ancora incerta su molti punti. Tuttavia nella Bibbia si registrano alcune differenze dialettali
tra il nord e il sud, ossia tra Israele e Giuda. Durante lepoca monarchica la lingua ebraica
raggiunse il massimo splendore, di questo un valido esempio potrebbe essere il profeta Isaia.
Quando l ebraico, come lingua parlata, cedette il fronte allaramaico, nacque il bisogno di
preservare la sua corretta pronuncia e a questo fine si cominci la sua gigantesca opera di
vocalizzazione di tutta la Bibbia, che originariamente era scritta solo con consonanti. Alcuni
segni di consonanti venivano usati anche come vocali.
L ARAMAICO: gli Aramei sono un ramo semita, da cui provengono i patriarchi. L aramaico
serv come lingua universale per i popoli d Oriente e proprio durante il periodo persiano la
lingua aramaica conosce la massima diffusione, anche come lingua parlata. In Palestina si
consolid il cosiddetto aramaico occidentale, la lingua che si parl nella regione fino alla
conquista degli Arabi.
Tutto il greco del Nuovo Testamento, poi, ha dietro di s un sottofondo aramaico.
IL GRECO: il greco della Bibbia appartiene al greco ellenistico. Lespressione letteraria pi
visibile di questa lingua indubbiamente la Bibbia cristiana in greco, che comprende lAntico
Testamento nella traduzione dei Settanta e il Nuovo Testamento nel testo originale.
IL TESTO: i testi primitivi della Bibbia, ossia gli originali, quelli che scrissero gli autori, non
esistono pi, si sono persi sicuramente e per sempre. Lungo il travagliato cammino che un
testo deve compiere nel processo di trasmissione, ci sono molti rischi e non c nulla di
strano che il testo appaia inquinato. Ma allora possiamo essere sicuri che stiamo leggendo il
testo vero della Bibbia? La storia della trasmissione della Bibbia dibattuta ed compito
della critica testuale, una vera scienza che conosce con esattezza i propri compiti e metodi,
lavora con le variazioni esistenti su di un determinato testo, cercando di spiegarle,
ricostruendo la loro storia, e dando loro un giusto valore. Per quanto compete al copista, ci
sono due punti che riguardano le cause delle variazioni di cui il responsabile: l errore e la
variazione intenzionale di un testo.
Cap. 4 = I LIBRI
- LANTICO TESTAMENTO: la prima parte della Bibbia cristiana. Gli Ebrei la chiamano Tanak,
sigla che corrisponde ai tre gruppi di libri che la formano: la Torah (legge), i Nebiim (profeti) e
i Ketubim (scritti).
IL PENTATEUCO: il Pentateuco o la Torah, legge, istituzione, rivelazione, si pu definire la
costituzione del popolo della Bibbia. Si compone di racconto e legge.
GENESI: il libro delle origini. Parla, effettivamente, delle origini o inizi del mondo e dell
umanit e dei primi antenati d Israele.
ESODO: il libro delluscita dIsraele dalla schiavit dEgitto. Il libro si form con le stesse
cadenze della Genesi, di cui la continuazione.
LEVITICO: un libro di legge del sacerdozio levitico, cio scienza sacerdotale,
imprescindibile affinch il sacerdozio possa svolgere il suo ministerio. La parte pi
importante e pi antica di questo libro quella che riguarda la legge di santit. In essa si
legifera sulle persone e le cose riguardanti il culto.
NUMERI: il libro deve il titolo a un argomento iniziale, un censimento delle trib e la loro
disposizione attorno al Santuario. Per la tradizione ebraica il titolo Nel deserto, parola con
cui inizia il libro. Il primo blocco, dopo il censimento, contiene disposizioni su argomenti
diversi: trattamento dei lebbrosi, voto del nazireato, preparativi per la partenza. Nel secondo
blocco si riprende la marcia che porta dal Sinai fino a Parn.
DEUTERONOMIO: (copia della legge), essenzialmente un libro di legge, ma con elementi
anche narrativi, che ci ambientano nello stesso scenario trasgiordanico dove ci lasci il libro
dei Numeri. Adotta la forma di discorso testamentario di Mos, che ha condotto il popolo fino
l. In vista della terra promessa, vuole fargli le ultime raccomandazioni perch in essa possa
avere una vita felice. Il libro termina con una serie di appendici, che includono il commiato di
Mos e l investitura di Giosu, un canto e la benedizione di Mos alle trib, il racconto della
sua morte e il lutto del popolo per lui.
I VANGELI E GLI ATTI DEGLI APOSTOLI: i Vangeli presentano caratteristiche per cui
parrebbero biografie di Ges. Tuttavia in ci che raccontano, il loro scopo dimostrare che lui
il Cristo. Tre di essi sono noti come Vangeli sinottici (Matteo, Marco, Luca); difatti seguono
uno stesso schema di vangelo; il quarto, Giovanni, si costruisce un proprio schema, con in
pi caratteristiche proprie.
MATTEO: il vangelo di Matteo uno scritto ponte tra l A. T.: ci che in quello era stato
annunciato e promesso, in questo si realizza. Nello scrivere, Matteo cerca di presentare Ges
come colui che realizza e porta a compimento le profezie e le promesse, le speranze e le
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aspettative di tutto l A. T. nel vangelo di Matteo, Ges anzitutto il Messia, re dIsraele, che
soddisfa le speranze del suo popolo.
Matteo non perde occasione di raffrontare ci che viene proclamato dai due Testamenti.
MARCO: Marco non uno dei Dodici apostoli, ma assistette di persona al processo di Ges.
Il suo vangelo il migliore dei quattro nel modo di esporre quello che successo. Il suo
racconto conserva la freschezza della spontaneit dei fatti. Si attribuisce a Marco la struttura
del vangelo che serv da modello per gli altri sinottici, solo Giovanni non lo segue e si crea lui
stesso un arco di tre anni.
LUCA: questo vangelo la prima parte di unopera che include in un secondo tempo gli Atti
degli Apostoli. Per Luca Ges il salvatore del mondo, colui che libera gli uomini da ogni
sorta di male.
GIOVANNI: questo vangelo si distacca dallo schema sul quale si basarono i sinottici.
Lautore si identifica con il fratello di Giacomo ed uno dei Dodici. Si presenta come
testimone oculare degli avvenimenti che racconta ed colui cui fa riferimento lespressione
discepolo prediletto. Pur raccogliendo la tradizione comune di tutti i Vangeli, la
strutturazione del quarto vangelo libera e originale rispetto ai sinottici. L attivit pubblica
di Ges distribuita in tre anni.