Anda di halaman 1dari 9

1

SUI SENTIERI DELLA LOGICA MIRIAM ANGELA FRANCHELLA


CAPITOLO I ARISTOTELE
Aristotele contesta lunivocit dellessere secondo Parmenide. Il predicato essere si attribuisce a pi cose
in modi diversi (polivocit di essere): essere per s, essere per accidente, essere come vero, essere come
potenza e atto.
La logica si presenta in lui estremamente connessa allontologia: la struttura della frase rispecchia la
struttura dellessere (soggetto-predicato, sostanza-attributo) e le leggi della logica rispecchiano uno stato di
cose nella realt.
Le LEGGI DELLA LOGICA, a livello di linguaggio oggetto (cose e le loro propriet) e a livello di metalinguaggio (proposizioni). La presa di coscienza di questi principi avvenuta in maniera graduale.
a. Principio di non-contraddizione (non posso dire contemporaneamente A B e A non B: non
posso negare e affermare gli stessi termini nello stesso momento); una proposizione non pu
essere contemporaneamente vera e falsa.
Parmenide non aveva delineato il principio di non-contraddizione, per aveva posto in modo
assoluto lincompatibilit fra essere e non-essere. Platone chiarisce che essere non un assoluto,
perch i generi essere e diverso si richiamano: un ente qualcosa e non qualcosaltro, un ente
pu godere e non godere contemporaneamente dello stesso predicato.
Sofista: labilit concreta quotidiana del sofista di sconfiggere lavversario consisteva, attraverso il
metodo dicotomico-diairetico, nel portarlo ad una contraddizione. Quindi presupponeva il principio
di non-contraddizione, ma non era esplicitato, perci la contraddizione poteva essere rispetto a
qualcosa che aveva luogo in un altro tempo o secondo un altro aspetto del predicato.
Aristotele precisa lincompatibilit fra godere e non godere contemporaneamente e nello stesso
rispetto dello medesimo predicato.
Non tutto pu essere dimostrabile: ci sono principi primi da cui si parte e questi devono avere una
FONTE ASSICURATIVA come o la realt sensibile o una sorta di evidenza intellettuale.
Le varie possibilit:
Attraverso le giustificazioni elenctiche, Aristotele mostra come, senza il rispetto del
principio di non-contraddizione, non si riuscirebbe ad assegnare un significato fisso alle
parole.
Attraverso le giustificazioni apagogiche, Aristotele evidenzia che, in assenza del principio di
non-contraddizione, collasserebbero fra loro tutti gli oggetti, verit e falsit, e tutti i
comportamenti.
Aristotele mette in luce il fatto che, dentro il principio di non-contraddizione, contenuta la
capacit di individuare (differenziare, mettere dei paletti). Dunque, se uno vuole mantenere aperta
per lessere umano la capacit di individuare, deve accettare il principio di non-contraddizione
come condizione necessaria.
b. Principio del terzo escluso (dato un soggetto e un predicato devo o affermare o negare il predicato
di quel soggetto, non c qualcosa di intermedio); una proposizione deve essere o vera o falsa
(legge di bivalenza).
Viene enunciato nel IV libro della Metafisica. Aristotele dice che esso risulta evidente non appena si
sia definito che cosa il vero e che cosa il falso.
Tuttavia, nel De interpretatione, propone una situazione particolare che ha fatto molto discutere, in
quanto lascia pensare che egli dubitasse dellapplicabilit del principio del terzo escluso a enunciati
futuri, per non dover credere nel determinismo.

2
Ai principi di non-contraddizione e terzo escluso, va aggiunto il principio di identit/principio di
determinazione: qualunque cosa io pensi, penso, appunto, quella determinata cosa. Esso serve ad
Aristotele a ribadire la necessaria determinatezza e identit con se stesso di qualunque oggetto del proprio
pensiero.
La ricerca logica di Aristotele finalizzata alla successiva RICERCA NATURALISTICA, e Aristotele
consapevole che la logica non d direttamente la verit, ma la conserva. Da un ragionamento corretto
potranno risultare conclusioni certe se le premesse sono certe. La logica formale, perch non intacca il
contenuto. perci naturale che essa sia pure simbolica, cio faccia uso di simboli per indicare i termini di
cui si compone il suo linguaggio (usa termini dellalfabeto greco per designare i termini).
Il ragionamento su cui maggiormente si concentra Aristotele il SILLOGISMO, in cui le proposizioni sono
categoriche, cio esprimano lappartenenza di un predicato ad soggetto.
Il sillogismo un ragionamento costituito da tre proposizioni: due premesse e una conclusione (+ una
proposizione speculare alla prima premessa). La premessa che contiene il soggetto della conclusione
detta premessa minore; quella che contiene il predicato della conclusione detta maggiore. La conclusione
contiene laltro termine, presente nelle due premesse, che detto medio. La posizione dei termini
determina le figure del sillogismo.
Ogni proposizione categorica caratterizzata quantitativamente (universale, particolare) e
qualitativamente (affermativa, negativa). Quattro possibili forme di proposizione apodittica/dimostrativa
(A, E, I, O si usano per rappresentare simbolicamente i quattro tipi di categorie):
A. Universale affermativa: lestensione del soggetto totalmente inclusa nellestensione del
predicato, tutti gli S sono P;
I. Particolare affermativa: lestensione del soggetto parzialmente inclusa nellestensione del
predicato, qualche S P;
E. Universale negativa: lestensione del soggetto totalmente esclusa dallestensione del predicato,
nessun S P;
0. Particolare negativa: lestensione del soggetto parzialmente esclusa dallestensione del
predicato, qualche S non P.
La I rispetto alla A e la O rispetto alla E sono subalterne: I e O sono vere se la A e la E lo sono (ma non
necessariamente viceversa). La A e la E sono contrarie: possono essere entrambe false, ma non entrambe
vere. La I e la O sono subcontrarie: possono essere entrambe vere, ma non entrambe false. La A e la O, la E
e la I sono contraddittorie: non possono essere entrambe vere, n entrambe false, ma una delle due vera
e laltra falsa.
Si calcolano 256 modi sillogistici (cio le forme che le proposizioni possono assumere nelle quattro figure),
ma solo 19 sono ottenuti attraverso un ragionamento corretto, pi 5 ottenuti tramite subalternazione.
Per giungere ad essi, si possono dare regole di formazione dei sillogismi corretti o tentare di ricondurli ai tre
di prima figura che sono intuitivamente evidenti, tramite conversione semplice (scambiando soggetto e
predicato in una premessa; possibile solo quando soggetto e predicato hanno la stessa estensione, cio in
I e in E), conversione per accidens (scambiando soggetto e predicato e cambiando la quantificazione),
scambio delle premesse, procedimento per assurdo (dimostrare che largomento valido facendo
vedere che dallassunzione della verit delle premesse e della falsit della conclusione si ricava una
contraddizione. Se una proposizione categorica falsa, allora la sua contraddittoria deve essere vera).
Ricondurre alla prima figura significa manipolare i termini in modo da ottenere un sillogismo strutturato
da prima figura.
Nella manualistica medievale fu introdotta una filastrocca per ricordare i 19 sillogismi validi e le regole di
conversione dalle altre figure alla prima.

3
Si deve ricordare che per Aristotele non esistevano n la classe vuota, n il genere sommo, cio un
concetto predicabile di qualunque cosa. Per quanto riguarda la logica attuale, il sillogismo sempre
decidibile, cio si sa sempre stabilire se valido oppure no.

CAPITOLO II LOGICA MAGARICO-STOICA


Linteresse principale della scuola storica, fondata dal filosofo Euclide fu concentrato sulle proposizioni e i
loro nessi. La filosofia triplice e le sue parti sono la fisica, letica, la logica.
La tradizione della scuola megarica fu accolta e sviluppata dal secondo fondatore della scuola storica,
Crisippo di Soli. Si studiato il variare del valore di verit di proposizioni complesse in relazione al valore
di verit delle loro componenti e del connettivo che le unisce, posto la legge di bivalenza. Crisippo
consapevole della problematica deterministica collegata allaccettazione della bivalenza, ma egli abbraccia
espressamente la posizione deterministica (necessit razionale che tutto deve avere una causa).
Posta la bivalenza, lazione dei nessi fra proposizioni si ritiene vero-funzionale, cio che il valore di verit
delle proposizioni composte dipenda dal valore di verit delle componenti.
Attraverso le TAVOLE DI VERIT, possiamo rappresentare i significati dei singoli connettivi.
Grande discussione ha suscitato allinterno della scuola il significato del connettivo seallora. Filone di
Megara diede uninterpretazione meno vicina al linguaggio naturale e pi vicina alluso matematico; ne
deriva una definizione di verit di se p allora q, che d come unico caso di falsit quello con p vera e q
falsa.
La fama della scuola stoica di logica si deve anche a Eubulide di Mileto, per la formazione dellantinomia del
mentitore, la cui versione pi semplice io mento: se mento, affermo il vero; se affermo il vero, mento.
In ogni caso ottengo una contraddizione.

CAPITOLO III DAL I SECOLO d.C. AL MEDIOEVO


Tra I secolo d.C. e il VI secolo, gli eventi maggiormente significativi per quanto riguarda la logica sono:
La tradizione aristotelica e megarico-stoica tendono a mescolarsi.
Galeno presenta i sillogismi relazioni (A=2B, B=2B allora A=4C).
Porfirio scrive lIsagg, cio lintroduzione alle Categorie di Aristotele (si parla di logica vetus). In
essa, Porfirio pone la QUESTIONE DEGLI UNIVERSALI, cio dei generi e delle specie, che si articola
in tre problemi: sussistono autonomamente o sono posti solo nellintelletto?; sono corporei o
incorporei?; sono separati o no dalle cose sensibili?
Dopo un periodo di relativa staticit, si diffonde la LOGICA VETUS e compare il primo trattato di logica
medievale ad opera di Alcuino. La questione degli universali viene ampiamente dibattuta nellXI secolo,
ottenendo due principi di risposte; entrambe le correnti avevano ricadute di tipo teologico:
Nominalista: gli universali non hanno realt ma sono solo flatus vocis. Spiegava la trasmissione
della colpa di Adamo, colpa che ha corrotto il genere umano.
Realista: la vera realt sono proprio gli universali, mentre gli individui sono accidenti. Vedeva la
realt divina distinta in tre persona che hanno in comune solo il nome.
Nel XII secolo, Abelardo contribuisce alla questione degli universali sostenendo che essi siano le immagini
delle cose reali sempre solo individuali stampate nella nostra mente e poi sbiadite.
Il XIII secolo il momento di massima fioritura della logica: entra a pieno titolo nelle universit, nella
Facolt delle arti, a un livello propedeutico. Si accentua il carattere formale della logica con uso di formule e
tecniche mnemoniche.

4
Laspetto pi diffuso della logica a livello del trivio quello di ANALISI DEI SOPHISMATA, cio di tesi
paradossali che risultavano da un errore logico nascosto nellargomentazione.
Con la LOGICA TERMINORUM vengono studiate la significazione (categorematici e
sincategorematici) e le propriet dei termini (significatio, suppositio, ampliatio, restrictio).
Nella DOTTRINA CONSEQUENTIAE si compie una ricerca sullinferenza, distinguendo fra
consequentia formalis (il ragionamento perfetto) e consequentia materialis (il ragionamento
imperfetto che sottintende una premessa).
Si danno le OBLIGATIONES, cio le regole per le dispute scolastiche. Queste erano esercizi per
studenti, cos denominate perch le regole costringevano a rispondere in un certo modo fra tre
possibili (lo ammetto, lo nego, ne dubito). Il tipo pi importante era la positio: loppositore
proponeva una proposizione generalmente falsa e banale (positum). Laltro doveva accettarla solo
nel caso in cui fosse logicamente possibile. Poi loppositore proponeva una serie di altre
proposizioni. Scopo delloppositore era di portare lavversario ad accettare una contraddizione;
scopo dellavversario era di evitare la trappola.
Gli INSOLUBILIA, cio le antinomie logiche come quella del mentitore.
Tra il XII E IL XIV secolo, particolare attenzione viene riservata alle proposizioni modali, contente le nozioni
necessario, possibile, impossibile e contingente. Si approfondisce la distinzione fra modalit de
dicto (necessariamente esiste un individuo -operatore modale- che gode della propriet P) e de re
(esiste un individuo che necessariamente gode della propriet P).

CAPITOLO IV DAL QUATTROCENTO AL SEICENTO


A partire dal Quattrocento fino a tutto il Seicento, non cessa mai del tutto lo studio della logica: lattenzione
si concentra sul sillogismo di cui ci si chiede se sia davvero sufficiente a esprimere le dimostrazioni ivi
contenute riduzione dampiezza degli orizzonti tematici.
Nel Cinquecento, il pi famoso critico di Aristotele Pietro Ramo.
Nel Seicento, DESCARTES e LOCKE sono i pi famosi detrattori della logica, ritenendo che la conoscenza sia
intuizione, immediata oppure mediata da una serie di altre intuizioni. Il sillogismo appare loro un inutile
procedimento che inceppa il naturale susseguirsi delle intuizioni nella dimostrazione.
Descartes: la conoscenza intuizione di singole idee. Quattro regole:
1. Non accettare mai per vera nessuna cosa che non si riconosca tale con evidenza;
2. Suddividere ogni difficolt che si esamina nel maggior numero di parti possibili e necessarie per
meglio risolverla;
3. Condurre per ordine i propri pensieri, cominciando dagli oggetti pi semplici e pi facili da
conoscere, per salire a poco a poco;
4. Fare ovunque enumerazioni cos complete e revisioni cos generali da essere sicuro di non omettere
nulla.
Locke: la conoscenza concordanza di idee. Ci sono due gradi di conoscenza, che variano tra loro per
chiarezza ed evidenza:
La CONOSCENZA INTUITIVA: le idee si presentano da se stesse in accordo o disaccordo e la mente
allora vede la verit con chiarezza; quando invece la mente non vede immediatamente laccordo o
il disaccordo, tra le idee rimane ignoranza.
La CONOSCENZA DIMOSTRATIVA: per vedere laccordo o disaccordo delle idee prime, altre idee
fanno da intermediarie.
La conoscenza dimostrativa inferiore a quella intuitiva, ma fondata su di essa, perch ogni suo gradino
unintuizione.

5
BACON critica il sillogismo, proponendo la logica induttiva. Il fine scoprire le arti, i principi stessi, le
designazioni e le indicazioni di opere. Cos, la natura e lordine delle dimostrazioni concordano. Respinge la
dimostrazione per sillogismo perch provoca confusione e fa sfuggire la natura dalle mani. Per lindagine
sulla natura, si serve dellINDUZIONE, cio quella forma di dimostrazione che sorregge il senso, incalza la
natura ed il fondamento delle opere, quasi confondendosi con esse.
ARNAULD e NICOLE DI PORT-ROYAL, La Logique, ou lart de penser: si delinea unidea di logica come arte
di ben condurre la propria ragione nella conoscenza delle cose. Alle quattro operazioni mentali (concepire,
giudicare, ragionare, ordinare) corrispondono quattro parti della loro opera: la teoria delle idee, analisi di
enunciati, fallacie argomentative, metodologia. I vantaggi della loro ricerca: essere sicuri di usare bene la
ragione; scoprire e spiegare pi facilmente lerrore e il difetto; conoscere meglio la natura dello spirito
personale.
HOBBES: ragionare la stessa cosa di addizionare e sottrarre , calcolare; punto di continuit fra Lullo e
Leibniz.
LEIBNIZ rappresenta nel Seicento la massima voce in difesa della logica formale cui contribuisce col suo
progetto di ars combinatoria, cio un procedimento per trovare tutte le verit delle varie discipline dai
loro concetti base, effettuando tutte le loro combinazioni. Tale progetto si doveva articolare nella
produzione di un linguaggio ideale, di una scienza generale del metodo e di unenciclopedia del sapere.
Prova ad applicarlo dapprima allanalisi infinitesimale (impossibile far collaborare le varie accademiche), poi
alla geometria (realizzazione pi limitata) e infine alla logica aristotelica (non riusc a produrre un calcolo
che coprisse lintera teoria del sillogismo), ma fallisce. Leibniz rimane legato alla struttura soggettopredicato aristotelica.
SACCHERI, lavorando a corroborare la geometria euclidea, fin per contribuire a precisare alcuni aspetti di
quelle che poi sarebbero state riconosciute a pieno titolo come geometrie non-euclidee. Il quinto postulato
delledificio euclideo lasciava qualche perplessit; cos, Saccheri tenta la strada di dedurlo a partire dagli
altri postulati; il suo metodo consistito: proporre una dimostrazione per assurdo, cio dimostrare la
impossibilit della negazione del quinto postulato, mostrando lassurdit delle conseguenze.

CAPITOLO V IL SETTECENTO
La situazione della logica in Europa la seguente: in Francia continua la tradizione della logica come teoria
delle idee; in Germania persiste un filone dinteresse per la logica formale: capostipite era WOLFF, che
sosteneva che tutte le dimostrazioni matematiche consistevano di catene di sillogismi della prima figura.
EULERO sviluppo lidea leibniziana di illustrare le relazioni logiche con analogie geometriche,
rappresentando i sillogismi tramite relazioni fra cerchi.
KANT ridefin la logica. Distinse tra:
Logica generale (formale): astrae da ogni contenuto della conoscenza per considerare la forma dei
rapporti tra conoscenze; cio scienza delle leggi necessarie del pensiero non ulteriormente
perfezionabile, individuate da Aristotele.
Logica trascendentale (concetto nuovo): astrae solo dal contenuto empirico della conoscenza e si
occupa dei modi di unificare il molteplice delle rappresentazioni, cio si tratta di quelle forme a
priori in virt delle quali un oggetto un oggetto. In quanto tale, essa prende il posto
dellontologia, ma ne resta distinta perch studia il fenomeno e non la cosa in s.

CAPITOLO VI LOTTOCENTO
In Gran Bretagna impera la TRADIZIONE EMPIRISTICA che nellOttocento ha in MILL il suo esponente pi
significativo. Infatti, empirismo e lassociazionismo lo portano a concepire la logica come studio delle
inferenze.
Egli mise in luce il fatto che anche le inferenze che appaiono di carattere deduttivo, sono sempre da
ricondurre a passaggi da casi particolari ad altri casi particolari: anche le proposizioni universali non sono
altro che generalizzazioni da esperienze particolari. Le inferenze sono sempre induttive LOGICA
INDUTTIVA (indurre = ricavare un principio generale da fatti particolari attraverso un procedimento logico),
che si propone di individuare le garanzie sulle generalizzazioni che si effettuano. La generalizzazione un
processo di denominazione e un processo dinferenza. In un solo e breve enunciato, si trovano condensati i
risultati di molte osservazioni e molte inferenze. Le proposizioni generali sono pure registrazioni dinferenze
gi fatte e formule abbreviate per farne di pi. Siamo in grado di ragionare senza far uso di proposizioni
generali e nei casi semplici ed ovvi lo facciamo abitualmente.
Un recupero della LOGICA FORMALE DEDUTTIVA (dedurre = ricavare logicamente uninferenza da un
principio generale) veniva posto da WHATELY, che pu essere considerato il responsabile della rinascita
inglese della logica formale.
HAMILTON modific i modi possibili e validi della sillogistica, che ritenne, cos, di aver semplificato e
completato. La quantificazione del predicato consentiva di ridurre le proposizioni ad equazioni,
preparando il terreno allalgebra della logica.
DE MORGAN considerato il primo logico ad aver discusso estensivamente una teoria delle relazioni.
BOOLE aveva un intento matematico: aggiunse alla rappresentazione estensionale dei principi della logica
(cio lidea di intenderli come classi di oggetti e non come combinazioni di attributi) luso di operatori
algebrici opportunamente adattati. Peacock progett un passo successivo: liberarla da riferimenti di
qualit. Algebra della logica = ci che rende possibile la logica lesistenza, nella nostra mente, di
nozioni generali, che la nostra capacit di concepire una classe e designare con un nome comune gli
individui che ne sono membri (egli us x, y, z a indicare le classi). Propose di esprimere proposizioni
logiche mediante simboli, le cui leggi di combinazione si fondevano con le leggi dei processi mentali che
tali simboli rappresentano. Cosicch ogni proposizione logica, categoria o ipotetica suscettibile di
espressione esatta e rigorosa; di conseguenza ogni processo rappresenter una deduzione, ogni
conseguenza matematica esprimer uninferenza logica.
Il trattamento del sillogismo avviene cercando di esprimere le premesse in modo che il termine medio y si
trovi in ciascuna premessa sui lati opposti di due equazioni. Le inferenze sono effettuate per sostituzione e
rimpiazzamento di termini uguali.
In Boole manca la teoria delle relazioni: fu lamericano PEIRCE a presentare in modo assiomatico unalgebra
della logica relazionale e non-relazionale combinando Boole e De Morgan.
In Germania, la prima met dellOttocento vede imperare limpostazione hegeliana, che identifica logica
con metafisica: la logica ha per oggetto il pensiero e questo si identifica con la realt. Matura anche
unattenzione per la logica formale.
Un accenno va fatto a proposito della geometria che subisce una svolta epocale, sulla scia di Saccheri,
nellOttocento si approfondisce. Geometria iperbolica e geometria ellittica non avevano un corrispettivo
fisico e per esse si cerc un modello visibile: esse erano non-contraddittorie perch riconducibili ad una
geometria considerata intuitivamente non-contraddittoria (la geometria classica euclide).

CAPITOLO VIII FREGE


Il matematico tedesco Frege pensava che i numeri naturali non fossero la base pi semplice che si potesse
trovare per i numeri reali, ma che essi potessero essere a loro volta definiti in termini logici. Il numero,
precis Frege, non reale, cio non occupa spazio, ma oggettivo, cio indipendente dalle
rappresentazioni ma non dalla ragione. Atteggiamento antipiscologistico. Sottoline che, in aritmetica,
ci che conta la giustificazione delle proposizioni e non il modo in cui si arriva a coglierne il contenuto:
non analitico, ma dimostrato secondo le pure leggi della logica.
IDEOGRAFIA: Frege simpegn, nellambito del programma LOGICISTA, a costruire un linguaggio
simbolico per evitare che qualsiasi somiglianza col linguaggio quotidiano potesse interferire sulloggettivit
della dimostrazione (no componente emotiva). Frege individua nella coppia funzione-argomento il modo
pi opportuno di esprimere i rapporti tra componenti della frase nel linguaggio naturale: descrive il
predicato come una funzione che ha tanti posti, cio si applica a tanti argomenti, quanti sono
rispettivamente il soggetto e i vari complementi necessari per quel predicato. Il risultato dellapplicazione
della funzione a quegli argomenti sar sempre uno dei due valori di verit, Vero o Falso. Una funzione pu
avere come argomento unaltra funzione e cos via. Per esprimere il riferimento alla quantificazione, Frege
si limita a quella universale, cio al tutti, poich quella esistenziale (il qualche) pu essere espressa
come negazione delluniversale. Per quanto, poi, riguarda lespressione di proposizioni contenenti
connettivi, Frege si limita alla negazione e allimplicazione, in quanto gli altri connettivi sono derivabili.
Frege introduce anche un apposito segno (una linea orizzontale) da apporre dinanzi ad ogni enunciato sulla
cui verit ci si vuole impegnare: quello che egli chiama giudizio.
Frege elenca gli assiomi dellaritmetica e le regole per ottenere i vari teoremi, e precisa il concetto di
dimostrazione come sequenza finita di formule che sono o assiomi o ottenute da formule precedenti
applicando le regole.
La logica formale da Frege in poi assume laggettivo matematica proprio per questa originaria finalit di
descrizione dellaritmetica.
Va notato che nellultima parte della sua vita, sembra aver optato per una fondazione dellaritmetica non
pi sulla logica, ma sulla geometrica.

CAPITOLO IX HILBERT
A fine Ottocento, il matematico tedesco Hilbert inizi la sua ricerca partendo dalla fisica teorica: mise in
rilievo come lintroduzione di assiomi ad hoc porti a sciocchezze. Questo fatto gli fece comprendere il
ruolo definitorio della rete degli assiomi: linsieme degli assiomi che vengono dati e ogni aggiunta di
assiomi comporta un riassestamento definitorio; quindi non il singolo assioma che definisce. Da qui le
caratteristiche dellASSIOMATICA HILBERTIANA:
I.
essenziale elencare gli assiomi e controllare che siano indipendenti gli uni dagli altri;
II.
Va controllata la loro coerenza;
III.
possibile che pi aspetti della realt possano esemplificare le relazioni intessute dagli assiomi
stessi (pluri-interpretabilit del sistema);
IV.
esistenza matematica significa coerenza come pensabilit;
V.
Occorre verificare che il sistema sia completo, cio che gli asserti veri del sistema siano derivabili
dai suoi assiomi.
Hilbert era cosciente della presenza di antinomie nella teoria degli insiemi e una delle attivit di ricerca fu
proprio di tentare uneliminazione assiomatica. Da Russell e Whitehead, Hilbert import direttamente gli
assiomi per la logica proposizionale.

8
MATEMATICA FINITARIA DI HILBERT = Stimolato dallintuizionismo di Brouwer, Hilbert delineava un nuovo
programma di ricerca: la matematica dotata di contenuto solo matematica finitaria (quella che tratta di
manipolazioni finite di segni), ma Hilbert riteneva di poter continuare ad utilizzare tuto il resto della
matematica, purch venisse dimostrata non-contraddittoria.
In realt, va precisato: da un lato, la matematica finitaria di Hilbert era pi ristretta di quella intuizionistica;
dallaltro, con lespressione segno, Hilbert intende la capacit di mettere a fuoco unit.
Successivamente, influenzato dai SEMINARI NEO-KANTIANI, egli prese una posizione pi precisa
relativamente alle fonti della conoscenza. Concorda che esiste una terza fonte di conoscenza oltre alla
logica e allesperienza: essa sarebbe data da ci che a priori, cio quella capacit di individuare la parola
segno escludendo ogni riferimento allaspetto materiale.
IL SEGNO = Secondo Hilbert, gli oggetti della teoria dei numeri sono proprio i segni, la cui forma pu essere
da noi riconosciuta universalmente e sicuramente, indipendentemente dallo spazio e dal tempo e dalle
contraddizioni particolari della costituzione del segno. Perci lo sviluppo della scienza matematica avviene
in due modi che si alternano continuamente: il conseguimento di nuove formule dimostrabili dagli assiomi
e lintroduzione di nuovi assiomi.
LINFINITO = loperare con linfinito pu venir reso sicuro soltanto mediante il finito. Linfinito non si pu
mai arsi nella realt; in nessuna parte della realt si pu trovare un continuo omogeneo che ammetta una
divisibilit illimitata e realizzi con ci linfinitamente piccolo.

CAPITOLO XI BROUWER E LINTUIZIONISMO


Brouwer propose una forma di INTUIZIONISMO PECULIARE.
PRIMO ATTO DELLINTUIZIONISMO = Per essere giustificata moralmente, la matematica doveva essere
unesperienza a-linguistica (il linguaggio strumento di persuasione), non applicativa. Lattivit alinguistica della mente ha la sua origine nella percezione di un moto temporale. Lintuizione del tempo gli
sembr la fonte da cui partire, poich da essa era possibile astrarre lo schema della duo-unit, cio della
nostra capacit di individuare unit e conservarle nella memoria. Inoltre vi contenuta la capacit di
formare insiemi e di costruire alberi.
SECONDO ATTO DELLINTUIZIONISMO = Ammette due modi di creare nuove entit matematiche: in primo
luogo, sotto la forma di successione di entit matematiche precedentemente acquisite; in secondo luogo,
sotto la forma di specie matematiche (propriet ipotizzabili).
A partire da questi due atti, la matematica, poi, deve svilupparsi dalla duo-unit per successivi passaggi
mentali, che devono andare da evidenze a evidenza. Non ci sono regole di dimostrazione, ma nuove vie per
passare da intuizione a intuizione. Per questo motivo, la logica, considerata negativamente da Brouwer per
la sua natura intrinsecamente linguistica, deve subire un riassestamento forte: essa diventa la raccolta
delle regolarit presenti nelle espressioni del pensiero umano.
La FORMAZIONE DELLE LEGGI LOGICHE avviene in base allo stesso processo di estrapolazione di schemi che
la scienza mette in opera e che si svolge evidenziando sequenze ricorrenti ed etichettandole come rapporto
causa-effetto.
Brouwer si sofferm a considerare i LIMITI SPECIFICI DEL LINGUAGGIO SIMBOLICO:
La freddezza del simbolismo rende il linguaggio particolarmente inadeguato.
Il simbolismo rende pi complessa la comprensione della matematica, perch richiede uno studio
preliminare;
Il legame stretto fra il simbolismo e la teoria fondazionale formalista;
La facilit con cui il simbolismo induce a pensare che i sistemi in cui compare si possono sviluppare
indipendentemente dalla matematica.

9
In un ragionamento matematico non pu mai comparire una contraddizione.
Limpostazione intuizionista d un senso alla richiesta di coerenza dei sistemi formali, altrimenti solo uno
studio psicologico ci potrebbe spiegare come mai la contraddizione ci lascia attoniti. Per questo la noncontraddittoriet pu essere considerata un segno che dietro il linguaggio c qualcosa di matematico,
anche se non una dimostrazione di esistenza matematica.
Brouwer ritiene di aver individuato nel portare a contraddizione, cio far vedere che la costruzione
ipotizzata non pu essere portata a termine la definizione pi opportuna.
Lesperienza interna rivela come gran parte della matematica separabile possa, con opportune modifiche,
essere ricostruita per mezzo dellillimitato dispiegarsi dellintuizione basilare. Il linguaggio non svolge altro
ruolo che quello di una tecnica, efficiente ma mai infallibile o esatta. Il linguaggio matematico, in s, non
pu dunque mai creare sistemi matematici.
I problemi matematici aperti lasciano in sospeso singoli asserti del principio del terzo escluso. La
propriet della razionalit dei singoli numeri reali riferita allasserto del principio del terzo escluso
addirittura comporta una contraddizione. Nella matematica intuizionista vale il teorema di continuit delle
funzioni, che stabilisce che ogni funzione definita su un intervallo chiuso del continuo uniformemente
continua (non ammette buchi o salti).
LALLIEVO DI BROUWER: Heyting cerc di far dissolvere le perplessit relative al misticismo brouweriano,
proponendo di vedere lintuizionismo semplicemente come un tentativo di esaminare fin dove si
spingessero i limiti umani nel costruire entit matematica con le sole nostre forze. Con il tempo, poi, la
posizione di Heyting sul linguaggio divent ancora pi permissiva.
GRISS, accettato lintuizionismo, aveva messo in luce una debolezza: la definizione brouweriana di
negazione. Il nuovo significato che Griss d alla negazione il confronto fra due enti (gi costruiti) e il
rilevamento che essi hanno caratteristiche diverse, cio che non sono sovrapponibili.
o A questa critica, Brouwer rispose semplicemente fornendo un esempio di impossibilit di
conversione di propriet negative in propriet positive
o Heyting colse il peso della critica di Gris e present al primo posto ci che non richiede costruzione
ipotetiche, ossia le operazioni su numeri naturali piccoli. Egli osserv che solo nel caso dei numeri
naturali piccoli, le operazioni vengono effettuate compiutamente e, quindi, possono essere colte
con lo sguardo direttamente.
Brouwer inizialmente non aveva ammesso successioni infinite se non predeterminate da una legge. Ma poi
si era convinto dellaccettabilit delle successioni di libera scelta. A Heyting sembrava difficile accettare la
totale libert che si ha ne produrre le successioni di libera scelta: gli sembrava di lasciare margine alla
soggettivit e alla temporalit.
Per quanto riguarda la nozione di specie, Heyting non riusciva a comprendere come si potesse parlare di
specie di tutti i numeri naturali e neppure perch si ammettesse la loro specie e non anche la specie di tutte
le specie.
Lesistenza di un dissenso tra intuizionisti, riguardo a cosa dovesse essere ritenuto evidente, indeboliva la
posizione intuizionista che vantava il fatto di basarsi su quanto evidente come punto di forza rispetto alle
altre scuole fondazionali. Perci Heyting cerc di minimizzare il problema dellesistenza di gradi di evidenza:
la cosiddetta matematica classica si rivel una meravigliosa mescolanza di parti costitutive molto
eterogenee. Nella matematica formalistica c la parte formale, nella matematica intuizionista c la parte
che si fonda sullintuizione del numero. La filosofia nei confronti della matematica non deve avere un ruolo
di ricerca fondazionale, ma di descrizione dellattivit del matematico, per renderla piconsapevole.

Anda mungkin juga menyukai