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Antidoti differenziati al culto del presente

- Alessandro Arienzo, 01.12.2015


Saggi. Del pensiero critico. Filosofia e concetti per il tempo presente, un volume collettivo curato
da Alessandro Simoncini per Mimesis.
In un suo scritto su Illuminismo e critica (Donzelli) Michel Foucault descrive la seconda come una
certa maniera di pensare, di dire e anche di agire, un tipo di rapporto con lesistente, con ci che si
sa, con ci che si fa, un rapporto con la societ, con la cultura, con gli altri. La critica larte di
non essere eccessivamente governati.
Il volume curato da Alessandro Simoncini, Del pensiero critico. Filosofia e concetti per il tempo
presente (Mimesis, euro 28) raccoglie i contributi di sedici intellettuali che pur interrogandosi su
temi differenti partono tutti dallurgenza di comprendere criticamente il presente. Del resto, se Marx
ha descritto la miseria della filosofia, Gilles Deleuze e Felix Guattari ci hanno mostrato come la
filosofia (ed eminentemente quella critica) sia costruzione, invenzione e produzione di concetti tra
amici. A scorrere le pagine di questa raccolta si coglie come la filosofia critica contemporanea
esprima una straordinaria ricchezza di analisi. Nella sua introduzione Simoncini si sofferma
soprattutto sulle differenze che segnano i tanti rivoli del pensiero critico novecentesco
prevalentemente ma non esclusivamente marxista e di quel complesso plurale di riflessioni che,
magari proprio a partire da Marx, hanno posto in questione la pi tradizionale critica politica
socialista e comunista.
Il volume ha come punto di partenza comune a tutti i contributi quel dominio del capitale che
conserva ed espande la propria capacit egemonica confermando e per molti versi
approfondendo le contraddizioni relative al dominio delluomo sulluomo e delluomo sulla natura,
oltre che le persistenti gerarchie di classe, di genere, di razza. Tuttavia, se il capitale si dato
e ancora si d come un rapporto sociale tra persone mediato da cose che ha per fine la propria
auto-valorizzazione, le metamorfosi nei processi produttivi e della valorizzazione capitalistica
impongono un nuovo sforzo intellettuale di comprensione delloggi senza il quale nessuna
prospettiva politica pu emergere.

Il nodo del legame sociale


La prima parte del testo si muove, quindi, nel campo del capitale, la seconda invece riflette sulla
politica come mutamento. Il contributo di apertura di Michael Lwy dedicato ad un lungo
frammento di Walter Benjamin sul capitalismo come culto, come nuova religione che emerge dalle
ceneri del cristianesimo. Quello del capitalismo come religione non rinvia solo alla questione delle
origini del primo, ma anche al tema del capitalismo come forma specifica di legame sociale.
Limportanza di Benjamin nel contesto della riflessione filosofico-politica odierna, come filosofia
critica, discussa anche da Massimiliano Tomba. Il testo di Pierre Macherey, come quello di Mario
Pezzella nella seconda parte del volume, si soffermano invece sulla figura di Guy Debord e sulla sua
analisi della merce/spettacolo. In particolare il bel lavoro di Pezzella riattualizza la categoria di
spettacolare integrato per tentare di cogliere le specificit dellautoritarismo contemporaneo e le
sue fascinazioni.
In una raccolta di contributi che deve fare i conti con Marx e le tradizioni marxiste i lavori di Anselm
Jappe e di Matteo Pasquinelli affrontano la questione del valore nellanalisi del sistema di produzione
capitalistico. Jappe discute criticamente le tesi di Sohn-Rethel sul denaro e sulla sua natura; il lavoro
di Pasquinelli invece colloca nella rilettura dei temi marxiani del valore e del lavoro la necessit

della conricerca come intreccio tra teoria e prassi di lotta. I contributi di Salvatore Cingari dedicato
a Gramsci, di Michele Filippini e di Federico Tomasello al metodo operaista, quello di Damiano
Palano su Sergio Bologna, restituiscono quindi uno spaccato interessante della ricca variet del
pensiero critico marxista italiano che nelle sue molte varianti rivela la sua attualit.
La gran parte dei contributi del volume sono comunque accomunati da un pi o meno esplicito
esercizio di critica delleconomia politica, sia come disvelamento della realt produttiva e della
circolazione capitalistica, sia come critica delle economie simboliche, del desiderio e spettacolari che
le accompagnano. Nei saggi sono inevitabilmente riproposte e interpretate le tesi di autori come
Foucault, Deleuze e Guattari nonch di Debord e dei situazionisti. In particolare, i contributi di
Couze Venn e di Jason Read si soffermano sul senso, e lattualit, della categoria foucaultiana di
neo-liberalismo. In particolare, Venn argomenta la necessit di integrare la lettura del passaggio dal
liberalismo classico al neoliberalismo con lanalisi dei processi storici del colonialismo e dei processi
di accumulazione di ricchezze che hanno operato come banco di fondazione e di sperimentazione
delle biopolitiche liberali. Jason Read, invece, pone la propria attenzione sulla lettura foucaultiana
dellhomo oeconomicus per mostrare la necessit di far riferimento al tema marxiano della
sussunzione reale se si vuole cogliere come lattuale sistema di produzione capitalistico sia
innanzitutto un sistema di produzione di soggettivit. Il contributo di Franco Berardi Bifo pone
invece in questione in maniera estremamente diretta ed efficace lattualit dellimpegno teorico di
Deleuze e di Guattari richiamandoci alla necessit di pensare la sofferenza dei singoli (la bomba
psichica) ma anche di abbandonare lesaltazione e la potenza liberatrice del desiderio e della sua
espressione schizoide. Etienne Balibar si concentra invece sulle aporie del concetto marxiano di
politica, inteso come fine della politica, che inscritta in una lotta di classe che estingue se
stessa proprio nel suo realizzarsi.

La guerra civile mondiale


Balibar discute innanzitutto dellequivalenza tra lotta di classe e guerra civile posta nel
Manifesto, e sulle tesi diverse che appaiono nel Capitale, per argomentare che la lotta di classe
sorge sempre e immancabilmente, ma in forme impreviste e inattese. Il confronto politico che
soggiace questo itinerario teorico quello con le tesi di Toni Negri e Michael Hardt sullantitesi tra
una guerra civile mondiale e le persistenti e moltitudinarie resistenze che attraversano la societ
capitalistica. Lungo questa scia di analisi Sibertin-Blanc, attraverso Deleuze, si interroga sulle forme
odierne dei processi di proletarizzazione come processi di costruzione di minoranze e la possibile
politica a venire. Un volume ricchissimo di spunti e contributi, quindi. Che ha il pregio di restituirci
il senso, e la necessit, della filosofia politica come critica perch se la filosofia produzione la
critica esercizio di libert.
2015 IL NUOVO MANIFESTO SOCIET COOP. EDITRICE

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