoide intenso ("sillabico&), invece che a un vocoide (come in pronuncia britannica) (:) /:/.
Esempi: ('hI;) /'hI/ here, ('phjU;) /'pjU/ pure, ('D:<) /'dO:/ door, (';) /'E/
`ere, ('fA:<) /'fA:/ far, ('f:) /'f:/ fur Un'eventuale pronuncia (, ) (invece di (I,
U), per /I, U/} non suona strana, sebbene non sia la pi diusa in americano.
Per /O:</ (davanti a V\ /O:</), la realizzazione (O:<) (diversa da /O:/ (:<), che
indicato col segnale grigio): ('bO;<)a (->-)b /'bO:<I/ bori In americano, le trascrizioni diafonemiche /I<, E<, U</ (s'osservi la dierenza rispetto a /I, E, U/,
considerate poco sopra) corrispondono a /I<, E<, U</, con le tipiche articolazioni
dei segnali neri: ('h<)a ('h>)b /'hI<I/ heari, ('b<)a ('b>)b /'bE<I/
beari, ('D<)a ('Dj>)b /'dU<I/ duri
Si deve notare che, in pronuncia americana, la sequenza fonemica /jU/ ha la
variante /j:/ (pi tipicamente mediatica): ('phjU; 'phj:) pure (anche per /U</
abbiamo questa variante /[j]:</): ('khj<is 'khj;is) curious, (n'D<ns -'D;ns)
endurance, ('D< 'D;) duri e ci vale anche per altre consonanti con componente "palatale&: ('SU; 'S:) /'SU 'S:/ sure ma ('phU;, -:<) /'pU, -O:/ poor.
La dierenza ormai solo tradizionale americana tra ('mO;<n) /'mO:nI/
morni e ('mon, 'mo;<nI) mourni (questo si potrebbe rendere con "/'mOnI, 'mo:nI/&) non pi neutra, n moderna, ma regionale; infatti, ormai sono
entrambi ('m;<n) (('m;n)b) /'mO:nI/.
3.1.2.3. I quattro segnali bianchi indicano le realizzazioni, sempre solo non-accentate, degli altri fonemi rimanenti: (i) /i/, () /u/, (, ) //. Ricorrono nei seguenti contesti /i/ nale di lessema: ('lIDi[]) /'lEIdi[z]/ lady ladies, ('ni&) /'Eni-

72

manuale di pronuncia

I/ aJ`i, e davanti a vocale: (<i'kT) /<i'kt/ react /u/ soprattutto davanti a


vocale: (&sc'ISn) /sIcu'EISn/ situation (Th'Gi) /tu'Gi/ to Algy Ci sono alcune parole in -ue [value atue virtue iue tiue], che possono avere una variante
ridotta, particolarmente in protonia, che si potrebbe utilmente rappresentare col
diafonema /u/: ('vlj[u], 'sTc[u]) /'vlju, 'stcu/ value atue
Inne, // il fonema vocalico non-accentato pi frequente dell'inglese (in particolare americano, "oceaniano& e sudafricano): (f'ThAg<f) /f'tg<f/ #otogra#er. In parole come ('sf)a ('sf)b /'sOUf/ sofa vediamo che //, nale di ritma in tona (: cio nale di parola, o di gruppo ritmico, e davanti a pausa, anche
breve) si realizza come se fosse il fonema //; ma, se non c' pausa, ci non avviene.
3.1.2.4. In certi tipi di trascrizione interfonemica, potrebbe esser senz'altro conveniente usare proprio questa notazione.
Comunque, probabilmente meglio chiarire sbito il fenomeno, con esempi adeguati in trascrizione fonetica e (dia)fonemica, evitando l'involontario insorgere
di fraintendimenti. Al plurale, abbiamo: ('sf)a ('sf)b /'sOUfz/ sofas come
pure non in tona: (h'f wz';, -f w-)a (h'sf wz';, -f w-)b
/h'sOUf wz'OUd/ her sofa was old ( 3.1.3.4).
D'altra parte, introducendo anche una semplice tona continuativa, con breve
pausa, abbiamo: (pwz[h]'f2\ pwz')a (pwz[h]'sf2\ pwz';)b /Itwz[h]'sOUf,\ twz'OUd/ it was her sofa `at was old.
Quindi, per /./, /?/, //, /,/ (: con tonie e pause di qualsiasi durata), c' questa caratteristica; lo stesso vale, ma solo nell'accento britannico, per /./, /?/,
//, /,/: ('D;)b /'dI/ dear, ('snD)b /'sEnd/ sender per, per /E/, la pronuncia neutra d'oggi ha (): ('kh;)b /'kE/ care una generazione fa, era ('kh;)b;
mentre, prima era ('khE;)b; prima ancora, ('khE;)b; e prima d'allora ('kh;)b ma
chiudiamo questa digressione micro-diacronica.
Il secondo tassofono di //, (), ricorre in contatto con /k, g, w, / (che hanno
articolazione, o almeno una componente, velare): ('bk 'gn: -;In) /'bk 'gE[I]n/
ba$ again, (khn'Th;In) /kn'tEIn/ contain, (Th'g;)a (-;)b /t'gOU/ to go, ('s 'sO:, 'sA;)a (-;)b /'s 's;/ si a so, ('wn:) /'wInd/ `e wind, ('I~G,
-G) /'EInG, -G/ ael
Come si vede dai vocogrammi, () sostanzialmente () senz'arrotondamento
(il simbolo stesso piuttosto evidente), comunque, in questi casi, si potrebbe anche usare (), senza grossi problemi, come possono fare alcuni nativi stessi; d'altra
parte, l'esatta articolazione pu venire spontanea anche allo straniero che sia arrivato a riprodurre adeguatamente tutti gli altri foni, che realizzano i fonemi inglesi.
Monottonghi britannici (e dittonghi di centratura)
3.1.3.1. Consideriamo, ora, il corrispondente vocogramma per l'accento britannico (f 3.2). Qui troviamo nove segnali neri (per nove fonemi, accentati o no): ()
/I/, () /E/, () //, (A:) /A:/, () //, () //, (:) /O:/, () /U/, (:) /:/. Abbiamo:
('hT) /'hIt/ hit, ('js) /'jEs/ yes, ('m;n) /'mn/ man, ('fA;) /'fA:/ fa`er, ('fA:)

3. inglese

73

/'fA:/ far, ('lT) /'lt/ lot, ('>n:) /'<n/ run, ('l:n) /'lO:n/ lYn, ('D:) /'dO:/ door,
('phT) /'pUt/ put e ('w:) /'w:d/ word che, per l'americano, ovviamente, era nel
gruppo di //, visto sopra.
Se consideriamo far`er /'fA:/, vediamo che in britannico si pronuncia esattamente come fa`er ('fA;) (con // non pronunciato), mentre in americano si
realizzano entrambe le r //, ('fA;<). Per una pronuncia americana come ('fA;),
per far`er e per altre parole, si veda pi avanti: dissimilazione ( 3.3.3.5).
Osserviamo, rapidamente, anche che, per (:) /O:/, come in ('w:[]) /'wO:[z]/
war(s) sono ormai antiquate (o regionali) pronunce del tipo ('w;, 'w;).
Per /I, E, , , U/ abbiamo delle modiche, con cambiamento eettivo di
simbolo solo per due: (';, 'h:) /', 'h/ Al hull (rispetto a (, )).
f 3.2. Monottonghi britannici.

/i, i/ (i)
/I/ (), /I/ ()
// = /I/ ()
f

/E[]/ (, )
/[]/ (, )
/[]/ (, ), /;/ (A:)

/u/ ()
/U[]/ (, )

/[]/ (, *, |)
/O:/ (:), /O;/ (:, )
/:</ (:>), /:/ (:), /;</ (:>)
// (), /;/ ()
/A:/ (A:), /A;/ ()

3.1.3.2. Per la pronuncia britannica /I, E, U/ sono dati nella f 3.3: ('h;)
/'hI/ here, ('phj;) /'pjU/ pure, (';) /'E/ `ere S' gi visto che in britannico c' un vocoide, senz'alcun contoide, in casi come ('f:) /'f:/ fur Si deve osservare che, in questo tipo di pronuncia, la sequenza fonemica /[j]U/ ormai quasi esclusivamente sostituita dalla variante /[j]O:/: ('phj: 'phj;) pure, ('ph: 'ph;)
poor, ('S: 'S;) sure
curioso notare che, nella pronuncia britannica degli anni '60, ci fu una forte
tendenza a questa stessa caratteristica che, per, ben presto, rientr: ('phj:, 'khj;>is, n'Dj;>ns, 'Dj;>, 'S:) pure curious endurance during sure (all'epoca, ovviamente, c'era () "/I/& per il moderno (i) /i/: ('khj;>s) curious).
Un'altra curiosit che, nella prima met del '900, la stessa pronuncia (j:) /j:/
(oggi non pi ricorrente, se non come forma antiquata) era una variante di /I,
I</: ('D; 'Dj:) dear ('h; 'hj:) here (sn's; -'sj:) sincere ('khl>ns 'khlj;>ns)
clearance per, resta ancora una variante, secondaria, in ('j; 'j:) year
3.1.3.3. Anche nell'accento britannico, i quattro segnali bianchi indicano le realizzazioni, sempre solo non-accentate, degli altri fonemi rimanenti: (i) /i/, () /u/,
(, ) //. Ricorrono negli stessi contesti /i/ nale di lessema: ('lIDi[]) /'lEIdi[z]/
lady ladies, ('ni&) /'EniI/ aJ`i, e davanti a vocale: (>i'kT) /<i'kt/ react
/u/ soprattutto davanti a vocale: (&sc'IS) /sIcu'EISn/ situation (Th'Gi) /tu'Gi/ to Algy La possibilit ( 3.1.2.3) d'avere /'vlju/ value meno comune in
britannico.
Inne, // il fonema vocalico non-accentato pi frequente dell'inglese (anche
britannico, pure per via della "vocalizzazione& di /, :/): (f'Thg>f) /f'tg-

74

manuale di pronuncia

<fz/ #otogra#ers ((f'ThAg<f)a) ('>c) /'<Icd/ Ri>ard (('<c)a), (Th'g;) /t'gOU/ to go ((Th'g;)a).
Ovviamente, c' pure (|) /, / (davanti a pausa): ('sf) /'sOUf/ sofa {('sf)a}, ('A;fT) /';ft/ after {('[;]fT)a}.
3.1.3.4. Nella pronuncia britannica, per, // ha un altro tassofono, abbastanza
importante, (), corrispondente (ma breve) all'articolazione di /:/ (:). Ricorre per
// seguto dai grammemi /z, d/, e per // non davanti a pausa (mentre, nali
e davanti a pausa, tutti questi hanno ()).
Quindi, abbiamo: ('fA;) {('fA;)a} fa`ers e fa`er's ('A;ns) {('[;]ns)a} an~ered e ('phlZz&man ->- 'ma;n) {(-- -z- 'm-)a} `e pleasure is mine ('n 'g;) {(- 'g:, 'g;)a} ano`er girl
Oltre che per //, ci accade anche per // non-prepausale (questo pure per
l'americano, di solito solo no a (), senza bisogno d'usare (), quindi): ('phk
'khT) {(- 'khT)a} alpaca coat quindi, come si vede, c' () anche vicino a /k/
, invece di (), (a'phk 'khT) {('khT)a} I'll pa$ a coat] ma: ('phk|) {('phk|)a} alpaca Comunque, anche questo tassofono pu esser reso
con la "normale& realizzazione di //, (), come fanno parecchi nativi, visto che rispetto a (), quest'altro pu esser meno importante e limitato quasi esclusivamente all'accento britannico.
Sia in americano che in britannico, ma con una connotazione tradizionale o regionale, /i, u/ si possono realizzare come se fossero /I, U/: ('lID[]), ('n&), (<'kT)a (>'kT)b, (&sc'ISn)a (-S)b (Th'G)a (--)b. Un compromesso possibile (I) per /i/: (-DI[], 'nI-, <I-a/>I-b, -GI). D'altra parte, in americano piuttosto
frequente pure /u/ = /w/ (&sc'ISn, &sc'wISn), ('v, 'vjw) (('vj)b) /'vljuI/ valui, e anche /OU/ = /w/: ('fAl, 'fAlw) (('fl)b)
/'flOUI/ followi, ('SDi, -Dwi) ((-Di)b) /'SdOUi/ adowy
3.1.3.5. Ricordiamo, qui, ma ci vale anche per i casi precedenti di //, che,
nella pronuncia britannica (neutra, nonch "oceaniana& e sudafricana), la realizzazione "normale& di // (): (ph'f;mns) /p'fO:mns/ performance (&s'Th;In) /s'tEIn/ ascertain (h'hzbn) /h'hzbnd/ her husband ovviamente,
tranne che se nale assoluto davanti a pausa, (|), oppure nale di ritmia, o coi
grammemi /z, d/, (, , ): ('h>) /'hI<I/ heari ('h; w'j;u) /'hI
wI'jUu/ here wi` you, ('b;) /'bIz/ beers, ('h;> n';) /'hI n{d}'E/ here
and `ere
La pronuncia britannica moderna di /E/ non varia pi a seconda del contesto,
ma sempre () (con marcata tendenza al monottongo lungo, tramite (), no
a "(:) /E:/&, com' gi avvenuto, da alcune generazioni, per il precedente "/O/&):
('b;[]) /'bE[z]/ bear(s) Per /A:, :, O:/, come s' visto, c' semplicemente la perdita di //, che si realizza tramite il fono "zero&, (`): ('khA:[]) /'kA:[z]/ car(s), ('f:[])
/'f:[z]/ fur(s), ('D:[]) /'dO:[z]/ door(s).
nali assoluti e davanti a pausa, abbiamo: ('b;|) /'bI|/ beer, ('khj;|) (e (-j:|))
/'kjU|/ cure e (f'Thg>f|) /f'tg<f|/ #otogra#er Per, nali di ritma, abbiamo: ('b; f'mI;i) {('bI; f'mI;i)a} /'bI f'mIi/ a beer for me, (&k'khj;> 'z

3. inglese

75

'g;, -j:> 'z-) {(&k'khjU; 'z 'g;, -j: 'z-)a} /t'kjU 'Izt 'gUd/ `at cure isn't
good, (f'Thg>f 'DDT) ((f'ThAg<f 'DDT)a) /f'tg<f 'dIdIt/ `e #otogra#er did it.
f 3.3. Dittonghi britannici del tipo //.
/I, I, I</ (>, z, D, |)
/E, E</ ()
/aE, aE, aE</ (a, a|)
+ "/a/& (a>, az, aD, a|)

/[j/]U, -U, -U</ ([j]>, [j]z,


[j]D, [j]|) (+ /[j]O:, -</}
/aO, aO</ (a, a|)
+ "/a/& (a>, az, aD, a|)
{+ "/A/& (A>, Az, AD, A|)}

Dittonghi
3.1.4.1. Passiamo, ora, ai sette fonemi dittongali dell'americano, che hanno dieci realizzazioni, necessarie per una buona pronuncia (f 3.4). I segnali neri danno i
sette fonemi, mentre i tre grigi indicano varianti contestuali.
Vediamo, intanto: (Ii) /Ii/, (I) /EI/, (a) /aE/, () /OE/, (a) /aO/, () /OU/, (Uu)
/Uu/: ('ThI;i) /'tIi/ tea, ('D;I) /'dEI/ dZ, ('ha;) /'haE/ high, ('b;) /'bOE/ boy, ('na;)
/'naO/ now, ('g;) /'gOU/ go, ('hU;u) /'hUu/ who Servono, inoltre: (iI) /Ii/, (ju)
/jUu/, (Uu, u) /Uu/, ([j]uU) /[j]Uu/: ('fi;I, 'fiI) /'fIi/ feel, ('ju) /'jUu/ you`,
('nU;u, 'n;u) /'nUu/ n[, ('ju;U, 'juU) /'jUu/ yule, ('khu;U, 'khuU) /'kUu/ cool
Gli altri dittonghi, anche se seguti da //, non variano molto le loro componenti, tranne quelli con secondo elemento anteriore; inoltre (tranne /OU/, che ha solo
//, in pronuncia neutra), oscillano liberamente tra // e // (con la realizzazione
possibile di // come // ()): ('s;, 's, -) /'sEI/ sail, ('fa;, 'fa, -) /'faE/
le, ('b;, 'b, -) /'bOE/ boil, ('fa;, 'fa, -) /'faO/ fowl ma solo ('s;)
/'sOU/ soul.
f 3.4. Dittonghi americani.
/Ii/ (iI)
/Ii/ (Ii)

/jUu/ (ju, jUu)


/[]Uu/ (Uu, u), /[j/]Uu/ ([j/`]uU)

/EI[]/ (I, )

/OU[]/ ([])
/OE[]/ (, )

/aO[]/ (a[])

/aE[]/ (a, a)

3.1.4.2. Per i corrispondenti dittonghi britannici, abbiamo sette tipi fondamentali, pi sei varianti contestuali. La pronuncia moderna s' allontanata solo leggermente da quella pi tradizionale (e, quindi, c' poca dierenza con quella americana neutra) per /Ii, EI, aE, OE, aO/ e anche per /Ii/, come si vede meglio da un attento confronto dei vocogrammi britannico (f 3.5) e americano (f 3.4); mentre c'

76

manuale di pronuncia

maggiore dierenza per /Uu, OU/ e /Uu, OU/.


Infatti, abbiamo: ('ThI;i) /'tIi/ tea, ('D;I) /'dEI/ dZ, ('ha;) /'haE/ high, ('b;) /'bOE/
boy, ('na;) /'naO/ now, e anche ('fi;I, 'fiI) /'fIi/ feel, ('s;, 's) /'sEI/ sail, ('fa;,
'fa) /'faE/ le, ('b;, 'b) /'bOE/ boil, ma solo ('fa;) /'faO/ fowl, ('ju;U) /'jUu/
yule, ('khu;U) /'kUu/ cool, mentre troviamo ('s;) /'sOU/ soul e soprattutto
('s;) /'sOU/ so, oltre a ('ju) /'jUu/ you`, ('nj;u) /'nUu/ n[, ('h;u) /'hUu/ who
(sempre con la possibilit che // si realizzino come // ()).
Come si vede, il pi peculiare /OU/ (), non seguto da (): ('n;3 3 'G;2 5w
'g;3 3) /'nOU. 'GOU, 'wOUnt 'gOU./ No, Joe won't go\ il primo elemento di /OU/ centrale e non-arrotondato, (), mentre in americano posteriore e arrotondato,
(): ('n;23 'G;2 'w 'g;23)a.
(Nell'accento britannico, all'inizio del '900 prevaleva senz'altro (o) e, no agli
anni '40, (P), sempre con arrotondamento labiale; mentre, all'epoca, (, ) sonavano decisamente aettati e erano anche decisamente avversati e ridicolizzati.)
f 3.5. Dittonghi britannici.
/Ii/ (iI)
/Ii/ (Ii)
/EI[]/ (I, )
/aE[]/ (a, a)

/[j/]Uu/ ([j]u)
/[j/]Uu/ ([j]uU)
/OE[]/ (, )
/OU[]/ (, )
/aO[]/ (a[])

3.1.4.3. Nel vocogramma che mostra /I, E, [j]U/ (f 3.3), troviamo anche
/aE, aO/, giacch, in pronuncia tipicamente britannica (oltre che rimanere tali, come in americano), si possono frequentemente ridurre, entrambi, a "/a/&
(a;) (e (a;|)): ('fa, 'fa|) e ('fa;, 'fa;|) /'faE[z]/ re(s); oppure /aO/ pu passare a "/A:/& (A;) (e (A;|)), no a coincidere con /A:[]/: ('Tha, 'Tha|), ('Tha;,
'Tha;|) (anche ('ThA;, 'ThA;|), oltre che ('ThA:[])) /'taO[z]/ tower(s).
Sempre in questo tipo di pronuncia (che si pu denire con "smoothing&), anche i pi rari /EI, OE, OU/ si possono attenuare, rispettivamente, in "/E:, O:,
:/& "/E:/& (no a coincidere con /E/): ('lI, 'lI|), ('l;, 'l;|), ('l;[]) (e
anche ('l;[], 'l:[])) /'lEI[z]/ lZer(s); "/O:/& (no ad arrivare a coincidere col
vecchio "/O/&): (m'phl, -|), (-;[], -;|), /Im'plOE[z]/ employer(s) inoltre, "/:/& (no a coincidere con /:/): ('m, 'm|), ('m;, 'm;|), ('m:[])
/'mOU[z]/ mower(s) ( ('fa[], 'Tha[], 'lI[], m'phl[], 'm[])a).
3.1.4.4. Nella pronuncia neutra, sia americana che britannica, /</ resta tale:
('m<i)a ('m>i)b /'m<i/ marry diverso da ('m<i)a ('m>i)b /'mE<i/ merry Inoltre,
abbiamo: ('sTA;<i)a ('sTA;>i)b /'stA:<i/ arry ('sA<i 'sO;<i)a ('s>i)b /'s<i/ sorry ('sTO;<i)a
('sT;>i)b /'stO:<i/ or(e)y
La dierenza ormai solo tradizionale americana tra ('O;<) /'O:</ aural e ('o;<)
"/'O</& (a volte, resa come "/'o:</& o, addirittura, col fuorviante "/'OU</&) oral
non pi neutra, n moderna: si ha ('O;<) per entrambi; al massimo, a volte, si pu

3. inglese

77

ricorrere a /'</ per oral al ne d'evitare ambiguit, nei due accenti (ma, per questo motivo, non raramente, si dice anche ('a<) /'aO</ aural]
Diafonemi vocalici
3.1.5.1. C' una dierenza, soprattutto britannica, tra ('f;i)a ('f;>i)b /'f:<i/ furry
e ('h;i)a ('h>i)b /'h;<i/ hurry, che ricorre in pochissime parole; nella trascrizione
diafonemica, viene (convenientemente) resa, come s' visto, mediante /:</ /;</.
Dobbiamo introdurre, ora, anche il diafonema /</, che ricorre nel contesto /</, soprattutto nella serie /I<, E<, U</ (corrispondente a /I, E, U/), e pi
raramente anche in /aE<, aO<, OE</.
picamente, in americano, // cade, si realizza come "zero&, per cui abbiamo:
('m<i)a ('m>i)b /'mE<i/ Mary (quindi, in americano, uguale a merry {e, in pronuncia corrente, ma non neutra, anche a marry}), ('khl<)a ('khl>)b /'klI<I/
cleari, ('khl<T)a ('khl>T)b /'klI<It/ clear it, ('D<)a ('Dj>)b /'dU<I/ duri spesso abbiamo ('D;)a /'d:<I/ e ('Dj;>)b /'djO:<I/ (l'esempio mostra anche l'applicazione del diafonema //).
Perci, in americano, ('sp<T, -T) vale sia per /'spI<It/ spirit {('sp<T, -T) ('sp>T)b),
che per /'spI<It/ spear it {('sp<T, -T) ('sp>T)b); d'altra parte, c' chi pu distinguere, avendo: ('sp<T, -T) /'spI<It/ e ('spIT, -T) /'spI<It/. Inoltre: ('hI; n';)a ('h;>
n';)b /'hI< n[d]'E/ here and `ere
3.1.5.2. Quando // preceduto da consonante, pu cadere (con maggiore frequenza in britannico): (&l'mn[[]<i, -nT<i)a (&l'mN>i)b /El'mEnt<i/ elementary
in questo tipo di sussi, in americano, si mantiene un accento secondario, quando siano preceduti da una sillaba non-accentata: ('DkS&<i, -&n<i)a ('DkS>i, -ni)b /'dIkS<i/ dictionary ('khsT&m<i)a ('khsTm>i, -mi)b /'kstm<i/ cuomary
(A;<'Thkjl&T<i)a (A;'Thkjl>i)b /A:'tIkjltK:<i/ articulatory
Quindi, pu esser conveniente (e pure molto economico, per il notevole risparmio di spazio dedicato alle trascrizioni, specie in dizionari, senza sacricare informazioni preziose) usare anche i diafonemi /, K:/; per l'ultimo esempio dato, c'
una variante, prevalentemente britannica: (A;&Tkj'lI>i)b /A:tIkj'lEIt<i/).
Soprattutto per il britannico, pu esser utile usare il diafonema //, per mostrare
l'oscillazione tra /j/ e /jU/ (j, j) (non-accentati): ('>gjl, -gj-) /'<Egjl/ regular /A:'tIkjltK:<i A:tIkj'lEIt<i/ (-kj-, -kj-), ('khmj&nz, -mj-); in americano, prevale decisamente /j/.
Inoltre, possono servire i pratici diafonemi /ju, u/, per indicare l'oscillazione tra
(jUu'naT, j-)a (ju-, j-)b /ju'naEt/ unite, ('sTcUu, -)a (-u, -)b /'stcu/ atue
L'impiego del diafonema // conveniente, anche in altri contesti: (v'lAs[i,
-sTi)a (v'lsTi, -sTi)b /v'lsi/ veloci, ('nAvlsT, -vsT)a ('n-)b ((-vK-)) /'nvlIst/ noveli, ('gvn, -vn, -vn)a ('gv, -vn)b /'gvn/ governor .
3.1.5.3. Altri diafonemi, pi importanti per la distinzione fra accento neutro
moderno americano e britannico, sono: /;, ;/.

78

manuale di pronuncia

Il primo, /;/, indica la dierenza tra //a (spesso, per, si comporta come un
monottongo lungo "/:/&) e /A:/b (soprattutto davanti a /f, , s/ e a /0/), come
in: ('g<[;]sp)a ('g>A;sp)b /'g<;sp/ grasp ('l[;]sT)a ('lA;sT)b /'l;st/ la ('ph[;]s)a
('phA;s)b /'p;s/ pa ('h[;]f)a ('hA;f)b /'h;f/ half ('[;]fT)a ('A;fT)b /';ft/ after
('ph[;])a ('phA;)b /'p;/ pa`
Ancora: ('D[;]ns)a ('DA;ns)b /'d;ns/ dance ('phl[;]nT)a ('phlA;nT)b /'pl;nt/ plant
('kh[;]nT)a ('khA;nT)b /'k;nt/ can't (g'z[;]mp)a (g'zA;mp)b /Ig'z;mp/ example
(kh'm:n, -;-)a (-A:n)b /k'm;nd/ command ('[;]nT)a ('A;nT)b /';nt/ aunt
('<[;])a ('>A;)b /'<;/ ra`er (m'<;)a (-'>A:)b /m'<;/ morale, (b'n[;]n)a
(b'nA;n)b /b'n;n/ banana.
Per, ci sono, anche in britannico, forme con //: ('sp) /'sp/ asp ('phnT)
/'pnt/ pant , oltre, ovviamente, a ('b;nD) /'bnd/ band ('m;n) /'mn/ man
('ms) /'ms/ ma`s .
3.1.5.4. Il secondo diafonema, /;/, indica la dierenza /O:/a (ma c' anche //a)
//b (in particolare davanti a /f, , s, , g/ e a /</), come in: ('O;f, 'Af)a ('f)b /';f/
o ('khlO;, -A)a ('khl)b /'kl;/ clo` ('lO;s, 'lAs)a ('ls)b /'l;s/ lo ('lO;sT, 'lAsT)a
('lsT)b /'l;st/ lo ('sO:, 'sA;)a ('s;)b /'s;/ so ('DO:, 'DA;)a ('D;)b /'d;g/ dog
('hO;<b, 'hA-)a ('h>b)b /'h;<b/ horrible ('O;<Gn, 'A-)a ('>Gn)b /';<Gn/
origin ('flO;<D, 'flA-)a ('fl>D)b /'fl;<d/ orida ('khwO;<, 'khwA-)a ('khw>)b
/'kw;</ quarrel ('gO:n, 'gA;n)a ('g;n)b /'g;n/ gone
Per, per /;/, ci sono pure casi come //a (ma /O:/a preferibile) //b, come in:
('sA<i 'sO;<i)a ('s>i)b /'s<i/ sorry (Th'mA< -'mO;-)a (Th'm>)b /t'm;<OU/ tomorrow ('wAc 'wO;c)a ('wc)b /'w;c/ wab ('f<A; 'f<O:)a ('f>;)b /'f<;g/ frog
('chAklT 'chO;-)a ('chklT)b /'c;klt/ >ocolate ('DA; 'DO:)a e ('DAli 'DO;li)a ('D;
'Dli)b /'d;, 'd;li/ doll(y) ('wAnT, 'wO;nT)a ('wnT)b /'w;nt/ want
Si noti la curiosit di ('wO;m, 'wAm)a ('w;T)b /'wO;/ water In Inghilterra, ('wT) non neutro, e si pu trovare soprattutto nei territori che comprendono Oxford
e Reading. In alcune parole con /;f, ;, ;s, ;ft, ;st/, anche in britannico si pu
avere una pronuncia minoritaria con /O:/, oltre a quella, preferibile, con //; sono: o
cough trough bro` fro` cro lo to soft croft co fro lo oft often soften
3.1.5.5. C' un'altra coppia di diafonemi, /A;, O;/, relativamente meno signicativi, giacch /A;/ riguarda soprattutto parole d'origine straniera, scritte con a\
('phA;sT)a ('phsT)b /'pA;st/ paa, (&vIiT'nA:m, -'-)a (-'n;m)b /vIiEt'nA;m/ Vietnam Mentre /O;/ si riferisce in particolare a parole scritte con ausC aunC alC\ (O;'sTI;, A-)a (;'sT;, -)b /O;'stI/ auere, ('hO;nT, 'hAnT)a ('h;nT)b /'hO;nt/ haunt
('sO;T, 'sAT)a ('s;T 'sT)b /'sO;t/ salt Come si vede dagli esempi, /O;/ riguarda, soprattutto, l'americano; d'altra parte, /A;/ pu presentare duplici possibilit nei due
accenti, a seconda delle parole e anche dei parlanti.
Il (socio-)diafonema //
3.1.6.1. L'ultimo diafonema vocalico, che dobbiamo considerare, // = /, I/,
che si riferisce all'alternanza delle realizzazioni di //: tra // e /I/; c' un netto preva-

3. inglese

79

lere di // () per l'accento americano e di /I/ () per quello britannico, anche se le


cose sono leggermente pi complesse.
Infatti, anche in americano, non mancano casi di // = /I/, specie nella parlata
pi ranata e pi conservativa, come non mancano, in britannico, casi di // = //,
specie nella parlata meno ranata e pi innovativa, sicch c' una maggiore convergenza ai livelli pi correnti e pi moderni.
Ma vediamo alcuni esempi: (s'vI;)a (s'v;)b /s'vI/ severe, ('ksGnT, 'gz-)a
(-G-)b /'EksGnt, 'Egz-/ exigent, (&khAmp<'h~Sn)a (&khmp>'h~S)b /kmp<'hEnSn/ comprehension
3.1.6.2. csto che circolano ancora (specie in dizionari bilingui) trascrizioni alquanto datate e antiquate, non sar male fare il punto della situazione di certi sussi e pressi (veri o apparenti).
La pronuncia neutra moderna, anche britannica, ha ormai // (mentre /I/ suona piuttosto pomposo) in: -ace ('phls) /'pls/ palace -ate ('chAklT)a ('chklT)b
/'cklt/ >ocolate -iI ('hpli) /'hpli/ happiI -i ('khwAn[[][i)a ('khwnTTi)b
/'kwni/ quanti
Quando /-i/ preceduto da /s/, pu spesso diventare /-sti/, e quindi, la notazione /-si/ ingloba le due possibilit (escludendo, per, che i due diafonemi /, / operino insieme, per incompatibilit contestuali, nel senso che, se // cade, // passa automaticamente a /t/, essendo preceduto da /s/): necei universi veloci
/n'sEsi, jUun'v:si, v'lsi/.
Inoltre, -le ('hpls)a ('hpls)b /'hOUpls/ hopele -ne ('gDns) /'gUdns/
goodne Per -e prevale /s/, soprattutto in americano, mentre in britannico si
pu avere anche /Is/ (actre waitre) e, incerti casi, pure /Es/ (du>e); per prince
poi, abbiamo: ('ph<nss, -s)a (p>n'ss, 'ph>nss)b; -let ('b<IslT)a ('b>-)b /'b<EIslt/
bracelet -ret ('skA;<lT)a ('skA;lT)b /'skA:lt/ scarlet
3.1.6.3. Si ha // (quindi, prevalentemente // in americano, ma /I/ in britannico] per: -ed ('wI[)a ('wIT)b /'wEId/ waited -es ('h;<)a ('h;s)b /'hO:sz/
horses -e ('bgsT)a ('bgsT)b /'bIgIst/ bigge -et ('ThkT)a (-T)b /'tIkt/ ti$et
('vEvT)a ('vvT)b /'vEvt/ velvet (ma ('nT<sT, 'n[[]&<sT)a ('n>sT, 'nT&>sT)b /'Int<st, 'In<Est/ intere] -ite ('ApzT, -s-)a ('pzT, -s-)b /'pzt, -s-/ opposite
Ancora: -ice ('Afs, 'O;-)a ('fs)b /';fs/ oce -ine (g'zmn)a (-n)b /Ig'zmn/
examine -i ('v<&fa)a ('v>&fa)b /'vE<faE/ veri
Inoltre, be- (b'khm:)a (b'khm:)b /b'km/ become de- (D'm:n, -;n)a (D'mA:n)b /d'm;nd/ demand (ma "de-& /dIi-/: (DIi'nIc)a (-c)b /dIi'nEIc/ denature] pre- (ph<'Thn:)a (ph>-)b /p<'tEnd/ pretend re- (<'Tha)a (>'Tha)b /<'taE/ retire (ma "re-& /<Ii-/: (<Ii'g;In)a (>Ii-)b /<Ii'gEIn/ regain]
Per parole come become demand pretend retire eleven si potrebbe aggiungere
che // ha la variante possibile /i/ (o anche /Ii/), che, normalmente, appartiene alla pronuncia formale in americano; mentre, in britannico, all'estremo opposto.
Quindi, pi sicuro attenersi a quanto abbiamo appena detto. Naturalmente,
ognuno decider per conto suo, soprattutto tramite la consultazione (sistematica)
d'un attendibile dizionario di pronuncia (ma molto meglio se se ne consulta pi

80

manuale di pronuncia

d'uno, regolarmente).
Inne, per la maggior parte di -e- -i- interne, in sillaba non-caudata, abbiamo
perlopi // (cio tendenzialmente // in americano e /I/ in britannico): ('lmnT)a
('lmnT)b /'Elmnt/ element (&nsT'ThUuSn)a (&nsT'ThjuS)b /Inst'tUuSn/ initution
3.1.6.4. Abbiamo, invece, sistematicamente /I/ in: -ic(s) (f'n[k[s])a (-Tk[s])b
/f'nEIk[s]/ #onetic(s) -ical (s'Th<k)a (->-)b /s'tI<Ik/ sarical -i ('sTnD)
/'stndI/ andi -ip ('f<~Sp)a ('f>-)b /'f<EndSIp/ friendip -ive (n'Thns)
/In'tEnsIv/ intensive
Appartengono a questo gruppo (sebbene in certe pronunce americane possano avere sia /I/ che //) anche: -age ('vl) /'vIlIG/ village -i ('glS) /'IglIS/ Eli -i
('lgwsT) /'lIgwIst/ liui e- e i- (iniziali di parola, in sillaba non-caudata) ('lvn)
/I'lEvn/ eleven ('Thjn) /I'tljn/ Italian im- e in- (in sillaba caudata) (m'ph;<TT,
-<T)a (-;T- -T)b /Im'pO:tt/ important (n'sT;) /In'stEd/ inead
Per //, il comportamento dell'inglese "oceaniano& e sudafricano pi simile a
quello americano.
Di solito, // non-accentato, essendo la V debole per antonomasia; per, ci sono due forme che, molto spesso, si sentono anche accentate (tranne che in pronuncia formale): ('chD<n, 'ch-, 'ch-, 'ch-)a (->-)b /'cId<n, 'c-, 'cU-/ >ildren ('DzT, 'DT, -) /'dzt, 'd-/ doesn't (questo dato anche in un esempio del
3.3.6.4). Si consideri anche la possibilit di "riaccentazione& per enfasi: Oh, I
didn't buy it: it wasn't the ('I;i, ') dress, it was just a (';I, ') dress.
Consonanti
3.2.0. Cominciamo questa sezione, dando la tabella delle articolazioni consonantiche dell'inglese neutro americano e britannico: f 3.6. bene riferircisi sistematicamente, per comprendere a fondo il consonantismo.

F pb

(M)
f v

(n)
n
(t d) T D

k g

cG

laringali

velo-labiati

velari

palatali
prevelo-{postalveo}-labiati

(~)
( )b


s z ( )a
([|m)a
l

prepalatali

postalveopalatoprolabiati

postalveo-labiati

postalveolari

alveo-velari

alveolari

dentali

labiodentali

bilabiali

f 3.6. Tabella delle consonanti inglesi neutre.

()

S Z
j

(>)b

<a

()

// ([a, ma, Tb), //l// /l, / (l, -lj, -j, 0, ), /</ (<a, >b)

h (H)

3. inglese

81

Le f 1.9-15 danno, invece, gli orogrammi, raggruppati per modi d'articolazione, di tutti i contoidi dati nei capitoli di questo volume, anche come varianti secondarie, occasionali, o regionali, per le 12 lingue trattate.
Nasali
3.2.1.1. L'inglese ha tre fonemi nasali\ /m, n, /. L'unico problematico quello velare, giacch in italiano ricorre solo come tassofono di /n/ davanti a /k, g/:
('tE:go) /'tEngo/ tengo L'articolazione di () velare; in inglese, ricorre anche tra
V e davanti a C eterorganica: ('b;) /'b/ ba, (b'khm)a (b'khm)b /b'kmI/ becomi, ('s) /'sII/ sii, ('lO: 'g;, 'lA;)a ('l; 'g;)b /'l;
'gOU/ lo ago, ('sT<[k])a ('s>-)b /'st<EI/ re`eni
fondamentale non dare una soluzione udibile ai nasali nali: ('g;Im) /'gEIm/
game, ('n:) /'In/ `in, (':) /'I/ `i, non qualcosa come *('gEim:, 'tin:, 'ti:g).
In sillaba non-accentata, dopo /t, d , s, z/, c' la tipica realizzazione intensa
("sillabica&) di /n/ {() //}, che conviene, decisamente, usare anche nelle trascrizioni (dia)fonemiche (anche se l'origine , chiaramente, /n/): ('khAT, 'khA)a
('khT)b /'kt/ cotton, ('wD) /'wUd/ wooden, ('m:< 'T)a ('m:)b /'mO: n't/ more `an `at, ('f[;]s)a ('fA;s)b /'f;s/ faen, ('chz)a ('chz)b /'cOUz/ >osen Dopo /0t, 0d/, si preferisce /n/: ('wnsTn) /'wInstn/ Winon ('hDn)a ('h-)b /'hOUdn/ Holden
Inoltre, si ha /n/ (= (n)a ()b) dopo /S, Z/: (ph<&nnsi'ISn)a (--, -S)b /p<nnsi'EISn/ pronunciation (ph'<Zn)a (->zin, -Z)b /p'<IZn, -zj-/ Parisian In protona, (n) pu facilmente passare a (), specie dopo /S, Z c, G/.
Dopo le altre consonanti, pi normale /n/ (n, n): ('l~cn)a ('l-)b /'lncn/
lun>eon (<'lGn)a (>-)b /<'lIGn/ religion ('<bn)a ('>bn)b /'<Ibn/ ribbon,
('~jn)a ('~jn)b /'njn/ onion, ('ThIkn) /'tEIkn/ taken
Aumentando la velocit, e soprattutto in protona, si pu arrivare a (c, G
p, b k, g): ('l~cn, -c)a ('l-)b (<'lGn, -G)a (>-)b ('pn, -p)a
('-)b /'OUpn/ open ('<bn, -b)a ('>-)b ('ThIkn, -k), (';<gn, -g)a (';g-)b
/'O:gn/ organ D'altra parte, riducendo la velocit, o per enfasi, // pu facilmente passare a (n): ('ls, -sn) /'lIs/ lien
Sistematicamente, abbiamo: (n[D]n) /n[d]n/: ('lnn) /'lEnn/ Lennon, ('lnDn)a ('ln-)b /'lndn/ London per, ('wAnT, -n, -nTn, 'wO;n-)a ('wnTn -n)b
/'w;ntn/ wanton
3.2.1.2. Per quanto riguarda l'importante fenomeno dell'assimilazione (che non
si deve assolutamente trascurare nella descrizione, come pure nell'insegnamentoapprendimento), osserviamo che, dei tre fonemi nasali dell'inglese, i due marcati, /m, /, resistono bene, mentre quello non-marcato, /n/, soggetto a vari tipi di
trasformazioni, contrariamente a quanto fanno credere le trascrizioni fonemiche.
Ma, procedendo con ordine, abbiamo: ('D<I;im)a ('>-)b /'d<Iimd/ dreamed,
('D<mT)a ('>-)b /'d<Emt/ dreamt, ('sm&Tham)a ('sm-)b /'smtaEmz/ sometimes,

82

manuale di pronuncia

('s;Im 'kha;n) /'sEIm 'kaEnd/ same kind, (sm'Gli) /sm'GEli/ some jelI ('s;IM
'vs, -m '6s) /'sEIm 'vOEs/ same voice, ('s;IM 'fkT, -M] 'f-, -m 'kT) /'sEIm 'fkt/
same fact, ('khMfT, -M]f-, -m-)a ('khMfT, -M]f-, -m-)b /'kmft/ comfort (come si vede, solo coi labiodentali, /m/ mostra un leggero cedimento, diventando
labiodentale, (Mf M]f), in casi poco importanti dal punto di vista lessical-semantico; altrimenti, sono /f, v/ che possono cedere, diventando (costrittivi) bilabiali: (m, m6)).
Gli esempi mostrano anche la possibilit, molto frequente nel parlato corrente
(ma da non imitare eccessivamente), d'inserire un occlusivo omorganico (labiodentale) all'interno della sequenza (mf) (solo col non-sonoro). Pure in altre sequenze,
si pu avere l'inserimento omorganico: ('w;<m, -mp)a ('w;m-)b /'wO:m/
warm`, ('mTi, 'mpTi) /'Emti/ emp, ('sms, 'smps) /'sIms/ Sim(p)son.
Anche // resiste bene: ('<O:, '<A;)a ('>;)b /'<;d/ wroed, ('w&bk)
/'wIbk/ wiba$ solo per il susso -i () /I/ (e a un livello non-neutro, da
non seguire), si pu avere /In, n, /: ('sl -n -n) /'sElI/ selli. Si possono
sentire anche: ('l, -k) /'lE/ le` ('khsTn, -ks-, -z-, -T) /'kInstn/ Kiston ('za[i, g-)a (-Ti)b /'zaEi/ anxie, ('Ss, 'k-) /'Ss/ anxious.
3.2.1.3. Invece, /n/, tranne che nel parlato molto (n troppo!) attento, regolarmente s'assimila ai contoidi che lo seguono: (m'blk) /Im'blk/ in bla$ (M'vaT)
/In'vaEt/ invite (M'fkT M]-) /In'fEkt/ infect ('bAks, -)a (-ks)b /In'bks/ in `e box ('Th -t) /'tEn/ ten` ('Thns -ts) /'tEns/ tense ('phns,
-ts)a (-)b /'pIns/ pincer (per (()) v tra poco).
Per /nz/, s' avuta, da tempo, la semplicazione (sempre con la possibilit di
recuperare anche /ndz/, della graa): ('wnz, -ndz)a (-)b /'wInz/ Windsor ('lnzi, -dzi) /'lInzi/ Linds\ Anche per /nz/, si pu sentire l'epentesi: ('khln:, -n:d)
/'klEnz/ cleanse ('khlnz, -ndz) /'klEnzI/ cleansi; sempre meno consigliabile,
specie coi grammemi: ('Th-jn -nd -) /I'tljnz, -/ Italians ('GA;n -nd)a
('G;-)b /'Gnz/ John's
Ancora, troviamo (~) (postalveopalatale, ((n))) in casi come: ('~c) /'Inc/ in>
(~'chan)a (-)b /In'caEn/ in ina ('I~G) /'EInG/ ael ('Th~Sn -~cn
-~+Sn)a (-~S -~c -~+S)b attention ma, troviamo (~) (prepalatale) davanti a /j/
(se eterosillabico): (khm'ph~jn) /km'pnjn/ companion ('~jn)a ('-)b
/'njn/ onion
Inoltre: ('hn<i)a ('hN>i)b /'hEn<i/ Henry (n'Th<nsk)a (N'h>-)b /In't<InsIk/ intrinsic ('Th 'g:, -;)a (-:)b /'tEn 'g:z/ ten girls ; si noti anche: (m'wn[m])a (-nT)b /In'wIn/ in winter
Una trascrizione migliore di (~c, ~G, ~+S) sarebbe ((nc, nG, ntS)), con ((n)) "postalveo-palato-prolabiati& e anche "((t))& (per un occlusivo postalveopalatale). Poco
sopra, si sar notato pure (()), dentale, che si pu anche rendere con (n), specie nel
caso di (n), giacch il semplice fatto che in /n/ ci sia () (dentale), ci permette di
ricavare che, per assimilazione, siamo di fronte a (()).
Invece, il simbolo speciale sarebbe pi importante in (()), per indicare che non
(nn) (alveolare, ma dentale, provenendo da (()) /n/), come, per esempio, in
(n'n;&Tha;m)a (-;-)b /In'nOUtaEm/ in no time. D'altra parte, per certi parlanti,

3. inglese

83

una pronuncia con assimilazione meno completa d proprio (nn), uditivamente


poco diverso, per cui si pu anche rinunciare ai simboli pi precisi, senz'inconvenienti.
Nella composizione lessicale, come anche per il presso negativo un-, in pronuncia lenta attenta, si cerca di mantenere (n), mentre correntemente si ha l'assimilazione al punto d'articolazione del C che segue.
Come compromesso eettivo, qui mostriamo che si pu avere anche un'articolazione che mantiene il contatto apicale, ma che aggiunge una coarticolazione secondaria (senza contatto pieno) bilabiale, (); labiodentale, (); velare, (n); un altro
tipo di coarticolazione parziale (col semplice avvicinamento agli alveoli) rappresentato dal contatto bilabiale, (M), o velare, (): (&mb'lIivb, &M-, &-)a (&mb-,
&M-, &-)b /nb'lIivb/ unbelievable (M'f<nDli, -)a (M'f>-, -)b /n'f<Endli/
unfriendI ('g<ITf, -, n-, -f)a ('g>-, -, n-, -f)b /n'g<EItf/ urateful.
Negli altri casi, con coarticolazioni meno diverse, l'assimilazione (spesso, giudicata meno raccomandabile, su pure basi grache e morfologiche) sfugge maggiormente e, quindi, viene applicata in modo spontaneo, anche se inconsapevole.
Inne, si pu avere anche la semplicazione (ma meno frequentemente d'un
tempo), in casi come: ('snts -ns) /'sEnts/ cen_ ('pha;nd -n) /'paOndz/ pounds
('l~c -~S)a ('l-)b /'lnc/ lun> ('l~cn -~Sn)a ('l-)b /'lncn/ lun>eon (<'v~: -~:)a (>-)b /<'vEnG/ revee ('I~G -~Z -G, -Z) /'EInG -G/ ael
Occlusivi
3.2.2.1. Ci sono tre coppie difoniche d'occlusivi\ /p, b t, d k, g/, e bisogna tener ben presente che /t, d/ sono alveolari (T, D): (Th'D;I) /t'dEI/ todZ, ('DsT&TUuT)a ('DsT&TjuT)b /'dEsttUut/ deitute Per, davanti a /, s, z/, /t, d/ diventano dentali (t, d): ('It) /'EIt/ eigh`, ('w) /'wId/ wid`, ('hts) /'hts/ ha_,
('h;d) /'hEdz/ heads
Invece, davanti a /</ (>)b, in accento britannico, diventano postalveolari, sempre per assimilazione: ('Th<a;)a ('h>a;)b /'t<aE/ try, ('khnT<i)a ('khN>i)b /'knt<i/
country, ('D<k)a ('>k)b /'d<Ik/ drink
Per /t<, d</, comunque, sono possibili varie pronunce, perlopi con realizzazione occlu-costrittiva per /t, d/: in americano ([h]<, < C[h]<, < c[h]<, G<)a; in
britannico ([h]>, > [h]>, "> C[h]>, > c[h]>, G>)b. Inoltre, possibile avere
la realizzazione costrittiva (omorganica) per /</, perci (rispettivamente, alveolare
e postalveolare labiata, (, )): (T[h], D)a ([h], )b. Quindi: ('Th<a;, 'h<-, 'Ch<-,
'ch<-, 'Th-)a ('h>a;, 'h>-, 'h>-, 'Ch>-, 'ch>-, 'h-)b /'t<aE/ try, ('khnT<i, -<i, -C<i,
-c<i, -Ti)a ('khN>i, ->i, ->i, -C>i, -c>i, -i)b /'knt<i/ country, ('D<k, '<-, '<-,
'G<-, 'D-)a ('>k, '>-, '">-, '>-, 'G>-, '-)b /'d<Ik/ drink
Tutte queste pronunce sono ammissibili come neutre, sebbene la graa inuenzi le opinioni della gente, lasciando credere che quelle con minore corrispondenza siano errate; d'altra parte, strutturalmente, /c<, G</ costituirebbero un conveniente parallelismo con /S</, come in ('S<k)a ('S>-)b /'S<Ik/ rink

84

manuale di pronuncia

3.2.2.2. Molto pi signicative sono certe altre trasformazioni di /t, d/; infatti,
anche se, per uno straniero, (T, D) possono sembrare pi "marcati&, in realt, nel
sistema fonologico dei nativi, /t, d/ sono la coppia difonica d'occlusivi non-marcata
(come avviene per /n/ rispetto a /m, /); quindi, articolatoriamente, /t, d/ sono
soggetti all'assimilazione, non per "complicare& le cose, bens proprio per semplicarle.
Perci, /t, d/, davanti a /p, b, m, w/, generalmente, diventano (p, b): (&p'm;n) /t'mn/ `at man (&p'b;) /t'bOE/ `at boy ('nAp 'wn:)a ('np
'wn:)b /'nt 'wn/ not one; davanti a /k, g/, diventano (k, g): ('wAk k~j'DU;u,
'w-)a ('wk k~j'D;u)b /'wt knj'dUu/ what can you do? (&k'g:, -;)a (-:)b
/t'g:/ `at girl
Anche le rare sequenze /pf, bv/ presentano fenomeni d'assimilazione (in una direzione o nell'altra): ('khp, -]f)a ('kh-)b /'kpfU/ cupful, ('Ab6is, 'A7v-)a
('-)b /'bvis/ obvious
Non necessario segnare appositamente le articolazioni prevelari (automatiche,
per coarticolazione): ('k, 'gT) {((', 'T))} /'IkI, 'gEt/ `inki get
3.2.2.3. Un fatto fondamentale, che non si deve trascurare nello studioapprendimento (e gi visto in esempi precedenti), che /p, t, k/, iniziali di sillaba accentata (quindi non preceduti da /s/ nella stessa sillaba e nello stesso lessema) e anche
dopo silenzio (anche se in sillaba non-accentata), sono "aspirati& (0h) /0/:
(Th'D;I) /t'dEI/ todZ, ('phIik) /'pIik/ peak (ma ('spIik) /'spIik/ speak] ('ThIk) /'tEIk/
take (ma ('sTIk) /'stEIk/ ake] ('kh;)a ('kh;)b /'kE/ care (ma ('sk;)a ('sk;)b
/'skE/ scare] si noti, per: (ms'ph<n[[])a (ms'ph>nT)b /mIs'p<Ind/ misprinted (con fonosillabe diverse e morfemi diversi).
La t americana // ([, m).
3.2.3.1. Un'importante caratteristica dell'accento neutro americano (ma che,
in quello britannico, non neutra, pur essendo abbastanza diusa) riguarda /t/
che, in determinati contesti, si realizza come vibratile alveolare sonoro, ([) (anche
lateralizzato, (m), davanti a ()).
Ma vediamo, prima, quando resta occlusivo (non-sonoro), in certi casi anche laringale, ().
In sillaba accentata (anche "non-aspirata&) o semiaccentata: ('Thn:) /'tEn/ ten,
('sTm:) /'stEm/ em, (A;<'Thkjl&T<i)a (A;'Thkjl>i)b /A:'tIkjltK:<i/ articulatory
(+ (A;&Tkj'lI>i)b /A:tIkj'lEIt<i/}, ('<Uum&Tz)a ('>u-)b /'<UumtIz/ rheumatism
Dopo pausa o dopo C (diversa da /n, , /): (Th'ThIk) /t'tEIk/ to take, ('kT)a
(-)b /'kt/ actor, ('[;]fT)a ('A;fT)b /';ft/ after, ('m[p]Ti) /'Em[p]ti/ emp
Davanti a C\ ('chTni, -ni)a ('chTni, -ni)b /'ctni/ utn\, ('phT<i)a
('ph>i)b /'pOUt<i/ poetry, ('lITli, -li) /'lEItli/ lateI, (T'ln[[]k, 'l-)a (T'lnTk,
'l-)b /t'lnIk/ Atlantic.
Rimane (T) anche in parole in -Vtic (pur senz'accento secondario): ('lUunTk)a

3. inglese

85

('lu-)b /'lUuntIk/ lunatic, ('phAlTk)a ('ph-)b /'pltIk/ politic, ('<mTk)a ('>-)b /'<ImtIk/ ari`metic e anche tra /, / e //: ('n;<T, -<)a ('n;T)b /'nO:t/ Norton, ('hT, -)a ('hT)b /'hIt/ Hilton inoltre, abbiamo: ('khlnTn,
-nT, -n)a ('khlnTn -n)b /'klIntn, -nt/ Clinton
3.2.3.2. Ora vediamo i contesti in cui, nel parlato normale (non lento, n particolarmente attento), c' il passaggio /t/ (T) = // ([, m).
Tra V accentata (o no) e V o (, ): ('b[i)a ('bTi)b /'bEi/ Bet, ('vIi[)a ('vIiT)b /'vIiOU/ veto, (&vz'bl[i)a (-Ti)b /vIz'bIli/ visibili, (&['msTk)a (&T-)b
/'mIstIk/ atomiic, ('lm)a ('lT)b /'lE/ letter, ('l[)a ('lT)b /'lI/ little
Tra /n, , / e V o (, ) (come si vede dagli esempi, in /n/, spesso, ([, m) pu cadere dopo /n/, (n[[], n[m])): ('bn[[]m)a ('bnTm)b /'bnm/ bantam, ('wn[m])a
('wnT)b /'wIn/ winter (che pu diventare uguale a winner ('wn)a ('wn)b
/'wIn/), ('mn[[])a ('mnT)b /'mn/ mantel, (';[i)a (';Ti)b /':i/ `ir,
('phA;<[i)a ('phA;Ti)b /'pA:i/ par, ('SEm, -T)a ('ST)b /'SE/ elter
Pure davanti a V accentata (purch eterosillabica): (ph'ThI[, ph['I[)a
(ph'ThIT)b /p'tEIOU p'EIOU/ potato, (['O:)a ('Th:)b /'O:, 'tO:/ at all (si
noti la dierenza, tra i due accenti, per at all]
Per /n, , /, ci possono essere anche realizzazioni "fuse&, (, m, e): ('phI)a
/'pEInI/ painti, ('phA;mi)a /'pA:i/ par, ('fO;ei)a /'fO:i/ faul.
Va, comunque, detto che, in americano, se si rallenta l'enunciazione, o si fa pi
attenzione, // ([) passa a /t/ (T): ('lm, 'lT) /'lE/ letter ('wn[m], -nT) /'wIn/
winter Lo stesso vale, anche parlando normalmente, per //: ('SEm, -T) /'SE/
elter, ('O;m, -T, 'A-) /'O;/ alter e anche per parole meno comuni, come:
('vIi[, -T) /'vIiOU/ veto, ('phlI[, -T) /'plEIOU Plato/ (d'fIi[&z, -&Tz) /dI'fIitIz/ defeatism.
Si ha // ([, m) anche negli accenti australiano, neozelandese, sudafricano e nelle
citt gallesi e irlandesi; invece, quello scozzese noto per // = (), anche tra V e
davanti a () //, e pure davanti a (R) //, come negli accenti popolari dell'Inghilterra, in particolare, di Londra, Birmingham, .
L'inesplosione
3.2.4.1. Un altro aspetto notevole degli occlusivi dell'inglese, sia sonori che no,
che, soprattutto dopo /[m, n, , , ]/, davanti a pausa o a C sono, generalmente, inesplosi, cio con la terza fase (: lo stacco) inudibile, incompleta. Foneticamente, si pu mostrare questo fenomeno tramite il diacritico () (da usare soprattutto
nelle prime fasi e, ovviamente, dove se ne parla, come qui).
Quindi, dopo vocale (accentata o no), che pu essere seguta da N omorganico
(/mp, mb nt, nd k, g/) o da /, /, gli occlusivi, sonori o no, sono inesplosi,
tranne che in pronuncia molto lenta o attenta.
Ecco degli esempi (ovviamente, dicendo le singole parole isolate, davanti a pausa, pi normale produrre, e far sentire, lo stacco, indicato da ($)): ('bA;)a
('b;)b /'bb/ Bob ('khp)a ('khp)b /'kp/ cup ('khmp) /'kmp/ camp ('hT)

86

manuale di pronuncia

/'ht/ hat ('h;n) /'hnd/ hand ('<;)a ('>;)b /'<Ed/ red ('S;<T)a ('S;T)b /'SO:t/
ort ('fO;T, 'fAT)a ('f;T, 'fT)b /'fO;t/ fault ('blk) /'blk/ bla$ ('bk)
/'bk/ bank ('D;) /'dIg/ dig.
Se isolati, come esempi, davanti a pausa, sono esplosi\ ('bA;$)a ('b;$)b
('h;n$) ('S;<T$)a ('S;T$)b ('bk$), .
Davanti a C sono inesplosi: ('kT) /'kt/ act ('kT)a (-)b /'kt/ actor ('<;b)a
('>;b)b /'<bd/ rubbed, ('Tkns, 'kk-) /'tkIns/ Atkinson, ('b;g) /'bEgd/
begged ('sTApT)a ('sTpT)b /'stpt/ opped, ('hAT&dA, -O;, --)a ('hT&D, --)b /'htd;g/ hotdog ('sTAp 'DUu)a ('sTp 'Du)b /'stp 'dUuI/ op doi
Ancora: ('Gk 'phi;I, -iI) /'Gk 'pIi/ Ja$ Peel, ('bA;b 'g;)a ('b;b 'g;)b
/'bb 'gOUz/ Bob goes ('skATln)a ('skT-)b /'sktlnd/ Scotland (p'bats T'b-) /It'baEts/ it bites (T'ThIks, 'Th-) /It'tEIks/ it takes (k'kh<i T'kh-)a (->-)b /It'k<iz/
it carries
Ci possono essere coarticolazioni intermedie fra le due estreme, soprattutto
quando si fa pi attenzione a come si parla (ma ci non deve far pensare che si tratti di pronunce necessariamente "migliori&); infatti, per /t, d/ (+ /p, b k, g/, oltre
a (pp, pb p, bb kk, kg k, gg)), possiamo avere anche il mantenimento del punto alveolare, con la coarticolazione bilabiale, (B, ), o velare, (, ); oppure, articolazione gi bilabiale, o velare, con l'aggiunta della coarticolazione alveolare: rispettivamente (Q, ) o ($, ).
3.2.4.2. Possono rientrare in questa categoria, inoltre, le cosiddette "esplosioni
nasale e laterale&. fondamentale che la transizione tra /t, d/ e /n, l, / sia diretta, senza uno stacco simile all'"aspirazione&, e senza l'inserimento di vocoidi.
Quindi, abbiamo: ('phTni) (non *('pithn[e]i)} /'pItni/ Pitn\, ('wD) (*('[v]u:dn, -n)} /'wUd/ wooden, (khm'phlIiTli, -li) (*(kom'pli:tli, -ithli)} /km'plIitli/
completeI, ('l[)a ('lT)b (*('lit:tel, -tl, -tol, -th)} /'lI/ little, ('swnD) (*('swin:del, -dl, -dol)} /'swInd/ ~indle.
L'italiano ha anche il problema dei suoni nali di parola (o di sillaba davanti a
C] che non devono esser seguti da nulla: ('blk) /'blk/ (non *('blEk:)} bla$
('g;) /'gIv/ (*('giv:)} give ('s:) /'sI/ (*('si:g)} si ('wE:)a ('w:)b /'wE/
(*('wEl:)} well Come abbiamo gi rilevato, una forma come "(s'tOp:)& ha molte
probabilit d'esser interpretata, dai nativi, pi come ('sTAp)a ('sTp)b /'stp/
opper, che come ('sTAp)a ('sTp)b /'stp/ op
L'occlusivo laringale ()
3.2.5.1. Bisogna, ora, parlare dell'occlusivo laringale (o glottale) (), che bene
includere nell'inventario dei simboli del sistema fonologico inglese, anche se, a rigore, non ci sarebbero le classiche coppie minime, per decretarne lo status fonemico. Fatto sta che, descrittivamente e didatticamente, importante avere anche ().
Nella pronuncia neutra (americana e britannica) () usato, in caso d'enfasi,
davanti a V (soprattutto accentate): (ts'O;f)a (-';-)b /Its'[]O:f/ it's Yful! In pronuncia britannica, lo si pu usare anche per evitare d'inserire un /</ non etimolo-

3. inglese

87

gico ("intrusivo&, 3.2.9.4, alla ne): ('l: n';D) /'lO: n[d]'O:d/ lY and order
invece del frequente ('l:> n';D) (('lO: n';<D)a).
3.2.5.2. Inoltre, anche in pronuncia neutra, davanti a C, spesso, abbiamo /t/ =
() (adattando esempi appena visti): ('skAlnd)a ('sk-)b ('bats) ('ThIks)
('kh<i)a (->-)b.
Pi sistematicamente, procedendo per gruppi, ci si verica per le V (soprattutto, ma non necessariamente, accentate; e anche se con sonanti intercalate, /m, n,
, , /), davanti a /m, n, l, < j, w/: ('naT&m;, -p-, --)a (-;)b /'naEtmE/ nightmare, ('nAT 'na;, -)a ('n-)b /'nt 'naO/ not now, ('nAT 'jT, 'nA)a ('n-)b /'nt 'jEt/ not
yet (e anche (&nAc'T, n-, -)a (&nc'T, n-, -)b), ('lITli, -li) /'lEItli/ lateI
Davanti a /t, d c, G/: ('gT 'Da;n, -) /'gEt 'daOn/ get down, ('g<IT 'Gk, -)a ('g>-,
-k)b /'g<EIt 'GOUk/ great joke anche davanti a /p, b k, g f, v , s, z S, Z/: ('fp&bO;, --, -T-)a (-:)b /'fUtbO:/ football, ('khk&gT, --, -T-)a (--)b /'ktgt/ catgut ('at
';, -)a (-;)b /'aOt 'E/ out `ere, ('nT&SE, --)a ('nT&S, --)b /'ntSE/ nutell
Si notino anche: (a'kh[;]nT {'DUuT}, -n, -n {-T, -, -})a (-A;n- {-uT, -})b /aE'k;nt {'dUuIt}/ I can't [do it] (wi'wnT {'DUuT}, -n, -n {--, -})a (-n- {-uT, -})b
/wi'wOUnt {'dUuIt}/ we won't [do it] In posizione nale assoluta, non si ha (), tranne che per /It, t/, e solo nel parlato informale: (wi'wAnT, -O;nT)a (-nT)b /wi'w;nt/
we want (wi'wAn[[]T, -T, -)a (-nTT, -)b /wi'w;nIt/ we want it ('ThkT, -)a
(-T, -)b /'tIkt/ ti$et.
Per, il passaggio /t/ = () pi raro davanti a /h/: ('IT 'hts -) /'EIt 'hts/ eight
ha_ a volte, ricorre in /t/: ('khAT, -)a ('khT -)b /'kt/ cotton gi pi
frequente in /nt/ (e solo possibile con /, /): ('sk<nT, -, -[[]n)a ('sk>nTn
-)b /'sk<ntn/ Scranton ('khlnT, -, -Tn)a ('khlnTn -)b /'klIntn/ Clinton
('ET, -, -[n)a ('T, -Tn -)b /'Etn/ Elton
Non neutro davanti a /, , /: ('b[i)a ('bTi)b /'bEi/ Bet, ('bm)a ('bT)b
/'bE/ better, ('l[)a ('lT)b /'lI/ little (('bi), ('b)a, ('b)b, ('l)). Per,
pu ricorrere in /t'/: (&nAT'Iivn, &nA['-, &nA'-)a ('n-)b /nt'Iivn/ not even ammesso anche per it davanti a pausa: ('ThIkT, -) /'tEIkIt/ take it
, invece, pi che possibile, per /p/, (solo) davanti a /p, b/, e per /k/, (solo) davanti a /k, g/ (altrimenti, non neutro): ('sp 'phaD, -)a ('s-, -D)b /'sOUp 'paOd/ soap powder, ('bk&khIs, -&kh-) /'bUkkEIs/ bookcase, ('bk 'gA;<D, -)a ('gA;D)b
/'bk 'gA:d/ ba$ garden
La glottalizzazione britannica
3.2.6.1. Per quanto riguarda la pronuncia britannica va segnalato il fenomeno
della "glottalizzazione& di /p, t, k/ davanti a pausa o a C che, alla ne dell'800 era solo occasionale, ma ora diusissima, spesso, anche tra i "bemparlanti& neutri.
Ovviamente, ci sono gradazioni, sia d'intensit che di frequenza, per cui non assolutamente necessario introdurla nella propria pronuncia; sebbene, il non usarla,
per, possa far pensare ai nativi che si voglia esibire una lingua "troppo accurata&.
Comunque, se si decide d'impiegarla, conviene fermarsi al primo livello: quel-

88

manuale di pronuncia

lo della glottalizzazione simultanea, o vera e propria (o "singlottalizzazione&).


Quindi, s'articola la C, (0), e, allo stesso tempo, si produce un occlusivo laringale
(o glottale), (), che non s'aggiunge alla (0), allungandone la durata, ma, semplicemente, coarticolato con quella, che avr, quindi, in pi, solo questa seconda occlusione, () (non troppo "invadente&): (P, T, ).
Qualche esempio, nale: ('phIip, 'phIiP) /'pIip/ peep, ('hT, 'hT) /'ht/ hot, ('bk,
'b) /'bk/ ba$. Inoltre, davanti a C: ('kT, 'T) /'kt/ act ('kT, 'T) /'kt/
actor, ('Tkns, 'Tk-, 'kk-, 'k-) /'tkIns/ Atkinson, ('hT&D, --, 'hT-)
/'htd;g/ hotdog ('sTp 'Du, 'sTP) /'stp 'dUuI/ op doi
Ancora: ('Gk 'phi;I, 'G, -iI) /'Gk 'pIi/ Ja$ Peel (p'bats, P-, - T- T-,
-ts) /It'baEts/ it bites (T'ThIks, T-, -, -s) /It'tEIks/ it takes (k'kh>i, - T-
T-) /It'k<iz/ it carries ('skTln, 'skT-) /'sktlnd/ Scotland ('Thp&msT, -P&m-)
/'tpmOUst/ topmo ('phTni, -Tni) /'ptni/ Putn\
Altri esempi: ('ph>, ->-) /'pEt</ petrol ('Iikw, -w-) /'Iikw/ equal ('phpjl,
-Pj-) /'ppjl/ popular (k'saT, -) /Ik'saEd/ excited ('bts, -ts) /'bEts/ be_
('bts, -ts) /'bEts/ bel_ ('bnts, -ts) /'bEnts/ ben_ ('wks, -s) /'wIks/ wi$s ('wks,
-s) /'wIks/ Wilkes ('wks, -s) /'wIks/ winks
3.2.6.2. Il grado pi avanzato di glottalizzazione il "rinforzo&, cio far precedere /p, t, k/ da (): (p, T, k) (quindi, "preglottalizzazione&). Questo pi evidente (e "ingombrante&), giacch si tratta di due segmenti, anche se l'occlusivo laringale inesploso, mentre, in questi casi, /p, t, k/ sono eettivamente esplosi: ((p$,
T$, k$)) davanti a pausa (ma non davanti a C nella frase).
Rivediamo gli esempi (in progressione): ('phIip, 'phIiP, 'phIip) /'pIip/ peep,
('hT, 'hT, 'hT) /'ht/ hot, ('bk, 'b, 'bk) /'bk/ ba$.
Davanti a C: ('kT, 'T, 'kT) /'kt/ act ('kT, 'T, 'kT) /'kt/ actor,
('Tkns, 'kk-, 'Tk-, 'k-, 'Tk-, 'kk-) /'tkIns/ Atkinson, ('hT&D, --,
'hT-, 'hT-) /'htd;g/ hotdog ('sTp 'Du, 'sTP, 'sTp) /'stp 'dUuI/ op doi
Inne: ('Gk 'phi;I, 'G, 'Gk, -iI) /'Gk 'pIi/ Ja$ Peel (p'bats, P-, p-
T- T-, T-, -ts -ts) /It'baEts/ it bites (T'ThIks, T-, -, -s -ks) /It'tEIks/ it takes
(k'kh>i, -, k- T- T-T-) /It'k<iz/ it carries ('skTln, 'skT-, 'skT-) /'sktlnd/ Scotland ('Thp&msT, -P&m-, -p&m-) /'tpmOUst/ topmo ('phTni, -Tni,
-Tni) /'ptni/ Putn\
Ancora: ('ph>, ->-, ->-) /'pEt</ petrol ('Iikw, -w-, -kw-) /'Iikw/ equal
('phpjl, -Pj-, -pj-) /'ppjl/ popular (k'saT, -, k-) /Ik'saEd/ excited
('bts, -ts, -ts) /'bEts/ be_ ('bts, -ts, -ts) /'bEts/ bel_ ('bnts, -ts, -ts) /'bEnts/
ben_ ('wks, -s, -ks) /'wIks/ wi$s ('wks, -s, -ks) /'wIks/ Wilkes ('wks, -s,
-ks) /'wIks/ winks Per la "sostituzione& di /t/ con () 3.2.5.2.
Lenizioni
3.2.6.3. Nel parlato rapido informale, in pronuncia britannica, /p, b t, d k, g/
semplici, non all'inizio di sillaba accentata (quindi, anche nali), si possono lenire, diventando costrittivi abbastanza tesi, (, 6 Q, z x, ): ('phIp, 'phI) /'pEI-

3. inglese

89

pz/ papers, ('>b, '>6) /'<b/ rubber, ('lT, 'lQ, 'l) /'lE/ letter, ('fID, 'fIz, 'fI) /'fEIdI/ fadi, ('bIk, 'bIx) /'bEIk/ baker, ('Dg, 'D) /'dIgI/
diggi.
In pronuncia americana, l'eventuale lenizione si manifesta pi come parziale sonorizzazione di /p, k/, (p, k, ): ('phIp, -p, -) /'pEIpz/ papers, ('bIk,
-k, -) /'bEIk/ baker un'ulteriore variazione di /t/ = // = ([, m), pu essere verso
(A, b, r) (parzialmente o completamente desonorizzato): ('bTi, -[i, -Ai, -i) /'bEi/
Bet ('lT, -m, -b, -r) /'lE/ letter
In americano, abbastanza frequente anche il passaggio /d/ = ([, m): ('lD 'lm)
/'ld/ ladder ( ('lm) /'l/ latter che pu avere una leggerissima dierenza
di durata, (), inferiore al semicrono, (;)), ('<aD '<am) /'<aEd/ rider ( ('<am)
/'<aE/ writer] ('bDi 'b[i) /'bEdi/ beddy ( ('b[i) /'bEi/ Bet] per, tale pronuncia non considerabile neutra, ma solo mediatica.
Un altro modo (neutro), per mantenere una dierenza, recupera la non-sonorit
di //, parzialmente: ('lb '<ab 'bAi), o meglio ancora totalmente: ('lr '<ar 'bi) (come gi detto e mostrato poco fa), senz'alcun allungamento vocalico
nel caso di /d/ ([, m).
In pronuncia britannica informale, per /t/, possibile che, soprattutto in monosillabi di scarso valore semantico, si realizzi /t/ come ([): (Th&gT'ph>zT, -&g[-) /tgE'p<Ezt/ to get a present (&gT'mc, &g[-) /g'mc/ got a mab
(&khwaT&bT'h>fk, &khwa[&b[-) /kwaEbIv't<fIk/ quite a bit of trac (T'kh;Tmi, [-) /It'k:tmi/ it occurred to me ('wT 'phTi, 'w[ -) /w'pIi/
what a pi ('nT nli's, 'n[ n-) /nOUnli'Is/ not onI `is (bT';s 'T,
b['-) /b'O:sOU 't/ but also `at (bTa'D;u, b[a-) /baE'dUu/ but I do.
Occlu-costrittivi
3.2.7.1. C' una sola coppia (difonica) d'occlu-costrittivi, (c, G) /c, G/, sui quali basta dire che /c/, in sillaba accentata (o, dopo pausa, anche nei rari casi di sillaba non-accentata, come aucerian), "aspirato&, come /p, t, k/ (sebbene la maggior parte dei fonetisti nativi non lo dicano aatto): ('chmni) /'cImni/ >imn\.
Normalmente hanno protensione labiale, e sono articolati, pi spesso, a punta
alta, ma pu esser pi conveniente non usare i simboli speciali ((c, g)).
Inoltre, /G/ (come gli altri fonemi sonori in coppia difonica) si desonorizza davanti a pausa o a C non-sonora: ('G;)a ('G;)b /'GG/ judge.
Un'osservazione importante, per una buona pronuncia, che contrariamente
agli occlusivi inglesi, /c, G/ non devono mai essere inesplosi, nemmeno davanti a
C e, soprattutto davanti a "s stessi& (solo qui segn(i)amo l'esplosione, (0$)):
('wAc$ 'khfi 'wO;c$)a ('wc$ 'khfi)b /'w;c 'kEfli/ wab carefulI ('wc$
'chI;i 'Wc$ 'hw-) /'wIc 'cIiz/ whi> >eese ('lA:<$ 'ch;c)a ('lA:$ 'ch;c)b /'lA:G 'c:c/ a large >ur>.
L'unico "sconto& ammesso consiste nella possibilit di ridurre il primo di due
occlu-costrittivi al costrittivo corrispondente (S, Z): ('wS 'chI;i 'WS 'hw-), ('lA:<
'ch;c)a ('lA: 'ch;c)b Questo pu succedere anche per /nG, nc/ davanti a /c, G/

90

manuale di pronuncia

(giacch /nG, nc/ hanno la variante, meno frequente, /nZ, nS/): ('O;<~G 'GUus,
-~Z, 'A<-)a ('>~G 'Gus, -~Z)b /';<nG 'GUus/ orae juice
Per il britannico, va aggiunto che /c/, come /p, t, k/, pu avere i due tipi di glottalizzazione visti ( 3.2.6.1-2), con la stessa frequenza e "consigliabilit&, per, ricorre anche davanti a V\ ('fc, 'f, 'fc) /'fEc/ feb, ('b~c, -~, -~c) /'bEnc/
ben>, ('s;cT, -T, -cT) /'s:ct/ sear>ed, ('s;cmi, -mi, -cmi) /'s:cmi/ sear> me,
('fcT, -T, -cT) /'fEcIt/ feb it, ('Thic, -, -c) /'tIic/ tea>er.
Inne, soprattutto in britannico, davanti a pausa o C si pu avere anche /c/ =
(S): ('fS, 'b~S, 's;ST, 's;Smi) (esempi gi visti) e ('khc 'khS) /'kc/ cab
(5wc 'bk3 3 5wS 'bk3 3) /'wIc 'bUk/ whi> book?
Costrittivi
3.2.8.1. Ci sono quattro coppie (difoniche), /f, v , s, z S, Z/ (f, v , s, z
S, Z). Per /f, v/ si veda quanto detto a proposito di /pf, bv/ ( 3.2.2.2). Qui, aggiungiamo alcuni esempi che mostrano la frequente riduzione o caduta di /v/: (a'kh[;]m b'lI;iv&T, -iV&-, -i&-)a (-A;m b-)b /aE'k;n b'lIivt/ I can't believe `at
('gvmi 'fa;, 'gVmi, 'gmi) /'gIvmi 'faEv/ give me ve! (a'S;<TDT, aV-, a-)a
(-;T-)b /aEv'SO:tdt/ I've ortened it (nonostante la perdita d'informazione rispetto a I ortened it), ('la;vz 'Th<b, -Vz, -z, -)a (-, 'Th>-)b /E'laEvz 'tE<b/ `eir lives are terrible (nonostante l'ambiguit con `eir lies are terrible),
('f:2 'fa;2 'sks2 'sv2 'IT2 'fa;V2 'sk2 'sb2 'fa;2 'sk2 's2)a ('f:2)b /'fO: 'faEv 'sIks
'sEv 'EIt/ four, ve, six, seven, eight S'osservi, inoltre: ('G 'phT, 'fa;6 'bts)
/'GEf 'pIt, 'faEv 'bIts/ Je Pit ve bits.
/, / sono dentali non-solcati (in americano, si pu avere, forse pi spesso, un'articolazione "prodentale& o "interdentale&, che si pu trascrivere con ((w, W));
per, visto che l'impressione uditiva non molto diversa, possono bastare i simboli uciali, (, ); importante apprendere bene l'articolazione non-solcata):
('k) /'Ik/ `ink, ('s) /'Is/ `is, ('w;) /'wI/ wi`. Cominciando una frase
con I `ink pi o meno pleonastico, generalmente, si ha // semi-costrittivo: (&k)a (-)b; lo stesso pu avvenire per // () dei grammemi `e `is
In parlata informale, normale l'assimilazione di // in forme come `e `at
`is bo`\ ('wts z'Tha;m, 'wAts)a ('wts)b /'wts 'taEm/ what's `e time?, ('wts
'zT, 'wAts)a ('wts)b /'wts 't/ what's `at?, ('bs 'sa;d)a ('bs)b /'bOU 'saEdz/
bo` sides (hiz'wIm, hiz-, hizz-)a (-T)b /hiz'wIt/ he's `e waiter ('m;<n, -, -)a (-;n-)b /In'mO:nI/ in `e morni ('O: 'Tha;m, 'O:-, 'O:l-)a (':)b /'O: 'taEm/ all `e time
3.2.8.2. /s, z/ sono dentali solcati (generalmente a punta alta, o dentalveolari,
per cui si potrebbero trascrivere con (s, z), soprattutto a ni contrastivi, per evidenziare la dierenza con l'articolazione a punta bassa; per, visto che i nativi stessi
possono presentare entrambe le caratteristiche, magari oscillando, si possono usare, abbastanza tranquillamente, i simboli pi normali): ('s;Im) /'sEIm/ same, ('<z)a ('>z)b /'<OUzz/ roses, ('sz)a ('sz)b /'sIzz/ sciors

3. inglese

91

fondamentale sapere che, in sm- sn- sl- (contrariamente all'italiano, che ha /z/
(z), anche per sr-), abbiamo /s/ (s): ('smO:)a ('sm:)b /'smO:/ small ('snIk) /'snEIk/
snake, ('slIip) /'slIip/ sleep
Per dis- seguto da occlusivo sonoro, abbiamo varie possibilit, fonetiche e fonemiche: (&Dsb'lI;i, -s-) /dIsb'lIiv/ disbelieve (Ds'D;In, -s'-, -'D-, -z'D-, -'sT-) /dIs'dEIn, -z'd-, -s't-/ disdain (Ds'gsT, -s'-, -'g-, -z'g-, -'sk-)a (-sT)b /dIs'gst, -z'g-, -'sk-/ disgu (Ds'ga;, -s'-, -'g-, -z'g-, -'sk-) /dIs'gaEz, -z'g-, -'sk-/ disguise
Osserviamo (ma solo qui), che /s, z/ preceduti da una o pi C, generalmente,
sono articolati come approssimanti (dentali/dentalveolari), (, d), pi che come costrittivi: (('SAp))a (('Sp))b /'Sps/ ops (('k)) /'ks/ `anks (('bE:D))a (('b:D))b
/'bEz/ bells (('hn:dD)) /'hndz/ hands; ma suciente trascrivere: ('SAps)a ('Sps)b,
('ks, 'bE:, 'hn:d)a ('b:)b.
Nell'inglese americano, le sequenze /s, z/ si pronunciano con (, ) alveolari:
('f;T) /'f:st/ r ('ph;) /'p:s/ purse (h'k;T) /h'sk:t/ her skirt (f'mO: 'phIip) /f'smO: 'pIip/ for small people ('D:<) /'dO:z/ doors ('f:) /'f:z/ furs In britannico, /s<, z</ di solito diventano (>, >): ('nju&>iI) /'nUuz<Ii/ n[sreel.
/S Z/ sono pi spesso articolati a punta alta, "apico-postalveo-palato-prolabiati&,
per cui simboli pi adatti, contrastivamente, potrebbero essere ((x, )), ma, visto che
anche dei nativi usano l'articolazione a punta bassa, basteranno (S, Z); la cosa pi
importante da tener presente che hanno anche protensione labiale ("-prolabiati&,
infatti), come nell'italiano neutro: ('Sp) /'SIp/ ip, ('phlZ)a (-)b /'plEZ/ pleasure
Pure per /s, z/, l'assimilazione piuttosto importante, per una buona pronuncia;
infatti, /s, z/ = /S, Z/ (S, Z) davanti a /S c, G j/: (S'SAp)a (-p)b /Is'Sp/ `is op,
(S'GA:<)a (-A:)b /Is'GA:/ `is jar, (S'jI;)a (-;)b /Is'jI/ `is year, (Ii'SU;u)a
(-;u)b /Iiz'SUuz/ `ese oes, ('hSi, 'hSSi) /'hzSi/ has e? possibile anche /sc/
= (Sc): ('khwscn, -Sc-) /'kwEscn/ queion
Con you your generalmente si ha fusione completa: (a'mS, -)a (a'mS -)b
/aE'mIsju/ I mi you, (hi'nIiD Z'hEp, -G - -U-)a (Z'hp, -G - -;-)b /hi'nIidz jK:'hEp/ he needs your help, (Z's;I, - &-, --) /zju'sEI/ as you sZ; si veda anche ('ZT -) /z'jEt/ as yet. (Il ricorso ai diafonemi /, K:/ pu aiutare a contenere lo spazio della trascrizione fonemica, specie in un dizionario.)
Approssimanti
3.2.9.0. Per rendere pi semplice l'esposizione degl'importanti componenti di
questo modo d'articolazione, la suddividiamo per categorie speciche.
L'r inglese /</ (<)a (>)b ( //)
3.2.9.1. Completamente diverso da quello italiano (e di tante altre lingue) il
fonema "/r/&, rappresentato, quindi, e a ragion veduta, con un simbolo pi adeguato, anche al livello fonemico: /</.
L'americano e il britannico, poi, hanno due articolazioni completamente diver-

92

manuale di pronuncia

se, anche se, a dir il vero, l'impressione uditiva dei due tipi abbastanza simile (pure se ci sono dierenze percepibili: basti dire che il tipo americano ha, uditivamente, un timbro relativamente pi "acuto& di quello britannico che, quindi, relativamente pi "grave&).
Comunque, la cosa pi importante denire l'esatta articolazione dei due tipi
d'approssimanti, entrambi sonori. Purtroppo, bisogna dire che anche tra i fonetisti nativi, sia americani che britannici, tranne pochi casi, circolano ancora "strane& idee, troppo "tradizionali&, sull'esatta natura e articolazione di /</, fondate
non sull'analisi vera dei suoni, tramite la cinestesa, ma ereditate acriticamente da
epoche precedenti. vero che l'r americana pi arretrata di quella britannica,
ma l'arretramento riguarda il dorso, non l'apice della lingua.
3.2.9.2. Innegabilmente, l'/</ americano neutro prevelare, (<), con un leggerissimo e (quasi) ininuente sollevamento della punta della lingua verso i postalveoli. Invece, quello britannico decisamente postalveolare, (>).
Sar bene osservarne attentamente i due orogrammi (f 1.13.3), tenendo presente
pure che, entrambe le articolazioni, hanno in pi una certa contrazione laterale,
proprio come i laterali veri e propri, pur se non c' contatto alla volta palatale (come, invece, per i laterali); semplicemente, la mancanza di tale contrazione laterale priverebbe l'articolazione del proprio caratteristico timbro, che (nei due tipi)
cos simile, pur essendo relativamente molto diversa l'articolazione eettiva.
Oltre a questa contrazione laterale, c' pure un certo arrotondamento delle labbra (pi consistente in sillaba accentata), che tendendo a incupire il loro timbro
contribuisce a renderli meno diversi uditivamente, pur restando produttivamente
diversi.
3.2.9.3. csta l'esatta articolazione, si capisce perch, per /t<, d</, la pronuncia
britannica presenti l'assimilazione (>, >); d'altra parte, il fatto che l'impressione
uditiva sia cos simile, per i due tipi, spiega come mai, anche in pronuncia americana, ci possa essere il tipo (>, >), oltre al pi normale (T<, D<).
Certo, davvero strano che la maggior parte dei fonetisti (ripetiamo, pure nativi) continuino a ricorrere al simbolo (>) proprio per alludere al tipo americano,
che ha ben poco di postalveolare, termine che corrisponde a quello pittoresco e
uciale "retroesso&, che d'altra parte dovrebbe, meglio ancora, far capire l'esatta corrispondenza tra simbolo e articolazione. Ma, si sa, le capacit cinestesiche
non sono di tutti
Gli esempi di /</ (<)a (>)b sono stati numerosi, nora, e non ne mancano in sguito, perci, qui, non ne facciamo altri. Ricordiamo solo che la trascrizione diafonemica distingue rigorosamente /</, che si pronuncia nei due accenti, da //, che
si pronuncia, come tale, solo in americano; invece, in britannico, corrisponde a
"zero&, giacch r si pronuncia solo davanti a V\ ('<I;)a ('>;)b /'<I/ rear ('<;)a
('>;)b /'<E/ rare ('<:<)a ('>:)b /'<O:/ roar.
Nella pronuncia americana, //, preceduto da V o C, si realizza (); cos anche
per /</ (e, tendenzialmente, pure per /</); /:, :<, ;</ si realizzano come (:):
('m;D)a ('m;D)b /'m:d/ murder ('m;D<, -D)a ('m;D>, ->)b /'m:d<,

3. inglese

93

-d</ murderer (Comunque, sono accettabili, pur se meno frequenti, anche (<,
:<)a, per (, :)a.)
3.2.9.4. Tuttavia, quando un // nale di ritma si trova davanti a una V iniziale della ritma seguente, e non c' nessuna pausa, nemmeno breve, anche in britannico si pronuncia, "legando& le due parole, e diventa /</ (>): ('khA:< '<a;v)a
('khA:> '>a;v)b /'kA:< '<aEvd/ `e car arrived, ('ThIk 'kh; vj'Ef, -jU-)a
('ThIk 'kh;> vj;'sf, -j-)b /'tEIk 'kE< vjK:'sEf/ take care of yourself
D'altra parte, per analogia coi casi di /, I, E, U, O:, A:/, nali di parola,
molto frequente che anche /, I, U, O:, A:/, nali, siano realizzati come i precedenti, anche se non c' nessun'r etimologica nella graa: (ia'D[]vT ->vT)
/iaE'dIvIt/ `e idea of it ('laz 'ls -z> 'ls) /'laEz 'ElIs/ Eliza Ellis ('GI;i&bIi
'S: 'A;s[k]T -:>) /'GIibIi 'SO: ';skt/ G. B. Y asked.
Si tratta d'una prassi diusissima, soprattutto con //, ma che non da imitare, sebbene ci sia chi l'accetti come neutra. L'italiano far bene a limitarsi a riconoscere prontamente il fatto, per una comprensione adeguata.
Nell'accento marcato neozelandese, /</ (), invece del normale (>), dell'accento meno marcato. Come l'americano (tranne che negli accenti tipici del Sud,
dell'Est e dei Neri) e il canadese, anche l'irlandese (di tutta l'isola) ha // = /</; lo
stesso vale per una zona dell'isola meridionale della Nuova Zelanda e per il Sud-Ovest dell'Inghilterra (come altre zone, pi limitate, al Nord); mentre l'accento
tipico scozzese ha generalmente /<, / = (R).
Un difetto di pronuncia per /</ ha una realizzazione labiodentale (V), che talmente diusa, soprattutto in Gran Bretagna, al punto che c' chi la considera normale (tanto pi che frequente anche nell'accento mediatico britannico).
Gli altri approssimanti
3.2.9.5. L'approssimante palatale, sonoro, /j/ (j), non presenta peculiarit degne di nota (tranne per chi, eventualmente, non ce l'avesse nella propria lingua).
Perci, pi interessante parlare del diafonema //, che ha la caratteristica limitandoci ai due accenti neutri di distinguere l'americano dal britannico, perch, dopo /n, t, d/ e davanti a /Uu, U/, in sillaba "non-debole& (quindi con accento primario o secondario), in americano non si pronuncia.
Ci signica che, in americano, /nU[u], tU[u], dU[u]/ corrispondono a /tU[u],
dU[u], nU[u]/, mentre, in britannico, si ha, /njU[u], tjU[u], djU[u]/, come in: ('nU;u)a
('nj;u)b n[, ('ThU;u)a ('Thj;u)b /'tUub/ tube, ('DUuk)a ('Djuk)b /'dUuk/ duke.
pur vero che, in americano si pu trovare sia ('nj;u, 'Thj;u, 'Djuk) che anche il compromesso ('n;u, 'Th;u, 'Duk), ma la pronuncia con (Uu) la pi normale (e pi che suciente), pur se ci comporta che ('DU;u) corrisponda sia a /'dUu/
do che a /'dUu/ due .
Per l'assimilazione di /j/ in you e derivati, con /t, d/ precedenti, sono notevoli espressioni come: ('D~c, -)a ('D~c -)b /'dOUncu, -/ don't you?, ('wDc,
-)a (- -)b /'wUdcu, -/ wouldn't you?, ('khG, -)a (- -)b /'kUGu, -/ could

94

manuale di pronuncia

you?, ('DG 'b< 'g;, -GU)a ('DG; 'b> 'g; -G)b /'dIGU 'b< 'gOU/
did your bro`er go? Per l'assimilazione con /s, z/ precedenti, v sopra, 3.2.4.
Potranno sembrare "curiose& agl'Italiani forme come: ('jp) /'jIp/ yip ('jIisT)
/'jIist/ yea, ma la fonotassi inglese va rispettata. (Davanti a /Ii/, /j/ si pu realizzare
come semi-costrittivo, pi energico: ((',IisT)); mentre, in sillaba non-accentata, si
pu attenuare, no al semi-approssimante: (('nb-ls)) /'nEbjls/ nebulous.)
3.2.9.6. L'approssimante velo-labiale, (w) /w/, a parte rare "curiosit& come:
('w;) /'wUd/ wood ('wUunD)a ('wunD)b /'wUundd/ wounded, ha poche peculiarit. (Davanti a /Uu/, /w/ si pu realizzare come semi-costrittivo: (('mUu-))a
(('mu-))b; mentre, in sillaba non-accentata, si pu attenuare, no al semi-approssimante: ((j'aT)) /wI'aOt/ wi`out.) Ricordiamo la forza assimilatoria della sua
componente labiale per /n, t, d/ che lo precedano: ('khp&wO;k, --, -T-)a (-w;k)b
/'ktwO:k/ caalk ('kh;<mwO;, -n-)a ('kh;mw;, -n-)b /'kO:nwO:/ Cornwall.
Anche se d'importanza ormai secondaria, trattiamo, comunque, pure il diafonema // nella sequenza /w/ (w, W, hw), che permette, almeno teoricamente, di
distinguere le parole che cominciano per wh- da quelle in w- semplice.
Va sbito detto, che tale distinzione non pi neutra, e che si pu trovare ancora, o come sforzo volontario, o, soprattutto, in pronunce americane non cittadine e britanniche settentrionali: ('wc) /'wIc/ wib ('wc 'Wc 'hwc) /'wIc/
whi> ('wT) /'wEt/ wet ('wT WT 'hwT) /'wEt/ whet
Tale distinzione pi stabile in Scozia, Irlanda (con l'Ulster) e Nuova Zelanda.
Per /hj/, si pu avere (j, ): ('hj;u, 'j-, '-) /'hjUuG/ huge; mentre (j) accettabile solo in americano.
3.2.9.7. L'ultimo approssimante dell'inglese (sebbene troppi fonetisti {anche
nativi!} s'ostinino a classicarlo come costrittivo) (h) /h/; ricorre davanti a V e,
tra suoni sonori, si pu sonorizzare: ('hT) /'ht/ hat ('hU;u)a ('h;u)b /'hUu/ who
(ph'hps, ph'Hps)a (ph-)b /p'hps/ perhaps (b'ha;n, -H-)a (b-)b /b'haEnd/
behind.
In pronuncia popolare britannica (nel senso di "inglese&, e anche gallese e australiana), tipicamente /h/ tende a "zero&: "/'`t, '`Uu/&, hat who, . Va, invece, ricordato (e con insistenza) che sono normalissime forme, non enfatiche, come: ('Thlm) /'tElIm/ tell him, ('ThIk)a ('ThIk)b /'tEIk/ take her (ben diverse da ('ThE:
"hm:)a ('Th-)b /'tE "hIm/ tell !, ('ThIk "h:)a ('ThIk "h:)b /'tEIk "h:/ take !]
Ricordiamo, altres, l'importanza dell'"aspirazione& per /p, t, k, c/, all'inizio assoluto di sillaba accentata (o, anche non-accentata, dopo pausa) compresi i secondi elementi di composti, come in: (Th'ThIk) /t'tEIk/ to take ('ThE&Th)a ('Th-)b
/'tEtEI/ tell-tale (ma ('sTIk) /'stEIk/ ake).
Laterali
3.2.10.1. L'unico fonema laterale dell'inglese ha due tassofoni, o varianti contestuali, fondamentali //l// (l, ) (con altre coarticolazioni, come vedremo sbito). In

3. inglese

95

eetti, vista la loro importanza, descrittiva e didattica, la trascrizione diafonemica ricorre proprio a /l, / (invece d'un pi astratto /&/ decisamente meno "interfonemico& per il secondo). D'altra parte, in pronuncia quasi neutra, certi parlanti
possono presentare opposizione in casi come: ('khADl)a ('kh-)b /'kdlI/ codli
e ('khAD])a ('kh-)b, oltre a (-D, -Dl, -D), compreso (-Dl) /'kdlI/ coddli, con unicazione della pronuncia.
Le trascrizioni tradizionali mascherano eccessivamente molte caratteristiche,
compresa la dierenza fra (, ), e il fatto che, davanti a /j/ (eterosillabico), non solo non si abbia (), come davanti a tutte le altre C ma che sia anche prepalatale,
(), ('m-jn), invece di alveolare, (l), che possiamo avere in: ('lUusaT)a ('lu-,
'lju-)b /'lUusaEt, 'l-/ leucite Davanti a V anche dopo V breve accentata, che si sillaba assieme a /l/, in pronuncia neutra, si ha (l) (non ()), anche nella frase: ('fAl-i)a
('fl-i)b /'fli/ folI ('fAl-)a ('fl-)b /'flOU/ follow ('Thl-m) /'tElIm/ tell him ('fIilT) /'fIilIt/ feel it, ('fO:l 'aT)a ('f:l)b /'fO:l 'aOt/ fall out ('bl 'vn) /'bIl 'Evnz/ Bill
Evans.
3.2.10.2. La loro distribuzione abbastanza semplice, una volta esposta chiaramente. Come s' detto, in trascrizione diafonemica bene usare i due simboli primari, /l, /; sebbene (per la precisione) sarebbe conveniente usare almeno quattro
simboli, (l, , ], ) (oltre a () per il britannico, davanti a /<, t<, d</) e la "sillabicit& per tre, (, , ) (intensi). Inoltre, almeno nella descrizione specica, andrebbero indicati i tassofoni con contatto dentale, ((l, )), e quelli con arrotondamento labiale per tutti, dopo V oppure C con componente labiale): ((t, , 3, , , )). La coarticolazione di labializzazione soprattutto automatica; perci, la si segna solo
dove viene esposta, per richiamare l'attenzione sul fenomeno.
Davanti a V si ha regolarmente /l/ (l): ('lI;i) /'lIiv/ leave, ('l[;]sT)a ('lA;sT)b /'l;st/
la, ('lk) /'lUk/ look, ('l;n) /'lOEn/ loin. A rigore, anche davanti a V arrotondate,
per coarticolazione, si ha l'arrotondamento labiale: (('tk, 't;n)); per, non necessario ricorrere al simbolo speciale, ((t)), perch assolutamente inevitabile predisporre le labbra come per i vocoidi arrotondati che seguono, nella stessa sillaba.
Infatti, un'articolazione di /l/ senz'arrotondamento, ((l)), verrebbe, in qualche
modo, percepita come qualcosa di "strano&, esattamente come succede per /k, g/
segute da V anteriori o da /j/, oppure da V arrotondate o da /w/: l'articolazione
((, )) e ((k, g)), rispettivamente, naturale e automatica: (('hT)) ('khT) /'kIt/ kit,
(('T)) ('gT) /'gEt/ get, (('j;u)) ('khj;u) /'kjUub/ cube, (('kW:<))a ('kh:<) (-:)b
/'kO:/ core, (('gUus))a (('gus))b ('g-) /'gUus/ goose, (('kWaT)) ('kwaT) /'kwaEt/ quite.
Quindi, in particolare per //, una pronuncia "oggettiva&, ottenuta giustapponendo /p/ e //, per esempio, darebbe un eetto che pu lasciare un po' perplessi
i nativi. A rigore, infatti, (p) avrebbe qualcosa in meno rispetto al genuino ((p)),
come in (('phIip)) ('phIip) /'pIip/ people.
3.2.10.3. importante notare che, per l posvocalica e tautosillabica, dopo V arrotondate, c' ugualmente la coarticolazione labiale, nelle varie lingue; quindi,
non necessario segnarla, come facciamo qui, invece. Davanti a /j/ eterosillabico,
si ha () (e (())): ('mjn) /'mIljn/ million, (('bjn)) ('b-) /'bUljn/ bullion davan-

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manuale di pronuncia

ti a /, ts, dz/, si ha ((, )), (): (('fi)) ('fi) /'fIi/ l`y (('O: 'Tha;m))a
((':))b ('O: 'Tha;m)a (':)b /'O: 'taEm/ all `e time, (('bEts))a (('bts))b ('bEts)a
('bts)b /'bEts/ bel_, (('fO;ts))a (('f;ts))b (-ts) /'fO:ts/ faul_. Con /, / + /l/, si ha
((l)) (dentale, ma non velarizzato): (('m 'lIT))a (('m-))b (-n 'lIT) /'mn 'lEIt/
a mon` late, ((w'l;))a (-;)b (w'l-) /wI'lv/ wi` love. In britannico, davanti
a /<, t<, d</, si ha il postalveolare ((, )): ('chD<n)a ('ch>n)b ('ch-)b /'cId<n/
>ildren, ((O;'<Di))a ((;'>Di))b (O;-)a (;-)b /O:'<Edi/ already.
Davanti a pausa, o alle altre C, si ha ((, )), (): ('b:) /'bI/ bill, ('bT) /'bIt/ built,
(('h,:))a ('h:)b /'h/ hull, (('fO:))a (('f:))b (-) /'fO:/ fall, (('fO;k))a (('f;k))b (-k)
/'fO:k/ Falk. Nel caso di parole con //, generalmente, si ha nasalizzazione:
(('kh:n)) ('kh:n) /'kIn/ kiln (('E:m))a ((':m))b (-:m) /'Em/ elm.
Negl'incontri di // e di V iniziale di parola senza pausa, si ha ((l, t)): ('fIilT) /'fIilIt/ feel it, (('O:t 'v)a (':l 'v)b (O:)a (':)b /'O: 'OUv/ all over.
Per quanto riguarda l intenso ("sillabico&), ////, abbiamo l'arrotondamento dopo C con componente labiale, /m, p, b f, v c, G S, Z <, w/. Inoltre, davanti a V
nella parola, ((, K)): ('khAD)a ('khD-)b /'kdI/ coddli ( quanto detto all'inizio del 3.2.10.1), (('Th<mbK))a ('h>-)b (-b) /'t<mbI/ trumbli; per, davanti a V della parola successiva, si ha l'articolazione alveo-semivelare ((, )) (anche
davanti a V anteriori): (('l[ '[li))a (('lT 'Tli))b ('l[)a ('lT)b /'lI 'Ili/ Little ItaI,
(('phIip 'Ii[))a ((-T))b ('phIip) /'pIip 'IiI/ people eati. Inne, davanti a pausa
o a C abbiamo ((, )): ('l[)a ('lT)b /'lI/ little, ('k)a ('-)b /'k/ uncle, (('ThIb))
(-b) /'tEIb/ table, (('O;f))a (';-)b (-f) /'O:f/ Yful. Dopo /, /, si ha contatto dentale: (('b%)) ('bn) /'bEn/ ben`al.
Spesso, le trascrizioni presentano sequenze di /l/, perch si tratta della pronuncia lenta o attenta: ('nAvlsT)a ('n-)b /'nvlIst/ noveli (b'lI;i) /b'lIiv/ believe
(ph'lIis) /p'lIis/ police (kh'lZn)a (-Z)b /k'lIZn/ collision per, pi correntemente, si ha il passaggio a: (('nAvKsT))a ('n-)b, ((bK'I;i)), ((phK'Iis)), ((kh'Zn))a (-Z)b.
Si confrontino le forme seguenti, che generalmente mantengono una leggera dierenza di struttura sillabica, rispetto ai casi precedenti: ('blIic) /'blIic/ blea>
('phlI;i) /'plIiz/ please.
3.2.10.4. Segnaliamo, ma comunque senza consigliarlo, il frequente inserimento d'un occlusivo omorganico davanti a /, s, S/ (non /f/) preceduti da //: ('fi
-ti) ((-ti)) /'fIi/ l`y ('fO;s -ts, 'fA-)a ('f;s -ts, 'f-)b ((-ts)) /'fO;s/ false
('wES -TS, -c)a ('wS -TS, -c)b /'wES/ Wel pi raramente, anche con /z/:
('bE: -:d)a ('b: -:d)b /'bEz/ bells ('fi;I -d, 'fiI-) /'fIiz/ feels D'altra parte, si pu avere anche la semplicazione opposta, come in: ('fi;Id -, 'fiI-) ((-))
/'fIidz/ elds ('bEts, -s)a ('bts, -s)b ((-s)) /'bEts/ bel_. Soprattutto quando ci siano possibili ambiguit, e grammemi >-s -'s, si tende a seguire meglio la graa.
In pronuncia non-neutra americana, si pu avere (]) (a volte anche ()) davanti
a V e /j/, come pu capitare in Nuova Zelanda, nel Galles settentrionale e, soprattutto, in Scozia; d'altronde, in Irlanda, in Sudafrica e nel Galles meridionale, di solito, si pu avere (l), anche davanti a C o a pausa.

3. inglese

97

Altre dierenze meno sistematiche


3.2.11.1. Ecco, inne, delle parole, pi o meno isolate, che dieriscono nei due
accenti neutri; ce ne sono altre che, abbastanza spesso, mostrano entrambe le pronunce. Molto spesso, in americano, troviamo sillabe iniziali piene: /vEI'kEISn/a
/v-/b vacation /nOU'vEmb/a /n-/b november anche l'articolo a (che suona piuttosto formale): /z'gUd '<Iiz, -zEI-/a /-z-/b `ere's a good reason
Inoltre, i verbi bisillabici in -ate pi frequentemente in americano, hanno l'accento iniziale: /'dIktEIt, -'tEIt/a /-'tEIt/b dictate, /'vaEb<EIt/a /-'b<EIt/b vibrate. Il susso
-ile /- -aE/a /-aE/b: /'hstA/ ('hAsT, -a)a ('hsTa)b hoile (e cos mobile]
/'f:A/ ('f;[ -a)a ('f;Ta)b fertile /'mIsA/ ('ms)a ('msa)b miile (e reptile
erile] per abbiamo: /'ds -aE/a /'dOUsaE, 'dsaE/b docile e /'GUuvn, -naE/a
/-naE, -n/b juvenile. Ancora, troviamo: /'p<-/a /'p<OU-/b pro-: /'p<sEsI, --/a
/'p<OU-, 'p<-/b procei, /'p<g<Es, -s/a /'p<OU-, 'p<-/b progre (ma: /'p<OUg<m/
programa, -mmeb).
Inne, vediamo: /sIvl'zEISn -laE-/a /-laE-, -l-/b civilization, nonch /'kpl<i/a
/k'pIl<i/b capillary, /'kO:<l<i, 'k-/a /k'<l<i/b corollary, /'lb<tK:<i/a /l'b<t<i/b laboratory, /'nOUbdi, -b-, -b-/a ('n&bDi, -&bADi, -bDi)a /--, --/b ('n&bDi, -bDi)b nobody (e aJ- every- some-] e (l'apparentemente "curioso&) "/'aEn/&a
('an, 'a;<n)a "/'aEn/&b ('an)b iron
3.2.11.2. Ma ecco un campionario d'oltre 100 casi interessanti (per i quali diamo, eccezionalmente, prima la graa), in lista alfabetica; bisogna avvertire, comunque, che ci sono, non raramente, parlanti d'un accento che usano pronunce indicate per l'altro accento; per singole parole, questo abbastanza ovvio:
addre (an) /'d<Es, 'd<Es/a /'d-/b
advertisement /dv'taEzmnt, '-,
d'v:smnt, -z-/a /d'v:-/b
agave /'gA:vi/a /'gEIvi, -A:-, 'gEIv/b
albino /'baEnOU/a /-'bIi-/b
American ('m<kn, 'm;-)a
('m>kn)b
anti- /&naE-, -i-/a /-i-/b
apparatus /p'<s/a /-t-, -EIt-/b
artisan /'A:z/a /A:'zn, 'A:zn/b
ate /'EIt/a /'Et, 'EIt/b
ballet /b'lEI/a /'blEI/b
because /b'kz, -;z/a /-z/b
Berkire /'b:kSI, -S/a /'bA:kS,
-I/b
beta /'bEI/a /'bIi/b
cabaret /kb'<EI/a /'kb<EI/b
cadre /'kd<i, 'kA:-, -EI/a /'kA:d, -d<,

'kEI-/b
centenary /sn'tEn<i, 'sEnn<i/a /-'tIin<i, -'tE-/b
>arade /S'<EId/a /-A:d/b
>ais /'Ssi, 'c-, -ss/a /'Ssi/b
>irrup /'c:<p, 'cI<-/a /'cI<-/b
cigarette /'sIg<Et, -'<Et/a /-'<Et/b
circumstances /'s:kmstnsz, -t-/a
/-t-, -t-, -tA:-/b
clerk /'kl:k/a /'klA:k/b
comrade /'km<d, -d/a /-EId, -d,
'km-/b
consomm /kns'mEI, 'knsmEI/a
/kn'smEI, 'kns-/b
controver /'knt<v:si/a /'kn-,
kn't<vsi/b
cordial /'kO:G/a /-dj-/b
coup /kUu'pEI/a /'kUupEI/b
creek /'k<Iik, 'k<Ik/a /'k<Iik/b

98

manuale di pronuncia

cu$oo /'kUukUu, 'kU-/a /'kUkUu/b


data /'dEI, --, -A:-/a /-EI-, -A:-/b
dmod /dEImOU'dEI/a /dEI'mOUdEI/b
derby /'d:bi/a /'dA:bi/b
deterrent /d't:<nt, -E<-/a /-E<-/b
doctrinal /'dkt<n/a /dk't<aE-,
'dk-/b
drama /'d<A:m, 'd<-/a /'d<A:-/b
dynas /'daEnsti/a /'dI-, 'daE-/b
ei`er /'Ii 'aE-/a /'aE-, 'Ii-/b
erase /I'<EIs/a /-z/b
gure /'fIgj/a /'fIg/b
nancier /faEnn'sI, -nn-, f'nnsi, faE-/a /faE'nn-, f-/b (unica accentazione)
fracas /'f<ks, 'f<EI-/a /'f<kA:/b
from /'f<m, 'f<m/a /'f<m/b
garage /g'<A:Z, -G/a /'g<A:Z, -G, -IG/b
hara /h'<s, 'h<s/a /'h-, h-/b
herb /'h:b ':b/a /'h-/b
hero /'hI<OU, 'hIi<-/a /'hI<-/b
humble /'[h]mb/a /'h-/b
humo[u]r /'hjUum 'j-/a /'hj-/b
idea /aE'dIi/a /aE'dI/b
idyll /'aEd/a /'aE-, 'I-/b
inquiry /'Ikw<i, -'kwaE-/a /-'kwaE-/b
isolate /'aEslEIt 'I-/a /'aE-/b
khaki /'kA:ki, 'k-/a /'kA:-/b
lao /'lsOU, -Uu, l'sUu/a /l'sUu, l-,
'lsOU/b
leisure /'lIiZ, 'lE-/a /'lE-/b
lever /'lEv, 'lIi-/a /'lIi-/b
lieutenent /lUu'tEnnt/a /lEf't-, lf't-/b
margarine /'mA:G<n, -<Iin/a
/mA:G'<Iin, 'mA:G<In, -g-/b
maage /m'sA:Z, -G/a /'msA:Z, -G/b
melan>oI /'mElkli/a /-li, -li/b
migraine /'maEg<EIn/a /'maE-, 'mI-,
'mIi-/b
miscellaJ /mIs'lEIni/a /m'sEl-,
mIs'lEI-/b
multi- /&mlaE-, -i-/a /-i-/b
musta>e [mou-] /'mstS, m'st-/a
/m'stA:S, mU-/b
nei`er /'nIi 'naE-/a /'naE-, 'nIi-/b

nougat /'nUugt/a /'nUugA:, 'ngt/b


of /'v, 'v/a /'v/b
omega /OU'mEg, -EI-, -Ii-/a /'OUmIg/b
omicron /'mIk<n, 'OU-/a /OU'maEk<n, -n, 'mIk<n/b
on /n, O:n/a /n/b
patriot /'pEIt<it/a /'pEI-, 'p-/b
plateau /pl'tOU/a /'pltOU/b
premier /p<'mI, 'p<Ii-, 'p<E-/a /'p<E-,
'p<Ii-/b
prince /'p<InsEs, -s/a /p<In'sEs, 'p<InsEs/b
privacy /'p<aEvsi/a /'p<I-, 'p<aE-/b
puma /'pUum, 'pjUu-/a /'pjUu-/b
quinine /'kwaEnaEn, -nIn/a /kwI'nIin,
'kwInIin/b
ra`er /'<; '<-/a ('<[;], '<-)a
/'<;-/b ('<A;)b
ration /'<Sn, -EI-/a /'<-/b
record (a) /'<Ekd/a /'<EkO;d/b
reveille /'<Evli/a /<'v-, -'vE-/b
(edule /'skEG/a /'SEGUu, 'sk-/b
semi- /&sEmaE-, -i-/a /-i-/b
one /'SOUn/a /'Sn/b
simultaneous /saEm'tEInis/a /'sIm-/b
sojourn /'sOUGn/a /'sG[:]n, 's-/b
solder /'sd, 'sO:-/a /'sOU-, 's-/b
spina> /'spInIc/a /-G, -c/b
squirrel /'skw:< -I<-/a /-I<-/b
st[arde /'stUuds/a /'st-, -'dEs/b
stirrup /'st:<p -I<-/a /-I<-/b
stratum /'st<EIm, -;-/ ('sT<I[m,
--)a ('s>A;Tm, -I-)b
subaltern /s'bO;n/a /'sb-/b
suggest /s'GEst, sg'G-/a /s'G-/b
rup /'s:<p, 'sI<-/a /'sI<-/b
tomato /t'mEIOU/a /-A:-/b
tourniquet /'tUnkt, -:-/a /'tUnkEI, -O:-/b
tra>ea /'t<EIki/a /'t<EI-, t<'kIi/b
trait /'t<EIt/a /'t<EI, -t/b
upon /'pn, -n, -O:n/a /-n/b
vase /'vEIs, -z/a /'vA:z/b
water /'wO:, 'w-/a /'wO:-/b
what /'wt, 'wt 'hw-/a /'wt 'hw-/b

3. inglese

wigwam /'wIgwm, -O:m/a /-m/b


wra` /'</a /'<, '<O:/b
xerox /'zI<ks, 'zIi<-/a /'zI<-, 'zE<-/b
yogurt, -ourt -gh- /'jOUgt/a /'j-, 'jOU-,
-Ut/b

99

Z /'zIi/a /'zEd/b
zebra /'zIib</a /'zE-, 'zIi-/b
zeni` /'zIin 'zE-/a /'zE-/b
zero /'zI<OU, 'zIi<-/a /'zI<-/b.

Aggiungiamo una breve lista di parole che, in americano, spesso, hanno anche
/O:/ (O:)a, oltre al pi normale // (A)a ()b: >ocolate doll dolI dol#in god golf
gone mo$ on resolve revolver rolf solvate solve omp ~amp
Strutture
3.3.0. Comprendiamo, in questa sezione, vari aspetti macrosegmentali, no all'intonazione.
Sillabe non-accentate e "forme ridotte&
3.3.1.1. C' un'importante osservazione da fare sulle sillabe non-accentate dell'inglese. Come si pu vedere dalle varie trascrizioni, quasi sempre, queste sillabe
contengono /, , I/: (m'nA[ns)a (-'nT-)b /m'nns/ monotonous, (ph<'vn[[])a (ph>'vnT)b /p<'vnd/ prevented, ('Dm)a (-T)b /'Edz/ editors,
('mnsT)a (-sT)b /'mInst/ minier Pare strano, ma molti (anche insegnanti italiani d'inglese) non s'accorgono che non si dice: *(mo'nO:tonus, pRe'vEn:ted, 'E:ditoRs, mi'nis:tR).
Inoltre, spesso, molte vocali (e consonanti) possono sparire completamente, come in: ('khMf[b, -fT-, -f- -mT-)a (-MfT-, -fT-, -f- -mT-)b /'knfb, -mf-/
comfortable, ('mA;<g<T, -T)a ('mA;g>T, -T)b /'mA:g<t/ Margaret, (&jun'v;[i,
-Ti)a (-'v;sTi, -sTi)b /jUun'v:si/ universi
Non si deve, comunque, pensare che tutte le sillabe non-accentate presentino riduzione o scomparsa del vocoide: ('khAmnT)a ('kh-)b /'kmEnt/ comment, ('sfO;T, -A;T)a /'sfO:t, -A:t/ (-T, -;T)b /'sft, -O:t/ as#alt, ('khUupAn 'khj-)a
('khupn)b /'kUupn/ coupon
Solo la consultazione costante d'un dizionario di pronuncia (o pi d'uno: per
avere una panoramica pi completa) pu dare l'esatta struttura fonica delle parole, e frasi, inglesi (ma cos per tutte lingue, compresa la propria!).
Nelle frasi inglesi, importantissimo rispettare l'attenuazione di molti grammemi (o parole funzionali): articoli, preposizioni, congiunzioni, verbi ausiliari e modali, certi pronomi e qualche altra forma. Queste forme ridotte (termine pi chiaro del tradizionale "forme deboli&) non sono molte, numericamente (un'ottantina); ma sono le pi frequenti. Di sguito, le forniamo, in ordine alfabetico, per facilitarne il reperimento.
3.3.1.2. Gli esempi illustrano vari elementi simultaneamente. Vale la pena d'osservarli molto attentamente, considerando tutte le varianti indicate (solo in trascri-

100

manuale di pronuncia

zione fonetica, per ovvi motivi di spazio). Le varianti sono indicate in modo piuttosto "economico& e solo le dierenze tra i due accenti sono indicate esplicitamente, tutto il resto va recuperato, dedotto, da ci che precede, nelle trascrizioni (tranne qualche caso di ripetizione, fatta per scrupolo). un modo pi utile, che aiuta
a riettere e a confrontare (mentre, trascrizioni sempre estese, anche per le varianti, sarebbero pi monotone e non riuscirebbero a mostrare le stesse cose con precisione):
a\ ('lm)a (-T)b a letter ('m;n) a man ('ga;) a guy (n'wa;) in a while
('junT)a (-T)b a unit ('n;Im) a name
am\ (am'wE:)a (-:)b I'm well (aM'fa;n) I'm ne (am'gl;, aM-, a-) I'm
glad (ma'<O:, -A;, -)a (-'>;)b am I wro?
an\ (n'p) an apple ('gA[ n'as&kh<Iim, -T'-)a ('gT-, ->-)b got an ice cream? (n'A:<m)a (n'A:m)b an arm (n';Im) an aim
and\ (n'n:, -) and `en ('b<D 'bm)a ('b>D 'bT)b bread and butter
('bA;b 'khIT)a ('b;b)b Bob and Kate ('j;u n'a;, nD'-) you and I
aJ\ (z'ni 'b<;, --)a (->-, 'b>-, --)b is `ere aJ bread? ('hv~c 'gA[
ni'm:<, ni-, -T i, -T ni, - i, - ni, -c)a ('gT, -)b haven't you got aJ more?
are\ ('I;iz 'jU;, 'j:<)a ('j: 'j;)b `ese are yours (A<j'wE:, j-, j-
&A;<j-)a (Aj'w:, j-, j- &A;j-)b are you well? ma si noti how are you? (&ha'A;<j) (-'A;j) (giacch ('ha; 'j;u) ('-) sarebbe contrastivo).
as\ (z'mm 'fkT, -, *'f-, 'f-)a (-'mT>-, ->-)b as a matter of fact (Si's;,
SSi-) as e said ('GsT z'g;, GsT-)a ('G-)b ju as good ('nAt s'laT z'lks, s-, -at s-, -T'l-)a ('nt s-)b not so light as it looks
at\ (t'ThIb, -) at `e table ('lIisT, T'l-) at lea (k'khl;I, 'k-) at ClZ
(p'w;k, 'w-, T'w-)a (-;k)b at work
be\ (bi'g;) be good! ('l[p bi'mI;i, - -T)a ('lT-)b let it be me (a'wm[p] bi'lO:, -, -A;)a (--, -, -;)b I won't be lo
been\ (abbn'w;I, -bn- -bn-, aD- a- ah-)a (-bn-, -bIin-)b I had been
YZ [I'd]
but\ (bt'n:, b-) but `en (bk'g;, b-)a (-;)b but go (bp'bli, b-) but
BilI
by\ (ba'O:&mIin, b-, b-)a (-:, b-, b-)b by all means ('s;D ba'pha;n,
b-, b-)a ('s;-, b-, b-)b sold by `e pound
can\ (khna'hvT, -) can I have it? (wik'plh;I, -km-) we can plZ (jk'g;, -k-, j-)a (-;)b you can go
could\ ('k kD'DU;u, -, -T)a (-;u)b `at could do (wikb'mIkT, -D'm-) we
could make it
did\ (DDi'sT;I 'lO;g, DDi-, -A-)a (-g)b did he Z loer? ('wn DDi'khm:,
DDi-, Di-)a (-m:)b when did he come? ('ha; D'SI;i&n, D-, S-)a (-)b how did
e know? ('ha; DDk'g;, DD-, D-, D-, -'g-, -T'g-)a (-;)b how did it go?
('ha; DdI'lakT, D-, dd-, d-) how did `\ like it? ('w; DG'g;, --,
-Dj-, DG-, G-)a ('w;, -;)b where did you go?
do\ (G'nT, G-, Dj-)a (--)b do you know it? [d'you] ('w; G'khIipT, G-,
Dj- Dj-)a ('w;)b where do you keep it? [d'you] ('s; D'wI;i, D-)a ('s;)b so do

3. inglese

101

we ('w; DI'l;, D-)a ('w;)b where do `\ live? ('wT Dj'wAnT, -j-, Dj-,
Dj-, Dij-, 'wA-, -, -O;nT)a ('wnT)b what do you want? (&DA;<'chD< 'g;)a
(&DA;'ch> 'g;)b do our >ildren go?
does\ (Dzp'w;k, -'w-, -T'w-)a (-'w;k)b does it work? ('wTDzi 'mI;in, -tdi, -tsi-,
--, 'wA-)a ('w-)b what does he mean? [what's] ('wn DSi'DUuT, 'w~ i-)a
(-'DuT)b when does e do it? [when's] ('ha; Dz'lk, dz-, z, -T'lk) how does
it look? [how's]
for\ ('lkfT, -f<T)a (-f>T, -fT -f>T)b look for it ('sT;I f'wIik, -f<-)a (-f>-,
-f-, -f>-)b Z for a week (tsf'j;u)a (tsf'j;u, -f'j-, -f'j-)b it's for you
from\ (f<m'sku;U)a (f>m-)b from (ool (f<';)a (f>';)b from `ere ('w;
'A;<j&f<m, -Am -j-, &w<)a ('w> 'A;j&f>m, -j-, &w>-)b where are you from?
had\ (hDa'sIinT, h-) had I seen it (ID'Da;, ID- -IhD-) `\ had died
[`\'d] ([bbn'Dn:, -Db-, -n- -n- Th-)a (T-, -n-, -Iin-, -n:)b it had been
done [it'd] ('m;n g'gO:n, D-, -A;n)a (-;n)b `e man had gone (Si'h T'sT;I, -T) /Si'hd t'stEI/ e had to Z (+ (-[ -)a (-T -)b /- -/);
has\ (hzi'gO:n, h-, -A;n)a (-;n)b has he gone? (Siz'Dn:, Siz- Sihz-)a (-n:)b e
has done [e's] (ts'bn:, [z- thz-)a (ts-, -I;in, -n:, Tz-)b it has been [it's]
('G:<G 'khm:, s- - h-)a ('G:G, -m:)b George has come (hi'h T'sT;I,
-s) he has to Z
have\ (hvj'sIinT, h-, -j-) have you seen it? (Iv'gO:n, -A;n I- -h-)a (-;n)b
`\ have gone [`\'ve] (wi'khm:, -f'k- wi- wih-)a (-m:)b we have come
[we've] (wi'h T'sT;I, -f) /wi'hv t'stEI/ we have to Z (j'SD, j-, -,
-&h) you ould have (j'SD 'Dn:, -*, -v, j-)a (-n:)b you ould have done
[ould 've] + (-'kh-, -'w-, -'msT-a/--b, -'mI-, -'ma[-a/-T-b) could would mu
mZ might
he\ (hi'wnT) he went ('wni 'sO;T, w-, w-)a ('s;T)b when he sY it ('hzi) has
he?
her\ (h'a;)a (h>'-)b her \es ('Thl)a (-)b tell her ('gv 'hT)a (->-, - h-)b
give her her hat (Th'm, Thh-, Thw-)a (Thh'm, Th-, Th-, Thw-)b to
her mo`er
him\ (a'sO;m -m)a (-;m)b I sY him ('l[m 'n: -m -)a ('lT-)b let him in
his\ (h'phn:) his pen (hi'Thk z'bk) he took his book (hZ'ju) his you`
I\ (a'sI;i, -)a (a-, -)b I see (a'ThIk, ,- -- -- -w-)a (a-, - -- --
-w-)b I will take [I'll] ('ha; kDa'sT;I, -- --)a (-a-, -- --)b how could I Z?
if\ (fa'm;I, f-, -) if I mZ (fj's;I&s, f-, -, --)a (-)b if you sZ so (f'nA
f'j;u, f-, -, -T)a (-n f'-)b if not for you
in\ (n'lnDn)a (--)b in London (m'ph<s)a (->s)b in Paris ('khnD)a
(-)b in Canada (hi's[ n'ch;, -, nn -T - -T n-)a (-T, -;)b he
sat in `e >air ('b<Ik[ n'ThU;u -T -)a ('b>-, -T, -;u)b break it in o (amn'h;i, - -mn- am-)a (->i, -)b I am in a hurry [I'm]
is\ (z'j;u, -T'j- -) is it you? (ts'mI;i [z-)a (ts- Tz-)b it is me [it's] ('khm
'hI; -m -)a ('h;)b Kim is here [Kim's] ('s z'fa;n 'D;I, 's '- 's s'-) `is
is a ne dZ, ('<;z z'nas 'wmn, '<;z '-, '<;z z'-)a ('>;z)b Rose is a nice
woman, (s'DS z'waT, '-, s'-, s-) `is di is white
it\ (z'Th<U;u, z-, -, -T'T-)a (-'h>;u, -'-)b is it true? (ts'O: '<aT, ts'-, s'- [z-)a (-:

102

manuale di pronuncia

'>- Tz-)b it is all right [it's] ('js ['; j'sT;)a (T'; j'sT;)b yes it is ('ThIkT,
-T)a (-T)b take it ([bi'g; ':, T- pw- Tw-)a (T-, )b it will be a good
`i [it'll] ([bbi'nas, Tw-, -Db- pw- Tw-)a (T-)b it would be nice [it'd]
i_\ (ts'Th;) i_ tail (T'h;D ts'ThIi 'b<kn, ts-)a ('b>-)b it had i_ tee`
broken
ju\ (avGs[T]'sIinm, -Gs-) (-G-, -G-)b I have ju seen him [I've] (Siz'GsgO:n
'w;I, -s-, -A;n)a (--, --, -;n)b e has ju gone YZ [e's] (Gs'lak 'sn:,
Gs-, -T'l-)a (Gs-, -n:)b ju like his son
maJ\ ('mni 'b;) maJ boys ('ha; mni'm:<, mni-, mni-)a (-:)b how maJ
more?
mZ\ (jmI'[;]sk, j- -mi-)a (-A;sk)b you mZ ask her (wimI'g; -m-)a
(-;)b we mZ go (SimI'sT;I -m-) e mZ Z
me\ (hi'khO;bmi, -Dmi)a (-;-)b he called me ('Smi 'w;I)a ('Smi)b ow
me `e wZ
mu\ (ams'g;, -m#-, -)a (-, -;)b I mu go (pmsbi'Dn:, -)a (-n:)b it
mu be done (Sims'ph;I) e mu pZ
my\ (ma'h;, m-, m-)a (m-, m-)b my head ('nAT Tma'nAl, --, --, --
-- -i-, -)a ('n-, --, --)b not to my knowledge
no\ (n'm:< D'a; n-)a (n'm: n-)b no more do I (n' '<Iiz n-)a
(n' '>- n-)b no o`er reason (tsn'g; -n-)a (-- -n-)b it's no good
nor\ (&nIi'fS n;<'flS, n- &na-)a (&na-, n;-, n- &nIi-)b nei`er nor e
(&nIi'hI;i n'a;, nO;<- &na-)a (&na-, n>-, n;>- &nIi-)b nei`er he nor I
not, -n't\ (['zT)a (T'-)b it isn't (a'wnT, -)a (-, -nT)b I won't (hi'DzT,
-'D-)a (--, -'D-)b he doesn't (wi'Dm 'phl;I)a (--)b we don't plZ (['z 'g;)a
(T'-)b it isn't good ('zi, -Ti) isn't he? ('z, -T) isn't it? (hi'jus&T) he used
not to
of\ ('ff v'm;I, *'m-) `e f` of MZ ('khp 'ThI;i, -'T-, -'T-)a (-p)b a cup
of tea ('f;sT v'O:, *'-)a ('f;-, -:)b r of all
on (la forma pi ridotta ricorre solo in casi in cui non c' possibilit d'ambiguit
con in]\ (&pO;n'bAks, -An- -n-, -nn-)a (&p-, -ks)b up on `e box (&tsO;mma'sa;, -Am-, -m- -m- [z-)a (-m-, -m- Tz-)b it is on my side [it's]
('w[n ';, 'wA-, -O;n, -An)a ('wTn ';, -n)b what on ear`!
once\ (wns'm:<, wn-)a (wns'm:, wn-)b once more (= again] (&wns'm:<)a
(&wns'm:)b once more (= one more time]
one(s) (la forma senza /w/ pu esser percepita come dialettale o regionale): ('b;g&wn, -wn -n)a (-w-)b a big one (&ts'g;b&wn, -wn, -D- -Dn -D
&[z-)a (-w- &Tz-)b `at is a good one [`at's] (wn'O;w 'hps, w-,
-, -I, -O;w-)a (wn';w 'hps, -, I-, -;w-)b one alwZs hopes (&z'nas&wn, -wn -sn)a (&z-, -w- -sn)b `ose are nice ones
or\ (Th'D;I T'mAO;<, ;<T- -mA<-)a (T-, ;T-, ->)b todZ or tomorrow ('ThU;u
'<I;i 'pha;nd ;<-)a ('Th;u ;-, '-, ->-)b o or `ree pounds ('Es)a (>'s)b
or else
our\ (A;<'sku;U)a (A;-)b our (ool (&IizA;<'phn:)a (-z>A;-)b `ese are our pens
per\ ('ffTi p'snT)a (p-)b f per cent ('fa; p'smp p'nm, -m, -nT)a (p's-,
p>'-)b ve per cent per annum

3. inglese

103

all (in americano una scelta stilistica): (&Sla'ThIkT, --)a (Sla'ThIkT,


Sa-, --, --)b ((SKa))b all I take it? (aS'DU;u, a-, ,-)a (-;u, -)b I all do
(Swi'g;, Swi-, Swi-)a (-;)b all we go?
e\ (Si'wnT) e went (Si'hT, -sT) e has to ('hzSi, -TSi) hasn't e?
ould\ (SDi'khm:)a (-m:)b ould he come (jSD'DU;uT, j-)a (-'DuT)b you
ould do it (aSg'g;&na, -Sg-, -D'g-, -)a (-;-, -)b I ould go now (aS'k&s, -St'-, -)a (-, -)b I ould `ink so ([iS'khm 'aT, -'-, -iS'kh-)a
(-Ti-, --)b `at he ould come out
sir\ ('jss, -s-)a (-)b yes, sir ('ns)a ('ns)b no, sir (s'GA;n)a (s'G;n)b Sir
John (s'f<)a (s>'f>)b Sir Alfred (s'chA:<, -A;<)a (s'chA:, s-, #-)b
Sir arles
so\ ('nAt s'g;D zp'w;, s'-, -A;, -p-, -T'-)a ('nt s-, -;, s'-)b not so good as
it was (ts'nAt s'fa;n T'd;I, s-, ts-, s- [z-)a (-t s- Tz-)b it is not so ne
todZ [it's] ('nAt s'; s-)a ('nt s'; s-)b not so old ('v s'mni,
s-)a (- s-)b /'Ev sOU'mEni/ ever so maJ
some (partit.): (wG'lak s'ThI;i, sm-) would you like some tea? (Dj'wAn s'm:<, sm-, Dj-, -'wO;-)a (-w-, -:)b do you want some more? (a'h&sm)a
(-m)b I have some
St, Saint\ (sIm'phIim, -mp'ph-)a (s'phIiT, sm-, sIm-)b St. Peter (sI'khl;,
-k'kh-)a (s'khl;, s-, sI-)b St Clair (sIn[[]'nni, -T-)a (sT'nTni, sn-,
sIn-, --)b St An`oJ
su>\ (sc'ph;s s-)a (sc'ph;s s-)b su> a person (sc': s-)a (s-
s-)b su> a `i
`an\ ('m:< 'T)a ('m:)b more `an `at (Si'fan 'm<i, Sis- Si-)a (-n,
->i)b e is ner `an Mary [e's] (ts'ls nn'~c, n, ts- [z-)a ( Tz-)b it
is le `an an in> [it's] (&ts'm:< na'h; n- &[z-)a (-: -:> n- &Tz-)b `at is more `an I have [`at's]
`at ("che&): ('nAt [p'mm, 'nA, -'m-, -T'm-)a ('n-, T-, -T)b not `at it
matters ('sI;in c'n&T, TS, Tj-, j-, --) seen `at you know `at
('D;I {p}wi'mT) `e dZ (`at) we met
`e\ ('bk) `e book ('m;n) `e man ('jE:, 'j-, i'j-)a (-:)b `e yell (i'n:) `e end (i' 'D;I)a (i')b `e o`er dZ ('hIiT -) `e heat ('wts
'Tha;m, z-, 'wA- -[z-)a ('w- -Tz-)b what is `e time? [what's], (&z'kht
';, &zz- &z-, -)a (-;)b is `e cat `ere?, (n'has, -, nn-) in `e house
('w;I f<m's[i, -'s-)a (f>-, -Ti)b /'wEI f<m'sIi/ YZ from `e ci
`eir\ (I'bO;t 'bT -)a (-;t 'bT, - -)b `\ bought `eir boat ('has v<';n --, *-, -)a (->';n ->'-)b a house of `eir own
`em\ (wi'sO;m, -, -O;m)a (-'s;-, -;m)b we sY `em ('gvm, -, -vm,
-v) give `em
`en\ ('sUup 'f;sT ~'chkn, -)a ('sup 'f;-, -kn)b soup r `en >i$en (a'mak&g\ bn'gn:\ a'ma 'nAT, -n-, -, -T&g-, -T 'n-)a (-\, -T)b I might
go but `en again I might not (n'[;]fT 'Tha;m, n-)a (-'A;ft> -, -> 'Th-)b
`en after a time
`ere (avv. ind.): (<'mni, <-, , <-)a (>-, >-, >-, >-)b `ere are
maJ (z'lAT, -)a (z'lT, -, -)b `ere is a lot ('hv, -)a (-)b

104

manuale di pronuncia

haven't `ere?
`\\ ([]';)a (';)b `\ are `ere (&wnI'wnT - -) when `\
went ([I]'s;I []- -w-) `\ will sZ [`\'ll]
`is\ (s'Iivn, s'-, 's-) `is eveni (s'phn: s-) `is pen (ns'w;I, nn- n- -s-) in `is wZ (&O;ns'ThIb, -nn-, &A- -s-)a (&-)b on `is table ('wts
's, -s, -s, 'zs, 'sIs, 'wA- -[z)a ('w- -Tz)b what is `is? [what's]
till\ ('wIT Tli'khm:, Ti-)a (-m:)b wait till he comes (Th'ThUuzDI, Th-, -i)a
(-'Thju-)b till tuesdZ
time(s)\ ('f;s&Tham a'wnt&, -sTm, -sTm, -sTm, -n&-, -n&-)a (-;s-, -am,
-m, -m, -m)b `e r time I went `ere ('<I;i&Tham 'f:< 'ThwE:, -T-,
-T-, -T-, -:)a ('>-, 'f:> -, --, --, --)b `ree times four are elve
to\ (Th'lnDn)a (--)b to London (Th'sku;U) to (ool (Th'gln, 'Thw-) to
Eland (Th'j;u, Th'j-, Thi'j-) to you (Th';n) to Ann ('khmTT, -TwT)a
('khm-)b come to it (j'hT, -fT, j-) you have to (Th'g;) to give (Th'wn:, Th-) to win (Th'IiT Th-)a ( Th'-)b to eat (Th'O;f, -'A- Th-)a ( Th'f)b to oer per to davanti a C (, ) possono esser molto brevi; e, davanti a
C non-sonora, spesso sono desonorizzati: ('Thn T'fa;) ten to ve;
up\ ('mIkp j'ma;n, jU- -p-)a (-pj-, -j;- -p-)b make up your mind (z'wn p'; p- z-)a (z'wn p'; p- >z-)b `ere is one up `ere
[`ere's]
upon\ ('wn &pO;n'n, &pA-, &p-, p-)a ('wn &pn'n, p-)b one upon
ano`er ('la;n pO;n'la;n, -pA-, -p-, -p-)a (-p-, -p-)b line upon line
us\ ('Thls) tell us (lts'g;, ls-, ls-)a (-;)b let's go! ma: ('l[s 'g;)a ('lTs
'g;)b let us go
was\ (awz'<O:, -A;)a (-'>;)b I was wro (hiw'f<n:)a (->-)b he was a
friend
we\ (wi'm;I) we mZ ('A;<nTwi, -mpwi, -mwi)a ('A;n-, 'A;m-)b aren't we?
were\ (Iw':)a (-w>-)b `\ were ill (wj';, -j-)a (w-, -;)b were you
`ere?
what\ ('sI;i wTjv'Dn:, wA-, w-, -TS-, -c-, -v- hw- W- -j- jh-)a (w-, w-,
)b see what you have done! [you've] (hi'nU;u w[i'wAn[[], wA-, w-, -'wO;n-
hw- W-)a (-'nj;u wTi'wnT, w-, )b he kn[ what he wanted (&wmj'sI,
-j, &wA-, w- hw- W- -;)a (&wT-, )b what are you sZi? [what're] (&wTDj 's;I, -TG, -TS, -c, -G, -, &wA-, w- hw- W-)a (&w-, )b what do you sZ?
[d'you] (&wTDj'DU;u, -TG, -TS, -c, -G, &wDj-, &wDj, -, &wA-, w- hw-
W-)a (&w-, )b what do you do? [d'you]
when (non interr.): (mwna'sO;T, w-, -n'-)a (-;-)b and when I sY it
(&sw~j'g ';, -w-, -T-)a (&s-, -;)b so when you get `ere
where (non interr.): ('phlIs wiw'fa;n, w-)a (w>i-, w>i-)b `e place
where he was found ('khnT<i w'phIip 's:, w-)a (-N>i w-, w-)b a country where people si
who\ ('m;n 'DDT, h-) `e man who did it
will\ ('[ 'DU;u 'pw -Tw)a (-T 'D;u, )b `at will do [`at'll] (j'sI;i, j-,
ju- j jw) you will see [you'll] (wlp'w;k, -'w-, -T'w- wl-)a (-;k)b will
it work? ([bi'mI;i pw- Tw-)a (T-)b it will be me [it'll] ('GA;m wbi'hI;,

3. inglese

105

-n bi-)a ('G;-, -;)b John will be here [ John'll] ('ch;c [w]bi'f:, w-)a
(-;c)b `e >ur> will be full
would\ (wDpbi'g;, -b-, -Tb-) would it be good? (ID'DU;u ID- -wD-)a
(-;u)b `\ would do [`\'d] (hi'khm:, -'k- hi hi- hiw-)a (-m:)b he
would come [he'd] ([bbi'nas, -Db- pw- Tw-)a (T-)b it would be nice
[it'd], ('GI;im wd's;I&s, -n d-)a (-)b Jean would sZ so
you\ (fj'DU;u, -j-)a (-;u)b if you do (a'Thj, -j, ,- a- aw-)a (-j,
-)b I will tell you [I'll] ('kj, -j)a (-j)b `ank you ('A;<~c, -)a ('A;~c)b
aren't you? ('DDc 'sI;i, -c, -TS-) didn't you see? ('DDc 'khwT, -, -TS-, -
j-) didn't you quit?
your\ (j'phlIs, jU-, j;<-)a (j-, j;-)b your place (&wTS'n;Im, -U-, -;<-, -tsS-, -tsj-,
&wA- -[Z- -[zj-)a (&w-, -'n-, -;'n- -TZ- -Tzj-)b what is your name? [what's]
3.3.1.3. Quando le preposizioni diventano "posposizioni& hanno una vocale
piena: ('hU;u j'wI[&f;<, -j-)a (j-, -T&f;)b who are you waiti for? ('w; j'khm&f<m, -Am, -j-)a ('w;> j'khm&f>m)b where are you comi from?
('wt si'lk&T, 'w[ zi-, 'wA-)a ('wt si-, -T zi-)b what is he looki at?
E, quando la preposizione seguita da un pronome non-accentato, ci sono due
possibilit, a seconda del ritmo e della velocit di pronuncia: (hi'wI[fj, -j,
-&f;<j)a (hi'wITfj, -&f;j)b he waited for you (wI'lkm, -&-)a (w'lkT, -&T)b we're looki at her.
Naturalmente, se c' enfasi, le cose cambiano: (wI'lk T"h:| 'nA[ T"hm:)a
(w'lk T"h:| 'nT T"hm:)b we're looki at her not at him, (a"DU;u&n)a (a"D;u&n)b I do know
Le forme che cominciano per h- dopo pausa, non perdono mai /h/: (hi'n;)a
(-;)b he knows (hvj'sI;in, h-, -j-)a (-)b have you seen her? (h'A;<j, -j)a
(-'A;j)b who are you? .
3.3.1.4. Diamo anche degli esempi di composti il cui secondo elemento ridotto, soprattutto in britannico: ('sT<O:&b<i)a ('s>;bi, -b>i)b rYberry /-b<i/ (in particolare con radice monosillabica, 3.3.3.5), ('khb)a ('khb)b cupboard,
('wEkm)a ('w-)b welcome, ('snDI, -Di)a ('sn-)b sunday (spesso /-dEI/ in tonia,
ma /-di/ in protonia, "/-dE/&);
('phIim&b)a (-Tb, -b>)b Peterborough /-b<K/, ('Dm&b)a (-mb>, -b)b
Edinburgh /-b</, ('nU;u&b<i)a ('njubi, -b>i)b N[bury /-b<i/ (soprattutto con
radice monosillabica, 3.3.3.5), ('lsT)a ('lsT)b Leicester, ('wsT)a ('wsT)b
Worcester, ('n;<fk)a ('n;fk)b Norfolk, ('Aksf)a ('ksf)b Oxford;
('khsm) Casham, ('D;m)a ('D>m)b Durham /;</ e ('khn&hm)a ('khnm)b Cunniham /-m/, ('glnD) Eland, ('phsmn)a ('phs-)b poman,
('Gn[[]mn)a (-nT-)b gentlemen, ('s<&mni)a ('s>mni)b ceremony /-mKni/,
('phlm) PImou$;
('sO;s&phn)a ('s;spn)b saucepan /-pn/, ('nAnsns, -sns)a ('nnsns)b nonsense
/-sns/, ('j;<kSI, -S)a ('j;kS, -S)b Yorkshire /-SE/, ('hnsm) handsome, ('hnDsn)a (-D-)b Henderson, ('fksTn, -&sTn)a ('fksTn)b Folkestone /-stKn/.
Ricordiamo pure: ('la&b<<i, -b<<i, -bi, -b<i)a ('lab>>i, -b>i, bi, -b>i)b library

106

manuale di pronuncia

('khsT&m<i)a ('khsTm>i, -mi, -m>i)b cuomary (D'<kT<i, -Ti, -T<i, Da-)a


(D'>kT>i, -i, ->i, Da-)b directory ('D;<m&T<i)a ('D;m>i, -T>i)b dormitory.
Tassofonica
3.3.2.1. Dagli esempi, si sar gi visto, e abbastanza chiaramente, l'impiego della durata fonetica per i vari segmenti inglesi. Qui, vediamo di riassumerne le caratteristiche. In sillaba accentata, le vocali lunghe (/A:, O:, :/, e l'eventuali lunghe dei
diafonemi /A;, ;, ;, O;, ;/) e i dittonghi (/Ii, EI, aE, OE, aO, OU, Uu/) subiscono un
semi-accorciamento da (:, ;) a (;, ) quando sono seguti, nella stessa parola, o nella stessa ritma, da almeno uno dei seguenti tre elementi: (1) una C non-sonora, o (2) una V non-accentata (che li trasforma in dittongo o trittongo: (,
)), o (3) un'intera sillaba non-accentata. I secondi elementi di composti hanno
sillabe semi-accentate; quindi, non inuiscono sulla durata.
Quindi, abbiamo: ('phl;I) /'plEI/ plZ, ('phl;I) /'plEIz/ plZs, ('phl;I) /'plEId/
plZed, ('phl;I&bk) /'plEIbk/ plZba$, ma ('phlI) (o, in caso, ('phl;))
/'plEII/ plZi, ('phlI)a (-)b /'plEI/ plZer, ('phlIb) /'plEIb/ plZable, e
('phlIT) /'plEIt/ plate, ('phlIts) /'plEIts/ plates, ('phlI[)a (-T)b /'plEId/ plated,
('phlI[)a (-T)b /'plEII/ plati, ('phInT) /'pEInt/ paint
Ugualmente: ('khA:<)a (-A:)b /'kA:/ car, ('khA:<)a (-A:)b /'kA:z/ cars, ('khA:<)a
(-A:)b /'kA:d/ card, ('khA:<D&b;<, -[b]&b-)a ('khA:D&b;, -b&b-)b /'kA:dbO:d/ cardboard, ma: ('khA;<T)a (-A;T)b /'kA:t/ cart, ('khA;<bn)a (-A;b-)b /'kA:bn/ carbon,
('khA;<D)a (-A;D-)b /'kA:dI/ cardi, ('kh[;]nT)a (-A;nT)b /'k;nt/ can't
Inoltre, c' accorciamento anche in sillaba non-accentata e semi-accentata, come s' visto dall'esempio di cardboard (vero composto, rispetto a cupboard /'kbd/, ormai cristallizzato, tanto che una graa pi "adeguata& lo renderebbe, meglio, come "cubbard&]\ (phA;<'ThspnT)a (anche (ph-)a) (-A;'Ths-)b /pA:'tIspnt/
participant (phA;<'Ths&pIT)a (anche (ph-)a) (-A;'Ths-)b /pA:'tIspEIt/ participate
('m;I&DI) /'mEIdEI/ MZdZ e ('wIspIp&b[;]skT)a (-&bA;skT)b /'wEIstpEIp-b;skt/ waepaper basket
Queste durate valgono sia in tonia che in protonia.
3.3.2.2. Per le V brevi, accentate (/I, E, , , , U/), c' un altro interessante fenomeno, per la durata fonetica in inglese; infatti, nelle sillabe accentate nali, caudate in C sonora di coppia difonica (e cio /b, d, g, G v, , z, Z/), c' un semi-allungamento, da () a (;): ('l;) /'lId/ lid (ma ('lT) /'lIt/ lit], ('m;) /'md/ mad (ma
('mT) /'mt/ mat] ('b;)a ('b;)b /'bz/ buzz (ma ('bs)a ('bs)b /'bs/ bus] Anche
queste durate valgono sia in tonia che in protonia.
Invece, quando la sillaba caudata in C sonora, non di coppia difonica (e cio
/m, n, /), al posto del vocoide, s'allunga il contoide (ma solo in tonia davanti
a pausa): ('Thn:) /'tEn/ ten, ('j:)a ('j:)b /'j/ you, ('b:) /'bU/ bull (ma ('b&h;<n)a (-;n)b /'bUhO:n/ bullhorn ('b '<;n)a ('>-)b /'bU '<n/ `e bull ran).
In entrambi gli accenti, per, c' l'eccezione all'eccezione, per cui /, /, si semi-allungano (anche in protonia), invece di far allungare la C\ ('GA;n)a ('G;n)b

3. inglese

107

/'Gn/ John, ('b;) /'b/ ba, ('h;n) /'hnd/ hand


Nelle sequenze /I, E, U/, c' il semi-allungamento di /I, E, U/, in tonia e anche in protonia (se nale di ritma, pure davanti a V]\ ('hI;)a ('h;)b /'hI/ here,
(';)a (';)b /'E/ `ere, ('phjU;, 'phj:)a ('phj;, 'phj:)b /'pjU/ pure ('hI; n';)a ('h;> n';)b /'hI< n[d]'E/ here and `ere
Va ricordato che, in americano, /I, E, U/ seguti da V all'interno di parola
o di ritma, diventano "/I<, E<, U</&: ('sp<T) sia per /'spI<It/ ('sp>T)b spear it che
per /'spI<It/ ('sp>T)b spirit ('h<)a ('h>)b /'hI<I/ heari
3.3.2.3. Anche per quanto riguarda la desonorizzazione gli esempi visti nora
avranno gi presentato una panoramica abbastanza chiara; per, meglio riassumere tutto, giacch ci sono anche delle osservazioni particolari che facciamo, qui,
anche se, nelle trascrizioni, non si segnano tutte.
Molto importante la desonorizzazione delle sonore difoniche (/b, d, g G v,
, z, Z/) davanti a pausa o a C non-sonora ("posdesonorizzazione&): ('bA;)a ('b;)b
/'bb/ Bob ('D;) /'dd/ dad ('G;)a ('G;)b /'GG/ judge ('v:)a ('v:)b
/'v:v/ verve ('bA; 's;)a ('b;-)b /'bb 'sEz/ Bob sZs ('D; 'ThkT) /'dd 'tUkIt/ dad
took it.
, invece, meno importante la loro desonorizzazione, generalmente pi attenuata, dopo pausa o C non-sonora ("predesonorizzazione&); per certi parlanti forte come la posdesonorizzazione, per, di solito, meno evidente e non serve segnarla nelle trascrizioni.
La cosa veramente importante che queste C non siano, in questo contesto,
"troppo& sonore (magari con allungamenti, o con brevi pre-appendici nasali, o vocaliche: (b) non (b:, b, b), ); comunque, se si volesse usare una trascrizione pi
"completa&, si potrebbe ricorrere al puntino sottoscritto (b, a) (o sovrascritto (g,
Z)): ('bA;)a ('b;)b /'bb/ Bob, .
Si potrebbe usare il punto anche dopo /p, t, k, c/ "aspirati&, che segn(i)amo solo
qui, giacch suciente (h): (('ph&;I)) /'plEI/ plZ (('khwaT)) /'kwaEt/ quite e cos anche per gli altri non-sonori (sebbene la desonorizzazione sia solo leggera e, di solito,
non serva segnarla): (('f;u)) /'fjUu/ f[ (('T))a (('>-))b /'<Et/ `reat (('s2:<))a (('s2:))b
/'snO:/ snore
Semplicazioni del parlato normale
3.3.3.1. Nel parlato normale, non lento, sono naturalissime certe semplicazioni articolatorie; in particolare, /t, d/, tra C cadono facilmente: ('msli)a ('m-)b
/'mOUstli/ moI ('hnsm) /'hndsm/ handsome ('phsmn)a (--)b /'pOUstmn/ poman ('ph;fkli)a (-;f-)b /'p:fIktli/ perfectI ('nks 'D;I) /'nEkst 'dEI/ next
dZ ('f; ':)a ('f;s)b /'f:st 'I/ r `i ('mS p'ThI[)a (-T)b /'mSt p'tEIOUz/ maed potatoes
La semplicazione avviene anche per /sts/: ('phsts, -ss, -ss)a ('ph-)b /'pOUsts/
pos ('Thsts, -ss, -ss) /'tEsts/ tes ('Thkst s'lkSn, -ks s-, s'-)a (-S)b /'tEkst s'lEkSn/ text selection.

108

manuale di pronuncia

Ancora: ('mU;uv 'bk)a ('m;uv)b /'mUuvd 'bk/ moved ba$ ('lk 'lak) /'lUkt
'laEk/ looked like ('<Iicmi)a ('>-)b /'<Iictmi/ rea>ed me ('Th; 'bA;)a ('Th;
'b;)b /'tOUd 'bb/ told Bob ('khp 'khwaT) /'kEpt 'kwaEt/ kept quiet
Oltre alle semplicazioni, ci sono anche assimilazioni: ('h;m 'm;I, -n 'm-)
/'hnd 'mEId/ hand-made ('khl; 'SAp, -)a (-; 'Sp)b /'klOUzd 'Sp/ closed op
('kh[;] 'g;, -n)a (-A; 'g;)b /'k;nt 'gOU/ can't go
Anche per le V ci sono frequenti semplicazioni: ('g[ 'O:, -A;)a ('gT ';)b /'gE
'l;/ get alo ('[;]fT <'wa;)a ('A;f >-)b /';ft 'waE/ after a while (T'<fk)a
(T'>-)b /t'<IfIk/ terric (ab'lI;i) /aEb'lIiv/ I believe (p'lIis) /p'lIis/ `e police
E ci sono pure combinazioni: ('lT<li, -[<-)a ('l>li, -T>-)b /'lI<li/ literalI
(ph'Thkjlli, -kjli, -kli)a (ph-, -kjl- -kjl-)b /p'tIkjlli/ particularI ('ph<Abli, -bb-, -bb-, &ph<Ali)a ('ph>-)b /'p<bbli/ probabI
3.3.3.2. Negl'incontri vocalici, in parole o in frasi, si possono avere semplicazioni varie: ('s;, 'sI) /'sEII/ sZi ('S;, 'S)a (-;, -)b /'SOUI/ owi ('si;, 'sIi) /'sIiI/ seei ('n;, -) /'nOEI/ annoyi
Inoltre: ('d<a;T, -aT)a ('>-)b /'d<aEIt/ dry it ('IiT, I'IiT) /EI'Iit/ `\ eat ('s;T,
'sIT) /'sEIIt/ sZ it ('na: n'n:, 'na;) /'naO n[d]'En/ now and `en ('b; 'g:,
-;)a (-:)b /'bOE n[d]'g:/ boy and girl ('g; 'w;I, 'g:)a ('g;, 'g:)b /'gOU 'wEI/
go YZ ('g; 'A;n, 'g:, 'O:n)a ('g; ';n, 'g:)b /'gOU ';n/ go on
Ecco altri casi frequenti, che bene conoscere: ('kcli, 'kSli, -Sli &kSi) /'kcli/ actualI ('s;li, -T-, &si)a ('s;-)b /'s:tli/ certainI (D'<kTli, 'D<kli)a (D'>-,
'>-)b /d'<Ektli/ directI ('Iizi, 'Iizli) /'Iizli/ easiI (g'zkTli, 'gzkli) /Ig'zktli/ exactI (v<i'g;, vi-)a (v>i-, vi-)b /'vE<i 'gUd/ very good ('[k]s vi'mc)a (vi'mc)b /'ks vE<i'mc/ `anks very mu> ('kj, -j, 'h-, 'kj, 'kj)
{(('kj))} /'kju/ `ank you
Altri: (b&k, p&k-, &kh-, -'kh; b'kh; -O: -A;)a (-'kh; -;)b /b'k;z/ because ('Th:, n-)a (n-)b /n'tI/ until ('ls, n-)a (n-)b /n'lEs/ unle ('nf,
'-)a ('nf, '-)b /'nf/ enough (&js'DI;i) /'jEs n'dIid/ yes indeed ('kh;<, f'- f&-,
&k-)a (-;s)b /v'kO:s/ of course (Z'uZ, '-, -Zw, Z'j-, 'j-) /z'jUuZw/ as usual (ph'hps, -&H-, &ph<-, ph-)a (ph-, &ph>-)b /p'hps/ perhaps
3.3.3.3. Altri ancora: (w, w, w {,'Thj&wT, -})a ({-, --})b /wE, w,
w/ well, [I'll tell you what] (&nli'kh;, -ni-)a (--, -'-)b /IfOUnliaE'kUd/ if onI
I could ('skjuzmi, k'-) /Ik'skjUuzmi/ excuse me! (ba'ba;, b-, b-, &ba'ba;)a
(b-)b /baE'baE/ bye-bye (gb'ba;, gb-, g'-, g'- -D'b-, 'ba;) /gUd'baE/ goodbye
(gb'm;<n, gb-, g'-, g'- -D'm-, 'm;<n)a (-;n-, 'm;n-)b /gUd'mO:nI/ good
morni
Inoltre: ('js, 'jhs, 'jh, 'js, 'j, 'j, j, js), e ('j, 'j, 'ja:, 'jA:)a (-)b, ('j,
'jp, 'jp, 'j, j)a (-p, -, -)b /'jEs 'jE 'jEp 'jp/ yes! ('n;, 'n, 'np)a ('n-)b
/'nOU/ no! (&O;'<aT, O;'-, -)a (&;-, ;-)b /O:'<aEt/ all right (khm'A;n, -'O:n)a (-';n)b
/km';n/ come on! (khm'n:) /km'In/ come in! (khm'I;, -'H-)a (-;)b /km'hI/
come here!
Ancora: (s'Da;n, s-, sT-) /sIt'daOn/ sit down (D';, aD'n;)a (D';,
aD'n;)b /aEdOUn[t]'nOU/ I don't know (D';, a&DD';)a (D';, a&DD-

3. inglese

109

';)b /aEdId[t]'nOU/ I didn't know ('spk&s, ak-)a ('spk&s)b /aEIk'spEktsOU/ I expect so (a'sp, s-)a (-, s-)b /aEs'pOUz/ I suppose ('k j'<aT,
-)a (-, j'>-)b /aE'Ik j'<aEt/ I `ink you're right
Inne: (agn'DUuT, - -&gn-, --, -O;-, -A-, -T)a (-, -uT -&gn-, --,
-;-, --)b /aEmgn'dUuIt -gOUn- -'gOUIt-/ I'm goi to do it [gonna do it] (hizgn'DT -&gn-, --, -O;-, -A-, -T)a (-&gn-, --, -;-, --)b /hizgnu'dIt -OU-
-gOUIt-/ he's goi to add it (wi&wAn's;I, -wO;-, -nT-, -n-)a (-w-)b /wiw;n'sEI/
we want to sZ [wanna] (wi&wAn'IiT, -wO;-, -nT-)a (-nT-)b /wiw;nu'Iit/ we want to
eat ('sm 'Df<nT, 'smp)a ('sm-, ->nT, 'smp)b /'smI 'dIf<nt/ some`i
dierent (f'f:, f'-, f'-, f'-) /fU'fI/ fulll (M'va<nmnT, -mm-, -m-, -a<m-, -, -)a (->nm-, ->mm-, ->m-, -am-, -am-, -, -)b /In'vaE<nmnt, E-, -/
environment ('gvnmnT, -vm-, -vm-, -v-, -vm- -b- -mm-)a ('gvnm-, -vmm-,
-vm-, -v-, -vm- -b- -mm-)b /'gvnmnt/ government.
In americano abbiamo pure: ('khnD&DIT, 'khn-, -DT) /'knddEIt, -dt/ candidate (nT'A;<kTk, n['-, n'-, -'A;<Tk) /n'A:ktIk/ antarctic
3.3.3.4. importante sapere che, in inglese, la fonosillabazione rispetta molto
la divisione morfemica e, quindi, permette di mantenere certe piccole dierenze
che le lingue romanze, invece, di solito, perdono: ('n;Im) /'nEIm/ a name (n';Im) /n'EIm/ an aim ('n< 'sa;n)a (->)b /'n<OU 'saEn/ a narrow sign (n'< 'sa;n)a (->)b /n'<OU 'saEn/ an arrow sign
Inoltre, osserviamo bene: ('wa; 'chU;u)a (-;u)b /'waE 'cUuz/ why >oose ('waT
'SU;u, -)a (-;u)b /'waEt 'SUuz/ white oes (ma'Th<;In)a (-'h>-)b /maE't<EIn/ my
train ('maT '<;In, -)a ('>-)b /'maEt '<EIn/ might rain ('blk 'Tha;) /'blk 'taE/ a
bla$ tie ('blkT 'a;) /'blkt 'aE/ a bla$ed \e
Possono sembrare un po' curiose forme come (ms'spE:)a (-:)b /mIs'spE/ misspell e (ms'sm) /mIs'smI/ Mi Smi` comunque, come cadono altre C cos,
nel parlato non lento, si ha anche (m'spE:, m'sm)a (-:)b.
Forniamo anche i seguenti esempi, per il britannico: (s'b;g 'm;n, s-)b
/sOU'bIg 'mn/ so big a man ('bg 'm;n)b /'bIg 'mn/ a bigger man ('laT 'fa)b /'laEt 'faE/ light a re ('laT 'fa)b /'laEt 'faE/ a lighter re (tsz'w
T'wIT)b /Itsz'wE t'wEIt/ it's as well to wait (hiz'wT&wIT)b /hiz'wEtwEIt/
he's a welter-weight
Aggiungiamo un'importante osservazione sulla struttura sillabica riguardante
/'0/, con /I, E, , , , U/, pure con /j, w, <, l/ inseriti tra C e V o con /, / nali. Anche se non la segn(i)amo sistematicamente, ma solo qui, giacch sarebbe un
appesantimento (quasi inutile) della trascrizione, bisogna sapere che la C fa sillaba con la V breve accentata che la precede: ('lm-)a ('lT-)b /'lI/ litter ('bg-)a
('bg-)b /'bEg/ beggar ('phk-)a ('phk-)b /'pk/ pa$er ('khm-)a ('khT-)b
/'k/ cutter ('hAm-)a ('hT-)b /'h/ hotter ('lk-)a ('lk-)b /'lUk/ looker ('sl)a ('sl-)b /'sEl/ seller ('kh<-i)a ('kh>-i)b /'kh<i/ carrier ('skn-)a ('skn)b /'skn/ scanner
Ancora: ('<n-)a ('>n-)b /'<nI/ runni ('lv-)a ('lv-)b /'lvI/ lovi
('mT-, 'm-)a ('mT- 'm-)b /'mt/ mutton ('khAT-, 'khA-)a ('khT-
'kh-)b /'kt/ cotton ('ls-) /'lIs/ lien ('mD-) /'mId/ middle ('m[-)a ('mT-

110

manuale di pronuncia

)b /'mE/ metal ('Dv-) /'dEv/ devil ('mT-<k)a ('m->k)b /'mEt<Ik/ metric ('kj<T)a ('k-j>T)b /'kj<t/ accurate ('<Ak-w)a ('>k-w)b /'<kw/ Ro$well ('<Akli)a ('>k-li)b /'<kli/ Ro$l\ ('<p-li)a ('>p-li)b /'<Ipli/ Ripl\
Con V lunghe e con dittonghi la sillabazione avviene prima della C\ ('nO;-[i)a
('n;-Ti)b /'nO:i/ naugh ('nUu-T, 'nUu-)a ('nju-T 'nju-)b /'nUut/ N[ton
('lI-m)a ('lI-T)b /'lEI/ later ('bI-k) /'bEIkI/ baki ('Ii-kw) /'Iikw/ equal
('nUu-T<)a ('nju->)b /'nUut</ neutral ('<a-pli)a ('>a-pli)b /'<aEpli/ ripeI
Dissimilazione americana di r
3.3.3.5. Per semplicare l'articolazione di parole e ritmie con due //, la pronuncia americana ha pure una variante, con /`/ per il primo //, pur se non molto frequente, anche in sillaba accentata: ('fA;<, 'fA;) /'fA:/ far`er ('f;, 'f;)
/'f:/ fur`er (';<D, ';D) /'O:d/ order ('m;D, 'm;D) /'m;d/ murder
('kh;<n, 'kh;n) /'kO:n/ corner ('mAmm, '-) /'mm/ `ermometer
('f;<wD, 'f;wD) /'fO:wd/ forward ('f;<&w;D, 'f;&w;D) /'fO:w:d/ for[ord (s'ph<a;, s'-) /s'p<aEz/ surprise ('gvn, -vn, -vn) /'gvn/ governor (ph'Thkjl, ph'-) /p'tIkjl/ particular
Anche: ('khn[m]&b<i, -&b-) {('khnTbi, -b>i, -&b>i)b} /'knb<i/ Canterbury
('wO;m&b<i, -[-, 'wA-) {('w;Tbi, -b>i, -&b>i)b} /'wO;b<i/ Waterbury ('Am&b;n, 'A[-) /'b:n/ Otterburn ('b;n, 'b;-, b'nA:<, b-) /'b:nd, b'nA:d/ Bernard
('khm&pl, -[-) /'kpIl/ caterpillar ('ED'b<i, -D&-) {('D&b>i, -bi, -b>i)b}
/'Edb<i/ elderberry ('<z&vwA;<, -z&- -&vw;<) /'<EzvwA:/ reservoir ('n;<<p,
'n;-) /'nO:<p/ Nor`rup ('sn, 'sn) /'sn/ Sou`erner ('m;D<, -D,
'm;D-) /'m:d</ murderer ('n;<n, 'n;<n, 'n;n) /'nO:n/ Nor`erner
Meno sistematicamente, si pu avere la dissimilazione anche in ritmie: (h'hA;<T,
h'-) /h'hA:t/ her heart (j'm;i, j'-) /j'm:si/ your mercy (A;<'ph;<c, A;'-) /A:'pO:c/ our por> ('f:m, '-, '-, '-) /E'f:mz/ `eir rms ('D;[i, '-,
'-, '-) /E'd:i/ `\'re dir (f'w:, f'-) /f'w:d/ for word (;<'hI;, ;'-, '-,
'-, -'H-) /O:'hI, '-/ or here
Gli esempi che seguono mostrano la dissimilazione anche per /</ (pure in pronuncia britannica, per una sorta di semplicazione, anche analogica): ('la&b<<i,
-b<<i, -bi, -b<i, -&b-, -b-)a ('lab>>i, -b>i, bi, -b>i, -b>i)b /'laEb<<i/ library ('fb<&<i, -b<<i, -bj-, -bj-)a ('fb>>i, ->>i, -b>i, bi, -b>i, -bj>i, -bj-)b /'fEb<u<i,
-bju-/ February ('sk<&T<i, -k-)a ('sk>>i, -&T>i, -k-)b /'sEk<t<i/ secretary.
Inoltre: (sT'nAg<f -g-)a (-g>- -g-)b /st'ng<f/ enogra#er (f'ThAg<f -g-)a (-g>f -g-)b /f'tg<f/ #otogra#er (ph<'fs ph- ph-)a (ph>'fs ph-)b /p<'fEs/ profeor (ph<&nnsi'ISn ph- ph-)a (ph>&nnsi'IS
ph-)b /p<nnsi'EISn/ pronunciation (ph<'ph<&T<i ph- 'ph<p-, 'ph<p<-)a
(ph>'ph>>i, ph>- ph-)b /p<'p<tK<i 'p<Ep<tK:<i/ preparatory
Complessivamente, si vede che la dissimilazione c', per la maggior parte, con: (';<)
/'O:/, in sillaba accentata, di solito; qui, anche levando //, la parola non diventa ambigua, perch il timbro vocalico, da solo, distintivo ( gli esempi dati); e con () //
in sillaba non-accentata: surprise particular caterpillar governor `ermometer

3. inglese

111

Osservazione morfonologica
3.3.3.6. Vediamo, ora, di risolvere, grazie alla trascrizione (che non maschera
la realt, come fa, invece, la scrittura) un problema diuso per gli stranieri: sapere qual la pronuncia dei grammemi >-ed -(e)s -'s, -s'.
Semplicemente, si ha:
/d/ (D) dopo fonemi sonori (: V VV C sonore, tranne la stessa /d/): /'plEId/ plZed,
/'h;<id/ hurried, /'bA:d/ barred, /'<bd/ rubbed, /'GGd/ judged, /'plnd/ planned
/t/ (T) dopo C non-sonore (tranne la stessa /t/): /'stpt/ opped, /'w;St/ waed,
/'swIct/ ~ibed, /'l;ft/ laughed
/d/ (D)a (D)b dopo /t, d/, per poterle pronunciare: /'wEId/ waited, /'nIidd/
needed, /'stA:d/ arted
Inne, si ha:
/z/ (z) dopo fonemi sonori (: V VV C sonore, tranne le solcate /z, Z, G/): /'gOUz/
goes, /'flaEz/ ies, /'dEIz/ dZs, /'lEIdiz/ ladies, /'<bz/ rubs, /'wEIvz/ waves, /'plnz/
plans, /'Gnz/ John's, /'<Icdz/ Ri>ard's
/s/ (s) dopo C non-sonore (tranne le solcate /s, S, c/): /'tps/ tops, /'<aEts/ writes,
/'b<Es/ brea`s, /'GEfs/ Je's, /maE'pE<nts/ my paren_'
/z/ (z)a (z)b dopo /s, z S, Z c, G/, per poterle pronunciare: /'kIsz/ kies, /'<OUzz/ roses, /'dISz/ dies, /'swIcz/ ~ibes, /'ksz/ axes, /'cA:zz/ arles's
Accento
3.3.4.1. Sappiamo che (la sede del)l'accento pu aver funzione distintiva in inglese: ('mp;<T)a (-;T)b import (sost., agg.), (m'ph;<T)a (-;T)b import (vb.); ('ph<zT)a (->-)b present (sost., agg.), (p<'znT)a (p>-)b present (vb.).
Le frasi inglesi, normalmente, mostrano gli accenti delle parole che le compongono, mantenendo bene gli accenti primari anche dei monosillabi lessicali, mentre i monosillabi grammaticali ne sono privi (come, in generale, le sillabe non-accentate dei polisillabi): ('smz 'bO;t '<I;i 'nU;u 'smO: 'blk 'khts)a ('b;t '>I;i 'nj;u
'sm:)b Sam has bought `ree n[ small bla$ ca_ per, abbiamo: (w'lA:<
'kh<a;D *'phIip)a (-w'lA:)b and `ere was a large crowd of people, (b[&ts*'g<I[sT m'ph;<Ts, -s)a (bT&-, -'g>IT-, -;-)b but it's of `e greate importance
Comunque, nelle parole lunghe (e nelle frasi), molte sillabe con V piena, soprattutto se vicine a sillabe non-accentate e ridotte, ricevono, generalmente, un accento secondario (anche pi che in italiano): (&v'sT&mIT)a (&v'>sT-)b overeimate, (&vz'bl[i)a (-Ti)b visibili, (&ph;pn&Dkj'l<[i)a (&ph;-, ->Ti)b perpendiculari, ('<kg&na)a ('>-)b recognize, ('mks&k)a (-)b Mexico ( l'italiano:
('mEs:siko)).
Nei composti, troviamo pi spesso la struttura ('&) (pi raramente (&'): (&ff'ThI;in) fteen), a volte anche (''), come le "collocazioni& (o composti occasionali,
o liberi e, quindi, modicabili): ('blk&b;)a (-;)b bla$bird "merlo& (ma ('blk

112

manuale di pronuncia

'b:)a ('b:)b bla$ bird "uccello nero&), ('b&DA, -O;)a (-)b bulldog
importante osservare con attenzione, soprattutto per composti bisillabici, come questi, che la pronuncia inglese ben diversa da quella all'italiana ((blk'bEr:d,
bul'dOg:)), ma anche da quella italiana "studiata& (('blEk:bRd, 'bul:dg)).
Si confrontino anche: ('glS&ThIic)a (-)b Eli tea>er "insegnante d'inglese&
e ('glS 'ThIic)a (-)b Eli tea>er "insegnante (che ) inglese&.
3.3.4.2. Consideriamo, ora i composti r cla (sostantivo e avverbio) e r-cla (aggettivo) e la collocazione r cla in una frase come `at was `e r cla
to be considered ebbene, foneticamente, sono uguali, ('f;[T] 'khl[;]s)a ('f;s[T]
'khlA;s)b; per, fonologicamente, per motivi didattici o lessicograci, potrebbe esser vantaggioso distinguerli come: /'f:st'kl;s/ (i composti: "/''/&) e /'f:st 'kl;s/
(la collocazione: "/' '/&).
Va, poi, ricordata la essibilit (strutturata) degli schemi; infatti, abbiamo: (&ff'ThI;in) fteen e ('ph;I ff'ThI;in) page fteen ma ('ff&ThIim 'ph;IG)a (-)b fteen pages ('b<;n[D] 'nU;u)a ('nj;u)b brand-n[ ma ('b<;n[D]&nUu km'phjum)a
(-&nju, -T)b a brand-n[ computer
Inoltre: ('skn[D] 'h;n) second-hand ma ('skn&hn 'khl;[])a (-;[])b
second-hand clo`es e ([]'O: &skn'h;n)a (>':)b `\'re all second-hand anche (&fT'nU;un)a (&A;fT'n;un)b afternoon e (&gDfT'nU;un, gD&-, gD&-)a (&gDA;fT'n;un, gD&-, gD&-)b good afternoon ma ('fT&nU;un 'ThI;i)a ('A;fT&n;un 'ThI;i)b afternoon tea
Aggiungiamo, poi, alcuni casi che possono variare a seconda della velocit d'emissione, ma anche della posizione in tonia o in protonia, nonch di scelte individuali. Qui, utilizziamo anche delle gradazioni d'accento intermedio, che (senza
quello enfatico, (")) sono, in scala decrescente: ('), (), (&), (), ( ).
S'osservino attentamente le sfumature: (&Dmn'sT<ISn 'ks&saz, 'Dmn&s-,
-'sT<ISnks&saz)a (-'sT>IS 'ks&saz)b demonration exercises ('l&vIm 'Ap&Im, 'l&vImAp&Im, 'lvIm&ApIm)a (-T> 'p&>IT)b elevator operator ('laT&has 'khIip, 'laT&haskhIip, 'laThas&khIip)a (-)b ligh`ouse keeper si noti:
('laT 'has&khIip)a (-)b light housekeeper
3.3.4.3. In fondo, per sapere l'accentazione dei composti, bisogna ricorrere a dizionari attendibili; ma non sempre quelli di pronuncia (che vanno, comunque,
senz'altro consultati) sono i migliori, per quest'aspetto.
Segnaliamo volentieri i dizionari della Random House che, per l'accentazione
secondaria, sono quasi perfetti; ovviamente l'accentazione fornita americana, ma
pu andar bene, in generale, anche per la pronuncia britannica, che, nel frattempo, pu aver aggiunto, mantenuto, qualche altra variante possibile (generalmente, pi da "collocazione& che da "composto& e, quindi, meno utile: weekend icecream N[ York N[ Zealand N[ Hampire).
Inoltre, i dizionari "Advanced& della Oxford indicano i casi "marcati& (e piuttosto imprevedibili, per uno straniero) dell'accentazione primaria di parecchie collocazioni lessicali.
In una trascrizione (dia)fonemica, come la nostra, i composti pi tipici e nume-

3. inglese

113

rosi sono indicati con un solo accento primario /'/; quello secondario si ricava
facilmente, in quanto il secondo lessema ha il suo accento secondario.
Invece, nella maggior parte dei dizionari stampati in America, si segnano pure
gli accenti secondari, "/'&/&; ma, generalmente, le trascrizioni non-IPA segnano
gli accenti dopo la sillaba accentata, purtroppo, non davanti e tramite una semplice dierenza di spessore (che non evidente, a volte, nemmeno con entrambi in
prsentia); per cui troviamo, per es., "in scrib& invece che /In'sk<aEb/ inscribe e
"viz bil te& per /vIz'bIli/ (&vz'bl[i)a (-Ti)b visibility Ma certi dizionari americani sono fuorvianti, perch segnano accenti secondari per la maggior parte delle sillabe non-accentate che presentino V non attenuate.
Purtroppo, soprattutto i dizionari (anche di pronuncia), pubblicati in Gran Bretagna, utilizzano piuttosto male l'accento secondario; infatti, una collocazione come ('snT< 'hIi[)a (-N>-, -T)b /'sEnt< 'hIiI/ central heati , di solito, resa come */&sentrl 'hi:tI/, proprio come (&snT<'lsTk)a (-N>-)b /sEnt<'lIstIk/ centraliic
(per loro */&sentr'lIstIk/).
Comunque, pi si segna (purch giusto e accurato!), meglio , anche quando
sia prevedibile; per cui, le trascrizioni didattiche, specie se iniziali, dovrebbero mostrare pi peculiarit (senza l'assurdo, e infondato, timore che confondano), giacch meno utile e, a volte, fuorviante, una trascrizione troppo limitata.
3.3.4.4. Nei composti con sussoidi, rispetto alla trascrizione diafonemica,
necessario e suciente sapere quali sussoidi sono sempre non-(semi)accentabili
("//&) e quali sono prosodicamente (semi)-accentabili ("/%/&) giacch gli altri,
con V piena, sono sempre (semi)-accentati ("/&/&). Sono sempre non-accentati, oltre a quelli con /, , /, i seguenti: /-Ik, -Iks, -I, -IS, -Ist, -Iv, -fI/ -ic -ics -i -i
-i -ive -#il\ /'<<Ik, 'pltIks, 'lIg<I, 'jElOUIS, 'nvlIst, d'sk<IptIv, 'glfI/
rhetoric politics lieri yellowi noveli descriptive alo#il (per -#ile abbiamo /-&faE, -fI/).
Sono, invece, semi-accentati (se preceduti da sillaba non-accentata), ma non-accentati (se preceduti da sillaba accentata): /-hUd, -Izm, -aEt, -aEz, -SIp, -jUu/ -hood
-ism -ite -ize [-ise] -ip -ule\ /'wUmn(&)hUd/ womanhood ( /'caE[d]hUd/ >ildhood] /'tE<(&)<Izm/ terrorism ( /'bUdIzm, 'bUu-/ Buddhism] /'t<tski(&)aEt/ Trotskyite ( /'sfaEt/ sulte] /'k<I(&)saEz/ criticize (ma /'bptaEz/ baptize oltre a /bp'taEz/] /'skl(&)SIp/ (olarip ( /'f<En[d]SIp/ friendip] /'ml(&)kjUu/ molecule
( /'glbjUu/ globule]
Intonazione
3.3.5. Per quanto riguarda l'intonazione, ci limitiamo a fornire le protone e le
tone fondamentali (f 3.7-8), dei due accenti, giacch come si sa bene queste
strutture sono sottoposte all'ortologa e alla semantica, che producono eetti particolari, per, sempre all'interno delle strutture intonative primarie, che sono essibili, ma rigorose, con la "complicazione&, ulteriore, della parafonica:

114

manuale di pronuncia

/./: (av'Gs[p] 'bO;[ 'nU;u 'DkS&<i23)a (av5Gs[p] 'b;T 'nj;u 'DkS>i3 3)b /aEv'Gst 'bO:t 'nUu 'dIkS<i./ I've ju bought a n[ dictionary
/?/: (Dj'spIik 'glS wE:21, G-)a (Dj5spIik 'glS 'w:21, G-)b /dj'spIik 'IglIS
'wE?/ Do you speak Eli well?
//: (jkn'h; 6sT<O:&b<iz2 2 'blU;u&b<i23)a (jkn5h; 's>;biz32 ;'blubi3 3)b
/jukn'hv 'st<O:b<iz K:'blUub<iz./ You can have rYberries or blueberries
f 3.7. Intonazione americana.
/ / (2 2 ' 2 2 ' 2 2 ' 2)

/./ (2 ' 2 3)

/ / ( 2 2 ' 2 2 ' 2 2 ' 2)

/?/ (2 2 1)

/ / ( 2 2 ' 2 2 ' 2 2 ' 2)

// (2 6 2 2)

/ / ( 2 2 ' 2 2 ' 2 2 ' 2)

/,/ (2 ' 2)

/ / (2 2 5 1 1 ' 2 2 ' 2)

/./ (2 ' 3 3)

/ / ( 2 2 5 1 1 ' 2 2 ' 2)

/?/ (2 ' 2 1)

/ / ( 2 2 5 1 1 ' 2 2 ' 2)

// (2 ' 3 2)

/ / ( 2 2 5 1 1 ' 2 2 ' 2)

/,/ (2 ' 2)

f 3.8. Intonazione britannica.

3.3.6. Le "appendci interrogative& inglesi [queion tags, o tag queions] sono


pi varie e numerose che nelle altre lingue (infatti, in italiano, di solito, si ha vero? o non vero? o, semplicemente, no?] Quelle inglesi sono determinate morfologicamente, con la ripresa d'ausiliari e modali (con modica positiva/negativa).
Hanno due funzioni diverse: di conferma alle supposizioni (con tonia conclusiva
/./), o d'eettiva domanda, per chiedere davvero qualcosa, giacch non si ha nessuna certezza.
Vediamo alcuni esempi: It's cold todZ, isn't it? o You're American, aren't you? o
\ aren't well, are `\? Per conferma, abbiamo: /Its'kOUd t'dEI. 'Is{}t./, /j<'mE<kn. 'A:ntjUu./, /EI'A:nt 'wE. 'A:EI./; while, for information: /Its'kOUd t'dEI. 'Is{t}t?/, /j<'mE<kn. 'A:ntjUu?/, /EI'A:nt 'wE. 'A:EI?/.

3. inglese

115

Altri accenti
3.4.0. Questa sezione si potr rivelare molto importante per scopi descrittivi e
comunicativi, giacch fornisce indicazioni che vanno oltre la pronuncia neutra,
sia americana che britannica.
L'accento neutro "internazionale&
3.4.1.1. Come applicazione didattica, sembra opportuna e conveniente la proposta d'un accento "internazionale&, che ha senz'altro dei vantaggi rispetto al risultato (d'un apprendimento "selvaggio& e senza metodo) piuttosto ibrido e con continue e capricciose oscillazioni tra i due tipi (e, indubbiamente, anche con altre interferenze, non ultime quelle grafemiche o d'accenti regionali).
Quando, poi, ci sar nalmente un dizionario con la trascrizione diafonemica,
le cose saranno ancora pi semplici e dirette. Infatti, quest'accento "internazionale& basato sulla pronuncia della ~~, che copre l'intero globo; e, pur essendo leggermente pi americano il pi diuso e il meno lontano dalla graa, non cos smaccatamente americano. Naturalmente, ci riferiamo ai "mezzibusti& in studio, non ai vari corrispondenti locali, che, spesso, parlano l'inglese anche come seconda lingua.
In eetti, quest'accento semplica le complessit reali degli accenti eettivi, soprattutto di quello britannico, eliminando distinzioni "superue& (non corrispondenti, fra l'altro, alla graa), per portare a una situazione pi organica e generalizzabile, sempre a partire da pronunce eettive, che, per di pi, non hanno connotazioni facilmente localizzabili. Molti cantanti e attori l'usano.
Quindi, intermedio fra i due accenti neutri americano e britannico; inoltre,
non suona "strano& a nessun nativo, semplicemente pi "organizzato&, ma senza forzature indebite.
f 3.9. Monottonghi internazionali.
/i+/ (i) /i/ (i)
/I/ ()
// = //, // (, +|)
/E/ ()
// ()
// (), /;/ ()

/u/ (u)
/U/ ()
/:<, ;</ (:<), /</ (<), // (q), /:/ (:q)
/O:, O;/ (:)
/, ;/ ()
/A:, A;/ (A:)

3.4.1.2. A partire dalla trascrizione diafonemica, lo s'ottiene riconducendo soprattutto i diafonemi /;, A; ;, O; ;, / alle loro "matrici& pi "naturali& (/, A:
, O: :, / (, A: , : :, )), cio pi tradizionali e pi diuse, nonch, come s'
gi detto, meno lontane dalla graa; cos, si semplica, il compito, assai arduo, degli stranieri che sono costretti a procedere ancora dalla scrittura, purtroppo, visto
lo stato pietoso dell'insegnamento delle lingue, che trascura a volte completamente la fonetica e, quindi, la pronuncia.

116

manuale di pronuncia

Le f 3.9-10 danno le articolazioni vocaliche dell'accento "internazionale&. Perci,


avremo: ('lsT)i ('l[;]sT)a ('lA;sT)b /'l;st/ la, ('phA;sT)i ('phA;sT)a ('phsT)b /'pA;st/ paa, ('s<i)i ('sA<i 's;-)a ('s>i)b /'s<i/ sorry, ('lsT)i ('lO;sT, 'lA-)a ('lsT)b /'l;st/
lo, ('f;s)i (vedi sotto per ()) ('fO;s, 'fA-)a ('f;s, 'f-)b /'fO;s/ false, ('DS)i ('DS)a ('DS)b /'dISz/ dies, ('wnT)i ('wAn[[], 'wO;-)a ('wnT)b /'w;nd/ wanted, ('h;<i)i ('h;i)a ('h>i)b /'h;<i/ hurry
3.4.1.3. Per quanto riguarda sillabe non-accentate con possibili timbri pieni, la
pronuncia internazionale ha, invece, le meno prominenti, anche se non estreme
(() semi-approssimante, f 1.13.3): ('<gjl)i /'<Egjl/ regular ('DkSn<i)i /'dIkSn<i/ dictionary ('D;mc<i)i /'dO:mtK:<i/ dormitory ('kh~c<i)i /'knt<i/ country. Quindi, per /t, d/ + /{}</, preferibile "/c<, G</&.
Nella f 3.9 si vede che i fonemi "internazionali& /, , O:, u/ sono (, , :, u):
('hT)i ('hT)a ('hT)b /'ht/ hut, ('hT)i ('hAT)a ('hT)b /'ht/ hot, ('s:)i ('sO:)a ('s:)b
/'sO:/ sY, (&scu'Sn)i (&sc'ISn)a (&sc'IS)b /sIcu'EISn/ situation
Per /:/ si ha (:): ('w:)i ('w:)a ('w:)b /'w:d/ word per /:<, ;</ (:<): ('h;<i)i ('h;i)a ('h>i)b /'h;<i/ hurry per //, in sillaba non-accentata, abbiamo ():
('b<[])i (-[])a (-, -)b /'b<[z]/ bro`er[s]
Poi, per /I, E, U/ si ha (;): ('h;)i ('hI;)a ('h;)b /'hI/ hear, (';)i
(';)a (';)b /'E/ `ere, ('ph;)i ('phU;)a ('ph;)b /'pU/ poor e per /I<, E<,
U</ abbiamo (<, <, <): ('h<)i ('h<)a ('h>)b /'hI<I/ heari, ('m<i)i
('m<i)a ('m>i)b /'mE<i/ Mary, ('Dj<)i ('D<, 'D;-)a ('Dj>, 'Dj;>-)b /'dU<I/
duri
3.4.1.4. Per i dittonghi, basta notare: /Ii, Uu, OU/ (ii, uu, ) (si noti che sono
dittonghi, anche se ristretti): ('Thi;i)i ('ThI;i)a:b /'tIi/ tea, ('fjU;u)i ('fj;u)a:b /'fjUu/ f[,
('ThU;u)i ('ThU;u)a ('Th;u)b /'tUu/ o, ('n;)i ('n;)a ('n;)b /'nOU/ no; inoltre, per
/aE, OE/ basta senz'altro un secondo elemento come () ( f 3.10, senza dover introdurre/apprendere un altro vocoide, tanto pi che la pronuncia con () decisamente molto meglio di quella all'"italiana& *(ai, Oi), e vicina a quella nativa):
('ga;)i ('ga;)a:b /'gaE/ guy, ('b;)i ('b;)a:b /'bOE/ boy C' poco da dire anche per
/EI, aO/: ('D;)i ('D;I)a:b /'dEI/ dZ, ('na;)i (na;)a:b /'naO/ now
Non sono necessari n il tassofono () di // vicino a velari, n altri tassofoni di /I,
E, , U , Ii, Uu EI, aE, OE/ + /, /, ma il loro impiego pu rendere la pronuncia ancora pi "autentica&, sebbene questo modello "internazionale& sia gi molto pi realistico di quelli proposti da tanti testi pure prodotti da fonetisti anglofoni (che, fra
l'altro, continuano a suggerire /i:, u:/ (i:, u:) in ogni caso). Quindi, tassofoni come (
#, #, #, # @, iI, uU a, ) (ma (I, )) trasformano la pronuncia da semplice
"internazionale& (per stranieri) in "internazionale da nativi&. Invece, l'uso di (i:, u:)
propina una pronuncia non "da nativi&, oppure regionale o sociale inadeguata.
Per /, /, pi consigliabile usare (, ) (semilaterali, f 1.15.1), che, articolatoriamente, sono infatti pi semplici di (, ) (eventualmente anche semilaterali velari
(), ), che, uditivamente, sono sempre meglio di (l, )).
Per le consonanti, baster dire che per /t/ ammessa la sostituzione con () (nei
casi previsti al 2.2.4) e che, per //, pu andar bene la realizzazione ([), soprattutto dopo V mentre dopo /n, , / pi consigliabile (T): ('bTi, -[i)i ('b[i)a ('bTi)b

3. inglese

117

/'bEi/ Bet, ('ThwnTi)i ('Thwn[[]i)a ('ThwnTi)b /'twEni/ en


Per r abbiamo: /</ (<), // (). Inoltre, /w/ corrisponde semplicemente a /w/:
('wn:)i /'wEn/ when, e // a /j/: ('Thju;un)i /'tUun/ tune, ('Dju;un)i /'dUun/ dune,
('nju;u)i /'nUu/ n[
f 3.10. Dittonghi internazionali.
/j/Uu/ (juu)

/EI/ ()

/OU/ (), /OE/ ()

/aE/ (a)

/aO/ (a)

/Ii/ (ii)

L'intonazione "internazionale&, come si vede dalla f 3.11, ha un andamento pi


contenuto e pi generale (anche se la prima protonica potrebbe benissimo essere
semi-alta, (), invece che semplicemente media sollevata).
f 3.11. Intonazione internazionale.
/ / (2 2 ' 2 2 ' 2 2 ' 2)

/./ (2 ' 2 3)

/ / ( 2 2 ' 2 2 ' 2 2 ' 2)

/?/ (2 ' 2 1)

/ / ( 2 2 ' 2 2 ' 2 2 ' 2)

// (2 ' 2 2)

/ / ( 2 2 ' 2 2 ' 2 2 ' 2)

/,/ (2 ' 2)

3.4.1.5. Sia il modello "& ( 3.4.3.1) che quello americano presentano alcuni problemi di accettabilit sociale. L'"&, per quanto tutt'ora molto utilizzato,
sia nei notiziari della bbc che in certi tipi di sit-com e lm britannici, ha sempre avuto una potente connotazione d'articiosit, che lo rende sgradevole all'orecchio
di molti nativi. In primo luogo, la posizione sociale del parlante "& dovrebbe essere adeguatamente elevata (per es., membro dell'aristocrazia, o del clero superiore, o alto uciale, o parlamentare Tory, o professore universitario d'ateneo prestigioso, ), e la sua et dovrebbe essere d'almeno 50 anni. Addirittura l'abbigliamento dovrebbe essere sucientemente formale, per esser adatto all'accento "&. In
assenza di queste condizioni, cio per un nativo "comune&, l'accento britannico
neutro potrebbe risultare decisamente inappropriato.
Va precisato che, paradossalmente, perno un'imitazione, anche solo parzialmente riuscita, dell'"& (soprattutto di certe variet "&) ha la possibilit d'ingenerare
sentimenti negativi nell'ascoltatore britannico di classe media o bassa, in quanto
conterrebbe sporadici tratti fonetici snob, marcati e riconoscibilissimi, anche quando commisti a tratti stranieri, soprattutto se i parlanti sono persone (pi) giovani.
A fronte di queste dicolt (riscontrate empiricamente), potrebbe sembrare pi

118

manuale di pronuncia

opportuna la scelta dell'accento americano neutro. Quest'ultimo senza dubbio


consigliabile ai discenti che si trovino in ambiente nordamericano; ma non nelle
isole britanniche, dove i pi, oesi nel proprio sentimento nazionalistico, lo giudicherebbero inopportuno.
Riteniamo che il dilemma possa essere arontato, con praticit e un po' di diplomazia, puntando all'acquisizione d'un accento "internazionale&, che pur potendo sembrare l'"accento di nessuno& non avrebbe le connotazioni negative degli accenti mediatici (che tratteremo sbito), n quelle dei due accenti neutri nazionali.
Accenti "mediatici&
3.4.2.0. Oltre ai due accenti neutri, americano e britannico, e a quello internazionale, si ritiene importante mostrare anche quali siano i due tipi d'accento (rispettivamente, americano e britannico) eettivamente pi usati dai parlanti nativi; non
scendiamo nei particolari di tutti gli accenti locali del mondo anglofono nativo del
Nord America, delle Isole Britanniche, dell'Australia, della Nuova Zelanda e del
Sudafrica (che sono oggetto d'indagine da parte di chi scrive, da una trentina d'anni, tramite registrazioni; ne risulter una monograa specica bibliograa).
Si tratta, quindi, delle pronunce spesso usate, rispettivamente, dai nordamericani del centro-ovest e dagl'inglesi del sud-est, nonch, ovviamente, dalla maggior
parte dell'emittenti televisive e radiofoniche (che non usino n le forme neutre,
n altre pi localizzabili). Li possiamo denire accenti "mediatici&, vista la grande
diusione, "ucializzata& dalla televisione (e dalla radio).
Si analizzino, perci, e bene, le f 3.12-18 (che "parlano da sole&), confrontandole
con quelle neutre, per cogliere le dierenze, a volte, non piccole! Nell'opinione
della gente comune, soprattutto se si tratta della propria pronuncia, questi accenti sono "meno peculiari& di quelli neutri.
D'altra parte, si sa, la pronuncia neutra , in percentuale, una delle meno usate
dai nativi; ma quella cui, pi spesso, s'avvicinano gli stranieri che abbiano imparato bene la lingua, a parte le interferenze pi o meno frequenti, soprattutto dalla
lingua materna, e l'eventuali caratteristiche individuali.
Per questo, non esitiamo, minimamente, a indicare anche queste realt oggettive, pur senza consigliarne l'impiego attivo da parte degli stranieri; ma, senz'altro,
quello passivo, al ne d'arrivare a capire davvero i nativi quando parlano "come
possono& (non , forse, cos, in tutto il mondo, vista la scarsa cura data alla pronuncia da parte della scuola e della societ?).
Comunque, essendo queste pronunce davvero molto diuse e, spesso, percepite
come "quasi& neutre (o, se non altro, meno ricercate e meno articiose, del vero
neutro), molti sarebbero pronti a dichiararle davvero neutre, in opposizione, da
una parte, a pronunce pi riconoscibili come locali e, dall'altra, a un "impalpabile& neutro Non raro, per, che certi parlanti "mediatici&, magari per certe parole, oscillino verso il neutro (o se n'allontanino).
Qui, brevemente, richiamiamo l'attenzione su alcuni particolari, riportando, rispettivamente, solo le varianti americane o britanniche, per un confronto diretto,

3. inglese

119

"interno&. Dopo quanto visto nora, non sar dicile trovare le corrispondenti
forme neutre dell'altro accento, anzi sar un esercizio molto utile.
Il "mediatico& americano
3.4.2.1. Tradizionalmente chiamato "General American accent&, nel senso
che si distingue dagli stereotipi degli accenti di New York City, o del New England, come da quello dei Great Lakes (: Ontario, Erie, Huron, Michigan, Superior), o del Sud (sia del "Deep South& con le sue varianti, o delle montagne: Appalachia, Ozarks), o da quella dei Neri/Blacks.
3.4.2.2. Come si vede dalla f 3.12, /I, U, E/ sono (, P, E): ('hT)m;a ('hT)a /'hIt/
hit, ('phPT)m;a ('phT)a /'pUt/ put (']E;)m;a ('l;)a /'lEg/ leg (si notino anche ('f:)m;a
('f:)a /'fI/ ll, ('fP:)m;a ('f:)a /'fU/ full] mentre, /I, U, O:/ sono (>, >, :):
('h;>)m;a ('hI;)a /'hI/ here ('ph;>)m;a ('phU;)a /'pU/ poor ('w:)m;a ('wO:)a
/'wO:/ wall ('s:)m;a ('sO:)a /'sO:/ sY (invece, /O:, O:</ un po' pi sollevato). Ugualmente, in /I/ si ha, (pi) spesso, (I) (a volte, anche (i), f 3.14): ('sII 'sii)m;a
('s)a /'sII/ sii
Inoltre, /u/ (%): (&sc%'IS'n)m;a (&sc'ISn)a /sIcu'EISn/ situation // pi avanzato e sollevato, (x) (e in // arrotondato, ()): ('hxT)m;a ('h,T)a /'ht/ hut
('h:)m;a ('h,:)a /'h/ hull Ci sono altri piccoli spostamenti che, per, non implicano il cambiamento dei simboli fonetici.
Invece, /;/ dittongato, (): ('phsT)m;a ('ph[;]sT)a /'p;st/ pa, come pure
// () (che notevolmente sollevato e nasalizzato): ('m;n)m;a ('m;n)a /'mn/
man ('n'm)m;a ('nm)a /'nm/ animal (fn'ThsTk)m;a (fn'ThsTk)a
/fn'tstIk/ fantaic ('kj%, -jx)m;a ('kj, -j)a /'kj, -j/ `ank you
Abbiamo la neutralizzazione d'alcuni fonemi, che portano all'unicazione in
('m<i) per /'mE<i, 'mE<i, 'm<i/ merry Mary marry Inoltre, /;/ conuisce in //
o in /O:/, generalmente come nel neutro americano: ('sA;<i)m;a ('sA<i)a /'s<i/ sorry
('s:)m;a ('sO:)a /'s;/ so
C' anche la neutralizzazione di /A:/ e // in (A[:]), anche per /A:<, A:/, con una
durata fonetica oscillante: (A:, A;, A); generalmente, nei monosillabi (o in parole
ultimali), si ha (A:), se nale o se seguta da C sonora: ('bA:, 'n:, 'spA:, 'b<A:,
'fA:<, 'khA:<)m;a per ('bA;, 'nA; 'spA:, 'b<A:, 'fA:<, 'khA:<)a /'bb, 'nd 'spA:, 'b<A:,
'fA:, 'kA:d/ Bob nod spa bra far card per, si ha (A), se seguta da C non-sonora: ('sTAp, 'hAT, 'SAk)m;a ('sTAp, 'hAT, 'SAk)a /'stp, 'ht, 'Sk/ op, hot, o$
Nei bisillabi (o in parole penultimali) si ha (A;) in tonia, ma (A) in protonia:
('fA;<>, 'fA;>, 'bA;>, 'hA;m> 'mA;]i, 'khA;, 'phA;pi, 'DA;gm)m;a ('fA;<, 'fA; 'bA,
'hAm, 'mAli, 'khA, 'phApi, 'DAgm)a /'fA:, 'fA: 'b, 'h, 'mli, 'ppi,
'dgm/ far`er fa`er bo`er hotter MolI cotton poppy dogma; ('hAm> n'hA;m>)m;a ('hAm n'hAm)a /'h< n[d]'h/ hotter and hotter ('hA<D> n'hA;<D>)m;a
('hA;<D n'hA;<D)a /'hA:d< n[d]'hA:d/ harder and harder
Mentre, nei plurisillabi (o in parole terzultimali) si ha (A): ('DAkj'm'nT, 'phA]Tks, 'DAgm'TsT, 'khA<Dgn)m;a ('DAkjmnT, 'phAlTks, 'DAgmTsT 'khA;<D-

120

manuale di pronuncia

gn)a /'dkjmnt, 'pltIks, 'dgmtIst 'kA:dIgn/ document politics dogmati


cardigan
Come si vede dalla f 3.12, l'articolazione di (:) e di (A:) si distingue, soprattutto,
per la labializzazione (leggera: visto che sono due vocoidi bassi); perci, molti parlanti arrivano, pi o meno, a unicarli (ma, produttivamente percettivamente,
le cose sono piuttosto complesse e oscillanti), ottenendo, quindi, anche ('sA;<i,
's:)m;a (('sA<i)a /'s<i/ sorry ('sO:)a /'s;/ so), tanto pi che non sono rare, per
/O:/, articolazioni "intermedie& tra /O:/ e /A:/: (A), come in ('s:, 's;)m;a /'s;/
so e ('s:, 's;A)m;a /'sO:/ sY
Si ha // (x)m;a ("//&), non solo se nale davanti a pausa, ma pure iniziale dopo
pausa, anche se vicino a C velari(zzate), dove nell'accento neutro si ha ()a: (x'ph];) /'plaE/ appI (x's;) /'saEd/ aside (x'ThmpT) /'tEmpt/ attempt (x'Th;In) /b'tEIn/ obtain (x'];sn) /'lOUn/ alone (x'g;) /'gOU/ ago (x'w;I) /'wEI/
YZ (x'<;n) /'<aOnd/ around (x'kh>:) /'k:/ occur
f 3.12. Monottonghi del mediatico americano.
/i, i/ (i), /[']I/ (I)
/I[]/ (, ), /I/ (>), /I</ (<)
/[]/ ()

/E[]/ (E, E), /E/ (E>) /E<, </ (E<)

/[]/ (, ), /;/ ()

/u/ (%)
/U[]/ (, P), /U/ (>), /U</ (P<)
/, / (, *, x|, |x)
/:, :</ ('>:), // (>), /</ (<, >)
/[]/ (x, )
/O:/ (:, A:), /O:/ (:<), /O:</ (:<, :<)
/A:, / (A:), /;/ (:, A:),
/;</ (A:<, :<, :<)

3.4.2.3. La f 3.13 d i dittonghi, per i quali vanno osservate le dierenze per /Ii,
aE, aO, OU, [j]Uu, Uu/ (i, , , , [j]%, )m;a (Ii, a, a, , Uu, ju, Uu)a:
('b;i)m;a ('bI;i)a /'bIi/ bee ('g;)m;a ('ga;)a /'gaE/ guy ('D;n)m;a ('Da;n)a /'daOn/
down inoltre: ('n;s)m;a ('n;)a /'nOU/ no ('Th%;)m;a ('ThU;u)a /'tUu/ o ('n;*)m;a
('nU;u)a /'nUu/ n[ ('fj;)m;a ('fj;u)a /'fjUu/ fuel
f 3.13. Dittonghi del mediatico americano.
/Ii[]/ (i, i)
( /I/}
/EI[]/ (I, )
/aO[]/ ([])

/jUu/ (j%), /[]Uu/ (%)


/[j/]Uu/ ([j/`]) ( /U/}
/OU[]/ ([]), /OE[]/ (, )
/aE[]/ (, )

3.4.2.4. Per le V inne, dobbiamo richiamare l'attenzione su frequenti neutralizzazioni (+ //), che si possono, comunque, produrre con oscillazioni per i parlanti e per
le parole; nei casi estremi, nient'aatto rari, possiamo avere: ('f;)m;a per ('f:)a /'fI/
ll e per ('fi;I, 'fiI)a /'fIi/ feel ('w;)m;a per ('wE:)a /'wE/ well e per ('w;, 'w)a
/'wEI/ wale ('v;)m;a per ('v;)a /'v/ Val e per ('va;, 'va)a /'vaO/ vowel anche ('fP;)m;a per ('f:)a /'fU/ full e per ('fu;U, 'fuU)a /'fUu/ fool e anche ('g;)m;a

3. inglese

121

per ('g,:)a /'g/ gull e per ('g;)a /'gOU/ goal Sono abbastanza frequenti pure le
due varianti aggiunte, che producono: /I/ (i), /A:=, A:0/ (A<): ('khi:, 'sii)m;a
per ('kh:, 's)a /'kI, 'sII/ ki sii, ('phA<k, 'khA<m>, 'DA<]i)m;a per
('phA;<k, 'khA;<m, 'DA;<l)a /'pA:k, 'kA:, 'dA:lI/ park carter, darli.
f 3.14. Neutralizzazioni del mediatico americano (e altre due varianti possibili).
/[']I/ (i)
/I, ii/ (;)

/U, uu/ (;)

/E, EI/ (;)

/, OU/ (;)

/, aO/ (;)

/A:/+/0, =/ = "//& (A<)

3.4.2.5. Per quanto riguarda le C ricordando che queste osservazioni sono generali (e non completamente "obbligatorie& per tutti i parlanti per tutte le parole)
e che le trascrizioni sono "normalizzate&, diciamo che per /l[j]/ abbiamo (][j]):
(']T)m;a ('lT)a /'lIt/ lilt (']:)m;a ('l,:)a /'l/ lull ('mK]j'n)m;a ('mjn)a /'mIljn/
million ('nvsT)m;a ('nAvsT)a /'nvst/ noveli Invece di (]), si pu avere anche
(), velare (che ha un eetto uditivo simile): ('T, ':, 'mKj'n, 'nvsT)m;a.
Inoltre, /</ ha un'articolazione velo-uvulo-{postalveo}-labiata, pi cupa (o pi "dura&): ('<;>)m;a ('<I;)a /'<I/ rear ('<:<)m;a ('<:<)a /'<O:</ roar ('wn)m;a ('wn)a /'wIn/ winner si noti che, generalmente, (<) ha su // lo stesso eetto d'arretramento e
sollevamento di /k, g, , w/ (e (], )): (Th'<;In)m;a (Th'<;In)a /t'<EIn/ to rain.
Come s' visto, le N nasalizzano sia le V seguenti sia, spesso (e noi le segn{i}amo), pure le precedenti, e anche le C intense in contatto.
Per // c' lo stesso comportamento del neutro americano, che, per, spesso s'estende anche a /d/, per cui (']m>)m;a pu valere sia per ('lm)a /'l/ latter che per
('lD)a /'ld/ ladder (&n'T;n, &nm>-)m;a (&nD'T;n)a /nd'stnd/ underand Lo stesso vale per // = (`), come s' visto in n[ e si pu, eventualmente,
avere anche /w/: ('wn:, 'W-, 'hw-)m;a ('wn: 'W- 'hw-)a /'wEn/ when
C' una tendenza ad accorciare un po' le V e dittonghi accentati nali, che segn(i)amo solo qui, perch c' oscillazione (indicando /O:, A:/ come sdoppiamenti, ()m;a,
per (;)a): ('si) /'sIi/ see ('Th%) /'tUu/ o ('DI) /'dEI/ dZ ('g) /'gOU/ go ('h)
f 3.15. Intonazione del mediatico americano.
/ / (2 2 ' 2 2 ' 2 2 ' 2)

/./ (2 ' 2 3)

/ / ( 2 2 ' 2 2 ' 2 2 ' 2)

/?/ (2 2 1)

/ / ( 2 2 ' 2 2 ' 2 2 ' 2)

// (2 2 2)

/ / ( 2 2 ' 2 2 ' 2 2 ' 2)

/,/ (2 ' 2)

122

manuale di pronuncia

/'haE/ high ('n) /'naO/ now ('b) /'bOE/ boy ('spAA) /'spA:/ spa ('s) /'sO:/ sY (anche ('sA, 'sAA)).
Il "mediatico& britannico
3.4.3.1. Di recente, stato giornalisticamente chiamato "Estuary English&, in
riferimento all'estuario del Tamigi, ma non limitato a quello, giacch dalle coste
sud-orientali arriva senz'altro anche no a Cambridge, Oxford e Southampton.
Certo l'inusso diretto di Londra eettivo, specie con le varie "new towns& (come Milton Keynes /'mIt 'kIinz/, nel Buckinghamshire settentrionale, 1967), costruite, a partire dal 1946, come unit autosucienti (per abitazione, commercio,
industria, ), al ne di decentrare masse di popolazione, soprattutto da Londra.
Comunque, in generale, il Sud-Est ha sempre condiviso, pi o meno consistentemente, le caratteristiche di pronuncia del tipo londinese; quindi, pi che del
"diondersi& di tale accento, si tratta del suo massiccio "emergere&, col riconoscimento eettivo della sua esistenza.
Molti trovano quest'accento pi genuino e autentico, rispetto al tradizionale
"rp& ("Received Pronunciation&, delle prestigiose e costose e privatissime "Public Schools&, come Eton, Harrow e nchester). L'"& /'A: 'pIi/ noto anche
come "bbc English&, perch usato dalla bbc n dagl'inizi (1927 {e televisione,
1932}), ma oggi, prevalentemente solo nelle emissioni internazionali del "bbc
World Service& radiofonico, e del "bbc World& televisivo, giacch alla maggior
parte degl'inglesi che non l'usano suona troppo ricercato ed elitario.
Il mediatico britannico , quindi, un accento che dev'essere familiare anche allo straniero, ma senza un vero bisogno d'impiego attivo. Comunque, spesso, le valutazioni dei nativi sono soggettive e contrastanti, per quanto riguarda quest'accento; infatti, se, da una parte, lo possono ritenere neutro, o quasi, in riferimento
a persone "comuni&, quando si tratta di persone "pubbliche& come i politici la
stessa pronuncia pu venir denita "cockney&, cio molto dialettale (e poco adatta). Ma, si sa, i giudizi linguistici sono molto pittoreschi e soggettivi; spesso, completamente contrastanti.
3.4.3.2. Come si vede dalla f 3.16, /, , O:/ sono pi alti, (E, O, oo); quest'ultimo sdoppiato (movendosi leggermente verso l'alto), oppure dittongato (verso il
basso) se nale di lessema, pure seguto dai grammemi /z, d/, (o[/]); anche
/E/ pi alto, pur restando nei limiti della propria casella, () (per distinguersi
meglio da // (E)): ('[h]E)m;b ('hT)b /'ht/ hat ('<Ok)m;b ('>k)b /'<k/ ro$
('lo;on)m;b ('l:n)b /'lO:n/ lYn ('lo;)m;b ('l:)b /'lO:/ lY ('mo;)m;b ('m:)b /'mO:/
more ('lo;)m;b ('l:)b /'lO:z/ lYs ('pho;)m;b ('ph:)b /'pO:d/ pored Nel vocogramma, sono segnati, in grigio, i dittongamenti per la vocalizzazione di //: /I,
E, , , U/; si noti il cambio di simboli: ('b;P[])m;b ('b:)b /'bI/ bill ('b;P[])m;b
('b:)b /'bE/ bell (';P[])m;b (';)b /'/ Al ('khP[])m;b ('khT)b /'kt/ cult,
('bU;P[])m;b ('b:)b /'bU/ bull.
Una realizzazione sistematicamente come () per // fa parte d'una strategia di
reazione alla chiusura mediatica (e Cockney), in (E), ma non rientra nella pronun-

3. inglese

123

cia neutra; e causa confusione con //, non neutralizzazione (come qualcuno sostiene), giacch si tratta di parlanti diversi, non degli stessi, pur in medesime localit.
Inoltre, /u/ pi avanzato, (%): (&sc%'ISn)m;b (&sc'IS)b /sIcu'EISn/ situation; /, []|/ sono pi bassi (e avanzati), (a): ('baa)m;b ('bT)b /'b/ butter
('b;a)m;b ('b;)b /'bI/ beer; mentre /:, A:/ sono dittongati, (, A): ('f;[])m;b
('f:[])b /'f:[z]/ fur[s] ('khA;[])m;b ('khA:[])b /'kA:[z]/ car[s]
f 3.16. Monottonghi del mediatico britannico.
/i/ = /Ii/ (I)
/i/ (i), /I[]/ (, P[])
// (, *, a|)
// = //, /:/ ()
/E[]/ (, P[])
/[]/ (E, P[])

/u/ (%), /U[]/ (, UP[])


/[j]U, [j]U</ = /[j]O:, -</
([j]oo0, -oo<, [j]o[/])
/O:/ (oo0, o[/])
// (O)
/, |/ (a), // (P)
/A:/ (A)

3.4.3.3. La f 3.17 ci d le posizioni di /I, I< E, E</; abbiamo appena visto


/I|/ (beer] invece, per /I</ (e /I<, I/ non davanti a pausa) abbiamo pi spesso
(:): ('[h];<n, --)m;b ('h>)b /'hI<I/ heari ('[h]:< n':, --, -;)m;b ('h;> n';)b /'hI< n[d]'E/ here and `ere ('[h]: 'khamz 'san:, '[h];, &[h];'-, &[h]'-)m;b
('h; 'khmz 'sn:, &h'-)b /'hI 'kmz 'sn/ here comes `e sun; va notato che anche /E<, E/ pi spesso sono dei monottonghi lunghi che dittonghi ristretti: ('m;<I, 'm-)m;b ('m>i)b /'mE<i/ Mary (oltre a `ere, appena visto); praticamente,
/U/ passa a /O:/: ('pho;)m;b ('ph:, 'ph;)b /'pU/ poor
Generalmente, in quest'accento, per le sequenze // abbiamo (, a|):
('sIa)m;b ('sIi)b /'sIi/ seer (e anche (A'DIa)m;b (a'D;)b /aE'dI/ idea), ('DT%a)m;b
('Du)b /'dUu/ doer inoltre, ('phlIa)m;b ('phlI)b /'plEI/ plZer ('fAa)m;b
('fa)b /'faE/ re ('hPa)m;b ('Tha)b /'taO/ tower e anche: ('gxa)m;b ('g)b
/'gOU/ goer (m'phloa)m;b (m'phl)b /Im'plOE/ employer (per tutti /-z/
(-)). Per ('fA;)m;b ('fA:)b /'fA:/ far ('khA;)m;b ('khA:)b /'kA:z/ cars si pu avere
anche "/'fA:, 'kA:z/& ('fAa, 'khA)m;b.
f 3.17. Dittonghi // del mediatico britannico.
/I, I</ (, :[], a|, :<)
/I[z/d]/ = /Ii/ (i, ia|)
/E, E</ (:[<], [<])

/[j]U, -U</
= /[j]O:, -</ ([j]oo0, -o[/])

/aE/ (A, Aa|), /aO/ (P, Pa|), /EI/ (I, Ia|), /OU/ (x, xa|), /OE/ (o, oa|),
/Ii/ (I, Ia|, I<), /Uu/ (T%, T%a|, T%<), /A:/ (A) + "/A:/& (A, Aa|), /</ ([]<)

3.4.3.4. La f 3.18 mostra che c' un primo elemento pi arretrato per /Ii, aE/,
cio (I, I, A): ('b;I)m;b ('bI;i)b /'bIi/ bee ('hA;m)m;b ('Tha;m)b /'taEm/ time il

124

manuale di pronuncia

primo elemento pi basso e arretrato per /EI, OU/ (quest'ultimo, similmente al


neutro britannico, anche non-arrotondato; ma arrotondato + //), (I, x):
('D;I)m;b ('D;I)b /'dEI/ dZ ('gx;)m;b ('g;)b /'gOU/ go (('gO;U[])m;b ('g;)b /'gOU/
goal] Il primo elemento pi avanzato per /aO, Uu/, (P, T%) (inoltre, /Uu/
(u[])): ('h;Pn)m;b ('Tha;n)b /'taOn/ town ('hT;%)m;b ('Th;u)b /'tUu/ o
('chT;%)m;b ('Thj;u)b /'tUub/ tube ('fj;u[])m;b ('fju;U)b /'fjUu/ fuel Mentre,
pi alto per /OE/ (o): ('bo;)m;b ('b;)b /'bOE/ boy
Per i dittonghi con secondo elemento anteriore, sono notevoli, poi, i trittongamenti derivati dalla vocalizzazione di // (e realizzati con o senza ()); /Ii, EI, aE, OE/
(IP[], P[], AP[], oP[]): ('[h]IP[])m;b ('hi;I, 'hiI)b /'hIi/ heel ('<IP[])m;b ('>;,
'>)b /'<EI/ rail ('fAP[])m;b ('fa;, 'fa)b /'faE/ le ('oP[])m;b (';, ')b /'OE/ oil.
In [n]ei`er pi frequente la pronuncia "all'americana&: ('[n]Ia -A-)m;b
('[n]a -Ii-)b. Generalmente /i/ si realizza come se fosse /Ii/ (e cos anche /0I-/ dei
pressi): (<I'Ek)m;b (>i'kT)b /<i'kt/ react ('sI)m;b ('sTi)b /'sIi/ ci (<I'gA;)m;b (>'gA:)b /<'gA:d/ regard Per /[0]/ pi frequente () (c', quindi un'estensione di quanto avviene nel neutro per /[z/d]/): ('lp)m;b ('lp)b /'lEpd/ leopard
csto che i fonetisti nativi continuano a trascurare i particolari fonetici, noi (attingendo dai nostri archivi per la descrizione degli accenti regionali e, per ora, senza ulteriori gure, e limitatamente ai sette dittonghi pi tipici) aggiungiamo alcune varianti sociolinguistiche per un certo numero di fonemi. Rispetto a quanto
dato sopra, forniamo anche la trascrizione delle varianti pi marcate (pi "broad&,
"()&), e meno marcate (pi "rened&, cio pi sorvegliate, "()&): /Ii/ (I, i, i),
/EI/ (I, , EI), /aE/ (A, , I), /aO/ (P, P), /OE/ (o, ), /OU/ (x, ,
T), /Uu/ (T%, %, ). Gl'interessati veri non avranno molte dicolt a fare i
confronti, anche in assenza di vocogrammi specici (reperibili in English Pronunciation*]
f 3.18. Dittonghi del mediatico britannico.
/Ii[]/ (I, IP[])

/[j]Uu[]/ ([j]T%, [j]u[])

/EI[]/ (I, P[])

/OE[]/ (o, oP[])


/OU[]/ (x, OU[])

/aO[]/ (P[])

/aE[]/ (A, AP[])

3.4.3.5. Anche per il "mediatico& britannico, sono frequenti le neutralizzazioni


davanti a // (mai, per, quanto in Cockney, la parlata tipica e popolare di Londra); infatti, troviamo frequentemente ('f;P[])m;b per ('f:)b /'fI/ ll e per ('fi;I)b
/'fIi/ feel inoltre, ('[h]a;P[])m;b per ('h;)b /'h/ Hal per ('h;)b /'hEI/ hail e per
('ha;)b /'haO/ howl e anche per ('h:)b /'h/ Hull Ancora, troviamo ('DO;U[])m;b
per ('D;)b /'d/ doll e per ('D;)b /'dOU/ dole e ('f;U[])m;b per ('f:)b /'fU/ full
e per ('fu;U)b /'fUu/ fool (quest'ultimo possibile anche per ('fo;U[])m;b ('f:)b
/'fO:/ fall] (Di () si dir fra poco.)

3. inglese

125

f 3.19. Neutralizzazioni del mediatico britannico.


/I[i]/ (P[])
/-, -/ (P[])
/, EI, aO, / (aP[])

/[j]U[u]/ ([j]U[]) { /[j]O:/ ([j]oU[])}


/O:/ (oU[])
/, OU/ (OU[]), /OUl/ (xl)
{in derivati, anche (OUl)}

3.4.3.6. Per le consonanti, va sbito ricordata la forte preglottalizzazione di /p,


k, c/ che, in pratica, avviene in tutti i casi indicati in 3.2.6.1-2 3.2.7.1; e, inoltre, la massiccia sostituzione di /t/ con (), in tutti i casi dati al 3.2.5.2; mentre si
pu dire che, generalmente, () sostituisce (T) /t, / del neutro. Perci: ('D<Op)m;b
('>p)b /'d<p/ drop ('D<Op)m;b ('>pT)b /'d<pt/ dropped ('phEk)m;b ('phk)b
/'pk/ pa$ ('phEk)m;b ('phkT)b /'pkt/ pa$ed ('<Ic, -S)m;b ('>Iic, -S)b /'<Iic/
rea> ('<Ic, -S)m;b ('>IicT, -ST)b /'<Iict/ rea>ed ('<Aa)m;b ('>aT)b /'<aE/
writer ('f&boU[])m;b ('fp&b;, --, -T-)b /'fUtbO:/ football ('g 'D;Pn)m;b ('gT
'Da;n, -)b /'gEt 'daOn/ get down ('lIlI)m;b ('lITli, -li)b /'lEItli/ lateI ('hA)m;b
('ThA;T)b /'tA:t/ tart ('hsa, -a)m;b ('ThsT)b /'tEst/ teer
Si ha preglottalizzazione di /p, t, k/ (oltre che per /c/, come nel neutro) anche tra
V all'interno di parola o di frase: ('phpa)m;b ('php)b /'pEp/ pepper ('ba)m;b
('bT)b /'bE/ better ('bIka)m;b ('bIk)b /'bEIk/ baker ('l, -)m;b ('lTT,
-)b /'lEIt/ let it Nelle sequenze /st, sc/, c' la variante possibile /s/ () (con ulteriore
assimilazione al contoide che segue, tipica dell'accento pi marcato): ('sOp,
'-)m;b ('sTp)b /'stp/ op ('s<;I~, '<-, '>-)m;b ('s>;I~)b /'st<EInG/ rae
('khwscn, -c-, -cn, -Scn)m;b ('khwsc, -Sc)b /'kwEscn, -Sc-/ question
possibile anche la realizzazione ([) per //: ('ph<I, 'ph<[I 'hwnI, -n[I)m;b ('ph>Ti, 'ThwnTi)b /'p<Ii, 'twEni/ pret en Anche () (oltre a (n, -)): ('khln, 'P[], 'b)m;b ('khlnT, 'T, 'b;T)b /'klIntn, 'Etn,
'b:tn/ Clinton Elton Burton
Inoltre, troviamo (n) per il grammema >-i: ('<xln, '<OU-)m;b ('>l)b /'<OUlI/ rolli quest'esempio mostra anche l'oscillazione per /OU/ davanti a /l/, per
inusso di /OU/ (OU[])m;b ()b, mentre nei non-derivati c' la realizzazione normale: ('phxla)m;b ('phl)b /'pOUl/ polar Si pu avere /k/ in: ('samk, 'nI&k)m;b ('sm, 'ni&)b /'smI, 'EniI/ some`i aJ`i.
Dagli esempi, si sar gi visto che la realizzazione pi frequente per /</ non postalveo-labiata ((>), come nel neutro), ma prevelo(-postalveo)-labiata ((<), corrispondente a quella americana neutra), ma ci sono anche altre quattro varianti piuttosto frequenti: labiodentale, (V), e combinazioni con altre articolazioni, labiodento-labiata, (), labiodento-velare, (), nonch labiodento-postalveolare, (S). Ma ecco alcuni esempi: (<I'<;I~, VI'V-, I'-, I'-, SI'S-)m;b (>i'>;I~)b /<i'<EInG/ rearrae nel caso di /t<, d</ si pu avere anche una realizzazione "corrispondente& al neutro: ('h<;In, -V-, --, --, -S-, 'h>-)m;b ('h>;In)b /'t<EIn/ train
('D<k, -V-, --, --, -S-, '">-)m;b ('>k)b /'d<Ik/ drink
frequentissima l'inserzione d'un // non etimologico: (A'so<)m;b (a-

126

manuale di pronuncia

's;T)b /aE'sO:It/ I sY it, anche in casi come: (A&xv<';, -'h;)m;b (a&v'h:)b /aEOUv'h:d/ I overheard.
3.4.3.7. Gli esempi hanno gi mostrato che una delle caratteristiche pi evidenti, in quanto stigmatizzata socialmente, la realizzazione come "zero& di /h/ (=
(`)): ('[h]A;)m;b ('ha;)b /'haE/ high di conseguenza, sono frequenti pure gl'ipercorrettismi, come avviene per il nome della lettera h (non senza una certa logica "interna&): ('[h]Ic)m;b ('Ic)b /'EIc/. D'altra parte, meno frequente la forma ridotta di him\ ('hP[]hm)m;b ('Thlm)b /'tElIm/ tell him ugualmente per quella di
a\ (I'mE;n)m;b ('m;n)b /'mn/ a man Anche per /0n/, pi frequente la forma meno ridotta: (ph<&nansi'ISn, 'GEksn)m;b (ph>&nnsi'IS, 'Gks)b /p<nnsi'EISn, 'Gksn/ pronunciation Ja$son
Le sequenze /t, d, n/ hanno un comportamento peculiare, in quanto, tipicamente, corrispondono a /c, G/ e (~): ('chT;%n)m;b ('Thj;un)b /'tUun/ tune
('GT;%n)m;b ('Dj;un)b /'dUun/ dune ('~T;%)m;b ('nj;u)b /'nUu/ n[ (in Cockney
proprio ('n;%) = /'nUu/). Occasionalmente, /, / possono passare, rispettivamente,
a /f/ e /d, v/ (tipica pronuncia Cockney, che si pu cogliere anche ai conni della
zona in questione {nonch in altre zone, soprattutto metropolitane, inuenzate da
quest'accento}): ('<;I, 'f<-)m;b ('>I;i)b /'<Ii/ `ree ('s, 'D-)m;b ('s)b /'Is/ `is
('maa, -va)m;b ('m)b /'m/ mo`er.
3.4.3.8. Per quanto riguarda /l/ non c' nulla da dire, mentre per //, come si sar gi visto in molti esempi (in particolare quelli delle neutralizzazioni davanti a
//), tipica la "vocalizzazione& di (, ) in (P) (f 3.19), dopo V e dopo C L'approssimante velo-labiato lateralizzato (), posto fra parentesi, indica una pronuncia meno marcata, nella quale, alla vocalizzazione, (P), s'aggiunge il contoide lateralizzato, per cercare d'attenuare questa caratteristica, spesso stigmatizzata socialmente;
un compromesso intermedio ricorre a (), senz'arrotondamento labiale.
Ecco degli esempi, per completare la panoramica: ('lP[])m;b ('lT)b /'lIt/ little ('phIpP[])m;b ('phIip)b /'pIip/ people ('DvP[])m;b ('Dv)b /'dEvz/ devils
('mP[]k)m;b ('mk)b /'mIk/ milk ('woP[]a)m;b ('w;T)b /'wO:/ Walter
('GnP[]mn)m;b ('GnTmn)b /'GEnmn/ gentleman inne, (&akPl'b,
-P'h-)m;b (&k'h;bT)b /'k 'h:bt/ uncle Herbert in cui vediamo il normale tipo di l prevocalico ((l)), e anche quello intenso, sempre prevocalico: ('nOvs,
-)m;b ('nvsT)b /'nvIst/ noveli
3.4.3.9. Spesso, ci sono accenti secondari in casi come: ('DkS&n<I, 'sm&<I,
'Doom&o<I)m;b ('DkS>i, 'sm>i, 'D;m>i)b /'dIkSn<i, 'sEmt<i, 'dO:mtO:<i/
dictionary cemetery dormitory.
Per l'intonazione, va detto che la tonalit della prima protonica e delle intertoniche contigue meno alta che nel neutro, come si vede dalla f 3.20; la tonia sospensiva pi simile a quella americana; e, spesso, la tonia interrogativa, oltre che come nel neutro, pu essere ascendente-discendente (sempre f 3.20, nella quale diamo solo il tipo diverso): (GspIk 'glS 'w;P[]12)m;b (Dj5spIik 'glS 'w:21,
G-)b Do you speak Eli well?

3. inglese

127

f 3.20. Intonazione del mediatico britannico.


/ / (2 2 2 2 ' 2 2 ' 2)

/./ (2 ' 2 3)

/ / ( 2 2 2 2 ' 2 2 ' 2)

/?/ (2 ' 1 2)

/ / ( 2 2 2 2 ' 2 2 ' 2)

// (2 2 2)

/ / ( 2 2 2 2 ' 2 2 ' 2)

/,/ (2 ' 2)

Testo
3.5.0. La storiella Il vento di tramontana e il sole viene qui riportata in sette versioni diverse. Sono tutte "normalizzate&, nel senso che presentano, sistematicamente e coerentemente, le caratteristiche pi tipiche, riconosciute come peculiari. Si comincia con quelle in italiano, nella pronuncia americana e poi britannica,
giacch, nel metodo fonetico, costituiscono il primo passo per accostarsi all'insegnamentoapprendimento della pronuncia genuina delle lingue straniere (il testo
scritto dato al 2.4.1); ci si basa sui neutri, poich servono anche come riferimento generale. Segue la traduzione inglese, nelle due versioni neutre; dopo c'
quella "internazionale& e, poi, le due "mediatiche&.
Alla ne, come sempre, c' anche la versione che d la pronuncia italiana dell'inglese, da parte dell'italofono neutro, uente in inglese (per lungo apprendimento in immersione fra nativi, ma senza il metodo fonetico), che abbia appreso adeguatamente le prominenze relative, ma che usi, per il resto, gli elementi segmentali e sovrasegmentali tipici dell'italiano neutro. Ovviamente, lo stesso principio vale per le pronunce straniere dell'italiano, date per prime.
Pronuncia americana (dell'italiano)
3.5.1.1. (s&bIisT'chA;v&n2 Uu~'G;<n2| 'vn[T] D&T<mO;n'ThA;n2| 'slI23 'lUun2 &p<ITn'DnD &Ds'phj;u 'f;<TI2 D'lA;T<23 &kwA;nD'vIiD&< UuMvi&G'ThO;<I23 &kIv'nIiv 'nA;ntsi2 'vO;T &nmn'Thl23| Ii&DUuIl[6gA;n[T]i22 D'chIiz<2 'lO;<2 &kIs&<bI'sTA;[ &pju6f;<TI22| khIi&fO;sI<iUu'SIi[2
&l'vA;<I &mn'Thl2 &,vi&G'ThO;<I23||
'vn[T] D&T<mO;n'ThA;n2 &kO;m~'ch; s'fjA;<I23 &kO;Mvi'lnts23| m'phju s6fjA;v22| 'phj;u vi&G'ThO;<I2 &sIisT<~'GIv &nmn'Thl23\ 'ThA;n[T]2
kI&l6fIinI22 'phO;v< 'vnT2 D'v[I D'zsT&<I23 D,&sUup<'phO;z[&23||
'slI2 'lO;<2 &sIimO;'sT<; n'chl23| I&pk'Dp2 &vi&G6ThO;<I2 2
&khIsn'ThIiv 'khA;D2 s'ThO;sI23 &mn'Thl23| &Il&T<mO;n6ThA;n2 2 &fUukO;-

128

manuale di pronuncia

'sT<[2 k'zI;i2| &<Iik6nS&<I22 kh'slI2\ &<'phj;u 'f;<TI23 D'l;I23||


&ThpjchUu[21 &lsT<i'l2| &lvli'A;m <ph[&<I21|||)
Pronuncia britannica (dell'italiano)
3.5.1.2. (s&bIisT5chA;v&n2 u~'G;n2| 5vnT D&>mn'ThA;n2| 'slI3 3 5lun2 &p>ITn'DnD &Ds'phj;u 'f;TI2 D'lA;>23 &kwA;nD5vIiD&>
uMvi&G'Th;>I23 &kIv5nIiv 'nA;ntsi2 5vT &nmn'Thl23| Ii&DuIlT'gA;nTi32
D'chIiz>2 'l;>2 &kIs&>bI5sTA;T &pju'f;TI32| khIi&fsI>iu'SIiT2 &l5vA;>I
&mn'Thl2 &vi&G'Th;>I3 3||
5vnT D&>mn'ThA;n2 &km~5ch; s'fjA;>I3 3 &kMvi'lnts3 3| m5phju
s'fjA;v32| 'phj;u vi&G'Th;>I2 &sIis>~5GIv &nmn'Thl23\ 'ThA;nT2 kI&l'fIinI32 5phv> 'vnT2 D5vTI D'zsT&>I23 D&sup>'phz&T3 3|| 'slI2
'l;>2 &sIim5s>; n'chl3 3| I&pk'Dp2 &vi&G'Th;>I32 &khIsn5ThIiv
'khA;D2 s'ThsI3 3 &mn'Thl3 3| &Il&>mn'ThA;n32 &fuk's>T2 k'zI;i2| &>Iik'nS&>I32 kh'slI2\ &>'phj;u 'f;TI3 3 D'l;I3 3||
&Thpj'chuT21 &lsT>i'l2| &lvli5A;m >'phT&>I21|||)
Testo inglese
3.5.2.0. e Nor` Wind and `e Sun were disputi whi> was `e roer, when
a travel(l)er came alo wrapped in a warm cloak. \ agreed `at `e one who r
succeeded in maki `e travel(l)er take his cloak o ould be considered roer
`an `e o`er.
en `e Nor` Wind bl[ as hard as he could, but `e more he bl[ `e more closeI did `e travel(l)er fold his cloak around him; and at la `e Nor` Wind gave up
`e attempt. en `e Sun one out warmI, and immediateI `e travel(l)er took
o his cloak. And so `e Nor` Wind was obliged to confe `at `e Sun was `e
roer of `e o.
Did you like `e ory? Do you want to hear it again?
Pronuncia americana neutra
3.5.2.1. ('n;< 'wn:D2 n'sn:2 wD'spju[ 'wc wz'sT<O;g23| 'wn 'Th<vl2 'kh;Im 'lO;2 '<pT n'w:<m 'khlk23| I'g<I;iD2\ t'wn 'f;s sk'sIiDD2 m'mIk 'Th<vl2 'ThIk 'khlk 6O;f2 2| &Sbbikn'sD "sT<O;g ni'23||
'n:2 'n;< 'wm:2 'blU;u2 'hA:<D2 zi'kh;23| bt'm:< i6blU;u22| 'm:< 'khlsli2 &Dd'Th<vl2\ 'f;D 'khlk '<anDm23| n[D]'lsT2\ 'n;< 'w:2 'g;Iv 'p
i'ThmpT23|| 'n:2 'sn 'S;n 'aT23 'w;<mli23| n'mIiDiTli2\ 'Th<vl 'Thk 'O;f23

3. inglese

129

'khlk23|| 's;2 'n;< 'wn:D2\ wz'bla; TkM'fs2| t'sn:23 w'sT<O;g23 v'ThU;u23||


&DGlak21 'sT;<i2| Dj'wAn [[]'h<[ gn:21|||)
Pronuncia britannica neutra
3.5.2.2. (5n; 'wn:D2 n'sn:2 wD5spjuT 'wc wz's>g3 3| 5wn 'h>vl2 5kh;Im 'l2 5>pT n'w:m 'khlk3 3| I'g>I;iD2\ t5wn 'f;s
sk'sIiDD2 m5mIk 'h>vl2 5ThIk 'khlk 'f32| &Sbbikn5sD "s>g
ni'3 3||
'n:2 5n; 'wm:2 5bl;u2 'hA:D2 zi'kh;3 3| bt5m:> i'bl;u32| 5m: 'khlsli2 &Dd'h>vl2\ 5f;D 'khlk '>anDm3 3| n[D]'lA;sT2\ 5n; 'w:2 5g;Iv
'p i'ThmpT3 3|| 'n:2 5sn 'Sn 'aT3 3 'w;mli3 3| n'mIiDiTli2\ 5h>vl 'Thk
'f3 3 'khlk3 3|| 's;2 5n; 'wn:D2 wz5bla; TkM'fs2| t'sn:3 3 w's>g>3 3 v'Th;u3 3||
&DG'lak21 'sT;>i2| Dj5wn T'h>T 'gn:21|||)
Pronuncia inglese "internazionale&
3.5.2.3. ('n; 'wn:D2 n'sn:2 wD'spjuuT 'wc wz'sc<g23| 'wn 'ch<vl2 'kh;m 'l;2 '<pT n'w:m 'khlk23| 'g<i;iD2\ t'wn u'f;s
sk'siiDD2 m'mk 'ch<vl2 'Thk 'khlk 'f2 2| &Sbbikn'sD "sc<g
ni'23||
'n:2 'n; 'wm:2 'blu;u2 'hA:D2 zi'kh;23| bt'm:< i'blu;u22| 'm: 'khlsli2 &Dd'ch<vl2\ 'f;D 'khlk '<anDm23| n[D]'lsT2\ 'n; 'w:2 'g;v
'p i'ThmpT23|| 'n:2 'sn 'S;n 'aT23 'w;mli23| n'miiDiTli2\ 'ch<vl 'Thk
'f23 'khlk23|| 's;2 'n; 'wn:D2 wz'bla; TkM'fs2| t'sn:23 w'sc<g<23 v'Thu;u23||
&DG'lak21 'sT;<i2| Dju'wn T'h<T 'gn:21|||)
Pronuncia americana "mediatica&
3.5.2.4. (''n9;< 'wn:D2 'n'sn:2 w>D'spj%[I 'wc wz'sT<;g>23| 'wn ''Th<v]>2 'kh;Im '];2 '<pT n'w:<m 'kh]k23| I'g<;iD2\ t'wn %'f>;s
sk'si[D2 m'mIkI 'Th<v]>2 'ThIk 'kh]k ;f2 2| &SPbbikn'sm> "sT<;g>
'ni'x>23||
'n:2 ''n9;< 'wm:2 'b]%;2 'hA:<D2 zi'kh;23| bt''m9:< ib]%;22| ''m9:< 'kh]s-

130

manuale di pronuncia

]i2 &Dd'Th<v]>2\ 'f;D 'kh]k '<nDm23| 'n[D]']sT2\ ''n9;< 'wI:2 'g;Iv


'xp i'ThmpT23|| 'n:2 'sn 'S;sn 'T23 'w;<m]i23| 'n'mi[iT]i2\ 'Th<v]> 'Thk
';f23 'kh]k23|| 's;2 ''n9;< 'wn:D2 wz'b]; TkM'fEs2| t'sn:23 w'sT<;g>23 v'Th%;23||
&DG]k21 'sT;<i2| Dj'wn ''h<[ gn:21|||)
Pronuncia britannica "mediatica&
3.5.2.5. (noo 'wn:D2 n'san:2 wDspjT% 'wc wz'<Oga3 3| wn
'h<Evl2 kh;Im 'lO2 <Ep n'wo;om 'khlxk3 3| I'g<;ID2\ wan %'fs sk'sIDD2 mmIk 'h<Evl2 hIk 'khlxk 'Of32| &SbbiknsD
"<Og ni'aa3 3||
'n:2 noo 'wm:2 blT;%2 '[h]A;D2 zi'kh;3 3| bmo;< i'blT;%32| mo;
'khlxslI2 &Dd'h<Evla2\ fO;UD 'khlxk '<PnDm3 3| n[D]'lA2\ noo
'w:2 g;Iv 'ap i'hmp3 3|| 'n:2 san 'SOn 'P3 3 'woomlI3 3| n'mIGlI2\
h<Evl 'hk 'Of3 3 h'khlxk3 3|| 'sx;2 noo 'wn:D2 wzblA; kM'fs2| 'san:3 3 w'<Og<3 3 v'hT;%3 3||
&DG'lAk12 'oo<I2| G%wOn 'h;< 'gn:12|||)
Pronuncia italiana dell'inglese
3.5.3. (&denR'twin dende'san:$2 &weRdis'pju:tig$2 wic'wOz des'trO:geR23| 'wE na'trE:velleR2 &kima5lO:g$12| 'rEp$ti na'wOr:m 'klOk:$23| &deja'grid:$2 dtdi'wa nu'fErs[t] sak'si:dd$2 im'mEikin de'trE:velleR2 'tEi kisklOk5kOf:$12| Sud'bi kon'si:deRd$2 s'trOgeR 'dEndi
'a:deR23||
'dEn:2 denR'twin:d$ 'blu2 'zar dezi'kud:$23| 'bat$ de'mO:Ri 5blu12| de'mO:r2 'klOz:li2 'did
de'trE:velleR2 'fOl dis'klOk:2 ka'raundim$23| &ndt5las:t$12| &denR'twin:d$2| ge'vap$ djat'tEmp$t$23| 'dEn de'san:2 So'na;ut$2 'wOr:m$li23| &ndim'mi:djat$li2 de'trE:velleR2 tu'kOf fis'klOk:$23| end$'sO2 denR'twin:d$2 &wzo'blaiG$d$ &tukoM'fEs:2 'dEtde 'san$ wozdes'trOge
&Rvde'tu23|
'di;dju 'laik$21 des'tO:Ri2| &duju'wOn tu'i;Ri ta'gEn:$21|||)
Appendce: ulteriori accenti
3.6.0. Sinteticamente, ora, forniamo le fonosintesi di sei accenti. La pratica fatta coi cinque accenti precedenti (i due neutri e i due mediatici americano e britannico e l'internazionale) permetter, senz'altro d'identicare le peculiarit, partendo dalle trascrizioni diafonemiche, per vedere come si realizzano, in concreto, nel-

3. inglese

131

le zone indicate.
Ovviamente, se non venissero sbito in mente gli esempi adeguati, sempre
possibile riprenderli dall'intero capitolo, a seconda delle sezioni. Chi ha gi nell'orecchio questi altri accenti, chiaramente, trover pi facilmente e spontaneamente sia esempi che valori fonici (nonch collegamenti e analogie). Una trattazione
pi sistematica sar fatta in Eli Pronunciation* (in bibliograa); ma l'attento
esame dei vocogrammi forniti qui dar gi moltissime informazioni dettagliate.
Canadese
3.6.1. Colpiscono, soprattutto, le V coll'unicazione di /O:, O;, , ;/ in (:) e di
/O:, O:<, <, ;</ in (:<) (('s;<i) /'s<i/ sorry), e, in particolare, i dittonghi, per i tassofoni ristretti di /EI, OU/ (eI, oU), e di quelli di /aE, aO/ seguti da C non-sonora nella parola, (, ): ('nT, 'T) /'naEt, 'aOt/ night out. Ci sono tassofoni neutri e non-neutri per molte V e dittonghi + //; quelli neutri che cambiano fono sono: /,
, U Ii, EI, aE, OE, Uu/; gli altri sono /I, E/ e // con altre tre varianti; oltre
alla possibilit d'inserire () prima di (). Come distribuzione fonemica, certe parole si pronunciano con elementi vocalici "britannici& altre con quelli "americani&. Per le C la situazione pi simile a quella americana, che non a quella britannica.
Nella pronuncia corrente e mediatica (del secondo vocogramma), c' l'ipercor/u/ (), /U/ (U)
/U</ (U<), /U[]/ (, U)
// = //, // (, *, |)
// (), /</ (<, ), /:, :</ (':)
/[]/ (, )
/O:, O:<, <, ;</ (:<)
/O:, O;, , ;/ (:)
/jUu/ (ju), /Uu/ (Uu)
/Uu/ (ju, Uu)
/[j/]Uu/ ([j/`]uU)
/OU/ (oU)
/OE[]/ (, )

/i, i/ (i), /I/ (I) >-ing


/I/ (I), /I</ (I<), /I[]/ (, )
/E[]/ (, ),
/E/ ()

/E</ (<),
/[]/ (, ), /</ (<), /;/ ()
/A:/ (A:), /A:<, A:/ (A:<)
/Ii[]/ (Ii, iI)
/EI[]/ (eI, e)
/aE[]/ (a, a, =, =)

/aO/ (a, =)
/ / (2 2 2 2 ' 2 2 ' 2)

/./ (2 ' 2 3)

/ / (2 2 2 2 ' 2 2 ' 2)

/?/ (2 ' 2 1)

/ / (2 2 2 2 ' 2 2 ' 2)

// (2 ' 2 2)

/ / (2 2 2 2 ' 2 2 ' 2)

/,/ (2 ' 2)

132

manuale di pronuncia

Varianti correnti e mediatiche


/i|/ ([I]i), /I[]/ ([])
/I/ (In) >-ing
/E<, E</ (e<), /E/ (e;)
/[]/ (), /E[]/ (E, )
// (E) { (;))
/[]/ (, a)

/U[]/ (P[])
/O:/ (o:<, O:<)
/O:<, <, ;</ (o;<, O;<)
// (, , x)
/O:, O;, , ;/ (A:, A) { (:)}
/Uu/ (%, u) { (Uu)}
/Uu/ (u) { (Uu)}

/aE=/ (i)
/EI[]/ (e, )
/aO/ (, ), /aO=/ (x)

/OE[]/ (o, o)
/OU/ (P)
/Ii, EI, aE, aO, OE, OU, Uu/ + // = //

rettismo che pu produrre /jUu/ per /Uu/ [noon too do), legato al fatto che, per
/Uu/, si ha la pronuncia attenta che preferisce /jUu/, dopo /n, t, d/. Inoltre, c' nasalizzazione di /, / (, ), anche in // (soprattutto per //); inne,
per /l/, si ha (]), in questi tipi di pronuncia.
Australiano
3.6.2. Presentiamo, separatamente, quattro accenti diversi: il neutro ("cultivated&, primi tre vocogrammi, come tutti i neutri, usato da una percentuale ridotta
di parlanti, che l'hanno appreso volontariamente).
L'accento mediatico ("general&, seconda serie di tre vocogrammi, dei mezzi di
comunicazione di massa e di molti parlanti), il marcato ("broad&, terza serie di tre
vocogrammi, tipico delle classi pi popolari, che ha anche una forte nasalizzazione), e anche il manierato ("modied&, quarta serie di tre vocogrammi, usato da una ristretta lite di parlanti, che puntano a imitare la pronuncia britannica tradizionale o manierata, ma che ritenuto aettato e inaccettabile).
Per ogni accento, si procede dai monottonghi (del primo vocogramma), passando ai dittonghi e, inne, ai dittonghi di centratura (del terzo vocogramma; si noter, a quest'ultimo proposito, la peculiarit dell'accento marcato). Per //, si ha regolarmente //, tranne che nella pronuncia manierata.
La caratteristica pi tipica (simile a quella del britannico mediatico e del Cockney) consiste nella pronuncia pi estesa dei dittonghi /Ii, EI, aE, OE, aO, OU, Uu/, come si vede dai rispettivi vocogrammi (oltre a (I, e) per /I, E/, giacch, solo in pronuncia manierata, si pu avere () per /E/). Il diafonema // ha comportamento
"britannico& (anche se non pochi giovani australiani, soprattutto femmine, che
vivono all'estero, presentano un oscillante uso di (>), non-neutro). Si vedano bene
i vari tassofoni + //.
Si ha, sistematicamente, "/OUl/& (mentre in Cockney e nel mediatico britanni-

3. inglese

133

co ci sono coppie minime con "/Ul/& "/OUl/&, come polar] Occasionalmente, si pu avere "/O:/&, per /O:/ (sia "/Or/&, sia "/or/&). Tranne che nel neutro, per
i dittonghi /Ii, EI, aE, OE/, si ha (, ); inoltre, /{}/ ({}, {}), senza
vocalizzazioni (con (, ), dopo foni con componente labiale).
Accento neutro/"Cultivated Australian E.&
/i/ (i)

/u/ ()
/U/ (U)
/:/ (:), // (, *, |)
/O:/ (o:) {/O:|/ (o), /O:0/ (oo)}

/I[]/ (I, )

/E[]/ (e, )
/[]/ (E, )
/[]/ (, ), /A:/ (a:)
/Ii[]/
(i, i)
/EI[]/
(I, )
/aE[]/
(, )

/[]/ (, )

/Uu[]/
(, Uu)
/OE[]/
(o, o)
/OU[/l]/ (T,
OU, OUl)
/aO/ ()

/I[],
I</
(I[|])

/[j/]U[],
-U</
([j]U[|])
{ /[j]O:/}

/E,
E</
([|])

/ / (2 2 ' 2 2 ' 2 2 ' 2)

/./ (2 ' 2 3)

/ / (2 2 ' 2 2 ' 2 2 ' 2)

/?/ (2 ' 2 1)

/ / (2 2 ' 2 2 ' 2 2 ' 2)

// (2 ' 3 2)

/ / (2 2 ' 2 2 ' 2 2 ' 2)

/,/ (2 ' 2)

Accento mediatico/"General Australian E.&


/i/ ()
/I[]/ (I, )

/U/ (U)
/:/ (:) // (, *, |)
/O:/ (o:)

/E[]/ (e, )
/[]/ (E, )

/[]/ (O, )

/[]/ (, ) /A:/ (a:)


/i/ (, )
/Ii[]/ (, )
/EI[]/ (, )
/aO/ ()

/Uu[]/ (T%,
, T, u)
/OE[]/
(o, o)
/OU[/l]/
(T, OU, OUl)
/aE[]/ (A, A)

/I[],
I</
(I[|])
/E,
E</
(e[|])

/[j/]U[],
-U</
([j]U[|])
{ /[j/]O:/}

134

manuale di pronuncia

Il diafonema // ha ([), come in americano. Per /0, 0/, il neutro ha (0,


0). Il neutro ha, quindi, (l), senza vocalizzazioni (presenti, per, in pronunce
marcate). possibile avere la pronuncia non-neutra /l/ (]), per -l + -y -ie -i -er
(grammemi {o anche pseudogrammemi} aggiunti a //).
Accento marcato/"Broad Australian E.&
/i/ ()
/I[]/ (I, )
/E[]/ (e, )

/u/ ()
/U/ (U)
/O:/ (o:)
/:/ (:), // (, *, |)

/[]/ (E, )

/[]/ (O, )

/[]/ (, ), /A:/ (:)


/I[], I</
/Uu[]/
=
/Ii/ ()+
(%, )
(>, 0, |)
/OE[]/
/E, E</
(o, o)
(e:[|])
/OU[/l]/
(T, OU, OUl)
/aE[]/ (, )

/i/ (, )
/Ii[]/ (, )
/aO/ (E)
/EI[]/ (, )

/U[, -<]/
=/Uu/ (%)
+(>, 0, |)
{ /O:[]/}

Accento manierato/"Modied Australian E.&


/u/ (u), /U/ (U)
/U/ (U), /:/ (:), // (, *, |)

/i/ (i)
/I[]/ (I, )

f :0, o0)
/O:/ (: :,

/[]/ (, )
/A:/ (a:)
/Ii[]/
(Ii, iI)
/EI[]/
(EI, E)
/aO/ (ax)

/Uu[]/
(u, Uu)
/OU[/l]/ (T,
U, Ul)
/OE[]/
(, )
/aE[]/ (a, a)

/[]/ (, )
/[]/ (, )
f

/E[]/ (, )

/I[], I</
(I>, I0, I|)
/E, E</
(>,
0, |)

/[j]U[]/
([j]P>,
P0, P|)
{ /[j]O:/}

Neozelandese
3.6.3. Oltre all'accento neutro, con tre vocogrammi (i primi), presentiamo
quello mediatico (per il quale i dittonghi di centratura corrispondono a quelli neutri {quarto e quinto vocogramma}) e quello marcato (per il quale {dato nel sesto

3. inglese

135

e settimo vocogramma} i monottonghi corrispondono a quelli mediatici, mentre


i dittonghi di centratura sono peculiari, compresa l'unicazione di /E, E</ con
/I, I</, e la possibile unicazione di /U, U</ con /O:, O:</). Quindi, per /E</
(e>, e;>, e>) (anche in parlata meno neutra, il timbro sempre (e): (e>, e)). Per
/I</ abbiamo (> >, ); mentre, per /I</, (I>, iI); per idea\ /aE'dIi/.
sempre distinto /</ (E> >) (in tutti gli accenti). Occasionalmente, si pu avere "/O:/&, per /O:/ (sia "/Or/&, sia "/or/&). I trittonghi non s'attenuano in dittonghi. Anche nel neutro, si ha /I/ () (non "(, )&). In Nuova Zelanda, /;, A;/
= /A:/, /;, O;/ = //, // = /, I/ (: /I/ solo una scelta volontaria); ni /'fInIS/ ('fnS 'fnS), visit /'vIzt/ ('vzT, 'vzT).
La caratteristica pi tipica consiste in (, e) per /I, E/, nel neutro (ma (, ), negli altri accenti), oltre alla pronuncia dei dittonghi /Ii, EI, aE, OE, aO, OU, Uu/ (simile a quella dell'australiano, del britannico mediatico e del Cockney), come si
vede dai rispettivi vocogrammi. Inoltre, /:<, :/ arrotondato, (:) (oppure solo
parzialmente, (+, +|), negli altri tipi di pronuncia).
Il diafonema // ha comportamento "britannico& (anche se tipica la caratteristica regionale della parte sud e rustica dell'isola meridionale, per cui // si comporta all'"americana&). D'altra parte, in parole in -r specie nei monosillabi, la pronuncia non-neutra pu far sentire l'// anche in altre zone della Nuova Zelanda.
Il neutro ha /</ (>) (il non-neutro anche ()), e pu avere, come in britannico,
/t<, d</ ([h]>, ">), oltre ai normali ([h]>, >) (negli altri accenti, anche (c[h]>, G>)
/i/ (i)

/u/ ()
/U[]/ (, U)
/O:/ (o:)

/I[], I/ (, , )
/E[]/ (e, )

/:/ (:), // (, *, |)
/[]/ (, )
/[]/ (O, )

/[]/ (E, )
/A:/ (a:)
/Ii[]/
(Ii, iI)
/EI[]/
(EI, E)
/aO/ (aP)

/Uu[]/
(, uu)
/OE[]/ (I, )
/OU[/l]/ (,
U, Ul)
/aE[]/ (a, a)

/I, I</
(I, I|)

/U, U</
(U, U|)
/O:, O:</
(o, o|)

/E, E</
(e, e|)

/ / (2 2 2 2 ' 2 2 ' 2)

/./ (2 ' 3 3)

/ / (2 2 2 2 ' 2 2 ' 2)

/?/ (2 ' 2 1)

/ / (2 2 2 2 ' 2 2 ' 2)

// (2 2 2)

/ / (2 2 2 2 ' 2 2 ' 2)

/,/ (2 ' 2)

136

manuale di pronuncia

Varianti dell'accento mediatico


/i/ (Ii) { /Ii/ (i, i)}
/I[]/ (, )
/E[]/ (, []0, )
/:/ (+, +|)
/[]/ (, []0, )
/A:/ (a)
/Ii[]/ (i, i)

/u/ (%)
/U[]/ (w, U)
// (, *, | )
/O:[]/ (o, oU)
/[]/ (O,
O)
#
/[]/ (, , )

/Uu[]/ (T%, Uu)


/OE[]/ (o, o)

/EI[]/ (I, )
/aO/ ()

/OU[/l]/ (@T, OU, OUl)


/aE[]/ (A, A)

Varianti dell'accento marcato


/Ii[]/ (i, i)

/Uu[]/ (%, u)
/OE[]/ (PI, P)
/OU[]/ (x%, U, Ul)

/aO/ (Ex)
/EI[]/ (a, a)
/I, I</
/E, E</ (iI, iI|)
{ /I, I</
/E, E</}

/aE[]/ (, )
/U, U</ (uU, uU|)
{ /U, U</
/O:, O:</ "/O/&
(o;, o;|)}

e (c[h], G), compreso /st</ (Sc>, Sc)). Nella pronuncia non-neutra, spesso /t, d/
= (c, G).
Il neutro pu avere /hw/ (W), ancora abbastanza diusamente, anche come pronuncia corrente; inoltre, ha (l); mentre, la pronuncia non-neutra ha (]) e anche (, , ). Tranne che nel neutro, per i dittonghi /Ii, EI, aE, OE/, si ha
/, /; a meno che non ci sia vocalizzazione in (). Per /0, 0/, il neutro ha ((0, , 0)); gli altri accenti, (0, 0, 0 0P): milk /'mIk/ ('mk
'mk 'mk 'mk).
Si ha, sistematicamente, "/OUl/& (mentre in Cockney e nel mediatico britannico ci sono coppie minime con "/Ul/& "/OUl/&, come polar). S'osservino attentamente i numerosi tassofoni + //, neutri e non-neutri.
Inoltre, in pronuncia non-neutra, sono pi o meno regolari neutralizzazioni
fusioni vocaliche (con le realizzazioni date nei vocogrammi; quelle date fra parentesi tonde hanno ricorrenza minore): abituali /Ii, I/ = /I/ {/Ii/} /Ii, I/ = /iI/

3. inglese

137

{/I/} /OU{0/} {0/}/ = /OU/ {//}; frequenti /I, E/ = /Ii/ {/I, E/} /I<,
E</ = /Ii</ {/I<, E</} /E<, E</ = /E</ /El, l E, / = /E /; /, aO/ = /, aO/
/, / = // {/OU/} /U, Uu/ = /U/ {/Uu/} /O:, U/ = /O:/.
Sono occasionali\ /{j}U, :/ = /:/, /I, U/ = /U/ /I, / = // /aO, A:/ = /A:/.
Inoltre, la pronuncia non-neutra pu avere, per -own "/OUn/& e il dittongamento di /E, /, particolarmente frequente per /{0}/. Correntemente, women si pu
pronunciare come il singolare: /'wUmn/.
Per /t, / (e /p, k, c/) si ha comportamento all'americana (senza glottalizzazione; ma, tra V si pu averne uno alla britannica, con deocclusione di /p, t, k/). Con
//, la pronuncia neutra "lega& regolarmente, ma evita di farlo se non c' nella graa; mentre, gli altri accenti usano molto anche la legatura non etimologica.
In generale, le forme ridotte sono meno frequenti e meno sistematiche. Tendenzialmente, non c' riduzione completa per you her been (anche non-accentato) ,
pi spesso, pieno: /bIin/. In casi come aect eect e allusion illusion soprattutto
in pronuncia meno neutra, per a- si ha // (); per i- e- /I, , /, si ha (/). frequente (/) anche per l'articolo a
Per -ary -ery , spesso, si ha accentazione all'americana, ma il neutro preferisce quella britannica.
Britannico tradizionale
3.6.4. la classica pronuncia conosciuta col nome di (Received Pronunciation), unica ammessa dalla no a una o due generazioni fa, con /Ii, EI, OU, Uu/
ristretti (Ii, eI, P, Uu), e /aE, aO, OE/ con primi elementi ben dierenziati, (,
AP, O) (e all'opposto di quelli mediatici, (A, P, o)), senza glottalizzazione di
/p, t, k, c/ (: n (0), n (), con la sola ricorrenza possibile di () per /t/, davanti
a sonanti: ('skTln, 'skln) Scotland). S'osservino i tassofoni di V brevi e di
dittonghi con primo elemento anteriore davanti a //.
Inoltre, ha /</ solo se graco-etimologico (eventualmente, piuttosto, ha (),
tranne che, a volte, nel parlato informale o colloquiale); alta frequenza di "/tj, dj,
sj, zj, j/&, come in ('khwsTjn, -scn 'sjUup, 'sUu-), queion super (con (S Z, Sj Zj)
solo in pronuncia colloquiale o informale, per /'kwEscn, 'sUup/ ('khwscn,
'sup)); /;f, -, -s, -ft, -st/ = /O:/ (O:) (come in ('O;f, 'lO;sT) o lo per /';f, 'l;st/ ('f,
'lsT)); /</ (>, 'R, R, R, pR, bR, kR, gR).
Presenta, invariabilmente, (-) /-I/ ha (h, `) per /h/ hotel, e (`) in forme ridotte con h e in -ham; /w/ (w), ('wn:) when; inoltre, my non-accentato /m,
mI, m/ ancora, /EI, OU/ (, P) prima di ('): vacation november, e /-OU/ (P) nale del primo lessema in un composto (anche se separato): window sill. Per ar possibile "/A/& (A;); anche "/O/& per /O:/ per /<, </ si ha (>), e per /i,
i/, (): ('khA:, 'khA; 'mO; 'mE>, -R) /'kA:, 'mO:, 'mE<i/ car more Mary.
frequentissima l'attenuazione dei trittonghi (ma meno che in pronuncia manierata, o in Cockney), anche fra parole, pure per /I/: ('f;, 'f: ~'GOT, ~-)
/'faE, aEIn'GOEIt/ re I enjoy it. Le strutture intonative sono, sostanzialmente, quelle del neutro; con le tonie conclusiva e sospensiva, molto frequente il tipo di fonazione cricchiato.

138

manuale di pronuncia

/I[], i, i/ (, )
/E[]/ (, )

/[]/ (, )
/Ii[]/ (Ii, iI)

/U[], u/ (, U)
// () {anche desin.)
// (, *, |), /:/ (:)
/[]/ (, ), /O:/ (O:)
/A:/ (A:), // ()
/[j]Uu[]/ ([j]Uu, [j]uU)

/EI[]/ (eI, e)

/OU[]/ (P, oU)

/aE[]/ (, )

/OE[]/ (O, O)
/aO/ (AP)

/I[], I</ (, |)

/E, E</ (E, E|)

/[j]U[], -U</ ([j], [j]|)


{ ([j]P, [j]P|) /[j]O:/
"/[j]O/&)
"/O[], O</& (O, O|)
( /O:/ (O:, O:|)}

/Ii/ {(Ii, Ii|) ) (I:, I:|) ( /I/}

/Uu/ {(u, u|) ) (U:, U:|)


( /U/, non /O:, O/!}

/EI/ {(eI, eI|) ) (e, e|) ( /E/}

/OU/ {(P, P|) ) (P, P|)

/aE/ {(, |) ) (, |)

/OE/ {(O, O|) ) (O, O|)


/aO/ (A, A|) ( (AP, P|)}
( /A:/ (A:, A:|)}

Britannico manierato
3.6.5. Pu esser esibito da aristocratici e persone con posizioni molto importanti nelle istituzioni sociali, religiose e culturali; ma, generalmente, valutato come
troppo aettato. caratterizzato da /I, U/ pi periferici, (I, U) (invece di (, )); ma
pi centralizzati in /I, I< E, E< U, U</ (x, | x, | Px, P|); ha /</
(x>) e per /i|/, (): ('mx>) Mary.
Il fonema /I/ completamente non-accentato (), come pure /i/ (invece di (i)),
e, davanti a pausa, si ha addirittura (): (&vz'blT, -T); ha /-I/ (-n, ) anche
// (), e cos pure molti //.
Inoltre, /E, / sono pi chiusi (e, E); /I, E, /, nali in sillaba accentata caudata
in C sonora davanti a pausa, si dittongano in (I, e, E): ('bI, 'we, 'bE) big
web bad.
Sono pi posteriori /:, :< A:/ (x:, , :) (e quest'ultimo ha una ricorrenza
maggiore che in pronuncia neutra); per ar possibile "/A/& (;). I dittonghi so-

3. inglese

139

/I[], i/ (I[|], , I), /I/ ()


/i/ (, |)
/E[]/ (e[|], )
/[]/ (E[|], )

/EI[]/
(, )
/aE[]/
(, )
/Ii/
(i:x, i:|)
( /I/
(Ix, I|)}
/EI/
(, |)
( /E/}
/aE/
(:, )

/[j]Uu[]/
/I[], I</
([j]uu,
(x, |)
[j]uu)
( (jx:)
/OU+/ (P)
= /j:/}
/OU[]/ (+, P)
/E, E</
/OE[]/
(, |)
(@, @)
/aO/ (Ax)
f

F
f

/Ii[]/
(ii, ii)

f
/U[], u/ (U, U)
/O:/ (o:)
// (, *, |), /:/ (x:)
/zd/ (, x|), // (, |), // ()
/[]/ (, )
/A:/ (:), // ()

/Uu/ (u:x,
u:|) ( /U/,
non /O:/!
(Ux, U|)}
/aO/
(A:, A)

/U/ (,
|)+/:/

/[j]U[], -U</
([j]Px, [j]P|)
( /[j]O:/
(jx:) = /j:/}
/O:zd|/
= /O:[]/
(o:|, o:|,
o:[x]zD|)

/OE/
(@x, @|)

no parecchio ristretti e con timbri particolari, specialmente /Ii, Uu/ (ii, uu) e /aO,
OE, OU/ (Ax, @, +) (e (P), per (Ii, u, a, , ) e ()). Per V brevi e dittonghi col primo elemento anteriore ci sono tassofoni che richiedono simboli diversi.
senza glottalizzazione di /p, t, k, c/ (: n (0), n (), con la sola ricorrenza
possibile di () per /t/, davanti a sonanti: ('skTln, 'skln) Scotland] ha una
certa frequenza di "/tj, dj, sj, zj, j/&, come in ('khwesTjn, -scn 'sjuup, 'suu-),
queion super (con (S Z, Sj Zj) solo in pronuncia colloquiale o informale, per /'kwEscn, 'sUup/ ('khwscn, 'sup)); /;f, -, -s, -ft, -st/ = /O:/ (o:), oltre a // () in
certe parole, oggi, ma o resta con /O:/.
/</ (>, 'R, R, R, pR, bR, kR, gR) (anche ('V), e pure ('e, '=) in alcune parole frequenti: very terrible sorry tomorrow); frequente /</ non graco-etimologico. L'"aspirazione& di /p, t, k, c/, spesso, debolissima (in opposizione al Cockney). Inoltre, ha (`) per /h/ hotel /w/ (w), ('wen) when my non-accentato
/mI, m/ /-OU/ (P) nale del primo lessema d'un composto (anche se separato):
window sill.
frequentissima l'attenuazione dei trittonghi (come in Cockney), anche fra parole, pure per /I/: ('f;, 'f: ~'G@T, ~-) /'faE, aEIn'GOEIt/ re I enjoy it.
Le strutture intonative sono, sostanzialmente, quelle del neutro; con le tonie conclusiva e sospensiva, molto frequente il tipo di fonazione cricchiato; parafonicamente, c' espansione tonale e, in tonia, ci sono allungamenti sillabici.

140

manuale di pronuncia

Cockney (Londra)
3.6.6. Pi tipicamente, la parlata della parte popolare orientale di Londra [`e
Ea End] che comprende il porto. Le caratteristiche vocaliche maggiori sono costituite dai dittonghi, che presentiamo, nella forma pi tipica, nel secondo vocogramma, mentre aggiungiamo, nel terzo, le varianti meno marcate (, sette) e pi marcate
(*, due {con bordi grigi}). I parlanti possono oscillare, frequentemente, fra questi tre
tipi: /Ii/ (, i), /EI/ (, ), /aE/ (, ), /aO/ (EX, X, *) (quest'ultima variante, generalmente "descritta& come "(:, a:)&, il dittongo pi ristretto di tutti), /OE/
(o, o), /OU/ (P, @+, X*), /Uu/ (%, %). Generalmente, il diafonema // /I/ ().
Per i monottonghi, le caratteristiche pi evidenti oltre a certi timbri sono i
dittongamenti contestuali; infatti, nell'accento pi tipico e marcato, /E, , / in
monosillabi accentati (bi)caudati cio con /0, 00/ sono pronunciati (, E,
O); per i primi due fonemi, il fatto particolarmente evidente con /n, nd, t, d ,
k, ks, g/ (anche se /t/ = ()) e con altre C sonore (ma anche non-sonore), come in:
('E) /'dd/ dad (per ('D;).
Un fenomeno simile avviene per /O:{}/, che (sebbene, in pronuncia non-marcata, sia (o:)), pi tipicamente, (oU), come in: ('lo;Un, 'woU, 'oU>) /'lO:n, 'wO;, 'stO:<i/ lYn water ory (per ('l:n, 'w;T, 'sT;>i)); nell'accento medio e in
quello meno marcato, in tutte le posizioni, si ha sempre (o:, oU), rispettivamente;
invece, nell'accento pi tipico e marcato, se nale di parola davanti a pausa, si ha
(oU).
Per, in posizione nale, all'interno di frase, oppure coi grammemi /z, d/, si ha
(oU): ('phoU) pY pore pour poor (per ('ph:) /'pO:, 'pO:/, e ('ph:, -;) /'pU,
-O:</ per l'ultimo {secondo l'ordine fonemico pi internazionale}); ('phoU) pYs
pores pours poor's (per ('ph:) /'pO:z, 'pO:z/, e ('ph:, -;) /'pUz, -O:<z/).
Come distribuzione, /O:/ pi frequente (come anche in pronuncia tradizionale e manierata) che nell'accento neutro, specialmente per /;/: ('oUf, 'whloUf,
'wh>oUs) /';f, 'kl;, 'k<;s/ o clo` cro. Si pu dittongare anche /:/ (:, ;), e
sono notevoli pure i timbri di /A:, / (anche per /{}|/): ('wh:, -:* 'f;v, 'f-)
/'kA:, 'f:/ car fur`er Le V segute da N (e, spesso, anche quelle precedute) si
nasalizzano (compreso il dittongo /aO/, indipendentemente dal contesto); per il
grammema /I/ si hanno (In, n, ), e, per -`i frequente (-fk): ('m3n,
'samfk, 'saM-, 'n'I&fk) /'maEn, 'smI, 'EniI/ mine some`i aJ`i.
Il quarto e il quinto vocogramma danno le realizzazioni di /I, I< E, E<
{j}U, -< aE, aE< aO, aO</ (per /{j}U-/ si ha, spesso, il passaggio a /{j}O:-/); invece, il sesto e il settimo danno le varianti pi marcate, mentre l'ottavo no al decimo danno quelle meno marcate.
Inoltre, abbiamo: /EI, -</ ( , |)* (, | A, |), /OU, -</ (, |
P, P|)* (@+, @+|), /OE, -</ (o, o|)* (o, o|) (o, o|), /Ii, -</ (,
| , |)* (i, i|), /Uu, -</ (, | %, %|), /I, -</ (, :, |, ;>),
/E, -</ (, :, |, ;>), /U, -</ (o, o:, o|, o;>) (quindi, come /{j}O:, -</).
Ma vediamo, nell'ultimo vocogramma, le molte (e tipiche) neutralizzazioni di
/{}/ + // che si vocalizza in (P) (in pronuncia pi marcata, (U), e in quella meno marcata, (PU), che non segn{i}amo): /I, I, Ii, Ii/ (P), /E, E, :/ (P),

3. inglese

141
/u/ (%), /U[]/ (, UP, )
// (, *, |)
/O:/ (oU) {(o:)} {(oU +
z/D, oU|, oU>) = /U/}

/i/ (i), /i|/ = /Ii/ ()


/I[]/ (, P, ), // ()
/E[]/ ([0], P) {()}
/:/ (:) ()
/[]/ (E[0], P) {(E)}
/[]/ (, aP)

// (O[0]) {(O)}
/A:/ (:) {(:)*]

/[j]Uu[]/
([j]%, [j]P) /Ii/ (i)
/OE[]/
/EI/ ()
(o, oP)
/OU/ (@+)
/OU/ (P)
{(X)*}
/aE[]/
/aO/ (X)
(, P)
{()*]
/[j]U/
([j]U, -U:, -U|)
/[j]U</
([j]U:>) /[j]O:/

/Ii[]/
(, P)

/aO/ (EX)
/EI[]/
(, P)
/I/
(I, I:, I|)
/I</ (I:>)
/E/
(e, e:, e|)
/E</ (e:>)

/aO/ (E, E|)

/I/ (I, I,
I|, I>)*
/E/ (e, e,
e|, e:>)*

/[j]Uu/
([j]%,
[j]T%)
/OE/ (o)

/aE/ ()

/aE/
(, |)
(, |)
/aE</ (>)

/[j]U/ ([j]oU,
-oU, -oU|,
-oU>)* = /[j]O:/
/aO/ (:)*
(, |)*

/aO/
(X, X|)
(, |)

/aE/
(, |)*

/aE/
(, |)
(, |)
/I/
(, :, |, :>)
/E/
(, :, |, :>)

/[j]U/
([j]o, [j]o:, [j]o|,
[j]o:>) = /[j]O:/

il dittongo pu
/EI, , aO, aO/ (P), // (aP, P*) (nell'accento pi marcato,
coincidere con /OUl/ (Pl), interno di lessema), /A:, aE, aE/ (P), /, OU/

142

manuale di pronuncia

/I[], Ii[]/ (P)


/E[], :/ (P)
/, EI[], aO[]/ (P)

/[j]U[], -Uu[], -O:/ ([j]ou)


{/[j]U[], -Uu[]/ ([j]Uu)}
/-[], -/ (P) ( (PU), (U)*}
/OU/ (OP) /OUl/ (Pl)
{in deriv. + (OPl)}
// (aP) {(OP)*}, // (OP)
/A:, aE[]/ (P)

(OP) (in derivati di /OU/ si ha (OPl), invece di (Pl), proprio come nella pronuncia mediatica), /{j}U, -U, -Uu, -Uu, -O:/ ({j}ou) (per /{j}U, -U, -Uu, -Uu/, c'
anche la realizzazione ({j}Uu), meno marcata).
Per /OE, OE/, abbiamo (oP) (anche nell'accento meno marcato); per /-, -,
-/ si ha (P) (e (U)*, (PU)); -el -al e 'll dopo V possono avere una durata un po'
maggiore (P;, PU) (come per /-, -/). Per /-, -, -/, abbiamo (Pl, Ul*),
uncle Herbert ["'Erbert&] (&kPl'b{}).
Nei primi due vocogrammi, sono segnati, in grigio, anche cinque V e cinque
VV che, davanti a //, possano non subire la tipica neutralizzazione dell'ultimo vocogramma (dato di sguito).
Per le C la caratteristica pi tipica riguarda /p, t, k, c/, che sono tipicamente
pre-glottidalizzati, (=), anche (), in tutti i casi in cui possibile la sin-glottalizzazione nell'accento britannico ( 3.2.6.1-2, 3.2.7.1), o in cui c' la pre-glottalizzazione nel britannico mediatico ( 3.4.3.6). Anche per le realizzazioni fonetiche ci sono delle dierenze; infatti, per la pronuncia pi tipica e marcata, c' il passaggio di /p, t, k/ agli occlu-costrittivi corrispondenti: (p, , w), pure "aspirati&
(nei normali contesti previsti anche per la pronuncia neutra): (ph, h, wh) (che
possono dare l'impressione d'un'"aspirazione& maggiore). Ma, l'elemento pi tipico e marcato la sostituzione di /t, / con () in tutti i casi visti al 3.2.5.2, ma con
ulteriori contesti caratterizzanti (: tranne che davanti a un nucleo tautosillabico
accentato, o dopo pausa, o dopo /s/, ('h, |h, 's, s)).
Esempi: ('b) /'b</ butter ('woU) /'wO;/ water ('whO) /'kt/ cotton
('s) /'sIt/ sitti ('bO) /'bm/ bottom ('b) /'b:t/ Burton ('P) /'Et/ Elton ('whln) /'klIntn/ Clinton ('lP) /'lI/ little ('ph;na, -;-) /'pA:tn/ partner ('sp>l) /'sEp<tli/ separateI ('lOs) /'lts/ lo_
Altri esempi: ('phan, -n,, -n, -n[, -n) /'pEIn/ painter ('phan,
-n,, -n, -n[, -n) /'pEInt/ paint it ('woU) /'wO:/ Walter ('oU, -,,
-[, -) /'hO:t/ halt it (';, -,, -[, -) /'stA:t/ art it (', ',, '[,
') /'hIt/ hit it ('lP 'b 'b) /'lI 'bI v'b/ a little bit of butter
('ph 'p) /'pU 'p/ put up ('ph 'p) /'pU 'p/ put it up
In pronuncia meno marcata, si pu avere anche un'occlusione incompleta, attenuata, (,), meno "invadente&; possibile anche la laringalizzazione del vocoide
che precede (), mentre questo pu passare a "zero&, soprattutto davanti ad altro
vocoide (aggiungendo, per, il tipo di fonazione cricchiato), ( = , = , =
): ('lP 'b 'b); generalmente, resta una dierenza fra forme come lill ('lP)
/'lI/ e little ('lP, 'lP;, 'lPU) /'lI/, anche se pronunciata in questo modo; infatti,
oltre al cricchiato, spesso, c' pure un allungamento per // (almeno in tonia).
Davanti a V (pure derivante da //, e anche tra parole), si ha pure la variante

3. inglese

143

meno marcata ([) (o addirittura () del parlare "elegante&, che non segn{i}amo);
c' pure la possibilit che (n[) passi a (n); riportiamo gli esempi pertinenti senza
graa, nell'ordine in cui appaiono sopra (compresi water e Walter): ('b[, 'woU[,
's[n, 'b[m, 'l[P), ('phan[, -n 'phan[, -n), ('woU[, 'oU[, ';[, '[,
'l[P 'b[ 'b[, 'ph[ 'p, 'ph[[ 'p).
Il passaggio a (), possibile anche per altre C soprattutto /p, k/: ('O) /'stpI/ oppi ('fl 'l) /'fIlIp 'laEktIt/ Philip liked it ('whOn) /'kkni/ Co$n\ In un esempio precedente, s' visto che, tipicamente, /d/ passa a occlu-costrittivo, (); inoltre, correntemente, /d/ si realizza (), quand' nale di parola seguto da C o V e anche nella sequenza grammemica >-dn't /-dt/: ('b> 'b) /'b<Ed 'b/ bread and butter ('g 'bo;) /'gUd 'bOE/ good boy ('{})
/aE'dIdt/ I didn't
Per /st, st<, sc/, la pronuncia marcata ha (, >, Sc): (';) /'stEI/ Z ('>O;)
/'st<;/ ro ('wwhScn, -c) /'kwEscn/ queion Per /, /, nella pronuncia
marcata, si ha il passaggio a /f, v/; per, ci sono molte gradazioni intermedie, compresa la pronuncia normale: (f, v , , , , ); per //, si hanno, pi spesso, anche le realizzazioni (`, , d, D): (s'EXs z'm3n, s-, ds-, Ds-) /Is'haOs Iz'maEn/ `is house is mine come s' visto, la tipica realizzazione di /h/ (`), che
stigmatizzata e, quindi, porta all'ipercorrettismo: ('h{}) /'Iit/ eat per /n, t, d/,
la tipica pronuncia cockney senza //, ma, in pronuncia meno marcata, si hanno
anche esiti di tipo mediatico: ('n;%, 'n;%, '~;%, '~T;%) /'nUu/ n[ ('h';n,
'hK;n, 'hK;n, 'h;n, 'chK;n, 'ch;n) /'tUun/ tune ('%w, '%w, '%k,
'T%k, 'G%k, 'GT%k) /'dUuk/ duke.
frequentissima l'attenuazione dei trittonghi, pure fra parole e anche per
/I/: ('f;, 'f; ~'GoT, ~-) /'faE, aEIn'GOEIt/ re I enjoy it. Le strutture
intonative sono, sostanzialmente, quelle del neutro. Per [n]ei`er si ha, prevalentemente, /Ii/.
Confronto tra i simboli diafonemici e quelli correnti
3.6.7. Sar utile dare una lista di corrispondenze fra i simboli diafonemici usati
qui e quelli dei tre recenti dizionari di pronuncia inglese (Longman, Cambridge,
Oxford). Pur se non concordano fra di loro, per certi aspetti, li diamo (fra " &) dopo i diafonemi, aggiungendo esempi.
Vocali
/i/ "/i, I/& lady /'lEIdi/ ('lIDi)
/I/ "/I/& bit /'bIt/ ('bT)
/E/ "/e, E/& let /'lEt/ ('lT)
// "/, a/& hat /'ht/ ('hT)
// "/, /& hut /'ht/ ('hT)a ('hT)b
// "/O, A:, A/& hot /'ht/ ('hAT)a ('hT)b
/U/ "/U/& book /'bUk/ ('bk)
/u/ "/u, U/& inuenza /Influ'Enz/ (&Mfl'nz)a (-)b
// "//& ano`er /'n/ ('n)a ('n)b contain /kn'tEIn/ (khn'Th;In)

/A:/ "/A:, A/& spa /'spA:/ ('spA:)


/O:/ "/O:, O/& law /'lO:/ ('lO:)a ('l:)b
/Ii/ "/i:, i/& see /'sIi/ ('sI;i)
/EI/ "/eI/& dZ /'dEI/ ('D;I)
/aE/ "/aI, I/& y /'flaE/ ('fla;)
/OE/ "/OI/& boy /'bOE/ ('b;)
/aO/ "/aU/& cow /'kaO/ ('kha;)
/OU/ "/U, oU/& go /'gOU/ ('g;)a ('g;)b
/Uu/ "/u:, u/& who /'hUu/ ('hU;u)a ('h;u)b
// "/I, , , /& wies /'wISz/ ('wS)a
('wS)b

144
/;/ "/, A:/& last /'l;st/ ('lsT)a ('lA;sT)b
/A;/ "/A:, /& pasta /'pA;st/ ('phA;sT)a
('phsT)b
/;/ "/, O:/& so /'s;/ ('sO:)a ('s;)b
/O;/ "/O:, /& false /'fO;s/ ('fO;s, 'fAs)a
('f;s, 'fs)b
/;/ "/r, !:, :r, r, /& hurry /'h;<i/ ('h;i)a
('h>i)b
/:</ "/:r, :r, r, !:/& furry /'f:<i/ ('f;i)a
('f;>i)b
/:/ "/:, :, :r, r, !:/& fur /'f:/ ('f:)a
('f:)b
/A:/"/A:, A:r/& car /'kA:/ ('khA:<)a ('khA:)b
/O:/ "/O:, O:r/& door /'dO:/ ('D:<)a ('D:)b
// "/r, , r, r, /& wonder /'wnd/
('wnD)a ('wnD)b
/i/ "/i, I, ir, Ir, I, i, ir, i/& happier /'hpi/ ('hpi)a ('hpi)b
/I/ "/I, Ir, Ir, I, Ir, I/& here /'hI/
('hI;)a ('h;)b
/E/ "/e, E:, er, Er, e, er, E/& `ere
/'E/ (';)a (';)b
/U/ "/U, Ur, Ur, U, Ur, U/& moor
/'mU/ ('mU;)a ('m;)b (con altre
pron.)
/u/ "/u, U, ur, Ur, u, u, U, ur,
u:/& rescuer /'<Eskju/ ('<skj)a
('<skj)b
/Ii/ "/i:, i:r, i:, i:, i:r, i:/& seer
/'sIi/ ('sIi)a ('sIi)b
/EI/ "/eI, eIr, eI, eI, eIr, eI/& plZer /'plEI/ ('phlI)a ('phlI)b
/aE/ "/aI, I, aIr, aI, aI, aIr, aI/&
liar /'laE/ ('la)a ('la)b
/OE/ "/OI, OIr, OI, OI, OIr, OI/& employer /Im'plOE/ (m'phl)a
(m'phl)b
/aO/ "/aU, aUr, aU, aU, aUr, aU/&
tower /'taO/ ('Tha)a ('Tha)b
/OU/ "/U, oUr, oU, oU, oUr/& slower /'slOU/ ('sl)a ('sl)b
/Uu/ "/u:, u:r, u:, u:, u:r/& doer
/'dUu/ ('DUu)a ('Du)b
/</ "/r, r, r, /& wonderi /'wnd<I/
('wnD<, -D<)a ('wnD>, -N>)b
/I</ "/Ir, Ir, Ir/& heari /'hI<I/
('h<)a ('h>)b
/E</ "/er, er, Er, E:r/& cari /'kE<I/
('kh<)a ('kh>)b

manuale di pronuncia
/U</ "/Ur, Ur, Ur/& curi /'kjU<I/
('khj<)a ('khj>)b (con altre pron.)
// "/, e, E/& dictionary /'dIkSn<i/ ('DkS&<i)a ('DkS>i)b
/K:/ "/, O:/& repertory /'<EptK:<i/
('<p&T<i)a ('>pT>i, ->i)b
// "/U, , T, /& regular /'<Egjl/ ('<gjl)a ('>gjl, -gj-)b
Consonanti
/m/ "/m/& some /'sm/ ('sm:)a ('sm:)b
/n/ "/n/& sun /'sn/ ('sn:)a ('sn:)b
// "//& su /'s/ ('s:)a ('s:)b
// "/m, m, m/& rhy`m /'<I/ ('<)a
('>-)b
// "/n, n, n/& cotton /'kt/ ('khAT)a
('kh-)b
/p/ "/p/& pa$ /'pk/ ('phk)
/b/ "/b/& ba$ /'bk/ ('bk)
/t/ "/t/& o /'tUu/ ('ThU;u)a ('Th;u)b
/d/ "/d/& do /'dUu/ ('DU;u)a ('D;u)b
/k/ "/k/& came /'kEIm/ ('kh;Im)
/g/ "/g/& game /'gEIm/ ('g;Im)
/c/ "/tS/& >ain /'cEIn/ ('ch;In)
/G/ "/dZ/& Jane /'GEIn/ ('G;In)
/f/ "/f/& f[ /'fjUu/ ('fj;u)
/v/ "/v/& vi[ /'vjUu/ ('vj;u)
// "//& wreath /'<Ii/ ('<Ii)a ('>Ii)b
// "//& wreathe /'<Ii/ ('<I;i)a ('>I;i)b
/s/ "/s/& ice /'aEs/ ('as)
/z/ "/z/& \es /'aEz/ ('a;)
/S/ "/S/& dilution /d'lUuSn/ (D'lUuSn)a
(D'luS)b
/Z/ "/Z/& delusion /d'lUuZn/ (D'lUuZn)a
(D'luZ)b
/</ "/r/& rate /'<EIt/ ('<IT)a ('>IT)b
/j/ "/j/& yate /'jEIt/ ('jIT)
/w/ "/w/& wait /'wEIt/ ('wIT)
/h/ "/h/& hate /'hEIt/ ('hIT)
/l/ "/l/& late /'lEIt/ ('lIT)
// "/t, /& ci /'sIi/ ('s[i)a ('sTi)b
// "/, r/& car /'kA:/ ('khA:<)a ('khA:)b
// "/j, /& n[ /'nUu/ ('nU;u)a ('nj;u)b
// "/h, /& when /'wEn/ ('wn: 'hwn:
'Wn:)
// "/l/& lull /'l/ ('l,:)a ('l:)b
// "/l/& little /'lI/ ('l[)a ('lT)b

4. Francese
4.0. Oltre all'accento "neutro moderno&, diamo anche quello "internazionale&,
come proposta didattica alternativa.
Alla ne, consideriamo pure quello "mediatico& (: della televisione), basato sul
parigino corrente, e due tipi d'accento ben diversi da questi, in quanto pi lontani strutturalmente: il marsigliese, in rappresentanza della pronuncia meridionale,
del Midi, e quello canadese, del Qubec.
Vocali
4.1.1.1. Le vocali francesi, anche quelle rappresentate gracamente da "dittonghi&, fonicamente sono tutte monottonghi brevi (o lunghi, in certi contesti). bene evitare, n dall'inizio, l'errore che fanno molti (anche autori di grammatiche),
di confondere la scrittura con la struttura fonica della lingua: cose molto diverse.
Contrariamente a un'opinione molto diusa, quanto errata, sono i suoni la vera
essenza della lingua, non i banali segni graci usati per ssarla nello scritto.
Prima di vederne le qualit, esponiamo sbito i meccanismi per le durate: in tona s'allungano le vocali segute da /v, z, Z K, vK/ (nali), come pure le V nasalizzate segute da almeno una C fonica (: pronunciata non solo scrittea); inne, s'allungano anche /, o/ seguti da una o pi C foniche. In protonia, in tutti questi
casi, si ha un semplice semi-allungamento. Non facciamo, qui, esempi specici,
ch non mancheranno in sguito: s'invita, quindi, ad analizzare ogni caso, alla luce di quanto ora detto.
Nella pronuncia "tradizionale& e nel parigino (e "mediatico&) c' anche /A/, che
rientra in quest'ultima categoria, ma con molte eccezioni e oscillazioni, nonch
forme analogiche, che rendono impossibili tutti i tentativi di stabilirne liste complete e attendibili; comunque, i dizionari segnano ancora (ovviamente senza concordare) le parole con /A/, come fa Fouch (1959); d'altra parte, Lerond (1980) le
aggiunge coll'etichetta "vieilli Paris&.
Se assurdo volerle cercare per un neutro tradizionale, oggi decisamente superato, pu esser interessante farlo per l'accento parigino/mediatico (con alcune dierenze per la banlieue). Nell'accento "mediatico& d'impiego professionale, giustamente, ci pu essere la tendenza alla riduzione dell'uso di /A/, per, non c' ancora la sostituzione totale.
4.1.1.2. La f 4.1 mostra le articolazioni vocaliche del francese, che vanno confrontate con quelle dell'italiano neutro (f 2.1), (o, meglio ancora, con quelle delle
22 coin regionali, date nel MaPI] per vederne le somiglianze e, soprattutto, le
dierenze. Nelle nostre trascrizioni, usiamo ventitr elementi (pi un altro, meno
[

146

manuale di pronuncia

importante). La serie anteriore presenta cinque vocoidi: (i, I, e, , E), per tre fonemi: /i, e, E/.
Questi tre, e anche (), pur avendo gli stessi simboli dell'italiano, dieriscono
un po', essendo soprattutto pi chiusi, come si vede dal confronto delle due gure: (mi'_i) /mi'di/ midi (e'te) /e'te/ t ('fEt) /'fEt/ fte ('E) /'E/ e si notino: (s'm) /sE'mwa/ c'e moi (v'+) /vEK'ty/ vertu (_I'lP) /diK'lo/ dirlo (con /E/ non-accentato, e con /i/ non-accentato in sillaba caudata in /K/). L'/a/ francese decisamente pi anteriore di quello italiano: (b':\) /ba'gaZ/ bagage ('m) /'am/ me
(tradizionale ('A:m), mediatico/parigino (':m)); c' anche: (p'+i:) /paK'tiK/ partir (&p+i') /paKti'K/ partirons (p'l) /paK'la/ par l
S' accennato al fonema /A/ della pronuncia neutra tradizionale, che non pi
attuale; perci non appare nella f 4.1 (comunque, la sua posizione linguale un
po' pi anteriore rispetto a quella di // (), nel vocogramma dell'accento "internazionale&, 4.4.1).
La serie "posteriore& (e arrotondata; in realt, postero-centrale, come si vede bene dalla f 4.1) decisamente diversa da quella italiana, sebbene i simboli fonemici siano gli stessi ((, , P, , ) per tre fonemi /u, o, O/): (t'\:) /tu'ZuK/ toujours
(dP'dP) /do'do/ dodo ('km) /'kOm/ comme si notino: (k'md) /kO'mOd/ commode (\'li) /ZO'li/ joli (k'se) /kuK'sje/ coursier (p'v) /puK'vu/ pour vo (con /O/
non-accentato, e con /u/ non-accentato in sillaba caudata in /K/).
f 4.1. Elementi vocalici del francese neutro moderno.
/i/ (i[:], I)
/y/ (y[:], Y)
/e/ (e), // ([:])
// (#)
/E/ (E[:], E[:]/, ), // ([:], 3)
// ([:], [:]/, #), /^/ (^/[:], }/)
/a/ ([:], )

/u/ ([:], )
/o/ (P[:]), // ([:])
/O/ ([:], [:]/, )
// ([:])

Vocali anteriori arrotondate


4.1.1.3. completamente "nuova& per l'italiano, ma non per certi dialetti italiani (soprattutto del nordovest, che possono avere qualche articolazione simile), la
serie "anteriore& arrotondata (in realt, antero-centrale, f 4.1) (y, Y, , #, ) per
tre fonemi /y, , /, oltre allo "schwa& o, meglio, "e instabile& (male rappresentato con //, e male denito come "e muet&), che si realizza (#), come // (non-accentato) e che rappresentiamo con // (#): (fy'+y:) /fy'tyK/ futur (') /'K/ hSrSx (':) /'K/ hSre ('sl) /'sl/ sSl si notino: (#'te) /*K'te/ hSrt (s#l'm)
/sl'm/ sSlement (&pYpy') /pyKpy'K/ purpurin (sY'ps) /syK'plas/ sur place
(l#'pi) /l'pKi/ le prix (m#'s) /m'sj/ monsiSr
In eetti, per quanto riguarda l'"e instabile&, si potrebbero adottare strategie e
trascrizioni fonemiche diverse. Per esempio, invece dell'ancora prevalente // fonemico, si potrebbe ricorrere semplicemente a //, per, teoricamente, si verrebbe
quasi a perdere la possibilit di distinguere adeguatamente fra djSner (&de\#'ne)

4. francese

147

e djeter (&de\#'te, d/'te), o jSdi (\'_i) e je d (\#'_i, \'_i), dato che s'avrebbe /deZ'ne/ e /deZ'te/ o /deZ'te/ per djeter ma /Z'di/ e /Z'di/ o /Z'di/ per je d.
La vera dierenza sta nel fatto che, normalmente, le forme con "e instabile& si
realizzano con un fono "zero& ed eventuali assimilazioni di sonorit, come si vede
dalle seconde trascrizioni. La soluzione del fonema "zero& potrebbe lasciare in dubbio, per parole pi rare, anche i nativi, che, d'altra parte, non raramente sono incerti, anche gracamente, fra /, / e S pur se // S non pu cadere e non dovrebbe dar adito a confusioni. Per ora, evitate le "soluzioni& poco realistiche, come //, ma anche /, +/, gi meno improbabili diafonemicamente, per prudenza,
adottiamo // (#), in attesa di trasformarlo denitivamente in //, con la possibilit d'indicarne la presenza o l'assenza tramite /[]/, oppure // in contrapposizione a un "e stabile&, reso con //.
Quando // si trova a esser accentato, come in d-le le "e& in realt diventa il
fonema // (rinforzando, ulteriormente, quanto appena detto): (_i'l) /di'l/, (l#')
/l'/ ( la graa che fa i capricci, non la struttura fonica). In sillaba accentata caudata in /K/, l'articolazione di /E, , O/ pu essere pi o meno arretrata e abbassata
(((E/, /, /)), ma si trascrivono allo stesso modo): ('mE:) /'mEK/ mre ('s:) /'sK/
sur ('f:) /'fOK/ fort
4.1.1.4. Il neutro moderno mantiene l'opposizione /'e/ >- -e -er -ez V /'E/
>-s -et -Pe -a -P(en)t, che, per, piuttosto faticosa, strutturalmente, dato che
le altre si sono neutralizzate: infatti, non c' (pi) dierenza tra p e pot entrambi sono ('pP) /'po/, n tra pS e pSx\ ('p) /'p/, e, ormai, nemmeno tra bat e b\
('b) /'ba/. Abbiamo, per esempio: ('ke) /'kle/ cl V ('kE) /'klE/ clPe ('pe) /'pKe/ pr
V ('pE) /'pKE/ prs ('fe) /'fe/ fe V ('fE) /'fE/ fPt (v'le) /va'le/ valle V (v'lE) /va'lE/
vallet (p'le) /paK'le/ parler V (p'lE) /paK'lE/ parla (s've) /sa've/ savez V (s'vE)
/sa'vE/ savPt
prevalentemente tramite la scuola e la graa che tale opposizione perdura, essendo utile soprattutto per distinguere certe forme verbali: (&\#p'le, /p-) /ZpaK'le,
Sp-/ je parlP (passato: "parlai&) V (&\#p'lE, /p-) /ZpaK'lE, Sp-/ je parla (imperfetto: "parlavo&) e (\#&pl#'e, /&p-) /ZpaKl'Ke, Sp-/ je parlerP (futuro: "parler&) V
(\#&pl#'E, /&p-) /ZpaKl'KE, Sp-/ je parlera (condizionale: "parlerei&).
Per quanto riguarda -P abbiamo: ('\e) /'Ze/ j'P (ma ('\E) /'ZE/ j'Pe] ('e, 'E) /'ge,
'gE/ gP ('e, 'E) /'ke, 'kE/ quP ('bE -e) /'bE -e/ bP ('mE -e) /'mE -e/ mP ('vE -e)
/'vKE -e/ vrP inoltre, troviamo ('mE) /'mE/ ma (con (m, me) /mE, me/ in protonia), come pure per ('E) /'E/ tu [il e] ('fE) /'fE/ je fa [il fPt] ('sE) /'sE/ je/tu sa
[il sPt] ('vE) /'vE/ je va con (, e f, fe s, se v, ve) /-E, -e/ in protonia: (&il'l,
-e-) /ilE'la, -e/ il e l (m's2 'l:2) {(me-)} /mE'sa, a'lOK,/ {/me-/} ma a, alors!
Vocali nasalizzate
4.1.1.5. Ovviamente, restano le quattro V "nasali& (che pi rigoroso denire
nasalizzate), con le loro 6 realizzazioni (o tassofoni), (', 3) //, ('^, }) /^/, () //,
() //: (&3s't) /sEK't/ incertPn (}'b^) /^'bK^/ un brun (p'd) /p'd/ pen-

148

manuale di pronuncia

dant (m'n) /m'n/ mon nom accentati e in sillaba caudata, abbiamo: ('p:dX)
/'pdK/ pRndre ('^:ba) /'^bl/ humble ('l:p) /'lp/ lampe ('n:bX) /'nbK/ nombre
Un esempio "curioso&: (}'b 'v 'bl) /^'b 'v 'bl/ un bon vin blanc Questi fonemi possono anche esser seguti da N: ('~i) /'ni/ ennui (n'nEtX) /n'nEtK/
non-tre (m'ne) /m'ne/ emmener.
Va osservato che, nei vari dizionari e manuali, s'usano solo quattro simboli (uguali, sia che se ne faccia un impiego fonemico, oppure fonetico): "/, ^, , /&;
di questi, per la pronuncia neutra moderna, solo /^/ pu andare; gli altri rispecchiano una pronuncia vecchia d'oltre un secolo (quando, appunto, nacque l'Associazione Fonetica Internazionale), durata no agli anni '950, come neutro.
Oggi che il neutro cambiato, la si ritrova in varie pronunce regionali, anche
se, come vedremo, "/, ^, , /& possono esser utili come rappresentanti d'una
pronuncia "internazionale&, meno legata a Parigi e al neutro d'origine parigina (
4.2). Certi testi (e alcuni dizionari), per i primi tre, usano addirittura "/e, J, /&.
Nelle trascrizioni del Dizionario di francese (di R. Boch: Zanichelli, 1995), chi
scrive ha messo /, ^, , /, come qui. Nei libri che usano un solo tipo di trascrizione (spesso un ibrido fra fonetico e fonemico), probabilmente, pi conveniente
dare "/, ^, , /&.
La pronuncia neutra moderna mantiene saldamente questi quattro fonemi vocalici nasalizzati, come del resto la maggior parte delle pronunce regionali (anche
se con timbri diversi, pi tradizionali). Invece, per Parigi (col Centro e l'Ovest)
/^/ conuisce in //, perci, l, /'bK/ vale per brin e anche per brun (nel neutro,
rispettivamente, ('b, 'b^)). Ovviamente, anche l'accento "mediatico& perde un
fonema, unicando queste forme, e altre simili. Per tutto ci si veda pi avanti (
4.4.2.1-2 4.5.2.3).
Altre peculiarit delle vocali francesi
4.1.2.1. Per quanto riguarda le V non-accentate, sar bene dare alcune indicazioni cui attenersi, per produrre il risultato pi conveniente. Infatti, le trascrizioni dei dizionari e dei manuali non concordano che parzialmente, perch ci sono
vari fattori in gioco. Per rendere pi semplice l'esposizione, diciamo che indipendentemente dalla graa e dalle trascrizioni dei dizionari ci sono i seguenti
"adeguamenti vocalici&: per /E/ (cio l'arcifonema di /e, E/), si ha (e) /e/, in pretonica non-caudata, se seguta da una V (pi) "chiusa& (: /i, y, u e, , o /}: (e'te)
/e'te/ t (me'z) /me'z/ maon (le'z,) /le'zj/ l ySx (&epe'te) /Kepe'te/ rpter
Si ha, invece, () /E/, in pretonica non-caudata, quando sia seguta da una V (pi)
"aperta& (: /E, , O a , ^, /) e anche in sillaba caudata (indipendentemente dal
contesto): ('tE) /E'tE/ ta ('t) /E't/ tant (l'zm) /lE'zOm/ l homm (&ep'tE)
/KepE'tE/ rpta e (&evn'm) /evEn'm/ vnement (mt's) /mEt's/ mdecin
(p'te) /pEl'te/ pelleter (p'_y) /pEK'dy/ perdu (d'mi) /Ed'mi/ et demi (t'p:)
/tEK'pOK/ t reports (s's) /sE's/ s leons (&lsp'tka) /lEspEk'takl/ l spectacl
(dp'n) /dEp'n/ d pne Per ex- C- (iniziali) c' una forte tendenza ad avere
/e/: ('z:pa, e-) /Eg'zpl, e-/ exemple (&s',e, &e-) /Eska'lje, e-/ caliers

4. francese

149

Gli esempi di sillabe caudate, mostrano (volutamente), nei due casi visti, che il
timbro della V che segue non ha importanza (essendo, qui, proprio l'opposto). Si
ricordi sempre che l'ortograa (non essendo aatto una trascrizione fedele della
struttura fonica) pu giocare brutti scherzi Per -err- si ha /EK/, ma ci pu essere
anche l'adeguamento: (t'iba, te-) /tE'Kibl, te-/ terrible (s'e, se-) /sE'Ke, se-/ serrer
ma (&p'E) /pEKO'kE/ perroquet inoltre, (&Pp#&m, 't:\) /opK'mjE KE'taZ/ au
premier tage (&}l'\ '~i) /^lE'ZE K'ni/ un lger ennui (nonostante (p#'m,e,
le'\e) /pK'mje, le'Ze/ premier lger] Ci sono oscillazioni possibili per -er + V- e per
la graa (verso /e/): (&}le'\e '~i, &Pp#&m,e e't:\) e, per P Z (verso /E/): (pe'zi:, p-) /ple'ziK/ plair
4.1.2.2. D'altra parte, le forme isolate inuiscono spesso su quelle contestualizzate,
pure in sillaba caudata, come in (&\evizi'tl n'vi:, -tel) /Zevizi'tEl na'viK, -tel/ j'P vit le navire anche per -ez\ (&vl'v k'ny) /vula'vEK kO'ny, -eK/ vo l'avez reconnu,
nonch per i monosillabi proclitici in -\ (t'p:, te-) /tEK'pOK, teK-/ t reports
(s's, se-) /sEl's, sel-/ s leons (&lsp'tka, les-) /lEspEk'takl, les-/ l spectacl
(dp'n, dep-) /dEp'n, dep-/ d pne anche (d'mi, ed-) /Ed'mi, ed-/ et demi
Inne, osserviamo che l'eetto dell'adeguamento vocalico, in sillaba non-caudata, pu risalire anche oltre la pretonica, purch non intervengano sillabe con V
di timbri diversi: (&epe'te) /Kepe'te/ rpt (&p't) /KEpE'ta/ rpta (&bee',e) /bege'je/ bgZer (&b'm) /bEgE'm/ bgPement
Anche per // (da non confondere con (`), "zero&), in sillaba non-caudata [fonicamente ovvio; e, sempre, indipendentemente dalle trascrizioni che si trovano in giro), abbiamo () // + V (pi) "chiusa& e (#) // + V (pi) "aperta&: (p#'v:) /pl'vwaK/ plSvoir (p'e) /pl'Ke/ plSrer; mentre per /O/, in sillaba
non-caudata, si ha generalmente () /O/, tranne quando sia seguto immediatamente da /z/, o da sillaba con /o/, o non derivi da /o/ e in -otion\ (&mn'tn) /mOnO'tOn/
monotone (&sl'pEt) /salO'pEt/ salopette (b'se) /bO'se/ bosser ma (\P'zEf) /Zo'zEf/ Jos#e (bP'bP) /bo'bo/ bobo (P'ze) /Ko'ze/ rose (&gPs'te) /gKosjEK'te/ grossiret (&emP's) /emo'sj/ motion
Anche per le grae au (non-accentate), pi spesso c' /O/: (&pi'tl) /Opi'tal/ hpital (':) /O'KOK/ aurore (m'is) /mO'Kis/ Maurice ('v:) /OK'vwaK/ au revoir In aujourd'hui la preposizione articolata tiene bene; invece, la seconda sillaba che cede di pi, anche a causa di /uK/: (&P\'_i, -\-) /oZuK'di, -OK-/; ma si
pu sentire anche (&\-, &\-) "/OZOK-, uZuK-/&.
Per bcoup [b + coup] si ha, ovviamente, (bP'k) /bo'ku/, ma la tendenza
ad avere /O/ talmente forte che, siccome sarebbe abbastanza assurdo un */bO'ku/,
si nisce coll'avere, spessissimo, (b'k) "/bu'ku/&. Anche surtout e au fur et mesure presentano la frequente pronuncia colloquiale (s'tU, P&f#m'zy:), per (sY'tU, P&fyem'zy:) /syK'tu, ofyKeam[]'zyK/.
Pure per /, /, la forma base conta abbastanza: (d'z,Em) /d'zjEm/ dSxime
(b#'e) /b'Ke/ bSrrer In sillaba caudata, troviamo, in entrambi i casi, (#) //, ()
/O/: (s#l'm) /sl'm/ sSlement (ps'te) /pOs'te/ poer
Per /^, /, e per /iK, yK, uK/, s' gi detto sopra ( 4.1.1: si rivedano gli
esempi). In tutti gli altri casi, nella pronuncia neutra moderna, in sillaba non-accentata, si ha (i, y, , ) /i, y, u a , /.

150

manuale di pronuncia

4.1.2.3. Un'altra peculiarit interessante del francese neutro moderno la tendenza alla desonorizzazione, in certi contesti, di /i, y, u/; questa tendenza ancora pi consistente per le C come si vedr sotto.
Quindi, tra C non-sonore, o tra queste e una pausa successiva, pi o meno frequentemente troviamo (i, , U): (&pfi'te) /pKOfi'te/ proter (p&+iy',e) /paKtiky'lje/ particuliers (m'si) /mEK'si/ merci (t'pi) /t'pi/ tant p (p't#) /py'twa/ puto (&kUs'+i) /akus'tik/ acouique (p'tU) /paK'tu/ partout nonch il pittoresco
('i, ', ') /'wi/ ("/'wih/&) oui! ('2 '\Em 5b,1 1 f's#; %z'_2) /'wi, 'ZEm 'bj
fK'swa zaK'di,/ oui, j'Pme bien Franoe Hardy
Davanti a pausa, la desonorizzazione pu avvenire anche dopo C sonora, ma solo parzialmente, (, , ): (m'_) /maK'di/ mardi (&t'_) /t'dy/ entendu (d#'b) /d'bu/ debout Anche tra C non-sonora e una sonora, /i, y, u/, frequentemente, si desonorizzano: (&l#p'+ d[#]) /lpaK'ti d[]/ le Parti de (&+vi'te) /aktivi'te/ activit (&kf'z,) /kfy'zj/ confion (&dek'p:\) /deku'paZ/ dcoupage
Pi raramente, tra C non-sonore e pausa, anche /e, , o/ possono esser desonorizzati: (&k'tE) /Kak'te/ racont (le'd) /le'd/ l dSx (p't) /pal'to/ paletot
Consonanti
4.2.0. La tabella della f 4.2 d le articolazioni consonantiche del francese, che
sono necessarie per una pronuncia adeguata di tale lingua.
Le f 1.9-15 danno, invece, gli orogrammi, raggruppati per modi d'articolazione, di tutti i contoidi dati nei capitoli di questo volume, anche come varianti secondarie, occasionali, o regionali, per le 12 lingue trattate. Quest'esposizione rende pi immediati i necessari confronti fra idiomi diversi.

n
()
m
F pb
t d (T D)

f v
_
s z

(l)
l

(n)

(~)
N
(+ _) ( )
(,)

uvulari

velari

provelo-labiati

pospalato-labiati

palatali

prepalatali

postalveo-prevelo-prolabiati

alveo-velari

alveolari

dentali

labiodentali

bilabiali

f 4.2. Tabella delle consonanti francesi.

{}
kg
(X )

/ \
() /j/
()

()
/K/

4. francese

151

Nasali
4.2.1. In francese ci sono tre fonemi tradizionali: /m, n, N/. bene mantenere
anche l'ultimo, sebbene abbia, ormai, quasi perso la sua fonematicit, conuendo
in /nj/ (come, da tempo, ha fatto /L/, che non c' pi, in francese, conuito in /j/):
(m'm) /ma'm/ maman (n'n) /na'n/ nanan (p'~,e) /pa'nje/ panier ('NP, '~,P) /a'No/ agn (&sN'm -~,#-) /sEN'm/ ensRgnement (m'tN -~,) /m'taN/ montagne Il passaggio a /nj/ pi frequente (e per molti, ormai, normale) davanti a V
Se /N/ sta perdendo piede, c' uno xenofonema (inglese) che si sta facendo posto (e, teoricamente almeno, vstane la distribuzione limitata l'equilibrio del sistema fonologico si potrebbe ristabilire, con la sostituzione tra questi due N] comunque, al momento, la realizzazione di -ing inglese, come in camping oscilla parecchio; la pronuncia considerata pi consigliabile velare, (-i) (all'inglese), o prevelare, (-i) (per assimilazione parziale): (k'pi, -); o anche palatale, (-iN) (soprattutto per anziani); troviamo anche (-ig, -i, -iN) (come resa pi autoctona).
Per /nj, n/ (tautosillabici), abbiamo (~,, ~): (p'~,e) /pa'nje/ panier (y'~,l)
/y'njOl/ une yole ('~i) /'ni/ ennui. (Popolarmente, troviamo che /nj/ e /N/ tendono a confondersi in (N): (m'~,E:) /ma'njEK/ manire diviene (m'NE:, m-), ma
ci non va imitato.)
Normalmente, /n/ non s'assimila a una C eterosillabica seguente (come avviene,
invece, nella maggior parte delle lingue), per cui abbiamo (compreso ((yn$-)), quasi (&yn#-), con stacco piuttosto evidente): (yn'pm) /yn'pOm/ une pomme (yn'b:)
/yn'bk/ une banque (yn'mE:) /yn'mEK/ une mre (&ynp'sn p's:t) /ynpEK'sOn
pa'sjt/ une personne patiente (yn'fi,) /yn'fij/ une lle (&ynv'li:z) /ynva'liz/ une vale (yn'/E:z) /yn'SEz/ une >ae (yn'No:l) /yn'Nol/ une gnle (mn') /man'k/
mannequin (&yn'Es) /ynka'KEs/ une carse (yn'gt) /yn'gut/ une goutte e (&yn+y'lip) /ynty'lip/ une tulipe (yn&_,g'nl) /yndjagO'nal/ une diagonale (&yne'p:s)
/ynKe'ps/ une rponse.
Solo in pronuncia spesso valutata come non-neutra, o quasi, si possono avere
delle coarticolazioni per /n/ davanti a C dorsali: (~) (a punta alta) + (N, , ) e (n)
+ (k, g , ): (y~'No:l, m8', &y8'Es, yn'gt, &yne'p:s).
ccino a C non-sonora, come gi visto in alcuni esempi, le N si desonorizzano,
no all'assordimento completo davanti a pausa: (}p'n) /^p'n/ un pnS ('pis))
/'pKism/ prme
Occlusivi
4.2.2. I fonemi sono tre coppie (difoniche): /p, b t, d k, g/, con importanti
coppie di tassofoni: prepalatale, /t, d/ (+, _), davanti a /i, y j, / (e, meno sistematicamente, anche davanti a /e, /); un'altra, alveolare (meno importante), per /t, d/
(T, D), davanti a /S, Z/ (mentre, davanti a /s, z/, restano dentali); e una palatale o,
meglio, pospalatale, per /k, g/ (, ) (simboli pi adatti sono ((, 8)), ma non proprio necessario usarli), davanti a V anteriori (compresi /a, /), davanti a /j, / e an-

152

manuale di pronuncia

che in ne di sillaba o di ritmia, davanti a pausa. Negli altri casi, l'articolazione


"velare&, (k, g), pu essere anche prevelare, ((, )), ma non ugualmente necessario usare simboli speciali.
Ma vediamo degli esempi: (p'pe) /pu'pe/ poupe (be'be) /be'be/ bb ('tt) /'tut/
toute (d'dn) /du'dun/ doudoune (+y'_i) /ty'di/ tu d ('+) /'tj/ tiens (k'_i:)
/k'diK/ conduire (e'te e'+e) /e'te/ t ('d '_) /'d/ dSx (T'/U) /kaut'Su/ caout>ouc (&D\'+if) /adZEk'tif/ adjectif (&s3m'its) /smO'Kits/ SPnt-Moritz (pid'z)
/pid'za/ pizza (pi'ni) /pik'nik/ pique-nique ('k) /'kOk/ coq (') /ga'ga/ gaga
('l:) /'lg/ langue ('gP) /'gKo/ gros ('gi) /'gKi/ gr ('k) /'klak/ clac! Davanti a
C tautosillabica, restano (k, g) ({pro}velari), come si vede da alcuni di questi esempi.
C' l'assimilazione completa di sonorit, al secondo elemento (se difonico), in
casi come: (&n'dt) /anEk'dOt/ anecdote (&T/P'se) /KEdSo'se/ rez-de->ase (mt's) /mEd's/ mdecin (&ps'ly) /absO'ly/ absolu (&sd'dm) /sEt'dam/ cette dame
('kb d#/'pN) /'kup dS'paN/ coupe de >ampagne (/g'\:) /Sak'ZuK/ >aque
jour (&v'v) /avEk'vu/ avec vo.
In questi casi, un rallentamento della pronuncia pu portare a un'assimilazione
solo parziale: (&n'dt, &/P'se, m's, &s'ly, &s'dm, 'k d#/'pN, &v'v). per questo che, nelle trascrizioni fonemiche, manteniamo i fonemi etimologici, mentre per le V indichiamo senz'altro i timbri eettivi, visto che utilizziamo
simboli pi precisi (nonostante le trascrizioni dei dizionari anche di pronuncia
che, per, non considerano articolazioni intermedie!).
Invece, se il secondo segmento non difonico (compreso /j/), non c' l'assimilazione di sonorit appena considerata: (&v'n) /avEk'nu/ avec no (&v'1i) /avEk'li/ avec lui
Costrittivi
4.2.3.1. Ci sono tre coppie (difoniche), /f, v s, z S, Z/, oltre a due fonemi sonori
isolati, /j, K/ (invece dei pi "legittimi& simboli "/J, /&), che vedremo in sguito.
Osserviamo che /s, z/, di solito, sono articolati con la punta (della lingua) alta, per
cui, volendo evidenziare questo fatto, a ni contrastivi e didattici, si potrebbe ricorrere ai simboli supplementari ((s, z)); ma, la caratteristica maggiore riguarda /S,
Z/, che, generalmente, sono postalveo-prevelo-prolabiati, (/, \) (con un timbro pi
cupo, dovuto all'abbassamento del dorso della lingua fra le due strette articolatorie, postalveolare e prevelare). Esempi: ('fE:) /'fEK/ fPre ('vif) /'vif/ vif ('s) /'s/
cent ('v:z) /'vaz/ ve ('/) /'Sa/ >at ('p:\) /'paZ/ page
L'assimilazione di sonorit (al secondo elemento) riguarda anche le coppie difoniche di costrittivi: (nv'z) /nuf'z/ no faons ('P;s pfy'me) /'Koz paKfy'me/
rose parfume ('v\ 'v,E,) /'vaS 'vjEj/ va>e viRlle (/'sE) /Z'sE/ je sa per, abbiamo
(/f) /Sv/: (/'fl) /S'val/ >eval (/'fe) /aS've/ a>ev Rallentando, anche qui, possiamo
avere (n'z, 'P; pfy'me, 'v? 'v,E,, ?'sE /'l, /'e). D'altra parte, parlando velocemente, abbiamo casi come: (/'p) /Z{n}sE'pa/ je (ne) sa p.
Per /j/, va sbito detto che, pi che un vero costrittivo, un "semi-costrittivo&,

4. francese

153

(,), infatti si colloca a met strada fra l'approssimante, (j), e il costrittivo (sonoro)
vero e proprio, (J) (decisamente pi raro nelle lingue del mondo): (',E:, i',E:) /'jEK,
i'[j]EK/ hier (',e) /ka'je/ cahier ('pe) /'pje/ pied (,P',P) /jo'jo/ yo-yo (&t#',e) /at'lje/ atelier (f'mi,) /fa'mij/ famille (s'lE,) /sO'lEj/ solRl (f#'t) /fj't/ fSilleton
Davanti a pausa, spesso si ha (): (f'mi, s'lE). La fonotassi francese, contrariamente a quella italiana, ha anche /Sj, Zj/: ('/) >ien (e'\,) rgion
Sequenze come //0Ki', 0li'// sono realizzate con (i',), e quindi anche la trascrizione fonemica pi conveniente e pi moderna d /i'j/: (pi',e) prier (pi',:)
priSr (pi',) plia (&sbli',e) sablier Perci, (bi',) indica sia brillant che Briand
ma eventualmente si pu avere (bi') /bKi'/ per Briand in pronuncia controllata. Inoltre, abbiamo: (pe'i, pe',i) /pe'[j]i/ pZs (&be'i, -e',i) /abe'[j]i/ abbZe
4.2.3.2. Per quanto riguarda /K/, la pronuncia neutra ha due tassfoni (con desonorizzazioni, e altre possibilit, che indicheremo): il costrittivo uvulare sonoro,
(), davanti a V accentata, dopo consonante (tauto- o etero-sillabica) e dopo pausa; e l'approssimante uvulare (sonoro), (), davanti a V non-accentata, davanti a
consonante (eterosillabica) e davanti a pausa.
Esempi del costrittivo: ('_,P) /Ka'djo/ radio ('y) /'Ky/ rue (p'i) /pa'Ki/ Par
('tE) /'tKE/ trs (&pevi'z,) /pKevi'zj/ prvions (&pli'n:\) /pElKi'naZ/ plerinage
('tX) /'katK/ quatre ('sfX) /'sufK/ soufre (#'p:dX) /K'pKdK/ reprendre gli esempi mostrano le desonorizzazioni tipiche e anche l'assordimento completo, in
(X), tra C (pure sonora) e pausa. Rallentando, o precisando la pronuncia, tra C sonora e pausa, si pu avere anche (): ('li:vX, -v) /'livK/ livre Esempi dell'approssimante: (&i've) /aKi've/ arriver (&l'_,P) /laKa'djo/ la radio (p'+i:) /paK'tiK/
partir ('v:) /OK'vwaK/ au revoir
Va, sbito, aggiunto che una variante frequente di () il vibrante uvulare sonoro, (K) (e questo pu spiegare perch usiamo /K/, che, genericamente, indica il punto d'articolazione uvulare, per aiutare a evitare realizzazioni straniere): ('Ky, p'Ki,
'tE, &pevi'z,, &plKi'n:\, 't', K#'p:d', 'li:v', -K); ci frequente dopo C tautosillabica, soprattutto /p, t, k/, ('k:) /'kKwaK/ croire mentre dopo /b, d, g/ si
ha anche il vibrato uvulare (sonoro): ('b^ 'br- 'bK-) /'bK^/ brun (d'pP dr- dK-)
/dKa'po/ drap ('g 'gr- 'gK-) /'gK/ grand Per enfasi, (, K) possono sostituire
anche (): ('fE: - -K) /'fEK/ fPre A volte, si pu avere anche il vibrante, o vibrato, costrittivo uvulare, (, ) (e il non-sonoro ()), specie dopo /p, t, k/: ('g, 'g,
'tE, 't). D'altra parte, si pu trovare anche un semi-costrittivo velare sonoro
(col costrittivo velare non-sonoro, nel contesto di desonorizzazione): ('gy, 't@E,
'tx).
Approssimanti
4.2.4. A parte il tassofono () di /K/ (appena trattato, coi costrittivi), abbiamo
due fonemi approssimanti centrali, () // (pospalato-labiato) e () /w/ (provelo-labiato, per il quale si potrebbe usare, abbastanza tranquillamente, il simbolo (w)
del velo-labiato, come in altre variet di pronuncia, trattate alla ne del capitolo;

154

manuale di pronuncia

ma si perderebbe l'occasione di mostrare una sfumatura non trascurabile): ('si)


/'si/ su ('~i) /'ni/ nuit ('i) /'li/ lui ('li) /'lwi/ Lou ('m) /'mwa/ mo
('p#) /'pwa/ po ('s#:) /'swaK/ soir Gli esempi mostrano pure assimilazioni di
sonorit (e di punto d'articolazione), oltre al fatto importante che // e /w/ sono
due fonemi diversi, anche da /j/. Nel caso di /lw/, si pu avere, per assimilazione,
(]), con /l/ realizzato come semi-velare. Le sequenze di /0K, 0l/ + /y, u/ restano
tali, senza l'inserimento d'approssimanti (contrariamente a quanto avviene per
//'i, i'//, che normalmente passano a /'ji, i'j/, 4.2.3): (&psty'e) obruer (gly') gluant (k'e) cloue (t') trouant
Laterali
4.2.5. C' un solo fonema laterale (oggi, 4.2.1), (l) /l/, che s'assimila per la
sonorit (e, davanti a /j/, per il punto d'articolazione): ('lyn) /'lyn/ lune ('p#l)
/'pwal/ poil ('le) /a'le/ aller ('bl) /'bl/ blS ('ke) /'kle/ clef ('fy) /'fly/ ux ('p) /al'p/ alpin ('z:pa) /Eg'zpl/ exemple (':ka) /'kl/ oncle (':ga) /'gl/ ongle
('sfa) /'sufl/ soue Rallentando o precisando la pronuncia, tra C sonora e pausa,
si pu avere anche (l): (':ga -l). A volte, si pu sentire qualcosa a met strada,
con (): ('k, ':g). In /lj, l/ si ha l'articolazione prepalatale: (s',e) /su'lje/ soulier (',) /'lj/ liS ('i) /'li/ lui. Spesso, in pronuncia non-neutra, /lj/ e /j/ tendono a confondersi in /j/: (mi', mi',) million (mi', mi',) miliS per cui
(s',e) soulier e (&fyzi',e) filier possono corrispondere a (s',e) souiller (&fyzi',e)
filler
Strutture
4.3.0. Fra i segmenti, i problemi maggiori sono dati dal fonema vocalico non-accentato, gracamente reso con e (tranne in qualche caso eccezionale, come
monsiSr faons); mentre, al livello della fona o del parlato connesso tipico
il fenomeno della liaon ( 4.3.3.1-3).
Il fonema // (instabile)
4.3.1.1. Nella pronuncia neutra moderna, // s'articola come // non-accentato: (#) (f 4.1). Ci sono vari termini, pi o meno impropri, per indicarlo, come:
"schwa, e caduc, e muet&. Il suo uso e la sua distribuzione costituiscono una delle
caratteristiche principali del sistema fonologico del francese, anche se il suo status
fonemico pu esser discutibile. Il pi delle volte, sembra che // (#) sia introdotto, nella pronuncia, per evitare lunghe sequenze di C dicili da pronunciare; perci, da una trascrizione fonemica come //msj, dd, at'lje//, , si potrebbero ottenere gli eettivi: (m#'s, d#'d, &t#',e) monsiSr dedans atelier come forme isolate; nella catena parlata, poi, le forme pi normali sono, per esempio: (}'s)

4. francese

155

/^m'sj/ un monsiSr (ld'd) /lad'd/ l dedans mentre atelier resta invariato.


Oppure, si potrebbe partire da una forma "piena&, o "isolata&, che conserva tutte queste inabili (che la pi comune nella lettura tradizionale dei versi e, pi
spinta ancora, nelle parlate del Sud della Francia, il Midi] dalla quale si farebbero cadere tutte le // possibili, senza complicare la pronuncia con gruppi dicili
o impossibili: //bOn'tKi// bonnetrie //ZtlK'di// je te le red per i normali
(bn'ti, &/t#l#'_i &\#t#'_i). Generalmente, si conservano, nelle trascrizioni fonemiche dei dizionari, gli // che non cadono nella pronuncia delle forme isolate,
tralasciando gli altri; perci, ora vedremo quando possono cadere anche quelli normalmente segnati.
4.3.1.2. Praticamente, la caduta d'uno o pi // pu avvenire se i gruppi consonantici, che vengono in contatto, possono ricorrere gi all'interno di parola, per
esempio: /lst, ksj, kskl, kspK, ksplw, Kkw, Ks, KstK, Kmn/, , come in: (ss'tis)
/sOls'tis/ solice (&z's) /Egzak'sj/ exaction (&ksk'me) /Ekskla'me/ exclamer
(&kspi'me) /EkspKi'me/ exprimer (ks'p) /Eks'plwa/ exploit (p'k#) /puK'kwa/ pourquoi (p'sit) /puK'sit/ poursuite (&syps't) /sypEKs'tKa/ superrat
(&ipmne'zi) /ipEKmne'zi/ hypermnsie.
Generalmente, si pu aumentare il numero dei C in contatto, se la caduta di
// comporta l'aggiunta prima o dopo di costrittivi, approssimanti, laterali e
nasali (ma anche d'occlusivi): (is'sE;t 's &is#'s-) qui se sert de a? (\#n&l#_i'p,
\&n#l#-) je ne le red p (&ynp+it'fi,) une petite lle (&+yns'p) tu ne ser p ([&i],&bPkd'm:d) il y a bcoup de monde (&np'lE #t's) on ne parlPt que de a
(&s#&\#s'vE, z&\#-) e-ce que je le sava? (\m'fi/) je m'en >e!
Inoltre: (/&k'b,) je cro bien (s&np'sy:) ce n'e p sr (s&i[]t#'fP, sit'fP)
ce qu'il te faut (s&t3'l) ce trPn l (/&sik'td l'v:) je su content de la voir [de
l'avoir] (/t#ld'm:d, /&t#ld#'m-) je te le demande (&s\#n&t#ldv'p, -d#v-, s/&t#l)
c'e que je ne te le deva p (lve'v, &l#-) levez-vo! (m&nem'l, m#&ne-) menez-moi l! (\'_i kem'+iv dl'fn sp'b, -+if) je d que l motifs de l'enfant ne sont
p bons (&sYl#'b, syl-) sur le banc (si&\#nt#l_i'p, &si/t#l-) si je ne te le d p
(il&m#ldmt'p, in&m-, &inm#l&d#-) il ne me le demande p.
All'interno di parola, troviamo: (bn'ti) bonneterie (s'l) cserole (m'ne)
amener ('pe) appeler (\'e) jouerP (pn'm) plRnement ma: (&gl#'tE:) Angleterre (&mk#'_i) mercredi (&pl#'m) parlement (&ft#'m) fortement (&p#'m) amplement Per parle-m'en, si ha pi spesso (pl'm), che si pu sentire
pure per parlement in discorso veloce, o no.
4.3.1.3. Per gl'italiani importante tener presente la dierenza che c' col francese, per sequenze di /0/ + /m, n, K, l/ + /j/, che sarebbero troppo pesanti, per cui c'
un // stabile: (&sm#',e) sommelier (&ns#'m,) no semions (&st#'~,e) centenier
(&vt#'~,e) vo teniez (&ns#',) no serions (&v/t#',e) vo >anteriez (&i/#',) Ri>eliS (&nzp#',) no appelions ma (s'pe) cse-pieds (st'pEs) cette
pice (bn'+e) bonnetier (/'+e) >arretier (p'+e) pelletier Lo stesso avviene per
/, w/: (/e&s#i'si) >ez celui-ci (}&bd#'l) un bout de loi anche se non raro sentire: (&/esi'si) >ez celui-ci (&}b'dl), (&l#\'dl) le jS de l'oie e simili.

156

manuale di pronuncia

Generalmente, non c' caduta di // nella prima sillaba di nomi propri: ('li #'nP) /'lwi K'no/ Lou Renault (&#'n:) /aK'naK/ Renard nemmeno per de\
(&d#l'i:v) /dla'Kiv/ De la Rive (m#&sd#'gP:l) /msjd'gol/ M. De Gaulle ma,
se possibile semplicare, spesso lo si fa, anche alla radio e televisione, pure se un
po' stigmatizzato, come in: de De Gaulle che quasi sempre (d#d'gP:l). Di solito, i
cognomi, resistono meglio dei nomi, infatti, Renaud e Den, spesso, nei contesti adeguati, sono: ('nP, d'ni).
Per, regolarmente, si ha: (}'n:) /^K'naK/ un renard (sn'l2 &v,d'gP:l)
{(s#n-)} /sn'la, vjd'gol/ ce nom-l vient de "Gaule& (\&nepd'gP:l) /Znepad'gol/
je n'P p de gaul (in senso proprio o gurato), (P&bdl'i:v) /obOKdla'Kiv/ au
bord de la rive ma: (i/'lE) /KiS'lE/ Ri>elet (ovviamente, il caso di (&i/#',) /KiS'lj/ Ri>eliS diverso). Lo stesso avviene davanti a /*/ (: V iniziale "disgiuntiva&, rappresentata, di solito, dalla cosiddetta h "aspirata& e dai nomi dei numeri):
(l#e'P) /le'Ko/ le hro (l#':z) /l'z/ le onze
Tassofonica
4.3.2.1. Nella frase, il comportamento di //, per il suo mantenimento o inserimento o caduta, ha delle peculiarit, rispetto alla posizione interna di parola. Senz'altro, in questi casi, la pronuncia subisce anche l'inusso della graa, con le sue
e interne; mentre quelle nali di parola, che di solito non si pronunciano, nelle
forme isolate, possono spingere a (credere di doverne) preferire la caduta anche nei
sintagmi, nei composti e nelle frasi comuni.
In certe parole, // non cade, anche se il risultato della caduta darebbe un gruppo consonantico piuttosto semplice: (&np#'z) no pons ma (nv'z) no
faons (&l#'El) la querelle ma (&}p't) un peloton (&def#'mEl) d femell ma
(lf'nEtX) l fentr Inoltre, a causa dell'h disgiuntiva, (&ynsy'+y:) une sculpture
ma (&yn#':t) une honte (&stsp'd:) cette splendSr ma (&st#'_,Es) cette hardise (si pu avere anche (&st-'_,Es)).
Ci sono anche casi come (d'bEs 'i:z) d bell cer (&d#n#v'ni; #'s#:)
de ne revenir que le soir d'altra parte, la graa senza -e porta a ritenere superiori
pronunce come: ('p d'p:s, 'p) Parc d Princ (' d#ti',:f, ') arc de
triom#e (&z'bl) ours blanc ('fil pl'nE) lm polona (+i'/D '\P:n) T-shirt
jaune invece delle pi naturali ('p# d'p:s, '# &d#ti',:f, 's# 'bl, 'film#
&pl'nE, +i'/T# '\P:n), spesso considerate, quindi, meno buone, a causa della graa, mentre, soprattutto ('s# 'bl), per motivi anche ritmici, pi che legittimo;
('#t ti',:f) (con -C Ce (0#0)) viene, a volte, addirittura stigmatizzato, come
popolare o incolto. Normalmente, casi come i seguenti si hanno in pronuncia lenta e attenta; altrimenti, in pronuncia veloce, prevale la caduta: ('pst s't:t, -t#
-) /'pOst KEs'tt/ poe reante ('p i'+im, -p# m-) /'alp maKi'tim/ Alp Maritim ('/l d#'gP:l, -l# d#-) /'SaKl d'gol/ arl de Gaulle
Si considerino, inoltre, esempi (dovuti a motivi ritmici) come: (&pttP,
-t#m-) /pOKt[]m'to/ porte-mant (&ptke',, -t#k-) /pOKt[]kKe'j/ porte-crZon con /[]/, ma (&pt#'pym) /pOKt'plym/ porte-plume e, quindi, anche

4. francese

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(&t#'d:) /kaKt'dOK/ carte d'or e non certo *(kaR'dO:r) (anche) della pubblicit italiana, per Carte d'Or (che sarebbe, in francese, car d'or (&'d:)}; per, si
pu dire anche (&d'd:).
Sono in aumento i casi in cui, davanti a pausa, si pronuncia un // non etimologico, non presente nella graa, soprattutto dopo C sonore, in particolare le sonanti: (P'tEl, -l#, -) /o'tEl, O-/ htel (s'vi:, -#) /sEK'viK/ servir (b'\:, -#) /b'ZuK/
bonjour!
4.3.2.2. Quando, nella catena parlata, una parola che nisce con /0K, 0l/ e
seguta, a sua volta, da un'altra che comincia con /0/, in pronuncia lenta e sorvegliata, s'inserisce //; ma, normalmente, si fa cadere anche /K, l/: ('t 'fm 't#)
/'katK 'fam/ quatre femm (&ynPt'f# y&nPt#-) /ynotK'fwa/ une autre fo (&mddP'tEl 'mEt# d-) /mEtKdo'tEl/ matre d'htel (l#'pP;v b'nm, 'p- l#'pP;v#) /l'povK bO'nOm/ le pauvre bonhomme (i's;p #'n &ilm#'s;bl#) /ilm'sbl k'n/
il me semble que non (&3p'sib d#'fE: -ibl#) /pO'sibl dl'fEK/ impossible de le fPre
('pb _it'li l#'pp#) /l'ppl dita'li/ le pSple d'Italie
In casi come /vOtKp'n/ votre pnS oltre a un lento e sorvegliato (&vt#p'n),
abbiamo anche (vp'n, -t'n, vtp'n), e (&vtp#'n), ritenuto piuttosto popolare, per la solita dierenza con la graa. Decisamente popolare (e intenzionalmente scherzoso) (&s#'pE, -e) per (ks'pE) exprs mentre (s'pE, -e) piuttosto colloquiale veloce.
S' visto (al paragrafo precedente) che, all'interno di parola, dobbiamo avere
/0j/ (// indica sonanti: /m, n, K, l/), per ci non valido nella frase: (sl'm,)
c'e le mien (&i[]fPl'~,e, fP-) il faut le nier (&i[l]z'+En ',) ils en tiennent liS (in'vl ',, &iln#-) ils ne valent rien
Per, si pu senz'altro avere anche: (&d#n#', 'fE:) de ne rien fPre (&\#nd#'m;d# ',) je ne demande rien e pure: (&sl#'m,), (&i[]fPl#'~,e, fP-), (&i[l]z'+En# ',),
(in'vl# ',, &iln#-). Si considerino anche: (&bnpt#'m '/P) bon appartement
>aud (&bn'pt '/P, -t#) Bonaparte man>ot In assenza d'ambiguit contestuale, si pu benissimo avere bon appartement >aud (&bnpt'm '/P).
4.3.2.3. Per sequenze di monosillabi con // [le je me te se ce de ne] ci sono spesso delle chiare preferenze generali, ma non assolute, come: (\#n \n#) je ne
(\#m, \m#) je me (\#l, \l#) je le (d#l) de le (d#n) de ne (d#m) de me (d#t) de te
(d#s) de se (d#s, ts#) de ce (#l) que le (#n) que ne (#m) que me (#s) que se/ce
(#t) que te (s#) ce que\ (&d#n#v'ni; #'s#:) de ne revenir que le soir (&m\#n&s#d'_i:) moi je ne sa que te dire (&\#ns',t s#ty'k) je ne sa rien de ce
truc l
Per /Z/ in je me le demande troviamo (&\#ml#d'm:d) e (\&m#ld#'m:d) quest'ultimo, a volte, valutato come meno consigliabile; ugualmente per le seconde forme in: (\l#'v, \#l'v) je le vSx (\#'+, \m#-) je me tiens (/&tv'_id v#'ni;, -'_i
d#v'ni:) je t'ava dit de venir (la graa inuisce sulla "scelta& di mantenere preferibilmente // interni di parola).
Pure "popolari& sono, perci, le seconde forme in: (/'k #/'k) je cro
(\m'fU &#\-) je m'en fo (l'mE d#l'y, l'mE #dl'y) l mecs de la rue (&dek-

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manuale di pronuncia

'vi; l#'m:d, &dek'vi; #l'm:d) dcouvrir le monde ('pd l#me'tP, 'p d[]#l-)
prendre le mtro (i'mEt #'pi, i'mEt []#'pi) y mettre le prix (se c' rischio d'ambiguit con ils mettent le prix (i'mEt #'pi), l'/K/ non cade), (i[]'/E/ s#i[l]'v, i[]'/E/#s i[l]'v) il >er>e ce qu'il vSt in realt, spesso le seconde forme sono pi "naturali&, ma ahim diverse dalla graa!
Nel caso di forme come (&b'm) aboiement (\n't#) je nettoie (i[l]'v) ils
voient (/pe'e) je pZerP [pPerP] (i[]'s#) qu'ils soient (&#+y'E, #'+E, #'tE) que
tu P sono senz'altro "popolari& forme come: (&b,'m, \n't#,, i[l]'v,,
/p,'e, i[]'s#,) e (&#+y'E,, #'+E,, #'tE,).
4.3.2.4. In alcuni casi, in francese, si hanno C geminate all'interno di parole derivate: (&tzm'm) troimement (nt'te) nettet (&ek', &-) clPrera ( (&ek', &-) clPra] nel futuro e condizionale di courir mourir qurir (e pressati,
ma non altri verbi con -rr-): (/k'E) je courra ( l'imperfetto (/k'E) je coura
e anche (/p'E) je pourra] inoltre, in casi come: (ld'd) l-dedans ( (l'd) la
dent], (+ym'm) tu me mens ( (+y'm) tu mens (&+ynm'p) tu ne mens p], (&ll'_i) elle l'a dit ( (&l'_i) elle a dit] ovviamente, anche: (&p#+it'tba) petite table
(&p#+it'blP) petit tabl Inne, abbiamo la geminazione (o l'allungamento) per
enfasi: (1sppfE3 3, 1sp:-) c'e parfPt!
La geminazione possibile, se si vuole mantenere la distinzione, nel caso dell'imperfetto indicativo e del presente congiuntivo, rispetto al presente indicativo: (&nk,',) no croyions (&vk,',e) vo croyiez ( (&nk',) no croyons (&vk',e) vo croyez] per evitare l'ambiguit in casi come: (&lssi'i) l'Assyrie (&lsi'i) la Syrie per insistere s'un presso (specie negativo): (&illi'ziba) illible La troviamo perno dove non ce n' bisogno, per delle geminate grache, in parole libresche (ma la pronuncia spontanea e non articiosa evita accuratamente tale geminazione): (vi'l, -l'l) villa (g'mE:, -m'm-) grammPre (&_i's, &d_i-) addition (i'lystX, il'l-) illure ugualmente indebita, ma di livello popolare, la geminazione del pronome l' (che la pronuncia neutra, ovviamente, evita) in casi come:
(&\#lle'vy, &+yll'_i, nl&lv's), per: (\le'vy) je l'P vu (&+yl'_i) tu l' dit (n&lv's)
no l'avons su
4.3.2.5. Il francese ha sequenze consonantiche con punti d'articolazione diversi,
che presentano problemi non indierenti per gl'italiani; qui utile l'esempio appena visto di (&_i's, &d_i-) addition oltre a (&n'dt) anecdote (&+ivi'te) activit
(/'k) je cro e tanti esempi precedenti e seguenti.
Un fatto notevole e tipico l'assimilazione degli occlusivi sonori, tra V (orale o
nasalizzata) e C che diventano N (tranne che in pronuncia molto sorvegliata, troppo succube della graa): (}n&mii'lP) /^dmiki'lo/ un demi kilo (n'm) /ad'm/
demPn (tn'mEm) /tud'mEm/ tout de mme (&t3nm'\e) /tKdm'ZE/ en trPn
de manger (yn'g;n me'z) /yn'gKd me'z/ une grande maon (ln'm) /ld'm/
lendemPn (d'g;n 'dm) /dE'gKd 'dam/ d grand dam (l'/;m d'mi)
/la'Sb[K] da'mi/ la >ambre d'am (k'm,) /k'bj/ combien (&int;'p, &it-,
il&n#-) /ilntb'pa/ il ne tombe p (l'l; m'dEn) /lE'lg mO'dEKn/ l langu
modern (yn'l; 'E:) /yn'lg 'gEK/ une longue guerre

4. francese

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Per gli occlusivi non-sonori, abbiamo ugualmente l'assimilazione di modo d'articolazione, mentre possiamo avere sonorit, desonorizzazione, o non-sonorit, per
il tipo di fonazione (sempre oltre a una possibilit pi lenta o sorvegliata, corrispondente alla trascrizione fonemica): (&}+i'k, &})-) /^pti'ku/ un petit coup
(m3n'n, -n'n, -'n, m3'n) /mt'n/ mPntenant (v3n'd, -n'd, -'d) /vt'd/
vingt-dSx ('b;~ pe&ife'i, -) p-) /'bk peKife'Kik/ banque pri#rique (\#n&m#tm'p, -'p, -)'p) /ZnmtKp'pa/ je ne me trompe p
Inne, quest'assimilazione pu avvenire anche davanti a V\ (p'n) /p'd/ pendant (tl&mn'l) /tulmdE'la/ tout le monde e l come pure davanti a pausa:
(tl'mn) /tul'md/ tout le monde (m'l:) /ma'lg/ ma langue La si pu trovare
anche tra V non-nasalizzata e N\ (&mnm'zEl) /madmwa'zEl/ mademoelle
(&mnm'zEl) /mEdmwa'zEl/ mdemoell (&#nm'de) /Kdm'de/ redemander
(&nmi'e) /admi'Ke/ admirer (&_,Nns'+i, -n-) /djagnOs'tik/ diagnoic (&\m'm) /Zb'm/ enjambement e -ment avverbiale: (fn'm) /fKwad'm/ froidement (v'm) /vag'm/ vaguement (&kpn'm, -n'm, -'m) /kplEt'm/ compltement
Si notino anche casi come (li'Em p'/, -mp p-) /lwi'kEnd pKO'S/ le week-end pro>Pn
4.3.2.6. Nel parlare corrente, familiare, ci sono determinate riduzioni (anche
accentuali), che semplicano l'enunciazione, senza compromettere la comunicazione; invece, rallentando l'enunciazione, la pronuncia pu corrispondere alla trascrizione fonemica: (s'tm) /sE'tOm/ cet homme (st#'fm) /sEt'fam/ cette femme (s't:) /asE'tK/ cette hSre (st'_i:) /sEta'diK/ c'e--dire ({m}p&tt, -tX) /{mE}p'tEtK/ [ma] pSt-tre (&:) /a'vwaK/ avoir ('l, v'l) /vwa'la/ voil (vlPT'/P:z,
&l-) /vwalaotK'Soz/ voil autre >ose (&s, )'s-, p's-) /m'sj/ monsiSr (&kte'm) /ekute'mwa/ coutez-moi (syz'm) /Ekskyze'mwa/ excez-moi (s&pE)
/silvu'plE/ s'il vo plat
In protonia, /swa'st/ soixante si riduce, correntemente, a ('s#;t), specie nei composti: (s#t'sis, &s#d_iz'nf, -n_-) 66 79
Inoltre: (ps'#, &ps#, &ps, &s, s#, s, sk) /paKs[]k/ parce que (&s#, s#)
/Esk, sk/ e-ce que {(p'k#s #&+y_i's) pourquoi e-ce que tu d a?] (si'si)
/sli'si/ celui-ci (&pi) /'pi/ pu (&pis#, -s, -sk) /'pisk/ puque ([]'b) "/[E]'b/&
[eh] bien (meglio sarebbe: bin bi'n] ('p) /'ply/ pl (eventualmente: p'] (m&f)
/mE'f/ ma enn [m'enn] (m&l;) /mEa'lOK/ ma alors [m'alors] (&b) "/'b/&
bon! (meglio sarebbe: ban!] (&n) "/'n/& non! (meglio: nan!] (', -E, -e, -) /*'wE,
-e/ oua! (&k;) /'kOK/ encore (st#&m, /t#-) /Zyst'm/ juement
Altri esempi: (dm&~,E;, t-) /dtutma'njEK/ de toute manire (tf&s) /dtutfa's/ de toute faon (&k#) /puK'kwa/ pourquoi (+yl&m) /natyKEl'm/ naturellement (s&) /sl'm/ sSlement (D&\:) /tu'ZuK/ toujours (s&p, &p) /nEs'pa/ n'e-ce p? (D&\) /de'Za/ dj (D\'ne) /deZ'ne/ djSner (s&pi's, s&p-) /Eksplika'sj/ explication (\'s) /ZEs'tj/ geion (&t) /'katK/ quatre ('f#) /kElk'fwa/
quelquefo ('/P:z) /kElk'Soz/ quelque >ose (t'kU) /tuta'ku/ tout coup (t'l:) /tuta'lK/ tout l'hSre (tP'py[s]) /tuto'ply[s]/ tout au pl ('v) /avEk'vu/ avec vo

160

manuale di pronuncia

E ancora: (/i'l, /si-, //i-) /Zsi'la/ je su l (\ie'_i \,e-) /Zlie'di/ je lui P


dit (&te'z) /tyaKe'z, ta-/ tu raon (t'f, te-) /tyE'fu, tE-/ tu fou (t&s) /ty'sE/ tu sa (&+yv'_i, &+-, &t-) /tyavE'di, ta-, ta-/ tu ava dit (l'b,) /ilE'bj/ il e
bien (v&zve'vy) /vuzave'vy/ vo avez vu (v*&ze'te) /vuvuzaKe'te/ vo vo arrtez? (n&zn'l) /nunuzna'l/ no no en allons (&is'b) /ils'b/ ils sont bons
(&iz'pi) /ilz'pKi/ ils ont pr (,) /ilja, ja/ il y a (&,n'vE) /ilina'vE, ilj-, j-/ il y en
avPt (popolarmente anche (&,n'vE)). Nel parlato non lento, y si ni tu ou, o
davanti a V spesso e normalmente, hanno le varianti consonantiche (non raramente condannate dalla scuola, solo a causa della graa mascheratrice): (sil'v, s-)
/siEl'v, sjE-/ si elle vSt (ni'n, ~,-) /nia'nu, nja-/ ni no (',, -) /ua'lj,
wa-/ ou Lyon ('tEl, -) /uE'tEl, wE-/ o-e-elle? (i[]&fPi'le, -P,-, -P+-) /ilfoia'le,
-oja-, -ot-/ il faut y aller
Nel parlato rapido, tra V nasalizzate, le C continue si possono nasalizzare un po',
ma non il caso di trascrivere questo fenomeno, che quasi impercepibile: (&m\'b) /mZ'b/ mon jambon ('v) /'v/ en vPn; lo stesso avviene per le V orali
precedute e segute da N: (n'nEt) /nO'nEt/ nonnette (y&nnimi'te) /ynanimi'te/ unanimit D'altra parte, in altre lingue, come l'italiano, la nasalizzazione di V tra
N pi evidente, ma ugualmente non il caso di segnarla, trattandosi d'un
fatto automatico.
Si pu aver un semi-laterale alveolare, /l/ (), per i grammemi (articoli o pronomi)
le la les lui (non-nale) preceduti dai grammemi par pour sur vers: (&plf'nEtX,
-- &pi'_i:, -i- &sYl'tba, -- &vl#'s:, -#-) /paKlef'nEtK, puKli'diK,
syKla'tabl, vEKl'swaK/ par les fentres pour lui dire sur la table vers le soir
La "liaison&
4.3.3.1. Per l'importante fenomeno della liaon bisogna dire che riguarda, in
misura diversa, tutti i tipi di pronuncia: da un minimo di legamenti della parlata
familiare, a un massimo che ritroviamo nella lettura dei versi classici (lingua decisamente pi elaborata). Nel mezzo, grosso modo, troviamo la conversazione corrente
(la lingua vera).
La liaon avviene solo all'interno delle ritme, tra parole legate dal punto di vista morfosintattico e semantico. Alcune sono obbligatorie, altre impossibili, altre
ancora facoltative, dipendendo dallo stile di dizione e dalle scelte del parlante.
Le legature pi normali e frequenti sono con /z/ [s x z] /t/ [t d] /n/ [n]\ (&lez'mi) l am ( m t s d c] (&d'z:) dSx hSr (&+il'le) e-il all? (&}g'tm) un grand homme (&pet'tE:) pied--terre (&ne'te) en t (&mn'mi) mon
ami ( ton son un tempo era neutro (&mn-), oggi non lo pi, pur essendo una
pronuncia ancora molto diusa), (&n't) on attend (&}nP'tEl) un htel ( aucun
htel] (&,3n'fE:) rien fPre (&b,3n'se) bien sez
Altre forme con V nasalizzate non legano, tranne bon e gli aggettivi come plRn
vPn ancien certPn pro>Pn soudPn vilPn (ma perdono la nasalit): (&bn'mi) bon ami (&p'nE:) en plRn Pr (l#&m,'n:\) le Moyen-ge
Non c' mai liaon dopo et n davanti ai nomi dei numeri e all'h "disgiuntivo&

4. francese

161

(o "aspirato&, perch pronunciato secoli fa!) e, generalmente, davanti a w y\ (e'l:) et alors (ie'El) lui et elle (&is':z) ils sont onze (l#'^) le un (l#'it) le huit
(dee'P) d hros ('P) en haut (&}is'i) un whky (}',P:t, }',t, }',) un ya>t
anche: (}'i) un oui
Sono obbligatrie, anche nella conversazione corrente, le legature tra un sostantivo e i "determinanti& che lo precedono: (le'zm) l homm (&sez'zP) c
ox (te'z,) t ySx (le&zPt#'zm, &lezPd'zm) l autr homm (&l#z'mi)
lSrs ami (&dz'mi) dSx am (&deg'zm) d grands homm (}&gt'mi) un
grand ami
Si legano i pronomi soggetto e i verbi: (&nz'v) no avons (&vz'le) vo allez (il'zEm, i'zEm) ils Pment ( (i'lEm) il Pme] (&n'vE) on avPt (\&nep'le) j'en
P parl (&+ilv#'ny, &+iv'ny) e-il venu? (&+il'vy, &+i'vy) ont-ils vu? (p't) pSt-on?
4.3.3.2. bene ricordare il caso in cui la pronuncia inuisce sulla graa, come
per quasi tutti gl'imperativi, isolatamente senza -s, ma con /z/ per i pronomi y e en:
v-y (v'zi), pens-y (&ps#'zi), mang-en (&m\#'z)
Accanto a forme come va-t'en!, poi (con t' forma elisa del pronome te] troviamo
delle t analogiche "eufoniche& nelle domande con inversione del soggetto: e-il?
ma Pme-t-on? viendra-t-elle? convPnc-t-il?
Ugualmente, si legano gli avverbi trs tout bien con gli aggettivi (o avverbi) da
questi modicati: (&tzy'+il) trs utile (&tt'+e) tout entier (b,3&nt'+if) bien attentif
Invece, p pl moins trop fort sez jama possono legare o no; ma, nella
conversazione normale, di solito, non legano: (&p[z]'k:) p encore (&tPett', t&pe-) trop troitement Ovviamente, nelle formule sse, legano; per esempio, pl come in (&pyz'm) pl ou moins che sempre cos.
Si legano, alle forme che le seguono, le preposizioni o congiunzioni (monosillabiche): (&ni'vE:) en hiver (&dz}'m) dans un mo (s'zEl) sans elle (/e'z)
>ez Sx (/e&z}n'mi) >ez un ami (k&+ilv'ny) quand il e venu (per, la legatura solo possibile coll'avv. interr., come in (k&[t]silv'ny) quand e-ce qu'il e venu? e non avviene aatto in ('k +ilv#'ny, +iv'ny) quand e-il venu? per evitare
/tt/). Se le preposizioni e le congiunzioni sono polisillabiche, la liaon , ugualmente, solo possibile: (&p&v/'te, &pz&v/'te) aprs avoir >ant (d#&vynme'z, -+y-) devant une maon Legano anche dont en\ (l#/'fl d+i&lp'le)
le >eval dont il a parl e hanno una "pr-liaison& en y\ (&p#n'z) prenons-en
(&nzi'sm) no y somm
Con gli ausiliari e i semiausiliari, la liaon sempre pi rara nella conversazione
corrente, anche se possibile. La si fa quasi sempre tra e (e spesso sont ont] e aggettivo o participio passato seguente, specie con all\ (s&t3p'siba) c'e impossible (i[]&st'le) ils sont alls (&i[l]l'+) ils l'ont S (e ils l'ont tu). Ci sono, poi, dell'espressioni
sse in cui ci vuole la legatura: (le&/zeli'ze) l amps-lys (&leze&tzy'ni) l tats-Un (&viz'vi) v--v (d#&tz't) de temps en temps
4.3.3.3. Al livello popolare la liaon ha dei comportamenti particolari, in quanto meno frequente, ma con estensioni analogiche non-neutre; inoltre, perlopi

162

manuale di pronuncia

marca del plurale. Quindi, legano i monosillabi in /z/: (le'z,) l ySx (tanto che
ySx "normalmente& ('z,), anche isolato), (&iz'i:v) ils arrivent dei verbi ausiliari monosillabici non legano ont sont mentre su e e lo fanno facoltativamente:
(&iz'y) ils ont S ([]&s'le) ell sont all (i&li've, -t-) il e arriv (/ie'te,
-ize-) je su t (di livello popolare, per j'P t ma (/i&by'+i) je su abruti] lega
l'aggettivo e il nome: (&bz'mi) bons am ma pu non legare sans\ (s'v:, &sz-) sans avoir legano tout e on mon ton son\ (&tt'b,) tout e bien ('n) on a
(&mn'mi) mon ami
Ci sono, poi, i casi indebiti analogici, come: *(&pza'p) /pa'p/ pS pS *(i&vte'v,) /ilvae'vj/ il va et vient *(&ifP&dt'le) /ilfodKaa'le/ il faudra aller *(le&zi'kP) /leaKi'ko/ l haricots *(&st't) /sE't/ c'e hontSx *(/i&te3'te) /ZsieK'te/ je su rRnt *(tl'm zmy'z) /tEl'm amy'z/ tellement amant *('v
'zm) /'v 'tOm/ vingt homm *('d zfi'se) /'katK Ofi'sje/ quatre ociers *('s
'zf) /'s 't/ cent ufs
Riessioni sull'accento
4.3.4.1. Soltanto teoricamente, in francese c' solo un accento primario alla ne d'ogni ritmia. Gli esempi precedenti hanno mostrato, abbastanza compiutamente, l'impiego dell'accento secondario nelle ritmie francesi; generalmente,
s'alternano, risalendo dall'accento primario.
Ora, consideriamo qualche altro esempio e alcune dierenze strutturali. Normalmente, troviamo: (&m\e'k:) mangez encore (yn&p#+it'fi,) une petite lle (&lmit'pE:) l'ami de Pierre a meno che non s'abbiano due ritmie (per insistere maggiormente sulla prima parte, per qualche scopo particolare): (m'\e 'k:, &ynp#'+it
'fi,, l'mi d#'pE:). Si notino pure casi come: (&lm'sy:) la morsure (l&m'sy:,
l'm; 'sy:) la mort sre (&sde'gt) on s'en dgote ('s de'gt) on sent d
goutt (&lk'l:) la coulSr (&_yv3':\) du vin rouge (&lk'l; _yv3':\) la
coulSr du vin rouge (\v'dE _y'v ':\) je voudra du vin rouge
L'insegnamento tradizionale descrive l'accento francese nelle ritmie come segue: in mancanza d'enfasi, c' un accento primario sull'ultima sillaba, e, per il resto della ritmia, i lessemi riducono il loro accento a secondario, mentre i grammemi lo perdono completamente.
Ai parlanti nativi, questa distribuzione suona un po' troppo "precisa&, "da libro
stampato&; , infatti, una specie di via di mezzo tra i due tipi di trascrizione per
gli esempi, visti sopra, rispettivamente con una o con pi tonie: (m&\e'k:, ynp#&+it'fi,, l&mit'pE:). In realt, come abbiamo, visto, ci sono determinate esigenze di ritmo, per cui l'impiego degli accenti secondari ben diverso.
4.3.4.2. L'accento enfatico, poi, si manifesta tramite l'aggiunta (pi che lo
"spostamento&) d'un accento forte sulla prima sillaba della parola (diversa da quella accentata) e la geminazione (o l'allungamento, specie se tra V] della C che l'inizia; anche se gracamente la parola comincia con V la C c' lo stesso, in quanto
abbiamo V ().

4. francese

163

Tradizionalmente si parla d'"accent d'insistance aective& (cio con protonia


imperativa e prima protonica semi-alta): (1sff%midba3 3, 1sf:-) c'e formidable! (m:%Nifi3 3, 1mm-) magnique! (1stt_,3 3, 1s_,3 3, -t:-, -:-)
c'e odiSx! (1k:et3 3 -kk-) quel crtin! e d'"accent d'insistance intellectuelle& (cio con protonia enfatica): (yn'Ega2\ ':p%sly3 3) une rgle absolue! (s#&sip'pf%t#"m %kEkt3 3, -'p:-) ceci e parfPtement correct!
In casi come c'e odiSx! si sente anche (1st-), soprattutto come assurdo "vezzo& tipico di chi lavora nei media.
Intonazione
4.3.5. La f 4.3 d le protonie e le quattro tonie del francese neutro. Si noter
che, rispetto alle altre lingue (e varianti stesse del francese), invece di quattro protonie, ne abbiamo cinque; infatti, per le domande parziali, oltre alla normale anticipazione (a eco) dell'ascesa interrogativa, troviamo un movimento generale discendente, dal semi-alto (simile a quello della protonia imperativa, tranne che per l'ovvia e doverosa dierenza dell'anticipazione a eco).
Una soluzione pi "strutturata&, piuttosto d'aggiungere una quinta protonia, avrebbe preferito uno sdoppiamento in due (qualcosa come "//& e "//&, oppure
anche "//& e "//&, o "//&, o "//&), lasciando all'osservazione, a spiegazioni, il
compito di chiarire la "stranezza&. S' preferita una maggiore concretezza ( 11.9).
Un attento esame di tutte le protonie (e tonie), nonch dei simboli, rivelatore.
Si far bene a osservare la collocazione della pretonica delle tonie conclusiva e
continuativa: pur non arrivando a esser veramente alta, signicativamente sollevata, e anche l'eetto uditivo notevole (pur se non immediato), tanto da contribuire a dare agli enunciati una sorta di prominenza, (troppo) spesso scambiata per
un accento.
Come vedremo, per l'accento "mediatico&, tale prominenza aumentata dal semi-allungamento della V della pretonica (sempre senza nessun'accentazione particolare).
f 4.3. Protonie e tonie del francese neutro moderno.
/ / (2 2 ' 2 2 ' 2 2 ' 2)

/./ (% 3 3)

/ / ( 2 2 ' 2 2 ' 2 2 ' 2)

/?/ (2 1 1)

/& / (& 1 1 2 2 ' 2 2 ' 2)

// (2 5 1 1)

/ / ( 1 1 2 2 ' 2 2 ' 2)

/,/ (% ' 2)

/ / ( 2 2 ' 2 2 ' 2 2 ' 2)

164

manuale di pronuncia

Forniamo solo esempi per le tre tonie marcate (rimandando al 4.3.4 per le protonie imperativa ed enfatica). Come si vede nelle trascrizioni del testo ( 4.5), c'
anche l'inciso "medio& ( 13.24 dell'FTN/MaF):
/./: (\v'le Psi%nem3 3) /Zva'le osine'ma./ Je vSx aller au cinma.
/?/: ([&s#]v&p%le'b, fsE1 1) /[Esk]vupaKle'bj fK'sE?/ [E-ce que] vo parlez bien frana? (p&le%v'b, fsE1 1) /paKlevu'bj fK'sE?/ Parlez-vo bien
frana? (&1km tlev3 3) /&kO'm tale'vu./ Comment allez-vo?
//: (&pi%'le v5+y:1 1 %'pe3 3) {(-%,-, %-)} /pia'le vwa'tyK ua'pje./ On
pSt y aller en voiture, ou pied.
Altri accenti
4.4.0. Sar interessante confrontare quanto abbiamo detto nora, sulla pronuncia neutra, con altre che presentano caratteristiche pi o meno diverse.
L'accento "internazionale&
4.4.1.1. Didatticamente, l'accento "internazionale& pu essere ancora pi adatto di quello neutro, visto nora, in quanto decisamente meno inuenzato da Parigi e, quindi, senz'altro pi vicino a molte delle altre variet di pronuncia, una
volta epurate da peculiarit marcate.
Quindi, una pronuncia "internazionale& potrebbe essere addirittura pi consigliabile (e, generalmente, pi facile da acquisire e dominare), dando risultati indiscutibilmente apprezzabili, purch ci sia coerenza interna fra tutti gli elementi e
non improvvisazione o oscillazione tra tipi diversi (compresa la solita interferenza, non solo fonologica, ma anche per motivi graci).
/u/ (u[:])

/i/ (i[:]), /y/ (y[:])


/e/ (e), // ([:])
// (#)
/E, / (E[:], [:]) {(, )}
/, ^/ ([:], ^[:]) {(#, })}
/a/ (a[:])

/o, / (o[:], [:])


/O/ (O[:]) {/O/ ()}
// ([:])
/ / (2 2 ' 2 2 ' 2 2 ' 2)

/./ (2 3 3)

/ / ( 2 2 ' 2 2 ' 2 2 ' 2)

/?/ (2 ' 2 1)

/ / ( 2 2 ' 2 2 ' 2 2 ' 2)

// (2 5 1 1)

/ / ( 2 2 ' 2 2 ' 2 2 ' 2)

/,/ (2 ' 2)

4. francese

165

Il vocogramma di questa sezione d le articolazioni vocaliche "internazionali&


che, come si vedr sbito dal confronto con la f 4.1, sono meno marcate; ci vale,
in particolare, per (u, o, O) che sono posteriori e non posterocentrali; anche (a)
meno peculiare, giacch centrale, anche se avanzata. Le vocali nasalizzate restano quattro, (, ^, , ). Nella gura, ci sono due segnali grigi, per /E, , O/ (non-accentati, un terzo sarebbe per /, ^/, che coincide, per, con //); ma si potrebbero togliere, per semplicare la struttura.
Infatti, ci sono due soluzioni pratiche soddisfacenti, giacch, data la mancanza
d'accento, o s'ottiene gi, abbastanza spontaneamente, il timbro medio-basso ((,
, #, }, ), che noi preferiamo usare); oppure, pu essere accettabile, quello semi-basso ((E, , , ^, O)), se indebolito. A maggior ragione, non s'introducono i tassofoni meno importanti, conservando (i, y, u, a) nel contesto /K/: (&oZu'di) aujourd'hui evitando anche le desonorizzazioni.
E vediamo degli esempi, solo per i casi in cui ci sia dierenza fonetica col neutro (dato tra parentesi tonde): ('lu) {('l)n} loup ('o) {('P)n} ('nOt) {('nt)n} note ('la) {('l)n} l (d#'d) {(d#'d)n} dedans ('bj) {('b,)n} bien (bj'to) {(b,3'tP)n}
bientt (pa'ti) {(p'+i)n} parti
4.4.1.2. Anche per le consonanti, l'accento "internazionale& presenta delle semplicazioni pi generali e naturali; infatti, i nasali preconsonantici possono essere
omorganici, e possono mancare tutti i tassofoni peculiari, come quelli degli occlusivi; inoltre, /j, K/ potranno essere sempre approssimanti, (j, ) (oppure, eventualmente, anche (K); meno bene andr l'uso consistente di ()); /w/ velo-labiato,
(w). Anche per /S, Z/, sono sucienti (S, Z) (invece di (/, \)). Non serviranno nemmeno le frequenti desonorizzazioni dei sonanti, mentre per quelle delle coppie difoniche potr bastare una via di mezzo: (yM'fam) {(yn'fm)n} une femme (&yka'vat) {(&ynk'vt)n} une cravate (ty'di) {(+y'_i)n} tu d (kaut'Su) {(T'/U)n} caout>ouc ('kOk) {('k)n} coq ('gid) {('id)n} guide ('pje) {('pe)n} pied ('kij) {('i,)n}
quille ('a: 'Ka:K) {(':)n} rare ('tu, 'tKu) {('t)n} trou ('mwa) {('m)n} mo
(m's, &an'dOt) {(mt's, &n'dt)n} mdecin anecdote
La durata vocalica e consonantica corrisponde a quella neutra, ma pu essere
pi attenuata, puntando soprattutto a evitare le dierenze di durata dovute a interferenze dalla lingua materna. Le liaisons possono esser meno frequenti e l'intonazione, meno peculiare, data nel tonogramma riportato.
L'accento "mediatico&
4.4.2.1. Quest'accento quello diuso dalla televisione e dalla radio. Si basa sull'accento parigino, e condivide col neutro moderno parecchie caratteristiche,
pur mostrando ulteriori evoluzioni, che l'allontanano maggiormente dall'accento
"internazionale& ( 4.4.1).
Presenta anche delle oscillazioni, sia verso il neutro, sia lontano da quello; per, lo presentiamo nella sua forma pi tipica, indicando anche alcune dierenze
interne, come d'un livello (pi) popolare o periferico (peculiarit della banliSe
parigina).

166

manuale di pronuncia

In questa sezione, si d il vocogramma delle vocali, per le quali ci sono senz'altro sfumature (confrontandolo con la f 4.1, del neutro); qui richiamiamo l'attenzione sulle dierenze maggiori. evidente l'avanzamento di /u, O/ (%, @) (e /O/
(), non-accentato); altrettanto evidente la rotazione (antioraria) di /, , / (a,
_, ), (e // ()), come pure l'assenza di /^/ che conuisce in // (a), oppure oscilla tra i due, pure con la realizzazione intermedia (non mostrata esplicitamente nel
vocogramma) (8), con arrotondamento leggero. (Nelle oscillazioni verso il neutro,
si ha anche () o (), con cui indichiamo un leggero dearrotondamento.)
Le sequenze /EK, K, OK/ molto spesso slittano indietro d'una casella: ([:],
@[:], [:] ). Inoltre, si notino, nel vocogramma, i valori per a\ generalmente si mantiene (anche se con oscillazioni individuali) la distinzione tra /a/ e
/A/, che il neutro tradizionale aveva adottato. Per i timbri (parigini e) dell'accento
"mediatico& sono: /a/ (), ma () per /aK[0], wa/, e /'A[0]/ (), ma /A/ (A) (nella
banliSe abbiamo /wa/ (A, '), spesso /aK/ (:) ar(C) spessissimo /aj/ (:,),
ma (s) per /Asj/ -ation del neutro tradizionale).
Ma ecco degli esempi (in cui t indica il neutro tradizionale): ('t) {('tU)n} tout
('n@t) {('nt)n} note (b'n@:) {(b'n:)n} bonhSr (&P\T'_i, --) {(&P\'_i)n}
aujourd'hui ('b,a) {('b,)n} bien (\'t_) {(\'t)n} j'entend ('b) {('b)n} bon (P'a,
-8) {(P'^)n} aucun
Altri: ('p:) {('pE:)n} pre ('p@:) {('p:)n} pSr ('p:) {('p:)n} port ('p@
's:) {('p 's:)n} Paul sort (p'i) {(p'i)n} Par (p'+i:) {(p'+i:)n} partir
(v'l) {(v'l)n} voil ('s#:) {('s#:)n} soir (':) {(':)n} car Ancora: (p'p) {(p'p)n} papa (pA's:\) {(p's:\)n} psage ('g) {('g)n, ('gA)t} gr
('g:s) {('gs)n, ('gA:s)t} grse ('_,:ba) {('_,ba)n, ('_,A:ba)t} diable
Per l'accento della banliSe\ (vA'l) {(v'l)n} voil ('s#A:) {('s#:)n} soir
/i/ (i[:], I)
/u/ (%[:], T) (+/OK/)
/y/ (y[:], Y)
/e/ (e), // ([:])
/o/ (P@[:]), // (#[:])
/, / (#)
/O/ (@[:], ) {/OK/+([:], )}
/E/ (E[:], ) {/EK/+([:], )}
// (_@[:], @)
// ([:], #) {/K/+(@[:], )}
/A/ ([:0], A)
/aK{0}, wa/ ([:]), /a/ ([:]), /, ^/ (a[:])
/E/ (E, e), -ai (vb.) (e, , E)
/ / (2 2 ' 2 2 ' 2 2 ' 2)

/./ (% 3 3)

/ / ( 2 2 ' 2 2 ' 2 2 ' 2)

/?/ (2 ' 2 1)

/& / (& 1 1 2 2 ' 2 2 ' 2)

// (2 5 2 2)

/ / ( 1 1 2 2 ' 2 2 ' 2)

/,/ (% ' 2)

/ / ( 2 2 ' 2 2 ' 2 2 ' 2)

4. francese

167

('k:) {(':)n} car ('p:,) {('p,)n} pPlle (t'v:,) {(t'v,)n, (-A:,)t} travPl (p&ns's) {(p&ns's)n, (-sA-)t} prononciation
C' una forte tendenza a unicare /e, E/ in /e/ (ma con molte oscillazioni ipercorrettistiche e d'incertezza; c' anche chi usa il timbro intermedio, (), sempre o
soprattutto per -P): (p%'le) /pu'lE/ poulet
4.4.2.2. Per le C oltre a /K/ (gi visto in alcuni esempi), che tipicamente (),
ma pu essere (oltre che come nel neutro), anche (), specie per enfasi: ('y) {('y)n}
rue ('t%) {('t)n} trou ('tx) {('tX)n} quatre va aggiunto che, a un livello popolare, la "palatalizzazione& di /t, d k, g/ molto pi consistente, passando le articolazioni da occlusive a occlu-costrittive, (, , k): (y'i) {(+y'_i)n} tu d
('mEk) {('mE)n} mec ('id) {('id)n} guide; /w/ provelo-labiato, (): ('m)
/'mwa/ mo.
La durata, nell'accento mediatico, oltre a quanto gi detto per il neutro, presenta un tipico semiallungamento del vocoide della sillaba pretonica non-caudata,
cio: la sillaba che precede quella accentata in tonia (spesso, questo fenomeno prosodico descritto, male, come spostamento d'accento dalla posizione ultimale a
quella penultimale nella ritmia): (%p;'i) {(%p'i)n} Par (&p%i;'z,a) {(&p%i'z,)n}
parien (in questi esempi, anche per il neutro, segn(i)amo esplicitamente l'altezza marcata della pretonica, che quasi semi-alta nei due accenti, ma in quello "mediatico& c' anche il semiallungamento). Il tonogramma d l'intonazione dell'accento "mediatico&: si facciano tutte le considerazioni necessarie, con un (bel) po'
d'attenzione.
L'accento meridionale (Marsiglia)
4.4.3.1. Vediamo, ora, uno degli accenti pi diversi da quello neutro (ma anche dall'"internazionale& e dal "mediatico&): il marsigliese, in rappresentanza della pronuncia del Midi Come si vede dal vocogramma, le V sono poche: sette, pi
//. Non c' opposizione fonematica tra /e, E , o, O/; n, tanto meno, tra /a,
A/. Per /E, , O/ abbiamo sempre (e, , o) (anche in sillaba non-accentata), tranne che in sillaba accentata seguita da C (con o senza //), dove troviamo (, #, ).
Per /a/ c' un timbro centrale, (a). L'articolazione di // centrale non-arrotondata, (), tranne che in contatto con /K/, dove c' l'arrotondamento, (+); corrisponde a ogni e graco (tranne che per Ve\ amie = ami (a'mi)}, e spesso appare anche
tra C.
Inoltre, le V nasalizzate, /, ^, , /, non sono che una sequenza di vocale orale e un contoide nasale omorganico alla C seguente (ma, davanti a pausa, troviamo
il semi-provelare, (); il timbro delle vocali "nasalizzate& : (e, , o, ) in sillaba
non-accentata, (, #, , a) in sillaba accentata, ma (e, #, o, a) in sillaba (accentata) nale assoluta.
L'unico allungamento normale, a parte l'enfasi, il semiallungamento, in tonia,
della V (seguta da una C con o senza //), e il dittongamento delle "nasalizzate&
in posizione nale assoluta davanti a pausa. In pronuncia meno marcata, le dura-

168

manuale di pronuncia

te possono avvicinarsi a quelle del neutro (come pure i timbri e le distribuzioni di


/'E, ', 'O E0, 0, O0/}.
Ecco gli esempi interessanti: ('tu) {('tU)n} tout ('tre) {('tE)n} trs (te're) {(t')n} terrPn (sl'ma) {(s#l'm)n} sSlement (&prom'nad) {(pm'nd)n} promenade ('ve) {('v)n} vin (&bjene'me) {(&b,3ne'me)n} bien-Pm ('mns) {('m:s)n}
mince (o'k#) {(P'^)n} aucun (ln'di) {(l}'_i)n} lundi ('#mbl) {('^:ba)n} humble (mo'no) {(m'n)n} mon nom ('nmbr+) {('n:bX)n} nombre (n'ta)
{(\'t)n} j'entend ('lamp) {('l:p)n} lampe ('di;r) {('_i:)n} dire ('vwa;r)
{('v:)n} voir (p'n) {(p'n)n} pnS (&t&ld'mand) {(/&t#ld#'m:d)n} je te le
demande (&n&tl+&r+d'mand 'pa) {(\#n&t#l#d&mn'p)n} je ne te le redemande
p
L'accento meno marcato pu avere delle V parzialmente nasalizzate in sillaba accentata: ('mens) {('m:s)n} mince (i'e) {('/)n} >ien ('#Jmbl) {('^:ba)n} humble ('br#J) {('b^)n} brun ('laAmp) {('l:p)n} lampe ('baA) {('b)n} banc
('nmbr+) {('n:bX)n} nombre ('b) {('b)n} bon.
/i/ (i), /y/ (y)

/u/ (u)

/e, E/ (e, 0, 0, e)
/, / (, #0, #0, )
// (0, e, e)
/^/ (#0, #, )
/a/ (a)

/o, O/ (o, 0, 0, o)
// (, r+, +r)
// (0, o, o)
// (a0, a, )
/ / (2 2 ' 2 2 ' 2 2 ' 2)

/./ (2 ' 3 3)

/ / ( 2 2 ' 2 2 ' 2 2 ' 2)

/?/ (2 ' 2 1)

/ / ( 2 2 ' 2 2 ' 2 2 ' 2)

// (2 2 2)

/ / ( 2 2 ' 2 2 ' 2 2 ' 2)

/,/ (2 ' 2)

4.4.3.2. Per le consonanti, osserviamo che non ci sono tutti i tassofoni del neutro; inoltre: /n/+/0/ (m, M, n, ~, N, ), /nm, nK/ (m, r), /S, Z/ (, ), /j/ (j), /w/
(), /N, nj/ (~j), /Ni/ (ni), /lj, l/ (j, ), /'[0]/+/j, , w/ ([0])+(i', y', u'), /K/
(r) (anche (), specie non prevocalico; e, nell'accento meno marcato, pure (K, )}:
(M'v;r) {('vE:)n} envers ('bak) {('b:)n} banque ('ri) {('i)n} Henri ('r) {(\#'/E/)n} je >er>e (&trava'je) {(&tv',e)n} travPller L'accento della banlieu ha /t, d/ (+, _) + /i, j, y, /, e /K/ tendenzialmente non-sonoro (3) (e (x, ', )).
Inoltre: (mon'ta~j) {(m'tN)n} montagne (&ma~je'rizm) {(&m~,e'is))n} manirme (je'zo) {(,e'z)n} liaon (ki'zi;n) {(i'zin)n} cuine (&sy'i) {(\#'si, /'si)n} je su (ly'i) {('i)n} lui (lu'i) {('li)n} Lou (bi'e) {('b,)n} bien ('ra;r+, 'a;+) {(':)n} rare Quindi, (j) si mantiene bene solo davanti a V non nale;

4. francese

169

infatti, generalmente, abbiamo: ('pi) {('pE,)n} pZe (pe'i) {(pe',i)n} pZs


I gruppi consonantici vengono semplicati, come in: (di'r;k) {(_i'Ekt)n} direct
(di'r;t) {(_i'Ekt)n} directe (os'ky;r) {(p'sy:)n} obscur (&aek'ti;f) {(&D\'+if)n}
adjectif (se'tambr+) {(sp't:bX)n} septembre (a've) {('vE)n} avec ma: (s) in parole come: dix six alors lors gens Sx cSx cours vers jad av moins Roux
Poux iers Arno
Non ci sono desonorizzazioni, come si pu vedere dagli esempi dati, n per le
V n per le C La liaon rara, infatti, avviene praticamente solo con /z/ degli articoli, pronomi e aggettivi plurali maschili; per, non c' il concetto di "h disgiuntiva&, per cui si fanno legature ed elisioni, per esempio: (le'z;m) {(l'zm)n} l
homm (&meza'mi) {(&mez'mi)n} m am (&noza'mi) {(&nPz'mi)n} nos am (&lrza'f;r+) {(&l#z'fE:)n} lSrs aPr (&vuzi're) {(&vzi'e)n} vo irez (&i[l]za've) {(&i[l]z'vE)n} ils avPent (&diza'mi) {(&_iz'mi)n} dix ami
Ancora: ('gro zani'mo) {('gP zni'mP)n} gros animaux ('gran zM'fa) {('g
z'f)n} grands enfants (i[l]&nuzm'parl) {(i[l]&nz'pl)n} il no en parlent anche: (le&zari'ko) {(&lei'kP)n} l haricots (&ne'ro) {(}e'P)n} un hro
Nelle frasi, l'identit dei lessemi resta distinta, senza risillabicarsi, contrariamente a quanto succede coi grammemi: (m'bl wa'zo) {(}'bE l'zP)n} un bel ois ('b ape'ti) {('b npe'+i)n} bon apptit (&-wa'zo) {(&}-n'zP)n} un ois
(&lay're) {(&l\y'e)n} elle a jur Il tonogramma d l'intonazione dell'accento
marsigliese.
L'accento canadese (Qubec)
4.4.4.1. L'accento che descriviamo quello normale, o "neutro canadese&. Ci
sono non poche altre varianti (che riempiono due ulteriori vocogrammi, dati al
4.6.3), sia pi marcate (e anche decisamente pi marcate, o popolari), sia meno
marcate, che puntano piuttosto al neutro europeo, o all'internazionale; ci sarebbero tante cose (e abbastanza diverse) da aggiungere, ma ci parso meglio semplicare e presentare omogeneamente quest'accento, come s' fatto per altri.
Faranno, comunque, parte d'una monograa specica di pronuncia francese.
Prima di vedere bene i timbri delle vocali, bisogna dire che in Canada ci sono ancora sia /A/ che /E:/ e, addirittura, troviamo anche /e:/. Per /A/, oltre ai casi tradizionali (ancora trascritti nei dizionari), come: ('pt) {('pt)n, ('pA:t)t} pte ('t/)
{('t/)n, ('tA:/)t} t>e ('ml) {('ml)n, ('mA:l)t} mle, rispetto a ('pt) {('pt)n} patte
('t/) {('t/)n} ta>e ('ml) {('ml)n} malle (&pqi'se) {(&p+i'se)n, (&pA-)t} ptsier abbiamo anche un'espansione della sua frequenza, praticamente, a tutti i casi di /a|, wa|,
av|, az|, as|, aZ|, aj|, a|, aK|, aK/ (con possibili oscillazioni, specie per /av|, az|/ e
-ation che hanno sia /A/ che /a/). C' anche neutralizzazione eettiva, come per: ('k)
che vale sia per (') {('kA)t} c che per (') {(')t} k per, la distribuzione contestuale con "/A/& in tonia porta a situazioni come: ('s '\E 's) a j'Pme a
C' oscillazione tra (w|) e (w|) (quest'ultimo , generalmente, valutato come
pi popolare), no a (w), decisamente dialettale: ('mw 'mw 'mw) moi salda la "vecchia& opposizione tra /E/ e /E:/, abbiamo, per esempio: ('mEt5) /'mEtK/

170

manuale di pronuncia

mettre ('mEt5) /'mEtK/ {/'mE:tK/t} matre ('fEt) /'fEt/ fPte ('fEt) /'fEt/ {/'fE:t/t} fte
('sEn) /'sEn/ sPne ('sEn) /'sEn/ {/'sE:n/t} scne (ormai, nel neutro europeo solo:
('mEtX, 'fEt, 'sEn)n); mentre, per questa "nuova& opposizione, costituita da "/e:/&,
abbiamo esempi come: ('neI\) "/'ne:Z/& nRge ('bReI) "/'bKe:k/& brque (o brake]
(/'nEZ, 'bKEk/n ('nE:\, 'bE)n).
/i/ (i, I, Ii), /y/ (y, Y, Yy)

/u/ (u, U, Uu)

/e/ (e, eI), // (, Y)


// ('e, e', ), // (+)
/E/ (E, E, )
// (, #, #), /^/ ('}J, }J', })
/a/ (, ), // ('A, A', )

/o/ (o, oU)


/O/ (O,
@ @O, )
@
// ('/9, 9'
/ , )
/
/A/ (, )

/ / (2 2 ' 2 2 ' 2 2 ' 2)

/./ (2 ' 3 3)

/ / ( 2 2 ' 2 2 ' 2 2 ' 2)

/?/ (2 ' 2 1)

/ / ( 2 2 ' 2 2 ' 2 2 ' 2)

// (2 2 2)

/ / ( 2 2 ' 2 2 ' 2 2 ' 2)

/,/ (2 ' 2)

4.4.4.2. In sillaba accentata caudata in /v, z, Z, K, vK/, tutte le V che ricorrono


si realizzano come dittonghi (diamo solo alcuni esempi): ('lIiv5) /'livK/ livre ('pYyR)
/'pyK/ pur ('RUu\) /'KuZ/ rouge ('R\, 'R\) /'KaZ/ rage (('li:vX, 'py:, ':\, ':\)n).
Lo stesso avviene per /E:, e, , o, A/ in tonia per qualsiasi sillaba caudata (senza ripetizioni d'esempi): ('fYt5) /'ftK/ fStre ('\oUn) /'Zon/ jaune (('f:tX, '\P:n)n), e anche in pretonia per sillaba non-caudata (sempre senza ripetizioni): (&Re'te) /aKe'te/
arrter (neI'\e) /ne'Ze/ nRger (fY'te) /f'tKe/ fStr (\oU'nt5) /Zo'natK/ jauntre (f'/e) /fa'Se/ f> ((&e'te, ne'\e, f'te, \P'ntX, f'/e)n).
Nell'accento pi marcato, o popolare, c' anche una fusione di queste due caratteristiche, per cui, in sillaba pretonica non-caudata, le V spesso si dittongano se segute da /v, z, Z, K, v K/ (il primo vocogramma del 4.6.3 mostra (e', #', o')):
(&qIi'Re) /ati'Ke/ attirer (\Yy\'mA) /ZyZ'm/ jugement (&epUu'ze) /epu'ze/ poe
(te'Re) /tE'K/ terrPn (b#'Re) "/b'Ke/& bSrre (Y'R) /'K/ hSrSx (&Rlo'\ER) /OKlO'ZEK/ horlogre (&ek'ze, --) /ekKa'ze/ cr o se sono /e, , o/ (anche
senza rapporti di derivazione, e in sintagmi): (leI'pe) /le'pje/ l pieds (dY'me)
/d'm/ dSx mPns (soU'f) /so'fa/ sofa
Le V nasalizzate si dittongano in tonia (cio in sillaba tonica e pretonica), ma
sono brevi in protonia: ('fe) /'f/ n (se'qYyR) /s'tyK/ cRnture (o'}J) /o'k^/ aucun (}J'\UuR) /^'ZuK/ un jour (m9'n9) /m'n/ mon nom (\A'tA) /Z't/ j'entends (&fi'ni) /fi'ni/ inni (&}n'mi) /^na'mi/ un ami (&mn'mi) /mna'mi/ mon
amie (&ntA'dA) /nt'd/ en entendant (('f, s3'+y:, P'^, }'\:, m'n, \'t
&3fi'ni, &}n'mi, &mn'mi, &nt'd)n).

4. francese

171

4.4.4.3. Altra peculiarit notevole che /i, y, u/ in sillaba caudata (accentata o


no), sono semi-alti: ('vIf) /'vif/ vif ('lYn) /'lyn/ lune ('tUt) /'tut/ toute {('vif, 'lyn,
'tt)n), come pure nella prima sillaba non-caudata di parola o di ritmia: (fI'lIp) /fi'lip/ Philippe (Y'nI) /y'nik/ unique (kU'zIn) /ku'zin/ coine e anche in altre sillabe non-caudate successive, in parole o ritmie che terminano in sillaba caudata:
(&pImI'qIiv, pI'q-) /pKimi'tiv/ primitive (&\YRI'QI, \YR'Q-) /ZyKi'dik/ juridique
altri esempi: (&mInIs'tER, mIns-) /minis'tEK/ minire (&k.s'qI) /akus'tik/ acouique {(fi'lip, y'ni, k'zin &pimi'+i:v, &\yi'_i &minis'tE:, &ks'+i)n). L'accento meno marcato pu limitare la ricorrenza di (I, Y, U) alle sole sillabe caudate, o anche
solamente alle caudate accentate; l'accento decisamente meno marcato, e pi sorvegliato, pu non avere aatto (I, Y, U).
Sempre /i, y, u/ presentano anche altre due peculiarit (tranne che in parlata lenta o sorvegliata); infatti, non-accentate, si desonorizzano tra C non-sonore, in sillaba caudata o no: (&kfN'qYyR) /kfi'tyK/ conture (&qNs'qI) /aKtis'tik/ artiique
(&QIsp'te) /dispy'te/ dput (&deku'p\) /deku'paZ/ dcoupage {(&kfi'+y:, &+is'+i,
&_ispy'te, &dek'p:\)n).
Possono cadere tra costrittiva o sonante e altra C o tra occlusiva e non-occlusiva
(anche altre V soprattutto /e/): (&pfe's#R, pf's-) /pKOfE'sK/ profsSr (&Ynivsi'te, &Ynvs'te) /ynivEKsi'te/ universit (&bili'te, &bI'te) /abili'te/ habilit (&mNI'fI, m'-, mJ'-, m9'-) /maNi'fik/ magnique (bI'zR, b'z-) /bi'zaK/ bizarre (p&pyl's9, &pp-) /pOpyla'sj/ population (e&pyR's9, &ep-) /epyKa'sj/ puration (&buj'ne, bj-) /bujO'ne/ bouillonner (&pin'je, pn-) /pina'je/ pinPller (&Re'je, R'je) /OKe'je/ orRller (&lk'mOd, l'Od) la commode {(&pf's:, &yni&vsi'te, &bili'te, &mNi'fi, bi'z:, p&pyl's, e&py's, &b,'ne, &pin',e, &e',e, &lk'md)n). Anche // cade pi spesso che in francese europeo: ('lY s+p'mEn, 'lYks
p-) Luc se promne {('ly s#p'mEn)n}, e presenta pure distribuzioni che, nell'europeo, spesso, sono considerate popolari, come: ('fER+ 'f) fPre le fou {('fE; l#'fU)n}. Inoltre, generalmente, non c' nessun adeguamento vocalico: ('me, 'mE)
accento pi marcato (e-) {(e'me, 'mE)n} Pm Pma
4.4.4.4. Per le C oltre agli esempi gi dati, osserviamo che /nj, n/ sono (~j, ~)
(al livello marcato, popolare /nj/ passa a /N/): (p'~je) /pa'nje/ panier (A'~i) /'ni/ ennui {(p'~,e, '~i)n); /N/ oscilla tra (N) e (J): (m9'tN, -'tJ) /m'taN/
montagne (&sN'mA, &sJ'-) /sEN'm/ ensRgnement {(m'tN, &sN'm)n). Inoltre,
/w/ (w): ('mw) /'mwa/ mo
Tra le occlusive, /t, d/ presentano la tipica realizzazione occlu-costrittiva, (q, Q),
davanti a /i, y j, /: ('qIp) /'tip/ type ('QYyR) /'dyK/ dur ('qe) /'tj/ tiens (k9'QIiR) /k'diK/ conduire {('+ip, '_y:, '+, k'_i:)n) quest'articolazione pu non
estendersi oltre la ritmia o la parola: (s'tIl, s'qIl) /sE'til/ Sept-l ( ('sE 'tIl) /'sE 'til/
sept l] (dI'm\, QI-, -\) /di'maZ/ d'imag ( ('Qi 'm\, -\) /'di 'maZ/ dix
mag] Al livello popolare si possono avere anche (+, _) davanti a /e, E, a, , /: (d'te, _'+e) dater {(d'te)n), e pure (, ) davanti a /j, /: ('e, k9'IiR).
Anche in canadese, troviamo /k, g/ (, ) (con (k, ) a livello popolare) davanti a V anteriori (no /, /) e davanti a pausa: ('l) /'gl/ guSle ('kO) /'kOk/ coq
Davanti a pausa, le occlusive possono essere inesplose: ('p, -p) /'kap/ cap ('dt,

172

manuale di pronuncia

-t) /'dat/ date ('RO, -) /'KOk/ roque ('lA, -) /'lg/ langue ('RYd, -d) /'Kyd/ rude
A volte, /p, t, k/ possono essere "aspirate&, dopo pausa o iniziali di sillaba accentata (che segn{i}amo, solo qui, con (0)): (p'pIt5) /py'pitK/ pupitre (t&tli'te, &tt'te) /tOtali'te/ totalit (&kR'kOl) /kaKa'kOl/ caracole {(py'pitX, t&tli'te, &'kl)n). Anche nelle molte parole inglesi, correnti nel francese canadese,
/tS, dZ/ restano sequenze (T/, D\): (T'/Iip, T'/Ip) /t'Sip/ >eap (D'\Iin, D'\In) /d'Zin/
jeans le seconde varianti sono pi assimilate, come avviene anche per: ('qIim,
'qIm) /'tim/ team
In canadese, /j/ approssimante; /K/ tipicamente vibrato alveolare, (R): ('RR)
/'KaK/ rare, che costituisce la pronuncia canadese tradizionale e neutra; ma, spesso, uvulare (approssimante, vibrante o costrittivo, (, K, ), specie in pronuncia
meno marcata, o mediatica, o anche tendenzialmente moderna, con epicentro nella citt di Qubec).
In parole inglesi, spesso troviamo l'approssimante velo-uvulare (o quello prevelare entrambi anche con leggera postalveolarizzazione e labializzazione, come nelle pronunce inglesi canadesi), (<, <): (<i'd#<, '<Iid+<) /Ki'dK/ reader (qi'/<t, qI-)
/ti'SKt/ T-shirt Popolarmente, per -Vr /K/ (fr.), troviamo questa stessa (<), o la vocalizzazione con complessi dittonghi e trittonghi di svariati timbri (che diamo, al
4.6.3, anche in forma "ammassata&, per ora). Per l'h "disgiuntiva/aspirata&, si pu
avere (h) /h/, soprattutto nell'accento pi marcato: (A'ho) en haut {('P)n).
4.4.4.5. I gruppi di C nali si semplicano spesso, soprattutto nella lingua meno sorvegliata, anche nel caso di /0K, 0l/ (pure davanti a pausa): ('wEs) /'wEst/ oue
(&/i'tE) /aKSi'tEkt/ ar>itecte (&ss'lis) /sOsja'lism, -ist/ socialme -ie ('mYs)
/'myskl/ mcle ('9, '9) /':gl/ ongle ('Es) /OK'kEstK/ or>ere ('9b, '9m)
/'bK/ ombre d'altra parte, soprattutto al livello popolare, si pu avere /`/ = /t/:
(\i'jEt, \I-) /Zi'jE/ juillet (qi'Et, qI-) /ti'kE/ ticket (d+'bUt) /d'bu/ debout
('pEt) /'pKE/ prt ('~It) /'ni/ nuit ('lIt) /'li/ lit (k9'pEt) /k'plE/ complet (bRy'nEt) /bKy'nE/ Brunet (&mRi'sEt) /mOKi'sE/ Morset (tl'bOt) /tal'bo/ Talbot Casi come (p'qi t'mi) /p'ti ta'mi/ petit ami e (p'qI t'mi, p'qIt 'mi) /p'ti ta'mi/ petite
amie mantengono la distinzione della V in sillaba caudata (di petite].
Il tonogramma d l'intonazione del francese canadese.
Testo
4.5. La storiella Il vento di tramontana e il sole viene qui riportata in otto versioni diverse, "normalizzate&. Si comincia con quelle in italiano, nella pronuncia
francese neutra e poi meridionale (marsigliese), primo passo del metodo fonetico
(il testo scritto dato al 2.4.1). Segue la traduzione francese, nella versione neutra; dopo c' quella "internazionale&, poi, la "mediatica/parigina& e, inne, la marsigliese e quella canadese.
Alla ne, come sempre, c' anche la versione che d la pronuncia italiana del
francese, da parte dell'italofono neutro, uente in francese (per lungo apprendimento in immersione fra nativi, ma senza il metodo fonetico), che abbia appreso

4. francese

173

adeguatamente le prominenze relative, ma che usi, per il resto, gli elementi segmentali e sovrasegmentali tipici dell'italiano neutro. Ovviamente, lo stesso principio vale per le pronunce straniere dell'italiano, date per prime.
Pronuncia francese (dell'italiano)
4.5.1.1. (si&bis%ti[T]'/;vnP2 %n[D]'\nP2| il'vntP _i&t%mn't;n2| %isP;le3 3 'l;nP2 &pet3n'dndP d&s%p'fte2 %dltP2 &k#ndP'videP n&v,[D]%\tP;e3 3
&eve'niv %i'nn[t]si2 'vtP &nl%mntE;lP3 3| i&deli+i5gn+i1 1 %de[T]'/i;zeP2 %'lP;2 &es&bes'ttP p5fte1 1| i&fse%i'/i;tP2 &le've &il%mn'tE;lP2 l&v,[D]%\tP;e3 3||
il'vntP _i&t%mn't;n2 &kmin[T]'/P %sf;e3 3 &kn%v,ln[t]s3 3| m&ps5f;v1 1 &pil&v,[D]%\'tP;e2 &sistin[D]'\ev &nl%mntE;lP3 3\ 'tntP2 e&l5fi;ne1 1 i'pveP 'vntP2 d'vEte %dezistee3 3 d&s#P%pp;zitP3 3|| %i'sP;le2 %'lP;2 &sims'tP %n[T]/e;lP3 3| e&p%kP'd;pP2 il&v,[D]\5tP;e1 1 &es3n'+iv 'ldP2 %sitse3 3 &il%mntE;lP3 3| &el&tmn5t;n1 1 &fks'tE;t2 %k'zi2| &i%k5n;/ee1 1| %i'sP;le2\ &e&pfte3 3 %_ilEi3 3||
&tep[T]/;t1 1 &ls%t',E;l2| &lv',mP ipE;tee1 1|||)
Pronuncia marsigliese (dell'italiano)
4.5.1.2. (si&bisti[T]'a;vano2 un[D]'rno2| il'vnto di&tramon'ta;na2| eil's;le3 3 'lu;no2
&preten'dndo de&srpju'frte2 de'laltro2 &kwando'videro uM&vja[D]a't;re3 3 &keve'niva i'nan[t]si2 a'vlto &nelmn't;lo3 3| i&duelitiganti2 2 de[T]'i;zero2 a'l;ra2 &kesa&rbes'tato pjufrte2 2| ki&fseriu'i;to2 &ale'vare &ilmn't;lo2 al&vja[D]a't;re3 3||
il'vnto di&tramon'ta;na2 &komin[T]'o aso'fja;re3 3 &koMvjo'ln[t]sa3 3| ma&pjusofja;va2 2 &pjuil&vj[D]a't;re2 &sistrin[D]'va &nelmn't;lo3 3\ 'tanto2 ke&alafi;ne2 2 il'pvero
'vnto2 do'vte de'zistere3 3 dal&swopro'p;zito3 3|| il's;le2 a'l;ra2 &simos'tro nel[T]'e;lo3 3| e&pko'd;po2 il&vja[D]at;re2 2 &kesen'tiv 'kaldo2 si'tlse3 3 &ilmn't;lo3 3| &ela&tramonta;na2 2 &fukos'tr;ta2 ko'zi2| a&rikon;ere2 2| keil's;le2\ &era&pju'frte3 3 di'li3 3||
&tepja[T]'u;ta21 &lasto'rj;la2| &lavo'jamo ri'p;tere21|||)
Testo francese
4.5.2. La be et le solRl se dputPent un jour, prtendant l'un comme l'Qtre tre
le pl fort, lorsqu'ils virent s'avancer un voyagSr, envelopp dans son mant. L
dSx adversPr dcidrent, alors, que serPt dclar vPnquSr celui qui, le premier,
parviendrPt le lui fPre ter.
La be se mit, alors, souer de tout s forc; ma, pl elle souPt, pl le

174

manuale di pronuncia

voyagSr se serrPt dans son mant, tant et si bien, qu' la n, la pQvre be dut
renoncer s intentions. Le solRl se montra, alors, dans le ciel, et le voyagSr, qui Q
bout d'un moment commenPt avoir >Qd, retira son mant. C'e Pnsi que la
be dut reconnatre que le solRl tPt le pl fort d dSx.
Tu Pm cette hioire? Tu vSx la rentendre?
Pronuncia francese neutra
4.5.2.1. (l'bi; z%s'lE,2\ s#&_ispy'tE2 }'\:2| &pe%t'd2 'l^ km'lP:tX2| &t#%pyf:3 3| &lsi[l]'vi; &s%v'se2 }&v%,\:3 3| &v%l'pe d&s%mtP3 3|| le&dzd%v'sE:2 &de%si'dE:3 3 t'l:2| #s&de%k'e v35:1 1| s#'i2 i%p#'m,e2 p%v,3'dE l[#]&if%Pte3 3||
l'bi:z2 s#mi3 3 'l:2\ %s'ft2 tt%sefs3 3| m&pys5fE1 1| 'pyl v%,'\:2 s#s'E d&s%mtP3 3|| &ttesi5b,1 1| &%l'f2 &l%pP;v'bi:z2\ &_Y%n'se se&z3%ts3 3|| &l#%s'lE,2 s#m't2 'l:2\ %dsEl3 3| l&v%,'\:2 iP&bd}%m'm2 &km'sE []v5/P1 1| &#%+i3 3 s%mtP3 3|| &st3'si k'bi:z2\ &_Yk'nEt #%s'lE,2 &tpyf:3 3
ded3 3||
+eme1 1 s%+is't#:2| +y&vlet:dX1 1|||)
Pronuncia francese "internazionale&
4.5.2.2. (la'bi; zls'lEj2\ s#&dispy'tE2 }'Zu:2| &pet'd2 'l^ km'lo:t2| &tl#plyfO:3 3| &lski[l]'vi; &sav'se2 }&vwajaZ:3 3| &vl'pe d&smto3 3|| le&dzadv'sE:2
&desi'dE:3 3 [t]a'lO:2| k#s&dekla'e v5k:1 1| s#'li2 kilp#'mje2 pavj'dE al[#]&lifote3 3||
la'bi:z2 s#mi3 3 a'lO:2\ asu'fl2 tutsefOs3 3| m&plylsu5flE1 1| 'plyl vwaja'Z:2 s#s'E
d&smto3 3|| &t[t]esi5bj1 1| &kala'f2 &lapov[#]'bi:z2\ &dyn'se ase&ztsj3 3|| &l#s'lEj2
s#m'ta2 a'lO:2\ dlsjEl3 3| l&vwaja'Z:2 kio&budm'm2 &km'sE a[a]vwa5So1 1|
&#tia3 3 smto3 3|| &st'si kla'bi:z2\ &dYk'nEt[#] k#ls'lEj2 &tlplyfO:3 3 ded3 3||
tae'me21 stis'twa:2| ty&vlae't:d21|||)
Pronuncia francese "mediatica&, parigina
4.5.2.3. (l'bi; z%s;'lE,2\ s#&_is%py;'te2 %a;'\%:2| &pe%t;'d_2 'la %km'lP:tx2| &t#%py;f:3 3| &lsi[l]'vi; &s%v;'se2 a&v%,;\@:3 3| &vl'pe d&s%m;tP3 3|| le&dzd%v's:2 &de%si;'dE:3 3 %t;'l:2| #s&dek'e %va;5@:2 2| %s#;'i2 i%p#;'m,e2 pv,a'de l&if%P;te3 3||
%l;'bi:z2 %s#;mi3 3 %;'l:2\ %s%;'ft2 t%t%se;fs3 3| m&pys%;5fe2 2| 'pyl v%,;'\@:2

4. francese

175

s#s'e d&s%m;tP3 3|| &ttesi;5b,a2 2| &%l;'fa2 &l%pP;v'bi:z2\ &_Y%n'se se&za%t;s3 3||


&l#%s;'lE,2 s#%m;'t2 %;'l:2\ %dsEl3 3| l&v%,;'\@:2 iP&b%da%m;'m_2 &km'se
[]v5/P2 2| &#%+i;3 3 s%m;tP3 3|| &sta'si %k;'bi:z2\ &_Yk'nEt #%s;'lE,2 &t%py;f:3 3 %de;d3 3||
+e;'me21 s%+is't#:2| +y&vle;'t_:dx21|||)
Pronuncia meridionale: marsigliese
4.5.2.4. (la'bi; zelso'l;j2\ s&dispy'te2 ~'u;r2| &pretn'da2 'l# kom'l;tr+2|
&t[r+]lply'f;r3 3| &lorski[l]'vi;r+ &savn'se2 M&vwaja'#;r3 3| &aMvlo'pe dn&somn'to3 3||
le&d[z]adver's;r+2 &desi'd;r3 3 ta'l;r[s]2| ks+&redekla're vek#;r2 2| s'li2 ki&lpr+'mje2 parvjen'dre al&lifro'te3 3||
la'bi;z2 s'mi3 3 a'l;r[s]2\ 2asu'fle2 d&tutse'frs3 3| &meply&lsufle2 2| 'ply lvwaja'#;r2 sse're dn&somn'to3 3|| &tntesibje2 2| &kala'fen2 la&pvr+'bi;z2\ dy&r+non'se
ase&zentn'sjo3 3|| &lso'l;j2 smon'tra3 3 a'l;r[s]2\ &dnl'sjl3 3| el&vwaja'#;r2 kio&budemo'ma2 &komn'se a[a]vwaro2 2| &r+ti'ra3 3 somn'to3 3|| &seten'si kla'bi;z2\ &dyr+ko'nEt[r+] k&lso'l;j2 e&telply'f;r3 3 ded3 3||
tae'me21 stis'twa;r+2| ty&vlaren'tandr+21|||)
Pronuncia canadese
4.5.2.5. (l'bIi zs'lEj2\ s+&QIsp'tE2 }J'\UuR2| &petA'dA2 'l}J km'loUt52| &t+p'fOR3 3| &lsi'vIi &svA'se2 }&vwj'\#R3 3| &vl'pe d&smA'to3 3|| le&dzdv'sER2
&desi'dER2 t'lOR2| +s&dek'Re ve#R2 2| s+'i2 Ip+'mje2 pRvje'dRE l[+]&ifRoU'te3 3||
l'bIiz2 s+'mi3 3 'lOR2\ s'ft2 t.tse'fOs3 3| m&pysfE2 2| 'pYl vwj'\#R2 s+s'RE
d&smA'to3 3|| &t[t]esibje2 2| &l'fe2 &lpoUv'bIiz2\ &QYRn9'se se&ztA's93 3|| &l+s'lEj2 s+m9't3 3 'lOR2\ d'sEl3 3| l&vwj'\#R2 io&budJm'mA2 &kmA'sE []vw/o2 2| &R+qi'R3 3 smA'to3 3|| &ste'si k'bIiz2\ &QYk'nEt +s'lEj2 &tp'fOR3 3
dedY3 3||
qe'me21 sqNs'tR2| qy&vlReA'tAd521|||)
Pronuncia italiana del francese
4.5.3. (la'bi zelso'lEi2 se&dispju'tE2 ~'Zu:r2 pRetan'dan:$2 'lE km'lOt:R$2 'EtR$ leplju'fO:r23| &lRskil'vi:r2 savan'se M&vwaja'ZE:r2 aM&velop'pe dan&somman'to23| le'de [z]adveR'sE:r2 desi'dE; ra5lO:r12| &kese'rE dekla're2 ve5kE:r12| se'lwi ki&lepRe'mje2 paRvjen'drE2 ale'lwi
fRo'te23|

176

manuale di pronuncia

la'biz se'mi a'lO:r2 asuf'fle de'tut$ se'fOr:s$23| 'mE2 'plju lsuf5flE12| 'plju le&vwaja'ZE:r2 seseR'rE dan&somman'to23| &tanesi'bjE:2 kala'fEn:2 la'pOvR$ 'biz:2 'dju Renon'se ase&zntan'sjOn:23| leso'lE;i2 semon'tra2 a'lO:r2 &danle'sjEl:23| &ele&vwaja'ZE:r2 kio'bu dmmo'ma2 koman'sE aavwaR5So12| &Reti'ra somman'to23| &sten'si2 kela'biz:2 dju&Rekon'nEtR$ ke&leso'lEi2
e&tleplju'fO:r23 de'de23||
tjuae'me21 sttis'twa:r2| tju've laRean'tan:dR$21|||)
Appendce: ulteriori accenti
4.6.0. Aggiungiamo alcune informazioni ulteriori: sull'accento parigino manierato, in forma di fonosintesi; e sulle varianti parigine delle banliS, rispetto al
parigino mediatico ( 4.4.2.1-2 4.5.2.3); inne, su varianti canadesi (
4.4.4.1-5 4.5.2.5). Si possono vedere anche le fonosintesi nell'FTN/MaF per
quanto riguarda il francese acadiano (acadien Canada orientale, 21.10) e il cadien cajun (della Louisiana, 21.16).
Parigino manierato
4.6.1. Si tratta dell'accento che si pu sentire da rappresentanti dell'aristocrazia e dell'alta borghesia, ma che non ha grande apprezzamento, di solito. Diamo le
realizzazioni vocaliche e intonative, che vanno confrontate, attentamente, con
quelle neutre (e, magari, anche con le altre).
In generale, l'articolazione ha minore tensione del normale, soprattutto in pro/i/ (i{:}, I)
/y/ (y{:}, Y)
/e/ (e), // ({:})

/u/ (u{:}, U)
// ({:}), /o/ (o{:})
/O/ (O{:}, )
// ({:})
( ('a, a, a, wa))

/E/ (E{:}, ), /, ^/ ({:})


// ({:}, #), // (#)
/a/ ('A, 'A0, a', )
/ / (2 2 ' 2 2 ' 2 2 2)

/./ (% 2 3)

/ / ( 2 2 ' 2 2 ' 2 2 2)

/?/ (2 2 1)

/& / (& 1 1 5 2 2 2 2 ' 2)

// (2 5 1 1)

/ / ( 1 1 5 1 2 ' 2 2 ' 2)

/,/ (% ' 2)

/ / ( 2 2 ' 2 1 ' 2 1 2)

4. francese

177

tonia, che ha pure una velocit superiore alla media, di solito, contrariamente a
quanto avviene in tonia, che presenta anche un allungamento del contoide iniziale della sillaba tonica (cio: accentata in tona), ('0:), e pure per le V spesso, si ha
uno sdoppiamento, in tonia, che s'aggiunge all'eventuale durata normale: (, ;,
:) = (, ;, :); l'intonazione ha le caratteristiche date nei tonogrammi; l'enunciazione parecchio enfatica, con espansioni parafoniche.
In generale, le V sono un po' pi arretrate di quelle neutre (specie le anteriori e
le posteriori, come anche l'approssimante /w/ (w), invece del neutro ()), e si pu
mantenere /E:/ della pronuncia tradizionale; inoltre, per /a/, si ha ('A, 'A0, a', )
(ma spesso si ha (a) pure in ('a, a, a, wa)); /, ^/ sono (); /K/ () (e (), per
(, , X)), spesso /t, d/ = (4, 7) e /l/ = (). In sillaba non-accentata, per /p, t, k f, s,
S/ abbiamo (p, , k , s, S); si mantengono /N, j/ (N, ,); non si hanno (+, _ , ), ma
(4, 7 , ).

Varianti del parigino delle "banlieues&


4.6.2. Rispetto al parigino mediatico, le dierenze vocaliche maggiori riguardano: / ^, , / ( , ); /O/ (,, ); /EK, K, OK/ con timbro intermedio, anche in sillaba accentata, (, #, ); /a/ (), in tutti i contesti, e /A/ (, ), compresi
i passaggi /wa/ (, ), spesso anche /aK/ (:) >ar[C], molto spesso /aj/ (:,),
ma ('s) -ation L'allungamento della V pretonica meno marcato o meno sistematico: (%') (o anche (%')), invece di (%;').
/i/ (i[:], I)
/y/ (y[:], Y)
/e/ (e), // ()
/E/ (E, , [:])
// (), // (@, , [:])
/a/ ([:])
/, ^/ ([:])

/u/ (%[:], T)
/o/ (P), // ([:])
// ([:], [:])
/O/ (,[:], , [:])
/A/ ([:], )

Varianti del canadese


4.6.3. Oltre a quanto abbiamo gi dato ai 4.4.4.1-5 4.5.2.5, aggiungiamo
delle varianti, sia pi marcate (, , ) che meno marcate (): /e, , o, A/ (ee',
', PP', AA'); /wA/ (w, w, w) ("dialettale& (w)}; pure "dialettale&
/EK0/ = /aK0/; /u/ (, , , P, P), /O/ (, , ). Osserviamo l'impiego di (, T, ) (notevolmente centralizzati), indipendente dal moderato avanzamento sistematico dei fonemi posteriori (di tipo "&). Indichiamo anche la resa
velo-uvulo-postalveo-labiata di /K/ (= (<)) e la sua "vocalizzazione& tramite (, +,
P , , ) (come ultimo elemento, alla ne dei dittonghi e trittonghi dati), in
/iK, yK, uK EK, K, OK aK/, nel primo vocogramma (che saranno trattate ed esemplicate nel volume in elaborazione, indicato nella bibliograa). Naturalmente, i

178

manuale di pronuncia

vocogrammi saranno meno aastellati e pi numerosi, per mostrare meglio le varie peculiarit (qui non stato possibile collocare la variante (OP) di /O(:)0/).
Negli accenti rurali, e soprattutto per parlanti meno giovani, /S, Z/ (/, \) hanno diverse realizzazioni peculiari e marcate, oltre a (S, Z): (, S, q , ', h, ', H).
Popolarmente, davanti a V arrotondate, /f/ = (). I francesi possono avere dicolt a capire il francese canadese, specie se l'accento molto marcato e popolare.
/i(:)K/ (Ii<, Ii), /i/ ()
/y(:)K/ (Yy<, Yy+), /y/ (T)
/E:0/ (), /E'/+/v, z, Z, [v]K/ (e)
/E(:)K/ (R, <, )
/(:)0/ (#), /'/+/v, z, Z, [v]K/ (#)
/(:)K/ (R, #<, #)
/a/ (a), /a(:)K/ (<, )

/u(:)K/ (Uu<, UuP), /u/ ()


/O(:)0/ (0),
/O'/+/v, z, Z, [v]K/ (o)
/O(:)K/ (R, <, )
/A/ (A, A0, )
/A(:)K/ (<, )
/u/ (, , , P, P)

// (, / a3), /^/ (^})


/E/ (), /E:0/ (, a)
/a(:)0/ ()
// (, , As0, _, )

// (9)
/O/ (, , +, , )
/O(:)0/ ()
/A(:)0/ (, , )

5. Tedesco
5.0. Presentiamo il tedesco neutro moderno di Germania. In sguito ( 5.4.1),
daremo sinteticamente anche l'accento "mediatico& (: radiotelevisivo) della Germania nordorientale (cio l'ex Germania Est, ex ), che dierisce solo per alcune sfumature; daremo pure l'austriaco ( 5.4.2), lo svizzero ( 5.4.3) e quello altoatesino ( 5.4.4), anche con alcune indicazioni decisamente non-neutre, scelte
(per la loro frequenza e diusione) tra quelle che faranno parte d'una monograa
specica, che tratter pi dettagliatamente anche i vari accenti regionali del territorio tedescofono.
Vocali
5.1.1. La f 5.1 d le articolazioni vocaliche del tedesco neutro moderno, che presenta sette coppie in opposizione di durata fonemica in sillaba accentata, coll'aggiunta importante d'una dierenza anche timbrica (tranne che per /a, a:/, per le
quali la dierenza timbrica , ormai, regionale). Come si vede anche dalla f 5.1, le
vocali lunghe sono realizzate da vocoidi pi chiusi, e la trascrizione fonemica moderna tiene, ovviamente, conto di questa caratteristica: /i:, I e:, E a:, a/, /y:, Y :,
/, /u:, U o:, O/. Rispetto a /e, o/ dell'italiano, /e:, o:/ tedeschi sono senz'altro pi
chiusi e, a volte, per questo motivo, possono essere scambiati addirittura per /i, u/
italiani.
A questi, va aggiunto un altro "scomodo& fonema lungo, /E:/, che s'oppone sia
a /e:/ (per il timbro), sia a /E/ (per la sola durata); frequentemente si confonde con
/e:/, soprattutto al Nord, ma non una pronuncia consigliabile come neutra, tanto pi che la graa l'indica per bene; per una pronuncia neutra moderna, la realizzazione pi indicata quella intermedia, (:), infatti, nella f 5.1, le altre varianti
sono date separate.
f 5.1. Monottonghi tedeschi.
/i:, i/ (i:, i), /y:, y/ (y:, y)
/I/ (I), /Y/ (Y)
/e:, e/ (e:, e), /:, / (:, )
/E:/ (:, ;) {(E: e: e;)}
/E/ (E, ), // (, #)

/u:, u/ (u:, u)
/U/ (U)
/o:, o/ (o:, o)
// (, , , )
/O/ (O, )
// () { ()}

/a/ (a), /a:/ (a:)

C' poi il tipico fonema non-accentato, // (), che, vicino a /K/, ha un'altra realizzazione: () (/K, K/ (, ), tranne che per /K/ () nale di parola), e in sil]

180

manuale di pronuncia

laba caudata in /K/ (come si vedr, sbito dopo gli esempi), dove abbiamo, in realt, // (); anche se proviene da //K//).
Vediamo, allora, alcuni esempi: ('mi:t) /'mi:t/ Mte ('mIt) /'mIt/ Mitte
('ve:k) /'ve:k/ Weg ('vEk) /'vEk/ weg ('Sta:t) /'Sta:t/ Staat ('Stat) /'Stat/ Stadt ('hy:t)
/'hy:t/ Hte ('hYt) /'hYt/ Htte ('h:l) /'h:l/ Hhle ('hl) /'hl/ Hlle Inoltre, (': 'E:-) /'E:K/ hre ('e:) /'e:K/ Ehre e ('th:l 'thE:-) /'tE:l/ Tler ('thEl)
/'tEl/ Teller e, inne, ('zOn) /'zOn/ Sonne ('thUk) /g'tKUk/ getrunken
('a:d) /g'Ka:d/ gerade ('Unz) /'UnzK/ unsere ('Unz) /'UnzK/ unserer
L'ultimo esempio (come anche uno precedente: Tler] mostra () // -er che pi
tradizionalmente fonemizzato come //K// (e perno //r//); ma // pi conveniente, giacch la realizzazione pi normale e pi frequente tramite l'approssimante uvulo-faringale intenso ("sillabico&) (); pur vero che si pu avere anche
la "vocalizzazione& () (simbolo senz'altro pi adatto di "()&, che pur si trova in
varie pubblicazioni), mostrata con un segnale bianco tratteggiato (f 5.1); ma non
ricorre sistematicamente, giacch, pi spesso, si ha (), o anche (1, &); eventualmente, anche qualcosa come ((, , )), cio un vocoide postero-centrale con
tracce del contoide indicato, pi che un puro e semplice vocoide.
5.1.2. Aggiungiamo che, in sillabe non-accentate, /E, , O/ si realizzano pi chiuse (, #, ) ( f 5.1): (nt'SUldIgU,) /Ent'SUldIgU/ Enuldigu (k'tho:b)
/Ok'to:b/ Oktober ('phk#lt) /'pKklt/ Prklt Inoltre, le trascrizioni, anche
fonemiche, in sillabe non-accentate, comprendono pure /i, e y, u, o/: (&miko'fo:n) /mikKo'fo:n/ Mikro#on (&eali'th:t -E:t) /Keali'tE:t/ Realitt (&yna'mi:t) /dyna'mi:t/ Dynamit (&kolo'gi:) /kolo'gi:/ kolog (&uni&vzi'th:t -E:t) /univEKzi'tE:t/ Universitt (&fonolo'gi:) /fonolo'gi:/ Phonolog va sbito detto che, in pronuncia corrente o familiare, /i, e y, u, o/ non-accentati passano facilmente a /I,
E Y, U, O/ (I, Y, # U, ) (tranne che se nali di parola): (&mIk'fo:n, &alI'th:t {-E:t}, &Yna'mi:t, &#kl'gi:, &UnI&vzI'th:t {-E:t}, &fnl'gi:), e (nt'SUldI&gU,, n-), ma: ('Umi) /'gUmi/ Gummi ('zi:mi&le, -I-) /'zi:mile/ Simile ('pha:ty)
/'pla:ty/ Platy ('qhe:bu) /'qe:bu/ Zebu ('mEksi&ko, -I-) /'mEksiko/ Mexiko
Per /a, a:/ non-accentate, il neutro moderno non ha problemi, perch c' sempre (a): (a'ga:v) /a'ga:v/ Agave (a'me:i&ka, -I-) /a'me:Kika/ Amerika ('a:fi&ka,
-I-) /'a:fKika/ Afrika (&afi'kha:t, -I-) /afKi'ka:t/ Arikate invece, in certe trascrizioni del neutro tradizionale, si possono incontrare degli "/A/&, in qualche modo
corrispondenti a "/A:/&, ma senza troppa uniformit tra dizionari diversi: (a'ga:v,
A'gA:- a'me:i&ka, A'me:i&kA, -I- 'a:fi&ka, 'A:fi&kA, -I- &afi'kha:t, -A:t) (tranne
che per alcune forme straniere, il d, sistematicamente, /A/ per le grafosillabe non-caudate {"strano& criterio, a dire il vero}, mentre i Langenscheidt, che ancora usano /A:/, mettono /a/).
5.1.3. La f 5.2 mostra i dittonghi del tedesco neutro: tre basilari e due secondari
(in grigio, usati in parole inglesi entrate in tedesco). La loro durata neutra, sia in
sillaba accentata che non-accentata, sempre intermedia tra quella breve (('al)
/'al/ alle) e quella lunga (('a:l) /'a:l/ Ahle); i tre genuini sono (ae, ao, OY) /ae, ao,
OY/ (spesso, male rappresentati come "/ai, au, oyoi/&): ('aen) /'baen/ BRn ('ae-

5. tedesco

181

l) /'ael/ Eile ('mae) /'mae/ MP ('aom) /'baom/ BQm ('aog) /'aog/ Auge
('thao) /'tao/ TQ ('lOYt) /'lOYt/ lTten ('OYl) /'OYl/ Eule ('nOY) /'nOY/ nS i due
aggiuntivi, in grigio, nella pronuncia pi spontanea, conuiscono in /e:, o:/ (ma
dipende anche dalle parole e dai parlanti): ('le:di, 'lIdi) /'leIdi/ Lady ('e:, 'I)
/'geI/ gay (&no:'hao, &nU'hao) /noU'hao/ Know-how ('So:, 'SU) /'SoU/ Show
In bianco tratteggiato, sono dati anche due dittonghi possibili, per /ae, ao/, nelle forme ridotte ( 5.3.1), (e, o), come in: (en) /aen/ Rn (os) /aos/ Qs (anche (Y) /OY/: (Y) /OY/ S>). Il segnale per () vale anche per forme ridotte con
/a/, come variante possibile: (s) /das/ das stato collocato, appositamente, non
nel vocogramma dei monottonghi (f 5.1), anche per non creare confusione con l'uso, abbastanza diuso, ma a dire il vero poco consigliabile, di "()& per indicare i nostri (, ) (o, eventualmente, (), per cui si veda la f 5.1 e la prima parte del
5.1, nonch la seconda del 5.2).
f 5.2. Dittonghi tedeschi.

/eI/ (e:, I)

/ae/ (ae) {(e)}

/oU/ (o:, U)
/OY/ (OY) {(Y)}
{/a/ ()}
/ao/ (ao) {(o)}

5.1.4. In parole d'origine francese in uso in tedesco, con V nasali, pi normalmente si hanno i timbri regolari (secondo l'accento) di /E, , a, O/, seguti da //:
('thE) /'tE/ TRnt (pha'f) /paK'f/ Parfum (a'sab) /a'sab/ Ensemble
('bO) /bO'bO/ Bonbon (e si pu avere anche assimilazione, come in (an'samb, m'bO)); in pronuncia pi attenta, i vocoidi sono anche nasalizzati: ('th,
pha'f^, 'sb, 9'b).
E, in pronuncia ancora pi attenta, ma meno frequente, si possono avere delle
V nasali, lunghe (o semilunghe) se accentate, brevi se non-accentate, senza nessuna N\ ('th:, pha'f^:, 's:b, 9'b:); per parole in -on e -an frequente anche la
pronuncia completamente germanizzata, con /o:n, a:n/: (al'khO, -o:n - -:)
/bal'kO, -o:n/ Balkon (e'kha, -a:n - -:) /e'kKa, -a:n/ Ekran. Le parole con
/a/, possono avere timbri pi vicini a quelli francesi, quando c' la nasalizzazione:
('s:b, 's:b, 'sb, 'sb), ('Sans[], -a-, --, --, -:-, -:-) /'Sas[]/
ance (in parole come questa, // pu cadere).
Consonanti
5.2. La f 5.3 mostra le articolazioni consonantiche necessarie per una buona pronuncia tedesca, comprese le varianti tassofoniche. Gli esempi mostreranno anche
la desonorizzazione (che, qui, segnaliamo semplicemente) degli occlusivi sonori,
dopo pausa o dopo C non-sonora, e dei costrittivi sonori, solo dopo C non-sonora.

182

manuale di pronuncia

Le f 1.9-15 danno, invece, gli orogrammi, raggruppati per modi d'articolazione, di tutti i contoidi dati nei capitoli di questo volume, anche come varianti secondarie, occasionali, o regionali, per le 12 lingue trattate.

(n) n
m (M)
F pb
47
q
c

(6) f v
_
s z
S Z

([)

(R) l

(~)

()

kg
(,) /x/
/j/

laringali

uvulo-faring.

uvulari

velari

palatali

prepalatali

postalveo-palato-prolabiati

alveolari

dentalveolari

dentali

labiodentali

bilabiali

f 5.3. Tabella delle consonanti tedesche.

(,)
()
(X )
() h

/K/
()
+(, , n) /, / (, , , , , ? :, !, , , , /, , |, ) ( f 1.9.1)

Nasali
5.2.1.1. Ci sono tre fonemi per questo modo d'articolazione, /m, n, /, con un
certo numero di tassofoni per assimilazione ((m) e (m, M, n, n, ~, , ,) e (, ,)):
('man) /'man/ Mann ('hEmt) /'hEmt/ Hemd ('ve:m) /'ve:m/ wem ('naen) /'naen/
nRn (k'ni:) /k'ni:/ Kn ('qhe:n) /'qe:n/ zehn ('thIk) /'tKIk/ trinken ('am&bi;t) /'anbi:d/ anbten ('fYMf) /'fYnf/ fnf ('Uns) /'Uns/ uns (a rigore (('Us)), ma
basta (n)), (i'thant) /di'tant/ d Tante (a rigore ((i'4han4))), ('vYnS) /'vYnS/
wn(en, (khn'a:d) /kOn'Ka:d/ Konrade, ('mY~) /'mYn/ Mn>en ('an)
/'an/ aeln ('lEst) /'lEst/ l ('lE) /'lE/ ler ('zI) /'zI/ sien
('qhU) /'qU/ Zue ('dIU,) /b'dIU/ Bediu ('qhaetU,) /'qaetU/ ZRtu ('qhaetU,?) /'qaetU/ ZRtuen (Per /U, U/ abbiamo (U,, U,?).)
Si noti, inoltre, che la sequenza /nj/ come pure /lj/ ha due realizzazioni diverse (in sillaba accentata), a seconda che gli elementi siano tautosillabici (dopo /:/)
o eterosillabici (dopo //): ('li:n,) /'li:nj/ Lin (Sam'pha~,) {((-a~-,))} /Sam'panj/ ampagner.
Nella composizione lessicale, come anche per il presso negativo un-, in pronuncia lenta attenta, si cerca di mantenere (n), mentre correntemente si ha l'assimilazione al punto d'articolazione del C che segue.
Come compromesso eettivo, qui mostriamo che si pu avere anche un'articolazione che mantiene il contatto apicale, ma che aggiunge una coarticolazione secondaria (senza contatto pieno), che : bilabiale, (), labiodentale, (), velare, (n):
('Um&bndI, 'U-) /'UnbEndI/ unbndig ('UM&vIkI, 'U-) /'UnvIKklI/ unwirkli> ('Ug&e;gt, 'Un-) /'UngKe:gt/ ueregelt Ritroveremo un paio di questi fo-

5. tedesco

183

ni anche come intensi, (/, ), fra poco.


Negli altri casi, con coarticolazioni meno diverse, l'assimilazione (spesso, giudicata meno raccomandabile, su pure basi grache e morfologiche) sfugge maggiormente e, quindi, viene applicata in modo spontaneo, anche se inconsapevole.
5.2.1.2. Considerando anche due fonemi nasali intensi, /, / (invece di //m,
n//), arriviamo a cinque, sempre con tassofoni vari (() per //, e (, , , , ,
?) per //) ('a:t) /'a:t/ Atem ('zi:b) /'zi:b/ sben ('ne:m) /'ne:m/ nehmen
('Saf) /'SaKf/ (arfen ('hOs) /'hOs/ Hoens ('khaq) /'kaq/ Kaen
('u:d) /'du:d/ Duden (a rigore (('u:7~))), ('phanc) /'panc/ panen ('ap&En) /'apbKEn/ abbrennen ('m:+ 'mE:+-) /'mE:t/ Md>en ('fi:g) /'fli:g/
gen ('za:g) /'za:g/ sagen ('qhaetU,?) /'qaetU/ ZRtuen ('I) /'bKI/
brien ('vI?, -, -I,, -In) /'vIK/ wirren ('qha:l) /'qa:l/ zahlen ('e:) /'ge:/
gehen
Si noti, per, che ci sono dei casi nei quali i nasali intensi sono meno favoriti, come risulta da forme quali ('Inddn) /'bInddn/ bindenden (con sequenze teoriche
di (M), ('Indd), possibili nel parlato pi veloce ma, soprattutto, non in tonia).
Come si vede, pi conveniente distinguere tra /M/ e //; basta sapere che, se
la pronuncia si fa pi lenta o pi sorvegliata, si passa facilmente a (), e a (n): da
('zi:b, 'za:g) a ('zi:b, 'za:g) e ('zi:bn, 'za:gn), e da ('qha:l, 'e:) a ('qha:ln,
'e:n). Generalmente, per, tranne che in tonia, forme come gehen spesso, divengono anche ('e:n).
5.2.1.3. Nel paragrafo precedente, abbiamo indicato ben sei tassofoni per i due
fonemi nasali intensi, /, /. A prima vista, potrebbero sembrare eccessivi; per,
considerando concretamente la realt fonetica, si vede che solo in trascrizioni abbastanza approssimative vi si potrebbe rinunciare. E, non certo per complicare "inutilmente& le cose, a rigore, ne potrebbero servire almeno altri nove\ (:, !, , ,
, /, , |, ). (Sempre, oltre al dentalveolare ((~)), per il quale, l'uso del semplice
(), non fuorviante, come in (&aen'gu:t 'thak) ((&aen'gu:4~ '4hak)) /aen'gu:t 'tak/ Rnen guten Tank.)
Ma visto che, in questo caso, sono esempi reperibili esclusivamente in brani continui, di frasi eettive, ne mostreremo solo qui i simboli (e fra parentesi quadre
doppie, che indicano una precisione, oggettiva, ma forse meno pressante). Si
tratta di sequenze in cui /, /, oltre alla C tautosillabica che li precede, /0M/,
determinano il loro punto d'articolazione esatto, (, , , , , ?), proprio come
negli esempi visti sopra; e c' anche l'inusso della C iniziale della sillaba seguente, per il fenomeno di coarticolazione, che (in modo pi o meno evidente, a seconda dei punti d'articolazione interessati) c' ogni volta che due foni vengono in contatto fra di loro, sempre per rendere la pronuncia pi uente e naturale (non, certo, per complicare la vita ulteriormente!).
Dei casi tassofonicamente eettivi del tedesco, dopo avere sperimentato tutte
le possibilit, emerso che i seguenti meritano menzione ed esemplicazione, in
quanto, se non venissero applicati, il risultato sarebbe davvero una forzatura articolatoria.

184

manuale di pronuncia

5.2.1.4. Per ragioni pratiche, cominciamo da /0/ (0), vediamo che, quando
i fonemi che seguono sono labiodentali (/, f, v/), la coarticolazione di () e (,
f, v) fa produrre un nasale intenso bilabiale labiodentalizzato ((:)): (('zi:b: 'he:7)) /'zi:b 'e:Kd/ sben Pferde (('zi:b: 'fE4)) /'zi:b 'fEt/ sben Vetter (('zi:b: 'va:g)) /'zi:b 'va:g/ sben Wagen
Quando /0/ (0) seguto da C laminali, /t, d, q, z, n, l/, abbiamo il bilabiodentalveolare ((!)): (('zi:b! '4ha:g)) /'zi:b 'ta:g/ sben Tage (('zi:b! '7e:&mak))
/'zi:b 'de:maKk/ sben DM (('zi:b! 'qhIm)) /'zi:b 'qIm/ sben Zimmer (('zi:b!
'nE4)) /'zi:b 'nEt/ sben N>te (('zi:b! 'lEn7)) /'zi:b 'lEnd/ sben Lnder
Inne, per /0/ (0) + /k, g, K/, troviamo il nasale intenso bilabiale velarizzato (()): (('zi:b 'khaq)) /'zi:b 'kaq/ sben Kaen (('zi:b 'gE)) /'zi:b 'gE/ sben Ge (('zi:b ':7 'E:-)) /'zi:b 'KE:d/ sben Rder
5.2.1.5. Per quanto riguarda il caso di /0/ (0) -em (che non derivato per
assimilazione, ma originario, per //0m//), ci sono tre gruppi che richiedono un
po' d'attenzione; infatti, per /0/ (0) + /, f, v/, troviamo il labiodentale ():
(mIt&i;z'he:t) /mItdi:s'e:Kt/ mit dsem Pferd (In&di;z'valt) /Indi:z'valt/
in dsem Wald
Per /0/ (0) + /t, d, q, z, n, l/, ancora una volta, c' il bilabiodentalveolare
((!)): ((qhu&7aen!'qhIm)) /qudaen'qIm/ zu dRnem Zimmer ((bae&7i;z!'lIt))
/baedi:z'lIt/ bR dsem Li>t Per /0/ (0) + /k, g, K/, c' il velobilabiale
(()): ((fo&maen'khO)) /fo:Kmaen'kO/ vor mRnem Ko ((mI4&aen'I))
/mItdaen'KI/ mit dRnem Ri
5.2.1.6. Per /0/ (0) + /p, b, m/, abbiamo, per la terza volta, il bilabiodentalveolare ((!)): (('u:4! 'phaes)) /'gu:t 'pKaes/ guten PrRs (('u:4! 'bal)) /'gu:t 'bal/
guten Ball (('u:4! 'mOg)) /'gu:t 'mOKg/ guten Morgen
Per /0/ + /, f, v/, abbiamo l'alveolare labiodentalizzato ((/)): (('u:4/ 'hle:g)) /'gu:t 'le:g/ guten Peger (('u:4/ 'fa)) /'gu:t 'fa/ guten Fa (('u:4/
'vaen)) /'gu:t 'vaen/ guten WRn Per /0/ + /k, g, K/, troviamo l'alveolare velarizzato (()): (('u:4 'khEl)) /'gu:t 'kEl/ guten Keller (('u:4 'gas4)) /'gu:t 'gast/ guten Ga (('u:4 'o:4&aen)) /'gu:t 'Ko:tvaen/ guten RotwRn
Inoltre, per /0/ (0) + /p, b, m/, abbiamo, di nuovo, il velobilabiale (()):
((&e;g'pho:l)) /ge:g'po:l/ gegen Polen ((&e;g'bElg,, -j)) /ge:g'bElgj/ gegen
Belgn ((&e;g'mEksi&ko)) /ge:g'mEksiko/ gegen Mexiko
Per /0/ (0) + /, f, v/, troviamo il velare labiodentalizzato ((|)): ((&e;g|'han4)) /ge:g'ant/ gegen Pfand ((&e;g|'fak&ae)) /ge:g'fKakKae/ gegen
FrankrR> (('e:g|&va4)) /'ge:gvaKt/ Gegenwart
Per /0/ (0) + /t, d, q, z, n, l/, abbiamo il velare dentalveolarizzato (()): (('e:g&4hael)) /'ge:gtael/ GegentRl ((&e;g'7ae)) /ge:g'dKae/ gegen drR ((&e;g'qhae)) /ge:g'qvae/ gegen zwR ((&e;g'zEks)) /ge:g'zEks/ gegen se7 ((&e;g'nOYn)) /ge:g'nOYn/ gegen nSn (('e:g&laes4U,)) /'ge:glaestU/ GegenlRu
5.2.1.7. Nel caso di /0/ (0) + /, f, v/, ovviamente, le cose non cambiano:
(mt'Saf 'fo:tos) /mIt'SaKf 'fo:tos/ mit (arfen Fotos ugualmente, per /0/ (0)

5. tedesco

185

+ /t, d, q, z, n, l/: (mt'Saf 'qh:n 'qhE:-) /mIt'SaKf 'qE:n/ mit (arfen Zhnen
Invece, per /0/ (0) + /k, g, K/, abbiamo il labiodentale velarizzato (()):
((mt'Saf 'khI)) /mIt'SaKf 'klI/ mit (arfen Klien
Per /0/ (0) + /p, b, m/, troviamo, per la quarta volta, il bilabiodentalveolare
((!)): (('m:+!&pnz,o&na;4, -a-, --, --, -s,- 'mE:+-)) /'mE:tpenzjona:t, -a-, -sj-/ Md>enpensionat inoltre, + /, f, v/, abbiamo l'alveolare labiodentalizzato ((/)): (('m:+/&fOYntI 'mE:+-)) /'mE:tfKOYntlI/ md>enfrSndli> poi, + /k, g/, abbiamo
l'alveolare velarizzato (()): (('m:+&khas 'mE:+-)) /'mE:tklas/ Md>enklasse
Per /0/ (0?) + /p, b, m/, abbiamo, per la terza volta, il velobilabiale (()):
(('qhae4U &publi'qhi:?, -, -,, -n)) /'qaetU publi'qi:K/ ZRtuen publizren
Per /0/ (0?) + /, f, v/, troviamo ancora il velare babiodentalizzato ((|)):
(('qhae4U| f'khaof)) /'qaetU f'kaof/ ZRtuen verkQfen
Inne, per /0/ (0?) + /t, d, q, z, n, l/, ricorre, un'altra volta, il velare dentalveolarizzato (()): (('qhae4U 'le:z)) /'qaetU 'le:z/ ZRtuen lesen
In grammemi (e lessemi frequenti), come in Rn von ins uns dann (on
Montag, nel parlato corrente, non aatto raro che /n/ + /[0], [0]/ passi a (n,
n, ) (con nasalizzazione progressivamente maggiore, no alla scomparsa di /n/):
(Ins'khi:no, Is-) /Ins'ki:no/ ins Kino
Occlusivi
5.2.2.1. Ci sono tre coppie difoniche, /p, b t, d k, g/, con la peculiarit che, in
posizione nale di parola (e posnucleare, ma con alcune "curiosit& che vedremo),
ricorre solo l'elemento non-sonoro; inoltre, /p, t, k/, dopo pausa e in sillaba accentata (non preceduta da /s, S/ appartenente allo stesso lessema), sono "aspirati&. Inoltre, /t, d/ sono dentalveolari (a rigore, i simboli pi adatti sarebbero ((4, 7)), ma
suciente l'impiego di (t, d), a meno che non si voglia insistere particolarmente sulla sfumatura).
Ecco degli esempi: (pha'phi:) /pa'pi:K/ Papr ('phaq) /'plaq/ Pla ('SpE)
/'SpKE/ spre>en ('halp) /'halp/ halb ('apt) /'apt/ Abt (I'phak) /I'paKk/ i>
parke ('Unt) /'Unt/ und ('lu:p) /'lu:p/ Lupe ('Eb) /'Eb/ Ebbe ('It) /'bIt/ bitte
('tho:t) /'to:t/ Tod ('the:t) /'tKe:t/ treten ('Sta:s) /'StKa:s/ Strae ('laet) /'laet/
LRd (s'thIkt) /s'tKIkt/ es trinkt ('laed) /'laed/ lRder ('ak) /'dak/ danken ('khInt) /'kInt/ Kind ('khaes) /'kKaes/ KrRs (s'khi:no) /das'ki:no/ das Kino
({ae}k'nal) /{aen}k'nal/ (Rn) Knall ('bIg) /g'bIKg/ Gebirge ('I) /'gI/ gi
5.2.2.2. Ci che troppo spesso viene descritto come "aspirazione& degli occlusivi davanti a pausa, in realt, altro non che l'"esplosione& dei foni (che mostriamo solo qui, con ($)), non un'"aspirazione&, che cosa diversa: ('skalp$) /'skalp/
Skalp ('tha:t$) /'ta:t/ Tat ('khEk$) /'kEk/ ke$ C' chi arriva anche a indicare qualcosa come "('thaphth, 'Ythl)&, per ('thapt) /'tapt/ tappte ('Yt) /'KYtl/ rttle intendendo semplicemente alludere al fatto che la transizione da un occlusivo a un
altro, o a qualsiasi altro fono, pu essere udibile, cio "esplosa&, (('4hap$4$, 'Y4$));
ma non , certo, il caso di segnare tali cose.

186

manuale di pronuncia

Per assimilazione, in /pf, pv/, abbiamo (]) + /f, v/: ('a]&fal) /'apfal/ Abfall (diverso da () //) ('a]&e;t) /'apve:Kt/ abwerten Inoltre, come s' visto per /n/ (
5.2.1), anche /t, d/ s'assimilano alla C seguente: ('mIk&Ift) /'mItgIft/ Mitgi ('mIk&km) /'mItkOm/ mitkommen ('mIp&I) /'mItbKI/ mitbrien ('mIp&nS)
/'mItmEnS/ Mitmen( ('o:k&khaof) /'bKo:tkaof/ Brot kQfen ('o:p&I)
/'bKo:tbKI/ Brot brien abbiamo (+) in: ('m:+ 'mE:+-) /'mE:t/ Md>en
5.2.2.3. Inoltre, consideriamo: ('ap&aot) /'aplaot/ AblQt ('apa&ti;f) /'aplati:f/
Ablativ ('ap&u;f) /'apKu:f/ Abruf (at'Ep) /at'vEKp/ Adverb (&ati'a:l) /atmi'Ka:l/ Admiral ('Sto:f&aen) /'Sto:flaen/ StovlRn ('li:p&o;s) /'li:plo:s/ lblos ('e:k&o;s)
/'Ke:klo:s/ reglos ('m:kI) /'m:klI/ mgli> ('ni:tI) /'ni:tlI/ ndli> ('hantU,)
/'hantlU/ Handlu ('y:pI) /'y:plI/ bli> ('va:knIs) /'va:knIs/ Wagnis ma:
('laebnIq) /'laebnIq/ LRbniz ('e:dn) /'Ke:dn/ Redner ('e:gn) /'ge:gn/ Gegner
('va:gn) /'va:gn/ Wagner ('a:dl) /'a:dl/ Adler ('a:dlI) /'a:dlI/ adlig ('a:dlIg)
/'a:dlIg/ Adlige ('OdnU,) /'OKdnU/ Ordnu ('e:gl) /'Ke:gl/ Regler (zIg'na:l)
/zIg'na:l/ Signal (&zIgna'thu:) /zIgna'tu:K/ Signatur ('e:bn) /'e:bn/ ebne ('y:bI)
/'y:bKI/ brig
In eetti, in questo secondo gruppo di forme, le sequenze consonantiche sono
sonore perch appartengono allo stesso lessema (con eventuale caduta diacronica di
// -e-]\ reden gegen Wagen Adel Regel Orden eben ber mentre, nel primo gruppo, abbiamo combinazioni (evidenti oppure opache) con grammemi (pressi o
sussi), per cui consideriamo solo tre casi: Ab-[lQt] [b]-li> da ben e [Wag]-nis
Le parole d'origine dotta e straniera mantengono, generalmente, l'occlusivo sonoro davanti a sonanti: /bl/ Double moblren Problem publik Republik sublim
Tablett Variable /bK/ Algebra Fabrik Kabrio Kobra Libretti Soubrette Vibration Zebra per /bK, pK/ Abrasion Abrasit e /pK, bK/ abrupt /dK/ Adresse Hydrant Madrider Madrigal Melodrama Quadrant
Altri casi: /gm/ Dagmar Dogma Egmont Fragment Magma Paradigma Phlegma Pigment Pragmatik Pygme Segment Sigma Stigma /gn/ Agnoiker Diagnose ignorren indignrt kognitiv Magnat Magnol Magnus Physiognom
prgnant Stagnation e /gn, n/ inkognito Magnesit Magnesium magneti( Signal signikant /gl/ eglomisren Hrogly#e Iglu Neglig e /l/ eli( Jli
lli( e // Sile /gK/ agrari( Agronom Allegro Diagramm Emigrant
Migrne Regress Saria Telegraf
Per, abbiamo: /tm/ Admiral Kadmium Inoltre: /p, b/ Abort [= Abtritt] aboral abortren e /kn, gn/ ErRgnis nonostante /kn/ Befugnis Wagnis ZSgnis
5.2.2.4. Dagli esempi forniti, s' visto che in tedesco c' anche l'occlusivo "glottale& (oppure, "colpo di glottide&; ma meglio: occlusivo laringale), (): (&yb'al,
&Y-) /y[:]b'al/ berall ('Ok) /g'OKk/ Georg (pi frequentemente, ('e:k)
/'ge:OKk/), ('ael) /b'ael/ beRlen (the'a:t) /te'at/ Theater (f'aen) /f'aen/
VerRn ('vael []I'aos&abaet) /'vael I'aosaKbaet/ wRl i> QsarbRte ('Is 'aoX
&aen[]'a) /'Is 'aox aen'a/ iss Q> Rnen Ael
Questo fono precede ogni V iniziale di sillaba (quindi, senz'alcuna C davanti,
sempre nella stessa sillaba), accentata o no, in lessemi o grammemi, anche nella

5. tedesco

187

frase; pi notevole dopo pausa e in sillaba accentata; se la pronuncia si fa pi rilassata, pu mancare solo in sillaba completamente non-accentata (qui indicato con
([])), purch la composizione non sia evidente.
Come si vede, ricorre, inoltre, anche all'interno dei lessemi, nel contesto /'/
('), ma non pi se l'accento manca: ('af) /'af/ Ae ('ap&a;t) /'apa:Kt/ Abart
(f'aXt) /f'axt/ vera>ten ('aXt) /b'axt/ bea>ten (ds&avu'i:?, -, -n,
-,) /dEsavu'i:K/ desavouren (e'EMfazIs) /de'EmfazIs/ Deem#asis (ant'a:qidUm) /ant'a:qidUm/ Antacidum (&ant[]a'qhi:t) /anta'qi:t/ Antacid ('aos&le;z)
/'aosle:z/ Qserlesen ('mUnt&a;t) /'mUnta:Kt/ Mundarten abbiamo, quindi,
(thea'tha:lIS) /tea'tKa:lIS/ theatrali( ma (&thea-) solo in pronuncia un po' teatrale
Inoltre, si trova () pure se la V "profonda& o assimilata, come in () //, per
//K//, purch si tratti di nucleo sillabico iniziale: ({qhu}'fa:?, -, -n, -,)
/{qu}'fa:K/ [zu] erfahren
Per, abbiamo: (ae'nand) /ae'nand/ Rnander con sillabazione non morfemica, riconosciuta anche dalla nuova ortograa.
Altri esempi utili: (&'a&baet) /K'aKbaet/ erarbRten ('aof&Ste;U,) /'aofKSte:U/ Auferehu ('vi:d&o;b,, -n) /'vi:dKo:bn/ wdererobern ('lat&aes)
/'glataes/ GlattRs (la'ne:z&aes) /la'ne:zaes/ LaneseRs ('a&a;t) /'gaa:Kt/
Gaart ('qhOl&h;U,) /'qOlh:U/ Zollerhhu (khlo'a:k) /klo'a:k/ Kloake
(&ide'a:l) /ide'a:l/ ideal
5.2.2.5. L'esistenza di coppie come (f'aez) /f'aez/ verRsen (f'aez) /f'Kaez/ verrRsen potrebbe far pensare che () sia un fonema, //; ma non cos, anche perch pu esser omesso, come avviene generalmente in Svizzera, Alto Adige,
Austria e Baviera.
Pure nella parlata familiare neutra, si mantiene meglio in sillaba pienamente accentata: (i[]'gEnqU,) /di'gEnqU/ d Ergnzu ('StUm []Un'da, []n-, -'-)
/'StUKm Unt'dKa/ Sturm und Dra (&I[]'a&baet) /I'aKbaet/ i> erarbRte
Comunque, normalmente, non c' mai () davanti ai pronomi posverbali: ([I]'vaess) /I'vaess/ i> wR es ('le:zI, --) /'le:z[]I/ les' i> D'altra parte, in sillaba
semi-accentata nale, dopo V si pu avere, senz'altro: ('mIa&l, -&e;l).
assolutamente da evitare il banale errore (anche d'autori e redattori) di non
considerare () un "suono&, per il semplice fatto che non corrisponde a nessun grafema! Per fare bene fonetica, ci vogliono idee chiare, e soprattutto usare l'orecchio,
non l'occhio Perci, non si deve parlare d'"attacco vocalico&, per (), in opposizione all'"attacco aspirato&, (h), come, per esempio, in: (f'alt) /f'alt/ veralten (f'halt) /f'halt/ verhalten
Foneticamente, non sono diversi da (f'fal) /f'fal/ verfallen\ sono tutti (0),
anche se la trascrizione fonemica stessa non impiega "//&, ma solo per semplicit. In eetti, a scopi didattici, potrebbe essere pi utile, se gi per principio non
le s'aancasse la trascrizione fonetica. Per, se s'impiega un solo tipo di trascrizione, decisamente pi consigliabile segnare anche () o //, soprattutto nei casi pi
importanti.
Una variante possibile di ({:/0}, ) (, :, , 0): (&I'a&baet, &I'-),
(&I0'a&baet, &I'a-) /IK'aKbaet/ i> erarbRte (I'ant&t), (I'act-) /I'ant-

188

manuale di pronuncia

vOKt/ i> antworte (&ide'a:l) /ide'a:l/ ideal Abbiamo, quindi, () che si fonde coi
segmenti sonori della sillaba, realizzandoli come cricchiati; questo tipo di fonazione, per i parlanti nativi, assomiglia alle sequenze viste.
(In danese, succede una cosa simile, anche se in direzione opposta: lo @d {
17.36 dell'FTN/MaF} comporta un cricchiato distintivo per fonemi sonori, (, );
per, certi parlanti trasformano questi foni in sequenze, (, 0), con () al secondo posto.)
5.2.2.6. C' anche un'interessante comparsa di (), in sostituzione soprattutto di
/t/ (ma anche di /d, p, k/), preceduto seguto da /, M/; ci sono anche varianti
con segmenti nasali intensi cricchiati ((, =, )), che rappresentano una frequente
via di mezzo, come si vedr. Lo spunto e buona parte degli esempi sono tratti da
Kohler (1994), con integrazioni e modiche, sia per le trascrizioni sia per i contesti
in cui il fenomeno ricorre: ('aeMf&Stand, -nn=, -n) /'aenfKStand/ Rnveranden ('fo:&hand, -nn=, -n) /'fo:Rhand/ vorhanden ('StUnd, -nn=, -n) /'StUnd/
Stunden ('End, -nn=, -n) /'End/ Enden ('Ent, -n, -nn=) /'Ent/ Enten
('khnt, -n, -nn=) /'knt/ knnten ('ak, -, -~) /'dak/ danken
Altri esempi: ('lOYp&pUkt, -t, -, -~) /'lOYtpUkt/ LS>tpunkten
('qhEntn, -nn) /'qEntn/ Zentner ('khlEmpn, -mn) /'klEmpn/ Klempner
('thaozp 'e;t, - '-, - 'm-) /'taoztme:t/ tQsend Meter ('amt, -mpt,
-m, -m) /b'amt/ Beamten (non per ('amt, -mpt) /b'amt/ Beamte]
Ancora: (&Inaen'nOYs 'amt 'aeM&fy;?, -ampt, -amp, -, -,, -n) /Inaen'nOYs 'amt 'aenfy:K/ in Rn mSes Amt Rnfhren ('phUkt, -t, -, -~)
/'pUkt/ Punkten ('lOYtnant, -n-) /'lOYtnant/ LStnant (mIp'Indsts, mI-)
/mIt'mIndsts/ mit mindeens ('hInt, -n, -nn=) /'hInt/ hinten (&mItn,
-n) /&mItn/ mit 'nem ('aX&qhe;nt, -, -n=, -&qen-, -qn-, -qn-, -q-) /'axqe:nt/ a>ehnten
5.2.2.7. Inoltre: ('khOmt aeM'fOYnt&It, -mp&It, -m&-) /'kOmt daen'fKOYntmIt/ kommt dRn FrSnd mit? (e'khOmt 'nIt, -m, '-, '-) /e:K'kOmt 'nIt/ er
kommt ni>t (&zIntaen'Su: 'hi:, -mp-, -m-) /zIntmaen'Su: 'hi:K/ sind mRne
S>uhe hr? (&vIzt'nu: 'qhae, -'n-) /vIKzInt'nu:K 'qvae/ wir sind nur zwR
Aggiungiamo, quindi, il contesto di /t/ non preceduto da /n/, ma da altro fonema sonoro (e anche non-sonoro): ('hat, -) /'hat/ hatten ('It, -) /'bIt/ bitten ('i:t, -) /'bi:t/ bten ('vat, -) /'vaKt/ warten ('vOlt, -l) /'vOlt/
wollten ('vUst, -) /'vUst/ wusen ('lYft) /'lYft, -/ len
Nell'incontro di (=), si pu avere il passaggio a (): (Unt&IlUsta'qho:n,
Un&I-) /UntIlUstKa'qjo:n/ und Illurationen ('fae&tha;k 'a:bt, -a; 'a:-) /'fKaeta:k 'a:bt/ FrRtag abend (mIt&Int'sIti, mI&In-) /mItInt'sIti/ mit Intercity (mIt&i,'Elt,, mI&-) /mIt'i:K 'Eltn/ mit ihren Eltern
Occlu-costrittivi
5.2.3.1. In tedesco ci sono tre occlu-costrittivi, tutti non-sonori, (, q, c) /, q,
c/. Descrittivamente e didatticamente, non bene escluderli dall'inventario dei fo-

5. tedesco

189

nemi per considerarli delle sequenze (di fonemi) come "/pf, ts, tS/&, anche perch
tali sequenze esistono nella lingua (come si vedr)! Pi spesso, /q/ articolato a punta bassa, ma /c/ a punta alta (per, non necessario usare il simbolo speciale (c)).
Tutti e tre sono "aspirati& dopo pausa e in sillaba accentata, tranne che dopo /s/ tautomorfemico: ('hEf) /'Ef/ Pfeer ('hanq) /'lanq/ Panze ('SIM) /'SIm/ (imen ('khO) /'kO/ Ko ('qhaet) /'qaet/ ZRt (na'qho:n) /na'qjo:n/
Nation ('nIq) /'nIq/ ni>_ ('sqe:n) /'sqe:n/ Szene ('chE) /'cE/ T(e>e
('chElo 'SE-) /'cElo 'SE-/ Cello ('OYc) /'dOYc/ dS ('phac) /'pac/ Pae
Vediamo, ora, dei casi di /pf, tS/ (]f, tS): ('a]f&la) /'apfla/ abverlaen
(nt'SpIn, n-) /Ent'SpIn/ en_pinnen (nt'SUs, n-) /Ent'SlUs/ Enluss Per,
in pronuncia veloce, possono passare a (, c): ('a&la, nc'pIn, n-, nc'Us, n-) (generalmente, senz'"aspirazione& degli occlu-costrittivi, o degli occlusivi seguenti, come anche in: (nt'SUldIgU,, -n'cU-, n-) /Ent'SUldIgU/ Enuldigu anche 5.3.2.5).
Invece, non c' "/G/&, ma /tZ/, che ricorre in prestiti: (t'i:ns) /t'Zi:ns/ Jeans (&khilimant'a:o) /kilimant'Za:Ko/ Kilimanaro ([Im]t'U) /[Im]t'ZU/ [im]
D(uel specie in pronuncia corrente, (t) /tZ/ pu oscillare con /tS, c/.
Costrittivi
5.2.4.1. Ci sono cinque coppie difoniche: (f, v s, z S, Z , , , X). Pi spesso,
/s, z/ sono articolati a punta bassa, ma /S, Z/ a punta alta (per, non necessario usare i simboli speciali (x, )). A rigore, () potrebbe non esser considerato fonema
(con la "semplice& introduzione d'un "fonema di giuntura&, come vedremo sbito); inoltre, a rigore, (,) un "semi-costrittivo& (anche se, eventualmente, lo s'indicasse con (J)); d'altra parte, funzionalmente, () appartiene alla categoria particolare dei sonanti, gruppo dei "vibra(n)ti&; in eetti, una delle realizzazioni possibili proprio (K) /K/.
L'importante conoscere chiaramente le connessioni tra i vari elementi costrittivi. Perci, non dicile in questo caso, grazie pure alla graa vedere che (,
X) sono in distribuzione (quasi) complementare; d'altra parte, anche (,) ha dei rapporti stretti (soprattutto nelle parlate settentrionali) con () e anche con (X, k) (come pure con (g, ), che l realizzano /g/ assieme a (,), che appartiene pure al fonema /j/).
Ma vediamo degli esempi: ('fYMf) /'fYnf/ fnf ('vas) /'vas/ was ('aes) /'Kaes/
rRen ('aez) /'Kaez/ rRsen ('zo:n) /'zo:n/ Sohn ('S:n) /'S:n/ (n ('Staen)
/'Staen/ StRn ('thIS) /'tIS/ ( (Ze'ni:) /Ze'ni:/ Gen (e'tha:Z) /e'ta:Z/ Etage ('u:X)
/'bu:x/ Bu> ('y:) /'by:/ B>er ('aX) /'bax/ Ba> ('E) /'bE/ B>e ('u:I)
/'Ku:I/ ruhig ('aoIs) /'KaoKIs/ RQris
5.2.4.2. Ci sono tre altri tassofoni approssimanti per i costrittivi non-solcati,
che ricorrono davanti a /s, S/, ma segn(i)amo anche con la variante "impegnata&
(pi faticosa), perch non sono veramente necessari, anche se molto frequenti e
"tipizzanti&; non sarebbe male acquisirli, per una pronuncia pi sciolta: (&, , )
/f, , x/: ('ao&&Sib, 'aof&Sib) /'aofSi:b/ Qf(ben ('h:st, 'h:st, -t) /'h:st/

190

manuale di pronuncia

h> ('aoX&Spk, 'ao&Spk) /'KaoxSpEk/ RQ7pe$


In posizioni protoniche (cio non in tonia), forme come Qf i> mi> di>
si> -ig -i> -li> -zig S> Q> do> no> nella parlata corrente, hanno spesso (&, , ) /f, , x/, indipendentemente dal contesto appena visto.
Giustamente, i dizionari di pronuncia tedesca indicano, chiaramente, sia () //,
sia (X) /x/: bisogna dare indicazioni precise, non misteriose formule algebriche. Infatti, in nessun modo, se non tramite un'adeguata conoscenza morfonologica, si
potrebbe ricavare la dierenza tra ('thao) /'tao/ TQ>en [->en] "cordicella& e
('thaoX?) /'taox/ tQ>en "immergersi&, oppure ('khu:) /'ku:/ Kuh>en [->en]
"mucchina& e ('khu:X?) /'ku:x/ Ku>en "torta&.
5.2.4.3. Il susso -ig (I) /I/, anche se seguto da C (tranne che di susso contenente ()): ('kh:nI) /'k:nI/ Knig ('aenIst, -st, -t) /'aenIst/ Rnig (f'aenIt) /f'aenIt/ verRnigt ('qhanqIst, -st, -t) /'qvanqIst/ zwanzige ma:
('kh:nIkI) /'k:nIklI/ knigli> ('kh:nIk&ae) /'k:nIkKae/ KnigrR> ('kh:nIgIn) /'k:nIgIn/ Knigin
Ma si pu avere anche ('kh:nI&ae), come pure abbastanza sistematicamente (Ik) /Ik/: ('kh:nIk, 'aenIkst, f'aenIkt, 'qhanqIkst), che l'unica pronuncia
accettata nel sud della Germania, in Austria e in Svizzera, anche in posizione iniziale: ('e:mIS, 'k[h]-) >emi( ('i:na, 'k[h]-) ina
Alla sequenza graca 7 corrispondono due strutture foniche: all'interno di lessema c' (ks) /ks/: ('vEksn) /'vEksn/ we7eln ('vaeks) /'vaeks/ WR7el ('Oks)
/'Oks/ O7e ('zEks) /'zEks/ se7 ('fUks) /'fUks/ Fu7 ('daks) /d'daks/ der Da7
"il tasso (zool.)& mentre abbiamo (Xs) e (s, s, ) /xs, s/, quando l's un grammema: (s'aXs) /ds'daxs/ des Da7 "del tetto&, (s'phEs, -s, -) /ds'pEs/ des
Pe7 "della pece&.
Perlopi, /s, z/ sono articolati con punta bassa, per, per /s/ si ha (): ('I)
/'bIs/ bis(en e, per /sS, sZ/, tranne che parlando lentamente, si ha (SS, S): ('aeS&Sak) /'aesSKak/ Eis(rank ([I]US'SnEl 'vEk) /ImUs'SnEl 'vEk/ i> muss (nell
weg (&aSe'ni:) /dasZe'ni:/ das Gen; /S, Z/ sono a punta alta (((x, ))).
Inoltre, nelle sequenze /kv, qv, Sv/, /v/ si realizza pi spesso come bilabiale, (6):
('khac) /'kvac/ Qua ('qhae) /'qvae/ zwR ('SEst) /'SvEst/ S>weer Nel tedesco neutro, /j/ semi-costrittivo, in tutti contesti: (',a:) /'ja:K/ Jahr (&ma,o'n:z
-E:-) /majo'nE:z/ Majonse/MayonnPse (In&tona'qho:n) /Intona'qjo:n/ Intonation
5.2.4.4. Per /K/, dobbiamo aggiungere senz'altro delle osservazioni, sia sulla notazione, sia sull'interpretazione fonologica. Il simbolo fonemico "generico& ci pare utile per indicare il punto d'articolazione pi normale (e pi consigliabile didatticamente), quello uvulare. Per quanto riguarda il modo d'articolazione, il pi normale (e pi consigliabile) quello costrittivo sonoro: ().
Per enfasi, o per peculiarit individuali, si pu senz'altro avere il vibrante uvulare (sonoro): (K); mentre, in sillabe deboli, non raro l'approssimante uvulare sonoro: (). D'altra parte, fra i nativi, non raro neppure il vibrato, (R), o il vibrante,
(r), alveolari sonori (soprattutto al Sud e in Austria e Svizzera). Comunque, davanti a V accentata o no, trascriviamo solo () /K/: ('aoIs) /'KaoKIs/ RQris ('I)
/'bKI/ brien.

5. tedesco

191

Dopo V tautosillabica, invece, trascriviamo sempre () (approssimante uvulo-faringale sonoro) per /K/, intenso dopo C o dopo dittongo, () //: ('vi:) /'vi:K/
wir ('vI) /'vIK/ wirr ('mae) /'mae/ MRr (uguali a MRer Meyer] ('Es) /'bEs/
besser (h'fo:) /h'fo:K/ hervor.
Tradizionalmente stato considerato //K//, soprattutto in parallelo con //n,
m, l//, che noi preferiamo trascrivere e interpretare come (, , ) /, , /, pur
sapendo bene che, in pronuncia pi lenta o pi enfatica, possiamo avere (n, m,
l), e anche ( K ) e perno "(R)&, o meglio (R, R) (in Svizzera) e (, ,
) (in Austria).
Contrariamente a quanto facciamo noi, e pure Kohler (1977, 1995) e altri, c'
anche chi distingue tra () e (:) (cio, "/r/& e "/:/&, soprattutto nei testi didattici), ma non ci pare la proposta migliore, anche perch pi complessa e lungi
dall'essere la pi diusa ( pure 5.1.1).
Per i pressi er- her- ver- zer- notiamo ({0}) /{0}/, dato che la pronuncia
pi normale e consigliabile, sebbene nei dizionari (tranne il ) si dia ancora
"/{0}Er, {0}E/&; la pronuncia lenta, attenta, o enfatica, con ({0}) /{0}EK/, si pu
dedurre, tranquillamente, anche dalla nostra notazione; eventualmente, si potrebbe ricorrere a /{0}/, diafonemicamente.
Approssimanti
5.2.5. Il pi importante, di questo modo d'articolazione, senz'altro (h) /h/,
che spesso ha la variante sonora, in sillabe pi deboli (specie con accento pi debole del primario), tra foni sonori: ('haos) /'haos/ HQs ('haem) /g'haem/ gehRm
('da:&ha;b/vI, -H-) /'da:ha:bvi:K/ da haben wir ('Un&hael, -H-) /'Unhael/ UnhRl
('vIlhlm, -H-) /'vIlhElm/ Wilhelm si notino, per, casi come: ('e:) /'ge:/ gehen
('u:I) /'Ku:I/ ruhig ('za:) /'za:/ sah
Gracamente, h un espediente usato spesso per indicare la lunghezza della V
precedente, soprattutto davanti a m n l r (il cosiddetto "Dehnungs-h&): ('ne:m)
/'ne:m/ nehmen
Oltre alla variante di /v/, (6), nelle sequenze /kv, qv, Sv/ ( 5.2.4.3), accenniamo
alla possibilit d'altre varianti approssimanti per /0j, y, u', o'a/: ('fe:,, -j)
/'fe:Kj/ Fern (na'qho:n, -'qho:n, -qi'o:n) /na'qjo:n/ Nation (qhya'no:z, qha-)
/qya'no:z/ Zyanose (&manu'El, -u'El, -'njEl, -'nwEl) /manu'El/ manuell (thoa'lEt,
thja-, thwa-) /toa'lEt/ Toilette
Laterali
5.2.6. Nella pronuncia neutra troviamo solo (l) /l/ (coll'intenso corrispondente,
() //) e la variante (), davanti a (, ,) (quest'ultimo, eterosillabico): ('lant) /'lant/
Land ('fOl) /'fOl/ voll (fa'mi:l,) /fa'mi:lj/ Famil (va'nI,) {((-nI-,)) e (-Il)} /va'nIl[j]/ Vanille ('mI) /'mIl/ Mil> ('hElt) /'hElt/ Held ('e:z) /'e:z/ Esel ('u:dn)
/'du:dn/ dudeln

192

manuale di pronuncia

Strutture
5.3.0. In questa sezione, facciamo le osservazioni necessarie per la pronuncia
delle parole inserite in frasi. Trattiamo, quindi, fenomeni d'assimilazione, di riduzione, d'accento e d'intonazione.
Forme ridotte
5.3.1.1. Nella lingua spontanea, i grammemi (come articoli, pronomi personali,
aggettivi possessivi, particelle, assi, preposizioni, congiunzioni e avverbi brevi,
ausiliari e modali e qualche altra forma simile, come geworden spazren e saluti), oltre a ridurre gradualmente l'accento, possono attenuare pure il timbro vocalico e perdere qualche consonante, o sillaba.
Di sguito, diamo alcuni esempi, traendoli perlopi da Kohler (1977, 1995,
6.3.2), modicando e completando sia l'inventario e le varianti, sia le trascrizioni
(che, nell'originale, sono limitate ai segmenti in questione, adeguandole anche al
nostro stile). Gli esempi servono a mostrare i meccanismi e le possibilit, pi che
una necessit assoluta.
(&mI[t]'hUnt) mit dem Hund
('gu:t 'gast) den guten Ga
(&In'gat) in dem Garten
(&Ist#'vIkI) i es wirkli>?
(&hass'ze:) ha du's gesehen?
(&hatdI'qhaetU g'Saot) er hat in d ZRtu ge(Qt
(&zld'fa:t&u;f) er soll den Vater rufen
('man []ndI'fao) der Mann und d FrQ
([I]'as 'e:d) i> lass ihn reden
([I]&[h]ab g'ze:, amg-) i> hab' ihn gesehen
([I]'phakm&ma;l) i> pa$ ihn mir mal
('las ',U,? &dX'e:d) lass den Juen do> reden
('i:p 'khIndn&dX vsqU'Es) gib den Kindern do> was zu essen
('phak 'khIndn&dX vsqU'Es&aen) pa$ den Kindern do> was zu essen Rn
([I]&kan nI[t]'se:, -'-) i> kann ihn ni>t sehen
(Is'albn, -,) er i albern ("Is 'albn, -,) er albern
(Is&nIIn'la:g) er i ni>t in der Lage (Is"nI[t ]In'la:g) er i n>t in der
Lage
(vs&[h]as[t]g'za:kt) was ha du gesagt?
(&h[t]'le: g'SpOX?) hat der Lehrer gespro>en?
(zI'vo:nt &In[d]'Stat) s wohnt in der Stadt
(&vIz&In[d]I'Stat&fa;?, -, -n, -,) wir sind in d Stadt gefahren
(&vIz&aof[]'Sta:s) wir sind Qf der Strae
('mo:ni&kas 'khOm) Monika i gekommen
('phe:ts 'khOm) Peter i gekommen

5. tedesco

193

(&s'khOm) er i gekommen
('khUtIs 'khOm, -t#) Kurt i gekommen
('haenIIs 'khOm, -#) HRnri> i gekommen
(zo;&hatg'SpOX?) so hat er gespro>en (zo;&hatg'SpOX?) so hatte er gespro>en
(zo;&ha;ptg'za:kt) so habt ihr gesagt (zo;&hatIg'za:kt) so hat er ihr gesagt
(&haptM&vas'h:t) habt ihr denn was gehrt?
(&has&Id&vas'ge:b) ha du ihr denn was gegeben?
(&has&dg'ze:) ha du ihn denn gesehen?
(&hasdM&vas'ge:b) ha du ihm denn was gegeben?
('ve: ht&dg'ze:) wer hat ihn denn gesehen?
(&vas'Olz&dn, &vas'Olz) was wllen S denn? (&vas'Ol 'zi:&dn) was wollen
Se denn?
(&vas'Olzdn&da;, &vas'Olz&da;) was wllen S denn da? (vs&l'zi:d&da;, vs&l'zi:n&da;) was wollen Se denn da?
(vs'aX 'phe:t) was ma>t denn Peter? (vs'aX[p] 'phe:t&dn) was ma>t
Peter denn?
(vs'Oltm d'ge:b) was wollt ihr ihm denn geben?
(vs'sOlII d'ge:b, vs'OlI 'ge:b, -s'-, -'s-) was soll i> ihr denn geben?
(&has'maXt) er hat das gema>t
(zI&has'maXt) s hat das gema>t
(&hat&as'maXt) hat er das gema>t?
(&hats&as'maXt) hat s das gema>t?
('le: &hats'hOYt 'nIq 'aof&ge;b) der Lehrer hat uns hSte ni>_ Qfgegeben
('thIS 'StElvI IndI'Ek2| 'Sak dI'and3 3) den ( ellen wir in d
E$e, den S>rank in d andere
('thIS dI'Ek&Ste;t) der (, der in d E$e eht
('thIS MvIdI'Ek g'StElt&ha) den (, den wir in d E$e geellt haben
(vs'aX?&didn&da;) was ma>en d denn da?
(s'Use;&zaen, &asUs'e:&zaen) das muss der sRn
(I&hapt'So: g'tha:n) ihr habt (on getan
('ha;pt &das'maXt) habt ihr das gema>t?
([I]&apIds'ge:b, [I]&ap-) i> hab' ihr das gegeben
([I]&abI'fo:g&Stlt) i> hab' ihn ihr vorgeellt
(zI&hatI'khaet&vaS) s hat ihr KlRd gewa(en
('h:?vIns 'Og 'fy:, 'h:v-, -s) hren wir uns morgen frh
('vOlzi [z]I'thEf) wollen S si> treen?
(vi'ge:ts, -q) w geht's? [-t es?]
(&[]IstInd'khEl&ae~g&dU,?, &s[]I-) er i in den Keller Redruen
(&[]IstIn'khEl&ae~g&dU,?, &s[]I-, --) er i in Rnen Keller Redruen
(&ha&,a;g'za:kt2 s'khOmt) er hat dir ja gesagt, dass er kommt

194

manuale di pronuncia

(s&hatg'thOYmt) das hat er getrTmt


(&a;h&apa'a:t&Staekt) da hat der Apparat gerRkt
(a&hapt&vas'zOYmt) da habt ihr was versTmt
('thy:n 'tho:) Tr und Tor
('le:b 'tho:t, -) Leben und Tod
('vaen g'za) WRn und Gesa
(s'ha:p 'gu:t) das Hab und Gut
('E 'bIn) el und Birnen
(aen'thISn []aem'bEt, -Un) Rn ( und Rn Bett
('fYMfn 'qhanqI, -Mv, -m) fnfundzwanzig
('nOYnn 'qhanqI, -n) nSnundzwanzig
('zi:bm 'qhanqI, -m) sbenundzwanzig
('qhae HUn'qhanqI, n-) zwRhunderwanzig
(&vns5e:gnt1 1 M'fa:vI2 &mI'ba:n3 3) (vns-) wenn es regnet, dann fahren
wir mit der Bahn
5.3.1.2. Ecco una lista di forme ridotte, piuttosto completa, che potr sembrare n troppo analitica; per, fondamentale esaminare attentamente le varie modiche, proprio per entrare nell'essenza del meccanismo.
ovvio che le forme pi "normali&, nella lista, non siano le prime date, bens
alcune delle successive, in condizioni adeguate.
aber ('a:b, &a;b, &ab, &ab, &a6)
also ('alzo, &alzo, &alzo, &azo)
an ('an, &an, an, n), (-m, -M, -~, -,
-,)
am an dem ('and, &and, &ad,
'a, 'am, &am, am, m)
ans an's an das ('ands, &ands, &ands, 'ans, &ans, ans, ns)
an'n an den ('and, &and, &and,
'an, &an, &an, a, an:, n:)
an'r an der ('and, &and, &and,
'an, &an, &an)
an die ('andi, &a-, &a-, -ani, -I, -)
auf ('aof, &aof, &aof, aof, of)
aufs -f's -f das ('aofas, 'aofs,
&aofs, &aof#, &aofs, &aofs, aofs, aofs,
ofs)
aufm auf'm -f dem ('aof, 'aof,
&aof, &aof)
aufn auf'n -f den ('aof, 'aof,
&aof, &aof)
auf der -f'r ('aof, 'aof, &aof,
&aof)
auf die -f'ie ('aofi, -fi, &ao-, &ao-, -I,

-)
auf Wiedersehen! (aof'i:d&ze;, -&ze;n,
-zen, of-, 'id-, 'id-, 'i-)
aus ('aos, &aos, &aos, aos, os)
ausm -s'm -s dem ('aos, 'aos,
&aos, &aos)
ausn -s'n -s den ('aos, 'aos, &aos, &aos)
aus der -s'r ('aos, 'aos, &aos,
&aos)
bR ('ae, &ae, ae, e), (b-)
bRm -i dem ('aed, &aed, 'ae,
'aem, &ae, &aem, aem, em),
(b-)
bR'n -i den ('aed, &aed, &ae,
&aen, ae, &aen, aen, en), (b-,
-m, -M, -~, -, -,)
bR'r -i der ('aed, &aed, 'ae,
&ae, ae, e, ), (b-)
bin ('In, &In, In, n, ), (b-)
bist ('Ist, &Ist, Is, s, #, 6Is, 6s,
6#), (b-)
da ('a:, &a;, &a, a, ), (d-)
da- (a-, -, -), ('a:&-, 'da:&-), (d-)

5. tedesco

[-bR -na> -von -vor -zu )


(a'-, '-, '-), ('a:&-, 'da:&-), (d-)
[-ran -rauf -raus -rin -rum )
dann ('an, &an, an, n, n), (d-,
-m, -M, -~, -, -,)
das 's ('as, &as, as, s, s, s, #, s),
(d-), ([-) (solo dopo V]
das (rel.) ('as, &as, as, s, s), (d-)
das (dim.) ('as, &as, as), (d-)
dass ('as, &as, as, s), (d-)
dRn ('aen, &aen, aen, en), (d-,
-m, -M, -~, -, -,)
dRne ('aen, &aen, &en, &n),
(d-)
dRnem dR'm ('aen, &aen, &aem, &en, &em, &n,
&m, aem:, em), (d-)
dRnen dR'n ('aen, &aen, aen:,
aen, en), (d- -m, -M, -~, -, -,)
dRner ('aen, &aen, &en, &n,
&n, &), (d-)
dRnes ('aens, &aens, &ens, &ns,
&ns, &s), (d-)
dem 'm ('e:m, &e;m, &em, em,
m, m, , , ), (d-), ([-) (solo dopo V]
dem (rel.) ('e:m, &e;m, &em, em,
m, m, ), (d-)
dem (dim.) ('e:m, &e;m, &em, em),
(d-)
den 'n ('e:n, &e;n, &en, en, n,
n, , , ), (d-, -m, -M, -~, -, -,),
([-) (solo dopo V]
den (rel.) ('e:n, &e;n, &en, en, n,
n, ), (d-, -m, -M, -~, -, -,)
den (dim.) ('e:n, &e;n, &en, en), (d-,
-m, -M, -~, -, -,)
denen ('e:n, &e;n, &en, en:, en,
n, n), (d- -m, -M, -~, -, -,)
denn ('En, &n, n, n, , , n),
(d- m, M, ~, , ,) (le forme pi ridotte non s'usano se precedute da parole in N mentre, in posizione nale, s'usano, se ricorrono dopo pronome non-accentato; in posizione non-nale invece, anche dopo pronome

195

accentato)
der 'r ('e:, &e;, &e, e, , ),
(d-), ([-) (solo dopo V]
der (rel.) ('e:, &e;, &e, e, ),
(d-)
der (dim.) ('e:, &e;, &e, e), (d-)
deren ('e:?, &e;?, &e?, -, e,,
,, -n, ,, n), (d-, -m, -M, -n,
-~, -)
des 's ('Es, &s, s, s, #, s, #, s),
(d-), ([-) (solo dopo V]
des (rel.) ('Es, &s, s, s), (d-)
des (dim.) ('Es, &s, s), (d-)
dessen ('Es, &s, &s), (d-)
desto ('Esto, &sto, &so), (d-)
di> ('I, &I, I, I), (d-), ([-) (solo
dopo V]
die ('i:, &i;, &i, i, I, ), (d-), ([-)
(solo dopo V]
die (rel.) ('i:, &i;, &i, i, I), (d-)
die (dim.) ('i:, &i;, &i, i), (d-)
diese ('i:z, &i;z, &iz, &Iz), (d-)
diesem ('i:z, &i;z, &iz, &Iz),
(d-)
diesen ('i:z, &i;z, &iz, &Iz), (d)
dieser ('i:z, &i;z, &iz, &Iz), (d-)
dieses ('i:zs, &i;zs, &izs, &Izs), (d-)
dir ('i:, &i;, &i, I, ), (d-), ([-)
(solo dopo V le forme pi ridotte
non ricorrono in posizione nale)
do> ('OX, &X, X, X), (d-)
du ('u:, &u;, &u, u, U, ), (d-), ([-)
(solo dopo V le forme pi ridotte
non ricorrono in posizione nale)
dur> ('U, &U, U), (d-)
dur>s -h das ('Us, 'Us,
'U#, 'Us, &Us, Us, -, -s),
(d-)
dur>'n -h den ('U, &U,
'U, &U), (d-)
dur> die ('Ui, &-, -I, -), (d-)
eben ('e:b, &e;b, &eb, e, em,
em)
Rn 'n ('aen, &aen, aen, n, ), (-m,
-M, -~, -, -,)
Rne 'ne ('aen, &aen, &aen, &n, &n,

196

, n)
Rnem R'm 'nem ('aen, &aen, &aen, &aem, &n, &m, aem:,
aem:, aem, em, m, nm, m, )
Rnen R'n 'nen ('aen, &aen, &aen,
aen:, aen, aen, en, n, nn, n, ),
(-m, -M, -~, -, -,)
Rner 'ner ('aen, &aen, &aen, &en,
&n, &n, , n)
Rnes 'nes ('aens, &aens, &aens, &ens, &ns, &ns, s, ns)
Rnmal ('aen&ma;l, &aenmal, -l, -,
-mm-, &m-, &m-)
ent- (nt-, nt-, nt-, t-) [-wi$eln -gegen )
er ('e:, &e;, &e, e, , ) (() solo
se non preceduto da (, , ) /, K, /
le forme pi ridotte non ricorrono in
posizione nale)
er- ('-, '-, '-) [-arbRten -brigen )
('-, '-, '-) [-klren -saufen )
es 's ('Es, &s, s, s, s, #, s) (le forme
pi ridotte ricorrono anche in posizione nale, in molti casi)
eu> ('OY, &Y, Y, Y, Y,
Y, Y)
euer ('OY, &Y, Y, Y, Y)
eure ('OY, &Y, Y, Y, Y)
eurem ('OY, &Y-, &Ym, Y-,
Y, Y-, Y-)
euren ('OY?, -, &Y-, &Y,, -n,
Y-, Y-, Y-)
eurer ('OY, &Y-, Y, Y, Y)
eures ('OYs, &Y-, &Ys, Ys, Y-,
Y-)
fr ('fy:, &fy;, &fy, fY, fY, f)
frs -r's -r das ('fy:ds, 'fy:ds,
'fy:d#, 'fy:s, &fy;s, &fys, fYs, fYs,
fs)
fr den -r'n ('fy:d, 'fy:?, 'fy:,,
&fy;,, &fy,, fY,, f,, fYn), (-m, -M,
-n, -~, -)
fr die ('fy:di, &fy;-, &fy-, &fY-, -I, -)
gar ('a:, &a;, &a, a, a, ), (g-)
gegen ('e:g, -g, &ge;-, &ge-, e), (g-)

manuale di pronuncia

gegens -n's -n das ('e:gds, 'e:gds,


'e:gs, -gs, &ge;-, &ge-, es), (g-)
gegen die ('e:gdi, -n-, --, &ge;-, &ge-,
-I, -), (g-)
geworden
('vOd,
&vd,
&v,), (g- -m, -M, -n, -~, -)
guten Abend! ('u:t 'a:bt, &u;t'-,
&ut-, &Ut-, &Ud-, Un'-, '-, '-,
'-, [-]'a:mt, [-]'amt), (g-)
guten Morgen! ('u:t 'mOg, &u;t'm-, &ut-, &Ut-, &Ud-, -'m-, Un'm-,
-m'm-, 'm-, 'm-, 'm-, 'm-, 'm-,
[-]'mO,, [-]'mO,), (g-)
guten Tag! ('u:t 'tha:k, &u;t'tha:k,
&ut-, &Ut-, &Ud-, Un'th-, 'th-, 'th-,
'th-, 'th-, -ak, -a), (g-)
habe -b' ('ha:b, &ha;b, &hab, &ha6,
hab, hb, &a6, ab, b) (le forme con
/h/ = (`) non ricorrono in posizione
iniziale di ritmia)
haben ('ha:b, &ha;b, &hab, ha,
ham, am, m, , m) (le forme con
/h/ = (`) non ricorrono in posizione
iniziale di ritmia; le ultime, pi ridotte, ricorrono dopo wir]
habt ('ha:pt, &ha;pt, &hapt, hapt, hpt,
apt, pt) (le forme con /h/ = (`) non
ricorrono in posizione iniziale di ritmia)
hast ('hast, &hast, hast, has, ast, as, st,
s) (le forme con /h/ = (`) non ricorrono in posizione iniziale di ritmia)
hat ('hat, &hat, hat, ht, at, t, t) (le
forme con /h/ = (`) non ricorrono in
posizione iniziale di ritmia; l'ultima,
pi ridotta, ricorre dopo er]
her- (h'-, h'-) [-an -auf -aus -Rn
-ber -unter )
(h'-, h'-) [-bR -na> -vor -zu )
Herren mRne Damen und (&maen'da:m Unt'hE?, -, men-, mn-, n'hE,, -n)
hin- (hI'n-, h'n-) [-an -auf -aus -Rn
-ber -unter )
('hIn&-) [-arbRten )
(hIn'-, hn-') [-zu ) (-M'-) [-weg )

5. tedesco

('hIn&-) [-rR>en ) (-m&-) [-passen


) (-&-) [-kommen )
hier- (hi'-), ('hi:&-) [-an -auf -aus -in
-ber -unter )
(hi'-), ('hi:&-) [-bR -dur> -her -mit
-vor -zu )
hier ('hi:, &hi;, &hi, &hI, hi, hI)
hinter ('hInt, &hInt)
hinterm -r dem ('hIntd, 'hInt,
'hIntm, &hIntm)
hintern -r den ('hIntd, 'hInt?,
'hInt,, &hInt,), (-m, -M, -~, -)
hinters -r das ('hIntds, 'hIntds,
'hIntd#, 'hInts, &hInts)
hinter die ('hIntdi, -I, -)
-hundert (-&hUndt, -hUnt, -HUnt,
-HUnt, -Unt)
-hundert- (-&hUndt-, -hUnt-, -HUnt-,
-HUn-, -Un-, -n-, -n-, -n-)
i> ('I, &I, I, ) (() + verbo: i>
wR; verbo + (I): wR i>)
ihm ('i:m, &i;m, &im, im, Im, m, )
(le forme pi ridotte non ricorrono
in posizione nale)
ihn ('i:n, &i;n, &in, in, In, n, ), (-m,
-M, -~, -, -,) (le forme pi ridotte
non ricorrono in posizione nale)
ihnen I- ('i:n, &i;n, &in, in:, in,
in, In), (-m, -M, -~, -, -,)
ihr ('i:, &i;, &i, I, ) (() solo se
non preceduto da (, , ) /, K, /;
inoltre, () solo se enclitico immediatamente dopo un verbo; le forme
pi ridotte non ricorrono in ritmie
in tonia, nella pronuncia neutra)
ihr (poss.) ('i:, &i;, &i, I)
ihre ('i:, &i;, &i, &I)
ihrem ('i:, &i;, &i, &I,
im, Im)
ihren ('i:?, &i;?, &i?, &I?, -,
i,, i,, I,, -n), (-m, -M, -~, -)
ihrer I- ('i:, &i;, &i, &I)
ihres ('i:s, &i;s, &is, &Is)
in ('In, &In, In, n, ), (-m, -M, -~, -)
im in dem ('Ind, &Ind, &In,
&Im, 'I, 'Im, &Im, Im, m, )

197

ins in das ('Inds, 'Inds, 'Ins,


'Ins, 'In#, 'Ins, &Ins, Ins, ns, s)
in den in'n ('Ind, &Ind, &Ind,
'In, &In, &In, I, In:, n, ), (-m,
-M, -~, -, -,)
in der in'r ('Ind, &Ind, &Ind, 'In,
&In, &In, I, )
in die ('Indi, &I-, &I-, &Inni, &Ini, -I, -, I)
ist ('Ist, &Ist, Ist, Ist, Is, s, #, s) (solo
V o C intensa + (s))
ja (',a:, &,a;, ,a, ja, j)
jedo> (,e'dOX, ,-, ,-, j-)
jet (',Eqt, &,qt, ,q, ,q, j-)
mal ('ma:l, &ma;l, &mal, mal, ml, ma,
m)
-mal (-ma;l, -mal, -ml, -ma, -m)
mehr ('me:, &me;, &me, m)
mRn ('maen, &maen, maen, men),
(-m, -M, -~, -, -,)
mRne ('maen, &maen, &men, &mn)
mRnem mR'm ('maen, &maen,
&maem, &men, &mem, &mn,
&mm, maem:, mem)
mRnen mR'n ('maen, &maen, maen:,
maen, men), (-m, -M, -~, -, -,)
mRner ('maen, &maen, &men, &mn, &mn, &m)
mRnes ('maens, &maens, &mens,
&mns, &mns, &ms)
mi> ('mI, &mI, mI, mI)
mir ('mi:, &mi;, &mi, mI, m) (le
forme pi ridotte non ricorrono in
una ritmia in tonia, nella pronuncia
neutra, nemmeno enclitiche dopo
verbo)
mit ('mIt, &mIt, mIt, mt)
mit dem -t'm ('mIt, 'mIt, &mIt,
&mI, &mId, &mI[, &mIp, &mI, &mIb, mI, mIm)
mit den -t'n ('mIt, 'mIt, &mIt,
&mI, &mId, &mI[, mI, mIn), (-m,
-M, -~, -, -,)
mit der -t'r ('mIt, 'mIt, &mIt,
&mI, &mId, &mI[, mI, mI)
musste ('mUst, &mUst, &mUs)
na> ('na:X, &na;X, &naX, naX, nX)

198

na> dem -h'm ('na:X, 'na:X, &na;X, &naX)


na> den -h'n ('na:X, 'na:X?, &na;X?,
&naX?)
na> der -h'r ('na:X, 'na:X, &na;X,
&naX)
neben ('ne:b, &ne;b, &neb, &ne,
nem)
nebens -n's -n das ('ne:bds, 'ne:bds, 'ne:bd#, 'ne:bs, &ne;bs, &nebs, &nes, nems)
neben dem -n'm ('ne:bd, 'ne:bb, 'ne:b, 'ne:bm, &ne;bm,
&nebm, &nem, ne, nem)
neben den -n'n ('ne:bd, 'ne:b,
'ne:bn, &ne;bn, &nebn, &nen,
nem, ne, nem), (-m, -M, -~, -,
-,)
neben der -n'r ('ne:bd, 'ne:b,
&ne;b, &neb, &ne, &nem)
neben die ('ne:bdi, &ne;bdI, &nebI,
&neI, &nemI, -)
nRn ('naen, &naen, naen, nen), (-m,
-M, -~, -, -,)
ni>t ('nIt, &nIt, nI)
ni>_ ('nIq, &nIq, &nIs) (il familiare
nix ('nIks) /'nIks/ un allotropo, non
una forma ridotta di ni>_)
nie ('ni:, &ni;, &ni, ni, nI)
nun ('nu:n, &nu;n, &nun, nun, nUn, nn,
nU), (-m, -M, -~, -, -,)
nur ('nu:, &nu;, &nu, nu, nU)
oder ('o:d, &o;d, &od, &od, &d,
&d, -[)
ohne ('o:n, &o;n, &on, &on)
(on ('So:n, &So;n, &Son, Son, Sn, Sn,
S), (-m, -M, -~, -, -,)
sRd ('zaet, &zaet, zaet, zet)
sRn ('zaen, &zaen, zaen, zen), (-m, -M,
-~, -, -,)
sRne ('zaen, &zaen, &zen, &zn)
sRnem sR'm ('zaen, &zaen, &zaem, &zen, &zem, &zn, &zm,
zaem:, zaem, zem)
sRnen sR'n ('zaen, &zaen, zaen:,
zaen, zen), (-m, -M, -~, -, -,)

manuale di pronuncia

sRner ('zaen, &zaen, &zen, &zn, &zn, &z)


sRnes ('zaens, &zaens, &zens, &zns,
&zns, &zs)
sRt ('zaet, &zaet, zaet, zet)
si> ('zI, &zI, zI, zI, I, I) (le ultime
due dopo sie/Sie]
sie S- ('zi:, &zi;, &zi, zI, z)
sind ('zInt, &zInt, zIn, zn, z), (-m, -M,
-~, -, -,)
so ('zo:, &zo;, &zo, zo, z, z)
soll ('zOl, &zl, zl, z)
sonst ('zOnst, &znst, zns, zns)
-tgigen (-&th;gIg, -tg-, -gg-, -gg,
-g) [zwR- drR- )
ber (non-accentato) (&yb-, &Y-, -6-)
berm -r'm -r dem ('y:bd, &y;bd, 'y:b, 'y:bm, &y;bm, &ybm, &Ybm, -6m)
bern -r'n -r den ('y:bd, &y;bd,
'y:b?, 'y:b,, &y;b,, &yb,, &Yb,, -6,), (-m, -M, -n, -~, -)
bers -r's -r das ('y:bds, 'y:bds,
'y:bd#, 'y:bs, &y;bs, &ybs, &Ybs,
-6s)
ber die ('y:bdi, -I, -, &y;-, &y-, &Y-,
-6-)
um ('Um, &Um, Um)
ums um's um das ('Umds, 'Umds,
'Umd#, 'Ums, &Ums, Ums)
um'n um den ('Umd, 'Um, &Um, U, Um:, Um)
um die ('Umdi, &U-, U-, -I, -)
und ('Unt, &Unt, &Un, Un, n, ), (-m,
-M, -~, -, -,)
-und- (-&Unt-, -&Un-, -Unt-, -Un-, -n-,
--), (-m-, -M-, -~-, --, -,-)
uns ('Uns, &Uns, &Uns, ns, s, ns) (le
forme pi ridotte non ricorrono in
una ritmia in tonia, nella pronuncia
neutra)
unser ('Unz, &U-, &U-)
unsere ('Unz, &U-, &U-, -z)
unserem ('Unz, &U-, &U-, -z-, -m,
-z)
unseren ('Unz?, -, &U-, &U-, -z-,

5. tedesco

-,, -z)
unserer ('Unz, &U-, &U-, -z, -)
unseres ('Unzs, &U-, &U-, -zs, -zs)
unter ('Unt, &Unt, &Unt)
untern -r den ('Untd, 'Unt,, &Unt,, &Unt,), (-m, -M, -n, -~, -)
unterm -r'm -r dem ('Untd, 'Untm, &Untm, &Untm)
unters -r's -r das ('Untds, 'Untds,
'Untd#, 'Unts, &Unts, &Unts)
ver- (f'-, f'-) [-Rsen -arbRten )
(f'-, f'-) [-rRsen -lassen )
von ('fOn, &fn, fn, fn, f), (-m, -M,
-~, -, -,)
vom -n dem ('fOnd, 'fOn, 'fOm,
'fOm, &fm, fm, fm, f)
von'n -n den ('fOnd, 'fOn, &fn, f,
fn:,), (-m, -M, -~, -, -,)
von'r -n der ('fOnd, 'fOn, &fn)
vor ('fo:, &fo;, &fo, fo, f, f)
vorn -r den ('fo:d, 'fo:,, &fo;,,
&fo,, fo,, f,, f,), (-m, -M, -n,
-~, -) ( avv. ('fOn, &fn)}
vors -r das ('fo:ds, 'fo:ds, 'fo:d#,
'fo:s, &fo;s, &fos, fos, fs, fs)
vor'm -rm -r dem ('fo:d, 'fo:n,
'fo:m, 'fo:m, &fo;m, &fom, fom,
fm, fm)
vor'r -r der ('fo:d, 'fo:, &fo;, &fo,
fo, f)
vor die ('fo:di, &fo;-, &fo-, -I, -)
vor- (fo'-) [-an -auf -aus -in -ber
)
(fo'-) [-ab -Rnst -arbRten -Rlig )
(fo'-) [-bR -weg )
(fo'-), ('fo:&-) [-her -hin -zu )
whrend ('v:?t, &v;-, -t, 'v:,t,
-nt, &v;-, v- 'vE:-)
was (non interrogativo) ('vas, &vas, vas,
vs)
wegen ('ve:g, &ve;g, &veg, ve)
wRl ('vael, &vael, vael, vel, vl)
wem ('ve:m, &ve;m, &vem, vem, vm)
wen ('ve:n, &ve;n, &ven, ven, vn), (-m,
-M, -~, -, -,)
wenn ('vEn, &vn, vn, vn), (-m, -M,

199

-~, -, -,)
wer ('ve:, &ve;, &ve, ve, v)
werden ('ve:d, &ve;d, &ved, &ve:n,
ven, vn, -,), (-m, -M, -n, -~, -)
werde ('ve:d, &ve;-, &ve-, vet)
werdet ('ve:dt, &ve;-, &ve-)
wider ('vi:d, &vi;d, &vid, &vId)
wider- (non-accentato) (&vid-, &vId-)
wie ('vi:, &vi;, &vi, vi, vI)
wie viel ('vi:fil, vi'fi:l, &vifIl, vI&fil, &vif)
wieder ('vi:d, &vi;d, &vid, &vId)
wieder- (non-accentato) (&vid-, &vId-)
will ('vIl, &vIl, vIl, vI)
wir ('vi:, &vi;, &vi, vI, v, v, v)
(le forme pi ridotte non ricorrono
in una ritmia in tonia, nella pronuncia neutra, nemmeno enclitiche dopo verbo)
wird ('vIt, &vIt, vIt, vt, vt, vt)
wirst ('vIst, &vIst, vIst, vst, vst,
vst, -s)
wo ('vo:, &vo;, &vo, vo, v)
wo- (vo'-, v'-, v'-) [-bR -her -hin -vor
-zu )
(vo'-, v'-, v'-), ('vo:&-) [-ran -rauf
-raus -rber -runter )
worden ('vOd, &vd, vn, -,),
(-m, -M, -~, -)
wurden ('vUd, &vUn, vUn, -,),
(-m, -M, -~, -)
wurde ('vUd, &vU-, &v-)
wurdest ('vUdst, &vU-, &v-, -s)
wurdet ('vUdt, &vU-, &v-)
wrden ('vYd, &vYn, vYn, vTn,
-,), (-m, -M, -~, -)
wrde ('vYd, &vY-, vYt, vTt)
wrdest ('vYdst, &vY-, -s)
wrdet ('vYdt, &vY-)
-zehn (-qe:n, -qe;n, -qen, -qn, -qn,
-q), (-m, -M, -~, -)
-zehnte (-qe:nt, -qe;n-, -qen-, -qn-,
-qn-, -q-)
zer- (q-, q-) [-fahren -rinnen )
zu ('qhu:, &qu;, qu;, qu, qU, q)
zum zu dem ('qhu:d, &qu;d, &qud, &qU, 'qhUm, &qUm, qUm, qm,

200

q)
zur zu der ('qhu:d, &qu;d, &qud,
'qhu:, &qu;, qu;, qu, qU, qw,
q)
zu'n zu den ('qhu:d, 'qu;d, 'qud,
'qhu:, 'qhu:n, &qu;n, qu;n, qun,
qUn, qn, q), (-m, -M, -~, -, -,)
-zu- (-qu-, -qU-, -q-) [abholen )

manuale di pronuncia

zusammen (qhu'zam, qu-, qU-, q-)


zwar ('qha:, &qa;, &qa, qa,
qa, q)
-ren -r'n (dopo V accentata, breve o
lunga, in cui /K/ (?, ) passa a
/Kn/ (,), attraverso "/n/&) (-'[:]?,
-'[:], -'[:],, -'[:]n), (-m, -M, -~,
-).

Tassofonica
5.3.2.1. Ci sono varie altre forme di semplicazione delle parole, e soprattutto
delle frasi, che rendono il parlato pi uente e scorrevole, ma meno "chiaro& agli
stranieri. Bisogna, perci, conoscere i meccanismi che entrano in gioco, sia per capire meglio, sia per avvicinarsi di pi alla pronuncia genuina dei nativi, e esser capti meglio; partendo da Kohler (1977, 1995, 6.3.1), diamo vari casi, integrandoli e completandoli adeguatamente.
Abbiamo gi visto che sequenze di (MM) /MM/ sono possibili, nel parlato veloce, solo in protonia: (I'apS&nIt 'o:z) d abge(nittenen Rosen ma: ('nIm
dI'apS&nItn) nimm d abge(nittenen
5.3.2.2. L'-e () // della prima persona singolare del presente cade spesso, purch ci non causi un (M): ([I]'aX) /I'max[]/ i> ma>' ('maXI) /'max[]I/
ma>' i> ([I]'habs 'ze:, --) /I'hab[] sg'ze:/ i> hab' es gesehen ('ha:bI,
-I) /'ha:b[]I/ hab' i> ('le:zI, -I) /'le:z[]I/ les' i> e ('fnI) /'fn[]I/ n'
i>, ('a:tI) /'a:tm[]I/ atm' i> ma: ([I]'fn) /I'fn/ i> ne, ([I]'a:t)
/I'a:tm/ i> atme; al passato, -e () // pu cadere, davanti a i> enclitico, purch
il verbo non nisca in -ete (t) /t/: ('maXtI) /'maxt[]I/ ma>t' i> ('UftI)
/'dUKft[]I/ dur' i> ma: ('fnt&I) /'fntI/ nete i> ('a&baett&I) /'aKbaettI/ arbRtete i> Anche l'-e () // di forme sostantivali pu cadere spesso e
avere ugualmente il tipo di fonazione sonoro o semi-sonoro per la C: ('li:bUn 'laet,
--) /'li:b[] Unt'laet/ Lb' und LRd
Per l'assimilazione di punto d'articolazione alla C seguente, in particolare per
/t, d, n, , s/, s' gi visto ai 5.2.1-2 5.2.4; anche per alternanze, specie per approssimanti e per /K/, s' accennato nei 5.2.4-5.
5.3.2.3. Come s' visto, un // s'assimila alla C precedente; ma /n/ resta invariato, quando ci sia la caduta d'un -e- // () (e la C sonora nale di sillaba, ma interna di lessema, non passa a non-sonora): ('khOm) /'kOm/ kommen ('le:bt) /'le:bt/ lebend ('e:b) /'e:b/ eben (ma: ('e:bn) /'e:bn/ ebne invariato); ('fa) /'fa/ faen (',u:gt) /'ju:gt/ Jugend (f'lo:g) /f'lo:g/ verlogen (ma: (f'lo:gn)
/f'lo:gn/ verlogne invariato). C' anche assimilazione duplice (ma non in tonia):
(aof'e:b 'Sta:s) /aof'e:bn 'StKa:s/ Qf ebenen Straen (I'aeg&Sa:g 've:g) /di'aegeSla:gn/ d Re(lagenen Wege

5. tedesco

201

Anche dopo nasale (intenso oppure no), /t, d/ si possono assimilare, se inesplosi:
('hEmt, -mp) /'hEmt/ Hemd ('hEmd, -mb) /'hEmd/ Hemden (I',u:gt 'aM&fOYn, I',u:gk) /di'ju:gt 'anfOYn/ d Jugend anfSern (I'ge:gt 'an&ze:, I'ge:gk) /di'ge:gt 'anze:/ d Gegend ansehen (I'ge:gd 'an&ze:, I'ge:gg) /di'ge:gdn 'anze:/ d Gegenden ansehen ('amt, -mp) /be'amt/ Beamten ('haopt, -pp, -p) /b'haopt/ behQpten (I'le:bd 'laed, -bb) /di'le:bdn 'laed/ d Lebenden lRden
5.3.2.4. Anche la sequenza /gn/ s'assimila frequentemente (e pure /bn, dn/, anche se preceduti da N con conseguente riduzione): (#'e:gnt, #'e:nt) /s'Ke:gnt/
es regnet ('agns, 'ans) /'agnEs/ Agnes (mag&nifi'qhEnq, ma&n-, -IfI-) /magnifi'qEnq/ Magnizenz (zIg'na:l, zI'na:l) /zIg'na:l/ Signal, ('va:gn, 'va:n) /'va:gn/
Wagner ('e:bn, 'e:mn) /'e:bn/ ebne ('le:bt, -mt) /'le:bt/ lebend ('e:dn, 'e:nn) /'Ke:dn/ Redner ('ve:d, -n) /'ve:Kd/ werden ('fInd, 'fIn) /'fInd/ nden
('hEmd, -mb, -m) /'hEmd/ Hemden ( poco sopra).
Pure le sequenze di N + occlusivo sonoro si possono assimilare per la nasalit:
(no'vEmb, -mm) /no'vEmb/ November ('Umb&halt, 'Umm-) /'Umbhalt/
umbehalten (qhUm'bae&Spi;l, -m'm-) /qUm'baeSpi:l/ zum BRspl ('Unds&ak,
'Unns-) /'bUndsbak/ Bundesbank ('vand, 'vann-) /'vandK/ Wanderer
('vUnd&ba; 'vUnn-) /'vUndba:K/ wunderbar (qhU'mIndst, -Innst) /qu'mIndst/
zuminde ('Ug&vIs, 'U-) /'UngvIs/ uewiss ('ag&ge;b, 'a-) /'agge:b/ aegeben ('a&ge;b, 'a&e;-) /'age:b/ aeben ('Uga, 'Ua) /'UgaK/ Uar
5.3.2.5. Quando /t/ tra C nel parlato non lento, generalmente cade: ('EsI)
/'KEstlI/ reli> ('SIfI) /'SKIftlI/ (rili> ('EI) /'KEtlI/ re>tli> ('aXI) /b'axtlI/ bea>tli> ('EnlI) /'EntlI/ endli> ('vEl&khu;g) /'vEltku:g/ Weltkugel (ma: ('halp&khu;g) /'halpku:g/ Halbkugel ('halp&qhaet) /'halpqaet/ HalbzRt]
('vItSaf Mfi'nanq) /'vIKtSaft Untfi'nanq/ Wira und nanzen ('EM&vUf)
/'EntvUKf/ Entwurf ('aens 'StIt, -nS 'S-, -n 'S-) /'aenst 'StKIt/ Rn ritten (qhU'mInds 'qhae) /qu'mIndst 'qvae/ zuminde zwR (',Eq qU'haoz) /'jEqt qu'haoz/ jet
zu HQse ('EtIt, -I) /b'KEtIt/ bere>tigte In posizione non-accentata,
abbiamo frequentemente forme ridotte ( 5.3.1.2), senza /t/, per i ni>t und
Anche /q/, dopo C si pu ridurre a (s): ('glanq, -ns) /'glanq/ Glanz ('hElqt,
-lst) /'hElqt/ erhlt ('sqe:n, 'sse:-, s'se:-) /'sqe:n/ Szene (qhU'mInds 'sae) /qu'mIndst 'qvae/ zuminde zwR (',Eq sU'haoz) /'jEqt qu'haoz/ jet zu HQse (&asqU'StEndIg, &assU-) /dasqU'StEndIg/ das zundige ('h:st qU'fi:d, -s sU-)
/'h:st qu'fKi:d/ h> zufrden
Il caso pi frequente dopo //, per occlusivi e occlu-costrittivi: ('hEltst, -lqt,
-lst) /'hEltst/ erhlt e, ancora: ('khaM, -M]f, -Mf) /'kam/ Kam ('glanq, -nts,
-ns) /'glanq/ Glanz ('ganq, -nts, -ns) /'ganq/ ganz (M'ha, M]'fa-, M'fa-)
/Em'a/ emaen ('thEnc, -nS) /'tKEnc/ Tren> e: ('mUmps, -ms) /'mUmps/
Mumps ('phOmpt, -mt) /'pKOmpt/ prompt (nt'SUldIg, n'S-) /Ent'SUldIg/ enuldigen ( anche 5.2.3.1), ('sfIks, -s) /'sfIks/ S#inx ('phUkt, -t) /'pUkt/
Punkt

202

manuale di pronuncia

5.3.2.6. Parlando velocemente, tra vocali e in sillaba non-accentata, /b, g/ si possono realizzare come (6, ): ('ha:b, -6) /'ha:b/ habe ('le:g, -) /'le:g/ lege eventualmente, /t/ pu passare a ([): ('It, 'I[) /'bIt/ bitte nelle stesse condizioni, gli
occlusivi e costrittivi non-sonori possono avere il tipo di fonazione intermedio o
anche pienamente sonoro: (s&hat'dOX 'maXt, --, -d-) /dashat'dOx g'maxt/ das
hat er do> gema>t (S'Sa:fI 'OX&nIt, --, -v-, 'S-) /das'SafI 'dOxnIt/ das (a'
i> do> ni>t (s&UsI'aX?, --, -z-) /dasmUsI'max/ das muss i> ma>en
(s'aXI 'OX&nIt, --, --) /das'maxI 'dOxnIt/ das ma>' i> do> ni>t (ovviamente, se c' ambiguit, per i nativi {che non coincide, per, coll'ambiguit per
gli stranieri!} non si ricorre a questa neutralizzazione, tipica del parlato veloce).
Dopo pausa i fonemi costrittivi sonori restano tali; mentre, dopo C non-sonora,
diventano semi-sonori (per, /z/, pi spesso, passa a non-sonoro): ('vi:n) /'vi:n/
Wn (s'as) /das'vas/ das Wasser ('qhanqI) /'qvanqI/ zwanzig ('zi:b) /'zi:b/ sben ('a:t&sa;m, -t'-) /'Ka:tza:m/ ra_am (&ZUna'lIst) /ZUKna'lIst/ Journali
(t'U) /t'ZU/ D(uel (',a:) /'ja:/ ja (s'a:) /das'ja:K/ das Jahr ('o:t) /'Ko:t/
rot ('Sak) /'SKak/ 6rank dopo occlusivi non-sonori, /K/ pu passare a (X) (pur
restando fonotatticamente /FK/): ('phaes, 'phXaes) /'pKaes/ PrRs ('the:t, 'thXe:t) /'tKe:t/ treten ('khaes, 'khXaes) /'kKaes/ KrRs
Gli occlusivi sonori si realizzano come semi-sonori sia dopo pausa che dopo C
non-sonora: ('Uk) /'bUKk/ Burg ('mEs&a;) /'mEsba:K/ messbar ('e:nU,) /'de:nU/
Dehnu (&asu'Et) /dasdu'Et/ das Duett ('u:t) /'gu:t/ gut ('aos&e:) /'aosge:/
Qsgehen
5.3.2.7. Le geminate, sia normali che con elemento intenso, si possono semplicare. Le N, in posizione nale: ('khOm, -m:, -m) /'kOm/ kommen ('e:b, -m,
-m:, -m) /'e:b/ eben ('nEn, -n:, -n) /'nEn/ nennen ('hE, -:, -) /'hE/ hen
('le:g, -, -:, -) /'le:g/ legen (tanto che kommen e nennen possono diventare uguali a komm! e nenn! per, in caso d'ambiguit, ovviamente, le forme sono distinte).
Quelle derivate da assimilazione si possono ridurre se sono tra sillaba accentata e
sillaba debole: ('li:bs&e;t, -m-, --, -m-) /'li:bsve:Kt/ lbenswert ('UndsinIs&te;,Um, -nn-, -n-, -mI-) /'bUndsminIste:KjUm/ Bundesminierium ('ands, -nn-,
-n-) /'ands/ anders ('ag&ge;b, --, --) /'angge:b/ aegeben Oltre a ('Sto:&m) /'StKo:mE/ Strohmee possiamo avere anche ('Sto:m&m, -&m-) /'StKo:mmE/
Strommee con possibile riduzione; per, in caso d'ambiguit, non si riduce.
Le occlusive geminate si possono ridurre al secondo elemento, se sono molto simili: ('ap&Ilt, 'a&Ilt) /'apbIlt/ Abbild ('a:t&aM, 'a:&-) /'Ka:tdam/ Raddamer ('mIt&thael, 'mI&th-) /'mIttael/ mittRlen ('mIt&qh;l, 'mI&qh-) /'mItqE:l/
mihlen ('vEk&khm, 'vE&kh-) /'vEkkOm/ wegkommen ('vEk&e:, 'vE&-) /'vEkge:/ weggehen Lo stesso vale per i costrittivi solcati: (s'sElb, s'-, 's-) /das'zElb/ dasselbe (s'SIf, S'S-, 'S-) /das'SIf/ das 6i ('aes&Sak, -S&S-, -&S-) /'aesSKak/ Eis(rank Invece, la sequenza /s/, come s' gi visto, ha un paio di varianti
possibili: ('h:st, -st, -t) /'h:st/ h> mentre /s/ si modica solo leggermente: ('I) /'bIs/ bis(en
5.3.2.8. Da quanto visto, la dierenza di tipo di fonazione pu diventare quasi
funzionale in tre modi: ('ap&Ilt, 'a&Ilt) /'apbIlt/ Abbild rispetto a ('a:p) /'a:p/

5. tedesco

203

Apel e ('a:b) /'a:b/ Abel Si considerino anche: ('mEnd&zo;n) /'mEndzo:n/ Mendelsohn ('mEnds&so;n, -s&-, -&s-) /'mEndszo:n/ Mendelssohn
Se le geminate derivano da assimilazione di luogo d'articolazione, si possono ridurre (purch la sillaba del primo elemento non sia accentata): (&Immu'ze:, &Imu-) /Immu'ze:/ in Museen (mIk'khal, mI'kh-) /mIt'kaKl/ mit Karl (&magnifi'qhEnq, &man-, &ma-, &ma-, -IfI-) /magnifi'qEnq/ Magnizenz (qhUm'bae&Spi;l,
-m'm-, -'m-) /qUm'baeSpi:l/ zum BRspl (qhu&mInds'as&a;, -Inn-, -In-) /qu'mIndst
'dasda:/ zuminde das da
Ma abbiamo: ('am&mld) /'anmEld/ anmelden ('mIk&khm) /'mItkOm/
mitkommen ('o:k&khaof) /'bKo:tkaof/ Brot kQfen ('a:k&fa:?, -, -&fa;,,
-n) /'Ka:tgfa:K/ Rad gefahren ('am&bInd, 'am&m-) /'anbInd/ anbinden ('agns, -n-, --) /'agnEs/ Agnes ('a&ge;b, 'a&-, -e;m, -e;, -e;m) /'ange:b/
aeben ('Unds, -nn-) /'bUnds/ Bundes ('vand, -nn-) /'vandK/ Wanderer
5.3.2.9. Nelle sequenze di /n, l/ + costrittivo non-sonoro, si possono inserire degli
occlusivi omorganici (e omo-fonici; questa caratteristica denota una pronuncia meno attenta e, perci, non va seguta): ('amt, -mpt) /'amt/ Amt ('ams, -mps) /'gams/
Gams ('amS, -mpS) /'KamS/ Ram( ('zEMf, -M]f) /'zEnf/ Senf ('ans, -nts, -nq)
/'gans/ Gans, ('i:nst, -ntst, -nqt) /'di:nst/ Dn ('mEnS, -ntS, -nc) /'mEnS/ Men(
('ma~, -~+, -~k) /'man/ man> ('hEt, -kt) /'hEt/ ht ('hEst, -kst) /'hEst/
He ('hElst, -ltst, -lqt) /'hElst/ erhell Anche per /nz, lz/, questo succede frequentemente: ('Unz, -ndz, -nQ) /'Unz/ unser ('alzo, -dzo, -Qo) /'alzo/ also
5.3.2.10. Le trascrizioni, viste nora, avranno senz'altro aiutato a separare, convenientemente, la scrittura dalla struttura fonica del tedesco, che potr sembrare,
allo straniero, parecchio strana; ma la realt cos. Ecco altri esempi per la riessione: ('ap&aez) AbrRse ('th:kI 'thE:k-) tgli> ('mUnt&at) Mundarten ('Un&aofItI, -f&I-) unQfri>tig (f'ap&e;dU,) Verabredu ('a:p, -t) beatmen Per essere pi utili, esemplichiamo anche le deformazioni all'italiana:
*(a'bra;ize, 'tE:-gliS, mun'dar:ten, &u-nau'fRiS:tig, &fe-Ra'brE:dug, be'at:men); confrontando le trascrizioni, con quelle date sopra, la dierenza lampante anche per un
non-udente.
, poi, evidente che in tedesco, le sequenze consonantiche sono molto complesse; qui, facciamo solo un esempio: ('hEps[t]&lt) Herbbltter Si noti anche, per
sh /sh/: ('lands&haoshalt) /'landshaoshalt/ LandeshQshalt
Accento
5.3.3.1. Nelle parole lunghe e nelle frasi, ci sono delle sillabe non-accentate che
s'alternano a quelle accentate e semi-accentate. Anche le ritmie seguono lo stesso
criterio; e tutto ci si vede gi dalle trascrizioni date.
Le parole composte del tedesco hanno degli schemi particolari. Quello pi diuso e normale mostra l'accento primario sulla sillaba prominente del primo lessema e accenti ridotti sulle sillabe ex-prominenti dei lessemi successivi.

204

manuale di pronuncia

Ecco degli esempi di composti con due lessemi: ('SIf&fa;t) 6ifahrt ('aM&SIf)
Dam(i ('a:n&ho;f) Bahnhof ('aez&ba;n) Eisenbahn ('ho:X&OYc) Ho>dS
('fy:&StYk) Frh$ ('aoto&ba;n) Autobahn (fa'mi:l,&na;m) Familnname ('mUntha&mo;ni&ka) Mundharmonika ('Su:&maX) 6uma>er
Non superuo osservare che le trascrizioni fonologiche, che non segnano gli
accenti secondari, sottintendono tale realt. Perci, sono pronunce da straniero
quelle che, soprattutto per composti bisillabici, usano il solo accento primario, come in (dove diamo anche i segmenti italiani): *('Sif:faRt, 'dam:Sif, 'ba:nof, 'Ok:dic).
Non possiamo non nire con un'osservazione sul cognome 6uma>er che divenendo sempre pi noto, passato da un *(Su'ma:keR) all'italiana, a un brutto ibrido, che non pi n italiano, n tedesco: *('Su:maxeR).
5.3.3.2. Si considerino anche: (e'mi:&fa;z) emfaser (e'mi:&vk) emwerk (':t&Insti&thu;t) GoethRnitut ('fa:&pha;n) Fahrplan ('an&Stalt) Analt
('mIt&tha;k) Mittag ('fa:t&lant) Vaterland ('fElt&aSal) Feldmar(all (e, spesso,
('fElta&Sal, &fElt'aSal) per motivi ritmici).
Con tre lessemi (l'accento che qui segn{i}amo con () pi debole di (&) e, normalmente, non si segna, anche perch si pu ridurre completamente, pur se la sillaba mantiene le caratteristiche di durata, timbro vocalico e consistenza consonantica, compresa l'eventuale "aspirazione&): (e'mi:fa;z&vk) emfaserwerk ('mIttha;ks&qhaet) MittagszRt ('fa:tlants&li;b, -nq-) Vaterlandslbe
Ancora: ('vIltSaes&kh) Wild(wRnsko ('SIm&anStalt) 6wimmanalt
('na:X&Ittha;k) Na>mittag ('alt&ho;XOYc) Altho>dS ('haopt&aofa;b)
HQptQfgabe ('StOY&aenne;m) StSerRnnehmer ('vElt&anSaoU,) Weltan(Qu ('Elt&anla;g) Geldanlage ('na:X&abaet) na>arbRten
5.3.3.3. Per, il ritmo spesso apporta delle modiche, soprattutto in tonia; per
cui sono, in realt, pi frequenti accentazioni come le seguenti, anche se non sempre sono clte (e accolte): ('SIman&Stalt, 'na:XIt&tha;k, 'altho:X&OYc, 'haoptaof&a;b, 'StOYaen&ne;m, 'vEltan&SaoU,, 'Eltan&la;g, 'na:Xa&baet), e anche (&vIlt'Sae&kh).
Con quattro lessemi, possiamo avere: ('aezba;M&fa;pha;n) Eisenbahnfahrplan ('na:XIttha;ks&qhaet) Na>mittagszRt ma, spesso, il ritmo fa preferire:
('na;XIt&tha;ksqhaet), o anche (na;X'Ittha;ks&qhaet).
Con cinque oppure sei: ('khaft&fa;&qhOYk 'haft&hItf&zIU,) KrafahrzSghapi>tversi>eru ('Spi:l&va;? 'aos&hands&zlSaft) SplwarenQenhandelsgesell(a ('ho:X&akuUm 'lIt&o;g&Slqo;f) Ho>vakuum-Li>tbogen-6melzofen generalmente attenuano l'inizio, passando a: (&khaftfa;'-, &Spi;lva;?'-, &ho;XakuUm'-).
5.3.3.4. Ci sono dei casi in cui l'accento secondario a determinare il signicato
d'un dato composto: ('aMSIf&fa;t) Dam(ifahrt "viaggio in piroscafo&,
('aM&SIffa;t) Dam(ifahrt "navigazione a vapore&; in questi casi, l'oscillazione ritmica , chiaramente, meno frequente, anche se il contesto pu/deve aiutare
molto.

5. tedesco

205

Troviamo anche dei composti che non hanno l'accento principale sul primo
lessema, come: (&,a;'qhe:nt) Jahrzehnt (&o;st'mo:n&ta;k) Oermontag (&Saq'aes)
(warzwR (&o;t'khOYq&Sst) RotkrSz(weer (&za;'bYk) Saarbr$en e
altri che hanno pi d'un accento primario: ('lao 'gy:n) blQ-grn, ('Um 'StOlq)
dumm-olz ('Se:sI 'hOlStaen) 6leswig-HolRn che, per, possono passare a
(&lao'gy:n, &Um'StOlq, &Se;sI'hOlStaen), specie in protonia.
Osserviamo: ('lao 'gy:n) blQ-grn "verdebl, verde-blu (: due colori accostati,
come in una bandiera o maglietta sportiva)& e ('lao&gy:n) blQgrn "verde e blu,
verdazzurro, verde acqua (: due colori, fusi assieme, come fanno i pittori)&.
5.3.3.5. Pi si parla veloce, pi si possono ridurre cancellare accenti non-primari, specie in protonia; al contrario, rallentando, possono riemergere. In particolare, in tonia, l'ultimo accento non-forte si pu, spesso, rinforzare (noi lo segn{i}amo,
solo qui, tramite ()): ('aotoba;n 'anStalt 'alt&ho;XOYc 'haopt&aofa;b) anche
('aezba;M&fa;pha;n, -fa;pha;n &Spi;l&va;?'aos&hands&zlSaft, -zlSaft
&ho;X&akuUm'lIt&o;g&Slqo;f, -Slqo;f).
Ci sono frequenti casi di composti (omogra) con un grammema pressale accentato oppure no, che (nella forma unita, non essa) costituisce il maggior elemento di dierenziazione semantica: berseen ('y:b&zq) "traghettare&, (&yb'zEq, &Y-) "tradurre&, umfahren ('UM&fa;?, -, -a;,, -a;n) "travolgere&,
(UM'fa:?, -, -a:,, -a:n) "girar attorno&.
I composti con un grammema sussale monosillabico non-accentato generalmente hanno /I, , , , , /, e non hanno nemmeno accenti secondari (tranne
che per motivi ritmici quando ci siano varie sillabe non-accentate in sequenza, come avviene anche per (-laen) -lRn (-U,) -u]\ ('vtI) w>entli> (('vt&I, -I) w>entli>en].
5.3.3.6. Altri sussi monosillabici non-accentati hanno sempre un accento secondario: [(-&ba;) -bar (-&haft) -ha (-&haet) -hRt (-&kaet) -kRt (-&la) -la (-&lI)
-li (-&lo;s) -los (-&ma;l) -mal (-&za;l) -sal (-&za;m) -sam (-&Saft) -(a (-&tu;m) -tum
(-&fl) -voll (-&vq) -wr_] per esempio: ('aen&haet) RRnhRt ('Ent&o;s) endlos
Consideriamo, inoltre (e notiamo che non hanno "aspirazione& i grammemi
non completamente accentati): (-I&kaet) -igkRt (-&haftIkaet) -haigkRt (-&lo;zIkaet) -losigkRt e altre oscillazioni ritmiche: ('am&mkU,?, 'amm&kU,?) Anmerkuen ('a&baet&In, 'abaet&-) ArbRterinnen soprattutto con un-\ ('Un&anStndI, 'Unan&StndI) unanndig ('UM&fozItI, 'UMfo&zItI) unvorsi>tig come per unQfri>tig (ne 3.2), per i quali l'enfasi o l'emozione, spesso, producono: (&Unan'StndI, &Unaof'ItI, &UMfo'zItI).
Ricordiamo, inne, che le parole tedesche non sono tutte accentate sulla prima
sillaba (come, sbrigativamente, "si racconta& spesso nei libri), soprattutto per forme pressate o prestiti, anche se d'antica data: (zo'fOt) sofort ('nao) genQ ('fUnd) gefunden (mo'mEnt) Moment (ma'Si:n) Ma(ine (pho'fEso) Professor
(col plurale "scomodo& (&phof'so:?, -, -,, -n) Professoren] Inoltre, ci sono
forme come: (a'bae) dabR (hI'naos) hinQs (vo'he:) woher che per enfasi diventano: ('a&bae, 'hI&naos, 'vo&he;).

206

manuale di pronuncia

5.3.3.7. Un'altra caratteristica dell'accentazione tedesca la "deaccentazione&


nale di forme verbali, soprattutto ausiliari e modali (e simili), inniti e participi
passati. Infatti, invece della "prevedibile& accentazione, che normalmente si pu
trovare, nelle varie lingue, alla ne d'un'intonia, abbiamo questa "deaccentazione& secondo la tipologia seguente.
Con le forme verbali compoe (quindi, anche futuro, condizionale, passivo, modali con inniti dipendenti): das 'dre 'ri>tig &sRn s 'mag 'Re>t &haben s 'soll
&sehr 't>tig &sRn i> &habe 'Cola be&ellt er i '(lafen ge&gaen i> &habe es 'ni>t
ge&wollt i> &bin na> 'Rom ge&fahren er wird 'wohl zu 'HQse &sRn er &i ver'haet
&worden
Anche: er &hat ihn 'fahren &lassen s &hatten mir den 'Brf '(rRben &helfen das
'Auto &wird bis 'morgen repa&rrt i> muss 'jet na> 'HQse &gehen i> &wrde 'gern
'Rot&wRn &trinken i> &habe ihn 'fahren ge&lehrt &will du ins 'Kino &gehen?
Naturalmente l'eetto "strano& della deaccentazione aumenta se le forme innite sono pi d'una: 'Karin hat den 'Brf &(rRben &mssen s &htten 'ni>t &kommen
&sollen i> &habe um '3 &Uhr '(lafen &gehen &mssen
5.3.3.8. Sono interessanti anche casi come: 'ma>en S d 'Re>nu &fertig 'halten s d 'Psse be&rRt in cui la parte non coniugata del verbo un aggettivo indeclinato; la vecchia ortograa dava: fertigma>en berRthalten invece di: fertig
ma>en berRt halten
Per le frasi secondar abbiamo le forme coniugate in ultima posizione, le innitive con um zu: s 'kann 'ni>t &kommen, &wRl s 'morgen &sehr 'frh 'Qf&ehen
&muss (salvo che gl'inniti dipendenti siano due: s i &sehr 'mde, &wRl s, 'hSte
'Morgen, 'sehr &frh hat 'Qf&ehen &mssen i> 'hoe, &dass er d 'Re>nu &hat be'zahlen &knnen i> 'hoe, &dass s &Rne 'nSe 'Wohnu hat 'nden &knnen] i> 'fr>te,
&dass er 'Re>t &hat der 'Arzt &wollte 'wissen, &ob er 'ber ge&habt &habe s 'sagt, dass &ihre 'Kinder im 'Garten &splten i> 'glQbe, &dass s 'ni>t 'hr &i i> 'wR, dass er
vor &zwR 'Jahren &ope'rrt &worden &i i> 'brQ>e 'ni>t zu &antworten es i 'immer
'besser, 'pnktli> &anzu&kommen um 'pnktli> &anzu&kommen, &mssen wir d 'U&Bahn &nehmen Si noti anche la costruzione con modali e verbo all'innito in ultima posizione: du 'sollte zum 'Arzt &gehen
Coi verbi separabili essi, la particella posposta ha generalmente un accento primario ((')); per, spesso pi debole, no al secondario; perci, qui, l'indichiamo
con (): s 'kommt 'morgen {an i> 'lege es {bR du 'ruf {an er 'gab den 'Kam {Qf
das 'Da> 'sprit {ber
Forniamo altri esempi emblematici, perch il concetto espresso da qualche parola, per motivi comunicativi, pu/deve emergere: 'Anna darf 'ni>t &mitkommen der
'Brf &wurde von 'mir ge&(rben. Ancora: &kann man 'hr 's>wimmen? (due concetti), per: 'knnen S Kla'vr &splen? come "pianettare&; 'morgen &muss i> 'gen i> muss 'morgen &gen [gen gi noto).
In assenza di complementi e predicati, la deaccentazione senz'altro non avviene,
come nelle frasi che seguono, in cui il verbo preceduto solo da parole (e concetti) che recano scarsa informazione: 'kann i> 'mal telefo'nren? er 'fuhr in d 'Fern, um &si> zu er'holen er 'l das ReQ'rant, 'ohne zu be'zahlen 'bitte, 'blRben

5. tedesco

207

S &do> 'sien Inoltre, si considerino i seguenti esempi: das i be'immt 'unab&si>tli> ge&(ehen er hat ge'sagt, dass es 'unab&si>tli> ge&(ehen &i er hat ge'sagt,
dass es 'unab&si>tli> ge&ma>t &worden &i er hat ge'sagt, dass es 'unab&si>tli> ge&ma>t &worden sRn &kann er hat ge'sagt, dass es 'unab&si>tli> ge&ma>t &worden sRn
&knnte Qui la particolare struttura sintattica delle secondarie tedesche, con il
gruppo verbale a ne frase, fa s che l'ultimo accento primario d'un enunciato possa essere seguto da un notevole numero di sillabe.
Intonazione
5.3.4. La f 5.4 d l'intonazione del tedesco neutro; tutti i tonogrammi vanno analizzati con molta attenzione. Qui forniamo, semplicemente, esempi per le tre
tonie marcate. Nel 5.3.1.1, il terzo e quarto enunciato, del secondo blocco d'esempi, prima della lista delle forme ridotte, mostrano l'inciso medio ( 13.24
dell'FTN/MaF), tipico del tedesco e del francese; eccone un altro: und, &wenn es
'mgli> zu 'ma>en &wre, ; altri sono nelle trascrizioni del testo ( 5.5):
/./: (I'su:X aem'm:bg&Sft3 3) /I'zu:x aen'm:bgSEft./ I> su>e Rn Mbelge(.
/?/: ('khOmzi aos':st&ae1 1) /'kOmzi aos':stKae?/ Kommen S Qs errR>?
//: ('fa:?zi naX5Ys&df1 1| {&o;d'mak&bUk3 3}) /'fa:Kzi na:x'dYsdOKf {o:d'makdbUKk.}/ Fahren S na> Dsseldorf oder Magdeburg?
f 5.4. Protonie e tonie tedesche.
/ / (2 2 ' 2 2 ' 2 2 ' 2)

/./ (2 ' 3 3)

/ / ( 2 2 ' 2 2 ' 2 2 ' 2)

/?/ (2 ' 1 1)

/ / ( 2 2 ' 2 2 ' 2 2 ' 2)

// (2 5 1 1)

/ / ( 2 2 ' 2 2 ' 2 2 ' 2)

/,/ (2 ' 2)

Altri accenti
5.4.0. Come gi anticipato, riteniamo importante presentare, oltre alla pronuncia neutra, almeno qualche accento, non solo per utili confronti, ma anche per esser pronti a cogliere le caratteristiche di pronuncia del tedesco fuori dall'ex Germania occidentale, a partire dall'ex (ex Germania orientale, cio il nordest
dell'attuale Germania riunicata), no all'Austria, alla Svizzera e all'Alto Adige (o
rolo meridionale), per capire pi prontamente accenti diversi.
Queste osservazioni potrebbero servire anche per assumere un accento pi tipico fra questi tre ultimi, soprattutto per chi volesse/dovesse avere contatti preferen-

208

manuale di pronuncia

ziali coi loro abitanti, pi che coi tedeschi di Germania. Si possono vedere anche
le fonosintesi nell'FTN/MaF per quanto riguarda il tedesco della Pennsylvania
(Pennsylvania German o "Penns. Dub& 21.12) e vari dialetti germanici d'Italia, Svizzera, Austria e Germania, 17.20-2 (zurighese, alsaziano e lussemburghese), 17.27-8 (bavarese di Monaco e viennese).
Tedesco della Germania nordorientale
5.4.1.1. Il primo vocogramma d le vocali dell'accento mediatico (e neutro) dell'ex ; non , per, la pronuncia locale di Berlino, o quella della Sassonia. Come
si vedr sbito, confrontandola con la f 5.1, le V lunghe accentate, sono, in realt,
dei dittonghi monotimbrici, o sdoppiamenti, con un leggero movimento verso
l'alto; inoltre, /E, E:, , O/ sono leggermente pi chiusi, quanto basta per usare simboli fonetici diversi: (, , #, ).
Diamo solo alcuni esempi, per mostrare direttamente la dierenza, grazie alle trascrizioni fonetiche: ('fi;il) /'fi:l/ vl ('ze;e) /'ze:/ sehen ('Sp;t) /'SpE:t/ spt e: ('a;an)
/'ba:n/ Bahn ('zo;o) /'zo:/ so ('u;ut) /'gu:t/ gut ('thy;y) /'ty:K/ Tr ('S;n) /'S:n/ (n
Le due realizzazioni di // sono leggermente pi basse: ('Unz, -ndz-, -nQ-)
/'UnzK/ unsere mentre, l'eventuale vocalizzazione di /K, / pi alta: ('vas, -x,
-x, -x, -x) /'vas/ Wasser
/u:, u/ (u;u, u)
/U/ (U)
/o:, o/ (o;o, o)
// (, , , )
/O/ (, )
// () { (x)}

/i:, i/ (i;i, i), /y:, y/ (y;y, y)


/I/ (I), /Y/ (Y)
/e:, e/ (e;e, e), /:, / (;, )
/E/ (, ), // (#, #) /E:/ (;, ;)
/a/ (a), /a:/ (a;a)

/oU/* (o;o, U)
/OY/ (+) {(+)}
{/a/ ()}
/ao/ (aP) {(P)}

/eI/* (e;e, I)
/ae/ (a) {()}
/ / (2 2 ' 2 2 ' 2 2 ' 2)

/./ (2 ' 2 3)

/ / ( 2 2 ' 2 2 ' 2 2 ' 2)

/?/ (2 ' 2 1)

/ / ( 2 2 ' 2 2 ' 2 2 ' 2)

// (2 5 2 1)

/ / ( 2 2 ' 2 2 ' 2 2 ' 2)

/,/ (2 ' 2)

5. tedesco

209

5.4.1.2. Per i dittonghi, confrontando il vocogramma dato, si vedr che il secondo elemento di /ae, ao, OY/ pi centrale (e anche pi basso per /OY/): (a, aP, +);
inoltre, soprattutto, il primo elemento di /ao/ un po' pi arretrato e il primo di
/OY/ leggermente pi alto, sconnando nella casella superiore: ('as) /'aes/ Eis
('laP) /'blao/ blQ ('n+) /'nOY/ nS C' poca dierenza per i due xenofonemi /eI,
oU/; inoltre, coincidono, per (), anche i possibili /ae, ao, a/ di forme ridotte,
compreso /OY/.
Per le C aggiungiamo che piuttosto frequente il passaggio dei costrittivi non-sonori (e /z/), dopo /n, l/, a sequenze omorganiche d'occlusivo + costrittivo, o a veri occlu-costrittivi, 5.3.2.9. Inne, /k/, davanti a pausa, si pu realizzare come
occlu-costrittivo (pre)velare, (w, ): ('khi;ik, -w, -) /'kKi:k/ Krg ('tha;ak, -w,
-) /'ta:k/ Tag ('qhu;uk, -w, -) /'qu:k/ Zug Si tratta, comunque, per tutte, di realizzazioni non tanto consigliabili.
Il tonogramma d l'intonazione, che risulta un po' meno peculiare di quella
neutra "occidentale&, pi verso qualcosa d'"internazionale&.
Tedesco austriaco
5.4.2.1. Quest'accento il "mediatico&, che prevale alla radio e televisione;
una via di mezzo tra il meno e il pi marcato, attingendo da un nostro fono-archivio in continua espansione (senza fare espliciti riferimenti regionali, in questa sede); qua e l faremo, per, qualche cenno a fenomeni pi particolari, decisamente non-neutri.
Osserviamo i monottonghi; quelli "lunghi& sono, invece, sdoppiati, o geminati,
e di durata inferiore, anche la geminazione d un'impressione di maggior corposit, che quasi eguaglia la lunghezza vera: non (:), ma ().
Sbito si coglie anche il fatto che le articolazioni corrispondenti a /I, Y, U E[:], ,
O/ sono pi chiuse che in tedesco neutro, tanto che si rappresentano coi simboli (i,
y, u [], #, ) (nell'accento meno marcato troviamo (I, Y, U E[E], , O), con le
varianti non-accentate (, #, ), leggermente pi chiuse nella pronuncia pi neutra):
('fiS) /'fIS/ ( ('fyMf) /'fYnf/ fnf ('hunt) /'hUnt/ Hund ('lf) /'Elf/ elf ('Spt) /'SpE:t/
spt ('q6#lf) /'qvlf/ zwlf ('ft) /'Oft/ o Certe parole hanno /e:/ (ee) per /E:/.
5.4.2.2. Sia /a/ che /a:/ sono postero-centrali: ('StAt) /'Stat/ Stadt ('StAAt) /'Stat/
Staat (nell'accento meno marcato si ha (a, aA) (e, in quello ricercato, (, )), mentre in quello pi marcato abbiamo (, ) e anche (, ) (che non mancano di
colpire sbito). I dialetti austriaci hanno generalmente opposizione fonematica tra
un a posteriore e uno pi anteriore, sia brevi che lunghi; tale distinzione timbrica, la si pu ritrovare anche in lingua, dove il timbro posteriore usato nelle parole tradizionali, mentre quello anteriore viene usato per prestiti e neologismi, come, per esempio, avviene per Bank\ /'bAk/ ('Ak) "panca, banco di lavoro&,
/'bak/ ('ak) "banca, banco da gioco&.
L'accento molto marcato ha /e:, :, o:/ (e, #, o): ('vee, 've) /'ve:/ weh (',
'#) /'b:/ B ('soo, 'so) /'zo:/ so

210

manuale di pronuncia

5.4.2.3. Le realizzazioni di // sono: (, ), coll'eventuale vocalizzazione di /K,


/ (anche con le appendci consonantiche) (); quindi abbiamo: ('uns) /'UnzK/
unsere e ('vAs, -, -, -, -) /'vas/ Wasser Il simbolo () corrisponde a quello correntemente impiegato, con meno rigore, anche in tedesco neutro, per (), che ,
invece, adatto per l'accento austriaco meno marcato, che ha () (e anche (x)),
mentre, quello pi marcato presenta (a[]). S'osservi che () // antero-centrale,
notevolmente pi avanzato che in tedesco neutro; l'accento pi ricercato pu arrivare a (, ) per /K, / (penultimo vocogramma).
Passiamo ai dittonghi. Mentre /OY/ solo pi alto per il primo elemento, /ae,
ao/ sono decisamente diversi, (, ): ('s) /'aes/ Eis ('l) /'blao/ blQ ('nY)
/'nOY/ nS l'accento meno marcato ha, rispettivamente, (, A, O) e, quello pi
marcato, (E, , Y) (come a cenna, anche con (, , ); pure (O,), come
compromesso e perno (@, )). Gli xenofonemi sono leggermente pi chiusi
che in tedesco neutro: /eI, oU/ (ee, i oo, u).
5.4.2.4. Nel secondo vocogramma, sono evidenti altri due dittonghi tipici (anche se segnati in grigio, perch ricorrono solo in cognomi e toponimi locali), (i,
u) /i, u/: ('iks, 'iiks) Dx ('uq, 'uuq) Rue Non si danno varianti di
/ae, ao, OY/ in forme ridotte, giacch tendono a rimanere come indicato; per,
segnata la collocazione di /a/ (), che possibile nelle forme ridotte.
Rispetto al tedesco neutro, ci sono anche delle dierenze di durata fonemica, come in: ('Alt&tum) /'alttu:m/ Altertum ('Spiil&a) /'Spi:lba:K/ splbar ('hAq) /'ha:Kq/
Harz ('AS) /'ba:KS/ Bar( ('Sust) /'Su:st/ 6uer ('Sloos) /g'SlOs/ Ge(loss/-o
I due ultimi vocogrammi mostrano sia realizzazioni vocaliche meno marcate
(()), no ad alcune ricercate (()), sia, al contrario, realizzazioni pi marcate (()).
5.4.2.5. Per le C troviamo che, spesso, /, 0/ passano a /k, k0/ (ma non
sono consigliabili): ('qtu, -k) /'qaetU/ ZRtu (comunque, anche senza (k),
l'articolazione del nasale sempre velare, non uvulare, pure per /K/: (SpA'qii,
-ii, -iin)).
L'articolazione di /t, d/ pi dentale che dentalveolare: (e'tkto) /de'tEktoK/
Detektor spesso /k, kl, gl/ possono essere prevelari o palatali arretrati (e /k/ pu
esser anche occlu-costrittivo, ma meglio evitare queste varianti): ('tAAk, -, -,
-, -k) /'ta:k/ Tag ('ukl, -l-, -N-) /'dUkl/ dunkler ('eel, -"l-, -l-) /'Ke:gl/
Regler
Gli occlusivi non-sonori, e gli occlu-costrittivi, non sono "aspirati& (tranne che
in pronuncia meno marcata), come s' appena visto per /q/: ('pool) /'po:l/ Pol ('toon)
/'to:n/ Ton ('kint) /'kInt/ Kind ('unt) /'Unt/ Pfund ('cAko) /'cako/ T(ako
Gli occlusivi sonori sono semi-sonori, (, , ); ma anche (b, d, g), tra foni sonori, come sempre, nell'accento meno marcato; per, in quello pi marcato, troviamo generalmente i non-sonori, (p, t, k): ('uu, -6) /'bu:b/ Bube (spesso abbiamo (6) /b/), ('uu) /'du:d/ Duden ('ee) /'ge:g/ gegen.
D'altra parte, all'interno di parola, b d g segute da /n, l/ eterosillabiche, possono essere /b, d, g/ (invece di /p, t, k/, come nella pronuncia tedesca neutra, che ha
la neutralizzazione): ('nu) /'OKdnU/ Ordnu ('mli) /'m:klI/ mgli>.

5. tedesco

211

Non c' l'occlusivo laringale, tranne che nell'accento meno marcato: (i's) /I'Es/
i> esse (te'AAt) /te'a:t/ Theater
/u:, u/ (uu, u)
/U/ (u)
f
/o:, o/ (oo, o)
// (, , , )
/O/ (, )
// () { ()}
/a/ (A), /a:/ (AA)

/i:, i/ (ii, i), /y:, y/ (yy, y)


f
/I/ (i), /Y/ (y)
/e:, e/ (ee, e), /:, / (, )
/E/ (, ), // (#, #), /E:/ (, ;)

/u/* (u)

/i/* (i)

/oU/* (oo, u)
/OY/ (Y)
{/a/ ()}
/ao/ ()

/eI/* (ee, i)
/ae/ ()

/i:, i/ (ii, i), /y:, y/ (yy, y)


/I/ (I), /Y/ (Y)
/e:, e/ (ee, e), /:, / (, )
/E/ (E, ), // (, #)
/E:/ (EE, ;)

/e:/ (e, ee), /:/ (#)


/ae/ (, E, )
// (, x, a)

/ / (2 2 2 2 2 2 2)

/./ (2 ' 2 3)

/ / ( 2 2 2 2 2 2 2)

/?/ (2 1 2)

/ / ( 2 2 2 2 2 2 2)

// (2 ' 2 1)

/ / ( 2 2 2 2 2 2 2)

/,/ (2 ' 2)
/u:, u/ (uu, u)
/U/ (U)
/o:, o/ (oo, o)
// (, , , )
/O/ (O, )
// {() ) ()
/a/ (a), /a:/ (aA)

/K-/ (-)
/o:/ (o)
/OY/ (O, O,, Y, , @, )
/ao/ (A, , )
/a[:]/ ([], [], [])

5.4.2.6. Per i costrittivi, c' pi variazione (che in tedesco neutro) per v specie
iniziale: ('vs, 'f-) /'fEKs/ Vers ('fiip, 'v-) /'vi:p/ Viper /z/ normalmente /s/ (s)
(mentre, troviamo (, z) solo nell'accento meno marcato e pi facilmente dopo

212

manuale di pronuncia

C]\ ('sAAg) /'za:g/ sagen ('Also) /'alzo/ also ('s) /'Kaez/ rRsen (uguale, quindi, a ('s) /'Kaes/ rRen] In parole come Stil Strateg contrariamente al tedesco neutro, si preferisce /st/ a /St/: ('stiil) /'Sti:l/ (&stAte'gii) /StKate'gi:/ (pur essendo
usati entrambi, nei due accenti).
Inoltre, /j/ approssimante (j): ('jAA) /'ja:/ ja; generalmente, /x/ velare (x):
('nAAx) /'na:x/ na>; per /K/ si ha /Kx/: ('ux) /'dUK/ dur>; per /-I/ si ha /-Ik/:
('q6Anqik) /'qvanqI/ zwanzig per // si ha /k/: ('kiinA) /'i:na/ ina ma: (me&lA~o'lii) /melako'li:/ Melan>ol Spesso si realizza come pospalatale, (), specie
a cenna.
L'articolazione pi diusa per /K/ costrittiva uvulare, con la possibilit di vocalizzazione posnucleare (vista nella prima parte del presente paragrafo), che convive anche con un abbastanza diuso vibrante, o vibrato, alveolare, (R, r) (anche con
velarizzazione, (R, 5)), caratteristica soprattutto non-urbana (ma anche viennese,
pur se in oscillazione con (, K)), che meglio evitare, anche se non colpisce molto: ('AA 'RAAR, 'rAAr, -AA) /'Ka:K/ rar
Pur non facendo parte della pronuncia neutra, ovviamente, ricordiamo che la
tipica l viennese un unilaterale alveo-velare, (), che pu ricorrere in tutte le posizioni, anche se alterna, normalmente, con (l), pure nei parlanti pi marcati e tipici. Nell'accento marcato (come in dialetto, la fonosintesi del viennese, 17.28
dell'FTN/MaF), nelle sequenze /kl, gl k, g/, si ha (, ), velare. In pronuncia viennese, oltre a () (e ()), si ha spesso la vocalizzazione in (,) (come in dialetto): ('Spii, -,, 'ees, -s,) /'Spi:g, 'e:z/ Spgel Esel.
5.4.2.7. In pronuncia non-neutra, all'interno di parola, le /0/ semplici non-sonore intersillabiche, dopo V (brevi) accentate, si realizzano con una geminazione
contenuta (ma evidente), che indichiamo coll'esponente del primo elemento, nella variante segnata solo qui, (00): ('Stp 'Stpp) /'StOp/ oppen ('vt 'vtt)
/'vEt/ Wetter ('tA 'tA) /'ta/ taer ('siq 'siqq) /'zIq/ sien ('vAs
'vAss) /'vas/ Wasser ('vAS 'vASS) /'vaS/ wa(en ('si 'si) /'zI/ si>er ('mAx 'mAxx) /'max/ ma>en
possibile, ma non veramente diuso, il fenomeno dell'inserimento d'un occlusivo omorganico tra /n, l/ e i costrittivi non-sonori o /z/ ( 5.3.2).
Ci sono dierenze d'accentazione: (kA'fee) /'kafe ka'fe:/ Kaee ('lAA, lA'oo) /la'bo:K/ Labor (tA'Ak) /'ta[:]bak ta'bak/ Tabak (p'tii, p'tjee) /pOK'tje:/ Portr Motor ('moot, mo'too) /'mo:to:, mo'to:/
L'intonazione austriaca si riconosce, presto, per le protoniche semi-basse un po' ascendenti e intertoniche medie discendenti; anche la tonia interrogativa, soprattutto, e la sospensiva hanno dei movimenti piuttosto peculiari: si veda bene la gura.
Tedesco svizzero
5.4.3.1. Anche per quest'accento, aggiungiamo, quand' il caso, ma senza gure ulteriori, altre peculiarit non-neutre, tratte dal nostro fono-archivio. Si tratta
dell'accento mediatico: una via di mezzo tra quelli pi locali e una forma non-marcata, neutralizzata, appresa appositamente.

5. tedesco

213

Il primo vocogramma d i "monottonghi& brevi e lunghi; in realt, in quest'accento, quelli "lunghi& sono dei dittonghi con brevi spostamenti: ('fiil) /'fi:l/ vl
('f5yy) /'fKy:/ frh ('uut) /'gu:t/ gut ('eet) /'be:t/ Beet ('l) /':l/ l ('oo) /'vo:/
wo ('SpEEt) /'SpE:t/ spt (che molto stabile e tipico) ('StaAt) /'Sta:t/ Staat Questi due
ultimi hanno le varianti marcate, non-neutre: (E) e () (nonch (A), tipico di
Berna, e (), di Zurigo). (Si vedano, nella fonosintesi del 17.20 dell'FTN/MaF,
le caratteristiche dello 6wyzert di Zurigo, parlata alemannica, con realizzazioni pi diverse ancora.)
Per le V brevi, ci sono timbri chiusi per /I, Y, U/ (i, y, u): ('fiS) /'fIS/ ( ('fyMf)
/'fYnf/ fnf ('hun) /'hUnt/ Hund e relativamente aperti per /E, , O/: ('Elf) /'Elf/
elf ('q6lf) /'qvlf/ zwlf ('Oft) /'Oft/ o (con le varianti non-accentate (, #, ));
per la graa c' anche la realizzazione marcata, non-neutra, (): ('fElt, 'flt)
/'fElt/ fllt /a/ posterocentrale, (A) (in pronuncia marcata, anche arrotondato,
(), o posteriore pieno, ()): ('StAt) /'Stat/ Stadt
/i:, i/ (ii, i), /I/ (i)
/y:, y/ (yy, y), /Y/ (y)

/u:, u/ (uu, u), /U/ (u)


/o:, o/ (oo, o)

/e:, e/ (ee, e), /:, / (, )


// (, R, R), // (R)
/E/ (E, ), // (, #), /E:/ (EE, ;)

/O/ (O, )
/a:/ (aA), /a/ (A)
/u/ (u)

/i/ (i), /y/ (y)


/eI/* (ee, ei)

/oU/* (oo, ou)


/OY/ (OI) {(I)}
{/a/ ()}
/ao/ (Ao) {(o)}

/ae/ (a) {()}

/I/ (I), /Y/ (Y)


/E/ (), // (#)
/ae/ (EI, I, i)
/E:, E/ > (E, )

/ / (2 2 2 2 2 2 2)

/./ (2 2 3)

/ / ( 2 2 2 2 2 2 2)

/?/ (2 1 2)

/ / ( 2 2 2 2 2 2 2)

// (2 2 2)

/ / ( 2 2 2 2 2 2 2)

/,/ (2 ' 2)

/U/ (U)
/OY/ (i, i, I, o)
/O/ ()
/ao/ (U, , o, U)
/a:/ (, , A)
/a/ (, )

214

manuale di pronuncia

5.4.3.2. Per // abbiamo (), in tutti i contesti, giacch /K/ non uvulare: ('5aA) /g'Ka:d/ gerade ('unsR) /'UnzK/ unsere ('unsR) /'Unz/ unser Inoltre,
generalmente, si ha (-n, -m, -l) per /, , /: ('faARn) /'fa:K/ fahren ('loom)
/'lo:z/ losem ('eel) /'e:z/ Esel Solo in pronuncia molto attenta si pu avere (,
, ), come pure (, , , ), anche da parte di chi non abbia /K/ ().
I dittonghi svizzeri neutri sono /ae, ao, OY/ (a, Ao, OI): ('a) /'aes/ Eis ('lAo)
/'blao/ blQ ('nOI) /'nOY/ nS nell'accento pi marcato abbiamo /ae/ (EI, I), /ao/
(U, U), /OY/ (I, o). Gli xenofonemi sono decisamente pi chiusi che in tedesco
neutro: /eI, oU/ (ee, ei oo, ou).
Sempre nel secondo vocogramma, sono evidenti (anche se segnati in grigio, perch ricorrono solo in cognomi e toponimi locali) altri tre dittonghi tipici, (i, y, u)
/i, y, u/: ('it) Dth ('5y) Regg ('hup) Huep Spesso, tranne che in pronuncia
meno marcata, o ricercata, /y:, y, y/ passano a /i:, i, i/. Nella stessa gura, sono segnate le possibili realizzazioni, in forme ridotte, di /ae, ao, OY, a/ (, ao, , ).
Rispetto al tedesco neutro, ci sono delle parole con V brevi, come in: ('A5t) /'a:Kt/
Art ('flOs) /'flo:s/ o [oss\ in Svizzera non s'usa ] ('jA) /'ja:kt/ Jagd ('nun)
/'nu:n/ nun ('E5) /'e:Kt/ Pferd ('fO5) /'fo:K/ vor ('E5n) /'ve:Kd/ werden ('E5) /'e:Kd/ Erde ('uks) /'vu:ks/ Wu7 ('qE5tliX, -) /'qhE:tlI/ zrtli>
L'ultimo vocogramma mostra realizzazioni marcate di /E, E:, a, a: ae, ao, OY/ (e
meno marcate di /I, Y, U/).
5.4.3.3. Per le C va detto che l'articolazione /t, d/ decisamente dentale: (e'tEktoR) /de'tEktoK/ Detektor mentre, /k/ (k, w, , k): ('kin, 'w, '-, 'k-) /'kInt/
Kind ('sAk, -w, -, -k) /'zak/ Sa$; si noti che, nella trascrizione del 5.5.2.4 (e
5.5.1.2), segn(i)amo (), per insistere su questa realizzazione tipica (anche se in
pronuncia neutra si cerca d'evitarla, magari ricorrendo all'occlu-semi-costrittivo
velare, (), che una via di mezzo tra (k) e gli altri occlu-costrittivi indicati).
Non c' "aspirazione& di /p, t, k , q, c/ (a meno che non sia usata volontariamente): ('pool) /'po:l/ Pol ('toon) /'to:n/ Ton ('kuu, 'w, '-, 'k-) /'ku:/ Kuh ('un)
/'Unt/ Pfund ('qeen) /'qe:n/ zehn ('cAkko) /'cako/ T(ako.
Inoltre, manca (), tranne che nell'accento meno marcato e meno tipico: (te'aAtR) /te'a:t/ Theater (iX'Ess, i-) /I'Es/ i> esse come si vede, i conni dei lessemi e dei grammemi vengono, per, rispettati; solo in pronuncia molto marcata si
pu avere risillabicazione: (i'XEss, i'-).
Le C sonore delle coppie difoniche sono, in realt, semisonore, (, , , , ),
anche davanti a pausa o nali di sillaba (dove, in tedesco neutro, si ha neutralizzazione con passaggio a /p, t, k f, s, S/). Per, si ha generalmente /s/ per /z/, dopo pausa o C\ ('uu) /'bu:b/ Bube ('uu) /'bu:p/ Bub ('uu) /'du:/ du ('un) /'Unt/
und ('5een) /'Ke:d/ reden ('oon) /'bo:g/ Bogen ('taA) /'ta:k/ Tag ('in)
/g'vIn/ Gewinn ('leen) /'le:z/ lesen ('saAn) /'za:g/ sagen ('ins) /'bInz/ Binse ('paA) /'pa:Z/ Page
5.4.3.4. Spesso, si ha /f/ per /v/ del neutro: (no'fEmR) /no'vEmb/ November
(fn'tiil) /vEn'ti:l/ Ventil (ful'kaAn, -w, --, -k-) /vUl'ka:n/ Vulkan
Per sp interni o nali si ha /sp, st/, ma nell'accento marcato /Sp, St/: (k'nOsp,

5. tedesco

215

-Sp) /k'nOsp/ Knospe (ist, -iSt) /bIst/ bi ('EstRn, -St-) /'gEstn/ geern generalmente, per /S/ interno (dopo V accentata breve, come per le altre C] si ha (SS):
('muSSl) /'mUS/ Mu(el per 7 /ks/, in pronuncia marcata si pu avere abbastanza
spesso "/xs/&: ('fuks, -Xs, -s) /'fUks/ Fu7
Solo nel parlato meno marcato, si pu avere // (ma, articolato come pospalatale
(), o prevelare ()); mentre, normalmente, si ha /x/ (X, ): ('milX, - -, --)
/'mIl/ Mil> ('AoX, -) /'aox/ Q> per -ig si ha, regolarmente, /Ik/ (cio "/Ig/&;
mentre /I/ decisamente raro e d'impiego volontario): ('q6Anqi) /'qvanqI/
zwanzig e // , normalmente, /k/: ('kiinA, 'w-, '-, 'k-) /'i:na/ ina /j/ approssimante, /j/: ('jaA) /'ja:/ ja
5.4.3.5. L'articolazione tipica di /K/ alveo-uvulare, vibrante in sillaba accentata,
(5), e vibrato in sillaba non-accentata, (R), in tutti i contesti, anche dopo V\ ('5aA5)
/'Ka:K/ rar (Re'Akto[o]R) /Ke'akto:K/ Reaktor in pronuncia regionale (o, al contrario,
volontaria, per inusso del neutro), si possono avere realizzazioni uvulari: (, K, ).
L'articolazione di /l/ neutra sempre alveolare, mentre in pronuncia non-neutra
spesso (], ), davanti a pausa o a C\ ('All) /'al/ alle ('leen) /'le:b/ leben ('Olf)
/'vOlf/ Wolf ('hEl) /'hEl/ hell
5.4.3.6. All'interno di parola, nella pronuncia neutra svizzera, le /0/ semplici
intersillabiche, dopo V brevi accentate (sia non-sonore che sonore e geminate nella scrittura >pp bb tt dd gg ss mm nn rr ll, o rappresentate da digrammi
>$ > o tri/quadri-grammi >( ), si realizzano con una geminazione contenuta, ma percepibile, che indichiamo coll'esponente del secondo elemento, (00), quindi: ('immR) /'Im/ immer ('innn) /'In/ innen ('huR) /'hU/
Huer e ('StOppn) /'StOp/ oppen ('k5A) /'kKab/ Krabbe ('EttR) /'vEt/ Wetter ('iR) /'vId/ Widder ('5On) /'KOg/ Roggen ('sOkkn, --, -ww-, --,
-kk-) /'zOk/ So$en ('tAR) /'ta/ taer ('siqqn) /'zIq/ sien ('5Eccn)
/'gKEc/ gren ('Aff) /'af/ Ae ('AssR) /'vas/ Wasser ('ASSn) /'vaS/ wa(en ('siXXR) /'zI/ si>er ('mAXXn) /'max/ ma>en ('hA5R) /'haK/ harren
('k6Ell) /'kvEl/ Quelle
Per l'accentazione, abbiamo casi come: ('AotooR, Ao'too5) /'aoto:K/ Autor ('lAoo, lA'oo) /la'bo:K/ Labor ('mootR, mo'too5) /'mo:to:, mo'to:/ Motor ('ufft, uf'fEt) /bY'fe:/ Buet ('hOttl, ho'tEl) /ho'tEl/ Hotel (nOI'jaA5) /'nOYja:K/ NSjahr
Inoltre, sono interessanti parole come: (A&nn'mEnt) /abOn'ma, -:/ Abonnement
L'intonazione svizzera si riconosce, prestissimo, per le protoniche basse un po'
ascendenti e le intertoniche medie che continuano il movimento (almeno nella
protonia normale); anche le tre tonie marcate hanno dei movimenti piuttosto peculiari: si veda bene la gura.
Tedesco altoatesino
5.4.4.1. Il primo vocogramma mostra i monottonghi brevi e lunghi della pronuncia mediatica altoatesina. Anche per quest'accento, si coglie sbito il fatto che

216

manuale di pronuncia

le articolazioni corrispondenti a /I, Y, U E[:], , O/ sono pi chiuse che in tedesco


neutro, tanto che si rappresentano coi simboli (i, y, u [:], #, ) (nell'accento meno marcato troviamo (I, Y, U E[:], , O), con le varianti non-accentate (, #,
), un po' pi chiuse nella pronuncia pi neutra): ('fiS) /'fIS/ ( ('fyMf) /'fYnf/
fnf ('hunt) /'hUnt/ Hund ('lf) /'Elf/ elf ('Sp:t) /'SpE:t/ spt ('qV#lf) /'qvlf/ zwlf
('ft) /'Oft/ o
5.4.4.2. Si vede che /a:/ dittongata: ('Stat) /'Stat/ Stadt ('StaAt) /'Stat/ Staat (nell'accento meno marcato /a, a:/ sono pi simili tra di loro: (a, a:); mentre in un accento pi marcato, vicino al dialetto, possiamo avere anche (, :) (che non mancano di colpire sbito; il 16.15 dell'FTN/MaF, che d la fonosintesi del dialetto
{sud}tirolese dell'Alto Adige).
I dialetti tirolesi di solito hanno opposizione fonematica tra un a non-anteriore e
uno posteriore arrotondato, sia brevi che lunghi; tale distinzione timbrica, la si pu
ritrovare anche in lingua, dove il timbro posteriore usato nelle parole tradizionali,
mentre quello non-anteriore viene usato prevalentemente per prestiti e neologismi,
come, per esempio, avviene per Ball\ /'pl/ ('pl, 'pAl) "palla&, /'pal/ ('pal) "ballo&.
L'accento molto marcato ha /e:, o:/ (eI, oU) (come in dialetto): ('ve:, 'veI) /'ve:/
weh ('soo, 'soU) /'zo:/ so (a questi s'aggiunge /:/ (Y): ('p, 'pY) /'b:/ B che
non fa parte del dialetto genuino (che storicamente ha unicato la serie antero-centro-labiata con quella anteriore); mentre il dialetto borghese di Bolzano ha reintrodotto, per inusso del tedesco, /y:, Y, :, , OY/ (y:, y, :, #, Y), compreso /y/
(y, i), per analogia strutturale).
5.4.4.3. Le realizzazioni di // sono: (, ), con la vocalizzazione di /K, / (anche
con le appendci consonantiche) (), e, in pronuncia pi marcata, pure (), come
in dialetto ( la fonosintesi); quindi abbiamo: ('uns) /'UnzK/ unsere e ('vas,
-, -, -, - 'vss, -, -, -) /'vas/ Wasser S'osservi che (, ) //, nell'accento meno marcato, dato nell'ultimo vocogramma, hanno realizzazioni un po' diverse (come anche altre V] pur essendo rappresentate con gli stessi simboli. L'-e (non
solo nei verbi) e la prima in -ere(C) tendono a cadere (tranne che in Val Pusteria),
soprattutto in pronuncia non sorvegliata: ('ty:p, 'ty:p) /'ty:p/ Type (che pu venire, quindi, a coincidere con ('ty:p) /'ty:p/ Typ]
Il secondo vocogramma mostra i dittonghi del tedesco altoatesino. Mentre /OY/,
rispetto al tedesco neutro, dierisce soprattutto per il secondo elemento, che non
arrotondato, (O); /ae, ao/ sono decisamente meno estesi, (a, aP): ('as) /'aes/ Eis
('plaP) /'blao/ blQ ('nO) /'nOY/ nS in dialetto, per /ae, ao/, abbiamo (a, AP), ma
anche (aP), che sono ancora meno estesi; e, solo per Bolzano, pure /OY/ (); mentre, in sudtirolese, conuito in /ae/ (a), o rappresentato da /ui, oi/: ('nui) /'nui/
nui {= nS}, ('foiR) /'foiK) foir {= FSer}. Gli xenofonemi sono usati piuttosto raramente (e, eventualmente, in modo del tutto intenzionale): /eI, oU/ (e:, ei o:, ou).
5.4.4.4. Nel secondo vocogramma, sono evidenti altri due dittonghi tipici (anche
se segnati in grigio, perch ricorrono in lingua solo in cognomi e toponimi locali),
(i, uX) /i, u/: ('tit, 'iit) Dtl ('wuXns, 'ku:ns) Kuens Nella stessa gura, sono

5. tedesco

217

segnate le possibili realizzazioni, in forme ridotte, di /ae, ao, OY, a/ (, P, , ).


Come si diceva, l'ultimo vocogramma mostra le realizzazioni vocaliche meno
marcate (()), parecchio simili a quelle del tedesco neutro; per, la pronuncia resta pur sempre identicabile, giacch le caratteristiche prosodiche hanno delle
dierenze tipiche. Ci sono anche distribuzioni diverse, come, per esempio, /E/ in
('st, 'E- 'St) /'e:Kst/ er ('t, 'E- 't) /'e:Kt/ Pferd (in tedesco neutro con
/e:/: ('e:st, 'he:t)).
ff
/i:, i/ (i:, i), /I/ (i)
/y:, y/ (y:, y), /Y/ (y)

/u:, u/ (u:, u), /U/ (u)


f

/e:, e/ (e:, e), /:, / (:, )

/o:, o/ (o:, o)
/O/ (, )
// () {//K// ()}
/a/ (a), /a:/ (aA)

/E/ (, ), // (#, #), /E:/ (:, ;)


// (, , -, -)

/u/* (uX)

/i/* (i)
/eI/* (e: ei)

/oU/* (o: ou)

{/a/ ()}

/OY/ (O) {()}

/ae/ (a) {()}

/ao/ (aP) {(P)}

/i:, i/ (i:, i), /y:, y/ (y:, y)


/I/ (I), /Y/ (Y)
/e:, e/ (e:, e), /:, / (:, )
/E/ (E, ), // (, #)
/E:/ (E:, ;)
/a/ (a)
/a:/ (a:)

/ / (2 2 2 2 2 2 2)

/./ (2 ' 2 3)

/ / ( 2 2 2 2 2 2 2)

/?/ (2 ' 2 1)

/ / ( 2 2 2 2 2 2 2)

// (2 ' 2 2)

/ / ( 2 2 2 2 2 2 2)

/,/ (2 ' 2)
/u:, u/ (u:, u)
/U/ (U)
/o:, o/ (o:, o)
// (, , -, -)
/O/ (O, )
// () { (, )}

5.4.4.5. Per le C troviamo che, generalmente, // interno passa a /g/ (ma non
cos nell'accento meno marcato): ('pin, 'I) /'bKI/ brien (comunque, anche senza (g), come in pronuncia meno marcata, l'articolazione del nasale
sempre velare, non uvulare). Soprattutto in sillaba caudata in N (specie in posizione accentata), le V si nasalizzano, in pronuncia marcata: ('vi:n, 'vi:n) /'vi:n/ Wn
('fa, 'f) /'fa/ Fa

218

manuale di pronuncia

L'articolazione di /t, d/ dentale: (te'tkto) /de'tEktoK/ Detektor spesso /k, k,


k/ sono occlu-costrittivi, o anche occlu-semi-costrittivi, velari (o pospalatali, vicino a V anteriori): ('km, 'w-, '-) /'kOm/ kommen ('sk, 'swn, --) /'zOk/
So$en ('tik, -w, -, -k, -%) /'dIk/ di$
Gli occlusivi non-sonori, e gli occlu-costrittivi, non sono "aspirati& (generalmente anche in pronuncia meno marcata), come s' appena visto per /k/: ('po:l) /'po:l/
Pol ('to:n) /'to:n/ Ton ('kint, 'w-, 'k-) /'kInt/ Kind ('unt) /'Unt/ Pfund ('cako)
/'cako/ T(ako
Gli occlusivi fonologicamente sonori sono non-sonori nella pronuncia tipica,
ma semi-sonori, (, , ), nella pronuncia meno marcata; per, tra foni sonori, sono semi-sonori, (, , ) (tranne che, di solito, in dialetto, che ha, perlopi, (p, t,
k/w), come nell'accento pi marcato; oppure, nell'accento meno marcato, sono
sonori, (b, d, g)): ('pu:, -b) /'bu:b/ Bube Si possono avere i semi-sonori anche
davanti a /n, l/ interne: ('Onu, 'm:li) /'OKdnU, 'm:klI/ Ordnu mgli>.
(A Bolzano, possiamo avere (B, , ) /b, d, g/: ('u:B).)
Non c' l'occlusivo laringale, tranne che nell'accento meno marcato, dove, comunque, meno evidente che in tedesco neutro (e potremmo, eventualmente, segnarlo ricorrendo al simbolo speciale (,)): (i's, ,I',Es) /I'Es/ i> esse (te'a;At,
te',a:-) /te'a:t/ Theater
5.4.4.6. Per i costrittivi, si deve osservare che /z/ normalmente /s/ (s) (generalmente, anche nell'accento meno marcato, pure a Bolzano): ('sa;A) /'za:g/ sagen
('also) /'alzo/ also ('as) /'Kaez/ rRsen (che diventa uguale a ('as) /'Kaes/ rRen] Iniziale, davanti a C praticamente non c' mai /s/ (ma /S/); e, per quanto riguarda /st/ interni e nali, nell'accento marcato, come in dialetto, troviamo tipicamente /St/: ('li:pst, -St) /'li:pst/ lben ('snst, -nSt) /'zOnst/ son per, nel caso in cui siano eterolessemici, abbiamo /st/: ('sams&taAw) /'zamsta:k/ Samag (come in dialetto: ('sams&tiw, 'sms&tik) /'samstik/ samig]
Per /0v/ (tautosillabiche), c' (0V): ('SVst) /'SvEst/ 6weer ('qVa) /'qvae/
zwR ('kVl) /'kvEl/ Quell per /f/, si pu avere /v/, oltre che in forme come Vize
(che, pure in tedesco, possono avere la variante, per minoritaria, con /v/), anche
per v contro le regole fonologiche, in casi come positiv\ ('vi:q, &posi'ti). Inoltre,
/j/ approssimante (j): ('ja;A) /'ja:/ ja; generalmente, /x/ velare (x): ('na;Ax) /'na:x/
na>; si mantiene // (anche davanti a /K/, contrariamente a quanto avviene in Austria): ('tu) /'dUK/ dur>; ma, per /-I/ si ha /-Ik/ (tranne che in pronuncia meno
marcata) ('qVanqik, -w, -k) /'qvanqI/ zwanzig per // si ha sistematicamente
/k/: ('ki:na, 'w-, 'k-) /'i:na/ ina Per, in dialetto, tranne che a Bolzano, non c'
aatto () //.
L'articolazione pi diusa per /K/ costrittiva uvulare, che convive anche con
un abbastanza diuso vibrante uvulare, (K), con la possibilit di vocalizzazione posnucleare, che, come abbiamo gi visto, posterocentrale () (o posteriore, (), in
dialetto e nell'accento pi marcato). In posizione nale assoluta, dopo V accentata, in dialetto e nell'accento pi marcato, si ha (R): ('a;A -a;A -a;AR -:R) /'Ka:K/
rar ('hi: 'hi: 'hi:R) /'hi:K/ hr

5. tedesco

219

5.4.4.7. Nella pronuncia non-neutra altoatesina, all'interno di parola, le /0/


semplici (non-sonore, nasali e laterale) intersillabiche, dopo V (brevi) accentate, si
realizzano con una geminazione contenuta (ma abbastanza evidente), che indichiamo coll'esponente del primo elemento, nella variante segnata solo qui, (00): ('im
'imm) /'Im/ immer ('Stp 'Stpp) /'StOp/ oppen ('vt 'vtt) /'vEt/ Wetter
('ta 'ta) /'ta/ taer ('siq 'siqq) /'zIq/ sien ('vas 'vass) /'vas/ Wasser ('vaS 'vaSS) /'vaS/ wa(en ('si 'si) /'zI/ si>er ('max 'maxx) /'max/ ma>en ('kVl 'kVll) /'kvEl/ Quelle
possibile, ma non veramente diuso, il fenomeno dell'inserimento d'un occlusivo omorganico tra /n, l/ e i costrittivi non-sonori o /z/ ( 5.3.2).
In parole dotte o straniere, frequente l'inusso di strutture italiane: /gn/ = /nj/:
(po~'jo:s) /pKog'no:z/ Prognose (si~'ja;Al) /zIg'na:l/ Signal (&esi~'ji:, -,
-'ji:n, -n) /KezIg'ni:K/ resignren /t/ = /q/: (ti&ploma'qi:) /diploma'ti:/ Diplomat (&kaan'qi:) /gaKan'ti:/ Garant /q/ = /c/: (m'ce:s) /mEK'qe:dEs/ Mercedes
(&pace'lo:na) /baKqe'lo:na/ Barcelona /S/ = /sk/: ('ske:ma) /'Se:ma/ S>ema (&skiqo'fe:n) /Siqo'fKe:n, si-/ S>izo#ren /Z/ = /dZ/: (&tuna'list) /ZUKna'lIst/ Journali
/kv/ = /kw/ (kj) (oltre a (kV)): (kja'tt) /kvaK'tEt/ Quartett per le V troviamo:
/y/ = /u/: (pu&oka'qi:) /byKokKa'ti:/ Brokrat /Oy/ = /eu/: (eu'o:pa) /OY'Ko:pa/
Europa (neu'ta;Al) /nOY'tKa:l/ nStral
L'intonazione altoatesina si riconosce, facilmente, per le protoniche semi-basse,
tranne la prima, che semi-alta; pure la tonia interrogativa, soprattutto, e la sospensiva hanno movimenti peculiari, dati nel tonogramma.

Testo
5.5.0. Il vento di tramontana e il sole qui riportato in diverse versioni, sempre
"normalizzate&. Prima c' quella in italiano ( 2.4.1) con accento tedesco neutro, come primo accostamento metodologico (e in italiano con accento svizzero e
altoatesino, per confronti utili); poi c' la traduzione tedesca, in pronuncia neutra, seguta dall'accento nordorientale, da quelli austriaco, svizzero e, inne, altoatesino. Le trascrizioni sarebbero state (visivamente) pi diverse, l'una dall'altra,
se avessimo usato per i tedeschi di Germania anche i simboli "speciali& ((4, 7, ))
(dentalveolari) e, al posto di (, ) (per /K, /), rispettivamente: () (neutro), (x)
(nordorientale), (, a) (austriaco), (5, R) (svizzero), (, ) (altoatesino).
Alla ne, come sempre, c' anche la versione che d la pronuncia italiana del tedesco, da parte dell'italofono neutro, uente in tedesco (per lungo apprendimento in immersione fra nativi, ma senza il metodo fonetico), che abbia appreso adeguatamente le prominenze relative, ma che usi, per il resto, gli elementi segmentali e sovrasegmentali tipici dell'italiano neutro. Ovviamente, lo stesso principio vale per le pronunce straniere dell'italiano, date per prime.

220

manuale di pronuncia

Pronuncia tedesca (dell'italiano)


5.5.1.1. (zi&bIstI'cha:vano2 Unt'Ono2 Il'fEnto dI&tamn'tha:na2| eIl'zo:l3 3 'lu:no2 &petn'dEndo di'Es piu'fOt2 dl'alto3 3 'khando 'fi:do &UMfi&ata'tho:3 3
kf'ni:va I'nanqi2 a'fOlto &nlman'thElo3 3| i&duliti5ganti1 1 d'chi:zo2 a'lo:a2 &keza&b'sta:to piu5fOt1 1| khi&fsiu'Si:to2 &al'fa: &Ilman'thElo2 &alfi&ata'tho:3 3||
Il'fEnto dI&tamn'tha:na2 &komIn'cho: a&zfi'a:3 3 &kMfio'lEnqa3 3| &mapi'u zfi5a:va1 1| phi'u Ilfi&ata'tho:2 &zIstInt'e:va &nlman'thElo3 3\ 'thanto2 k&ala5fi:n1 1
Il'pho:vo 'fEnto2 do'fEt d'zIst3 3 dal&zuopo'pho:zito3 3|| Il'zo:l2 a'lo:a2 &zims'to: nl'che:lo3 3| e&po;ko'do:po2 &Ilfi&ata5tho:1 1 &kezn'thi:va 'khaldo2 zi'thOlz3 3 &Ilman'thElo3 3| &ela&tamn5tha:na1 1 &fUk'stEta2 ko'zi:2| a&iko5no:S1 1| kheIl'zo:l2\ &eapiu'fOt3 3 di'li3 3||
thi&epia'chu:ta1 1 la&stoi'Ela2| &lafo'lja:mo i'phe:t1 1|||)
Pronuncia austriaca (dell'italiano)
5.5.1.2. (si&isti'cAAvno2 unt'no2 ilfnto i&tAmn'tAAn2| il'sool23 'luuno2 &petnno is piu'ft2 l'Alto23 k6Ano fiio &uMfi&At'too23
kfniiv i'nAnqi2 flto &nlmn'tlo23| i&uliti'Anti21 'ciiso2 'loo2 &kes&stAAto piu'ft21| ki&fsiu'Siito2 &AlfAA &ilmn'tlo2 &Alfi&At'too23||
ilfnto i&tAmn'tAAn2 &komincoo &sfi'AA23 &kMfio'lnq23| &mApiu sfi'AAv21| piu ilfi&At'too2 &sistinteev &nlmn'tlo23\ 'tAnto2 k&Al'fiin21 ilpoovo 'fnto2 oft 'sist23 l&suopo'poosito23|| il'sool2 'loo2 &simstoo
nl'ceelo23| e&pooko'oopo2 &ilfi&At'too21 &kesntiiv 'kAlo2 si'tls23 &ilmn'tlo23|
&el&tAmn'tAAn21 &fuk'stt2 ko'sii2| &iko'nooS21| kil'sool2\ &epiu'ft23
i'li23||
ti&epicuut12 l&stoi'l2| &lAfoljAAmo ipeet12|||)
Pronuncia svizzera (dell'italiano)
5.5.1.3. (si&istic'caAvAno2 unt'O5no2 ilfEnto i&tRAmn'taAnA2| eilsool23 'luuno2 &pRetnEno iEssR piu'fO5t2 llAltRo23 6Ano fiiRo &uMfi&AttA'tooR23
fniivA i'nnAnqi2 AffOlto &nlmAntEllo23| i&ulitiAnti2 2 'ciiRo2 Al'looRA2
&eA&RstaAto piufO5t2 2| i&fssRiu'Siito2 &AlfaAR &ilmAn'tEllo2 &Alfi&AttAtooR23||
ilfEnto i&tRAmn'taAnA2 &omincoo A&ffiaAR23 &MfiolEnqA23| &mApiu
ffiaAvA2 2| piu ilfi&AttA'tooR2 &istRinteevA &nlmAntEllo23\ 'tAnto2 &AllAfiin2 2 ilpoovRo 'fEnto2 ofEtt istR23 Al&suopRopooito23|| il'sool2 Al'looRA2
&imst5oo nlceelo23| e&pooo'oopo2 &ilfi&AttAtooR2 2 &entiivA 'Alo2 i-

5. tedesco

221

tOls23 &ilmAntEllo23| &elA&tRAmntaAnA2 2 &fu'st5EttA2 o'ii2| A&RionooSR2 2|


eil'sool2\ &eRApiufO5t23 ili23||
ti&epiAcuutA12 lA&stoRi'EllA2| &lAfoljaAmo RipeetR12|||)
Pronuncia altoatesina (dell'italiano)
5.5.1.4. Per quanto strano possa sembrare, nell'italiano tipico e marcato degli
altoatesini, si ritrovano anche dei foni che raramente ricorrono nel loro tedesco
corrente, ma che possono far parte delle scelte stilistiche per una pronuncia tedesca meno marcata. Ci sono, inoltre, altre dierenze, rispetto all'italiano e al tedesco, che risultano da un'elaborazione locale.
5.5.1.5. (sI&istIc'cha;Vn2 [,]U~'on2| [,]IlVento I&tmon'ta;n2| [,]eIl'so;Ul23 'lu;n2 &petneno &jsspjU'fOt2 l'lalt23 &kVanoVio [,]UM&Vja'to;U23 &keVniV In'nanqi2 [,]vvOlto &nelmn'tEll23| [,]I&ulItI'anti2 2 'chi;2 [,]l'lo;U2 &kes&stat pjU'fOt2 2| kI&fossIU'Si;t2 [&,]lVa
[&,]Ilmn'tEll2 [,]l&Vja'to;U23||
[,]IlVento I&tmon'ta;n2 &womI~'chO [,]sof'fja;23 &woMVjo'lenq23| mpju
sof'fja;V2 2| pjUIl&Vj'to;U2 &sistI~eIV &nelmn'tEll23\ 'tant2 k&[,]all'fi;n2 2 [,]IlpoUV 'Vent2 oVett 'ist23 l&suopo'pO;It23|| [,]Il'so;Ul2 l'lo;U2 &simostO n'che;Il23| [,]&pko'O;p2 [,]Il&Vja'to;U2 2 &kesntiV
'wal2 sI'tOls23 [&,]Ilmn'tEll23| &[,]el&tamon'ta;n2 2 &fuwos'tett2 wo'i2| [,]&iwo'no;US2 2| keIl'so;Ul2\ &[,]epjU'fOt23 I'lE;I23||
tI&[,]pj'chu;t12 &lasto'jEll2| &laVoLamo I'pe;It12|||)
Testo tedesco
5.5.2.0. Ein ritten si> Nordwind und Sonne, wer von ihnen bRden wohl der
Strkere wre, als Rn Wanderer, der in Rnen warmen Mantel gehllt war, des Weges
daherkam. S wurden Rnig, dass derjenige fr den Strkeren gelten sollte, der den
Wanderer zwien wrde, sRnen Mantel abzunehmen.
Der Nordwind bls mit aller Ma>t, aber je mehr er bls, deo feer hllte si>
der Wanderer in sRnen Mantel Rn. Endli> gab der Nordwind den Kam Qf. Nun
erwrmte d Sonne d Lu mit ihren frSndli>en Strahlen, und (on na> wenigen Augenbli$en zog der Wanderer sRnen Mantel Qs. Da muse der Nordwind zugeben, dass d Sonne von ihnen bRden der Strkere war.
Hat dir d Ge(i>te gefallen? Wollen wir s wderholen?
Pronuncia tedesca neutra
5.5.2.1. ('aenS2 'StItzI 'nOt&Int2 Un'zOn2| &vefni!'baed/&vo;l d'StEk&v;3 3| &alseM'vand2 &deInaen/'vam 'mant g'hYlt&a;2 s'e:gs2 'he:-

222

manuale di pronuncia

&kha;m3 3|| zI&vUd'aenI2| as'e:&,e;nIg2 &fY[]d'StEk 'gElt&zlt2 &ded/'vand 'qhI|&vYd2 &zaen!'mant 'apq&ne;m3 3||
'nOt&Imp 'li:s2\ mIt'al2 'maXt3 3|| &ab,e'me: 5bli:s1 1| &sto'fEst2 'hYltzI
d'vand2 In&zaen!'mant 'aen3 3|| 'EntI2 'a:p 'nOt&In2 'khaM 'aof3 3||
'nu:n2\ 'vEmt dI'zOn2 dI'lUft2| mItiM'fOYntI2 'Sta:l3 3|| Un'So:n2 na;X'e:nIg
'aog&blIk2| 'qho:k3 3 'vand2 &zaen!'mant 'aos3 3|| 'a:2\ &mUstd'nOt&In2
'qhu:&ge;b2\ &dasI'zOn2| &fni!'baed2| 'StEk&va;3 3||
hat&IdIg'SIt2 g'fal1 1| 'vOl/vI zI'vi:d&ho;l1 1|||)
Pronuncia tedesca nord-orientale neutra
5.5.2.2. ('anS2 'StItzI 'nt&Int2 Un'zn2| &vefni!'bad/&vool d'Stk&v23| &alsM'vand2 &deInan/'vam 'mant g'hYlt&aa2 s'e;egs2 'he;e&khaam23|| zI&vUd'anI2| as'e;e&,eenIg2 &fY[]d'Stk 'glt&zlt2
&ded/'vand 'qhI|&vYd2 &zan!'mant 'apq&neem23||
'nt&Imp 'li;is2\ mIt'al2 'maXt23|| &ab,e'me;e 5bli;is21| &sto'fst2 'hYltzI d'vand2 In&zan!'mant 'an23|| 'ntI2 'a;ap 'nt&In2 'khaM
'aPf23|| 'nu;un2\ 'vmt dI'zn2 dI'lUft2| mItiM'f+ntI2 'Sta;al23|| Un'So;on2
naaX'e;enIg 'aPg&blIk2| 'qho;ok23 'vand2 &zan!'mant 'aPs23|| 'a;a2\
&mUstd'nt&In2 'qhu;u&geeb2\ &dasI'zn2| &fni!'bad2| 'Stk&vaa23||
hat&IdIg'SIt2 g'fal21| 'vl/vI zI'vi;id&hool21|||)
Pronuncia austriaca neutra
5.5.2.3. ('nS2 Stitsi 'nt&vint2 un'sn2| &vefni!'/&vool 'Stk&v23| &AlsM'vAn2 &einn/vAm mAnt 'hylt&vAA2 s'vees2 'hee&kAAm23|| si&vu'nik2| As'ee&jeeni2 &fy[]Stk 'lt&slt2 &e/vAn 'q6i|&vy2 &sn!mAnt 'Apq&neem23||
nt&vimp 'liis2\ mit'Al2 'mAxt23|| &Ajemee 'liis21| &sto'fst2 hyltsi
'vAn2 in&sn!'mAnt 'n23|| 'ntli2 AAp 'nt&vin2 'kAM 'f23||
'nuun2\ vmt i'sn2 i'luft2| mitiM'fYntli2 'StAAl23|| un'Soon2 nAAxveeni '&lik2| 'qook23 'vAn2 &sn!'mAnt 's23|| 'AA2\ &must'nt&vin2 'quu&ee2\ &Asi'sn2| &fni!'2| 'Stk&vAA23||
hAt&ii'Sit2 fAl12| vl/vi sivii&hool12|||)
Pronuncia svizzera neutra
5.5.2.4. ('anS2 St5ittsiX 'nO5t&vint2 un'sOnn2| &veRfni!'a/&vool RStE5R&vR23| &AlsM'vAnRR2 &eRinan/vA5m mAnt 'hylt&vaAR2 s'vees2 -

5. tedesco

223

hee5&aAm23|| si&vuR'ani2| As'ee5&jeeni2 &fyRStE5R 'Elt&slt2 &eR/vAnRR 'q6i|&vyR2 &an!mAnt Apq&neem23||


RnO5t&vimp 'liis2\ mit'AllR2 mAXt23|| &ARjemee5 Rliis2 2| &sto'fEstR2 hyltiX R'vAnRR2 in&san!mAnt 'an23|| 'EntliX2 aAp R'nO5t&vin2 AM
'Aof23|| 'nun2\ RvE5mt i'Onn2 i'luft2| mitiRM'f5OIntliX?2 St5aAl23|| un'Soon2 naAXveeni 'Ao&li?2| qoo23 R'vAnRR2 &san!mAnt 'Aos23|| 'aA2\ &mustR'nO5t&vin2 'quu&ee2\ &Asi'Onn2| &fni!'a2| RStE5R&vaAR23||
hAt&iRi'SiXt2 fAll12| vOll/viR siviiR&hool12|||)
Pronuncia altoatesina neutra
5.5.2.5. ('anS2 'Stitsi 'nt&vint2 un'sn2| &vefni!'a/&vo;l 'Stw&v;3 3| &alsM'van2 &einan/'vam 'mant 'hylt&vaA2 ts've:s2 t'he:&waAm3 3|| si&vu'anik2| tas'te:&je;ni2 &fy[]'Stw 'lt&slt2 &e/'van 'qVi|&vy2 &san!'mant 'apq&ne;m3 3||
t'nt&vimp 'pli:s2\ mit'al2 'maxt3 3|| &a,e'me: 5li:s1 1| &tsto'fst2 'hyltsi 'van2 in&san!'mant 'an3 3|| 'ntli2 'wa;Ap t'nt&vin2 t'waM 'aPf3 3|| 'nu:n2\
'vmt i'sn2 i'luft2| mitiM'fYntli2 'Sta;Al3 3|| un'So:n2 naAx've:ni 'aP&lik2| 'qo:w3 3 t'van2 &san!'mant 'aPs3 3|| 'ta;A2\ &must'nt&vin2 'qu:&e;2\ &asti'sn2| &fni!'a2| t'Stw&vaA3 3||
hat&tii'Sit2 'fal1 1| 'vl/vi si'vi:&ho;l1 1|||)
Pronuncia italiana del tedesco
5.5.3. ('ainst$ s'tritten 'siS nRd'vin:d$ und$'sOn:ne23 'vEr fo'ni;nem 'ba;iden 'vOl:2
deRs'tErkeRe 'vE:Re23 'al saiM'vandeReR2 'dERi 'naineM 'varmem 'man:tel2 ge'jult$ 'va:r2
dz'vE:ges daeR'kam:$23| si'vurde 'na;inig$2 &dazde'rjE:nige2 &fjuRdens'tErkeRen 'gElten
'sOl:te12| 'dEr deM'vandeReR2 Q'vigen 'vjurde2 &sainem'man:tel2 &abQu'nE:men$23|
&deRnRd'vin:d$2 'blis:2 mit'talleR 'mak:$t$23| 'a:beR2 je'mE; ReR5blis:12| &dsto'fEs:teR2 'julte
'siS:2 deR'van:deReR2 in&sainem'mantel 'la;in$23|| 'En:dliS2 'gab:$2 deRnRd'vin:d$2 de'kamp$
'fa;uf23|| &nuneR'vErm$te di'sOnne di'luf:t$2| mit'ti;ReM 'frOindliSSen s'tra:len$23| und'SOn:
nak'vE;nige &naugem'blik:ken2 'QOg:$ deR'van:deReR2 sainem'mantel 'la;us23| 'da2 'muste
&deRnRd'vin:d$2 Qu5gE:ben$12| &dazdi'sOn:ne2 fo&ninem'ba;iden2 deRs'tErkeRe 'va:r23||
at'dir digeS'SiS:te2 ge'fal:len$21| &vlleM'vir si&vide'rO:len$21|||)

6. Spagnolo
6.0. L'accento di spagnolo che tratteremo quello neutro nella versione iberica e in quella (centro-sud-) americana. Le dierenze, all'interno della pronuncia
neutra, sono davvero poche; non serve, quindi, una trascrizione diafonemica (come, invece, per il portoghese e l'inglese); semplicemente, la variante americana ha
due fonemi in meno: /, L/, che conuiscono in /s, J/. I primi due simboli, comunque, hanno un impiego diafonemico, visto che distinguono i due accenti.
Se si volesse ricorrere a simboli con una qualche indicazione, per rammentare
meglio la situazione, si potrebbe ricorrere a /, L/, o propendendo per una trascrizione di tipo pi internazionale a /s, J/. D'altra parte, sempre per aiutare gl'italiani (oppure gli stranieri in genere), bene indicare con /b, , g/ i fonemi /b, d,
g/, nei contesti in cui si realizzano come (B, , ). Non aatto un buon uso quello (d'alcuni testi e di dizionari con trascrizione) di mettere /B, , /: perch non
sono fonemi, e perch nella essione del lemma le cose non restano sempre costanti.
Per quanto ci sia, anche per lo spagnolo, un numero di parlanti decisamente pi
consistente per l'accento "americano&, che non per quello iberico, preferiamo considerare "primario& quest'ultimo accento, perch pi vicino alla scrittura; perci, pi consigliabile, anche didatticamente, pure per una graa pi coerente,
che, d'altra parte, fa da guida pi sicura alla pronuncia.
Ovviamente, pure l'accento americano ha tante varianti interne, che qui consideriamo non-neutre, sebbene, spesso, siano pi diuse della pronuncia neutra, che
(come avviene in ogni lingua) decisamente minoritaria.
Generalmente, queste varianti non hanno la stigmatizzazione delle pronunce
pi facilmente localizzabili, n connotazioni negative, giacch, per ogni nazione,
in eetti, si tratta d'accenti "nazionali& in aggiunta alle varianti regionali. In un
lavoro pi ampio sulla pronuncia dello spagnolo, infatti, si daranno delle macro-coin (almeno sette per l'America), da considerare "neutre&, oltre alle varianti regionali, pi speciche.
D'altronde, le caratteristiche non-neutre dello spagnolo sono condivise dalla
maggior parte delle nazioni ispanofone, sia in America che in Europa, da rendere
gli accenti non-neutri meno dissimili fra di loro, anche se individuabili. Per questo, per lo spagnolo, non si presenteranno altri accenti, oltre i due neutri (come
s' fatto, invece, per il tedesco, che ha accenti ben pi distinti, soprattutto in Svizzera e in Austria).
Si stanno, comunque, raccogliendo registrazioni per una descrizione sistematica degli accenti eettivi dello spagnolo. Intanto si potr vedere la fonosintesi dell'andaluso orientale (nel 17.9 dell'FTN/MaF]

6. spagnolo

225

Vocali
6.1.1.1. Lo spagnolo ha solo cinque fonemi vocalici, realizzati come nel primo
vocogramma della f 6.1, (i ', e a ', o u) /i, e, a, o, u/. Per e o nell'accento neutro ibero-americano, in sillaba accentata, sono normali (, ), ma, in sillaba non-accentata, (e, o).
Abbiamo, quindi, esempi come: ('i)i ('si)a /'si/ s ('kRi;i)i (-sis)a /'kRisis/ cr
('mil) /'mil/ mil (eR'nR)i (s-)a /eR'neR/ cerner (pa'pl) /pa'pel/ papel ('tjRr:a) /'tjeRr:a/ tierra ('i)i ('sis)a /'seis/ se ('r:to)i ('r:s-)a /'r:esto/ rto ('t;Xa)i (-xa)a /'texa/ teja (de'XaR)i (-x-)a /e'xaR/ dejar ('jmpRe)i ('s-)a /'sjempRe/ siempre (a'tnto)
/a'tento/ atento (u't)i (us-)a /us'te/ ted ('p)i (-s)a /'pe/ pez ('de)i (-z-)a
/'ese/ dde ('k;o)i (-so)a /'keso/ o
E: ('p;Co) /'peco/ pe>o (kom'pR) /kom'pRe/ compr ('anda) /'anda/ anda (pa'ta;ta) /pa'tata/ patata ('gRr:a) /'goRr:a/ gorra ('i) /'oi/ hoy ('r:;a)i (-sa)a /'r:osa/
rosa (';Xa)i (-xa)a /'oxa/ hoja (mo'XaR)i (-x-)a /mo'xaR/ mojar (fa'BR) /fa'boR/ favor ('l)i ('s-)a /'sol/ sol (r:a'n)i (-s-)a /r:a'on/ razn ('glpe) /'golpe/ golpe ('p;Lo)i (-,o)a /'poLo/ poo (La'm)i (,a-)a /La'mo/ am (de'k;Ro) /e'koRo/ decoro
('tu;Bo) /'tubo/ tuvo (r:u'mR) /r:u'moR/ rumor
6.1.1.2. Descrizioni pi "sosticate&, come quelle di Navarro Toms sono in
realt eccessive; infatti, perno i dati acustici (che, spesso, indicano dierenze non
utilizzate dall'orecchio umano {nemmeno da quello dei nativi}), generalmente,
concordano nel segnalare solo cinque realizzazioni. In epoca prefonematica, Navarro Toms rappresentava con simboli diversi i vocoidi accentati e quelli non-accentati, comprese sfumature dipendenti dalla loro collocazione in sillaba caudata
o no, o per inusso contestuale, pur riconducendoli tutti a cinque soli elementi.
Normalmente, comunque, le sfumature iperdierenziate rientrano nei foni accentati (i, , a, , u) e in quelli non-accentati (i, e, a, o, u) ( sempre la f 6.1, sinistra).
f 6.1. Vocali spagnole (v testo per il secondo vocogramma).
/i/ (i)
/i/ (i)
/u/ (u)
{((I))}
/e/
(, , e)
/a/ (a)

/o/
(, , o)

/e/ ()
{((e, E))}
/a/ (a)
{((a, q ))}

/u/ (u)
{((u))}
/o/ ()
{((o, O))}
/we/ (w, w,
w, j, we,
w, w, j+, +)

Ricorrendo a simboli speciali ( f 8.12 dell'FTN/MaF] che indicano sfumature intermedie fra i nostri vocoidi fondamentali, per, si potrebbero utilmente recuperare importanti indicazioni, non solo in riferimento al secondo vocogramma dato (per il quale sarebbero senz'altro pi utili), ma anche per (i, u) ((I, u)) e per (a@,
a# a) ((a, q )) (dato che sarebbe eccessivo usare (I, U , A ), e, per quelli dati di
sguito, (e, E o, O)).
Per l'articolazione di e o accentati nella pronuncia, c' parecchia oscillazione

226

manuale di pronuncia

(per parlanti parole; il secondo vocogramma della f 6.1); infatti, a volte, si trovano (E O) ((E, O)), specie in sillaba caudata, o nelle sequenze /ei, oi r:e, r:o ex,
ox/; oppure, (/e) ((e)), (/o) ((o)), soprattutto in sillaba non-caudata; e anche
per /e/ in sillaba caudata in /m, n d , s/. Ma non necessario segnarli, dato che
il timbro regolare, in posizione accentata, (, ), normale e sicuro, da veri nativi (nonostante le oscillazioni). In sillaba non-accentata, negli stessi contesti, al posto di ((E, O)), ovviamente, appaiono (, ).
Per curiosit, e solo qui, riportiamo i casi pertinenti degli esempi appena visti,
adattati: ((R'nER)) /eR'neR/ cerner ((pa'pEl)) /pa'pel/ papel (('tjERr:a)) /'tjeRr:a/ tierra
(('Ei))i (('sEis))a /'seis/ se (('r:Eto))i (('r:Es-))a /'r:esto/ rto (('tE;Xa))i (-xa)a /'texa/ teja
((d'XaR))i (-x-)a /e'xaR/ dejar (('jempRe))i ('s-)a /'sjempRe/ siempre ((a'tento)) /a'tento/ atento ((u'te[]))i (us-)a /us'te/ ted (('pe))i (-s)a /'pe/ pez (('dee))i (-z-)a
/'ese/ dde (('ke;o))i (-so)a /'keso/ o
E: (('pe;Co)) /'peco/ pe>o ((kOm'pRe)) /kom'pRe/ compr (('gORr:a)) /'goRr:a/ gorra
(('Oi)) /'oi/ hoy (('r:O;a))i (-sa)a /'r:osa/ rosa (('O;Xa))i (-xa)a /'oxa/ hoja (m'XaR)i (-x-)a
/mo'xaR/ mojar ((fa'BOR)) /fa'boR/ favor (('Ol))i ('s-)a /'sol/ sol ((r:a'On))i (-s-)a /r:a'on/
razn (('gOlpe)) /'golpe/ golpe (('po;Lo))i (-,o)a /'poLo/ poo ((La'mo))i (,a-)a /La'mo/
am ((de'ko;Ro)) /e'koRo/ decoro ((r:u'mOR)) /r:u'moR/ rumor
Anche per /i, a, u/: ((en'tIR)) (en'tiR)i (s-)a /sen'tiR/ sentir, ((&aI'naR)) (&ai'naR)i
(-s-)a /asig'naR/ ignar, (('I;Xo)) ('i;Xo)i (-xo)a /'ixo/ hijo, (('mIRr:)) ('miRr:a) /'miRr:a/
mirra, (('r:I;ko)) ('r:i;ko) /'r:iko/ rico; (('ka;N)) ('ka;Na) /'kaNa/ caa, (('ma;Co)) ('ma;Co)
/'maco/ ma>o, (('ma;,o)) ('ma;,o) /'maJo/ mayo, (('ka;Le)) ('ka;Le)i (-,e)a /'kaLe/ cae,
(('baile)) ('baile) /'baile/ baile; (('qlto)) ('alto) /'alto/ alto, (('mq;X)) ('ma;Xa)i (-xa)a
/'maxa/ maja, ((kq'XOn)) (ka'Xn) /ka'xon/ cajn, (('kqu)) ('kaua)i (-sa)a /'kausa/
caa, ((q'un)) (a'un) /a'un/ an, ((bIl'Bqo)) (bil'Bao) /bil'bao/ Bilbao, ((q'O;R)) (a';Ra)
/a'oRa/ ahora; (('tuRko)) ('tuRko) /'tuRko/ turco, (('Xunt)) ('Xunta)i ('x-)a /'xunta/ junta, (('lu;Xo)) ('lu;Xo)i (-xo)a /'luxo/ lujo, ((tuR'r:On)) (tuR'r:n) /tuR'r:on/ turrn, ((r:u'mOR)) (r:u'mR) /r:u'moR/ rumor.
6.1.1.3. Dopo /'i, 'u/, /e|, o|/ restano (e, o), anche se, a volte, si possono trovare
(, ) (pure nella pronuncia neutra): (fe'li;e)i (-ses)a /fe'lies/ felic ('r:i;ko) /'r:iko/ rico Anche in sillaba non-accentata, soprattutto vicino a /x, r:/, si possono avere i timbri (, ), ma, per una pronuncia neutra, (e, o) sono regolari e sucienti:
(&Xela'ti;na)i (&x-)a /xela'tina/ gelatina (koR'r:o) /koR'r:eo/ correo.
Indichiamo anche una pronuncia che si pu sentire, soprattutto in parole d'uso frequente, nella pronuncia non lenta, la sequenza /we/ si pu pronunciare (w)
(realizzando un vocoide antero-centrale); mentre, in pronuncia pi veloce o meno curata, la sequenza si pu ridurre a un solo vocoide (centro-labiato ()), attraverso spostamenti progressivi: ('pw;Blo, 'pw;- 'pw;- 'pj;- 'p;-) /'pweblo/ pueblo ('nw;Be, 'nw;- 'nw;- 'nj;- 'n;-) /'nwebe/ nueve (&ata'lw;o, -w;- -w;-
-j;- -;-)i (&as-)a /asta'lwego/ hta luego (kwe'tjn, -w- -w- -j+- -+-)i (-s-)a
/kwes'tjon/ cuestin Non , comunque, il caso di cercare d'assumerla attivamente,
questa particolare pronuncia (indicata nella parte centrale del secondo vocogramma della f 6.1).

6. spagnolo

227

Dittonghi
6.1.2.1. I vari dittonghi possibili sono sequenze bifonematiche, con realizzazioni fonetiche corrispondenti a quelle dei monottonghi, combinati assieme, come
in italiano: ('li) /'lei/ ley (pei'na;o) /pei'nao/ peinado ('io) /'oigo/ oigo (&boiko'to) /boiko'teo/ boicoteo ('baile) /'baile/ baile ('aula) /'aula/ aula (au'a)i (-s)a /au'a/ audaz ('dua) /'eua/ deuda (eu'X;njo)i (-x-)a /eu'xenjo/ Eugenio ('bu)
/'bou/ bou compresi (di'Ria) /i'Ria/ dira (na'Bio)i (-s)a /na'bios/ navos (&konti'nuo) /konti'nuo/ contino
A proposito dei dittonghi, dobbiamo insistere parecchio perch (per quanto strano possa sembrare, nel terzo millennio), sono incredibilmente radicate convinzioni
errate, che si trascinano da secoli, e sono particolarmente "accreditate& perno dai
fonetisti ispanici. Si fa(rebbe), per, presto a vedere come stanno eettivamente le
cose, semplicemente considerando ci che fonetico esclusivamente in termini di
fonetica.
Invece, imperversano ancora misture dell'onnipresente (e invadente) graa e di
considerazioni grammaticali (e diacroniche), nonch metriche, col solo risultato
di creare il caos in una materia che si distingue(rebbe) per la chiarezza oggettiva e
oggettuale.
6.1.2.2. Come si diceva, le trattazioni ispaniche (non che siano le uniche purtroppo!) dedicano molto impegno nel complicare ci che semplice. Infatti, invece di tre comunissime strutture, come il vero dittongo ((', &, )), l'iato ((',
&)) e la sequenza eterofonica ((0), come appunto, (j), (w), e simili), continuano a considerarne solo due, "dittongo& ("sineresi&, nella parola, e "sinalefe&, tra
parole) e "iato& ("dieresi& e "dialefe&, rispettivamente), per, con forzature medievali, di tipo graco-grammaticale e graco-metrico.
Infatti (a meno che non si pretenda di fare la "maga& di far fonetica secondo
categorie graco-grammaticali), in termini fonetici, assurdo parlare di "dittongo& nel caso di (j, w) (('bjn) /'bjen/ bien ('gwa;pa) /'gwapa/ %apa].
Infatti, solamente (i, u) (('aiRe) /'aiRe/ aire ('kaua)i (-sa)a /'kausa/ caa] sono veri dittonghi, come qualsiasi sequenza (', &, ) (('auto) /'auto/ auto (&auto'Bu)i (-s)a /auto'bus/ autobs (au'tntiko) /au'tentiko/ autntico] e altrettanto
assurdo parlare di "iato& per ('i, 'u), dato che solo (i', u') sono veri iati, come
qualsiasi altra sequenza (', &) ((pa'i)i (-s)a /pa'is/ pas] rispetto a (pai'a;no)i
(-s-)a /pai'sano/ paano vero dittongo. Non ci si pu, quindi, dare di trattazioni
che usano due sole categorie (: dittongo e iato) e, per di pi, le mescolano pericolosamente, no a includere le sequenze eterofoniche in "dittongo&, e il vero
dittongo in "iato&
Ovviamente, i trittonghi (veri) sono sequenze di tre vocoidi (') (con prominenza sul primo), non certo (', '), n tanto meno ('j, 'w), o (j, w), che ricorrono, invece, in ('bwi) /'bwei/ buey (&paRa'wai) /paRa'gwai/ Para%ay

228

manuale di pronuncia

Consonanti
6.2.0. La f 6.2 d le articolazioni consonantiche, dei due accenti neutri, necessarie per rendere adeguatamente la pronuncia spagnola.
Le f 1.9-15 danno, invece, gli orogrammi, raggruppati per modi d'articolazione, di tutti i contoidi dati nei capitoli di questo volume, anche come varianti secondarie, occasionali, o regionali, per le 12 lingue trattate.

C {}

i ()i
sa (z)a ()i ()i
()
R|r:
(l)
l

()
k g

()
/J/|(,)

uvulari

velo-labiati

velari

(~)

prevelari

alveolari

palatali

(n)
t d

postalveopalatali

m (M)
F pb

f
_
(B)

dentali

labiodentali

bilabiali

f 6.2. Tabella delle consonanti spagnole.

(,)i

xa ()

(X)i

()
j|()
()

(F)

w|(j)

Li

+ (N, M, M, , ) testo

Nasali
6.2.1.1. Ci sono tre fonemi nasali, /m, n, N/, con vari tassofoni per /n/ (m, M,
n, ~, N, , , ,) (f 1.9.1-2; () semi-provelare, senza contatto pieno; si potrebbe
aggiungere (()), dentale, davanti a /t, d /, per il quale, per, suciente (n); pi
sotto, aggiungiamo altri cinque tassofoni, (N, M, , M, ), per sequenze eterorganiche di N]\ ('ma;no) /'mano/ mano ('ni;No) /'niNo/ nio (um'pRr:o) /um'peRr:o/
un perro (im'bjRno) /im'bjeRno/ invierno (iM'fjl) /in'fjel/ inel (&konten'dR) ((-te-)) /konten'deR/ contender (kon'to) ((-'-))i (-s-) ((-'s-))a /kon'ebto/ concepto
(kon';Xo)i (-s;xo) ((-'s-))a /kon'sexo/ consejo ('nr:a) /'onr:a/ honra ('a~Co) ((-nC-))
/'anco/ an>o ('kNuXe)i (-xe)a /'konJuxe/ cnyuge (uN'uke) /un'Junke/ un
yune (&koNLe'BaR)i (-N-, -NJ-)a /konLe'baR/ conevar (u'w;Bo) /un'webo/ un
huevo ('bako) /'banko/ banco ('tgo) /'tengo/ tengo ('fRa,Xa)i (-xa)a /'fRanxa/
franja
L'articolazione di /N/ palatale, come in italiano, ma breve (non auto-geminante, come in italiano neutro; anche se, a volte, pu essere un po' geminata (NN), dopo V accentata, che, allora, breve): ('ba;No 'baNNo) /'baNo/ bao ( l'italiano
('baN:No) /'baNNo/ bagno]
Come per /nw/, anche nei pressi cons- ins- trans- l'articolazione pi normale e consigliabile con (): (&kotRu'jn)i (-stRu'sj-)a /konstRug'jon/ construccin (i'tante)i (-s-)a /ins'tante/ instante (&tRafoR'maR)i (-s-)a /tRansfoR'maR/ transformar rientrano in questo caso, ovviamente, anche forme come: (&iRku'tanja)i (&siRkus'tansja)a /iRkuns'tanja/ circunstancia.

6. spagnolo

229

Per quanto riguarda i primi elementi delle sequenze /mn, nm/, abbiamo vari altri tassofoni, con articolazioni doppie ((N), bilabio-alveolare, nella pronuncia pi
precisa, mentre sarebbe estremamente pedantesca, "&, un'esecuzione corrispondente alla struttura fonemica), oppure con coarticolazioni ((M, ), rispettivamente
bilabio-semi-alveolare e alveo-semi-bilabiale) o con semi-articolazioni ((M, )), in
pronuncia pi spontanea e meno controllata (f 1.9.1-2): ('iNno, 'iMno, 'iMno 'imno) /'imno/ himno (koN'mi;o, koM-, ko-, ko- kon-) /kon'migo/ conmigo
Per /n/, la pronuncia neutra ha (n), sebbene sia molto diusa, soprattutto in America, la realizzazione velare, che resta non-neutra; per la graa -m si pu trovare anche (N, M, M, , ) (la labializzazione a causa della scrittura), sebbene (n) sia
neutro e valutato pi tradizionale: (a'jn)i (-sj-)a /ag'jon/ accin ('alBun, -uN,
-uM, -uM, -u, -u) /'albun/ lbum Piuttosto, importante notare che, davanti a
pausa, la vibrazione delle pliche vocali cessa simultaneamente allo stacco dell'apice dagli alveoli (perci, non aatto accettabile qualcosa come (-n, -n, -nO)).
Occlusivi
6.2.2.1. Lo spagnolo ha tre coppie difoniche d'occlusivi, (p, b t, d k, g) /p, b
t, d k, g/: ('pa;o)i (-so)a /'paso/ po ('b;o)i (-so)a /'beso/ bo (um'b;o)i (-so)a
/um'beso/ un bo (tu'to) /tu'teo/ tuteo (do'lR) /o'loR/ dolor (&kondo'lR) /kondo'loR/ con dolor ('kaldo) /'kaldo/ caldo ('k;Ce) /'koce/ co>e (go'Ri;la) /go'Rila/ gorila (&ugo'Ri;la) /ungo'Rila/ un gorila
Gli occlusivi sonori, per, si realizzano come tali solo dopo pausa, dopo nasale
e nella sequenza (omorganica) /ld/, come mostrano gli esempi precedenti. Infatti,
negli altri contesti, la realizzazione "normale& approssimante, (B, ) /b, d/, o costrittiva, () /g/ (a meno che non si parli lentamente, con precisione o con enfasi):
('l;Bo) /'lobo/ lobo (e&ta'Bjn)i (es-)a /es'ta 'bjen/ t bien ('bRBo) /'beRbo/ verbo
('alBa) /'alba/ alba ('p;BRe) /'pobRe/ pobre (&ao'lu;to)i (-s-)a /abso'luto/ absoluto
(u'Bli;me)i (s-)a /su'blime/ sublime (&uB-le'BaR)i (&s-)a /sub-le'baR/ sublevar (in quest'esempio, il presso sentito ancora come qualcosa di separato), (o'taR) /ob'taR/
optar (sia b che v sono sempre /b/ (b, B): lo spagnolo non ha "/v/&).
Ancora: ('t;o) /'too/ todo (peR'R) /peR'eR/ perder ('ma;Re) /ma'Re/ madre
('de)i (-z-)a /'ese/ dde (lo';o)i (loz';os)a /los'eos/ los dedos (&ami'RaR) /ami'RaR/ admirar (a'mfeRa)i (-s-)a /a'mosfeRa/ atmsfera (&aXe'ti;Bo)i
(&axe-)a /axe'tibo/ adjetivo ('i;o) /'igo/ higo (la'Rr:a) /la'geRr:a/ la %erra ('a;wa) /'agwa/ a%a (el'lpe) /el'golpe/ el golpe ('kaRo) /'kaRgo/ cargo ('i;lo)i ('s-)a
/'si-glo/ siglo ('dino, 'dino) /'ig-no/ digno ('tnika, -n-) /'tegnika/ tcnica (per
/gn, kn/, possibile anche (-n-)), (a'tR) /ag'toR/ actor (&dijo'na;Rjo)i (-s-)a /igjo'naRjo/ diccionario
Davanti a V anteriori e a /j/, /k, g, g/ si realizzano come prevelari, per normale assimilazione, ma non necessario usare sistematicamente i simboli speciali ((, , )):
(ki'taR) /ki'tar/ itar ('kj;Ro) /'kjeRo/ iero ('gia) /'gia/ %a ('a;ila) /'agila/ %ila In posizione eettivamente intervocalica, correntemente si ha un'articolazione semicostrittiva, ((y)) (e ((g))): ('a;o) (('a;yo)) /'ago/ hago (e ('a;ila) ((-gi-)) /'agila/ %ila]

230

manuale di pronuncia

6.2.2.2. In posizione nale di parola, () // indebolito (cio articolato con


minore tensione, ((d)), oltre che desonorizzato, ((D)), a meno che non sia seguto da
foni sonori): (')i ('s-)a /'se/ sed (a'Bla) /a'bla/ hablad spesso cade in: (u't[])i
(us-)a /us'te[]/ ted (ma'Ri[]) /ma'Ri[]/ Madrid, e in sostantivi in // (non
monosillabici): (beR'a[]) /beR'a/ verdad (biR'tu[]) /biR'tu/ virtud
Inoltre, nella desinenza maschile -ado(s) l'articolazione ugualmente pi attenuata (no a (`), "zero&, in pronuncia familiare, soprattutto iberica, ma non sistematicamente; in quella americana, generalmente, la caduta considerata non-neutra): (Le'a[;]o)i (,e'a;o)a /Le'gao/ egado (ol'da[;]o)i (sol'da;os)a /sol'daos/ soldados
Come s' visto, davanti a C non-sonora (e davanti a eventuale pausa), /b, , g/
sono desonorizzati: (o'taR, &aXe'ti;Bo, a'tR) (ripresi dal paragrafo precedente).
Per eccessivo inusso della scrittura, soprattutto nell'accento americano, c' chi
articola come (p, b t, d k, g) (con sonorit secondo la graa) i /b, , g/ davanti a
C eterosillabiche (che, invece, rappresentano una normalissima neutralizzazione):
(o'taR, op-), (&uB-le'BaR, -b-)i (&s-)a, (&ami'RaR, &ad-), (a'mfeRa, at-)i (-s-)a, (&aXe'ti;Bo, &ad-)i (-xe-)a ('dino, 'dig-), (a'tR, ak-).
Sempre per lo stesso motivo, con un ulteriore (e pi grave) allontanamento dalla vera struttura fonica, per indebito inusso dell'ortograa (o a causa d'accenti regionali, come il valenziano, (v), e il paraguaiano, (V)), specie in pronuncia americana, c' chi introduce il "fonema /v/& in spagnolo, che non l'ha pi da secoli: (&embi'aR &eMvi'aR) /embi'aR/ enviar
evidente che l'uso che facciamo di /b, , g/ non diafonemico giacch i due
accenti coincidono sostanzialmente; , piuttosto, interfonemico, perch si preoccupa di mostrare dove la loro realizzazione non occlusiva, per avviare lo straniero
a un impiego adeguato, senza deduzioni forzate (e, spesso, errate e, quindi, fonte di problemi inutili).
Occlu-costrittivi
6.2.3. C' un solo fonema occlu-costrittivo, postalveo-palatale non-sonoro, (C)
/c/ (che, rispetto a (c) /c/ postalveo-palato-prolabiato, dell'italiano neutro, non
ha la protensione labiale): ('l;Ce) /'lece/ le>e (mu'Ca;Co) /mu'caco/ mu>a>o
(&CaCa'Ca) /caca'ca/ >a->a-> Il passaggio regionale di /c/ a () tipico andaluso e caraibico.
Foneticamente, c' un altro occlu-costrittivo, palatale sonoro, (), realizzazione
del fonema costrittivo /J/, che ricorre solo dopo pausa o dopo /n, l/: ([koN]'Rr:o)
/[kon]'JeRr:o/ (con] hierro (&iN'jn)i (-sjn)a /inJeg'jon/ inyeccin ([eL]'uke) /[el]'Junke/ (el) yune Spesso, in pronuncia familiare (pure neutra), dopo pausa si ha anche (J) (vero costrittivo), oppure un semi-occlu-costrittivo, (W), o anche
un occlu-semi-costrittivo, (): ('JRr:o, 'Juke 'W-, '-); lo stesso pu succedere, nell'ordine (, , W, J), dopo /n, l/: (koN'Rr:o, koN'-, koN'W-, koN'J-), (&iN'jn,
&iN-, &iNW-, &iNJ-)i (-sjn)a, (eL'uke, eL'Ju-).

6. spagnolo

231

Costrittivi
6.2.4.1. I fonemi costrittivi sono cinque; quattro non-sonori: (f) /f/, (i, sa) //,
(i, sa) /s/ e (Xi, xa) /x/; mentre (,) /J/ (palatale) sonoro e, a dire il vero, solo semi-costrittivo, essendo a met strada fra l'approssimante, (j), e il vero costrittivo ((J);
ma pi raro, nelle varie lingue).
Non pone problemi (f) /f/, anche se, spesso, parlanti americani ed iberici lo realizzano come bilabiale (costrittivo, (), o approssimante, (F)): ([&uM]fa'BR [&um]a- [&um]Fa-) /[un]fa'boR/ (un) favor
6.2.4.2. Per gli altri, c' bisogno di qualche spiegazione. Infatti, () //i neutro solo nell'accento iberico, mentre in quello americano conuisce in /s/: (a'pa;to)i (sa-)a /a'pato/ zapato ('j;lo)i ('sj-)a /'jelo/ cielo ('di;e)i (-se)a /'ie/ dice
('lu)i ('lus)a /'lu/ luz Partendo da una trascrizione di tipo americano, o internazionale, potrebbe esser pi conveniente usare il diafonema /s/: /sa'pato, 'sjelo, 'ise, 'lus/. Davanti a C sonore, l'articolazione diventa sonora: (Xu'aR)i (xuz'aR)a
/xu'gaR/ juzgar ('lu o'Ra;a)i ('luz)a /'lu o'Raa/ luz dorada naturalmente, davanti a sonanti, nell'accento americano, si preferisce (s) (come per /s/; il paragrafo successivo): ('djmo)i (-smo)a /'jemo/ diezmo
6.2.4.3. Per /s/, cambia il punto d'articolazione, da un accento all'altro, giacch
/s/ (apico)alveolare in iberico, ()i, ma (lamino)dentale in americano, (s)a: (e'ta;o)i (es'ta;os)a /es'taos/ tados ('l)i ('s-)a /'sol/ sol ('pi;o)i (-so)a /'piso/ po
(Dopo V accentata, oltre al normale e pi consigliabile (';)i (';s)a, si pu avere anche (')i ('ss)a: ('pio)i ('pisso)a.) Davanti a C sonore difoniche eterosillabiche (/b, d, g/), /s/ diventa sonora, ()i (z)a: (lo'BuRr:o)i (loz'BuRr:os)a /los'buRr:os/ los burros ('de)i ('dze)a /'ese/ dde (di'uto)i (-z'us-)a /is'gusto/ dgto Nelle sequenze /st, s/, nella pronuncia neutra iberica, si mantiene (, ), come si vede dagli esempi dati; l'articolazione dentalveolare (dentale a punta alta, ((s,
z))) solo possibile, mentre necessaria nella pronuncia (sempre iberica) della
sequenza /s/: (es';na) /es'ena/ cena (che, in pronuncia americana, (e's;na)
/e'sena/, da //es'sena//).
Per, davanti a C eterosillabiche non-difoniche (/m, n, N J w l, L/; per /s/ + /r:/,
si veda alla ne di questo paragrafo), abbiamo un comportamento diverso, anche
se complementare: nell'accento iberico prevale la sonorizzazione, (, , ); mentre,
in quello americano, prevale la non-sonorizzazione, (s, , z) (anche se noi segn{i}amo solo la prima realizzazione per ciascun accento): ('mimo)i (-s-)a /'mismo/
mmo ('ila)i (-s-)a /'isla/ la (lo'w;o)i (-s'w;sos, -'sw-)a /los'wesos/ los huos
('d ',Rr:o)i ('d)a /'os 'JeRr:os/ dos hierros L'ultimo esempio mostra la normale
articolazione di tipo postalveo-palatale, ()i ()a, davanti a /J/, come pure davanti a
/L, N/: (la'Lu;Bja)i (la',u;Bjas)a /las'Lubjas/ l uvi (lo'N;No)i (lo-, -os)a /los'NoNos/ los oos.
Se le C sonore che seguono sono tautosillabiche (cio, quando fanno parte della stessa sillaba), /s/ resta non-sonoro, come pure davanti a V /s/ (essendo iniziale
di fonosillaba): ('jta)i ('sjs-)a /'sjesta/ sita ('w;lo)i ('s-)a /'swelo/ suelo (&loa-

232

manuale di pronuncia

'mi;o)i (-sa'mi;os)a /losa'migos/ los amigos (&mieR'ma;no)i (-seR'ma;nos)a /miseR'manos/ m hermanos (I catalani sonorizzano, invece, anche in spagnolo, dicendo (&loa'mi;o, &mieR'ma;no).)
Per /sr:/ (anche /sr:/) le articolazioni pi normali sono (r:, Rr:, r:, r:, :, R:)
(comunque, trascriviamo solo (r:), ma /sr:/, anche se un'eettiva pronuncia con
(i, sa) decisamente eccessiva, pi da "stranieri& {sia non-ispanici che ispanici}):
(la'r:w;a)i (-s)a /las'r:weas/ l rued (&ir:a'l) /isr:a'el/ Israel
Nella trascrizione fonemica, usiamo /s/, giacch, parlando in modo lento o enfatico, per (i, za), la pronuncia eettiva pu senz'altro essere non-sonora anche in
pronuncia iberica.
6.2.4.4. Il criterio adottato qui considera solo due tipi di pronuncia neutra; ma,
descrivendo le pronunce delle singole nazioni, sar inevitabile allargare i criteri,
no a inglobare, adeguatamente, le caratteristiche d'ogni singola nazione (pur con
tutte le varianti non-neutre che, ovviamente, ogni zona presenta). Perci, accenniamo a una variante, non-neutra, per /s/ (americana, canaria e andalusa), molto attenuata: l'approssimante laringale (non-sonoro, (h), e sonoro, (H), davanti a foni
sonori), che, generalmente, s'accompagna a ci che, tradizionalmente (ma inesattamente), denito "aspirazione& di /s/ (che, da un punto di vista fonetico rigoroso, signicherebbe (sh), come (th)), davanti a pausa, o a C, o anche davanti a
V Si realizza, cio, come se fosse "/h/&. Per esempio: (lah'kwhtah) /las'kwestas/ l
cut ('dHe) /'ese/ dde ('ihlah, 'iH-) /'islas/ l (&loha'mi;oh) /losa'migos/
los amigos (in pronuncia neutra: (la'kwta)i (las'kwstas)a, ('de)i (-z-)a, ('ila)i
('islas)a, (&loa'mi;o)i (-sa'mi;os)a] Tale pronuncia pu arrivare anche a trasformare (h, H) in (`), "zero&.
6.2.4.5. Sempre in pronunce non-neutre ci possono essere anche "colorature&
di (h) (non-sonoro), a seconda del timbro vocalico precedente. Ci accade, spesso, in argentino (dove il fenomeno si verica normalmente; e, solo nella parlata
pi formale, si riesce a evitarlo; ma, davanti a pausa, sentito come molto popolare e, quindi, evitato con pi attenzione): ('lita) (palatale) /'lista/ lta ('kwhta)
(laringale) /'kwesta/ cuta ('pata) (velare) /'pasta/ pta ('tta) (laringo-labiato)
/'tosta/ tosta ('guWta) (velo-labiato) /'gusta/ %sta ('iHla, 'dHe, 'aHma, 'Hmosis,
tuH'jntes) /'isla, 'ese, 'asma, 'osmosis, tus'jentes/ la dde ma smos t
dient In pronuncia neutra, abbiamo: ('lita, 'kwta, 'pata, 'tta, 'guta)i (-s-)a e
('ila, 'de, 'ama, 'moi, tu'jnte)i ('is-)a
In pronuncia argentina neutra, /s/, nei contesti /s, s/, comunque, solo di rado
pienamente (s, z), bens semi-costrittivo solcato, dentale, (, d): ('dde, lo'pRr:o)
/'ese, los'peRr:os/ dde los perros. (Le due pronunce neutre, trattate qui, hanno (,
)i (z, s)a. Una pronuncia argentina meno neutra, ma curata, ha () per (, d) f 1.918.)
Un'altra caratteristica, ancora pi marcata, tipica soprattutto di parti dell'Andalusia e dell'America (in particolare, delle zone caraibica e meridionale), fonde /s/
in (=): (miz';os miH';oh mi+';oh mi'- mi'- -o) /mis'eos/ m dedos (&tRez'Bailes &tReH'Baileh &tRe='Bai- &tRe'ai- &tRe'Fai-) /'tRes 'bailes/ tr bail (laz-

6. spagnolo

233

'B;tas laH'B;tah la'B- la'- la'F- -a) /las'botas/ l bot (loz'a;,os loH'a;,oh lo'a- lo'xa- lo'a- -o) /los'gaJos/ los gaos (tuz'a;tos tuH'a;toh tu'a-
tu'xa- tu'a- -o) /tus'gatos/ t gatos ((=) e derivati hanno il tipo di fonazione intermedio tra (h) e (H)). La pronuncia neutra : (mi';o, &tRe'Baile, la'B;ta,
lo'a;,o, tu'a;to)i (-z-, -s)a
Oppure, coi son(or)anti (/m, n l r:/), pu cambiare anche in (0, =0): ('mizmo, 'mi-, 'mis- 'miH-, 'mi+- 'mi-, 'mi)-) /'mismo/ mmo ('azno, 'a-, 'as- 'aH-,
'a- 'an- 'a-) /'asno/ no ('izla 'i-, 'is- 'iH- 'i+- 'i- 'ia-) /'isla/ la (&ir:a'l, &i-5) /isr:a'el/ Israel La pronuncia neutra : ('mimo, 'ano, 'ila)i (-s-)a (&ir:a'l)
6.2.4.6. Il semi-costrittivo palatale sonoro, (,) /J/ (gi introdotto nel 6.2.4.1;
anche 6.2.4.3), ricorre tra V nella parola o nella frase (cio nei contesti diversi
da quelli "forti& del 6.2.3, ma, come s' gi detto l, possibile pure in quelli):
('ba;,a) /'baJa/ vaya (';,e) /'oJe/ oye
Per /J/, c' una pronuncia che pu forse rientrare nel neutro (dal tipo familiare,
no a quello energico), molto frequente, in entrambi gli accenti: (); articolatoriamente, corrisponde a (C) /c/, che viene a formare una coppia difonica, quindi, rendendo pi naturale e coerente il sistema consonantico. Pur non essendo ancora
completamente neutra, la si potrebbe usare in una specie d'accento "internazionale&, pi semplice e pi funzionale (anche con (s, ,) /s, J/ per /, L/; indicati, quindi, coi diafonemi /s, J/, 6.0); questa pronuncia sarebbe giusticata e sorretta
dall'uso eettivo di tanti parlanti iberici (tra cui i madrileni) e americani: ('ba;a,
';e).
Nell'ottica di questo capitolo, il passaggio di /J/ a (, ) senz'altro regionale (e
tipico, per esempio, dell'argentino, il cui neutro locale ha, per, () per /J, L/).
Sempre in americano e andaluso, soprattutto, /J/ si pu realizzare spesso come
un approssimante, (j), ma tale pronuncia stenta a rientrare nel neutro (per quanto piccola sia la dierenza, giacch (,) solo un semi-costrittivo); un uso sistematico di (j) regionale, o straniero.
6.2.4.7. Anche per /x/, cambia il punto d'articolazione, da un accento all'altro
(pure all'interno del neutro), giacch /x/ , rispettivamente, uvulare, (X)i, e velare,
(x)a: (Xa'mn)i (xa-)a /xa'mon/ jamn (Xe'miR)i (xe-)a /xe'miR/ gemir ('di;Xe)i (-xe)a
/'ixe/ dije nale pi debole, passando ad approssimante dello stesso punto d'articolazione, o anche laringale: ('b, -h)i ('b, -h)a /'box/ boj correntemente si
perde in: (r:e'l[], -[h])i (r:e'l[], -[h])a /r:e'lox/ reloj
Nei due accenti, per /x/, si possono avere delle varianti, che rientrano ancora nel
neutro: rispettivamente, un'articolazione pi energica (()i, vibrante costrittivo uvulare non-sonoro), o meno energica (()a, approssimante velare non-sonoro), che
segnaliamo solo qui. Invece, il passaggio a (h) (laringale), molto diuso in America
e in Andalusia, non pu esser considerato neutro, secondo i criteri adottati qui.

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manuale di pronuncia

Approssimanti
6.2.5.1. I fonemi approssimanti spagnoli sono /j, w/: ('j;lo)i ('sj-)a /'jelo/ cielo ('w;Bo) /'webo/ huevo (&awe'kaR) /awe'kaR/ ahuecar sono dialettali (o straniere)
realizzazioni desonorizzate dopo C non-sonore: ('tj;ne 't-) /'tjene/ tiene ('kwa;tRo
'k-) /'kwatRo/ cuatro Generalmente, /j/ ricorre solo dopo C tautosillabica, come
negli esempi ora visti, e in ('r:j;o) /'r:jego/ riego. Invece, in posizione iniziale di sillaba, abbiamo esclusivamente /J/ ( 6.2.4.6, 6.2.4.1, 6.2.3), tranne che in zone dell'America, come l'Argentina, dove lo troviamo per hiV-: (';lo, ',-)i ('-, ',- 'j-)a /'Jelo/
hielo ('RBa, ',-)i ('-, ',- 'j-)a /'JeRba/ hierba contro ('RBa, ',-)i ('-, ',-)a /'JeRba/
yerba (indipendentemente dalla riduzione, non-neutra, di /J/ a (j), in certe zone).
Per /[]bw, []gw/, in pronuncia familiare, si pu avere una semplicazione,
tramite un approssimante bilabio-velare, (), per il primo caso; o un costrittivo,
()) (o (), 9.14 dell'FTN/MaF), oppure un semi-costrittivo, (m), no all'approssimante (w), velo-labiati: (a'Bw;lo, a'm-, a'-, a'w-) /a'bwelo/ abuelo (la'Bwlta, la'm-, la'-, la'w-) /la'bwelta/ la vuelta ('a;wa, 'a;)a, 'a;ma, 'a;wa) /'agwa/
a%a (la&wape't;na, la&)a-, la&ma-, la&wa-) /lagwape'tona/ la %apetona
Invece, per /w, w/, in pronuncia familiare, frequente una realizzazione pi
energica (rispetto alla trascrizione fonemica): (');Bo, 'm-, '-) /'webo/, (&a)e'kaR,
&ame-, &ae-) /awe'kaR/. Anche nella combinazione /nw/ ( 6.2.1.1), si pu avere
quest'articolazione pi energica: (u'w;Bo, u')-, u'm-, u'-) /un'webo/ un
huevo In tutti questi casi, si sentono anche realizzazioni scomposte sintagmaticamente, (w, Bw) (e anche (gw, mbw), per l'ultimo caso), ma senz'altro meglio
evitarle.
6.2.5.2. Oltre a (j, w) e (B, ) (/j, w/, /b, /), ci sono altri tre (tasso)foni approssimanti, che realizzano, nel parlato spontaneo normale, e nient'aatto trascurato
/e, o, a/, nelle sequenze /0e, 0o, 0a/; abbiamo, quindi, /e/ () (semi-palatale),
/o/ (j) (semi-velo-labiato) e /a/ (F) (semi-prevelare): ('pR) /pe'oR/ peor ('ta;tRo) /te'atRo/ teatro ('pj;ta) /po'eta/ poeta (&kjau'laR) /koagu'laR/ coa%lar (u'nF;Xa)i
(-xa)a /una'oxa/ una hoja ('lF;tRa pa'Ra;a) /la'otRa pa'Raa/ la otra parada In parlata pi lenta o solenne, abbiamo senz'altro (pe'R, te'a;tRo, po';ta, &koau'laR, &una';Xa, la';tRa pa'Ra;a)i (-xa)a, come indica la trascrizione fonemica.
Sono, invece, pronunce correntemente considerate popolari: ('pjR, 'tja;tRo,
'pw;ta, &kwau'laR); la dierenza c', e pi che suciente per distinguere le tre
realizzazioni diverse, anche se potrebbe sembrare irrisoria quella tra (, j) e (j, w)
(non solo agli stranieri, ma pure a nativi che scrivono articoli e libri, limitandosi
alle due sole possibilit estreme, anche per mancanza di simboli adeguati).
Vibranti
6.2.6.1. Lo spagnolo ha un vibrante alveolare /r:/ (r:), con tre battiti dell'apice
contro gli alveoli (per cui sarebbe suciente usare (r;), ma l'esperienza fa preferire (r:)), e un vibrato /R/ (R), con un solo battito alveolare: ('r:a;Ro) /'r:aRo/ raro im-

6. spagnolo

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portante, in trascrizioni interfonemiche (che riguardano pi lingue), segnare anche il crono/cronema, perch altrimenti se ne maschererebbe la natura, rischiando di farlo passare per un semplice vibrante (a due battiti, come in italiano, in sillaba accentata: ('ra:Ro)it /'raro/ raro]
I due tipi spagnoli ((R, r:)) si combinano anche, tra di loro, dando, per esempio:
('tjRr:a) /'tjeRr:a/ tierra ( l'italiano ('tEr:Ra) /'tErra/ terra] (laR'r:a;jo) /laR'r:ajo/ la
radio ( l'italiano (la'ra:djo)it /la'radjo/ la radio] Inoltre, in spagnolo, i due tipi sono distintivi (anche se con dierenze di durata, pure vocaliche), tra V\ ('ka;Ro) /'kaRo/ caro ('kaRr:o) /'kaRr:o/ carro ('p;Ro) /'peRo/ pero ('pRr:o) /'peRr:o/ perro (&ene'RaR)i (-s-)a /ene'RaR/ encerar (&eneR'r:aR)i (-s-)a /eneR'r:aR/ encerrar
Nella nostra analisi fone(ma)tica, (Rr:) /Rr:/ sono sequenze eterosillabiche, costituite da (R) /R/ (nale di sillaba) e (R) /R/ (nale di parola) + (r:) /r:/, con un battito
+ tre (o quattro, per enfasi); non segmenti semplici come "/R, r/& (nella tradizione
ispanica "r r&).
6.2.6.2. Ora, vediamo (sistematicamente), le distribuzioni dei due tipi. Oltre
che nel contesto intervocalico, appena visto, con (Rr:) /Rr:/, in cui l'uso fonemico, troviamo (r:) anche dopo pausa e dopo C eterosillabiche (/n, l, s/): (r:a'tn) /r:a'ton/ ratn ('nr:a) /'onr:a/ honra (un'r:a;mo) /un'r:amo/ un ramo (al&r:ee'R) /alr:ee'oR/ alrededor (el'r:i) /el'r:ei/ el rey (&ir:ae'li;ta) /isr:ae'lita/ raelita (mi'r:;pa)i (-s)a /mis'r:opas/ m rop
Negli altri contesti, normale (R), anche davanti a pausa, dove la vibrazione delle pliche vocali cessa simultaneamente allo stacco dell'apice dagli alveoli (perci,
non aatto accettabile qualcosa come (-R, -R, -RO)): ('mi;Ra) /'miRa/ mira ('miRlo)
/'miRlo/ mirlo ('Ren) /'oRen/ orden ('tRn) /'tRen/ tren (a'BRiR) /a'bRiR/ abrir (&ofRe'R)i (-sR)a /ofRe'eR/ ofrecer (peR'R) /peR'eR/ perder (&poRfa'BR) /poRfa'boR/
por favor ('iR po'Ra;wa) /'iR po'Ragwa/ ir por a%a
In tutti i casi, (R) /R/ pu esser indebolito, nella pronuncia familiare, sostituendolo con (): ('mi;a, 'milo, 'en, 'tn, a'Bi, &ofe')i (-s)a, (pe', &pofa'B, 'i po'a;wa). Invece, in pronuncia pi energica o enfatica, per /R, R/, si pu
avere anche un raorzamento, in (r): ('mirlo, 'ren, a'BRir, &ofRe'r)i (-sr)a, (per'r, &porfa'Br, 'ir po'Ra;wa). Per, nessuno di questi due foni indispensabile per
una pronuncia "genuina&.
Laterali
6.2.7. Ci sono due fonemi laterali nello spagnolo neutro iberico, (l, L)i /l, L/;
mentre, nel neutro americano, il secondo conuisce in /J/ (l, ,)a /l, L/; inoltre, /l/
ha dei tassofoni che vanno usati adeguatamente, (, L) (non serve segnare esplicitamente ((l)), purch l'articolazione sia dentale): ('la;o) /'lao/ lado (ka'lR) /ka'loR/
calor (kol'aR) /kol'gaR/ colgar ('alto) {((-lto))} /'alto/ alto (el'i;ne)i {((el'-))} (el'si;ne)a {((el's-))} /el'ine/ el cine (ko'Cn) ((-L'C-)) /kol'con/ col>n (eL'N;No) /el'NoNo/ el oo (eL'uke, eL'J-) /el'Junke/ el yunke ('kla;e)i (-se)a /'klase/ cle ('d;Ble) /'oble/ doble (e'la;wa) /e'lagwa/ el a%a (La'maR)i (,a-)a /La'maR/ amar ('ba;-

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manuale di pronuncia

Le)i (-,e)a /'baLe/ vae (&koNLe'Bando)i (-N-, NJ-)a /konLe'bando/ conevando Foneticamente, anche l'accento americano ha (L), davanti a palatali, pur non avendo
il fonema /L/, e /J/ s'articola come vero costrittivo, (J), oltre che come occlu-costrittivo, ().
Davanti a pausa, anche per /l/ (come per /n, R/, e pure //), la vibrazione delle
pliche vocali cessa simultaneamente allo stacco dell'apice dagli alveoli (perci, non
aatto accettabile qualcosa come (-l, -l, -lO)): ('l)i ('s-)a /'sol/ sol (lau'Rl) /lau'Rel/ laurel
Strutture
6.3. Tratteremo le caratteristiche degl'incontri di parole nella frase e, poi, soprattutto, l'accento di frase (giacch la graa spagnola parecchio esplicita, per
quest'aspetto, anche se non proprio esente da dubbi e incertezze, comprese oscillazioni possibili).
Tassofonica
6.3.1.1. Per quanto riguarda le assimilazioni consonantiche, s' detto nei singoli paragra delle rispettive parti. Qui tratteremo, soprattutto, degl'incontri vocalici nelle parole e tra parole nelle frasi.
All'interno di parola due V uguali tendono a ridursi a una sola, tranne che nel
parlare formale, lento o accurato: (&alBa'a;ka, al'Ba;ka) /alba'aka/ albahaca (aa'aR,
-'aR)i (-s-)a /aa'aR/ azahar (&akRee';Re, &akRe'-) /akRee'oRes/ acreedor (bee'mnja, be'-)i (-sja)a /bee'menja/ vehemencia (nii'lita, ni'-) /nii'lista/ nihilta (&alko'l, al'kl) /alko'ol/ alcohol (&koope'RaR, ko&o-, &kope-) /koope'RaR/ cooperar (&oolo'Xia, &olo-)i (&so-, -'xia)a /oolo'xia/ zoologa
Per, certe parole, che altrimenti non verrebbero facilmente riconosciute, non
si riducono: (kRe'nja)i (-sja)a /kRe'enja/ creencia (mo';o)i (-so)a /mo'oso/ mohoso (lo'R) /lo'oR/ loor altre parole si possono ridurre tranne che in tona: (le'R,
'lR) /le'eR/ leer ('le, 'l) /'lee/ lee (kRe', 'kR) /kRe'e/ cre (pae';mo, pa';-, pa';-)
/pase'emos/ peemos
Con V diverse, abbiamo: (ko&au'la;o, &kja-) /koagu'lao/ coa%lado (aR'Xnteo,
-to)i (-x-)a /aR'xenteo/ argnteo (leo'paRo, lo-) /leo'paRo/ leopardo
6.3.1.2. Al contrario, nel parlare pi formale, lento o accurato, (j, w, j) possono passare ai vocoidi (i, e u, o): ('bja;Xe bi'a-)i (-xe)a /'bjaxe/ viaje ('wa;Be u'a-)i
('swa-)a /'swabe/ suave ('bju;a bi'u-) /'bjua/ viuda ('r:wi;o r:u'i-) /'r:wio/ ruido
(al'da;no &alde'a-) /alde'ano/ aldeano (lal'ta leal-) /leal'ta/ lealtad ('li;na -nea)
/'linea/ lnea ('tja;La to'a-)i (-,a)a /to'aLa/ toaa (&kjau'laR ko&a- &koa-) /koagu'laR/
coa%lar ('r:al r:e'al) /r:e'al/ real
Si ricorda che c' dierenza tra la normale pronuncia (non lenta): ('ta;tRo, &empo'RaR, 'pj;ta, &kjau'laR) {/te'atRo, empeo'RaR, po'eta, koagu'laR/ teatro empeorar
poeta coa%lar] e quella "popolare&: ('tja;tRo, &empjo'RaR, 'pw;ta, &kwau'laR), oltre

6. spagnolo

237

che rispetto a quella lenta: (te'a;tRo, &empeo'RaR, po';ta, &koau'laR, ko&a-).


Salvo che in casi particolari, per motivi ritmici (come si vedr fra poco), decisamente popolare (anche se molto diusa, specie in America latina) la pronuncia
con dittonghi "abusivi&: (pa'i, 'pai)i (-s)a /pa'is/ pas (ma'i, 'mai)i (-s)a /ma'i/
maz (ba'ul, 'baul) /ba'ul/ bal Ugualmente popolare il passaggio di /ae, ao/ a
/ai, au/: ('kaen 'kain) /'kaen/ caen (tRae'Ran tRai-) /tRae'Ran/ traern (bil'Bao -au
-aU) /bil'bao/ Bilbao (&baka'lao -au -aU) /baka'lao/ bacalao in casi come (&e[]tRa&oRi'na;Rjo, e[]&tRaoR-)i (-s-)a /e[k]stRaoRi'naRjo/ extraordinario abbiamo anche
la possibilit di: (&e[]tRFoR-, e[]&tRFoR-)i (-s-)a.
6.3.1.3. Non si ricava automaticamente il valore vocalico (/i, u/) o consonantico
(/j, w/) di i u nelle sequenze CiV CuV /i, u/ sono decisamente pi probabili vicino all'accento e alla ne della parola: (r:e'fRio)i (-s-)a /r:es'fRio/ rfro (&r:efRi'aR)i
(-s-)a /r:esfRi'aR/ rfriar ma: (&eMfRja'mnto) /enfRja'mento/ enfriamento (e anche:
(r:e'fRja;o)i (-s-)a /r:es'fRjao/ rfriado] (flu'tuo) /fluk'tuo/ ucto (&flutu'aR)
/fluktu'aR/ uctuar (e anche: (&flutu';o)i (-so)a /fluktu'oso/ uctuoso oltre a (flu'tw;o)i (-so)a /fluk'twoso/, come suntuoso virtuoso che hanno solo (-'tw;o)i
(-so)a /-'twoso/) ma: (&flutwa'jn)i (-'sj-)a /fluktwa'jon/ uctuacin
Gl'inniti con /i, u/ (prevalentemente corti e i loro derivati, anche quando non
ci sia pi la forma semplice originaria) sono: (re-, mal-)criar ar rfriar enfriar
liar (ex-)piar (-, -)triar %iar (d)viar enviar reenviar puar ruar uctuar
concluir excluir incluir ocluir recluir (a-, in-, re-)uir diluir (re)huir ()muir
(re)construir instruir tatuir (re)constituir dtituir instituir rtituir stituir intuir Per ui frequente anche la pronuncia con /'wi/.
Altri casi di /i, u/ appaiono per forme corte o composte: (&aBi'n) /abi'on/ avin
(bi';njo) /bi'enjo/ bienio (biu'ni;Boko) /biu'niboko/ biunvoco (tRi';njo) /tRi'enjo/
trienio (tRi'agulo) /tRi'angulo/ trin%lo (&djei';Co, &dj-)i (-si-)a /jei'oco/ diecio>o (&beinti';Co, &bi-) /beinti'oco/ veintio>o (gi'n) /gi'on/ %in (i'a;to) /i'ato/ hiato (pRi'R) /pRi'oR/ prior (kRi'ana)i (-sa)a /kRi'ana/ crianza (fi'ana)i (-sa)a
/fi'ana/ anza (fi'a;o) /fi'ao/ ado (fi'ambRe) /fi'ambRe/ ambre (pi'a;no) /pi'ano/ piano ma: (&tRjagu'laR) /tRjangu'laR/ trian%lar (kRja'tu;Ra) /kRja'tuRa/ criatura
(fja'R) /fja'oR/ ador (koM'fjana)i (-sa)a /kon'fjana/ conanza (fjam'bR;Ra)
/fjam'bReRa/ ambrera (pja'nita)i (-sta)a /pja'nista/ pianta Si noti, inoltre, logicamente: ('Cja;pa)i (-s)a /'cjapas/ iap (senz'alcuna perdita di /j/ dopo /c/).
Abbiamo ancora: (u'i;a) /u'ia/ huida (come huir] (di'uRno, 'dju-) /i'uRno,
'ju-/ diurno (ma: (dju'tuRno) /ju'tuRno/ diuturno] (Xu'i;jo, 'Xwi-)i (xu'i;sjo,
'xwi-)a /xu'ijo, 'xwi-/ juicio (ma: (Xwi'j;o, 'Xw)i (xwi'sj;so, 'xws)a /xwi'joso,
'xwe/ juicioso juez] (tRi'uMfo) /tRi'unfo/ triunfo (tRiuM'fal, tRju-) /tRiun'fal, tRju-/
triunfal Per muy si ha, normalmente, ('mwi) /'mwi/, ma anche ('mui) /'mui/ frequente (anche se, spesso, ritenuto dialettale).
Hanno preferibilmente /'wi/, ma comune anche la pronuncia con /u'i/, parole come le seguenti: circuito fortuito gratuito suizo cuta ruido ruin ruina arruino
Comunque, nel parlato veloce, le forme con /u', i'/ passano facilmente a /'w,
'j/: (&detRu'iR, de'tRwiR)i (-s-)a /estRu'iR/ dtruir (&kotRu'i;o, ko'tRwi;o)i (-s-)a
/konstRu'io/ construido (fi'a;mo, 'fja;mo)i (-s)a /fi'amos/ amos (&atu'aR, a'twaR)

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manuale di pronuncia

/agtu'aR/ actuar (&kaRi'a~Co, ka'Rja~Co) /kaRi'anco/ carian>o (&beinti'u ;no, bein'tju;no) /beinti'uno/ veintiuno
6.3.1.4. Tra parole gl'incontri di V sono pi vari e pi numerosi, ma i criteri
sono gli stessi. Con V uguali, la riduzione molto favorita: (laaR'r:;lo, lFaR-, laR-)
/laaR'r:eglo/ la arreglo (lee[]'pli;ko, le-, le-)i (-s-)a /lee[k]s'pliko/ le explico (&loolBi', &ljo-, &lo-) /loolbi'e/ lo olvid ('agulo o'tuo) /'angulo ob'tuso/ n%lo obto (&impla'ka;Ble e'k;no, &impla'ka; Ble-) /impla'kable en'kono/ implacable encono (la'pR;a 'a;e u'na~CoR r:e'mano, la'pR; 'a;e)i (-sa, -se, -so)a /la'pResa 'ae u'nancoR r:e'manso/ la pra hace un an>o remanso (e'laiRe 'entRa il'Bando, e'lai
'Ren-)i (sil-)a /e'laiRe 'entRa sil'bando/ el aire entra silbando (&ma'B2 'kwa;tRo ';Xo2
ke', &kwa'tR;-)i (&maz-, -xos, -s)a /mas'ben 'kwatRo 'oxos ke'os/ ms ven cuatro
ojos e dos
Se le V sono diverse, abbiamo: (loaR'r:;lo, ljaR-) /loaR'r:eglo/ lo arreglo (la&oeR'B, &lFo-)i (-s-)a /laobseR'be/ la observ (loe[]'pli;ko, lje-)i (-s-)a /loe[k]s'pliko/ lo
explico (lae[]'pli;ko, lFe-)i (-s-)a /lae[k]s'pliko/ la explico (loim'pli;ko, ljim-)
/loim'pliko/ lo implico (laim'pli;ko, lFim-) /laim'pliko/ la implico ('t;o a'k;Lo,
't; ja-)i (-,o)a /'too a'keLo/ todo aeo ('tRite o'ka;o, 'tRi to-)i (-is-, -so)a /'tRiste
o'kaso/ trte oco (&entReilu'j;ne, &entRi-)i (-sj;nes)a /entReilu'sjones/ entre ilion ('pu;o auen'taRe, 'pu; jau-)i (-sen'taRse)a /'puo ausen'taRse/ pudo aentarse (';Roe iNmoR'tal, ';Rje, i-, i-, '; Rji-) /'eRoe inmoR'tal/ hroe inmortal (pa'la;jo au'uto, pa'la; jjau-)i (-sjo, -sto)a /pa'lajo au'gusto/ palacio au%sto (e'un e&ano'ta;o, ano-)i (s-, s-)a /se'gun seano'tao/ segn se ha notado (de'ambo
'm;o, 'dam-)i (-s)a /e'ambos 'moos/ de ambos modos
Ovviamente, conta anche la funzione degli elementi vocalici che vengono in
contatto. Nel parlato veloce, la V nale d'un grammema risulta piuttosto ridondante; perci, pu dileguarsi completamente, anche dove la sua funzione morfologica potrebbe sembrare importante (per, ci sono tutti gli altri elementi, che compensano adeguatamente).
Quindi, si pu arrivare, tranquillamente, pure allo "zero&, anche con V diverse:
(la&aBRi'R, &lFa-, &laB-) /laabRi'Re/ la abrir (lo';jo, 'lj;-, 'l;-) /lo'ojo/ lo odio (mi'i;Xo, 'mi;-, 'mi;-)i (-xo)a /mi'ixo/ mi hijo (lae'p;a, lFe-, le-)i (-s'p;sa)a /laes'posa/
la posa (la';Ra, 'lF;-, 'l;-) /la'oRa/ la hora (lai'Xi;ta, lFi-, li-)i (-x-)a /lai'xita/ la hijita (lo'u;niko, 'lju;-, 'lu;-) /lo'uniko/ lo nico (lou'nj;Ron, lju-, lu-) /lou'njeRon/ lo
unieron (me'i;Ba, 'mi;-, 'mi;-) /me'iba/ me iba (me&ima'Xi;no, &mei-, &mi-, &mi-)i (-x-)a
/meima'xino/ me imagino
6.3.1.5. Anche gl'incontri di varie V sono frequenti in questi esempi (tratti da
Navarro Toms, ma ritrascritti e completati): (&eka'l;Ra aR'r:i;Ba, -'l; RaR'r:i-)i (&eska-)a /eska'leRa aR'r:iba/ calera arriba (a'ma;a e'p;a, a'ma; Fe-, e-)i (-s-)a /a'maa es'posa/ amada posa (o'fRta i,'Xuta, o'fR tFi,-, -ti,-)i (-'x-)a /o'feRta in'xusta/ oferta injta (pa'la;BRa o'a;a, pa'la; BRFo-, BRo-)i (-s-)a /pa'labRa o'saa/ palabra
osada ('ka;a u'milde, 'ka; Fu-, u-)i (-s-)a /'kasa u'milde/ ca humilde ('kj;Re a'BlaR,
'kj; Ra-, -Ra-) /'kjeRe a'blaR/ iere hablar ('pw;e ekRi'BiR, 'pw; e-, e-)i (-s-)a
/'pwee eskRi'biR/ puede cribir

6. spagnolo

239

Anche: ('nmbRe i'lutRe, 'nm bRi-, bRi-) /'nombRe i'lustRe/ nombre iltre ('tj;ne oR'u;Lo, 'tj; no-, no-)i (-,o)a /'tjene or'guLo/ tiene or%o ('Xnte u'milde, 'Xn
tu- tu-)i ('x-)a /'xente u'milde/ gente humilde ('ka;i apa'a;o, 'ka; ja-)i (-si, sj-)a
/'kasi apa'gao/ ci apagado (mi&epe'Rana, &mie-, &mje-)i (-es-, -sa)a /miespe'Rana/ mi peranza ('ka;i impo'i;Ble, 'ka; im-)i (-si, si-)a /'kasi impo'sible/ ci imposible (mio&Blia'jn, mjo-)i (-'sj-)a /miobliga'jon/ mi obligacin (&niuna'B, ni&u-,
&nju-)i (-s)a /niuna'be/ ni una vez
Ancora: ('gRi;to a'u;o, 'gRi; tja-) /'gRito a'guo/ grito a%do ('p;ko e'fwRo,
'p; kje- ke-)i (es-, -so)a /'poko es'fweRo/ poco fuerzo ('n;Ro iM'fjRno, 'n;
RjiM-, RiM-) /'negRo in'fjeRno/ negro inerno ('kwaRto o'ku;Ro, 'kwaR tjo-, to-)i
(-s-)a /'kwarto os'kuRo/ cuarto oscuro (e'ga;No u'ma;no, e'ga; Nju-, Nu-) /en'gaNo
u'mano/ engao humano (&uami'ta, &wa-)i (&s-, &s-)a /suamis'ta/ su amtad ('impetu &epan't;o, -&tu e-, -pe &twe-)i (-es-, -so)a /'impetu espan'toso/ mpetu pantoso ('tRi;Bu i'gRa;ta, 'tRi; Bwi-) /'tRibu in'gRata/ tribu ingrata (&poRuo'nR, -wo-)i
(-s-)a /poRsuo'noR/ por su honor (e'pi;Ritu u'ma;no, -Ri tu-)i (-s-)a /es'piRitu u'mano/
pritu humano ('L;a aao'RaR, 'L;a ao-, 'L; ao-)i (',-)a /'Lega aao'RaR/ ega
a adorar ('i;Ba aenen'dR, 'i;Ba en-)i (-s-)a /'iba aenen'deR/ iba a encender
Altri: (be'gana ai'Ra;a, -an Fai-, -an ai-)i (-sa, s-)a /ben'gana ai'Raa/ venganza airada (e'ta;Ba ao'a;a, -e'ta; BFao-, Bao-)i (es-)a /es'taba ao'gaa/ taba ahogada
(r:o'a;a au'R;Ra, r:o'a; Fau-, au-)i (-s-)a /r:o'saa au'RoRa/ rosada aurora ('kulta eu'R;pa, 'kul tFeu-, teu-) /'kulta eu'Ropa/ culta Europa (a'pRnde aa'BlaR, a'pRn daa-,
da-) /a'pRende aa'blaR/ aprende a hablar ('auRea e'pa;a, 'auRa, &au RFe'pa;a)i (-s-)a
/'auRea es'paa/ urea pada ('mwRte ai'Ra;a, 'mwR tai-, tai-) /'mweRte ai'Raa/
muerte airada (pRe'u;me aon'daR, pRe'u; maon-)i (-s-)a /pRe'sume aon'daR/ prume
ahondar ('fRnte au'uta, 'fRn tau-, tau-)i (-s-)a /'fRente au'gusta/ frente au%sta
(biR'Xi;neo e'kanto, -njo, -no)i (-x-)a /biR'xineo en'kanto/ virgneo encanto
6.3.1.6. Continuano gli esempi d'incontri vocalici nella frase: (no'ti;ja a'l;Re,
no'ti; ja'l-)i (-s-)a /no'tija a'legRe/ noticia alegre ('r:Xja e'tiRpe, 'r:; XjFe-, Xje-)i
(-x-, -s-)a /'r:exja es'tiRpe/ regia tirpe ('gl;Rja iNmoR'tal, i-, i-, 'gl; RFi-) /'gloRja
inmoR'tal/ gloria inmortal (e'tanja o'kulta, e'tan jFo-, jo-)i (es-, -sja)a /es'tanja
o'kulta/ tancia oculta (Xu'ti;ja u'ma;na, Xu'ti; jFu-, ju-)i (xus'ti;s-)a /xus'tija
u'mana/ jticia humana ('na;je a'ku;e, 'na; ja-) /'naje a'kue/ nadie acude ('X;njo a'tu;to, 'X; njja-)i ('x-, -s-)a /'xenjo as'tuto/ genio tuto (i'lnjo elo'kwnte,
i'ln jje-)i (si-, -sjo)a /si'lenjo elo'kwente/ silencio elocuente (';jo i'nu;til, ';
jji-)i (-sjo)a /'ojo i'nutil/ ocio intil
Anche: ('n;jo oR'u;Lo, 'n; jjoR-, 'joR-)i (-sj-, -,o)a /'nejo oR'guLo/ necio or%o
('i;tjo um'bR;o, 'i; tjjum'-)i ('si-, -so)a /'sitjo um'bRoso/ sitio umbroso ('bwlBo aa'taRlo, -Bo a't-, 'bwl Bja't) /'bwelbo aa'taRlo/ vuelvo a atarlo ('bgo aempe'aR, 'b
gjaem-, gjFem-, gjem-)i (-saR)a /'bengo aempe'aR/ vengo a empezar ('kwRpo ai'R;o, 'kwR pjFi-, pjai-) /'kweRpo ai'Roso/ cuerpo airoso (di'pwto ao&Bee'R, di'pw tjFo-, tjao-)i (-s'pws-, -sR)a /is'pwesto aobee'eR/ dputo a obedecer ('fauto au'pi;jo, 'fau tjFu-, tjau-)i (-st-, -s'pi;sjo)a /'fausto aus'pijo/ fato apicio
Ancora: (an'ti;wa alti'B, an'ti; wal-)i (-s)a /an'tigwa alti'be/ anti%a altivez
('lgwa e[]'tRa;Na, 'l gwFe-)i (-s-)a /'lengwa e[k]s'tRaNa/ len%a extraa (e'ta;twa

240

manuale di pronuncia

iN'm;Bil, i-, i-, e'ta; 'twFi-)i (es-)a /es'tatwa in'mobil/ tatua inmvil ('a;wa olo'R;a, 'a; wFo-) /'agwa olo'Rosa/ a%a olorosa ('fa;twa u&mani'a, 'fa; twFu-) /'fatwa umani'a/ fatua humanidad ('mu;two a'mR, 'mu; twja-) /'mutwo a'moR/ mutuo amor ('aRwo em'p;No, 'aR wjem-) /'aRdwo em'peNo/ arduo empeo (peR'p;two im'p;Rjo, peR'p; twjim-) /peR'petwo im'peRjo/ perpetuo imperio (kon'ti;nwo e'l;Xjo, kon'ti; nwje-)i (-xjo)a /kon'tinwo e'loxjo/ continuo elogio
Inne: ('fa;two oR'u;Lo, 'fa; twjoR-, twoR-)i (-,o)a /'fatwo oR'guLo/ fatuo or%o
('mntRwo u'ma;no, 'mn tRwju-, tRwu-)i (-s-)a /'monstRwo u'mano/ monstruo humano ('r:;Xja au&toRi'a, 'r:; XjFu-, Xjau-)i (-x-)a /'r:exja autoRi'a/ regia autoridad
(koR'r:j aepe'RaRlo, Fe-, e-)i (-s-)a /koR'r:jo aespe'RaRlo/ corri a perarlo (pa'la;jo
au'uto, pa'la; jjau-, jjFu-)i (-sjo, -us-)a /pa'lajo au'gusto/ palacio au%sto (i'ni;kwo au'u;Rjo, i'ni; kwjau-, kwjFu-) /i'nikwo au'guRjo/ inicuo au%rio (em'bi;jo
aeu';Bjo, em'bi; jjaeu-, jaeu-, jFeu-, jjeu-)i (-s-)a /em'bijo aeu'sebjo/ envidio
a Eebio
6.3.1.7. Le congiunzioni y o (e le varianti e u], tra V di parole diverse (anche
se con /w/), normalmente si realizzano come (j, w) /j, w/ (ma anche con (, j)):
('ka;a 'jwRta, 'w-)i (-sa)a /'kasa 'jwerta/ ca y huerta ('a;wa 'jaiRe, 'a-) /'agwa 'jaiRe/ a%a y aire (a'gRjnta 'ja~Ca, 'a-) /san'gRjenta 'janca/ sangrienta y an>a (a'pa;a jen'jnde, e-)i (-sj-)a /a'paga jen'jende/ apaga y enciende ('ka;Le je'ku;Ce,
e-)i (-,e jes-, e-)a /'kaLe jes'kuce/ cae y cu>e (o'BRi;na 'ji;Xa, 'i-)i (so-, -xa)a /so'bRina 'jixa/ sobrina e hija (r:i'k;a jin'dutRja, in-)i (-sa, -st-)a /r:i'kea jin'dustRja/
rieza e indtria ('ta wa'k;La, ja-)i ('s-, -,a)a /'esta wa'keLa/ ta o aea
('blaka wa'ul, ja-)i (-sul)a /'blanka oa'ul/ blanca o azul ('j;te 'w;Co, 'j-)i
('sj-)a /'sjete u'oco/ siete u o>o ('u;no 'w;tRo, 'j-) /'uno u'otRo/ uno u otro
La lingua vera (quella parlata) mostra che la grammatica complica inutilmente
le cose, visto che la pronuncia normale per le quattro forme grache [y e o u] la
stessa (per e c' anche ()). Naturalmente, poi, la scuola ha rinforzato la "necessit&
della distinzione, forzandola anche nella pronuncia; quindi, rallentando l'emissione, o facendo attenzione (alla graa), o per chiarezza possono riemergere /i, e o, u/.
6.3.1.8. Regolarmente (tranne che nel parlare lento), una C nale, seguta da una V iniziale, in parole senza pause, si risillabica: (e'l;Ro) /e'loRo/ el oro (u'nmbRe) /u'nombRe/ un hombre ('muCo o'n;Re)i (so-, -es)a /'muco so'noRes/ mu>os
honor ('lu ama'Ri;La)i (sa-, -,a)a /'lu ama'RiLa/ luz amaria
Perci, non c' dierenza tra: helado e el hado (e'la;o) /e'lao/, elegido e el ejido
(&ele'Xi;o)i (-x-)a /ele'xio/, hele>o e el he>o (e'l;Co) /e'leco/, heleno e el heno (e'l;no) /e'leno/, la sab e l av (la'a;Be)i (la'sa;Bes)a /la'sabes/, ena% e en a% (e'na;wa)i (-s)a /e'nagwas/, enojo e en ojo (e'n;Xo)i (-xo)a /e'noxo/
In pronuncia enfatica, o energica, o nel canto, dopo V accentata, le C non-difoniche continue (sonore: /m, n, N l, L/, e non-sonore: /f, , s, x/ ma non /R, Rr:/,
per le quali la durata essenziale), invece della struttura normale, con (';0), spesso, hanno ('00): ('u ;mo, "ummo) /'umo/ humo ('a;na, "anna) /'ana/ Ana ('ba;le,
"balle) /'bale/ vale ('X;fe, "Xffe)i (x-)a /'xefe/ jefe ('di;e, "die)i (-se, -sse)a /'ie/
dice ('ka;a, "kaa)i (-sa, -ssa)a /'kasa/ ca ('i;Xo, "iXXo)i (-xo, -xxo)a /'ixo/ hijo

6. spagnolo

241

6.3.1.9. Due C uguali, foneticamente, si realizzano come una geminazione contenuta, /00/ (00): (i&nnume'Ra;Ble) /innume'Rable/ innumerable (&inne&ei'a)i
(&sinne&se-)a /sinneesi'a/ sin necidad ('BBjo) /'obbjo/ obvio (&uBBen'jn)i
(&su-, -'sj-)a /subben'jon/ subvencin (e'a i'C;a)i (-sa)a /e'a i'cosa/ edad di>osa (&XuBen'tu o'Ra;a)i (xu-)a /xuben'tu o'Raa/ juventud dorada (koR'l li'X;Ro)i (-'sl li'x-)a /koR'el li'xeRo/ corcel ligero (el'l;Bo) /el'lobo/ el lobo ('lu eni'tal)i (-s s-)a /'lu eni'tal/ luz cenital ('dj i'aRr:o)i (-s s-, -os)a /'je i'gaRr:os/
diez cigarros (&lo e'N;Re)i (-s s-, -es)a /losse'NoRes/ los seor ('d o'BRi;no)i (-s
s-, -os)a /'os so'bRinos/ dos sobrinos
La dierenza tra (0) e (00) pi che suciente (e necessaria), per distinguere
casi come: (&uno'Bi;Lo)i (-,o)a /uno'biLo/ un ovio e (&unno'Bi;Lo)i (-,o)a /unno'biLo/
un novio (o'nmbRe)i (s-, -s)a /so'nombRes/ son hombr e (on'nmbRe)i (s-, -s)a
/son'nombRes/ son nombr (a&k'l;Ro) /a'ke 'loRo/ ael oro e (a&kl'l;Ro) /a'kel 'loRo/ ael loro ('ma ';BRan)i ('s-)a /'ma 'sobRan/ ms obran e ('ma ';BRan)i (-s 's-)a
/'mas 'sobRan/ ms sobran
Il presso /sub/ sub- davanti a /r:/, ovviamente, eterosillabico: (&uB-r:a',aR)
/sub-r:a'JaR/ subrayar lo stesso avviene, con altre C quando l'asso sia chiaramente
percepito: (&uB-limi'nal)i (&s-)a /sub-limi'nal/ subliminal
Per -dl- la sillabazione /-l/: (mi'Ra-lo) /mi'Ralo/ miradlo per -tl- prevale "/tl/i& (cio /-l/i) e /-tl/a: ('ala)i ('a;tlas)a /'alas, 'atlas/ atl (a'l;ta)i (a'tl;ta)a /a'leta, a'tle-/ atleta
6.3.1.10. Come s' gi detto, la pronuncia spontanea e normale, per le occlusive
eterosillabiche (sonore o no) ha la realizzazione non-occlusiva, sonora davanti a C
sonore; e semi-sonora, desonorizzata, davanti a C non-sonore: ('ato) /'abto, -pt-/
apto (do'tR) /og'toR, -k't-/ doctor (&ote'nR) /obte'neR/ obtener (&aki'RiR) /aki'RiR/ adirir (&aBi'kaR) /abi'kaR/ abdicar (&aBeR'tiR) /abeR'tiR/ advertir (&ekli'aR)i (-s-)a /eklib'saR, -p's-/ eclipsar (&kone'jn)i (-se'sjn)a /koneb'jon, -p'-/
concepcin (&uB-,u'aR)i (s-)a /subJu'gaR/ subyugar (&a-,a'nte)i (-s-)a /aJa'ente/
adyacente (a'jn)i (-s-)a /ag'jon, ak-/ accin (e'a;men)i (-s-)a /eg'samen, ek-/ examen (aB&nea'jn)i (-sjn)a /abnega'jon/ abnegacin (a'mfeRa)i (-s-)a /a'mosfeRa, at'm-/ atmsfera (&ami'Ra;Ble) /ami'Rable/ admirable ('tnika, -n-) /'tegnika, -kn-/ tcnica ('dino, -no) /'igno/ digno (&uBma'Ri;no) /subma'Rino/ submarino la realizzazione occlusiva tipica dell'enfasi e dell'attenzione (alla graa).
Vediamo, inne, alcuni casi di gruppi consonantici complessi: (o'ta;kulo)i
(-s-)a /obs'takulo/ obstculo (a'kRi;to)i (-s-)a /as'kRito/ adscrito (ko'tante)i (-s-)a
/kons'tante/ constante
Accento
6.3.2.1. Per l'indicazione dell'accento di parola l'ortograa spagnola piuttosto
soddisfacente; restano, comunque, alcuni dubbi, per incontri di VV grache, specie con i u ci sono, inoltre, oscillazioni possibili, e anche dierenze coll'italiano.
La posizione dell'accento distintiva (e troviamo pure triplette fonemiche, le

242

manuale di pronuncia

prime delle quali sono sostantivi, sempre indicate gracamente), come in: ('a;nimo) /'animo/ nimo (a'ni;mo) /a'nimo/ animo e (&ani'm) /ani'mo/ anim; (kon'ti;nwo) /kon'tinwo/ continuo (&konti'nuo) /konti'nuo/ contino e (&konti'nw) /konti'nwo/ continu; ('li;mite) /'limite/ lmite (li'mi;te) /li'mite/ limite (&limi't) /limi'te/ limit (de'p;ito)i (-s-)a /e'posito/ depsito (&depo'i;to)i (-s-)a /epo'sito/ deposito (de&poi't)i (-s-)a /eposi'to/ deposit
Per le oscillazioni d'accento, forniamo qualche esempio: acn acne aerstato
aerostato ambrosa ambrosia atmsfera atmosfera atriaco atraco balatre balastre cartomancia cartomanca (ma solo farmacia] cclope ciclope conclave cnclave dinamo dnamo elixir elxir etope etiope (ma solo miope] gladolo gladiolo bero ibero mil msil olimpiada olimpada orga orgia smos
osmos pelcano pelicano pensil pnsil pentagrama pentgrama perodo periodo policromo polcromo polgloto poligloto radar rdar reptil rptil reuma
rema termostato termstato utopa utopia varic vric
6.3.2.2. I composti lessicali e gli avverbi in -mente mantengono un'accentazione
piuttosto evidente anche sul primo elemento (secondo la scala: ('), (), (&)): (kRta'Bla)i (-sas)a /'koRta'bolsas/ cortabols ( (&koRta';Ra) /koRta'oRa/ cortadora),
(ika'pj) /'inka'pje/ hincapi (entRe')i (-s)a /'entRe'os/ entreds ( (&entRe'
mu'Ca;Co)i (-os)a /entRe'os mu'cacos/ entre dos mu>a>os), (r:e&al'mnte) /r:e'al'mente/ realmente (&beRaRa'mnte) /beRa'eRa'mente/ verdaderamente (fail'mnte)i (-s-)a /'fail'mente/ fcilmente Anche: (ta'Bia) /'toa'bia/ todava (a&i'mimo)i (a&si'mis-)a /a'si'mismo/ immo (come si vede dall'ultimo esempio, se un
primo /'/ seguto immediatamente da un altro /'/, diventa (&); d'altra parte, invece, se la forma fosse con un solo /'/, "/asi'mismo/&, dovremmo avere "(&ai'mimo)i
(&asi'mis-)a&).
Per avviare al riconoscimento d'accentazioni diverse, rispetto all'italiano, diamo alcuni esempi utili: (ultimali) acento amplo varo (penultimali) limpio e
abdico altero animo celebro certico computo convoco denomino deposito dputo edico indico integro interrogo medito modico modulo penetro signico
/signi'fiko/, termino venero violo /'bjolo/, vito /bi'sito/, limpio /'limpjo/. Inoltre:
(a'n;mja) /a'nemja/ anemia (bi'a;mja) /bi'gamja/ bigamia (&kaRam'b;la) /kaRam'bola/ carambola (di'pu;ta)i (-s-)a /is'puta/ dputa (e'l;na) /e'lena/ Elena (en&iklo'p;ja)i (-&si-)a /eniklo'peja/ enciclopedia (faR'ma;ja)i (-s-)a /faR'maja/ farmacia ('mj;pe) /'mjope/ miope (pa'R;ja) /pa'Roja/ parodia (te'Ra;pja) /te'Rapja/ terapia ovviamente, sono meno rischiose, almeno leggendo, forme come: (a'pndie)i (-se)a /a'pendie/ apndice
Si notino, anche: (r:a'n)i (-s-)a /r:a'on/ razn (r:a';ne)i (-'s;nes)a /r:a'ones/ razon ('biRXen)i (-x-)a /'biRxen/ virgen ('biRXene)i (-xenes)a /'biRxenes/ vrgen e, inne: (ka'RateR) /ka'RagteR, -kt-/ carcter (&kaRa't;Re)i (-s)a /kaRag'teRes,
-k't-/ caracter ('r:;Ximen)i (-x-)a /'r:eximen/ rgimen (r:e'Xi;mene)i (-x-, -s)a /r:e'ximenes/ regmen
6.3.2.3. Anche in spagnolo, nella frase, ci sono parole normalmente de-accentate; gli articoli sono tra queste: (e'lmbRe) /e'lombRe/ el hombre (&elal'kalde) /elal-

6. spagnolo

243

'kalde/ el alcalde (la'ka;a)i (-sa)a /la'kasa/ la ca (la'Ci;ka)i (-s'Ci;kas)a /las'cikas/


l >ic (&una'mi;o) /una'migo/ un amigo (&una'tRinta peR';na)i (&unas-, -'s;nas)a /unas'tReinta peR'sonas/ un treinta person
Poi, vengono forme (anche plurisillabiche), come salvo excepto mediante durante e locutive, come rpecto a junto a encima de delante de\ (a'ma;laa) /a'malaga/ a Mlaga (ko'n;La)i (-,a)a /ko'neLa/ con ea (&empa'Ri)i (-s)a /empa'Ris/ en Pars (&inom'bR;Ro)i (&sinsom-)a /sinsom'bReRo/ sin sombrero (&ante't;o) /ante'too/
ante todo (&baXolo'aRBole)i (-xolo's-, -es)a /baxolo'saRboles/ bajo los rbol (&kontRa&mia'mi;o)i (-sa'mi;os)a /kontRamisa'migos/ contra m amigos (&dee'i)i
(-z-)a /ese'oi/ dde hoy (&entRelo';Xo)i (-'s;xos)a /entRelo'soxos/ entre los ojos
Inoltre: (&ata'ki, -Fa-, -aa-)i (&as-)a /astaa'ki/ hta a (&ajael'pwRto, -jFel-)i
(-sj-)a /ajael'pweRto/ hacia el puerto (&paRa&nwetRo'wpee)i (-stRos'wspees)a
/paRanwestRos'wespees/ para nutros husped (&oBRel';BRe)i (&soBRel's-)a /sobReel'sobRe/ sobre el sobre (e&eto')i (-&seto's)a /egebto'os, ekepto-/ excepto
dos (&Xuntoala'pwRta, -tja-)i (&xu-)a /xuntoala'pweRta/ junto a la puerta
Ancora: (en&ima&ela'ka;a)i (-si-, -sa)a /enimaela'kasa/ encima de la ca (de&lantee'mi) /elantee'mi/ delante de m Anche in serie pi o meno lunghe: (&paRa&entReno';tRo, pa&RFen-)i (-'s;tRos)a /paRaentReno'sotRos/ para entre nosotros (&poRen&imae't;o)i (-'si-)a /poRenimae'too/ por encima de todo (&poRe&lante&elXaR'in)i (-x-)a /poRelanteelxaR'in/ por delante del jardn (&deepo&RentRelo'aRBole)i (&dez-, -'saRBoles)a /esepoRentRelo'saRboles/ dde por entre los rbol
Generalmente sono de-accentate anche le congiunzioni (pure locutive, come en
cuanto (e) puto e suputo e), tranne ora ya bien (disgiuntive), (consecutiva), no obstante con todo fuera de (avversative), en efecto por tanto por consi%iente e (consecutive), apen an no no bien ya e luego e dpus
e en tanto e (temporali), a no ser e dado e con tal e (condizionali), por
ms e a par de e mal e ya e (concessive), (&pwetoke&noloa'Bia)i (-sto-,
-sa-)a /pwestokenolosa'bia/ puto e no lo saba accentata y all'inizio di domande ellittiche: ('i tupa;Re21)i (-'pa;-)a /'i tu'paRe?/ Y tu padre?
6.3.2.4. Non sar superuo osservare che c' dierenza, anche accentuale, tra:
(e&koe'Ca;o)i (-s-)a /ekose'cao/ he cose>ado e (';ko o'n;Ro) /'eko so'noRo/ eco sonoro (&aLe'a;o)i (&a,-)a /aLe'gao/ ha egado e ('a;No 'ma;lo) /'aNo 'malo/ ao malo
(&eto'ma;o)i (&es-)a /esto'mao/ tomado e ('to 'pi;o)i ('s-)a /'esto 'pio/ to pido (o&nami'Ra;o)i (s-, -s)a /sonami'Raos/ son admirados e (' naRmo'nj;o)i
('s-, -so)a /'so naRmo'njoso/ son armonioso
Sono de-accentati i pronomi personali oggetto, la le lo l l los me nos os se
te\ (me'pa;Ro ami'RaR, me'pa; Rja-) /me'paRo ami'RaR/ me paro a mirar (o'Bi;mo Be'niR)i (oz'Bi;moz)a /os'bimos be'niR/ os vimos venir (e&lepeR'j)i (se&les-)a /selespeR'jo/ se l perdi sono, invece, accentati i pronomi personali soggetto e complemento indiretto: (' ')i ('s)a /'Jo 'se/ yo s ('tu 'pw;e)i (-s)a /'tu 'pwees/ t pued
('l 'di;e)i (-se)a /'el 'die/ l dice (poR'mi) /poR'mi/ por m (&paRa'ti) /paRa'ti/ para ti
Gli aggettivi possessivi sono de-accentati: (&mieR'ma;no)i (-se-, -os)a /miseR'manos/ m hermanos (tu';Xo)i (-'s;xos)a /tu'soxos/ t ojos (u'ma;Re)i (s-)a /su'maRe/ su madre (&nwetRo'tjmpo)i (-s-)a /nwestRo'tjempo/ nutro tiempo

244

manuale di pronuncia

Gli aggettivi dimostrativi, generalmente, sono de-accentati (ma, dal punto di


vista pragmatico, si possono considerare potenzialmente accentabili): (&ete'li;BRo,
-)i (-s-)a /este'libRo/ te libro (&ee'pRr:o, -) /ese'peRr:o/ e perro (a&keLamu'XR,
ak-)i (-,amu'x-)a /akeLamu'xeR/ aea mujer
6.3.2.5. I pronomi relativi [e ien{} cual{} cuyo{s}] sono de-accentati
(contrariamente agl'interrogativi e agli esclamativi): (e'lmbRe ke'Bi;mo)i (-s)a /e'lombRe ke'bimos/ el hombre e vimos (e&ku,o'ka;o)i (-so)a /enkuJo'kaso/ en cuyo
co sono accentati cual cual coll'articolo e tal tal: ('tgo uneR'ma;no2 el'kwaL
'L;a 'i2 ke)i (-L ',-)a /'tengo u'neRmano, el'kwal 'Lega 'oi/ tengo un hermano, el cual
ega hoy, e (le'i;Xo 'tal 'k;a)i (-xo, -sa)a /le'ixo 'tal 'kosa/ le dijo tal cosa
Sono de-accentati anche gli avverbi relativi [como cuando cuanto donde] contrariamente a quelli interrogativi ed esclamativi: (&kwandoe'laiRe e'kalma, -dje-)
/kwandoe'laiRe se'kalma/ cuando el aire se calma (la'pla;a &onde&tatu'ka;a)i (-sa,
-s&t-, -sa)a /la'plaa ondeestatu'kasa/ la plaza donde t tu ca
Mentre gl'indeniti [algo algn al%no al%ien nadie ningn nin%no otro]
sono accentati, cada generalmente non lo : (&kaa'ia) /kaa'ia/ cada da Anche
tan non accentato, contrariamente a tanto tanta
Usati come congiunzioni, sono de-accentati gli avverbi: luego mientr an
(che diventa /'aun/), ms menos ci lo anche l'avverbio medio (contrariamente all'aggettivo corrispondente).
6.3.2.6. Le forme di "tratamiento&, don doa fray sor san santo santa sono
sempre de-accentate davanti al nome: (do'kaRlo)i (-s)a /on'kaRlos/ don Carlos
(&doNao'l;Re)i (-s)a /oNao'loRes/ doa Dolor (&antoo'migo)i (&s-)a /santoo'mingo/ santo Domingo ugualmente, sono de-accentate, nei vocativi, seor seora seorita padre madre hermano hermana to ta\ (e&NoRmaR'ti;ne)i (s-, -s)a
/seNoRmaR'tine/ seor Martnez (e&NoRama'Ria)i (s-)a /seNoRama'Ria/ seora Mara
(&paRean'dR, -Ran-)i (-s)a /paRean'dRes/ padre Andrs (tio'Xwan)i (-x-)a /tio'xwan/ to Juan per, al di fuori delle forme di "tratamiento&, abbiamo, regolarmente: (&una'anta mu'XR)i (-s-, -x-)a /una'santa mu'xeR/ una santa mujer ('bi;no ele'NR maR'ti;ne)i (-s-, -s)a /'bino else'NoR maR'tine/ vino el seor Martnez (ae'kRi;to el'tio 'Xwan)i (aes-, 'x-)a /aes'kRito el'tio 'xwan/ ha crito el to Juan
Anche in vocativi locuzionali, si ha la de-accentazione: (bwe'nmbRe) /bwe'nombRe/ buen hombre! (&mala'lgwa) /mala'lengwa/ mala len%a! (gRam'pi;kaRo)
/gRam'pikaRo/ gran pcaro! (djo'mio)i (-s-)a /djos'mio/ Dios mo!
Pure nei nomi (di persona e di luogo) composti, c' l'attenuazione del primo elemento: (Xwa'kaRlo)i (x-, -s)a /xwan'kaRlos/ Juan Carlos (ma&RiaXo';fa)i (-xo's-)a
/ma&Riaxo'sefa/ Mara Josefa (&antoo'migo)i (&s-)a /santoo'mingo/ Santo Domingo (&toRr:eel'knde) /toRr:eel'konde/ Torre del Conde
6.3.2.7. Sono ugualmente de-accentate certe locuzioni frequenti: (&boka'BaXo)i
(-xo)a /boka'baxo/ boca abajo (&pataaR'r:i;Ba) /patasaR'r:iba/ pat arriba
Nei numeri composti con y il primo elemento de-accentato: (&tReintai'iko)i
(-'s-)a /tReintai'inko/ treinta y cinco (kwa&Rentai'j;te)i (-'s-)a /kwaRentai'sjete/ cua-

6. spagnolo

245

renta y siete anche cien(to) davanti a mil de-accentato: (jeN'mil, -M'm-, -'m-,
-M'm-, -'m-)i ('s-)a /jen'mil/ cien mil (&oCo&jenta'mil pe';ta)i (-&sj-, -as-, -'s;tas)a
/ocojentas'mil pe'setas/ o>ocient mil pet
I numeri semplici sono accentati, anche se monosillabici e vicino a un accento:
('d 'a;to)i (-z 'a;tos)a /'os 'gatos/ dos gatos ('tR ka'Ba;Lo)i (-s ka'Ba;,os)a /'tRes
ka'baLos/ tr cabaos ('un 'li;BRo) /'un 'libRo/ un libro (rispetto all'articolo: (un'li;BRo) /un'libRo/ un libro).
6.3.2.8. Ovviamente, in parole lunghe, come nella frase, s'introducono degli
accenti secondari, per motivi ritmici: ('kmpRame&lo) /'kompRamelo/ cmpramelo
(a'Na;ae&le)i (-s-)a /a'Naasele/ adele (&entRe'andoe&lo)i (-s-)a /entRe'gandoselo/
entregndoselo
Parole come aune cone pore sino sono normalmente /'aunke, a'unke
'konke 'poRke 'sino/, per, la loro composizione pu portare, nella frase, anche accentazioni come: (&auke, a&uke, au&ke, au'k &koke, ko&ke, ko'k &poRke,
poR&ke, poR'k &ino, i&no, i'n)i (s-)a, sebbene, spesso, siano ritenute non corrette, soprattutto per motivi graci.
L'enfasi, in particolare negl'imperativi con pronomi enclitici, pu modicare
notevolmente la struttura (soprattutto) accentuale, come in: ('da;melo, "da:melo,
"da;me&lo, "da;me'l, 'da;me'l, &dame'l) /'amelo/ dmelo!
6.3.2.9. Le parole (a';Ra) /a'oRa/ ahora (a'i) /a'i/ ah (a'un) /a'un/ an/aun quando non sono in tonia e sono legate a quelle che seguono, hanno la frequente variante ('aoRa, 'ai, 'aun): (a';Ra 'Bj;ne, 'aoRa) /a'oRa 'bjene/ ahora viene (a'i e'ta, 'ai)i (-s-)a
/a'i es'ta/ ah t (a'um mi 'pa;Re, 'aum) /a'un mi'paRe/ aun mi padre (a'un no'ale, 'au)i (-s-)a /a'un no'sale/ an no sale
Nel caso di /'j[s]/, in tonia (pi spesso con pausa), piuttosto frequente una
pronuncia (neutra) che, spesso, colpisce come se fosse "/'i[s]/&, mentre, generalmente, solo /i'[s]/: (paR'tj, &paRti') /par'tjo/ parti (a'j, &ai')i (-s)a /a'jos/
adis (lim'pj, &limpi') /lim'pje/ limpi (em'pj, &empi') /em'pje/ en pie per, occasionalmente, si pu senz'altro avere la struttura ('i&), anche in pronuncia neutra: (paR'ti&, a'i&, lim'pi&, em'pi&)i (-s)a.
6.3.2.10. Nel parlare veloce e familiare, frequente che, in protonia, parole comuni e nomi propri con ('ia) /'ia/ a passino a ('ja) /'ja/: (al'dia i'jnte, al'dja, al&djai'-) /al'dia si'gjente/ al da si%iente ('p;ko 'ia e'pw, 'ja, 'p;ko&ja)i
(-z, -z, -s-, -s)a /'pokos 'ias es'pwes/ pocos d dpus (u'tia o'l;Re, u'tja, u&tjao'-)i (s-, -s)a /su'tia o'loRes/ su ta Dolor (&doNama'Ria maR'ti;ne, &doNama'Rja, &doNama&RjamaR'-)i (-s)a /doNama'Ria maR'tine/ doa Mara Martnez (gaR'ia u'tjRr:e, gaR'ja, gaR&jau'-)i (-s-, -s)a /gaR'ia gu'tjeRr:e/ Garca Gutirrez (&noeR'Bia
paRa'na;a, -'Bja, -&BjapaRa'-)i (-s-)a /noseR'bia paRa'naa/ no serva para nada
Altri: (ea&Bia'pwto e'pj, ea&Bja'-, a-)i (s-)a /seabia'pwesto e'pje/ se haba
puto de pie (&eta'Ria kan'ao, -'Rja, -&Rjakan'-)i (&es-, 'sa;os)a /esta'Rian kan'saos/ taran cansados (&nopo'RiaN Le'a; Ra'tjmpo, -'RjaN, -&RjaNLe'-)i (,-)a /nopo'Rian Le'gaR a'tjempo/ no podran egar a tiempo

246

manuale di pronuncia

Intonazione
6.3.3. La f 6.3 mostra le protonie e le tonie del neutro iberico e di quello americano. Perci, vediamo semplicemente gli esempi fondamentali:
/./: (me'Bi ma'Na;na poR&lama'Na;na3 3)i (me'Bi ma'Na;na poR&lamaNa;na3 3)a /me'boi ma'Nana poRlama'Nana./ Me voy maana por la maana.
/?/: (e'ta nu't;e kontnto21)i (es'ta nus't;es kon'tntos21)a /es'ta nus'tees
kon'tentos?/ Estn ted contentos?
//: (&ima'Na;na &noRr:e'i;Bo no'ti;ja1 1| le&kRiBi'R e'nw;Bo3 3)i (&sima'Na;na &noRr:e'si;Bo noti;sja2 2| les&kRiBi'R enw;Bo3 3)a /sima'Nana noRre'ibo no'tija| leeskRibi'Re
e'nwebo./ Si maana no recibo noticia, le cribir de nuevo.
f 6.3. Protonie e tonie iberiche.
/ / (2 2 ' 2 2 ' 2 2 ' 2)

/./ (2 ' 3 3)

/ / ( 2 2 ' 2 2 ' 2 2 ' 2)

/?/ (2 2 1)

/ / ( 2 2 ' 2 2 ' 2 2 ' 2)

// (2 ' 1 1)

/ / ( 2 2 ' 2 2 ' 2 2 ' 2)

/,/ (2 ' 2)

f 6.4. Protonie e tonie (ispano)americane.


/ / (2 2 ' 2 2 ' 2 2 ' 2)

/./ (2 3 3)

/ / ( 2 2 ' 2 2 ' 2 2 ' 2)

/?/ (2 ' 2 1)

/ / ( 2 2 ' 2 2 ' 2 2 ' 2)

// (2 2 2)

/ / ( 2 2 ' 2 2 ' 2 2 ' 2)

/,/ (2 ' 2)

Testo
6.4.0. Il brano in trascrizione, Il vento di tramontana e il sole, viene dato nei due
accenti neutri, iberico e americano; come sempre, prima viene il testo italiano (
2.4.1) con accento straniero marcato, poi quello in spagnolo.
Alla ne, come al solito, c' anche la versione che d la pronuncia italiana dello spagnolo, da parte dell'italofono neutro, uente in spagnolo (per lungo apprendimento in immersione fra nativi, ma senza il metodo fonetico), che abbia appreso adeguatamente le prominenze relative, ma che usi, per il resto, gli elementi seg-

6. spagnolo

247

mentali e sovrasegmentali tipici dell'italiano neutro. Ovviamente, lo stesso principio vale per le pronunce straniere dell'italiano, date per prime.
Pronuncia iberica (dell'italiano)
6.4.1.1. (i&Biti'Ca;Bano2 uN'Rno2| il'Bnto i&tRamon'ta;na2| eil';le3 3 'lu;no2
&pReten'dndo &eeRpju'fRte2 e'laltRo3 3 &kwando'Bi;eRo um&bja,a't;Re3 3 &keBe'ni;Ba i'nanti2 a'Blto &nelman't;lo3 3| i&ueliti'anti1 1 e'Ci;eRo2 a'l;Ra2 &kea&ReBe'ta;to pju'fRte1 1| ki&foeRr:ju'i;to2 ale'Ba;Re ilman't;lo2 al&Bja,a't;Re3 3||
il'Bnto i&tRamon'ta;na2 &komi~'C ao'fja;Re3 3 &kombjo'lnta3 3| ma'pju o'fja;Ba1 1|
&pjuilBja,a't;Re2 &jetRiN';Ba &nelman't;lo3 3\ 'tanto2| &kala'fi;ne1 1 il'p;BeRo 'Bnto2
o'B;te e'iteRe3 3 al&wopRo'p;ito3 3|| il';le2 a'l;Ra2 &imo'tR ne'C;lo3 3| e&poko';po2 il&Bja,a't;Re1 1 &keen'ti;Ba 'kaldo2 i'tle3 3 ilman't;lo3 3| &ela&tRamon'ta;na1 1 &fuko'tR;ta2 ko'i2| aR&r:iko'n;eRe1 1| keil';le2\ &eRapju'fRte3 3 i'li3 3||
&tjepjaCu;ta21 &lFeto'Rj;la2| &laBo'La;moR r:ip;teRe21|||)
Pronuncia americana (dell'italiano)
6.4.1.2. (si&Bisti'Ca;Bano2 uN'Rno2| il'Bnto i&tRamon'ta;na2| eils;le3 3 'lu;no2
&pReten'dndo &eseRpju'fRte2 elaltRo3 3 &kwando'Bi;eRo um&bja,at;Re3 3 &keBe'ni;Ba
i'nantsi2 a'Blto &nelmant;lo3 3| i&uelitianti2 2 e'Ci;seRo2 a'l;Ra2 &kesa&ReBes'ta;to
pjufRte2 2| ki&foseRr:ju'si;to2 ale'Ba;Re ilman't;lo2 al&Bja,at;Re3 3||
il'Bnto i&tRamon'ta;na2 &komi~'C aso'fja;Re3 3 &kombjolntsa3 3| ma'pju sofja;Ba2 2| &pjuilBja,a't;Re2 &sjestRiN';Ba &nelmant;lo3 3\ 'tanto2| &kalafi;ne2 2 il'p;BeRo
'Bnto2 o'B;te esisteRe3 3 al &swopRop;sito3 3|| il's;le2 a'l;Ra2 &simos'tR neC;lo3 3| e&poko';po2 il&Bja,at;Re2 2 &kesen'ti;Ba 'kaldo2 sitlse3 3 ilmant;lo3 3| &ela&tRamonta;na2 2 &fukos'tR;ta2 ko'si2| aR&r:ikon;seRe2 2| keil's;le2\ &eRapjufRte3 3 ili3 3||
&tjepja'Cu;ta21 &lFesto'Rj;la2| &laBo',a;moR r:i'p;teRe21|||)
Testo spagnolo
6.4.2.0. El viento norte y el sol poraban sobre cul de eos era el ms fuerte, cuando acert a par un viajero envuelto en an>a capa. Convinieron en e ien ant
lograra obligar al viajero a itarse la capa sera considerado ms poderoso.
El viento norte sopl con gran furia, pero cuanto ms soplaba, ms se arrebujaba
en su capa el viajero; por n el viento norte abandon la empra. Entonc bri el
sol con ardor, e inmediatamente se dpoj de su capa el viajero; por lo e el viento
norte hubo de reconocer la superioridad del sol.
Te ha %stado el cuento? Vamos a repetirlo?

248

manuale di pronuncia

Pronuncia iberica neutra


6.4.2.1. (el'Bjnto 'nRte2 jel'l2\ poR'fja;Ban2 &oBRe'kwal 'd;Lo2\ &eRael'ma 'fwRte3 3| &kwandoaeR't apa'a; Rumbja'X;Ro2 em'bwlto e'na~Ca 'ka;pa3 3| &kombi'nj;Ron2
e&kekje'nante lo'Ra;Ra2 oBli'a; RalBja'X;Ro2 aki'taRe la'ka;pa1 1| e'Ria kon&ie'Ra;o2
'ma poe'R;o3 3||
el'Bjnto 'nRte2\ o'pl ko'gRaM2 'fu;Rja3 3| &peRo'kwanto 'ma o'pla;Ba1 1| 'ma aR&r:eBu'Xa;Ba2 enu'ka;pa3 3 [e]lBja'X;Ro3 3|| poR'fin2\ el'Bjnto 'nRte2 a&Bando'n lFem'pR;a3 3|| en'tne1 1\ BRi'L el'l3 3 konaR'R3 3| eiNmejata'mnte2 e&epo'X3 3 eu'ka;pa3 3 [e]lBja'X;Ro3 3|| &poRlo&kel'Bjnto 'nRte1 1\ 'u ;Bo eR&r:ekono'R3 3 la&upe&RjoRi'a el'l3 3||
&tauta;o21 el'kwnto2| 'ba;mo aR&r:epetiRlo21|||)
Pronuncia (centro-sud-) americana neutra
6.4.2.2. (el'Bjnto 'nRte2 jel'sl2\ poR'fja;Ban2 &soBRe'kwal 'd;,os2\ &eRael'mas fwRte3 3| &kwandoaseR't apa'sa; Rumbja'x;Ro2 em'bwlto e'na~Ca ka;pa3 3| &kombi'nj;Ron2
e&kekje'nantes lo'Ra;Ra2 oBli'a; RalBja'x;Ro2 aki'taRse laka;pa2 2| se'Ria kon&sie'Ra;o2
'mas poeR;so3 3||
el'Bjnto 'nRte2\ so'pl ko'gRaM2 fu;Rja3 3| &peRo'kwanto 'mas sopla;Ba2 2| 'mas saR&r:eBu'xa;Ba2 ensuka;pa3 3 [e]lBjax;Ro3 3|| poR'fin2\ el'Bjnto 'nRte2 a&Bando'n lFempR;sa3 3|| entnses2 2\ BRi', elsl3 3 konaRR3 3| eiNmejata'mnte2 se&espox3 3
esuka;pa3 3 [e]lBjax;Ro3 3|| &poRlo&kel'Bjnto nRte2 2\ 'u;Bo eR&r:ekonosR3 3 la&supe&RjoRi'a elsl3 3||
&taus'ta;o21 el'kwnto2| 'ba;mo saR&r:epe'tiRlo21|||)
Pronuncia italiana dello spagnolo
6.4.3. (el'vjEnto 'nOr:te2 iel'sOl:2| poR'fja;van &sbRe'kwal de'eLLos2 &Rael&mas'fwEr:te23
&kwandoaseR'tO apa'sa; RuMvia'kE:Ro2 eM'vwElto e'na~ca 'ka:pa23| &koMvi'njE;Ro ne'ke
kje'nantez lo'gra:Ra2 obli'ga; Ralvia'kE:Ro2 aki'tarse la5ka:pa12| se'ria kon&side'ra;do &maspode'ro:zo23||
el'vjEnto 'nOr:te2 so'plO kogRaM'fu:Rja23| 'pE;Ro 'kwanto 'mas so5pla:ba12| 'mas seR&Rebu'ka:va2 ensu'ka:pa2 &elvia'kE:Ro23| poR'fin:2 el'vjEnto 'nOr:te2 a&bando'nO laem'pre:za23|
en'tOn:ses2 bRiL'LO el'sOl:2 konaR'dO:r23| eimme&djata'men:te2 se&despo'kO desu'ka:pa23 elvia'kE:Ro23| &poRlo'ke2 el'vjEnto 'nOr:te2 'u;bo &deRe&kono'sE:r2 la&supe&RjoRi'dad del'sOl:23||
te&agus'ta:do21 el'kwEn:to2| 'va;mos [s]a&Repe'tir:l21|||)

7. Portoghese
7.0.1. Presentiamo il portoghese brasiliano e quello lusitano (neutri), in quest'ordine, anche se non separati, per dei buoni motivi. La trascrizione diafonemica
pi conveniente (che serva per entrambi gli accenti), per quanto riguarda le V deve utilizzare sette fonemi e quattro (o cinque) diafonemi. Quindi i sette fonemi
del brasiliano, /i, e, E, a, O, o, u/, pi /e, , A, , /.
Con questa trascrizione, se s'ignorano o s'eliminano i punti sotto i diafonemi
(pure per certe C] abbiamo anche la trascrizione per una pronuncia "internazionale& pi aderente alla graa e senza le peculiarit speciche sia del brasiliano che
del lusitano, come vedremo. Gli esempi indicano le pronunce, non gli usi eettivi.
E giusto privilegiare il brasiliano neutro (che ha le sue varianti regionali, come le ha pure il lusitano, ma che qui non tratteremo), giacch pi semplice, con
meno fonemi, con meno "sorprese&, pi vicino alla graa e, quindi, anche pi
"comprensibile&, oltre che decisamente pi diuso, con una proporzione di 18 a
1! D'altra parte, i brasiliani stessi possono aver dicolt a capire il lusitano.
7.0.2. Se, invece, si procedesse inversamente, privilegiando il lusitano, sempre
per le V bisognerebbe avere nove fonemi: "/i, e, E, a, O, o, u, , /&, compresi "/E,
a, O/&, anche in sillaba non-accentata, e con una grande ricorrenza di "/, /&, quasi esclusivamente in sillaba non-accentata, specie il primo.
Ci che tradizionalmente unicato in "//&, per e cio, /e/ + /N, L, S, Z, j/,
nonch per ei /ei/, in realt, pur essendo molto simile (specie per certe persone),
ha una "leggera& dierenza, che si vede chiaramente nel nostro vocogramma, dove, anzi, non appare tanto leggera (contrariamente all'impostazione tradizionale
con un quadrilatero pi grossolano: /e/ (in questi contesti) (', ) e // (', )).
Quindi, il lusitano centrale, e ormai neutro, ha /e/ ('3I, I, 'I, I ', 'N, 'L,
'S, 'Z) (contro /e/ ('I, eI 'eI 'eJ), del resto del Portogallo e del Brasile), che,
troppo spesso, gli stranieri rendono con /E/, perdendo, quindi, un'opposizione funzionale, non trascurabile per i nativi (d'entrambi gli accenti).
Concludiamo questa premessa, necessaria per inquadrare bene il problema, richiamando l'attenzione sulla complessit quasi assurda (qui ci limitiamo a parlare del portoghese {non, ovviamente, d'inglese, danese, o anche francese}) di voler illustrare la pronuncia, soprattutto lusitana, procedendo coi grafemi, invece
che con le trascrizioni, come si continua a fare; d'altra parte, per il portoghese, non
ancora stato fatto un vero e proprio dizionario di pronuncia, per cui, bisogna anche adeguarsi.
7.0.3. Come si vedr dalle trascrizioni fonemiche, la nostra analisi non considera distintiva la nasalizzazione delle V che va, comunque, indicata in trascrizione fonetica, giacch chiaramente percepibile (soprattutto nel brasiliano) e tipica
[

250

manuale di pronuncia

del portoghese (ma, nel lusitano, solo in sillaba caudata, in N] anche se la sua mera assenza come spesso succede nella pronuncia degli stranieri non compromette
la comprensione; tanto pi che, in Portogallo, non raramente la nasalizzazione vocalica pu esser poco percepibile, mentre il contoide nasale ben presente.
Infatti, si tratta sempre d'una sequenza di V (nasalizzata) e di N quest'ultima
viene a mancare (foneticamente, ma non fonemicamente) solo quando una (), nale di parola, sia seguta da () o (), iniziale della parola seguente (invece di cadere per fusione, giacch, appunto, nisce in C\ //). Il contoide nasale omorganico, nel caso d'occlusivi ((m, n, ), e d'occlu-costrittivi, in brasiliano, (~)+(C, )
tassofoni di /t, d/), mentre un semi-provelare (()) davanti ad altri contoidi o davanti a pausa (come si vedr sistematicamente nella sezione delle N 7.2.1).
Vocali
7.1.1.1. La f 7.1 d le realizzazioni vocaliche del brasiliano neutro. Ci sono anche parecchi dittonghi in questa lingua, ma siccome i punti di partenza e d'arrivo
corrispondono a quelli d'alcuni dei vocoidi gi presenti, baster elencarli e farne
degli esempi adeguati; per, /ei, o/ sono presenti nel vocogramma, con le varianti
accentate e non-accentate, non perch siano considerati monofonematici, ma perch hanno movimenti un po' particolari.
Ci sono, quindi, sette fonemi, /i, e, E, a, O, o, u/ (i, e, E, a, O, o, u), con dei tassofoni, come (Au, A, [s]) per /'au, 'a, Au, A, a[s]/ e (i e, ' A '9,
u) per /i, e, a, o, u/, cio, per le sequenze VN sia in sillaba caudata
(/0/) che non-caudata (//).
Per quanto riguarda /a[s]/, va detto che ([s]) vale per -a(s) nale di ritma, seguta o no da pausa, per una sorta d'attenuazione. D'altra parte, c' sempre anche
la variante (a), pi tipica della pronuncia tradizionale, ugualmente possibile (purch non sia realizzata troppo bassa); per, pi consigliabile (), come segn(i)amo
in questo capitolo.
Ci sono anche tre segnali bianchi tratteggiati, che indicano articolazioni possibili, ma non necessarie, pure nell'accento neutro, per /i, a, u/ (I, x, U), in sillaba non-accentata nale di ritma (con o senza -s). Inoltre, nella stessa posizione di (x), ci
pu essere anche (), variante possibile di (A) /a/ (accentata o no).
7.1.1.2. Ecco i primi esempi (s'ignorino, per ora, i punti sottoscritti dei diafonemi): (i'fi;si)b /e'fisi/ dicil ('e;]i)b /'ee/ ele ('E;])b /'Ea/ ela (ba'ta;t)b /ba'tata/
batata ('nO;v)b /'nOva/ nova ('no;vu)b /'novu/ novo ('u;v)b /'Suva/ >uva Si rietta, per, su (A): ('pAu) /'pau/ pau (Au'das)b {(Au'aS)l] /Au'as/ audaz ('mA)b
{('mA)l] /'ma/ mal (A'tu;R)b {(A'tu;R)l] /A'tuRa/ altura
importante distinguere: seca ('se;k)b /'seka/ "asciutta& e ('sE;k)b /'sEka/ "asciuga, siccit, seccatura&, cerco ('seku)b /'seKku/ "assedio& e ('sEku)b /'sEKku/
"chiudo&, lobo (']o;bu)b /'obu/ "lupo& e (']O;bu)b /'Obu/ "lobo&, fosso ('fo;su)b /'fosu/ "fossa& e ('fO;su)b /'fOsu/ "(io) scavo&.
Con nasalizzazione, abbiamo: ('si)b /'sin/ sim (&]ega']g)b /enga'enga/ len-

7. portoghese

251

galenga ('bI)b /'bein/ bem ('9;meI)b /'mein/ homem (&AmA'NA)b /Ama'Nan/ ama (bm'b9U)b /bom'boun/ bombom ('9)b /'onKa/ honra (A'gus)b /A'guns/ al%ns (kA'mi;Nu)b /ka'miNu/ camio (fe'n9;menu)b /fe'nmenu/ fenmeno (&te]ef'n;m)b /te]efo'nema/ telefonema ('u;niku)b /'uniku/ nico
f 7.1. Elementi vocalici brasiliani.
/i/ ({'}i) {(I)}, /i{}/ (i)
/e/ (e), /e{}/ (, e)
/ei/ (eI), /ei/ (I, eI)
/E/ (E, )
/a/ (a, Au, A, [s]) {/a/ ()}

/u/ ({'}u) {(U)}, /u{}/ (u)


/o/ (o), /o{}/ (9, )
/o/ (oU, o), /o/ (9U, U)
/O/ (O, )
/a[i/u]{}/ (A[i/u]{}) {([i/u]{})}

7.1.1.3. Osserviamo che la nasalizzazione fa cambiare un po' certi timbri rispetto al simbolo diafonemico: in particolare /a/ (A) (per il quale, come s' gi visto, possibile anche ()), e /'e, ', 'o, '/ (, 9) (accentati, a volte si possono sentire pure (e, )).
Inoltre, in posizione nale di parola, si hanno dei dittonghi per ci che troppo spesso e troppo sbrigativamente trascritto semplicemente come "/e, /&, cio
/ein, oun/ ('I, eI '9U, U); invece, nella stessa posizione, /an/ s'oppone al
dittongo /aun/: ('OfA) /'OKfan/ rf ('OfAu) /'OKfaun/ rfo Poi vedremo altri
dittonghi, orali e anche (foneticamente) nasalizzati.
Dobbiamo precisare che nella pronuncia brasiliana neutra moderna, la nasalizzazione del vocoide sempre pi evidente (anche nei dittonghi); e avviene, come s'
detto, quand' seguto da una consonante nasale, nella stessa sillaba o no; quindi,
sia in sillaba caudata, sia non-caudata; e, soprattutto, sia in sillaba accentata che
non-accentata: (&AmA'NA)b /Ama'Nan/ ama ('bA;Nu)b /'baNu/ bao ('fi;nu)b /'finu/ no
Invece, in pronuncia brasiliana neutra tradizionale, la nasalizzazione avviene solo in sillaba caudata (in nasale), accentata o no, con la scomoda possibilit d'averla, o di non averla, in sillaba accentata non-caudata seguta da /N/ (e con /'a/
(')): (&ama'NA)b;t /Ama'Nan/ ama ('bA;Nu, 'b;Nu)b;t /'baNu/ bao ('fi;nu)b;t
/'finu/ no
Inne, nella pronuncia mediatica, la nasalizzazione avviene, oltre che nelle sillabe caudate (in N accentate o no), anche in quelle accentate non-caudate segute
da N con la scomoda possibilit di poterla avere pure in /N/ (sillaba non-accentata, non-caudata, seguta da /N/): (&amA'NA, &ama-)b;m /Ama'Nan/ ama ('bA;Nu)b;m /'baNu/ bao ('fi;nu)b;m /'finu/ no
Peculiarit lusitane
7.1.2.1. Passiamo, ora, alla f 7.2, per vedere le realizzazioni vocaliche del portoghese lusitano neutro. bene fare un confronto attento delle due gure; infatti

252

manuale di pronuncia

(tralasciando i segnali bianchi tratteggiati, delle varianti brasiliane non necessarie,


(I, U, x ): ('e;]i, -I 'E;], -x 'no;vu, -U &AmA'NA, &m'N)b] si noter che in lusitano
ci sono pi tassofoni, ma anche pi fonemi, almeno due in pi (che, in trascrizione fonemica esclusivamente lusitana, sarebbero "/, /& esulando dai simboli uciali, s'avrebbe, meglio, "/, /&; ma, pi tradizionalmente, "/, /&) per (, '),
(', ) oltre a () /A/ e (A) /'a/, in occasionale opposizione tra loro (che
sarebbero da rappresentare con "/a, /&, lusitanamente).
Ancora, servono (, a, ) /, A, /, soprattutto, ma non solo, in qualche sillaba pre-accentuale (per fusione diacronica di cui, per, non c' pi traccia nella graa attuale: // = //, da un'altra struttura precedente, /0/, con caduta della C]
oltre a /, , A; K, K, AK/, come si vedr (e /Au/, nonch /Ai/). Sono casi particolari, inoltre, /-e2 -2 -e, -/, come in: (ab'd9;meI)b (B'O;mI,
-n)l /ab'me2/ abdmenb -menl ('ipsi]U)b (-]U, -n)l /'ipsi2/ psilon
(&ik]u'zi;vi)b (&i~k9u-, -v[], -v)l /inku'zive, -/ inclive
f 7.2. Elementi vocalici lusitani.
/e, e/ (), () in contatto con (N, L, S, Z, ) (, ), ma /e/ () tra (], ) (S, Z)
/i/ (i), /i/ (i)

/u, o/ (u), /u/ (u)

/'e/ (e), // (), /e/ (, e)


/o/ (o), // (), /o/ (9, )
/ei/ (I, I), /ei/ (3I, I)
/o/ (o, oU), /ou/ (9U, U)
/'e/+/N, L, S, Z, j/ ()
/O/ (O, )
/E/ (E, )
/a[i/u]/ (A[i/u], 4[i/u])
/a, a'i/ (@), /a/ (, |), /'a/ ()
/A/ ('a), /A/ ({'}), /A/ (a, {'}ai, {'}Au, {'}A)

7.1.2.2. Colpisce sbito la notevole riduzione lusitana dei timbri in sillaba non-accentata, dove abbiamo (, ) /e, e/ (o, in trascrizione fonemica esclusivamente lusitana, "//&) (u) /u/ (, |) /a/ ( 7.4.0) e, pi raramente, (i) /i/ (che, per, ha
la complicazione d'oscillare con (, ), come si vedr).
Analizzando bene la trascrizione diafonemica, sar chiaro che solo apparente
la contraddizione tra i diafonemi sottopuntati e i foni eettivi; infatti, per /a/, si
sussume che, in lusitano, si abbia () in sillaba non-accentata, ma (), in sillaba accentata, quando sia seguta da N in sillaba caudata (con nasalizzazione (A)) o
non-caudata (senza nasalizzazione ()).
Tutte le eccezioni sono indicate da /A/ (oltre all'altro suo impiego, non fondamentale, bench deducibile, in contatto con /u, /, gi visto): ('E;])l /'Ea/ ela (b'ta;t)l /ba'tata/ batata ('nO;v)l /'nOva/ nova ('su;kaR, -R)l /a'sukAK/ {(a'su;ka)b} acar (&am'NA)l /Ama'Nan/ ama ('sAmb) /'samba/ samba ('k;m) /'kama/ cama
Per, c' un caso eccezionale in cui, al normale /'a/ con (';) s'oppone
('a;) {/'A/}, come in: (f'];mS) /fa'amus/ falamos "parliamo& (f']a;mS) /fa'Amus/ falmos "parlammo&; ovviamente, in brasiliano, sono entrambi (fa']A;mus).
7.1.2.3. Ecco altri casi notevoli, in lusitano, di /A/, per contrazione: (a) /A/ ["a
a&] (a'ke;]) /A'kee/ ele (ka'vIR) /kA'veiRa/ caveira ((a, a'ke;]i, ka'veIR)b] do-

7. portoghese

253

po CC semplicate o no nella pronuncia (e nella graa): (a'sAu)l /A'saun/ a(c)o


(fa'tu;R)l /fA'tuRa/ fa(c)tura (fak'ti;su)l /fAk'tisju/ fa(c)tcio ((a'sAu, fa'tu;R, fa'Ci;su)b] Anche (ka'm9iS)l /kA'moins/ Cames.
Prima di vedere i due fonemi "in pi&, consideriamo la pronuncia lusitana degli altri esempi gi dati in quella brasiliana (in cui appare gi qualcosa): (d'fi;si)l
/i'fisi/, ('e;])l /'ee/, ('E;])l /'Ea/, (b'ta;t)l /ba'tata/, ('nO;v)l /'nOva/, ('no;vu)l /'novu/, ('Su;v)l /'Suva/ ('pAu)l /'pau/, (Au'aS)l /Au'as/, ('mA)l /'ma/, (A'tu;R)l /A'tuRa/ ('se;k)l /'seka/, ('sE;k)l /'sEka/, ('seku)l /'seKku/, ('sEku)l /'sEKku/, (']o;Bu)l
/'obu/, (']O;Bu)l /'Obu/, ('fo;su)l /'fosu/, ('fO;su)l /'fOsu/.
Aggiungiamo, qui (nei due accenti): (ka'da;ve)b (k'a;vR)l /ka'davK/ cadver
('sO;Ro)b (-R)l /'sORK/ sror (a'ma;ve)b ('ma;v)l /a'mav/ amvel ('Akjo)b
('Ak)l /'akw/ lcool (vo'ta)b (v'taR)l /v'taK/ voltar Ovviamente, per la
sola pronuncia brasiliana, anche in questi casi, non servirebbero i diafonemi sottopuntati, non essendoci dierenza di realizzazione tra /e, o, / (e) e (o).
7.1.2.4. Per la nasalizzazione (tenendo sempre presente che, in lusitano, la si
trova solo in sillaba caudata; e, a volte, talmente leggera e poco percepibile che
la si potrebbe segnare (), invece di ()), abbiamo: ('si)l /'sin/ sim, (&]eg']g)l /enga'enga/ lengalenga, ('b3I)l /'bein/ bem, ('O;mI)l /'min/ homem, (&am'NA)l /Ama'Nan/ ama, (bm'b9U, -U)l /bom'boun/ bombom, ('9)l /'onKa/ honra, (A'uS)l /A'guns/ al%ns (k'mi;Nu)l /ka'miNu/ camio, (f'nO;mnu)l
/fe'nmenu/ fenmenol (&t]f'ne;m)l /teefo'nema/ telefonema, ('u;niku)l /'uniku/
nico Un'altra piccola "scomodit& del lusitano fa s che abbiamo, per contrazione diacronica di pi V anche "//& (oltre a "/A/&), in sillaba accentata o no: ('fR)l (a'AfoR)b /a'anfoRa/ a nfora (;n'ti;)l (aA~'Ci;g)b /aan'tiga/ antiga
7.1.2.5. Ecco, quindi, degli esempi specici, che mostrano maggiormente le
dierenze tra i due accenti. Per render conto della pronuncia del centro del Portogallo, con Lisbona come punto d'espansione, e quindi anche della pronuncia neutra lusitana, dobbiamo sapere che /e/ in sillaba accentata, seguta da /N, S, Z, L, j, i/,
ha assunto la pronuncia (), vicina alla realizzazione del fonema lusitano "//& (ma
dobbiamo insistere che non aatto uguale {anche se, occasionalmente, per alcune
parole o parlanti specici, la dierenza minima}). Dobbiamo, per, avvertire che
neutra [\ neutra accettabile] anche la pronuncia pi regolare ed etimologica
corrispondente a quella brasiliana, con /e, ei/ (e, eI), che si mantiene saldamente
fuori dalle zone d'inusso lisbonese, con Coimbra in testa.
Esempi: ('v;Nu)l ('v;Nu)b /'veNu/ veo ('f;Su)l ('fe;u)b /'feSu/ fe>o ('v;Zu)l
('ve;u)b /'veZu/ vejo ('t;Zu)l ('te;u)b /'teZu/ Tejo (?S'p;Lu)l (is'pe;Lu)b /es'peLu/ peo ('s;u)l ('se;u)b /'seju/ seio ('sIS)l ('seIs)b /'seis/ se oltre a ('s3I)l ('seI)b
/'sein/ sem ('k;Zu kU']It o'v;L)l ('ke;u kU']eICi o've;L)b /'keZu koun'leite
eo'veLa/ eijo com leite de ovea In sillaba non-accentata, rimane /ei/ (I)l (eI)b:
(']Itu)l (']eItu)b /'eitu/ leito (]I'toR)l (]eI'to)b /ei'toK/ leitor
7.1.2.6. L'altra caratteristica lusitana per eccellenza, in trascrizione puramente
lusitana, ricorrerebbe al fonema "//& per (), col tassofono () in contatto con /N,

254

manuale di pronuncia

L, S, Z, j/ o seguto da /s, a/. Per, nella nostra interpretazione diafonemica, abbiamo /e/ all'interno di parola, corrispondente a /e/ brasiliano e alla graa -e- (ma non
per e- iniziale = /i/, in entrambi gli accenti, n per -e nale = /e/ ()l (i)b): (n'Nu)l
(ne-)b /ne'Nun/ neum (m'LOR)l (me'LO)b /me'LOK/ meor (f?'SaR)l (fe'a)b /fe'SaK/
fe>ar (SZ'aR)l (e'ga)b /Se'gaK/ >egar (&tZZ'i;Lu)l (&tea'-)b /teZa'iLu/ tejadio
('o;Z)l ('o;i)b /'oZe/ hoje (]';mS)l (]e'A;mus)b /e'jamus/ leiamos (&i]'Ant)l (&i]e'gA~Ci)b /ie'gante/ elegante (dZ&vt'BRaR)l (dez&vete'bRa)b /eaveKte'bRaK/ dvertebrar ('pi;RZS)l ('pi;Ris)b /'piRes/ pir (i'E;], 'E;])l (i'E;], 'E;])b /i'Ea/ e ela
Se, per, le sequenze /e/ () + /N, L, S, Z s, a/ sono precedute da /, K/ (] , ) (vista la loro componente dorsale), il tassofono (): (&i]'ZeR)l (&i]e'e)b /ie'ZeK/ eleger ('to;S)l ('to;is)b /'toKes/ torr In questi stessi contesti, /i/ -i- normalmente resta tale (/i/, ma correntemente passa a /e/): (]iZ'Bo, ]-)l (]iz'bo)b /ia'boa/ Lboa
('fE;]S, -]ZS, -]ks)l ('fE;]is, -ks)b /'fEis/ Flix (mi'LAu, m-)l (mi'LAu)b /mi'Laun/
mio (di'NIRu, d-)l (i'NeIRu)b /di'NeiRu/ dieiro Anche per /e/ si ha (),
mentre /e/ (e): (&tn'BRo;zu)l (&tene'bRo;zu)b /tene'bRozu/ tenebroso (&tep'Ra;u)l (&tempe'Ra;du)b /tempe'Rau/ temperado
7.1.2.7. Un'altra "curiosit& lusitana il passaggio di sequenze di /i/ (i) -i- (non
/i/ (i)), in sillabe contigue, a "//&, cio a /e/ (tranne l'ultima, accentata o no,
e la prima, se iniziale assoluta, cio senza C-]\ (&dv'iR, dv'-)l (&ivi'i)b /eve'iK/
dividir (m[]'niStu)l (mi'nistRu)b /me'nistRu/ mintro (&in[]'mi;u)l (&ini'mi;gu)b /ine'migu/ inimigo (p&vi][]'Za;u)l (pRi&vi]e'a;du)b /pRevi'Zjau/ privilegiado (nell'ultimo esempio, la sequenza (-]'Z-) /-'Z-/ dovuta a quanto detto poco sopra).
Ci sono, per, le seguenti eccezioni, per cui l'i /i/, corrispondente all'/'i/ originaria, rimane /i/ nei derivati, come nel condizionale dei verbi in -ir: (d[]&vi'RimS)l
(i&vii'RiAmus)b /evei'Riamus/ dividiramos e nei superlativi: (&df'si;]imu)l (&ifi'si;]imu)b /efi'siimu/ diclimo Per le rare sequenze di /u/, abbiamo lo stesso fenomeno, per cui dobbiamo ricorrere al diafonema // per poter render conto di questo fatto lusitano, possibile: (f'tu;Ru, f-, f-, fu-, f-, fu-)l (fu'tu;Ru)b /f'tuRu/ futuro
7.1.2.8. In lusitano, /o/ (non /o/ ()) corrisponde a /u/: (&upu'BRo;zu, &-)l
eettivamente, [h]o[CV]- pu essere (u)l oppure ()l (&opRo'bRo;zu)b /opRo'bRjozu/ oprobrioso (&munut'ni)l (&mnot'ni)b /monoto'nia/ monotonia (m'sAu)l
(m'sAu)b /mon'saun/ mono per, se c' composizione lessicale, per -o- abbiamo //: (&mns']a;Bku)l (&mnosi']a;biku)b /mnsi'abiku/ monossilbico (']uz
f4'seS)l (']uzo fRA'ses)b /'uzfRan'ses/ lo-francs
7.1.2.9. Un impiego diafonemico di /, / riguarda il fatto lusitano di poter avere, prima dell'accento, timbri distinti, (, ); ci avviene soprattutto come s' gi
visto per a quando ci sia contrazione diacronica o dopo CC semplicate o no nella pronuncia (e nella graa): (v'se)l (vo'se)b /v'se/ voc (da vossemec vossa merc
{come in dialetti del Sud d'Italia vossa da vos(tra) signora}), (k'oR)l (kRe'do)b
/kR'oK/ credor (&k'seR)l (&ake'se)b /ak'seR/ aecer (&f'ti;vu)l (&afe'Ci;vu)b /af'tivu/ afe(c)tivo (f9k'sAu)l (f]ek'sAu)b /fk'saun/ exo (k'Ra;u)l (ko'Ra;du)b
/k'Rau/ corado (mR'o;mu)l (mo'd9;mu)b /mK'omu/ mordomo (&'ti;vu)l

7. portoghese

255

(&ado'Ci;vu)b /a'tivu/ ado(p)tivo (p'sAu)l (op'sAu)b /p'saun/ opo anche (bo'aR)l (bo'a)b /b'jaK/ boiar (da /oi/).
Inoltre, il fenomeno si manifesta nei composti e in certi derivati, con elementi
pi "staccati& semanticamente (come s' visto poco fa, pure per o]\ (p'tO;nku)l
(pRe't9;niku)b /pR'tniku/ pretnicol pret-b, ma anche in parole (pi) dotte: ('tO;Rk)l (e'tO;Rik)b /K'tORika/ retrica
Si notino, poi, le seguenti coppie minime lusitane: (p'aR)l /pRe'gaK/ "inchiodare& (p'aR)l /pR'gaK/ "predicare& entrambe pregar ((pRe'ga)b) e (&kR'sAu)l
/koRa'saun/ "cuore&, (&kR'sAu)l /kRa'saun/ "colorazione& corao ((&koRa'sAu)b]
Dittonghi
7.1.3.1. Per quanto riguarda i "dittonghi& delle grammatiche e della tradizione,
chiariamo sbito che li trattiamo come sequenze bifonematiche, e non come entit fonologiche unitarie, dato che i loro estremi coincidono, generalmente, cogli elementi vocalici noti.
Inoltre, vogliamo precisare, n dall'inizio, che i veri dittonghi sono solo quelli
costituiti da due vocoidi, //, come /ai/, in ('pai) /'pai/ pai non certo le sequenze di contoide e vocoide, /0/, come /ja/, in ('pa)b ('paR)l /'pjaK/ piar D'altra parte, non sono dittonghi nemmeno sequenze come /'/: (pa'is)b (p'iS)l /pa'is/ pas
contro ('pais)b ('paiS)l /'pais/ pa
Ribadito questo, insistiamo anche sul fatto che non sia bene rappresentare i "veri& dittonghi come se fossero sequenze di vocale pi consonante, /0/, come
"/aj/&, giacch non sono aatto equiparabili a sequenze come /as, a, aK, an/, strutturalmente molto diverse; n, tanto meno, sono "dittongo + vocale& o "vocale +
dittongo& le sequenze di vocale pi consonante e vocale, /0/, come /aja/, in (ka'a)b (k'aR)l /ka'jaK/ caiar ('sa;)b (-)l /'saja/ saia
7.1.3.2. Quindi, riferendoci costantemente alle f 7.1-2 (per i due accenti: brasiliano e lusitano), vediamo d'indicare i dittonghi che ricorrono in portoghese, anche se nei vocogrammi compaiono solo (eI, eI, I, oU, U, 9U)b (I, I, 3I, I oU,
9U, U 4i, 4u)l {/ei, o/, giacch hanno come secondo elemento (I, U), che non sono la realizzazione vera e propria dei fonemi /i, u/; per il lusitano, sono messi anche (4i, 4u), nel vocogramma, perch hanno il primo elemento pi chiuso, come
avviene, per, anche per /a/ (4)).
Dapprima li elenchiamo foneticamente e diafonemicamente: (eI)b (I, I)l /ei/,
(Ei, i) /Ei/, (ai) /ai/ (ui) /ui/, (oi) /oi/, (Oi, i) /Oi/ (iu) /iu/, (eu) /eu/, (Eu, u)
/Eu/, (Au) /au/, (oU, o)b (o, oU)l /o/ ((o) // non-accentato).
Ecco degli esempi concreti: ('eIs)b ('IS)l /'Keis/ re (]eI'9is)b (]I'S9iS)l /ei'Soins/ Leix ('Eis)b ('EiS)l /'KEis/ r (&i'zi;tus)b (&i'zi;tuS)l /'KEi'zitus/ reizitos
('vai) /'vai/ vai ('fui) /'fui/ fui ('sois)b ('soiS)l /'sois/ so ('sOis)b ('sOiS)l /'sOis/ s (iRikA'm~Ci)b (iRik'mnt)l /i'ROika'mente/ heroicamente ('viu) /'viu/ viu (e anche vi-o giacch la supposta dierenza tra i due non ha nulla di fonico, nella pronuncia neutra, derivando esclusivamente dal desiderio di mantenere distinte for-

256

manuale di pronuncia

me morfologiche diverse), ('seu) /'seu/ seu (&apu'zi;Nu)b (&Spu'zi;Nu)l /SapEu'ziNu/


>apeuzio (a'pEu)b (S-)l /Sa'pEu/ >apu ('mAu) /'mau/ mau ('voU, vo) /'vo/
vou per quest'ultimo, la pronuncia lusitana preferisce l'ordine inverso ('vo, 'voU).
Invece, la semplicazione di ('eI)b ('I, I)l /ei/ col passaggio a ('e) non appartiene alla pronuncia neutra, anche se abbastanza diusa, soprattutto in brasiliano
(e nel lusitano meridionale).
Naturalmente, vanno considerati anche altri dittonghi eettivi come i seguenti: (i'f]uu)b (i'f9-)l /in'fuu/ inuo ('mou) /'mou/ moo (']u)b (-)l /'ua/ lua ('i)b
('i)l /'Kia/ ria ('bo)b (-)l /'boa/ boa incluse combinazioni come nei veri trittonghi derivanti da /i+ei, i+au/: ('vieIs)b ('viIS)l /'vieis/ veis, ('ieIs)b ('iIS)l /'Kieis/
reis, ('ieI)b ('iI)l /'Kiein/ riem, ('iAu)b ('i4u)l /'Kiaun/ riam.
7.1.3.3. La trascrizione diafonemica deve mostrare adeguatamente anche il
comportamento in sillaba non-accentata, giacch, anche in lusitano, i dittonghi
non subiscono riduzioni dei loro elementi; si vedano (oltre a reizitos heroicamente
>apeuzio]\ ('faseIs)b (-IS)l /'faseis/ fce (pai'zi;Nu)b (pai'zi;Nu)l /pAi'ziNu/ paizio (f]ui'des)b (f9ui'eS)l /fui'es/ uidez (oi'ta;vu) /i'tavu/ oitavo (miu'di;Nu)b
(miu'i;-)l /miu'iNu/ miudio (&adeu'zi;Nu)b (&eu'zi;-)l /aeu'ziNu/ adeuzio
(kAu'tE;])b (-])l /kAu'tEa/ cautela per // si preferisce il monottongo (o), senza
riduzione a (u), in lusitano: (o'ba)b (o'BaR)l /K'baK/ roubar
L'unica eccezione apparente il proclitico ao(s) che non "/Au[s]/&, ma semplicemente /a u[s]/ la sua vera natura un po' mascherata dalla graa, che unisce i due
grammemi, che potrebbero essere tranquillamente "a o(s)&; d'altra parte, non *au(s)!
Ci vale sia per il lusitano che per il brasiliano; infatti, pronunce come (Au) sono eccessive e pedanti, contro la normale realizzazione (au)b (u)l. Anche nella forma nasalizzata, in lusitano, si ha (Au, 4u), per coarticolazione; anzi, nella lingua corrente, luso-brasiliana, si ha normalmente () /O/: (au']a;du, ao-, -)b (u']a;u, o-, -)l /au'au/ ao lado (&auzA'mi;gus, &ao-, &-)b (&uz'mi;S, &o-, &-)l /auza'migus/ aos amigos
importante, quindi, segnare /'au, Au 'ai, Ai/, per non esser tratti ancora in inganno e lasciar credere che, in sillaba non-accentata, in lusitano, si possano ridurre a "/u, i/& (come si legge in qualche testo).
Osserviamo, rapidamente (e senza indicarlo nei vocogrammi {cosa che si dovr
fare, invece, in una monograa dedicata alla pronuncia del portoghese}), che per
/E, O/, semiallungati in sillaba non-caudata (o anche caudata, ma per enfasi), oltre
ai normali monottonghi (E;, O;), possiamo trovare con maggiore frequenza in brasiliano delle realizzazioni sdoppiate o dittongate, con breve estensione. Rispetto
alle articolazioni mostrate nelle f 7.1-2, queste possono partire da un punto leggermente pi sollevato, per arrivare a quello indicato, (EE, OO), oppure partire da
quello per abbassarsi un po', sconnando nel fono sottostante (nel vocogramma),
(E, O) compresi movimenti intermedi, comunque, sempre d'apertura (per
quanto limitata), cio ((Ep, OQ)).
7.1.3.4. Passando alle versioni nasalizzate, troviamo, invece, (Ai)b ('Ai, 4i)l
/ai/, (Au)b ('Au, 4u)l /au/: ('mAi)b ('mAi)l /'main/ me (&mAi'zi;N)b

7. portoghese

257

(&mAi'zi;N)l /'main'ziNa/ mezia (&fa]a'RAu)b (&f]'RAu)l /faa'Raun/ falaro (fa']a;RAu)b (f']a;R4u)l /fa'aRaun/ falaram (Per i timbri vocalici, nei dittonghi nasalizzati, (&) come realizzazione d'un /'/, seguto nei composti da un altro, corrisponde a /'/, ma (&) / / ritmico corrisponde a //.) Come abbiamo gi visto (
7.1.1.3), il dittongo /aun/ s'oppone a /an/: ('OfAu)b ('Of4u)l /'OKfaun/ rfo
('OfA)b ('Of4)l /'OKfan/ rf
Si deve notare che, anche in lusitano, c' una (non piccola) dierenza tra /ai/
e /ei/, pi notevole in sillaba non-accentata (anche se /ai/ non mai proprio disaccentato, ricorrendo poco nel vocabolario portoghese e sempre in lessemi, non
in grammemi): ('kAis)b ('kAiS)l /'kains/ c (&mAi'zi;N)b (&mAi'zi;N)l /'main'ziNa/ mezia ('sI)b ('s3I)l /'sein/ sem (seI'vi)b (sI'viR)l /sein'viK/ sem vir
Nella forma accentata lusitana la dierenza tra /ai/ e /ei/ non solo nel primo
elemento, che (A) (semibasso centrale) e (3) (mediobasso anterocentrale), rispettivamente, ma anche nel secondo (anteriore): (i) (alto) e (I) (semialto).
Per /ei/ e /'ei/, invece, la dierenza solo nel primo elemento (anterocentrale), che () (medioalto) e ('3) (mediobasso); per quest'ultimo, in brasiliano, abbiamo (e) e ('), che sono della stessa altezza, ma anteriori, invece che anterocentrali, mentre, per /ai/, come primo elemento, il brasiliano ha (A) (semibasso, con
la variante possibile ()), contro (A, 4) (mediobasso se non-accentato) del lusitano,
entrambi centrali (ma () postero-centrale).
7.1.3.5. Gli altri dittonghi nasalizzabili (oltre a ('Ai) /ai/, ('I, eI)b ('3I,
I)l /ei/) sono\ ('ui) /'ui/, ('9i) /'oi/, ('9U, U) /ou/: ('vIs)b
('v3IS)l /'veins/ vens ('va;eIs)b ('va;ZIS)l /'vjaZeins/ viagens ('muintu)b ('muintu)l /'muintu/ muito (unico caso eettivo, che varia con ('mi-)), (]i's9is)b (-S)l /i'soins/ li ('s9U) /'soun/ som (&kUka']o)b (-~k']oR)l /kounka'oK/ com calor
Si sono gi visti i casi marginali come: (ab'd9;meI)b (B'O;mI, -n)l /ab'me2/ abdmenb -menl ('ipsi]U)b (-]U, -n)l /'ipsi2/ psilon
Sono un po' curiose forme, con veri trittonghi e quadrittonghi, come: ('p9ieI,
'p9i)b ('p9iI, 'p9i)l /'poi[ei]n/ pem ('vIeI, 'veI, 'vI)b ('v3II, 'v3I,
'v3I)l /'vei[ei]n/ vm ('veIeI, 'veeI, 'vI)b ('veII, 'veI 'v3I)l /'v[ei]ein/ vem
Ovviamente, gli altri "trittonghi& delle grammatiche e della tradizione altro
non sono che sequenze dei due tipi /0, 0/ (anche + //), come, per esempio:
('feIs)b ('fIS)l /'fjeis/ e (']ais)b (']aiS)l /'jais/ lea ('pjeIR)b ('pIR)l /'pweiRa/
poeira ('sa;u) /'saju/ saio ('me;)b ('m;)l /'meja/ meia (']qAu)b (']qAu)l /'jaun/
leo ('pq9is)b ('p'9iS)l /'pjoins/ pe
Consonanti
7.2.0. La f 7.3 d le consonanti luso-brasiliane, che vedremo sistematicamente,
secondo i modi d'articolazione.
Le f 1.9-15 danno, invece, gli orogrammi, raggruppati per modi d'articolazione, di tutti i contoidi dati nei capitoli di questo volume, anche come varianti secondarie, occasionali, o regionali, per le 12 lingue trattate.

258

manuale di pronuncia

uvulari

velo-labiati

velari

provelari

palatali

postalveo-palato-prolabiati

alveo-velari
alveo-velolabiati
postalveopalatali

alveolari

dentali

labiodentali

bilabiali

f 7.3. Tabella delle consonanti portoghesi.

(~)
N
() ()
m (M) (n) n
F pb
( )b
t d
kg
(C )b

f v
()l
()l
_
s z
( )b Sl Zl
/w/(j) ()b
(B)l
()l
/j/()
R
/K/

(])| ()b
L
/b/ (b, Bl), /t, d/ (t, Cb d, b, l), /k, g/ (k, b g, b, l), /K/ (b, l)

Nasali
7.2.1.1. Il portoghese ha tre fonemi nasali: (m, n, N) /m, n, N/: ('kA;ms)b ('k;mS)l /'kamas/ cam ('kA;ns)b ('k;nS)l /'kanas/ can ('kA;Ns)b ('k;NS)l /'kaNas/
ca
Ci sono, inoltre, dei tassofoni per /0, , /, sui quali bene soermarsi un
po', giacch troppe descrizioni continuano ancora a ignorarli del tutto o in parte:
infatti, trascrizioni come "('Ki, 'esu, 'A, 'bRAku, 's, 'us/'uS)& hanno l'unico risultato
di far credere che il portoghese suoni quasi come il francese il che decisamente
fuorviante insistendo su caratteristiche fonologiche che non hanno fondamento.
Come s' gi avuto modo di dire, la nasalizzazione vocalica portoghese un fatto fonetico importante, pi forte in brasiliano (tant' vero che ricorre anche in sillaba non-caudata seguta da NV] che non in lusitano (che ce l'ha solo in sillaba caudata in N dove molto leggera, e a volte davvero dicile da percepire {sebbene
gli strumenti la possano ugualmente indicare, come, d'altra parte, nelle lingue in
cui nessuno si sognerebbe di trascriverla, in quanto automatica}).
7.2.1.2. Quindi, trascrizioni come quelle ora accennate non hanno attendibilit, a meno che non puntino (per, dicilissimo da credere) sul fatto che lo straniero, inevitabilmente, aggiunga un'appendce consonantica, producendo qualcosa di simile al dovuto (purch non sia francofono settentrionale, ma, allora, avrebbe ben altri problemi); d'altra parte, questa sarebbe decisamente una fonodidattica scadente.
Perci, i tassofoni, assolutamente necessari nella trascrizione adeguata del portoghese (e per una riproduzione soddisfacente), sono, comprese le varianti desonorizzate soprattutto per il lusitano (davanti a C non-sonore): (m) + /p, b/: ('tmpu)b
('tpu)l /'tempu/ tempo ('s9mbR)b ('s9mbR)l /'sombRa/ sombra (n) + /t, d/ (nella variante dentale, che si potrebbe rappresentare con (()), ma il simbolo normale pi che suciente) e (~) (per il brasiliano, davanti a (C, ) + (i, ), /t, d/ + /i,

7. portoghese

259

e, j/): ('A~Cis)b ('Ant?S)l /'antes/ ant ('vnd)b ('vnd)l /'venda/ venda ('9~i)b
('9nd)l /'onde/ onde () + /k, g/: ('nuk)b ('nu~k)l /'nunka/ nunca (']igj)b
(']igj)l /'ingwa/ ln%a
7.2.1.3. Inne, molto importante il tassofono "semi-provelare&, che ricorre
davanti a tutte le altre consonanti (possibili fonotatticamente, dalle quali esclusa /R/), realizzate dai contoidi costrittivi (f, v s, z b, Sl, b, Zl ): (i'fi e-)b (-'f-)l
/in'fin en-/ enm ('dsu)b ('dsu)l /'densu/ denso ('kAis)b ('kAiS)l /'kains/ c
('9)b ('9)l /'onKa/ honra (eventualmente anche davanti alla possibile realizzazione vibrante alveolare di /K/: ('9r[:])b ('9r[:])l] approssimanti ( j ):
(']A Agu'dAu)b (']A Au'Au)l /'an iAgu'aun/ l e algodo (&seIjA'mi;gu)b
(&sIj'mi;u)l /sein-ua'migu/ sem o amigo ( honra] e laterali (]): (u']a;du)b
(-u)l /un'au/ um lado e cos pure davanti a pausa\ ('si) /'sin/ sim ('nAu)
/'naun/ no
Invece, per /[]/ seguti da N o V(N) la realizzazione eettiva (, ,
), dove () cade, ma non c' elisione vocalica ( 7.3.2.2, Tassofonica]
Occlusivi
7.2.2.1. Ci sono tre coppie difoniche, gi emerse dai vari esempi, (p, b t, d k,
g) /p, b t, d k, g/, con (t, d) dentali che, in brasiliano, si realizzano come occlu-costrittivi ((C, ), visti precedentemente), davanti a /i, e, j/: ('p9mb)b (-)l /'pomba/ pomba ('kAg)b ('kAg)l /'kanga/ canga ('tnd)b (-)l /'tenda/ tenda ('Ci;midu)b ('ti;miu)l /'timiu/ tmido (sAu'da;i)b (sAu'a;)l /sAu'ae/ saudade ('Ca;tRu)b ('ta;tu)l /'tjatRu/ teatro Davanti a V anteriori o a /j/, l'articolazione di /k, g/
prevelare, ((, l)), per coarticolazione, ma non serve indicarla appositamente,
tranne che per il brasiliano davanti a /i, e, j/, dove abbiamo (, ): ('intu)b ('kintu)l /'kintu/ into ('tO;i)b ('tO;k)l /'tOke/ toe (iN'E;tu)b (i~'kE;tu)l /in'kjEtu/ inieto ('i)b ('gi)l /'gia/ %ia
La peculiarit lusitana pi interessante (e pi complicata per lo straniero, ma
anche per il brasiliano che volesse "parlar lusitano&) costituita dagli occlusivi sonori, /b, d, g/, che si realizzano proprio come occlusivi, (b, d, g), solo dopo pausa, dopo N (come si vede dagli esempi precedenti), e per /d/ (d), con contatto apicale, essendo le due articolazioni omorganiche, oppure per enfasi, o precisione:
('b9U) /'boun/ bom ('da) /'a/ d ('ga;tu)l (-u)b /'gatu/ gato ('kAdu)l (--)b /'kadu/
caldo (p'i;u)l (pe'i;du)b /pe'iu/ pedido con enfasi: (p"di:du)l
7.2.2.2. In tutti gli altri casi, abbiamo le realizzazioni continue (due approssimanti e l'ultima costrittiva), (B, , ) (la trascrizione diafonemica indica /b, ,
g/, proprio per insistere sulla dierenza e per far apprendere adeguatamente la distribuzione {senz'obbligare a deduzioni forzate, che rischiano di far sedimentare
concezioni errate}).
Ovviamente, la notazione /b, , g/ (iniziale) "potenziale&, in lusitano, nel senso che corrisponde a (b, d, g) o a (B, , ) a seconda del contesto eettivo, non in

260

manuale di pronuncia

assoluto. Inoltre, bisogna ammettere che, nel caso di /b, g/, nonch di /Rb, R,
Rg/, e dei gruppi consonantici (pi) dotti, non sono rare le realizzazioni occlusive,
(b, g Rb, Rd, Rg), anche senz'enfasi o desiderio di precisione.
Esempi: ('a;B)l ('a;b)b /'aba/ aba (u'BRi~ku)l (u'bRiku)b /u'bRinku/ o brinco
(]iZ'Bo, ]Z-)l (]iz'bo)b /ia'boa/ Lboa ('ABu, 'Ab-)l ('Abu)b /'abun/ lbum
(R'Bi;tu, R'b-)l (a'bi;tRu)b /aK'bitRju/ arbtrio (&Bi'kaR, &bd-)l (&abi'ka)b
/abi'kaK/ abdicar (&um'a;)l (&umade'da;d)b /umae'aa/ uma dedada (p'RAu)l (pa'dRAu)b /pa'Raun/ padro ('aRju, 'aRd-)l ('adju)b /'aKwu/ rduo
(dZ'3I)l (dez'dI)b /ea'ein/ ddm
E: ('a;u)l ('ga;gu)b /E'gagu/ gago (A'OS, A'g-)l (A'gOs)b /A'gOs/ algoz ('veZu)l (-zgu)b /'veagu/ vgo ('Ra;s)l (a'gRa;s)b /a'gRasa/ a graa (&R'ma;s, &Rg-)l
(&agA'ma;s)b /aKga'masa/ argamsa
7.2.2.3. Inoltre, tipica del brasiliano, anche neutro, l'aggiunta d'un /e/ (i I),
per separare occlusivi + C (diversa da /R, /) o nali: (op'ta, &opi'ta, &op-)b (p'taR)l
/p'taK/ optar (&advo'ga;du, &aiv-)b (&vu'a;u)l /avo'gau/ advogado ('itmu,
'i;Cimu)b ('itu)l /'Kitmu/ ritmo (p'neus, pi'-)b (p'neuS)l /p'neus/ pne Altri esempi: ('kamu, -dm-)l ('kadmu, -imu)b /'kamju/ cdmio ('mi], -gd-)l (A'migda] -id-)b /a'migaa/ amgdala ('dinu, -gnu)l ('ignu, -inu)b /'ignu/ digno ('dOm, -gm)l ('dOgm -im)b /'Ogma/ dogma (i'ze;m, ig-)l (ig'z;m, &ii-)b /ig'zema/ eczema
Anche in lusitano c' qualche caso simile: (ob'E;tu, &obi-)b (uB'ZE;tu &uB'Z-)l /ob'ZEtu/ objeto (bi']ak, -']a;i, -)b (bi']ak -k)l /bi'ak/ Bilac. Inne, rientrano fra i
gruppi consonantici dicili per i brasiliani anche casi come: ('aft, 'afit, -ft)b
('aft)l /'afta/ afta ma anche ('k]a;Ru, i']-)b ('k9a;Ru)l /'kaRu/ claro (per la dierenza
nel punto d'articolazione primario).
Costrittivi
7.2.3.1. Ci sono tre coppie difoniche di fonemi costrittivi, pi una coppia di
diafonemi (/s, a/, che vedremo sbito dopo): (f, v s, z b, Sl, b, Zl) /f, v s, z S, Z/:
('fa;su)b (-su)l /'fasu/ fao ('po;vu) /'povu/ povo ('su)b (-)l /'su/ sul (te'sAu)b
(--)l /ten'saun/ tenso ('vAs)b (-s)l /'vasa/ valsa ('pEs)b ('pEs)l /'pERsa/ persa (pa'se;u)b (p's;u)l /pa'seju/ pseio ('va;zu) /'vazu/ vo (a'za)b ('zaR)l /a'zaK/
azar (u'zi~us)b (u'zindS)l /u'zindjus/ os ndios (e'Res)b (S'ReS)l /Se'Res/ xerez
('Eis)b ('SERS?S)l /'SEKSes/ Xerx ('o;i)b ('o;Z)l /'oZe/ hoje
I diafonemi /s, a/ si comportano come /s, z/ in brasiliano neutro, con distribuzione /s|, s[]=, z[], z/, mentre, in lusitano, corrispondono a /S|, S[]=, Z[], z/
(come pure nell'accento "carioca&, di Rio de Janeiro, per, ovviamente, con realizzazione (|, []=, [], z)): ('tRas)b ('taS)l /'tRas/ trs (us'pais)b (uS'paiS)l /us'pais/ os
pa (i'sEsu)b (?S'sEsu)l /is'sEsu/ excelso (bas'ta)b (bS'taR)l /bas'taK/ btar (pes'ka;d)b (p?S'ka;)l /pes'kaa/ pcada (az'mAis)b (Z'mAiS)l /aa'mains/ m
('azm)b ('aZm)l /'aama/ ma (az']As)b (Z']AS)l /aa'ans/ ls (altri esempi appaiono in altre sezioni).

7. portoghese

261

Approssimanti
7.2.4.1. Ci sono due approssimanti, (, j) /j, w/ (semi-palatale e semi-velo-labiato), che corrispondono a >i e e >u o non-accentati prevocalici: ('mo;]u) /'mjou/
miolo ('g]O;R)b (-)l /'gORja/ glria ('pq9;n)b ('pO;n)l /'pjnja/ peniab pe-l
('pqAu)b ('p'Au)l /'pjaun/ peo (i'dE;)b (i'E;)l /i'Eja/ ideia (ko'e;u)b (k';u)l /ko'Keju/ correio (km'bO;u) /kom'bOju/ comboio (sAm'pa;u)b (sA-)l /sam'paju/ Sampaio ('a;gj)b ('a;j)l /'agwa/ %a ('pjE;t)b ('pE;t)l /'pwEta/ poeta ('va;kju)b (-ku)l /'vakwu/ vcuo (a'gji)b (R'jiR, R'g-)l /aK'gwiK/ ar$irb -%irl
('kimbR)b ('kimbR)l /'kwimbRa/ Coimbra
Rallentando la pronuncia, o per chiarezza, o enfasi, (, j) /j, w/ possono passare (attraverso (j, w)) a (i, u) (e anche a (e, o), secondo la graa): ('g]O;Ri)b (-i)l, (pi'9;ni, pe-)b (pi'O;ni, pe-)l (pi'Au, pe-), (i'dE;i)b (i'E;i)l, (ko'e;Iu)b (k';Iu)l,
(km'bO;iu), (sAm'pa;iu)b (sA-)l ('a;gu)b ('a;u)l, (pu'E;t, po-)b (-), ('va;kuu,
-u), (&agu'i)b (&Ru'iR, -g-), (ku'im-, ko-).
Vari esempi mostrano che, per assimilazione, in lusitano, abbiamo desonorizzazione, dopo C non-sonore, e nasalizzazione, davanti a V nasalizzate, (, ', q,
); in brasiliano, generalmente, troviamo solo la nasalizzazione, (q, ).
Vibranti
7.2.5.1. Trattiamo sotto questo modo d'articolazione, oltre al vibrato alveolare
(R) /R/, anche il teorico vibrante uvulare /K/, e il diafonema /K/.
Per il primo, (R) /R/, non c' molto da dire, se non che, come mostra anche la trascrizione (dia)fonemica, ha un solo bttito, anzi, pu passare all'approssimante alveolare (); in luso-brasiliano, ricorre tra V (nella stessa parola), dove s'oppone distintivamente a /K/ e dopo C tautosillabica: ('ka;Ru) /'kaRu/ caro ( ('ka;u)b (-u)l
/'kaKu/ carro] ('bRa;su)b (-su)l /'bRasu/ brao ('fRiu)b ('f-)l /'fRiu/ frio
Inoltre (come realizzazione di /K/) (R) ricorre, in brasiliano, anche nale di parola seguto da V iniziale della parola successiva, con risillabicazione e trattamento
come all'interno di parola (: /K/=/R/), mentre in lusitano ricorre (nale) pure davanti a pausa o a C\ (']e 'RAgu)b (']e 'RAu, -gu)l /'eK 'agu/ ler algo (']e 'poUku, 'po-)b (']e 'poku, 'poU-)l /'eK 'poku/ ler pouco (nAu']e)b (n4u']eR)l /naun'eK/ no ler
7.2.5.2. Il fonema /K/ ricorre iniziale di parola, anche dopo C o V e, all'interno
di parola, dopo / n, , s/ (: C eterosillabiche); si realizza, in brasiliano neutro, tramite l'approssimante uvulare non-sonoro (), indipendentemente dal contesto (con
le varianti, sempre indipendenti dai foni vicini, esposte in ordine di frequenza: costrittivo uvulare sonoro (), o vibrante uvulare sonoro (K), o desonorizzati (, ).
Inoltre, ci sono altre due varianti, meno neutre: vibrante costrittivo uvulare non-sonoro () e, inne, vibrante alveolare sonoro (r:), che dopo /[]/ pu passare a (Rr:):
([R]r:). In lusitano, questo stesso fonema (), con le varianti, sempre frequenziali,
(, K, , , ) (in cui () il sonoro di ()), oltre a ([R]r:) che, un secolo fa, era l'u-

262

manuale di pronuncia

nica pronuncia neutra, mentre oggi minoritaria, o provinciale, o rustica.


Esempi: ('u)b ('u)l /'Kua/ rua (az'us)b (Z'uS)l /aa'Kuas/ ru (u'a;tu)b
(u'a;tu)l /un'Katu/ um rato ('tE;)b ('tE;)l /'tEKa/ terra ('mEu)b ('mEu)l /'mEKu/ melro ('tu)b ('tu)l /'tenKu/ tenro
Chi ha (r[:]) /K/ pu avere /sK, aK/ (Rr[:]), ma anche (zz): (R'r[:]uS, z'zuS)l; l'assimilazione, o la caduta, di /s, a/ frequente pure con l'/K/ neutra: (a[]'us)b ([]'uS)l.
7.2.5.3. Il diafonema /K/ ricorre anche in posizione nale di sillaba interna di
parola, e corrisponde a /K/, in brasiliano, ma a /R/, in lusitano (con la possibilit,
non necessaria, d'avere (r) davanti a /m, n, /); anche in brasiliano, /K/ pu avere
la variante (R), pure accettabile (oppure (), che non neutra, per): (']agu ']aR-)b
(']aRu -gu)l /'aKgu/ largo ('pOt 'pOR-)b ('pOt)l /'pOKta/ porta ('am 'aR-)b ('aRm 'ar-)l /'aKma/ arma ('kani 'kaR-)b ('kaRn 'kar-)l /'kaKne/ carne ('ka]us -R]-)b
('kaR]S -r]-)l /'kaKus/ Carlos
In brasiliano corrente, piuttosto popolare, /K/ () pu cadere (magari allungando un po' il vocoide precedente), soprattutto negl'inniti; in lusitano, invece, /K/
/R/, spesso desonorizzato, (, ), o seguto da un () pi o meno breve desonorizzato: (fa'ze -e; -e)b (f'zeR, -, -, -R, -R)l /fa'zeK/ fazer ('ma)b ('maR, -, -, -R,
-R)l /'maK/ mar
Vari esempi mostrano che, in lusitano, abbiamo () in contatto con C non-sonore.
Laterali
7.2.6.1. Ci sono due fonemi laterali, in entrambi gli accenti, /, L/. Per il primo, preferiamo il simbolo //, a quello pi generico /l/, giacch, pure davanti a V
alveolare semi-velarizzato, (]) (o anche (), cio alveo-velare {alveolare velarizzato non attenuato}, anche se pu essere pure (l), che era la pronuncia lusitana neutra tradizionale, ormai solo facoltativa).
Dopo V davanti a pausa o a C , in brasiliano, alveo-velo-labiato () (alveolare
velarizzato e con arrotondamento labiale); ha una frequente variante vocalizzata,
(u) che, per, al limite del neutro e spesso scambiata per ().
In lusitano, abbiamo () (e la variante possibile, alveo-uvulare, (l)): (']eICi)b (']It)l /'eite/ leite ('k]a;Ru)b ('k9a;-)l /'kaRu/ claro (a'zu ]is'ku;Ru)b ('zu ]ZS'ku;Ru)l /a'zu
is'kuRu/ azul curo ('sAtu 'sAutu)b ('sAtu)l /'satu/ salto (e'RA -Au)b (Z'RA)l /Ze'Ra/ geral ('ta;Lu) /'taLu/ tao
Mentre in brasiliano, come s' detto, /, 0/ pu passare a (u); in lusitano, //
pu esser seguto da un () pi o meno breve desonorizzato: ('mA, -u)b ('mA, -,
-], -])l /'ma/ mal
Vari esempi mostrano che, in lusitano, troviamo (9, ) in contatto con C non-sonore.

7. portoghese

263

Strutture
7.3.0. Gli argomenti interessanti, per questa sezione, sono: metafonia, parole
nella frase, accento e intonazione.
Tassofonica
7.3.1.1. Nell'mbito del sistema vocalico portoghese, c' un importante fenomeno da considerare: l'adeguamento vocalico (o "metafona&, o "metafonsi&), che riguarda il timbro delle vocali accentate in dipendenza dalle vocali che si presentano nella desinenza.
Si tratta d'un fenomeno diacronico, risalente alla fase arcaica del portoghese,
per inusso delle desinenze latine. I parlanti nativi, sia brasiliani che lusitani, l'utilizzano automaticamente e con grande omogeneit, anche se ha un'applicazione
lacunosa e categoriale, complicata ulteriormente da non poche eccezioni.
Per lo straniero, uno degli scogli maggiori sulla via d'una buona acquisizione
della pronuncia portoghese; infatti, sarebbe fondamentale poter contare s'un dizionario di pronuncia, con trascrizione diafonemica (in modo da trattare simultaneamente entrambi gli accenti), che rendesse conto anche della metafona.
7.3.1.2. Semplicando un po' l'esposizione, possiamo dire che la metafona s'applica, in modo parzialmente diverso, ai nomi (sostantivi e aggettivi, nonch certi
pronomi) e anche ai verbi.
Bisogna, inoltre, distinguere tra e e o Per i non-nomi con e accentata, le desinenze che possono far chiudere i timbri sono -o os /-u, -us/: (ka'pe;]u[s])b (k'pe;]u, -S)l
/ka'peu[s]/ capelo(s) ma (ka'pE;][s])b (k'pE;][S])l /ka'pEa[s]/ capela(s)
Non ci si deve, per, aspettare che tutte le forme femminili abbiano /E/; infatti,
molto spesso non cos: ('ze;bR)b (-BR)l /'zebRa/ zebra ('se;d)b (-)l /'sea/ seda
n, d'altra parte, che tutte le forme maschili abbiano /e/, infatti: ('bE;]u) /'bEu/ belo contro ('ne;gRu)b (--)l /'negRu/ negro (anche plurali e femminili).
7.3.1.3. Per i nomi con o accentata, solo -o /-u/ (masc. sing.) pu far chiudere:
('poku)b ('poku)l /'poKku/ porco mentre abbiamo ('pOkus)b ('pOkuS)l /'pOKkus/
porcos e anche ('pOk[s])b ('pOk[S])l /'pOKka[s]/ porca(s); inoltre, ('no;vu) /'novu/ novo ma ('nO;vus)b (-S)l /'nOvus/ novos e ('nO;v[s])b (-[S])l /'nOva[s]/ nova(s) (fo'mo;zu)b (fR-)l /foK'mozu/ formoso ma (fo'mO;zus)b (fR-, -S)l /foK'mOzus/ formosos e
(fo'mO;z[s])b (fR-, -[S])l /foK'mOza[s]/ formosa(s) per, troviamo: (is'po;zu[s])b (?S-,
-u, -S)l /es'pozu[s]/ poso(s) e (is'po;z[s])b (?S-, -[S])l /es'poza[s]/ posa(s) ma (is'pO;zus)b (?S-, -S)l /es'pOzus/ posos per la "coppia&.
Per di pi, troviamo anche parecchi casi senza variazione, come: (a'do;bu[s])b ('o;Bu, -S)l /a'obu[s]/ adobo(s) ('godu[s], -[s])b (-Ru[S], -[S])l /'goKu[s], -a[s]/ gordo(s) -a(s) E, naturalmente, ci sono pure casi con /O/: ('mO;du[s])b ('mO;u, -S)l
/'mOu[s]/ modo(s) ('fO;ku[s])b (-ku[S])l /'fOku[s]/ foco(s) e pure femminili con /o/:
('go;t[s])b (-[S])l /'gota[s]/ gota ('fos[s])b ('fos[S])l /'foKsa[s]/ fora(s)

264

manuale di pronuncia

7.3.1.4. Per i verbi le desinenze che chiudono sono -o -a - -am /-u, -a, -as, -an/
(per le forme, accentate sul tema, della seconda coniugazione): ('de;vu, 'mo;vu {-,
-s, -A}b ({, S, -4})l /'evu, 'movu {-a, as, an}/ devo movo
In sillaba caudata in N l'eetto si neutralizza: ('vndu, 'v~i)b ('vndu, 'vnd)l /'vendo, 'vende/ vendo vende per, in sillaba non-caudata, in lusitano c' la distinzione, che manca in brasiliano a causa della nasalizzazione: ('t;mu, 't;mi)b ('te;mu, 'tE;m)l /'temu, 'tme/ temo teme ('k9;mu, 'k9;mi)b ('ko;mu, 'kO;m)l /'komu,
'kme/ como come
Per lo stesso motivo, abbiamo questo comportamento anche coi nomi: ('s;no)b
('sE;nR)l /'snjK/ snior/snior ('k9;miku)b ('kO;mku)l /'kmiku/ cmico/cmico
(con ripercussioni, tutt'altro che indiscutibili, sulla graa, sempre sopravvalutata).
Inne, abbiamo i pronomi ('e;]i[s], 'E;][s])b (-, -S, -[S])l /'ee[s], 'Ea[s]/ ele(s) ela(s)
('esCi[s], 'Est[s])b ('eSt, -?S, 'ESt[S])l /'este[s], 'Esta[s]/ te(s) ta(s) e derivati. Per altre
indicazioni, ed eccezioni, le buone grammatiche (soprattutto non recenti) rispondono abbastanza esaustivamente.
7.3.1.5. In brasiliano colloquiale (in parole comuni, non dotte), frequente un
altro tipo d'adeguamento vocalico, sincronico, per il quale e o pre-accentuali si
possono realizzare come /i, u/ (i, u), spesso (I, U) ( f 7.1), quando la vocale accentata seguente sia /i, u/: (me'ni;nu, mi-, mI-)b (m'ni;nu)l /me'ninu/ menino (&a]e'gRi,
&a]i-, &a]I-)b (&]'Ri)l /ae'gRia/ alegria (so'i;zu, su-, sU-)b (s'i;zu)l /su'Kizu/ sorro
(ve']u;du, vi-, vI-)b (v']u;u)l /ve'uu/ veludo
Inoltre, le stesse vocali si possono realizzare, invece, come (, ) quando l'accento sia su V pi aperte: (e']O;u, -)b (']O;Zu)l /Ke'OZju/ relgio (ko'E;tu, k-)b
(k'E;tu)l /ko'KEtu/ correto/correcto
L'impiego costante di /e, o/ pu dare un'impressione d'eccessiva attenzione (e,
magari, formalit); d'altra parte, il ricorso sistematico a (i/I u/U , ) d senz'altro risultati "eccessivi&, non-nativi, giacch le parole dotte o rare devono restare inalterate. Inoltre, abbiamo, per esempio, foia /fo'LiNa/ (fu'Li;N)b (f'Li;N)l
"calendario& ma (fo'Li;N)b (f'Li;N)l "fogliolina&, perch sentita come un derivato, contrariamente all'altra.
Parole nella frase
7.3.2.1. Gl'incontri di // [V nale {anche di monosillabi non-accentati: me
te se e e e de o do, no} + V iniziale) producono delle semplicazioni all'interno delle intone, non solo nelle ritme.
Generalmente, /e, i/ e /u/ si realizzano, rispettivamente, come /j, w/, o cadono:
(en'tRe;]is)b (en'te;]S)l /entRe'ees/ entre el ('da;gj, 'a;-)b ('da;j)l /e'agwa/ de
%a ('oUtR 'koiz, 'o;-)b ('o;t 'koiz, 'oU-)l /i'otRa 'koiza/ e outra coa (si'k]i;n)b (s~'k9i;n)l /sein'kina/ se inclina
Altri esempi: ('to; d[j]esCi'tmpu)b ('to; [j]eSt'tpu)l /'tou este'tempu/ todo
te tempo (sa'vi;Ris)b (s'vi;RZS)l /sia'viRes/ se a vir (&ist[j]u'oUbu, -'o;-)b (?St[]u'o;Bu, -oU-)l /estuEun'Kobu/ to um roubo (A'mi; gjita']A;nu)b (j'mi;

7. portoghese

265

jt'];nu)l /ua'migu ita'janu/ o amigo italiano


Ancora: (nAum'po; '[]i)b (n4u'po; '[]iR)l /naumpoe'iK/ no pde ir ('muin t[j]a']E;gRi)b (k'muin t[]']E;R)l /keE'muintu a'EgRe/ e muito alegre
('i;si L[]a'e;]i)b ('di;sZ L[]'e;][])l /'iseLe a'ee/ dse-e a ele ('deI[is] 'ta)b ('dIS[?S]
'taR)l /'eiSe is'taK/ deixe tar ('u; R[]i'd9;nu)b ('Zu; R[]i'O;nu)l /'ZuRi i'nju/ jri idneo/idneo
Inoltre: ('be;b[j]u 'to;du)b ('be;B[j] 'to;u)l /'bebuu 'tou/ bebo-o todo ('t[j]u;zz
'muin 't[j]i;su)b ('t[]u;zZ 'muin 't[]i;su)l /tu'uzas 'muintu 'isu/ tu muito so
('gRA~ o'o, -n do-)b ('gRAn d[]u'oR)l /'gRande o'KoK/ grande horror (An't9;nu)b
(j4n'tO;nu, 4n-)l /uan'tnju/ o Antnio/Antnio
7.3.2.2. Quando le V sono due /a/, in lusitano si ha /aa/ = (a) "/A/& (con allungamento maggiore, soprattutto se una accentata; per, lo si mantiene solo per
chiarezza): ('to;d [a]'~Ci)b ('to;a 'Znt)l /'toa a'Zente/ toda a gente (aA'mi;g,
A;'m-, ;'m-)b (a'mi;)l /aa'miga/ a amiga (a'a;gj)b ('a:j, 'a;-)l /a'agwa/ a %a
(a[;]'a;gj)b ('a:;j, a'a:-)l /A'agwa/ %a ('vi[] An'da)b ('vi n'daR)l /'via an'daK/
vi-a andar (a'Am)b ('A;m, 'A-)l /a'ama/ a alma (a'Am, a;'A-)b ('A:m, a'A;-)l /A'ama/ alma
Altri casi: (&]a'E;R, ']E;R)b (&]'E;R, ']E;R)l /Ea'ERa/ ela era (u'mO;R, &uma'O-)b
(u'mO;R, &um'O-)l /uma'ORa/ uma hora (&aoRa'sAu, &Ra-)b (&uR'sAu, &R-)l /auRa'saun/ a orao ('da;vau, -v)b ('da;vu, -v)l /'avau/ dava-o ('p9;N u&seua'pEu,
'p9; N&seu-)b ('po;N u&seuS'pEu, 'po; N&seu-)l /'poNa useuSa'pEu/ poa o seu >apu
('nuk o'vi fa']a 'ni;su, 'nu k'vi)b ('nu~k o'vi f']aR 'ni;su, 'nu~ k'vi)l /'nunka 'vi fa'aK 'nisu/ nunca ouvi falar nso
Come s' gi accennato ( 7.2.1), /[]/ seguti da /, , / si realizzano rispettivamente come ([], [], []), dove () cade, ma protegge la V dall'elisione: (']A natu'RA)b (']A nt'RA)l /'an natu'Ra/ l natural (&kUni'gI)b
(-3I)l /kounnin'gein/ com nin%m (']A A~'Ci;g, ']A;~ 'C-)b (']A 4n'ti;, ']A;n 't-)l /'an
an'tiga/ l antiga (kU'As)b (kU'As)l /koun'ansja/ com nsia (']A a'zu, ']A; 'z-)b
(']A 'zu, ']A; 'z-)l /'an a'zu/ l azul (kU'i;su)b (-su)l /koun'isu/ com so (u'9;meI 'Atu, '9;-)b (u'O;mI 'Atu, 'O;-)l /un'mein 'atu/ um homem alto (se'qE;])b (s'qE;])l
/sein'Ea/ sem ela (nA'E)b (n4'E)l /naun'E/ no
7.3.2.3. Quando le sillabe che s'incontrano hanno C uguali o simili, possiamo
trovare delle geminate, per la caduta dell'elemento vocalico: ('fi;[i] k'mi;gu)b ('fik[] k'mi;u)l /'fike ko'migu/ e comigo (da&ke][i]']a;du)b (d&ke][]']a;u)l /a'kee
'au/ daele lado ('k9;m[i] 'muintu)b ('kO;m[] 'muintu)l /'kme 'muintu/ come
muito ('k9mpRuCi 'tu;du, -t 't-)b ('k9put[] 'tu;u)l /'kompRute 'tuu/ compro-te tudo ('kAmp[u] peRi'go;zu)b ('kAp[u] pRi'o;zu, -p pi-)l /'kampu peRi'gozu/ campo perigoso
Ancora: (us'peIi zis&tAuna'dAndu, -eI is-)b (uS'pISZ zZS&t4un'Andu, -IS S?S-)l /us'peiSe zistaunna'andu/ os peix to nadando ('oUv[i] 'vO;zis, 'o;-)b ('o;v[] 'vO;zZS,
'oU-)l /'ove 'vOzes/ ouve voz ('pa;s[i] 'se;du)b ('pa;s[] 'se;u)l /'pase 'seu/ pse cedo
('pE;[i] 'tu;du, - 't-)b ('pE;[] 'tu;u, - 't-)l /'pEe 'tuu/ pede tudo ('s~C[i] 'bu;L,
-n 'b-)b ('snt[] 'Bu;L, -n 'b-)l /'sente 'buLa/ sente bua

266

manuale di pronuncia

Soprattutto quando le sillabe contengono /t, /, ne pu cadere una completamente: (&faku'da;[i] i']e;tRs, -a i-)b (&fk'da;[] ']e;tS, -a -)l /faku'dae e'etRas/ faculdade de Letr ('pO;[iz &]dez]i'ga, 'pOd d-)b ('pO;[Z &]Z]i'aR, 'pO
-)l /'pOea eai'gaK/ pod dligar ('kA[du] i'kA;n)b ('kA[du] d'k;n)l /'kadu
e'kana/ caldo de cana
Altri esempi: ('~[Ci] i'fO;R)b ('Znt 'fO;R, -n d-)l /'Zente e'fORa/ gente de fora ('~[Ci] i'ReIt)b ('Znt 'RIt, -n d-)l /'Zente e'Reita/ gente direita anche ('ba;[Ci]Ci, -CCi)b ('ba;[t]t, -tt)l /'batete/ bate-te ('vEs[Ci]Ci, -sCCi)b ('vES[t]t, -tt)l /'vEstete/ vte-te
7.3.2.4. In lusitano, soprattutto, anche nella frase, /e/ tende a cadere, pure dopo C sonore: (f']i;p[])l (fi']i;pi)b /fe'ipe/ Filipe (']a;v[])l (']a;vi)b /'ave/ lave d'altra
parte, anche /u/ ha questa tendenza: ('ti;p[u])l ('Ci;pu)b /'tipu/ tipo (']a;v[u])l (']a;vu)b /'avu/ lavo
Per, generalmente, resta una dierenza, abbastanza percepibile, tra forme come /'ave/ e /'avu/, perch l'/u/, pur cadendo, labializza la C precedente, anche se
sia bilabiale o labiodentale; infatti, a rigore, abbiamo: (']a;, 'ti;()l, e cos per tutte
le altre C possibili, comprese /s, z/ che, quindi, foneticamente, possono apparire
anche davanti a pausa (con arrotondamento o meno): ('sintz[])l ('sintezi)b /'sinteze/ snte (u'mAs[])l (o'mAsi)b /Ko'manse/ romance (&duvi'o;z[u], -z)l (&duvi'do;zu)b /uvi'ozu/ duvidoso ('pa;s[u], -s)l ('pa;su)b /'pasu/ pso di contro a ('pa;s[])l
('pa;si)b /'pase/ pse Normalmente, usiamo una trascrizione pi "semplice&, tranne quando si voglia insistere sul fatto.
Le sequenze /0je, je/, in lusitano, oltre alla pronuncia secondo la graa, conservano la possibilit, un tempo pi sistematica, di fondere i due ultimi elementi:
('sE;R, -R, -R, -Ri)l ('sE;Ri)b /'sERje/ srie ('ka;, -, -a;, -a;i)l ('ka;i)b /'kaje/ caie (l'allungamento pu essere l'unica dierenza rispetto a ('kai) /'kai/ cai] Sempre in lusitano, i rari casi di /i/ oscillano tra /i/ (pi moderno e vicino alla graa) e /e/ (pi
tradizionale): ('taksi, -s)l ('taksi)b /'taksi/ txi forme come /'ZuRi/ jri e /'ZuRe/ jure
(uguali in brasiliano: ('u;Ri)b] possono essere, in lusitano, uguali: ('Zu;R)l, o diverse: ('Zu;Ri)l (-R)l (rispettivamente).
7.3.2.5. Quando, ai conni di parole vicine, si trovano /KK, /, normalmente
si semplicano: ('ma[] 'A)b ('ma[R] 'A)l /'maK 'Kja/ mar real ('ma[] umo'Ro;zu)b ('ma[R] umu'Ro;zu)l /'maK Kumo'Rozu/ mar rumoroso (kA'nA[] ']impu)b (k'nA[] ']ipu)l /ka'na 'impu/ canal limpo (kA'nA[] ]imi'ta;du)b (k'nA[] ]m'ta;u)l
/ka'na emi'tau/ canal limitado
Lo stesso avviene per /ss, az, sS, aZ/ quando sono uguali: ('de[s] 'sE;ku]us)b ('deS
'sE;k]S)l /'es 'sEkuus/ dez sculos ('des 'a;]is)b ('de[S] 'Sa;]S)l /'es 'Sais/ dez xal
(a[z]'z9;ns)b (Z'zo;nS)l /aa'zonas/ as zon (&azA'nE;]s)b (&[Z]Z'nE;]S)l /aaZa'nEas/
janel troviamo, invece, (Ss)l (s)b /ss/ in casi come: (&?Ss']nt)l (&ise']~Ci)b /isse'ente/ excelente (kZS'seR)l (kRe'se)b /kRes'seK/ crcer
7.3.2.6. In lusitano, le sequenze /0, 0R/, spesso, si realizzano come (0], 0R)
(anche se meglio evitare tale pronuncia): ('f9oR f']- f']-)l ('f]o)b /'foK/ or ('k9a;-

7. portoghese

267

Ru k']- k']-)l ('k]a;Ru)b /'kaRu/ claro ('g]O;R g']- g']-)l ('g]O;R)b /'gORja/ glria
d'altra parte, le sequenze /0e, 0eR, 0o, 0oR/, facendo l'opposto, arrivano a dare
risultati simili, anche se, in questo caso, si tratta d'una pronuncia utilizzabile senza timore (purch non sia lenta).
Esempi: (k'Ri k'i 'ki)l (ke'Ri)b /ke'Ria/ eria (ko'Ro k'Ro 'ko)l (ko'Ro)b
/ko'Roa/ coroa (f'ROS, f'OS, 'fOS)l (fe'ROs)b /fe'ROs/ feroz (&mR'seR, m'seR)l (&meRe'se)b
/meRe'seK/ merecer normale, nel parlare corrente, ridurre le preposizioni articolate pelo(s) pela(s) a /p, p/, anche in brasiliano ["p'lo po&]\ (p]A'mAi, &pe]A-)b
(p9'mAi, &p]-)l /p[e]a'main/ pela me ('p]ja, p]u'a, &pe]u-)b ('p9jaR, p9u'aR, &p]u-)l /p[e]u'aK/ pelo ar
Si confrontino, poi, pra ('pa;R)b (-)l /'paRa/ e para (&paRa, pRa0, pa0, paR,
pR)b (&pR, p0, p0, pR, p)l /&paRa, pRa0, pa0, paR, pR/: (&paRa'ka,
pRa'ka &paRa'i, pRa'i)b (&pR'ka, p'ka &pR'ki, p'ki)l /para'ka, pRa'ka para'ki,
pRa'ki/ para c para aqui; anche cada generalmente (&kada)b (&k)l /&kaa/. Si
tratta di forme riaccentate, quando isolate (come avviene nell'uso metalinguistico),
rispetto a quelle normali, che non hanno accento primario, ma secondario, oppure debole. Lo stesso vale per a(s) da(s), na(s) (a{s}, da{s}, na{s})b ({S}, d{S},
{S})l /a{s}, a{s}, na{s}/, e anche per mas (mas)b (mS)l /mas/ (con eventuale accento secondario per motivi ritmici, (&mS)l).
Sempre in lusitano, anche /0es, 0es/, in particolare nella desinenza - si possono ridurre abbastanza, no a un contoide intenso ("sillabico&; ma la caduta del vocoide popolare): ('f9o;RZS, -R -S)l ('f]o;Ris)b /'foRes/ or (combinando anche quanto appena visto sopra, in pronuncia lusitana piuttosto popolare, s'arriva pure a
(f']o;S)l), (u'mAs?S, -s)l ('mAsis)b /Ko'manses/ romanc (&StAu'RAnt?S, &t-,
-nt)l (&estAu'RA~Cis)b /Kestau'Rantes/ rtaurant
Pure le sequenze /peK, pRe/ spesso ricevono un contoide intenso, in lusitano,
confondendosi tra loro (com' avvenuto per per%ntar rispetto allo spagnolo pre%ntar] perci (p'fItu)l pu valere per (pe'feItu, pRe'feItu)b /peK'feitu, pRe'feitu/
perfeito prefeito (oltre a (p'fItu, p'fItu)l].
7.3.2.7. In entrambi gli accenti, la preposizione com /koun/, seguta dagli articoli, si riduce a /kon-/ (k), e anche a (ku, kj, k): (ku'pai, ku-, kju-)b (ku'pai,
ku-, ku-)l /kon-u'pai/ com o pai (k&umAmu'LE, ku-)b (k&ummu'LER, ku-)l
/kon-umamu'LEK/ com uma muer (kaz'mAus, kaz-, kjaz-)b (kZ'mAuS,
kZ-, kZ-)l /kon-az'mauns/ com mos (kuz']o;bus, kuz-)b (-Z']o;BS)l /kon-uz'obus/ com os lobos
Anche em si riduce in modo consistente, no a "/in/&: (eIm&putu'ges, im-)b (I&pt'eS, i-)l /impuKtu'ges/ em portu%s (eI'ka;z, i-)b (I~'ka;z, i~-)l /in'kaza/ em ca (&eqAu'si;]u, iAu-, q-)b (qAu'si;]u, )l /in-au'siju/ em auxlio Il trattino messo davanti a V nella trascrizione diafonemica, potrebbe anche mancare, senza creare inconvenienti, visto che si tratta di forme, in qualche modo, riconoscibili,
a causa anche del simbolo sottopuntato, /kon, in/. Oppure, si potrebbe usare //,
come diafonema (ma, sistematicamente; quindi, per tutti i casi di //); per, ci
appesantirebbe la trascrizione e complicherebbe l'analisi fonologica.
Nelle ritmie, le sequenze // = (0): (u&mejA'mi;gu)b (u&mej'mi;u)l
/umeua'migu/ o meu amigo.

268

manuale di pronuncia

7.3.2.8. In lusitano neutro, come si sar visto dai vari esempi, troviamo sistematicamente (oltre a (, n, ~, , , 9, , , ), tranne che in pronuncia lenta e molto precisa) anche (, ? u), tra C non-sonore, o tra queste e pausa e viceversa; piuttosto comune sentire cose come: (uS&pf'so;RZS &pt'e;zZS)l (us&pRofe'so;Ris &potu'ge;zis)b /uspRofe'soRes poKtu'gezes/ os profsor portu%
La desonorizzazione, anche completa, di /e, u/ avviene, abbastanza regolarmente, in lusitano, no alla loro caduta (anche dopo C sonora), che avviene, per /e/,
anche all'interno di parola e di ritma: (S'kup, d?S'kup)l (is'kupi)b /es'kupe/
dculpe (&tvi'zAu, &tv-, &t]-)l (&te]evi'zAu)b /teevi'zaun/ televo (p'tE;s, &p'tE;s)l (&ape'tE;si)b /ape'tEse/ apetece ('pOt, ?S'pOtuS)l (is'pOtus)b /es'pOKtus/
dportos
Ancora: (S'paR, &?Sp'RaR)l (&espe'Ra)b /ispe'RaK/ perar (St'tA, &?S-)l (&ista'tA)b /ista'ta/ tatal (Sk'seR, &k-, &?S-)l (&iska'se)b /iska'seK/ cser (&'B;Nu, )l (e'bA;Nu)b
/Ke'baNu/ rebao (&supuRi'a[] u'sO, &sp&Ru-)l (a&supeRoRi'da[i] du'sO, -'dad
du-)b /asupeRjoRi'ae u'sO/ a superioridade do sol (u'fin s';n, s-, ds-)l (u'fi~ ise'mA;n)b /u'fin dese'mana/ o m de semana (p'RE;s um'Bo i'E;, p'RE;s
u-, p'RE;s m-, p'RE;s mu-)l (leggendo: (pa'RE;semi uma'boa i'dE;, -se mqu-)b} /pa'REseme uma'boa i'Eja/ parece-me uma boa ideia
7.3.2.9. Vediamo, ora, degli esempi di /0u/ = () (per /0e/ i simboli sarebbero
pi normali, come in ('knt)l ('k~Ci)b /'kente/ ente]\ ('a;t[[])l ('a;Cimu[s])b /'atimu[s]/ timo(s) ('p9;[])l ('p]A;nu[s])b /'panu[s]/ plano(s) ('b;[])l ('bA;Nu[s])b
/'baNu[s]/ bao(s) ('t([])l ('tmpu[s])b /'tempu[s]/ tempo(s) ('ti;[])l ('tRi;bu[s])b
/'tRibu[s]/ tribu(s) ('paT[])l ('patu[s])b /'paKtu[s]/ parto(s) ('sa;k[])l ('sa;ku[s])b /'saku[s]/ saco(s) (']a;)[])l (']a;gu[s])b /'agu[s]/ lago(s)
Inoltre: ('tu;5[])l ('tu;fu[s])b /'tufu[s]/ tufo(s) ('po;, 'pO;)l ('po;vu, 'pO;vus)b /'povu, 'pOvus/ povo(s) ('po;s, 'pO;s)l ('po;su, 'pO;sus)b /'posu, 'pOsus/ poo(s) ('ka;z[])l
('ka;zu[s])b /'kazu[s]/ co(s) ('o;[])l ('o;u[s])b /'KoSu[s]/ roxo(s) ('bI[])l ('beIZu[s])b
/'beiZu[s]/ beijo(s) ('m;[])l ('me;u[s])b /'meju[s]/ meio(s) ('ka;[])l ('ka;Ru[s])b /'kaRu[s]/ caro(s) ('ka;R[])l ('ka;u[s])b /'kaKu[s]/ carro(s) ('o;3[])l ('o;]u[s])b /'Kou[s]/ rolo(s) ('fi;[])l ('fi;Lu[s])b /'fiLu[s]/ o(s)
In brasiliano neutro, questa desonorizzazione piuttosto rara; ma ci pu essere, soprattutto dopo C non-sonora davanti a pausa, in particolare per /e, u/: ('k~Ci,
C, -Ci)b ('knt)l /'kente/ ente ('po;su, -s, -su)b (-su)l /'posu/ poo
7.3.2.10. Una V (orale) seguta da una V nasalizzata, si pu nasalizzare, soprattutto in pronuncia corrente: (&impRe'sAu, &Aim-)b (&ip'sAu, &4i-)l /aimpRe'saun/ a imprso ('impu, im-)b (-pu)l /E'impju/ mpio
Accento
7.3.3.1. La posizione dell'accento indicata con buona precisione dalla graa,
una volta che si conoscano le regole, esposte in tutte le grammatiche. Dal punto di
vista fonetico, ricorrono degli accenti secondari, distribuiti alternativamente, per

7. portoghese

269

motivi ritmici, in modo simile a quanto avviene in italiano o, meglio, in spagnolo.


Generalmente sono disaccentati (salvo che per accenti secondari ritmici, appunto) i grammemi monosillabici (e simili): articoli [o a os um uns] pronomi
personali [me te se o a e nos vos os e combinazioni mo ta os {};
anche eu tu se deboli), aggettivi possessivi [meu te sua {}), preposizioni [a
com de em por sem sob] preposizioni articolate [ ao da do na no num {},
pro/pr = "para o& {}, plo/p'lo = "pelo& {}), congiunzioni [e ou m nem e
se] il pronome relativo e ausiliari [sou s so so tens tem tm (es)tou
(es)ts (es)t] le forme di "tratamento& [dom frei so seu = "senhor&), altre [cem
gro o to h impersonale).
7.3.3.2. Ci sono, poi, i composti lessicali, veri e propri, che mantengono sul primo elemento un accento abbastanza forte, oscillante tra il primario e un secondario
rinforzato (secondo la scala ('), (), (&)), che riguarda un primo /'/ seguto da un altro,
che si realizza come () (oppure (&), se contiguo all'accento primario): (gjada'oUp, -o;-)b (-R'o;p, -oU-)l /'gwaKa'Kopa/ %arda-roupa (agja'fOCi)b (aj'fOt)l
/'agwa'fOKte/ %a-forte (ACi'baiu)b (At'BaiSu)l /'ati'baiSu/ altibaixo (&mA'kRa;du)b (&mA'ka;u)l /'ma'kRjau/ malcreado (pAu~i']O)b (pAund']O)l /'paunde'O/
po-de-l (]uzobRazi']eIRu)b (-BRzi']I-)l /'uzbRazi'eiRu/ lo-brileiro
Ci sono, pure, dei composti particolari, ancora percepiti come tali (pi che come delle cristallizzazioni), che mantengono abbastanza indipendenti i due elementi; primi fra tutti, ci sono gli avverbi in /-'mente/ -mente: (ustA'm~Ci)b (ZuSt'mnt)l /'Zusta'mente/ jtamente (]indA'm~Ci)b (]ind'mnt)l /'inda'mente/ lindamente (&fRiA'm~Ci)b (&fi'mnt)l /'fRia'mente/ friamente (ko&tez'm~Ci)b (k&teZ'mnt)l /koK'tea'mente/ cortesmente (fasi'm~Ci)b (fas'mnt)l /'fasi'mente/
facilmente
7.3.3.3. Inoltre, gli alterati coll'insso /-z-/ -z- hanno lo stesso schema: (mu&L'zi;N)b (mu&LR'zi;N)l /mu'LEK'ziNa/ muerzia (ku&L'zi;N)b (k&LR'zi;N)l /ku'LEK'ziNa/ coerzia (fA'zi;N)b (f4'zi;N)l /'OKfan'ziNa/ orfzia (avena'zi;N)b (Savn'zi;N)l /'Savena'ziNa/ >avenazia (a&v'zi;N)b (&v'zi;N)l /a'vO'ziNa/ avozia (a&vo'zi;Nu)b (&vo'zi;Nu)l /a'vo'ziNu/ avozio (&pai'zi;Nu)b (-'zi;Nu)l
/'pai'ziNu/ paizio (9meI'zi;Nu)b (mI'zi;Nu)l /'mein'ziNu/ homenzio (9meIza'Au)b (mIz'Au)l /'meinza'Kaun/ homenzarro (a&pa'ze;Lu)b (&pa'z;Lu)l /Ka'pa'zeLu/ rapazeo (]e&s'zi;tu)b (]e&s'zi;tu)l /en'sO'zitu/ lenolzito (Un tempo si scriveva un accento graco grave in composti di questo tipo.)
Per quanto riguarda l'accentazione (fonica) dei verbi, s'osservino bene i seguenti esempi piuttosto signicativi (e non esenti da seri dubbi se si parte solo dall'ortograa), dati solo in trascrizione diafonemica: /li'mitu, li'mita{s}, li'mitaun/ limito, limita(s) limitam; /'bailu, 'baila{s}, 'bailaun/ bailo, baila(s), bailam; /'kauzu,
'kauza{s}, 'kauzaun/ causo, causa(s), causam. Inoltre: /aK'kwaK/ arcuar, /aK'kuu/ arcuo, /aK'kua{s}/ arcua(s); /in'flwiK/ inuir, /in'fluu/ inuo, /in'flui{s}/ inui(s), /in'flwi/ inu, /in'flwiu/ inuiu, /in'flwia{s}/ inua(s); /pa'sjaK/ passear, /pa'seju/ passeio, /pa'seja{s}/ passeia(s), /pa'sejaun/ passeiam; /'KiK/ rir, /'Kiu/ rio, /'Kiu/ riu,
/'Kia{s}/ ria(s), /'Kiein/ riem, /'Kiaun/ riam; /i'zia/ dizia, /i'Ria/ diria, /i'Rei/ direi.
Ora, osserviamo molto bene i seguenti: /sa'iK/ sair, /sa'iu/ sado, /sa'indu/ sain-

270

manuale di pronuncia

do, /'sai{s}/ sai(s), /sa'i{s}/ sa(s), /'saju/ saio, /'saja{s}/ saia(s), /sa'iu/ saiu, /sa'ia{s}/ saa(s), /sa'iaun/ saam, /'saein/ saem, /sa'iRaun/ saram, /sai'Riaun/ sairiam, /sai'Raun/
sairo, /sai'Ria{s}/ sairia(s), /sai'Rei{s}/ sairei(s), /sa'iReis/ sareis, /sai'Rieis/ saireis.
Inne, abbiamo il futuro e il condizionale "inssati& (curiosamente {per stranieri e pure brasiliani}) (&se']jI)l /'se'wei/ s-lo-ei (t&ta'sa)l /tRa'taK'sja/ tratar-se-
(&diR'LjaS)l /'iK'Lwas/ dir-o-s (kn&ta']jAu)l /kon'ta'waun/ cont-lo-o (&faR'L[]i)l
/'faK'Ljia/ far-e-ia (pu&e's[]i)l /po'eK'sjia/ poder-se-ia (&di']jiS)l /'i'wias/ di-lo-i (kn&ta']i4)l /kon'ta'wian/ cont-lo-iam (leggendo: (&se']jeI, tRa&ta'sa, &i'Ljas, kn&ta']jAu, &fa'L[]i, po&de's[]i, &i']jis, kn&ta']iA)b).
Intonazione
7.3.3.4. Le f 7.4-5 danno le protone e le tonie delle due pronunce portoghesi
neutre; si facciano tutti i confronti, tra questi due accenti e coll'italiano:
/./: (t;Nu Ami;gu muintu simpa;Ciku3 3)b ('t;Nu 'mi;u 'muintu sipa;tiku3 3)l /'teNu un-a'migu 'muintu sim'patiku./ Teo um amigo muito smpatico.
/?/: (&useNo; RmE;iku12)b (&usZ'No; R'mE;ku21)l /use'NoK E'mEiku?/ O seor
mdico?
//: (&AmANA sa;badu2 2 odmigu3 3)b (&am'NA 'sa;Bu2 2 oumigu3 3)l /Ama'Nan E'sabau oo'mingu./ Ama sbado, ou domingo?
f 7.4. Protonie e tonie brasiliane.
/ / (2 2 2 2 2 2 2)

/./ (2 3 3)

/ / ( 2 2 2 2 2 2 2)

/?/ (2 1 2)

/ / ( 2 2 2 2 2 2 2)

// (2 2 2)

/ / ( 2 2 2 2 2 2 2)

/,/ (2 ' 2)

/ / (2 2 ' 2 2 ' 2 2 2)

/./ (2 3 3)

/ / ( 2 2 ' 2 2 ' 2 2 2)

/?/ (2 ' 2 1)

/ / ( 2 2 ' 2 2 ' 2 2 2)

// (2 ' 2 2)

/ / ( 2 2 ' 2 2 ' 2 2 2)

/,/ (2 ' 2)

f 7.5. Protonie e tonie lusitane.

7. portoghese

271

Accento "internazionale&
7.4.1. Ora, forniamo anche la pronuncia "internazionale& del portoghese. Ovviamente, pi basata sull'accento brasiliano (che su quello lusitano, con tutte le
sue "sime& fonetiche), anche considerando le quantit di parlanti nativi eettivi. Comunque, anche rispetto all'accento brasiliano, s'accantonano le peculiarit
pi marcate (pure fra le varianti all'interno del Brasile), sia in un'ottica o in un'"acustica& pi internazionale.
Perci, la pronuncia "internazionale& del portoghese non si rif a quella "carioca& di Rio de Janeiro, ma pi in generale a quella della citt di So Paulo e delle
grandi citt degli stati del Sud del Brasile. In eetti, questo tipo di pronuncia s'allontana meno dalla graa, a tutto vantaggio dell'internazionalit.
7.4.2. Chiaramente, i nativi (anche lusitani) la capiranno senza problemi. Non
si pu, certo, dire lo stesso per gli stranieri a contatto con la pronuncia lusitana.
Ma, importante poter indicare, per l'apprendimento, un tipo di pronuncia che
non sia il semplice frutto d'uno studio approssimativo e parziale (soggetto a tante
interferenze alloglotte, dovute anche a "regole& ortograche talmente diverse, come generalmente avviene per gli stranieri che studiano la lingua portoghese senza
un adeguato approccio fonico). Al contrario, si tratta del risultato d'un'approfondita meditazione, fondata su criteri di naturalezza fonica, ma anche d'autentica tipicit (che non "suoni straniera&).
Volendo, ci si potr avvicinare maggiormente alle peculiarit locali dei due neutri (brasiliano e lusitano, o anche di qualche variante regionale), rendendo la propria pronuncia pi "nativa&, sebbene quella indicata come "internazionale& non
suoni aatto strana ai nativi. I lusitani la potranno considerare appartenente al tipo brasiliano (col suo numero di parlanti molto pi consistente), ma senza le peculiarit tipiche del Sud, Centro, o del Nord del Brasile.
7.4.3. Come si vede dalla gura, le vocali sono (i e 'E, a 'O, o u) /i, e, E,
a, O, o, u/ (usiamo sempre la trascrizione diafonemica): ('vi, 'e;li, &la'dE;vi, 'ga;ta,
'pO;su, &psu'daR, 'o;ku, 'u;va) /'vi, 'ee, Ea'Eve, 'gata, 'pOsu, pOsu'aK, 'oku, 'uva/ vi
ele ela deve gata posso posso dar oco uva; compresi i tassofoni nasalizzati (i, e, A,
, u): ('si, pen'denti, 'kAntu, 'knta, 'mundu) /'sin, pen'dente, 'kantu, 'konta, 'mun/i/ (i, i)

/u/ (u, u)

/e/ (e, e)

/o/ (o, )

/E/ (E, )

/O/ (O, )

/a/ (a, A)

/ai, au/ (ai, au Ai, Au)

/ / (2 2 ' 2 2 ' 2 2 ' 2)

/./ (2 3 3)

/?/ (2 ' 1 2)

// (2 2 2)

272

manuale di pronuncia

du/ sim pendente canto conta mundo. Ovviamente, per quanto "scomodi& siano per gli stranieri, si devono mantenere distinti i timbri di /e, E O, o/, compreso
l'altro grosso problema vocalico per gli stranieri la metafona altrimenti, la pronuncia sarebbe davvero straniera. Alle grae e o, corrispondono sempre /e, o/ (pure per esC-); mentre, solo per -e(s) -o(s) nali, abbiamo /e, u/: ('lentis, 'mu;Rus) /'entes, 'muRus/ lentes muros
7.4.4. Anche i dittonghi sono pi semplici; infatti, hanno tutti (i, u) per secondo elemento: (ei, Ei, ai, Oi, oi, ui iu, eu, Eu, au, ou), /ei, Ei, ai, Oi, oi, ui iu, eu, Eu,
au, ou, o/: ('rei, 'vou) /'Kei, 'vo/ rei vou; coi tassofoni nasalizzati (ei, Ai, i, ui
Au): ('bei, 'mAi, 'pi, 'muintu, 'nAu) /'bein, 'main, 'poin, 'muintu, 'naun/ bem
me pe muito no. Non si potrebbe, per, proporre (), per i dittonghi nasalizzati, n per /a/ nasalizzato, perch troppo lontano dalla realt nativa (sebbene questo non impedirebbe di certo la comprensione).
D'altra parte, una pronuncia pur sempre internazionale, ma un po' meno "autentica&, potrebbe rinunciare alla nasalizzazione causata da // in sillaba caudata
(sebbene in non poche pronunce lusitane tale nasalizzazione sia molto ridotta, tanto da corrispondere a quella, puramente fonetica, che naturalmente non manca in
sequenze //, nella maggior parte delle lingue prive di nasalizzazione distintiva,
fonemica; nelle quali, normalmente, non vien aatto indicata).
7.4.5. Ai dittonghi fonologici "uciali&, va aggiunta una nuova serie di dittonghi provenienti dalle realizzazioni vocalizzate delle sequenze di //l0, l// (diafonemicamente indicate come /0, /). Per cui, aggiungendo esplicitamente solo quello che non coincide gi coi dittonghi "uciali&, abbiamo, in pi (Ou): come in (bRa'ziu, 'feutRu, 'mEu, 'sau, 'sOu, 'soutu, 'suu) /bRa'zi, 'fetRu, 'mE, 'sa, 'sO,
'sotu, 'su/ Brasil feltro mel sal sol solto sul.
In eetti, le realizzazioni dittongali sono pi convenienti per semplicit articolatoria e per comprensibilit del portoghese parlato, perch preparano gi gli stranieri al "dilemma& dell'interpretazione di // come (u) (coincidente con molti
dittonghi fonologici /u/).
7.4.6. Per quanto riguarda le consonanti, come gi anticipato, la pronuncia internazionale non ricorre a tassofoni particolari, peculiari degli accenti nativi del
portoghese, ma non suragati da una sucientemente diusa "universalit naturale&. Quindi, abbiamo regolarmente l'assimilazione di /n0/, con contoidi sempre
nasali pieni (e non attenuati, come invece i semi-nasali), davanti a tutte le consonanti: ('sAmba, 'fRA~Za, 'fRAngu) /'samba, 'fRanZa, 'fRangu/ samba franja frango. Inoltre, alla ne di parola ricorre (), pure davanti a vocale o a nasale iniziale d'una parola seguente: (nAu'E, 'lA a'zuu, u'o;vu, u'mau) /nau'E, 'a a'zu, un'ovu,
un'ma/ no l azul um ovo um mal (sebbene, in questo solo caso, le pronunce
neutre, brasiliana e lusitana, abbiamo ()). Si confrontino ('wo;vu, u'mau) /u'ovu,
u'ma/ o ovo o mal.

7. portoghese

273

7.4.7. Non si trovano nemmeno i tassofoni brasiliani di /t, d k, g/ + /i, j/, (C,
, ): (di'kinta) /de'kinta/ de quinta; n tantomeno i tassofoni continui di /b, d,
g/ (del lusitano, (B, , ), indicati come /b, , g/): (&obRi'ga;du) /obRi'gau/ obrigado. A maggior ragione, /s{}0, z{}0/ e /s/ (diafonemicamente /s, a/) si realizzano
proprio come (s, z), senza mutare la loro articolazione: ('pas, 'dezdi) /'pas, 'eae/
paz desde (cos vistose in lusitano: ('paS, 'deZ) e in carioca: ('pa, 'deGi)). Perci,
abbiamo (S, Z) /S, Z/ solo per le grae ch x j g: ('Sa, 'Si;kaRa, 'Za, Ze'Rau) /'Sa, 'SikaRa,
'Za, Ze'Ra/ ch xcara j geral
7.4.8. Anche gli approssimanti, pi naturalmente, sono tali, (j, w) /j, w/ (e non
semi-approssimanti, (, j)): ('glO;Rja, 'ligwa) /'gORja, 'ingwa/ glria lngua Per
quanto riguarda /R/, ovviamente, abbiamo (R) (anche nale di parola davanti a pausa o C, che in brasiliano neutro () /K/); mentre, per /K/, conviene il pi "naturale& (r) (dopo C\ /n, l, s/, diafonemicamente /n, , s/): ('nra, &ura'pas, 'biuru, ra'laR)
/'onKa, unKa'pas, 'biKu, Ka'aK/ honra um rapaz bilro ralar, e (Rr), dopo V: ('kaRru,
&uRra'pas) /'kaKu, uKa'pas/ carro o rapaz quindi, anche iniziale di parola; mentre
abbiamo ()b, ()l (con tante altre varianti, 7.2.5.2).
Si mantiene /L/: ('vE;Lu) /'vELu/ velhu; per, pi naturalmente, abbiamo (l),
ma (u) (come gi visto), che diafonemicamente sono //): ('ljau) /'ja/ leal.
L'accentazione e le durate coincidono con quelle neutre; mentre l'intonazione
un compromesso fra i due tipi neutri. Per semplicit, diamo solo la protonia non-marcata e le tonie marcate.
Testo
7.5.0. Il brano in trascrizione, Il vento di tramontana e il sole, viene dato nei due
accenti neutri (brasiliano e lusitano) e internazionale; sempre, prima il testo italiano ( 2.4.1) con accento straniero marcato, poi quello in portoghese. Le segnalazioni di varianti, tra parentesi, potrebbero richiedere leggeri ritocchi d'adeguamento, sui quali s'invita a riettere, a seconda che ci siano o no determinati segmenti.
Nel testo, per l'accento lusitano, segnamo (|) /a/, davanti a pausa (anche se
negli esempi isolati abbiamo messo semplicemente (), per mostrare meglio la
dierenza coll'accento brasiliano).
Alla ne, come sempre, c' anche la versione che d la pronuncia italiana del
portoghese, da parte dell'italofono neutro, uente in portoghese (per lungo apprendimento in immersione fra nativi, ma senza il metodo fonetico), che abbia appreso adeguatamente le prominenze relative, ma che usi, per il resto, gli elementi
segmentali e sovrasegmentali tipici dell'italiano neutro. Ovviamente, lo stesso principio vale per le pronunce straniere dell'italiano, date per prime.
Pronuncia brasiliana (dell'italiano)
7.5.1. (si&bisCi'a;vAnu2 u'Onu2| ivntu i&tRAmn'tA;n2| eIsO;]i3 3 ']u;nu2 &pRetendndu &sepu'fOCi2 i]AtRu3 3 &kAnduvi;deRu u&vaato;Ri iveni;vA i-

274

manuale di pronuncia

'nAsi2 avotu &nemAntE;]u3 3| i&due]iCigA~Ci2 2 i'i;zeRu2 a']O;R2 &isa&Rbista;tu


pufOCi2 2| i&fsiu'i;tu2\ &a]eva;Ri imAn'tE;]u2 A&vaato;Ri3 3||
ivntu i&tRAmn'tA;n2 &kmioU asofa;Ri3 3 &kvo]s3 3| mapu sofa;v2 2| pui vaa'to;Ri2 &sistRie;v &nemAntE;]u3 3\ 'tAntu2 &a]fi;ni2 2 ipO;veRu
'vntu2 dovE;Ci izisteRi3 3 dA&sjopRopO;zitu3 3|| i'sO;]i2 a']O;R2 &simostRoU nee;]u3 3| i&poku'do;pu2 i&vaato;Ri2 2 ise~Ci;v 'kAdu2 sitOsi3 3 imAntE;]u3 3| &i]a&tRAmntA;n2 2 &fukos'tRE;t2 ko'zi2| a&iknO;eRi2 2| i'sO;]i2\ &RapufOCi3 3 i]Ei3 3||
&Cpau;t12 &]asto'RE;]2| &]avoLA;mu ipE;teRi12|||)
Pronuncia lusitana (dell'italiano)
7.5.2. (s&BZSti'Sa;vnu2 u'ZORnu2| i'vntu &tmn't;n2| isO;]3 3 ']u;nu2 &pten'dndu &[]spu'fOt2 ]Atu2 &k4ndu'vi;Ru u&vZ'to;R &kv'ni;v i'nAs2 'vot &nm4ntE;]u3 3| i&u]t'Ant2 2 Z'Si;zRu2 ']O;R2 ks&RBS'ta;tu p'fOt2 2|
ki&fs'Si;t2 &]'va; Rim4n'te;]u2 A&vZto;R3 3||
i'vnt &tmn't;n2 &kmi'So sufa;R3 3 &kvu]s3 3| m'p su'fa;v2 2|
'pui vZ'to;R2 &s?Sti'Ze;v &nm4ntE;]u3 3\ 'tAntu2 k]'fi;n2 2 i'pO;vRu 'vnt2 u'vE;t[] ziStR3 3 A&sppO;ztu3 3|| i'sO;]2 ']O;R2 &smS'to nSe;]u3 3| &pok'o;p2 i&vZ'to;R2 2 &ksen'tiv 'kAd2 stOs3 3 im4ntE;]u3 3| &i]&tmn't;n2 2 &fukuS'tE;t2 k'zi2| &k'nO;SR2 2| k'sO;]2\ &RpufOt3 3 i]Ei3 3||
&tp'Su;t21 &]St'RE;]2| &]vu'L;mu 'pE;tR21|||)
Testo portoghese
7.5.3. O vento norte e o sol poravam sobre al dos do era o ma forte, ando sucedeu psar um viajante envolto numa capa. Ao v-lo, pem-se de acordo em como aele e primeiro conse%se obrigar o viajante a tirar a capa seria considerado
o ma forte.
O vento norte comeou a soprar com muita fria, m anto ma soprava, ma
o viajante se embruava na sua capa, at e o vento norte dtiu. O sol briou
ento com todo o plendor, e imediatamente o viajante tirou a capa. E sim o vento norte teve de recoecer a superioridade do sol.
Voc gostou da htoria? Queremos repet-la?
Pronuncia brasiliana
7.5.4. (uvntu nOCi u'sO2 pofa;vAu &sobRikjA duz'dois2\ R9&maisfOCi3 3|
kAndu &susedeu pasa; Ruva'A~Ci2\ evotu &numaka;p3 3| 've;]u2 'p9i[I]si
a'kodu2 eIk9; mjake;]i &ipRimeIRu2 &ksei; sobRiga; Ruva'A~Ci2 aCiRa;
Raka;p2 2 se&Riak&sideRa;du2 u&maisfOCi3 3||

7. portoghese

275

uvntu 'nOCi2 &kmesoU aso'pRa2 kmuint fu;R3 3| maskAntu mai[s] sopRa;v2 2| mai zuva'A~Ci2 &simbRuLa;v &nasjaka;p3 3| a'tE2 uvntu 'nOCi2 &izisCiu3 3|| usO bRiLoU en'tAu2 knto;du [u]sp]endo3 3| &imeatA'm~Ci2 uvaA~[Ci]2 CiRoU3 3 aka;p3 3| a'si2 uvntu nOCi2 2\ te;vi &ie&kNe'se2\ a&supe&RoRida;[i]3 3 dusO3 3||)
vo'se gostoU12 &daisto'Ri;N2| keR;mu[s] &epeCi;]12|||)
Pronuncia lusitana
7.5.5. (u'vntu 'nOt u'sO2 pu'fa;v4u &soBR'kA duZ'oiS2\ R&maiSfOt3 3|
'kAndu &sus'eu p'sa; Ruv'ZAnt[]2\ i'votu &numka;p3 3| 've;]u2 'p9i[I]s[] 'koRu2 I~'ko; mj'ke;][] &kp'mIRu2 &ks[]'i; &suBRi'a; Ruv'ZAnt[]2 t'Ra; R'ka;p2 2 s&Rik&si'Ra;u2 u&maiSfOt[]3 3||
u'vnt[u] 'nOt[]2 &kum'so su'pa2 k'muint fu;R3 3| mS'kAntu 'maiS su'pa;v2 2|
'mai zuv'ZAnt[]2 &simbRu'La;v &nska;p3 3| 'tE2 k'vnt[u] 'nOt[]2 &z?Stiu3 3|| u'sO BRi'Lo en'tAu~2 kn'to; [j]Sp9endoR3 3| &imat'mnt[]2 uv'ZAn[t]2 tRo3 3
ka;p3 3| 'si2 u'vnt[u] 'nOt[]2 2\ 'te;v[] &kuN'seR2\ &sup&RoRia;[]3 3 usO;3 3||
vo'se S'to21 &[]ZStu'Ri;N2| k'Re;mu[Z] &p'ti;]21|||)
Pronuncia internazionale

7.5.6. (u'ventu 'nORti ju'sOu2 poR'fja;vAun &sobRi'kwau duz'dois2\ Rau&maisfORti3 3|


'kwAndu &suse'deu pa'sa; RuMvja'ZAnti2\ eM'voutu &numaka;pa3 3| au've;lu2 'pinsi dja'koRdu2 ei'ko; mwa'ke;li &kipRi'meiRu2 &knse'gi; sjobRi'ga; Ruvja'ZAnti2 ati'Ra; Raka;pa2 2
se&Riakn&side'Ra;du2 u&maisfORti3 3||
u'ventu 'nORti2 &kome'sou aso'pRaR2 k'muinta fu;Rja3 3| mas'kwAntu 'mais sopRa;va2 2| 'mai zuvja'ZAnti2 &sjimbRu'La;va &naswaka;pa3 3| a'tE2 kju'ventu 'nORti2 &dizistiu3 3|| u'sOu bRi'Lou en'tAu2 kn'to;du usplendoR3 3| &jimedjata'menti2 uvja'ZAnti2 tiRou3 3 aka;pa3 3| ja'si2 u'vntu nORti2 2\ 'te;vi &diRre&koNe'seR2\ a&supe&RjoRida;di3 3 dusOu3 3||
vo'se gos'tou12 &daisto'Ri;Na2| ke'Re;muz &repe'ti;la12|||)

Pronuncia italiana del portoghese


7.5.7. (o'vEnto 'nOr:te2 eo'sOl:2 poR'fja;van &sbRe'kwal doz'dO;is2 &Raomais'fOr:te23
&kwando&suse'dEu pa'sa; RuMvia'Zan:te2 eM'vOlto &numa'ka:pa23| ao5vE:lo12| 'pOense dea'kOrdo e'kO:mo a'ke;le &kepRi'mE;iRo2 &konse'gi;se obRi'ga:r2 ovja'Zante ati'ra; Ra5ka:pa12|
se&Riakonside'ra:do2 omais'fOr:te23|

276

manuale di pronuncia

o'vEnto 'nOr:te2 kome'sOu aso'pra:r2 kom'muinta 'fu:rja23| mas'kwanto 'mais so5pra:va12| 'mai sovia'Zan:te2 se&embRuL'La;va nasua'ka:pa23| a'tE keo'vEnto 'nOr:te2 &dezis'ti;u23|
o'sOl:2 bRiL'LO;u23 en'tau2 kon'tO;do oesplen'dO:r23| eime&djata'men:te2 ovia'Zan:te2 ti'rOu23 a'ka:pa23|| eas'sim:2 o'vEnto 'nOr:te2 'tE;ve &deRe&koNNe'sE:r2 a&supe&RjoRi'da;de do'sOl:23||
vo'sE gos'tOu21 daisto'riN:Na2| ke'rE;muz &Repe'ti:la21|||)

8. Russo
8.0.1. La pronuncia russa data in questo capitolo la neutra moderna, decisamente pi attuale e meno lontana dalla graa (che non si pu, certo, denire
proprio "amichevole&, in particolare per la pronuncia tradizionale, che aveva un
numero di discrepanze ancora maggiore).
Comunque, daremo anche le dierenze tra la pronuncia moderna e quella tradizionale ( 8.3.2), perlopi coincidente con la "vecchia pronuncia moscovita&, e
anche altre variazioni pi recenti, che sono reperibili, in modo pi o meno (a)sistematico, pure in parlanti ritenuti "neutri&, che possono presentare oscillazioni tra
il moderno, il tradizionale e l'"alternativo&. In ogni caso, il neutro moderno ben
denibile e riconoscibile, nonch apprezzabile, anche se, frequentemente, mescolato con gli altri due tipi.
La nostra interpretazione fonologica, inoltre, si discosta da quelle d'ispirazione
russa, perch bada pi al concreto che a considerazioni (pi) astratte e pi lontane dal vero sentimento linguistico dei nativi, a meno che non siano "deviati& da
schemi preconcetti, vetero-sovietici, no ad accettare senza discutere proposte poco convenienti.
Inoltre, questa nostra analisi pi vicina alla graa uciale, con grandi vantaggi
che compensano per le molte altre discordanze tra scrittura e pronuncia.
Ovviamente, anche altri hanno preferito quest'impostazione; tra costoro,
Tromov Jones (1923), che non avevamo ancora "scoperto& all'epoca della nostra giovanile interpretazione, presentata per la prima volta nel 1975, nella dispensa
universitaria, conuita poi in Canepari 1979, e mantenuta qui, con anamenti
(anche fonetici, rispetto alle scelte iniziali, che coincidevano con quelle in Tromov Jones).
Purtroppo, in Jones Ward (1969), stranamente, l'impostazione del tipo "fanta-sovietico& (dato il coinvolgimento diretto di Ward col mondo sovietico/russo e
un inspiegabile per noi ripensamento, sulla bont dell'impostazione del 1923 da
parte del Jones, morto due anni prima della pubblicazione); comunque, tutto sommato, quello di Jones Ward resta il migliore trattato esteso sull'argomento, decisamente superiore alla pesantissima e (quasi) immutabile produzione sovietica.
La maggior parte degli esempi che forniamo sono tratti dai vari testi indicati in
bibliograa, ritrascrivendoli (o trascrivendoli completamente, quand'erano solo
grafemici o parziali) sempre sia foneticamente che fonemicamente, secondo i nostri princpi e metodi.
Richiamiamo qui l'attenzione anche s'un'altra dierenza notazionale: quella tra
le nostre trascrizioni (canIPA sia fonetica che fonemica) e quella uIPA (uciale,
dopo la riforma fatta nel 1993/96): ('e8) /'djenj/ {/'dJenJ/u} den (='e) /z'djesj/
{/'zJdJesJ/u} dec (=';x) /z'djelatj/ {/'zJdJEltJ/u} cdelat (&ii'vi;i~i[]I) /tili'vidiniji/ {/tJIlJI'vJidJInJIjI/u} teleb$den$e (x&jiIst'v; -i'v;) /ajistist'vje/ {/a]]

278

manuale di pronuncia

jIsJtJI'sJtJvJE/u;t, uciale e tradizionale) o ectectbe ci pare piuttosto ovvio che


l'eccesso di (J) nuoce anche alla leggibilit, e non poco.
8.0.2. Si ritiene opportuno mostrare, all'inizio, l'alfabeto cirillico, sia tondo sia
corsivo, soprattutto quest'ultimo, giacch la forma d'alcune lettere pu trarre in
inganno, dapprincipio, rispetto a quelle latine d'eventuali traslitterazioni, date fra
parentesi (nelle quali sar bene evitare di ricorrere all'ambiguo ch per /x/, giacch
kh decisamente pi adatto, riservando ch per /c/, se non si sceglie, invece, d'usare molto meglio /c/ e x /x/).
Per il cirillico, si faccia molta attenzione, in particolare, ai tondi >b, e, n, p, c,
y, x, e ai corsivi >e, $, , p, c, t, y, x.
a, a [a] ('Fa;) /'a/
, [b] ('bF;) /'be/
b, b [v] ('vF;) /'ve/
g, g [g] ('gF;) /'ge/
d, d [d] ('dF;) /'de/
e, e [e je ye] ('j;) /'je/
e/, e/ [ jo yo] ('j;) /'jo/
, [` zh] ('qF;) /'qe/
, [z] ('zF;) /'ze/
$, $ [i] ('i;) /'i/
=, = [j ] (&ik'RFatkx[]I) /ik'ratkaji/ $
kpatkoe
k, k [k] ('kFa;) /'ka/
l, l [l] ('F1, -) /'el/
m, m [m] ('F) /'em/
n, n [n] ('Fn) /'en/
o, o [o] ('j;) /'o/
, [p] ('pF;) /'pe/
p, p [r] ('F) /'er/

c, c [s] ('Fs) /'es/


t, t [t] ('tF;) /'te/
y, y [u] ('ju;) /'u/
f, f [f ] ('Ff) /'ef/
x, x [x 9 h >! { u}) ('Fa;) /'xa/
z, z [c _] ('qF;)/'qe/
u, u [ >] ('C;) /'ce/
w, w [ ] ('SFa;) /'Sa/
, [3 ( >] ('a;) /S'Sa/
, [] (t'vRdiz&nak,' j) /t'vjordiznak, 'jer/ tbepdv= nak
v, v [y y] ('F;, jI'RF;) /, ji'r/
, ['] ('miiz&nak, 'maii-, 'je)
/'mjaxkiiznak, 'mjakkii-, 'jerj/ mrgk$= nak
<, < [e ] ('F;, &Fb'Rjtnx[]I) /'e,
eaba'rotnaji/ < oopotnoe
, [ju yu] ('ju;) /'ju/
r, r [ja ya] ('ja;) /'ja/

8.0.3. La normale sillabazione fonetica, in russo (pure se non assoluta), considera eterosillabiche anche /r, l/ precedute da /0[j]/, a meno che non siano precedute anche da altra C (come in (&xts'tRa;dx) /aftas'trada/ abtoctpada e altri esempi nel testo); lo stesso avviene per /0j-j/ (J-j): (kp'jun) /kap'lun/ kalyn,
('jut-Rx) /'utra/ ytpo, (kvd'RFat) /kvad'rat/ kbadpat, ('pFak-x) /'paklja/ aklr,
(v'Rj;vi) /lav'rovi/ labpobv=, ('j-Rx) /'oxra/ oxpa, (zvi'j;) /zvirj'jo/ bepe
Ci pu non sorprendere pi di tanto, magari, all'interno di parola; per, forse,
potrebbe sembrare strano, all'inizio di parola. Ma, se consideriamo adeguatamente, non le singole parole, bens le frasi che le contengono, la logica emerge (quasi)
spontaneamente; a parte il fatto, non certo trascurabile, che, a sentir bene, tali sillabazioni sono confermate, generalmente, nonostante si leggano opinioni contrarie: (t'i;) /t'ri/ tp$, (s'pj) /s'por/ cop, (t'vRdi) /t'vjordi/ tbepdv=, (&ik'RFatkx[]I) /ik'ratkaji/ $ kpatkoe, (s'tRFa) /s'trax/ ctpax, (s'pFaf) /s'plaf/ clab

8. russo

279

Vocali
8.1.1. La graa russa chiaramente basata su princpi morfonologici, che privilegiano decisamente le strutture lessicali e grammaticali (anche diacroniche!), rispetto a quelle fonetiche, che vengono considerate pi astrattamente, in termini
pi fonologici, ma come gi detto con prevalenza dell'aspetto morfologico. Nonostante tutto, nella graa russa, c' il fatto (non tanto comune, nelle varie lingue
del mondo) di presentare abbastanza "spontaneamente& la fonologia vocalica e
consonantica, come la sente il parlante "ingenuo&, appunto; non come l'imposta
il linguista "sosticato&, con inutili complicazioni, che non ripagano, n didatticamente, n descrittivamente.
Infatti, l'ortograa russa usa sei grafemi vocalici di base, che corrispondono esattamente al numero dei fonemi vocalici della lingua: $, <, a, o, y, v /i, e, a, o, u, /
(chiaramente, >e, r, , non indicano "vocali&, ma sequenze di /j/ + /e, a, o, u/,
cio (j) o (J) + (, a, , u), oppure (e, , P, ) se anche + = /J, i/] Con questi sei
fonemi vocalici (esposti, ovviamente, in ordine fonico), sono sucienti ventidue fonemi consonantici (compreso /Z/), contro gli oltre trenta (: da trentatr, no a trentanove) d'altre analisi, che s'ostinano a volere usare solo cinque vocali, complicando eccessivamente sia l'intero inventario fonologico, sia il rapporto tra pronuncia e scrittura.
Se si fa il confronto, la scelta semplice, e pure evidente. Infatti, sembra pi logico e naturale concludere dicendo che, in russo, le C hanno dei tassofoni "palatalizzati&, da /i, j/, piuttosto che immaginare delle C "molli& che farebbero produrre ("automaticamente&!) al parlante russo delle V "molli&, mentre le C "dure& farebbero produrre V "dure&, adducendo il falso pretesto che "un russofono non riesce a pronunciare un i chiaro dopo k&.
f 8.1. Elementi vocalici del russo.
/'i, 0iJ/ (i), /i'/ (I), /i/ (I)
/'/ (), /'/ (), // ()
/'JeJ/ (e)
/'e/ () {/'e, "e/ ([])}
/'JaJ/ (', "{})

/u/ (u), /JuJ/ ()


/'JoJ/ (P)
/'o/ {/o/} () {/'o, "o/ ([])}
/a/ (x), /a'/ ()
/'a/ (a) {/'a, "a/ (a[])}

/i/ (i) dittonghi /j/ ('j, ), /ji/ ('i, []I), /'i, 'e, 'a, ', 'o, 'u/ ('i, 'F, 'Fa, 'F, 'j, 'ju)

Nella pronuncia moderna, non c' pi nemmeno la stranezza di (ii) /kii/


>-k$=, pronunciato tradizionalmente come "/ki/&. Quindi, rovesciando denitivamente il "problema&, le cose si semplicano; infatti, il russofono dice (i) e (k)
(in sillaba accentata ('i;), ('kF;)), perch fonologicamente sono /ki, k/ non "/i,
ki/&; e cos anche (bI, 'bi; b, 'bF;) /bi b/ (non "/bi bi/&), .
Inoltre, per /J, J0/, proprio la graa a indicare /0j/, tramite >C, tranne casi in cui la pronuncia cambiata, da secoli (ma la scrittura, no; e mantiene sequenze come w ). Ci sono, poi, delle assimilazioni, pi o meno incomplete,

280

manuale di pronuncia

per /00j/, con (0J), o (JJ), a seconda del tipo di pronuncia (pi) moderno o
(pi) tradizionale, come si vedr in sguito ( 8.3.2.0-11).
8.1.2. In sillaba accentata, i sei fonemi vocalici si realizzano come indicato dai
segnali neri nella f 8.1 (quelli col centro bianco, ovviamente, corrispondono anche a certi contesti non-accentati, che si vedranno in sguito): (t'i;) /t'ri/ tp$, ('F;Rx) /'era/ <pa, ('kFak) /'kak/ kak, ('tjt) /'tot/ tot, ('jum) /'um/ ym, ('bFt) /'bt/
vt; inoltre, abbiamo pure: ('qF) /'qex/ zex, ('SFak) /'Sak/ wag, ('qjuk) /'quk/
yk
Da alcuni esempi, s' gi potuto vedere che, nella trascrizione fonetica, rispetto
a quella fonemica, ci sono delle dierenze non trascurabili, a parte variazioni di
simboli, come () /e/, () /o/. Mentre (i, I) /i/ rimane invariato (tranne che nella
sequenza /ji/ (i, I), che rappresenta >$ dopo V e >e in sillaba non-accentata), l'elemento pi importante , invece, l'apparire del semi-approssimante prevelare (F)
davanti a /e, a, / accentati e del semi-approssimante velo-labiato (j) davanti a /o,
u/ accentati (tutti preceduti, o no, da C diversa da /j, c, SS, ZZ/); quindi, le V diverse
da /i/ si realizzano come sequenze di (F) + (, a, ), o di (j) + (, u); ci avviene, in
particolare, in sillaba accentata, e, comunque, anche nei composti e nella frase,
quando si hanno timbri distinti; cio, pure con /e, o/.
Ovviamente, (F, j) sono meno "evidenti& degli approssimanti pienamente prevelare e velo-labiato, (j, w); (w) quello che ricorre in italiano: ('kwal:ke, 'twO:no)
/'kwalke, 'twOno/ qualche tuono ma, (F, j) sono tutt'altra cosa anche rispetto allo zero fonico, (`) (sebbene i russofoni linguisticamente ingenui giurino di sentire proprio (`)), come in italiano: ('E:Ra, 'ka:ne, 'tOt:, 'u:n) /'Era, 'kane, 'tOt, 'uno/ era
cane tot uno In sillaba non-accentata, per, gli approssimanti (F, j) non appaiono, come si vedr dagli esempi che seguiranno.
importante spiegare anche, e n dall'inizio, la funzione palatalizzante che hanno, sulle C che li precedono, i fonemi /i, j/. Ma dobbiamo anticipare, qui, la triplice ripartizione delle C russe. Ci sono, quindi, le "normali&, che sono palatalizzabili\ /m, n r l/ (m, m n, ~ R, , ), /p, b t, d k, g/ (p, p b, b t, d, k, g,
), /f, v s, z x/ (f, f v, v s, z, = , ) poi, ci sono le palatali vere e proprie (nel
senso generale che hanno una vera componente "palatale&, nonostante l'eettive
realizzazioni): /j, c, S[S], ZZ/ (j, C[], [], [] ); e le non-palatali\ /q S, q/ (q
S, q), che non si palatalizzano mai (anche se si possono trovare grae come >z$,
we, : (S'ju;) /S'ju/ w). Va sempre tenuto presente, quindi, che */qi Si, qi/ non
ricorrono (pi) nel russo attuale, ma vengono sostituiti da /q S, q/, nonostante
le grae storiche con >z, w, segute da >$, e, r, ,
8.1.3. In fondo, basterebbero /i, j/ (con /c S, Z/) per spiegare adeguatamente il
funzionamento del sistema fonologico russo, tanto tipico per via della palatalizzazione Quindi, possiamo rappresentare (in generale, come categoria funzionale, soprattutto nelle sintetiche formule fonologiche) le C a componente palatale ((j) /j/,
(C) /c/, ([]) /S[S]/, () /ZZ/) tramite /J/, che ingloba, nelle formule, anche i tipici
dittonghi, (i) /i/ >V=] come se fossero "/j/&, rappresentazione pi astratta,
spesso usata, ma non da noi; l'unica nostra concessione all'astrattezza , appunto,

8. russo

281

l'impiego di /J/ nelle formule, anche per /i/. Un'altra possibilit (pi astratta),
tradizionale e frequente nelle traslitterazioni, darebbe //Sc// per /S[S]/.
Quindi, le C "normali&, se segute da /i, j/, si realizzano come "palatalizzate&
(assorbendo /j/): (m, ~ ), (p, b /+, /_ , ) ((, ) ricorrono davanti a V e
a C eterorganiche (+, _), davanti a C omorganiche), (f, v , = ) e, ovviamente,
senza l'aggiunta dei semi-approssimanti, (F, j), prima delle V
Perci abbiamo: ('mi) /'mir/ m$p, ('vj;i)) /'vosimj/ bocem, ('~;bx) /'njeba/
neo, (k8'i;) /kanj'ki/ konk$, ('is) /'ris/ p$c, ('zjkx) /'zorjka/ opka, ('kj)
/'korj/ kop, ('s) /'ljes/ lec, (b1'Sji) /balj'Soi/ olwo=, ('sj1) /'solj/ col, ('p)
/'pjel/ el, ('tjp) /'topj/ to, ('bust) /'bjust/ ct, (';x) /'tjela/ telo, ('mFa)
/'matj/ mat, (+'a;) /t'lja/ tlr, ('e;I) /'djeti/ det$, (d'v;, '-) /d'vje/ dbe, (_I'nFa;) /dli'na/ dl$na, ('it) /'kit/ k$t, (&mx~i'ju) /mani'kjur/ man$kp, ('nj;I)
/'nogi/ nog$, ('fi;~Ik) /'finik/ f$n$k, (k'Rjf) /k'rofj/ kpob, ('ve) /'vjesj/ bec,
(';) /f'sje/ bce (anche (';) /f'sjo/ "bc&) ('gju) /'gusj/ gyc, (=I'mFa;) /zi'ma/ $ma, ('i;ii) /'tixii/ t$x$=
Ovviamente, valgono come anche: (C, 'C, ) /c/, ([]) /S[S]/ (e () /ZZ/):
('Ck) /'cek/ uek, ('Cu;) /xa'cu/ xouy, (C'n) /c'ljen/ ulen, ('bFa;) /alc'ba/
alua, ('it) /S'Sit/ $t, (I'u;) /iS'Su/ $y, (t'vFa;i[]) /ta'variS[S]/ tobap$
Il fonema () /ZZ/ minoritario e tipico d'una pronuncia piuttosto tradizionale
e sorpassata: ('vjI) /'voZZi/ bo$, ('jeu) /'jeZZu/ ey la pronuncia pi moderna, e pi consigliabile, ha (qq) /qq/, nella quasi totalit delle parole: ('vjqq, 'jqqu) /'voqq, 'jeqqu/.
per eccellenza /j/ iniziale, o dopo V (tenendo ben presente che >e, r, ,
valgono /j/ + /e, a, o, u/, essendo semplicemente delle sequenze di C + V non dei
"dittonghi&): (jI'zFk) /ji'zk/ rvk, ('j) /'jel/ el, ('ja;) /'ja/ r, ('jS) /'joS/ e, ('juk)
/'juk/ g, (m'ja;) /ma'ja/ mor, (s'jus) /sa'jus/ co, (d'vj[;]I) /d'voji/ dboe, ('nj;vxx) /'novaja/ nobar, ('i;~i[]I) /'siniji/ c$nee
8.1.4. I quattro fonemi vocalici /e, a, o, u/ possono ricorrere tra e si realizzano pi chiusi avanzati, come mostrano i segnali grigi, (e, , P, ) (sempre nella
f 8.1): ('je1) /'jelj/ el, ('p) /'pjatj/ rt, ('P;x) /'tjotja/ tetr, ('fak) /tju'fjak/
tfrk
Per /[0]iJ/, l'avanzamento e il sollevamento sono decisamente pi limitati, (i)
(e, nel vocogramma, non c' un segnale apposito, diverso da quello per (i) normale, per non appesantire la gura): ('bi) /'bitj/ $t
Invece, // non ricorre in questo contesto; e tale fenomeno ha fatto sorgere il mito della complementarit di (i, ), raggruppati, perci, nello stesso fonema, /i/, con
la falsa illusione d'aver trovato un sistema fonologico "migliore&, mentre esattamente l'opposto. La scolarizzazione "deviata& dura da rimuovere, soprattutto per
quanto riguarda la scrittura uciale (coi suoi problemi, noti e meno noti) e la "parascrittura&, utilizzata anche a scuola, oltre che nelle opere "scientiche&, con ambizioni fonologiche; vorrebbe trovare soluzioni, quasi alchemiche, con formule
complesse e iconogrammi esoterici (che ci guardiamo bene dal riportare).
Nella f 8.1, sono visibili anche tre dittonghi fonetici "potenziali&, (, a, ),
che possono sostituire (;, a;, ;) (con la variante "interpalatale&, (), per (;)), so-

282

manuale di pronuncia

prattutto in tonia, in sillaba non-caudata, nale o interna: (';, ' -;, -) /f'sje -jo/ bce, ('F;x, 'Fx) /'exa/ <xo, ('dFa;, 'dFa) /'da/ da, ('Fa;tx, 'Fatx) /'atam/
atom, (';x, 'x) /'djadja/ drdr, (d'nj;, d'nj) /d'no/ dno, ('gj;xs,
'gjxs) /'golas/ goloc Appaiono anche per enfasi, allungandosi, allora, maggiormente; per cui abbiamo, in sillaba non-caudata, (; a;, ; ;): (";
-;) /f'sje -jo/ bce, ("F;x) /'exa/ <xo, ("dFa;) /'da/ da, ("Fa;tx) /'atam/ atom,
(";x) /'djadja/ drdr, (d"nj;) /d'no/ dno, ("gj;xs) /'golas/ goloc; e, in sillaba caudata, ( a, ): ("~t) /"njet/ net!, ("qFa1) /"qalj/ al!, ("p) /"pjatj/
rt!, ("dj) /"dom/ dom!
8.1.5. Il russo ha anche dei dittonghi "uciali&, col secondo elemento anteriore
/i/ (i); qui vediamo quelli in sillaba accentata: ('ii) /'kii/ k$=, ('peiI) /'pjeiti/
e=te, ('mFai) /'mai/ ma=, ('Ci) /'cai/ ua=, ('bji) /'boi/ o=, (z'Pi) /za'rjoi/ ape=, ('djuiI) /'duiti/ dy=te, ('i) /'djuim/ d=m, ('vFidu) /'vidu/ bv=dy. Come si vede, la graa ricorre a >= per i dittonghi "consacrati& dalla grammatica.
Per, specie nei prestiti, ce ne sono anche altri, come >ay: ('fFaust) /'faust/ Fayct
In sillaba non-accentata, abbiamo (sempre con (i)): ('ju;ii) /'uljii/ yle=, (Cii'kjsii) /cii'kofskii/ Ua=kobck$=, (ti'gFa;) /tai'ga/ ta=ga, (';xiI) /'djelaiti/
dela=te, (ui'dju;) /ui'du/ y=dy, (i'mjkx) /djui'mofka/ d=mobka, ('b;i)
/'bjeli/ elv=
Non corrispondono aatto a dei fono-dittonghi invece, i "dittonghi& puramente
graci come >$$ $r e$ ee ae ar a oe ve tranne quando il semi-approssimante (dato fra parentesi tonde, ([])) cade completamente; per, in questo caso, se l'ultimo elemento vocalico /i/, si mantiene il fono (I) (invece d'avere (i),
come nei dittonghi fonologici, a meno che non sia seguto, nella frase, da (J) o da
/i/): (vI'tFa;i[]I, v-) /vi'taliji, v-/ b *tal$$, (vR'i[;]I) /vras'siji/ b Pocc$$, ('i;i[]x)
/'lilija/ l$l$r, (mu'=e[;]I) /mu'zjeji/ mye$/-ee ( (mu'=ei) /mu'zjei/ mye=], ('e~~i[]I) /a'sjenniji/ ocennee, (6'ma[;]I) /v'maji/ b mae, (&~IRu'SF;mxx) /niru'Smaja/ nepyw$mar, (z'nFa;u) /z'naju/ na, ('nj;vx[]I) /'novaji/ noboe ('juqn[]I) /'juqnji/
nve
Sono bisillabici esempi come: (p'juk) /pa'uk/ ayk, (m'i;) /ma'ji/ mo$, (p'Ft) /pa'et/ o<t, (du'F1) /du'elj/ dy<l
8.1.6. Per quanto riguarda le V in sillaba non-accentata oltre a quanto gi visto
in qualche esempio, nella pronuncia moderna abbiamo ( 8.3.2, per le pronunce "tradizionale& e "alternativa&): (I', I, iJ) /i/ (compreso (Jii) /0ii/ quindi, /i/
(i), quand' seguto da (J) o da /i/, anche nella frase, senza pausa), (', , x) /a/,
(u) /u/, (', ) //: (CI'sF;) /ci's/ uacv, (pi'i;) /pi'ti/ rt$, (&Iz'kFa;) /jiz'ka/ rvka, ('bF;Cii) /a'bcii/ ovua=, (&jIR'FaS) /jira'laS/ epalaw, (&piimi'i;) /pirimi'li/
epemel$, (&IIk'ti;CIstvx) /ilik'tricistva/ <lektp$uectbo, ('pj;I) /'poli/ ole
(&gx'vFa;) /gala'va/ goloba, (&v'gFat, -n'g-) /avan'gart/ abangapd, (k'RFasnxx)
/k'rasnaja/ kpacnar (u'Rjk) /u'rok/ ypok, ('dj;mu) /'domu/ domy, (u'dFa;) /sju'da/ cda, ('u;kx) /sju'sjukatj/ cckat (q&viI'zFa;qx) /qvili'zatsja/ z$b$l$az$r, (q'nFa;) /q'na/ ena, ('dF;R) /'dr/ dvpv
Per >r in sillaba non-accentata (e anche per >a), importante chiarire che la

8. russo

283

pronuncia neutra ha solo /i/, mentre molto diuso l'uso trasversale, ma decisamente non-neutro, di (, ) (o addirittura (x, ) /a/), sia in pronuncia tradizionale
che alternativa (come pure per parlanti, per altri versi, neutri!). Questo pu succedere sia all'interno di lessema, sia per forme esse con grammema desinenziale consonantico (>r+C a+C, per inusso delle forme in -r, con /ja/ (Jx, x)).
Quindi, abbiamo: (pIt'nj;, pt-, pt-) /pit'no/ rtno, (jI'zFk, j-, jx-) /ji'zk/
rvk, (&jIz'i;, &j-, &jx-) /jiz'ki/ rvk$, (&pxgi', --, --) /pagli'djel/ oglrdel, ('nFa;CIt, -Ct, -Cxt) /'nacit/ nauat, ('bF;Cii, -Ci, -Cxi) /a'bcii/ ovua=,
('kjRmIt, -mt, -mxt) /'kormit/ kopmrt, ('e;I, -, -x) /'djetim/ detrm, ('zFa;~I, -, -x) /'zanil/ anrl, (&bIspi'i 'p, &bsp'i 'p, -p'i) /bispi'ti 'pjatj/ e rt$ rt. (Si notino anche le varianti per -$k: (s'pju+~Ik, -~k,
-~xk) /s'putnik/ cytn$k.)
La pronuncia tradizionale "normale&, per >e', r', a' (pretoniche), ha "/e/& (',
'+J), corrispondente alla moderna con /i/ (I, iJ): (&bIsp'i 'p)t, come avviene
anche in: (bi';zx)m (b-)t /bi'rjoza/ epea.
Per sequenze vocaliche che comprendono /a/, generalmente, si ha un'estensione
dell'impiego di (): (&vb-R'qFa) /vaabra'qatj/ boopaat, (nu'gFat) /nau'gat/
naygad, (&pdn'mju;) /paadna'mu/ o odnomy, (&nstR'vFa) /naastra'vax/ na
octpobax, (u&dn'vj;) /uadna'vo/ y odnogo, (su'Cas[t]vxvx) /sau'cas[t]vaval/
coyuactbobal, (st'vs[t]vxvx) /saat'vjes[t]vavatj/ cootbetctbobat.
Consonanti

laringali

velo-labiati

velari

prevelari

palatali

prepalatali

alveolari

dentali

labiodentopalatali

labiodentali

labio-palatali

bilabiali

f 8.2. Tabella delle consonanti russe.

alveo-velari
postalveopalatali
postalveo-velo-prolabiati (non-l.*)

8.2. L'impostazione fonemica che abbiamo preferito per il russo ha solo ventidue
fonemi consonantici (incluso /ZZ/), che si combinano con le sei vocali, come gi visto nei 8.1. Qui, vediamo sistematicamente le C secondo i modi d'articolazione.

m (m) (M) () (n) n


(~) (2)* (~)
(N)
()

F p b (p b)
t d
(+ _) ( )
k g

q (Q)
C ()
( )
( 6)
f v (f v)
_
s z
{} S q ( =)
(,|J)
(y)

() j|() (F) ()
(j) {H}
R
()

()
(L)
/c S, Z x r l/ (C , R ) /m, n r l/+(), 5 , ) + ((, , , , n))

Osserviamo che non ci sono C difoniche sonore davanti a pausa o davanti a C


non-sonora: ('bjp) /'bop/ o, ('mjsk) /'mosk/ mog, (t'RjupI) /t'rupki/ tpy-

284

manuale di pronuncia

k$, (s'dju;) /fsa'du/ b cady. Inoltre, davanti a C difoniche sonore, non ricorrono C non-sonore (/v/ un po' particolare, 8.3.1.7): (z'bF) /z'btj/ cvt, (zg'RF;) /zga'r/ c gopv.
Per nire, i son(or)anti, in generale, si desonorizzano parzialmente davanti a C
non-sonore o davanti a pausa; tra C non-sonora e pausa, di solito, passano a non-sonori, a meno che non diventino intensi ("sillabici&), nel qual caso, sono sonori o semi-sonori (sempre a seconda del contesto fonico): ('qF) /'qr/ $p, ('tFa;) /r'ta/ pta,
('kFatx) /'karta/ kapta, ('bjb, -;b) /'bobr/ op, (_'~p5, -;p) /d'njepr/ Dnep.
La tabella della f 8.2 d le articolazioni consonantiche del russo, che sono necessarie per una pronuncia adeguata di tale lingua.
Le f 1.9-15 danno, invece, gli orogrammi, raggruppati per modi d'articolazione, di tutti i contoidi dati nei capitoli di questo volume, anche come varianti secondarie, occasionali, o regionali, per le 12 lingue trattate. Quest'esposizione rende pi immediati i necessari confronti fra idiomi diversi.
Nasali
8.2.1. Il russo ha solo due fonemi nasali, /m, n/, con vari tassofoni, specie per
il secondo. Quindi: /m/ (m, m, M, ) e /n/ (m, m, M, , n, ~, 2, N, ) (non servono simboli pi specici come ((, n, )), ma come vedremo sbito si possono usare (, , n , ), per un tipo di coarticolazione meno assimilato, che mantiene il contatto linguale anteriore alveolare/prepalatale e aggiunge un'articolazione secondaria, senza contatto: bilabiale, labiodentale, velare).
Per /m/: ('mFa;mx) /'mama/ mama, ('Fapx) /'lampa/ lama, ('njR) /'norm/
nopm, ('it), 'i;tM) /'ritm/ p$tm, ('i), 'i;M) /'rifm/ p$fm, (m'nji) /m'noi/
mno=, ('Fa;) /m'xa/ mxa, (mg'Fa;) /mg'la/ mgla, ('mik) /'mik/ m$g, ('m)
/'mjatj/ mrt, ('e)) /'sjemj/ cem, (Im'bi) /im'birj/ $m$p, (M'vjn) /am'von/
ambon, ('FafxRx) /'amfara/ amfopa. /m/ pu ricorrere davanti a C eterorganiche:
(m'gFa;) /m'gla/ mgla, (m'nji) /m'noi/ mno=, ('Fa;) /m'xa/ mxa; ma, per /mj/,
e per /m/ + /i/, abbiamo regolarmente (m): ('mi) /'mir/ m$p, ('e)) /'sjemj/ cem.
Per /n/: (&jmbi't, &j-) /ombi'rjot, on-/ on epet (kM'vFa;, -'v-) /kan'va/
kanba, ('fFas, -) /an'fas/ anfac, ('njs) /'nos/ noc, (n'RFaf) /n'raf/ npab, (k'mFa~I) /ka'mandi/ komande, ('~i) /'nitj/ n$t, ('kj8) /'konj/ kon (bi~'=in)
/bin'zin/ en$n, (&bxR'bFa8Ik) /bara'banSik/ apaan$k, (I2'qFa) /kin'qal/
k$nal, ('RFaNS\) /'ranjS/ panwe, ('tjii, -8- -~ki, -ki) /'tonkii/ tonk$=,
('bFa~k, -k) /'bank/ ank
Quindi, /n0, n0/ s'assimilano regolarmente. Anche /nj/ diventa (~), dopo di
che mantiene la sua autonomia fonetica (e di sequenza fonemica, con valore distintivo), senza neutralizzarsi davanti ad altre C. Va per detto, come s' visto da alcuni esempi, che, soprattutto per inusso graco (e specialmente in pronuncia meno colloquiale e pi tradizionale), diusa una complessa pronuncia coarticolata,
con assimilazione parziale: (b, v, 8, k) , che vorrebbe mantenere "(nb, nv,
n, nk)& . Le persone oscillano alquanto, in questi casi; ma, d'altra parte, se si
volesse/dovesse sottolineare una pronuncia con ((n0)), eterorganici, la graa ricorrerebbe a >n, almeno all'interno di parola; per, non lo fa

8. russo

285

Occlusivi
8.2.2. Ci sono tre coppie difoniche, che non s'oppongono davanti a pausa o a
C non-sonora: /p, b t, d k, g/ (p, p, b, b t, , +, d, , _ k, , g, ). L'articolazione
di /t, d/ "palatalizzati& prepalatale e occlu-costrittiva, ma occlusiva davanti a C
omorganiche (o quasi; a volte, si ha (+) anche davanti a pausa): ('pjt) /'pot/ ot,
('jp) /'lop/ lo, ('peC) /'pjec/ eu, ('tjp) /'topj/ to, ('gj;up) /'golupj/ goly, ('bFt) /'bt/ vt, ('bF;tx) /a'betam/ o <tom, ('bi) /'bitj/ $t (t'Rjut)
/t'rut/ tpyt, (q'qFa;) /at'qa/ otza, (t'kju;) /t'ku/ tky, ('vit) /'vit/ b$d, ('mFa;)
/tj'ma/ tma, ('fju;) /tj'fu/ tfy!, (pi+'a;, pIt-, 'pe+-x) /pit'lja, 'pjetlja/ etlr, (R'bj+~Ik) /ra'botnik/ paotn$k, (C'Ct) /at'cot/ otuet, ('djup) /'dup/ dy,
('tjdq) /'todq/ tot e, ('e8) /'djenj/ den, (_'~a;) /d'nja/ dnr, ('pj_I) /'podli/ odle, (d've, '-) /d'vjerj/ dbep, ('kFak) /'kak/ kak, ('pFakt) /'pakt/ akt, ('k)
/'ljok/ leg, ('kF;txmu) /'ketamu/ k <tomy, (Is'j) /kias'kjor/ k$ockep, ('ipii)
/'gipkii/ g$k$=, ('gjt) /'got/ god, (g'nju) /g'nutj/ gnyt, (n'i;) /na'gi/ nog$
Occlu-costrittivi
8.2.3. Il russo ha due fonemi occlu-costrittivi, non-sonori, /q, c/, per, ha quattro realizzazioni, per assimilazione di sonorit (oltre alle varianti palatalizzate, (,
), di /t, d/, gi visti al 8.2.2); inoltre, davanti a V accentata, diversa da /i/, /c/
(C): ('qFk, -%) /'qkl/ z$kl, ('q) /a'tjeq/ otez, (b'RFaqqx) /b'raqqa/ patza,
(pQ'dFaR) /plaq'darm/ lazdapm (u'Ci;i1) /u'citilj/ yu$tel, ('Cas) /'cas/
uac, (pi'C;) /pli'co/ leuo, ('juC) /'luc/ lyu, (C'n) /c'ljen/ ulen, (n'if)
/nac'dif/ naud$b
Costrittivi
8.2.4. Introduciamo, intanto, le tre coppie difoniche di costrittivi, (f, f, v, v,
6) /f, v/, (s, z, =) /s, z/, (S, q) /S, q/; a parte i tassofoni palatalizzati (per le prime
due coppie di fonemi, ma non per l'ultima), i labiodentali hanno una realizzazione
bilabiale, quando non precedono /j, r, l/ o V (compresi gli approssimanti sonori,
(F, j) che s'aggiungono foneticamente ai vocoidi accentati): ('fjn) /'fon/ fon,
('Rjf) /'rof/ pob, (&t'mFat) /afta'mat/ abtomat, (f'fimI) /f'filjmi/ b f$lme,
('vf) /'vjerfj/ bepf, ('vjk) /'volk/ bolk, (S'kFa6q) /S'kavq/ wkaf e, ('sjn)
/'son/ con, (R'sFa;) /ra'sa/ poca.
Altri esempi: ('~k) /s'njek/ cneg, ('j) /'osj/ oc, ('zjup) /'zup/ y, (z'ji)
/z'loi/ lo=, (z'b;) /z'bjelm/ c elvm, (I'=u) /i'zjum/ $m, (&bi=i'ei) /bizdi'tjei/ e dete= ('SF) /'Sestj/ wect, ('jS) /'loS/ lo, ('qFst) /'qest/ ect,
(q'dFa) /q'datj/ dat, ('qju;) /xa'qu/ xoy
Inne, c' un altro costrittivo non-sonoro, piuttosto particolare, ([]) /S[S]/, che
allungato, davanti a //, e ha una variante tradizionale, formata dal costrittivo
seguto dall'occlu-costrittivo, a volte molto debole, (C), pi complicato e che non

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manuale di pronuncia

serve nella pronuncia moderna (e, come s' detto, rientra pi in quella tradizionale); davanti a V accentata, diversa da /i/, s'inserisce (): ('it)m ('Cit)t /S'Sit/ $t,
(p'a;dx)m (pC'-)t /paS'Sada/ oada, ('bj)m (-C)t /'borS/ op.
Diversa, e normale, la sequenza possibile (C) /Sc/, come in: (' 'C)
/S'Sem/ c uem ( 8.3.2.5).
Approssimanti
8.2.5.1. Fonemicamente, il russo ha due approssimanti. Il palatale /j/, che si realizza come palatale davanti a V accentata, ('j), e iniziale di ritmia davanti a V anche non-accentata, (j); si realizza, invece, come semi-approssimante palatale, tra
V (accentata o no) e V non-accentata, () (e anche in ('i), per /'ji/ >V$\ (m'i;) /ma'ji/ mo$] dopo C trasforma la sequenza in una C "palatalizzata&, /0j/ (J)
( 8.1.2-3): ('j) /'jatj/ rt, (ji'vi) /ji'vitj/ rb$t, (&mxI'kjsii) /maji'kofskii/ Markobck$=, (b1'SFa;x) /balj'Saja/ olwar
Per enfasi, o per precisione, possiamo avere (j) = (,) (semi-costrittivo) e, rispettivamente, () = (j). Per, pi importante notare che, nel parlato non lento, normalmente, le sequenze /ij, ji/ si realizzano come (i, i): ('FaRmix, -mix) /'armija/ apm$r, (m'i;, m'i;) /ma'ji/ mo$ A volte, anche nelle sequenze /j/ ()
(senza /i/), non facile percepire bene (), specie parlando velocemente: (b1'SFa;x, -a[;]x) (soprattutto in protona).
8.2.5.2. Nella scrittura, troviamo (per situazioni grache sorpassate) anche >w
z seguti da >e r $ e pure da > ma, in questi casi, le V valgono, oggi,
/e, a, o, u, / (ovviamente, ">& c' solo nei dizionari e nei testi didattici): ('qF)
/'qex/ zex, ('Sjk) /'Solk/ welk, (&pxR'Sjut) /para'Sut/ apawt, ('qFk) /'qrk/
z$pk, ('qF) /'qtj/ $t, ('jS) /'loS/ lo
Tuttavia, possono esser seguti da /j/ (j) (e, nella graa, interviene anche >),
che precede la V\ (S'jt) /S'jot/ wet, (S'ju;) /S'ju/ w, ('jqju) /'loqju/ lo
Inoltre, l'approssimante palatale pu apparire pure dopo (J), allora geminato,
fonologicamente, /jj/, e pu avere anche valore distintivo: (s'j;) /srj'jo/ cvpe,
(p'ju;) /pj'ju/ , ('ja;vx) /dj'javal/ drbol, (v'jut) /vj'jut/ bt, (IL'jiC) /ilj'jic/
*l$u Si possono trovare pure /sjj, zjj/, ma indicati da > (anche se non sempre,
come in ce$tcr, dato alla ne di questo paragrafo): ('j;x) /sj'jexatj/ cexat, (I='j) /izj'jatj/ $rt
Lo stesso avviene per /Jj/: (C'ja;) /c'ja/ ur ( ('Cat) /'cat/ uad, in cui la dierenza si nota anche per la diversa strutturazione sillabica). Le sequenze /ljj, njj/ si realizzano (Lj, Nj) (o anche (j, ~j), gi sucientemente diversi): (L'jt) /lj'jot/ "versa&
let ( ('t) /'ljot/ "ghiaccio& led o "(il) volo& let] (L'ju;) /lj'ju/ l, (vRN'j;)
/vranj'jo/ bpane, (sviN'ja;) /svinj'ja/ cb$nr
Ci sono anche casi in cui la (0) resta separata e ininuenzata da /j/ che la segue,
per cui necessario, e suciente, introdurre un trattino nella trascrizione fonemica (come la graa ricorre a >), quando non ci sia gi il segno dell'accento: (b'j;x) /ab'jexatj/ oexat, (s'j;qqx) /s'joqqa/ ce$tcr, (d&vu'ja;Rusni) /dvux-

8. russo

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'jarusni/ dbyxrpycnv=, (tRansjI6R'peisii) /trans-jivra'pjeiskii/ tpancebpoe=ck$=, (&mq'ja;Rusni) /mjeq'jarusni/ merpycnv=


8.2.5.3. L'altro approssimante, /x/, nonostante il simbolo uciale (di costrittivo), si realizza come (, ) (rispettivamente, velare e palatale, non-sonori); inoltre,
per assimilazione a una C sonora seguente, abbiamo (y), semi-costrittivo (velare),
che si distingue dall'elemento non-fonemico (F), meno evidente e meno invadente, inserito automaticamente davanti /'e, 'a, '/ nella pronuncia genuina e tipica (come avviene per (j), davanti a /'o, 'u/, 8.1.2): ('ju;q) /'xuq/ xye, ('mj)
/'mox/ mox, ('it-Ri) /'xitri/ x$tpv=, (g'Rjyq) /ga'roxq/ gopox e
Foneticamente, quindi, il russo ha sei foni approssimanti (o semi-approssimanti): (j, ) /j/ (, ) /x/; (F, j) /`/, e due semi-costrittivi: (y) /x/ e (,) (variante possibile di /j/, 8.2.5.1).
Vibranti
8.2.6. Nel sistema fonologico del russo, c' un solo fonema "vibrante& che si
realizza come vibrato alveolare (R), o prepalatale (), a seconda del contesto. Per enfasi, o parlando in modo lento e chiaro, come nell'insegnamento, possibile avere le varianti vibranti, (r, D), che si possono usare, in quelle situazioni; ma, per una
buona pronuncia, non sono indispensabili; invece, pi importante rispettare la
desonorizzazione normale ( 8.3.1.7): ('RFat) /'rat/ pad, ('pFak) /'park/ apk,
('pt5, -;t) /'pjotr/ etp, ('is) /'ris/ p$c, ('at) /'rjat/ prd, (f'nFa) /fa'narj/ fonap,
(i~'ab, -;bh) /sin'tjabrj/ centrp, ('vi[, -;) /'vixrj/ b$xp, ('jb-Rxs) /'obras/
opa, ('Fad-Is) /'adris/ adpec
Laterali
8.2.7. C' un solo fonema laterale, /l/, con tre tassofoni, (, , L), sempre indipendentemente dalla desonorizzazione ( 8.3.1.7); () alveo-velare, ma diventa dento-velare (eventualmente rappresentabile con (())), per assimilazione, davanti
a /t, d q s, z/: ('F;q) /'lq/ lv$, (s'j;vx) /s'lova/ clobo, ('dju) /'dul/ dyl, ('ig,
'i;g) /'igl/ $gl, (s'mFs, -;s) /s'msl/ cmvcl, ('i;qx) /'liqa/ l$za, ('qFa1) /'qalj/ al,
('tj1kx) /'toljka/ tolko, ('pFamx) /'paljma/ alma, ('Rjub1, -;b) /'rublj/ pyl,
('mF, -;) /'mslj/ mvcl, (&pj'it-Rx) /pol'litra/ ol-l$tpa (qui, la composizione lessicale mostra il prevalere sulla fonologia, dato che /l+l/ restano separati,
(), invece di fondersi in ()), (L'jut) /lj'jut/ lt Certi parlanti possono avere,
in tutti i casi, () dento-velare (o dentalveo-velare, invece che alveo-velare), non solo davanti alle articolazioni dentali.

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manuale di pronuncia

Strutture
8.3. In questa sezione, trattiamo soprattutto delle dierenze tra la struttura fonica e la scrittura, che presenta inevitabilmente delle "sorprese&, giacch la pronuncia cambia, mentre la graa resta immobile, salvo riforme uciali (comunque,
sempre insucienti e parziali, come quelle di Pietro il Grande {1708-1710}, dell'Accademia delle Scienze {1735, 1738, 1758} e di Lenin {1917} ('e;~In) /'ljenin/
Len$n). Tratteremo anche alcune distribuzioni diverse dei vari fonemi, nella formazione delle parole russe.
Tassofonica
8.3.1.1. Cominciamo contrapponendo alcune strutture (simili, ma non uguali), che lo straniero potrebbe confondere, compromettendo ci che dice.
La divisione in grafo-sillabe abbastanza elastica, secondo la grammatica russa,
per esempio: /sis'tra/ (Is'tRFa;) ce-ctpa cec-tpa cect-pa perci, sorprende un bel
po' che, per la divisione in fono-sillabe invece, le impostazioni prevalenti s'ostinino a voler proporre (e imporre) */si'stra/, 8.0.3).
Nel caso delle geminate grache, abbiamo, per esempio: An-na /'anna/, ma foneticamente ('Fannx).
8.3.1.2. Il russo ha una fonotassi (: raggruppamento dei fonemi) particolare, ovviamente; e daremo alcuni esempi di strutture diverse: ('vjtkx) /'votka/ bodka,
(g';) /g'dje/ gde, (s'vFabx) /s'vadjba/ cbada, (t'kFaC) /t'kac/ tkau, (p'pFaCkx) /ap'packatj/ oaukat, (p'i;qx) /p'tiqa/ t$za, (pIt'nj;) /pit'no/ rtno, (s'pju+~Ik) /s'putnik/ cytn$k, (pi+'a;, pIt-, 'pe+-x) /pit'lja, 'pjetlja/ etlr,
(pd'mtkx) /pad'mjotka/ odmetka, ('ep) /s'tjepj/ cte, (tk'nju) /tk'nutj/
tknyt, (d'qjut) /d'qut/ dyt, ('bjukx) /'butjka/ yd-ka, (t've 'v-) /t'vjerj/
Tbep, (+'a;) /t'lja/ tlr, (d'v; 'v;) /d'vje/ dbe, (_'~a;) /d'nja/ dnr, (k'vu)
/k'vjerxu/ kbepxy, (S'kju;Rx) /S'kura/ wkypa, (k'Fa) /k'lastj/ klact, ('jatx)
/'kjaxta/ Krxta, (t'jt) /t'kjot/ tket, (s'kj;I) /fs'kori/ bckope, (I'nu) /fti'nutj/ btrnyt, (&pt'fe) /part'fjelj/ optfel, (v'v) /v'vjol/ bbel, (v'jt) /vj'jot/
bet, ('ju;gu, 'kju-) /'kjugu/ k gy, (k'~i;gx) /k'niga/ kn$ga, (6z'gat) /vz'gljat/
bglrd In pronuncia di tipo tradizionale, la palatalizzazione di /k, g/ s'estende anche a casi come gli ultimi due: (k'~i;gx)m ('~i-)t /k'niga/ kn$ga, (6z'gat)m (-at)t
/vz'gljat/ bglrd
Altri esempi: (s'RFa;zu) /s'razu/ cpay, (s'pRFa;vx) /s'prava/ cpaba, ('zFatRx) /'zaftra/ abtpa, (zR'Ck) /zra'cok/ pauok, (';ii) /f'sjakii/ bcrk$=, ('j) /sj'jel/
cel, (6'=) /v'zjatj/ brt, (='iqqx) /z'liqqa/ l$tcr, (=';x) /z'djelatj/ cdelat, (dRu='ja;) /druzj'ja/ dpyr, (S'ju;) /S'ju/ w, (&tS'gFa) /atSa'gatj/ otwagat, (q'dFa) /q'datj/ dat, (q't) /q'djot/ det, (q'qFa) /q'qatj/ cat,
(C'Ctnx) /c'cetna/ tetno, ('PI) /x'ljoSSi/ xlectue, (IS'Sjkx) /iS'Solka/ $
welka, (i'i;) /sti'xi/ ct$x$, ('vjst) /x'vost/ xboct, (Rs'qvt) /ras'qvjet/ paczbet, (C'n) /c'ljen/ ulen, (kp'C;ni) /kap'coni/ kouenv=, (CIz'mRnx) /criz-

8. russo

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'mjerna/ upemepno, (&CI'vj;) /atci'vo/ otuego, ('mFa;) /tj'ma/ tma


Altri esempi ancora: (m'gFa;) /m'gla/ mgla, (m'nji) /m'noi/ mno=, (m'FatSi)
/m'latSi/ mladw$=, (m'~e;~i[]I) /m'njeniji/ mnen$e, ('e;~i[]I) /m'Seniji/ men$e, (m'RFa;mx) /m'ramar/ mpamop, ('Caqqx) /m'caqqa/ muatcr, (I'iz,
-;z) /ria'lizm/ peal$m, (If'RFag, -;g) /diaf'ragm/ d$afpagm, ('ve, -;)
/'vjedjm/ bedm, (d'RFa), -;M) /d'raxm/ dpaxm, ('me;Iq) /'mjesiq/ mecrz,
('pm) /f'prjamj/ bprm, ('kFa=8, -;=) /'kaznj/ kan, ('pe}, -;) /'pjesnj/ ecn, ('bFa;) /l'ba/ la, ('gFa) /l'gatj/ lgat, ('ig, 'i;g) /'igl/ $gl, ('RF, -;%) /'rxl/
pvxl, (b'dni) /b'ljedni/ lednv=, (S'a;px) /S'ljapa/ wlra, ('tFa;) /r'ta/ pta,
(R'qF;) /r'q/ p$, (R've;~i[]I) /r'vjeniji/ pben$e, ('~g, -;g) /'njegr/ negp, (pi't)
/fpi'rjot/ beped, ('ja;nx) /rj'janastj/ prnoct, (6'njut[, -;t) /v'nutrj/ bnytp
S'osservi anche, per nire: (spk'nju) /fsplak'nutj/ bclaknyt
8.3.1.3. In russo, generalmente (ma non necessariamente, come in pronuncia
veloce), gli occlusivi e gli occlu-costrittivi in sequenze eterorganiche hanno soluzione udibile ((0$0)), mentre quelle in sequenze omorganiche l'hanno non udibile
((00); solo qui, usiamo i diacritici relativi): (k'Rjp$kx) /ka'ropka/ kopoka,
(p$'i;qx) /p'tiqa/ t$za, (kup$'qju;) /kup'qu/ kyzy, ('jt$pusk) /'otpusk/ otyck, (t$'kFaC) /t'kac/ tkau, ('t$kx) /S'Sotka/ etka, (d$'gFat$kx) /ad'gatka/
otgadka, (s'vFa$bx) /s'vadjba/ cbada, (ig$'dFa;) /fsig'da/ bcegda, (g$';)
/g'dje/ gde, (pd$'mt$kx) /pad'mjotka/ odmetka, (zt$'me;~i[]I) /zat'mjeniji/
atmen$e, ('ib$nu) /'gibnutj/ g$nyt, (k$'~i;gx) /k'niga/ kn$ga, (i$'mji)
/sidj'moi/ cedmo=, (d$'ve, $'ve) /d'vjerj/ dbep (kg$'dFa;) /kag'da/ kogda, ('g$b) /'tjogb/ tek v
Ancora: (pIt'nj;) /pit'no/ rtno, ('bdni) /'bjedni/ ednv=, (&vxR+'~ik) /varat'nik/ bopotn$k, (pi+'a;, pIt-, 'pe+x) /pit'lja, 'pjetlja/ etlr, (fu+'a) /fut'ljar/
fytlrp. Inoltre: (p'pFaC$kx) /ap'packatj/ oaukat, (t'tju;dx) /at'tuda/ ottyda, (q'qFa;) /at'qa/ otza, (&I'nju) /atti'nul/ ottrnyl, ('u;dx) /at'sjuda/
otcda (anche (t'u-), e pure (t'su-) /at'su-/), (&CCI'vj;) /atci'vo/ otuego (le geminate fonemiche e sequenze omorganiche simili si realizzano come delle geminate fonetiche con durata limitata del secondo elemento: ((00))).
8.3.1.4. Oltre a /q, c/ (q, Q C[], ), ci sono anche sequenze come /ts, dz tS,
dq/ (ts, dz tS, dq) (generalmente, per, /ts, dz/ (ts, dz) passano a /q/ {(q) e (Q)},
tranne che nella composizione, soprattutto coi pressi): (&ts'Fa;u) /ats'laju/ otcvla, (pts'ju;Sx) /pats'luSal/ odclywal, (nts'mjt5, -;t) /nats'motr/ nadcmotp, ('jdzf) /'odzf/ otvb, (&pxdzxg'j;vxk) /padzaga'lovak/ odagolobok,
(nd'zj) /nad'zor/ nadop, (t'SF~Ik) /at'Seljnik/ otweln$k, (&bvIt'SFa;i)
/abvit'Sali/ obetwalv=, (&pxdq'gFa) /padq'gatj/ od$gat, ('tjdq) /'todq/
tot e, (d'qjugI) /d'qungli/ dyngl$ (&gxRq'kji, -ts'k-) /garats'koi/ gopodcko=, (s'vqii, -ts-) /sa'vjetskii/ cobetck$=, (ku'pFaqqx, -atsx) /ku'paqqa, -atsa/
kyatcr, ('qtvx, -tst-) /'djetstva/ detctbo (solo in pronuncia attenta, si possono avere le ultime varianti date, e soprattutto per inusso graco). Si notino le
dierenze tra /vj, vvj, v-j/ (v, vvj, vj), in: ('v) /'vjol/ bel, (v'v) /v'vjol/ bbel, (v'jku, 'v-) /v'jolku/ b elky; quest'ultima, (vj), passa facilmente a (v); ma possono restare distinte, nel parlare attento, soprattutto (pi) tradizionale.

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manuale di pronuncia

8.3.1.5. Oggi, per inusso delle forme base con desinenza non palatalizzante,
come ('Fapx) /'lampa/ lama, ('bjmbx) /'bomba/ oma, abbiamo anche
('FapI) /'lampi/ lame, ('bjmbI) /'bombi/ ome, mentre nella pronuncia tradizionale s'aveva ('Fa)pI, 'bjmbI). In ogni caso, si ha sempre: (Im'bi) /im'birj/ $m$p, (m'bi;qx) /am'biqja/ am$z$r
8.3.1.6. La geminazione consonantica fonologica, anche se limitata e realizzata
come semplice allungamento fonetico, piuttosto contenuto, che pu mancare in
pronuncia pi veloce, a meno che non si ritenga importante mantenere la dierenza (negli ultimi due esempi, a nn corrisponde /n/ (n)): ('SF) /'Stj/ w$t e (S'SF)
/S'Stj/ cw$t, oppure (p'Rqxni) /pa'djerqani/ odepannv= e (p'Rqxni) /pad'djerqani/ oddepannv=
Quest'allungamento ricorre solo in posizione iniziale di parola (anche dopo pausa) o tra V\ (f&fIv-R';) /ffivra'lje/ b febpale, (ss'Fa) /ss'latj/ ccvlat, (Iq'qj;gx)
/iq'qoga/ $oga, ('qFa) /q'qatj/ cat, (quq'qFa) /quq'qatj/ yat, ('dFanni)
/'danni/ dannve, ('jipi1) /'ottipilj/ otteel, (z'bjuI) /za'but[j]ti/ aydte, ('eni) /ad'djeljni/ otdelnv=, ('jdd) /'oddx/ otdvx.
Per /S[S]/ ([]), abbiamo: ('it) /S'Sit/ $t, (I'u;) /iS'Su/ $y, ('bj) /'borS/
op, (t'vFa;i[]) /ta'variS[S]/ tobap$; quindi: dopo C breve; nale dopo V
breve (o leggermente geminato).
8.3.1.7. Come s' visto da vari esempi, i fonemi consonantici sonori difonici
vengono sostituiti dai corrispondenti non-sonori, davanti a pausa, o davanti a C
non-sonore: (d'Rjuk) /d'ruk/ dpyg, ('vjtkx) /'votka/ bodka, (&bIskxI'ba;~ii) /biskali'banii/ e kolean$= al contrario, i fonemi non-sonori sono sostituiti dai corrispondenti sonori (o dai foni sonori, nel caso di /q, c/ (Q, )), davanti a C difonica sonora: (&~Ig'djt) /anig'dot/ anekdot, (&6gx~Is'tFan) /avganis'tan/ Afgan$ctan, (g'dj;mu) /g'domu/ k domy, ('Qb) /a'tjeqbl/ otez vl
Per, >b /v/ da sola non basta per render sonora una C non-sonora precedente,
infatti, deve esser seguta da una C difonica sonora (come /z, d, g/): (d6'zga;dx)
/adv'zgljada/ ot bglrda (ma (t'vFaI) /at'vlasti/ ot blact$] (g6d'v;) /gvda'vje/ k bdobe (ma (k6'nju;ku) /kv'nuku/ k bnyky, (k'vFa) /k'vam/ k bam]
Le uniche C sonore che ricorrono davanti a pausa, o davanti a C non-sonore, sono le sonanti, /m, n, r, l/ (anche se parzialmente desonorizzate, a meno che non
siano precedute da C non-sonore, nel qual caso si desonorizzano completamente;
ma solo parzialmente, se sono intense): ('tFa) /'tam/ tam, (s'mjt5, -;t) /s'motr/
cmotp, ('tFp) /'temp/ tem, (1'i) /lj'stitj/ lct$t Non sar male insistere
sul fatto che questa desonorizzazione non , e non dev'essere, completa, se la C che
precede sonora; l'importante che, davanti a pausa, non si pronunci una specie
di (), perci, la fonazione deve nire prima che si completi la tenuta della C in
questione; un altro espediente, abbastanza utile, per indicare il fatto, potrebbe essere l'impiego del diacritico di "non-esplosione& (), per contrastare l'aggiunta del
vocoide non-fonemico (), bloccando eettivamente l'articolazione; ma meno
frequente, tra i nativi.
Anche le V non-accentate (tra C non-sonore o tra queste e pausa) si possono de-

8. russo

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sonorizzare, ma meno frequentemente delle C e soprattutto nel parlare veloce,


perci le segn(i)amo solo qui (e con desonorizzazione solo parziale): ('vFstkx,
-txk) /'vstafka/ bvctabka, (pt'mjuSt, &pxt-) /pata'muSta/ otomy uto,
(';vuSk) /'djevuSk/ debywek; questo pu succedere anche per /i/ >= dei dittonghi, davanti a pausa (pur precedendo una V {sonora}, invece che una C non-sonora), come pure per V solo segute da C non-sonora: ('=im~i) /'zimnii/ $mn$=,
('Ce;p) /'cerip/ uepe Succede anche in sillaba accentata (davanti a pausa): (mu'=e) /mu'zjei/ mye=, (tRM'va) /tram'vai/ tpamba=.
8.3.1.8. Le C geminate grache (e >) sono fonicamente brevi davanti a pausa o davanti a C: (g'RFa) /g'ram/ gpamm, ('vFan) /'van/ bann, (d'qFn) /d'qn/
d$nn, (k'Fas) /k'las/ klacc, (p'Fa) /p'laS/ la, (pRg'RFamni) /prag'ramni/
pogpammnv=, ('Rjusii) /'ruskii/ pycck$=, (g'Rjupkx) /g'rupka/ gpyka, ('mjni) /'moSni/ monv=
Nei lessemi, le C geminate gracamente si possono realizzare come contoidi leggermente geminati (00): (&ss'nFans) /assa'nans/ acconanc, ('vFannx) /'vanna/ banna, ('kFassx) /'kassa/ kacca, ('tjnnx) /'tonna/ tonna
Per, pi spesso, le CC si pronunciano brevi: (&Is'tFat) /atis'tat/ attectat,
(b'jn) /ba'lon/ allon, (b'ein) /ba'sjein/ acce=n, (gR'mFa;Ikx) /gra'matika/
gpammat$ka, (d&iI'Rjkx) /drisi'rofka/ dpecc$pobka, (I';=i[]x) /i'ljuzija/ $ll$r, (&kxIk'if) /kalik'tif/ kollekt$b, (&mii'mt5, -;t) /mili'mjetr/ m$ll$metp, (&ku'pFa;qx) /aku'paqja/ okkyaz$r, (&pxR'e1) /para'ljelj/ apallel,
(pI'Rjn) /pi'ron/ eppon, (&Iq') /riq'sjor/ pe$ccep, ('tF;~Is) /'tenis/ tenn$c,
(&iI'tj;i[]x) /tiri'torija/ tepp$top$r, (tR'eibus) /tra'ljeibus/ tpolle=yc, (I'nqx) /i'sjenqja/ <ccenz$r, (I'fkt) /i'fjekt/ <ffekt
8.3.1.9. Nel parlare medio-veloce, c' la riduzione delle sillabe non-accentate
(in particolare quelle preaccentuali non-iniziali e le postaccentuali non-nali), soprattutto vicino a /r, l/: (px&mx', &pxm-, &pxm-) /pamala'djel/ omolodel,
(mx&xd'qj;n, &mxd-, &mxd-) /malada'qon/ molodoenv, (px&xR'~i, &px-, &pxR-) /paxara'nitj/ oxopon$t, (&kxR'ju;i, kx'j-, kRx'j-) /kara'ulitj/ kapayl$t, (&kxR8'in, k8-, kR8-) /karan'tin/ kapant$n, (&pxIk'mFa;I, phIk-,
pIk-) /parik'maxir/ ap$kmaxep, (&txR'kFan, t-, tR-) /tara'kan/ tapakan, (mx&xk'sjs, &mxk-, &mxk-) /malaka'sos/ molokococ, (gx&xs'vFa, &gxs-, &gxs-)
/galasa'vatj/ golocobat, (px&RxSu'ist, &pxSu-, &pxSu-) /paraSu'tist/ apawt$ct,
(bi&Is'vFa;ti, &bis-, &bi1s-) /bilisa'vati/ elecobatv=.
Altri: (dx&Rxg'vFa;ti, &dxg-, &dxRg-) /daraga'vati/ dopogobatv=, (=i&In'vFa;ti,
&=in-, &=in-) /zilina'vati/ elenobatv=, (pi&Id'vji, &pihd-, &pid-) /pirida'voi/
epedobo=, (pi&ivIR'nju, &pihvIR-, &pivIR-) /pirivir'nutj/ epebepnyt, (&dmi&~IstR'i6ni, -s-, -8s-) /administra'tivni/ adm$n$ctpat$bnv=, (I&~Iq'i;vx, &Iq-, &Inq-) /iniqa'tiva/ $n$z$at$ba, (I&~Iq'Fa, &Iq-, &Inq-) /iniq'al/ $n$z$al.
Ancora: ('i;kxxtkx, -xtkx, -xtkx) /S'Sikalatka/ $kolotka, ('sju;dxRxgx, -dxgx, -dxRgx) /'sudaraga/ cydopoga, (p'i;txxkx, -txkx, -txkx) /'pritalaka/ p$toloka, ('qFa;vxRxnxk, -vxnxk, -vxRnxk) /'qavaranak/ aboponok, ('j;xdnx, -dnx,

292

manuale di pronuncia

-dnx) /'xoladna/ xolodno, (z';xx, -x, -x, -x, ='-) /z'djelala/ cdelala,
(&bI'zFa;i1stvx, -Istvx, -stvx, -#tvx, -astvx) /abi'zatiljstva/ oratelctbo,
(ds'tFa;txCnx, -atCnx, -aCCnx) /das'tatacna/ doctatouno, (mI'nju;txCkx, -tCkx,
-Ckx) /mi'nutacka/ m$nytouka, ('n;vxvx, -*vx, -vvx) /'novava/ nobogo, ('sj;vvx, -*vx, -vvx) /f'sovvatj/ bcobvbat, (d'mj;vxvx, -*vx, -vvx) /da'movava/
domobogo, (xs'i;vxvx, -i*vx, -ivvx -'-) /SSast'livava/ cuactl$bogo, (nxk';vvxqqx,
-*vx-, -vvx-) /nak'ljovvaqqa/ naklebvbatcr, (&zxSpk';vvx, -*vx, -vvx)
/zaSpak'ljovvatj/ awaklebvbat, ('qFastvxvx, -t*vx, -tvx) /'qarstvavatj/
zapctbobat.
8.3.1.10. Nella formazione delle parole e frasi, con pressi e preposizioni, ci sono svariati incontri di V altrimenti non normali in russo; trattandosi, perlopi, di
posizioni preaccentuali, le riduzioni sono frequenti: (pg'iisi, pg-, -ng-)
/paang'liiski/ o-angl$=ck$, (z'e, z'-) /zaa'ljetj/ aalet, (nk'~;, nk-)
/naak'nje/ na okne, (vp';, vp-) /vaap'Se/ booe, (st'vqtvxvx, st-, -t*vx,
-tvx) /saat'vjeqtvavatj/ cootbetctbobat, (nd'nji, nd-) /naad'noi/ na odno=, (zs'ti, zs-) /zaas'tritj/ aoctp$t, (&stn'i, &st-, &sxt-) /saatna'sitj/ cootnoc$t, (&sb-R'qF;~i[]I, &sb-, &sxb-) /saabra'qeniji/ coopaen$e, (v&duS6'e;~i[]I, v-, vx-) /vaaduSv'ljeniji/ boodyweblen$e.
Ancora: (&vIx8'Ce1, &vI8-) /vialan'celj/ b$olonuel, (s&pIq'Fani, -'qFa-) /spiq'aljni/ cez$alnv=, (&sxq'iz, -q-, -;z) /saqa'lizm/ coz$al$m, (&~Idnk'RFatni, &~Ixd-, &~Id-) /niadnak'ratni/ neodnokpatnv=, (~I&bkn'vnni, ~iI-,
~I-) /niabkna'venni/ neovknobennv=, (&~i[]Iz'vsnx, ~Iz-) /nijiz'vjesna/ ne$bectno, (&nug'jk, &nxu-, &nu-) /nauga'lok/ na ygolok, (&pug'vj;Ru, &pxu-, &pu-)
/pauga'voru/ o ygobopy, (&udv'ka;tx, &uxd-, &ud-) /uadva'kata/ y adbokata, (&ug'Rj;dx, &uxg-, ug-) /uaga'roda/ y ogopoda, (&pImI'nFa, &pxIm-, &pIm-, &pm-) /paimi'nam/ o $menam.
8.3.1.11. Alcuni pronomi personali hanno forme ridotte: (i'ba;, i'a;, i&a, ,
x) /ti'bja/ ter, (i'b;, i';, i&, I) /ti'bje/ tee, ('vFas, &vas, vs, vxs) /'vas/ bac,
('vFa, &va, v, vx) /'vam/ bam, ('j i&b'dFa, 'j I'dFa) /'ja ti'bje 'dam/ r
tee dam, ('ja &vam'dFa, 'ja vxm'dFa) /'ja 'vam 'dam/ r bam dam.
Anche certi numerali hanno forme ridotte (forniamo solo i modelli, che servono anche per gli altri simili): (&ii'i;, i'i;) /disi'ti/ decrt$, ('i;nxqqx, -nxqx, -nqx) /a'dinaqqatj/ od$nnadzat, ('i;nxqqxti, -nxqxti, -nqxti, -nxqti) /a'dinaqqati/ od$nnadzatv=, (d'vFaqqx, d'vFa;qx, d'vFaq$) /d'vaqqatj/
dbadzat, (d&vFaqq'i;, d&vFaq'i;, dvaq'i;, dvq'i;) /dvaqqa'ti/ dbadzat$,
(&pii'at, &pii'-, pi[]i'-) /piddi'sjat/ rtdecrt, (pi'i;iiI, -'i;iI, -'i[;]iI) /pi'tidisiti/ rt$decrt$, (&S=i'at, &S=i'-, Si'-) /Szdi'sjat/ wectdecrt, (S'i;iiI, -'i;iI, -'i[;]iI) /Ss'tidisiti/ wect$decrt$, ('emixt, 'e)xt)
/'sjemdisjat/ cemdecrt, (i'mi;iiI, -'mi;iI, -'mi[;]iI) /si'midisiti/ cem$decrt$, ('vj;imixt, 'vj;i)xt, 'vj[;]i)xt) /'vosimjdisjat/ bocemdecrt, (v'mi;iiI, -'mi;iI, -'mi[;]iI) /vasj'midisiti/ bocm$decrt$.

8. russo

293

8.3.1.12. I nomi e i patronimici subiscono, normalmente, delle riduzioni dettate dall'uso e dalla frequenza, pi che da regole fonologiche particolari: ('j;IpxviC,
-ipiC, -IpC, -pviC, -pC, -pC) /'osipavic/ Oc$ob$u, (b'i;sxviC, -'iviC,
-'i;iC, -'i;sC, -'iC, -'i) /ba'risavic/ op$cob$u, ('pFavxviC, 'pFa;vviC, -aviC, -avC, -a;iC, -a;C, -a1C, -aC) /'pavlavic/ ablob$u, (&Ik'sFandRxviC, -andviC, -andviC, -andiC, -andRC, -a;~iC, -a;nC, &Ik'sFa8C, Ik'sFa8C, k'sFa8C) /alik'sandravic/
Alekcandpob$u, (v'i;mIRx6nx, -mIR6nx, -mIRxnx, -mIRnx) /vla'dimiravna/ Blad$m$pobna, ('f;dxRx6nx, -dxRxnx, -dR*nx, -dxRnx, -dnx) /'fjodaravna/ Fedopobna,
(b'i;sx6nx, -'isnx) /ba'risavna/ op$cobna, (kR'~e[;]I6nx, -'~6nx) /kar'njejivna/
Kopneebna, (f'e[;]I6nx, -'6nx) /fa'djejivna/ Fadeebna, (p'fi-jI6nx, -'fi;I6nx,
-'fi;Inx, -'finx) /par'firijivna/ opf$p$ebna, (s've;LI6nx, -'ve;I6nx, -'ve;I6nx,
-'ve;Inx, -'venx) /sa'vjeljjivna/ Cabelebna
Inoltre: ('Fannx mI'Faix6nx, -*nx, -xnx, -nx) /'anna mi'xailavna/ Anna M$xa=lobna, (&Ik'sFand RIk'sFandRxviC, &Ik'sFand RIk'sFandRC, Ik'sFand RIk'sFandRC, Ik'sFand RIk'sFa8C, Ik'sFan Ik'sFa8C, Ik'sFan 'sFa8C, 'sFan 'sFa8C) /alik'sandr alik'sandravic/ Alekcandp Alekcandpob$u, (&kxnst8'i; ns'Fa;kxviC, -'i;
nI-, &kxns'i; ~I'sFakC) /kanstan'tin sa'akavic/ Konctant$n *caakob$u, ('pFa;vI
'vFa;nxviC, -vi lI-, -vFa8C, 'pFa 'vFa8C) /'pavil i'vanavic/ abel *banob$u
8.3.1.13. Correntemente, /ji/ >e r si riduce a /i/: (jI'mju;, I-) /ji'mu/ emy, (jI'qF;, I-) /ji'qi/ e$, (jIv'aqqx, Iv'aqqx, Iv'aq[q]) /jiv'ljaqqa/ rblrtcr, (&~i[]i'stvInnx, ~ii'svInx -'ev-) /nijis'tjestvinna/ neectectbenno.
Generalmente, /ij/ = "/i/& ( 8.2.5.1): (vi'i;x, -'i;x, -'ix) /vi'tija/ b$t$r,
('FaRmix, -mix, -mIx) /'armija/ apm$r, (&pi'iqqx, &pi-) /priju'tiqqa/ p$t$tcr, (pi'j+~iI, pi'+~iI) /pri'jatniji/ p$rtnee, (&qi'j;, -i';) /qti'je/ $t$e, (&bi'ju;, &bi'u;) /'btiju/ vt$
Inoltre, correntemente, si ha /0jj/ = /0j/ e /ii0/ = /i0/: (&pi-jI'vji, &piI'vji) /pirjji'voi/ epebo=, (b'CC-jI, -;CI) /b'cacjix/ vuau$x, ('kFa=N-ju,
'kFa=~-ju, 'kFa=~u) /'kaznjju/ kan, (u'bjv-ju) /lju'bovjju/ lob, (Svii'qFa,
Svi'-, SvI'-) /Svii'qar/ wbe=zap, (iist'vi;inx, Ist- ii- i-) /diist'vitiljna/
de=ctb$telno.
Nel caso delle preposizioni + /j/, abbiamo anche /`/: (vjI'vj 'dj;mI, v'vj) /v-ji'vo 'domi/ b ego dome, (sjI'pjnqxmI, s'pjn-) /s-ji'ponqami/ c ronzam$; per, ormai, sono diuse pronunce come: (vI'vj 'dj;mI, I'pjnqxmI), come pure: ('ju;gu) /'kjugu/ k gy, per ('kju;gu).
8.3.1.14. Nella pronuncia tradizionale, /i/ >$- preceduto, nella frase, da C (diversa da /c, S, 0j/ >u t), passa a // (meno sistematicamente nel caso di /k,
g, x/, per cui troviamo anche (k, g, ) + (i, I)), per, in pronuncia moderna, rimane /i/, anche se con C invariata (cio, non (J)), ma con /k, g, x/ (, , ) + (i, I)):
(s'm I'gj;I)m ('m 'gj;, i-)t /s'mjex i'gori/ cmex $ gope, ('i;gxu)m ('kF-,
'kji;-)t /'kigarju/ k *gop, ('dF mI't)m (m-)t /'dm i'djot/ dvm $det, ('tjivi[]Ivx)m (a'tFv-)t /a'tivlijiva/ ot *bl$eba, ('kj tI'pj;vx)m (t-)t /'kot i'povar/ kot $
obap, (&jnIz'djyb)m (&jnz-)t /on-iz'doxb/ on $dox v, (I'vFa;nx)m (s-)t
/s-i'vanam/ c *banom, (I'vFa;nu)m (k-, ki-)t /k-i'vanu/ k *bany, (t'vFa;i I'vFan)m

294

manuale di pronuncia

(- C-)t /ta'variS Si'van/ tobap$ *ban.


Tradizionalmente, Italia, cio *tal$r ha questo stesso comportamento, tanto che, anche per Alitalia (che Ali + Italia] si ha: (--, -I-)t pi che (-I-)m.
Sempre nella pronuncia tradizionale, anche /i/ ><- preceduto, nella frase, da C
(diversa da /c, S, 0j/ >u t), passa a //, ma spesso resta /i/; mentre, in pronuncia moderna, abbiamo (I) /i/ (e, soprattutto in quella alternativa, () "/e/&),
sia per l'iniziale assoluta, sia con C precedente: (&tII'vFa;txRx, &tI-)m (&ti-, &tIi-)t /at-ili'vatara/ ot <lebatopa Rispettivamente, in posizione iniziale assoluta,
abbiamo: (&II'vFa;txRx)m (&-, &-)a (&i-, &Ii-)t /ili'vatara, -/ <lebatopa (I'pj;x)m
(-, -)a (-, i-)t /i'poxa, -/ <oxa
Per il non autoctono >=enwte=n, abbiamo: (&i=INS'tFin, &I-, -z-) /eizinS'tein,
i-, -ze-/; e (&si=INS'tFinx, &si=-, &sIz-, -N-) /seizinS'teinam, si-, -ze-/ c >=enwte=nom

Varianti di pronuncia: "moderna&, "tradizionale& e "alternativa&


8.3.2.0. C' un'innegabile scarsa conoscenza generale della pronuncia russa, sia
tra nativi che tra stranieri, pur riferendoci soprattutto agli "addetti ai lavori&. Ci
sono, inoltre, metodi diversi di descrizione e di valutazione, nonch applicazioni
diormi di criteri diversi sull'argomento. Come s' gi avuto modo d'anticipare,
anche i parlanti "modello& uciali, della stessa radio-televisione, oscillano tra pronunce pi o meno moderne o tradizionali (e alternative), probabilmente anche
per mancanza d'informazione specica, per confronti e scelte convenienti, visto
anche il tipo di "trascrizione& (in realt, una semplice e banale "riscrittura& grafemica) usato nei manuali e dizionari, pure uciali e "scientici&.
Comunque, quanto descritto nora rientra, a pieno diritto, nella pronuncia russa "neutra moderna&, che si va sempre pi aermando e diondendo, essendo anche meno lontana dalla graa. Ora segnaleremo le dierenze che rientrano, prevalentemente, nella pronuncia "tradizionale&, secondo la "vecchia pronuncia moscovita& che era acquisita oralmente, comprese le "strane& eccezioni, che la dierenziavano, per certi aspetti, dalla pronuncia di (San) Pietroburgo poi chiamata Pietrogrado, poi Leningrado, e ora San Pietroburgo: come dire "rinmina ch ti passa!&
generalmente pi fedele alla scrittura, ma non in un banale modo pedissequo.
f 8.3. Elementi vocalici del russo tradizionale (e alternativo).
/JuJ/ (%)t, /JuJ/ (T)t
/'u, u'/ (u)t, /u/ (U)t
{/u/ (, , )a}
/'JoJ/ (+)t
/'o/ {/o/} () {/'o, "o/ ([])}t
/'e/ () {/'e, "e/ ([])}t
/a'/ (a)t, /a/ (x)t
/'JaJ/ (, "[])t
/'a/ (a), /'a, "a/ (a[])t
>e /i/ ()t, >e, r, a /i'/ (', J'J)t >e /i[]/ ()a, /0iJ/ ()a, >< /i/ ()a

/'i, 0iJ, i'/ (i)t, /i/ (I)t


/', '/ ()t, // ()t, /'/ ()t
/...'/ (, )t:a /'..., / ()t:a
/'JeJ/ (e)t

8. russo

295

8.3.2.1. Nei contesti "interpalatali&, la pronuncia tradizionale ha delle articolazioni decisamente pi avanzate e chiuse ( f 8.3 8.1.4, anche se i simboli (i,
e) sono "uguali&, ma stanno per (i, e)): ('bi) /'bitj/ $t ('je1) /'jelj/ el, ('p)
/'pjatj/ rt, ('+;x) /'tjotja/ tetr, (%'fak) /tju'fjak/ tfrk
Per le pretoniche alte non-arrotondate, /i, /, la pronuncia tradizionale ha una
realizzazione pi chiusa di quella moderna; mentre quella arrotondata, /u/, pi
aperta, in tutte le posizioni non-accentate, tranne di nuovo nella pretonica (
sempre la f 8.3): /i', ', u'/ (i', ', u')t (I', ', u')m: (&bi'kjs)t (-I-)m /abri'kos/ ap$koc,
(b'i;)t (b-)m /b'ki/ vk$, (u'qF;)t:m /u'qe/ ye. Un'/a'/ pretonica (a')t (')m: (&Uga'jk)t (&ug-)m /uga'lok/ ygolok.
La pronuncia tradizionale ha anche, pi tipicamente, "/e'/& (', '+J) per >e, r
pretoniche (comprese >ua a, ma non per >$, che ha /i'/ (i')); tutte queste, nella pronuncia moderna, hanno /i'/ (I', i'+J)): ('i)t (i'i)m /di'litj/ del$t,
(~'i;)t (~i'i;)m /nis'ti/ nect$, (t'i;)t (ti'i;)m /tris'ti/ tprct$, (C'sF;)t (CI'sF;)m /ci's/ uacv si considerino, quindi, (i'sFa;)t (I'sFa;)m /li'sa/ l$ca e ('sFa;)t:a
(I'sFa;)m /li'sa/ leca Nel contesto /J'/, appare solo un altro fonema neutro moderno /u/ (u, ): (u'dFa;)m:t /sju'da/ cda, ('bi)m (%'bi)t /lju'bitj/ l$t
La pronuncia moderna ha /i, ji, ji/ per >e in sillaba non-accentata e /i/ per ><
(iniziale) in tutti questi casi, la pronuncia "alternativa&, rinforzata dalla graa,
pu avere "/e/& (, J): (b';zx)a (bi-)m /bi'rjoza/ epea, (&b'qj;ni)a (&biI-)m
/biri'qoni/ epeenv=, (&m'na;)a (&imI-)m /simi'na/ cemena, (p&m'i;)a (pi&imi-)m /pirimi'li/ epemel$, ('be;k)a (-Ik)m /'bjerik/ epeg, (&bI'zFa;nx)a (-i-)m
/abi'zatiljna/ oratelna, ('vF;)a (-ii)m /'vtiritj/ bvtepet, ('tFaS, -)a
(I'tFaS)m /i'taS/ <ta, ('mj;)a (-)t (-I)m /'mori/ mope ('pj;)a (-)t (-I)m
/'polji/ ole (per >e la pronuncia alternativa con ()t particolarmente frequente per il genere grammaticale neutro).
8.3.2.2. Per //, la pronuncia moderna ha (), mentre quella alternativa e, spesso, quella tradizionale hanno anche le varianti pi aperte, (, ): pi frequentemente, prima dell'accento, troviamo ()a:t; dopo l'accento, ()a:t; in nale assoluta ()a
()t: (&bta'vji)t (&bt-)a (&bt-)m /bta'voi/ vtobo=, (&va'i)t (&v-)a (&v-)m /vxa'ditj/ bvxod$t, ('vF;m%)ta (-m%)m /'vml/ bvmvl, ('j;pt)t (-pt)a
(-pt)m /'opt/ ovtv (q'vjtnx)t (-nx, -)a (q'vjtnx[]I)m /q'votnaji/ $botnoe.
Come abbiamo gi avuto modo di dire, questi timbri di // (, ) sono abbastanza simili a quello di /a/ (x), per cui facile ritenerli lo stesso suono, proclamandone la neutralizzazione; per, generalmente, la sfumatura c', tanto pi che le vere
confusioni sono poche, anche gracamente, salvo casi clamorosi di scarsa istruzione.
In pronuncia tradizionale, per >e, spesso, troviamo ()t anche per // (oltre
che per /i/, pi sorprendentemente, come visto alla ne del 8.3.2.1): ('juCS)m
(-)t /'lucS/ lyuwe ('ju;q)m (-)t /'xuq/ xye e qui si pu palare davvero di neutralizzazione possibile, tra /i/ e //, pi tipica d'altri tempi.
Per /u/, la pronuncia alternativa pu avere (0, 0, 0 J, JI, JJ, JiJ) (nella f 8.3, () tratteggiato e sottile e glossato fra parentesi): (&kv'kFaqqx, &k-,

296

manuale di pronuncia

&k-)a (&kuv-)m /kuvr'kaqqa/ kybvpkatcr, (&sm'tj;x, &s-, &s-)a (&su-)m /suma'toxa/ cymatoxa, ('zFa;mq, -m-, -m-)a (-uq)m /'zamuqm/ amyem,
(kx&m~i'j;, -mi-)a (-m~i-)m /kamjuni'kje/ kommn$ke, (I'me;&iix, -[]i&-)a
(-&-)m /i'mjejuSSiisja/ $me$=cr, ('dFa;, I-)a (-)m /sju'da/ cda
Nella pronuncia tradizionale, si pu trovare anche: (mid've;mI)t (mId've;imI)m /mid'vjedimi/ medbedrm$ (mi've;)t (mId've;i)m /mid'vjedim/
medbedem, ('vF;~s)t (-Is)m /'vnis/ bvnec e, d'altra parte, pure: (i'vj_~I)t (I'vjd~x)m /si'vodnja/ cegodnr.
8.3.2.3. Gli aggettivi in -k$=, -g$=, -x$=, nella pronuncia tradizionale hanno
/i/ (i), ma anche (i) (di solito reso con "/j/&, come se fosse (xi) /ai/ {pur essendo
un po' diverso, f 8.1}), preceduti da (k, g, ), invece della resa moderna con /ii/
(ii, ii, ii) (secondo la graa): (z'vj~ki, -ki, -k-)t (-ii, -8ii)m /z'vonkii/
bonk$=, (s'tRj;gi, -gi)t (-ii)m /s'trogii/ ctpog$=, ('i;i, -i)t (-ii)m /'tixii/
t$x$=
Oggi, tale pronuncia tradizionale suona non-neutra, oppure aulica. Anche i verbi in -$bat hanno questo comportamento: (pa'mFakvx)t (p'mFaIvx)m /pa'malkivatj/ omalk$bat, (na'a;gvx)t (n';Ivx)m /na'tjagivatj/ natrg$bat, (pa'mFa;vx)t (p'mFa;Ivx)m /pa'maxivatj/ omax$bat
Per le desinenze non-accentate, con -V=, la pronuncia moderna ha (ii) /ii/ -$=,
(ii) /ii/ -e=, (i) /i/ -v=, (xi) /ai/ -o=; quella tradizionale ha "/i/& (i) per -v=, e
quella alternativa ha "/ei/& (i) per -e= (e, di solito, ha anche "/i/& (i) -v=), spesso descritte come neutralizzazione dei primi due (e cos , nel neutro moderno) e
dei secondi due (per, si ha: (i)m/(i)a V (xi)): ('i;~ii) /'sinii/ c$n$=, ('ju;ii)m
('ju;i)a /'ulii/ yle=, (t'Rjudni)m (-ni)t /t'rudni/ tpydnv=, (t'Rjudnxi) /t'rudnai/
tpydno=
La pronuncia moderna, per wa, a, za pretoniche (anche con >o), ha /0a'/
(0'), mentre quella tradizionale aveva /0'/ (0') (che ormai aulica): (S'i;)m (S-)t
/Sa'gi/ wag$, (q'RFa;)m (q-)t /qa'ra/ apa, (d&vxqq'i;)m (-qq-)t /dvaqqa'ti/ dbadzat$ Per, ci sono delle parole per le quali ancora frequente la pronuncia del
tipo tradizionale: akt acmn abl ewaml dbdzat tpdzat
lowad= In generale, per queste sequenze, c' anche una pronuncia alternativa,
di compromesso, con (', ') per /'/; la stessa si ritrova anche per we, e, ze pretoniche (anche con >o); ma, in pronuncia moderna, si ha /'/ = ('): (Sp'tFa) /Sp'tatj/ wetat (q'nFa;) /q'na/ ena (q'nFa;) /q'na/ zena.
8.3.2.4. Tra le maggiori dierenze con la graa, per la pronuncia tradizionale,
troviamo le desinenze verbali non-accentate -rt, -r$=, che hanno /u/ (oggi considerato, per, aulico o non-neutro, giustamente) invece della pronuncia moderna, con /a[0], i/: ('j;Ut)t ('j;xt)m /'xodjat/ xodrt, (s'tRj;Tii)t (s'tRj[;]iii)m /s'trojiSSii/ ctpor$=
Un'altra pronuncia non-neutra, che si pu sentire (questa volta con scambio timbrico opposto), riguarda i femminili come ('djb-Ruu -xu) /'dobruju/ dopy,
('i;~u -i[]u) /'sinjuju/ c$n
La pronuncia tradizionale pu avere (x) per /a/ () (iniziale non-pretonica) e

8. russo

297

() per /a/ (x) (nale): (&xdn'vj;)t (&d-)m /adna'vo/ odnogo, ('pjzn)t (-nx)m
/'pozna/ odno
8.3.2.5. La pronuncia tradizionale ha (C)t (o anche, come s' gi detto, (C)t o
(C)t) per (, , )m /S[S]/, ma a Mosca sempre prevalsa quest'ultima, pi agile: (Ci'kFa;)t (I-)m /SSi'ka/ eka, (ta'vFa;iC)t (t'vFa;i[])m /ta'variS[S]/ tobap$
contrariamente alla traslitterazione pi frequente, il grafema > sembrerebbe
indicare una maggiore relazione articolatoria con >w (S) /S/; e la pronuncia costrittiva , in ogni caso, pi conveniente: ('jI) /S'Sastjji/ cuacte, (&pii'piIk)
/piri'piSSik/ epe$cu$k (il susso -u$k non percepito come separato{re}).
Comunque, in pronuncia moderna, si ha anche (C) /Sc/, quando ci sia un chiaro conne morfemico, mostrato pure dalla graa, con >cu u wu u ctu du,
mai >: ('C) /S'cem/ c uem, (&ICI'vj;) /iSci'vo/ $ uego Hanno /SS/ o /Sc/: (vIs'njuIti, -C-) /vis'nuSSiti, -Sc-/ becnywuatv=, (b'RjIti, -C-) /ba'roSSiti, -Sc-/
opoduatv=.
Ma, tra lessema e susso, generalmente si ha () /SS/: (Iz'vjIk) /iz'voSSik/ $bou$k, (&pii'beIk) /piri'beSSIk/ epeeu$k, ('qjI) /'qoSSi/ ectue Tra presso
e lessema, pi frequente (C) /Sc/: (bi&CI'veCni) /biScila'vjecni/ ecuelobeunv=, (&ICI'i) /iScir'titj/ $cuept$t, (&RxCI'aqqx) /raSci'xaqqa/ pacu$xatcr
in parole pi frequentemente usate, come pure quelle in cui il presso non pi
sentito separato, di solito si ha () /SS/: (Rx'skx) /raS'Soska/ pacuecka, ('jI)
/S'Sastjji/ cuacte, ('t) /S'Sot/ cuet, (I's) /iS'Ses/ $cue
pico, poi, pi della pronuncia tradizionale che non di quella moderna, il fonema /ZZ/ () (che ricorre in poche parole e solo all'interno di lessema): ('t)t
(q'qjt)m /q'qot/ et, ('jeU)t ('jqqu)m /'jeqqu/ ey, (&U[]i')t (&u[]Iq'qFa)m
/ujiq'qatj/ yeat, ('pjI)t ('pjqq)m /'poqq/ oe per i derivati di ('djC)t
('dj, 'djS)m /'doS, 'doStj/ dod abbiamo: ('djIk)t ('doZZik/ ('djqIk)m
/'doqdik/, dod$k, (da'i;)t /daZ'Zi/ (dq'i;)m /daq'di/ dod$, (da')t /daZ'Zom/ (dq')m /daq'djom/ dodem
8.3.2.6. Come s' visto, in russo (anche moderno), per assimilazione di sonorit,
abbiamo (y) (semi-costrittivo sonoro) per /x/: (&jnIz'djyb)m (&jnz-)t /oniz'doxb/ on $dox v. Nella pronuncia tradizionale, in alcune parole d'mbito particolare, abbiamo pure: ('bj;yx)t ('bj;gx)m /'boga/ oga, (yas'pj)t (gs'pj)m
/gas'potj/ gocod, (buz'yFa1I)t (buz'gFa1I)m /bjuz'galjtir/ ctgaltep (inoltre, con /gi/ (JI)t, vero costrittivo): (a'bj;JI)t ('bj;I)m /a'bogi/ o oge); lo stesso
avviene per le seguenti forme, che resistono ancora pure in pronuncia moderna:
('bj)t (-, -k)m /'box, -k/ og, ('yjspxI)t (y-, g-)m /'gospadi/ Gocod$! tra non
molto, (y), per /g/, dovrebbe scomparire completamente (seguto da /ZZ/ = /qq, qd/,
come s' visto).
Per la preposizione k seguta da g- abbiamo: (y'gj;RxdU)t (g'gjRxdu)m /g'goradu/ k gopody. Inne, anche nel russo moderno, abbiamo (H, y) per il fonostilema
"/h/& nell'esclamazioni (e nelle onomatopee): ('HFa;, 'yFa;) "/a'ha/& aga!
Nella pronuncia tradizionale /k, g/ sono (, y) davanti a occlusivi: (tay'dFa;)t
(tg'dFa;)m /tag'da/ togda, ('tj;)t (k'tj;)m /k'to/ kto, (ka'mju;)t (kk-)m /kka-

298

manuale di pronuncia

'mu/ k komy Per -g davanti alla desinenza -k$= e suoi derivati, abbiamo (, k ,
): ('mii)m, ('mki)t /'mjakkii, -xki/ mrgk$=, ('makkxmu)m, ('makxmU)t
/'mjakkamu, -xk-/ mrgkomy, ('kki)m, (-k-)t /'ljokki, -xk-/ legkv=, ('makCI)m,
(-CI)t /'mjakci, -xci/ mrgue, ('Pii)m, ('ki)t /'ljokkii, -xki/ legk$=, ('kCI)m ('CI)t /'ljekci, -xci/ legue; ma (k) avr la meglio, anche se spesso considerata ancora piuttosto non-neutra. Infatti, per esempio, per trgua=w$= si ha gi
(Ik'CiSi, I-) /tik'caiSi/, e per otrgu$t, (&Ik'Ci, -'C-) /atik'citj/. Nelle
sequenze gt, kk, abbiamo: ('kjkI)m (-I)t /'kokti/ kogt$, ('njkI)m (-I)t
/'nokti/ nogt$, ('kx)m (-x)t /'djoktja/ degtr
Il pronome uto sempre (S'tj;) /S'to/, come nei suoi composti, tranne neuto
('~eCtx) /'njecta/; mentre n$uto pu avere due pronunce: (~IS'tj; ~iC'tj;) /niS'to nic'to/. Inoltre, >u vale /S/ nei patronimici femminili: ('v;Rx IL'ji;~ISnx) /'vjera
ilj'jiniSna/ Bepa *l$n$una, e in: (k'~Snx) /ka'njeSna/ koneuno, (n'RjSnx) /na'roSnx/ napouno, (s'kjuSni) /s'kuSni/ ckyunv=, (ji'[]iS~Iqx) /ji'jiSniqa/ r$un$za
La sequenza graca un valeva, nella pronuncia tradizionale di parole comuni,
/Sn/; in quella moderna, vale /cn/, anche se, per alcune, ci sono entrambe le pronunce; comunque, in generale si ha: ('bju;xCnxx)m (-Sn-)t /'bulacnaja/ ylounar,
('lFa;vxC~Ik)m (-S~-)t /'lavacnik/ laboun$k, (m'jCni)m (ma'jSni)t /ma'locni/ molounv=
8.3.2.7. Nella pronuncia tradizionale, le C che precedono le si palatalizzano
in modo pi consistente di quanto avviene nella pronuncia moderna: (za'me;~i[]I)t (zt-)m /zat'mjeniji/ atmen$e, (s'kjp)t (s'kjp)m /s'korpj/ ckop, ('CeI)t ('CI)m /'certi/ uept$.
Ancora: ('eI)t ('I)m /'djefki/ debk$, ('ve)t (d'v-)m /d'vjerj/ dbep,
('min)t (t'min)m /t'min/ tm$n, ('mit-ii)t (d'm-)m /d'mitrii/ Dm$tp$=, ('m;nx)t (s'm-)m /s'mjena/ cmena, ('me)t (s'm)m /s'mjertj/ cmept, (pi'nFa;)t
(s'pI-)m /spin'a/ c$na, ('f;Rx)t (s'f-)m /s'fjera/ cfepa, ('vt)t (s'vt)m /s'vjet/ cbet,
('~i;gx)t (k'~i-)m /k'niga/ kn$ga, (pI&sxqa'i=mI)t (-'izmI)m /prisaqa'lizmi/ p$
coz$al$me (non aatto neutra la diusa pronuncia con palatalizzazione generalizzata: (&kxmu'~iz, -;z, -mm- -=))t (&kxmu-)m /kamu'nizjm, -mm-/ kommyn$m] nemmeno nella pronuncia tradizionale, si ha la palatalizzazione di /l/ per
assimilazione: ('mjvI) /'molvji/ molbe, neppure per geminazione: (&pj'it-Rx)
/pol'litra/ ol-l$tpa
La palatalizzazione tradizionale pi tenace all'interno di parola che all'inizio:
(&nxvi'~;Ci)t (&nxsvi'~;Ci)m /nasvi'njacitj/ nacb$nru$t, (viN'ja;, sv-)t (sviN'ja;)m /svinj'ja/ cb$nr
Inoltre, la palatalizzazione per assimilazione normale, pure nella pronuncia
moderna, per fonemi omorganici (tranne /l, r/) anche se si sta diondendo quella senza palatalizzazione, che mostra ulteriormente la convenienza d'un'impostazione fonologica come quella adottata qui: ('SF, -s) /'Sestj/ wect, (k'~e,
-s'~-) /kas'njetj/ kocnet, ('ep, s'-) /s'tjepj/ cte, (='e, z'-) /z'djesj/ dec,
(mi'i;, smis'i;) /smis'ti/ cmect$
Per i fonemi eterorganici, la palatalizzazione indiretta non pi attuale: (Iz'b;)m
(i='b;)t /iz'bje/ $e, (Rz'm)m (Ra='m)t /raz'mjatj/ pamrt, (s'm)m ('m)t

8. russo

299

/s'mjex/ cmex Quando ci vuole, anche la graa l'indica: (i='b;) /rizj'bje/ pee,
(v='mi;) /vazj'mi/ bom$, (i'm;) /tisj'mje/ tecme
8.3.2.8. Si notino le dierenze tra pronuncia moderna e tradizionale, per quanto riguarda /rJ/: ('RmIn)m ('emIn)t /'tjermin/ tepm$n, (I'pit)m (i-)t /tir'pit/ tep$t, ('Rbi[]x)m ('eb-)t /'sjerbija/ Cep$r, ('vf)m ('vef)t /'vjerfj/ bepf,
('CRvI)m (-vI)t /'cervi/ uepb$, ('R~i[]I)m ('e~-)t /'tjerniji/ tepn$e, ('qF)m
(-)t /'qertj/ epd, (u'Ri[]I)m (-ei[], -[])t /u'sjerdiji/ ycepd$e, ('Ri)m
(-e-)t /s'tjerlitj/ cteplrd, ('vi[]x)m ('ve-)t /'vjersija/ bepc$r, ('vR=Ix)m ('ve=Isx)t /s'vjerzilsa/ cbep$lcr, (k'mCIsii)m (ka'meCiii)t /ka'mjerciskii/ kommepueck$=
Anche in pronuncia tradizionale, come in quella moderna, si ha (RJ) dopo ('0)
(con V non-anteriore): ('pFai[]x) /'partija/ apt$r, ('jRI) /'ordir/ opdep,
('djuR~I) (-)t /'durni/ dypne, ('mFaRx) /'marlja/ maplr, ('kjuI) (-)t /'kursi/ kypce lo stesso avviene dopo V non-accentata (anche se anteriore): (vI'e) /vir'tjetj/
beptet, (IR'vis) /sir'vis/ cepb$, (vIR'=i;x) /vir'zila/ bep$la, (=IR'~Isti) /zir'nisti/
epn$ctv=
Non si palatalizzano le C + (): (v'e;mx) /v'rjemja/ bpemr (f'skx) /f'rjeska/
fpecka (p'tt) /par'trjet/ optpet (n'di) /xan'dritj/ xandp$t (pIz'it)
/priz'rit/ pep$t
La pronuncia tradizionale, per il riessivo (in -cr -c] ha /s/ (non /sj/), tranne
che nei gerundi con accentazione ultimale: (ba'j)t (b'j)m /ba'jasj/ orc (contro (&sxbi'RFa;xs)t (-bI-)m /sabi'rajas/ co$parc] nella pronuncia moderna, invece,
i riessivi hanno /sj/ (), tranne le terze persone (in -tcr) e gl'inniti (in -tcr):
(~i'qqx) /ni'sjotsa, -qqa/ necetcr, (k'djuqqx) /kla'dutsa, -qqa/ kladytcr, (u'Ciqqx) /u'citsa, -qqa/ yu$tcr
In particolare le C linguali anteriori sono soggette alla "palatalizzazione& per assimilazione, anche in pronuncia moderna: ('mjIk) /'mostik/ moct$k, (i'~ik)
/lis'nik/ lecn$k, (u='eCkx) /uz'djecka/ ydeuka, (R'bj+~Ik) /ra'botnik/ paotn$k, (_'~i;) /ad'ni/ odn$, ('bFa8Ik) /'banSik/ an$k; davanti a (), dopo (, R), o
nella pressazione, o all'inizio di parola, si hanno entrambe le pronunce (la "palatalizzazione& pi tradizionale): (pIt'a;, pi+-, 'pe+-x)m (p+-, 'pe+-)t /pit'lja/ etlr,
('jsIk, --) /'oslik/ ocl$k, (ts'ak, -'-)m (ta'-)t /tals'tjak/ tolctrk, ('mRz~It, -=~-) /'mjorznit/ mepnet, (sI'nFa;, -)m (-)t /sti'na/ ctena, (z'e, ='-)
/z'djes/ dec, (s'~k, '~-) /s'njek/ cneg, (&RxsI'RFa, -I-)m (-i-)t /rasti'ratj/ pact$pat, (pd'~s, -_'~-)m (pa_'~-)t /pad'njos/ odnec.
8.3.2.9. I pronomi $x $m $m$ sono regolarmente /ix, im, 'imi/ ('i, i, I 'i,
i, I 'i;mI, &imI, &ImI), mentre tradizionalmente avevano la pronuncia eccezionale (per >$) con /ji/, per analogia con ego /ji'vo/, emy /ji'mu/ (ma oggi, ormai, aulica o non-neutra).
La pronuncia tradizionale faceva un caposaldo del fatto che >C$ fosse /0/:
(v'tFa;i[]U)t /v'taliju/ b *tal$, ('kF;I)t /'kri/ k *pe, distinguendoli da (vi'tFa;i[]U)t /vi'taliju/ B$tal$, ('i;I)t /'kiri/ K$pe per, i parlanti nativi, spontaneamente, rendono le cose naturali, eliminando gli artici, per cui oggi prevale de-

300

manuale di pronuncia

cisamente la pronuncia "palatalizzata& per entrambe le coppie d'esempi, senz'altro a causa anche della graa, dimostrando ulteriormente che il russo ha eettivamente sei fonemi vocalici indicati dall'ortograa (col solo problema delle riduzioni in sillaba non-accentata e dei mutamenti storici). I puristi (ovviamente!) continuano a considerare non-neutra questa pronuncia spontanea, ma senz'altro dovranno cambiare opinione, presto; una posizione equilibrata indica, perci: /'kiri,
'kri/ (pronuncia "intenzionale&: usata perch "si dovrebbe&).
8.3.2.10. La scrittura uciale conserva non poche lettere che non corrispondono (pi) a suoni eettivi. Il caso pi comune quello di >t, d tra altre C\
('msni) /'mjesni/ mectnv=, (u'Cas~Ik) /u'casnik/ yuactn$k, (Ss'sjt) /Ss'sot/
wectcot, (tu'issii, -sqii) /tu'riskii, -sqkii/ typ$ctck$=, (kIs'qFa;) /kris'qa/
kpectza, (&pxdus'qF;) /padus'q/ od ydzv, (g'Fanq) /ga'lanq/ gollandzv,
('q) /'sjerq/ cepdze, (I'CiSkx) /sir'ciSka/ cepdu$wko, ('pjznx) /'pozna/ odno, (p'RFaz~Ik) /p'raznik/ padn$k, (Is'iCIk, i-) /SSis'lifcik/ cuactl$bu$k,
('sj;vIsIvi, -vi-) /'sovislivi/ cobectl$bv=, (I'gFansii -nqs-) /gi'ganskii/ g$gantck$=, (g'Fansii -nqii) /ga'lanskii/ gollandck$=, (g'Fa~kx, -kx, -ntkx)
/ga'lanka, -ntka/ gollandka, (St'Fa~kx, -kx) /Sat'lanka/ wotlandka.
Per, ora, in certe parole, si pu avere la restituzione della C graca: ('bz[d]nx)
/'bjez[d]na/ edna, (z'vz[d]ni) /z'vjoz[d]ni/ bednv=, (ks[t]'a;vi, -[+]'-) /kas[t]'ljavi/ koctlrbv=, (ps[t]'Fa) /pas[t]'latj/ octlat, (Iz'vs[t]kx) /iz'vjos[t]ka/
$bectka, (ms[t]'i;) /mas[t]'ki/ moctk$, (p'js[t]kx) /pa'jes[t]ka/ oedka,
('qjs[t]ii) /'qos[t]kii/ ectk$=.
Altre parole, per quest'aspetto, hanno corrispondenza tra scrittura e pronuncia:
(stu'ntkx) /stu'djentka/ ctydentka, (&fIq'antkx) /afiq'antka/ of$z$antka.
Altri casi particolari: ('sjnq) /'sonq/ colnze, ('Custvx) /'custva/ uybctbo,
('tF;iCx, 'tFx) /'tsica/ tvcrua, (i'Cas, 'as, as) /si'cas/ ce=uac (nel senso di "adesso, sbito&), (p'qFa;ustx, -a;stx, -astx, b'q-) /pa'qalusta, -l[]sta/ oaly=cta,
(z'dRFastvuiI, -astui-, -asI, -a, z&dRa, za) /z'drastvuiti/ dpabctby=te.
Come promemoria utile, e come esercitazione (per cui, negli esempi, diamo solo l'accento), si pu dire che >t = (`) nelle sequenze grache >ctd ctd ctl
ctn ctc ctck (quest'ultima /sk/): wectdect nebctka cuactlbv=
wectndzat $bctnv= wectct /Ss'sot/, typctck$=; >d = (`) in >dk
dn\ odka pdn$k dno
Inoltre, le sequenze >tc dc corrispondono a /q/, nelle desinenze pronominali
-t()cr: (smi'jqqx) /smi'joqqa/ cmeetcr, (smi'jaqqx) /smi'jaqqa/ cmertcr, e
quando >t d sono seguite dalle desinenze -ck$= -ctbo -ctb$e\ ('qii) /'djeqkii/ detck$=, (t'sjuqtvi[]I) /at'suqtviji/ otcytctb$e, (&pR[]Iz'vjqtvx) /prajiz'voqtva/ po$bodctbo, ('qtvi[]I, s'-) /s'ljeqtviji/ cledctb$e
Inne, nelle desinenze genitivali -ogo, -ego, >g vale /v/: ('b;xvx) /'bjelava/ elogo, (jI'vj;) /ji'vo/ ego , quindi, solo apparente la stranezza di (I'vj_~x) /si'vodnja/ cegodnr "oggi& (= "di questo giorno&).
8.3.2.11. Qui esponiamo, ricavandole da Shapiro (1968), le dierenze tra le pronunce moderna e tradizionale, per quanto riguarda le V delle sillabe postaccentua-

8. russo

301

li, con // () per /i/ (>e generalmente descritte come "//&, esattamente come
/a/, di >a o non-accentate, falsando alquanto la realt fonetica).
Per il nominativo e accusativo neutro singolare dei sostantivi, -e: ('pj;I)m (-)t
/'poli/ ole, ('mj;I)m (-)t /'mori/ mope, ('ve;CI)m (-C)t /'vjeci/ beue, (q'iI)m
(-C)t /q'liSSi/ $l$e, (z'dFa;~i[]I)m (-[])t /z'daniji/ dan$e.
Nel genitivo, dativo e locativo singolare di sostantivi e aggettivi, -e-: ('i;~Ivx)m
(-~-)t /'siniva/ c$nego, ('i;~Imu)m (-~-)t /'sinimu/ c$nemy, ('i;~I)m (-~)t /f'sinim/ b c$nem.
Nel nominativo e accusativo neutro, singolare e plurale, d'aggettivi e pronomi,
-e: (z'lj[;]I)m (-[])t /z'loji/ loe, (z'F[;]I)m (-[])t /z'lji/ lve, (t'kj[;]I)m (ta'kj[;])t /ta'koji/ takoe, (t'i[;]I)m (ta'i[;])t /ta'kiji/ tak$e, (i'ba;qjI)m (-j)t /li'bjaqji/ lere, ('vjCjI)m (-j)t /'volcji/ bolue.
Per i numerali collettivi, -e\ (d'vj[;]I)m (-[])t /d'voji/ dboe, (t'Rj[;]I)m (-[])t
/t'roji/ tpoe
Nei comparativi, -ee: (smi'e[;]I)m (mi'e;)t /smi'ljeji/ cmelee, (vIR'~e[;]I)m (viR'~e[;])t /vir'njeji/ bepnee.
Per lo strumentale singolare non-femminile e genitivo plurale, -em, -eb: (u'Ci;iI)m (-)t /u'citilim/ yu$telem, ('pFa;CI)m (-)t /'placim/ lauem, (q'iI)m (q'i C)t /q'liSSim/ $l$em, (b'RFa;jIf)m (-f)t /b'ratjif/ pateb, ('SFLjIf)m (-f)t /'Sljjif/ w$leb.
Per lo strumentale dei sostantivi plurali, -am$: ('kFap-imI)m (-mI)t /'kaplimi/
kalrm$, ('tju;CimI)m (-mI)t /'tucimi/ tyuam$, ('RjimI)m (-mI)t /'roSSimi/
poam$.

Accento
8.3.3.1. Per quanto riguarda l'eettiva forza accentuale sulle varie sillabe delle
parole nelle frasi russe, dobbiamo chiarire la situazione, giacch, anche su quest'aspetto, circolano idee confuse e fuorvianti. Infatti, la prominenza d'una certa sillaba non coincide necessariamente con la sua accentazione Come si sa, la prominenza (che fa emergere una data sillaba sulle altre vicine) non costituita solo dall'accento; , invece, un gioco complesso di forza accentuale, di durata, d'altezza tonale e di timbro dei vari segmenti della sillaba.
Ora, in russo, i vocoidi della sillaba pretonica (cio quella che precede immediatamente la sillaba tonica d'una ritmia: la "prima pretonica& dei testi russi) hanno
un'articolazione abbastanza netta e distinta, anche se un po' meno di quella delle
sillabe accentate; il fatto pi evidente per /a/, infatti, abbiamo, per esempio, (&gx'vFa;) /gala'va/ goloba
Per, non bisogna confondere il timbro vocalico col grado d'accentazione, giacch, per motivi ritmici, la prima sillaba di questa parola riceve l'accento secondario, non la seconda. Ognuna di quelle sillabe ha una sua prominenza peculiare:
(&gx) per l'accento ritmico (nonostante un timbro decisamente pi attenuato, meno periferico nel vocogramma); () per il timbro semi-attenuato e una tonalit
consistentemente diversa da quella della tonica che la segue, anche se non indica-

302

manuale di pronuncia

ta da un simbolo particolare ( f 8.4); ('vFa;) per l'accento primario, per il timbro


pieno e anche per il semiallungamento (in sillaba non-caudata, oltre che per l'inserimento di (F)).
Troppo spesso, si legge, anche in manuali specici, che la sillaba pretonica, (),
avrebbe il secondo grado d'accentazione, mentre tutte le altre sarebbero pi deboli, soprattutto quelle dopo l'accento; per, in (s'tFa;Rxx) /s'taraja/ ctapar abbiamo, per le ultime due sillabe, attenuazione del timbro (come per (&gx)) e debolezza accentuale (come per ()), che le potrebbe far sembrare d'un grado inferiore rispetto alle altre due, ma non cos; il loro eventuale indebolimento dovuto al
fatto che, generalmente, le parole d'esempio vengono considerate in tonia (anche
se involontariamente), con la conseguente riduzione dell'intensit articolatoria e
intonativa sulle postoniche.
8.3.3.2. L'accento nelle parole russe soggetto a variazioni anche d'ordine
grammaticale, infatti i vari paradigmi (nominali {: sostantivi, aggettivi} e verbali)
costituiscono una grande dicolt, soprattutto per lo straniero, che pu trovare
aiuto nelle grammatiche e nei dizionari.
Ecco alcuni esempi d'accentazione distintiva (coppie minime fonologiche):
('Rju;I) /'ruki/ "mani& e (Ru'i;) /ru'ki/ "della mano& pyk$, ('Fat-xs) /'atlas/ "atlante& e (t'Fas) /at'las/ "raso, satin& atlac, ('mju;kx) /'muka/ "tormento& e (mu'kFa;) /mu'ka/ "farina& myka, ('pFa;i) /'paritj/ "cuocere (al vapore)& e (p'i) /pa'ritj/ "planare& ap$t, ('pFa;u) /'parju/ "cuocio (al vapore)& e (p'u;) /pa'rju/
"plano& ap.
Le seguenti sono coppie subminime fonologicamente, ma ugualmente funzionali linguisticamente: ('jRgxn) /'organ/ "organo (di stampa)& e (R'gFan) /ar'gan/ "organo (strumento musicale)& opgan, (s'vjistvx) /s'voistva/ "caratteristica&
e (svist'vj;) /svaist'vo/ "anit per matrimonio& cbo=ctbo, ('zFa;mxk) /'zamak/
"castello& e (z'mjk) /za'mok/ "serratura& amok, (k'Rj;u) /k'roju/ "ricopro& e
(kR'ju;) /kra'ju/ "taglio (un vestito)& kpo, ('pj;tx) /'potam/ "sudore (caso strumentale)& e (p'tj) /pa'tom/ "allora, dopo& otom, ('ju;q) /'uq/ "pi stretto&
e (u'qF;) /u'qe/ "gi& ye, ('as) /'xaos/ "caos (primordiale)& e ('js 'as) /xa'os 'xaos/ "confusione& xaoc, ('pFanu) /'paxnutj/ "odorare& e (p'nju) /pax'nutj/ "soare, spirare& axnyt.
Consideriamo, ora, alcuni casi in cui la variazione accentuale tra pronuncia
neutra e pronuncia "dialettale& o "gergale&: (d'bF;Cx) /da'bca/ e ('dj;bCx)d
/'dobca/ dovua, (&bIk'Ci) /ablik'citj/ e (b'kCi)d /ab'ljekcitj/ olegu$t,
(&mii'mt5, -;t) /mili'mjetr/ e (mi'i;mIt5, -t)d /mi'limitr/ m$ll$metp; oppure
"popolare&: (kR'i;vi[]I) /kra'siviji/ e (&kRxi've[;]I)p /krasi'vjeji/ kpac$bee, (zv'~iS)
/zva'niS/ e (z'vj;~IS)p /z'voniS/ bon$w.
Oppure, la dierenza pu essere di livelli stilistici letterari, come "folkloristico&
(usato nelle favole e nei racconti tradizionali): (&mx'q) /mala'djeq/ e ('mj;xIq)f /'moladiq/ molodez, (i'vi;qx) /di'viqa/ e ('e;vIqx)f /'djeviqa/ deb$za,
(&iIb'Rj;) /sirib'ro/ e ('e;Ib-Rx)f /'sjeribra/ cepepo, ('Sjkxvi) /'Solkavi/ e (S'kj;vi)f /Sl'kovi/ welkobv=, ('sFa;xRni) /'saxarni/ e (s'FaRni)f /sa'xarni/ caxapnv=, (&bxg'tF) /baga'trj/ e (b'gFa;t)f /ba'gatrj/ ogatvp; oppure un li-

8. russo

303

vello "aulico&: ('nFa;CIti) /'naciti/ e (n'Ca;ti)a /na'cati/ nauatv=, ('izbRxnni)


/'izbranni/ e (Izb'RFanni)a /izb'ranni/ $pannv=, (';biii) /'ljubiSSii/ e ('bii)a
/lju'bjaSSii/ lr$=, ('vFa;iii) /x'valiSSii/ e (v'ii)a /xva'ljaSSii/ xbalr$=,
(mS'e;~i[]I) /mS'ljeniji/ e ('mFSi~i[]I)a /'mSliniji/ mvwlen$e.
Inne, ci sono anche casi di duplice accentazione neutra: (t'vj;Rxk, tv'Rjk)
/t'vorak, tva'rok/ tbopog, (I'nFa;CI, 'i;nxcI) /i'naci, 'inaci/ $naue, ('j;bu, 'bju)
/'obux, a'bux/ oyx, (p'Rj;bI, pR'bi) /p'robil, pra'bil/ po$l
Considerando anche la variazione nel paradigma, possiamo vedere: ('e;Ivx)
/'djeriva/ depebo, (i'ev-jx) /di'rjevjja/ depebr, (&iI'vFa;) /diri'va/ depeba comprese pronunce meno consigliabili (che appaiono dopo ";&), o indicate "errate&
(qui indicate da "&) nei dizionari di pronuncia (che mettiamo solo nelle trascrizioni fonetiche): ('jddx, d'dFa) /'oddal, ad'dal/ otdal, (&dd'Fa;, 'jddxx, d'dFa;x) /adda'la/ otdala, ('jddxx, d'dFa;x &dd'j;) /'oddala, ad'dala/ otdalo, ('jddxI, d'dFa;I) /'oddali, ad'dali/ otdal$
8.3.3.3. Nei composti, ogni elemento (prima dell'ultimo, che mantiene saldamente l'accento primario, /'/ (')) tende a conservare un certo accento, che segn(i)amo // () (o (&), se in contatto con ('), corrispondente a quello ritmico eventuale).
Anche il timbro vocalico si mantiene bene, senza le neutralizzazioni tipiche delle
sillabe non-accentate: (&sxmtxstR'je;~i[]I) /samaljotastra'jeniji/ camoletoctpoen$e, (ktjfiik'pFakx) /kartofilika'palka/ kaptofelekoalka, (bjtpRxv_'~ik) /bortpravad'nik/ optpobodn$k, (spjtkRu'qjk) /sportkru'qok/
coptkpyok, (FRxfjt'~i;mxk) /aerafotas'nimak/ a<pofotocn$mok, (IktRxpFaRxpx&dxgI'vFa;i1) /iljektraparapadagri'vatil/ <lektpoapoodogpebatel,
(gjsz'dFat, -sI-) /gos-z'dat/ Goc$dat, (&mjz'bFa~k, &mjs-, -k) /moz'bank,
mos-/ Mocank, (&ik'RFatkx[]I) /ik'ratkaji/ $ kpatkoe, (pjCI'sFa;) /polci'sa/
oluaca, (&pj'gj;dx) /pol'goda/ olgoda (si noti, per: ('pji8) /'poldinj/
olden).
8.3.3.4. Nella frase, ovviamente, ci sono anche parole che non sono accentate;
perlopi, si tratta di monosillabi funzionali, non lessicali, come le preposizioni, le
congiunzioni e alcune particelle: (&tst'Fa;) /atsta'la/ ot ctola, (&pxdk'nj)
/padak'nom/ od oknom, (km'~;) /kam'nje/ ko mne, (b'RFa-jx i'stR) /b'ratjja i'sjostr/ patr $ cectpv, (~Iz'nFa;u) /niz'naju/ ne na, (sk'qF;kx) /ska'qka/
cka$-ka, ('j2q) /'onq/ on e, (pi'+-I) /pri'djotli/ p$det l$.
Anche i pronomi e gli aggettivi monosillabici possono essere deaccentati:
(mjib'RFat) /moib'rat/ mo= pat, (='jn, -xn) /z'djesj-on, -an/ dec on, (ku'dFa vbI'qF;I) /ku'da vbi'qti/ kyda bv e$te, (&vii'j8, &ve-) /visji'junj/ bec $n anche <to: (k'tj Ft=';x, It-) /k'to etaz'djelal, i-/ kto <to cdelal,
('vj;njn, -xn) /'vonon, -an/ bon on, ('vj;tjn, -xn) /'voton, -an/ bot on, (vjt'tjut, v-) /vot'tut, va-/ bot tyt, (vjn'tFa, v-) /von'tam, va-/ bon tam, (jnz'nFa) /onz'nal/ on nal, (S&tjjn'tFa, S&tj-) /Stoon'tam, Stao-/ uto on tam,
(&njjm'bFta, -'b-, &nj-) /noom'bltam, -n'b-, nao-/ no on vl tam, (tk'vjt) /tak'vot/ tak bot (congiunzione, mentre l'avverbio tak non si riduce),
('jn d'ja;) /'on da'ja/ on da r (sempre congiunzione, mentre da, l'avverbio "s&,

304

manuale di pronuncia

generalmente accentato ('dFa;); inne: (jI'mju xbS'tj;) /ji'mu xadjbS'to/ emy


xot v uto.
Ecco una lista dei pi frequenti monosillabi (funzionali) con forma ridotta (realizzata coi tassofoni vocalici non-accentati, richiesti dal contesto): v, vl, bv,
bam, bec, da, kak, l$, mne, mv, ne, n$, o, on, ot, o, od, cem, to, tv. Il
pronome r "io& pu esser ridotto, immediatamente dopo V accentata: (m'gu jxpxvI'dFa) /ma'gu japavi'datj/ mogy r ob$dat, (g'e jxm'gu pxu'Ci) /g'dje jama'gu palu'citj/ gde r mogy olyu$t, (kg'dFa jxnCI'nFa) /kag'da janaci'nal/
kogda r nau$nal
Comunque, i monosillabi possono avere una maggiore indipendenza per il timbro vocalico, rispetto alle sillabe non-accentate; si notino, per esempio: ('vj;Rxn)
/'voran/ bopon e ('vjR-jn) /'voron/ bop on, (&iI'sFa;) /tili'sa/ teleca e (&eI'sFa;)
/tjeli'sa/ te leca, (jIs'~ei) /jis'njei/ rcne= e (js'~ei) /jas'njei/ r c ne=.
8.3.3.5. Al contrario, certe preposizioni e particelle monosillabiche possono
prendere l'accento della ritmia, quando la parola che le segue abbia l'accento originale sulla prima sillaba: ('bzviI) /'bjezvisti/ e bect$, ('pjd-RuI) /'podruki/
od pyk$, ('~;bx) /'njebla/ ne vlo, ('pjt-I) /'potri/ o tp$, ('nFa;px) /'napal/
na ol, ('nFa;gxRu) /'nagaru/ na gopy, ('nFaInu) /'nastinu/ na cteny, ('zFa;gxRxdx, -gxd-, -gRxd-) /'zagaradam/ a gopodom, (&Rx=i'i| 'nFadvx, -&i'n-) /razdi'litj
'nadva/ padel$t na dba, ('pjdnxsx) /'podnasam/ od nocom, ('zFa;nxs) /'zanas/ a noc, ('jCCIsu) /'occisu/ ot uacy, ('pjtpxx) /'potpalam/ od olom,
(&japxi'a jIvj'izvidu) /japati'rjal jivo'izvidu/ r oteprl ego $ b$dy, (I'mu 'zFa;sxRxk) /i'mu 'zasarak/ emy a copok, (pm'nj;q 'em| 'nFa;pi) /pam'noqtj 'sjemj|
'napitj/ omno$t cem na rt.
Anche le particelle negative ne, n$, generalmente non-accentate, possono avere questa struttura, soprattutto col verbo vt, ('bF) /'btj/, "essere&: (jI'vj;tFam '~;bx) /ji'vo-tam 'njebla/ ego tam ne vlo, (&jntFam'~;q) /on-tam'njeql/ on tam ne $l.
Le preposizioni che possono avere questa struttura accentuale (pi tipicamente
nel linguaggio colloquiale) sono: e, bo, do, a, $, na, o/o, ot, o, od, p$; per, non basta che il sostantivo o il numerale che segue sia accentato sulla prima sillaba, come avviene, per esempio, in: (&jmpx&qFk'~i;gu ns'tj, &j-) /ompala'ql k'nigu nas'tol, on-/ on olo$l kn$gy na ctol, (&n';x ns'tju) /ana'sjela nas'tul/ ona cela na ctyl.
L'esatta applicazione dipende dall'uso vivo, senza che se ne possa dare una regola precisa e assoluta. Un dizionario di pronuncia serio, con trascrizioni vere (almeno in IPA uciale), dovrebbe render conto di queste forme.
Intonazione
8.3.4. La f 8.4 mostra le protonie e le tonie tipiche del russo neutro, per cui ci
limitiamo a riportare alcuni esempi illustrativi, da utilizzare per confronti:
/./: (F;tx mjibi;mi &kxp=i;tx) /'eta moi-lju'bimi kampa'zitar./ >to

8. russo

305

mo= l$mv= komo$top.


/?/: (vF; jI&vjvi;iI2 2) /'v jivo'vidili?/ Bv ego b$del$?, (&FtxIkkj;2 2, -k-)
/etalik'ko?, -x'ko?/ >to legko?
//: (jeI &j~~Itve;It2 2 &janxpI'Sju; jI&vjqqju;3 3) /'jesli on-niat'vjetit ja-napi'Su jivoaq'qu/ Ecl$ on ne otbet$t, r na$wy ego otzy.
Le "domande ellittiche& (cio quelle senza verbo) hanno lo schema / /: (aIgzFa;mIn2 2) /aig'zamin/ A <kamenv?
f 8.4. Protonie e tonie del russo.
/ / (2 2 2 2 2 2 2)

/./ (2 3 3)

/ / ( 2 2 2 2 2 2 2)

/?/ (2 2 2)

/ / ( 2 2 2 2 2 2 2)

// (2 2 2)

/ / ( 2 2 2 2 2 2 2)

/,/ (2 ' 2)

Testo
8.4. Ecco la storiella Il vento di tramontana e il sole che viene qui riportata, secondo il metodo fonetico, in italiano con pronuncia russa (il testo scritto dato
al 2.4.1); segue la traduzione russa, nella versione neutra; dopo c' quella "tradizionale&, non pi consigliabile, oggi.
Nel primo testo, per /G/ italiano, oltre a (), si potranno avere le forme pi
"impegnate& (dq, ), cio /dq/ e il tassofono di /c/ russo.
Alla ne, come sempre, c' anche la versione che d la pronuncia italiana del
russo, da parte dell'italofono neutro, uente in russo (per lungo apprendimento
in immersione fra nativi, ma senza il metodo fonetico), che abbia appreso adeguatamente le prominenze relative, ma che usi, per il resto, gli elementi segmentali e
sovrasegmantali tipici dell'italiano neutro.
Ovviamente, lo stesso principio vale per la pronuncia straniera dell'italiano, data per prima.
Pronuncia russa (dell'italiano)
8.4.1.1. (i&bii'Ca;vxnx2 u~'Rnx2| Ivntx It&Rxmn'tFa;nx2| Isj;I3 3
'ju;nx2 p&iInndx I&Ipu'fji2 IFatRx3 3 k&vandx'vi;IRx2 uM&vi[]iItj;i3 3 &ivi~i;vx I'nFanq2 vjtx &~Imn;x3 3| I&djuIiIgFa8i2 2 i'Ci;=IRx2
'j;Rx2 &Isx&ebIstFa;tx pufjI2 2| I&fi'i;tx2 IvFa;i Imxn';x2 &vi[]iI-

306

manuale di pronuncia

tj;I3 3||
Ivntx It&Rxmn'tFa;nx2 &kxmi8C; sf;I3 3 kxMvi[]nqx3 3| mx&pusfa;vx2 2| &pivi[]iI'tj;i2 &iti~;vx &~Imn;x3 3\ tFantx i[]xfi;~i2 2 Ipj;vIRx 'vntx2 dv;i i=iiI3 3 dx&suxpRpj;=Itx3 3|| I'sj;I2 'j;Rx2 &ImstRj; ~i1C;x3 3| I&pjkx'dj;px2 I&vi[]iItj;i2 2 &ii8i;vx 'kFad2x Itji3 3 Imn;x3 3| &Ixt&RxmntFa;nx2 2 &fuks't;tx2 k'=i;2| &IknjiI2 2| &i[]I'sj;I2\ &FRxpufji3 3 iei3 3||
i&[]ipiCu;tx2 2 &xst';x2| &xva;mx ipe;iI2 2|||)
Testo russo
8.4. Odnadv cebepnv= betep $ colnze cop$l$, kto $ n$x c$lne=. Kak
pa b <to bpemr on$ amet$l$ akytannogo b la ytn$ka, $dyego o dopoge, $ opew$l$, uto tot $ n$x ydet cu$tatcr camvm c$lnvm, komy
panwe ydactcr actab$t ytn$ka cnrt la.
Tyt cebepnv= betep p$nrlcr dyt $o bcex c$l; no uem c$lne= on dyl,
tem c$lne= kytalcr ytn$k b cbo= la; tak uto b konze konzob cebepnv= betep dolen vl ot cboe= adau$ otkaatcr. Togda ac$rlo colnvwko, ytn$k onemnogy otogpelcr $ bckope cnrl cbo= la. Tak$m opaom,
cebepnv= betep bvnyden vl p$nat, uto colnze c$lne= ego.
Tee onpab$lac ckaka? obtop$t ee?

Pronuncia russa moderna


8.4.1. (d'nFaqd2 e;vIRni 've;IR2 I'sjnq2\ spj;iI2 2 ktjIz~I i~ei3 3| kkRFas vF;txv e;mx2 2 ~i z'me;iI2 zkju;txnxvx 'pFa2 pju+~Ikx3 3 IdjuIvx
&pxd'Rj;I2 I&pxISF;I2 2| S'tj;2 tjt Iz~iy bju;It2 tFaqqx sFa;m in2 2|
k&mu'RFa8S2 u'dFasqx2\ zstFa;vi pju+~Ikx2 2| ~ pFa3 3||
tjut 'e;vIRni2 ve;I2 2 &pi~Ia; 'dju2| &Iz i3 3|| &njC i~ei jndju2 2 i'~ei2 kju;txx 'pju+~Ik2 s&vjipFa3 3|| takS'tj2\ knqF knqjf2 2| e;vIRni ve;IR2 2\ 'djqm&b2| &tsvjei zdFa;CI2 &tkzFaqqx3 3|| tgdFa;
zxija;x sjnSkx2 2| pju+~Ik2 &px~Im'nj;gu2 &tgx2 2| Iskj;i ~a
svjipFa3 3|| tim jb-Rxzx2 2\ e;vIRni 've;IR2 vF;nuqImb2 pIzna2 2 Stsjnq3 3 i~ei3 3 Ivj;3 3||
ib pnRFa;vIx2 2 skFaskx2| &pxtii[]2 2|||)

8. russo

307

Pronuncia russa tradizionale


8.4.2. (ad'nFaqd2 e;vIRni 've;IR2 i'sjnq2\ spj;iI2 2 ktjIz~I i~ei3 3|
kakRFas vF;txv e;mx2 2 a~i za'me;iI2 zakju;txnxvx 'pFaC2 pju+~Ikx3 3 idjuCIvx &pxda'Rj;I2 I&pxiSF;I2 2| S'tj;2 tjt iz~iy bju;It2 CtFaqqx sFa;m in2 2| k&mu'RFaNS2 u'dFasqx2\ zastFa;vi pju+~Ikx2 2| ~ pFaC3 3||
tjut 'e;vIRni2 ve;I2 2 &pi~isFa; 'dju2| &Iza i3 3|| &njC i~ei jndju2 2 i'~ei2 kju;txsx 'pju+~Ik2 s&vjipFaC3 3|| takS'tj2\ kanqF kanqjf2 2| e;vIRni ve;IR2 2\ 'djqb2| &tsvajei zadFa;CI2 &tkazFaqqx3 3|| tagdFa;
zxija;x sjnSkx2 2| pju+~Ik2 &px~im'nj;gu2 &tagsx2 2| iskj;i ~a
svjipFaC3 3|| taim jb-Rxzx2 2\ e;vIRni 've;IR2 vF;nuqIb2 pizna2 2
Stsjnq3 3 i~ei3 3 ivj;3 3||
ib panRFa;vIxs2 2 skFaskx2| &pxtaii[]2 2|||)
Pronuncia italiana del russo
8.4.3. (ad'naZ:di2 'sjE;veRni 'vjE:ceR2 i'sOn:qi2 s'pO:Rili2 k$'tiznik$ sil'njE;i23| 'kak$ raz'vE;ta 5vrjE:mja12 a'ni za'mjE:tili2 za'ku;tannavav 'plaS:c$2 5put:$nika12 i'duSceva &pada'rO:ge2 i&paReS5Si:li12| S'tO2 'tO; tiz'nik$ 'bu:Get$2 Sci'taqqa 'sa;mem 5sil:nem12| &kamu'ra~:Se2
u'das:qa2\ zas'ta;vic$ 5put:$nika12| z'njac$ 'plaS:c$23||
tut$'sjE:veRni2 5vjE:ceR12 'pRi:nilsja 'duc:$2| 'i;zaf sjk'sil:$23|| no'cEm sil'njEi on'dul:$2
'cEm sil'njE;i2 'ku;talsja 'put:nik$2 &vzvoi'plaS:C$23|| tak$S'tOv:2\ kan'qE kan5qOf:$12| 'sjE;veRni 5vjE:ceR12\ 'dOZem 'bel:$2| &aqva'jEi za'da:ci2 at$ka'zaq:qa23|| tag$'da zasi'a;la 5sOl:niSka12| 'put:$nik$ &panem$'nO:gu2 ata5grjEl:sja12| iv$s'kO;Rez 'njalz$ voi'plaS:C$23|| &taki5mO:bRazam$12\ 'sjE;veRni 'vjE:ceR2 've;nuZGem 5bel:$12 pRiz5nac:$12 Sto'sOn:qe23 sil'njE;i23
e'vO23||
ci'bjE pan$'ra:vilas21 'kas:ka2| &pafta'ri ce'jO21|||)

9. Arabo
9.0.1. Forniamo la pronuncia araba "neutra moderna&, corrispondente all'arabo "sovranazionale&, delle radio-televisioni uciali, esenti dalle caratteristiche locali (tipiche delle realt quotidiane d'ogni paese arabo). Infatti, come per le altre
lingue trattate in questo manuale, questa la forma pi adatta per l'insegnamentoapprendimento generale, che costituisce la base anche per le variet locali (pi
o meno importanti numericamente e socio-culturalmente), con semplicazioni,
modiche e aggiunte.
D'altra parte, per rapporti assidui in zone particolari, ovviamente, converr assumere le caratteristiche locali, in particolare lessicali, semantiche e morfosintattiche, oltre che foniche (le quali riguardano soprattutto alcuni fonemi).
La traslitterazione impiegata si discosta da quelle pi tradizionali degli arabisti
(tutt'altro che omogenee), soprattutto per la resa delle vocali lunghe e dei dittonghi: ii aa uu (non come i a u) ai au (ma ay aw solo se nali o pi y w quindi, non sempre ay aw), e perch usa (per /S , X, /, non digrammi:
sh th dh kh gh {n per gli ultimi due}) e ` (invece di j per /h, Z/), mantenendo = (per /t, d, , /) nonch q ' (per /, , H/).
Vocali
9.1.1. L'arabo neutro ha tre vocali brevi e tre lunghe, con alcuni notevoli tassofoni, dovuti all'inusso di certe consonanti e della struttura sillabica; le variazioni
sono pi notevoli per /a[:]/ e meno per /u[:]/, con /i[:]/ in una posizione intermedia.
Ci sono, inoltre, due "dittonghi&, /ai, au/, che meglio considerare come sequenze
di /a/ + /i, u/, giacch la loro realizzazione neutra deriva esattamente dalla giustapposizione dei due elementi, che sottostanno all'inusso delle consonanti e della sillabazione. Soprattutto per /ai, au/, ma anche per le V basilari, l'interferenza dalle
parlate locali molto forte, pur se involontaria, anche nelle registrazioni didattiche.
Comunque, le indicazioni che forniremo in questo capitolo rappresentano la
pronuncia neutra, che magari non corrisponde sempre a quanto si pu sentire; per, seguendo fedelmente quanto indicato, la pronuncia senz'altro "neutra& e
nient'aatto regionale, anche se, per le V quest'uso s'avvicina molto a quello dell'arabo del Levante ( 19.2, dell'FTN/MaF) in particolare per /ai, au/, giacch
altrove, generalmente, si hanno dei monottonghi ((e:, o:) o, al massimo, dei dittonghi ristretti, (I, U)); anche l'arabo del Golfo e d'Egitto ( 19.1 e 18.25
del MaF), mentre l'arabo del Maghreb pi diverso ( quello del Marocco, 18.2
del MaF). Queste quattro diverse forme d'arabo non sono semplicemente degli
"accenti& della stessa lingua, ma quattro "dialetti&, parzialmente diversi, che non

9. arabo

309

mancano d'inuenzare la lingua stessa, normalmente. Per, qui, prescindiamo da


questi aspetti, visto che trattiamo l'arabo neutro sovraregionale.
9.1.2. Tenendo sempre presente che il valore non-marcato di /i{:}, a{:}, u{:}/
(i{:}, {:}, u{:}) (indicato dai segnali neri nel vocogramma della f 9.1), bisogna osservare bene, e tener sempre presente, la lista delle realizzazioni dell'arabo neutro, che
hanno le seguenti distribuzioni ricordando anche che, in sillaba non-accentata,
abbiamo /:/ = ():
/i/

/i:/

1.1 (), in contatto con /t, d, , , /,


1.2 (I), in contatto con /h, H, X, /,
1.3 (I), in sillaba caudata (in C diversa da quelle in 1.1),
1.4 (i), in sillaba non-caudata (tranne se 1.1-2);
1.5 (in /ai/) come /i/, per 1.1-4;
1.6 (:), tra /t, d, , , / (in sillaba caudata o no),
1.7 (I:), in cont. con /t, d, , , / (in sillaba caudata o no),
1.8 (i:), negli altri casi (in sillaba caudata o no);

/a{:}/ 2.1 ([:]), tra /t, d, , , /,


2.2 (A[:]), in contatto con /t, d, , , / (e ()),
2.3 (a[:]), in contatto con /h, H, X, , r/,
2.4 (a[:]), non-accentati nali d'enunc. (tranne 2.2),
2.5 ([:]), in contatto con altre C (anche /, h/),
2.6 ([:]), non-accentata nale di parola (pure monosill.) all'interno d'enunciato (tranne 2.1-3),
2.7 () /a[h]/, per -a-h (taa' marbuu=a) in posizione pausale (senz'inussi
2.2-4),
2.8 (in /ai, au/) come /a/, per 2.2-3 2.5;
/u/

3.1 (U), tra (o in contatto con) /t, d, , , , h, H/,


3.2 (U), in sillaba caudata,
3.3 (u), in sillaba non-caudata (tranne 3.1),
3.4 (in /au/) come /u/, per 3.1-3;
/u:/ 3.5 (U:), in sillaba caudata in /t, d, , , , h, H/,
3.6 (u:), negli altri casi.

f 9.1. Elementi vocalici arabi.


/i/ (i, I, )
/i:/ (i:, I:, :)

/a/ (, a, A, )

/u/ (u, U)
/u:/ (u:, U:)

/a:/ (:, a:, A:, :)

310

manuale di pronuncia

9.1.3. La f 9.1, secondo le distribuzioni ora viste, mostra le realizzazioni delle


vocali arabe, brevi e lunghe, (i[:], I[:], [:]) /i[:]/, ([:], a[:], A[:], [:]) {e ([:]), variante
"coranica&, f 9.2) /a[:]/, (u[:], U[:]) /u[:]/. Ecco degli esempi: ('f) /'if/ qif ('A:n) /i:'a:n/ qiiqaan ('I:ni) /'i:ni:/ iinii (A'dI:) /a'di:/ adiiq ('bInt) /'bint/
bint ('fi:l) /'fi:l/ il ('IH -) /a'iH/ aqi ('Af:) /'aff/ a ('tA:h) /'ta:h/ =aaa
('baHda) /'baHda/ bada ('5a:HIn) /'ra:hin/ raahin ('H:a) /'ha:a:/ haaaa ('wld)
/'walad/ walad ('b:b) /'ba:b/ baab ('sU:) /'su:/ suuq ('Huna) /'huna:/ hunaa
('u:f) /'u:f/ uuf (U'u:m) /Xu'u:m/ uuum ('fUndU) /'fundu/ funduq
Non sono tracciate (nella f 9.1) le varie realizzazioni di /ai, au/ che derivano dalla combinazione (-, a-, A-) + (-i, -I, -) oppure + (-u, -U), a seconda del contesto:
('bIt) /'bait/ bait ('ina) /'aina/ aina ('Haini) /'Haini:/ ainii ('AIl) /'ail/ qail
('fUz) /'fauz/ fauz ('lUn) /'laun/ laun ('HaUd) /'Hauda[h]/ auda-h (mU'Auwm,
-Awwm) /mu'awwam/ muqawwam (u'l:d) /au'la:d/ aulaad
f 9.2. Varianti di vocali arabe.

/ai/ (e:, I) frequenti


varianti "colloquiali&

/au/ (o:, U) frequenti


varianti "colloquiali&

/a[:]/ ([:]) (tra (t, d, , , ),


in pronuncia di tipo "coranico&)

9.1.4. La f 9.2 mostra delle realizzazioni frequenti di /ai, au/: (e:, I o:, U), che
sono molto diuse al di l dell'arabo neutro e di quello del Levante. Comunque,
una pronuncia che abbia tutte le altre articolazioni adeguate, se usa queste, pu
ancora ritenersi neutra, anche se pi "colloquiale& (e, in eetti, pi frequente):
('be:t, 'bIt) /'bait/ bait ('e:na, 'I-) /'aina/ aina ('He:ni, 'HI-) /'Haini:/ ainii ('e:l,
'Il) /'ail/ qail ('fo:z, 'fUz) /'fauz/ fauz ('lo:n, 'lUn) /'laun/ laun
f 9.3. Varianti e neutralizzazioni colloquiali.

/i/ (), /a/ (), /U/ (P)


frequenti varianti "colloquiali&

{/i, a, u/ () "//& possibili


neutralizzazioni "colloquiali&)

Nella f 9.3, sono indicate altre articolazioni vocaliche, tutte contenute nella fascia d'articolazione intermedia (tipicamente lasciata libera nella pronuncia neutra, come si pu vedere dalla f 9.1), come avviene anche per le varianti di /ai, au/.
I segnali bianchi indicano realizzazioni non-accentate di /i, a, u/, (, , P), notevolmente centralizzate. Il segnale bianco col bordo tratteggiato, a sua volta, indica la
realizzazione d'una frequente neutralizzazione di /i, a, u/ non-accentati (unicati

9. arabo

311

in ()), pi tipica del parlato familiare e veloce (dato, qui, come terza realizzazione): (si'j:Z, s-, s-) /si'ja:Z/ siyaa` (tIm':l, tm-, tm-) /tim'a:l/ timaal (s'l:ma, s-, s-) /sa'la:ma/ salaama (sH'w:n, sH-, sH-) /sah'wa:n/ sahwaan (su'Hu:la,
sP-, s-) /su'hu:la/ suhuula (mUS'tA:, mPS-, mS-) /muS'ta/ mutaqq
Un'altra caratteristica, frequente in certe pronunce colloquiali, tende a escludere le realizzazioni ([:]) da un'intera parola, anche polisillabica, se questa contiene
/t, d, , , , h, H, X, , r/: ('mH-Rab, 'maH-) /'mahrab/ mahrab ('tAlb, -lab) /'talab/
=alab ('tmdI, 'tam-) /'tamdi:/ tamii (mn'u:b, man-) /man'u:b/ manuub
Inne, la f 9.2 mostra anche la realizzazione arrotondata, come s' gi detto, per
/a[:]/ tra /t, d, , , /, pi tipica della pronuncia "coranica&; ci sono esempi sparsi qua e l e nel 9.1.3.
9.1.5. Tutte le realizzazioni date nelle f 9.2-3 non sono veramente indispensabili
per una buona pronuncia neutra dell'arabo; per, se dosate bene e impiegate con
naturalezza (parlando uentemente), contribuiscono a dare una maggiore "spontaneit&, simile a quella dei nativi, sempre all'interno d'un neutro colloquiale, a seconda anche delle parole (per esempio, ([:]) si trova pi facilmente in parole "elevate&).
Ugualmente d'mbito neutro (un po' pi "internazionale&), va segnalata anche
un'altra possibili, che va nella direzione opposta, cio verso una riduzione del numero dei tassofoni vocalici, per quanto riguarda le realizzazioni di /a[:]/, che si possono limitare a due articolazioni, in sillaba accentata o non-accentata: ([:]), per
2.3-7, e (A[:]), per 2.1-3, con una leggera sovrapposizione, quindi, per 2.3, risolta
variabilmente da uno stesso parlante.
Nella f 9.4, sono indicate le articolazioni vocaliche di questo tipo di pronuncia
"internazionale& pi "chiara& che, generalmente, ricorre a: (i[:], [:] [:], A[:] U[:])
(e pu avere anche (:, :) per /ai, au/), ma non necessariamente a: (, , P) (e, tanto meno, ()), visti nel 9.1.4.
L'accorciamento sistematico e completo delle vocali lunghe non-accentate fa
parte della pronuncia "moderna& e di quella "internazionale& (oltre che dei dialetti, generalmente); per, nella pronuncia di tipo "coranico&, le /:/, indicate nelle
trascrizioni fonemiche, si realizzano come semilunghe, (;).
Non dicile ricavarle, considerando i due tipi di trascrizione dati nel capitolo: ('A:n, ;-) /i:'a:n/ qiiqaan ('I:ni, -ni;) /'i:ni:/ iinii ('H:a, -a;) /'ha:a:/
haaaa ('Huna, -na;) /'huna:/ hunaa
f 9.4. Vocali internazionali.
/i/ (i, ), /i:/ (i:, :)
{/ai/ (:)}

/u/ (U), /u:/ (U:)


{/au/ (:)}
/a/ (, A), /a:/ (:, A:)

312

manuale di pronuncia

Varianti geograche
9.1.6. Fra le principali variazioni e deviazioni dalla forma neutra ( 9.1.3),
in certe zone, troviamo che /a:/ non ha mai la qualit di (:), in qualsiasi contesto
(come, spesso, in Iraq, nel Libano settentrionale). Inoltre, i dittonghi /ai, au/ si riducono, in modo quasi generale, nei vari parlari colloquiali, a (e:, I o:, U) ( f
9.2), dal Maghreb no al Golfo Persico, tranne che nel Levante. I dittonghi, per,
si mantengono, in genere, quando sono nali assoluti o seguti da /j, w/: ('bIt,
'bIt, 'be:t) /'bait/ bait ('lUn, 'lUn, 'lo:n) /'laun/ laun ('HaIn, 'HIn, 'He:n) /'Hain/
ain ('sijId, 'sjjId) /'sajjid/ sayyid (mu'Suw, -ww-) /mu'Sawwi/ muawwiq
('ni, 'nj:, -J:) /'nai/ nayy ('lu, 'lw, 'l)) /'lau/ law
Soprattutto nel Maghreb, oltre a /i, u/ (non-accentati), anche /a/ pu cadere
(potendo causare anche spostamenti nell'accento di parola): ('nta, 't, n't)
/'anta/ anta ('Alm, 'Alm) /'alam/ qalam (li's:n, 's:n) /li'sa:n/ lisaan (s'l:m, s'l:m) /sa'la:m/ salaam
Consonanti
9.2.0. La f 9.5 d le articolazioni dell'arabo neutro moderno. Tra parentesi tonde, sono indicate pure le principali varianti geograche d'alcuni fonemi (di cui si
tratter pi avanti).
Le f 1.9-15 danno, invece, gli orogrammi, raggruppati per modi d'articolazione, di tutti i contoidi dati nei capitoli di questo volume, anche come varianti secondarie, occasionali, o regionali, per le 12 lingue trattate.

F pb

(M)
f

n
()
t d td

s z

(~)
{(G)} {()}

{(D)}

()
k {(g)}

laringali

faringali

uvulari

velo-labiati

velari

palatali

postalveo-palato-prolabiati

postalveopal.

alveo-uvulari

alveolari

dento-uvulari

dentali

bilabiali

labiodentali

f 9.5. Tabella delle consonanti arabe.

(,)

S Z
5|(R)

H (h) H

l {} ()
(l)
// (, {D}), /Z/ (Z, {G}), /h/ (h, H), /r/ (5, R), /X, / (, )

9. arabo

313

Nasali
9.2.1. Ci sono due fonemi nasali, /m, n/ (m, M, n, ~, , ,): (mu'ml) /mu'maal/ mumaal (tm'Zi:d, -'Gi:d) /tam'Zi:d/ tam`iid ('Sms) /'Sams/ ams ('ma5jm) /'marjam/ Maryam (mU'hammd) /mu'hammad/ Muammad ('nImnIm)
/'nimnim/ nimnim ('Han-w) /'Hanwa[h]/ anwa-h ('Zmb, 'G-) /'Zanb/ `anb (mIm'b:b) /min'ba:b/ min baab ('Mf) /'anf/ anf ('wI~S) /'winS/ win ('k) /'ank/
ank ('A,) /'Xan/ anq (m,'u:wa) /min'u:wa/ min quuwa La pronuncia di
tipo "coranico&, per, tende a evitare l'assimilazione di /n/ alla C seguente:
('Gnb, mIn'b:b, 'nf, 'wInS, 'nk, 'an, mIn'u:wa).
Occlusivi
9.2.2.1. L'arabo non ha un "/p/&, ma solo /b/, che, per, si realizza (p) quand'
seguto da C non-sonora: ('b:b) /'ba:b/ baab ('lbn) /'laban/ laban ('haps) /'habs/
abs D'altra parte, l'arabo neutro non ha nemmeno "/g/&, mentre possiede i due
occlusivi non-sonori velare (che pu essere un po' "aspirato& quand' iniziale di
sillaba accentata, ma lo segn{i}amo solo qui) e uvulare, /k, / (k, ) (in opposizione fonologica tra di loro): ('k[h]Uskusu, kUs'k[h]usu) /'kuskusu/ kuskusu (mIk'a:5)
/mik'a:r/ mikaar ('mlIk) /'malik/ malik (A'di:m) /a'di:m/ qadiim (A'd:m)
/a'da:m/ aqdaam ('sU:) /'su:/ suuq (&AUR':n) /alur'a:n/ al-Qur'aan (sA':tA -':-) /sa'a:ta[h]/ saqqaa=a-h Anche se frequentissimamente sostitituito
con altre articolazioni (come si vedr nel 9.2.7), () gode di molto prestigio, anche tra chi non l'usa. Si notino: ('klb) /'kalb/ kalb "cane& e ('Alb) /'alb/ qalb
"cuore&.
Abbiamo, inoltre, la coppia difonica /t, d/ (t, d) e quella uvularizzata (decisamente peculiare) /t, d/ (t, d)). Sono dentali, e /t/ iniziale di sillaba accentata pu
essere leggermente "aspirato&, ma lo segn(i)amo solo qui; spesso, /t, d/ sono dentalveolari se nali davanti a pausa, anche se non necessario indicarli con ((4, 7))):
(t'd:wUl) /ta'da:wul/ tadaawul (Si't[h]:) /Si'ta:/ itaa' ('had:) /'hadd/ add (bA't:ts -'t:-) /ba'ta:tis/ ba=aa=is ('dA5t, 'd5t 'd5t) /'dart/ ar= ('dAZIR, -GIR) /'daZir/ a`ir
Nell'arabo neutro non c', quindi, (g), che frequente, per, nei dialetti, come
variante d'altri fonemi, specialmente di /Z/ e di //. logico, quindi, che si tenda,
correntemente, a normalizzare la situazione dei fonemi isolati, modicando l'articolazione, in modo da formare un sistema pi omogeneo e coerente. Anche lo
spostamento di /Z/ a (Z) (invece del pi "coranico&, e pi antico, (G)), o a (g), fa
parte di questa tendenza.
9.2.2.2. L'ultimo occlusivo arabo neutro // (), che pu ricorrere in tutte le
posizioni, come le altre C e anche geminato. In posizione iniziale di parola, ricorre
automaticamente quando non ci sia altra C iniziale: ('mi:n) /a'mi:n/ amiin ('s:Ih) /'sa:ih/ saa'i ('m:) /'ma:/ maa' ('znn) /'zanna/ zanna' (&Ru's:) /rua'sa:/ ru'asaa' (l':n) /al'a:n/ al-aan ('5as) /'ras/ ra's ('bd) /'bad/ bad'

314

manuale di pronuncia

(s':l) /sa'a:l/ sa''aal


In arabo, quindi, le parole che tradizionalmente cominciano per V (vocale) iniziano, fonicamente, con // (), perch in questa lingua tutte le fono-sillabe cominciano con una C\ ('b) /'ab/ ab (i'd:n) /i'da:na[h]/ idaana-h ('Um:) /'umm/
umm D'altra parte, non si tollerano nemmeno sillabe che inizino per pi d'una
C (tranne rari casi di parole d'origine straniera non adattate alla fonologia araba).
Perci, nella pronuncia, viene premessa una vocale breve, generalmente /i/ (ma, a
volte, /u, a/, per armonia con la vocale seguente, e /a/ nella pronuncia neutra, per
l'articolo mentre, nei dialetti, pi spesso si ha (, I)); naturalmente, nella forma
isolata, si premette anche //.
Quando, per, le parole in CC- (col gruppo consonantico iniziale) si vengono a
trovare nella frase dopo una parola che nisce per V allora, non serve aggiungere la V (n //), per cui si legano tra loro le due parole. Se, invece, la parola precedente nisce in C s'aggiunge la V ma non //. Si rinvia alle grammatiche, nelle
quali questo fenomeno (chiamato wala) trattato abbastanza ampiamente; lo si
trova a proposito dell'articolo, di certe forme verbali, dell'imperativo e d'una decina di nomi. Di questi, i principali sono: ('Ibn, -b, -bn) /'ibn/ ibn ('ImRU)
/'imru/ imru' ('Ism, -s, -sm) /'ism/ ism (I'n:ni) /i'na:ni/ inaani\ (Ra'itUb 'ni:) /ra'aitu b'ni:/ ra'aitu bnii ('b:bUl 'bIt) /'ba:bu l'bait[i]/ baabu al-baiti
Costrittivi
9.2.3. Tra i fonemi appartenenti a questo modo d'articolazione, incontriamo
/f/ (f) (ma non il sonoro corrispondente): (fa'5i:d) /fa'ri:d/ fariid (If's:d) /if'sa:d/
ifsaad Ci sono, poi, due coppie difoniche, che non pongono problemi, /, s, z/
(, s, z): ('l:) /a'la:/ alaa ('mIR) /'mair/ mair ('m:) /'amm/
amm ('da5s) /'dars/ dars ('za:5) /'za:r/ zaar ('knz) /'kanz/ kanz
Ci sono anche altre due coppie difoniche, con variazioni, che possono porre dei
dilemmi fonologici; si tratta di /, / ( , D) e /S, Z/ (S Z, G), per i cui membri sonori preferiamo dare (, Z), pi moderni e pi integrati nel sistema fonologico delle rispettive varianti (D, G), pi "coraniche&, e ritenute pi prestigiose (anche da
chi non le usa), ma con punto o modo d'articolazione diverso, che complicano,
perci, il sistema fonologico. Si possono, comunque, usare, soprattutto in una pronuncia tendente pi al tradizionale che all'internazionale: (mah'U:, -DU:D) /mah'u:/ mauu ('A:mI, 'D-) /'a:mi/ aami' ('URUR, UR'u:R) /'urur, ur'u:r/
uru(u)r (Ra'I:) /ra'Xi:/ raii (IS'h:d) /iS'ha:d/ ihaad (S'j:) /aS'ja:/ ayaa'
(mu'SuwS, -wwS) /mu'SawwaS/ muawwa ('Sd:) /a'Sadd/ aadd (RaS'S:S)
/raS'Sa:S/ raaa (S'SaRu) /aS'Sarw/ aarw (Z'mi:l, G-) /Za'mi:l/ `amiil ('ZmaH,
'G-) /'aZmaH/ a`ma ('t:Z, -G) /'ta:Z/ taa`
Nel punto d'articolazione faringale, c' il costrittivo non-sonoro /h/ (h) (correntemente si considera costrittivo anche il sonoro "corrispondente&, che, per, in
pronuncia neutra, chiaramente un approssimante, /H/ (H), come vedremo sotto,
9.2.4): ('hUbbi) /'hubbi:/ ubbii (mah'tu:m) /mah'tu:m/ matuum (mU'hAddR)
/mu'haddir/ muair ('faRIh) /'farih/ fari (fah'ha:S) /fah'ha:S/ faaa

9. arabo

315

L'arabo ha anche una coppia difonica di vibranti costrittivi uvulari, come vedremo sotto, (, ), che si possono rappresentare fonemicamente coi simboli
uciali /X, /.
Approssimanti
9.2.4.1. Consideriamo, prima, i meno peculiari (sebbene ci siano ricorrenze
piuttosto libere), /j, w/ (j, w) (anche con realizzazione (i, u), per /0j, 0w/ e,
eventualmente, /j0, w0/, nei colloquiali, come senz'altro nei dialetti e (ij/jj,
uw/ww), per /jj, ww/): ('j:wIR) /'ja:wir/ yaawir (wA'I:j) /wa'i:ja[h]/ waiiya-h (wU'u:l) /wu'u:l/ wuuul ('sijId, 'sjjId) /'sajjid/ sayyid (nu'w:m, nw'w-)
/naw'wa:m/ nawwaam ('ni) /'najj/ nayy (mn'Hi:) /man'hi:/ manhiyy ('bu)
/'abw/ abw ( ('bu) /'abu/ abu).
La pronuncia di tipo "coranico& preferisce (-jj-, -ww-), come nei casi visti.
Consideriamo, inoltre, questi altri esempi, dai quali emergono ulteriormente
le dierenze tra pronuncia moderna e quella "coranica& tradizionale, che, in linea
di principio coincidono pure coi principali casi in cui anche nei colloquiali (e nei
dialetti) non si passa ai monottonghi ((:, :)).
Ci avviene se sono nali assoluti, se davanti a /j, w/ o dopo /i:, u:/, rispettivamente, oltre che se nali, dopo C come si vedr dagli esempi seguenti: ('ki, 'kj,
-J) /'kai/ kay ( ('kij, 'kj:, -J:) /'kaij/ kayy), ('lijn, 'ljjn) /'lajjan/ layyan (ju'mi:j, -J) /jau'mi:ja[h]/ yaumiiya-h ('Humi, 'Humj, -mJ) /'Humj/ umy ('lu, 'lw,
'l)) /'lau/ law ('duwaR, 'dww-) /'dawwar/ dawwar (Ha'du:w, -u:)) /Ha'du:wa[h]/ aduuwa-h ('sHu, 'sHw, -H)) /'sahw/ sahw ('Hafu, 'Hafw, -f, -f) /'Hafw/
afw
9.2.4.2. Come s' anticipato sopra ( 9.2.3), il fonema arabo /H/ (H) approssimante (inoltre, generalmente, anche laringalizzato, (()), individuabile da una tonalit intrinseca pi bassa e dalla voce cricchiante): ('HaIn) /'Hain/ ain ('maHa) /'maHa/ maa ('baHda) /'baHda/ bada ('naHnaH, naH'na:H) /'naHnaH, naH'na:H/ nana(a)
(&faHHa'li:j) /faHHa:'li:ja[h]/ faaaliiya-h ('slH) /'salH/ sal Qua e l, si possono sentire delle varianti regionali peculiari, non-neutre, come quella con una leggera occlusione laringale simultanea, (?), oppure l'occlusivo laringale con faringalizzazione,
(), per esempio: ('na?na?, na?'na:?, 'nAnA, nA'nA:).
L'ultimo approssimante arabo un vero laringale, /h/ (H, h), e ha una ricorrenza molto libera (tipicamente sonoro lenito (H); non-sonoro lenito vicino a
pausa o a C non-sonora, e quando geminato): (&Itti'Z:h, -G-) /itti'Za:h/ itti`aah
('mUhtaR) /'muhtar/ muhtar ('h:iHi) /'ha:ihi:/ haaihii (mH'bu:l) /mah'bu:l/
mahbuul (&InHi'z:m) /inhi'za:m/ inhizaam (hf'n:f) /haf'na:f/ hafnaaf ('hija)
/'hija/ hiya ('ka5h) /'karh/ karh ('bIh) /'bih/ bih ('AH-w) /'ahwa[h]/ qahwa-h
(wh'h:Z, -G) /wah'ha:Z/ wahhaa`
Nella traslitterazione, indichiamo la taa' marbuu=a con un trattino di separazione, -a-h (un'altra soluzione, solo apparentemente pi consigliabile e meno complicata, potrebbe essere -a), che si pronuncia con (, h) /a[h]/ (ma con (a, A), se prece-

316

manuale di pronuncia

duta da C capaci d'inuenzarne il timbro). Va osservato che la realizzazione con (h)


rappresenta una pronuncia molto attenta, "coranica&, e che, invece, la normale realizzazione di -a (a): ('hzz) /'hazza[h]/ hazza-h ("movimento&) ma: ('hzza) /'hazza/ hazza ("(egli) scosse&).
Vibranti
9.2.5. L'alveolare sonoro, /r/, si realizza pi tipicamente come alveolare velarizzato (generalmente vibrante, (5), in sillaba accentata e vibrato, (R), in sillaba non-accentata), che inuisce sul timbro di /a/ (a): ('5Ip) /'rib/ ribq (maR'bu:H) /mar'bu:H/ marbuu ('maRIh) /'marih/ mari (mIR'5i:h) /mir'ri:h/ mirrii (mi'5a:h) /mi'ra:h/ miraa ('fU5fUR, fUR'fu:5) /'furfur, fur'fu:r/ furfu(u)r Si pu sentire (), soprattutto per /r/ nale, ma non una pronuncia consigliabile.
Come anticipato sopra ( 9.2.4), in arabo c' una coppia difonica di vibranti costrittivi uvulari, /X, / (, ): (ba'Si:S) /baX'Si:S/ baii ('aU) /'XauX/ au (fa'a:Ri) /faX'Xa:ri:/ faaarii ('adn) /'adan/ adan (A'i:R) /a'i:r/ aiir ('b:lI) /'ba:li/ baali (mS'u:l) /maS'u:l/ mauul (t'waUl) /ta'waul/ tawaul
Laterali
9.2.6. C' un fonema laterale, /l/ (l, , ) (il terzo tassofono appare in contatto
con /t, d, , , /; ricorre anche, come fonostilema, in Allaah e derivati, purch non
preceduto da /i/): (&mut'llI) /muta'lali/ mutala'li' (tl'bi:s) /tal'bi:s/ talbiis
('lIl) /'lail/ lail (m'j:n) /mal'ja:n/ malyaan (zl'lA:A) /zal'la:a[h]/ zallaaqa-h
(tA'I:h) /tal'i:h/ talqii (bi'Is mIl'l:h) /bi'ismi [a]l'la:h/ bi-ismi Allaah (A'A:h)
/al'la:h/ Allaah Per la tipica assimilazione completa di /l/ dell'articolo al si veda
pi sotto ( 9.3.1.1).
Varianti geograche
9.2.7. Molto spesso, /, / sono pronunciati come /t, d/, soprattutto nelle grandi citt del Nord Africa, o anche come /s, z/, specie nel Medio Oriente; in ognuno di questi casi, si perde una distinzione fonematica. In Iraq, // (D), come nella pronuncia tradizionale e "coranica&; altrove, spesso, diviene (), come in Egitto
e in Siria, ma si pu anche confondere con /t, d/, specie nel Maghreb.
Il grafema `iim /Z/ (Z), ha moltissime varianti geograche, sociali e religiose. Il
normale (Z) prevale nel Medio Oriente e nel Nord Africa, mentre (G), tipico della lettura coranica, usato in Giordania, Arabia Saudita (tipico dei beduini) e Iraq;
ma qua e l, come in Egitto (Cairo), Sudan e Oman, si ha (g); altrove anche (),
come a Luxor (Egitto meridionale), e (J).
Per esempio, /'Za:b/ `aab ('Z:b) nel Levante (Libano, Palestina e Siria) e in

9. arabo

317

Africa (tranne Egitto e Sudan, come abbiamo appena detto), ('G:b) in Arabia,
nel Golfo Persico, in Giordania, in Iraq e per le popolazioni rurali e nomadi del
Marocco.
La qaaf // (), molto spesso passa a (), specie al Cairo e in altre grandi citt,
ma passa anche a (H, k), oppure diventa (g), specie nell'Egitto centro-meridionale,
nelle zone rurali del Marocco e per i beduini dell'Arabia Saudita (i quali, spesso,
tipicamente, cambiano /k/ in (c)). Per esempio, /'alb/ qalb pu essere: ('Alb 'lb,
'Halb, 'klb, 'glb).
Nel Levante, // generalmente piuttosto debole, per cui lo si potrebbe indicare con (,) (invece di ()). Nel Maghreb, // pu mancare, anche completamente.
Strutture
9.3.0. Trattiamo, qui, l'assimilazione, la quantit, e certe riduzioni tipiche del
parlato colloquiale, sempre all'interno della pronuncia neutra (pur con varianti geograche).
Tassofonica
9.3.1.1. L'articolo determinativo, (l) /al/ al s'assimila completamente, e obbligatoriamente, a tutte le C con articolazione apicale, o laminale, che lo seguano
immediatamente, per cui, in questi casi si pu dire che l'articolo /a0/ con /0/ omorganica alla seguente (cio qualcosa come "/a*/&, come la cogeminazione della
pronuncia italiana neutra). Con /Z/, l'assimilazione c' se la pronuncia (Z), non
c' se (G) o (g) : (S'Sms) /al'Sams/ al-ams (aR'5A, -5) /al'ra/ al-raq
(t'tutUn) /al'tutun/ al-tutun (z'zll) /az'zalal/ al-zalal (Ad'd:) /ad'di:/
al-iiq (Z'Zml, 'G- l'g-) /al'Zamal/ al-`amal (l'kUSk) /al'kuSk/ al-kuk (l'bahR, -ah{) /al'bahr/ al-bar (l'wld) /al'walad/ al-walad
Sono molto comuni anche le assimilazioni di grado di fonazione (o di sonorit),
per cui una C sonora nale pu divenire non-sonora, o desonorizzata, soprattutto
dopo C non-sonora, mentre le non-sonore possono divenire sonore, o sonorizzate,
tra foni sonori. Sono possibili, inoltre, molti casi d'assimilazione di punto o di modo d'articolazione, anche con la caduta di qualche fono: (As'smIHa) /ad'samiHa/
qad samia ('lm 'juRIS 'Sin) /'lam 'jurid 'Saian / lam yurid ai'an ('IbHa ':lika) /'IbHa 'a:lika/ iba aalika ('HUttu) /'Hutu/ utu ('IhfaZ 'Za:Raka, -G 'G-)
/'ihfa 'Za:raka/ ifa `aaraka
In arabo, pertinente sia la quantit vocalica che consonantica; questa si manifesta come geminazione ((00)) tra V ma come allungamento ((0:)), altrove: ('b)
/'ab/ ab (':b) /'a:b/ aab (Z'm:l, G-) /Za'ma:l/ `amaal (Zm'm:l, 'G-) /Zam'ma:l/ `ammaal ('Um:) /'umm/ umm ('Atla) /'atala/ qatala ('A:tla) /'a:tala/ qaatala ('Attla) /'attala/ qattala
Le /:/ non-accentate sono (;) solo nella pronuncia di tipo "coranico&, giacch,
normalmente, sono abbreviate, () ( 9.1.5).

318

manuale di pronuncia

9.3.1.2. Nella lingua colloquiale, /i, u/ non-accentate tendono a cadere quando


la loro scomparsa non porti tre consonanti in contatto. Nella frase, d'altra parte,
quando due C nali di parola sono segute da C iniziale della parola seguente, s'introduce una breve V generalmente /i/, per dividere il gruppo. In certi casi, la V aggiunta pu anche ricevere l'accento; e, a volte, l'aggiunta in un certo punto pu
provocare, o permettere, la caduta d'un'altra V breve.
Inoltre, le V lunghe tendono ad accorciarsi un po' in sillaba caudata (ma meno
che in sillaba non-accentata); e le V brevi nali dei polisillabi tendono a cadere (soprattutto i grammemi, anche /n/, tranne /an/ dell'accusativo, che pu diventare /a:/, in tutte le posizioni, anche non-pausali). Nei verbi e nei pronomi, la conservazione pi frequente, perch la desinenza ha valore distintivo e pragmatico.
Vediamo alcuni esempi: ('h: ki't:b, 'h:k 't:b) /'ha:a: ki'ta:b[un]/ haaaa
kitaabun (l'hIb-RU 'tAijIb, 'tAjjIb) /al'hibru 'tajjib[un]/ al-ibru =ayyibun (k'tptu&biHi, -tUb&Hi) /ka'tabtu 'bihi/ katabtu bihi ('k:n fIl'bIt) /'ka:na fi:albait[i]/ kaana i al-baiti (Ra'itUl 'bIt) /ra'aitu al'bait[a]/ ra'aitu al-baita (k'tpt) /ka'tabt[u]/ katabtu (&sk'ki:n) /saka:'ki:n/ sakaakiin
9.3.1.3. Per quanto riguarda le "forme pausali&, riprendiamo da Mitchell (1990)
esempi (che ritrascriviamo adeguatamente), chiarendo che si tratta d'un fenomeno ortologico per la pronuncia delle parole in tonia, e anche d'altre parole precedenti in stretta relazione semantica e sintattica, tralasciando i grammemi.
Rientrano in questa categoria le V brevi nali (con o senza -n dell'indenito)
('ktb) /'katab[a]/ kataba ('jktUb) /'jaktub[u]/ yaktubu ('li~ 'jktUb) /'lian 'jaktub[a]/ li'an yaktuba (&fim'da:RIs) /fi:ma'da:ris[a]/ i madaarisa (fIl'bIt) /fi:l'bait[i]/
i al-baiti ('bIt) /'bait[un]/ baitun (fi'bIt) /fi:'bait[in]/ i baitin ('mUnu 'zmnI w'Zi:z, -'Gi:z) /'munu 'zamanin wa'Zi:z[in]/ munu zamanin wa`iizin per,
-an /an/ (accusativo) pu esser sostituito da /a:/: (aH'tA:HU HIS'5i:n di'na:Ra) /aH'ta:hu HiS'ri:na di:'na:ra:/ a=aahu iriina dinaaran tranne avverbi come: ('ha:ln)
/'ha:lan/ aalan ('dAn) /'aidan/ aian
Inne, la taa' marbuu=a [-atin -atan -atun] sostituita da /a[h]/, che generalmente si pronuncia () (o (h) in stile (pi) "coranico&): (Z'mi:l) /Za'mi:la[h]/ `amiila-h ((Z'mi:ltUn, &Zmi'ltUn, %G-) /Za'mi:latun/ `amiilatun] ('ftahat m'da:Ris li'li:j, &mda'5is) /'ftahat ma'da:risa lai'li:ja[h]/ fataat madaarisa lailiiya-h
((li'li:jtn, &lili'jtn) /lai'li:jatan/ lailiiyatan] (&fIlZu'nin, -Gu-) /fi:lZu'naina[h]/ i al-`unaina-h ((Zu'nin&ti, &Zuni'nti, %G-) /Zu'nainati/ `unainati]
9.3.1.4. Colloquialmente, molto spesso, non si mantiene // quando si trovi all'interno o alla ne di parola: cade, o si trasforma in /j, w/, oppure allunga l'eventuale V precedente: ('mi, 'mi, 'mij, 'mi:) /'mia[h]/ mi'a-h ('juu, 'ja:uu,
ja'uu) /'jaXuu, ja'Xuu/ ya'uu ('5as, '5a:s) /'ras/ ra's (s'm:, s'm:) /sa'ma:/ samaa' Di due hamza in sillabe vicine, generalmente, si mantiene la prima:
('Z: &[]Z'luHUm, '[]Z&luHUm, []'ZlHUm, 'G:, -G-) /'Za:a aZa'luhum,
'aZaluhum/ `aa'a a`aluhum
Nelle sequenze /0j, 0w, 0r, 0l/, la sillabazione araba eterosillabica, /0j, 0w,
0r, 0l/: (mIt'5a:s) /mit'ra:s/ mitraas ('tlfa, t'lfa) /'atlafa/ atlafa ('mdRas,

9. arabo

319

md'Ra-) /'madrasa[h]/ madrasa-h ('d-la) /'adla/ adla ('ma5-jm) /'marjam/ Maryam ('mUsRIH) /'musriH/ musri (mIs'w:k) /mis'wa:k/ miswaak ('mS-wi) /'maSwi/
mawi ('fRaza, f'Raza) /'afraza/ afraza ('mk-wa) /'makwa/ makwa ('-jn)
/'aljan/ alyan ('H-wa) /'ahwa/ ahwa
9.3.1.5. In posizione nale, dopo C le sonanti (/m, n, r, l/) si possono realizzare
in vari modi, a seconda anche della precisione con cui si parla; fonemicamente, sono solo delle C ma, foneticamente, possono essere semplici (o desonorizzate, soprattutto davanti a pausa o a C non-sonora), oppure intense ("sillabiche&), o anche dette con una breve V d'appoggio (di tipo (I, )): ('s, -s, -sm) /'ism/
qism ('ldn, -d, -dn) /'ladn/ ladn ('ftn, -t, -tn) /'fatn/ fatn ('dUHn, -hn, -H,
-Hn) /'duhn/ duhn ('bdR, -d{, -dR) /'badr/ badr ('mR, -, -{) /'mir/ Mir ('ft, -t, -tl) /'fatl/ fatl ('5At, -t, -tl) /'ratl/ ra=l
9.3.1.6. Di sguito, diamo alcuni esempi di fonotassi tipicamente araba: (ta'bi:n) /ta'bi:n/ ta'biin (m'u:R) /ma'u:r/ ma'uur ('mtHUb) /'matHu:b/ matuub ('Al) /'aal/ aqal ('mdal) /'madXal/ madal (m'Hu:R) /ma'Hu:r/
mauur ('tzHu) /'tazhu/ tazhu ('msZId, -GId) /'masZid/ mas`id ('mSta) /'maSta/
mata (mS'u:l) /maS'u:l/ mauul ('mA5aH) /'maraH/ mara ('AdZaHa, Ad'ZaHa) /'adZaHa/ a`aa ('AdHafa, Ad'Hafa) /'adHafa/ aafa ('Alma, A'lma, -D-)
/'alama/ alama (maH'Zu:n, -Gu:n) /maH'Zu:n/ ma`uun (maH'5u:f) /maH'ru:f/ maruuf (aH'm:l) /aH'ma:l/ amaal (ma'Su:S) /ma'Su:S/ mauu ('mAha) /'maha/
maqha (ml':n) /mal'a:n/ mal'aan ('jisu, ji'su) /'jaiasu/ yai'asu ('uHma, u'Hma) /'auhama/ auhama
Accento
9.3.2.1. Per parole di due o pi sillabe, abbiamo le strutture date di sguito. Si
tenga presente che "//& = sillaba "leggera& (/0/); "/9/& = "pesante&, contenente, cio, una sequenza del tipo "pesante&, /00, :0, 0/, individuata contando
dal nucleo sillabico in avanti no al successivo, che fa parte d'un'altra sequenza
(perci, in questo conteggio, non si prendono in considerazione le vere fono-sillabe). Inoltre, "//& indica, indierentemente, una sillaba leggera o pesante, che non
ha inuenza diretta per la determinazione dell'accento. Il simbolo "//& indica l'accentazione alternativa, sostitutiva (certamente non simultanea; infatti, d'uno schema che contempli sia /'/ che //, si pu scegliere un'accentazione oppure l'altra):
2 sill.
3 sill.
4 sill.
5 sill.
6 sill.

/', '9, '9/,


/', '9, '9, '9/,
/', '9, '9, '9, 9'/,
/', '9, '9, '9, 9', 9'/,
/', '9, '9, '9, 9', 9', 9'/.

Esse servono come riferimento, da tenere sott'occhio (ch non sarebbe tanto facile impararle semplicemente a memoria), per analizzarle e per trovare le corrispondenze.

320

manuale di pronuncia

9.3.2.2. Lo scioglimento delle sole formule date con varianti, da leggere secondo le colonne, fornisce:
/'9, 9'/
/', '/,
/'9, 9'/,
/9', '9/

/', '/,
/'9, 9'/,
/9', '9/,
/9', 9'/

/', '/,
/'9, 9'/,
/9', '9/,
/9', 9'/.

Per le strutture che hanno due possibilit d'accentazione, le varianti possono essere di tipo "egiziano& (del Cairo), come: /'9, '9, '9, '9/; oppure
di tipo pi letterario ( dialettale, come quelle dell'Egitto meridionale), con le possibilit: /', 9'/, /', 9', 9'/, /', 9', 9'/.
Per /9'/, poi, si possono trovare anche le strutture /'9/, /9'/
(accentazioni pi "cerebrali&, come si pu vedere nella storiella del 9.4.2.1-2).
Le accentazioni indicate rientrano tutte nella pronuncia neutra moderna, perci, si potr scegliere, mantenendo una certa omogeneit di struttura, per. Una
caratteristica dialettale (di tipo libanese), da non seguire troppo, accenta alla ne
le parole che terminano in /:, / (che non sono abbastanza "pesanti&, in pronuncia neutra, per ricevere l'accento): ('mInHuma, mIn'Huma) (e (&mInHu'ma:))
/'minhuma:/ minhumaa
9.3.2.3. L'applicazione della regola, nelle varie parole eettive, non inuenzata da pressi (compreso l'articolo, nemmeno quando si fonde completamente); per, modicata dalla caduta d'alcuni foni, vocalici o consonantici, ch cambiano
la struttura sillabica, sia all'interno delle parole, sia alla ne, davanti a pausa.
Per quanto riguarda l'accento secondario, in parole polisillabiche, va detto che
tende a presentarsi su sillabe alterne, prediligendo quelle pi pesanti, quando possibile.
Ecco, nalmente, degli esempi: (Ra'su:l) /ra'su:l/ rasuul (s'f~Z, -~G) /sa'fanZ/
safan` (mu'5a:sIl) /mu'ra:sil/ muraasil (ta'5assUl) /ta'rassul/ tarassul ('HA:m, HA'-) /'Ha:ima[h]/ aaima-h (&mut'fuw, -ww) /muta'fawwi/ mutafawwiq
(mu'fa:RAA, &mufa'5AA) /mu'fa:raa[h]/ mufaaraqa-h ('md-Ra&s, md'5as)
/'madrasa[h]/ madrasa-h ('daRa&ki) /'daraki:/ darakii (&kt'bHu, 'kt&bHu) /kata'bahu/ katabahu (mU'tli&f, 'mUt&lif) /muX'talifa[h]/ mutalifa-h (&Z'luHUm, 'Z&luHUm, 'ZlHUm, -G-) /aZa'luhum, a'Zalhum/ a`aluhum
9.3.2.4. Altri esempi utili (ritrascritti e completati da Mitchell, 1990), con forme sia "pausali& che "pre-pausali& ( 9.3.1.3): ('5amt) /'ramat/ ramat (Ra'mthu) /ra'mathu/ ramathu ('ahad) /'ahad/ aad (&aha'duHUm, 'aha&duHUm) /aha'duhum/ aaduhum ('Sdda) /'Sadda/ adda ('SddHu, Sd'd-) /'Saddahu/ addahu ('a5dA) /'arda:/ ardaa (a5'dA:Hu) /ar'da:hu/ ardaahu (k'tpti) /ka'tabti/ katabti (k'tptiHi, &ktp'tiHi) /ka'tabtihi/ katabtihi (Is'taA) /is'tala:/ istalqaa
(&Ista'A:Hu) /istal'a:hu/ istalqaahu ('k:t&ba, k'tba) /'ka:taba:/ kaatabaa
(&kt'b:Hu) /ka:ta'ba:Hu/ kaatabaahu (&kt'bta, 'kt&bta) /kata'bata:/ katabataa (&kt'bt:&Hu) /kataba'ta:hu/ katabataahu (k'tb&ta, 'k:t&bta) /ka:'tabata:/ kaatabataa (&ktb't:Hu, k&t-) /ka:taba'ta:hu/ kaatabataahu (&SZa'5atUn,

9. arabo

321

'SZa&RatUn) /SaZa'ratun/ a`aratun


Eccone altri, pi lunghi: (&dwij'tuHu, d'wij&tuHu) /adwija'tuhu/ adwiyatuhu (mUR&tbi'tAtUn, mUR'tbi&tAtUn) /murtabi'tatUn/ murtabi=atun (&SZa'5atu&Hu,
S'ZaRa&tuHu) /SaZa'ratuhu/ a`aratuhu (&SZa&Ratu'Huma, &SZa'5atu&Huma) /SaZaratu'huma:/ a`aratuhumaa (&dwij'tuHu&ma, d'wi-) /adwija'tuhuma:/ adwiyatuhumaa (mu&tZn'nib&tUn, &mut'Znni&btUn, -G-) /mutaZan'nibatun/ muta`annibatun (mu&tAA'tiltUn, &mutA'Ati&ltUn) /mutaa:'tilatun/ mutaqaatilatun
Intonazione
9.3.3. La f 9.6 d le protonie e le tonie dell'arabo neutro moderno. La tonia continuativa non molto diversa da quella sospensiva, perci, generalmente, la pausa che segue la sospensiva ha una durata maggiore. La tonia interrogativa nel Levante di tipo ascen-discendente, /?/ (2 ' 1 2), invece di quella data qui; sar interessante confrontare i tonogrammi (ma anche le V e le C) delle quattro variet geograche d'arabo ( 9.1.1 che dieriscono anche per la grammatica, ma soprattutto per il vocabolario). Ci limitiamo a riportare alcuni esempi illustrativi, per
l'intonazione neutra, da utilizzare per confronti:
/./: ('l: 'aHRIf m&din'tkUm23) {(m'di:n&tkUm23)} /'la: 'aHrif[u] madi:na'takum./ Laa arifu madiinatakum.
/?/: ('hl lki't:b Z'di:d21) {(G-)} /'hal alki'ta:b[u] Za'di:d[un]?/ Hal al-kitaabu
`adiidun?
//: ('jUmkIn &nnA'u:m bi'Zul2 2) {(bi'Gu-)} /'jumkin[u] anna'u:m[a] bi'Zaula[h]/ Yumkinu an naquuma bi-`aulatin
f 9.6. Protonie e tonie arabe.
/ / (2 2 ' 2 2 ' 2 2 ' 2)

/./ (2 ' 2 3)

/ / ( 2 2 ' 2 2 ' 2 2 ' 2)

/?/ (2 ' 2 1)

/ / ( 2 2 ' 2 2 ' 2 2 ' 2)

// (2 ' 2 2)

/ / ( 2 2 ' 2 2 ' 2 2 ' 2)

/,/ (2 ' 2)

Testo
9.4.0. Ecco la storiella Il vento di tramontana e il sole che viene qui riportata,
secondo il metodo fonetico, prima in italiano con pronuncia araba (il testo scritto dato al 2.4.1), seguta dalla versione araba, nella pronuncia neutra. Aggiungiamo la f 9.7, che d le realizzazioni pi marcate dei vocoidi della tipica pronuncia italiana degli arabofoni.

322

manuale di pronuncia

Alla ne, come sempre, c' anche la versione che d la pronuncia italiana dell'arabo, da parte dell'italofono neutro, uente in arabo (per lungo apprendimento
in immersione fra nativi, ma senza il metodo fonetico), che abbia appreso adeguatamente le prominenze relative, ma che usi, per il resto, gli elementi segmentali e
sovrasegmentali tipici dell'italiano neutro. Ovviamente, lo stesso principio vale
per la pronuncia straniera dell'italiano, data per prima.
f 9.7. Vocali dell'italiano degli arabofoni.
/'i/ (i:)

/'u/ (u:)

/'i0, i, e/ (I)

/'u0, u, o/ (U)

/'e, 'E/ (:, 0)

/'o, 'O/ (:, 0)


/a/ (':, '0, )

Pronuncia araba (dell'italiano)


9.4.1. (sI&bIstIS'Sj:v&nU2 U~'Zj5nU2| Il'vntU dIt&RmUn't:n2| Il's:lI23 'lu:nU
&bRItIn'dndU dI&ssIRI 'bju: 'f5tI2 dIl'lltRU23| 'kwndU 'vi:dIRU UM&vjZZj't:RI23 &kIvI'ni:v In'nntsI2 v'vltU &nIlmn'tllU23| I'du:wI &lItI'gntI2 2 dI'Si:sI&RU2 l'l:R2 &kIs'5bbI Is'ttU bju'f5tI2 2| kI'fssI RIU'Si:tU2 &lI'v:RI &Ilmn'tllU2 l&vjZZj't:RI23||
Il'vntU dIt&RmUn't:n2 &kUmI~'S: sUf'fj:RI23 &kUMvjU'lnts23| m'bju: sUf'fj:v2 2| 'bju: Il&vjZZj't:RI2 &sIstRI~'Z:v &nIlmn'tllU23| 'tntU2 kI&ll'fi:nI2 2| Il'b:vIRU
'vntU2 dU'vttI dI'sIstIRI23 dl&suUbRU'b:sItU23|| Il's:lI2 l'l:R2 &sImUs't5 nI'Sj:lU23| I'bkU 'd:bU2 Il&vjZZj't:RI2 2 &kIsIn'ti:v 'kldU2| sI'tlsI23 &Ilmn'tllU23| &Ilt&RmUn't:n2 2 &fUkUs't5tt2 kU'si:2 &RIkU'n:SIRI2 2| &kIIl's:lI2 &R'bju 'f5tI23 dI'lI23||
tI&bjS'ju:t21 &l[I]stUR'jll2|| &lvU'jmU RI'b:tI&RI21|||)
Testo arabo
9.4.2.0. Questo brano evidenzia il fatto che la lingua araba "classica moderna&
un concetto alquanto articiale; infatti, le realizzazioni delle V non scritte oscillano moltissimo, sia per la presenza/assenza, sia per il timbro stesso (/i, a, u/). Pi
registrazioni si raccolgono, con informanti diversi, pi le variazioni aumentano,
anche per l'accentazione (e per l'ortologia).
9.4.2.1. Kaanat riiu al-amaali tata`aadalu wa al-amsu i ayyin minhumaa
kaanat aqwaa min al-uraa, wa i bi-musaarin ya=lau mutalaan bi-abaa'atin
samiikatin. Fa ittafaqataa alaa itibaari al-saabiqi i i`baari al-musaari alaa ali
abaa'atihi al-aqwaa.

9. arabo

323

aafat riiu al-amaali bi-aqaa maa ista=aa'at min quuwatin. Wa laakin kullumaa izdaada alafu, izdaada al-musaaru tadauran bi-abaa'atihi, ilaa an usqi=a
i yadi al-rii fataallat an muaawalatihaa. Bada'iin sa=aati al-amsu bi-dif'ihaa, famaakaana min al-musaari illaa an alaa abaa'atahu alaa al-tauu. Wa
hakaaa i=arrat riiu al-amaali ilaa al-itiraafi bi-anna al-amsa kaanat hiya al-aqwaa.
Hal kaanat al-qiatu `amiila? Hal turiidu an nuraddidahaa?
9.4.2.2. ('k:nt2 '5i:hUS S'm:l[i]2 &tt'Z:d&lu wS'Sms[u]2 2| fi'ij[In] 'mInHu&ma2| 'k:nt 'Awa2 &mInl'uRa23| w'I bimu's:fIR[In]2| 'jAtAHU &mut'lffI&Ham2 &bIHa'b:[tIn] s'mi:k23|| 'ft tfA'Ata2 2| 'HalaH ti'ba:RIs 's:b[]2[ &fiIZ'ba:RIl
mu's:fIR[i]2| 'Hala 'alHI Ha&b'tiHIl 'A-wa23||
'HAAft2 '5i:hUS S'm:l[i]|| bi'AA 'm: IstA'tA:t m,'u:wa23|| w'l:kIn2 'kUllmz 'd:dl 'HAf[u]2 2|| Iz'd:dl mu's:fIR[u] t'du&Ran2] &biHa'b:&tIh2 2| 'il
n'Us&tA2 fi'jdIR '5i:h23|| &fta'allt 'Ham mU&hawl'tiHa23|| baH'di&In2| &sAtA'tIS 'Smsu bi'dIfi&Ha2| &fm'k:n mIn&lmu's:fIR[i]2| 'Ill a,'ala&Ha Ha&b'tHu23[ 'Halt 'tu23|| 'w 'Hk& d'tA5Rat2 '5I:hUS S'm:l[i]2 2| 'ill &IHti'5a:f[i]2 bi'nnS 'Sms[]2| 'k:nt2 'hijl 'A-wa23||
'hl 'k:nt A'Atu2 Z'mi:l21|| 'hl tu'5i:d[u]2 'n &nuRad'did&Ha21|||)
mIn'Huma2 jAt'UHU 'tfA&Ata2 2| [ s'b2| Ha'b:&tiHIl
kUl'lmz ] &td'uRan2 bI&Hab'tIh2 2| &nUs'tA2 mUha'wl&tiHa23||, mU'ha:w&lti&Ha23||, mU&haw'lti&Ha23|| -I2|, 'baHd&iIn2|, -&I2|
'sAtA&tIS 'a,a&laHa [ Ha'b:&tHu2 H'k nu'5addid&Ha21|||
Pronuncia italiana dell'arabo
9.4.3. ('ka:nat$2 'ri;xu aSSa'mal:$2 tata'Ga;dalu waS5Sam:su12| fi'a;jim 'mi:numa2| 'ka;na 'ta:kwa2 &mina'lu:kRa23| wa'iz bimu'sa:fiR[in]2| 'jat:$lau &muta'laf:fjam2 bia'baa[tin] sa'mi:ka[tin]23|| fa&ittafa'ka:ta| 'a;la iti'ba;Ri as'sa:bik[i]2[ fiG'ba;Ri almu'sa:fiR[i]2| 'ala 'xali
abaa'ti;i a'la:kwa23||
'a;safat$ 'ri;xu aSSa'mal:$2|| bi'aksa &maista'taat$ mi'ku:wa23|| wa'la:kin$2 'kullama
iz'da;da al5as:fu12|| iz'da;da almu'sa;fiR[u] ta'das:suRam2 bia5ba;ati[i]12| 'i;la a'nus:kita2]
fi'a;di aR'rix:23|| &fata'xallat$ &ammu&xawala'ti;a23|| ba'da;iz[in]2| &sata'a;ti aS'Sam$su bi'di:fia2| &fama'ka;na mi&nalmu'sa:fiR[i]2| 'illa a'xa;laa &abaa'ta;u23 'a;lat 'ta;u23|| wa'a;kaza
id$'tar:Rat2 'ri;xu aSSa5ma:l$12 ila&aliti'ra:f[i]2 bi'anna aS'Sam:sa2| 'ka:na2 'ti;a a'la:kwa23||
al'ka:na tal'kis:satu2 Ga'mi:la21|| &altu'ri;2 dan&nuRad'di:daa21|||)
-'ma:li2 mi'nu:ma jat$'la;u [ &assa'bi:ki -'ma:li2 kul'la:ma
] anus'ki:ta2 wa[a]'ka;za -'ma:li12| &altu'ri:du2 an-

10. Hindi
10.0.1. Si presenta la pronuncia neutra hindi, indicando le varianti regionali solamente dei fonemi /EE, OO/ ae ao, che ne costituiscono la maggiore peculiarit (
f 10.2.). La traslitterazione usata si discosta dalle pi tradizionali (e anche dalla
graa all'inglese, che ignora la durata vocalica), perch mostra le vocali "lunghe&
raddoppiando il grafema (ii aa uu), come si fa per le consonanti (pp nn), anche
quando non ci sia opposizione tra breve e lunga (ee oo), per coerenza; mentre si
mantiene l'indicazione storica della dittongazione per i due fonemi vocalici accennati all'inizio (ae ao), invece di ricorrere a una graa pi complessa (anche se un
po' meno imprecisa, come ]
ancora abbastanza diusa (pur se sta perdendo piede, non a torto) la traslitterazione che indica le tre brevi, /i, a, u/ (I, , U), con i a u e le tre lunghe corrispondenti, /ii, aa, uu/ (ii, aa, uu), con i a u ma, allo stesso tempo, indica /ee, oo/
(ee, oo), semplicemente con e o (giacch non ci sono le corrispondenti brevi fonemiche). Quando non s'usano anche trascrizioni, sarebbe decisamente meglio scrivere e, o, secondo quel sistema. Resta, comunque, il problema di /EE, OO/, che, sempre in assenza di trascrizioni, forse, potrebbero concordare meglio con le ultime
indicazioni date, se fossero scritte , .
10.0.2. Le vocali nasalizzate sono indicate dal segno di "tilde& (i q ); per,
secondo il sistema che segna le lunghe col tratto sopra, scomodamente, bisognerebbe sovrapporre il tilde al tratto ( > <] come qualcuno fa; d'altra parte, altri
ricorrono a espedienti digrammatici meno soddisfacenti (a a a a).
Le articolazioni consonantiche postalveolari sono indicate col puntino sottoscritto (= ); le postalveopalatali, con la "pipa& ( ; invece dei tradizionali,
ma ambigui, c j ] le uvulari di prestiti persiani e arabi, tramite segni particolari
(q ; invece di digrammi, o d'altre combinazioni pi complesse, o meno perspicue, anche visivamente). Tutto ci stato fatto per evitare sia segni troppo generici, sia i digrammi, che sono riservati alle consonanti "aspirate& (ph bh h).
Inoltre, si preferisce, decisamente, w (a v] per (6, j) /w/.
10.0.3. La tradizionale graa devanagari [deewnaagrii /deew'naagrii/ (de6'naagRi)), essendo pi sillabica che alfabetica, e con moltissimi grafostilemi, resi con monogrammi (: pi di 150, aggiunti agli oltre 40 segni basilari), per sequenze di grafemi polifonemici, non aiuta molto se non la si sia gi appresa per indicare con
semplicit la struttura fonica eettiva, coll'ulteriore complicazione dell'a "inerente& (breve), che non si scrive se preceduto da C tranne che nelle traslitterazioni.
Queste ultime sono, tendenzialmente, di due tipi: quelle che indicano solo gli /a/
che eettivamente si pronunciano, e quelle che li mostrano tutti (o parecchi), come, per esempio, in ('mt-lb) /'matlab/ matlab (o matalaba] per, in realt, la
[

10. hindi

325

situazione fonetica oggettiva pu essere una via di mezzo, come si vede anche dal
10.3.1.1.
Vocali
10.1.1. La f 10.1 mostra le vocali hindi, che sono dieci: tre brevi, (I, , U) /i, a,
u/, e sette "lunghe&. Queste, in realt, sono dei dittonghi: cinque monotimbrici,
con movimenti abbastanza contenuti, ma ugualmente percepibili, (ii, ee, aa, oo,
uu) /ii, ee, aa, oo, uu/, e due pi evidenti (anche se descritti, di solito, pure questi, semplicemente come delle V lunghe), (, ) /EE, OO/.
Vediamo, intanto, alcuni esempi delle tre V brevi: ('dIn) /'din/ din ('pR) /'par/
par ('kUl) /'kul/ kul i tre dittonghi corrispondenti sono: ('diin) /'diin/ diin ('paaR)
/'paar/ paar ('kuul) /'kuul/ kuul gli altri quattro dittonghi sono: ('beeR) /'beer/
beer ('bR) /'bEEr/ baer ('booR) /'boor/ boor ('bR) /'bOOr/ baor Riprendiamo, solo qui, le varianti geograche di /EE, OO/ ( f 10.2.), ('bR) /'bEEr/ baer ('bR)
/'bOOr/ baor\ ('bR, 'bR) (est: Bihar, Bengala Occidentale), ('bER, 'bOR) (ovest: Rajasthan), ('bER, 'bOR) (nordovest: Panjab)
f 10.1. Vocali hindi.
/ii/ ('ii, &i, i)
/i/ (I)
/ee/ ('ee, &e, e)

/uu/ ('uu, &u, u)

/EE/ (', &, )

/OO/ (', &, )

/a/ (', &, 0, )

/u/ (U)
/oo/ ('oo, &o, o)

/aa/ ('aa, &a, a)

10.1.2. Tutte le V possono essere anche nasalizzate (distintivamente): (t'hI) /t'hi/


thi ('H, &H, H) /'h/ hq (b'H) /b'h#/ bh (k'h_9) /k'h/ kh si consideri, per esempio ('Rg) /'rag/ rag "vena& ('RAg) /'rg/ rg "colore&. Correntemente, parole come ('Hs) /'hans/ hans tendono a confondersi con quelle come ('HAs)
/'hs/ hs per, nella pronuncia neutra, vanno distinte accuratamente, anche se
() non ha un contatto pieno con gli alveoli ( 10.2.1.1-2).
Quando ae ao sono seguiti da /j, w/, corrispondono a (I, U) /ai, au/: ('mIa)
/'maijaa/ maeyaa (tI'jaaR) /tai'jaar/ taeyaar ('HUja) /'hauwaa/ haowaa Lo stesso
dovrebbe valere per le parole sanscrite con ae ao ("ai au&); ma, correntemente,
passano a /EE, OO/ ( 10.2.1.2).
Le sequenze intra-lessemiche /eeh0, ooh0/ si possono realizzare con V breve:
('seeH-Ra, 'seH-) /'seehraa/ seehraa ('mooH-lt, 'moH-) /'moohlat/ moohlat se c' derivazione grammemica, non avviene nessun accorciamento: ('leeH-j) /'leehja/ leehya ('mooH-na) /'moohnaa/ moohnaa anche nei prestiti inglesi si hanno accorciamenti vocalici (pi o meno evidenti): ('pee) /'pee/ pee= "stomaco&, ma ('pe;, 'pe,
'p) /'pee/ pee= "pet, animale da compagnia&.
La sequenza /ah/, davanti a C ad /a/ breve o a conne di parola (/ah0, aha,

326

manuale di pronuncia

ah/), si realizza ('H, H) (e si potrebbe rendere con "/E/&): (kH'naa) /kah'naa/


kahnaa (pH'laa) /pah'laa/ pahlaa (l'HR) /la'har/ lahar ('tH) /'tah/ tah negli altri casi, resta /a/ (con (, , , , x, ), il paragrafo seguente), come: (kx'Haa) /ka'haa/ kahaa (d'Hii) /da'hii/ dahii rimane /a/ anche nei prestiti sanscriti davanti a
/ha/: (R'Hs-j, 'RHs) /ra'hasja/ rahasya (gx'Hn) /ga'han/ gahan (m'Ht:j) /ma'hattwa/ mahattwa
f 10.2. Varianti regionali () e tassofoni non-accentati neutri di /a/ ().

. Varianti regionali di ae ao /'EE, 'OO/: ('E, 'O)


ovest (Rajasthan); ('E, 'O) nordovest (Panjab);
(', ') est (Bihar, Bengala Occidentale).

. Tassofoni attenuati di /a/: (),


((0)), (j, j), (()): (m, p[h],
b[H], , 6), ((x)): (k[h], g[H], , , r).

10.1.3. Nelle sillabe non-accentate, l'a "inerente& si pronuncia solo quando serve a dar corpo a una fonosillaba; quindi, spesso, non si dice aatto, tranne nel caso di gruppi di C non molto agevoli da produrre, per cui, alla ne di parole (o, internamente, specie dopo /h/), si producono delle fonosillabe non-caudate con un
vocoide attenuato del tipo () ( f 10.1), generalmente; per, il timbro, per quanto attenuato (anche nella durata), cambia a seconda dei contoidi che lo precedono (pure nelle sequenze /0h/). Perci, come mostrato nella f 10.2., dopo labiali
((m, p[h], b[H], , 6)) sostanzialmente s'arrotonda, (); dopo velari e uvulari ((k[h],
g[H], , , r)), arretra, (x) (dopo (j), si ha ()); dopo /j/, avanza, () (questo ricorre
pure in ('H0, H0) /ah0/ ahC e anche, come eco, per /h/ vicino a /ee, EE/);
meglio riuscire a usare questi cinque vocoidi (attenuati, meglio che pieni) giacch
la logica coarticolatoria evidente; comunque, anche usando sistematicamente un
() attenuato, il risultato piuttosto soddisfacente, contrariamente a un () pieno,
troppo invadente.
Vediamo alcuni esempi (ma si tenga presente che, spesso, in vari testi pubblicati, si trova "()& per (), anche accentato): ('kN-h) /'kanh/ ka=h ('p~C)
/'panc/ pan ('kRm) /'karm/ karm ("karma&), ('bagx) /'baang/ baa;g (si pu avere anche ('ba) /'baa, 'baang/), ('muuRk-hx) /'muurkh/ muurkh (M'6) /an'waj[a]/ anway(a) ('gM-j) /a'gamj[a]/ agamy(a) ('n-j) /'anj[a]/ any(a) ('g-j)
/a'gaNj[a]/ agay(a) ('mooH&na) /'moohnaa/ moohnaa ('mHl) /'mahl/ mahl
('meeH&tR, &meH'tR) /'meehtar/ meehtar
10.1.4. In sillaba non-accentata, normalmente i dittonghi fonetici si realizzano
come monottonghi brevi (o semiallungati, in pronuncia lenta o pi attenta):
('HIndi -di;) /'hindii/ hindii (I'daaRa -Ra;) /i'daaraa/ idaaraa ('jaad -d;) /'jaad/
yaad (a'baa a;-) /Saa'baaS/ aabaa A seconda della forza accentuale, nella fra-

10. hindi

327

se, per /EE, OO/, come in hae abbiamo: ('H, &H, H) /hEE/.
Purtroppo, le grammatiche hindi continuano a collocare tra le "vocali& la grafosillaba che in sanscrito indicava /(/ () e si traslittera tradizionalmente , ma oggi
vale semplicemente /ri/ (RI) (cio una sequenza /0/): ('RI) /S'ri/ ri
Consonanti
10.2.0. La f 10.3 mostra le consonanti hindi, compresi i fonostilemi per parole
sanscrite (corrispondenti a ; ) e arabe, persiane, turche e inglesi (q f z , ),
nonch i tassofoni.
Le f 1.9-15 danno, invece, gli orogrammi, raggruppati per modi d'articolazione, di tutti i contoidi dati nei capitoli di questo volume, anche come varianti secondarie, occasionali, o regionali, per le 12 lingue trattate. Quest'esposizione rende pi immediati i necessari confronti fra idiomi diversi.

m|(M)

F p5 b

{} 6
_

(n) n|() {N|()}


t5 d
5
s {z}

{}

(~|)

(n) ()

C5

j|()

(l)

R
l

($)

{}|()
k5 g

{(,)}
{}
/w/
(j)

{}

laringali

uvulari

velolabiati

velari

provelari

palatali

postalveopalatali

postalveolari

alveolari

dentali

bilabiali

f 10.3. Tabella delle consonanti hindi.

{}

(h) H
{r}

()

/c, G/ (C, ), /S/ (), /j/ (j, ), /F/ (), /w/ (6, j), /r/ (R), /#/ ()

Nasali
10.2.1.1. Ci sono due fonemi nasali fondamentali, /m/ (m), e /n/ (m, n, N, ~,
, ,), giacch le sequenze NC sono omorganiche; inoltre, davanti a /w, F/, ricorre (M) (()); davanti a /s/, () (()); davanti a /j/, (n) ((q)); davanti a /h/, () {()}
col raro //, che darebbe /h/ (mostrando il vantaggio di considerare sequenze
bifonematiche le Ch, anche occlusive), oppure /ngh/ (gH, H). (S'osservi che (M,
, , n, ) sono dei nasali senza contatto completo (o semi-nasali): semi-bilabiale,
semi-alveolare, semi-postalveopalatale, semi-palatale e semi-provelare, rispettivamente, 9.9 dell'FTN/MaF come pure () {()} dato al 10.2.1.2.)
D'altra parte, non necessario usare i simboli pi specici ((, n)): ('mooH) /'mooh/
mooh ('smbl) /'sambal/ sambal ('tiim ma'tae) /'tiin maa'taaee/ tiin maataaqq
(sM'jaad) /sam'waad/ samwaad ('nbH) /'nabh/ nabh ('kNh) /'kanh/ ka=h
('k~) /'kanG/ kan ('6) /'wanS/ wan ('n-j) /'anja/ anya ('pk) /'pank/ pa;k

328

manuale di pronuncia

(&I,x'laab) /ina'laab/ inqalaab ('sIH[x]) /'sih[a]/ sinh(a)


In alcune parole, troviamo /m, n/ davanti a C eterorganiche: (b'Ramda) /ba'raamdaa/ baramdaa (m'Ruud) /am'ruud/ amruud ('gUmi) /'gumii/ gum=ii
('CmCa) /'camcaa/ amaa ('Umka) /'Gumkaa/ humkaa ('meenka) /'meenkaa/
meenkaa (indicate gracamente coi segmenti m n invece che con l'anuswaar diacritico).
10.2.1.2. Ci sono, poi, in parole dotte, sanscrite, anche /N, / (N, ), che hanno grafemi specici, ;, ma, correntemente, passano a /n/ (la realizzazione genuina pi frequente di /N/ (), vibratile postalveolare nasalizzato, o anche approssimante postalveolare nasalizzato, (), per cui conviene usare il simbolo del diafono,
(), che ingloba questi valori, sebbene, generalmente, diventi /n/). Ha un grafema
particolare anche (~), n, che pure non rappresenta un fonema (come, invece, in
sanscrito): ('bam) /'baam/ baam ('ban) /baan/ baan ('ba, 'baN, 'ban) /'baaN/
baa (gx'ee, gx'Nee, gx'nee) /ga'NeeS/ gaee ('gN-j, 'g-j) /a'gaNja/ agaya ('6amI, -m, -m-, -nm, -mm, -mm) /'waamaj/ wa;may ('ba[gx])
/'baang/ baa;g.
Ricorrono, inoltre, le sequenze /mh, nh/ (mH, nH), che (assieme a /lh/ (lH) e, eventualmente, a /h/, 10.2.1.1) non hanno grafemi devanagari particolari, ma
combinazioni: perch non c'erano in sanscrito; contrariamente alle occlusive e occlucostrittive "aspirate&, compresa /#h/ (H), che una derivazione di /h/ (H)):
(kUm'HaaR) /kum'haar/ kumhaar ('kanH) /'kaanh/ kaanh
Occlusivi
10.2.2.1. Ci sono quattro coppie difoniche, /p, b t, d , k, g/ (p, b t, d ,
k, g), oltre al fonostilema uvulare non-sonoro // () (che, correntemente, passa a /k/ (k)): (pI'taa) /pi'taa/ pitaa ('b) /'ab/ ab ('Raat) /'raat/ raat (n'dii) /na'dii/
nadii ('hiik) /'hiik/ =iik ('pIN) /'pin/ pi ('k9n) /'kOOn/ kaon ('gana) /'gaanaa/ gaanaa ('k) /'kEE/ kae (') /'EE, 'kEE/ qae
10.2.2.2. La peculiarit pi notevole degli occlusivi che gli elementi delle coppie difoniche possono ricorrere in sequenze, davanti a /h/, dando /ph, bh th, dh
h, h kh, gh/ (ph, bH th, dH h, H kh, gH) (non raro che i sonori "aspirati&
siano, in realt, desonorizzati, (H, H, H, H), ma la pronuncia completamente
sonora va benissimo). Generalmente, sono considerati dei fonemi unitari, "aspirati&, da opporre ai "non-aspirati& corrispondenti, senza dubbio anche a causa della scrittura tradizionale, che ha dei grafemi particolari.
Noi preferiamo considerare gli "aspirati& come sequenze fonemiche (oltre che
fonetiche) d'occlusivi semplici + /h/, che si realizza come (h), dopo C non-sonore,
e come il normale (in hindi) approssimante laringale sonoro, dopo C sonore (H)
(tanto pi che si realizzano come eterosillabiche, invece che tautosillabiche, come
si vede dalla collocazione dell'accento, pi evidente e logica in posizione interna
di parola o di ritmia): ('pl) /'pal/ pal (p'hl) /p'hal/ phal ('baala) /'baalaa/ baalaa

10. hindi

329

(b'Haala) /b'haalaa/ bhaalaa ('tl) /'tal/ tal (t'hl) /t'hal/ thal ('daa6a) /'daawaa/
daawaa (d'Haa6a) /d'haawaa/ dhaawaa ('ppa) /'appaa/ =appaa ('hppa) /'happaa/ =happaa ('iil) /'iil/ iil ('Hiil) /'hiil/ hiil ('kaal) /'kaal/ kaal (k'haal)
/k'haal/ khaal (gI'Raa) /gi'raa/ giraa (gHI'Raa) /ghi'raa/ ghiraa
10.2.2.3. Non raro che /b, bh/ si realizzino come (6, 6H). Sono possibili attenuazioni anche per /k/ (, , ), /kh/ (xh, x), /g/ (, y, ), /gh/ (H). Davanti a V
anteriori e davanti a /j/, avviene che /k[h], g[h]/ si realizzino come prevelari, ma
non servono i simboli (([], [])). In posizione nale, gli occlusivi possono avere
realizzazione non udibile: ('naak, 'naak) /'naak/ naak ('b, 'b) /'ab/ ab contrariamente alle sequenze "aspirate&, che non si semplicano, anche se l'elemento laringale pu esser meno evidente, in questa posizione, nale (pure per altre C] ma
non pu mancare, essendo distintivo\ ('siikh, -kh) /'siikh/ siikh ('nbH, -bH) /'nabh/
nabh (e: ('booH, -H) /'booGh/ booh ('baaH, -H) /'baa#h/ baah] Solo all'interno di sequenze di tipo /0h0/, pu cadere /h/ ( 10.3.1.5). Anche /h/ nale di parola pu essere attenuato (no a scomparire completamente): (b'jaaH, -aaH, -aa)
/b'jaah/ byaah
Occlu-costrittivi
10.2.3. C' solo la coppia difonica postalveopalatale, /c, G/ (C, ) (con la corrispondente sequenza "aspirata&, /ch, Gh/ (Ch, H), e la possibilit d'avere (H),
come per gli occlusivi): (C'tUR) /ca'tur/ atur ('Raa) /'raaG/ raa ('Caal) /'caal/
aal (C'haal) /c'haal/ haal ('aal) /'Gaal/ aal ('Haal) /G'haal/ haal Sono frequenti realizzazioni pi attenuate (: costrittive o approssimanti), in vari contesti,
anche dopo pausa (o, invece, pi nette: occlusive), per /c/ (, T), /ch/ (h, h Th),
/G/ (, D), /Gh/ (H, H DH).
Costrittivi
10.2.4. Genuinamente, ci sono i non-sonori /s, S/ (s, ) (a volte, quest'ultimo
realizzato come postalveo-velare, (), cio come () coll'aggiunta della velarizzazione) e anche il sonoro /w/ (6, j) (la cui variante approssimante semi-velo-labiata,
(j), ricorre soprattutto dopo C dopo /uu, u/, e, a volte, dopo pausa ma, in realt, i due tipi alternano abbastanza liberamente): ('sR) /'sEEr/ saer ('kooI) /'kooSiS/ kooi (&R6I'6aaR) /rawi'waar/ rawiwaar ('nii6, 'nii, 'niiM) (con possibile nasalizzazione, vicino a V nasali): /'niiw/ niiw (6'Rt) /w'rat/ wrat ('HUja) /'hauwaa/
haowaa (s'jRg) /s'warg/ swarg (6'H, |j-) /wa'h/ wah
Nei prestiti sanscriti, c' anche // () (che, correntemente, passa a /S/ (): ('bI,
'bI) /'bi/ bi; d'altra parte, /s/ passa a (), davanti a //: ('k) /'kas/ ka= (indicato
anche nella scrittura). Nei prestiti persiani, arabi e inglesi, ci sono anche /F, z/ (,
z) (che, correntemente, passano a /ph, G/ (ph, )): ('iiR, ph-, -'kiiR) /Fa'iir,
-'kiir/ faqiir ('Ut, p'hUt) /'Fut/ fut (ba'zaaR, ba'aaR) /baa'zaar/ baazaar

330

manuale di pronuncia

Approssimanti
10.2.5. Per questo modo d'articolazione, abbiamo due fonemi fondamentali,
/j, h/ (j, H, h); () (semi-palatale) ricorre tra V in sillaba non-accentata: ('jee) /'jee/
yee (dH'jan) /dh'jaan/ dhyaan ('lIe, 'lie, 'lIe) /'lijee/ liyee Finale non-accentato
(con a inerente) suona (-, -); preceduto da i scompare, spesso chiudendo /i/ {(I)
= (i)}, tranne che in pronuncia attenta: (s'm, s'm) /sa'maj/ samay (k',
-, k'-) /k'aj/ kay ('Caa, 'Caa) /'caaj/ aay (k't-RI, kt'RI, -I, -i, k-) /k'atrij/ katriy
Il fonema /h/ , di solito, (H) (h) ricorre con le "aspirate& non-sonore; e, vicino
a V nasali, /h/ si nasalizza: ('Haathi) /'haathii/ haathii ('gRH) /'garh/ garh (&pH'laa) /pah'laa/ pahlaa ('teeRH, te'RH) /'teerah/ teerah (HAs'naa) /hs'naa/ hsnaa
('bH) /'bh/ bh (kx'H) /ka'h/ kah
Ci sono altri due approssimanti, per prestiti persiani e arabi, per i quali, spesso,
si ricorre ai simboli uciali dei costrittivi uvulari /X, / (o, meno bene, velari /x,
/), per articolazioni che sono approssimanti uvulari (, ) (ma, per il sonoro, pi
spesso, c' il vibrato uvulare, (r); correntemente, comunque, passano a /k, g/ (k,
g)): (d'l, d'kl) /da'Xal/ daal ('aana, 'kaana) /'Xaanaa/ aanaa ( (k'haana)
/k'haanaa/ khaanaa] ('baar, 'baa, 'baag) /'baa/ baa ( ('baag) /'baag/ baag]
"Vibranti&
10.2.6. C' il vibrato alveolare, /r/ (R), e il vibratile postalveolare, /#/ (), che
s'oppongono distintivamente (a volte, il primo pu essere pi forte, vibrante (r),
o al contrario anche pi debole, approssimante (); mentre il secondo spesso
pi debole del normale, approssimante (), simile a (>) inglese, ma senza alcun arrotondamento labiale): (H'R) /ha'ra#/ hara (l'kaa) /la#'kaa/ lakaa C' pure la
sequenza /#h/ (H, H): (b'Haa, -'Haa) /ba#'haa/ bahaa ( (b'aa, -'aa) /ba'#aa/
baaa]
Laterali
10.2.7. C' un solo fonema laterale, /l/ (l, $, ); e c' pure la sequenza /lh/ (lH):
('laat) /'laat/ laat (m'laal) /ma'laal/ malaal ('k C'loo) /'kal ca'loo/ kal aloo ('k
j'H 'aao) /'kal ja'h 'aaoo/ kal yah aaoo ('aa$a) /'aalaa/ aalaa ('kuula)
/'kuulaa/ kuulaa ('kuulHa) /'kuulhaa/ kuulhaa ('deelHi) /'deelhii/ Deelhii
Strutture
10.3.0. Si considerano, qui, i rapporti fra segmenti, la struttura sillabica, l'accentazione e l'intonazione. La maggior parte degli esempi (ritraslitterati e trascritti)
tratta da Shukla (2000), basandoci su registrazioni fatte appositamente.

10. hindi

331

La tipica pronuncia hindi ha una particolare impostazione parafonica, con voce


mormorata @, o, meno positivamente, con voce tesa @.
Tassofonica
10.3.1.1. Come per le V che s'oppongono tra brevi e "lunghe&, o meglio dittonghi (rappresentati geminando il simbolo, 10.1.1), anche per le C la geminazione distintiva: (p'taa) /pa'taa/ pataa ('ptta, pt'taa) /'pattaa/ pattaa (b'Caa) /ba'Caa/ baaa ('bCCa, bC'Caa) /'baccaa/ baaa (U'see) /u'see/ usee ('Usse, Us'see)
/'ussee/ ussee Questo cambia la struttura sillabica e, di conseguenza, anche l'accentazione, puramente fonetica.
gi stato anticipato, soprattutto dagli esempi, che in hindi le sequenze di
due o tre C si dividono lasciando l'ultima (anche nel caso si tratti di /j, w, h, r, #,
l/) all'inizio della sillaba successiva: ('st-j) /'satja/ satya ('gd-Ha) /'gadhaa/ gadhaa (bH'Rk) /abh'rak/ abhrak ('Uk-l) /'Sukla/ ukla (kh'aa) /akh'#aa/ akhaa.
Ovviamente, nel caso di sequenze iniziali isolate, la scala di sillabicit unisce gli elementi in una stessa sillaba, pur mantenendo qualche lieve dislivello (ma, se sono interne, si dividono in due sillabe, includendo la V precedente): ('Hiil) /G'hiil/
hiil. Le geminate sono (00) tra V ma (0:) + C anche per /j, w, h, r, #, l/ (in quest'ultimo contesto, soprattutto le occlusive e occlu-costrittive brevi, spesso, si realizzano come (0:) + C neutralizzando la dierenza con le geminate): ('bU:Ha) /'buhaa/ buhaa (6Id[:]'aal, -l, -l) /wid'jaalaj/ widyaalay Se il numero delle C
in sequenza supera le tre, ne troviamo due all'inizio della seconda sillaba: (st'jaaRth-pR&ka) /sat'jaarthprakaaS/ Satyaarthprakaa.
Un altro fenomeno interessante, che complica la descrizione e l'acquisizione della lingua, riguarda l'epentesi vocalica, per cui s'inserisce un vocoide attenuato (
10.1.3, che qui indichiamo genericamente come stacco udibile, ($)), non solo nei
gruppi consonantici complessi, ma anche in pronuncia non veloce alla ne di
parola, pure dopo una sola consonante: ('gR$) /a'gar/ agar ('uupR$) /'uupar/ uupar (Cl$'naa) /cal'naa/ alnaa ('phuul$) /'phuul/ phuul ('R$bt) /'Sarbat/ arbat
(bd$'maa) /bad'maaS/ badmaa (l$'kaa) /la#'kaa/ lakaa (khI$'kii) /khi#'kii/
khikii (bH'jaas$) /abh'jaas/ abhyaas (s'm$) /sa'maj/ samay (Rakh$'naa) /rakh'naa/ rakhnaa (Ug$'naa) /ug'naa/ ugnaa ('uugH$na;) /'uughnaa/ ghnaa ('p$)
/'pa#/ pa ('pH$) /'pa#h/ pah
10.3.1.2. La fonotassi hindi presenta delle sequenze consonantiche peculiari,
sia all'inizio di parola che alla ne. Infatti, possiamo avere, per esempio: (m'RIg)
/m'rig/ mrig (m'lan) /m'laan/ mlaan (n'jaa) /n'jaaj/ nyaay (nRI's) /nri'Sans/
nrians (p'jaala) /p'jaalaa/ pyaalaa (b'R) /b'raG/ bra (b'laak) /b'laak/ blaak
(bH'Rm) /bh'ram/ bhram (tj'Raa) /twa'raa/ twaraa (t'Raas) /t'raas/ traas (d'juut)
/d'juut/ dyuut (dH'jni, -'nii) /dh'wani/ dwani (dH'RU6) /dh'ruw/ dhruw ('jooHi, jo'Hii) /'joo#hii/ yoohii (C'jUt) /c'jut/ yut ('jooti) /G'jooti/ yooti (k'jaa)
/k'jaa/ kyaa (k'jaath) /k'waath/ kwaath (kh'jaab) /kh'waab/ khwaab (g'Ram)
/g'raam/ graam (g'lani) /g'laani/ glaani (gH'Ra, -N, -n) /gh'raaN/ ghraa.

332

manuale di pronuncia

Ancora: ('jaal, kh'j-) /X'jaal/ yaal (H'Raas) /h'raas/ hraas (m'an) /Sma'Saan/
maaan ('Rant) /S'raant/ raant ('lth) /S'lath/ lath (s'kndH) /s'kandh/ skandh
(skhx'ln) /skha'lan/ skhalan (s'tR) /s'tar/ star (s'thl) /s'thal/ sthal (s'mIt) /s'mit/
smit (s'nan) /s'naan/ snaan (s'jaaH) /s'jaah/ syaah (s'jRg) /s'warg/ swarg (s'Ra)
/s'rasaa/ sra=aa (z'jaada) /z'jaadaa/ zyaadaa (6jt'haa) /wjat'haa/ wyathaa (6'Rt)
/w'rat/ wrat In parole d'origine sanscrita, abbiamo anche /k/ (ma, correntemente, viene semplicato in (k)): (k', k'N, k'n) /k'aN/ ka (k'iiR, k'-) /k'iir/
kiir
Inoltre, per le sequenze iniziali /s0[0]/, la pronuncia corrente premette una V
d'appoggio, generalmente (I, I) ma possibile avere anche (, ) (e (, ), con le
altre varianti viste, 10.1.3), davanti a V non-anteriori: (s'tRii, Is-, Is-) /s'trii/ strii
(sp'huuRti, Is-, Is-, s-, s-, s-, s-) /sp'huurti/ sphuurti (s'nan, Is-, Is-, s-, s-, s-, s-)
/s'naan/ snaan (anche con /S/: ('look, I-, I-, -, -, -, -) /S'look/ look]
10.3.1.3. Per quanto riguarda la posizione nale di parola, troviamo sequenze
consonantiche come: ('gUpt) /'gupt/ gupt ('bd) /'Sabd/ abd ('lUbdH) /'lubdh/
lubdh ('ps) /'aps/ =aps ('nbz) /'nabz/ nabz ('kUb) /'kubG/ kub ('mUt)
/'muFt/ muft ('Uts) /'uts/ uts ('Rkt) /'rakt/ rakt ('dgdH) /'dagdh/ dagdh ('ks)
/'aks/ aks ('mook, -k) /'mook/ mook ('st, -kht) /'saXt/ sat ('s, -khs) /'SaXs/
as ('b, -kh) /'baXS/ ba ('CUst) /'cust/ ust (s'jsth) /s'wasth/ swasth ('k)
/'kas/ ka= ('6aap) /'waaSp/ waap
In posizione nale, si possono avere anche delle geminate, realizzate come allungate: ('gp:) /'gapp/ gapp ('Cm:) /'camm/ amm ('CIt:) /'citt/ itt ('Rd:) /'radd/
radd ('n:) /'ann/ ann ('sR:, -r[:]) /'sarr/ sarr (pRp'hUl:) /prap'hull/ praphull (b'H:)
/b'ha/ bha== (U':) /u'Ga/ ua ('UC:) /'ucc/ u (nI'l:) /ni'laGG/ nila ('dg:) /'dagg/ dagg ci sono anche le sequenze con laringale: ('Ut:h) /'Gutth/
utth ('jUd:H) /'juddh/ yuddh ('sIk:h) /'sikkh/ sikkh (s'jC:h) /s'wacch/ swah
I gruppi consonantici nali, nella derivazione morfologica, si risillabicano per
rispondere meglio alla struttura fonica della lingua hindi: ('paap) /'paap/ paap
('paa-pi) /'paapii/ paapii ('Rkt) /'rakt/ rakt ('Rk-tIm) /'raktim/ raktim
10.3.1.4. Le V brevi, (I, , U) /i, a, u/, hanno la peculiarit, in posizione nale,
o d'attenuarsi ( 10.1.3), anche no a sparire, come avviene per /a/, ( , , , x,
`), o di rinforzarsi, (i, u), semplicemente come realizzazione chiusa di /i, u/, oppure passando proprio a /ii, uu/; in questo caso, si possono avere anche degli spostamenti d'accento, in base al peso delle sillabe che costituiscono le parole: ('R6i,
R'6ii) /'rawi/ rawi ('tIthi, tIt'hii) /'tithi/ tithi ('Iu, I'uu) /'SiSu/ iu ('6su, 6'suu)
/'wasu/ wasu Il passaggio V = VV non considerato completamente neutro, pur
essendo diusissimo (e avendo anche molti sostenitori).
Inne, s' gi visto, da vari esempi, che le sequenze di /'/ + /, , 0/ si realizzano come ('): ('Hani) /'haani/ haani ('kam) /'kaam/ kaam (ak'Rant) /aak'raant/ aakraant
10.3.1.5. Trattando delle consonanti, abbiamo gi visto le caratteristiche assimilatorie, all'interno di parola. Lo stesso vale, nella frase, per parole legate dal senso,

10. hindi

333

soprattutto se unite in ritmie, o gruppi accentuali, come si vede in: ('tiim ma'tae)
/'tiin maa'taaee/ tiin maataaqq ('tiim p'piite) /'tiin pa'piitee/ tiin papiitee ('tiiN
'aal) /'tiin 'aal/ tiin aal ('tii kx'ml) /'tiin ka'mal/ tiin kamal ('tii 'gaa) /'tiin
'gaaj/ tiin gaay ('tii~ 'Caa) /'tiin 'caaj/ tiin aaj ('tii~ 'aal) /'tiin 'Gaal/ tiin aal
('tiin 'Raab) /'tiin Sa'raab/ tiin araab ('tiin 'jaaR) /'tiin 'jaar/ tiin yaar ('tiiM 'jR,
-R) /'tiin 'war/ tiin war ('tii, x'saai, - kx-) /'tiin a'saaii/ tiin qasaaii ('tii
'Haath) /'tiin 'haath/ tiin haath
Inoltre, sia all'interno di parola che di frase, nel parlare non lento, n enfatico,
per le C difoniche, si ha regolarmente assimilazione di sonorit al secondo elemento d'una sequenza (e si perde l'eventuale /h/): ('gbR, g'bR) /'akhbar/ Akhbar
(tz'biiH) /tas'biih/ tasbiih ('CUb 'bho, 'CUb b'hoo) /'cup 'bEEhoo/ up bae=hoo ('Chb gx'jaa) /'cap ga'jaa/ hap gayaa ('saad 'bho, 'saad b'hoo) /'saath
'bEEhoo/ saath bae=hoo ('p 'tk) /'ab 'tak/ ab tak ('Haad 'doo) /'haath 'doo/ haath
doo ('aakpR) /'aagpar/ aak par ('eeg 'dIn) /'eek 'din/ eek din ('pki) /'Gabki/ ab
ki ('baa 'kaa, -k 'k-) /'baa 'kaa/ baa kaa
Accento
10.3.2.1. In hindi, la posizione dell'accento non distintiva; e la stessa persona
pu accentare sillabe diverse d'una stessa parola, in occasioni diverse. Inoltre, le
oscillazioni dipendono anche dalla collocazione delle parole nella frase, dalle parole vicine, dal rilievo ortologico e dall'enfasi. Pi importante ancora il fatto che
l'accento si distribuisce nelle ritmie, di solito risalendo dalla ne, secondo i "pesi& sillabici, che servono anche per le parole isolate, ma sempre con una certa essibilit. Per esempio, normalmente si ha ('HIndi) /'hindii/ hindii ma (HIn'dii&ke, -&ka)
/hin'diikee, -kaa/ hindii kee hindii kaa
D'altra parte, non essendo distintivo, i nativi impiegano l'accento come qualcosa di uttuante, senza rendersene pienamente conto, alternando frequentemente, per motivi ritmici, all'interno delle ritmie. In fondo, come per la durata segmentale e la tonalit sillabica, per le lingue in cui esse non sono distintive: possono variare abbastanza liberamente, senza veri problemi. Nelle tonie hindi (sia per
le tre marcate che per la non-marcata, continuativa), la postonica terminale riceve, generalmente, un accento secondario, che rende pi complessa la dierenziazione (gi mutevole) e l'identicazione della forza accentuale nelle diverse sillabe
non-leggre (ma, a volte, anche nelle leggre).
10.3.2.2. Comunque, si possono formulare delle regole che producono un eetto attendibile, se applicate rigorosamente, anche se potranno, magari, dare un'impressione d'eccessiva precisione o meccanicit, rispetto alla lingua corrente.
Indipendentemente dalle C che precedano la V deniamo sillaba leggera quella che contiene una V breve, (I, , U) /i, a, u/ non seguta da C (nella stessa sillaba):
(kI, ki) /ki/ ki (sU'mtI, -ti) /su'mati/ sumati all'interno di parola, non contano le
realizzazioni attenuate di /a/ (, , x, , ) ( 10.1.3), generalmente pi sfuggenti, (, , x, , ), e servono come puro appoggio sico, per rendere pronunciabile la
parola, ma possono venire a mancare completamente.

334

manuale di pronuncia

Si hanno, poi, le sillabe medie costituite da VC (una V breve e una C] oppure


da VV\ ('bl) /'bal/ bal (k'jaa) /k'jaa/ kyaa ('HIndi) /'hindii/ hindii ('jja) /'Sajjaa/
ayyaa comprese sillabe "bisillabiche& nel computo delle more, come (b'Haai)
/b'haaii/ bhaaii ("/aa/ + /ii/& = quattro more).
Ci sono, inoltre, le sillabe pesanti formate da VCC oppure da VVC (pi raramente anche VVCC]\ ('nt) /'ant/ ant ('am) /'aam/ aam ('aaRt) /'aart/ aart
('6aap) /'waaSp/ waap
10.3.2.3. L'assegnazione dell'accento, nelle parole isolate, avviene sulla base dell'identicazione della "sillaba pi pesante&, come in: (U'paadHi) /u'paadhi/ upaadhi
(U'pant) /u'paant/ upaant (&ad-jo'pant) /aadjoo'paant/ aadyoopaant (kx'lii) /ka'lii/
kalii (kx'man) /ka'maan/ kamaan ('kamna) /'kaamnaa/ kaamnaa (ko'aaRk,
ko'NaaRk, ko'naaRk) /koo'Naark/ kooaark ('andani) /'Xaandaanii/ aandaanii
('jamIti) /G'jaamiti/ yaamiti (&tabe'daaR) /taabee'daar/ taabeedaar (&tIgU'naa)
/tigu'naa/ tigunaa (p&RIthji'Raa-Ra&so) /prithwii'raaGraasoo/ prithwiiraaraasoo.
Ancora: (bn'duugba&zi) /ban'duukbaazii/ banduukbaazii (mR'dagi) /mar'daangii/ mardaangii ('mandHa&ta) /'maandhaataa/ maandhaataa (&st-jpR'kaa)
/satjapra'kaaS/ Satyaprakaa (st'jaaRth-pR&ka) /sat'jaarthprakaaS/ Satyaarthprakaa (&sago'pag) /saangoo'paang/ saangoopaang (sa'man) /saa'maan/ saamaan
('Hani) /'haani/ haani
Se in una parola ci sono pi sillabe non-leggre dello stesso peso, le possibilit
sono due: l'accento colpisce preferibilmente la penultima, o la terzultima (oppure
l'ultima, specie se costituita da VV come succede pi spesso all'interno di frase, con
particelle e posposizioni): ('kUnt&la, &kUnt'laa) /Sa'kuntalaa/ akuntalaa (gx'eeRI&a, gx&e;RI'jaa) /ga'#eerijaa/ gaeeriyaa (b'HaadU&Ri, b&HadU'Rii) /ba'haadurii/ bahaadurii (&mHab'HaaRt) /mahaab'haarat/ mahaabhaarat (jUd'HIhIR, &jUdHI'hIR,
--, -'-) /jud'hiir/ Yudhi=hir (s'HuulI&t, s&HulI'jt) /sa'huulijat/ sahuuliyat.
Altri esempi: (a'iiR-jad, &aiR'jaad) /aa'Siirwaad/ aaiirwaad ('xl&mnd, &xl'mnd) /'almand/ aqlmand (&ana'kani, a&naka'nii) /aanaa'kaanii/ aanaakaanii
(dH'jni, -'nii) /dh'wani/ dhwani (pR'jRti, &pRjR'tii) /par'wartii/ parwartii
('bRtn, bR'tn) /'bartan/ bartan ('bs-ta, bs'taa) /'bastaa/ bastaa (b'Haala, bHa'laa) /b'haalaa/ bhaalaa (s'mIti) /sa'miti/ samiti (sa'lana, &sala'naa) /saa'laanaa/
saalaanaa (s~'Caaln, &s~Ca'ln) /san'caalan/ sanaalan (&HeRap'heeRi, He&Raphe'Rii) /heeraap'heerii/ heeraapheerii
10.3.2.4. Lo stesso comportamento accentuale ricorre anche in parole esse e
derivate: (&bd-HI'k) /badhi'k/ badhik (&lg-HU'tR) /laghu'tar/ laghutar (&UCI'tm) /Suci'tam/ uitam (ms'leega, &msle'gaa) /mas'leegaa/ masleegaa ('laap&ta;, &lap'taa) /'laapataa/ laapataa (&gxlI'jaaRa, gx&lIa'Raa) /gali'jaaraa/ galiyaaraa
(pa'glpn, &pa;gl'pn) /paa'galpan/ paagalpan (sUn'dRta, &sUndR'taa) /sun'dartaa/
sundartaa (bH'naapa, &bHna'paa, b&Hna'paa) /bah'naapaa/ bahnaapaa
Tra i monosillabi hindi, i lessemi sono accentati, anche nella frase, mentre sono
non-accentati o semi-accentati i grammemi (posposizioni, congiunzioni, ausiliari,
enclitici): ('b) /'ab/ ab ('km) /'kam/ kam ('kam) /'kaam/ kaam ('R) /'OOr/ aor
('dee) /'deeS/ dee ma (ka) /kaa/ kaa (H, H) /h/ hq

10. hindi

335

10.3.2.5. Nei composti lessematici, generalmente si ha la struttura accentuale


(' ) /' / (dato che il secondo accento, normalmente pi attenuato, a volte, pu avere una prominenza relativamente un po' pi percepibile del secondario): (R'sooigHr) /Ra'sooiighar/ rasooiighar ('deenIka[a]la) /'deeSnikaalaa/ deenikaalaa ('6Ijko[o]) /'wiSwakooS/ wiwakoo ('duuRdRi[i]) /'duurdarSii/ duurdarii ('dI-la[a]) /'dilGalaa/ dilalaa ('nImnlIkhIt) /'nimnlikhit/ nimnlikhit ('CndRka[]nta) /'candrakaantaa/ andrakaantaa ('CndRka[]ntasntti) /'candrakaantaasantati/ andrakaantaasantati.
Ancora: (m'HaasbHa[a]) /ma'haasabhaa/ mahaasabhaa ('HIndumHa[a]sbHa[a]) /'HIndumahaasabhaa/ mahaasabhaa ('tuu 'kRmHi[i]M j'jkti&H) /'tuu
'karmhiin w'jaktihEE/ tuu karm-hiin wyakti hae ('tuu 'kRmHi[i]&H) /'tuu 'karmhiinhEE/ tuu karm-hiin hae ('amja[]m) /'aamwaam/ aam-waam ('kanka[]n) /'kaankaan/ kaan-kaan ('kmka[a]) /'kaamkaaG/ kaam-kaa ('sa6[]sa) /'EEsaawEEsaa/ aesaa-waesaa
I composti ripetitivi integri (: non parziali) mantengono sempre entrambi gli accenti: ('laal 'laal) /'laal'laal/ laal-laal (d'HiiRe d'HiiRe) /d'hiireed'hiiree/ dhiiree-dhiiree
10.3.2.6. C' una dierenza tra i composti e le collocazioni (che hanno ictus frasali indipendenti): ('laalpg&i;) /'laalpag#ii/ laal-pagii "poliziotto& (: "turbante-rosso&) e ('laal 'pg-i, 'laal pg'ii) /'laal 'pag#ii/ laal pagii "turbante rosso&, ('kaala&pani) /'kaalaapaanii/ kaalaa-paanii "colonia penale& (: "acqua-nera&) e ('kaala 'pani) /'kaalaa 'paanii/ kaalaa paanii "acqua nera&, ('miiha&te;l) /'miihaateel/ mii=ha-teel "olio di sesamo ("olio-dolce&)& e ('miiha 'teel) /'miihaa 'teel/ mii=ha teel "olio
dolce&, ('niil&ga;) /'niilgaaj/ niil-gaay "grande antilope& (: "vacca-blu&) e ('niil
'gaa) /'niil 'gaaj/ niil gaay "vacca blu&.
Per contrasto, si ha enfasi sull'elemento marcato (e attenuazione sulla seconda
ricorrenza dell'elemento non-marcato): ('HIndu"mndIR2 2 'jaa &HIndugHR3 3) /'hinduu"mandir 'jaa 'hinduug"har./ hinduu-mandir, yaa hinduu-ghar? ('tmpReem2 2
'jaa &a;tmgjan3 3) /'atmp"reem 'jaa 'atmg"jaan./ atm-preem, yaa atm-gyaan
Intonazione
10.3.4. La f 10.4 mostra le protonie e le tonie tipiche della lingua hindi neutra,
per cui ci limitiamo a riportare alcuni esempi illustrativi, da utilizzare per confronti. Osserviamo anche che le postonie interrogativa ((2 1)) e sospensiva ((2 2)), che
sono nella parte alta della fascia media e di quella alta (come risulta chiaro dalla f
10.4), sono generalmente accompagnate dal falsetto (anche per le voci maschili),
segnato con () dopo le tonie, nelle trascrizioni fonotonetiche. Inoltre, parafonicamente, c' un peculiare tipo di "voce indiana&, con voce mormorata @ o, nell'accento pi marcato (), con voce tesa @:
/./: (&mHIndi boltaaHu3 3) /m'hindii bool'taahuu./ Mq hindii booltaa h.
/?/: (k'jaa6h pUs'tkpH R'Hii&H21) /k'jaawah pus'takpa#h ra'hiihEE?/ Kyaa wah
pustak pah rahii hae?
//: (b'm l'dii l'dii bol'taa&Hu22 ap'meeRi 'baat n'Hii &smCtee3 3) /Gab-

336

manuale di pronuncia

'm Gal'dii Gal'dii bool'taahuu aap'meerii 'baat na'hii samaGh'tee./ ab mq aldii-aldii booltaa h, aap meerii baat nahii samahtee.
f 10.4. Protonie e tonie hindi.
/ / (2 2 2 2 2 2 2)

/./ (2 3 3)

/ / ( 2 2 2 2 2 2 2)

/?/ (2 ' 2 1)

/ / ( 2 2 2 2 2 2 2)

// (2 2 2)

/ / ( 2 2 2 2 2 2 2)

/,/ (2 ' 2)

Testo
10.4.0. Ecco la storiella Il vento di tramontana e il sole che viene qui riportata,
secondo il metodo fonetico, prima in italiano con pronuncia hindi (il testo scritto dato al 2.4.1), seguta dalla versione hindi, nella pronuncia neutra e, poi,
nella pronuncia italiana.
Alla ne, come sempre, c' anche la versione che d la pronuncia italiana della
lingua hindi, da parte dell'italofono neutro, uente in hindi (per lungo apprendimento in immersione fra nativi, ma senza il metodo fonetico), che abbia appreso
adeguatamente le prominenze relative, ma che usi, per il resto, gli elementi segmentali e sovrasegmentali tipici dell'italiano neutro. Ovviamente, lo stesso principio vale per la pronuncia straniera dell'italiano, data per prima. Nel testo, (,) indica un () che si pu sentire soprattutto nell'accento pi marcato.
Pronuncia hindi (dell'italiano)
10.4.1. (&si6IICCaa6no ,U~oo&no2 2| ,Il6No I&moN'a&na2 ,e,Ilsoole3 3| luu&no2 2 &pReeNNo I,sseRe pjue ella$o3 3| k&jNo6iieRo
,UM&6jooRe3 3| &ke6enii6 ,Innan&tsi2 2 ,66$o &nelmNllo3 3|| ,Iue lIIgaNi eCiiseRo3 3 ,lloo&Ra2 2| &kesRbbe ,Iaao pjU&e2 2 kIosse Riuiio &,le'6aa&Re2 ,IlmNllo ,l&6jooRe3 3||
,Il6No I&moN'a&na2 &komI~C ,sojaaRe3 3 &koM6jolntsa3 3| 'ma2|
pjuu sojaa&6a2 2| pjuu ,Il&6jooRe &si,II~ee6 &nelmNllo3 3| aNo 'ke2| &,llii&ne2 2| ,Ilp6eRo '6N&o2| o6ee esIeRe3 3 l&suopRopsIo3 3| &,e,Il'soo&le2 ,l'loo&Ra2 &simo neCjlo3 3| ,epkooo&po2 2| ,Il&6j'oo&Re2 keseNii6 ka$&o2 2| sIlse3 3 &,IlmNllo3 3|| &,el&moN'a&na2 &uko'e&a2 ko'sii2| ,&Rikonooe&Re2 2| &ke,Ilsoole &,RpjUe3 3 Ili3 3||
I&,pjCuu&a21 l&,IoR'jl&la2| &l6ojamo RI'pe&Re21|||)

10. hindi

337

Testo hindi
10.4.2.1. Uttarii hawaa aor suura is baat par haga rahee thee ki ham doon
mqq zyaadaa balwaan kaon hae. Itnee mqq garam oogaa pahnee eek musaar udhar
aa niklaa. Hawaa aor suura doon is baat par razii hoo gayee ki doon mqq see
oo pahlee musaar kaa oogaa utarwaa deegaa wahii zyaadaa balwaan samhaa
aayeegaa.
Is par uttarii hawaa apnaa puuraa zoor lagaakar alnee lagii. Leekin wah aesee
aesee apnaa zoor bahaatii gayii waesee waesee musaar apnee badan par oogee koo
aor bhii zyaadaa kas kar lapee=taa gayaa. Ant mqq hawaa nee apnii kooi band kar
dii. Phir suura teezii kee saath niklaa aor musaar nee turant apnaa oogaa utaar
diyaa. Is liyee hawaa koo maannaa paaa ki un doon mqq suura hii zyaadaa balwaan hae.
Kyaa tumhqq yah kahaanii ahii lagii? Kyaa phir see sunaa?
10.4.2.2. (&UttRii H'6aa2 R suuR2 2| Is'baat2 &pRH'g R&Hethee2 2| ki'Hm 'don&me2| zjaada bl'6an2| k9nH3 3|| It'nee&me2| gxRm Coogaa &pHnee2 2| 'eek2 mUsaa&IR2 2| Ud'HR2\ aa nIklaa3 3|| H6aa2 2| R 'suu&R2| don2 2
Is'baat2 &pRRazii Hogxjee2 2|| kido&n mee&se2 2 &opHlee mU'saa&IR2| &kaCogaa3 3|
UtR6a degaa2 2|| 6'Hii2| zjaada bl'6an2 sm'Haa aegaa3 3||
Is&pR2 2| &UttRii H'6aa2 pnaa puuRa 'zooR2 lgaakR Clnee lgii3 3|| 'lee&kIn2|
'6H2 se '&se2 &pnazooR2 2\ bHaati gxjii2 2| 6se '6&se2\ mU'saa&IR2|
pnee bdm 'pR2| Cooge 'koo2| R bHii zjaada 'ks&kR2| lpeeta gxjaa3 3||
nt 'mee2| H6ane pni koo&I2 2| bnd kRdii3 3|| p'hIR2| 'suu&R2 tezii kesaath
nIklaa3 3|| R mUsaaIR 'nee2| tURnt pna Cogaa3 3 UtaaR dIjaa3 3| IslI&e2 2| H6aa komanna p'aa2| &kiUndon mee2 2| suuR 'Hii2 zjaada bl6anH3 3||
kjaa tUm'Hee2| jh kx'Ha&ni2 C:hii l'gii21| kjaa phIRsee sU'naa&u21|||)
Pronuncia italiana del(l') hindi
10.4.3. (&utta'ri a'va2 R5su:RaG$12| iz'bat:$2 paRGa'gar Rae5te12| kjam&dono'men:$2|
'zja;da bal'van:$2| ko'nE23|| it'nE:men$2| ga'ram co'ga pa5ne12| &ekmu5sa:fiR12| u'da:r2\ &ani'kla23|| a5va12| R'su:RaG$2| 5do:no12 niz'bat:$2 paRRa'zi oga5je12|| ki'do;nom 5mEn:se12 &Gopa'le mu'sa:fiR2| &kaco'ga23| u'tarva de5ga12|| va'i2| 'zja;da bal'van:$2 sam'Ga Gaje'ga23||
5is:paR12| &utta'ri a'va2 'ap$na 'pu;Ra 'zo:r2 la'ga;kaR cal'ne la'gi23|| 'lE:kin$2| 'va2 Gse'GE:se2 &ap$na5zo:r12\ ba'ra;ti ga5i12| &vse'vE:se2\ mu'sa:fiR2| ap$'ne badam'pa:r2| &coge'ko2|
'Or bi'zja;da kas'ka:r2| la'petta ga'ja23|| ant$'men:2| a'va;ne 'ap$ni 5kOS:SiS$12| 'ba kaR'di23||
'pi:r2| 'su:RaG$2 te'zi ke'sat$ ni'kla23|| 'Or mu'sa;fiR 'ne2| 'tu;Ran 'tap$na co'ga23 u'tar di'a23|
iz5li;12| a'va ko'manna pa'ra2| kiun'do;nom 5men:$12| 'su;Ra 'Gi2 'zja;da &balva'nE23||
'kja tu'men$2| &jaka'ani2 ac'ci la'gi21| 'kja piR'se su'naun21|||)

11. Cinese
11.0.1. Si fornisce la pronuncia neutra moderna del cinese mandarino [ptohu /phu5thu6hwa/ (pu^thU,7wa), "lingua comune&, basata sul pechinese), usando la traslitterazione uciale [pinyin /5phin5jin/ (^pI~5jIn)), aancata da un'attenta trascrizione fonetica (necessaria per mostrare e per acquisire una buona pronuncia) e da quella fonemica (stabilita partendo da precise strategie descrittive e
fonodidattiche).
In cinese, ci sono vari tassofoni (soprattutto vocalici) e una struttura sillabica
con denite limitazioni fonotattiche. Perci, nell'esposizione dei fonemi, bene
procedere trattando sempre anche le varie sillabe possibili, soprattutto quando abbiano peculiarit particolari.
Si mantiene il criterio che le sillabe cinesi possano avere un'iniziale consonantica, davanti alla finale, che pu avere, oltre al nucleo vocalico (/i, y, M, u e, X, o
a/), un elemento consonantico intermedio (/j, , w/ i u) uno terminale (vocalico: /i, e u, o/; o consonantico: /n, , >/).
11.0.2. Anche nel caso non ci sia un'iniziale vera e propria, come si vedr, le sillabe cinesi cominciano, comunque, con un contoide; nel caso delle V accoste, //i,
y, u// (/M/ c' solo nelle sillabe coll'iniziale /q[h], s/), abbiamo, in realt, /ji, y,
wu/ (riconosciute anche in pinyin: yi yu wu).
Le altre V /e, X, o, a/, sono precedute da () (oppure, ma meno consigliabilmente, dai foni sonori (y, H, r, ), rispettivamente: semi-approssimante velare, laringale {lenito}, vibrato uvulare, nasale semi-provelare).
11.0.3. Osserviamo che la "tradizione& fonetica cinese segue le "fono-fantase&
del sinologo Karlgren, secondo cui il mandarino avrebbe due "vocali retroesse&,
rese con "q, Q&. In realt, la prima non che il vocoide postero-centrale (M) (in cui
la "retroessione& non c'entra proprio); la seconda, d'altra parte, semplicemente il contoide approssimante postalveolare (dell'iniziale () />/ r] reso intenso, ().
La stessa "tradizione fonetica& elenca anche un'altra rara "vocale retroessa (media)&, resa con "&&, che, in realt, altro non se non la sequenza (X) /X>/ er
Continuando la rassegna delle peculiarit della fonetica alla "cinese& (fatta in
Cina), basata sul pinyin, e di derivazione karlgrenica (per vedere, dopo, una descrizione fonetica vera, di cui anticipiamo, gi qui, i simboli adeguati, tra ( )). In occidente, si pu arrivare a raddrizzare qualcosa, ma se ne pasticcia, generalmente,
qualche altra Le vocali sarebbero, quindi, sette: i (i, I, ) /i/, ma con due "varianti& aggiuntive erroneamente collocate tra le anteriori (a causa del grafema i] "q&
(M) /M/, in zi (qM) /qM/, ci (qhM) /qhM/, si (sM) /sM/, e "Q& () //, in i ()
//, >i (h) /h/, i () //, ri () />/; per, sono dei veri fonemi, non delle "varianti&. Poi, (y, Y) /y/ e u (u, U) /u/, con la "variante& aggiuntiva (y, Y) /y/,

11. cinese

339

in yu ju qu xu dove l'unica variante sarebbe il grafema: u per dopo grafemi


consonantici "palatali&, dato che, come fonema /y/ sempre /y/, comunque sia
rappresentato gracamente.
11.0.4. Ancora, e (X, , , x, ) /X/, con la "variante& () /e/, in contatto con /j,
, i/, e () in /ae/; ma decisamente meglio considerare /X/ e /e/ due fonemi separati, data la grande dierenza fonetica, per questioni interfonemiche (anche se, intrafonemicamente, cio all'interno della sola lingua cinese, si potrebbero/dovrebbero
considerare tassofoni d'uno stesso fonema). Inoltre, o (, ) /o/, con la "variante&
(U) /u/: fonema diverso, invece; mentre si potrebbe considerare o in contatto con
labiali [mo bo po fo ou wo/Cuo] variante di /X/, come fanno molti fonologi cinesi, che usano "(X, )&; per, l'esistenza delle (pur rare) sillabe o yo lo, richiede l'istituzione del fonema /o/, che viene utilizzato, ovviamente, anche vicino a labiali.
Abbiamo, poi, a (a, , A) /a/, con le varianti (jEn, n), per ian an
Inne, la "fonetica alla cinese& ha perno la "vocale (graca) zero&, quando il
pinyin fa una "furbissima& economia, scrivendo un per /wXn/ (wn), e iu per /jou/
(jPU), ui per /wei/ (wI), dove la vocale c', fonicamente, eccome! Grazie ai diafonemi, poi, pi realisticamente, avremo anche i dittonghi /ae, ao/ (, A), invece
dei pi astratti /ai, au/: ai ao (col pinyin "a cavallo&: -i -o)!
11.0.5. Presentiamo, ora, la romanizzazione uciale (in graa latina); e cominciamo dalle (consonanti) iniziali, che sono 23 (con una doppia ricorrenza di y per
due valori diversi), presentandole non alfabeticamente, ma per gruppi fonici logici, con la trascrizione fonemica e quella fonetica "semplice&, cio con una sola variante (mentre, in sguito, si daranno tutti i particolari necessari):
b /p/ (p), p /ph/ (ph), m /m/ (m), f /f/ (f)
d /t/ (t), t /th/ (th), n /n/ (n), z /q/ (q), c /qh/ (qh), s /s/ (s), l /l/ (l)
// (), > /h/ (h), // (), r />/ ()
j /q/ (), q /qh/ (h), x /s/ ()
g /k/ (k), k /kh/ (kh), h /h/ ()
w /w/ (w), y /j/ (j) // ().
11.0.6. Le nali, che sono 39 (con una tripla ricorrenza di i per tre valori diversi), vengono presentate in base al nucleo sillabico graco; in ordine alfabetico, questa volta, anche nei sette casi in cui la romanizzazione stata infelice (come non
mancheremo di segnalare fra >" &). Ricorrono anche le esclamazioni e /e/ (), yo
/jo/ (j) (con vari tonemi compreso lo "zero&). Le tre nali che non ricorrono senza un'iniziale sono contrassegnate da un asterisco (*):

a /a/ (a), ia ya /ja/ (ja), ua wa /wa/ (wa)


ai /ae/ (), uai wai /wae/ (wa); yai /jae/ (unica parola, yi)
an /an/ (n), ian yan /jan/ (jEn), uan wan /wan/ (wn), an yuan (j/q/x +
uan) /an/ (n)
a /a/ (a,), ia ya /ja/ (ja,), ua wa /wa/ (wA,)
ao /ao/ (A), iao yao /jao/ (ja).

340

manuale di pronuncia

e /X/ (X, Xx|, x|), ie ye /je/ (j), e yue (j/q/x + ue) /e/ ()
ei* /ei/ (I) {(I)}, en /Xn/ (n), er /X>/ (X)
e* /X/ (x,), ue we /wX/ (w,) {(w,)}.

i /i, ji/ (i, ji), (s-/z-/c-) /M/ (M) >"& (con ], (-/-/>-) // () >"&
in yin /in/ (In, jIn) i yi /i/ (, j)
ui wei /wei/ (wI) {(wi)} >"uei&.

o /o/ (, x|), ou /ou/ (U) {(U)}, uo wo /wo/ (w, wx|) {(w, wx)}
o* /u/ (U,) >"u&, io yo /ju/ (jU,) {(U,)} >"iu yu&.

u wu /u, wu/ (u, wu) yu (j/q/x + u) /y, y/ (y, y)


un wen /wXn/ (wn) >"uen&; n yun (j/q/x + un) /yn, yn/ ([]Yn) {([]In,
[j]Yn)}
iu you /jou/ (jPU) {(ju)} >"iou&.
Vocali
11.1.1. Nella nostra analisi, quindi, il cinese ha otto fonemi vocalici: /i, y, M, u
e, X, o a/ (f 11.1). Invece, le f 11.2.- mostrano i tredici tassofoni, varianti contestuali (segnali grigi), molto importanti per una buona pronuncia neutra del cinese mandarino.
D'altra parte, la f 11.8 presenta le realizzazioni pi consigliabili per una pronuncia "internazionale&, un po' semplicata, ma non snaturata. La pronuncia "internazionale&, che gi semplica le strutture, non ricorrer, ovviamente, alle realizzazioni date alle f 11.2-7, che sono, per, molto importanti, se si conoscono, per l'aiuto che danno nel capire il cinese parlato (magari anche senza usarle davvero f
11.6-7). Cominciamo, quindi, vedendo sistematicamente fonema per fonema, con
tutti i tassofoni della pronuncia neutra (indicando anche qualche variante fonetica
possibile, pi per poterla riconoscere, che per usarla attivamente f 11.4).
11.1.2. Troviamo il fonema anteriore accosto, /i/: /[j]i, [j]in, [j]i/ ([j]i, [j]In,
[j],) (C/y)i (C/y)in (C/y)i\ (5ji) /5ji/ yi ([~ii) /ni/ n` (4jIn) /jin/ yn (5In)
/5qin/ jin (7j) /6ji/ y (5,) /5qi/ ji
L'antero-centro-labiato accosto, /y/, ha una distribuzione abbastanza limitata,
ju qu xu yu n l (con o senza -n), /[]y, []yn/ (y, Yn) [varianti, con -n (In,
jYn)]: (5y) /5qy/ ju ([yy) /qhy/ q (7y) /6sy/ x ([yy) /y/ y (5Yn, 5In)
/5qyn/ jun (4Yn, 4In) /qhyn/ qn (7Yc, 7Ic) /6syn/ xn (4Yn, 4In,
4jYn) /yn/ yn
Pi convenientemente, il pinyin avrebbe potuto usare "z c s y& interpretando fonemicamente queste sillabe, come facciamo noi: (y, hy, y) /qy, qhy,
sy/. Avrebbe potuto anche evitare d'introdurre l'allografo senza dieresi, usando y
pure per l'uciale yu (y) /y/ (quest'ultima potrebbe essere anche /jy/; ma il fonema // c' e, quindi, lo s'impiega adeguatamente, potendo mostrare, se lo si ritenga

11. cinese

341

opportuno, anche fonemicamente, le oscillazioni possibili tra (Yn, jYn, In):


/yn/, e "/jyn, in/&). Perci, si sarebbe potuto scrivere "z/c/siu& invece degli
uciali j/q/xio per (jU,, hjU,, jU,) /qju, qhju, sju/ (e, quindi, anche
"-u& invece dell'uciale -o per (0U,) /0u/).
11.1.3. Il postero-centrale accosto (senz'arrotondamento labiale!), /M/, ricorre
solo in /qM, qhM, sM/ (qM, qhM, sM) zi ci si\ (7q) /6qM/ z (4qM) /qhM/ c
(5sM) /5sM/ si (ma lo si potrebbe estendere anche al posto di //, nella sequenza fonemica "/M>/&, per /, h, , >/ (, h, , ) i >i i ri\ ([) //
` (5) /5h/ >i (4) // (7) /6>/ r]
L'ultimo fonema accosto postero-labiato, /u/ (u, U), e si deve ricorrere a due grafemi diversi, a causa della natura della pinyinizzazione: u o (invece d'un pi logico u]\ ([wuu) /wu/ w (4lu) /lu/ l (5kU,) /5ku/ go (7U) /6u/
f 11.1. Vocali mandarine.
/[j]i/ ([j]i) (y)i
/[]y/ ([]y) (l/n) yu ( j/q/x + u]
/je/ (j) ie ye
/e/ () (l/n)e yue ( j/q/x + ue]

/M/ (M) (z/c/s)i


/[w]u/ ([w]u) (w)u
/X/ (X, Xx|) ()e /X>/ (X) ()er
/[w]o/ ([w], [w]x|) (u)o (w)o

/a/ (a) ()a /ja/ (ja) ia ya /wa/ (wa) ua wa


f 11.2.. Tassofoni importanti.
/[j]in/ ([j]In) (y)in

/jan/ (jEn) ian yan


/an/ (n) yuan
( + j/q/x + un, lan]

/[]yn/ ([]Yn) {([]In), [j]Yn)} yun


( j/q/x + un, ln)
/Xn/ (n) ()en
/wXn/ (wn) un wen
/[w]an/ ([w]n) (u)an (w)an

f 11.2.. Altri tassofoni importanti.


/[j]i/ ([j],) (y)ing
/X/ (x,) eng /X|/ (x) e
/[j]a/ ([j]a,) (i)ang (y)ang

/u/ (U,) ong


/ju/ (jU) {(U,)} iong yong
{/[w]o/ ([w], [w]x|) (u)o (w)o]
/wX/ (w,) {(w,)} ueng weng
/wa/ (wA,) uang wang

11.1.4. L'inventario dei fonemi vocalici del cinese neutro continua con tre V
medie. Abbiamo /e/ () e sempre nelle sequenze /je, e/ (j, ) ye/Cie yue/Ce\
(4j) /je/ y (5tj) /5tje/ die ([) /se/ xu (7) /6e/ yu.
Poi, /X/, con la seguente distribuzione /X, X>, [w]Xn, [w]X/ (X[x|], X, n, wn,
x,, w,) e er en un/wen e ue/we per l'ultimo, c' la variante (w,) (che

342

manuale di pronuncia

si potrebbe, in caso, indicare come /wo/): (7$[*|]) /6X/ (5n) /5Xn/ en (4X) /X>/
r (7fc) /6fXn/ fn ([wc) /wXn/ wn (7f*) /6fX/ f (5w, 5w,) /5wX/ we
(7w 7w) /6wX/ w
L'ultimo /o/ ([x|]) o che pu ricorrere nelle sillabe /o, jo/ ([x|], j[x|]), oltre che
nelle pi normali /mo, po, pho, [0]wo/ ([[x|], ([x|], (h[x|], [0]w[x|]), mo bo po
wo/Cuo\ (5[[x|]) /5mo/ mo (4([x|]) /po/ b (7([*|]) /6pho/ p ([w, [w*|) /wo/
w (5w) /5wo/ uo (A,5j) /ha5jo/ hyo (7[*|]) /6o/ ! Finali, davanti a
pausa, /X, o/ hanno, normalmente, l'appendce (x), come si vede dai vari esempi. Invece
di /mo, po, pho/, potremmo anche mettere /mwo, pwo, phwo/, per ([[x|], ([x|],
(h[x|]), mantenendo invece /mou, phou/ (mU, phU) (/pou/ non ricorre), per
dissimilazione.
11.1.5. Inne, abbiamo la V aperta, /a/, con le sue distribuzioni e i suoi vari tassofoni, /[0]a, jan, an, [w/0]an, [j]a, wa/ (a, jEn, n, [w/0]n, [j]a,, wA,):
(5a&a) /5aqa/ aza (7ta) /6tha/ t (4jEn) /jan/ yn ([tjEEc) /tjan/ din (7c) /6an/
yun (5n) /5qhan/ quan ([c) /an/ n (4pn) /phan/ pn (4pa,)
/pha/ p ([wc) /wan/ wn (5ja,) /5ja/ ya ([wAA) /wa/ w
Dittonghi
11.1.6. Passando ai dittonghi ( f 11.3), abbiamo /[w]ei, [w]ae, [j]ao, [j]ou/ (I,
wI, , wa, ja, A, U, jPU) ei ui (u)ai (i)ao ou iu per /[w]ei, [j]ou/ ci sono
anche le varianti possibili (mostrate nella f 11.4, non necessarie per una buona pronuncia, che indichiamo solo qui), (I, wi, U, ju): (5fI 5fI) /5fei/ fei (5twI
5twi) /5twei/ dui ([) /ae/ i (7wa) /6wae/ wi ([AA) /ao/ o ([AA) /hao/
ho (4ja) /jao/ yo (5U 5U) /5ou/ Ou ([mU [mU) /mou/ mu (5tjPU
5tju) /5tjou/ diu
f 11.3. Dittonghi mandarini.

/wei/ (wI) ui wei


/ei/ (I) ei
/ae/ () ()ai
/wae/ (wa) uai wai

/jou/ (jPU) iu you


/ou/ (U) ()ou
/jao/ (ja) iao yao
/ao/ (A) ()ao

f 11.4. Varianti possibili di dittonghi.


{/wei/ (wi) ui wei]
{/ei/ (I) ei]

{/jou/ (ju) iu you]


{/ou/ (U) ()ou]

11. cinese

343

Vocali con nale in />/ () -r


11.1.7. Si tratta d'una caratteristica tipica di Pechino; prestigiosa, ma di dubbia accettazione nella lingua neutra, ptohu, che pure l'indica regolarmente nei
dizionari e nelle grammatiche. Infatti, i pechinesi stessi cercano d'evitarla, spesso;
mentre gli altri cinesi (mandarini e non-mandarini) ne hanno un dominio poco sicuro e oscillante.
Comunque, la vera distribuzione genuina mostra consistentissime neutralizzazioni, giacch i segmenti che ricorrono eettivamente (oltre a //, preceduto da
/[h]-, -, >-/: (, h, , ) i >i i ri, gi visto nel 11.1.3) sono, come si
vede dalla f 11.5 (che comprende (X) /X>/ er 1.4) /X>, X>, a>, a>/ (X, , ,
), rappresentati nel pinyin da e(n)r er a(n)r ar ma pure dalle sillabe originarie coll'aggiunta di -r anche se la pronuncia le riduce, appunto, alle quattro viste, che possono esser precedute dalle C mediane /j, , w/, spesso provenienti da
/i, y, u/ originarie. Vediamo sbito i quattro tipi: (5kX) /5kX>/ ger ([p$$Y) /pX>/
bnr (4) /hX>/ hr ([nY) /na>/ nr (7pY) /6pa>/ bnr (5q) /5qa>/
zar (5w) /5hwa>/ huar (7mjY) /6mja>/ minr
Ora consideriamo quelli con graa etimologica, ma che si realizzano sempre come /X>, X>, a>, a>/ (X, , , ), precedute o no da /j, , w/ (a volte /, w/
corrispondono a e u/o]\ (4p) /pha>/ pir (7$Y) /6qhX>/ qr (7w$Y)
/6wX>/ r (7q$Y) /6qhX>/ cr ([q$$Y) /qX>/ z`r (5kw) /5kwa>/ guanr (5kw)
/5kwX>/ gor (5swn&~X, -~&~-) /5swXnnX>/ sunnr (4i&fwX) /sifwX>/ xfur
(^4ljX) /5ljX>/ ilir (4jX) /qjX>/ jir (5a2b[tw$$Y) /5hapathwX>/ habatu`r (7tUj<Y) /6tuqjX>/ djir (7j$Y) /6jX>/ ynr ([s$$Y) /sX>/ s`r (5X) /5hX>/
heir (5tj) /5thja>/ tianr (4mj) /mja>/ mior (7qw$Y) /6qhwX>/ cur (4twX)
/thwX>/ tur (^m5pwX) /5an5phwX>/ anpor
f 11.5. Vocali con />/ () -r.

/X>/ (X) -e(n)r


/X>/ () -engr
/a>/ () -a(n)r

/a>/ () -angr

11.1.8. La graa uciale mantiene distinte le forme, che nei caratteri cinesi sono, infatti, "normali& pi r Perci, i non-mandarini tendono a pronunciare le
due sillabe separate e col loro tono (come in una specie di mandarino "internazionale&); invece, molti mandarini non-pechinesi fondono le due sillabe in una sola,
per, con minori neutralizzazioni, per cui si hanno (oltre alle quattro sillabe genuine, con o senza le mediane) anche le seguenti, escludendo quelle con V anteriori
accoste, /i, y/ (i, I, y, Y), che non s'adattano articolatoriamente a (), che postalveolare (perci, le contraddistinguiamo con un asterisco, per indicare che, pur potendole sentire pronunciate cos da cinesi, non rientrano nella pronuncia neutra):

344

manuale di pronuncia

*(7uY) /6wX>/ r *(5kU 5k) /5kwX>/ gor *(4i&fu) /sifwX>/ xfur *(^4ljPU -4lju) /5ljX>/ ilir *(4j 4j) /qjX>/ jir *(5ab[twY) /5hapathwX>/ habatu`r *(5 5) /5hX>/ heir *(4mja) /mja>/ mior *(7qwY
7qwY) /6qhwX>/ cur *(4tU 4tU) /thwX>/ tur *(^m5p) /5an5phwX>/
anpor Si tratta, comunque, di pronunce da non imitare.
Riduzioni vocaliche
11.1.9. Nelle sillabe con tonema neutro/zero ( 11.3.3.4), si hanno delle riduzioni timbriche, oltre che di durata, soprattutto in posizione diversa da quella
nale di parola, in tonia, quindi. Infatti, nella lingua eettiva, cio tranne che in
parlata lenta e accurata, avvengono anche delle neutralizzazioni, che fondamentale conoscere, almeno per capire (bene) il cinese parlato. Non necessario usarle
attivamente, anche se un impiego adeguato migliora decisamente la pronuncia.
Per poter mostrare adeguatamente il comportamento delle varie sillabe non-accentate (per le riduzioni vocaliche, consonantiche e tonali), a volte, s' dovuto ricorrere anche a parole rare, piuttosto d'omettere qualcosa di signicativo.
La f 11.6 mostra le riduzioni pi importanti, che avvengono, appunto, per le sillabe non-toniche (nel vero senso di "priv{at}e d'uno dei quattro tonemi basilari&,
11.3.3.1-3, non certo nel senso prescientico dato a "tonico& e "atono&, per
accentato e non-accentato). Gli esempi dati si devono intendere in una sorta di scala decrescente, partendo dalla posizione prepausale, in tonia (le prime varianti), no alle modiche prodotte all'interno di frase, in protonia (le altre date). Come si
pu vedere, () sta per /i[n/], y[n]/: (7tii), (-3d) /6titi/ ddi (5kw~&i), (-3B)
/5kwansi/ guanxi (7jay), (-3i, -3) /6sjaqy/ xiqu e (), per /M[>], u[]/: (7ji), (-3z) /6jisM/ ysi (7), (-3) /6>Xn/ rni (5u&u), (-v) /5ufu/ ufu
f 11.6. Riduzioni in sillabe con tono "zero& (nel parlato rapido, non in tonia; mentre in tonia
sono usati i timbri distinti delle f 11.1-3).

/i, y/ ()
/Xn, e/ (), /[w]ei/ ([j])
/a[n]/ ([n]), /[w]ae/ ([j])

/M, u/ ()
/X[], o/ (X), /[j]ou/ ([]X)
/a/ (,), /[j]ao/ ([])

11.1.10. Inoltre, (), per /[j/]e, [w]Xn/, e () per /[w]ei/: ([j^), (-1,
-1) /qjeqje/ jijie (7c), (-3c, -3c) /6ae>Xn/ iren (7mImI), (-3m)
/6meimei/ mimei poi (X), per /X, [w]X, [w]o/, e ([j]X), per /[j]ou/: (5kX&X), (-2gX)
/5kXkX/ gege (t^2X), (-1"X) /tiX/ d`e (5jEN&x,), (-2X,) /5sjanX/ xiane (7jm$), (-3m$) /6qjemo/ jimo (nw^j), (-1hjX) /nwanhwo/ nunhuo (7UU), (-3d$) /6utou/ ytou (4px,&jU), (-2X) /phXjou/ pyou

11. cinese

345

Inne, abbiamo: () in /a[n], [w]a, [w]ae/: (7paa), (-3b) /6papa/ bba (5ma&ma),
(-2m) /5mama/ mama (i^wan), (-1hjn) /sihwan/ x`huan (7ttha), (-3t)
/6thaethae/ titai e () in /a, [j]ao/: ([w^a,), (-1,) /wana/ wna (5&A), (-2d) /5tao/ idao
11.1.11. Nella f 11.7, sono indicate altre attenuazioni, o anche neutralizzazioni,
possibili soprattutto nel parlato ancora pi rapido, ma sempre "normale e genuino&.
Troviamo () per /i, y, M, u >/ (z/c/s />/)i u\ (7tii), (-3d, -3d^) /6titi/ ddi (5kw~&i), (-2B, -2B^) /5kwansi/ guanxi (7jay), (-3i, -3, -3^) /6sjaqy/ xiqu
(7ji), (-3z, -3z^) /6jisM/ ysi (7), (-3, -3^) /6>Xn/ rni (5u&u), (-2v, -2v^)
/5ufu/ ufu e () per /ou, uo, ao/: (nw^w), (-1hjX, -1h) /nwanhwo/ nunhuo (7UU), (-3d$, -3d) /6utou/ ytou (4px,&jU), (-2X, -2) /phXjou/
pyou (5&A), (-2d, -2d) /5tao/ idao
Inoltre, () in /ae, ja/ (, ): (7tth), (-3t, -3t) /6thaethae/ titai (4~&a),
(-2, -2) />Xnqja/ rnjia e () per /X/ e per ogni altra /a/ a: (5kX&X), (-2g)
/5kXkX/ gege (t^X), (-1) /tiX/ d`e (7*c), (-3c) /6ae>Xn/ iren (5jEN&x,), (-2,) /5sjanX/ xiane (7paa), (-3b, -3b) /6papa/ bba (5mama), (-3m,
-3m) /5mama/ mama (i^wan), (-1hjn, -1hjn, -1hn) /sihwan/ x`huan (w^a,), (-1,, -1,) /wana/ wna
f 11.7. Altre riduzioni in sillabe con tono "zero& (nel parlato ancora pi rapido, non in tonia;
sono possibili, allora, pure in tonia, le realizzazioni date alla f 11.6).

/i, y, M[>], u/ ()
/ae/ (), /ja/ (j)

/ou, uo, ao/ ()


/X, -X- a, -a-/ ()

Vocali mandarine "internazionali&


11.1.12. La f 11.8 mostra le realizzazioni vocaliche sucienti per una pronuncia
"internazionale& del cinese, senza tassofoni (e, quindi, anche senza le attenuazioni e neutralizzazioni date alle f 11.6-7; ugualmente, non segn{i}amo nemmeno il
cricchiato, "superuo& in una pronuncia internazionale). Sono solo otto monottonghi (e quattro dittonghi, ottenuti dalla combinazione di cinque dei precedenti), che rappresentano un risultato soddisfacente, una volta acquisiti anche (M, x).
Abbiamo, quindi: (5ji) /5ji/ yi ([~ii) /ni/ n` (jin) /jin/ yn (5in) /5qin/ jin
(7ji) /6ji/ y (5i) /5qi/ ji
Poi: (5y) /5qy/ ju ([hyy) /qhy/ q (7y) /6sy/ x ([yy) /y/ y (5yn)
/5qyn/ jun (hyn) /qhyn/ qn (7yn) /6syn/ xn (yn) /yn/ yn
Inoltre: ([wuu) /wu/ w (lu) /lu/ l (5ku) /5ku/ go (7u) /6u/

346

manuale di pronuncia

(j) /je/ y (5tj) /5tje/ die (7) /6e/ yu ([) /se/ xu e (7x) /6X/ (5xn)
/5Xn/ en (X) /X>/ r (7fxn) /6fXn/ fn ([wxxn) /wXn/ wn (7fx) /6fX/ f (5wx)
/5wX/ we (7wx) /6wX/ w
Ancora: (5m) /5mo/ mo (p) /po/ b (7ph) /6pho/ p ([w) /wo/ w
(5w) /5wo/ uo (ha5j) /ha5jo/ hyo (7) /6o/ ! e (5a&qa) /5aqa/ aza
(7tha) /6tha/ t (jan) /jan/ yn ([tjaan) /tjan/ din (7an) /6an/ yun (5han)
/5qhan/ quan ([aan) /an/ n (phan) /phan/ pn (pha) /pha/ p ([waan)
/wan/ wn (5ja) /5ja/ ya ([waa) /wa/ w
11.1.13. E, con />/: ([) // ` (5h) /5h/ >i () // (7) /6>/ r
(5kx) /5kX>/ ger ([pxx) /pX>/ bnr (h) /hX>/ hr ([naa) /na>/ nr (7pa)
/6pa>/ bnr (5q) /5qa>/ zar (5hwa) /5hwa>/ huar (7mja) /6mja>/ minr e
(pha) /pha>/ pir (7hx) /6qhX>/ qr (7wx) /6wX>/ r (7qhx) /6qhX>/
cr ([qxx) /qX>/ z`r (5kwa) /5kwa>/ guanr (5kw) /5kwX>/ gor (5swxn&nx)
/5swXnnX>/ sunnr (i&fwx) /sifwX>/ xfur (^ljx) /5ljX>/ ilir (jx)
/qjX>/ jir (^ha2pa[thwxx) /5hapathwX>/ habatu`r (7tuj) /6tuqjX>/ djir (7jx) /6jX>/ ynr ([sxx) /sX>/ s`r (5hx) /5hX>/ heir (5thja) /5thja>/ tianr
(mja) /mja>/ mior (7qhwx) /6qhwX>/ cur (thwx) /thwX>/ tur (^am5phwx, -n5p-) /5an5phwX>/ anpor
Per i dittonghi, abbiamo: (5fi) /5fei/ fei (5twi) /5twei/ dui ([aa) /ae/ i
(7wa) /6wae/ wi ([aa) /ao/ o ([haa) /hao/ ho (ja) /jao/ yo (5u) /5ou/
Ou ([mu) /mou/ mu (5tju) /5tjou/ diu
11.1.14. Anche le riduzioni vocaliche non sono cos necessarie in una pronuncia
di tipo "internazionale&; perci, avremo (abbastanza tranquillamente): (7ti3ti) /6titi/ ddi (5kwa~&i, -n&i) /5kwansi/ guanxi (7jay) /6sjaqy/ xiqu e (7jisM) /6jisM/ ysi (7xN, -n) /6>Xn/ rni (5u&fu) /5ufu/ ufu ([j^j) /qjeqje/
jijie (7axn) /6ae>Xn/ iren (7mimi) /6meimei/ mimei.
Inoltre: (5kx&kx) /5kXkX/ gege (ti^x) /tiX/ d`e (5jaN&x, -n&x) /5sjanX/ xiane (7jm) /6qjemo/ jimo (nwa^hw, nwan-) /nwanhwo/ nunhuo (7utu) /6utou/ ytou (phx&ju) /phXjou/ pyou ancora, (7papa) /6papa/ bba (5ma&ma) /5mama/ mama (i^hwan) /sihwan/ x`huan
(7thatha) /6thaethae/ titai e (waN^a, -n^a) /wana/ wna (5&ta)
/5tao/ idao
f 11.8. Vocali del cinese mandarino "internazionale&.
/i[n/]/ ([j]i[n/])
/y[n]/ ([]y, []yn)
/je/ (j), /e/ (), /[w]ei/ ([w]i)
/[j//w]a[n/], [w]ae, [j]ao/
([j//w]a[n/], [w]a, [j]a)

/M/ (M)
/u/ ([w]u), /[j]u/ ([j]u)
/X/ (x), /[w]Xn/ ([w]xn), /[w]X/ ([w]x)
/[w]o/ ([w]), /[j]ou/ ([j]u)

11. cinese

347

Consonanti
11.2.0. Il sistema consonantico del cinese (mandarino) ha delle peculiarit interessanti, come vedremo, con alcune possibilit alternative d'analisi fonologica. La
pi importante la decisione sullo status fonemico di (, h, ); infatti, il pinyin
ha optato per un loro riconoscimento "uciale& j q x a discapito delle V rese
con i u dopo (, h, ), col valore di /i, y j, /. Sarebbe bastato, invece, usare
sistematicamente (invece d'oscillare tra yu ju qu xu e n l] cio, sempre y
j q x n l (tanto, con n l bisogna usare sia la dieresi che gli accenti per
i toni), come pure z c s (M, hM, M), ottenendo anche una maggiore coerenza (che non mai inutile; anzi, sempre gradita). Di conseguenza, si sarebbe dovuto usare anche > r (per i corrispondenti uciali del pinyin\ i >i
i ri] col valore di (, h, , ).
A questo punto, visto l'inventario fonemico delle vocali (che abbiamo stabilito,
11.1.1-5), ovvio che la nostra analisi preferisce considerare (, h, ) come
il risultato dell'assimilazione di /q, qh, s/ in contatto con /i, y j, /. Tutto ci, indipendentemente da considerazioni morfonologiche, di derivazione lessicale, in
quanto tutt'altro che assolute (anzi, piuttosto capricciose) e, quindi, di limitati (o
apparenti) vantaggi, anche per i nativi; perci, troviamo molto meno preferibile
l'eventualit di considerare (, h, ) in alternanza fonemica con /k, kh, h/, anche se non ricorrono le sequenze */ki, khi, hi, ky, khy, hy/, per cui ci sarebbe distribuzione complementare. La fonologia, per essere davvero utile, dev'essere esplicita, e nient'aatto esoterica (sebbene diacronicamente non errata).
Nella tabella della f 11.9, che d le articolazioni consonantiche del cinese mandarino, indichiamo con /05/, per risparmio di spazio, mentre qui usiamo "/0[h]/& =
/0, 0h/, le C che si possono distinguere, opponendosi fonologicamente, cio le C
semplici e quelle in sequenze d'"aspirazione& ( Occlusivi, 11.2.2, e Occlu-costrittivi, 11.2.3).
Le f 1.9-15 danno, invece, gli orogrammi, raggruppati per modi d'articolazione, di tutti i contoidi dati nei capitoli di questo volume, anche come varianti secondarie, occasionali, o regionali, per le 12 lingue trattate.

m
([) (M)
p5 (b) ((5 {)

(n) n
(N)
t5 (d)
q5 (Q)
5 (")

(~)*
(5 )

()
k5 (g)

laringali

uvulari

velolabiati

velari

pospalato-labiati

palatali

prepalato-bilabia.
(* prepalatale)

postalveolari

alveolari

dentali

labiodentolabiati

labiodentali

bilabio-labiati

bilabiali

f 11.9. Tabella delle consonanti cinesi.

f (v) (5 )

()
()

s (z)

()

( B)

j|() |(%) ()
l
// (,), />/ (), /h/ (, h, , )

w|(j) ()

348

manuale di pronuncia

Nasali
11.2.1.1. Ci sono tre fonemi nasali, /m, n, / (m, [ M, n, N, ~, ,) m n
Finali di sillaba, ricorrono solo /n, /, e quest'ultimo mantiene sempre la sua articolazione uvulare ((,)) anche davanti a qualsiasi C mentre, invece, /n/ s'assimila
regolarmente (tranne che in pronuncia molto lenta e attenta), anche se solo parzialmente per /nj, n, nw/ (~j, ~, w) (invece dei teorici *(Nj, N/, w)). Si notino, per, le forme ridotte di wmen e tamen, che divengono monosillabi con
/m/ ( 11.3.1.2). La tendenza di /n/ all'assimilazione tale che si possono avere casi come: (j5jn2lX&ma31, -jl2lX-) /qje5hwXnlXma?/ Ji hun le ma? Il mandarino ha /n/ (~) + /i, y j, / (anche se il pechinese presenta, invece, (n), che si pu
usare abbastanza tranquillamente). D'altra parte, non serve usare il simbolo pi
specico (()), davanti ai dentali /t, th, q, qh, s/. , invece, bene usare ([) in /mo/
(che si potrebbe rendere con /mwo/ ([[x]), mentre /mou/ (mU), per dissimilazione). I nasali nali hanno sempre soluzione non-udibile, anche davanti a pausa:
((n, ,)) (come avviene anche per altre lingue orientali, come cantonese, thai, laotiano, cambogiano, vietnamita, tagalog, malese e indonesiano, pure per gli occlusivi
non-sonori nali, che il mandarino moderno non ha pi).
11.2.1.2. Ecco degli esempi: (5mA) /5mao/ mao (5[) /5mo/ mo ([nAA)
/nao/ no (4pn) /phXn/ pn (4px,) /phX/ p (c7$[*|]) /hXn6X/ hn
(n[tii) /qhanthi/ qunt` (Ic[qAA) /qinqao/ j`nzo (0twn7ljEc)
/6twan6ljan/ dunlin (m4mIn) />Xnmin/ rnmn (lwm5pn) /lwXn5pan/
lnban (0ka[faa) /6khanfa/ knf (^pjE~4i) /5pjanqi/ bianj (0I[) /6qin/ jn` (0p4) /6phanqe/ pnju (pjE4y) /pjany/ biny (k[c) /kan>an/ gnrn (pI[kwc) /5pinkwan/ bingun (0jE7wA) /6qjan6wa/ jinw (ljE,5wn) /ljan5hwan/ linhuan
Con //: (ji7lu p,5n) /ji6lu phi5an/ yl p'an (^fx,7mjEc) /5fX6mjan/ femin (kU7pu) /khu6pu/ kb (0la,7fI) /6la6fei/ lfi (^fx,[tii) /5fXti/ fed` (kU7i) /khu6si/ kx (p,4y) /phiy/ py (^x,7) /5X6>/ er (^fx,7c) /5fX6an/ fen (p,[kw, -[kw*|) /phikwo/ pgu
In una pronuncia di tipo "internazionale&, baster usare (), invece di (,), e (n)
anche davanti a /i, y j, / (e, possibilmente, anche davanti ad altre C]
Occlusivi
11.2.2.1. Abbiamo tre fonemi non-sonori, /p, t, k/, che ricorrono sia semplici
(/0/), sia nelle sequenze d'"aspirazione& /0h/, con valore distintivo. Prima di vedere degli esempi, dobbiamo chiarire la natura e la consistenza sia della non-sonorit,
sia dell'"aspirazione&.
Infatti, tranne che nel parlato lento (o molto accurato), /p, t, k/, si realizzano (p, t, k) solo in sillaba pienamente accentata (o dopo pausa), mentre, in sillaba semi-accentata sono (, , ), e addirittura (b, d, g), in sillaba non-accentata;
d'altra parte, e parallelamente, /ph, th, kh/, in sillaba pienamente accentata (o

11. cinese

349

dopo pausa), sono sequenze d'occlusivo e di costrittivo laringale (decisamente "forte&) non-sonori, (p, t, k) (anche se si pu avere pure il semi-costrittivo ((0)),
meno forte); le sequenze sono coll'approssimante laringale in sillaba semi-accentata, (ph, th, kh); mentre, in sillaba non-accentata, si pu arrivare al semplice occlusivo, (p, t, k), che la scelta di trascrizione normalizzata che preferiamo adottare (anche se le oscillazioni sono frequenti, come con le sequenze col
semi-approssimante laringale non-sonoro, ((0h))).
La distintivit tra "aspirazione& e "non-aspirazione& , comunque, assicurata,
in quanto abbiamo: /0h/ ('=, &=h, =), /0/ ('=, &, ), con gli estremi forti e deboli che si toccano, (=), coincidendo, ma mantenendosi distinti funzionalmente.
Davanti a /o/ (non /ou/, per dissimilazione) abbiamo ((), che suona ben diverso
dal normale (p) d'altre lingue.
11.2.2.2. Vediamo gli esempi seguenti: (5pIn) /5pin/ bin (4() /po/ bo (7()
/6pho/ p (4tj) /tje/ di (4kwI) /khwei/ ku (^p,5pa,) /5phi5pha/ pipa (0tjA[wuu) /6thjaowu/ tiow (5kx,) /5khX/ ke (7paa|, 7pa3b) /6papa/ bba (7tii|, 7ti3dI) /6titi/ ddi (5kX&X|, 5kX2g) /5kXkX/ gege (7ph|, 73p)
/6phae/ pai (4pu&thA|, 4pu2t) /phuthao/ ptao (4pu2t[jU -2t-)
/phuthaoqjou/ ptaoji (7qkh$|, -3k) /6qhMkhX/ cke
Come s' gi visto ( 11.0.2 11.2.1), c' anche l'occlusivo laringale, (), non
fonemico, ma importante (con le varianti alternative, meno consigliabili, (y, H, r,
)), per far mantenere adeguatamente l'individualit articolatoria delle C nali
(/n, , >/) davanti a V iniziali.
Occlu-costrittivi
11.2.3. Per quanto riguarda questo modo d'articolazione, nella nostra analisi, abbiamo (con le stesse caratteristiche normalizzate, per sonorit e "aspirazione&, date
per gli occlusivi) /q, qh/ ('q, &, Q 'q, &qh, q) z c nonch (', &, ', &h,
) j q davanti a /i, y j, / ( 11.2.0), e /, h/ (', &2, " ', &h, ) >
Ecco, quindi, degli esempi (scelti appositamente con sillaba nale senza tonema): (5q) /5qae/ zai (7qwc) /6qhwan/ cun (5y) /5qy/ ju (4U, 4jU,)
/qu/ qi (7I) /6ei/ i (4) // > (4pi&M|, 4pi2Q) /piqM/ bzi
(4Yn&qh|, 4Yn2q 4jYn-) /ynqhae/ yncai (7tjEi|, 7tjE2) /6tjanqi/ dinji (5tjE~&hi|, 5tjE~) /5thjanqhi/ tianqi (4q&2|, 4q2") /qhae/ cii (4pI&hn|, 4pI2n) /pheihXn/ pi>en
Costrittivi
11.2.4. Ci sono tre fonemi costrittivi; anche questi tutti fonologicamente non-sonori, ma con le solite sonorizzazioni, dipendenti dall'attenuazione della forza
accentuale sillabica; abbiamo, quindi, /f/ ('f, &, v) f, /s/ ('s, &, z) s e (', &, B) x, //
(', &, ) \ (4fu) /fu/ f (4ma&n|, 4mavn) /mafan/ mfan (7swI 7swi) /6swei/
su (5fx,&u|, 5fx,2z) /5fXsu/ fesu (4&i|, 42B) /sesi/ xuxi (5u) /5u/ u

350

manuale di pronuncia

(4lja,&|, 4lja,2) /lja/ lii Davanti a /o/ (non /ou/) abbiamo (5) (come avviene per gli altri fonemi labiali): (45{x}) /fo/ f Perci, si potrebbe ugualmente
dare /fwo/ invece di /fo/ (ma /fou/ (fU), per dissimilazione).
Approssimanti
11.2.5.1. Il cinese ha cinque fonemi approssimanti, nella nostra analisi; il primo />/ () (postalveolare {non-contratto lateralmente}): (4n) />Xn/ rn (4wc)
/>wXn/ rn (4X) /X>/ r ([) // `
Inoltre, abbiamo /j/ (j, ), // (, %), /w/ (w, j), con le varianti "attenuate& in
sillaba debole, non-accentata perch con tonema "zero& (purch non davanti a pausa), rispettivamente: semi-palatale (), semi-pospalato-labiato (%), e semi-velo-labiato
(j): (5ja,) /5ja/ ya (4tj) /tje/ di (5j) /5qje/ jie (li^jEn|, li1bEn, -1bn)
/lipjan/ l`bian ([yy) /y/ y (7) /6qhe/ qu (7tiU|, 7ti3B%U) /6tisu/
dxio (4wA,) /wa/ w (5wI 5wi) /5hwei/ hui (tA^lwn|, tA1ljn)
/thaolwXn/ tolun
Inne, troviamo /h/ (', &, h) (e, gi visto per gli occlusivi e occlu-costrittivi, ('0, &0h, 0`)): ([AA) /hao/ ho (5&A|, 5n2h) /5Xnhao/ enhao In
teoria, si potrebbero anche inventariare due fonemi diversi, "/x, h/&, con "/x/& =
(', &, h); per, pi consigliabile averne uno solo, coi tassofoni visti (diversi, pur se, uditivamente, abbastanza simili, ma con un fono di contatto, (h)). Tradizionalmente, i cinesi preferiscono considerare le C iniziali in modo unitario, con
"/05/& diverso da /0/, intrafonemicamente; ma tale impostazione non presenta veri vantaggi in un'ottica interfonemica, che s'interessa di svariate lingue del mondo, al contrario!
Consonanti mandarine "internazionali&
11.2.5.2. In una pronuncia di tipo internazionale (come per le V 11.1.1214), baster usare sempre le forme basilari, indipendentemente dalla forza dell'accento: (j, , w), pure per (, %, j), e possibilmente (h) per /h/, senza variazioni, anche in /0h/ (0h) (contro /0/ (0)), come pure le V non cricchiate: (5ja) /5ja/ ya
(li^pjan) /lipjan/ l`bian ([yy) /y/ y (7tiu) /6tisu/ dxio (4wa) /wa/
w (5hwi) /5hwei/ hui (tha^lwxn) /thaolwXn/ tolun Bisogna, per, stare
pronti a cogliere le realizzazioni diverse, per capire (meglio) il cinese parlato. Ovviamente, per avvicinarsi il pi possibile alla pronuncia genuina, sarebbe decisamente
meglio acquisire e usare adeguatamente tutte le caratteristiche che descriviamo.
Laterali
11.2.6. Per l'ultimo modo d'articolazione necessario per il mandarino, abbiamo
un solo fonema, /l/ (l) (che resta cos anche davanti a /i, y j, /): (4l) /lae/ li
(4lU,) /lu/ l ([ljEEc) /ljan/ lin (7ly) /6ly/ l

11. cinese

351

Strutture
11.3.0. Tratteremo, in particolare, i tipici toni (tonmi in quanto distintivi)
compreso quello "zero&, e le loro varianti combinatorie (tasstoni), oltre alle gradazioni d'accento e, inne, l'intonazione, che si sovrappone alle caratteristiche dei
toni, modicandoli ulteriormente (come si vedr).
La tipica pronuncia cinese mandarina ha un'impostazione parafonica particolare, con laringe sollevata @, non solo per le donne. Altre lingue cinesi, invece,
presentano la normale impostazione laringale (modale), oppure quella opposta,
con laringe abbassata. Queste dierenze parafoniche possono essere un buon indizio per identicare l'origine dei parlanti cinesi, anche quando usano l'italiano o
altre lingue straniere.
Tassofonica
11.3.1.1. Per quanto riguarda le riduzioni possibili, soprattutto in sillaba debole, abbiamo gi illustrato quelle dei timbri vocalici e anche consonantici, in particolare, nei 11.1.9-11 e f 11.6-7, e qua e l nei 11.2.0-6.
Qui osserviamo che, in protonia, nel parlato veloce, si possono avere altri due
tipi di riduzione, che possono rendere meno agevole la comprensione del cinese.
L'importante conoscerne i meccanismi; se, poi, si vogliano anche applicare, adeguatamente, ci guadagna la naturalezza.
Quindi, ovviamente sempre non in tonia, dopo C diverse dalle sonanti (cio dopo /p[h], t[h], k[h] q[h], [h] f, s, , h/), e col tono 4 (soprattutto se completo, /6/
(7), sotto), le V accoste, /i, y, M, u/ (i, I, y, Y M u, U), possono essere desonorizzate, (, , , , ) (cosa che mostriamo solo qui, e per una desonorizzazione solo parziale): (0p4u) /6phi>u/ pr (0p[faa) /6pufa/ bf (0t5n) /6thi5Xn/ ten (0t[kU) /6tukhou/ dku (04twn) /6qythwan/ jtun (0k[aa) /6khuha/ k> (0k7k$) /6ku6khX/ gk (0q5i) /6qhM5qi/ cji (0q[muu) /6qMmu/ zm (07fc) /6hu6fan/ >fn (0,7qw) /6qi6qwo/ jzu (0f7pu) /6fu6pu/ fb (0[jaa) /6sinja/ xny (0[yy) /6syqhy/ xq
(04fu) /6ufu/ f (07A) /6hu6ao/ ho
Inoltre, in sillabe con tono "zero&, e non in tonia, si possono avere le realizzazioni approssimanti: (, ), per /s/ (s, z , B), e () per // (, ), ma anche per (q[h],
Q [h], ) e ([h], "): (7kAz|, 7kA3, -3^) /6kaosu/ gosu (5pI&QM|, 5pI2,
-2) /5peiqM/ beizi (4qU&QU|, 4qU2, -2) /qhouqhou/ cucou (5tU,&Bi|,
5tU,2, -2) /5tusi/ doxi (jaa^,|, jaa1,, -1,) /jaqi/ yji (5u&y|,
5u2, -2) /5huqhy/ >uqu (5&|, 52) /5/ ii (5pa,&"u|, 5pa,2,
-2) /5pau/ bau (5,&u|, 5,2, -2) /5qhihu/ qi>u
11.3.1.2. Le parole cinesi sono formate di sillabe costituite da iniziali e nali,
come s' detto. Per, le combinazioni hanno delle limitazioni; infatti, fra tutte le
possibilit teoriche, solo un 55% viene utilizzato eettivamente, per poco pi di
400 sillabe tipiche (che sono regolarmente indicate nei testi didattici, con qualche
oscillazione per le meno frequenti). Qui, ci limitiamo a segnalare le caratteristiche
pi notevoli.

352

manuale di pronuncia

Ricorre senz'alcun'iniziale (X) /X>/ er /f/ abbastanza limitato: non ricorre davanti a /i, j y, w/ e qualche altro fonema; mentre, solo in parole straniere, si ha
l'aggiunta di /v/ (xenofonema, quindi, aancato al tassofono (v) di /f/). Inoltre,
([h], ) (con le altre varianti viste) sono tassofoni di /q[h], s/ che ricorrono solo
davanti a /i, j y, /, segnati j q x Ugualmente, /M/ ricorre solo dopo /q[h], s/; e
// dopo /[h], , >/ /o/, solo dopo /m, p[h], f, w/ (e in forme particolari dopo /j, l/
o con "zero&); e /y/, solo dopo /j, l/, /n/ (~), e dopo /q[h], s/ ([h], ).
Inne, aggiungiamo che /m, p[h], f/ non ricorrono davanti a /X, M, w y, >
[j]u/, e qualche altro; n /[h], / davanti a /i, j y, /, e qualche altro; e neppure
/k[h], h/ davanti a /i, j y, / e a /o, wX/. Ci sono alcune altre limitazioni pi speciche; ma lo spirito della fonotassi mandarina questo; con /n, / quali uniche C
nali di sillaba, piuttosto frequenti (e />/, piuttosto rara).
Sono notevoli le riduzioni (normali, tranne che in tonia o nella lingua formale)
di parole come: (4Xm, 4X, 4X2m, 4X2mX) /XnmX/ nme ([q$$C, q$1, q$1m, q$1mX) /qXnmX/ znme ([wC, w, w1mn, -1mn) /womXn/ wmen
(5tam, 5ta, 5tamn, -mn) /5thamXn/ tamen Contrariamente ad altre lingue
cinesi, un po' eccezionale, in mandarino, la ricorrenza di /m/ nale, come pure
quella di (), che troviamo in: (4) /Xm/ "davvero?&, "cosa??&, (7) /6Xm/
"s&, "capisco&.
Accento
11.3.2.1. Alla ne del paragrafo precedente, come pure nei 11.1.9-11, abbiamo visto delle parole con sillabe anche "deboli&, cio senza tonema e senz'accento
forte (al massimo avevano un accento secondario in postonia). Sotto vedremo che
le sillabe deboli possono essere anche prima dell'ultima, in una parola, e che generalmente sono deboli anche i grammemi (o particelle grammaticali).
Invece, la maggior parte delle parole mandarine presentano uno dei quattro tonemi marcati su ogni sillaba ( 11.3.3.1-3); tra queste, le parole di due sillabe
hanno la struttura accentuale (&I'I): (^4n) /5an/ iyun (ljE~7i) /ljan6si/
linx (^I[pc) /5heipan/ heibn (0jA5) /6qjao5/ jioi
Anche se la graa cinese ha caratteri ("ideogrammi&) staccati, ma senza separazione per parole, sintagmi e frasi, tranne la punteggiatura (che comprende pure
una "mini-virgola& (), destinata a separare le parole d'un elenco, ma che sempre
meno usata), nel caso di trisillabi, senza sillabe deboli, abbiamo la struttura ('I&I'I):
(5jPU0[[kc) /5jou6mokan/ youmgn (fx,05i) /fX,6>Xn5qi/ frnji
(w^hX7c) /hwo5hX6an/ hu>en
Estendendo il numero delle sillabe nelle parole cinesi, per quattro o cinque (sillabe), la composizione lessicale viene a coincidere abbastanza con la composizione sintattica; giustapponendo, cio, le varie componenti. Per, c' un modo per
riuscire a mostrare meglio la lessicalizzazione, all'interno delle frasi.
Infatti, se abbiamo, separatamente, per esempio, (0q[muu) /6qMmu/ zm "lettera, grafema&, (^pI~5jIn) /5phin5jin/ pinyin "sillabicazione, combinare suoni in
sillabe&, quando mettiamo assieme le due parole, otteniamo (5pI~^jIn 0[muu)
/5phin5jin 6qMmu/ pinyin zm "romanizzazione, traslitterazione, scrittura alfabe-

11. cinese

353

tica (per indicare la pronuncia)&, invece d'un "semplice&, ma pi articioso,


(^pI~5jIn 0[muu); si condideri pure (6ti0i0A7tA) /6ti6ti6tao6tao/ dddodo
11.3.2.2. Nelle frasi, comunque (come si vedr anche dal testo del 11.4.2.2),
ci sono frequenti oscillazioni per quanto riguarda l'eettiva forza accentuale sulle
varie sillabe, sia per motivi ritmici sia per giochi di prominenza a ni comunicativi, anche se non "distintivi&. Perci, come, per esempio, /5akanu6jiX/ agny pu avere due realizzazioni frequenti, (5a,u0ji[$$, 5a,2u7ji2$), cos, frequentemente, oscillano anche forme come: (0ji[tjEEc, 7jijEc)
/6jitjan/ ydin (0(4fI, 7(&I) /6pofei/ pfi (^qM7wI, 5qM0wI) /5qM6wei/ ziwi (0I[fuu, 7Iu) /6sinfu/ xnf (^In5tjEn, 5In^thjEn) /5qin5thjan/ jntian (0[lii, 7li) /6aeli/ il` (^km5pI, 5km^I) /5kan5pei/ ganbei!
Tutto ci pu succedere in tonia o in protonia. E, per di pi, sono frequenti anche i casi opposti, cio sillabe con tono "zero& che prendono l'accento principale,
con tonalit tendente al medio (sempre indipendentemente dalla tonia): (4px,&jPU, &px,'jPU) /phXjou/ pyou (7t, 0') /6tan/ dni (4&U, &'U) /hou/ hou inoltre, s'indeboliscono anche forme che hanno un tono (pure scritto), come i grammemi e i locativi degli esempi che seguono: (5w0a,
-&a,) /5wo 6a/ uo (6ti0ja, -&ja) /6ti 6sja/ d xi (5wuli, 5wu&li) /5wu li/
wu l` (4t,li, -&li) /thi li/ t l`
Toni
11.3.3.1. L'aspetto pi notevole delle lingue cinesi (e uno dei problemi maggiori per gli stranieri) risiede nell'impiego dei "toni&. Infatti, si tratta di lingue tonali, nelle quali il variare della tonalit d'una sillaba in grado di farle cambiare il signicato. Perci, si deve parlare di tonemi in quanto elementi distintivi nel sistema fonologico, e di toni cio delle realizzazioni concrete dei tonemi stessi, come
si pu vedere dagli esempi forniti sotto.
Per, per richiamare l'attenzione sulla loro importanza, e non confondere i concetti e le parole, facciamo l'esempio di ([m) /mae/ mi "comprare& e (7m)
/6mae/ mi "vendere&; aggiungiamo i classici: (5ma) /5ma/ ma "madre&, (4ma)
/ma/ m "canapa&, ([maa) /ma/ m "cavallo&, (7ma) /6ma/ m "inveire&
Anticipiamo (come s' potuto vedere gi da molte trascrizioni fonotonetiche)
che i tonemi 3 e 4 si realizzano con voce cricchiata (o laringalizzata), quando hanno le varianti "basse&: ([), () e (7), ma non con quelle "alte&: () e (6); i tonemi 1 e
2, che sono "alti&, (5), (4), hanno sempre voce normale.
Un'avvertenza prudenziale necessaria, per quanto riguarda i diagrammi apparsi anche in certe pubblicazioni (non solo italiane) di tipo "turistico&, giacch troppo spesso sono decisamente errate e non aiutano certo il malcapitato lettore
Ci sono, inoltre, dei tassotoni varianti combinatorie, contestuali, come vedremo sbito. Rispetto ad altre lingue cinesi, il mandarino relativamente semplice,
anche per quanto riguarda i toni. Infatti, i tonemi marcati mandarini sono solo
quattro, tradizionalmente indicati ed elencati come 1 (5) /5/ >1 o\ (5ji) /5ji/ yi 2 (4)

354

manuale di pronuncia

// >Q \ (4wu) /wu/ w 3 ([) // >5 \ ([) /se/ xu 4 (7) /6/ >Z (con accento
secondario, (0)): (7ja) /6qja/ qi
La f 11.10 mostra, per i quattro tonemi marcati, i quattro toni basilari oltre a
tre allotoni, altrettanto importanti foneticamente: in aggiunta al "3=2& (= 3+3 =
3+2) () // >5 (cio un 3 che ricorra davanti a un altro 3, che diventa quasi un 2
{anche se di solito, ma falsamente, viene identicato con un vero 2}), abbiamo il
"mezzo 3&, () // >5 (un 3 davanti agli altre tre tonemi marcati), e il "mezzo 4&,
(6) /6/ >Z (un 4 davanti a un altro 4) Come si vede, sia dai tonogrammi, sia dalle
trascrizioni tonetiche che seguiranno, gli ultimi due si realizzano eettivamente
come la prima met della rispettiva forma piena.
In una pronuncia di tipo "internazionale&, il tonema 2 si pu realizzare () (invece di (4) ((-1))), come il tassotono uciale di // seguto da un altro //. Le altre
caratteristiche tonali dovrebbero essere molto vicine a quelle uciali, anche per il
tonema "zero&, come abbiamo fatto nelle trascrizioni (sebbene, per quest'ultimo
potrebbe, in qualche modo, bastare un'esecuzione di tonalit media, (2), sempre in
questo tipo di pronuncia "internazionale& {che una semplicazione}).
f 11.10. Tonemi e toni mandarini.

1 /5/ (5) >1 2 // (4) >Q

3 // ([) >5 3 // () >5 3 // () >5 4 /6/ (7) >Z 4 /6/ (6) >Z

11.3.3.2. Ovviamente, anche se tutto ci, dapprincipio, pu sembrare una complicazione inutile, a guardar bene, invece, fornisce una facilitazione per l'eettiva
realizzazione contestuale. Si tratta, infatti, d'una semplicazione, dal punto di vista tonetico, concreto, indicato solo nella trascrizione fonetica (o, meglio, fonotonetica] mentre la trascrizione fonemica [fonotonemica], come pure quella grafemica, non cambiano aatto, dato che l'entit, l'essenza, resta la stessa.
Come si vede dagli esempi seguenti, e soprattutto dalla f 11.11, gli allotoni
dei tonemi 3 e 4 presentano una semplicazione, per assimilazione.
f 11.11. Tassotoni fondamentali.
/ 5/

( 5)

/ /

( 4)

/ /

( [)

/ 6/

( 7)

/6 6/

(0 7)

11. cinese

355

Infatti, il tonema 3, ([) = (), // >5 s'accorcia (pure come durata segmentale),
quando ricorra davanti ai tonemi diversi da s stesso: (w5X) /hwo5hX/ hu>e (t*4y) /tXy/ dy (kA7) /khao6/ ko d'altra parte, davanti a
s stesso, / / >5 5 ha il tassotono (): (U[pjAA) /oupjao/ ubio
Anche in questo caso, giusto mantenere inalterata la rappresentazione tonemica e grafemica, giacch, se le modicassimo, farebbero pensare a un'altra struttura,
diversa, non solo dal punto di vista fonico, ma anche lessicale e, quindi, semantico.
Il tonema 4 ricorre al tassotono (dimezzato) davanti a s stesso: (0fa,7ja) /6fa6qja/ fji I tonemi 1 e 2 non hanno varianti; e, anche se il tassotono del 3 (+
3) , toneticamente, (pi) simile al tonema 2, resta pur sempre un tassotono del 3
(tranne che nell'accento "internazionale&).
f 11.12. Tassotoni di sequenze tonemiche particolari.
/5 5/ =

/5 5 5/ (5 5)

/5 / =

/5 5 / (5 4)

/5 / =

/5 5 / (5 [)

/5 6/

/5 5 6/ (5 7)

/ 5/ =

/ 5 5/ (4 5)

/ / =

/ 5 / (4 4)

/ / =

/ 5 / (4 [)

/ 6/ =

/ 5 6/ (4 63)

f 11.13. Tassotoni d'altre sequenze tonemiche.

f 11.14. Ulteriori tassotoni di sequenze tonemiche.


/5 / =

(5 [) =

(5 [)

/ / =

(4 [) =

(4 [)

/ / =

( [) =

( [)

11.3.3.3. Per quanto riguarda sequenze di tre tonemi, ricorrono (e vanno indicate, e applicate) certe dierenze rispetto alla rappresentazione tonemica (e grafemica). La f 11.12 mostra cosa succede per le sequenze di /5 / segute da uno degli

356

manuale di pronuncia

altri quattro tonemi: (5tU,^nM5fx,) /5tunan5fX/ donn-fe (5s~^~jE~4i)


/5sannjanqi/ sannin-j (5jEN^~[jaa) /5sjan>Xnqja/ xianrn-ji (5i^U,7) /5sihu6/ xih.
Nella f 11.13, sono indicate le sequenze di / / segute dagli altri quattro tonemi:
(4mI^laM5fa,) /meilan5fa/ Mi Lnfa (4^mI4l) /haemeilae/ hi mi
li (4w~^hn[tUU) /wanqhantu/ wnqun d (4Y~^ja,7jEc) /synja6qjan/ xny-jin
Inne, la f 11.14 mostra il comportamento della sequenza / / preceduta da uno
dei primi tre tonemi: (5s~^jEn[j<<Y) /5sanjanqjX>/ Sanyn Jir (4N^u[pjAA) /hanupjao/ hnbio (w^j[jU) /wojejou/ w y yu
11.3.3.4. C', poi, il tonema non-marcato, o "tono zero&, che si realizza in quattro modi diversi (rappresentabili, per, con tre soli segni), a seconda del tonema
che lo precede. molto pi semplice far riferimento alla f 11.15, dalla quale si vede che ha tonalit media dopo i tonemi 1 e 2, anche se a rigore, dopo l'1, medio (decisamente medio inferiore] mentre, dopo il 2, medio [\ m. centro-superiore]\ (5pi&(h) /5pipho/ bipo (4pi&hi) /piqhi/ bqi Dopo il 3, il tonema non-marcato alto [\ a. inferiore] mentre, dopo il 4, basso [\ b. centro-inferiore]\ (pi^a,)
/pifa/ b`fa (7piwI) /6pihwei/ bhui
Come dicevamo, tre simboli sono necessari (e sucienti), perch come vedremo presto l'intonazione modica e comprime un po' quanto stiamo esponendo
qui, che riguarda la pronuncia "ideale&, quella usata nelle forme isolate, fuori dai
contesti comunicativi eettivi. Quando ci sono due tonemi non-marcati, dopo un
tonema marcato, la tonalit quella mostrata nei tonogrammi della f 11.16:
(5k2ll$) /5khaelaelX/ kailaile (4na2ll$) /nalaelX/ nlaile (qU1l^lX)
/qoulaelX/ zulaile (7sU3ll$) /6sulaelX/ slaile
Inne, la f 11.17 mostra il comportamento d'un tonema "zero& che ricorra tra
tonemi marcati (osservandone la logicit tonetica, come transizione graduale):
(5tjE~1i7wI) /5thjanqi6wei/ Tianjiwi (4a,1"U7) /haou6/ Hou
(li2hU,5a,) /lihu5a/ L`hoa (lja,2gX4n) /ljakX>Xn/ lige rn
(6kn2dX7jEc) /6khantX6qjan/ kn-de-jin
f 11.15. Tonalit contestuali del tono "zero& in bisillabi.

/5 / (5 &)

/ / (4 &)

/ / ( )

/6 / (7 )

f 11.16. Tonalit contestuali di due toni "zero& in trisillabi.

/5 / (5 2 )

/ / (4 2 )

/ / ( 1 )

/6 / (7 3 )

f 11.17. Tonalit contestuali d'un tono "zero& interno in trisillabi.

/5 6/ (5 1 7)

/ 6/ (4 1 7)

/ 5/ ( 2 5)

/ / ( 2 4)

/ / ( 2 7)

11. cinese

357

11.3.3.5. Per concludere sui toni, dobbiamo segnalare alcune variazioni sintattico-lessicali, che vanno memorizzate cos come sono. Si tratta di tre numerali, (5ji)
/5ji/ yi "uno&, (5i) /5qhi/ qi "sette&, (5pa) /5pa/ ba "otto&, e della negazione (7pu)
/6pu/ b "no, non&. I tre numerali considerati si realizzano col tono (6) davanti a
uno dei primi tre tonemi (/5, , /): (6ji, 6i, 6pa), ma col tono () davanti al 4 (/6/):
(ji, i, pa) (oggi, accettabile pure (5i), invariato). Anche /6pu/, davanti a un
4, passa a (): (pu). Per (5ji) /5ji/ yi si ha il passaggio a (4) //, pure davanti a un tonema zero derivante da un (7) /6/, come in (4ji&X) /jikX/ yge.
Intonazione
11.3.4.1. Pur essendo una lingua tonale, cio con tonalit sillabica pertinente e
distintiva, anche il cinese utilizza l'intonazione, come le lingue non-tonali. Ovviamente, in questo caso, le cose sono pi complicate, giacch i tonemi di base, coi
loro tassotoni visti ( 11.3.3.1-5), vengono un po' modicati dall'intonazione,
che si sovrappone ai toni; infatti, li fa cambiare, in direzione dei movimenti tipici
delle intonie.
La f 11.18 mostra le protonie e le tonie mandarine, con le loro caratteristiche.
Le protonie costringono le tonalit dei singoli toni, incanalandole nelle forme indicate (che, in notazione pi sosticata di quanto sia necessario fare, si potrebbero
indicare anche con dei pallini vuoti, come vedremo di sguito). La protonia normale compressa (/ / ( ), (( ))), quella interrogativa sollevata (/ / ( ), (( ))), mentre quella imperativa discendente (/ / ( ), (( ))); inne, la protonia enfatica estesa: non-compressa, (/ / ( ), (( ))).
Sempre dalla f 11.18, si vedono le modiche delle tonie: la conclusiva discendente (/./ (13)), l'interrogativa ascendente (/?/ (31)), la continuativa compressa (/,/
(2)), mentre la sospensiva estesa (/2/ (^)).
f 11.18. Protonie e tonie mandarine.
/ / ( ) (( ))

/./ (13)

/ / ( ) (( ))

/?/ (31)

/ / ( ) (( ))

// (^)

/ /( ) (( ))

/,/ (2)

11.3.4.2. La f 11.19, oltre ai toni "isolati&, tipici di parole staccate (come gli esempi) e della tonia sospensiva, nonch della protonia enfatica, che sono dati in
nero, mostra anche i tassotoni (segnati in grigio) dei quattro tonemi marcati, come vengono modicati, quando sono realizzati nelle tonie conclusiva (/./ (13)), interrogativa (/?/ (31)) e continuativa (/2/ (2)). evidente che la notazione tonetica usata

358

manuale di pronuncia

, necessariamente, solo un'indicazione della deformazione subta dai toni eettivi; mentre, in lingue non-tonali, l'impiego dei simboli tonetici , automaticamente, molto pi preciso, essendo svincolato da qualsiasi valore fonemico della tonalit lessicale.
La f 11.20, inoltre, mostra, in grigio, tutti gli allotoni che ricorrono nelle quattro
protonie. I quattro in nero, nella protonia enfatica, corrispondono ai quattro toni
"isolati&, e servono anche per i confronti, che vanno fatti con molta attenzione, per
memorizzarli adeguatamente e padroneggiarne l'uso in frasi eettive (dapprima come riconoscimento, poi come esercitazione attiva). Certo, richiedono un bel po'
d'impegno e di costanza; ma, la fatica sar ripagata. Naturalmente, la parafonica
modica ulteriormente le cose, a seconda degli atteggiamenti, sentimenti, .
11.3.4.3. Vediamo, inne, tre esempi per cominciare l'analisi accurata dell'intonazione in relazione indissolubile coi toni. csta la complessit dell'impresa, usiamo la stessa frase di base, con gli stessi tonemi. Naturalmente, vanno sperimentate anche altre combinazioni tonali, sulla base degli schemi forniti:
/./: (5ta0 4ji2gX X7c2dX 5ku&~ja,13) /5tha jikX hX6antX 5kunja./ Ta yge
hn de gunia.
/?/: (5ta0 4ji2gX X7c2dX 5ku&~ja,2ma31) /5tha jikX hX6antX 5kunjama?/
Ta yge hn de gunia ma?
//: (5ta0 4ji2gX X7c2dX 5ku&~ja,^ 7t3 w1bu 7tha13) /5tha jikX hX6antX 5kunja 6tan wopu 6aetha./ Ta yge hn de gunia, dni w b i ta.
Parafonicamente, c' il sollevamento sia del posdorso verso il velo, #@, sia della
laringe @, non solo per le donne, alzando la tonalit relativa degli enunciati.
f 11.19. I quattro tonemi in tonia.
i 4 toni con /./ (13)
i 4 toni con /?/ (31)
i 4 toni con /,/ (2)
i 4 toni con // (^)

f 11.20. I sette allotoni con le quattro protonie.


//()
// ( )
// ( )
// ( )

11. cinese

359

Testo
11.4.0. Il brano in trascrizione, Il vento di tramontana e il sole, viene dato nell'accento neutro moderno; come sempre, prima viene il testo italiano ( 2.4.1)
con accento straniero marcato, poi quello in cinese. Aggiungiamo anche la trascrizione della pronuncia "internazionale&, che potrebbe servire anche come primo
passo (pi "fonemico&) nell'acquisizione di quella neutra.
Nella pronuncia cinese dell'italiano, per quanto riguarda /r, l/ davanti a V abbiamo generalizzato (l) (anche () potrebbe andare); davanti a C o pausa, abbiamo
messo (';, ,), anche se altre soluzioni (pi "impegnate&) sono teoricamente possibili, come relizzazioni (con () o ()), per /r, l/: albergo /al'bErgo/ (a'p;g,
a'pg, a'pg); o anche con articolazioni pi "normali&, come (R); compresa
la possibilit di distinzione (specie a livelli superiori d'acquisizione). D'altra parte, un accento marcato di Shanghai avrebbe () (velare); mentre, uno marcato di
Taiwan potrebbe avere (l) pure in /n/ (come uno di Canton), o ([) anche per /l/:
nel mantello (&lman'thl) (questi ultimi due dialetti cinesi non hanno (M)).
Anche l'intonazione sarebbe pi o meno diversa in questi altri tre accenti ( le
fonosintesi relative, 19.40-2 dell'FTN/MaF). Si notino le V cricchiate davanti a pausa (: con tipo di fonazione cricchiato, o laringalizzazione, (); mentre, nella lingua
cinese, il cricchiato in relazione coi toni bassi, anche per le C sonore della coda sillabica), che conferiscono molta "genuinit&, assieme a un'impostazione (parafonica linguale) posdorsale, vale a dire, con un leggero ma costante o frequente sollevamento del dorso della lingua verso il velo pendulo e il sollevamento della laringe.
Alla ne, come sempre, c' anche la versione che d la pronuncia italiana del cinese, da parte dell'italofono neutro, uente in cinese (per lungo apprendimento
in immersione fra nativi, ma senza il metodo fonetico), che abbia appreso adeguatamente le prominenze relative, ma che usi, per il resto, gli elementi segmentali e
sovrasegmentali tipici dell'italiano neutro. Ovviamente, lo stesso principio vale
per la pronuncia straniera dell'italiano, data per prima.
Pronuncia cinese (dell'italiano)
11.4.1. #@ (&Is'hjavn2 w~'j;c2| 'vn &tla[n'thaca2| I'sl3 3 'lun2 &pln'tn 'sl &pju'5;2 'la;l3 3 'khwan 'vi&l wM&vjaj'thl3 3 &kv'~iv 'na~i2 '; &nmn'thV3 3|| 'tu &li'kaci2 2| 'his&l2 'lla2 &ks'l s'tha &pju'5;2 2| k'5s ljw'i2 &al'val &Imn'thl2 &vjaj'thV3 3||
'vn &tla[n'than &km~'hj &as'fjal3 3 &kMvj'Vca3 3| m&pjus'faa2 2| 'phju &vjaj'thl2 &stl~'jv &nmn'thV3 3\ 'than2 &al'fic2 2| '(hvl 'vn2 'v 'ist&V3 3| &swpl'(h&t3 3|| 'sl2 'lla2 &i[s'thl n'hV3 3| '(h 't2 &vjaj'thl2 2 &ksn'thiv 'kha;2 'th;s3 3
&Imn'thV3 3| &l&tla[n'thana2 &fus'thla2 'i2| &li'nj&V2 2| &k'sV2\

360

manuale di pronuncia

&l&pju'5;3 3 'VI3 3||


&j'hjua21 l&st'VVa2| &la'lja[ l'ph&V21|||)
Testo mandarino
11.4.2.1. Yu y hu bife gen tiy zinar eln ide bni d,
uoe uoe lile yge zudorde, ena >uane yjin hu pozi. Tamen
li ji alia ho le uo, "i n xian jio ge zudorde b tade pozi
tuole xilai a, ji sun ide bni d&.
Ho, bife ji `qi d jn li j`ngua j`ngua, k ta guade yu lhai, nige rn
b pozi gude yu j`n; do mlior bife mile fzi, `ho ji sunle. Yhu`r tiy ji >uli rrerde y i, ni zudorde m ji b pozi tuole xilai. Suy` bife b n b >rn dod` hii tiy b` ta bni d.
N` x`huan ge g ma? Wmen zi uo y bin ma?
Pronuncia mandarina neutra
11.4.2.2. #@ (jU7jiwI^| I5fx,2 2gn7t&ja,2\ 6x,&3nY ^2x,7lwc13|
4I2dX p1 7ta13|| 5w2"X^w2"X2| 4l2lX &i2gXU7tY3d$13|| 5N&a,2 5wN2"X2 4ji0jE 7U 4pA2Q13|| 5tam [ljaa2\ 0jU5a,2lja, A1lX 5wx2|| ^4I &nx,5jE~0jA2\ 7$3g$U7tY3d$2| pa5ta2dX 4pA2Q2| 5tw2lX 7ja3la2|| 0jPU7sw2 4I2dX p1 7ta13||
[AA^|| pI5fx,2 0jU1i 7ta2 7Ic&l2 I5kwa2 I5kwa13|| k$15ta^||
5kwa2dX 7 7li3h2 0nI3g$4n^|| [paa2| 4pA2Q2 kw1dX 0[IIc13|| 7tA 0[[ljY^||
pI5fx, 4mI2lX 4fa2Q13|| 4AA2 0jU7swc3l$13|| 0ji[w$$Y^|| 7tja, 0jU5u&l2|| 0$5X2dX ji713|| nU7tY3d$2|| ma7a2 0jU[paa 4pA2Q2 5tw2lX
7ja3l13|| swji2| pI5fx,2|| 0pu4nx,0u hx,7c^|| 7tAii2 4 7t&ja,2|
pi5ta2 p1 7ta13||
~ii^wN 7$3g$ 0u73ma31|| wC7q2 5w ji7pjEC3ma31|||)
Pronuncia mandarina "internazionale&
11.4.2.3. (ju0ji4hwi^| pi5fx2 kxn0tha4ja2\ 0x7qa3na ^x7lwxn13| 4i2tx
pxN1 7ta13|| 5w2x 5w2x2| 4la2lx 4ji2kx qu7ta3tx13|| 5xN&a2 5hwaN2x2 ji7jan 7hu 4pha2qM13|| 5tham[xn] [ljaa2\ 0ju5a2lja ha1lx 5w2|| ^4i &nx5ja~
7ja2\ 7X3kX qu7ta3tx2| pa5tha2tx 4pha2qM2| 5thw2lx 7ja3laa2|| 0ju7swaN2
4i2tx pxN1 7ta13||
[haa^|| pi5fx2 0ju1i 7ta2 0in4la i5kwa2 i5kwa13|| khx15tha^||
5kwa2tx 7 7li3ha2 7ni3kx 4xn^|| [paa2| 4pha2qM2 kw1tx 0[iin13|| 7ta 0m[ljaa^||

11. cinese

361

pi5fx2 4mi2lx 4fa2qM13|| [haa2 0ju7swan3lx13|| 0ji[hwxx^|| 0tha4ja 7ju^hu4la2|| 0x5x2tx ji7a13|| niqu7ta3tx2|| ma7a2 0ju[paa 4pha2qM2 5thw2lx
7ja3la13|| sw[jii2| pi5fx2|| 7pu&nx7pu hx7xn^|| 0ta[tii2 4ha 0tha4ja2|
pi5tha2 pxN1 7ta13||
ni i5hwaN 0x3kx 0ku73ma31|| w2m[xn]7qa2 5w ji7pjam3ma31|||)
Pronuncia italiana del cinese
11.4.2.4. (&joui'wei2| bei'fa:2 &genta'ja:g$2\ can'qainaR ca'glwEn:23| 'SEide 'bE~Si
'da23|| &Sw;GeS'SwO:Ge2| 'laile 'i;geQ Qou'daorde23|| 'SE~Sa:g$2 'cwa~:Ge2 i'Ga nou'paoQQi23|| 'ta;men 'lja2\ GuS'Sanlja 'naoleS 'SwO2|| ^'SEi na~'Sa~ 'Ga;o2| 'cE;geQ Qou'daorde2| ba'ta;de 'paoQQi2| 'twO;leS 'Sa:laja2|| Gu'swa~:2 'SEite 'bE~Si 'da23||
5a;o12|| bei'fa:g$2 GuS'Serci 'ta2 Gin'lai Gi'gwa Gi'gwa23|| 'keSSer 5ta12|| 'gwa;de 'jwE
'liai2 'nEige 5rEn:$12|| 'ba2| 'paoQQi2 'gwO;de jwe'Gin:$23|| 'dao mo5ljaor12|| bei'fa:g$2 'mEile 'faQ:Qe23|| Ge'ra;o2 Gu'swanle23|| i5wi:r12|| ta'ja~ Gucu'lai2|| Re'rErde iS'Sa;i23|| 'nEiQ
Qou'daorde2|| maS'Sa:g$2 Gu'ba 'paoQQi2 'twO;leS 'Sa:lai23|| swo'i2| bei'fa:g$2|| &bunam'bu ca5grEn:$12|| dao'di2 aiS'Ser ta'ja:g$2| bi'ta2 'bE~SeR 'ta23||
'niS Si'wa~ 'ce;'ge guS'Ser:ma21|| 'wO;men 'Qa;iS2 'Sw i'bjamma21|||)
Una piccola appendce
11.4.2.5. (6ta0M7pA) /6ta6qM6pao/ dzbo (5kU,&u) /5kufu/ gofu ("kung
fu&, 11.1.9 per (-2v)), (0i5kU,) /6qhi5ku/ qgo (7tA) /6tao/ do (4jhn7tA) /qjeqhan6tao/ jiqundo ("jeet kune do&), (5ti4n)
/6thaeqiqhan/ tijqun (5pa0wa[aa) /5pa6kwaa/ bagu
Inoltre: (^U,4kw[x]) /5ukwo/ ogu "Cina& (pI5,) /pei5qi/ Biji,
(5tjEn^m4m wA[aa) /5thjan5anmXn kwaha/ Tian'anmn Gu> (0s5wn) /6sM5hwan/ S>uan (t5wn) /thae5wan/ Tiwan (kwA5tU,) /kwa5tu/ Gudo "Canton& (0a[) /6ahae/ hi
Altri: (4mA^X5tU,) /maoqX5tu/ Mo Zdo (4N0N7A) /an6>Xn6ao/
Yun Rn o (tradizionalmente: "Yuen Ren ao&] (5U ^n4l) /5ou 5Xnlae/ ou Enli (7t* jA4p,) /6tX sjaophi/ D Xiop (lIm5pjA) /lin
5pjao/ Ln Biao (ljPU A4i) /ljou aoqhi/ Li oq
Inne: (5snli4twn, -4twX) /5sanlithwXn, -twX>/ Sanl`tn(r) (0ku5kU,) /6ku5ku/ Ggo (a,4x,) /hahX/ > (4jiX4n) /jihXan/ Yhyun (5a, 0ji4[U) /5a 6jimou/ a Ymu (kU7li) /ku6li/ G L
(^U5U) /5ou5ou/ Ouou "Europa&, (6ji0a7li) /6ji6ta6li/ Ydl "Italia&, (l[maa) /loma/ Lm "Roma&, (5wI^~i5sM) /5weini5sM/ Weinsi "Venezia&, (lwn5twn) /lwXn5twXn/ Lndun "Londra&, (j,4kw[x]) /5jikwo/ Yigu "Inghilterra&, (5suX4ln) /5sukXlan/ Sugln "Scozia&, (7pIw5fn) /6pei5two5fXn/ Biduofen "Beethoven&.

12. Giapponese
12.0.1. Si fornisce la pronuncia neutra moderna del giapponese, basata su quella di Tokyo. La traslitterazione usata evita i diacritici per le vocali, indicando le lunghe come ii ee aa oo uu (invece che come i e a o u o come ] Per
quanto riguarda le consonanti, poi, ricorriamo al sistema pi largamente impiegato (dai giapponesi stessi: quello Hepburn, coll'eccezione metodologicamente non
trascurabile della scelta d'usare n anche davanti a m p b invece di m] lasciando alla trascrizione fonemica il compito d'indicare la strutturazione sistemica
mentre la trascrizione fonetica, ovviamente, mira a una grande precisione, senza
la quale tutto sarebbe approssimativo e, francamente, inutile.
Perci, avremo: (qM) /tM/ _u (FM) /hM/ fu (i) /si/ i (j) /sja/ a (j)
/sjo/ o (jM) /sjM/ u (i) /ti/ >i () /tja/ >a () /tjo/ >o (M) /tjM/
>u (i, Bi) /zi/ ji (j, Bj) /zja/ ja (j, Bj) /zjo/ jo (jM, BjM) /zjM/ ju
(QM, zM) /zM/ zu ma preferiamo usare il pi "logico& c> ([]) /tt[j]/ (e meno
eurocentrico di t>] e n (con n' + V o y] (P, , , , ) // (che qualcuno rende sistematicamente con risolvendo "grafonologicamente& il piccolo problema di
n' davanti a V e y e quello di m davanti a m p b] Inoltre, abbiamo () //, che
rendiamo con g che pu oscillare con (g) /g/, come si vedr sotto, 12.2.1.1-2
(qualcun altro ricorre a per compensare l'assenza di trascrizioni).
La lunghezza, che distintiva sia per le consonanti che per le vocali, viene indicata geminando i simboli fonemici: /kappoo/, e quelli grafemici: kappoo in trascrizione fonetica, per l'allungamento dei contoidi, bisogna inserire anche (:): (3kp'p:) (ma, come si vede e si sente, dopo il secondo elemento).
12.0.2. In giapponese, distintiva anche la tonalit delle varie more, che costituiscono le sillabe (e le parole, nonch le frasi). L'esempio appena visto fa capire
che la tonalit non segnata nella graa, cio nella traslitterazione, come pure nella normale scrittura hiragana (3i'm2n, 3i'm3n 3i'm2&n) /hiRaana -na
(che s'aggiunge ai caratteri, "ideogrammi&, presi a suo tempo dal cinese). Normalmente, ci non avviene nemmeno nell'altro tipo di scrittura, katakana (3k't3kn, 3k't2kn) /katakana/, usato, di solito, in testi didattici e scientici, per
"suggerire& la pronuncia di termini onomatopeici e di parole straniere recenti (pi
recenti di quelle cinesi, gi nipponizzate da tempo), o per scopi stilistici.
Invece, in trascrizione fonotonemica, indichiamo, con , il punto dopo cui si
passa dal tono medio a quello basso, che deniamo akusento ( 12.3.2.1), usando il termine entrato in giapponese dall'inglese [accent] per indicare questo particolare fenomeno tonale, non accentuale (anche se, in realt, come vedremo, sono
perlopi la struttura tonale e la consistenza segmentale o "peso& sillabico che
determinano l'accento d'intensit, 12.3.2.5-14). E questi punti possono essere anche pi d'uno, come si vede dai due esempi precedenti. Tali punti, per, van

12. giapponese

363

no intesi come varianti possibili, in opposizione paradigmatica, tipica dei fonemi,


che si manifestano sull'asse sintagmatico, tipico delle parole e delle frasi; cio, se
ne deve "scegliere& uno a esclusione degli altri.
La trascrizione fonotonetica, invece, mostra pi concretamente l'altezza di tutte le sillabe d'una parola, o d'una ritmia, giacch ci sono schemi precisi per il giapponese neutro (come vedremo meglio pi avanti, 12.3.2.2), anche se con varianti. Infatti, per la parola hiragana abbiamo ben tre possibilit, come s' appena visto (sebbene l'ultima sia meno attuale), e due per katakana mentre, per una parola come katana c' un solo tonema neutro possibile, (3k't2n) /katana (/katana/
regionale).
Preferiamo usare ( ) (invece del pi diuso, ma meno soddisfacente, (^ ) //),
perch, in eetti, la tonalit marcata bassa, mentre quella non-marcata media,
non alta (come farebbe pensare la notazione pi tradizionale, che basata s'un criterio pi tonemico che tonetico, considerando "alto& ci che non "basso&).
Vocali
12.1.1. Il giapponese ha solo 5 vocali, che possono essere distintivamente
brevi o lunghe (o, meglio, sdoppiate, cio realizzate quasi come dei dittonghi monotimbrici, come avviene nella sillaba iniziale di veemenza (vee'mEn:qa) /vee-'mEnqa/, trisillabo), e si possono anche combinare in sequenze di vario tipo. Troppo
spesso si "racconta& che le V giapponesi sono pronunciate "all'italiana&; per, solo due di queste (/i, e, E, a, O, o, u/, sette!) possono corrispondere alle cinque/dieci del giapponese, che vediamo sbito.
La f 12.1 mostra l'eettiva articolazione delle cinque vocali: (i, , , , M ii, ,
aa, , MM) /i, e, a, o, M ii, ee, aa, oo, MM/ i e a o u ii ee aa oo uu Visto
che le "lunghe& sono sequenze fonemiche (e geminazioni fonetiche), il segnale di
/a/ () (breve) grigio, dato che s'articola meno aperto (anche in sillaba accentata). La vocale giapponese pi problematica (M) /M/ u che non ha l'arrotondamento labiale tipico di (u), e articolata, inoltre, con la lingua in posizione
postero-centrale; quindi, pi avanti dell'/u/ italiana.
Nella pronuncia, soprattutto, delle generazioni pi giovani, /M/ articolato pi
avanti, come centrale alto e con arrotondamento parziale, (), oppure anche completo, (%) ma noi segn(i)amo sempre (M), giacch si tratta di pronunce giovanili che, generalmente, passano, poi, a (M); e la cosa continua a riproporsi nel tempo, senza cambiamenti denitivi. Le pronunce non-neutre sono, ovviamente, un'altra cosa.
Vediamo degli esempi, per ogni fonema: (3i') /ie ie (i2k) /gikoo/ ginkoo
(3s'6i3ii) /sabisii/ sabiii (i2P) /eie/ eien ('3) /eao/ egao (3k'm2t) /kaRate/ karate (i) /ai/ ai (Q2:i) /zassi/ zasi (3m't) /mato/ mato ('n3k)
/neko/ neko (3'i3mM) /okiRM/ okiru (3't2k) /otoko otoko (3sM'mi) /sMmi sumi (2kM3m) /akMma/ akuma (3mM'i) /mMsi mui.

364

manuale di pronuncia

12.1.2. Per ei e ou (quest'ultimo, generalmente, traslitterato oo] monomorfemici normale avere /ee, oo/ (, ): (3sPs) /sesee/ sensei (3sM'i) /sMiee/ suiei (2) /eekjoo/ eikyoo (3jMM) /oosjMM/ oouu (2gP) /oogo/ oogon (2P) /ooe/ ooen
Per ei e ou eteromorfemici normale, invece, avere /ei, oM/ (i, M): (ki2t)
/keito/ keito (si) /sei/ sei (32msM) /aRasoM/ arasou (sM) /soM/ sou
f 12.1. Vocali giapponesi.
/i/ (i), /ii/ (ii)

/e/ (), /ee/ ()


/a/ ()

/M/ (M), /MM/ (MM)


/o/ (), /oo/ ()
/aa/ (aa)

12.1.3. Il giapponese neutro ha, inoltre, la peculiarit di presentare la desonorizzazione dei vocoidi. In realt, si tratta di due gradi parzialmente diversi.
Il primo tipo completo, e d vocoidi non-sonori cio senza vibrazione delle
pliche vocali, come avviene anche per molte consonanti, come (s) /s/ (non-sonora)
rispetto a (z) /z/ (sonora). Pi precisamente, i V non-sonori sono leni, o leniti, giacch le aritenoidi sono aperte (come per (h)). Riguarda (i, ) tra consonanti non-sonore, oppure tra consonante non-sonora e pausa, se in sillaba con tonalit bassa (ma occasionalmente anche non-bassa, comunque mai sulla mora "accentata&,
dopo la quale si passa alla tonalit bassa), e mai in postonia interrogativa (che ha
un innalzamento della tonalit di base): (3i'i) /kisi kii (3k2i'6i2mM)
/kMtibiRM/ ku>ibiru (3h'n2i) /hanasi hanai (3i't3q) /hitotM/ hito_u.
Il secondo tipo, o grado, di desonorizzazione quello semi-sonoro, che riguarda
le altre tre V ma opera meno sistematicamente; infatti, si ha (, ), specie nella prima sillaba della parola, se seguti da sillaba con la stessa vocale (pi raramente, si
semi-desonorizza anche /e/ ()): (3k't2n) /katana katana (3t'k2m) /tokoRo/ tokoro (3k's2ni) /kesanai/ kesanai
Sempre il secondo tipo, riguarda, invece, tutte le V davanti a pausa, breve o lunga che sia, precedute da qualsiasi C (ovviamente, se si tratta di /i, M/, nelle condizioni per la desonorizzazione totale, nel contesto (=|), si ha (i, )). Perci, a queste condizioni, davanti a pausa, l'ultima V : (, , , , ) (anche in dittonghi).
Bisogna precisare, sbito, che si tratta d'un tipo di desonorizzazione sintagmatica;
ci signica che abbiamo un unico vocoide non due che comincia sonoro e nisce non-sonoro; quindi la prima parte sonora, la seconda non-sonora: (()), com', d'altra parte, suggerito dal contesto pausale, anche se la pausa breve. Esempi, relativi a questo fenomeno, si trovano nel brano della sezione del Testo 12.4.
In termini pi semplici, si potrebbe dire che l'eetto uditivo quasi quello d'un
vocoide seguto da un brevissimo (h), ((h)) o un semiapprossimante ((h)).
Per enfasi, vera e propria (e per altre implicazioni parafoniche legate agli stati

12. giapponese

365

d'animo), s'arriva, spesso, alla vera sequenza (h|): (s3d3skh2) /soodesMka,/ Soo desu ka?!
Consonanti
12.2.0. Correntemente si dice che le consonanti del giapponese si pronunciano
"all'inglese&. Questa falsa informazione, rinforzata dalla diusione della traslitterazione con > j f _ (che noi stessi usiamo, per pura semplicit), va ridimensionata parecchio, a cominciare dal fatto che > j stanno, in eetti, per ( j,
Bj j), senza nessun assorbimento di (j) /j/; inoltre f non (f), bens (F). C', poi,
(), che, come vedremo ( 12.2.1.2), semi-nasale provelare intenso ("sillabico&): (P) //. La tabella della f 12.2 d le articolazioni consonantiche del giapponese, che sono necessarie per una pronuncia adeguata di tale lingua.
Le f 1.9-15 danno, invece, gli orogrammi, raggruppati per modi d'articolazione, di tutti i contoidi dati nei capitoli di questo volume, anche come varianti secondarie, occasionali, o regionali, per le 12 lingue trattate. Quest'esposizione rende pi immediati i necessari confronti fra idiomi diversi.

m
(n) n (~)
(N)

F p b
t d
( )
(q Q)
( )

(6)
s z
( B)
_
(F)
() j
/r/ m|()

laringali

velari

provelari

pospalatali

palatali

prepalatobilabiati

prepalatali

alveolari

dentali

bilabiali

f 12.2. Tabella delle consonanti giapponesi.

k g
{(w)}

()

{()}

h {(H)}

Nasali
12.2.1.1. Il giapponese, all'inizio di sillaba, ha tre fonemi consonantici nasali:
/m/ (m) m (bilabiale), /n/ (n) n (alveolare; realizzato, per, come prepalatale, (~),
davanti a /i, j/, per assimilazione): (3~i'm2n) /nimono/ nimono e // () g (velare): (3'3k) /aakM/ agaku che in giapponese ricorre davanti a vocale, contesto
estraneo alla fonotassi italiana.
Bisogna, per, dire sbito che, all'interno di parola, // () g (a volte traslitterato ) pu essere sistematico solo nella pronuncia pi neutra, dopo /, /; infatti,
oggi diusissima l'oscillazione tra /g / (g ), ma con moltissima uttuazione tra persone e parole; per, nessun nativo ha sistematicamente solo (g) /g/.
In posizione iniziale (di frase, di lessema, o di grammema), c' (g) /g/, anche per
chi abbia () //; per ga (enclitico) c' normalmente () /a/; per ga (congiunzione) c' (g), ma si pu avere anche (), pure dopo pausa.

366

manuale di pronuncia

Si ha (g) /g/ anche soprattutto nei prestiti, nelle onomatopee, nelle reduplicazioni di parole cinesi e dopo certi proclitici (che, ovviamente, sono eteromorfemici): ('i3) /gia/ giga (i3) /gia/ ginga; (3mi'i) /migi/ migi (3m'gM2m)
/magMRo/ maguro (3mgP) /moge/ mongen (3m'g) /mago mago
12.2.1.2. Un problema fonico ancora maggiore per i nasali dato da un quarto fonema giapponese, l'"n moraico&, // (a volte traslitterato ] che ricorre sempre in coda sillabica, e ha come realizzazione prevalente l'articolazione semi-provelare (senza contatto del dorso della lingua con la volta palatale).
Foneticamente intenso, cio pi energico, (P), e ricorre (1) davanti alle consonanti continue (quelle senz'occlusione completa nella cavit orale), cio /s, z j,
h/ (s , z B j, h F ), (2) davanti a V (ovviamente eterosillabica) e (3)
nale di parola davanti a pausa (o davanti a C continue, o a V]\ (3P'sP) /esa/
ensan (h2j) /hasja/ hana (MN2jM) /MjM/ un'yu (kP2) /kaa/ kanwa (3ssP3i) /seesahi/ seisanhi (sP3j3k) /sehjakM/ senhyaku (3g'sP3F) /gosehM/ gosenfu (tP3i) /tai/ tan'i
Per, per assimilazione, // ha anche altre realizzazioni. Infatti, s'articola come
un nasale omorganico (alla C che segue, e sempre intenso): (1) (, , ), davanti agli occlusivi corrispondenti /p, b t, d/ (p, b t, d) e /k, g/ (k, g, ):
(s3p) /sapo/ sanpo (i2bMP) /sibM/ inbun (M2tP) /Mte/ unten
(tN3i) ((-3i)) /teki/ tenki (t3k) /taka/ tanka e (2) (, ) davanti ai tassofoni occlu-costrittivi dentali o prepalato-bilabiati di /t, z/ (q, Q) e (, ): (3bQi) /bazai/ banzai (2) /etjoo/ en>oo (~i2iP) /nizi/ ninjin e,
logicamente, () anche davanti alla frequente variante occlu-(semi)-costrittiva,
(w, ), di /ka/ (k) ka\ (t3w, -3) /taka/ tanka.
Inoltre, abbiamo (3) (, , , ) davanti alle nasali /m, n, / (m n g) e ancora
() davanti a r /R/ (), per es.: (M3m) /Mmee/ unmei (3ni) /anai/ annai
(~i2~i2k) /ninikM/ ninniku (2i, -3i) /aai, a-/ angai e (3'2k[]3i)
/aRakMsi/ anrakui
Occlusivi
12.2.2.1. Il giapponese ha tre coppie difoniche (di sonorit) per gli occlusivi: i
non-sonori sono /p, t, k/ (p, t, k) (spesso /k/ (w, ) + /a{a}/; occasionalmente /t/
passa a (th) + /a{a}, o{o}/; e, spesso, /p/ (ph), nel contesto tra // e /i{i}, a{a}/):
(3k'pi, 3w-, 3-, -'phi) /kapai/ kanpai ('t3k 'th-) /tako/ tako (3ip'p:M)
/kippM/ kippu (3't -'th) /ata wata (k3p) /kepoo/ kenpoo (/p/ iniziale di parola ricorre solo in prestiti e onomatopee). Per enfasi, l'"aspirazione&
pi diusa.
La maggiore "stranezza& per /t/ (t) che, per assimilazione, davanti a /i, j/ (i, j),
si realizza tramite l'occlu-costrittivo prepalato-bilabiato () (traslitterato > anche
se /j/ (j) resta, ma va osservato che la labializzazione ridotta, per assimilazione a
/i, j/, comunque, il fono diverso da ()): (3i'i) /titi >i>i (2t) /tjato/
>anto Inoltre, ancora pi "stranamente&, /t/ (t), davanti a /M/ (M) si realizza tra-

12. giapponese

367

mite l'occlu-costrittivo dentale (q) (traslitterato _): (3qM'Ni) ((-i) /tMi/ _ugi
senz'altro il caso d'osservare, una volta per tutte, che le realizzazioni "palatali&
(, , N), per /k, g, /, sono piuttosto "pospalatali&, o palatali arretrate, meglio rappresentabili con simboli "specialistici&, ((, 8, )), che si possono usare tranquillamente (anche se, pi spesso, si ricorre, a (, , N)), dopo aver avvertito che sono
realizzati nella parte posteriore del loro spazio articolatorio, denibile "pospalatale&, che resta, comunque, diverso dall'articolazione "prevelare&, (, , ), tipica
della maggior parte delle lingue, davanti a V anteriori e a (j).
Perci, avremo ((3ip'p:M, 3mi'8i, 3qM'i)) /kippM, migi, tMi/ kippu migi _ugi
oppure (3ip'p:M, 3mi'i, 3qM'Ni), purch (Ni) resti diverso da (~i) (quindi, non bene rendere /ni/ (~i) come se fosse *(Ni), che, pur, si trova in certi lavori).
12.2.2.2. Per /b/ (b) b pi normale la variante (6) (costrittivo bilabiale sonoro), che ricorre dopo V soprattutto in pronuncia non lenta n formale (meno frequentemente si trova (B), l'approssimante corrispondente): (3sM'63mM) /sMbeRM/
suberu (bi2ki) /baikai/ baikai (jM3bi) /zjMbi/ junbi
Il fonema /d/ (d) d non pone problemi, tranne il fatto che in parole genuine
giapponesi non ricorrono *di, *dyV e *du sostituite da ji /zi/ (i, Bi) jV /zj/
(j, Bj) e zu /zM/ (QM, zM): (di3BiP -3iP) /daizi/ daijin (3jM'zM -'QM)
/zjMzM juzu La distribuzione normale, non enfatica n lenta, (B[j] |[j],
[j]).
Anche /g/ (g) g non ha problemi, a parte la distribuzione complementare (o alternativa) con // () [g che, a volte, traslitterato come s' gi detto): ('g3g3k) /gogakM/ gogaku
V iniziali di parola, sia all'inizio che all'interno di frase, sono generalmente
precedute dall'occlusivo laringale (), soprattutto per enfasi o per separare V di parole contigue. Questo fatto sar indicato prevalentemente nelle trascrizioni continue, come quelle del 12.4. Inoltre, soprattutto nella pronuncia femminile (ma
non solo), le V brevi nali d'enunciato, pi spesso con tonia sospensiva, possono
esser segute da ([]) (con o senza esplosione), in alternativa alla pi "normale&
semi-desonorizzazione dell'ultimo vocoide: ('[]3k|, '[]3k[]|) /oke/ oke (3[]'sM|, 3[]'sM[]|) /asM asu Nel brano del 12.4.2.3, sono indicati un paio di casi.
Costrittivi
12.2.3. Il giapponese ha una coppia di costrittivi dentali solcati /s, z/ (s, z) s z
Il non-sonoro, /s/ (s) s si realizza come prepalato-labiato, () (con labializzazione
ridotta, per coarticolazione), davanti a i /i/ (i) (traslitterato ) e a yV /j/ (j) (traslitterato V anche se /j/ (j) non sparisce aatto): (3j'iP) /sjasi/ ain
Il sonoro corrispondente, /z/ z (z) (lento accurato: (Q)) e (|Q, Q); si
realizza, quindi, come costrittivo dentale tra V nella parola o nella frase, nel parlato normale e veloce; ma, dopo pausa o dopo //, si ha la realizzazione occlu-costrittiva: (3k'z) /kaze/ kaze (lento accurato (3k'Q)), (3QM'P) /zMa/ zuan (s3Q) /sezo/ senzo

368

manuale di pronuncia

Inoltre, abbiamo /z/, davanti a i /i/ (i) (traslitterato j invece che z] e davanti a
yV /j/ (j) (traslitterato jV anche se /j/ (j) resta), che si realizza come prepalato-labiato (sempre con labializzazione ridotta) (Bi, Bj) (lento accurato: (i,
j)) e (|i, |j i, j): ('FM3Bi) /hMzi/ fuji (3i'tP) /zite/ jiten
(k2i) /kazi/ kanji
Approssimanti
12.2.4.1. Il giapponese ha tre approssimanti. Il primo, /j/ (j) y palatale (sonoro): (3s2j'n3m, -2m, 3s2j'n3m) /sajonaRa, -Ra, sajoonaRa/ sayonara (-yoo-) (3j2i'i, 3j:'i) /jasiki yaiki (3mi'2k) /mijako/ miyako (j2MM) /jookjMM/ yookyuu (jMM3i) /sjMMsi/ uui
Come si vede dagli esempi, in posizione iniziale di parola /j/ (j), resta invariato, mentre si realizza foneticamente come "zero&, (`), se preceduto da i /i/: /ij/
= (i). Nel parlato non lento, si pu avere altrettanto per /ej/ = (), oppure (); per cui, segneremo () (usando il semi-approssimante palatale): (3h') /heja heya.
Dopo i fonemi occlusivi non-sonori /pj, tj, kj/, /j/ si desonorizza, (): (p, ,
); mentre resta (j) dopo le altre consonanti (anche non-sonore /s, h/ (, ) s h]
senz'essere assorbito da /t, s, z, h/: (, j, Bj, j, j) (nonostante traslitterazioni
come >, , j). Non ricorrono le sequenze *yi, *ye.
12.2.4.2. Il secondo approssimante giapponese, // () w (che ricorre nella sillaba wa), provelare (sonoro), diverso da (w), che velo-labiato; ha lo stesso rapporto con /M/ (M) u come avviene per /w, u/ (w, u) u (italiano): (3't2i) /atasi/ watai (3k') /kaa/ kawa (3M'2s) /Masa/ uwasa (dP2) /dea/
denwa
Il terzo, /h/ (h) h laringale non-sonoro; per, in pronuncia rapida (h) pu essere sonoro, (H), dopo V; ma, la cosa pi notevole che, per assimilazione, /hM/
(FM) (approssimante bilabiale non-sonoro, traslitterato fu] e che in /hi, hj/ (i,
j) abbiamo un approssimante palatale non-sonoro.
Inoltre, per /ha{a}/ frequente l'approssimante velare non-sonoro, (): (3h'hP,
3'HP) /haho/ hahon (3h'hP, 3'HP) /hahe/ hahen (3Fk) /hMkoo/ fukoo (3i') /hie/ hige (3j'kM) /hjakM hyaku
"Vibranti&
12.2.5. Il giapponese ha un fonema di tipo "vibrante&, simile all'r /r/ (R) dell'italiano neutro in sillaba non-accentata: ricevere /ri'cevere/ (Ri'ce:veRe). Questa realizzazione potrebbe bastare per una pronuncia abbastanza buona del giapponese, tanto pi che una delle possibili realizzazioni statisticamente accertata. Per, conviene apprendere le due articolazioni date sbito dopo (sempre alveolari sonore), pi
tipiche e genuine, per usarle sistematicamente, al posto di (R).

12. giapponese

369

Il primo tassofono di /R/, r (m), vibratile laterale (o vibratile lateralizzato; pu


esser utile vedere la f 10.13 dell'FTN/MaF), che ricorre dopo V (anche all'interno
di frase): (3k'2m) /kaaRa/ kawara (3'mi) /eRi eri (lo stesso fono ricorre normalmente anche nell'inglese americano, davanti a (), per esempio, in ('bm) /'bE/
better] Si pu avere anche il vibratile non lateralizzato, ([): (3k'2[) /kaaRa/
kawara (3'[i) /eRi eri (questo il fono principale dell'americano, che ricorre in
tutti contesti senza (), per esempio, in ('b[i) /'bEi/ Betty] In giapponese, conviene usare (m), anche se ([, R) restano possibili.
Il secondo tassofono di /R/ r (), laterale vibrato (o laterale vibratizzato), e ricorre dopo // (anche all'interno di frase) e dopo pausa: (b2i) /beRi/ benri (3M'i2Bi, -2i) /RMizi/ ruiji (32i'i, -:'i) /Rekisi/ rekii (3i) /RoRi/ ronri
Per semplicit, potremmo dire che la dierenza tra le due realizzazioni consiste
nel fatto che, per (m), la lateralizzazione minore, essendo la componente aggiuntiva, secondaria (diciamo 1); mentre, per (), prevalente, primaria (diciamo 2).
Occasionalmente, si possono sentire anche realizzazioni laterali, (l), e postalveolari (di vari modi d'articolazione; rispettivamente: vibratile, vibrato, occlusivo, laterale vibrat{izzat}o, laterale): (, e, , , $). Ovviamente, questi foni non vanno appresi attivamente; basta, semplicemente, poterli riconoscere.
La "palatalizzazione&
12.2.6.1. Davanti a /i, j/, i fonemi /n, t, k, g s z h/ hanno realizzazioni peculiari e necessarie: (~i, Ni) /ni, i/ ni, gi (i, i, i) /ti, ki, gi/ >i, ki gi (i Bi, |i,
i i) /si zi hi/ i ji hi\ (~i2jMM) /nizjMM/ ninjuu (3k'Ni2mM) /kaiRM/
kagiru (3i') /tie >ie (3i'2mM) /kieRM/ kieru (3i'2k) /gikM/ giwaku (3i'm) /sim ima (3'Bi) /azi/ aji (3i'mi) /zimi jimi ('m3i) /mahi/ mahi
Inoltre, abbiamo: (~j, Nj) ((i)) /nj, j/ ny, gy (, , j) /tj, kj, gj/ >, ky gy (j
Bj, |j, j j) /sj zj hj/ j hy\ (~jMM22k) /njMMakM/ nyuugaku
(N2Nj) /aja/ angya (MM3) /tjMMtjo/ >uu>o (3MMMM3j)
/kjMMkjMMsja/ kyuukyuua (jMM2~jMM) /gjMMnjMM/ gyuunyuu
(3i~jMM3s) /sinjMMsee/ innyuusei (kN2jMM) /kajMM/ kan'yuu
(3id3j) /zidoosja/ jidooa (3j'kM) /hjakM hyaku
Si ricordi che, per /k, g, / + /i, j/, l'articolazione eettiva "pospalatale& ((, 8,
)) (pi che palatale piena, (, , N)), e che (j) non assorbito.
12.2.6.2. Tutte le altre consonanti non hanno "palatalizzazioni& (nonostante
certi linguisti e fonologi dicano il contrario, per eccesso di teorismo); quindi, abbiamo regolarmente: (mi, |i, i) /Ri/ ri (mi, pi) /mi, pi/ mi, pi (bi, 6i) /bi/ bi.
Perci: (326i'2mM) /obieRM/ obieru (3mi'n2mi) /minoRi/ minori (3i's2k) /RisokM/
risoku (i3i) /siRi/ inri (2pi2q) /epitM/ enpi_u
Inoltre, /0j/ (0j) CyV, ChV\ (mj, |j, j) /Rj/ ry (mj, p) /mj, pj/ my py (bj,
6j) /bj/ by: (3j) /eRjo/ enryo (jMM) /RjMM/ ryuu (3p'p:2k) /RoppjakM/
roppyaku (bj) /bjoo/ byoo (bM2mj2k) /bMmjakM/ bunmyaku (3Qimj) /zaiRjoo/ zairyoo

370

manuale di pronuncia

I "gairaigo&: prestiti stranieri


12.2.7. Come in tutte le lingue, anche in giapponese, i prestiti lessicali stranieri (la stragrande maggioranza dei quali sono inglesi) richiedono adattamenti alla
struttura sillabica (che, in giapponese, sillabico-moraica) e l'introduzione di nuove combinazioni fonemiche per nuovi suoni.
Per gli adattamenti tipici, consideriamo due esempi: (2kMm36M) /kMRabM/
"club& (3s[]tmi3[i]) /sMtoRaiki/ "strike, sciopero& (3s[]tmi3k[]) /sMtoRaikM/ "strike, battuta (baseball)&; si vede bene come la struttura sillabica giapponese
trasformi dei monosillabi, con gruppi consonantici, in veri polisillabi.
Tra le combinazioni nuove, nella fonotassi tradizionale (piuttosto rigida e sillabicamente abbastanza limitata), le pi comuni sono: (paa3ti) /paat-i/ "party& (3di'm3k[]3taa) /d-iRekMtaa/ "director& ([]3i) /tjezi/ "change& ([j]t3t:)
/djetto/ "jet& ('[j]3F[]) /sjehM/ "chef& (3FM'i2mM2mM, -3mM3mM, 'i-, 'Fi-, 'Fi-)
/hMiRMmM, h[M]iRMmM/ "lm& (i3F3~ii) /sihMonii/ "symphony& (3kq3n) /katMoone/ "canzone (letteraria)&.
Da alcuni esempi, si pu vedere che, oltre a introdurre alcuni foni in nuove
combinazioni, certe sequenze vengono un po' de-nipponizzate (come la possibile
assenza, in queste parole, ma non in quelle genuine, di (j) dopo le articolazioni
prepalato-labiati), divenendo pi "internazionali&.
Strutture
12.3.0. Tratteremo, in particolare, dell'akusento giapponese, che tonale (anche se non privo di caratteristiche d'intensit), e dell'intonazione, che vi si sovrappone, modicandolo un po'.
La tipica pronuncia giapponese ha un'impostazione parafonica particolare, con
laringe abbassata @, specialmente per gli uomini.
Tassofonica
12.3.1.1. Le cose necessarie sono gi state dette. Infatti, abbiamo trattato i vocoidi desonorizzati ( 12.1.3), come pure le non molte caratteristiche tassofoniche riguardanti le C giapponesi.
Geminazione
12.3.1.2. Specichiamo che la "mora& coincide con una sillaba leggera come
quella costituita da una V breve (/i, e, a, o, M/), o da //, oppure dal primo elemento d'una C geminata (/-0-0/ (0-0:)).
Una sillaba semipesante corrisponde a una V geminata (/ii, ee, aa, oo, MM/) o a
un dittongo, oppure a una V breve seguta da // (//) o dal primo elemento d'u-

12. giapponese

371

na C geminata (il cui secondo elemento fa parte della sillaba seguente, con la sua
V]
Invece, una sillaba pesante presenta una V geminata (o un dittongo) + //
(//) o + il primo elemento d'una C geminata: /0[-0]/.
Come s' potuto vedere da vari esempi precedenti, in giapponese, oltre alla durata vocalica vocali brevi e vocali "lunghe& o, meglio, geminate (o sdoppiate): (s)
/so, so so (una sola mora), (s) /soo, soo/ soo (due more); ('t3i) /toki/ toki,
(t3i) /tooki/ tooki presente, distintivamente, anche la durata consonantica,
come per (3i't) /kite/ (da kiru /kiRM/ "indossare&) e /kite kite (da kuru /kMRM/
"venire&), entrambe due more; (3it't:) /kitte[]/ ("francobollo&) e ('it3t:, 3it't:)
/kitte kitte (da kiru /kiRM/ "tagliare&), entrambi con tre more: /ki-t-te/; (3g'k)
/gaka/ gaka "artista&, (3gk'k:) /gakka/ gakka "lezione&.
Foneticamente va osservato che la consonante geminata costituisce due more:
la prima mora coincide col primo elemento della geminazione (anche se, eettivamente, il pi breve, (t)), mentre il secondo (decisamente pi lungo, in quanto allungato, (t:)) costituisce un'altra mora assieme alla V che lo segue: (it-t:) (tralasciando, qui, i fatti tonetici, dati sopra); infatti, /sotto/ (3st't:) sotto (mentre in
italiano abbiamo sotto /'sotto/, in tonia ('sot:to); e sottoli /sot'tOli/, in tonia (sot'tO:li)). S'osservi bene e s'ascolti ancora meglio la dierenza tra (0:0) e (00:). Per il
giapponese /sotto/ o per l'italiano /'sotto/, si tratta sempre, comunque, di due fonosillabe; anche se, in giapponese, /sotto/ conta tre more.
L'n "moraica& sempre posvocalica, ma pu esser seguta anche da V (in traslitterazione indicata con Vn' V per far capire che si tratta di // (P-), non di
VnV /n/ (-n), e cos pure per Vn'yV /j/ (P-j), diverso da VnyV /nj/
(-~j)): (t3d) /tedoo/ tendo (, in italiano, tendo /'tEndo/, e ('tEn:do) in tonia).
Per, in giapponese, oltre a // (P-) e a /n/ (-n), come in (P3i) /ai/
an'i ('3~i) /ani/ ani, possiamo avere anche // (-) (che la combinazione
di // e //): (N2Ni) /ei/ engi e pure /n/ (-n) (combinazione di // e
/n/): (2n) /ana/ anna (3~i) /ani/ anni ( italiano: /'anna, 'anni/ ('an{:}na, 'an{:}ni) Anna, anni] aggiungiamo quest'esempio, non inutile: (hP3j) /hoja/ hon'ya
Quindi, la struttura di // (, , , N, , P) (una mora) diversa da quella delle geminate /0-0/ (due more, o tre con la prima V\ /-0-0/); per, per il conteggio moraico, non fa dierenza.
L'"accento& giapponese: akusento
12.3.2.1. Sia le trascrizioni fonemiche, che quelle fonetiche, come s' visto anche nel paragrafo precedente, indicano che in giapponese l'akusento in realt un
accento tonale.
Non siamo di fronte a dei veri e propri toni (e tonemi), come per il cinese o il
vietnamita, sillaba per sillaba, anche mobili o composti; si tratta, invece, d'una
struttura che s'estende sull'intera parola, o sull'intero gruppo ritmico (o ritma),

372

manuale di pronuncia

formato da una o pi parole e dalle relative sillabe funzionali enclitiche (strettamente connesse).
Il termine akusento (23k[]s3t) /akMseto/, indica il punto, la mora, dopo
cui c' l'abbassamento tonale, cio il passaggio dalla tonalit media a quella bassa,
indicato nelle trascrizioni fonemiche da , dopo la mora interessata. Tutte le more prima dell'akusento sono di tonalit media, tranne la prima assoluta che bassa. Se non c' akusento la prima mora bassa e tutte le successive sono medie, senza tornare alla tonalit bassa, secondo lo schema (limitato, qui, a quattro more).
12.3.2.2. Solo nello schema seguente (in riferimento alla f 12.3), indichiamo il
modo tonemico () e quello tonetico (, in cui (3) indica una sillaba bassa, col
timbro vocalico di /o/; mentre (2) indica una tonalit media) che riteniamo pi
utili e convenienti, per descrivere e per apprendere/insegnare, oltre a quello ()
pi consigliabile in una traslitterazione (che non trascuri l'akusento), in mancanza di trascrizioni.
Secondo i criteri generali, di non segnare esplicitamente, nelle trascrizioni, gli
elementi prosodici non-marcati, si potrebbe/dovrebbe sottintendere la notazione
(2), per la tonalit media; per, decisamente pi utile indicarla, tanto pi che, in
denitiva, negli esempi eettivi, ingombra molto meno che nello schema dato sotto (nel tipo , invece, viene sottintesa).
Per confronti, diamo pure i modi nora pi diusi in traslitterazioni (, ),
quello in trascrizione morica katakana (, con complessit grache tipicamente
orientali), oltre a un modo fonotonetico reso pi "ortodosso& (, a partire dal tipo ). Per ogni mora, utilizziamo qui (), /o/, o $ (quest'ultimo per "indicare& il
katakana, in ):

/oooo/
(3222)
oooo
oooo
o^ooo
$999
()
(3)

/oooo
(3222)
ooo
oooo
o^ooo
$990
()
(3)

/oooo/
(3223)
ooo
oooo
o^ooo
$90$
()
(33)

/oooo/
(3233)
ooo
oooo
o^ooo
$0$$
()
(333)

/oooo/
(2333)
ooo
oooo
^oooo
0$$$
()
(333)

f 12.3. Schemi accentuali tonetici.

/oooo/
(3)

/oooo
(3)

/oooo/
(33)

/oooo/
(333)

/oooo/
(333)

12.3.2.3. Nella trascrizione tonetica di tipo , il primo caso (/oooo/) si distingue


dal secondo (/oooo), perch indichiamo in quest'ultimo pure l'abbassamento
successivo (assente, per ovvi motivi, nella trascrizione di tipo ), come, d'altra parte, oggettivamente, manca nella realt, se non c' nessuna parola dopo (come ve-

12. giapponese

373

dremo in sguito). Nella traslitterazione di tipo , l'accento potrebbe anche essere


acuto [] ma quello grave preferibile perch pu indicare meglio il movimento
eettivo, col passaggio alla tonalit bassa.
Le traslitterazioni di tipo ed rispecchiano, pi astrattamente, le prime trascrizioni: tonemica e tonetica (, ); anche la traslitterazione o "trascrizione&
katakana () mostra le stesse caratteristiche, sempre in modo meno concreto, rispetto alle vere e proprie trascrizioni (, , ).
Non utilizziamo trascrizioni del tipo /oooo/ (^), che pure sono usate (sulla scia delle traslitterazioni ed ), perch, infatti, se davvero si pronunciassero le
sillabe/more sulla fascia alta, invece che su quella media, il risultato non sarebbe
certo convincente. Aggiungiamo che, in certi testi, si possono trovare sia i segni di
tipo e coi katakana, sia quelli di tipo con le trascrizioni.
Per quanto riguarda l'indicazione di varianti tonemiche, come s' fatto nel
12.0.2, per hiragana ((3i'm2n, 3i'm3n 3i'm2&n) /hiRaana -na) e katakana ((3k't3kn, 3k't2kn) /katakana/), l'importante indicarle (a meno
che non ci siano dierenze d'uso); la trascrizione fonotonetica ne mostra anche la
maggiore o minore diusione e consigliabilit (graduale, dalla prima in avanti).
D'altra parte, in un dizionario di pronuncia che sarebbe auspicabile pubblicare in traslitterazione seguta, tra parentesi, dalla scrittura uciale e dalla trascrizione IPA certamente fonemica, si potrebbero/dovrebbero mostrare le preferenze, indicando /hiRaana, hiRaana, hiRaana e /katakana, katakana/, ovviamente in
forma abbreviata: /hiRaana, -Ra- -na e /katakana, -ka-/.
12.3.2.4. Una sillaba breve, mono-moraica, pu avere due possibilit tonemiche:
/ne/ ne "tono& (assenza d'akusento), /ne ne "radice& (presenza d'akusento), per
toneticamente sono entrambe "non-basse& (cio di tonalit media): ('n); come
pure per /ki/ ki "spirito&, /ki ki "albero&, ('i), e /ha/ ha "foglia&, /ha ha "dente&, ('h).
Nel caso di due more possiamo avere (s) /soo/ soo "monaco&, (s) /soo/ soo
"villetta& (monosillabici, realizzati appunto come (s), con tonalit semi-bassa; ma, rispettivamente, un po' discendente, oppure un po' ascendente, combinando, infatti, le tonalit media e bassa, o bassa e media f 12.4).
Nelle sillabe bimoraiche non-accentate, si ha (3) (basso, ma sollevato no al conne con la fascia media, come si vede dalla stessa gura, rispetto all'"altezza& di
()), come in: (3sPs) /sesee/ sensei (k3ii) /koohii/ koohii.
Per due sillabe formate aggiungendo a un monosillabo monomoraico una
particella, come (, ) /a, a/ ga wa che sono senz'akusento (perch la loro
tonalit dipende da ci che precede, anche se {da sole, pronunciate metalinguisticamente} sono (', ') /a, a/, com' evidente), otteniamo, rispettivamente:
(3n') /nea/ ne ga e ('n3) /nea/ ne ga, (3i') /kia/ ki ga e ('i3) /kia/ ne
ga, (3h') /haa/ ha ga e ('h3) /haa/ ha wa.
fondamentale non credere che il giapponese abbia due "tonemi&, uno basso e
l'altro medio. Infatti, l'akusento non aatto una tonalit (come non neppure
un accento d'intensit). Invece, una discesa, una caduta, di tonalit; una specie
di "punto catatonico&, dopo il quale la tonalit scende alla fascia bassa, come mo-

374

manuale di pronuncia

strano chiaramente gli esempi.


E, soprattutto, l'akusento o c', oppure non c'. In italiano, l'accento fonematico (mentre non lo in giapponese), e la tonalit dipende solo dall'intonazione e
dalla parafonica; mentre, in giapponese, la tonalit fonematica e fondamentale.
In questa lingua, si ha la tonalit media, nch non arriva l'akusento, dopo il
quale si passa a quella bassa; se questo non c', la tonalit continua media (mentre
l'accento intensivo, in giapponese, non fonemico e dipende da un complesso gioco di fattori vari, come la presenza o meno d'akusento, dalla sua collocazione e dalle strutture sillabiche della ritmia).
Ovviamente, i tonogrammi evidenziano sucientemente che, in una ritmia (o
in una parola isolata), la prima mora bassa e contrasta con la seconda, che media; sempre che (come s' gi visto) la prima mora non sia seguta dall'akusento,
nel qual caso essa media e ci che segue basso.
Sempre per due more, abbiamo anche ('h3n) /hana/ hana "estremit&, (3h'n)
/hana hana "ore&, (3h'n) /hana/ hana "naso& (bisillabici), come per gli esempi di monosillabi con particella, dati sopra.
Se aggiungiamo la particella, l'eetto dell'akusento si manifesta sbito: (3n')
/nea/ ne wa "tono&, ('n3) /nea/ ne wa "radice&, ('h3n3) /hanaa/ hana
ga "estremit&, (3h'n3) /hanaa/ hana ga "ore&, (3h'n2) /hanaa/ hana ga
"naso&; e cos di sguito.
f 12.4. Movimenti tonetici su sillabe con more di tonalit diversa.
"
"

& /, / =
& /, / =

(, P),

(3, 3P)

L'accento d'intensit in giapponese


12.3.2.5. Pur non essendo distintivo, in giapponese, l'accento cio una forza
maggiore s'una sillaba delle parole o, meglio, delle ritme ha una sua funzione fonetica, tutt'altro che trascurabile. D'altra parte, quando un nativo acculturato parla d'accento giapponese, intende senz'altro quello melodico, tonale akusento che
distintivo; per, in modo automatico, il nativo, anche non acculturato, inevitabilmente, usa gradazioni diverse d'intensit, sulle varie sillabe delle frasi.
Per il fatto di non essere distintivo, l'accento intensivo pu oscillare e si pu spostare nella frase e nelle ritmie, in dipendenza anche di fattori comunicativi, pragmatici, parafonici, emotivi. Pu cambiare anche a seconda dei monosillabi aggiunti.
Comunque, qui, daremo un'indicazione del fenomeno dell'accento, giacch
non ci pare possibile continuare a ignorarlo; come, purtroppo, succede da sempre.
Andando con ordine, e cominciando dai monosillabi, riettiamo sul fatto che parole bimoraiche, come le seguenti, sono, in eetti, monosillabiche (nonostante
confuse indicazioni contrarie): (ii) /ii/ ii (M) /aM/ au (bi) /bai/ bai (k)

12. giapponese

375

/koe/ koe () /kjoo/ kyoo (bMP) /bM/ bun (i) /ooi/ ooi (baai) /baai/
baai (bj2iP) /bjooi/ byooin (quest'ultimo esempio ha quattro more, ma non
quattro sillabe anzi una soltanto!).
Qui, la sillaba accentata sempre semibassa, ma leggermente discendente (derivando dalla combinazione della tonalit media pi quella bassa, nella stessa sillaba), tranne che negli ultimi due esempi, dove , invece, leggermente ascendente
(perch viene dalla combinazione di tonalit bassa pi quella media, tautosillabiche; f 12.4).
12.3.2.6. I veri problemi cominciano coi bisillabi; infatti, sono diversi sia (3'm)
/ame/ ame "caramella&, ('3m) /ame/ ame "pioggia&, sia (3n'mM) /neRM/ neru
"dormire&, ('n3mM) /neRM/ neru "anella&. I bisillabi di due more, cio con due
sillabe leggre, hanno l'accento sulla seconda, a meno che l'akusento non sia con
la prima, che , allora, accentata (intensivamente): (3k'k) /koko/ koko (3'Bi) /azi/ aji (3M') /Me/ ue (3i'M) /iM/ iu (3'i) /oi/ oi e (3't) /oto oto (3'i) /asi ai
(3mM'm) /mMRa mura (3qM'Ni) /tMi _ugi (3i') /sio io (3i') /ie ie Per,
abbiamo: ('d3m) /doRe/ dore ('3i) /aki/ aki ('qM3m) /tMma/ _uma .
Passando ai bisillabi di tre more, l'accento cade con alcune oscillazioni, che indicheremo sulla sillaba pi pesante (cio con pi more). Si notino bene le dierenze d'akusento (accento tonale), nelle trascrizioni fonematiche, giacch, a volte,
sono le uniche divergenze (ma si tenga presente la f 12.4): (3'mi) /omoi/ omoi
(3mi) /omoi/ omoi (3k's) /kasoo/ kasoo (3ks) /kasoo/ kasoo (3i'mi) /iRai/
irai (2imi) /iRai/ irai (3'i) /aoi/ aoi (3i) /aoi/ aoi (3i'i) /siai/ iai (3i'n)
/kinoo/ kinoo (3j't) /jotee/ yotei (2ii) /hiai/ higai (ma ('i3Nj) /kijoo/
kigyoo] (2kMm) /kMRoo/ kuroo (2bm) /baRee/ baree
Ancora: (3iki) /kikai/ kikai (3ikP) /sike/ iken (2ikP) /ike/ iken (3i'kP) /ike/ iken (2gzP) /goze/ gozen (2QM6P) /zMbo/ zubon (k2Bi)
/koozi/ kooji (k3Bi) /koozi/ kooji (N2Ni) /ei/ engi (i2d) /aida/ aida (hi3mM) /haiRM/ hairu (3t) /kjooto/ Kyooto (ki2Ni) /kaii kaigi (di3k)
/daikM/ daiku (b3i) /beRi/ benri (mi2n) /mina/ minna (3miq'q:M) /miqqM mit_u (3k'k:) /akka/ akka (ma: ('k3k:) /akka/ akka ('3:j) /Ressja/ resa con prevalere della tonalit su altri fattori).
Per i bisillabi di quattro more, l'accento generalmente sulla prima sillaba, a
meno che essa non sia leggera (cio d'una sola mora) oppure non ci sia l'akusento
tonale sulla seconda (o la prima sia solo "semipesante&, cio caudata con (==:)):
(jMM26j) /zjMMbjoo/ juubyoo (jMM36j) /zjMMbjoo/ juubyoo (h2k) /hookoo/ hookoo (jMM3d) /zjMMdoo/ juudoo (k2Bj) /koozjoo/
koojoo (3kBj) /koozjoo/ koojoo (3tiFMM) /taihMM/ taifuu
Ancora: (k2t) /ketoo/ kentoo (3kt) /ketoo/ kentoo (s2t) /setoo/ sentoo (s3t) /setoo/ sentoo (3sPs) /sesee/ sensei (iP2P) /kie/
kin'en (jMM26iP) /jMMbi/ yuubin (3gk'k:) /gakkoo/ gakkoo (3t':MM)
/tokkjMM/ tokkyuu (ma: (b3:P) /bottja/ boc>an] (3'iiP) /ekii/ ekiin
(3ip'p:i, 3i-) /sippai/ ippai (t2) /tookjoo/ Tookyoo

376

manuale di pronuncia

12.3.2.7. I trisillabi di tre more hanno l'accento sulla seconda sillaba, a meno
che essa non abbia la V desonorizzata, che lo fa spostare prima (se c' l'akusento)
o dopo: (3i'm2n) /kimono/ kimono (3jM'6i2) /jMbia/ yubiwa (3i'k2m) /tikaRa >ikara (3F't2mi) /hMtaRi/ futari (2m3i) /aRasi/ arai
Inoltre: (3k'2mi) /kaeRi kaeri (3k'2mM) /kaeRM/ kaeru (3k'3mM) /kaeRM/ kaeru
(ma (k3mM) /kaeRM/ kaeru), (2t3mM) /taoRM/ taoru (3M'2i) /Meki/ ueki (3i'k2kM) /sikakM ikaku (2kz3k) /kazokM/ kazoku (con questa struttura tonemica, specie con /i, M/ non desonorizzati nella penultima sillaba, si pu avere
anche: ('d3i3m) /dotiRa/ do>ira ('d3M3i) /deMti/ degu>i] ('k3i3i) /kesiki/ keiki ('i3k3qM) /ikMtM/ iku_u ('p3s3t) /posMto/ posuto (32F'kM)
/ahMkM/ wafuku (32i't) /asita aita (3j2k'j) /jakMsjo/ yakuo
Con quattro more, i trisillabi hanno l'accento sulla prima sillaba, a meno che
essa non sia leggera: (ki2m2n) /kaimono/ kaimono (2s2k) /oosaka/ Oosaka (saa36i3s) /saabisM/ saabisu (j2Bi3i, -2Bi2i) /sjooziki oojiki (t2pM2m) /tepMRa/ tenpura (Q3k3k) /zekokM/ zenkoku (2im3t) /siRooto/
irooto (3bM'qM2z) /bMtMzoo/ butuzoo (3s'i2~iP) /sekini/ sekinin (2k3P) /akatja/ aka>an (3m'M2mi) /maeMRi/ maeuri (3'i2i) /oiai/ oiwai
(3M'2i) /Mekija/ uekiya
Ancora: (3sM'i2sP) /sMise/ suisen (per: (3'3m) /ooame/ ooame (3'm3Bi)
/Roomazi/ roomaji (3kP'3F) /kaohM/ kangofu (3's3k, -'s2kM) /RoosokM roosoku (3jMM'2qM) /zjMMatM juuga_u col prevalere dell'akusento).
Ancora, regolarmente, (3~i'hP2) /nihoo/ Nihongo (3p'i2k) /patiko/ pa>inko Si ha, di solito, una struttura apparentemente irregolare, nei composti, come: (3b'm2i) /bamesi/ banmei (3gi'k2kM) /gaikokM/ gaikoku (3jMM'd2i) /jMMdati/ yuuda>i (3hi'z2m) /haizaRa/ haizara
12.3.2.8. I quadrisillabi giapponesi di quattro more hanno tendenzialmente
l'accento sulla seconda sillaba dall'inizio: (3k'mi2d&m) /kamidama/ kamidama
(3n'2M2q, -&qM) /naaMtM/ nagagu_u (3n'mi2m&n) /noRimono/ norimono
(3bM't2~i&kM, -ik) /bMtanikM/ butaniku (3s'k2n&j) /sakanaja/ sakanaya (3i'&s) /siaase/ iawase (3'm2mi&k) /ameRika/ Amerika (3M'mi2i&m) /MRikiRe/
urikire (3t'm2d&i) /tomodati/ tomoda>i (3M'k2q2k, -2qM&k) /MketMke/ uke_uke (3i'k3i3qM, -iqM) /tikasitM/ >ikai_u (3'2k3ki, -2kMki) /oakMkai/ ongakukai
Ancora: (3kM'd3mn) /kMdamono/ kudamono (3t'6M3kMm) /tabMkMRo/
tabukuro (3k'n2zMi) /kanazMti/ kanazuti (3i'm2i&m) /hiRosima/ Hiroima
(3h'n2i2t, -i&t) /hanasite hanaite (3t'n2i&mi) /tanosimi/ tanoimi (3k'n2m&i) /kanemoti kanemo>i (3i'n2mM&mi) /inemMRi inemuri (2i'tP2j&j)
/zitesjaja/ jitenaya (3hP's2i3i) /hosekiti/ honseki>i
Per, l'accento generalmente sulla penultima, quando essa pesante, o ha l'akusento tonale, o quando la seconda abbia una V desonorizzata; perlopi, lo stesso avviene con -_u -ri nali e nei composti evidenti: (2s'n36) /asaneboo/ asaneboo (gi2k'kM3BiP, -3iP) /gaikokMzi/ gaikokujin (2mM6i3t) /aRMbaito/
arubaito (g2qMj36i) /getMjoobi/ ge_uyoobi (m2kMj36i) /mokMjoobi/
mokuyoobi (&bi3mMdi3M) /biRMdiM/ birudingu (~i2'kaa3m) /niakaame/

12. giapponese

377

niwakaame (2km3t) /tjokoReeto/ >okoreeto (MM2'kM2) /tjMMokMo/ >uugokugo (ma (3gi'k2kM&) /gaikokMo/ gaikokugo]
Inoltre: (32F'kM2m, 2FM-) /ohMkMRo/ ofukuro (3j2k's2kM, j2kM-) /jakMsokM/ yakusoku (3k2i'k2t, k2i-) /kakikata, -ta/ kakikata (3j2q'k2d, j2qM-) /jotMkado/ yo_ukado (t2i'2mi) /tosijoRi toiyori (k2mi'n2mi, -3mi) /kaminaRi kaminari (s2mi'2qM, -2q) /saRaietM/ saraige_u (h2i'2qM) /hatiatM hatiga_u (i2i'2qM, i-) /sitiatM itiga_u (jMM2~i'2qM)
/zjMMniatM juuniga_u (2s'm2i) /asamesi/ asamei (i2mM'm2i) /iRMmesi/
irumei (2nn3k) /onanoko/ onnanoko (dN2igi3j, -i-) /dekigaisja, -ai-/ denkigaia (i2i'd2i, 3i-) /hikidasi/ hikidai (k2i'd2i) /kasidasi/
kaidai (h2t'mi2i) /hatamiti/ hatami>i
12.3.2.9. Per parole di cinque sillabe, che generalmente non sono parole semplici, l'accento tende a essere decisamente sulla penultima, tranne composizioni particolari e desonorizzazioni: (3k&t2zM'k3mM) /katazMkeRM/ katazukeru (3i&n26ik3mi)
/inabikaRi/ inabikari (3&t2kn3k) /otokonoko/ otokonoko (3n&Bi2m3i)
/nezimaasi/ nejimawai (3j&m2n63mi) /jamanoboRi/ yamanobori (3&kM2mi'm2n) /okMRimono/ okurimono (3&2kM's2m, 22k-) /okjakMsama/ okyakusama (3&t3qMdi3sP) /otetMdaisa/ ote_udaisan (3&m2mi'k3BiP, -3iP) /ameRikazi/ amerikajin
Ancora: (3s&t2kM'm2n) /setakMmono/ sentakumono (3i&i2~i'i2BjMM) /itinitizjMM/ i>ini>ijuu (dN2i2s't36M) /dekisMtoobM/ denki-sutoobu
(MM22kMmj3mi) /tjMMokMRjooRi/ >uugokuryoori (k2djMM3t3k) /koodazjMMtakM/ koodan-juutaku (d2b's3qM36i, d2b 's-) /daboosetMbi/ danboo-se_ubi (2m'2mi&sP) /omaaRisa/ omawarisan (3~jMM&2kM2ikP) /njMMakMsike/ nyuugaku-iken (m2ii2i3qM, -i3q) /matiaisitM/ ma>iaii_u
12.3.2.10. I verbi in -ru hanno generalmente l'accento d'intensit e di tonalit
sulla sillaba precedente: (26'3mM) /oboeRM/ oboeru (k2'3mM) /kaaeRM/
kangaeru (2qM'm3mM) /atMmaRM/ a_umaru (i2m'63mM) /siRabeRM/ iraberu
(k2i2k'k3mM) /kosikakeRM/ koikakeru ma (3'm23s) /aRaasM/ arawasu
(3i'k2z3k) /tikazakM/ >ikazaku
Gli aggettivi, generalmente, hanno l'accento sull'ultima o sulla penultima sillaba: (3&t2tki) /atatakai/ atatakai (mM2iqMi) /mMsiatMi/ muia_ui (3j&k2mii) /jakamasii/ yakamaii (3'6M2ni) /abMnai/ abunai (i2ii) /oisii/ oiii (ii2mi) /kiiRoi/ kiiroi (3'k2mMi) /akaRMi/ akarui (3qM'm2ti) /tMmetai/ _umetai non mancano, per, casi come: (3mM'zM2k&ii) /mMzMkasii/ muzukaii
(3't2mii) /ataRasii/ ataraii (3'm2imi) /omosiRoi/ omoiroi (3mM'i2qMi)
/mMsiatMi/ muia_ui (3m'd2ksi) /medookMsai/ mendookusai
Le forme iterate hanno accento (intensivo e tonale) iniziale: ('mM3zMmM3zM)
/mMzMmMzM/ muzumuzu ('3z3z) /azaaza/ wazawaza Vediamo, inne, qualche forma senz'akusento\ (3s'RM, 3qM'RM, M'kRM) /saaRM, tMaRM, MkeRM/ sawaru _ugaru ukeru

378

manuale di pronuncia

12.3.2.11. Visto che non ci sono vere regole per l'accentazione (tonale e intensiva) dei composti, specie per quelli meno estesi, ci limitiamo a fornire alcuni esempi, per la riessione (anche sull'importanza che avrebbe un vero dizionario di pronuncia, in IPA per l'akusento per l'accento, per i segmenti, per la desonorizzazione, ): (3FMjM'3[i]3i) /hMjMesiki/ huyugeiki da (3FM'jM) /hMjM huyu
('k3[i]3i) /kesiki/ keiki
Altri: (3jM&~jMM2kM'd3m3n) /jMnjMMkMdamono/ yunyuukudamono da
(3jM'~jMM) /jMnjMM/ yunyuu (3kM'd3m3n) /kMdamono/ kudamono e ancora: (jMM2j2k'z3m) /jMMjakezoRa/ yuuyakezora da (jMM2j2k) /jMMjake/ yuuyake ('s3m) /soRa/ sora (3s&t2k3m) /satookoRo/ satogokoro da (3s't) /sato/
sato (3k'k3m) /kokoRo/ kokoro.
Inoltre: (3~i'M3mM3m) /niMRMma/ niguruma da ('~i) /ni ni (3kM'mM2m)
/kMRMma/ kuruma (3's3k3z) /asakaze/ asakase da ('3s) /asa/ asa (3k'z) /kaze/ kaze (3iP2s[]&t2tk3ii) /isMtatokoohii/ insutantokoohi da (3iP2s[]t3t) /isMtato/ insutanto (k3ii) /koohii/ koohi (gi2k'kM3BiP, -3iP)
/gaikokMzi/ gaikokujin da (gi2k2k) /gaikokM/ gaikoku (iP) /zi/ jin
(gi2k&kM2Bit3m3k, -2i-) /gaikokMzitooRokM/ gaikokujin-tooroku da
(gi2k'kM3BiP, -3iP) /gaikokMzi/ gaikokujin (t2m2k) /tooRokM/ tooroku
12.3.2.12. La formazione delle frasi giapponesi presenta delle modiche per
quanto riguarda l'akusento (e, un po', anche per l'accento {intensivo}) delle ritmie,
che le compongono. Consideriamo gli esempi seguenti, per vederne il funzionamento, osservando attentamente la tonalit delle sillabe della seconda ritmia. Infatti, di norma, le ritmie non separate da pausa, dopo ritmia con akusento passano alla tonalit bassa; mentre, se l'akusento manca, restano su quella media, continuando la tonalit della precedente.
E vediamo delle frasi: (3't2k2i&n 2n'm) /atakMsino namae/ watakui
no namae (in (3n'm) /namae/, na- passa a (2n), per assimilazione alla tonalit
della sillaba precedente), ('b3kMn 3sPs) /bokMno sesee/ boku no sensei (in
(3sPs) /sesee/, -see passa a basso), (3~i'h 'i3zM) /niho tizM/ Nihon >izu
(senza modiche).
Altre: (2s36P) /asa ba/ asa ban (da ('3s) /asa/ e (bP) /ba/: con unicazione in una sola ritmia e abbassamento di ban] (3j's2ii hP) /jasasii ho/ yasaii
hon (senza modiche), (ii 3Bi6i3i, 3i-) /ii zibiki/ ii jibiki (da (3i'6i2i) /zibiki:
con abbassamento di -biki] (3sM'zM3ii 3h) /sMzMii heja suzuii heya (in
(3h') /heja, c' abbassamento di -ya] (3sPsd3s, -s:, -s) /sesee desM/ sensei
desu (con attenuazione accentuale di ('d3s, -s:, -s) /desM/ e abbassamento di de-]
Ancora: (3t't2m 2'm2imi hP) /totemo omosiRoi ho/ totemo omoiroi
hon (da (3'm2imi), con sollevamento di o- e abbassamento di hon] (3i'Bj2~i
2F&kM2z'qM2n 'm2di) /hizjooni hMkMzatMna modai/ hijoo ni fukuza_una
mondai (con sollevamento di fu- e mon-] ('mt3t: 3jsMi hP) /motto jasMi ho/
motto yasui hon (con abbassamento di -sui e hon] (3'h2j 2g'zi2m3s, -s:, -s)
/ohajoo gozaimasM/ ohayoo gozaimasu (con sollevamento di go-]
Altre ancora: (3'mi33t 3gzi3s, -s:, -s) /aRiatoo gozaimasM/ arigatoo gozaimasu (con abbassamento di -zaima-\ tutto basso, tranne -ri-] (d3m 3mi3-

12. giapponese

379

3t 3gzi3m3s, -s:, -s) /doomo aRiatoo gozaimasM/ doomo arigatoo gozaimasu


(con abbassamento di -ri- e -zaima-\ tutto basso, tranne doo- semibasso).
Inoltre: (M2i 'k2m '3i m3d| 3&mM2i'm3s, -s:, -s) (eventualmente, senz'interruzione, nel parlare veloce: (M2i 'k2m '3i m3d 3mM3im3s, -s:, -s); ma, separatamente, parola per parola: (3M'i, 3k'm, '3i, 'm3d, 3&mMi'm3s, -s:, -s)} /Mti
kaRa eki made aRMki masM/ u>i kara eki made arukimasu (si noti il cambiamento
d'accento nelle prime due ritmie, soprattutto a causa della desonorizzazione di /i/).
Anche: ('~i3Bi&k3m\ s3i m3d| 3i'mM3j3~i\ 3im3s, -s:, -s) eventualmente, nel parlare meno lento, con meno interruzioni: ('~i3Bik3m s3i m3d| 3i'mM3j3~i 3im3s, -s:, -s); d'altra parte, per ritmie separate: ('~i3Bi, 3k'm, s3i,
'm3d| 3i'mM3j3~i, 3i'm3s, -s:, -s) (con modiche su kara] /nizi kaRa sazi made zimMsjoni imasM/ niji kara sanji made jimuo ni imasu ('j3Bi 3md3~i\ 3k'k2~i 2i't 2kM2dsi) (pi lento: ('j3Bi 3md3~i\ 3k'k2~i\ 2i't 2kM2dsi); d'altra parte, per ritmie separate: ('j3Bi, 3md3~i, 3k'k~i, 3i't, 3kM2dsi), con modiche d'accento su made ni rispetto a made] /jozi madeni kokoni kite kMdasai/
yoji made ni koko ni kite kudasai
12.3.2.13. Altri esempi di modica dell'accento, nella formazione di ritmie:
(2md3~i) /madenia/ made ni wa (3'i2n2) /okinaa/ Okinawa ma (3&i2n'2) /okinaaa/ Okinawa wa Ovviamente, non sempre facile distinguere prontamente fra l'eetto della prominenza tonale e di quella intensiva;
quando il tono medio coincide coll'accento, la prominenza piuttosto evidente.
Se tutto ci si combina con una sillaba piuttosto pesante, la prominenza ancora pi evidente; per, se pi sillabe vicine hanno le stesse caratteristiche, risulta
meno facile distinguere chiaramente.
Comunque, la tonalit resta l'elemento pi importante, essendo quello distintivo, anche se, indubbiamente, l'accento (intensivo) ha una parte tutt'altro che trascurabile. L'importante trovare un adeguato bilanciamento degli elementi, anche se le oscillazioni sono possibili, e pure normali.
In un esempio come (t26'm3i3tk31) /tabemasitaka?/ tabemaita ka? il tono basso e l'accento secondario della sillaba ta- e il tono medio e l'accento debole
della sillaba -be- possono dare un eetto di prominenza piuttosto simile; ma, certo, inferiore a quella della sillaba -ma- e decisamente inferiore a quella di -ta e ancora di pi rispetto a quella di -i- con la desonorizzazione, no alla perdita della sillabicit, (3i, 3:, 3).
Nel caso dei prestiti stranieri, l'abbinamento di tonalit e intensit (nonch di
peso sillabico e di localizzazione dell'akusento] subisce, spesso, un rovesciamento
gerarchico, avvicinandosi di pi alla struttura (intensiva) originaria: (k3ii)
/koohii/ koohii ("coee, ca&), (2ht3mM) /hoteRM/ hoteru ("hotel&).
12.3.2.14. Nel parlato corrente, si hanno, ovviamente, dei fenomeni di riduzione, anche in giapponese. Qui, ne consideriamo alcuni fra i pi "normali&. Le particelle no e ni in particolare, si riducono spesso a //: ('kM3mM 'n3m) /kMRMno naRa/ kuru no nara (i2miP 2M'i) /kimino Mti kimi no u>i (g2i 'n3mM) /gekini naRM/ genki ni naru Al negativo, forme con -r-V-nai cambiano /R/ in //:

380

manuale di pronuncia

(3i'ni) /siRanai/ iranai (32kM'ni) /okMRenai/ okurenai Pi frequentemente, ci possono essere anche contrazioni come: (2miM) /mite simaM/ mite imau (2jjM) /jode simaM/ yonde imau
Intonazione
12.3.3.1. Quando si pronunciano frasi eettive giapponesi, le tonalit delle singole ritmie vengono parzialmente modicate (anche) dall'intonazione, che s'aggiunge con le sue caratteristiche, secondo i quattro tipi di tonia.
La f 12.5 fa vedere le protonie e le tonie giapponesi, con le loro caratteristiche.
Le protonie costringono le tonalit dei singoli toni, incanalandole nelle forme indicate (che, in notazione pi sosticata di quanto sia necessario fare, si potrebbero
indicare anche con dei pallini vuoti, come vedremo di sguito). La protonia normale compressa (/ / ( ), (( ))), quella interrogativa sollevata (/ / ( ), (( ))), mentre quella imperativa discendente (/ / ( ), (( ))); inne, la protonia enfatica estesa, non-compressa, (/ / ( ), (( ))).
Sempre dalla f 12.5, si vedono le modiche delle tonie: la conclusiva discendente (/./ (13)), l'interrogativa ascendente (/?/ (31)), la sospensiva estesa (// (^)),
mentre la continuativa compressa (/,/ (2)).
La f 12.6 mostra le modiche, subte dalle sillabe leggre e da quelle pesanti (su
due more di tonalit diversa { f 12.4}), quando si sovrappongono le quattro tonie
giapponesi, che riguardano soprattutto l'ultima sillaba della tonia, accentata (come
in questi schemi) o no. Come si pu vedere, la tonia conclusiva fa abbassare e scendere leggermente l'ultima sillaba; quella interrogativa la fa sollevare dandole un evidente movimento ascendente. La tonia sospensiva non modica, praticamente, nulla; mentre, quella continuativa la comprime un po' verso la fascia media.
f 12.5. Protonie e tonie giapponesi.
/ / ( ) (( ))

/./ (13)

/ / ( ) (( ))

/?/ (31)

/ / ( ) (( ))

// (^)

/ / ( ) (( ))

/,/ (2)

Prima di passare agli esempi illustrativi, osserviamo che, in giapponese, le domande si fanno aggiungendo alla ne la particella ka (k) /ka/, e usando la tonia
interrogativa con le domande totali, ma quella conclusiva (o quella continuativa,
per gentilezza) con le domande parziali. Questo il modo pi normale e consigliabile. Per, visto che ka riconoscibilissimo, come elemento interrogativo, si pu
usare semplicemente la tonia conclusiva, anche con le domande totali, oppure

12. giapponese

381

quella interrogativa anche con le domande parziali. Inne, soprattutto colloquialmente, si pu non usare aatto ka nel qual caso, allora, la tonia interrogativa necessaria con le domande totali.
Ecco, inne, tre esempi per illustrare l'uso pi consigliabile delle tonie marcate:
/./: (3&k2mi2msd3i3t13) /akaRimase desita./ Wakarimasen desita.
/?/: (3&k2mi'm3i3t3k31) /akaRimasitaka?/ Wakarimasita ka?
//: (3FM'jM dt3t: 3km3d^ 3i2i'm3i3t13) /hMjM datta keRedo ikimasita./ Fuyu datta keredo, ikimasita.
f 12.6. Movimenti tonetici per sillabe giapponesi, leggre o pesanti, nelle diverse tonie.
// =

(13)

(31)

(^)

(2)

/'/ =

('13)

('31)

('^)

('2)

// =

(13)

(31)

(^)

(2)

/'/ =

(13)

(31)

(^)

(13)

Testo
12.4.0. Ecco ora, secondo il metodo fonetico, il testo de La tramontana e il sole prima in italiano con pronuncia giapponese (il testo scritto dato al 2.4.1),
seguto dalla versione giapponese, nella pronuncia neutra, coll'aggiunta della trascrizione fonemica, giacch importante vedere, in questa lingua, l'akusento e la
resa fonotonetica vera e propria, per utili riessioni. Alla ne, come sempre, c'
anche la versione che d la pronuncia italiana del giapponese, da parte dell'italofono neutro, uente in giapponese (per lungo apprendimento in immersione fra nativi, ma senza il metodo fonetico), che abbia appreso adeguatamente le prominenze relative, ma che usi, per il resto, gli elementi segmentali e sovrasegmentali tipici dell'italiano neutro. Ovviamente, lo stesso principio vale per la pronuncia straniera dell'italiano, data per prima.
La tipica pronuncia giapponese ha un'impostazione parafonica particolare, con
laringe abbassata @, specialmente per gli uomini.
Pronuncia giapponese (dell'italiano)
12.4.1. @ (3i&6i2s2i':262n2 3M'j3m3n2| i2m'62t &Bi2t&m2m'th2n2| 2i2m's3m13 'M2n2 3p&m2t'd2d Bi&s2s:2m2pM'F3m3t2 3d'm3mM3t3m13 k|2d'6i2d2m &MP26i&2:j't3m13 k26'~i26 2i'n2i2 3'62m2t &n2m2m't3m13|| 3i&dM2mi2i'2i^ 3d'i2z2m2 3'm2m2 k2s&mb2b:2s'th-

382

manuale di pronuncia

2t 2pM'F2m2t^| 3i&Fs2s:2miM'i2t2 32m'62m &i2m2m't2m2 2m26i&2:j't2m13||


i2m'62t &Bi2t&m2m'th2n2 k2mi' 2&sF2F:i'3m13 kP26i'm3q13|
3m'pM 2sF2F:i'26^| pM2i2m26i&2:j't2m2 i2s2t2mi'j26 &n2m2m't2m13\ 'th3t k&2m'Fi2n^ i2m'p262m '63t2 3d'6t2t: 2d'Bi2s3t3m13 d2m&sM2p2m'p3Bi3t13|| i2m's2m2 3'm2m2 3i&m2s2t'm 2n2m'3m13| 3&p2k'd2p2 i2m26i&2:j't2m^ k2s'i26 'w3m3d2 3i't2m2s13 i2m2m't3m13| 2m2t&m2m'th2n^ 3F&k2s2t'mt2t:2 3k'B2| 3&mi2k'n2j2m^| k2i2m's2m2\ 2m2pM'F3m3t13 3Bim13||
ip2'M2t31 m2s2t2mi'2m2| 26'mj2m 2mi'p3t3m31|||)
Testo giapponese
12.4.2.1. Arutoki Kitakaze to Taiyoo ga >ikara-kurabe o imaita. Tabibito no
gaitoo o nugaseta hoo ga ka>i to yuu koto ni kimete, mazu Kitakaze kara hajimemaita. Kitakaze wa, "Nani, hitomakuri ni ite miseyoo&, to, hageiku fukitatemaita.
Suru to tabibito wa, Kitakaze ga fukeba fuku hodo gaitoo o ikkari to karada ni
kut_ukemaita. Kondo wa Taiyoo no ban ni narimaita. Taiyoo wa kumo no aida kara yasaii kao daite, atatakana hikari o okurimaita. Tabibito wa dandan
yoi kokoromo>i ni natte, imai ni wa gaitoo o nugimaita. Soko de Kitakaze no
make ni narimaita.
Kono hanai omoirokatta? Moo i>ido yomu?
Trascrizione fonotonemica
12.4.2.2. /aRMtoki,| kitakazeto taijooa, tikaRakMRabeo simasita.|| tabibitono
gaitooo,\ nMaseta hooa,\ kati tojMM, kotoni kimete.|| mazM,| kitakaze kaRa,
hazimemasita.|| kitakazea| ^nani,| hitomakMRini site, misejoo,| to| haesikM,
hMkitatemasita.||
sMRMto,\ tabibitoa| kitakazea hMkeba,\ hMkMhodo| gaitooo,\ sikkaRito,\
kaRadani kMttMkemasita.|| kodoa, taijoono bani, naRimasita.|| taijooa,\
kMmono aida kaRa. jasasii\ kaoo dasite,| atatakana hikaRio, okMRimasita.|| tabibitoa,| dada "joi,\ kokoRomotini natte.|| simainia,\ gaitooo nMimasita.||
sokode\ kitakazeno,\ makeni naRimasita.||
kono hanasi, omosiRokatta?| moo itido, jomM?|||/

12. giapponese

383

Trascrizione fonotonetica
12.4.2.3. @ (2mM3t3i2| 3i&t2k'z2t 2ti32 3i&k2m'kM3m36 3i'm3i3t13||
3t'6i26i&t2n gi2t;2\ 3nM'3s3t h32\ 3k2it3jMM2 3k't3~i 3i'm2t2|| 'm3z2| 3i't2k&z 2k'm2 3h&Bi2m'm3i3t13|| 3i&t2k'z2^| ^'n3~2| 3i&t2mkM3mi3~i3i3t2 3mi's32| 't^|| 3h'3i3kM2 3F&i2t2t'm3i3t13||
3sM'mM2t2\ 3t'6i26i&t2^| 3i&t2k'z2 2F'k362\ 3F'kM3hd^| gi2t;2\ 3ik2k:mi3t2\ 3k'm2d&~i 3kq&q:M2k'm2i3t13|| k2d22 ti33n b3~i2 3n2mi'm3i3t13| 2ti32\ 2kMm3n i2d 2k'm13 3j's2i^\ 3k'2 'd3i3t2| 3&t2tk3n 3i'k2mi2 3&kM2mi'm3i3t13|| 3t'6i26i&t22| d2dP j2\ 3k&k2m2m'i2~i 'nt3t:13||
3i'mi2~i32\ gi2t; 3nM2Ni'm3i3t13|| 3s2k'd^\ 3i&t2k2z'n2\ 3m'k2~i n2mi'm3i3t13||
3k'n 2h'n2i2 3&m2i2mkt3t:31| m 3i2i'd2 'j3m31|||)
Pronuncia italiana del giapponese
12.4.3. (a'ru:toki2| ki&taka'zE;to ta'jO:ga2 ci&kaRa'ku;Rabe&S Si'maS:ta23|| ta'bi:bi&tono
'ga;itoo2\ nu'ga;seta 'O:ga2\ &kaci'tO:ju2 ko'tO;ni ki'mE:te2|| 'ma:zu2| ki'ta;kaze ka'ra2 a&Gime'maS:ta23|| ki&taka5zE:wa12| ^'na:ni2| i&toma'ku;Ri 'niSte mi'sE:jo2| 5tO12|| a'gES:ku &fuki&tate'maS:ta23||
su'ru:to2\ ta5bi:bito&wa12| ki&taka'zE;ga fu'kE:ba2\ fu5ku;odo12| 'ga;ito2\ &Sikka'ri:t2\ ka'ra;dani &kuqquke'maS:ta23|| 'kOn:dowa2 ta'jO;no 'ban:ni2 &naRi'maS:ta23| ta'jO:wa2\ ku'mO;no a'i;da ka'ra23 ja5saS:Si12\ ka'O2 'daS:te2| a&tata'ka;na i&kaRi'O2 o&kuRi'maS:ta23|| ta'bi:bitowa2|
'dandan "jO;i2\ ko&kRomo'ci;ni 'nat:te23|| Si'ma;iniwa2\ 'gaitoo &nugi'maS:ta23|| so5kO:de12\
ki&taka'zE:no ma'kE;ni naRi'maS:ta23||
ko'nO a'naS:Si2 o&moSSiRo'kat:ta21| 'mO ici'dO2 'jO:mu21|||)

13. Esperanto
13.0.1. L'esperanto un fatto sociale, una lingua vivente, una lingua accessibile
senza troppi sforzi, e in poco tempo; e pu servire ugualmente bene negli ambienti
della cultura, come in quelli del lavoro, del commercio e del turismo.
In particolare, l'esperanto l'ideale come lingua della scienza, per una vera diusione mondiale, per conoscere e far conoscere, a tutte le persone d'ogni nazione,
qualsiasi argomento, senza i problemi e i costi delle traduzioni. adattissima pure come base generale per lo studio delle lingue straniere, con tutte le loro complicazioni storiche, e anche per riettere sulle strutture e sul funzionamento della propria lingua, nazionale e materna.
Forse ancora lontano il giorno in cui popoli e governi possano rendersi conto
che una lingua ausiliaria internazionale (cio come seconda lingua di tutti, non
certo in sostituzione delle varie lingue attuali) pu avere molti vantaggi; tanto pi,
che non si tratta d'una semplice lingua veicolare, a livelli grezzi, ma pu rispondere anche alle esigenze quotidiane, oltre a quelle tecnico-scientiche e culturali in genere. Il vantaggio pi evidente quello di non essere la lingua materna di nessuno,
ma la seconda lingua di tutti: ognuno la deve studiare; senza che ci sia nessuno che
non lo deve fare, perch tutti gli altri accettano d'"imparare& e usare la sua lingua.
Con una lingua che sia seconda per tutti, nessuno ha pi privilegi linguistici, che
gli consentano d'approttarsi degli altri
L'apprendimento dell'esperanto non complicato come quello delle altre lingue, perch la grammatica semplice, logica e regolare, senza nessuna delle "capricciose& eccezioni delle lingue naturali. Anche lessicalmente, non ci sono sorprese come uomo uomini, o esco usciamo, o vado andiamo; n ambiguit semantiche, determinate dalla polisemia; proprio per questo, sarebbe adattissima anche
per Internet. L'unico inconveniente costituito dalla scrittura originale, che ricorre a sei lettere con diacritici particolari, che danno combinazioni diverse da quelle delle altre lingue: c g (c, G), s j (S, Z), h (x) (w, u). Se queste lettere permettono d'identicare sbito l'esperanto, ne costituiscono, appunto, anche uno dei limiti maggiori alla diusione tramite stampa e mezzi informatici.
13.0.2. Comunque, l'impiego importante dell'esperanto, a scopi fonetici, consiste nell'utilizzarlo come esercitazione attiva, per l'applicazione del metodo fonetico a una realt, che presenta minori ostacoli di qualsiasi altra lingua. Infatti, anche
la pronuncia "regolare&, senza eccezioni, e piuttosto naturale, come vedremo
(pur essendo una lingua "articiale&, cio "pianicata&). Chiaramente, questo vale pure per la graa; il vero problema costituito da certi grafemi specici (che in
altre lingue possono avere valori diversi) e dai foni particolari (giacch le lingue
del mondo hanno i loro sistemi fonici, con loro regole e loro realizzazioni peculiari, non necessariamente uguali a quelle dell'esperanto).

13. esperanto

385

Quindi, un po' d'impegno, per acquisire la pronuncia neutra dell'esperanto


un ottimo esercizio per passare all'apprendimento della pronuncia anche delle lingue naturali, o "etniche&.
La scarsa attenzione riservata all'importanza della pronuncia, da parte della societ e della scuola, ovviamente, fa s che anche gli esperantisti "maltrattino& e
non poco la pronuncia dell'esperanto stesso (oltre che delle proprie lingue materne). In eetti, ognuno lo pronuncia a modo suo, o meglio, secondo la sua personale pronuncia della propria lingua; quindi, partendo da pronunce eettive, nonostante le regole semplici dell'esperanto, ognuno lo rende coi foni e coll'intonazione della propria pronuncia regionale (pur non rendendosene conto, ovviamente).
Ci non toglie nulla al valore scientico del nostro esperimento fonetico. Contrariamente a quanto s' fatto per le altre lingue (a meno che non si trattasse di coppie minime, utili all'esposizione), diamo il signicato degli esempi che forniamo,
tanto pi che non ci sono vere possibilit d'ambiguit, come, invece, succede nelle lingue etniche, per molte parole (per le quali, dare una glossa adeguata sempre problematico e rischioso).
Vocali
13.1 L'esperanto (: l'E-o] ha solo i cinque fonemi vocalici pi normali e naturali (pi diusi nelle varie lingue): (i, , a, , u) /i, e, a, o, u/ ( f 13.1). Le cinque
vocali dell'E-o si realizzano in modo simile alle vocali italiane, nella pronuncia neutra, non regionale, in parole come: ('vi:mini, 'fi:l, &mQQa'lu:na, 'ra:na, &kpRi'Gun:t, &uzufRu'i:R) /'vimini, 'file, mEQQa'luna, 'rana, kOpri'Gunto, uzufru'ire/ vimini le mezzaluna rana coprigiunto usufruire. Ai grafemi e o corrisponde, nella pronuncia pi internazionale dell'esperanto, sia in sillaba accentata che non-accentata, sempre un timbro intermedio (, ) che tra quello dei due relativi
timbri normali in italiano in sillaba accentata: (e, E o, O) ( f 2.1) che troviamo
in ('ve:la, 'mEQ:Qo, 'do:ve, 'kO:pRo) /'vela, 'mEQQo, 'dove, 'kOpro/ vela mezzo dove
copro. Ecco cinque esempi esperanti: ('tRiki, 'b-l, 'ka;Ra, 'd;m, 'u ;nu) /'trinki,
'eble, 'kara, 'domo, 'unu/ trinki eble kara domo unu "bere, forse, caro/amato (-a),
casa, uno (numer.)& l'articolo indeterminativo s'esprime con lo zero: (skRu'pu;l)
/skru'pulo/ skrupulo "uno scrpolo&.
/i/ (i)

/u/ (u)

/e/ ()

/o/ ()

f 13.1.
Vocali
esperante.

/a/ (a)

I dittonghi esperanti uciali sono del tipo (i, u) /i, u/, rappresentati da Vj
V (anche se, naturalmente, ci sono altre sequenze vocaliche, che costituiscono,

386

manuale di pronuncia

ugualmente, dei dittonghi, veri { 2.1.2-3 e FTN/MaF: 1.16 2.10-1}, come, per esempio, /eo, io/ in (&ggRa'fi) /geogra'fio/ geografio "geograa&). Data
la natura della graa esperanta, la soluzione pi logica "Vi, Vu& non era disponibile, a causa della regola d'assegnazione dell'accento di parola (come vedremo al
13.3.4).

velo-labiati

laringali

S Z*
R|(r)
l

h (H)

()
k g

cG

s z
(l)

(~)

velari

(n)

palatali

prepalatali

postalveo-palato-prolabiati

(n)
t d
q

alveolari

m (M)
F pb

f v
_

dentali

labiodentali

bilabiali

f 13.2. Tabella delle consonanti esperante.

x*
j

(L)

Consonanti
13.2.0. La f 13.2 d le articolazioni consonantiche dell'esperanto neutro originale, o tradizionale (comprese le due pi rare, (Z, x), segute da *, che sarebbe bene togliere, per rendere la lingua pi moderna, pi funzionale e ancora pi semplice e
diondibile ( 13.4.3-4); giacch, nelle lingue naturali, l'opposizione fonologica
fra (Z, G) e (x, h) non certo delle pi frequenti o favorite, a meno che non siano
inserite in serie complete e correlate, oppure /x/ non sia decisamente pi "energico& d'un semplice costrittivo velare, magari anche vibrante).
In toscano e in arabo, per esempio, (Z, G) non s'oppongono; in tedesco, (x, h)
non sono esenti da problemi e variazione geo-sociale, e si potrebbero considerare
anche in distribuzione complementare
Le f 1.9-15 danno gli orogrammi, raggruppati per modi d'articolazione, di tutti i contoidi dati nei capitoli di questo volume, anche come varianti secondarie,
occasionali, o regionali, per le 12 lingue trattate. Quest'esposizione rende pi immediati i necessari confronti fra idiomi diversi.
Nasali
13.2.1. In esperanto abbiamo due fonemi nasali, /m, n/ (m, n): ('m;n, 'fndi)
/'mono, 'fendi/ mono fendi "denaro, spaccare&. Mentre /m/ non s'assimila mai:
(m'fa;z, &mmkn'sRv) /em'fazo, memkon'servo/ emfazo memkonservo "enfasi,
autoconservazione&, ci sono varie possibilit d'assimilazione per /n/ (M, ~, ), che
rendono la pronuncia pi uente e naturale: (iM'f;Ra, 'ma~Gi, si~'j;R, 'SRak)

13. esperanto

387

/in'fera, 'manGi, sin'joro, 'Sranko/ infera mangi sinjoro sranko "infernale, mangiare, (un) signore, armadio& (compresi (n, ~) ((, n)): ('sndi, 'ma~Gi) /'sendi, 'manGi/ sendi mangi "inviare, mangiare&).
Per, tra lessemi (compresi i pressi) non c' assimilazione (anzi, c' pure un accento secondario, anche in sillaba contigua a quella accentata): (&kun'm;ti, &kun'v;ni, &sn'pa;ga) /kun'meti, kun'veni, sen'paga/ kunmeti kunveni senpaga "unire,
incontrarsi, gratito&.
Per, abbiamo: (km'pR;ni, &siamman't;ln) (con accento secondario ritmico)
/kom'preni, siamman'telon/ kompreni sian mantelon "capire, il proprio mantello
(accus.)& ( (si'a;mam man't;ln) /si'aman man'telon/ siaman mantelon "(un)
mantello siamese (accus.)&).
In pronuncia normale, corrente, rilassata, il grammema /-n/ >-n (dell'accusativo), non-accentato, s'assimila regolarmente (solo in pronuncia formale e solenne
si pu avere (si'a;man man't;ln) /si'aman man'telon/).
Ciononostante, la tendenza generale quella di tenere le parole isolate, sia per
inusso delle lingue etniche, sia perch si tratta d'una lingua "altra&, non ancora
interiorizzata adeguatamente (senza interferenze). Senza queste regole, ognuno, inevitabilmente, user le strutture che pi gli sono familiari; perch, soggettivamente, "naturali&.
Occlusivi
13.2.2. L'esperanto ha tre coppie difoniche d'occlusivi: /p b, t d, k g/ (p b, t d,
k g). L'osservazione pi importante da fare riguarda g che va sempre pronunciata
velare, anche davanti a i e e (come in italiano: ('gi:R) /'giro/ ghiro, non come in:
('Gi:R) /'Giro/ giro}: (gi'gant, &ggRa'fi) /gi'ganto, geogra'fio/ giganto geograo
"gigante, geograa&; ('pnsi, ba'bi;li, 'tr;ti, d'qi;di, 'kRa;ki, 'ga;g) /'pensi, ba'bili,
'treti, de'qidi, 'kraki, 'gago/ pensi babili treti decidi kraki gago "pensare, chiacchierare, calpestare, decidere, crepitare, gag&.
Occlu-costrittivi
13.2.3. Ci sono, inoltre, tre occlu-costrittivi: /q c, G/ (gli ultimi due formano
una coppia difonica): (q) c (come in italiano: (s'tan:qa) /s'tanqa/ stanza, non in:
('QO:na) /'QOna/ zona); /q/ sempre breve, (q), in E-o: ('pa;q) /'paqo/ paco "pace& (mentre nell'italiano neutro, z in posizione posvocalica autogeminante:
('paq:qo, 'daq:qjo) /'paqqo, 'daqqjo/ pazzo dazio}; poi, (c) c e il sonoro corrispondente, (G) g (entrambi presenti nell'italiano (ci'ljE:Ga) /ci'ljEGa/ ciliegia).
Mantengono sempre il valore visto, davanti a qualsiasi vocale o consonante:
('qnt, 'pa;q) /'qent, 'paqo/ cent paco "cento, pace&, (c'va;l, f'li;ca) /ce'valo,
fe'lica/ cevalo felica "cavallo, felice&, (GaR'd;n, 'pa;G) /Gar'deno, 'paGo/ gardeno pago "giardino, pagina&. La graa dz rappresenta una sequenza (rara), (dz),
non il corrispondente sonoro di c (che sarebbe (Q)}: ('dz) /'edzo/ edzo "marito

388

manuale di pronuncia

(s. m.)& ("mi marito& sarebbe: (mi&dzi'ni;Gas) /miedzi'niGas/ mi edzinigas; ma,


"m'ammoglio&, (mid'zi;Gas) /mied'ziGas/ mi edzigas).
Costrittivi
13.2.4. Ci sono tre coppie difoniche di costrittivi e un raro non-sonoro velare
(che andrebbe convenientemente abolito, nell'esperanto moderno e futuro,
13.4.3-4): /f, v s, z S, Z x/ (f,v s, z S, Z x). Baster ricordare che s sempre (s)
(non-sonoro, come nell'italiano: ('sEn:so) /'sEnso/ senso non come in: ('mu:z,
z'met:t) /'muzo, z'metto/ muso smetto] mentre z sempre (z) (sonoro, proprio come in italiano muso smetto e non occlu-costrittivo come in: ('dan:qa, 'QO:na)
/'danqa, 'QOna/ danza zona]\ ('mu;z, 'mu;s, 'sli;p) /'muzo, 'muso, 'slipo/ muzo
muso slipo "musa, topo, scheda&.
Inoltre, anche (S, Z) /S, Z/ s, j sono sempre come in italiano: ('kO~:So, &aba'Zu:r)
/'kOnSo, aba'Zur/ conscio abat-jour (in francese (&b'Z:)}: ('fi;S, ZuR'na;l) /'fiSo,
Zur'nalo/ so jurnalo "pesce, giornale&. Mentre, in italiano neutro, (S) posvocalico geminato, perch autogeminante: ('peS:Se, laS'SE:na) /'peSSE, laS'SEna/ pesce la scena; in E-o, sempre breve, come s' visto.
L'ultimo costrittivo il suono pi raro in E-o (e praticamente inutile, tanto che
potrebbe meglio essere abolito, conuendo in k o h com' gi avvenuto per non
poche forme); si tratta di h (x), velare non-sonoro, come in tedesco austriaco ('ax)
Bach: (m'na;x) /mo'naxo/ monaho "mnaco&.
Approssimanti
13.2.5.1. Tra gli approssimanti (che presentano un passaggio dell'aria fonoespiratoria pi libero, rispetto ai costrittivi, e quindi con un ridottissimo rumore di
frizione, molto forte, invece, nei costrittivi), troviamo il laringale /h/ (h) h. Questo
pu vantaggiosamente essere pronunciato sonoro (H), invece che non-sonoro (h),
dierenziandosi maggiormente dallo scomodo e disutile (x) (ma ci richiede riessioni foniche particolari). C' chi, per distinguere sucientemente tra h e h (x,
h), invece d'attenuare il secondo, sonorizzandolo (h = H), preferisce rinforzare il
primo, trasformandolo da velare a uvulare (x = X), ricorrendo quindi all'aggiunta,
nel sistema consonantico, d'un ulteriore punto d'articolazione, per un fono quasi
altrettanto raro quanto (H), che per resta laringale. L'importante, soprattutto per
i neolatini, di non tralasciare completamente il fonema /h/, infatti, ('h;R) /'horo/ horo "ora& (ovviamente, il sostantivo "(un')ora&, giacch -o indica i sostantivi,
mentre l'avverbio in E-o ('nun) /'nun/ nun] ben diverso da (';R) /'oro/ oro "oro&; come diverso pure da ('x;R) /'xoro/ horo "coro& (ormai spesso sostituito,
saggiamente, con koruso (k'Ru;s)), e anche da ('k;R) /'koro/ koro "cuore&.
13.2.5.2. Gli altri due approssimanti, /j, w/ (j, w), sono rappresentati da j e
e corrispondono agl'italiani ('jE:Ri, 'wO:vo) /'jEri, 'wOvo/ ieri uovo\ ('js, 'v;j, si~-

13. esperanto

389

'j;R, 'wst) /'jes, 'vojo, sin'joro, 'westo/ jes vojo sinjoro esto "s, (una) via, (un)
signore, occidente&.
Per, quando j e non sono seguiti da vocale nella stessa parola, si realizzano
come le vocali corrispondenti /i, u/ (i, u) (e bisogna evitare che la graa faccia pensare di dover mantenere delle consonanti in queste posizioni, invece delle normalissime vocali): ('tui, 'Raiti, 'nau, 'laudi) /'tui, 'raitoi, 'nau, 'laudi/ tuj rajtoj na
ladi "sbito, diritti (sost.), nove, lodare&. A parte quest'ultimo caso, di maggior
naturalezza fonetica, vanno sempre distinti i e u da j e davanti a vocale: (mi';l)
/mi'elo/ mielo "miele&, ('mj;l) /'mjelo/ mjelo "midollo spinale&, (fi'ask, &mani';R) /fi'asko, mani'ero/ asko maniero "asco/insuccesso, maniera&.
Si considerino anche i casi seguenti, per i quali (come si vedr al 13.2.5.2) j
costretto ad avere due valori diversi a causa della regola dell'assegnazione dell'accento: ('plid) /'pleido/ plejdo "plaid&, ma (pl'ja;do) /ple'jado/ Plejado "Pleiade&.
Nella derivazione lessicale, quando seguto da vocale, abbiamo due possibilit, /w, u/: ('na;wa, 'naua) /'nawa, 'naua/) naa "nono&; e cos per (bal'da;wa, -aua)
/bal'dawa, -aua/) baldaa "imminente&, da ('baldau) /'baldau/) balda "presto/fra
poco&; per, nella composizione, si ha solo /u/: (lau'i;gi) /lau'igi/) laigi "conformare&. Tutto questo, nonostante le diverse estensioni analogiche delle varie lingue
etniche, che non devono avere il sopravvento.
13.2.5.3. Inoltre, anche per l'accentazione, si considerino casi (che anticipiamo
qui) come: ('js, 'jam) /'jes, 'jam/ jes jam "s, gi& e ('is, 'iam) /'ies, 'iam/ ies iam
"di qualcuno, un tempo&, e (s'i;fi, 'sil, ba'lau, 'baldau) /so'ifi, 'soilo ba'lau, 'baldau/ soi sojlo balau! balda "aver sete, soglia, scopa!/spazza!, presto/fra poco&.
La scrittura di ha sempre posto notevoli problemi per la stampa e con la macchina da scrivere (e, oggi, col computer, a meno che non si siano installati font particolari). La prima pubblicazione esperanta uciale di Zamenhof del 1887. L'Associazione Fonetica Internazionale nacque nel 1886 e, l'Alfabeto Fonetico Internazionale (, ), nel 1888. Queste coincidenze spiegano la mancanza di conoscenza reciproca; ma oggi il parallelismo tra (j, w) e j w n troppo evidente per
non portare spontaneamente alla sostituzione di con w a tutto vantaggio dell'E-o. Non aatto un cedimento, n un tradimento Sarebbe solo buon senso!
Vibranti
13.2.6. C' un vibrato alveolare, (R) (che, per enfasi, pu variare col vibrante vero e proprio (r), sempre alveolare): ('Ra;n, 'kRp, 'tR;) /'rano, 'korpo, 'tre/ rano
korpo tre "rana, corpo, molto&. Qualsiasi altra pronuncia di /r/ (per quanto frequente, a causa delle lingue nazionali dei parlanti) non neutra.
Laterali
13.2.7. Inne, c' un laterale alveolare puro, (l), senza nessuna sfumatura particolare, nemmeno di velarizzazione, come () (in russo, ('juk) lyk/luk o, in certi

390

manuale di pronuncia

contesti, in inglese, ('w:{}) well(s)]\ ('la;n, mul't;ga) /'lano, mul'tega/ lano multega "lana, moltissimo&. Neanche una leggera palatalizzazione ((), magari davanti
a /i/) sarebbe accettabile: ('li;gi) /'ligi/ legi "legare&. L'unica assimilazione normale
davanti a dentali, (l) ((l)), e a postalveo-palato-prolabiati, all'interno di lessema o in
grammemi non-accentati, () ((L)): ('alta, 'faci) /'alta, 'falci/ alta falci "alto, falciare&.
Strutture
13.3.0. Oltre che per la realizzazione dei segmenti (: vocalici e consonantici, come nei paragra precedenti), la lingua internazionale dev'essere il pi possibile libera da peculiarit microstrutturali (: sillabazione, assimilazione, accentazione, ritmo e intonazione) tipiche di lingue particolari; deve, perci, avere delle regole sse, coerenti e sistematiche, senza cedimenti verso nessuna lingua, o gruppo di lingue.
Soprattutto, andrebbero evitate le peculiarit della propria lingua materna, giacch, se nessuno fa cos, alla ne, ogni esperantista ha il suo "dialetto& dell'E-o, come avviene, in eetti, quando si fa E-o senza considerarne l'aspetto fonetico; per
cui, il risultato s'avvicina molto alla babele linguistica, che l'E-o mira a risolvere.
Nella pronuncia neutra dell'esperanto si ha un semiallungamento del vocoide
semplice in sillaba accentata non-caudata, interna o nale, in posizione di rilievo,
cio in tonia, come alla ne della frase: ('sa;na, 'a;) /'sana, 'a/ sana a "sano, a (lettera dell'alfabeto)& mentre l'allungamento pieno nell'italiano neutro, ma assente se nale: ('sa:na, 'a) /'sana, 'a/ sana a.
In sillaba accentata caudata, interna o nale, l'italiano ha l'allungamento della
consonante: ('par:to) /'parto/ parto, che manca, invece, in esperanto: ('paRt) /'parto/ parto "parte&. I dittonghi hanno il primo elemento sempre breve in esperanto; mentre, in italiano, c' un semiallungamento in sillaba accentata non-caudata
in tonia: ('uR) /'euro/ ero; ma, in italiano: ('E;uRo) /'Euro/ euro.
Gruppi consonantici
13.3.1. Le sequenze consonantiche non s'assimilano per la sonorit, n si semplicano nella pronuncia (tranne l'assimilazione di punto d'articolazione per n interna di lessema o in grammema non-accentato); tutto va pronunciato secondo i
singoli valori dei vari elementi segnati: (&sn'n;ma, &mal'lga, &huf'f;R, &dis'slv, &lip'ha;Ri, 'gli;ti, 'digna, ds'qndi, 'kna;b, 'kvin, 'ligv) sennoma mallonga
huero dissolvo lipharoj gliti digna descendi knabo kvin lingvo "anonimo, corto, ferro di cavallo ("f. da zoccolo&), dissoluzione, ba, scivolare, degno/dignitoso, scendere, ragazzo, cinque, lingua/idioma&. Un aspetto pi moderno e internazionale deriverebbe all'E-o dall'uso delle varianti ('kwin, 'ligw) (al posto di (kv,
gv)}, con graa corrispondente: kin lingo o, meglio ancora, nalmente, kwin
lingwo (e (pRs'va;di) /pers'vadi/ persvadi "persuadere& = (pR'swa;di) /per'swadi/

13. esperanto

391

persadi = perswadi).
L'assimilazione consonantica, di punto d'articolazione, per /n/ + /0/, avviene
solo in due casi: all'interno di lessema: ('siki) /'sinki/ sinki "aondare/scendere
lentamente&, come implicitamente mostra (km'pR;ni) /kom'preni/ kompreni
"comprendere/capire&, contrariamente a (&kun'pR;ni) /kun'preni/ kunpreni "prender con s&, (&kun'm;ti) /kun'meti/ kunmeti "unire&, (&sn'pa;ga) /sen'paga/ senpaga "gratito&; e in grammemi non-accentati pragmaticamente: (miam'plakn)
/mian'plankon/ mian plankon "il mio pavimento (accus.)&; in (&siamman't;ln)
/sianman'telon/ sian mantelon "il proprio mantello (accus.)&, l'accento secondario
ritmico. D'altra parte, per enfasi, abbiamo: (&mian'plakn) (in cui l'accento secondario non ritmico), oppure anche ('mian 'plakn) /'mian 'plankon/ mian
plankon.
Qui di sguito, mostriamo che le consonanti sonore e non-sonore non s'inuenzano minimamente nella pronuncia neutra (come, invece, in molte lingue etniche): (k'zisti, &abs'lu;t, &naz'tu;k, &kdk'du;) /ek'zisti, abso'lute, naz'tuko, okdek'du/ ekzisti absolute naztuko okdek du "esistere, assolutamente, fazzoletto, ottantadue&.
13.3.2. Alcuni esperantisti si sforzano di seguire "alla lettera& le indicazioni che
Zamenhof (1962, l'inventore dell'E-o) forniva ai vari quesiti d'appassionati e dubbiosi. Bisogna, per, capire che la sua insistenza sul fatto che "si debba pronunciare ogni lettera distintamente separata da quelle vicine&, basata com' su teorie non
certo d'avanguardia ed espressa in termini tutt'altro che rigorosamente fonetici (e
ancora meno fonemici!) aveva come unico scopo non quello di (far) riettere sulla struttura fonica dell'E-o, bens di cercar di far evitare pronunce troppo marcatamente etniche (senza {pre}occuparci qui anche dell'accentazione, che pure ai migliori esperantisti cpita a volte di deformare) come quelle date dopo l'asterisco, per le quali suciente osservare la dierenza nei simboli che ben visibile,
ma ancora pi marcata all'ascolto eettivo.
Ecco alcuni esempi: (u'R;p) Eropo *('pP, j'>p) ('laudi) ladi *('l_i, 'l;DIi, 'lAdi, 'laodi, 'Oudi) ('pa~-j) panjo *('pa;No, 'phni) ('lg) longe
*('l, 'lO, 'lAI) ('vRt) vorto *('vOto, 'v;TU, 'f<to, 'vtP) ('sta;Ri) stari
*('Sta:i, 'sT>i, 'stORi) (la'tmp) la tempo *('tEm:b, l'thEmp{h}P) (in'tnsa)
intensa *(in'dEn:Qa, 't:sa, in'tns) (la'pa;q) la paco *(la'Faq:qP, la'baqqso, l'pto) (mi'G;jas) mi gojas *(miG'GOj:jasse, mi'Z:jasse) (b'l;q) ebleco *(eb'b]q:q, ji'b;q) (la'ku;b) la kubo *(la'guubbo, la'h:BP) (li'b;lo) libelo *(ib'bE;, li'B;lo) ('kRu;c) kruco *('kru:So, k'Rju;Cx) ('pa;Si) pasi *('paS:Si, 'paai) (mi'p;tas) mi petas *(mi'bE;Edas:, mi'phe:t{h}as) ('js) yes *(', 'jE).
Un'attenzione eccessiva alla scrittura pu portare a sforzarsi inutilmente per garantire al grafema n un'articolazione innaturale, sempre come (n), in tutti i contesti,
giacch la graa sembra volerlo, mentre altre dierenze, ancora pi evidenti, per,
sfuggono al controllo, perch prodotte inconsapevolmente, come quelle ora viste.
Per, il fatto di scrivere n davanti a tutte le consonanti tranne che p b non signica aatto che s'intenda mantenere illogicamente (n), di contro a (mp, mb),
bens il contrario anche se espresso rudimentalmente. Infatti, le lingue con // o-

392

manuale di pronuncia

morganico alla consonante seguente (cio con (mp, Mf, ~c, N, k) ) manifestano questo fatto ricorrendo all'unico altro grafema unitario che sia allo stesso tempo anche fonema: m /m/; altrimenti scriverebbero pure np nb, come si fa nelle grae serie di dialetti eterorganici (come, in genere, quelli dell'Italia settentrionale).
Terminando con degli esempi esperanti, abbiamo, decisamente: ('kmbi, km'pR;ni) /'kombi, kom'preni/ kombi kompreni "pettinare, comprendere/capire&,
(kM'v;ni, kM'f;si) /kon'veni, kon'fesi/ konveni konfesi "convenire/addirsi, confessare/professare&, (kn'du;ki, 'kntRau) /kon'duki, 'kontrau/ konduki kontra
"condurre/guidare, di fronte a/in cambio di&, (k~'cRt) /kon'certo/ koncerto
"composizione musicale&, (k'gR;s, k'ka;va) /kon'greso, kon'kava/ kongreso
konkava "congresso, cncavo&.
Ma (&kunm'tb-la, &kun&pRduk'ta;d, &kun&bata'lant) /kunme'tebla, kunproduk'tado, kunbata'lanto/ kunmetebla kunproduktado, kunbatalanto "componibile, coproduzione, commilitone&, in quanto appartenenti a lessemi diversi, essendo dei composti.
Divisione sillabica
13.3.3. Nella pronuncia neutra dell'esperanto, all'interno di parola, la divisione
sillabica fonetica avviene regolarmente tra due consonanti, anche nel caso in cui
l'italiano si comporti diversamente (dall'esperanto e da tante altre lingue!), come
avviene con (sC, Cr, Cl, Cj): ('Rs-ti, 'lib-R, 'b-l, 'sig-n, si~'j;R, d'zi;n) /'resti,
'libro, 'eble, 'signo, sin'joro, ed'zino/ resti libro eble signo sinjoro edzino "restare,
libro, forse, segno, signore, moglie&.
Invece, ai conni di lessema, si mantiene l'integrit delle sequenze: (mi'bl;vis)
/mi'blovis/ mi blovis "soai, soavo&, (mi'sqias) /mi'sqias/ mi scias "so&, (lian&tawn'i;Ris, -aun'-) /liantawen'iris, -auen'-/ li antaeniris "(lui) avanzava/veniva avanti&, (&Sisa'lu;tis23 'antau l&fR'i;Ri23) /Sisa'lutis. 'antau olfor'iri./ si salutis anta ol foriri
"(lei) salut prima di partire/d'andar via&. Il rispetto della formazione lessicale aiuta a comprendere meglio il signicato; oppure, viceversa, l'adeguata comprensione aiuta ad analizzare bene la formazione stessa; per esempio: (&vRt'a;R) /vort'aro/
vortaro "dizionario = insieme [ar-] di parole [vort-)&.
Come si vede, le sillabe accentate mantengono separati i lessemi, le radici, ma
non i grammemi, infatti, non si ha *(&vRt'aR-) */vort'ar-o/. , comunque, altrettanto ovvio che la trascrizione impiegata non allude aatto a pronunce eccessive come *(&vRt'aR). Naturalmente, come non rispetterebbe l'internazionalit della
lingua una pronuncia "alla tedesca& come *(&vRt'a;R), cos, non lo farebbe una
pronuncia pi "romanza& come *(&vR'ta;R); la soluzione giusta, per tutti i popoli,
la via di mezzo, appunto: (&vRt'a;R) (altrimenti, si ha il prevalere di strutture di
certe lingue particolari, giacch ogni singolo parlante tende a ritenere pi "giuste&
le soluzioni che gli sono pi familiari, come per gli accenti stranieri e regionali).
Quando ci sono pi consonanti contigue, la divisione avviene secondo criteri
di naturalezza fonetica: ('ks-tR, ks'qi;ti, s'tRa;do) /'ekster, eks'qiti, es'trado/ ekster eksciti estrado "fuori di, eccitare/commuovere, palco/rialzo&.

13. esperanto

393

Nella composizione lessicale, la pronuncia neutra divide i lessemi, ma non i


grammemi desinenziali (che, quindi, si risillabicano in strutture pi naturali, anche modicando i conni): fervojisto malantae bankroti (&fR-v'jist, &mal-an'ta;w, -au, &bak'R;ti) /fervo'jisto, malan'tawe, -aue, bank'roti/ "ferroviere, indietro,
fallire/far bancarotta& (senza introdurre anche qui separazioni brusche come
l'occlusivo laringale, (): *(&fR-v'jist, -voi'is- &malan'taw, -au)}.
Accento di parola
13.3.4. L'accento in esperanto non ha nessun'eccezione, contrariamente alla
maggior parte delle lingue etniche: invariabilmente sulla penultima vocale delle
parole (ovviamente non monosillabiche), anche se ci pu comportare dierenze
apparentemente "strane& o "curiose& per forme simili nelle varie lingue: fralo
('fRaul) "scapolo&, praulo (&pRa'u;l) "antenato&, balda ('baldau) "presto&; balai
(ba'lai) "scopare/spazzare&, soi (so'i;fi) "aver sete&, sojlo ('sil) "soglia&; masino
(ma'Si;n) "mcchina&, muziko (mu'zi;ko) "msica&, tragedio (&tRag'di) "tragdia&, sukero (su'k;R) "zcchero&, logika (l'gi;ka) "lgico&, emfazo (m'fa;z) "nfasi&, stacio (sta'qi) "stazione&, jam ('jam) "gi&, iam ('iam) "un tempo&. Non sono rari, perci, casi come sabato (sa'ba;t) {"sabato&, in italiano: ('sa:bato)}, o oceano (&q'a;n) {"oceano&, in italiano: (o'cE;ano)}!
Parlare, invece, della penultima sillaba, per l'assegnazione dell'accento, estremamente impreciso, dato che si seguono ancora criteri completamente diversi e
contrastanti sull'eettiva valutazione e natura della sillaba, troppo spesso considerata solo dal punto di vista graco-grammaticale-metrico, incredibilmente soggettivo e variabile da lingua a lingua, quando non totalmente assurdo.
Accento di frase
13.3.5. Due parole, ora, sull'accentazione degli enunciati. Come, nelle lingue
etniche, sarebbe assurdo accentare ogni singola parola presente nelle frasi, cos anche in E-o i grammemi (le parole grammaticali, che non hanno un vero valore semantico) non hanno nessun accento, a meno che non si vogliano mettere in enfasi, per qualche motivo particolare. In italiano, per una frase come Non so di chi sia
quel t l non abbiamo certo un accento per ogni parola: *('non 'sOd 'di 'kis 'sia
'kwel 'tEl 'li), ma piuttosto: (non'sOd dikis'sia kwel[&]tl'li) (con le cogeminazioni della pronuncia neutra italiana).
In esperanto, ugualmente, per Mi estas la amiko de via frato "Sono l'amico di
tuo fratello&, non avremo certo *('mi; 'stas 'la; a'mi;k 'd; 'via 'fRa;t), che farebbe e giustamente detestare l'E-o come qualcosa d'insopportabile! (D'altra parte, anche per le lingue straniere, non raramente si sentono cose del genere, ma ci
dovuto a un'acquisizione incompleta, oltre che a una diusa ignoranza della fonetica e dei suoi vantaggi.) Un'esecuzione pi adeguata, dell'esempio dato, sarebbe: (mi&stasl{a}a'mi;k &dvia'fRa;t).

394

manuale di pronuncia

Come si vede da trascrizioni precedenti, anche nei composti, c' una gradazione
nell'accentazione dei componenti, a seconda della loro importanza semantica, fermo restando che l'accento principale del composto va sulla vocale tematica dell'ultimo elemento.
pi che evidente la monotona e pesantezza che deriva da un'esposizione lenta, stentata, e con troppi accenti anche sui grammemi e, vista l'inevitabile alta frequenza dell'ausiliare (unico) esti ben presto pu diventare un vero incubo, se estas
estis estos sono sempre accentati meccanicamente.
Perci, i parlanti attenti evitano accuratamente di cadere in questa pessima abitudine, e deaccentano, quindi, anche completamente, le forme di esti arrivando
alla nezza stilistica d'usarne, invece, gli alltropi in 'st-: (&mistas&ci'ti, &listsf'li;ca) /mistasci'tie, listosfe'lica/ Mi 'stas ci tie Li 'stos felica "(io) sono qui&, "(lui) sar felice& (o solo nella pronuncia, oppure anche nella scrittura fornendo un aiuto mnemonico-visivo non da poco). Anche l'espressione (ti'stas) /tio'estas/ tio estas "cio&, quando non enfatizzata, ci guadagna se diviene (&tistas) /'tiostas/
tio 'stas, mentre, ovviamente, tutto l'opposto per: (&cu'sti2| &au"n; 'sti23) /cu'esti,| au"ne 'esti./ Cu esti, a ne esti? "Essere, o non essere?&.
Purtroppo, generalmente, non si segue pienamente quest'uso, giacch le retrograde concezioni che caratterizzano la maggior parte dell'insegnamento linguistico (a cominciare da quello della propria lingua) non riescono a separare chiaramente il livello graco (: secondario) da quello fonico (: primario), e s'arriva a credere che le forme ridotte siano indice di lingua corrotta e indegna. Ci succede in
italiano, in casi come: (du&naltRan'na:ta) d'un'altr'annata o in inglese: (&aSD'ThDm, --) I sh'd've told'em, ritenuti, erroneamente, inferiori a di una altra
annata o I should have told them mentre, in realt, ci che le persone competenti
(e non imbrigliate dalla scrittura) dicono eettivamente, se non parlano lentamente.
Lo stesso succede in esperanto, quando si crede di mostrare coll'elisione, nella
letteratura, il parlato degl'incolti o degli stranieri, oppure per criticare l'eccessiva
disinvoltura o la contestazione giovanile. Al contrario, si critica ci che giusto,
solo perch si vincolati alla graa, senza riuscire a separarla dal livello della lingua vera, che , prima di tutto, pronuncia (e, soprattutto, pronuncia non "impagliata&).
13.3.6. Tornando all'esempio iniziale, avremo la seguente realizzazione: (&mistasla'mi;k d&via'fRa;t); rappresentabile gracamente come: Mi 'stas l'amiko de via
frato (la possibilit d'elisione di la pi che uciale, anche se, di solito, erroneamente limitato all'mbito poetico).
I pronomi personali, che spesso sono alla ne delle frasi, ugualmente non vanno
accentati sempre e meccanicamente, anzi: solo per enfasi, o contrasto, ricevono
l'accento forte, altrimenti sono deaccentati ed enclitici (pur essendo scritti separati), e cos anche altre particelle monosillabiche: (Si'vi;dis&lin) /Si'vidislin/ si vidis lin
"(lei) l'ha visto&, ('daknal&vi) /'dankonalvi/ dankon al vi "ti/vi ringrazio, grazie&,
('ti&ci) /'tioci/ tio ci "questo&, ('cu;&n21) /'cune?/ cu ne? "no?/eh?&.
Si confrontino, per, i casi seguenti: (Si'vi;dis 'lin) /Si'vidis 'lin/ si vidis lin "(lei)

13. esperanto

395

ha visto lui&, ('dakn al'vi;) /'dankon al'vi/ dankon al vi "grazie a te/voi&, (&ti'ci;)
/tio'ci/ tio ci "questo qui&, (&cu'n;21) /cu'ne?/ cu ne? "non cos?&.
molto interessante, per l'accentazione, il caso di ju (mal)pli, des (mal)pli\
('ju; &plivipa'R;las2 2 'ds &malpli&mikm'pR;nas23) /'ju plivipa'rolas 'des malplimikom'prenas./ ju pli vi parolas, des malpli mi komprenas "pi parli, meno capisco&, ('ju;
&pli'mult2 2 'ds &pli'b;n23) /'ju pli'multe 'des pli'bone/ ju pli multe des pli bone "pi
siamo, meglio &.
Intonazione
13.3.7. La f 13.3 mostra le protonie e le tonie dell'esperanto neutro (esente da
inussi delle lingue etniche), per cui vediamo solo gli esempi fondamentali:
/./: (&ili'ft kn'sultas &l{a}sp'RantaM &vRt'a;Rn23) /ili'ofte kon'sultas l{a}espe'rantan vort'aron./ Ili ofte konsultas la esperantan vortaron "Consultano spesso il
vocabolario (d')esperanto&
/?/: (&cu&ili'ft kn'sultas &l{a}sp'RantaM &vRt'a;Rn21) /cuili'ofte kon'sultas
l{a}espe'rantan vort'aron./ Cu ili ofte konsultas la esperantan vortaron? "Consultano
spesso il vocabolario (d')esperanto?&.
//: (&ili'ft kn'sultas &l{a}sp'RantaM &vRt'a;Rn2 2| &sd'tu;t &sn'fRukt23) /ili'ofte
kon'sultas l{a}espe'rantan vort'aron| sed'tute sen'frukte./ Ili ofte konsultas la esperantan vortaron, sed tute senfrukte "Consultano spesso il vocabolario (d')esperanto,
ma del tutto inutilmente.&
f 13.3. Protonie e tonie esperante.
/ / (2 2 ' 2 2 ' 2 2 ' 2)

/./ (2 ' 2 3)

/ / ( 2 2 ' 2 2 ' 2 2 ' 2)

/?/ (2 ' 2 1)

/ / ( 2 2 ' 2 2 ' 2 2 ' 2)

// (2 ' 2 2)

/ / ( 2 2 ' 2 2 ' 2 2 ' 2)

/,/ (2 ' 2)

13.3.8. Oltre che nelle domande totali, cu usata anche nelle interrogative indirette, con valore subordinativo: (&min'sqias &culi'v;ns) /mine'sqias culi'venos/
mi ne scias, cu li venos "non so se verr&, e nelle disgiuntive, con valore coordinativo: cu li, cu si "o lui, o lei&. In questi casi nei quali, tra l'altro, non si scrive il punto di domanda nale chiaramente non si deve usare un'intonazione interrogativa (ascendente), che diventa allora importante, determinante, tutt'altro che ridondante o inutile. D'altra parte, nell'uso colloquiale, espressivo, a volte si pu omettere cu interrogativo: (li'dRmas21) /li'dormas?/ li dormas? "dorme (lui)?&, ('v;R21) /'vere?/ vere? "davvero?&; perci, l'intonazione interrogativa fondamentale.

396

manuale di pronuncia

(L'omissione di queste particelle, sia iniziali che nali, o altro, possibile anche in
tutte le lingue etniche del mondo, in casi del genere.)
Nelle domande parziali, invece (con\ ('kiu, 'kiui, 'ki, 'kia, 'kis, 'kial, 'kiam, 'ki,
'kil, 'kim) /'kiu, kiui, 'kio, 'kia, 'kies, 'kial, 'kiam, 'kie, 'kiel, 'kiom/ kiu, e kiuj,
"chi& (e "chi& plurale), kio "che cosa&, kia "di che tipo&, kies "di chi&, kial "perch&, kiam "quando&, kie "dove&, kiel "come&, kiom "quanto&), la tonia pi naturale da usare quella conclusiva (discendente, (2 ' 23)), ma con protonia interrogativa regolare (tendenzialmente ascendente): ('kial &ili'ft kn'sultas &l{a}sp'RantaM
&vR'ta;Rn23) /'kial ili'ofte kon'sultas l{a}espe'rantan vort'aron./ Kial ili ofte konsultas la esperantan vortaron? "Perch consultano spesso il vocabolario (d')esperanto?&.
Nel caso di comandi, e ordini, si ha una protonia imperativa, nella quale anticipato il movimento discendente della tonia conclusiva, sempre in forma piuttosto limitata (come per quella interrogativa, ma d'andamento opposto): ('ft kn'sultu &l{a}sp'RantaM &vR'ta;Rn23) /'ofte kon'sultu l{a}espe'rantan vort'aron./ Ofte
konsultu la esperantan vortaron! "Consultate spesso il vocabolario (d')esperanto!&.
Graa e internazionalit
13.4.1. Una riessione sulla scrittura dell'E-o, nel terzo millennio, non pu non
riguardare le sei lettere "col cappello& {(ca&pl'i;tai li't;Ri) /capel'itai li'teroi/ capelitaj literoj]. Infatti, bisognerebbe ammettere, e denitivamente, che costituiscono il principale ostacolo, come s' gi detto ( 13.0.1), alla pubblicazione e diusione di stampa esperanta. Col computer, poi, necessario disporre di font (: set di
caratteri) speciali, o di particolari programmi che ne permettano l'elaborazione e
l'impiego.
Ma anche cos, non c' la possibilit d'utilizzare la funzione del computer per
ordinare alfabeticamente e per correggere l'ortograa. Non tutte le macchine da
scrivere disponevano, poi, del "tasto morto& per 4, che, fra l'altro, poteva andar bene per le minuscole, ma, certo, non per le maiuscole. E non parliamo, invece, di
T, per , che resta un puro segno di sogno, al massimo sostituito con 5, o Z, o Q, o 4:
, (a meno che non lo si riesca a ottenere con qualche acrobazia e con software adatto).
Si potrebbe risolvere il problema con una semplice modica non della lingua
(!), n della sua fonologia (!), ma semplicemente della sua scrittura, che, per, per
molti, invece, signica proprio "alterare& l'essenza stessa dell'esperanto (ma la stessa cosa avviene per le lingue naturali)! pi che logico che sia l'evoluzione e la
semplicazione strutturale, accompagnata dall'incremento lessicale, come nelle
lingue naturali. La via era stata indicata da Zamenhof stesso, anche se andrebbe
applicata con criteri rigorosi.
D'altra parte, c' un invitante e tranquillizzante parallelismo con l'Alfabeto Fonetico Internazionale, consistente nell'impiego (gi suggerito da vari studiosi) di w x
invece che h anche per c g j s, gi Zamenhof stesso si rendeva conto dell'antimodernismo insito in questi segni, e suggeriva che si potevano sostituire, nel caso
(tutt'altro che ipotetico) di dicolt tipograche, con ch gh jh sh hh u (per h ].

13. esperanto

397

Ma, come al solito, dicile riuscire a separare l'imperante livello graco dal
misconosciuto livello fonico. Ancora pi dicile separare l'emotivit personale
dall'oggettivit linguistica.
13.4.2. A parte l'evidente inopportunit della confusione tra e u (soprattutto
avendo l, pronta, la w!), anche negli altri casi doveva esser n troppo chiara la possibilit di composti, che sono all'ordine del giorno in E-o, come (&mus'ha;R, &paq'hu;l) /mus'haro, paq'hulo/ musharo pachulo "pelo di topo, onda della pace&, da
non confondere assolutamente con (&muS'a;R, pa'cu;l) /mu'Saro, pa'culo/ musaro
paculo "sciame di mosche, patchouli&.
D'altra parte, c' l'uso forzoso di digrammi mediante un'altra lettera latina, che
non potr essere h come s' visto, ma una che non abbia nessun valore in E-o, una
che non sia gi usata, ma che sia comune e normale.
Perci, visto che si tratta di suoni con una notevole componente palatale, aggiuntiva articolatoriamente all'impostazione principale (che lamino-postalveolare), la lettera che dovr servire da diacritico non pu essere che y\ agyo ajyo kacyo kasyo. In eetti, da sola non avr nessun valore, tranne che eventualmente nella scrittura di cognomi stranieri, assieme alle altre caratteristiche, atte a identicarne adeguatamente la lingua.
Non che un diacritico, senza possibilit di ambiguit; certo non pi sopra,
ma sbito dopo; e questo il suo vantaggio-svantaggio: di non avere pi nessun limite tecnologico per la stampa e per le comunicazioni internazionali tramite ogni
mezzo basato sull'alfabeto latino, senza ulteriori complicazioni. (Per Internet la
"lettera-diacritico& x evidentemente pi per inusso mnemonico-visivo {infatti
la parte bassa di x pu ricordare 4 e quella alta, T; tanto pi che in molte lingue x
piuttosto rara}, che non per sane riessioni fonico-grafemiche.)
Per quanto riguarda c (q), che nell'IPA ha un valore diverso, rester cos com',
come nelle lingue slave.
L'esperanto "26&
13.4.3. Certo la soluzione pi moderna, e pi utile all'E-o stesso, sarebbe d'arrivare all'esperanto "26&, (&sp'Rant &dudk'ss), cio all'impiego delle sole ventisei
lettere dell'alfabeto latino (non del latino!), rinunciando, con maggiori guadagni
che perdite, ai due suoni pi rari e meno utili: (x, Z) /x, Z/ h j. Si semplica, cos,
l'inventario fonico, eliminando la principale fonte di problemi, se consideriamo i
diversi sistemi fonologici delle varie lingue del mondo: non sempre agevole distinguere (e poche lingue lo fanno) (h, x G, Z).
Ovviamente, non suciente cancellare, bisogna far conuire le forme che contengono quei due segni (e suoni) con quelle che hanno i pi simili. Ci signica:
(x) = (k h), (Z) = (G j). ormai pratica diusa attuare la prima sostituzione: (x)
= (k), come per kaoso kemio jakto "caos, chimica, yacht&; anche il passaggio (Z)
= (G) gi attestato: jazo = gazo "jazz&. Si tratta di generalizzarne l'applicazione.
Quando esistano gi delle parole simili che contengano (k, G), si potr ricorrere

398

manuale di pronuncia

a (h, j), o modicare un po' la forma, o sostituirla, eventualmente.


Nel caso di horo "coro&, essendoci gi horo "ora& e koro "cuore&, s' aancato,
al ne della sostituzione denitiva, koruso per holero "colera&, dato che esiste kolero "collera&, ci sono soluzioni come: holero o kolro ("26&). Nella serie d'opposizioni come justa "giusto, equo& e gusta "giusto, preciso&, si possono inserire anche
juro "diritto (giur.)& juro = guro "giuramento&, jako "giacca&, jako = gako "jack&.
Per quanto riguarda jeto "jet&, geto "gettata (mar.)&, jeto "getto, lancio&, passando
quest'ultimo a ('G;t) yeto ("26&), il meno frequente secondo elemento della tripletta potr tranquillamente divenire (G't) yeteo ("26&), avvicinandosi all'ane
(m'l) moleo "molo&.
Un caso eettivamente concreto riguarda ajo "cosa, oggetto& (e il susso corrispondente aj con signicato analogo, e piuttosto usato) e ago "et&. Qui, per non
rischiare di sovrapporsi all'esclamazione aj! "ahi!&, dalla quale in E-o pi che possibile trarre ajo "grido di dolore&, e senza pensare di cambiare sostanzialmente tutta una serie di parole gi ottenute con aj e altre ottenibili in futuro, si potrebbe
senza problemi modicare ('a;Z) in ('a;G) [ajo = ago = ayo "26&), e ('a;G) in ('aiG) [ago = ajgo = ajyo "26&), o, forse meglio ancora, in ('iG) [ago = ejgo = ejyo
"26&).
13.4.4. Una volta che il numero dei suoni (distintivi) sia convenientemente sceso a ventisei, si tratta di vedere come abbinare i suoni alle "nuove& lettere, come
gi stato mostrato tra parentesi. Il vantaggio di non doversi pi preoccupare dei
diacritici far senz'altro superare alcune perplessit iniziali (lasciando da parte tutte le considerazioni sullo "snaturamento& della lingua, che non sono aatto naturali, n necessarie).
Ovviamente, come visto sopra, passerebbe a w (w), ('na;wa, 'naua) [naa =
nawa "26&), "nono&; per g diventerebbe y (G), senza grossi scandali, dato che anche in spagnolo, in molti contesti e varianti, troviamo per y una pronuncia molto
simile, ('pa;G) [pago = payo "26&) "pagina&. Inoltre, c diventerebbe q (c), e anche qui troviamo pronunce simili in cinese e in albanese, (c'va;l) [cevalo = qevalo "26&) "cavallo&. (D'altra parte, non vuole l'esperanto essere la seconda lingua
per "tutti& i popoli?) Inne, x (non avendo pi la necessit d'indicare (x) o di fungere da diacritico) verrebbe usato per (S), che ha un suono simile in portoghese,
catalano, basco, cinese, maltese e siciliano (e spagnolo antico), ('fi;S) [so = xo
"26&) "pesce&.
Si tratterebbe d'abituarsi al valore delle nuove lettere; in fondo, solo per gli slavisti veramente familiare c per (q), ('q;l) celo "scpo, mta, bersaglio&. E per gl'
italiani, e per qualche altro popolo, non forse h un vero "nulla& ('ha;vi) havi "avere& (e, conseguentemente, un vero problema)?
Chi difenda la conservazione di (Z, x), perch utili per rendere nomi di persona
e di luogo di certe lingue (con suoni simili, ma non uguali), si dovrebbe preoccupare, per, anche di tutti gli altri suoni (molti di pi) che l'esperanto non riesce a
rendere Molto meno vicino all'IPA e all'uso di tante lingue, sebbene pi in sintonia con una molto diusa tradizione anglo-grafemica, potrebbe essere lo scambio di j e y, col valore di j /G/, y /j/

13. esperanto

399

Testo
13.5.0. Il brano in trascrizione, Il vento di tramontana e il sole, viene dato in una serie d'accenti, soprattutto a scopo esemplicativo e introduttivo al metodo fonetico. Come sempre, prima viene il testo italiano ( 13.5.1, 2.4.1) con accento
esperanto tipico; poi, diamo il testo esperanto vero e proprio con la pronuncia
neutra dell'esperanto ( 13.5.2.1). Inne, aggiungiamo 12 accenti italiani (: neutro e 11 regionali, 13.5.3.1-12) e 12 accenti stranieri ( 13.5.4.1-12).
Pronuncia esperanta (dell'italiano)
13.5.1. (si&bistic'ca;van2 &u~Gi'Rn2| il'vnt di&tRamn'ta;na2| il's;l23 'lu;n2
&pRtn'dnd &dssRpi&u'fRt2 dl'laltR23 ku&and'vi;dR &uMvi&aGGia't;R23 &kv'ni;va in'nanqi2 av'vlt &nlman'tll23| i&duliti'ganti22 d'ci;sR2 al'l;Ra2 &ksa'Rbb
&statpi&u'fRt2 2| ki&fssRiu'Si;t &al'va;R &ilman'tll &alvi&aGGia't;R23||
il'vnt di&tRamn'ta;na2 &kmi~'c; a&sffi'a;R23 &kMvi'lnqa23| &mapi&usffi'a;va22| pi&uilvi&aGGia't;R2 &sistRi~'G;va &nlman'tll23\ 'tant2| k&alla'fi;n22 il'p;vR
'vnt2 d'vtt d'sist&R23 dal&supR'p;si&t23|| il's;l2 al'l;Ra2 &sims'tR; nci';l23| 'p;k 'd;p2 ilvi&aGGia't;R2 2 &ksn'ti;va 'kald2 si'tls23 &ilman'tll23| &la&tRamn'ta;na2 2 &fuks'tRtta2 k'si;| a&Rik'n;SR2 2| kil's;l2\ &Rapi&u'fRt23 di'li23||
ti&piaci'u;ta21 la&stRi'lla2| &lav'ja;m Ri'p;t&R21|||)
Testo esperanto
13.5.2.0. Iam, la norda vento kaj la suno disputis, car ciu el la du asertis esti pli
forta ol la alia. En tiu momento, ili ekvidis vojaganton, kiu antaeniris volvite en
sia mantelo. La du disputantoj, do, decidis, ke konsideratos pli forta tiu el la du kiu
sukcesos igi la vojaganton forpreni sian mantelon.
La norda vento ekblovis tre forte; sed, ju pli gi blovis, des pli la vojaganto mallozigis sian mantelon, kaj, nne, la kompatinda vento devis rezigni. Tiam, la suno montrigis en la cielo, kaj, mallonge poste, la vojaganto, al kiu estis varme, forprenis la
mantelon. Tiel, la norda vento devis agnoski, ke la suno estas pli forta el la du.
Cu vi satis la historion? Cu ni ripetu gin?
Pronuncia esperanta
13.5.2.1. ('iam2 la'nRda 'vnt2 &kaila'su;n2| dis'pu;tis23 'caR2 ciu &lla'du;2 a'sRtis23
&sti&pli'fRta2 &ll[a]a'lia23| n&tium'mnt2 2| &ili&k'vi;dis23 &vja'Gantn23 &kiuan&tawn'i;Ris23 vl'vit n&siaman't;l23|| la'du &dispu'tanti2 'd;2 d'qi;dis23 &kkn&sid'Ra;ts2
&pli'fRta2 2|| &tiulla'du;2| &kiusuk'q;ss2 &igila&vja'Gantn2 2| &fR'pRni &siamman't;ln23||

400

manuale di pronuncia

la'nRda 'vnt2 2| &k'blvis &tR'fRt23| 'sd2 'ju; &pliGi'bl;vis2 2| 'ds2 &plila&vja'Gant2 &mall'zigis &siamman't;ln23| &kaifiM'fi;n2| la&kmpa'tinda 'vnt2| &dvisR'zigni23|| 'tiam2| la'sun mn'tRi;Gis2 &nlaci';l23| &kaimal'lg 'pst2 2| la&vja'Gant2 al&kiu[]stis'vaRm2 2 &fR'pR;nis23 &laman't;ln23|| 'til2| la'nRda 'vnt2 &dvis-ag'nski23 &kla'su;n2 &stas&pli'fRta23 &lla'du;23||
&cuvi'Sa;tis21 la&hist'Rin2| &cuniRi'p;tu&Gin21|||)
Pronunce italiane dell'esperanto
13.5.3.0. Come s' gi detto al 13.5.0, la tendenza eettiva di pronunciare,
anche l'esperanto, coi suoni e l'intonazione del proprio accento regionale (forse
ancora pi che per le lingue straniere, per le quali s'ascoltano anche i nativi, magari alla radio-televisione).
Pronuncia italiana (neutra)
13.5.3.1. ('i;am$2 la'nOrda 'vEn:to2 &kaila'su:n2| dis'pu:tis23 'ca:r2 'ciu ella'du2 a'sEr:tis23 &stipli'fOr:ta2 &llaa'li;a23| en&tiumo5men:t12| &iliek'vi:diz23 &voja'Gan:to23 kiu&antawe'ni:Riz23 vol'vi;te en&siaman'tE:lo23|| la'du[d] dispu'tantoi2 'dO[d]2 deq'qi:dis23 &kekkon&side'ra:tos2 pli[f]5fOr:ta12|| &tiuella'du2| &kiusuk'qE:sos2 'i;gi la&voja5Gan:ton12| foR'prE;ni
&siamman'tE:lon23||
la'nOrda 5vEn:to12| ek$'blO;vis tR'fOr:te23| 'sEd:$2 'ju[p] pli[G]Gi5blO:vis12| 'dEs:2 pli[l]la&voja'Gan:to2 &mallo'zi;gis &siamman'tE:lon$23| &kaifiM'fi:n2| la&kompa'tinda 'vEn:to2| &dvizRe'zig:$ni23|| 'ti;am2| la'su;no mon'tri:Gis2 &enla'cE:lo23| &kaimal'lOge 5pOs:te12| la&voja'Gan:to2 al&kiu'Estis 5var:me12 foR'prE:niz23 &laman'tE:lon$23| 'til2| la'nOrda 'vEn:to2 &dvi-sag$'nOs:ki23 &ke[l]la'su:n2 &staspli[f]'fOr:ta23 &ella'du23||
&cu[v]viS'Sa:tis21 la&isto'ri;n2| cu[n]&niRi'pE:tu21 'Gin:2|||)
Pronuncia torinese
13.5.3.2. ('iIam2 1lanr3da 'vt2 ^kai3la'su;Un2| 1dipu;Uti3 3 'aAr2 iu l3la'duU2 3arti3 3 ^ti3pli'frta2 &l3laAliIa3 3| 1&tiu3mmt2 2| ^i3likvi;Idi3 3 ^v3aaAt3 3 1kiu&ata3jni;Iri3 3 1vlviIt &ia3mat;l3 3|| 1laduU di3pu'taAti2 'd2 3dtsi;Idi3 3 ^kk&i3d'ra;At2 1plifrta2 2|| ^tiul3la'duU2| ^kiu3uk'ts;2 iIgi la&v3aaAt2 2| 1frprni &ia3mat;l3 3||
1lanr3da vt2 2| 1kblvi 3trfrt3 3| 'sd2 'uU 1pli3ibl;vi2 2| 'd2 plila&v3a'aAt2 ^malliIgi &ia3mat;l3 3| ^kai3fi'fi;In2| 1la&kpati3da

13. esperanto

401

'vt2| ^dvi3riIgni3 3|| 'tiIam2 1lauUn 3m'tri;Ii2 &3la;l3 3| ^kaimall3g pt2 2| 1la&v3a'aAt2 1al&kiu3ti vaArm2 2 1frpr;ni3 3 ^la3mat;l3 3| 'til2| 1lanr3da 'vt2 ^dvi3agnki3 3 ^k3lau;Un2 2 ^ta3plifrta3 3
^l3laduU3 3||
^u3via;Ati21 1la&i3t'riI2| 1u&nirip;tu21 'iI2|||)
Pronuncia genovese
13.5.3.4. ('im2 1]anR1da 'veto2 ^ka1]a's;uno2| 1dsp;uts3 3 'caAR2 c e]1la'du2 1asRts3 3 ^estpl'fRta2 &o]1laAlia3 3| 1e&t1mometo2 2| ^1lekv;idz3 3 ^vo1jaGat3 3 1k&ta1wen;iR3 3 1vo]vite e&sa1mte;]o3 3|| 1]adu ds1p'tato2
'd2 1dets;ids3 3 ^kek&s1de'Ra;Atos2 1plfRta2 2|| ^te]la'du2| ^k1sk'tse;sos2 ig
]a&vo1jaGat2 2| 1foRpRen &s1mte;]3 3||
1]anR1da veto2 2| 1ekb]vs 1tRfRte3 3| 'sd2 'ju 1plG1b];vs2 2| 'ds2 1pl]a&voja'Gato2 ^ma]lozigs &si1mte;]3 3| ^kaf'f;ine2| 1]a&kpat1da 'veto2| ^devz1Rezign3 3|| 'tim2 1]asuno 1mtR;iGs3 3 ^e1]ace;]o3 3| ^kama]l91ge
pste2 2| 1]a&voja'Gato2 1a]&kes1tz vaARme2 2 1foRpRe;nz3 3 ^]a1mte;]3 3|
'te]2| 1]anR1da 'veto2 ^devs1agnsk3 3 ^ke1]as;uno2 2 ^estas1plfRta3 3 ^e]3ladu3 3||
^c1vSa;Ats21 1]a&sto'Ri2| 1c&nRpe;t21 'Gi2|||)
Pronuncia milanese
13.5.3.3. ('i;m2 1lanORda 'veeto2 ^kaila'u;uno2| 1dipu;uti3 3 'caaR2 ciu lla'duu2
aEERti3 3 ^tipli'fOORta2 &ollaali;a3 3| 1e&tiumUmeeto32| ^ilikvi;idi3 3 ^vojaGat3 3
1kiu&taweni;iRi3 3 vUlviite e&iamte;elo3 3|| 1laduu dipu'ttUi2 'dOO2 detsi;idi3 3
^kekU&ide'Ra;atU2 1plifOORta32|| ^tiulla'duu2| ^kiuuktse;eo2 iigi la&vojaGat2 2|
1fURpreeni &imte;el3 3||
1lanORda veeto32| 1kblOOvi tRfOORte3 3| 'EEd2 'juu 1pliGiblO;Ovi32| 'dEE2 1plila&voja'Gato2 ^mallUiigi &imte;el3 3| ^kaifi'fi;ine2| 1la&kUpatiida 'veeto2|
^deviReiigni3 3|| 'ti;m2 1lasuunU mUtRi;ii3 3 ^elaCe;elo3 3| ^kaimallge pOOte32|
1la&voja'Gato2 1al&kiuEti vaaRme32 1fURpRe;eni3 3 ^lamte;el3 3| 'til2| 1lanORda
'veeto2 ^devi-agnOOki3 3 ^kelau;uno32 ^taplifOORta3 3 ^lladuu3 3||
^cuviSa;ati21 1la&itU'Rii2| 1cu&niRipe;etu21 'Gii2|||)

402

manuale di pronuncia

Pronuncia veneziana
13.5.3.5. ('i;am2 1lanOda 've;tO2 ^kaila'u:nO2| 1dipu:ti3 3 'Ca:2 Ciu ella'du2 1aE;ti3 3 ^tipli'fO;ta2 &ol3la;li;a3 3| 1e&tiu3mome;tO32| ^i3liekvi:di3 3 ^vo3jaGa;to3 3 1kiu&ata3weni:i3 3 1volvi;te e&ia3matE:lo3 3|| 1ladu dipu'tatoi2 'dO2 1detsi:di3 3 ^keko&i3de'a:to2 1plifO;rta32|| ^tiuella'du2| ^kiuuktsE:o2 i;gi la&vo3jaGa;to32| 1fopRE;ni &ia3matE:lo3 3||
1lanOda ve;tO32| 1ekblO;vi 3tRfO;te3 3| 'E;d2 'ju 1pli3GiblO:vi32| 'dE;2 1plila&voja'Ga;to2 ^malloi;gi &ia3matE:lo3 3| ^kaifi'fi:nE2| 1la&kopatida 've;tO2| ^dvi3Rei;gni3 3|| 'ti;am2 1lasu;no motRi:i &e3laCe:lO3 3| ^kaimallO3ge pO;te32| 1la&voja'Ga;to2 1al&kiuE3ti va;me32 1fopRE:ni3 3 ^la3matE:lo3 3| 'tiEl2| 1lanOda 've;tO2
^dvi3agnO;ki3 3 ^ke3lasu:nO32 ^ta3plifO;ta3 3 ^el3ladu3 3||
^Cu3via:ti2 2 1la&ito'i;O2| 1Cu&niipE:tu2 2 'i;2|||)
Pronuncia bolognese
13.5.3.6. ('im2 1]nrd 'vetP2 ^ki]';unP2| 1dp;ut23 'r2 C ]l'du2 1ert23 ^tp]'frt2 &P]3lli23| 1&t3mPmetP2 2| ^3]kv;id23 ^vP3j0tP23 1k&t3wn;ir23 1vP]vit &3mt;E]P23|| 1]d dp'ttP2
'd2 1ds;id23 ^kkP&d'r;tP2 1p]frt2 2|| ^t]l'du2| ^kk;eP2 ig ]&vP3j0tP2 2| 1fPrpren &3mt;E]P23||
1]nr3d vetP2 2| 1kb]v 3trfrt23| 'Ed2 'ju 1p]30b];v2 2| 'dE2
1p]]&vPj'0tP2 ^m]lPig &3mt;E]P23| ^kf'f;in2| 1]&kPptd
'vetP2| ^dvrign23|| 'tim2 1]unP mPtr;i0 &3];e]P23| ^km]lPg pt2 2| 1]&vPj'0tP2 1]&k3t vrm2 2 1fPrpr;en23 ^]3mt;E]P23| 't]2| 1]nrd 'vetP2 ^dv3gnk23 ^k3];unP2 2 ^t3p]frt23 ^]3ldu23||
^3v;t1 1 1]&tPriP2| 1&nrp;et1 1 '0i2|||)
Pronuncia orentina
13.5.3.7. ('i;m:e2 lnrd 'vEn:tP2 &hail's:nP2| dis'p:is3 3 'ca:r2 ci ell'd;2 'sEr:tis3 3 &stiFlif'fr:t2 &Pll'li;3 3| en&timP5men:tP12| &iliekke'vi:diz3 3 &vPj'Zan:tP3 3 ki&antwe'ni:Riz3 3 vPlvi;e en&simn'tE:lP3 3|| ldu disp'antPi2 'dd2 deq'qi:dis3 3 &kekkPn&side'ra:Ps2 plif5fr:t12|| &tiell'd;2| &kiskkeq'qE:sPs2 'i;gi l&vPja5Zan:tPn$12| fPrprE;ni &simmn'tE:lon$3 3||
lnrd 5vEn:tP12| &ekkebl;vis tR'fr:te3 3| 'sEd:$2 'jp pliGGi5bl:vis12| 'dEs:2 plill&vPj'Zan:tP2 &mallozi;gis &simmn'tE:lon$3 3| &kaifiM'fi:ne2| l&hPmpind 'vEn:tP2|

13. esperanto

403

&dvizRe'zig:$ni3 3|| 'ti;m:e2| ls;nP mPn'tri:Zis2 &enl'SE:lP3 3| &kaimllge 5Fs:te12| l&vPj'Zan:tP2 l&kiEstiz 5var:me12 fPr'prE:niz3 3 &lamn'tE:lPn3 3| 'ti;el$2| lnrd 'vEn:tP2 &dvi-sg$'ns:ki3 3 &hell's:nP2 &stasplif'fr:t3 3 &ell'd;3 3||
&cvviS'Sa:is21 l&istP'ri;Pn$2| cn&niRi'FE:21 'Zin:e2|||)
Pronuncia romana
13.5.3.8. ('i;am:$2 la'nOrda 'vE;nto2 &gaila'su:no2| dis'pu:dis23 'cSa:r2 'cSiu ella'du2 a'sE;rtis23 &stiblif'fO;rta2 &olla'li;a23| en&tiumo25me;nto2 2| &iliekke'vi:diz23 &vojjaG'GZa;nto23 kiu&antawe'ni:Riz23 vol'vi;de en&qsiaman'tE:lo23|| la'du dispu'da;ntoi2 'dOd2 deq'qsi:dis23
&kekkon&qside'ra:dos2 plif25fO;rta2 2|| &tiuella'du2| &kiusukkeq'qsE:sos2 'i;gi la&vojjaG25GZa;nton$2 2| foR'prE;ni &siamman'tE:lon$23||
la'nOrda 25vE;nto2 2| &ekke'blO;vis tR'fO;rte23| 'sE;d$2 'jup pliGGZib25blO:vis2 2| 'dE;s2 plila&vojjaG'GZa;nto2 &mallo'si;gis &siamman'tE:lon23| &kaifiM'fi:ne2| la&gompa'dinda 'vE;nto2|
&devizRe'si;g$ni23|| 'ti;am:$2| la'su;no mon'tri;GGis2 &enla'SE:lo23| &kaimal'lOge 25bO;ste22| la&voaG'GZa;nto2 al&kiu'Estiz 25va;rme2 2 foR'prE:niz23 &laman'tE:lon23| 'ti;el:$2| la'nOrda
'vE;nto2 &devi-sag'nO;ski23 &gela'su:no2 &stasplif'fO;rta23 &ella'du23||
&cSuvviS'Sa:dis21 la&isto'ri;on:$2| cSun&niRi'bE:duG21 'GZi;n:$2|||)
Pronuncia napoletana
13.5.3.9. ('Iim:$2 l6nOrd 'vEn:d2 &ail'U;u&n2| diS'pU;uis3 3 'cA;r2 'ciu e]la'dUu2
'Er:is3 3 &silif'fOr:2 &o]l'lIi&3 3| en&diumo6mEn:&d2 2| &iliekk'vI;idis3 3 &vojG'Gan:d3 3 giu&andwe'nI;iRiz3 3 vo]6vIi en&ssimn'dE;&l3 3|| l6dUu diSpu'an:doi2 'dO2
deQ'QI;idis3 3 &keon&sside'rA;os2 plif6fOr:&2 2|| &iue]l'dUu2| &kiuukkq'E;os2 6Iigi
l&vojG6Gan:&don$2 2| foR6prEni &immn'dE;&ln$3 3||
l6nOrd 6vEn:&d2 2| &ekkb6blOvis tR'fOr:&3 3| 'sd:$2 'jup pliGGib6blO;&vis2 2| 'dEs:2
plil&vojG'Gan:&d2 &ma]lo6Iigis &simmn'dE;&ln$3 3| &kaifiM'fI;i&n2| l&omb6dind 'vEn:&d2| &devizRe'Iig$&ni3 3|| 'Ii&m:$2| l6Uun mon'driG:Gis2 &enl'Sje;I&l3 3| &kaim]6lOg 6Os:&2 2| l&vojG'Gan:d2 ]&kiu6Esiz 6var:&m2 2 foR'prE;niz3 3 &lamn'dE;&ln3 3| 'Ii&]:$2| l6nOrd 'vEn:d2 &devi&gg'nOs:ki3 3 &el'U;un2 &ssplif'fOr:t3 3
&e]l'dUu3 3||
&cuviS'SA;is12 l&iso'rIi&n$2| cu&niRi'E;uG12 'GIin:$2|||)
Pronuncia barese
13.5.3.10. ('im:$2 l6nOr1d 'vEnd2 &k1l'su;n2| 1ds6pu;s23 'c;r2 6ciu el1l'du2 16sErs23 &s1plf'fOr2 &Pl1l'li23| n&diu1mP6mEndP2 2 &ilk1k6vi;ds23 &vP-

404

manuale di pronuncia

1jG6GndP23 iu&nd1w6ni;Rz23 vPl6vi n&i1mn6dE;lP23|| l6du dsp'ndP2 'dO2 1dQ6Qi;ds23 &kkPn&1d'r;Ps2 plif6fOr2 2|| &iull'du2| &kiuskkq'E;sPs2 6ig l&vPjG6GndPn$2 2| fPR6pren &simmn6de;lPn$23||
l6nOr1d 6vEndP2 2| &ek1kb6blOvs 1tR6fOr23| 'sEd$2 'jup plG1Gb6blO;vs2 2|
'dEs2 pl1l&vP1jG'GndP2 &ml1lP6sigs &sim1mn6de;lPn$23| &k1fM'fi;n2| l&kPm1d6in1d 'vEndP2| &devz1R6sign23|| 'im:$2| 1l6sunP 1mn'driGGs2 &n1l6cje;lP23|
&k1ml6lO1g 6pOs2 2| l&vP1jG6GndP2 l^kiu6Es1z 6vrm2 2 1fPR6pre;nz23 &la1mn6de;lPn$23| 'iel:$2| 1l6nOr1d 'vEnd2 &de1v&sg1g6nOsk23 &k1l'su;nP2 &ss1plf6fOr23 &l1l6du23||
&cu1vS6S;s12 l&is1P'riPn$2| c&ni1R6pe;G12 'Gin:$2|||)
Pronuncia palermitana
13.5.3.11. ('Im:$2 ]'nrd 'vn2 &kal'sU;n2| d'pU;s23 'ca;r2 'cI ]]'dU2 'srts23 &stp]f'frt2 &]]']I23| n&Im52mn2 2 &I]kk'vI;ds23 &vjG'Gan23 &nj'nI;Rz23 v]'vI n&Imn';]23|| ]'dU dp'an2 'd2 dQ'QI;ds23 &kkn&Id'ra;s2 plf52frt2 2|| &tI]]'dU2| &kIskkq'q;ss2 'Ig ]&vjG52Gann$2 2| fR'prn &sImmn';]on$23||
]'nrd 52vn2 2| &kkb'b]vs .'frt23| 'sd$2 'jUp p]GGb52b];vs2 2|
'ds2 p]]&vjG'Gan2 &ma]]'sIgs &simmn';]n$23| &kaIfM'fI;n2| ]&km'Ind 'vn2| &dvzz'sIgnI23|| 'tIm$2| ]'sUn mn'.IGGs2 &nlSI';]23|
&kaIma]']g 52pst2 2| ]&vjG'Gan2 ]&kI'stz 52varm2 2 fR'pr;nz23 &lamn';]n23| 'tI]$2| ]'nrd 'vn2 &dvs&sgg'nsk23 &k]'sU;n2 &stsp]f'frt23 &]]'dU23||
&cUvS'Sa;s12 ]&Ist'rIn$2| c&nIzz'p;G12 'GIn:$2|||)
Pronuncia cagliaritana
13.5.3.12. ('i;ama2 1lan'nORdav 'vE;ntok2 ^kaillas'su;nno2| 1dispu;ttis3 3 'ca;R2 'ciu ellad'du2 1asse;Rtis3 3 ^estipplif'fO;Rta2 &ollaalli;a3 3| 1en'tiummom'mE;nto32 ^illiekkevvi;ddis3 3 ^vojjaGGa;nto3 3 kiu&antawwenni;RRiz3 3 1vol'vi;tte en&siammantE;llo3 3|| 1lad'dud disput'ta;ntoid2 'dOd2 1det'si;ddis3 3 ^kekkon&siddeR'Ra;ttos2 1pliffO;Rta32|| ^tiuellad'du2| ^kiussukkut'sE;ssos2
'iggil lav&vojjaGGa;ntonno32| 1foR'pRe;nnis &siammantE;llonno3 3||
1lan'nORdav vE;nto32| ^ekkeb'blo;vvis tRffO;Rte3 3| 'sEde2 'jup 1pliGGibblo;vvis32| 'dEs2 1plillav&vojjaG'Ga;nto2 &malloz'zi;ggis &siammantE;llono3 3| &kaiffiM'fi;nn2| lak&kompat'tindav
'vE;nto2| &devvizziRRez'zigginni3 3|| 'tiam2| las'sunnom mon'tRi;GGizzi2 &enlacci'E;llo3 3| &kaimmal'lOgep pO;ste32| 1lav&vojjaG'Ga;nto2 1al&kiu'estiz va;Rmef32 1foRpRe;nniz3 3 ^lammantE;l-

13. esperanto

405

lonno3 3| 'ti;el2 1lan'nORdav 'vE;ntod2 ^devvizzagganno;skik3 3 ^kellas'su;nno2 ^EstaspliffO;Rta3 3


^ellad'du3 3||
^cuvviSSa;ttis21 la&istoR'Ri;onno2| 1cun&niRRippe;ttuG21 'Gi;nni2|||)
Pronunce straniere dell'esperanto
13.5.4.0. Le stesse osservazioni fatte per gl'italiani ( 13.5.3.0), ovviamente,
valgono anche per chi parla lingue diverse dall'italiano: ognuno pronuncia, anche
l'esperanto, secondo la propria variante regionale. Qui, per, ci limitiamo alle pronunce neutre.
Pronuncia britannica
13.5.4.1. ('Iim2 l5n;D 'vnT2 &khal'sun2| D'spuTs3 3 'chA:2 5chIi l'D;u2 'sTs3 3 &sTi&phlIi'f;T2 &;l'lIi3 3| n&ThIim'mnT32| &Iilik'vIiDs23 &v'GA;nT3 3 5khIi n&Twn'>s3 3 v5vIiTI n&sIimmn'Thl3 3|| l5Du &Dsp'ThA;nT2 'D:2 D'tsIiDs3 3 khI&khnsD'>A;Ts2 &phlIi'f;T32|| &ThIil'D;u2| &khIisk'tsss2 5Iigi &lv'GA;nTn32| f;5ph<ni &sIimmn'Thln3 3||
l5n;D 'vnT32| k5blvs &h>I'f;TI3 3| 's;2 'j;u &phlIiGIi'blvs32| 'Ds2
&phlIilv'GA;nT2 &mA;l5zIigs &sIimmn'Thln3 3| &khafM'fIinI2| l&khmp'ThIinD 'vEnT2| &Dvs>'zIigni3 3|| 'ThIim2| l5s;un mN'h>IiGs2 &nlci'l3 3|
&kham5lgI 'phsTI32| l&v'GA;nT2 &khIi5sTs 'vA;mI32 f;'ph>ns3 3 &lmn'Thln3 3|| 'ThIi2| l5n;D 'vnT2 &Dvsg'nski3 3 &khIl'sun2 &sTs&phlIi'f;T3 3 &l'D;u3 3||
&chuvi'SA;Ts21 l&hsT'>Iin2| ch&nIi>'phT&GIin21|||)
Pronuncia americana
13.5.4.2. ('Iim2 l'n;<D 'vn[[]2 &khal'sUun2| D'spUu[s23 'chA:<2 'chIi l'DU;u2 's<Ts23 &sTi&phlIi'f;<T2 &O;l'lIi23| n&ThIim6mn[[]2 2| &Iilik'vIiDs23
&v'GA;n[[]23 'khIi n&Twn'I;<s23 vO;'vIi[I n&sIimn'Thl23|| l'DUu &Dsp'ThA;n[[]2 'DO:2 D'tsIiDs23 khI&khO;nsD'<A;Ts2 &phlIi6f;<T2 2|| &ThIil'DU;u2|
&khIisk'tsss2 'Iigi &lv6GA;n[[]n2 2| f;<'ph<ni &sIimmn'Thln23||
l'n;<D 6vn[[]2 2| k'blvs &Th<I'f;<TI23| 's;2 'ju &phlIiGIi6blvs2 2| 'Ds2
&phlIilv'GA;n[[]2 &mA;l'zIigs &sIimmn'Thln23| &khafM'fIinI2| l&khO;mp'ThIinD 'vn[[]2| &Dvs<'zIigni23|| 'ThIim2| l'sUun mO;n'Th<IiGs2 &nlci'l23| &kham'lO;gI 6phO;sTI2 2| l&v'GA;n[[]2 &khIi'sTs 6vA;<mI2 2

406

manuale di pronuncia

f;<'ph<ns23 &lmn'Thln23|| 'ThIi2| l'n;<D 'vn[[]2 &Dvsg'nO;ski23 &khIl'sUun2 &sTs&phlIi'f;<T23 &l'DU;u23||


&chUuviSA;[s21 l&hsT'<Iin2| ch&nIi<ph[&GIin21|||)
Pronuncia francese
13.5.4.3. ('im2 l'nd 'vntP2 &il'snP2| _isp+is3 3 [T]'S:2 [T]'Si ll'd2 sE+is3 3 &s+ipi'ft2 &ll;li3 3| 3n&+im5mntP1 1| &ilivi_is3 3 &v,Zntn3 3 &inteniis3 3 vl'vite 3n&simntElP3 3|| l'd &_isp'tntPi2 'dP2 d[t]si_is3 3 &ekn&side'tPs2 &pi5ft1 1|| &+ill'd2| &isk'sEsPs2 &iilv,5Zntn1 1| f'peni &simntEln3 3||
l'nd 5vntP1 1| k'blvis tfte3 3| 'sEd2 ', &pi[D]Zi5blvis1 1| 'dEs2 &pil&v,'ZntP2 &mllO'ziis &simntEln3 3| &ifin'fine2| l&kp+ind 'vntP2| &devisezigni3 3||
'+im2| l'snP mn'ti[D]Zis2 &3nl[T]SelP3 3| &iml'lNe 5pste1 1| l&v,ZntP2 &i'Es+is 5vme1 1 fpenis3 3 &lmntEln3 3|| '+il2| l'nd 'vntP2 &devi-sgnsi3 3 &el'snP2 &sts&pift3 3 &ll'd3 3||
&[T]SviS+is1 1 l&ist'in2| &[T]S&niipet1 1 '[D]Zin2|||)
Pronuncia tedesca
13.5.4.4. ('i:am2 la'nOda 'fEnto2 &khaela'zu:no2| I'spu:tIs3 3 'cha:2 'chi:u &lla'du:2
a'zEtIs3 3 &sti&phli'fOta2 &llaa'li:a3 3| n&thi:umo5mEnto1 1| &ilik'i:dIs3 3 &fo,at'antn3 3 &khi;uan&taon'i:Is3 3 fl'vi:t n&ziaman'the:lo3 3|| la'du: &dIspu'thantOY2 'do:2
de'qhi:dIs3 3 &khekn&zid'a:ts2 &phli;5fOta1 1|| &thi;ulla'du:2| &khi;uzUk'qhe:zs2 'i:gi
la&fo,at5antn1 1| f'phe:ni &ziamman'the:ln3 3||
la'nOda 5fEnto1 1| k'lo:vIs &the;'fOt3 3| 'zEt2 ',u: &phli;ti5blo:vIs1 1| 's2 &phli;la&fo,at'anto2 &mallo'zi:gIs &iamman'the:ln3 3| &khaefIM'fi:n2| la&khmpa'thInda 'fEnto2|
&evIse'zIgni3 3|| 'thi:am2| la'zu:no mn'thi:tIs2 &nlaci'e:lo3 3| &khaemal'lOg 5phOst1 1| la&fo,at'anto2 al&khi;u'EstIs 5am1 1 f'phe:nIs3 3 &laman'the:ln3 3|| 'thi:l2| la'nOda 'fEnto2 &devIsak'nOski3 3 &khela'zu:no2 &stas&phli;'fOta3 3 &lla'du:3 3||
&chu;vi'Sa:tIs1 1 la&hIsto'i:n2| chu&ni;i'phe:tu&tIn1 1|||)
Pronuncia spagnola
13.5.4.5. ('ian2 la'nRa 'Bnto2 &kaila'u;no2| di'pu;ti3 3 'CaR2 'Ciu e{l}la'u2 a'Rti3 3
&ti&pli'fRta2 &{l}la'lia3 3| en&tiumo'mnto1 1| &ilie'Bi;i3 3 &Bo,a',anton3 3 &kiuantawe'ni;Ri3 3 Bol'Bi;te en&iaman't;lo3 3|| la'u &ipu'tantoi2 '2 e[t]'i;i3 3 &kekon&ie'Ra;to2

13. esperanto

407

&pli'fRta1 1|| &tiue{l}la'u2| &kiuu';o2 &iila&Bo,a',anton1 1| fR'pR;ni &iaNman't;lon3 3||


la'nRa 'Bnto1 1| e'Bl;Bi &tR'fRte3 3| '2 'u &pli,i'Bl;Bi1 1| 'd2 &plila&Bo,a',anto2
&ma{l}lo'i;i{}2 &ia{N}man't;lon3 3| &kaifiM'fi;ne2| la&kompa'tinda 'Bnto2| &dBiRr:e'ini3 3|| 'tian2| la'uno mon'tRi;,i2 &enla'Cj;lo3 3| &kaimal'lge 'pte1 1| la&Bo,a',anto2 al&kiu'ti'BaRme1 1 foR'pR;ni3 3 &laman't;lon3 3|| 'tiel2| la'nRa 'Bnto2 &Bia'nki3 3 &kela'u;no2 &ta&pli'fRta3 3 &e{l}la'u3 3||
&CuBia;ti21 la&ito'Rion2| Cu&niRr:ip;tu21 ',in2|||)
Pronuncia brasiliana
13.5.4.6. ('iAn2 ]AnOd 'vntu2 &kai]'su;nu2| ispu;Cis3 3 'a2 iu e{}]'du2 asECis3 3 &sCi&p]i'fOt2 &o{}]]i3 3| e~&Ciummnt2 2| &i]ieivi;is3 3 &voaAntn3 3 &iuAn&tajeni;Ris3 3 voviCi e&siAmAnte;]3 3|| ]du &ispu'tAntji2 'dO2 isi;is3 3 &ek&side'Ra;tus2 &p]ifOt2 2|| &Ciue{}]'du2| &iusui'sE;sus2 'ii ]a&voaAnt3 3| fopR;ni &siAmAnte;]3 3||
]AnOd vnt2 2| &eib]Ovis &tRfOCi3 3| 'sEi2 'u &p]iib]O;vis2 2| 'dEs2 &p]i]a&voaAntu2 &mA{}]ozii{s} &siAmAnte;]3 3| &kaifi'fi;ni2| ]&kmpaCind 'vnt2| &devi{s}ezigni3 3|| 'CiA2| ]sunu mn'tRi;is2 &en]je;]u3 3| &kaimA{}]9Ni pOsCi2 2| ]&voaAntu2 A&iuEsCiz vami2 2 fopR;nis3 3 &]AmAnte;]3 3|| 'Ci2| ]AnOd
'vntu2 &dvizainOsi3 3 &e]'su;nu2 &sts&p]ifOt3 3 &e{}]du3 3||
&uvia;Cis12 &]isto'Ri2| u&niipe;tu12 'i2|||)
Pronuncia lusitana
13.5.4.7. ('i4n2 ]'nOR 'vnt[u]2 &kai]'su;nu2| dSpu;t?S3 3 'Sa2 'Siu e{}]'u2 sEtNs3 3
&StN&p]i'fOta2 &o{}]a]i3 3| en&tiumu'mntu2 2| &i]ikvi;S3 3 &voZAntn3 3 &kiuAntjni;RS3 3 vo'vit e&si4m4nte;]n3 3|| ]'u &Spu'tAntji2 'O2 si;S3 3 kNk&si'Ra;tuS2 &p]i'fOt2 2|| &tiue{}]'u2| &kiusuk'sE;sus2 'ii ]&voZ4ntn3 3| fu'pRE;ni &si4m4nte;]n3 3||
]'nOR 'vntu2 2| ek'b]OvS &tRfOt3 3| 'sE2 'u &p]iZ'b]O;vS2 2| 'dES2 &p]i]&voZAntu2
&mA{}]u'zi{S} &si4m4nte;]n3 3| &kaifi'fi;n[]2| ]&kp'tind 'vnt[u]2| &dev{Z}zini3 3|| 'ti4| ]'sunu mn'tRi;ZS2 &en]Sje;]u3 3| &kaimA{}']9g 'pOSt[]2 2| ]&voZAnt[u]2
A&kiu'EStZ vaRm2 2 fupRE;nS3 3 &]m4nte;]n3 3|| 'ti2| ]'nOR 'vnt[u]2 &viznOSki3 3 &ki]'su;nu2 &StS&p]i fOt3 3 &e{}]u3 3||
&Suvi'Sa;tS21 &]aiStu'Rin2| Su&nii'pe;tu21 'Zin2|||)

408

manuale di pronuncia

Pronuncia russa
13.5.4.8. ('ixm2 njRdx 'vntx2 &kaI'sju;nx2| IspjuIs3 3 'CaR2 Ciu'dju;2 Is3 3 &i&pI'fjtx2 &jix3 3| I8&iummntx2 2| &iiivi;Is3 3 &vjantxn3 3 &IuxntxF~i;Is3 3 vvi;i i8&ixmn;x3 3|| dju &Ispu'tFantxi2
'dj;2 IqF;is3 3 &Ikx8&iI'RFa;txs2 &pIfjtx2 2|| &iu'dju;2| &Iusuk'qF;sxs2 i;I
x&vjantxn2 2| fpe;~i &ixmn';xn3 3||
njRdx vntx2 2| kbj;vIs &tRfjI3 3| 't2 'ju; &piIbj;vIs2 2| 's2 &pIx&vjantx2 &mazi;i &ixmmn';xn3 3| &kaifIm'fi;~I2| x&kxpindx 'vntx2|
&evIsi=ig~I3 3|| 'ixm2| sju;nx mxn'ti;is2 &InC;x3 3| &kimjNI pjsI2 2| x&vjantx2 &IusIs vFaRmI2 2 fpe;~Is3 3 &xmn';xn3 3|| 'i2| njRdx 'vntx2 &evIsgnjsi3 3 &I'sju;nx2 &stxs&pIfjtx3 3 &'dju;3 3||
&Cvi5a;Is12 x&Istx'ixn2| C&~iI5p;tu&In12|||)
Pronuncia araba
13.5.4.9. ('i;m2 l'n5d 'vntU2 &kail'su:nU2| dIs'pu:tIs23 'Sa52 'SiUIll'du:2 's5tIs23
&stI&blI'f5t2 &ll'li;23| In&tiUmU'mntU2 2| &ili&Ik'vi:dIs23 &vj'ZantUn23 &kiUntwI'ni:RIs23 vUl'vi:tI In&simn'tlU23|| l'du &dIspU'tantUI2 'd2 dIt'si:dIs23 &kIkUn&sIdI'Ra:tUs2
&pli'f5t2 2|| &tiUIll'du:2| &kiUsUk'ssUs2 'i:gI l&vj'ZantUn2 2| fUR'b5ni &simmn'tlU23||
l'n5d 'vntU2 2| Ik'blvIs &tR'f5tI3 3| 'sd2 'ju; &bliZIb'lvIs2 2| 'ds2 &plil&vj'ZantU2
&mallU'zi:gIs &simmn'tlUn23| &kaifIM'fi:nI2| l&kUmb'tInd 'vntU2| &dvIsRIgnI23||
'ti;m2| l'su:nU mUn't5i:gIs2 &Inl'SjlU23| &kaiml'lgI 'bstI2 2| l&vj'ZantU2 l&kiU'stIs
'va5mI2 2 &fUR'b5nIs23 &lmn'tlUn23|| 'til2| l'n5d 'vntU2 &dvIs-g'nskI23 &kIl'su;nU2 &sts&bli'f5t2 &Ill'du:23||
&SuvI'Sa:tIs21 l&hIstU'5iUn2| SU&nIRI'ptU&ZIn21|||)
Pronuncia hindi
13.5.4.10. ('iiAm2 ln '6N&o2 &kil'suu&no2| IspuuIs3 3 'C2 Ciiu &ell'uu2 sIs3 3 &esi&plI'&2 &ollalii3 3| eN&iiumomN&o2 2| &iliek6iiIs3 3 &6oNon3 3 &kiiuAN6eniiRIs3 3 6ol6iite en&sii4mNlo3 3|| luu &Ispu'N&oi2
'2 etsiis3 3 &kekon&sie'Raa&os2 &pli&2 2|| &iiuell'uu2| &kiiusUk's&sos2 iigi l&6oN&on2 2| opReeni &siiAmmNlon3 3||
ln 6N&o2 2| egbl6Is &Ree3 3| 'sd2 'juu &pliibl&6Is2 2| 'eesp2
&lil&6o'N&o2 &mllosiigIs &siiAmmNlon3 3| &kiIM'ii&ne2| l&kompIN
'6N&o2| &e6IsResIgni3 3|| 'iiAm2| lsuuno moN'Rii&Is2 &enlCjeelo3 3| &kimll9-

13. esperanto

409

ge p&e2 2| l&6o'N&o2 l&kiiuei 6aa&me2 2 opReenIs3 3 &lmNlon3 3|| 'iiel2| ln '6N&o2 &e6Is-gnski3 3 &kel'suu&no2 &es&pli3 3
&elluu3 3||
&Cuu6i'aa&Is21 l&HIo'Riin2| Cu&niRi'pee&u21 'In2|||)
Pronuncia cinese
13.5.4.11. ('iam2 2la'n;2da 'vn22 &ka2la'su2n2| 2dIs'phu2Is13 'hja;2 'hiu &;2la'tu2 2a's;2Is13 &s2ti&pli'5;2a2 &;2la'lia13| 2n&tiu2['mn2^| &i2li&2kM'vi2dIs13 &2ja'jan2U,13 &kiu2n2a2wn'i2lIs13 2;'vi2 2~&ia2man'th2l13|| 2la'tu &Is2u'than2I2
't2 2d'hi2dIs13 &k2U,&i2d'la2s2 &pli'5;2a^|| &tiu&;2la'tu2| &kiu2su2kM'q2ss2 'i2gi 2la&2ja'jan2U^| 25;'phl2~i &ian2man'th2lU13||
2la'n;2da 'vn2^| &2kM'pl2vIs &tl'5;213| 's2M 'ju &pli2i'pl2vIs^| 'ts2 &pli2la&2ja'jan22 &ma;2l'i2gIs &ian2man'th2lU13| &ka2fIn'fi2n2| 2la&km2pa'thIn2a 'vn22|
&2vIs2l'Ig2ni13|| 'thiaC2| 2la'su2n 2[n'thli2is2 &n2la2hj2l13| &ka2ma;'l2g
'(hs2^| 2la&ja'jan22 a;&kiu's2tIs 'va;2m^ 5;'phl2~Is13 &la2man'th2lU13||
'thi2| 2la'n;2da 'vn22 &2vIs2ag'ns2ki13 &k2la'su2n2 &s2tas&pli'5;2a13 &;2la'tu2||
&ju2vi'ja2Is31 2la&hIs2t'liU2| 2ju&~i2li'ph2u&Ic31|||)
Pronuncia giapponese
13.5.4.12. ('ia2m2 2ma'n2mM2da '62t2 &kai2ma'sM2n2| 3i2s'pM2i2s 'a2mM2
'M &2m2ma'QM2 2a's2mM2i2s13 &2s2i2p&mi'F2m2ta2 &2m2ma'mia13| 3&iM2m'm2t^| i2mi&2i'6i2i2s13 &62ja'ja2tP13 &iM2a2ta2P'i:2mi2s13 262mM'6i2t 2P&ia2ma't2m13 2a'dM 2i2s2pM'ta2ti2 'd2 2de'qi2i2s13 &k2kP&i2d'ma2t2s2 2pM&mi'F2m2ta13|| iM22m2ma'QM2| &iM2s2k'q2s2s2 &i2i 2ma&62ja'ja2tP^| F2mM'p2m2~i &ia2ma't2mP13||
3a'n2mM2da '62t^| 2k2bM'm26i2s &t2m'F2m2t13| s2Q2 'jM: 2p&mi2Bi2b'm26i2s^| d2s2 2p&mi2ma&62ja'ja2t2 &ma2mM2m'Bi2i2s &ia2ma't2mP13| &kai2iP'i2n2| 3a&k2pa'i2da '62t2| &d26i2s2m'BiP2~i13|| ia2m2| 3a'sM2n &m2t'mi2i2 &2a'2m13| &kai2ma2m'm2g 'p2s2t^| 3a&62ja'ja2t2 &a2m&iM'2s2i2s '6a2m2m^ &F2mM2p'm2~i2s13 &ma2ma't2mP13|| i2mM2| 3a'n2mM2da '62t2
&d26i2s2a2'n2s2i13 &k2ma'sM2n2 &2s2ta2sM2p&mi'F2m2ta13 &2m2ma'QM13||
M26i'ja2i2s31 2ma&i2s2t'miP2| 3M&~i2mi'p2qM&BiP31|||)

Bibliograa utilizzabile
La bibliograa utilizzabile data di sguito, divisa per capitoli, secondo l'ordine del MaP.

Preludio (m 1)
bouquiaux, l. cloarec-heiss, f. thomas, j. m. c. (1976) Initiation la phontique Paris:
puf/orstom (disco di vinile col testo della registrazione, da usare da solo o in riferimento
a thomas bouquiaux cloarec-heiss; IPA espanso).
canepari, l. (1983) Phonetic Notation _ La notazione fonetica Venezia: Cafoscarina (con 2 audiocassette allegate; quasi canIPA).
(1985) L'intonazione. Linguistica e paralinguistica Napoli: Liguori ("l'ILP& /'lilp/ quasi
canIPA).
(2000) Introduzione alla fonetica Torino: Einaudi ("l'IF& /'lif/ IPA espanso).
(2005) Manuale di fonetica Fonetica "naturale&: articolatoria, uditiva, funzionale. Mnchen: Lincom ("il MaF& /il'maf/ canIPA).
(2005) A Handbook of Phonetics: "Natural& phonetics articulatory, auditory, functional.
Mnchen: Lincom (traduzione inglese e adattamento della versione pi recente del MaP;
"l'HPh& /lakkapi'akka/, "the HPh& /i'EIcpIi 'EIc/ canIPA).
(2006) Avviamento alla fonetica Torino: Einaudi ("l'AF& /'laf/ canIPA).
(2007) A Handbook of Pronunciation: English, Italian, French, German, Spanish, Portuguese,
Russian, Arabic, Hindi, Chinese, Japanese, Esperanto Mnchen: Lincom (traduzione inglese e adattamento della versione pi recente di questo MaP; "l'HPr& /lakkapi'Erre/, "the HPr&
/i'EIcpIi 'A:/; canIPA).
(2007a) Fonetica e tonetica naturali. Approccio articolatorio, uditivo, funzionale. Mnchen:
Lincom ("l'FTN& /lEffeti'Enne/ (edizione completamente rivista, emendata e aggiornata del
MaF, con aggiunte e sostituzioni, d'or in avanti indicato come FTN/MaF; canIPA).
(2007b) Natural Phonetics Tonetics Articulatory, auditory, functional. Mnchen: Lincom
(NPT edizione completamente rivista, emendata e aggiornata dell'HPh, con aggiunte e sostituzioni, d'or in avanti indicato come NPT/HPh canIPA).
catford, j. c. (1977) Fundamental Problems in Phonetics Edinburgh: E. Univ. Press (IPA).
(1988) A Practical Introduction to Phonetics Oxford: Clarendon Press (con esercitazioni guidate, per sviluppare la cinestesa fonetica, da eseguire accuratamente; evitare, per, l'edizione del 2001 per i troppi problemi tecnici d'aggiornamento non riuscito; IPA).
chapman, w. h. et alii (1988) Introduction to Practical Phonetics Horsleys Green: Summer Institute of Linguistics (sostanzialmente IPA).
costamagna, l. (2000) Insegnare e imparare la fonetica. Torino: Paravia (con un'audiocassetta; canIPA]
delattre, p. et alii (1951) vwljl stetik l d@ frmt e vwljl klrdinll in "Le Matre Phontique&, 96:30-5 (come tutti i contributi del MPh trascritto interamente in IPA].
haudricourt, a. g. thomas, j. m. c. (1976) La notation des langues. Phontique et phonologie Paris: Inst. Gographique National (con 2 dischi di vinile allegati; IPA).
hyman, l. m. (1975) Phonology: theory and Analysis New York: Holt, Rinehart nston
(non-IPA) (1981) Fonologia: teoria e analisi Bologna: Il Mulino (IPA).
[

bibliografia utilizzabile

411

jones, d. (1956) Cardinal Vowels London: Linguaphone Inst. (2 dischi {a 78 giri} con opuscoletto; IPA). Ora sono reperibili (e scaricabili) navigando in Internet.
(1967) e Phoneme: its Nature and Use Cambridge: Heer (IPA).
ladefoged, p. maddieson, i. (1996) e Sounds of the World's Languages Oxford: Blackwell
(con dichiarato rigore strumentalista, ma spesso si serve di dati altrui, accettandoli troppo
pacicamente, oppure arrivando a interpretazioni diverse. completato da 16 oppy Macintosh, per HyperCard, un tempo acquistabili a Los Angeles: ucla; IPA).
laver, j. (1980) e Phonetic Description of Voice Quality Cambridge: C. Univ. Press (con un'audiocassetta non allegata; IPA).
(1994) Principles of Phonetics Cambridge: C. Univ. Press (si pu essere in dubbio se indicarlo
o no, perch si sforza d'usare i pochi simboli e i vari scomodi diacritici uciali, in trascrizioni sempre carenti prosodicamente, mentre in due pagine {distribuite su tre: 558-60} cerca di dare trascrizioni "accurate&, che rivelano solo la pesantezza e la macchinosit del metodo, con risultati improponibili e "lingue& irriconoscibili, anche per i nativi stessi, supponendo di riprodurle esattamente come indicate; uIPA).
malmberg, b. (1974) Manuel de phontique gnrale Paris: Picard (1977) Manuale di fonetica generale Bologna: Il Mulino (IPA).
o'connor, j. d. (1973) Phonetics Harmondsworth: Penguin (IPA).
schubiger, m. (1977) Einfhrung in die Phonetik Berlin: De Gruyter (IPA).
smalley, w. a. (1964) Manual of Articulatory Phonetics Terrytown (~): Practical Anthropology (con 33 bobine non allegate, da 18 , a 19 /s, per 32 ore; non-IPA).
thomas, j. m. c. bouquiaux, l. cloarec-heiss, f. (1976) Initiation la phontique Paris:
puf (completato dal disco di bouquiaux cloarec-heiss thomas; IPA espanso).
trubeckoj, n. s. (1939) Grundzge der Phonologie Gttingen: Vandenhoeck Ruprecht
(1971) Fondamenti di fonologia Torino: Einaudi (non-IPA e, qualche volta, mescolati, tanto che uno stesso simbolo pu ricevere valori {molto} diversi).
westermann, d. ward, i. c. (1990 {1930/31}) Practical Phonetics for Students of African
Languages London/New York: Kegan Paul International in association with the International African Institute (IPA).
Italiano (m 2)
bonazzi, i. (1989) Dizione e qualit espressiva della voce Torino: Centro Maier (con sei brevissime audiocassette; pronuncia tradizionale; graa ipodiacritica).
camilli, a. fiorelli, p. (1965) Pronuncia e graa dell'italiano. renze: Sansoni ( semplicato).
canepari, l. (1970) tljn prnnsexn in "Le Matre Phontique&, 133:6-8 (come tutti i contributi del MPh trascritto interamente in IPA].
(1986) Italiano standard e pronunce regionali Padova: (con due audiocassette, la seconda d le pronunce regionali; "l'ISPR& /'lispr/ quasi canIPA]
(2000) Dizionario di pronuncia italiana. Bologna: Zanichelli (60.000 forme con trascrizione e varianti di pronuncia, corrispondenti almeno al triplo di vocaboli eettivi; pronuncia
neutra moderna, tradizionale, accettabile, tollerata, trascurata, intenzionale e aulica; "il
DPI& /il'dipi/; canIPA]
(2004) Manuale di pronuncia italiana Bologna: Zanichelli (con 2 audiocassette allegate; molto aumentato e cambiato rispetto alla prima edizione del 1992: introduce la pronuncia neutra moderna, oltre a quella tradizionale accanto ad altri tipi, e alle ventidue coin regionali;
"il MaPI& /il'mapi/; canIPA]

412

manuale di pronuncia

(2007) Pronunce straniere dell'italiano ProSIt Mnchen, Lincom ("il ProSIt& /il'prOzit/; descrizioni accurate degli accenti stranieri di 43 gruppi linguistici non solo europei, coll'intonazione e varianti interne pi o meno marcate; canIPA]
costamagna, l. (1996) Pronunciare l'italiano Manuale di pronuncia italiana per stranieri. Perugia: Guerra (con 4 audiocassette e un ; canIPA]
fiorelli, p. (1965) Crso di pronnzia italiana Padova: Radar (con 14 dischi di vinile; pronuncia tradizionale; graa ipodiacritica]
gallina, s. (2004/05) Xeno-fono-tonetica italiana: Europa orientale, Africa centro-occidentale.
Univ. di Venezia, tesi di laurea guidata da L. Canepari (canIPA]
migliorini, b. tagliavini, c. fiorelli, p. (1981) Dizionario d'Ortograa e di Pronunzia.
Torino: ("il DOP& /'dOp/, contiene anche cognomi e toponimi; 1a ed. 1969 con 1 disco
di vinile; con I e J {ancora} mescolate insieme; non-IPA ma la nuova edizione, riprogrammata ora per il 2007, non avr il necessario aggiornamento di criteri, metodi e notazione,
pur fornendo pi parole e supporto audio, per molto poco entusiasmante, da quanto si ricava dalla versione in allestimento nel sito web).
muljaCi, Z. (1972) Fonologia della lingua italiana Bologna: Il Mulino (pronuncia tradizionale; IPA]
tagliavini, c. (1965) La corretta pronuncia italiana Bologna: Capitol (con 26 dischi di vinile; pronuncia tradizionale; graa ipodiacritica]
Purtroppo, nel Journal of the International Phonetic Association (2004, 117-21), apparsa un'incredibile "descrizione& dell'italiano (approvata per la pubblicazione da ben quattro "esperti& italiani, che non nominiamo), la quale presenta simultaneamente (e incoerentemente,
con oscillazioni assolutamente implausibili per un nativo, per quanto compsito) sia caratteristiche settentrionali, centrali e meridionali, sia caratteristiche straniere (a parte assurdit
trascrittorie). Il testo stesso de La tramontana e il sole una "nuova& traduzione dall'inglese L'unica registrazione usata solo in parte migliore (comunque, meno "spiritata&).
Inglese (m 3)
American English Pronunciation Program (1999) New York: Living Language/Random House
(fascicoletto solo in graa, ma con 6 audiocassette).
Australian Learners Dictionary (1997) Sydney: National Centre for English Language Teaching
and Research (d le distribuzioni della pronuncia australiana; IPA).
BBC Pronouncing Dictionary of British Names (1983, 1971) Oxford: O. Univ. Press (britannico; anche IPA).
canepari, l. (in prep.) English Pronunciation* (con 2 pronunce neutre e 2 mediatiche {americana e britannica}, quella internazionale e 100 accenti regionali nativi di tutto il mondo e
circa 60 accenti stranieri marcati; "l'EPs& /leppi'Esse/, "the EPs& /i'IipIi 'Es/; canIPA]
dauer, r. m. (1993) Accurate English Englewoods Clis: Regents/Prentice Hall (americano;
con 4 audiocassette; quasi-IPA).
Gage Canadian Dictionary (2000) Gage Educational Publishing Company: Vancouver (d la
pronuncia canadese; IPA).
gimson, a. c. cruttenden, a. (2001) An Introduction to the Pronunciation of English London: Arnold (ora: "cruttenden, a. Gimson's Pronunciation of English& (!); per la pronuncia britannica ancora la monograa pi consigliabile, anche se non raggiunge l'aggiornamento sperato e dichiarato, per simboli e concezioni, e nonostante alcuni pasticci elettronici nelle ultime due edizioni; IPA).
ramsaran, s.m. (1982) An English Pronunciation Companion Oxford: O. Univ. Press (britannico; con un'audiocassetta; IPA).

bibliografia utilizzabile

413

jones, d. (1960, 1918) An Outline of English Phonetics Cambridge: Heer (britannico; nel
frattempo, la pronuncia cambiata, e i simboli sono migliorati, ma merita sempre d'esser
letto; IPA).
(2006], 1917) English Pronouncing Dictionary Cambridge: C. Univ. Press (l'edizione attuale, curata da P. Roach J. Hartman J. Setter, oltre alla pronuncia britannica d quella americana, per non sempre neutra, bens mediatica; inoltre, ma ha perso molto dello spirito originario, massicando le trascrizioni { Jones Gimson Ramsaran}; c' pure l'edizione con , che permette di sentire le pronunce; IPA). Nel predecessore del Cambridge Advanced Learner's Dictionary nella pronuncia americana (adata a Hartman e a un'"abile&
redazione) apparivano obbrobri come blaster con /s/, cio "/s/&!
gimson, a. c. ramsaran, s. (1988[) English Pronouncing Dictionary London: Dent (britannico; ora, la pronuncia un po' cambiata, ma merita sempre d'esser consultato con calma, per gustare tutte le sfumature indicate e poter entrare nello spirito della lingua; IPA).
kenyon, j. s. (1950, 1924) American Pronunciation George Wahr: Ann Arbor (americano;
nel frattempo, la pronuncia un po' cambiata, ma merita sempre d'esser visto; c' anche un'edizione "ingrossata& da altri, con aggiunte acustiche, 1994; IPA).
knott, t. a. (1953) A Pronouncing Dictionary of American English Springeld, .: Merriam (americano; nel frattempo, certe pronunce sono cambiate, ma merita sempre d'esser
consultato; IPA {mentre, incredibilmente nel 3 millennio, soprattutto in America, si continuano a pubblicare dizionari non-IPA!}).
labov, w. ash, s. boberg, c. (2006) e Atlas of North American English. Berlin:
Mouton de Gruyter (un titolo pi onesto e appropriato sarebbe e Atlas of North American English Stressed Vowels giacch tratta solo di quelle; con incluso, con le sonori di
bassa qualit e troppo incompleti e parziali; non-IPA.
Purtroppo, quest'Atlas tanto atteso piuttosto deludente, giacch d molto meno del promesso. Infatti, ha un metodo che sembra troppo pesantemente basato sui cartoni/disegni
animati e sugli eetti speciali no all'ossessione che l'hanno reso ampiamente noto, nonostante i suoi evidenti limiti. Malauguratamente, continua a trascurare importanti fattori come la precisa direzione ed estensione dei dittonghi fonetici e fonemici.
Invece di mostrare in modo chiaro e accurato questi movimenti reali, s'impantana in una
serie di presunti slittamenti, che non sono quasi mai eettivi cambiamenti, ma solo qualcosa che nalmente viene adeguatamente riconosciuto.
L'Atlas dichiaratamente dedicato alla descrizione dei sistemi vocalici di "dialetti& regionali; ma, generalmente tratta solo d'alcune vocali accentate, non degl'interi sistemi; d'altra
parte, le consonanti sono completamente ignorate, per non parlare dell'intonazione, come
se non fossero una parte integrante della loro pronuncia.
Leggendo i capitoli dell' Atlas, sembra che gli autori siano come tre bambinetti attoniti, che
spostandosi in nuovi posti si meravigliano perch la gente ha pronunce diverse da quelle cui sono abituati loro. In eetti, ci che non va bene di quest'approccio che loro perseverano nel vedere "cambiamenti in atto& e "spostamenti a catena& dappertutto.
Ai tempi dei Beatles, chi scrive era favorevole alla Sociolinguistica, perch nalmente la sua
prassi glottometrica (soprattutto quando trattava interi sistemi di variabili con precisi valori fonetici) contrastava decisamente l'eterea irrealt e inconcretezza della corrente glottosoca
generativa, che sembra considerare la realt oggettiva come qualcosa di fastidiosamente scomodo.
Ma ora, la maggior parte della Sociolinguistica cambiata in qualcosa che non fa che inseguire falsi "scoop&. Infatti, non siamo aatto di fronte a dei presunti "cambiamenti linguistici&, ma semplicemente a dei cambi d'uso linguistico, come gi avevano attestato chiaramente C. H. Grangent and J. S. Kenyon n dal 1890-1920. Ci sono anche delle preziose registrazioni che risalgono alla terza (o seconda) parte del 1800; certi sociolinguisti le usano
per alludere a questi benedetti "cambiamenti in corso& e "spostamenti a catena&. Invece,

414

manuale di pronuncia

quelle registrazioni dimostrano solo che queste "scoperte& non sono aatto novit, e da tanto tempo!
Siamo convinti che l'unica soluzione soddisfacente si possa trovare nei princpi della Fonetica naturale, che a guardar bene si basa sempre sulla realt oggettiva della pronuncia della gente vera, sebbene, naturalmente, in relazione con la pronuncia neutra.
Macmillan English Dictionary for Advanced Learners (2002) Oxford: Macmillan Education
(stranamente, questo dizionario "created in Britain and the usa& d solo la pronuncia britannica e senza troppi dettagli; utile, per, per l'accentazione britannica delle collocazioni lessicali; IPA).
Macquarie Dictionary, e (1997) Sydney: e Macquarie Library (enciclopedico e d le distribuzioni della pronuncia australiana; IPA).
Merriam-Webster's Collegiate Dictionary (2003) Springeld, Mass.: Merriam-Webster (americano; interessante per frequenti varianti fonetiche, anche se l'"accentazione secondaria& assurda, giacch la segna per quasi ogni V non attenuata; sfortunatamente non-IPA).
Oxford Advanced Learner's Dictionary of Current English (2000) Oxford: O. Univ. Press (britannico con macro-dierenze americane; segna i casi d'accentazione "marcata& di certe collocazioni lessicali; IPA).
Oxford Advanced Learner's Dictionary of Current English Encyclopedic Edition (1992) Oxford:
O. Univ. Press (britannico con macro-dierenze americane; segna i casi d'accentazione "marcata& di certe collocazioni lessicali; IPA).
quaggiato, m. e. (1997/98) Fonetica inglese neutra e del Sud. Univ. di Venezia, tesi di laurea
guidata da L. Canepari (canIPA]
ragazzini, g. (1995) Dizionario inglese {italiano e italianoinglese}. Bologna: Zanichelli
(britannico con macro-dierenze americane; le trascrizioni sono state riviste da L. Canepari
e A. Venturi e "contenute e gestite& dalla redazione, comunque c' l'innovazione di /E/ invece di /e/ e moltissime "forme ridotte&, pi che nei dizionari di pronuncia, anche se meno che in questo MaP; IPA).
Random House Dictionary of the English Language (e) Unabridged (1987) New York: Random House (americano; attendibile per gli accenti secondari; ma non-IPA).
Random House Webster's Collegiate Dictionary (1997) New York: Random House (americano;
attendibile per gli accenti secondari; ma non-IPA).
roach, p. (2000) English Phonetics and Phonology. Cambridge: C. Univ. Press (britannico; con
2 audiocassette; IPA).
santipolo, m. (1997/98) A Socio-phonetic Description of Some Varieties of South-eastern British
English. Univ. di Venezia, tesi di laurea guidata da L. Canepari (canIPA]
turrin, n. (1996/97) e Accents of Northern England. Univ. di Venezia, tesi di laurea guidata
da L. Canepari (canIPA]
upton, c. kretzschmar, w. a. jr. konopka, r. (2001) e Oxford Dictionary of Pronunciation for Current English Oxford: O. Univ. Press (pur essendo il progetto pi recente, resta ben lontano dai suoi predecessori. Inoltre, esattamente l'opposto delle convenientissime trascrizioni diafonemica e interfonemica: infatti, oltre a ripetere, inutilmente, anche le
forme "uguali&, nonch quelle con resa fonetica leggermente diversa, per ogni variante messa, ripete tutta la trascrizione {e non di sguito, ma andando a capo}, invece d'indicare pi
chiaramente la sola dierenza {non riuscendo, quindi, a dare la fondamentale immediatezza}. Perdipi, utilizza criteri e simboli diversi per i due accenti {britannico e americano}, lasciando credere che ci siano dierenze pure dove, in realt, non ce ne sono aatto, come,
per esempio, anche nell'indicazione degli accenti secondari dopo quello primario, segnati
in americano, ma non in britannico, per forme che, invece, sono assolutamente uguali, come teacake Perci, fra spazio bianco, che abbonda, e trascrizioni inutili, impiega il doppio
delle pagine rispetto al necessario: per es., per l'articolo a impiega 10 righe {dieci!} per dare, in sostanza, "a /'EI, /&; mescola con le pronunce neutre altre, che non lo sono (ancra),

bibliografia utilizzabile

415

per es. dune con variante britannica uguale a June, "/dZu:n/&, oppure latter dato, in americano, esattamente come ladder, "/'ldr/&, neanche come variante; IPA "mischiato&).
Webster's New Encyclopedic Dictionary (1993) New York: Black Dog Leventhal (americano;
segna i monosillabi deaccentabili; non-IPA).
wells, j. c. (2000) Longman Pronunciation Dictionary Harlow: Longman (pron. britannica
americana; assieme al "Jones&, d una panoramica attendibile, soprattutto per il britannico; per l'americano, dalla prima edizione {1990} stato tolto /:/, che era pi utile di /r/,
che rimasto, mentre /o:r/ diventato /oUr/, pi "economico&, ma meno adeguato; IPA).
Francese (m 4)
armstrong, l. e. (1932) e Phonetics of French London: Bell (ristampatissimo; nonostante
gli anni resta sempre buono, sebbene la pronuncia sia un po' cambiata; IPA).
boch, r. (1995) Dizionario francese {italiano e italianofrancese}. Bologna: Zanichelli (le
trascrizioni sono state riviste da L. Canepari e "contenute e gestite& dalla redazione, comunque c' l'innovazione di /, / "neutri& invece dei vecchi e superati /, /; IPA]
canepari, l. (in prog.) French Pronunciation* (con 4 pronunce neutre nazionali, 1 mediatica e
1 internazionale, oltre a un buon numero d'accenti regionali nativi d'Europa e Canada e
qualche accento straniero marcato; "l'FPs& /lEffepi'Esse/, "the FPs& /i'EfpIi 'Es/; canIPA] Si
pensa di fare anche la traduzione francese Les prononciations du franais a cura di Floral
Molina ("PsF&).
capelle, g. (1968) Le rythme et l'intonation de la phrase franaise Paris: Didier (un disco di vinile e un fascicoletto, senz'alcuna notazione).
capon, a. j. e. (1963) Avec ou sans liaison? Oxford: Basil Blackwell (utile e completo libretto,
in inglese, di 44 pagine; IPA).
carton, f. (1979) Introduction la phontique du franais Paris: Bordas (quasi-IPA).
coveney, a. (2001) e Sounds of Contemporary French Exeter: Elm Bank Publications (non
troppo attendibile per le cose diverse dal francese, riprese da discutibili fonti scritte; IPA).
gleissner, h. (1964) Franzsische Aussprache Leipzig: Verlag Enzyklopdie (un disco di vinile e un volumetto; IPA]
kaneman-pougatch, m. pedoya-guimbretire, e. (1989) Plaisir des sons Paris: Alliance
Franaise/Hatier/Didier (con quattro audiocassette; senz'intonazione esplicita; IPA]
lerond, a. (1980) Dictionnaire de la prononciation Paris: Larousse (scomodamente divide le
parole comuni dai nomi propri in due sezioni; IPA con qualche aggiunta).
malmberg, b. (1976[) Phontique franaise Malm: Lromedel (IPA]
tranel, b. (1987) The Sounds of French Cambridge: C. Univ. Press (con un'audiocassetta; IPA]
walker, d. c. (1984) e Pronunciation of Canadian French Ottawa: Univ. of O. Press (senz'intonazione; quasi-IPA]
warnant, l. (1968) Dictionnaire de la prononciation franaise Paris/Gembloux: Duculot (con
un disco di vinile allegato; scomodamente divide le parole comuni dai nomi propri in due
sezioni; IPA]
warnant, l. (1987) Dictionnaire de la prononciation franaise dans sa norme actuelle Paris/
Gembloux: Duculot (impaginazione gonata; scomodamente divide le parole comuni dai
nomi propri in due sezioni; IPA]
(1996) Orthographe et prononciation en franais Gembloux: Duculot (derivato dal precedente, d le 12.000 parole che non si pronunciano secondo la graa; ma non d nomi propri
che, spesso, sono ancora pi problematici; IPA]

416

manuale di pronuncia

Tedesco (m 5)
Aussprachewrterbuch (2000[, 1962) Mannheim: Bibliographisches Institut F. A. Brockhaus
AG ("il duden&; contiene anche nomi, cognomi e toponimi di varie lingue con la pronuncia originaria; IPA con /a, a:/, ma /r/, comunque, ora, nalmente, accoglie la "vocalizzazione& di /r/ anche dopo vocali brevi, pur continuando a trascrivere solo /r/).
balloi, b. (2004/05) La pronuncia dell'Hochdeutsch a Zurigo: un'indagine fonetica "naturale&.
Univ. di Sassari, tesi di laurea guidata a distanza da L. Canepari (canIPA]
barberis, p. sarnow, a. (2000) Phonetik lehren und lernen Beiheft Italien Torino: Paravia
(con tre audiocassette; IPA]
bithell, j. (1952) German Pronunciation and Phonology London: Methuen (IPA]
canepari, l. paschke, p. (in prog.) German Pronunciation* (con 4 pronunce neutre nazionali, oltre a un buon numero d'accenti regionali nativi e qualche accento straniero marcato;
"il GPs& /ilGippi'Esse/, "the GPs& /'GIipIi 'Es/; canIPA]
(in prog.) Die Aussprachen des Deutschen (adattamento tedesco del precedente; canIPA]
Dizionario Garzanti di tedesco (1994) Milano: Garzanti (trascrizioni impostate da L. Canepari,
preparate da P. Paschke e "contenute e gestite& dalla redazione; d un buon numero di
"forme ridotte&( a p. 568), sebbene inferiore a quelle di questo MaP; comunque, il primo
dizionario che unichi "/:, , 0/& con "//& per "uniformit& con altre pubblicazioni invece di dare, pi complessamente, "/:, K, /& per /:, , 0/ o, come qui, /:K,
K, 0/ (:, , 0); IPA).
Groes Wrterbuch der deutschen Aussprache (1982) Leipzig: Bibliographisches Institut ("il
gwda&; IPA ma con /a, A:, r/, e /Y/ di "fonticazione& sovietica, per /Y/).
kohler, k. j. (1977, 1995) Einfhrung in die Phonetik des Deutschen Berlin: Schmidt (IPA
ma con strane scelte, mitigate nell'ultima edizione).
(1994) Glottal Stops and Glottalization in German in "Phonetica&, , 38-51 (IPA]
sterreichisches Wrterbuch (1998) en: bv Pdagogischer Verlag (non-IPA ma, ora, almeno, d una tabella di corrispondenza).
panizzolo, p. (1982) Die schweizerische Variante des Hochdeutschen. Marburg: Elwert (versione
a stampa della tesi di laurea guidata da L. Canepari, Univ. di Venezia, 1979/80; pre-canIPA]
Siebs Deutsche Aussprache (1969) Berlin: De Gruyter (manualetto e dizionarietto; IPA ma
con /A, A:/ e /r/).
sttzer, u. (1975) Deutsche Aussprache Leipzig: Verlag Enzyklopdie (con due dischi di vinile; IPA ma con ('a, a, 'A:, A, r), e (Y) per (Y) di "fonticazione& sovietica, e anche //(:), (:),
:, a:// per /y:, y, Y :, , E:, a:/).
Spagnolo (m 6)
Purtroppo non c' ancora un dizionario di pronuncia spagnola! Anche il progetto d'Antonio
Quilis di prepararne uno, coi due neutri (iberico e americano, compresa una versione con , con
la possibilit di registrare e confrontarsi col modello dato) non ha trovato conclusione
canepari, l. miotti, r. (in prep.) Spanish Pronunciation* (con 2 pronunce neutre, europea
e americana quest'ultima funge come pronuncia internazionale oltre 27 accenti di del
mondo ispanico, con implicazioni sociolinguistiche, e qualche accento straniero marcato;
"l'SPs& /lEssepi'Esse/ conterr anche un "pronunciario& selezionato, con le parole che possono causare dubbi d'accentazione, o avere varianti correnti, e la pronuncia di parole stranie-

bibliografia utilizzabile

417

re; canIPA]
(in prep.) Las pronunciaciones del espaol (adattamento spagnolo del precedente; canIPA]
dalbor, j. b. (1980) Spanish Pronunciation Fort Worth: Holt, Rinehart and nston (americano con indicazioni iberiche; intonazione "numerica& con livelli; non-IPA]
Gran Diccionario de la lengua espaola (1985) Madrid: (iberico; l'unico dizionario con
trascrizioni generalmente attendibili per lo spagnolo iberico, nonostante gli "sforzi& di farle sembrare l'opposto; quasi-IPA]
miotti, r. (1995-96) Descripcin fono-tontica de las variedades regionales del espaol de Amrica
y Espaa Univ. di Venezia, tesi di laurea guidata da L. Canepari (iberico e americano, con
le 12 coin regionali; canIPA]
(1998) Descrizione fono-tonetica delle variet regionali dello spagnolo d'America e di Spagna
in Annali di Ca' Foscari 393-440 (tratto dalla tesi, ma esposto per elementi fonologici; iberico e americano; canIPA]
navarro toms, t. (1932[, 1918) Manual de pronunciacin espaola Madrid: Publicaciones
de la Revista de lologa Espaola (iberico; ancora ristampatissimo; resta l'unica opera attendibile per lo spagnolo iberico, nonostante un'eccessiva iperdierenziazione subfonemica inoggettiva e un alfabeto non-IPA]
rohwedder, e. (1969) Spanische Aussprache Leipzig: Verlag Enzyklopdie (americano; un disco di vinile e un volumetto; non-IPA]
saussol, j. m. (1983) Fonologa y fontica del espaol para italfonos Padova: Liviana (iberico;
con un'audiocassetta; semi-IPA]
Portoghese (m 7)
Purtroppo non c' ancora un dizionario di pronuncia portoghese (e con la metafonia).
canepari, l. (in prog.) Portuguese Pronunciation* (con le pronunce neutre {brasiliana e lusitana}, una internazionale, oltre a un buon numero d'accenti regionali nativi d'Europa, America e Africa e qualche accento straniero marcato; "il PPs& /ilpippi'Esse/, "the PPs& /'pIipIi
'Es/; canIPA]
cristfaro silva, t. (2001) Fontica e fonologia do portugus So Paulo: Contexto (brasiliano; con un ; IPA]
della valle, f. (2004/05) Aspectos do vocalismo no portugus europeu. Univ. di Venezia, tesi di
laurea guidata da L. Canepari (canIPA]
Dicionrio da lngua portuguesa (1981) Porto: Porto Editora (lusitano; non trascrive, ma indica, parentesizzando lettere corsive, ricorrenze di /'e, 'o/ [ ] e casi di "/E, a, O/& non-accentate [ , ] uno degl'impieghi dei nostri /, A, / e i gruppi di CC compresa x).
Dicionrio da lngua portuguesa contempornea (2001), Lisboa: Editorial Verbo (lusitano; troppo ostentatamente presentato come l'"impresa editoriale degl'inizi del 21 secolo e del 3
millennio&, cominciata prima della Rivoluzione Francese e conclusa con questo dizionario
in due volumi; indica la metafonia, per, dando solo i plurali con vocali diverse e nascondendoli alla ne dell'intera voce, invece di mostrarli sbito dopo il lemma, assieme alle altre trascrizioni, che comprendono i femminili; sconcerta, inoltre, non poco, perch nel 3
millennio esibisce cose come "/, g, R, ], l/&, invece di /, g, K, , L/, e perno "/, , /&
invece di /E, , O/; semi-IPA).
grtner, e. thomaz jayme, j. (1984) Portugiesische Aussprache Leipzig: Verlag Enzyklopdie
(brasiliano; un disco di vinile e un volumetto; quasi-IPA]
giangola, j. p. (2001) e Pronunciation of Brazilian Portuguese Mnchen: Lincom (senz'in-

418

manuale di pronuncia

tonazione; IPA ibrido con (y, w) per (j,i w, u))


Grande dicionrio. Lngua portuguesa (2004) Porto: Porto Editora (lusitano; non considera
aatto la metafona, n i tassofoni (B, , ); rende i dittonghi con (j, w), le V e i VV nasalizzati semplicemente con (, J, Q); invece di (), usa (!) >= laterale costrittivo non-sonoro! come cpita quando non si sanno usare i banali font fonetici uciali, nei quali s'ottiene () digitando in sequenza (l) e (~); d solo () per due fonemi e quattro tassofoni: /'e/ +
/N, L, S, Z, j, i/ (e), col lisbonese (), il lusofonemico "//& (, ), confondendo anche /ai/
('Ai, 4i) e /ei/ (eI), lisbonese ('3I, I), in (AJ); inne, usa // per il lusofonemico
"//& (, ); IPA si spera che presto ci sia un vero dizionario di pronuncia portoghese, impostato con criteri rigorosamente fonici. (Nella serie tascabile "Mini&, purtroppo, il provinciale simbolo "& per il lusofonemico "//& (, ) stato fuorviantemente reso coll'/A/ IPA: castanha *(kAS'tANA), invece di (kS't;N)!).
irmen, f. cortes kollert, a. m. (1995) Taschenwrterbuch _ PortugiesischDeutsch {D.P.}
Berlin: Langenscheidt (lusitano; segna le variazioni metafonetiche, ma senza sistematicit;
presenta /e/ + /S, Z, N, L, j, i/, per (), ma "(Ai)&, per (3I, I) e per (Ai, 4i); IPA]
mea, g. (2003) Dicionrio de PortugusItaliano Porto: Porto Editora (lusitano; nella presente
"ristampa& millesimata stata introdotta la trascrizione {mentre prima c'era solo nella parte inversa}, che fonemica, anche se fra ( ), con (b, d, g) in tutti i contesti; distingue (l),
per usa "(!)& al posto di (); inoltre, d "(j, w)& per (i, u), e "()& per (), invece di
//; indica le V non-accentate che non subiscono riduzione, ma non sempre attendibile; la metafona segnata se ci sono lemmi separati; IPA)
mura, r. (2005/06) Analisi fonotonetica del portoghese atlantico e africano. Univ. di Torino, tesi di laurea guidata a distanza da L. Canepari (canIPA]
Pequeno dicionrio {italianoportugus} portugusitaliano (1993) So Paulo: Melhoramentos
(paulista {pron. di So Paulo}; indica un po' la metafona; IPA]
Pocket {EnglishPortuguese} PortugueseEnglish Dictionary (2001) Glasgow: Collins (carioca
{pron. di Rio de Janeiro}; indica un po' la metafona; IPA]
tagliavini, c. (1938) Grammatica elementare della lingua portoghese Heidelberg: Groos (lusitano; vetero-IPA "vianiano&).
vzquez cuesta, p. da luz, m. a. mendes (1971) Gramtica portuguesa Madrid: Gredos
(lusitano con indicazioni brasiliane e d'altre zone; non-IPA]
viana, a. r. gonalves (1903) Portugais. Phontique et phonologie _ Morphologie _ Textes Leipzig: Teubner (lusitano; ancora l'opera pi sicura, nonostante parecchi, inevitabili, refusi;
vetero-IPA]
Russo (m 8)
Purtroppo non c' ancora un dizionario di pronuncia russa, con trascrizione integrale delle
varie forme (nemmeno con segni vetero-sovietici).
ageenko, f. l. zarva, m. v. (1993) Clobap ydapen$= pycckogo rvka. Mockba: Pycck$= Rvk (graa ipodiacritica per l'accento e l'eccezioni notevoli, che non indica neutralizzazioni n assimilazioni, scomodamente divide le parole comuni dai nomi propri in due sezioni
{in quest'edizione, rmate separatamente}).
borunova, s. n. voroncova, v. l. es'kova, n. a. (1999) Opfo<$ueck$= clobap pycckogo rvka. Mockba: Pycck$= rvk (graa ipodiacritica per l'accento e l'eccezioni notevoli,
che non indica neutralizzazioni n assimilazioni, contiene solo parole comuni; molte pagine, con troppo spazio bianco nelle due colonne).
boyanus, s. c. (1955) Russian Pronunciation $ Russian Phonetic Reader London: Lund Hum-

bibliografia utilizzabile

419

phries [IPA]
comrie, b. stone, g. polinsky, m. (1996) e Russian Language in the Twentieth Century
Oxford: Clarendon Press (IPA vetero-sovieticizzato).
husler, f. (1974) Russische Aussprache Leipzig: Verlag Enzyklopdie (un disco di vinile e un
volumetto; non-IPA]
jones, d. ward, d. (1969) e Phonetics of Russian Cambridge: C. Univ. Press [IPA; resta il
migliore trattato sull'argomento, esteso e aggiornato, nonostante le scelte fonologiche vetero-sovietiche).
kalenCuk, m. l. kasatkina, r. f. (1997) Clobap tpydnocte= pycckogo po$nowen$r.
Mockba: Pycck$= rvk (graa ipodiacritica per l'accento e l'eccezioni notevoli, che non indica neutralizzazioni n assimilazioni).
kasatkin, l. krysin, l. Zivov, v. (1995) Il russo renze: La Nuova Italia (non-IPA una
specie di fono-traslitterazione d'emanazione vetero-sovietica, che mescola e confonde i livelli fonico e graco).
shapiro, m. (1968) Russian Phonetic Variants and Phonostylistics Berkeley/Los Angeles: Univ.
of California Press [IPA veterosovietizzato)
trofimov, m. v. jones, d. (1923) e Pronunciation of Russian Cambridge: C. Univ. Press
[IPA; l'unico con impostazione fonica realistica, presovietica, nonostante la graa prerivoluzionaria e la pronuncia tradizionale)
Arabo (m 9)
Purtroppo non c' ancora un dizionario di pronuncia araba, in IPA.
al-ani, s. h. (1970) Arabic Phonology e Hague: Mouton (quasi-IPA).
canepari, l. (1983) Fonetica e tonetica araba in Scritti linguistici in onore di Giovan Battista
Pellegrini Pisa: Pacini, 1105-21 [IPA "sacricato& per carenze tipograche, e con tabella consonantica fotografata, ma "ripulita& da "abili& redattori, che tolsero "'& e "&, che stavano
per "& e "H&!).
cantineau, j. (1960) Cours de phontique arabe Paris: Klincksieck (non-IPA).
gairdner, w. h. t. (1925) e Phonetics of Arabic Oxford: O. Univ. Press (senz'intonazione;
IPA]
kstner, r. t. (1981) Phonetik und Phonologie des modernen Hocharabisch Leipzig: Verlag Enzyklopdie (senz'intonazione; IPA]
krotkoff, g. (1976) Taschenwrterbuch _ ArabischDeutsch Berlin: Langenscheidt (nonostante
lacune e ingenuit; quasi-IPA]
mitchell, t. f. (1972) Arabic Pronunciation London: (un disco di vinile e un fascicoletto; "traslitterazione& con maiuscole per le "enfatiche& e con "& per /H/; non-IPA).
(1990) Pronouncing Arabic. 1. Oxford: Clarendon Press ("traslitterazione& con maiuscole per
le "enfatiche&, "& per /H/, "?& per //, "@& per (a, A, , ), lettere inelegantemente barrate
in orizzontale e in diagonale per costrittivi; non-IPA, n , n).
nasr, r. t. (1967) e Structure of Arabic Beirut: Librairie du Liban (con un po' d'intonazione "numerica&; semi-IPA]
Hindi (m 10)
Purtroppo non c' ancora un dizionario di pronuncia hindi, in IPA.

420

manuale di pronuncia

chaturvedi, m. tivari, b. n. (1975 D) A Practical Hindi-English Dictionary Delhi: National Publishing House (con traslitterazione che d a: = /aa/, a = /A/, e CC anche per /0/ + /w,
j, r, l/).
jones, w. e. (1971) Syllables and word-stress in Hindi in "Journal of the International Phonetic
Association& 1:74-78 (IPA).
kachru, y. (1990) Hindi-Urdu in b. comrie (D) e Major Languages of South Asia, the Middle East and Africa London: Routledge, 53-72 [IPA misto).
matthews, w. k. (1954) fnetiks nd fnoldi v hindi:, in "Le Matre Phontique& 102:18-22
(come tutti i contributi del MPh trascritto interamente in IPA].
mcgregor, r. s. (1977) Outline of Hindi Grammar Delhi: Oxford Univ. Press (traslitterazione diacritica tradizionale].
mehrotra, r. c. (1965) Stress in Hindi in "Indian Linguistics& 26:96-105 (semi-IPA].
pandey, p. k. (1989) Word Accentuation in Hindi in "Lingua& 77:37-73 (traslitteraz. semi-IPA].
ray, p. s. (1966) Hindi-Urdu Stress in "Indian Linguistics& 27:95-101.
rosini, s. (1979-80) Indagine sulla struttura fonetica e tonetica della lingua hindi Univ. di Venezia, tesi di laurea guidata da L. Canepari (con traslitterazione diacritica tradizionale e indicazioni IPA).
shukla, s. (1999) Hindi Phonology Mnchen: Lincom (con traslitterazione semi-IPA, senz'intonazione).
Cinese mandarino (m 11)
Purtroppo non c' ancora un dizionario di pronuncia cinese, in IPA.
chao, y. r. (1948) Mandarin Primer Cambridge (.): Harvard Univ. Press (con dischi di
vinile; non-IPA, per con le "tono-lettere& {ora ucializzate, ma banalizzate, nella "riforma& dell'IPA}).
cheng, c-c. (1973) A Synchronic Phonology of Mandarin Chinese e Hague: Mouton (quasi-IPA]
dow, f. d. m. (1972) An Introduction to the Pronunciation of Chinese Edinburgh: E. Univ. Press
[IPA, ma con trascrizioni non troppo adabili).
(1972) An Outline of Mandarin Phonetics Canberra: Australian National Univ. Press [IPA,
ma con trascrizioni non troppo adabili).
kratochvl, p. (1968) e Chinese Language Today London: Hutchinson [IPA "cinese/karlgrenizzato&: con "q& per (M), cio un vocoide considerato ancora come se fosse il contoide intenso (); d'altra parte, con la "vocale Q& per il vero contoide intenso ()]
norman, j. (1988) Chinese Cambridge: C. Univ. Press [IPA "sinizzato&: con ", & per (M, )]
Practical Chinese Reader (1985) Beijing: e Commercial Press (con audiocassette; IPA "cinese/karlgrenizzato&: con "q& per (M), cio un vocoide considerato ancora come se fosse il contoide intenso (); d'altra parte, con la "vocale Q& per il vero contoide intenso ()]
qin, z. (1980) On Chinese Phonetics Beijing: e Commercial Press [IPA "cinese/karlgrenizzato&: con "q& per (M), cio un vocoide considerato ancora come se fosse il contoide intenso
(); d'altra parte, con la "vocale Q& per il vero contoide intenso ()]
shan pao li, j. (1975) Introduction to the Chinese Language Taipei: Ke Ji Publishing Co. [IPA
"sinizzato& con moderazione]
speSnev, n. a. (1980) Fonet$ka k$ta=ckogo rvka. Len$ngpad: *datelctbo Len$ngpadckogo Yn$bepc$teta (IPA molto ibrido).
Sfortunatamente, proprio nel "Journal of the International Phonetic Association& {2003, 109-

bibliografia utilizzabile

421

112} apparso Standrad Chinese (Beijing), che in IPA semi-karlgrenizzato, con (M, ) resi
entrambi come (), ma descritti come () e (), e con tante altre grossolanit trascrittorie.
Giapponese (m 12)
Purtroppo non c' ancora un dizionario di pronuncia giapponese, in IPA.
akamatsu, ts. (1997) Japanese Phonetics Mnchen: Lincom [IPA]
fujito, y. nakano, e. seton, c. (1979) Japanese Pronunciation Guide Tokyo: Bonjinsha
(con audiocassette; traslitterazione, non trascrizione).
jorden, e. h. (1963) Beginning Japanese New Haven: Yale Univ. Press (con nastri o audiocassette; traslitterazione, non trascrizione).
kindaichi, h. akinaga, k. (2001) Shinmeikai Nihongo Akusento Jiten Tokyo: Sanseido (non-IPA\ katakana tonetico e diacritico, con varianti).
martin, s. e. (1990) Martin's Pocket Dictionary Tuttle: Rutland (traslitterazione, non trascrizione; indica varianti tonemiche e desonorizzazioni di /i, M/).
New Japanese-English Dictionary (1974[) Tokyo: Kenkyusha (non-IPA traslitteraz. tonetica).
Nihongo Hatsuon Akusento Jiten (1966) Tokyo: Nihon Hoso Kyokai (non-IPA\ katakana tonet.).
tsujimura, n. (1996) An Introduction to Japanese Linguistics Oxford: Blackwell (semi-IPA]
vance, t. j. (1987) An Introduction to Japanese Phonology Albany: State Univ. of New York
Press (semi-IPA]
Esperanto (m 13)
canepari, l. (1998) Non c' proprio niente da dire sulla pronuncia e la graa dell'esperanto? in La
linguistica, le lingue pianicate e l'Esperanto numero speciale de "L'Esperanto& 44-55 [canIPA]
cresswell, j. hartley, j. sullivan, l. h. (1987) Teach Yourself Esperanto Sevenoaks:
Hodder Stoughton (con un'audiocassetta d'"anglo-esperanto&; graa).
kalocsay, k. waringhien, g. (1980[) Plena analiza gramatiko de esperanto Rotterdam:
(graa).
wells, j. c. (1978) Lingvistikaj aspektoj de esperanto Rotterdam: / (graa).
(s. a.) Esperanto Pronunciation Disc London: (un disco di vinile con foglietto in graa).
zamenhof, l. l. (1962) Lingvaj respondoj Marmande: (graa).

Indice analitico
accento, 1.3.4
debole, 1.4.12
regionale, 1.3.10
secondario, 1.4.12
straniero, 1.3.10
akusento, 12.3.2.1-4
allofono, 1.2.7
apertura mandibolare, 1.4.1
autogeminazione, 2.3.1.5
avanzamento linguale, 1.1.3

domanda parziale, 1.1.6


domanda totale, 1.1.5
dorsogramma, 1.1.4, f 1.17, 1.4.10-11
duplice articolazione del linguaggio, 0.2

barre
doppie, 1.5.2
oblique, 1.5.2

falsetto, 1.1.2
fare fonetica, 1.3.5
gure articolatorie, 0.8
ap/vibratile, 1.1.4
fonazione mista, 1.1.2
fonema, 0.5, 1.1.3-4, 1.2.5-7, 1.3.1-2, 1.3.7, 1.5.1-2
fonetica, 0.8, 1.1.1
articolatoria, 0.9
funzionale, 0.9, 1.3.1, 1.3.6
naturale, 0.9, 1.3.1
uditiva, 0.9
fono, 1.1.2, 1.2.5-7, 1.3.1-2, 1.3.5, 1.5.1-2
fono-sillaba, 1.1.5, 1.4.5
"fonograa&, 0.4
fonologa, 1.3.1, 1.3.6
fonosintesi, 1.4.3
forma, 1.2.6

canIPA, 1.2.8
cinestesa, 0.3-5, 1.3.5
citazione, 1.1.7, f 1.24
co-geminazione, 2.3.2.1-3
codicare, 1.3.7
consapevolezza, 1.3.11
consonante, 1.1.1, 1.1.4, 1.5.1
contoide, 1.1.4
approssimante, 1.1.4, f 1.13, 1.4.8, 15.4
costrittivo, 1.1.4, f 1.12, 1.4.8, f 1.32, 15.4
laterale, 1.1.4, f 1.15, 1.4.8, f 1.34, 15.4
"mpico&, f 1.18
nasale, 1.1.4, f 1.9, 15.4
occlu-costrittivo, 1.1.4, f 1.11, 15.4
occlusivo, 1.1.4, f 1.10, 1.4.8, 15.4
vibra(n)te, 1.1.4, f 1.14, 1.4.8, f 1.33, 15.4
contrazione laterale, 1.4.11
coppia difonica, 1.1.4
costrittivo vibra(n)te, 1.4.9
cricchiato, 1.1.2, 1.5.2
decodicare, 1.3.7
detto, 0.2
diafonema, 0.5, 1.2.4
DiPI, 1.3.10
distintivo, 1.2.6
dittongo, 1.3.4, 1.4.4, f 1.29
d'apertura, 1.4.6
di centratura, 1.4.6
di chiusura, 1.4.6
ditimbrico, 1.4.5
esteso, 1.4.5
monotimbrico, 1.4.5
ristretto, 1.4.5

elevazione linguale, 1.1.3


esplosione consonantica, 1.1.4
inudibile, 1.1.4
laterale, 1.1.4, f 1.19
nasale, 1.1.4, f 1.19, 1.4.8

geminazione vocalica, 1.4.5


geo-socio-linguistico, 0.3
geofono, 1.4.3
glottalizzazione, 3.2.6.1-2
grafma, 0.4, 1.1.3-4, 1.5.2
graa, 0.1, 1.3.1
grazia, 1.5.3
guida alle gure, 1.4.1-12
identicativo, 1.2.6
inciso, 1.1.7, f 1.24
insegnamentoapprendimento, 1.3.1
intonazione, 1.1.1, 1.1.5, f 1.21, 1.1.8, 1.2.9, 1.3.23, 1.5.1
intona, 1.1.5
IPA, 1.2.8, 1.3.4, 1.3.6, 1.6
labbra, 1.1.3, 1.4.1
labiogramma, 0.9, 1.1.3, f 1.5, f 1.8, 1.1.a4, f 1.16,

423

indice analitico
1.4.11
laringogramma, 1.4.11
laterale vibrato, 1.4.8
lateralizzazione, 1.4.8
lingua di cultura, 0.2
lingua materna, 0.9
linguogramma, 0.9
livello fonico, 0.4-5
livello graco, 0.4-5
MaF, 0.9-10, 1.1.1-2, 1.1.4, 1.2.7, 1.3.4-5, 1.4.1,
1.4.3-4, 1.4.8-9, 1.4.12, 1.5.1-4
MaP, 0.8-10, 1.1.4, 1.3.2, 1.3.4, 1.4.1, 1.4.10
MaPI, 0.3, 0.7, 1.3.10, 1.4.1, 1.4.3
materia, 1.2.7
metodo fonetico, 0.1, 0.3-5, 1.1.8, 1.3.1-2, 1.3.11
metodo tonetico 1.1.8
mimesi /mi'mEzi 'mimezi/, 1.3.5
modo d'articolazione, 1.1.4
"aricato&, 1.1.4
approssimante, 1.1.4, f 1.13, 1.4.8
costrittivo, 1.1.4, f 1.12, 1.4.8, f 1.32
"fricativo&, 1.1.4
laterale, 1.1.4, f 1.15, 1.4.8, f 1.34
nasale, 1.1.4, f 1.9
occlu-costrittivo, 1.1.4, f 1.11, 1.4.8-9
occlusivo, 1.1.4, f 1.10, 1.4.8
vibrante, 1.1.4, f 1.33
vibratile, 1.1.4, f 1.33
vibrato, 1.1.4, f 1.33
monottongo, f 1.30
mora, 11.3.1.2, 12.3.2.1-2, MaF 12.14
morfosintassi, 0.1
nasalizzazione, 1.4.8
non-sonorit lene/lenita, 1.1.2
non-sonorit, 1.1.2
non-accentato, 1.4.2
normalizzare, 1.2.8, 1.3.6
occlusione, 1.1.2
oralit, 0.1
orogramma, 0.9, 1.1.3, f 1.3, f 1.6, 1.4.1-2, 1.4.7-9
ortograa, 0.1
palatogramma, 0.9, 1.1.4, f 1.17, 1.4.10
parafonica, 1.1.7, 1.5.1, 1.5.2
parentesi
angolari, 1.5.2
doppie, 1.5.2
quadre, 1.5.1
percepire, 1.3.5
pragmalinguistico, 0.1
preglottalizzazione, 3.2.6.2
produrre, 1.3.5
professionisti della dizione, 1.3.2
prolabiato, 1.4.11

pronuncia neutra/"standard&, 1.3.1-2


pronuncia regionale, 1.3.1, 1.3.9
pronunciare, 1.3.7
prosodma, 1.3.7
prosodico, 1.5.1
protona, 1.1.5, f 1.23, f 1.25, 1.1.8
enfatica, 1.1.7
imperativa, 1.1.7
interrogativa, 1.1.7
normale, 1.1.7
punto d'articolazione, 1.1.4
quadrilatero vocalico, 1.3.8
realizzazione, 1.3.7
respiro, 1.1.2
riconoscere, 0.8
ricorrenza zero, 1.2.5
riprodurre, 0.8, 1.3.5
ritma, 1.1.5
scienza artistica, 1.3.1
scritto, 0.2
sdoppiamento vocoidale, 1.4.5
segnale, 1.4.1-2, f 1.27
quadrato, 1.4.2
quadrotato, 1.4.2
rotondo, 1.4.2
semi-sonorit, 1.1.2
semi-accentato, 1.4.2
semi-arrotondato, 1.4.2
signicante, 0.1, 0.4-5
signicato, 0.1
sillaba, 1.3.4
simboleggiare, 1.3.5
simbolo
fonemico, 0.5
fonetico, 0.4, 0.8
fonico, 0.5
generico, 1.5.4
graco, 0.4
singlottalizzazione, 3.2.6.1
sistema fonologico, 0.3
situazione fonica, 0.3
sociofono, 1.4.3
sociolinguistico, 0.1
solcato, 1.1.4, 1.4.8, 1.4.11
sonorit lene/lenita, 1.1.2
sonorit, 1.1.1-2
sostanza, 1.2.6
spazio fonemico, 1.2.5, 1.3.7
suono, 0.5, 1.2.6-7
tags, 3.3.6
tap/vibratile, 1.1.4
tassofono, 1.2.7, 1.3.7, 1.4.3, 1.5.1
terminologia fonetica, 1.3.4

424
tonalit, 1.4.12
tonma, 1.1.8
tonmi cinesi, f 1.26
tonetico, 1.1.8
tona, 1.1.5, f 1.22
conclusiva, 1.1.5
continuativa, 1.1.5-6
interrogativa, 1.1.5
marcata, 1.1.5
sospensiva, 1.1.5-6
tonico, 1.3.4
tono, 1.1.8, 1.3.4
tonogramma, 0.9, f 1.22-6, 1.1.7-8, 1.4.2, 1.4.11
trascrivere, 1.3.7
a mano, 1.5.3
trascrizione, 1.2.1, 1.3.3
diafonemica, 1.2.4, 3.0, 3.1.2.1-2, 3.1.5.1,
3.2.9.3, 3.2.10.1-2, 3.3.4.4, 3.4.1.1-2, 3.6.0,
3.6.7, 4.1.1.3, 5.2.4.4, 6.0, 6.2.2.2, 7.0.1, 7.1.1.3,
7.1.2.2, 7.1.2.6, 7.1.2.9, 7.1.3.2-3, 7.2.2.2,
7.3.1.1, 7.3.1.1, 7.3.2.7
fonetica, 1.2.1, 1.2.3, 1.3.1
fonemica, 1.2.1, 1.3.1
fonologica, 1.2.1

manuale di pronuncia
fonotonetica, 1.2.9, 1.4.12
intralinguistica, 1.2.1
interlinguistica, 1.2.1
interfonemica, 1.2.2, 1.2.4
tassofonica, 1.2.3
tonetica, 1.2.9
traslggere, 1.3.7
traslitterazione, 1.3.1
trasmissivo, 1.2.7
udito, 1.3.5
unilaterale, 1.4.8, f 1.34
uIPA, 1.2.8, 1.6, f 1.35
variante, 1.4.3, f 1.28
vocabolario, 0.1
vocali, 1.1.1, 1.1.3, 1.5.1
vocogramma, 0.9, 1.1.3, f 1.3, 1.3.8, 1.4.1-2, 1.4.7
vocoide, 1.1.3, f 1.3-8
nasalizzato, f 1.6
orale, f 1.6
xenofonema, 2.3.1.5

Indice delle lingue


arabo, 0.13, 1.1.1, 1.3.1, 1.4.3, m 9
internazionale, 9.1.5
cinese (mandarino), 0.13, 1.1.1-2, f 1.26, 1.1.8,
1.2.10, 1.3.1, m 11
internazionale, 11.1.1, 11.1.8, 11.1.12-4,
11.2.5.2, 11.3.3.1-2, 11.4.0, 11.4.2.3
danese, 5.2.2.5
esperanto, 1.1.1, 1.3.1, 1.3.11, m 13
francese, 0.6, 0.13, 1.1.1, 1.2.6, 1.2.9-10, 1.3.1,
1.3.8, 1.4.3, m 4
canadese (Qubec), 4.4.4.1-5, 4.5.2.5, 4.6.3
internazionale, 4.1.1.5, 4.4.1.1-2, 4.5.2.2
mediatico parigino, 4.4.2.1-2, 4.5.2.3
meridionale (marsigliese), 4.4.3.1-2, 4.5.1.2,
4.5.2.4
parigino delle banlieues, 4.6.2
parigino manierato, 4.6.1
giapponese, 0.13, 1.1.1, 1.1.8, 1.2.4, 1.3.1, m 12
greco, 0.13
hindi, 0.13, 1.1.1-2, 1.3.1, m 10
indonesiano, 0.13
inglese, 0.6, 0.13, 1.1.1-2, 1.2.1-2, 1.2.6, 1.3.1, 1.3.9,
1.4.3, m 3
americano, 0.6, 1.2.1, 1.2.4, m 3
australiano, 3.6.2
britannico manierato, 3.6.5
britannico tradizionale, 3.6.4
britannico, 0.6, 1.2.3-4, 1.4.6, m 3
canadese, 3.2.9.4, 3.6.1
cockney (Londra), 3.6.6
internazionale, 0.6, 3.4.1.1-5, 3.5.2.3
mediatico americano, "Mid-western&, 3.4.2.15, 3.5.2.4

mediatico britannico, "Estuary English&,


3.4.3.1-9, 3.5.2.5
neozelandese, 3.6.3
italiano, 0.1, 0.3, 0.5-6, 1.1.1, 1.2.2, 1.2.6, 1.3.1,
1.3.8, 1.3.10, m 2
manierato, 2.4.0, 2.4.6
mediatico centrale (Roma), 2.4.0, 2.4.5
mediatico settentrionale (Milano), 2.4.0, 2.4.4
napoletano, 1.1.2
neutro, 0.6-7, 1.1.5, 1.4.3
regionale, 0.6-7, 0.12, 1.3.9
settentrionale, 1.2.6
tradizionale, 2.3.5.1-4, 2.4.3
lingue germaniche, 1.3.9
lingue romanze, 1.3.9
nederlandese, 0.13
portoghese, 0.13, 1.1.1, 1.3.1, 1.3.8, m 7
brasiliano, 1.3.8, 1.4.3, m 7
lusitano, 1.3.8, m 7
russo, 0.13, 1.1.1, 1.3.1, 1.4.3, m 8
tradizionale, 8.1.1, 8.1.3, 8.1.6, 8.2.1, 8.2.4,
8.3.1.2, 8.3.1.5, 8.3.1.14, 8.3.2.0-11, 8.4.2
spagnolo, 0.6, 0.13, 1.1.1, 1.3.1, 1.3.8, m 6
castigliano, 1.2.6, m 6
sudamericano, 1.2.6, m 6
tedesco, 0.6, 0.13, 1.1.1-2, 1.2.1-2, 1.2.6, 1.3.1,
1.3.9, 1.4.3, 1.5.2, m 5
alto-atesino, 5.4.4.1-7, 5.5.1.3, 5.5.2.5
austriaco, 5.4.2.1-7, 5.5.2.3
nordorientale, 5.4.1.1-2, 5.5.2.2
svizzero, 5.4.3.1-6, 5.5.1.2, 5.5.2.4.
turco, 0.13
vietnamita, 0.13

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