Modulo 2
SSIS Veneto
SCUOLA REGIONALE INTERATENEO DI SPECIALIZZAZIONE
PER LA FORMAZIONE DEGLI INSEGNANTI DELLA SCUOLA SECONDARIA
SCIENZE MOTORIE
APPRENDIMENTO MOTORIO:
APPROFONDIMENTI METODOLOGICI
Claudio Robazza
Lapprendimento motorio
Lapprendimento motorio pu essere definito come insieme di processi associati con
lesercizio o lesperienza che determinano un cambiamento relativamente permanente nella
prestazione o nelle potenzialit di comportamento (Magill, 2001; Schmidt e Lee, 1999; Singer,
1980).
Tale definizione include quattro aspetti:
-
per
essere
segno di
apprendimento,
i cambiamenti
devono essere
relativamente
permanenti.
Lapprendimento, dunque, un processo che coinvolge fenomeni complessi e conduce a
cambiamenti nelle capacit di azione; poich avviene allinterno della persona. Allo stato
attuale delle conoscenze non pu essere osservato direttamente ma solamente inferito in base
a cambiamenti nel comportamento manifesto, ovvero nella prestazione osservabile. Si
riscontra cos un miglioramento generale nei meccanismi mentali di elaborazione delle
informazioni (descritti precedentemente), che diventano pi rapidi, economici ed efficaci.
Parallelamente si sviluppano le abilit ed i movimenti si fanno precisi, sicuri e fluidi; il soggetto
la
motivazione
degli
allievi;
riguardano
lidentificazione
degli
obiettivi,
la
(stadio
verbale-cognitivo
di
sviluppo
della
coordinazione
grezza)
il
principiante si trova a dover affrontare una serie di difficolt imposte da un compito nuovo,
soprattutto se complesso; il problema fondamentale comprendere che cosa fare e quali sono
gli scopi dellazione. Per far fronte a questa difficolt il soggetto tende a fare affidamento su
verbalizzazioni subvocali che riguardano il controllo dellazione, le procedure da utilizzare, le
modalit di realizzazione ed i criteri di riuscita. Lazione viene controllata passo dopo passo in
modo da poterla gestire meglio. Questa strategia spontanea utile nella prima fase per il
conseguimento di una prima approssimazione del gesto; tuttavia alquanto dispendiosa
poich impegna i processi attentivi e, di conseguenza, ostacola lelaborazione simultanea di
altre informazioni utili nello svolgimento del compito (Singer, 2002; Singer, Lidor e Cauraugh,
1993). Negli stadi successivi, pertanto, la guida verbale perder gradualmente di importanza.
Questo primo stadio, in generale, caratterizzato da prestazioni scadenti, errori frequenti,
movimenti poco economici, sensazioni motorie confuse, tensioni muscolari e riduzione dei gradi
di libert del movimento. Lacquisizione degli elementi base dellazione, comunque,
solitamente
piuttosto
rapida,
con
miglioramenti
superiori
rispetto
agli
altri
stadi
di
apprendimento.
A livello pratico importante far evolvere gradualmente le acquisizioni, possibilmente iniziando
da ci che il soggetto sa gi fare, introducendo progressivamente difficolt crescenti e facendo
notare similitudini fra abilit possedute ed abilit da acquisire. Modelli esecutivi, grafici,
STADIO 1:
Verbale-cognitivo
o di sviluppo
STADIO 2:
STADIO 3:
coordinazione fine
disponibilit variabile
molto favorevoli
condizioni favorevoli
Lesecuzione, in condizioni
Lesecuzione si svolge in
favorevoli, corrisponde al
modello tecnico
situazioni difficili
Gli errori sono rilevanti, il loro Gli errori sono lievi, il loro
Le capacit di riconoscimento
riconoscimento scarso e la
riconoscimento buono e la
correzione lenta
correzione rapida
elevate
confuse
precise
molto accurate
Le informazione cinestesiche
a prevalere
acquisiscono importanza
sono precise
La dinamica dellazione
Lassociazione delle
linguaggio
buona
La rappresentazione
La rappresentazione
La rappresentazione
dellazione e la sua
dellazione e la sua
dellazione e la sua
precise
I muscoli antagonisti
I muscoli antagonisti
corrispondono al modello
condizioni difficili
sovraccaricata da stimoli
stimoli pertinenti
condizioni difficili
Lattenzione, in momenti di
Lattenzione risparmiata
controllare lazione)
e come eseguire
supervisione dellazione
visto come una rappresentazione mnemonica di una classe di azioni, cio di un gruppo di
risposte che posseggono le stesse caratteristiche strutturali generali. E unelaborazione del
concetto, gi utilizzato da diversi autori, di programma motorio, considerato come una
struttura astratta in memoria che precede lazione e contiene i pattern di contrazioni e
decontrazioni muscolari che definiscono il movimento (Adams, 1987); per definizione, il
programma motorio per avviare il movimento non ha bisogno del feedback prodotto dalla
risposta, poich contiene centralmente immagazzinato un set prestrutturato di comandi
muscolari capaci di avviare il gesto determinando quali muscoli contrarre, in quale ordine, con
quale forza, e per quanto tempo.
Schmidt elabora e arricchisce il concetto di programma motorio introducendo quello di
programma motorio generalizzato, per risolvere il problema dellimmagazzinamento di
quantit enormi di informazione, che si presenterebbe postulando uno specifico programma
per ogni azione, e per spiegare la possibilit di realizzare movimenti mai eseguiti prima.
Il programma motorio generalizzato possiede dunque delle caratteristiche invarianti, che
restando uguali da una risposta allaltra determinano gli elementi essenziali della classe di
azioni sotto il controllo del programma e definiscono la forma base del movimento. Esse sono
rappresentate da:
a) ordine degli elementi, cio la sequenza delle contrazioni muscolari implicata in un gesto;
b) struttura temporale (phasing), ovvero la proporzione di tempo per i singoli segmenti di
movimento, che rimane costante anche se il tempo totale di movimento cambia;
c) forza relativa, cio la proporzione costante fra le forze espresse dai vari muscoli che
partecipano allazione, indipendentemente dal grado di forza complessiva.
Sono
le
particolari
caratteristiche
invarianti
che
definiscono
un
programma
motorio
generalizzato, relativo cio a tutta una categoria di movimenti con una certa identit di
struttura e una rassomiglianza globale. Tali caratteristiche sono i fattori che consentono di
individuare i movimenti appartenenti alla stessa classe: quando ad esempio due movimenti
posseggono una identica struttura temporale relativa si pu ritenere che siano governati dallo
stesso programma motorio generalizzato.
Uno stesso programma motorio deve per essere adattato alle richieste specifiche di una
situazione e le necessarie variazioni nei movimenti appartenenti alla stessa classe vengono
prodotte cambiando alcuni parametri.
Queste specificazioni di risposta modificano lesistente programma motorio immagazzinato per
adattarlo alla concreta situazione; ci che cambia non sono le caratteristiche invarianti, ma le
caratteristiche di superficie della risposta. I principali parametri evidenziati sono la durata
complessiva, la forza complessiva e la selezione dei muscoli specifici.
Se il programma generalizzato fornisce le caratteristiche invarianti del gesto desiderato, sar
compito dello schema selezionare i parametri specifici della risposta per adattare il movimento
alle richieste situazionali. Dalla centralit di questo concetto deriva appunto il nome di teoria
dello schema attribuito da Schmidt alle sue concettualizzazioni.
Lo schema motorio pu essere considerato come un prototipo, una regola astratta da
informazioni specifiche sui membri di una classe, una generalizzazione di concetti e relazioni
derivati dalle esperienze, che consente di individuare le specificazioni richieste per eseguire
una particolare versione di un programma di movimento.
I programmi motori generalizzati sono dunque il punto di partenza per lo sviluppo di schemi
motori basati sulle regolazioni del feedback. Lesecuzione di un qualsiasi movimento, ad
esempio una tecnica sportiva, non viene mai ripetuta esattamente allo stesso modo, ma
aggiustamenti e modifiche al programma motorio devono essere costantemente realizzati per
conformare lesecuzione alle richieste ambientali.
Anche lo schema motorio, come il programma motorio, generalizzato, e parametri variabili
determinano di volta in volta il risultato di ogni nuovo movimento della stessa classe. Schmidt
ritiene che dopo lesecuzione di un movimento, con un programma motorio generalizzato, il
soggetto immagazzini fondamentalmente quattro tipi di informazione relativi a:
1) condizioni iniziali (informazioni sullo stato del sistema muscolare e dellambiente prima della
risposta, come ad esempio posizione degli arti e del corpo, condizioni ambientali, ecc.);
2) specificazioni di risposta per il programma motorio (parametri di forza, direzione, velocit,
ecc. adeguati alla situazione);
3) conseguenze sensoriali della risposta prodotta (informazioni basate sul feedback sensoriale
durante e dopo la realizzazione del movimento);
sminuisce affatto la rilevanza del feedback: se vero che viene postulata lesistenza di set di
comandi centralizzati, in grado di avviare autonomamente la risposta e anche di controllarla
completamente quando molto rapida, sono comunque le informazioni derivate dallesecuzione
che consentono la formazione ed il rafforzamento di adeguati schemi di azione, per esecuzioni
adattate alle richieste situazionali.
Accanto alla teoria dello schema, fortemente legata alla prospettiva cognitivista, nella
letteratura scientifica relativa allapprendimento motorio presente un altro approccio, con una
prospettiva ecologica e sistemica (cfr. Pesce, 2002). La teoria dei sistemi dinamici,
partendo dalla prospettiva ecologica, vede il sistema uomo come una realt in grado di
autorganizzarsi grazie ad una causalit circolare. La teoria ecologica infatti sostiene che i
sistemi dinamici non possono sempre programmare lattivit ma devono essere in grado di
autoorganizzarsi.
La teoria dei sistemi dinamici si sviluppa intorno ad alcuni concetti chiave: a) stabilit del
movimento, come punto di partenza; b) instabilit, come momento in cui il sistema perde le
sue caratteristiche; c) transizione, momento in cui si passa ad una nuova forma di stabilit, in
cui vi saranno analogie e memorie della prima stabilit.
Caratteristica importante dei sistemi dinamici dunque il passaggio da una situazione di
stabilit ad unaltra di stabilit, in cui lultima stabilit collegata e ancorata alla precedente.
Non si considera pi il concetto di programma motorio, ma ladattamento del movimento, o
meglio lautorganizzazione dello stesso in funzione delle caratteristiche ambientali. Il maggior
autore di riferimento di questa teoria Kelso. Questo studioso ha portato lesempio di un
bambino che incomincia a muovere i primi passi: quando il bambino alza un piede (da
stabile1 ad instabile) e successivamente lo lascia cadere (instabile, transizione e
stabile2), lui non sta costruendo dentro di se latto motorio, ma sta muovendosi in relazione
allambiente. Ed da questa visione che parte il concetto di autorganizzazione dei sistemi,
che il concetto cardine della teoria. Gli studiosi di questa teoria, in diversi lavori, descrivono il
passaggio dalla condizione di stabilit alla condizione di instabilit; usualmente questultima
generata dallambiente o/e dalle modificazioni interne, le quali sono effetto di pattern
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comportamentali del sistema di movimento. Quindi i pattern di instabilit sono i predittori del
movimento. Di conseguenza, a quanti pi stimoli il soggetto sottoposto, tanto pi il
movimento stesso se ne giover; infatti, il soggetto sar costretto a riorganizzare ogni volta il
comportamento motorio in modo diverso e nuovo anche se non laveva programmato.
Lassunto dellapproccio dei sistemi dinamici quello che un organismo lasciato a se stesso
riuscir a produrre movimenti appropriati anche senza la pratica.
La differenza fondamentale tra la teoria dello schema e la teoria dei sistemi dinamici il
concetto di rappresentazione del movimento a livello centrale.
Bibliografia
Adams, J.A. (1987). Historical review and appraisal of research on the learning, retention, and
transfer of human motor skills. Psychological Bulletin, 101, 41-74.
Fitts, P.M., & Posner, M.I. (1967). Human performance. Belmont, CA: Brooks-Cole.
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& L.K. Tennant (Eds.), Handbook of research on sport psychology (pp. 242-253). New York:
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Magill, R.A. (2001). Motor learning: concepts and applications (6th ed.). Dubuque, IA:
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Schmidt, R.A., & Lee, T.D. (1999). Motor control and learning: a behavioral emphasis (3rd
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Schmidt, R.A., e Wrisberg, C.A. (2000). Trad. It. Apprendimento motorio e prestazione. Roma:
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Singer, R.N. (1980). Motor learning and human performance (3rd ed.). New York: MacMillan.
Singer, R.N. (2002). Preperformance state, routines, and automaticity: what does it take to
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Singer, R.N., Lidor, R., & Cauraugh, J.H. (1993). To be aware or not aware? What to think
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