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Gestione dei Sistemi Energetici 15/01/07

GESTIONE DEI SISTEMI ENERGETICI


Il corso si articola in quattro macroargomenti, ciascuno costituito da due temi:
1. Metodologie di indagine dei sistemi energetici;
1a. Analisi exergetica. Localizza e quantifica le perdite (cause di irreversibilit)
migliorando il sistema energetico;
1b. Pinch Technology. Riguarda le sezioni di generatori di vapore a recupero dove si
ha la minima differenza di temperatura. Lobiettivo di progettazione e
ottimizzazione delle reti di scambiatori di calore.
2. Mercato dellenergia:
2a. Energia elettrica;
2b. Gas naturale;
3. Sistemi energetici tradizionali ad elevato rendimento:
3a. Impianti a ciclo combinato gas vapore (costituiscono la quasi totalit degli
impianti elettrici);
3b. Sistemi di cogenerazione cio di produzione combinata di energia meccanica e
termica (cartiere Burgo e Micron di Avezzano).
4. Sistemi energetici innovativi a ridotta interazione con lambiente:
4a. Pile a combustibile (applicazioni fisse per la produzione di energia elettrica
stazionaria e mobili per lautotrazione stradale);
4b. Soluzioni impiantistiche che utilizzano combustibili fossili con cattura e
rimozione del diossido di carbonio.

Gestione dei Sistemi Energetici 15/01/07


IL METODO DELL ANALISI EXERGETICA
Cap. 1 Concetti preliminari
Il testo di riferimento Kotas T.J. , The Exergy Method of Thermal Plant Analysis;
Butterworths.
Primo Principio della Termodinamica (di conservazione dell energia)
In un sistema isolato sede di processi reali (o reversibili) il livello energetico del sistema si
conserva:

U = U ( c, z , p, v, T , x1 ,K , xn )

(1)

U is = 0

(2)

+ U amb
=0
U sis

(3)

Se il sistema non isolato si scrive:

Con riferimento alla (3), se il sistema aumenta (diminuisce) il proprio livello energetico
lambiente invece lo diminuisce (aumenta).
Secondo Principio della Termodinamica (di degradazione dell energia)
In un sistema isolato sede di processi reali lenergia si conserva quantitativamente, ma subisce
una degradazione in termini qualitativi. Laumento di entropia un indice della irreversibilit
dei processi per cui si scrive:

Sisrev = 0
Sis = 0 irr
Sis > 0

(4)

S sis + Samb 0

(5)

Se il sistema non isolato si scrive:

Se a seguito di un processo lentropia del sistema diminuisce (aumenta), lentropia


dellambiente aumenta (diminuisce) in modo che sia verificata la (4). Per comprendere ci si

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consideri un sistema isolato allinterno del quale avvenga uno scambio di calore in presenza di
una differenza finita di temperatura1:
1. Le molecole di un sistema ad alta T sono molto disordinate, sia nella loro
posizione sia in termini degli stati energetici occupati (traslazionali, vibrazionali,
rotazionali);
2. Le molecole di un corpo a bassa T (ad esempio un solido) sono molto pi
ordinate, sia nella posizione sia negli stati energetici permessi;
3. Un sistema a bassa T ha meno stati energetici e posizioni permesse di un
sistema ad alta T.
Si considera leffetto di un trasferimento reversibile infinitesimo di calore ad un corpo. Dal
punto di vista dellordine molecolare e della redistribuzione energetica interna, fornire una
quantit

reversibile al sistema ha un effetto maggiore se la temperatura bassa. Se il

sistema gi ad alte temperature, ha gi una grande redistribuzione interna dellenergia e


fornire

Qrev

al sistema ha meno effetto. Per questo motivo si definisce la grandezza di stato

entropia come ds = Qrev / T e si pu affermare che, per un sistema non isolato e per un
processo reale, se il sistema cede (acquisisce) calore la sua diminuzione (il suo aumento) di
entropia minore (maggiore) dellaumento (della diminuzione) di entropia dellambiente, in
modo che dsis > 0 . Infatti a parit di calore scambiato il corpo caldo (che cede calore) ha una
temperatura maggiore del corpo freddo (che riceve calore)2

Calcolo Variazioni di Entropia di un Sistema (Equazione di Gibbs)


Lenergia interna si pu esprimere come funzione dellentropia e del volume, quindi
differenziando si ottiene la formulazione del Primo Principio per sistemi chiusi:

u = u ( s, v )
u
u
du = ds + dv = Tds pdv
s v
v s
Essendo:

dLrev = pdV

(5)

Qrev = Tds

(6)

In seguito si dimostrer che tale processo irreversibile (irreversibilit di seconda specie).


Se i due corpi sono sorgenti durante lo scambio termico le loro temperature rimangono costanti e il secondo principio
della termodinamico diventa pi evidente.

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si ottiene:

du = Tds pdv

(7)

Analogamente per i sistemi aperti, avendo definito lentalpia come:

h = u + pv

(8)

ed esprimendo lentalpia in funzione della entropia e della pressione si ha:

dh = Tds + vdp

(9)

Ricavando ds dalla (7) ed assumendo il gas perfetto si ha:

ds =

1
p
du + dv
T
T
ds =

cv dT
dv
+R
T
v

ds =

c p dT

(10)

Analogamente dalla (9) si ha:

ds =

1
v
dh dp
T
T

dp
p

(11)

Per un gas ideale i calori specifici a pressione e volume costanti sono indipendenti dalla
temperatura e allora, integrando la (10) e la (11) si ottiene:

s12 = cv ln

T2
v
+ R ln 2
T1
v1

s12 = c p ln

T2
p
R ln 2
T1
p1

(12)3

(13)

altres noto che la variazione di entropia in termini infinitesimi per un sistema chiuso data
dalla seguente:

ds =

Q
T

+ dsi + dsi =

Q
T

+ dsi

(14)

In base alla (14) allora le produzioni entropiche legate alle irreversibilit di prima e di seconda
specie sono date da:
3

In una trasformazione isoterma di compressione lentropia del sistema diminuisce.

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dsi = ds

dQ
T

(15)

Rendimento Massimo di un Motore Termico


Si consideri lo schema in Figura 1:

STTH
QH
L

MT

QL
STTL
Figura 1 Schema di un impianto motore termico (si considera isolato)
Il rendimento4 definito come:

Q
L
= 1 L
QH
QH

(16)

Nella (16) QL QH la frazione di calore non utilizzata e la variazione di entropia del sistema
isolato pari a:

Sis =

QH QL
+
0
TH TL

(17)

Naturalmente nella (17), poich il motore termico attua un ciclo termodinamico, per esso si
ha:

S MT = 0
Nel caso reversibile dalla (17) si ha:
4

Si utilizza il primo principio della termodinamica assumendo la macchina termica come sistema.

(18)

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Sisrev = 0

QL QH
Q
T
=
L = L
TL TH
QH TH

Allora il rendimento (16) si scrive:

rev = 1

TL
= Carnot
TH

(19)

La (19) dice che, in ipotesi di reversibilit, il rendimento del ciclo motore termico quello
massimo di Carnot che opera fra le temperature estreme TL , TH . Nel caso reale dalla (17) si
ha:

Sisirr > 0

QL TL
>
QH TH

(20)

In base alla (20) il rendimento di un ciclo reale risulta sempre minore di quello di Carnot:

r < Carnot

(21)

Reversibilit e Irreversibilit
Tutti i processi reali sono accompagnati da irreversibilit Sis di prima e di seconda specie. Le
irreversibilit di prima specie sono dissipazioni dirette di lavoro (energia completamente
organizzata) in energia interna del sistema (energia associata, a livello microscopico, con il
moto casuale delle particelle che costituiscono il sistema). Le irreversibilit di seconda specie
sono dovute a processi spontanei di non equilibrio, quando un sistema tende a passare
liberamente (senza vincoli) da uno stato di non equilibrio ad uno stato di equilibrio (ad entropia
maggiore). Appartengono al primo gruppo di irreversibilit le dissipazioni dovute a:

Attrito tra solidi e tra fluidi;

Isteresi meccanica ed elettrica;

Resistenza ohmiche (effetto joule);

Appartengono al secondo gruppo di irreversibilit i seguenti processi:

Reazioni chimiche spontanee;

Diffusione libera;

Espansione libera (incontrollata);

Equalizzazione della temperatura.

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Un processo si dice reversibile quando valgono le seguenti:
a. Il processo quasi statico, cio ottenuto attraverso successivi stati di
equilibrio;
b. Il processo non abitato da fenomeni dissipativi.
Un processo dunque reversibile quando, percorso a ritroso, riconduce (attraverso dispositivi
reversibili) il sistema alle medesime condizioni iniziali senza lasciare traccia nellambiente
(senza evidenti scambi di energia). Per un processo reversibile il lavoro di ripristino nullo
mentre per un processo reale esso positivo: il lavoro di ripristino un indicatore delle
irreversibilit. Infatti se alla fine del processo originale e del successivo processo di ripristino
risulta che lambiente deve fornire lavoro ai sistemi interagenti ricevendo in cambio energia
termica di uguale quantit, ma non di uguale qualit, allora il processo irreversibile.
SCAMBIO TERMICO IN PRESENZA DI DIFFERENZE DI TEMPERATURA
In seguito allesistenza di un gradiente termico fra una sorgente calda ed una fredda nasce
un flusso termico come in Figura 2:

STTH
Q
STTL

Figura 2 Flusso termico generato da un gradiente termico


Si verifica che il processo in Figura 2 irreversibile:

Sis =

1
Q Q
1

= Q
>0
TL TH
TL TH

(22)

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Per stabilire le condizioni di ritorno occorre drenare calore dalla sorgente fredda e fornirlo alla
sorgente calda. Per fare questo si usa una macchina termica reversibile che preleva Q a TL e
lo cede, al netto del lavoro WMT , allambiente alla temperatura di riferimento T0 . Quindi una
pompa di calore preleva il calore Q WPC dallambiente e cede di nuovo Q alla sorgente
calda. Queste considerazioni sono condensate in Figura 3:

PC

STTH

WPC

WR

Q WPC

STTL
Q

WMT

MT

Q WMT
Figura 3 Lavoro di ripristino per uno scambio termico in presenza di gradiente termico
Il lavoro di ripristino il lavoro netto che occorre fornire al processo affinch ritorni nelle
condizioni iniziali e, poich il processo irreversibile, esso positivo e allora si scrive:

WR = WPC WMT

(23)

Si osservi che il lavoro di ripristino pari alla quantit di energia ritenuta dallambiente a
seguito dello scambio con MT e PC ma lambiente acquisisce una energia di qualit inferiore a
quella che deve fornire e da ci evidente il concetto di irreversibilit.

WR = ( Q WMT ) ( Q WPC )

(24)

Poich la macchina termica reversibile si scrive:

T
WMT = Q 1 0
TL
T
WPC = Q 1 0
TH
8

(25)

(26)

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Allora la (23) diventa:

T
T
WR = Q 1 0 1 + 0
TL
TH
1
1
WR = T0Q

TL TH
WR = T0 Sis

(26)

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GESTIONE DEI SISTEMI ENERGETICI


ESPANSIONE INCONTROLLATA
Si assume in Figura 1 un recipiente diviso in due volumi VA e VB separati da una
membrana. In VA contenuto un gas di massa m e alle condizioni termodinamiche

( p1 , T1 ) ,

in VB il vuoto assoluto. Il sistema isolato e, a partire dalle condizioni iniziali, si rompe la


membrana: la massa m diffonde nel volume VA + VB e assume le condizioni termodinamiche

( p2 , T2 ) .
Stato iniziale

Stato finale

m, p1 , T1

m, p2 , T2

VA

VB + VA

VB

Figura 1 Espansione libera di un gas


Durante la trasformazione lenergia interna si conserva perch non ci sono scambi di calore
n di lavoro, non ci sono trasformazioni chimiche e le variazioni di energia cinetica e
potenziale sono trascurabili: la temperatura invariante. Ci si esprime applicando il I
principio della termodinamica ai sistemi chiusi:

( cdc + gdz + du + dE

ch

+ d L dQ ) = 0

(1)

u = 0 Ti = T f

(2)

Si calcola la variazione di entropia del sistema isolato:

T
v
p1V1 VA + VB
ln
Sis = m cv ln 2 + R ln 2 =
>0
pV
mRT
=
T1
v1 T =T
T1
VA

2
1

Sis =

p1VA VA + VB
ln
T1
VA

(3)

Dalla (3) si desume che il processo irreversibile: anche se la trasformazione non ha


causato scambi di calore perch le pareti sono adiabatiche, lentropia aumentata perch
la probabilit termodinamica

comunque aumentata. Si dimostra infatti la seguente

relazione:

10

Gestione dei Sistemi Energetici 18/01/07

Sis = k B ln ( )

(4)

CENNI DI MECCANICA STATISTICA


Le particelle di un gas sono indistinguibili perch non sono localizzate nello spazio e dunque
non hanno n posizioni n velocit preferenziali. Le uniche forme di interazione (secondo le
ipotesi della teoria cinetica) sono quelle dovute agli urti reciproci e con le pareti: le molecole
sono dunque quasi indipendenti. La meccanica quantistica dice che lenergia traslazionale di
una molecola discretizzata secondo multipli interi della costante di Planck, cio si ha:

p x 2 L = nx h

(5)

La (5) dice che lintegrale della quantit di moto rispetto allo spazio pari allintegrale
dellenergia rispetto al tempo nel rispetto della costanza della quantit di moto

(h

6.6 1034 J s . Combinando la (5) con la seguente:

x =

px2
2m

(6)

si ha che i livelli energetici delle molecole (dovuti a pura energia di traslazione) sono dati
da:

h2
= n +n +n
8mL2

2
x

2
y

2
z

(7)

OSSERVAZIONI

1) Lo stato quantico definito dalla terna nx , n y , nz ;


2) Gli stati per cui la quantit nx + n y + nz costante sono isoenergetici;
2

3) La degenerazione il numero di stati quantici isoenergetici ed molto superiore al


popolamento del relativo livello energetico.
Quindi, fissato il tipo di gas e le dimensioni del contenitore, lenergia di un gas ideale varia
con passi discreti in funzione dello stato quantico e quindi della velocit della molecola. Un
livello energetico pu essere descritto da pi stati quantici che si dicono in tal caso degeneri.
Il problema della meccanica statistica consiste nel trovare il popolamento dei livelli
energetici del sistema termodinamico in esame, cio nel determinare lo stato macroscopico
(macrostato). Si verifica che le N i particelle indistinguibili che popolano il livello
N

con

degenerazione g i , si possono distribuire fra gli stati quantici degeneri in gi i / N i ! modi.

11

Gestione dei Sistemi Energetici 18/01/07


Segue che i

modi in cui si

pu realizzare un macrostato, cio

la probabilit

termodinamica data da:

giNi
Ni !

=
i

(8)

Essendo fissi lenergia interna U, il volume V e il numero totale di molecole N evidente che
lo stato di equilibrio di un gas corrisponde a quel macrostato per cui la probabilit
termodinamica massima. Il popolamento dei livelli energetici si determina quindi trovando
i valori di N i per i quali

massima.

Nel caso dellespansione libera il volume finale maggiore di quello iniziale, quindi
diminuisce linformazione disponibile sulla collocazione delle particelle del gas, cio aumenta
la probabilit termodinamica e, in base alla (4), aumenta anche lentropia che dunque una
misura del disordine microscopico: si verifica quello che noto come il paradosso di Gibbs di
un gas che diffondendo in se stesso aumenta la propria entropia.
Per riportare il sistema alle condizioni iniziali occorre riottenere la suddivisione volumica
originaria introducendo un dispositivo reversibile (stantuffo) che ristabilisca lequilibrio 1
interagendo unicamente con lambiente. La compressione deve per avvenire in maniera
isoterma perch altrimenti lentropia non diminuisce, allora occorre drenare del calore Q dal
recipiente, in maniera naturalmente reversibile, attraverso una macchina termica, e cederlo
allambiente posto alla temperatura T0 di riferimento. Il lavoro ottenuto attraverso la
macchina termica, sommato al lavoro di ripristino estratto dallambiente, compone il lavoro
di compressione dello stantuffo sul gas:

WR = WC WMT

(9)

Il lavoro di compressione in una trasformazione isoterma si trasforma integralmente (in


sede ideale) nel calore che alimenta la macchina termica (Figura 2):

WC = Q = T1 Sis = p1VA ln

VA + VB
VA

p1 > p2

p2
T1

s1

s2

Figura 2 Trasformazione di compressione isoterma sul piano T s

12

(10)

Gestione dei Sistemi Energetici 18/01/07


Poich la macchina termica reversibile opera fra due temperature fisse il lavoro motore
massimo e si pu scrivere come:

T
WMT = Q 1 0
T1

(11)

Utilizzando la (9), la (10) e la (11) si scrive:

T
T T
V +V
WR = WC 1 1 + 0 = WC 0 = 0 p1VA ln A B = T0 Sis
T1
T1 T1
VA

WR = T0 Sis

(12)

Si osservi ancora che il lavoro di ripristino quantitativamente eguale alla quantit Q WMT
acquisita dallambiente ma esso completamente ordinato: in tal senso il ripristino delle
condizioni originarie del sistema causa una degradazione dellenergia nellambiente (lascia
una traccia) e lespansione incontrollata risulta irreversibile.
OSSERVAZIONI SUI PRINCIPI DELLA TERMODINAMICA
La conversione di lavoro in calore sempre possibile ed eseguibile allinfinito. Infatti
sufficiente che il sistema sul quale si compie lavoro sia prossimo ad un pozzo di calore1.
Infatti il lavoro compiuto tende ad aumentare la temperatura del sistema e quindi la sua
energia interna. Nasce dunque un gradiente termico fra il sistema e lambiente e di
conseguenza si verifica un flusso termico verso lambiente (il pozzo di calore) il quale,
avendo una capacit termica infinita riceve calore, ma non altera la propria temperatura.
In questo modo le variabili termodinamiche del sistema rimangono immutate e tutto il
lavoro si trasforma in calore, secondo il primo principio della termodinamica:

dU = pdV + TdS = 0 pdV = TdS

(13)

Basti pensare allo sfregamento di due pietre oppure alla corrente elettrica transitante in un
resistore sotto la superficie di una massa dacqua molto grande ovvero in movimento. Il
sistema (pietra o resistore) funge solo da intermediario per la trasformazione completa di
lavoro in calore, con un rendimento del 100%.
Invece, per realizzare indefinitamente il processo inverso di trasformazione del calore in
lavoro, occorre una serie di trasformazioni che riconducano alla fine il sistema nelle
condizioni iniziali (energia interna resti invariata) in modo da formare un ciclo. In realt una
espansione

isoterma

permette

di

trasformare

il

Massa dacqua abbastanza grande ovvero in continuo scorrimento

13

calore

esclusivamente

in

lavoro;

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lespansione per non indefinita perch la pressione minima raggiungibile quella
atmosferica. A fine espansione occorre dunque che il sistema ceda calore ad una sorgente a
bassa temperatura attuando delle trasformazioni che ripristinino le condizioni iniziali. In
questo modo il calore assorbito in parte produce lavoro e in parte ceduto. Ne segue che il
rendimento di un ciclo non mai, in pratica, unitario.
Le trasformazioni che compongono un ciclo comportano flussi di calore e lesecuzione di
lavoro da e verso il sistema: se il calore assorbito QH maggiore del calore ceduto QC e il
sistema compie il lavoro W, il dispositivo meccanico che fa compiere al sistema il ciclo si
chiama macchina termica e lefficienza termica (o rendimento)

dato da:

Q QC
Q
W
= H
= 1 C

=
0
U
QH
QH
QH

(14)

Il calore ceduto al sistema si ottiene in due modi:


1. Combustione interna (motori ad accensione comandata e spontanea);
2. Combustione esterna (macchina di Stirling e macchina a vapore).
Limpossibilit di sfruttare completamente il calore per produrre indefinitamente lavoro
ben definita dal Secondo Principio della Termodinamica secondo lenunciato di KelvinPlanck:
E impossibile realizzare indefinitamente una trasformazione il cui unico risultato sia quello
di assorbire calore da un serbatoio caldo e di convertirlo completamente in lavoro.
Questo vuol dire che per sfruttare energia degradata (calore) in modo da ottenere
unicamente energia meccanica occorre un ciclo termodinamico che, complessivamente,
produca una variazione nulla di energia interna del sistema. Per fare ci, oltre ad una
sorgente calda che ceda calore al sistema, necessaria una sorgente fredda che riceva
calore alle basse temperature: il calore ceduto la quota parte di calore assorbito non
trasformabile in lavoro.
Si noti che il Secondo Principio vive indipendentemente dal primo in quanto questo dice
che lenergia non si crea n si distrugge (infatti la somma algebrica del lavoro e del calore si
ritrova sotto forma di energia interna del sistema), quello invece dice che non possibile
utilizzare energia in un modo particolare. Una macchina che viola il Primo Principio ed
capace di autoprodurre energia, soggetta ad un moto perpetuo di prima specie, una
macchina che viola il secondo principio e sfrutta lenergia interna di un solo serbatoio per
produrre indefinitamente energia meccanica, soggetta ad un moto perpetuo di seconda
specie.

14

Gestione dei Sistemi Energetici 18/01/07


DISSIPAZIONI VISCOSE
Si assume un recipiente contenente del fluido e una ventola azionata da una carrucola cui
appesa una massa m (Figura 3). La massa scende di una quantit z assunta positiva e
lenergia potenziale, dato il sistema isolato, si trasforma integralmente in energia interna
essendo posta a dissipazione:

U = CH (T2 T1 ) = mg z

(15)

CH , T1

m
z
Figura 3 Schema per le dissipazioni viscose
Poich durante la trasformazione il volume non cambia, la variazione di entropia data da:

Sis = CH ln

T2
>0
T1

(16)

La (16) dice che la trasformazione irreversibile. Per ristabilire le condizioni iniziali occorre
riportare la massa nella sua posizione originaria e abbassare la temperatura da T2 a T1 . Per
far risalire la massa occorre fornire alla carrucola dallesterno lenergia potenziale

mg z ,

invece per abbassare la temperatura occorre drenare calore dal recipiente. Naturalmente il
drenaggio deve avvenire in maniera reversibile in modo da non introdurre variazioni di
entropia e allora si usa una macchina termica reversibile che opera fra due temperature di
cui una, quella di riferimento, costante e laltra (del recipiente) variabile. Il lavoro prodotto
dalla macchina termica, sommato a quello di ripristino esterno, fornisce il valore dellenergia
potenziale (Figura 4):

15

Gestione dei Sistemi Energetici 18/01/07

mg z

CH , T1

WR

m
z

dQ

WMT
dWMT
MT
T0
Figura 4 Ripristino delle condizioni originarie a seguito della dissipazione viscosa del sistema in Figura 3
Il lavoro di ripristino si calcola come segue:

WR = mg z WMT

(17)

Il lavoro offerto dalla macchina termica dato da:

T
T
T
WMT = WMT = Q 1 0 = Q Q 0 = CH (T2 T1 ) T0CH ln 2
T
T1
T

WMT = T0CH ln

T2
T1

(18)

Allora combinando la (15), la (16), la (17) e la (18) si ha:

WR = T0CH ln

T2
= T0 Sis
T1

(19)

COMMENTO
Le tre tipologie di irreversibilit analizzate relative allo scambio termico in presenza di
differenze di temperatura, allespansione libera e alle dissipazioni viscose sono classificabili
in due categorie: i primi due casi sono dovuti ad una non uniformit allinterno del sistema,
riguardante rispettivamente la temperatura e la pressione; nel terzo caso le irreversibilit
sono legate a fenomeni dissipativi. La prima classe di problemi meno intuitiva da trattare
con riferimento al concetto di irreversibilit perch non evidente la degradazione di

16

Gestione dei Sistemi Energetici 18/01/07


energia. In ogni caso per lanalisi in questione non sufficiente il primo principio della
termodinamica, ma occorre anche il secondo perch, ad una analisi quantitativa
dellenergia, occorre affiancare una qualitativa.
OSSERVAZIONE n. 1: il lavoro di ripristino consente di valutare lentit delle irreversibilit e
fornisce i medesimi risultati dellanalisi entropica.
OSSERVAZIONE n. 2: Il valore del lavoro di ripristino (fondamentale nellanalisi exergetica)
imposto non solo dallentit delle irreversibilit, ma anche dalla caratteristiche
dellambiente (T0 = 298.15 K ) .

OSSERVAZIONE n. 3: Per i sistemi aperti comodo introdurre i flussi per cui il lavoro di
ripristino si scrive:

I& = T0 S&is

(20)

Nella (20) le unit di misura sono le seguenti:

kW
S& =
, I& = kW
K

(21)

Per i sistemi chiusi le unit di misura dellespressione del lavoro di ripristino sono:

[ S ] =

kJ
, WR = kJ
K

(22)

BILANCI DI MASSA, DI ENERGIA, DI ENTROPIA PER UN VOLUME DI CONTROLLO


Si scrivono i bilanci con riferimento a sistemi aperti in condizioni stazionarie. Allora
lequazione di continuit data da:

m& = m&

(23)

dQ dL = cdc + gdz + dht

(24)

dht = dh + dEch

(25)

Il bilancio energetico dato da:

Nella (24) si posto:

17

Gestione dei Sistemi Energetici 18/01/07


La (25) dice che lentalpia totale pari alla somma dellentalpia termodinamica e di quella di
formazione.
Lespressione globale della (24) data da:

2
2
& L& = m& cu + gz + h m& ci + gz + h
Q

u 2 u t ,u i 2 i t ,i

(26)

La sommatoria al primo membro della (26) serve a distinguere il calore scambiato in


funzione del livello di temperatura cui avviene lo scambio.
Si scrive il bilancio entropico per un sistema chiuso:

dS =

Q
T

+ dSi dSi = dS

Q
T

Per un sistema aperto si pu scrivere:

S&i = S&is = m& u su m& i si

Q& r
0
Tr

(27)

IL METODO DELLANALISI EXERGETICA

Cap. 2 Concetti Base per l analisi exergetica


CLASSIFICAZIONE DELLE FORME DI ENERGIA
Le forme di energia possono essere ordinate (I specie) ovvero disordinate (II specie). Le
prime, al contrario delle seconde, si possono convertire, in sede ideale, integralmente e
continuativamente in lavoro. Per le seconde la conversione indefinita in lavoro richiede la
presenza di un ciclo termodinamico e la loro bont, cio lentit del lavoro massimo
ottenibile da esse, indicata da due parametri qualitativi: il livello di temperatura cui
fornito il calore e quello dellambiente che recepisce la quota parte di calore non trasformata
in lavoro: per le energie di seconda specie non possibile la conversione integrale ma solo
indefinita. Se si pensa ad una macchina termica il massimo lavoro ciclico ottenibile dal
calore definito a meno del rendimento di Carnot che non mai unitario, pure essendo la
trasformazione reversibile

( Sis = 0 ) .

Se il processo irreversibile (processo reale) il

rendimento risulta minore di quello di Carnot.


ENERGIE DI PRIMA SPECIE
Le energie di prima specie sono:
1. Energia meccanica;
2. Energia potenziale;

18

Gestione dei Sistemi Energetici 18/01/07


3. Energia cinetica.
Le caratteristiche principali sono:
1. Conversione unitaria in sede ideale (le dissipazioni in sede reale sono dovute
unicamente ai dispositivi e non alla termodinamica);
2. Le caratteristiche dellambiente non sono importanti;
3. Per lo studio sufficiente una analisi di primo principio e dunque il solo studio degli
aspetti quantitativi, essendo lenergia pregiata.
ENERGIE DI SECONDA SPECIE
Le energie di seconda specie sono:
1. Il calore;
2. Lenergia chimica (con riferimento ai motori a combustione interna).
Le caratteristiche principali sono:
1. Conversione non unitaria anche in sede ideale (con riferimento ad un ciclo
termodinamico);
2. Le caratteristiche dellambiente sono importanti;
3. Per lo studio sono necessari i primi due principi della termodinamica.
AMBIENTE: mezzo di dimensioni molto grandi in condizioni di perfetto equilibrio
termodinamico, cio assenza di gradienti per qualsiasi grandezza (velocit, entalpia, energia
chimica, temperatura e pressione). Facendo interagire due parti di un medesimo ambiente
non mai possibile ricavare lavoro. Ogni sistema che ha almeno una grandezza non in
equilibrio alla corrispondente dellambiente ha la possibilit di compiere un lavoro nel
portarsi in condizioni di equilibrio con lambiente. Se i dispositivi che fanno interagire il
sistema solo con lambiente sono reversibili il lavoro ottenibile quello massimo e si dice
exergia o lavoro potenziale: un sistema possiede exergia quando non in equilibrio con
lambiente.
EQUILIBRIO LIMITATO: lequilibrio limitato se sussistono contemporaneamente lequilibrio
meccanico (assenza di gradienti di pressione e quindi di flusso di massa) e lequilibrio
termico (assenza di gradienti termici e quindi di flusso di calore). Un sistema che ha un
equilibrio limitato con lambiente si dice che allo stato ambiente o in condizioni
ambiente

( p0 , T0 ) .

EQUILIBRIO ILLIMITATO: lequilibrio illimitato se il sistema non ha possibilit alcuna di


compiere lavoro perch non sussiste nessuna forma di disequilibrio con lambiente. Questo

19

Gestione dei Sistemi Energetici 18/01/07


accade quando, oltre allequilibrio meccanico e a quello termico, si verifica anche lequilibrio
chimico nel senso che i gradienti di potenziale termodinamico sono nulli, essendo:

i =

G
ni

(28)

Quando la specie del sistema ha la pressione parziale eguale a quella in atmosfera allora
essa in equilibrio chimico con lambiente. Un sistema che in equilibrio illimitato si dice
allo stato di riferimento o allo stato morto e il suo stato termodinamico definito dalla
coppia

( p00 , T0 ) .

VALUTAZIONE DELLEXERGIA PER DIVERSE FORME DI ENERGIA


SCAMBI DI LAVORO
Lexergia associata agli scambi di lavoro data dal lavoro stesso perch le energie di prima
specie sono completamente convertibili in lavoro in sede ideale:

E& L = L&

(29)

SCAMBI DI CALORE
Si ipotizza il caso di sorgente a

Ts > T0 . L exergia il lavoro massimo ottenibile, cio quello

del ciclo di Carnot:

T
E& Q = Q& S 1 0 = Q& S
Ts
dove

(30)

la temperatura exergetica adimensionale e coincide con il rendimento di Carnot se

la sorgente inferiore lambiente. Dalla (30) si vede che lexergia aumenta allaumentare di
TS e se

TS = T0 lexergia nulla. In Figura 5 lo schema dei flussi di calore e di lavoro per

un ciclo di Carnot:

STTs
Q& s

MT

W&max = E& Q

Qamb
T0
Figura 5 Energia relativa a scambi di calore

20

Gestione dei Sistemi Energetici 18/01/07

In Figura 6 il ciclo di Carnot sul piano T-s: esso composto da due isoterme e da due
adiabatiche entrambe reversibili:

Ts

Area (ABCD) = exergia


Area (EABF) = calore acquisito

T0

F
Figura 6 Ciclo di Carnot sul piano T-s

Q &
In Figura 7 landamento del rapporto E& Q
s in funzione di

Ts :

E& Q / Q& s

Ts

T0

Figura 7 Profilo del rapporto E& Q Q& s in funzione della temperatura della sorgente superiore per un ciclo di Carnot

21

Gestione dei Sistemi Energetici 19/01/07

GESTIONE DEI SISTEMI ENERGETICI


EXERGIA ASSOCIATA A SCAMBI DI CALORE
Lexergia associata a scambi di calore il lavoro massimo ottenibile dal calore ceduto da
una sorgente. Si tratta il caso in cui la sorgente a temperatura minore di quella ambiente
(caso raro nelle applicazioni) e si assume dunque una macchina termica reversibile (che non
introduca irreversibilit) che raccolga lexergia (sempre positiva) associata al disequilibrio
termico delle sorgenti (Figura 1).

T0

Q& *

MT

E& Q

Q& S
STTS
Figura 1 Exergia associata a scambi di calore (II)

& * ceduta dallambiente necessita del


Il lavoro massimo ottenibile dalla quantit di calore Q
ciclo di Carnot che operi fra due temperature costanti T0 e TS ed dato dalla seguente:

T
E& Q = Q& * 1 S
T0

(1)

Poich nella (1) il calore ceduto dallambiente gratuito pi indicativo esprimere l exergia
in termini di calore ceduto alla sorgente:

T
E& Q = Q& S + E& Q 1 S
T0

T
T
E& Q 1 1 + S = Q& S 1 S
T0

T0

22

Gestione dei Sistemi Energetici 19/01/07

T
E& Q = Q& S 1 0
TS

(2)

appena il caso di notare che la (2) positiva perch al secondo membro il prodotto di
due quantit negative. In Figura 2 si osservano gli andamenti dellexergia per unit di calore
scambiato con la sorgente in funzione della temperatura della sorgente, nei due casi TS > T0
e TS < T0 : in entrambi i casi al crescere del valore assoluto della temperatura della sorgente
Q &
il rapporto aumenta; infatti, con riferimento al primo caso, se TS E& Q
S 1 . Con

riferimento al secondo caso si ha E&

Q& S per TS 0 ma per evidenti limiti fisici e

tecnologici la temperatura della sorgente ha un limite inferiore.

E& Q / Q& s

Ts

T0
Figura 2 Andamento di E& Q / Q& S in funzione di TS

Per temperature della sorgente molto alte in modulo l energia termica tende ad essere
assimilata ad una energia di prima specie nel senso che il calore ceduto diventa meno
rilevante.
EXERGIA ASSOCIATA AI FLUSSI DI MASSA
il massimo lavoro ottenibile da una massa quando la si riconduce dallo stato attuale allo
stato di riferimento mediante processi che prevedono scambi di energia e/o di massa con
lambiente. Essa dovuta a disequilibri di velocit, di quota, di condizioni termodinamiche
(pressione e temperatura) e di potenziale chimico, per cui si pu scrivere, con riferimento
rispettivamente alla potenza e allexergia massica:

E& = E& C + E& P + E& f + E& o

(3)

E& = m& ( c + p + f + o )

(4)

23

Gestione dei Sistemi Energetici 19/01/07


EXERGIA CINETICA E POTENZIALE
Lenergia cinetica e quella potenziale sono di prima specie e quindi esse coincidono con
lexergia e si scrive:

c2
c =
2

(5)

p = gz

(6)

EXERGIA FISICA
Lexergia fisica di una portata massica il lavoro massimo ottenibile nel ricondurre la massa
dalle condizioni attuali

( p1 , T1 )

alle condizioni ambiente

( p0 , T0 ) ,

realizzando quindi un

equilibrio limitato, mediante processi che prevedono esclusivamente scambi di energia


reversibili con lambiente (Figura 3):

q0,rev

p1 , T1

PROCESSO
REVERSIBILE

p0 , T0

Lmax = f1
Figura 3 Schema per lexergia fisica
Per determinare lexergia fisica allo stato 1 si scrive il primo principio della termodinamica
applicato ai sistemi aperti:

cdc + gdz + dh + dEch + dL Q = 0


dL = dh + Q

f = h1 h0 T0 ( s1 s0 )
1

(7)

Per calcolare lexergia dello stato 1 si pu assumere qualsiasi percorso che conduca allo
stato 0, ma per comodit si segue una trasformazione isobara ed una isoterma; in questo
modo lexergia la somma delle aree tratteggiate in Figura 4:

24

Gestione dei Sistemi Energetici 19/01/07

T
p1
1

T1

T0

p0

s1 B
h1 h0

s0 C

T0 ( s1 s0 )

Figura 4 Exergia associata al flusso di massa


Con riferimento alla Figura 4, la diminuzione isobara di temperatura causa una diminuzione
di entropia mentre la diminuzione isoterma di pressione causa un aumento dellentropia in
modo tale che la variazione totale T0 ( s1 s0 ) di entropia sia positiva. chiaro che,
calcolando lexergia in questo modo, occorre lapporto di calore reversibile (con exergia
nulla) dallambiente in modo che, durante lespansione, la temperatura rimanga costante;
inoltre lambiente riceve calore durante la diminuzione isobara di temperatura in modo che il
calore netto scambiato sia pari a

q0,rev . In una trasformazione adiabatica (espansione in

turbina), se il processo si assume reversibile, la variazione di entropia del sistema isolato


nulla nel senso che la componente termica e quella di pressione si bilanciano. In questo
caso lexergia coincide con lenergia ed pari esattamente al lavoro di turbina

h1 h0 1.

Quando lespansione adiabatica ma irreversibile la variazione di entropia del sistema


isolato dovuta esclusivamente a produzioni entropiche di prima specie.
Osservando pi in dettaglio la Figura 4 si comprende come lexergia dovuta sia ad uno
squilibrio di pressione sia di temperatura con lambiente. Allora si pone:

f = f T + f p = Area ( AE1B ) Area ( AEFB ) + Area ( AEOC )


1

(8)

Nellipotesi di gas ideale si dimostra la perfetta equivalenza fra la (7) e la (8):

Il lavoro di espansione dato dalla variazione di entalpia statica perch fra lo stato iniziale e quello finale non c
variazione di energia cinetica.

25

Gestione dei Sistemi Energetici 19/01/07

f = h1 h0 T0 ( s1 s0 )
1

f = c p (T1 T0 ) T0 c p ln
1

T1
p
R ln 1
T0
p0

f T + f p = c p (T1 T0 ) T0 c p ln
1

T1
p1
+ T0 R ln
T0
p0

(9)

Nella (9) si ha che la componente termica della variazione di entropia pari a:

c p ln

T1
= AB
T0

(10)

p1
= AC
p0

(11)

La componente di pressione invece pari a:

R ln

Spesso interessa conoscere non lexergia di uno stato ma la variazione di exergia fisica, per
cui si ha (Figura 5):

f f = h1 h2 T0 ( s1 s2 )
1

(12)

T
p1

p2

T1

p0

T2
T0
T0 ( s1 s2 )

s
s1

s2

Figura 5 Variazione di exergia fisica


Osservando la (7) e la (12) si pu affermare che lunica caratteristica ambientale necessaria
al calcolo dellexergia fisica la temperatura T0 che deve dunque essere fissata.
Linsieme dei dispositivi che attuano i processi reversibili di cui alla Figura 4 sono
schematizzati in Figura 6. La diminuzione isobara di temperatura attuata introducendo una
serie infinita di macchine termiche reversibili; infatti, affinch gli scambi di calore con

26

Gestione dei Sistemi Energetici 19/01/07


lambiente siano reversibili, necessario che avvengano ad una temperatura infinitesima in
modo da tenere conto del fatto che la sorgente superiore non a temperatura costante.

p1 , T1
dq

MT

dq

MT

p0 , T0

dq

MT

f T

T0

qin,rev

f p
1

Figura 6 Schema dei dispositivi per l attuazione dei processi reversibili per il calcolo dell exergia
Lexergia termica data da:

T
f1

T
T
= Q 1 0 = c p (T1 T0 ) T0 c p ln 1
T0
T
1
0

(13)

EXERGIA CHIMICA
Lexergia chimica il lavoro massimo ottenibile da un fluido quando esso ricondotto dallo
stato ambiente allo stato di riferimento mediante dei processi che coinvolgano scambi di
energia e di massa con lambiente.
Alla temperatura ambiente allora il fluido passa dalla pressione

p0 alla pressione p00

parziale.
SOSTANZE DISPONIBILI NELLAMBIENTE
Si assume lossigeno a titolo di esempio. In Figura 7 si osserva lespansione isoterma a
temperatura T0 fino alla pressione p00 .

27

Gestione dei Sistemi Energetici 19/01/07

O2
p0 , T0

qin ,rev
p00 , T0
T0
Figura 7 Exergia chimica
Lexergia chimica massica data da:

p0
1
= RT0 ln
xO2
p00 O

O = RT0 ln
2

O =
2

1
R
T0 ln
xO2
M O2

(14)

Lexergia chimica molare data da:

%O = R T0 ln
2

1
xO2

(15)

Dalla (14) si ottiene:

O =
2

8314.33
kJ
298.15 ln 0.21 120.9
32
kg

(16)

SOSTANZE NON DISPONIBILI NELLAMBIENTE


Si considerano la CO e la relativa reazione di formazione:

1
CO + O2
2
Nel recipiente allo stato

( p0 , T0 )

CO2

(17)

si introduce CO; dallambiente si preleva ossigeno

molecolare e, attraverso un compressione isoterma (occorre cedere calore), lo si conduce


alla pressione p0 . Apportando il calore q0,in si innesca la reazione chimica e si produce CO2
il quale espande, analogamente alla CO, fino alla pressione p00 (Figura 8):

28

Gestione dei Sistemi Energetici 19/01/07

1
2

%CO = ( G0 )CO + %0,CO %0,O


2

(18)

qin ,rev
p0 , T0

p0,O2

q0,O2

1
CO + O2 CO2
2

CO

1/ 2O2
p00,O2
p0,CO2
CO2
q0,CO2

p00,CO2

0,CO
Figura 8 Exergia chimica di sostanze non disponibili nellambiente
EXERGIA CHIMICA DI UNA MISCELA DI GAS
Lexergia chimica di una miscela di gas data dalla somma delle exergie chimiche dei
singoli componenti al netto del lavoro complessivo di compressione per portare le specie
dalle rispettive pressioni parziali

pi alla pressione p0 . In Figura 9 sono i lavori di

compressione:

xi
x1 , p1

q0,1

xn , pn

p0

q0,n
0, n

p0

T0
Figura 9 Exergia chimica di una miscela di gas

%0,mi x = xi%0,i LC ,i = xi%0,i + R T0 xi ln xi

29

(19)

Gestione dei Sistemi Energetici 19/01/07

EXERGIA CHIMICA DI COMBUSTIBILI INDUSTRIALI


Si definisce il fattore2:

(20)

= ( C , H , N , O, S )

(21)

Hi

Per i combustibili solidi e liquidi si ha:

Allora conoscendo la composizione e il fattore


questo caso, approssimabile allenergia.

Per molti combustibili di poco superiore allunit.

30

si calcola

H i , per cui lexergia, in

Gestione dei Sistemi Energetici 22/01/07

GESTIONE DEI SISTEMI ENERGETICI


BILANCIO EXERGETICO PER UN VOLUME DI CONTROLLO
Per calcolare il bilancio exergetico di un volume di controllo occorre invocare sia il bilancio
energetico sia quello entropico per una regione di controllo (sistema aperto) con flusso
stazionario. Il bilancio energetico si scrive come segue1:

2
2
& L& = m& cu + gz + h m& ci + gz + h
Q

u 2 u u i 2 i i

(1)

Il bilancio entropico si scrive:

Q&

T
in

& + S&is =
+ ms
in

out

Q&
T

& +
+ ms
out

Src
t

(2)

Q&
Q&
S rc
&
&
&
Sis =
+ ms ms +
t
out
in
out T
in T
Unendo il flusso entropico convettivo e il flusso di variazione entropica della regione di
controllo si ha la seguente:

S&is = m& u su m& i si

Q&
0
T

(3)

Si osservi che se nella (2) si pongono a zero gli scambi termici con lesterno si ha il bilancio
entropico per un sistema chiuso:

S&is =
out

Q&
T

in

Q&
T

S rc
Q
dSis = dS
t
T

(4)

Inoltre per un sistema isolato la (2) si specializza nella seguente:

S
S&is = rc
t

(5)

Poich per il I postulato entropico lentropia non una grandezza conservativa e cio pu
essere generata si ha:

S&is 0

Le grandezze sono espresse in termini di flusso.

31

(6)

Gestione dei Sistemi Energetici 22/01/07


La (6) spiega la disuguaglianza indicata in (3): in un sistema isolato, lentropia non pu mai
diminuire (secondo principio della termodinamica).
Inoltre noto che le irreversibilit sono pari al lavoro di ripristino e sono date da:

I& = T0 S&isol

(7)

Allora unendo la (3) e la (7) si scrive:

Q&
I& = T0 m& u su m& i si 0
T

(8)

La (8) detta relazione di Gouy-Stodola e permette di misurare le irreversibilit in maniera


diretta conoscendo lentropia associata ai flussi di massa e gli scambi termici con lambiente.
In realt possibile misurare le irreversibilit anche in maniera indiretta. Manipolando la (8)
aggiungendo ad entrambi i membri la sommatoria dei calori si ha:

&
& = m& T s m& T s Q T I& + Q&
Q
u 0 u i 0 i T 0

(9)

Si sostituisce l espressione del calore in (1) al primo membro della (9):

c2

c2

T
L& + m& u u + gzu + hu m& i i + gzi + hi = Q& 1 0 + m& uT0 su m& iT0 si I&
T
2

cu2

ci2

T0 &
&
&
&
Q 1 T L = mu 2 + gzu + ( hu T0 su ) mi 2 + gzi + ( hi T0 si ) + I&

(10)

La (10) il bilancio exergetico e porta informazioni sia sulla quantit sia sulla qualit
dellenergia perch costruita a partire da entrambi i principi della Termodinamica. In essa
si possono riconoscere tutte le specificazioni exergetiche e quindi si pu scrivere:

E& Q E& L = m& u cu + pu + fu + ou m& i ci + pi + fi + oi + I&

(11)

Come noto, lexergia associata agli scambi di calore pari al rendimento di Carnot quando
lambiente alla temperatura di riferimento e per lenergia di prima specie i concetti di
energia e di exergia sono equivalenti (in sede ideale). Volendo separare i termini relativi
allingresso da quelli relativi alluscita si pu scrivere:

32

Gestione dei Sistemi Energetici 22/01/07

E& Q + E& i = E& L + E& u + I&

(12)

La (12) dice che lexergia in ingresso al volume di controllo data da quella associata agli
scambi di calore sommata a quella associata ai flussi di massa (exergia cinetica, potenziale,
fisica e chimica) entranti; essa pari allexergia associata agli scambi di lavoro sommata a
quella associata ai flussi di massa uscenti e alle irreversibilit intrinseche. appena il caso
di notare che nella (12) occorre unattenta analisi dei flussi di massa e di calore perch
alcuni di essi possono avere exergia nulla come ad esempio nel caso dei flussi al camino in
un impianto motore termico o del flusso di vapore di uscita da una turbina monostadio
nellambiente. Flussi ad exergia nulla costituiscono delle irreversibilit che devono essere
sommate a quelle intrinseche di prima e di seconda specie.
La (12) si pu esprimere in modo pi compatto per i sistemi che hanno un effetto utile:

E& in = E& out + I&

(13)

Nella (13) E& out lexergia associata alleffetto utile mentre E& in lexergia associata a ci
che si speso nel sistema per ottenere leffetto utile. La (13) non generalmente
equivalente alla (12) perch in essa lirreversibilit intesa in senso globale e contiene gi
in s i flussi ad exergia nulla. Comunque sia la (12) e la (13), applicate separatamente,
portano al medesimo risultato. In base alla (13) si calcola il rendimento exergetico come
segue:

E&

I&

ex = &out = 1 &
Ein
Ein

(14)

RENDIMENTO EXERGETICO PER UN IMPIANTO MOTORE TERMICO


Si considera il volume di controllo in Figura 1:

I&
E& in

IMT

E& out

Figura 1 Schema exergetico per un impianto motore termico

33

Gestione dei Sistemi Energetici 22/01/07


Lexergia in uscita dal volume quella associata alla potenza effettiva alla flangia di
accoppiamento:

E& out = Pe

(15)

Lexergia in entrata quella chimica associata al combustibile:

& i
E& in = E& comb q& 0comb = qH

(16)

Lirreversibilit data da:

& i Pe
I& = qH

(17)

Il rendimento exergetico :

ex =

Pe
& i
qH

(18)

g =

Pe
& i
qH

(19)

Il rendimento globale dato da:

Poich per molti combustibili

il rendimento exergetico e quello globale sono prossimi.

Questo per non sminuisce limportanza dellanalisi exergetica perch solo con essa
possibile localizzare e quantificare le perdite.
ESPANSIONE AD UN SOLO STADIO

I&
1

2
Figura 2 Schema exergetico per un espansore ad un solo stadio

34

Gestione dei Sistemi Energetici 22/01/07


Lexergia in uscita data da:

E& out = P = m& ( h1 h2 )

(20)

Lexergia in ingresso2 data da:

E& in = E&1 E& 2 m& f1 f2 = m& ( h1 h2 ) T0 ( s1 s2 )

(21)

Nella (17) si tenuto conto del fatto che lexergia chimica nulla perch il fluido non
cambia composizione mentre quella cinetica e quella potenziale sono trascurabili; allora
lexergia associata ai flussi di massa ha il solo contributo termodinamico.
Le irreversibilit sono date, in termini specifici, dalla seguente:

i = in out = T0 ( s2 s1 ) = T0 sisol

(22)

Il rendimento exergetico dato da:

ex =

out
L
i
=
= 1
in 1 2
1 2

(23)

Il rendimento adiabatico isoentropico dato da:

h1 h2
r
= 1
h1 h2is
h1 h2is

ad .is. =

(24)

Graficamente si possono valutare sia lirreversibilit sia la perdita entalpica e cio di lavoro
(Figura 3):
T
p1

T2
T0

p2

T1

p0

E
2is

A B

Figura 3 Irreversibilit e lavoro perduto in una espansione monostadio


2

appena il caso di notare che in non vuol dire in ingresso al volume di controllo, ma tiene conto anche
dellexergia in uscita allorch questa non sia nulla e ci avviene quando il flusso in uscita non in condizioni di
equilibrio con lambiente in termini di pressione e/o di temperatura. Analogamente out non vuol dire in uscita, ma
si riferisce solo all effetto utile.

35

Gestione dei Sistemi Energetici 22/01/07


Dalla Figura 3 si vede che:

r = Area ( B 2is 2C ) = T2 ( s2 s1 )

(25)

i = Area ( BEFC ) = T0 ( s2 s1 )

(26)

L = Area ( AD1B ) = h1 h2

(27)

T2 > T0 r > i ex > ad .is.

(28)

T2 < T0 r < i ex < ad .is.

(29)

Allora si hanno due casi:

I due rendimenti coincidono allorch T2 T0 ; se invece la temperatura allo scarico aumenta


vuol dire che il lavoro ottenuto prossimo alla exergia spesa, per cui il processo di
espansione non ha inciso sulla qualit dellenergia; allora si pu utilizzare uno stadio
successivo per il recupero di calore e/o di pressione (Figura 4). Con riferimento alla (28) si
pu dire che, poich il rendimento exergetico maggiore di quello adiabatico isoentropico,
lespansione ha introdotto una perdita di lavoro, ma non ha degradato troppo lenergia la
quale pu ancora essere sfruttata per ricavarne energia meccanica.

ex

1
0.7

ad .is.

0.7

r T2
=
i T0

Figura 4 Rendimento exergetico in funzione della temperatura media di scarico relativa alla temperatura di
riferimento per una espansione monostadio.
Lexergia in ingresso e in uscita dal volume di controllo osservabile nel diagramma di
Grassmann (Figura 5)

36

Gestione dei Sistemi Energetici 22/01/07

L = out

2
Figura 5 Diagramma di Grassmann per i flussi exergetici di una espansione monostadio
ESPANSIONE NON CONTROLLATA
Si tratta di una espansione monostadio in cui lo scarico avviene a pressione ambiente per
cui nello schema exergetico si include la zona di miscelamento dei fumi (Figura 6):

I&
1

Figura 6 Schema exergetico per una espansione non controllata

37

Gestione dei Sistemi Energetici 22/01/07


Lexergia associata alleffetto utile data dal lavoro:

out = L = h1 h2

(30)

Lexergia in ingresso pari a quella associata allo stato 1 perch lexergia allo stato 2
costituisce una irreversibilit:

in = 1

(31)

Lirreversibilit ha sia un contributo interno dovuto a produzioni entropiche sia un contributo


esterno dovuta alla componente termica dellexergia termodinamica (la componente di
pressione nulla, quella chimica nulla e quella cinetica e potenziale si trascurano) nel
punto 2:

i = iA + iB = T0 ( s2 s1 ) + 2

T0 ( s2 s1 ) + f2T

(32)

Nella (32) si ha:

T2
T0

f T = c p (T2 T0 ) T0 c p ln
2

(32)

Lirreversibilit esterna maggiore di quella interna perch generalmente T2 >> T0 (Figura


7):

T
p1

T2

T0

p0 = p2

T1
G

H
A B

2is
F
C

s
D

Figura 7 Irreversibilit interna ed esterna in una espansione non controllata


In Figura 7 si osserva che:

r = Area ( C 2is 2 D )

38

(33)

Gestione dei Sistemi Energetici 22/01/07

i = iA + iB = Area ( CFED ) + Area ( 2 HE )

(34)

L = Area ( BG1C )

(35)

i r = Area ( H 2is F )

(36)

La (36) dice che i > r e quindi il rendimento exergetico di una espansione non controllata
minore di quello adiabatico isoentropico e del rendimento exergetico di una espansione con
scarico a pressione maggiore di quella ambiente perch lenergia subisce una maggiore
degradazione:

ex = 1

iA + iB

(37)

Tale espansione si pu applicare ad una turbina a gas che scarica nellambiente anche se
occorrerebbe introdurre anche lexergia cinetica e chimica perch i componenti del gas sono
diversi da quelli dellatmosfera. Poich le irreversibilit esterne sono dovute allambiente si
preferisce usare lapproccio in Figura 6 introducendo due volumi di controllo, uno per la
turbina e uno per lo scarico, in modo da non attribuire alla turbina perdite che non le
competono.

39

Gestione dei Sistemi Energetici 29/01/07

GESTIONE DEI SISTEMI ENERGETICI


VALVOLA DI LAMINAZIONE
In Figura 1 lo schema di una valvola di laminazione:

I&
1

Figura 1 Schema exergetico di una valvola di laminazione


Individuato il volume di controllo di Figura 1 si scrive il bilancio exergetico in forma
compatta:

E& in = E& out + I&

(1)

La laminazione un processo tipicamente dissipativo e quindi non pone alcun effetto utile.
Allora si pu scrivere:

E& in = I&

(2)

La diminuzione di exergia che il fluido subisce nellattraversare la valvola pari a:

E& in = m& ( h1 h2 ) T0 ( s1 s2 ) = I&

(3)

Poich il processo isoentalpico la (3) diventa:

& 0 ( s2 s1 ) = mT
& 0 sisol = I&
E& in = mT
La (4) osservabile sul piano T-s di Figura 2:

40

(4)

Gestione dei Sistemi Energetici 29/01/07

T
p1
p2

s1

s2

T0
s

Figura 2 Irreversibilit in un processo di laminazione


Dalla Figura 2 si osserva che le irreversibilit aumentano se lisobara finale diminuisce;
infatti laumento del salto di pressione ad entalpia costante comporta un aumento
dellentropia finale del fluido.
SCAMBIATORI DI CALORE (a superficie) - CONTROCORRENTE
Lo schema di uno scambiatore di calore a superficie con i relativi flussi in Figura 2:

1A

2A

I&
2B

1B
Figura 3 Schema exergetico di uno scambiatore di calore a superficie
Con 1A e 2A si intendono rispettivamente i flussi in ingresso e in uscita dal volume di
controllo del fluido caldo; con 1B e 2B quelli del fluido freddo. Si suppone che i due fluidi
non vengano in contatto e che il volume sia adiabatico (buon isolamento) per cui lo scambio
di calore solo interno e non ci sono irreversibilit legate a scambi di calore con lesterno.

41

Gestione dei Sistemi Energetici 29/01/07

E& in = E& out + I&


E& out = E& B = m& B ( h2 B h1B ) T0 ( s2 B s1B ) > 0
E& in = E& A = m& A ( h1 A h2 A ) T0 ( s1 A s2 A ) > 0
Dal bilancio energetico si ha che la potenza termica acquisita dal fluido freddo pari a
quella ceduta dal fluido caldo (si trascurano le perdite termiche verso l esterno):

m& B ( h2 B h1B ) = m& A ( h1 A h2 A )

(5)

In base alla (5) allora si scrive:

I& = E&in E& out = T0 S&isol = T0 m& B ( s2 B s1B ) m& A ( s1 A s2 A )

(6)

Ancora un volta la (6) dice che le irreversibilit sono pari alla variazione di entropia del

& A = m& B = 1 e ragionare in termini


sistema isolato. Per visualizzare bene I& comodo porre m
specifici. Fissato Tmin fra luscita del fluido caldo e lingresso del fluido freddo si pone

s1B = s2 A e quindi si posiziona la trasformazione del fluido caldo su una isobara fittizia che
agevola la visualizzazione delle variazioni di entropia e quindi delle irreversibilit sulle
ascisse. Questa assunzione non vincolante perch per uno scambiatore a superficie le due
pressioni sono indipendenti ed eventualmente i due fluidi possono anche essere alla
medesima pressione. Posizionati i punti 1B, 2B e 2A, 1A occorre che sia rispettato il bilancio
energetico in (5) e cio Area ( s1B 2 A 1A s1 A ) = Area ( s1B 1B 2 B s2 B ) . Queste considerazioni
sono condensate in Figura 3:

p1

1A

T1 A

p2
T2 B
T2 A

2A

Tmin

2B

Tmin
T1B
T0

1B
s1B = s2 A

s11AA

s22BB

Figura 4 Irreversibilit per uno scambiatore a superficie in controcorrente sul piano T-s

42

Gestione dei Sistemi Energetici 29/01/07


Dalla Figura 4 si vede che nel complesso maggiore laumento di entropia del fluido freddo
rispetto alla diminuzione di entropia del fluido caldo a causa delle irreversibilit legate al
trasferimento di calore in presenza di differenze di temperatura. Se si abbassa la pressione
del fluido caldo la differenza minima di temperatura diminuisce (a parit di altre condizioni),
si ha 1A 2 B per rispettare il bilancio di energia e allora s1 A s2 B . Si osservi che il
diagramma in Figura 4 rappresenta uno scambio di calore in controcorrente fra fluidi di
eguale capacit termica per i seguenti motivi:
1. La temperatura di uscita del fluido caldo minore di quella di uscita del fluido
freddo;
2. Agli estremi della trasformazione si ha il medesimo Tmin .

Nel caso di flussi in controcorrente i versi sul piano T-s corrispondono ai versi dei flussi.
Nellipotesi che le capacit termiche dei due fluidi siano eguali si disegna la trasformazione

& T (Figura 5):


sul piano Q
T
1A

T1 A

T2 B
T2 A

2A

T1B

1B

2B

Q&

& T
Figura 5 Scambio termico per uno scambiatore di calore in controcorrente a superficie sul piano Q
In Figura 5 il caso particolare fa in modo che la differenza minima di temperatura si
mantenga costante per lintera trasformazione. Larea racchiusa fra i segmenti un indice
delle irreversibilit legate ai gradienti termici.

43

Gestione dei Sistemi Energetici 29/01/07


SCAMBIATORE IN EQUICORRENTE
Per uno scambiatore in equicorrente per il quale si fissi il medesimo Tmin si ha che esso
non costante durante la trasformazione e si realizza necessariamente solo da un lato dello
scambiatore. Inoltre le irreversibilit sono maggiori perch, per rispettare il bilancio di
energia, occorre che la temperatura in ingresso del fluido caldo sia maggiore dellanaloga
nello scambiatore in controcorrente, a parit di:
1. Effetto utile;
2. Temperatura di ingresso del fluido freddo;
3. Fluidi (nello specifico hanno eguali capacit termiche).
Allora si pu dire che nello scambiatore in controcorrente le superfici di scambio termico
sono maggiori, ma le opportunit di recupero energetico aumentano essendo verificato un
migliore accoppiamento delle curve di scambio. Per uno scambiatore in equicorrente la
trasformazione sul piano T-s non significativa del reale verso dei flussi che invece si pu
osservare in Figura 6:

T1 A

1A

2A

T2 A

T2 B

T1B

2B

1B

Q&

& T
Figura 6 - Scambio termico per uno scambiatore di calore in equicorrente a superficie sul piano Q

44

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SCAMBIATORE FRA UN FLUIDO E LAMBIENTE (CONDENSATORE)

I&

2
Figura 7 Schema exergetico di un condensatore
Si osservi che in Figura 7 il volume di controllo stato esteso inglobando anche il flusso
dacqua dellambiente perch noto che questo ha exergia nulla ed tipicamente una
irreversibilit.
Come per la laminazione anche per il condensatore leffetto utile nullo e la diminuzione di
exergia del fluido motore pari esattamente alle irreversibilit:

E& in = E& out + I&

(7)

E& out = 0

(8)

E& in = I& = m& v ( h1 h2 ) T0 ( s1 s2 )

(9)

Unendo la (7) e la (8) allora si ottiene:

Dalla (8) risulta anche:

ex = 0

(10)

Vale la pena osservare che in questo caso lexergia spesa per la condensazione pari al
salto entalpico al netto della differenza di entropia

( s1 s2 ) > 0

perch, durante la

condensazione, il fluido diminuisce la sua entropia e risulta pi ordinato.

45

Gestione dei Sistemi Energetici 29/01/07


GENERATORE DI VAPORE
2
E& f

E& comb
E& a = 0

Figura 8 Schema exergetico di un generatore di vapore


Con riferimento alla Figura 8 nella sezione di ingresso entra lacqua di alimento (fluido
motore) dal condensatore, che viene preriscaldata, vaporizzata e infine surriscaldata (in
alcuni casi di cogenerazione nella sezione 2 si ottiene vapore saturo). Si osservi che
lexergia legata ai fumi data dalla differenza di temperatura con lambiente e in misura
minore dallenergia cinetica e chimica. Questultima apprezzabile soprattutto se nei fumi
sono presenti degli incombusti. E& f per costituisce a tutti gli effetti una perdita e quindi
non si ha interesse a calcolarla; allora si estende il volume di controllo parallelepipedo
mediante un appendice a paraboloide.
Leffetto utile per il generatore di vapore lincremento di exergia fisica cui soggetto il
fluido motore (lenergia cinetica e la composizione hanno una variazione trascurabile):

E& in = E& out + I&


E& out = E& 2 E&1 = m& v ( h2 h1 ) T0 ( s2 s1 )

(11)
(12)

Lexergia in ingresso pari a quella chimica del combustibile:

E& in = E& comb = q& 0 = q& H i

(13)

Allora le irreversibilit sono date da:

I& = E& in E& out

(14)

Il rendimento exergetico :

E&

ex = &out =
Ein

m& v ( h2 h1 ) T0 ( s2 s1 )
& i
qH

Il rendimento energetico invece dato da:

46

(15)

Gestione dei Sistemi Energetici 29/01/07

GV = b =

m& ( h h )
Q&1
= v 2 1
& i
& i
qH
qH

(16)

Ricavando il flusso di energia chimica dalla (16) e sostituendolo nella (15) si ottiene:

ex =

1 T0 ( s2 s1 )
1
GV
h2 h1

(17)

Nella (17) l aumento entropico del fluido motore dovuto allinterazione con le tre sezioni del
generatore di vapore costituisce una quota consistente dellincremento entalpico per cui il
rendimento exergetico molto minore di quello energetico. Nellipotesi che si trascuri il
lavoro di pompaggio e che la temperatura di condensazione (tipicamente per un impianto a
vapore di 32.5 C) si approssimi a quella ambiente, in Figura 9 si ha una spiegazione grafica
del confronto fra la (15) e la (16):

B
A

T0

s1

s2

Figura 9 Visualizzazione grafica dellanalisi exergetica di un generatore di vapore


In Figura 9 si osserva che lArea (s11Cs2) circa pari al 55% dellArea (1AB2C) e quindi si
ha generalmente:

GV

0.92, ex

0.45 0.50

(18)

Le irreversibilit di un generatore di vapore sono dovute a tre motivi:


1. Processo di combustione spontaneo e altamente irreversibile;
2. Trasferimento di calore in presenza di differenze di temperatura;
3. Scarico dei fumi al camino ( lirreversibilit meno rilevante ed lunica presente
nellanalisi energetica).

47

Gestione dei Sistemi Energetici 29/01/07

IMPIANTO A VAPOR CON DOPPIO SH E DEGASATORE

1 + ms

1 + ms
5

6
S

4
ms

3
1 kg

1 + ms

Figura 10 Impianto a vapore con doppio surriscaldamento e rigenerazione

Sul piano h-s (Figura 11) si hanno le seguenti trasformazioni:

6is

7
6

sis
8is

s
A
8

4
3
2

1
s

Figura 11 Rappresentazione delle trasformazioni dello schema in Figura 10 sul piano h-s

48

Gestione dei Sistemi Energetici 01/02/07 02/02/07

GESTIONE DEI SISTEMI ENERGETICI

ANALISI ENERGETICA

DATI

p1 = 0.05 bar
p5 = 150 bar
p7 = 35 bar
ps = 5 bar
T5 = T7 = 540C

T , AP = 0.87
T , BP = 0.88
m = 0.98
Pe = 320 MW
1. Il surriscaldamento dato dalla combustione del combustibile;
2. Si trascura il lavoro delle pompe e quindi le irreversibilit rimangono confinate nella
turbina;
3. Il generatore di vapore alimentato con olio combustibile

( H i = 42800 kJ / kg )

la cui

composizione massica : 86.1%C , 13.2% H , 0.7% S ed opera con eccesso di aria del
20% e con temperatura dei fumi al camino pari a 170 C
4. Per la turbina di bassa pressione il rendimento costante nei due tratti;
5. Si indica con ms la massa spillata per ogni kg di fluido che va al condensatore.

49

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P

[ata]

[C]

0.05

32.55

32.56

0.11262

151.11

152.1

0.44256

150

540

818.0

1.5526

6is

35

308.54

717.5

1.5526

35

329.94

730.56

1.5747

35

540

845.9

1.7391

sis

249.90

702.25

1.7391

283.44

719.49

1.7699

8is 0.05

32.55

539.17

1.7699

0.875

32.55

560.81

1.8424

0.913

0.05

[kcal/kg] [kcal/kg K]

Tabella 1 Grandezze termodinamiche dei punti della trasformazione


OSSERVAZIONI
1. Per ogni punto del ciclo occorre conoscere due grandezze termodinamiche
indipendenti (quelle segnate in rosso in Tabella 1). Il completamento della Tabella 1
possibile consultando la tabella relativa al vapor dacqua;
2. Per sapere se il punto di fine espansione della turbina di bassa pressione cade
allinterno della zona di saturazione basta calcolare la frazione molare x8 :

x8 =

h8 h1 506.61
=
= 0.912
hA h1 579.1

(1)

ENTALPIA DI FINE ESPANSIONE TURBINA ALTA PRESSIONE

h6 = h5 T , AP ( h5 h6,is ) = 818.0 0.87 ( 818.0 717.5 ) = 730.56

kcal
kg

(2)

ENTALPIA DI FINE ESPANSIONE TURBINA BASSA PRESSIONE

h8 = hs T , BP ( hs h8,is ) = 719.49 0.88 ( 719.49 539.17 ) = 560.81

50

kcal
kg

(3)

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ENTALPIA DEL PUNTO DI SPILLAMENTO

T , BP =

h7 hs
h h
= s 8
h7 hs ,is hs h8,is

(4)

hs = h7 T , BP ( h7 hs ,is ) = 845.9 0.88 ( 845.9 702.25 ) = 719.49

kcal
kg

(5)

BILANCIO ENERGETICO AL DEGASATORE


Nel degasatore lacqua di alimento viene preriscaldata dal punto 2 al punto 3 di liquido
saturo e contemporaneamente il vapore spillato viene desurriscaldato e successivamente
condensato fino allo stato 3. Per il calcolo della massa spillata si trascura il lavoro delle
pompe di estrazione e di alimento per cui si ha

h2

h1 , h4

h3 :

ms ( hs h3 ) = h3 h2

ms =

h3 h2 152.1 32.56
=
= 0.211
hs h3 719.49 152.1

(6)

CALORE IN ENTRATA AL CICLO

Q1 = (1 + ms )( h5 h4 ) + (1 + ms )( h7 h6 ) =
= (1 + 0.211) ( 818.0 152.1) + ( 845.9 730.56 ) = 946.08

(7)

kcal
kg

CALORE IN USCITA DAL CICLO

Q2 = h8 h1 = 560.81 32.56 = 528.25

kcal
kg

(8)

LAVORO DI TURBINA
Poich il lavoro delle pompe trascurabile il lavoro di turbina circa pari a quello reale:

LT = (1 + ms )( h5 h6 ) + ( h7 h8 ) + ms ( h7 hs ) =
= 1.211( 818.0 730.56 ) + ( 845.9 560.81) + 0.211( 845.9 719.49 )

51

417.65

kcal
kg

(9)

Gestione dei Sistemi Energetici 01/02/07 02/02/07


RENDIMENTO REALE

r = 1

Q1 Lr
=
Q2 Q1

(10)

0.44

IL GENERATORE DI VAPORE
Si trasforma la composizione percentuale del combustibile da valori massici a valori molari:

C:

86.1/12
86.1/12 + 13.2 + 0.7 / 32

0.3518

(11)

H:

13.2
86.1/12 + 13.2 + 0.7 / 32

0.6472

(12)

0.7 / 32
86.1/12 + 13.2 + 0.7 / 32

0.0010

S:

(13)

Si scrive la reazione di combustione completa in condizioni stechiometriche:

0.3518 C + 0.6472 H + 0.0010 S + nO2,st O2 +

79
79
N 2 nO2,st nCO2 CO2 + nH 2O H 2O + nSO2 SO2 + nO2,st
N2
21
21

nCO2 = 0.3518
0.6472
= 0.3236
2
= 0.0010

nH 2O =
nSO2

1
nO2 = nCO2 + nH 2O + nSO2 = 0.5146
st
2
79
nN2 = 0.5146 = 1.9360
21
Si calcola la dosatura stechiometrica:

79

0.5146 32 + 28
21

14.42
st =
12 0.3518 + 0.6472 + 32 0.0010

(14)

REAZIONE DI COMBUSTIONE COMPLETA CON ECCESSO DI ARIA

e=

st
= 0.2 = st (1 + e ) = 17.30
st

52

(15)

Gestione dei Sistemi Energetici 01/02/07 02/02/07


Con riferimento ad una kmol di combustibile la reazione di combustione si scrive:

0.3518 C + 0.6472 H + 0.0010 S + nO2 (1 + e ) O2 +


st

nCO2,st CO2 + nH 2Ost H 2O + nSO2 SO2 +

79
nO (1 + e ) N 2
21 2st

79
nO (1 + e ) N 2 + nO2 e O2
st
21 2st

COMPOSIZIONE DEI PRODOTTI DELLA COMBUSTIONE:

Mi

kmol

xi ( % ) %0i

kJ
kmol

CO2 44 0.3518 11.34

20140

H2O 18 0.3236 10.43

11710

SO2 64 0.0010

0.03

303500

3.32

3970

O2

32 0.1029

N2

28 2.3230 74.88

720

Il peso molecolare dei fumi dato da:

M mix = xi M i = 28.915 kg / kmol

(16)

RENDIMENTO DEL GENERATORE DI VAPORE


La perdita energetica principale del generatore per calore sensibile al camino, mentre
meno significative sono le perdite per scambio termico verso lesterno e per incombusti:

GV =

q (1 + ) c p f (T f Trif )
Qp
18.30 1.1(170 25 )
Q1
= 1
= 1
= 1
qH i
qH i
qH i
42800

93.5%

(17)

CALCOLO DELLA PORTATA AL CONDENSATORE

Pe = m& cond Lrm m& cond =

Pe
320 103
kg
=
186.772
Lr m 4.186 417.65 0.98
s

53

(18)

Gestione dei Sistemi Energetici 01/02/07 02/02/07


CALCOLO DELLA PORTATA SURRISCALDATA

m& SH = 186.77 (1 + 0.211)

226.181

kg
s

(19)

CALCOLO DELLA POTENZA DI TURBINA

PT

Pr = m& cond LT = 186.772 417.65 4.186 103 MW = 326.53

(20)

CALCOLO DELLA POTENZA TERMICA IN INGRESSO AL CICLO

Q&1 = m& cond Q1

(21)

739.671 MW

CALCOLO DELLA POTENZA TERMICA IN USCITA DAL CICLO

Q& 2 = m& cond Q2

(22)

413 MW

CALCOLO DELLA POTENZA TERMICA DEL COMBUSTIBILE

q=

Q&1
739.671
kg
18.48
=
qH i
s
GV H i 0.935 42.8

791.092 MW

(23)

CALCOLO DEL RENDIMENTO GLOBALE

g =

Pe
320
=
qH i 791.092

40.45%

(24)

Nellimpianto a vapore in analisi le perdite energetiche maggiori sono nel ciclo reale (Figura
1). Lanalisi exergetica permette di localizzare le perdite.

54

Gestione dei Sistemi Energetici 01/02/07 02/02/07


414.216 MW
(52.36%)

51.42 MW
(6.5%)

6.51 MW
(0.82%)

791.092 MW

Q&1

(100%)

Pr

Sistema di combustione

Pe
320 MW
(40.45%)
Organi meccanici

CICLO REALE

Figura 1 Diagramma di Sankey

LANALISI EXERGETICA
Si ricorda lespressione per lexergia fisica:

f = h1 h0 T0 ( s1 s0 ) = c p (T1 T0 ) T0 c p ln
1

gas ideale

T1
p
R ln 1
T0
p0

f f = h1 h2 T0 ( s1 s2 ) = c p (T1 T2 ) T0 c p ln
1

T1
p
R ln 1
T2
p2

(25)

(26)

Lexergia chimica data dalle seguenti:

0,mix =

Miscela di gas:

Combustibile liquido:

0
Hi

%0,mix
M mix

, %0,mix = xi%01 + N T0 xi ln xi

; = 1.041 + 0.1728

13.2
0.7
13.2
+ 0.02169
1 2.0628
1.0676
86.1
86.1
86.1

55

(27)

(28)

Gestione dei Sistemi Energetici 01/02/07 02/02/07


ANALISI EXERGETICA DEL SISTEMA COMPLESSIVO

I&
E&in

E& out

IMT

Figura 2 Schema exergetico di un impianto motore termico

E& in = E& out + I&

(29)

E& out = Pe = 320 MW

(30)

E& in = E& comb = ( q& ) H i = 791.092 1.0676 MW

844.57 MW

I& = 524.57 MW
I&

ex = 1 &in
Ein

37.89%

(31)
(32)
(33)

Ora si tratta di localizzare le irreversibilit nella (32) e quindi si attua lanalisi exergetica per
ogni componente dellimpianto e la si approfondisce per le zone critiche.
ANALISI EXERGETICA DEL CONDENSATORE

I&

1
Figura 3 Schema exergetico del condensatore

E& in = E& out + I&

(34)

E& out = 0

(35)

56

Gestione dei Sistemi Energetici 01/02/07 02/02/07

in = I& = h8 h1 T0 ( s8 s1 ) =
= ( 560.81 32.56 ) 298.15 (1.8424 0.11262 ) 4.186 52.39
E& in = m& cond in = 186.772 52.39 103 MW

kJ
kg

9.79 MW

(36)

(37)

Le irreversibilit nel condensatore sono contenute perch il calore ceduto alla sorgente
inferiore ad una temperatura prossima a quella ambiente e quindi la diminuzione di entropia
del fluido motore confrontabile con laumento di entropia della sorgente. In termini di
exergia associata al flusso di massa si pu anche dire, con riferimento al fluido motore, che
la diminuzione di entalpia ampiamente compensata dalla diminuzione di entropia nel
processo di condensazione che porta dallo stato 8 allo stato 1. In definitiva la variazione di
entropia del sistema isolato modesta. Per accertare quanto detto infatti le irreversibilit si
possono anche calcolare con riferimento allo scambio di calore in presenza di differenze di
temperatura e il risultato prossimo, a meno di inesattezze sulle cifre decimali, alla (37):

T
298.15

E& Q = Q& 1 0 = 413 1


10.13 MW
273.15 + 32.5
T1

(38)

ANALISI EXERGETICA DELLA TURBINA DI BASSA PRESSIONE

PTAP

Pr

Figura 4 Schema exergetico della turbina di bassa pressione

E& out = Pr m& T , AP ( h5 h6 ) = 326.53 226.181103 ( 818 730.56 ) 4.186


Leffetto utile si pu calcolare analogamente come segue:

57

243.74 MW

(39)

Gestione dei Sistemi Energetici 01/02/07 02/02/07

E& out = m& cond ( h7 h8 ) + m& s ( h7 h5 ) =


= 186.772 ( 845.9 560.81) + 186.772 0.211 ( 845.9 719.49 ) 4.186 103
E& in = m& s ( h7 hs ) T0 ( s7 ss ) + m& cond ( h7 h8 ) T0 ( s7 s8 ) =
= 39.41 ( 845.9 719.49 ) 298.15 (1.7391 1.7699 ) 4.186 +
+186.772 ( 845.9 560.81) 298.15 (1.7391 1.8424 ) 4.186

(40)

243.745 MW

(41)

269.34 MW

I&

26 MW

(42)

ex

0.90

(43)

Si osserva che il rendimento exergetico (0.90) maggiore di soli due punti percentuali
rispetto al rendimento energetico (0.88) perch la temperatura media di scarico

(T

+ T8,is 2 ) prossima a quella ambiente.

58

Gestione dei Sistemi Energetici 05/02/07

GESTIONE DEI SISTEMI ENERGETICI

LA TURBINA DI ALTA PRESSIONE

I&

PTAP

6
Figura 1 Schema exergetico della turbina di alta pressione

E& in = E& out + I&


E& out = PTAP = m& SH ( h5 h6 ) = 226.181 ( 818.0 730.56 ) 4.186 103

82.79 MW

E& in = m& SH ( h5 h6 ) T0 ( s5 s6 ) =
= 226.181 ( 818.0 730.56 ) 298.15 (1.5526 1.5747 ) 4.186 103
I&

6.24 MW

ex

0.93

89.03 MW

(1)
(2)

Il rendimento exergetico (0.93) risulta maggiore di quello energetico (0.87) di sei punti
percentuali perch la temperatura di scarico media (circa 319 C) del fluido molto
maggiore di quella ambiente (25 C). Inoltre le irreversibilit sono minori di quelle nella
turbina di bassa pressione perch il fluido ad alta pressione ha un contenuto entropico
medio minore.

59

Gestione dei Sistemi Energetici 05/02/07

IL DEGASATORE

I&

S
3

Figura 2 Schema exergetico del degasatore

Il degasatore ha la funzione di energizzare il fluido motore prima che venga trattato


dalleconomizzatore, in modo da aumentare il rendimento globale. Lenergizzazione viene
effettuata a spese del vapore spillato dalla turbina di bassa pressione. Leffetto utile
lincremento exergetico del fluido proveniente dalla pompa di alimento mentre la spesa
exergetica il decremento exergetico del vapore spillato. Per quanto riguarda leffetto utile
si osserva che la variazione di exergia pari allincremento entalpico al netto della
variazione entropica perch, durante il riscaldamento, il liquido aumenta il proprio contenuto
entropico. Per quanto riguarda la spesa exergetica si osserva che il decremento entalpico
viene compensato da una diminuzione di entropia perch, durante il raffreddamento del
vapore, aumenta lordine molecolare e cio la probabilit termodinamica.

E& in = E& out + I&


E& out = m& cond ( h3 h2 ) T0 ( s3 s2 ) =
= 186.772 (152.1 32.56 ) 298.15 ( 0.44256 0.11262 ) 4.186 103 16.55 MW
E& in = m& s ( hS h3 ) T0 ( sS s3 ) =
= 39.41 ( 719.49 152.1) 298.15 (1.7699 0.44256 ) 4.186 103

28.32 MW

I& 11.77 MW
ex 0.58

Il rendimento exergetico (4) basso perch sono alte le irreversibilit dovute a:

60

(3)
(4)

Gestione dei Sistemi Energetici 05/02/07

Trasferimento di calore in presenza di gradiente termico;

Espansione incontrollata per ogni componente nel processo di miscelamento.

IL GENERATORE DI VAPORE

fumi

I&

7
6

aria
combustibile

4
Figura 3 Schema exergetico del generatore di vapore
Inglobando la zona di miscelamento con lambiente nel volume di analisi le perdite per
calore sensibile al camino sono comprese nelle irreversibilit.

E& out = m& SH ( h5 h4 ) T0 ( s5 s4 ) + ( h7 h6 ) T0 ( s7 s6 ) =


= 226.181{[( 818.0 152.1) 298.15 (1.5526 0.44256 )] + [( 845.9 730.56 ) 298.15 (1.7391 1.5747 )]} 4.186 10
E& = qH = 1.0676 791.092 844.57 MW
in

379.92 MW

I&

ex

(5)

464.65 MW

(6)

0.457

ORGANI MECCANICI

I&
Pe

Pr

Figura 4 Schema exergetico degli organi meccanici

61

Gestione dei Sistemi Energetici 05/02/07

E& in = Pr = 326.531 MW
E& out = Pe = 320 MW

I& = 6.53 MW

(7)

ex = 0.98 = m

(8)

Il rendimento exergetico (8) pari a quello energetico perch i flussi di energia sono di
prima specie.
IL CONDENSATORE
Il condensatore non pone alcun effetto utile e tutta lexergia spesa per la condensazione
costituisce una irreversibilit rintracciabile nellambiente. Si visto che essa contenuta e
pu essere calcolata anche come flusso termico ceduto allambiente (sorgente fredda) dal
condensatore (sorgente calda) in un ciclo di Carnot. Sviluppando lanalisi exergetica per
ogni

componente

dellimpianto

si

osserva

che

le

irreversibilit

si

concentrano

prevalentemente nel generatore di vapore. Vale la pena allora approfondire lanalisi per tale
componente.
IL GENERATORE DI VAPORE

I
E& comb

II

III

E& g ,max

E& fumi

E& fumi = 0

E& aria

Figura 5 Approfondimento exergetico del generatore di vapore


Lapprofondimento concerne lanalisi exergetica di tre zone:
1. Zona I: combustione adiabatica (prima che venga trasferito il calore al fluido
motore);
2. Zona II: trasferimento di calore al vapore;
3. Zona III: miscelamento dei fumi con laria ambiente. A valle dell espulsione i fumi si
miscelano con lambiente e quindi la loro exergia nulla.

62

Gestione dei Sistemi Energetici 05/02/07


ZONA I
Si calcola la temperatura di fine combustione adiabatica (con eccesso di aria):

c p (Ta Trif ) + H i = ( + 1) c p (Tmax Trif )


a

(10)

Si osservi che nella (10) si indica impropriamente la temperatura massima dei fumi perch
la dosatura non stechiometrica. Inoltre

Tmax = Trif +

Ta

Trif e allora la (10) si scrive:

Hi
42800
= 298.15 +
( + 1) c pg
(17.30 + 1)1.1

2424.3 K

(11)

In realt parte del calore trasferito tramite irraggiamento e quindi la temperatura


massima reale minore della (11).

E& out = E& g ,max = m& g f + 0

(12)

Si ha inoltre:

mg = q (1 + )

g ,max

(13)

pg ,max

T
= c pg (Tmax T0 ) T0 c pg ln max R ln

T0
p0

(14)

Il processo di combustione avviene a pressione ambiente e quindi la (14) diventa:

g ,max

= c pg (Tmax T0 ) T0 c pg ln

Tmax
= f T =
T0

(15)

2424.3
kJ
= 1.1( 2424.3 298.15 ) 298.15 1.1 ln
1651.45
298.15
kg
Combinando la (15) e la (13) si ha:

1651.45 18.48 (1 + 17.30 ) 558.49 MW

E& f g ,max = f g ,max m& g

(16)

Per determinare lexergia chimica dei fumi occorre conoscere la composizione dei fumi:

%0 = xi%0 + T0 xi ln xi = 2247.6
i

0 =

%0
M

mix

2247.6
28.915

Combinando la (17) e la (13) si ha:

63

77.73

kJ
kg

kJ
kmol
(17)

Gestione dei Sistemi Energetici 05/02/07

E0 = 18.48 (1 + 17.30 ) 77.73 103

26.29 MW

(18)

Allora combinando la (16) e la (18), la (12) diventa:

E& out = E& g ,max = 26.29 + 558.49 = 584.78 MW

(19)

Lexergia spesa quella chimica del combustibile:

E& in = E& comb = 844.57 MW

(20)

Si osserva che lexergia fisica molto maggiore di quella chimica dei fumi perch il potere
calorifico di questi modesto.
Le irreversibilit e il rendimento sono dati rispettivamente da:

I&GVI = 259.79 MW

(21)

(ex )GV

(22)

= 69.24%

ZONA II

E& out = E& vap = m& SH ( h5 h4 ) T0 ( s5 s4 ) + ( h7 h6 ) T0 ( s7 s6 )


[( 818.0 152.1) 298.15 (1.5526 0.44256 )] +
3
4.186 10
379.92 MW
= 226.181
+ [ ( 845.9 730.56 ) 298.15 ( 1.7391 1.5747 )]

(23)

pg
T
E& in = E& g ,max E& fumi = E& g = m& g c pg (Tmax T f ) T0 c pg ln max ln
=

Tf
p f

2424.3

= 18.48 (1 + 17.30 ) 1.1( 2424.3 443.15 ) 298.15 1.1 ln

pg = p f
443.15

(24)

548.51 MW

I&GVII = 168.59 MW

(25)

(ex )GV

(26)

= 69.26%

II

Le irreversibilit sono minori della zona I perch in questa zona diminuita lexergia in
ingresso.

64

Gestione dei Sistemi Energetici 05/02/07


ZONA III

E& out = 0

E& in = E& fumi = I&GVIII = m& g f fumi + 0 fumi = E& g ,max E& g = 36.27 MW

65

(26)

(27)

Gestione dei Sistemi Energetici 08/02/07

GESTIONE DEI SISTEMI ENERGETICI


Con riferimento allanalisi exergetica svolta nella lezione precedente si costruisce una tabella
sinottica che riporta, per ogni zona (componente) dellimpianto le irreversibilit in MW, la
percentuale sul totale delle irreversibilit di impianto e la percentuale di perdita sullexergia
in ingresso (complemento percentuale del rendimento):
Irreversibilit

Zona

(MW)

% su ITOT % su E& in

Generatore di vapore

464.65

88.51

55.02

Combustione adiabatica

259.71

49.47

30.75

Trasferimento di calore

168.59

32.11

19.96

Scarico fumi al camino

36.27

6.91

4.29

Turbina AP

6.24

1.19

0.74

Turbina BP

26

4.95

3.08

Condensatore

9.79

1.86

1.16

Degasatore

11.77

2.24

1.39

Organi meccanici

6.53

1.24

0.77

TOTALE

524.98

100.00

62.16

Tabella 1 Quadro sinottico delle irreversibilit zonali


Le irreversibilit totali si ottengono come ovvio dalla seguente:

I&TOT = I&i = E& in E& out

(1)

Lultima colonna della Tabella 1 il complemento percentuale del rendimento; infatti si ha:

ex = 1

62.36
100

(2)

37.8% c.v.d .

Il Diagramma di Grassmann in Figura 1 permette di visualizzare in maniera immediata i


flussi

exergetici

relativi

alle

irreversibilit

termodinamico e degli organi meccanici:

66

del

sistema

di

combustione,

del

ciclo

Gestione dei Sistemi Energetici 08/02/07

259.71 MW 168.59 MW 36.27 MW


(4.29%)
(19.96%)
(30.75%)

TAP

TBP

6.24 MW

26 MW

CD
DG
9.79 MW 11.77 MW

(0.74%)

(3.08%)

(1.16%)

6.53 MW
(0.77%)

(1.39%)

844.57 MW
(100%)

Sistema di combustione

Organi
320 MW
meccanici (37.8%)

CICLO TERMODINAMICO

Figura 1 Diagramma di Grassmann per limpianto a vapore di analisi


OSSERVAZIONI - Confronto fra il diagramma di Grassmann e quello di Sankey

1. In termini i globali rendimenti sono prossimi essendo


perch lunico fattore discriminante il coefficiente

g = 40.45%

ex = 37.89%

= 0 / Hi 1 ;

2. Nel Diagramma di Sankey si osserva un dettaglio meno spinto delle perdite


energetiche mentre lanalisi exergetica offre un approfondimento delle irreversibilit
per ogni componente;
3. La potenza termica ceduta al condensatore rilevante

( 52.36% )

ed la perdita

intrinseca al ciclo termodinamico. La penalizzazione exergetica introdotta dal


condensatore invece irrilevante (1.16%) perch la temperatura di cessione del
calore prossima a quella ambiente.
4. Le perdite negli organi meccanici sono basse in entrambi i diagrammi essendo dello
0.82% per il diagramma di Sankey e dello 0.77% per quello di Grassmann (la
leggera discrepanza sempre dovuta a

).

Questo si giustifica con il fatto che

lenergia dissipata di prima specie per cui lexergia coincide con lenergia;
5. Nel diagramma di Sankey la perdita per calore sensibile al camino del 6.5% ed
lunica perdita energetica associata al generatore di vapore. La medesima perdita in
termini exergetici del 4.29% perch nel generatore di vapore le irreversibilit pi

67

Gestione dei Sistemi Energetici 08/02/07


rilevanti sono quelle connesse alla combustione adiabatica e al trasferimento di
calore al fluido motore in presenza di gradiente termico1
6. Nel complesso il ciclo termodinamico incide poco in termini exergetici e la
irreversibilit minima si ha alla turbina di alta pressione.
Per migliorare limpianto dal punto di vista exergetico occorre intervenire sul processo di
combustione e sul trasferimento di calore al fluido. Le soluzioni sono le seguenti:
1. Diminuzione delle irreversibilit legate alla combustione. Aumentare la temperatura
del vapore surriscaldato diminuendo la dosatura in modo che aumenti lentalpia del
fluido (in realt in questo modo aumenta anche lentropia, ma in ragione di un
andamento logaritmico con la temperatura) e quindi lexergia in uscita. Occorre
prestare attenzione per alla capacit di sopportazione termica dei materiali e a
problemi di corrosione vanadile ad alta temperatura dovuta alluso di combustibili
scadenti (per questo motivo la temperatura massima di un ciclo di un impianto
motore termico non supera mai i 560 C);
2. Diminuzione delle irreversibilit legate al trasferimento di calore in presenza di
differenze di temperatura. Alzare lisobara di vaporizzazione in modo che il calore sia
ceduto ad una temperatura mediamente meno variabile e subisca una minore
degradazione in termini exergetici durante il trasferimento. Per questo alcuni
impianti usano come fluido motore il mercurio;
3. Diminuzione delle irreversibilit legate allo scarico dei fumi al camino. Usare impianti
combinati sovrapponendo un ITG che invii i prodotti della combustione ad un
generatore di vapore a recupero energizzando il liquido proveniente dal condensatore
(un ITG porrebbe singolarmente una elevata irreversibilit allo scarico dove la
temperatura di circa 500 C). In questo modo si elimina il boiler dellimpianto a
vapore.
Per eliminare le irreversibilit insiste al processo di combustione adiabatico si potrebbero
usare dispositivi di conversione energetica, le pile a combustibile, che non utilizzino il
processo di combustione ma, essendo di natura elettrochimica, effettuino una conversione
diretta da energia chimica a energia elettrica. Queste pile hanno dunque un rendimento
exergetico molto buono perch non hanno un ciclo termodinamico, ma soprattutto non
prevedono una combustione.

Le irreversibilit dovute alla combustione adiabatica sono le pi alte.

68

Gestione dei Sistemi Energetici 08/02/07

IL METODO DELLA PINCH TECHNOLOGY


Per questo argomento si pu consultare Thermal Design & Optimization Bejan,
Tsatsaronis, Moran, John Wiley & sons, inc.
DEFINIZIONI:
HEN

(Heat

Exchange

Network):

sono

reti

di

scambio

termico

molto

diffuse

per

numerosissimi processi tecnici e in generale dove c bisogno di riscaldare e raffreddare i


fluidi. Il metodo HEN rivolto alla progettazione e alla ottimizzazione degli scambiatori di
calore.
FLUIDI DI PROCESSO:

Fluidi freddi (c: cold): devono essere riscaldati per esigenze del processo;

Fluidi caldi (h: hot): devono essere raffreddati per esigenze del processo o possono
essere raffreddati qualora si tratti di fumi al camino. In questo caso lobiettivo
recuperare il massimo dellenergia compatibile con i problemi di corrosione per
formazione di condense acide (i fumi non possono essere scaricati al di sotto di 90
C).

Le grandezze caratteristiche dei fluidi di processo sono la capacit termica e le


temperature di ingresso e di uscita (specifiche del processo);

FLUIDI ESTERNI: consentono di effettuare riscaldamenti e raffreddamenti qualora questi


scambi termici non si realizzino fra i fluidi di processo:

Hot Utilities (Riscaldatori esterni): sono i gas combusti, il vapore in passaggio di


stato, lacqua calda;

Cold Utilities (Refrigeratori esterni): acqua, aria, fluidi frigorigeni (quando la


temperatura bassa).

69

Gestione dei Sistemi Energetici 12/02/07

GESTIONE DEI SISTEMI ENERGETICI

IL METODO DELLA PINCH TECHNOLOGY

Cap. 1 Concetti Preliminari


OBIETTIVI DELLA PINCH TECHNOLOGY
Per un assegnato Tmin :
1. Valutare gli scambi minimi di energia con lesterno o, analogamente, il massimo
recupero energetico fra i fluidi di processo (dai fluidi caldi a quelli freddi). Il
completamento dello scambio termico avviene mediante lausilio dei fluidi esterni.
2. Stimare preliminarmente la superficie totale di scambio senza ancora aver definito i
singoli scambiatori e quindi la potenza termica scambiata, i fluidi di processo
coinvolti, la loro disposizione allinterno della rete, etc.
3. Stimare il numero di scambiatori che massimo nel caso di massimo recupero
energetico.
Il risultato ultimo della Pinch Technology effettuare il progetto e lottimizzazione della rete,
che si realizza in due fasi successive:
1. Sintesi della rete o MER (Maximum Recovery Energy) Design che determina lottimo
termodinamico della trasformazione. Tale sintesi soddisfa le specifiche della Pinch
Tech e definisce gli scambiatori da utilizzare e gli accoppiamenti da effettuare;
2. Ottimizzazione della rete (Cost Optimal Design) che determina il minimo costo annuo
di gestione dato dalla somma dei costi di capitale (essenzialmente gli scambiatori) e
dei costi di esercizio (fluidi esterni, costo di produzione del vapore e dei gas combusti
che devono trasferire il calore, etc.). Questa analisi rimuove qualche vincolo
spostando leggermente il punto di equilibrio dalla situazione di ottimo termodinamico
con lobiettivo di privilegiare lottimo economico. Comunque sia il MER va sempre
effettuata.

& H .
DIAGRAMMA T- H& : il piano caratteristico degli scambiatori di calore, dove H& = m
Si analizza il caso estremo di scambio termico in assenza di recupero energetico. In Figura 1
un fluido caldo ed uno freddo (fluidi di processo) scambiano separatamente energia termica
rispettivamente con un refrigeratore esterno e un riscaldatore esterno. Per i due fluidi di
processo si hanno i seguenti dati:

70

Gestione dei Sistemi Energetici 12/02/07

& )
( mc

Thi

Thu

(1)

& )
( mc

Tci

Tcu

(2)

p h

p c

T
Th ,i
Tc ,u

Tc ,i
Th ,u
H&
Figura 1 Processo termico in assenza di recupero energetico
In Figura 1 sulle ascisse si legge la potenza termica scambiata. Per soddisfare le specifiche
in (1) e (2) occorrono due fluidi esterni (un refrigeratore esterno e un riscaldatore esterno)
e, non essendoci trasferimenti di calore fra i fluidi di processo, gli scambi di energia con
lesterno sono massimi. Assegnate le specifiche di progetto si pu valutare sia lo scambio
termico massimo con hu (hot utility) sia quello con cu (cold utility):

& p ) (Tcu Tci )


Q& hu ,max = H& c = ( mc

(3)

& p ) (Thi Thu )


Q& cu ,max = H& h = ( mc

(4)

Come gi detto lo scambio termico fra i fluidi di processo (heat exchanging) nullo:

Q& hx = 0

(5)

Affinch ci sia un recupero energetico le due curve in Figura 1 devono avere una zona di
sovrapposizione rispetto alle ascisse. Allora si pu pensare di tenera ferma la curva relativa
al fluido caldo e traslare orizzontalmente quella del fluido freddo fino a che la differenza
minima di temperatura sia nulla (Figura 2): questo il caso estremo di massimo recupero
energetico con superfici di scambio infinite (caso irreale). Si riconoscono una zona di

&
sovrapposizione in cui viene scambiata la potenza Q
hx ,max e due zone esterne dedicate al

&
refrigeratore esterno Q
cu ,min

) e al riscaldatore esterno ( Q&

hu ,min

71

).

Gestione dei Sistemi Energetici 12/02/07

T
Th ,i
Tc ,u

Tc ,i
Th ,u

Q& hx ,max

Q& cu ,min

H&

Q& hu ,min

Figura 2 Processo termico con massimo recupero energetico


Nella realt si fissa un Tmin in base allottimo di un bilancio economico. Infatti se il Tmin
basso il recupero energetico alto e con esso anche le superfici di scambio sono alte non
tanto perch la potenza termica alta, ma quanto perch le differenze di temperatura sono
basse: in questo modo aumentano i costi del capitale. Daltronde al diminuire degli scambi
termici con lesterno diminuiscono i costi di esercizio perch occorre scambiare una minore
potenza con i fluidi esterni. Il caso reale in Figura 3:

T
Th ,i
Tc ,u

Tmin
Tc ,i
Th ,u

Q& cu Q& hx

Q& hu
H&

Figura 3 Processo termico con massimo recupero energetico (fissata la differenza di temperatura minima).
Fissato Tmin anche per il caso in Figura 3 si parla di massimo recupero energetico e di
minimo scambio termico con lesterno ad indicare che il massimo e il minimo sono riferiti al
risultato ( Tmin ) di un ottimo economico.
Poich le potenze termiche scambiate con lesterno hanno un andamento lineare con la
temperatura, anche i costi variabili sono una funzione lineare di Tmin . In Figura 4 si

72

Gestione dei Sistemi Energetici 12/02/07


riportano allora i costi di gestione in /anno con laccortezza di assumere, per i costi fissi,
delle quote di ammortamento. Si osservi che anche con Tmin = 0 non detto che si
annullino gli scambi energetici con lesterno ed per questo che lordinata allorigine dei
costi variabili non nulla. Al diminuire del Tmin i costi di capitale aumentano muovendosi
su una curva obliqua sinistra.
Costi di gestione

ili
iab
var
i
t
cos

costi totali

costi fissi

Tmin

Tmin,
min,opt
opt

Figura 4 Andamento dei costi di gestione in funzione della differenza minima di temperatura.
SUPERFICIE DI SCAMBIO
Con riferimento alla Figura 3 si isola lo scambio termico interno fra i fluidi di processo
(Figura 5):

T
Th ,i

Tmax
Tmin
Tc ,i

H&

Qhx

Figura 5 Scambio interno estratto dalla Figura 3


La superficie di scambio termico si ottiene dalla seguente:

Q& hx = U Ahx Tml

73

(6)

Gestione dei Sistemi Energetici 12/02/07


Nella (6) U il coefficiente globale di scambio termico misurato in W/m2K e pari a:

U=

1
1/ hi + s / + 1/ he

(7)

Nella (7) il denominatore la somma del coefficiente convettivo del fluido interno, della
resistenza termica conduttiva (trascurabile rispetto a quella convettiva) e del coefficiente
convettivo del fluido esterno, con riferimento ad uno scambiatore a tubi e mantello. Nella
(6) si ha inoltre:

Tml =

Tmax Tmin
ln ( Tmax Tmin )

(8)

LOCALIZZAZIONE PINCH POINT


Si illustrano tre regole di localizzazione del pinch point in caso di assenza di passaggio di
stato e quindi quando il Tmin ad una estremit dello scambiatore.
Se la capacit termica del fluido caldo maggiore di quella del fluido freddo allora il Tmin
posizionato dalla parte del fluido caldo:

& ) > ( mc
& )
( mc
p h

p c

Tmin lato caldo

(9)

In questo caso, a parit di intervallo di temperatura, si ha un surplus di energia disponibile


dal raffreddamento del fluido caldo rispetto al riscaldamento del fluido freddo.
Se la capacit termica del fluido caldo minore di quella del fluido freddo allora il Tmin
posizionato dalla parte del fluido freddo (Figura 5):

& ) < ( mc
& )
( mc
p h

p c

Tmin lato freddo

(10)

A parit di intervallo di temperatura si ha un deficit di energia richiesta dal fluido freddo e


che il fluido caldo non pu fornire.
Se le due capacit termiche sono eguali il Tmin costante lungo lo scambiatore e le
irreversibilit associate allo scambio di calore sono minime.
A valle di queste considerazioni si comprende come, con riferimento alla Figura 6,
lirreversibilit termica sia divisibile in una parte evitabile e in una non evitabile. Infatti
lirreversibilit evitabile tale che, riducendo il Tmin , diminuisce e per Tmin = 0 nulla.
Nella pratica per non possibile annullare completamente il Tmin perch altrimenti si
avrebbero superfici infinite di scambio termico. Analogamente lirreversibilit inevitabile si
pu evitare allorch, per massimizzare il recupero energetico della rete complessiva, sia

74

Gestione dei Sistemi Energetici 12/02/07


conveniente ripartire il fluido freddo a maggiore capacit termica in modo da avere un
migliore accoppiamento fra le curve: lintera portata divisa in due flussi di cui uno
accoppiato ad un fluido caldo con eguale capacit termica e laltro accoppiato con un altro
fluido di processo. Questo metodo per nella pratica non si applica spesso, ma si preferisce
accoppiare fluidi che hanno originariamente una eguale capacit termica a monte della
ripartizione.

T
C

Th ,i

Tmax

D E

Tmin
Tc ,i

H&

Qhx

Area (ADCE) = evitabile


Area (AEB) = inevitabile
Figura 4 Lirreversibilit evitabile e inevitabile

75

Gestione dei Sistemi Energetici 15/02/07

GESTIONE DEI SISTEMI ENERGETICI


CONCETTI BASE PER LA PINCH TECHNOLOGY CURVE CUMULATIVE
Quando si hanno pi fluidi di processo occorre considerare una unica curva caratteristica per
i fluidi caldi (curva cumulativa dei fluidi caldi) ed una per quelli freddi (curva cumulativa dei
fluidi freddi). Le due curve si rappresentano sul piano T H& , si localizza il pinch point
(derivante da una scelta di ottimo economico) e si determinano gli scambi di energia minimi
con lesterno e la condizione di massimo recupero energetico. Si ipotizzano due fluidi caldi e
due freddi i cui dati sono in Tabella 1:

& p [ kW / K ]
Ti [ K ] Tu [ K ] mc
1 (h)

400

310

2 (c)

300

390

1.8

3 (c)

330

370

4 (h)

450

350

Tabella 1 Dati relativi ai quattro fluidi dellanalisi cumulativa per la pinch technology
Si adottano le seguenti ipotesi1:
1. Gli scambiatori sono in controcorrente;
2. Le variazioni di energia cinetica e potenziale sono trascurabili;
3. Lentalpia funzione solo della temperatura e quindi non si fa riferimento ai passaggi
di stato;
4. Il calore specifico costante (si assume un valore medio per i vari intervalli di
temperatura).
CURVA CUMULATIVA DEI FLUIDI CALDI
Si seguono i seguenti punti:
1. Si individuano le temperature caratteristiche di ingresso e di uscita dei fluidi;
2. Si individuano dei campi di temperatura;
3. Per ogni campo si costruisce una porzione del fluido cumulativo sommando le
capacit termiche (in termini di flusso) per ogni intervallo;
4. Si calcolano le potenze termiche cedute (ai fluidi freddi o a refrigeratori esterni) per
ogni intervallo.

Per altro rimovibili nel caso si voglia generalizzare il ragionamento.

76

Gestione dei Sistemi Energetici 15/02/07


utile allora costruire il seguente schema (Figura 1) che individua immediatamente i campi
di temperatura:
310 K

350 K

400 K

& p
mc

450 K

4
2

80 kW

150 kW

50 kW

Figura 1 Fluido caldo cumulativo


In Figura 1 la potenza termica complessivamente ceduta dai fluidi caldi pari a:

Q& h = H& i = 80 150 50 = 280 kW

(1)

i =1

essendo la sommatoria estesa ai tre intervalli di temperatura. Nella (1)

H& i la variazione

di flusso entalpico cumulativo ceduto nellintervalli i-esimo ed pari a:

& p ) Ti
H i = ( mc
2

(2)

j =1

dove la sommatoria estesa ai due fluidi caldi.


Analogamente si procede per i fluidi freddi (Figura 2):
300 K

330 K

370 K
1.8

1.8

390 K
1.8

& p
mc
1.8

4
3
1.8

5.8

1.8

54 kW

232 kW

36 kW

Figura 2 Fluido freddo cumulativo


La potenza termica complessivamente richiesta dai fluidi freddi data da:

Q& c = H& i = 54 + 232 + 36 = 322 kW


i =1

77

(3)

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Confrontando la (3) con la (2) emerge che i fluidi freddi richiedono una potenza termica
maggiore di quella fornita dai fluidi caldi almeno pari a

Q& = 322 280 = 42 kW . In realt il

valore effettivo di potenza scambiata con il riscaldatore esterno dipende dalla posizione del
pinch point per cui

Q& risulta essere la somma algebrica degli scambi termici con i fluidi

esterni (riscaldatore e refrigeratore). Associando ad ogni temperatura la rispettiva potenza


termica si hanno le Tabelle 2 e 3 dove si osserva che alla temperatura di ingresso del fluido
freddo si associa arbitrariamente un valore di 100 kW che poi andr modificato in base alla
specifica del pinch point:
kW

310

80

350

230 400
280 450
Tabella 2 Coppie (kW,T) per il fluido caldo cumulativo
kW

100 300
154 330
386 370
422 390
Tabella 3 Coppie (kW,T) per il fluido freddo cumulativo
Seguendo i dati nelle Tabelle 2 e 3 si costruiscono le curve composite (cumulative) per i
fluidi caldi e freddi (Figura 3). Si osserva che dove la pendenza della curva minore la
capacit termica (scritta fra parentesi tonde su ogni tratto delle curve) maggiore. Infatti
in tali tratti sono presenti pi fluidi e una fissata variazione di temperatura richiede una
maggiore potenza termica.

78

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H& 5

H&6

H&7

H& 4

H& 3

H& 2 H& 1

Q& hu ,min = 48 kW

280 kW

450

(1)

440
430
420
410

400

)
(3

Pinch

370
360

Tmin = 10 K

ac
urv

a
al d

(5.8)

e
va fr
ulati
m
u
c
a
Curv

(2
)

350
340

ula
um

ac
tiv

(1

380

.8
)

390

dda

330
320
310
300

.8)
(1

H& [ kW ]

50
80 100
&
Qcu ,min = 6 kW

154

200 230 250 280 300


322 kW

350 386 400 422 450

Q& hx ,max = 274 kW


Figura 3 Curve cumulative dei fluidi freddi e caldi

Per passare dalla curva blu tratteggiata a quella blu continua occorre fissare

Tmin = 10 K e

traslare la curva cumulativa fredda verso sinistra mantenendo ferma quella cumulativa
calda. Si osserva che il punto critico in relazione al quale stabilire lentit della traslazione
quello di ingresso del fluido freddo n.3 che si riscalda da 330 K a 370 K. Effettuata la
traslazione si riconoscono tre zone caratteristiche di potenza termica:
1. Zona di sovrapposizione delle due curve in cui si esplica il recupero termico massimo

Q& hx ,max ;
2. Zona esterna sinistra in cui un refrigeratore esterno soddisfa lulteriore richiesta di

&
raffreddamento da parte dei fluidi caldi attraverso Q
cu ,min ;
3. Zona esterna destra in cui un riscaldatore esterno soddisfa lulteriore richiesta di

&
riscaldamento da parte dei fluidi freddi attraverso Q
hu ,min .
Per il calcolo delle potenze termiche scambiate con i fluidi esterni si considerano due zone
rispettivamente sopra e sotto il pinch e si scrivono due bilanci energetici:

79

Gestione dei Sistemi Energetici 15/02/07


SOTTO IL PINCH
La potenza termica ceduta al refrigeratore esterno data da:

H& h = H& c + Q& cu ,min 2 ( 340 310 ) = 1.8 ( 330 300 ) + Q& cu ,min

Q& cu ,min = 6 kW

(4)

SOPRA IL PINCH
La potenza termica ceduta dal riscaldatore esterno data da:

H& h + Q& hu ,min = H& c


2 ( 350 340 ) + 3 ( 400 350 ) + 1 ( 450 400 ) + Q& hu ,min = 5.8 ( 370 330 ) + 1.8 ( 390 370 )
Q& hu ,min = 48 kW

(5)

Si osserva che per determinare la (5) si pu anche procedere per un calcolo indiretto:

Q& hu ,min = Q& c + Q& cu ,min Q& h = 322 + 6 280 = 48 kW


Per il pinch point si individuano:

(6)

Thc , pinch = 340 K la temperatura al pinch per i fluidi caldi

con riferimento alla curva cumulativa, Tcc , pinch = 330 K la temperatura al pinch per i fluidi
freddi con riferimento alla curva cumulativa.
Il recupero energetico (potenza termica trasferita dai fluidi caldi a quelli freddi) si scrive:

Q& hx ,max = Q& h Q& cu ,min = 280 6 = 274 kW

(7)

Una volta che sono stati determinati graficamente gli scambi termici fra i fluidi di processo e
quelli con i fluidi esterni occorre attuare la sintesi della rete che rispetti tali risultanze. Il
MER consiste nei seguenti punti:
1. Accoppiamento dei fluidi;
2. Numero degli scambiatori;
3. Disposizione degli scambiatori nella rete;
4. Calcolo della superficie di scambio termico (per questo occorrono gli intervalli di
flusso entalpico H& i individuati in Figura 3).

Per verificare che si sicuramente nelle condizioni di massimo recupero energetico (fissato
il pinch point), si ipotizza di far cedere al riscaldatore esterno una potenza aggiuntiva
(Figura 4) tale che si abbia:

Q& hu = Q& hu ,min + Q& e

80

(8)

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H& 5

H&6

H&7

H& 4

H& 2 H& 1

H& 3

Q& hu ,min = 48 kW

280 kW

450

(1)

440
430
420
Q& e

410
400

Pinch

370
360

Tmin = 10 K

)
(3
C

ac
urv

a
al d

(5.8)

e
va fr
ulati
m
u
c
a
Curv

(2
)

350
340

ula
um

ac
tiv

(1

380

.8
)

390

dda

330
320
310
300

.8)
(1

H& [ kW ]

50
80 100
&
Qcu ,min = 6 kW

154

200 230 250 280 300


322 kW

350 386 400 422 450

Q& hx ,max = 274 kW


Figura 4 Potenza termica in eccesso ceduta dal riscaldatore esterno
Attribuendo al riscaldatore esterno una potenza aggiuntiva, una porzione di fluido freddo
viene sottratta al riscaldamento offerto dal fluido caldo il quale offre una zona scoperta. Per
coprire tale zona esistono due soluzioni. La prima consiste nel traslare la curva dei fluidi

& , ma in questo modo accadono tre eventi:


freddi verso destra di una quantit pari a Q
e
& ;
1. Aumenta il riscaldamento esterno della quantit Q
e
& ;
2. Aumenta il raffreddamento esterno della quantit Q
e
&
&
3. Diminuisce il recupero energetico Q
hx ,max della quantit Qe .
Mentre i primi due punti implicano maggiori costi di esercizio, il terzo punto implica minori
costi di capitale e per questo si instaura un Tmin maggiore dettato da un nuovo equilibrio
del bilancio economico. Ci non di interesse per il fissato Tmin = 10 C e oltre tutto
diminuisce il recupero energetico.

81

Gestione dei Sistemi Energetici 16/02/07

GESTIONE DEI SISTEMI ENERGETICI

Fissato il Tmin = 10 K si ipotizza di riscaldare il fluido cumulativo freddo con una potenza

& fornita dal riscaldatore esterno, per cui si ha:


termica aggiuntiva Q
e
Q& hu = Q& hu ,min + Q& e

(1)

A seguito di tale variazione rimane scoperta una parte di potenza termica disponibile nel
fluido caldo. Per coprirla si pu ragionare in due modi.

& si ripristina la
Traslando la curva del fluido freddo verso destra di una quantit pari a Q
e
copertura ma:

& = Q&
&
1. Il recupero energetico diminuisce essendo Q
hx
hx ,max Qe ;
2. La

potenza

termica

ceduta

al

refrigeratore

esterno

aumenta,

essendo

Q& cu = Q& cu ,min + Q& e .


Il minore recupero energetico e il maggiore scambio con lesterno si pu comprendere
anche dallaumento del Tmin .
Se si ragiona a parit di Tmin occorre mantenere fissa la curva dei fluidi freddi e, per

& rimasta scoperta nel fluidi caldi occorre un


recuperare la quota parte di potenza termica Q
e
refrigeratore sopra il pinch point. Anche in questo caso valgono i punti 1. e 2. con la
seguente differenza notazionale:

Q& cu = Q& cu ,min + Q& ep +

(2)

ad indicare che il supplemento di refrigerazione avviene al di sopra del pinch. Comunque sia
per il fissato Tmin ci si allontana dal massimo recupero energetico con il risultato che i costi
fissi diminuiscono e i costi variabili aumentano per un maggiore scambio con i fluidi esterni.
Analogamente si ipotizza che una parte del raffreddamento dei fluidi caldi sia sottratta
allazione dei fluidi freddi con lausilio di un supplemento di refrigerazione sotto il pinch e
cio:

Q& cu = Q& cu ,min + Q& e


Per coprire la zona di ampiezza

(3)

Q& e lasciata scoperta sulla curva dei fluidi freddi si pu

pensare di traslare la curva dei fluidi freddi verso destra della quantit

Q& e , ovvero la si pu

mantenere ferma e usare un riscaldatore sotto il pinch. In entrambi i casi si ha una

82

Gestione dei Sistemi Energetici 16/02/07


diminuzione del recupero energetico e un aumento dello scambio con il riscaldatore sopra il
pinch. Nel primo caso si ha:

Q& hu = Q& hu ,min + Q& e


Q& hx = Q& hx ,max Q& e

(4)

Q& hu = Q& hu ,min + Q& ep


Q& hx = Q& hx ,max Q& e

(5)

Nel secondo caso si ha:

TRASFERIMENTO DI CALORE ATTRAVERSO IL PINCH


H& 5

H&6

H&7

H& 4

H& 2 H& 1

H& 3

Q& hu ,min = 48 kW

280 kW

450

(1)

440
430
420
Q& e

410

400

)
(3

Pinch

370
360

Tmin = 10 K

ac
urv

330
320
310
300

(2
)

(5.8)

a
al d

e
va fr
ulati
m
u
c
a
Curv

350
340

ula
um

ac
tiv

(1

380

.8
)

390

dda

.8)
(1

H& [ kW ]

50
80 100
Q& cu ,min = 6 kW

154

200 230 250 280 300


322 kW

350 386 400 422 450

Q& hx ,max = 274 kW


Figura 1 Trasferimento di calore attraverso il pinch
In Figura 1 si osserva che se una parte di potenza termica viene prelevata dai fluidi caldi
sopra il pinch per riscaldare i fluidi freddi sotto il pinch, rimangono scoperte le zone A e B
per cui occorre inserire un riscaldatore esterno sopra il pinch e un refrigeratore esterno

83

Gestione dei Sistemi Energetici 16/02/07


sotto il pinch con il risultato che ci si allontana, per il fissato Tmin dalle condizioni di
massimo recupero energetico.
Da questi ragionamenti seguono tre regole fondamentali della pinch technology per il
massimo recupero energetico, fissato il Tmin :
1. Non trasferire calore attraverso il pinch;
2. Non usare riscaldatori esterni sotto il pinch;
3. Non usare refrigeratori esterni sopra il pinch.
Per stimare le superfici di scambio termico non agevole operare graficamente, allora si
procede con il calcolo analitico. Tale procedimento basato sullanalisi degli intervalli di
temperatura e rispetta i seguenti passi:
1. Specificare Tmin che viene fissato in relazione al fluido. Per un passaggio di stato di
10-20 C, per uno scambio di calore gas-gas in cui il coefficiente di scambio termico
ridotto si hanno 30-50 C in modo da limitare le superfici di scambio;
2. Aggiustare le temperature a seconda del pinch point. La temperatura aggiustata
pari a:

T
T = T m min
2
*

Tmin

T + 2
=
T Tmin

fluidi freddi
fluidi caldi

In questo modo si ha una curva globale cumulativa dei fluidi freddi e caldi nella
quale, a parit di intervallo termico, si pu operare un confronto diretto fra le
capacit termiche dei fluidi freddi e dei fluidi caldi.
3. Calcolare la potenza termica netta trasferita per ciascun intervallo:

& p ) ( mc
& p ) Ti , i = 1,K ,5
Q& i = ( mc
c
h
hot
cold

(6)

& < 0 vuol dire che nellintervallo prevalgono le capacit termiche dei fluidi caldi
Se Q
i
e quindi si ha un surplus di energia disponibile dal raffreddamento dei caldi rispetto
al riscaldamento dei freddi. Per smaltire questo surplus si pu operare in due modi:

Trasferire la potenza al fluido freddo ad un intervallo di temperatura inferiore;

Trasferire la potenza ad un refrigeratore esterno (solo se si al di sotto del


pinch).

84

Gestione dei Sistemi Energetici 16/02/07

Se

Q& i > 0 vuol dire che nellintervallo prevalgono le capacit termiche dei fluidi

freddi e quindi si ha un deficit di energia richiesta dai fluidi freddi e che i fluidi caldi
non possono fornire. Per colmare il deficit si pu operare in due modi:

Trasferire la potenza al fluido freddo da un intervallo di temperatura


superiore;

Trasferire la potenza da un riscaldatore esterno (solo se si al di sopra del


pinch).

305 K

335 K
2

1.8

345 K

375 K

395 K

1.8

1.8

1.8

445 K

2
4

0.2

3.8

2.8

1.2

38

84

24

50

[ kW

K]

kW

Figura 2 Schema del fluido globale cumulativo


Sommando gli scambi netti di energia per ogni intervallo si ottiene la somma algebrica degli
scambi di calore con i fluidi esterni:

Q&
i =1

4.

= Q& c Q& h = 322 280 = 42 kW

(7)

Operare il bilancio energetico cumulativo. In ciascun intervallo si tiene conto anche


degli intervalli superiori.

Q& i = Q& j

(8)

j =1

Un valore negativo della (8) indica un surplus di energia, un valore positivo indica
un deficit (in termini cumulativi).

85

Gestione dei Sistemi Energetici 16/02/07

Intervalli di
temperatura

Temperatura
aggiustata

Q& i [ kW ]

Q& i [ kW ]

Q& i* 1[ kW ]

-48
445
-50

1
395

-50

-98

-74

-122

10

-38

48

42

-6

-24

2
375

84

3
345

38

4
335

-6

5
305

Tabella 1 Risultati del metodo analitico


In Tabella 1 il bilancio energetico cumulativo evidenzia un deficit di potenza termica
richiesta dai fluidi freddi pari a 48 kW da colmare con un riscaldatore esterno sopra il pinch
e cio:

Q& hu ,min = Q& i ,max = 48 kW

(9)

5. Bilancio energetico cumulativo modificato (tiene conto dellapporto energetico del


riscaldatore esterno):

Q& i* = Q& i Q& hu ,min

(10)

La (10) non mai positiva in alcun intervallo perch, introducendo il riscaldamento esterno,
si coprono tutti i deficit. Inoltre si osserva che fra 345 e 335C si smaltisce tutto il surplus di
energia e quindi attraverso il pinch non avviene alcuno scambio termico. Nellultimo
intervallo essendo la capacit termica dei fluidi caldi maggiore di quella dei fluidi freddi si
crea un surplus che deve essere smaltito da un refrigeratore esterno sotto il pinch. Si ha
allora:

Q& 5* = Q& cu ,min = 6 kW

86

(11)

Gestione dei Sistemi Energetici 16/02/07


In Figura 9.6 si osserva la curva cumulativa globale che riporta il surplus cumulativo di
energia

in

funzione

della

temperatura

modificata.

Con

riferimenti

alla

zona

di

sovrapposizione i tratti a pendenza negativa indicano che la potenza termica trasferita dai
fluidi caldi prevale su quella richiesta dai fluidi freddi per cui ci si muove verso valori
maggiori di surplus. Quando la pendenza positiva invece prevale la potenza termica
richiesta dai fluidi freddi rispetto a quella resa disponibile dalla refrigerazione dei fluidi caldi
per cui ci si muove verso valori minori di surplus. Lintervallo 335 < T < 348 deve essere
coperto da un riscaldatore esterno mentre lintervallo 305 < T < 335 deve essere coperto da
un refrigeratore esterno. Si osserva inoltre che per i 48 kW ceduti dal riscaldatore non
richiesta una temperatura elevata (circa 350 K) e inoltre la capacit termica del fluido
esterno deve essere elevata: si pu pensare ad un vapore in passaggio di stato. Se invece
la capacit termica fosse stata ridotta si avrebbe potuto usare dei gas combusti o caldi allo
scarico di un impianto motore termico in modo da avere un buon accoppiamento delle curve
di scambio fra il fluido di processo e quello esterno e ridurre le irreversibilit insite nel
trasferimento di calore in presenza di gradiente termico.

87

Gestione dei Sistemi Energetici 19/02/07

GESTIONE DEI SISTEMI ENERGETICI

STIMA SUPERFICIE DI SCAMBIO TERMICO COMPLESSIVAMENTE RICHIESTA


Per stimare la superficie di scambio termico si ragiona sulle curve cumulative dei fluidi caldi
e freddi prima ancora di conoscere le caratteristiche degli scambiatori (fluidi interessati,).
Per il generico intervallo j di entalpia la potenza termica scambiata da due fluidi, di cui uno
caldo e laltro freddo, pari a:

Q& j = U j Aj TmL j
Uj =

(1)

1
1
+
hin hout

Dalla (1) si ricava:

Q& j 1
1
Aj =
+

TmL j hin hout

(2)

Allora considerando tutti gli intervalli di entalpia si ha:

AHEN = Aj =
j

Q& j 1
1
+

TmL j hin hout j

(3)

Generalizzando la (3) nel caso in cui in un intervallo ci siano anche fluidi in numero
maggiore di due si ha la seguente:

AHEN = j

1
TmL j

hot Q& ji cold Q& jk


+

hk
k
i hi

(4)

Nella (4) la media logaritmica definita per ogni intervallo, hi e hk sono i coefficienti

& la potenza termica


convettivi rispettivamente del fluido caldo i e del fluido freddo k, Q
ji
& la potenza termica acquisita dal
trasferita nellintervallo di entalpia j dal fluido caldo i, Q
jk
fluido freddo k nellintervallo di entalpia j. appena il caso di notare che se si ha un solo

& = Q& .
fluido caldo ed uno freddo la (4) si riconduce alla (3) essendo Q
ji
jk
Per calcolare le singole porzioni di superficie relative agli intervalli entalpici si considera la
Figura (1) e si seguono le vicissitudini del singolo fluido a prescindere dallaccoppiamento
dei fluidi:

88

Gestione dei Sistemi Energetici 19/02/07

H&7

H& 5

H&6

H& 4

H& 3

H& 2 H& 1

Q& hu ,min = 48 kW

280 kW

450

(1)

440
430
420
410

400

Pinch

370
360

Tmin = 10 K

)
(3
C

ac
urv

a
al d

(5.8)

e
va fr
ulati
m
u
c
a
Curv

(2
)

350
340

ula
um

ac
tiv

(1

380

.8
)

390

dda

330
320
310
300

.8)
(1

H& [ kW ]

50
80 100
&
Qcu ,min = 6 kW

154

200 230 250 280 300


322 kW

350 386 400 422 450

Q& hx ,max = 274 kW


Figura 1 Diagramma cumulativo dei fluidi caldi e freddi con definizione degli intervalli entalpici utili al calcolo
della superficie totale di scambio termico.
Inoltre si forniscono i seguenti dati relativi ai coefficienti convettivi dei fluidi di processo ed
esterni osservando che come riscaldatore esterno si assume del vapore in passaggio di stato
alla temperatura (costante) Thu = 500 K (in realt il vapore pu anche essere pi freddo
perch la porzione di fluido freddo da riscaldare ha una temperatura media di 350 K) e con

hhu = 5000 W / m 2 K , mentre come refrigeratore esterno si assume dellacqua alla


temperatura ambiente di 298 K - che si assume costante supponendo che la massa dacqua
sia elevata (elevata capacit termica) e con

hcu = 850 W / m 2 K .

Per i fluidi caldi si ha:

h1 = 500 W / m 2 K

(5)

h4 = 800 W / m 2 K

(6)

Per i fluidi freddi si ha:

89

Gestione dei Sistemi Energetici 19/02/07

h2 = 750 W / m2 K

(7)

h3 = 600 W / m 2 K

(8)

& e Q& .
Per ciascun intervallo occorre calcolare le quantit TmL j , Q
ji
jk
INTERVALLO 1

500

(1
.8
)

390
370

H&
Figura 2 Riscaldamento esterno del fluido freddo 2
La potenza termica acquisita dal fluido freddo (ceduta dal riscaldatore) pari a:

H& 1 = Q&12 = 1.8 ( 390 370 ) = 36 kW

(9)

La media logaritmica pari a:

TmL1 =

( 500 370 ) ( 500 390 )


500 370
ln
500 390

INTERVALLO 2

500
370

(T )

in ,2 c

(5.8)

H&
Figura 3 Riscaldamento esterno del fluido 2+3

90

119.72 K

(10)

Gestione dei Sistemi Energetici 19/02/07


Per calcolare le potenze termiche e la media logaritmica occorre conoscere la temperatura di
ingresso nellintervallo 2 per il fluido freddo e lintervallo termico 2. Allora si calcola la
potenza termica complessiva scambiata nellintervallo:

H& 2 = Q& hu ,min H& 1 = 48 36 = 12 kW

(11)

Dalla (11) si calcola lintervallo termico associato al secondo intervallo entalpico come:

( T2 )c =

H& 2
12
=
5.8
& p ) + ( mc
& p)
( mc
2

2.069

(12)

Allora conoscendo la temperatura di uscita del fluido freddo nellintervallo 2 si ha:

(Tin 2 )c = 370 2.069

(13)

367.9 K

Le potenza termiche sono date da:

Q& 22 = 1.8 2.069 3.724 kW

(14)

Q& 23 = 4 2.069 = 8.276 kW

(15)

Naturalmente deve valere il seguente bilancio energetico:

H& 2 = Q& 22 + Q& 23 = 12 kW

(16)

Si calcola la media logaritmica delle temperature:

TmL2 =

( 500 367.9 ) ( 500 370 )


500 367.9
ln

500 370

INTERVALLO 4
T

400
)
(3

359.3
(5.8)

350

(T )

in ,4 c

H&
Figura 4 Scambio termico nellintervallo 4 fra i fluidi di processo

91

131.09

(17)

Gestione dei Sistemi Energetici 19/02/07


Si procede analogamente allintervallo 2 osservando che la temperatura di uscita del fluido
freddo cumulativo nellintervallo 4 fornita dalla analisi dellintervallo 3.

H& 4 = 3 ( 400 350 ) = 150 kW

( T4 )c =

(T )

in ,4 c

150
5.8

(18)
(19)

25.86 K

= 359.3 25.86 = 333.44 K

(20)

Q& 41 = 2 50 = 100 kW

(21)

Q& 44 = 1 50 = 50 kW

(22)

Q& 42 = 1.8 25.86 = 46.55 kW

(23)

Q& 43 = 4 25.86 = 103.45 kW

(24)

TmL4 = 26.87 K

(25)

Naturalmente deve valere il seguente bilancio energetico:

H& 4 = Q& 41 + Q& 42 = Q& 43 + Q& 44 = 150 kW

(26)

Procedendo con calcoli simili per i restanti intervalli entalpici si pu compilare la tabella
sottostante:
INTERVALLO
ENTALPICO

H& j

INTERVALLI DI TEMPERATURA [K]

TmL

[ kW ]

LATO CALDO

LATO FREDDO

[K]

36

500-500

370-390

119,70

36,0

12

500-500

367,9-370

131,00

3,7

8,3

50

450-400

359,3-367,9

59,00

15,5

34,5

50,0

150

400-350

333,4-359,3

26,80

100,0

46,5

103,5

50,0

20

350-340

330-333,4

13,00

20,0

6,2

13,8

54

340-313

300-330

11,40

54,0

54,0

313-310

298-298

13,40

6,0

POTENZE TERMICHE
FLUIDI DI PROCESSO
1

FLUIDI ESTERNI
hu

cu

36
12

Tabella 1 Tabella sinottica per il calcolo della superficie di scambio termico


Consultando la Tabella 1 e con riferimento alla (4) si pu in definitiva scrivere:

AHEN =

1 36
36
1 100 46.5 103.5 50
+
+
+
+

+K +

+K
119.7 750 5000
26.8 500 750 600 800

AHEN = 0.461 + 0.162 + 2.3184 + 18.545 + 5.482 + 15.322 + 1.422 = 43.8 m 2

92

(27)
(28)

Gestione dei Sistemi Energetici 19/02/07


CALCOLO NUMERO MINIMO DI SCAMBIATORI
Per calcolare il numero minimo di scambiatori si utilizza la formula semiempirica di Linhoff:

N hx ,min = N h + N c + N hu + N cu 1 = 2 + 2 + 1 + 1 1 = 5

(29)

Il numero minimo (29) tale che, in condizioni di massimo recupero energetico, si ha:

N hx , MER N hx ,min

(30)

La (3) dice che quando si vuole privilegiare il recupero energetico probabile che sia
richiesto un numero maggiore di scambiatori rispetto al valore minimo, sempre in ragione di
un ottimo economico.
STIMA DEL VALORE OTTIMALE DI Tmin
Il Tmin deve essere tale che il costo totale di gestione annuo dellimpianto sia minimo.
Allora in base a Tmin = 10 occorre calcolare i costi di esercizio e quelli fissi e mutare Tmin
istruendo un procedimento iterativo che conduca al Tmin ottimale.
Per stimare il costo del singolo scambiatore occorre calcolare unarea media per ogni singolo
scambiatore:

Ahx =

AHEN
43.8
=
= 8.76 m 2
N hx ,min
5

Chx = a + b Ahx0.8 = 12500 + 1000 8.760.8

18175 / sc

(31)

(32)

Il costo totale degli scambiatori pari a:

CHEN = 5 Chx = 90877

(33)

Ipotizzando una vita utile di 10 anni e un tasso di interesse del 7%, il fattore di
ammortamento pari a:

(1 + i ) i = 0.142
n ,i =
n
(1 + i ) 1

(34)

Ca , HEN = 91000 0.142 = 12939 / a

(35)

Allora il costo annuo di capitale pari a:

93

Gestione dei Sistemi Energetici 19/02/07


Per stimare i costi di esercizio si ipotizza un coefficiente di utilizzazione di 7000 h/a e un
costo specifico (comprensivo del costo di produzione) dei fluidi esterni pari a:

Cu ,hu = 15 m / MJ

(36)

Cu ,cu = 7.5 m / MJ

(37)

Allora con riferimento al riscaldatore esterno si scrive:

Chu = 48 kW 7000

h
s
MJ

3600 103
15 103
a
h
kJ
MJ

18144

(38)

Per il refrigeratore esterno si ha:

Ccu = 6 7000 3600 103 7.5 103

1134 / a

(39)

Allora i costi di gestione sono pari a:

CTOT = 12900 + 18150 + 1150 = 32217 / a

94

(40)

Gestione dei Sistemi Energetici 22/02/07

GESTIONE DEI SISTEMI ENERGETICI

PROGETTO DI RETI DI SCAMBIATORI DI CALORE


Un progetto di reti di scambiatori di calore nelle condizioni di massimo recupero
energetico se, fissato il Tmin , risponde ai requisiti della pinch technology rispettando alcune
regole generali tra cui la pi importante quella di non trasferire il calore attraverso il pinch
point. In base a ci per progettare le rete si parte dal pinch e ci si allontana verso
temperature rispettivamente crescenti e decrescenti. Ma per decidere quali fluidi accoppiare
e quali e quanti scambiatori inserire nella rete occorre elencare e commentare ulteriori
regole, che aiutano nelle scelte da effettuare, basate essenzialmente su considerazioni
energetiche e di costo1.
REGOLA a)
Questa regola fondamentale per avere il massimo recupero energetico.
REGOLA b)
Differenze di temperatura eccessivamente grandi pongono un modesto recupero energetico
(aumento dei costi di esercizio) e aumentano le irreversibilit associate agli scambi di
calore, mentre differenze di temperatura eccessivamente piccole aumentano il costo degli
scambiatori (costi di capitale) a causa delle elevate superfici di scambio e diminuiscono le
irreversibilit.
REGOLA c)
Al processo di miscelamento sono associate intrinsecamente delle irreversibilit che
aumentano allaumentare delle differenze di temperatura, pressione o composizione.
REGOLA d)
Usando un fluido intermedio si inseriscono nella trasformazione due differenze di
temperatura che pongono ulteriori irreversibilit. Ci accade a volte per la cogenerazione
allorch occorre trasferire energia termica ad un processo tecnologico ed il condensatore
caldo cede allutenza del calore tramite un fluido intermedio che circola in un circuito
secondario.

Le regole sono allegate nel fascicolo.

95

Gestione dei Sistemi Energetici 22/02/07


REGOLA e)
Ci si riferisce allo scambio in controcorrente in cui una differenza di temperatura deve
essere modesta almeno da un lato.
REGOLA f)
Questa regola serve a mantenere la differenza termica limitata durante la trasformazione.
Per avere capacit termiche simili dei fluidi accoppiati pu essere necessario ripartire il
fluido con capacit termica maggiore in modo da accoppiare meglio le curve e avere ulteriori
margini di recupero per laccoppiamento con altri fluidi.
REGOLA g)
La formula semiempirica che determina il costo dello scambiatore :

Chx = a + bAhxc

(1)

Nella (1) a un valore approssimativamente poco variabile (dipende dal fornitore) perch
collegato fondamentalmente al costo di trasporto. Il fattore di scala c prossimo a 0.8 e
diminuisce di poco il costo. Risulta che, per scambiatori piccoli, lincidenza relativa dei costi
non trascurabile e se essi scambiano una ridotta potenza, in confronto ai rimanenti di
grande taglia, possono essere eliminati con un beneficio sui costi e una irrilevante
penalizzazione energetica.
REGOLA h)
Questa regola consente di operare gli accoppiamenti fra i fluidi. Si distingue una zona
immediatamente sotto ed una immediatamente sopra il pinch e si scrivono per esse due
relazioni che assicurano che il

T specificato al pinch sia il minimo assoluto della rete.

SOPRA IL PINCH

( N h ) pinch ( N c ) pinch

(2)

La (2) dice che ogni fluido caldo deve avere almeno un fluido freddo cui trasferire energia
termica. In questo modo non sono necessari refrigeratori esterni al di sopra del pinch
(regola a). Se la (2) non rispettata quasi certamente c la possibilit di ripartire un fluido
freddo che magari ha una capacit termica elevata.

& ) ( mc
& )
( mc
p h

96

p c

(3)

Gestione dei Sistemi Energetici 22/02/07


La (3) deve essere valida per ogni accoppiamento e garantisce che il Tmin sia localizzato
dal lato del fluido freddo e cio lato pinch (Figura 1) Se ci non accade occorre ripartire il
fluido caldo in modo da diminuire la sua capacit termica.

Tmin
H&
Figura 1 Condizione sulle capacit termiche dalla regola h) sopra il pinch
SOTTO IL PINCH

( N h ) pinch ( N c ) pinch

(4)

La (4) dice che lesigenza di riscaldamento dei fluidi freddi deve essere soddisfatta
esclusivamente dai fluidi di processo in modo da non inserire riscaldatori esterni al di sotto
del pinch. Se necessario si devono ripartire i fluidi caldi in modo da aumentarne il numero e
soddisfare la (4).

& ) ( mc
& )
( mc
p h

La (5) assicura che il

p c

(5)

Tmin cada lato caldo e quindi lato pinch. Se la (5) non rispettata

occorre ripartire il fluido freddo in modo da diminuirne la capacit termica (Figura 2):
T

Tmin

H&

Figura 2 Condizione sulle capacit termiche dalla regola h) sotto il pinch.

97

Gestione dei Sistemi Energetici 22/02/07


appena il caso di osservare che le condizioni (2) e (3) sopra il pinch o analogamente la (4)
e (5) sotto il pinch sono indipendenti perch hanno obiettivi diversi (rispettare la regola a e
assicurare la posizione del pinch point) per cui vanno verificate separatamente.
Usando la regola h) si pu allora procedere alla costruzione del diagramma dei flussi
energetici sopra e sotto il pinch (MER design), come visualizzato in Figura 3:

& p [ kW / K ]
mc

SOPRA IL PINCH

SOTTO IL PINCH

450

100 kW

350

4
400

120 kW

60 kW

310

340

1
160 kW

3
2

54 kW

300

370

330
108 kW

390

330

Q&

Q&

= 6 kW

al refrigeratore esterno

+
p

1.8

= 48 kW

dal riscaldatore esterno

Figura 3 Diagramma dei flussi energetici sopra e sotto il pinch


PROGETTO SOTTO IL PINCH
Sotto il pinch possibile un solo accoppiamento, quello fra il fluido 1 e 2 e la regola h)
verificata come segue:

( N h ) pinch ( Nc ) pinch 1 = 1 ok !

(6)

& ) ( mc
& )
( mc

(7)

p 1

p 2

2 > 1.8 ok !

Si osserva che il fluido caldo 1 non riesce a cedere lintera energia termica al fluido freddo 2
e quindi si raffredda fino alla temperatura:

T = 340

54
= 313 K
2

(8)

con il recupero energetico e poi deve cedere altri 6 kW ad un refrigeratore esterno, non
essendo disponibile sotto il pinch un altro fluido freddo (Figura 4):

98

Gestione dei Sistemi Energetici 22/02/07

313

310

cu

340

6 kW
300

54 kW
330

Figura 4 Diagramma dei flussi energetici sotto il pinch


PROGETTO SOPRA IL PINCH

( N h ) pinch ( Nc ) pinch 1 < 2 ok !

(9)

Si osservi che lunico fluido caldo immediatamente sopra il pinch il numero 1 perch il 4
non arriva al pinch.

( mc
& p )3 = 4
&
&
mc
mc

(1,3) 2 < 4
( p )1 ( p )c
&
mc
1.8
=
( p )2

(10)

Il rispetto della regola h) impone che si accoppino il fluido caldo 1 con il fluido freddo 3. In
questo modo per il fluido 3 in deficit di altri 40 kW e per saturare tale potenza termica
occorre prioritariamente rivolgere lattenzione ad un altro fluido caldo e se ci non
possibile si adotta un riscaldatore esterno. Si potrebbe pensare ad un accoppiamento con il
fluido caldo 4; questo rispetterebbe la regola h), ma in questo modo il fluido 4 non sarebbe
completamente soddisfatto perch sarebbe in surplus di 60 kW. Allora per limitare il numero
degli scambiatori e osservando che il fluido 4. potrebbe invece essere soddisfatto
pienamente dal fluido 2, si accoppiano 2. e 4. e si usa un riscaldatore esterno a per saturare
i rimanenti 40 kW richiesti dal fluido freddo 3. e un riscaldatore esterno b per saturare gli 8
kW richiesti dal fluido freddo 2. Inoltre si verifica:

& ) ( mc
& )
( mc
p 4

p 2

1 < 1.8

99

(11)

Gestione dei Sistemi Energetici 22/02/07


La verifica (11) comunque non indispensabile perch gi stato calcolato il pinch point
che sicuramente localizzato lato freddo2.

120 kW
340

II
360

400

330

II
120 kW

1
370
hua
40 kW

Figura 5 Diagramma dei flussi energetici sopra il pinch per la coppia (1,3)

350

100 kW

450

III

340
300

385.6
330

III
100 kW

390
hub

8 kW

Figura 6 Diagramma dei flussi energetici sopra il pinch per la coppia (2,4)

Si osservi che la condizione della regola h) sulle capacit termiche deve essere verificata a ridosso del pinch point
sia sopra sia sotto. Infatti esistono degli intervalli entalpici al di sopra del pinch in cui la differenza minima di
temperatura localizzata lato caldo ma comunque minore del Tmin assoluto al pinch.

100

Gestione dei Sistemi Energetici 23/02/07

GESTIONE DEI SISTEMI ENERGETICI

stato determinato il numero di scambiatori e il tipo di collegamento da realizzare fra i


fluidi di processo e esterni. In Figura 1 si riassume il disegno della rete (MER) secondo
lottimo termodinamico:

100 kW
350

310

120 kW

313

cu

450

III

340

II

330

II

400

(1)

( 2)

6 kW

360

120 kW

hua

( 4)

370

40 kW

300

330

III

385.6

100 kW

54 kW

hub

390

(1.8)

8 kW

Figura 1 MER design

Lo schema in Figura 1 richiede tre scambiatori di calore che trasferiscano le seguenti


potenze

termiche

(la

relazione

sugli

scambiatori

rispettata;

infatti

si

ha

N hx , MER > N hx ,min ( 6 > 5 ) .

54 kW 1 2
I

hx II 120 kW 1 3
III 100 kW 4 2

(1)

Sommando i contributi termici nella (1) si ottiene come noto:

Q& hx ,max = 274 kW


Le utenze esterne scambiano le seguenti potenze:

101

(2)

Gestione dei Sistemi Energetici 23/02/07

hu a 40 kW
hu b 8 kW

3
2

cu

6 kW

sopra il pinch Q& hu ,min = 48 kW

sotto il pinch Q& cu ,min = 6 kW

(3)

Dalla Figura 1 si osserva che non c passaggio di calore attraverso il pinch point e le utenze
esterne sono tali da rispettare le regole per avere il massimo recupero energetico. Lottimo
termodinamico per generalmente non coincide con lottimo economico, per cui occorre
apportare delle leggere modifiche al MER design e attuare il rilassamento (energetico) della
rete. Si allentano cio dei vincoli imposti dalla pinch technology accettando modesti
trasferimenti di calore attraverso il pinch. Ci determina un aumento dei costi di esercizio
perch implica uno scambio termico aggiuntivo con i fluidi esterni, ma riduce i costi di
capitale perch elimina gli scambiatori che hanno un carico modesto, individuando la
presenza di cicli attraverso il pinch (linea tratteggiata in Figura 1).
Il ciclo individuato da tre linee caratteristiche:
1. Linea caratteristica dei fluidi;
2. Linea caratteristica degli scambiatori;
3. Linea caratteristica delle utenze esterne (il fluido esterno pu essere lo stesso anche
se le utenze sono diverse).
Il ciclo segnala la presenza di connessioni multiple fra i fluidi che si sono rese necessarie per
prevenire gli scambi di calore attraverso il pinch (i fluidi 1 e 2 si ricollegano, dopo il pinch,
tramite il fluido 4). Nel ciclo non presente lo scambiatore III perch uno dei due fluidi che
lo attraversa (fluido 4) lontano dal pinch. Lidea quella di interrompere il ciclo
rimuovendo lo scambiatore con il minore carico perch questo ha una maggiore incidenza
relativa (per unit di potenza scambiata) sui costi. Tale operazione diminuisce i costi di
capitale e inoltre allontana poco dalle condizioni di massimo recupero energetico perch
prevede un esiguo scambio di calore attraverso il pinch, quindi i costi di esercizio non
aumentano in maniera rilevante. Se nella rete ci sono pi cicli generalmente si parte da
quello che contiene lo scambiatore con il carico minore, lo si rimuove, si valutano le
ripercussioni energetiche sulla rete e quindi si indagano eventualmente gli altri cicli. Per il
caso in esame occorre rimuovere il riscaldatore esterno hu-b che scambia 8 kW con il fluido
2. Gli eventi che seguono alla rimozione sono i seguenti:
1. Il fluido 2 necessita di 8 kW che ha perduto a seguito della rimozione di hu-b e li
preleva dallo scambiatore I, per cui si ha

Q& I = 62 kW .

2. La temperatura del fluido 2 in uscita dallo scambiatore I aumenta:

102

Gestione dei Sistemi Energetici 23/02/07

(T )

u ,2 I

3. Per conservare il

( T )min, pp

= 300 +

62
= 334.4 K
1.8

(4)

occorre aumentare la temperatura di ingresso del fluido

1 al I scambiatore. A seguito di ci la temperatura di uscita pari a:

(T )

u ,1 I

= 344.4

62
= 313.4 K
2

(5)

4. Come conseguenza della (5) per portare il fluido 1 alla temperatura di 310 K occorre
aumentare lo scambio termico con il raffreddatore esterno:

Q& cu = ( 313.4 310 ) 2 = 6.8 kW > Q& cu ,min = 6 kW

(6)

5. Avendo alzato la temperatura superiore del pinch diminuisce la potenza ceduta dal
fluido 1 attraverso lo scambiatore II:

Q& II = ( 400 344.4 ) 2 = 111.2 kW

(7)

6. A seguito della (7) diminuisce la temperatura di uscita del fluido 3 dallo scambiatore
II:

(T )

u ,3 II

= 330 +

111.2
= 357.8 K
4

(8)

7. A seguito della (8), per riscaldare il fluido 3 fino a 370 K occorre aumentare la
potenza scambiata con il riscaldatore esterno hu-a:

Q& hu a = ( 370 357.8 ) 4 = 48.8 kW

(9)

La nuova rete di rilassamento in condizioni di ottimo economico in Figura 2:


350

310

cu

313.4

450

III

344.4

400

(1)

1 ( 2)

II

6.8 kW
330

II
111.2 kW

300

334.4

62 kW

357.8

hua

370

48.8 kW

III

390

100 kW

Figura 2 La rete di rilassamento in condizioni di ottimo economico

103

( 4)

(1.8)

Gestione dei Sistemi Energetici 23/02/07


OSSERVAZIONI:

La

potenza

termica

assorbita

dal

refrigeratore

esterno

aumentata:

Q& cu = 6.8 kW > 6 kW = Q& cu , min ;

& = 273.2 kW < 274 kW = Q&


Lo scambio rigenerativo diminuito: Q
hx
hx ,max ;

La

potenza

termica

ceduta

dallunico

riscaldatore

esterno

aumentata.

Q& hu = 48.8 kW > 48 kW = Q& hu ,min


La diminuzione dello scambio rigenerativo modesta (0.8 kW) ed pari al trasferimento di
calore attraverso il pinch point il quale determina, come noto, un aumento degli scambi
esterni e una diminuzione del recupero. Per verificare ci si rappresenta la rete di
rilassamento evidenziando il pinch tramite una divisione in termini di flusso termico dello
scambiatore I (Figura 3):

100 kW
350
53.2 kW
313.4
310

cu

8.8 kW 120 kW
340

344.4

450

III

400

II

(1)

( 2)

6.8 kW
330

II

357.8

111.2 kW

370

( 4)

48.8 kW

8 kW

300

hua

330

334.4

54 kW

III

390

(1.8)

100 kW

Figura 3 Individuazione del calore trasferito attraverso il pinch


Al di sopra del pinch il fluido 1 riesce a trasferire solo 8 kW al fluido 2; daltronde, al di sotto
del pinch, il fluido 2 riceve solo 53.2 kW per cui si attua uno scambio di 0.8 kW fra il fluido 1
e 2 attraversando il pinch point.
Per valutare la differenza dei costi totali fra lo schema secondo lottimo termodinamico e lo
schema secondo lottimo economico comodo calcolare per ogni scambiatore interno ed
esterno le quantit riportate in Tabella 1. Il calcolo che segue relativo allo schema
associato allottimo termodinamico e il costo totale simile a quello calcolato prima della

104

Gestione dei Sistemi Energetici 23/02/07


definizione del MER design. Si pu verificare che, svolgendo il medesimo procedimento con
riferimento allo schema di ottimo economico, il costo totale minore.
I coefficienti di convezione termica sono i seguenti:

hhu = 5000
hcu = 850

W
m2 K

(10)

W
m2 K

(11)

h1 = 500

W
m2 K

(12)

h2 = 750

W
m2 K

(13)

h3 = 600

W
m2 K

(14)

h4 = 800

W
m2 K

(15)

Calcolo delle trasmittanze:


1

1
1
U cu =
+
= 314.8
500 850

(16)

U hu ,b

1
1
=
+
= 652.17
5000 750

(17)

1
1
+
U hu ,a =
= 535.7
5000 600

(18)

U hx , I

1
1
=
+
= 300
500 750

U hx , II

1
1
=
+
= 272.7
500 600

(19)

(20)

1
1
+
U hx , III =
= 387.09
750 800

(21)

Calcolo del delta T medio logaritmico:

Tml ,cu =

( 313 298) ( 310 298 )


ln

105

313 298
310 298

13.44

(22)

Gestione dei Sistemi Energetici 23/02/07

Tml ,hub =

( 500 385.6 ) ( 500 390 )

Tml ,hu a =

Tml ,hxI =

( 500 360 ) ( 500 370 )

Tml ,hxIII =

134.94

500 360
ln
500 370

( 340 330 ) ( 313 300 )


ln

Tml ,hxII =

112.19

500 385.6
ln
500 390

340 330
313 300

11.43

( 400 360 ) ( 340 330 )


400 360
ln
340 330

( 450 385.6 ) ( 350 330 )


ln

450 385.6
350 330

21.64

37.97

(23)

(24)

(25)

(26)

(27)

Calcolo delle superfici:

Acu =

6 1000
1.42 m 2
13.44 314.8

Ahu ,a =

40 1000
535.7 134.94

Ahu ,b =

8 1000
112.19 652.17

Ahx , I =

54 1000
15.74 m 2
11.43 300

Ahx , II =

120 1000
21.64 272.7

Ahx , III =

100 1000
37.97 387.09

(28)

0.55 m 2

(29)

0.109 m 2

(30)
(31)

20.33 m 2

(32)

6.80 m 2

(33)

Calcolo del costo degli scambiatori:

Ccu = 12500 + 1000 1.420.8 = 13822

(34)

Chu ,a = 12500 + 1000 0.550.8

(35)

13122.90

Chu ,b = 12500 + 1000 0.1090.8

12670.20

(36)

Chx , I = 12500 + 1000 15.740.8

21570.80

(37)

106

Gestione dei Sistemi Energetici 23/02/07

Chx , II = 12500 + 1000 20.330.8


Chx , III = 12500 + 1000 6.800.8

(38)

23631.40

(39)

17136.60

Il costo totale degli scambiatori pari a:

CHEN = 101954

(40)

Ipotizzando una vita utile di 10 anni e un tasso di interesse del 7%, il fattore di
ammortamento pari a:

(1 + i ) i = 0.142
n ,i =
n
(1 + i ) 1

(41)

Ca , HEN = 101954 0.142 = 14515.90 / a

(42)

Allora il costo annuo di capitale pari a:

Per stimare i costi di esercizio si ipotizza un coefficiente di utilizzazione di 7000 h/a e un


costo specifico del fluido (comprensivo del costo di produzione) pari a:

Cu ,hu = 15 m / MJ

(43)

Cu ,cu = 7.5 m / MJ

(44)

Allora con riferimento al riscaldatore esterno si scrive:

Chu = 48 kW 7000

h
s
MJ

3600 103
15 103
a
h
kJ
MJ

18144

(45)

Per il refrigeratore esterno si ha:

Ccu = 6 7000 3600 103 7.5 103

1134 / a

(46)

Allora i costi di gestione sono pari a:

CTOT = 14515.90 + 18144 + 1134 33794 / a

107

(47)

Gestione dei Sistemi Energetici 23/02/07

Q&

[ kW ]

Tml

[K ]

[ ]

hxI

54

300

11.43

15.74

21570.80

hxII

120

277.72

21.64

20.33

23631.40

hxIII

100

387.09

37.97

6.80

171366.60

cu

314.81

13.44

1.42

13822

hua

40

0.55

13122.90

hub

535.71 134.94

652.17 112.19 0.109

12670.20

Tabella 1 Quadro riassuntivo delle grandezze utili alla determinazione dei costi del capitale per lo schema HEN
associato allottimo termodinamico.

108

Gestione dei Sistemi Energetici 26/02/07

GESTIONE DEI SISTEMI ENERGETICI


dato il retrofit di una rete di scambiatori (Figura 1). Attraverso le tecniche della pinch
technology occorre ottimizzare la rete prima dal punto di vista termodinamico e poi da
quello economico. I punti da seguire per la determinazione dello schema associato allottimo
termodinamico sono i seguenti:
1. Approccio grafico curve cumulative;
2. Approccio analitico curva cumulativa globale (alternativa al punto 1.);
3. Progetto HEN (MER design).

110C

70C

80C

C1
125 kW

C2
240 kW

135C

190C

S1

104C
C3

355C

S2

250C

( 5)

( 2)

(15)

160C

S3

360 kW

( 20 )
(8)

4
4

160C 166C
205C
S2
S1
H1

105C
25C

1100 kW 120 kW
130C

S3

840 kW

780 kW

160C

H2

240 kW

Figura 1 Retrofit di una rete di scambiatori di calore


Le potenze termiche scambiate con le utenze interne ed esterne sono le seguenti:

Q& cu = 125 + 240 + 360 = 725 kW

(1)

Q& hu = 780 + 240 = 1020 kW

(2)

Q& hx = 120 + 1100 + 840 = 2060 kW

(3)

109

Gestione dei Sistemi Energetici 26/02/07

METODO ANALITICO
1. Il T minimo di 30 C e si pu distinguere confrontando le temperature di
ingresso e di uscita degli scambiatori in Figura 1;
2. Calcolo delle temperature aggiustate:
FLUIDI CALDI

Ti

Tu T

1 340 95

245

2 235 55

180

3 145 65

80

FLUIDI FREDDI

Ti

Tu

4 120 220 100


5

40

175 135

3. Diagramma delle temperature con le capacit termiche globali e le potenze termiche


scambiate in ogni intervallo di temperatura (Figura 2):

40

55

65

95

120

145

175

220

15

15

15

20

20

20

kW / C

14

21

13

Q& i [ kW ]

120

60

150

630

585

270 350

5
2

105 525

Figura 2 Diagramma del fluido cumulativo globale

110

340

235

Gestione dei Sistemi Energetici 26/02/07


La potenza termica complessivamente ceduta dai fluidi caldi pari a:

Q& h = 5 ( 340 95 ) + 2 ( 235 55 ) + 15 (145 65 ) = 2785 kW

(4)

La potenza termica complessivamente assorbita dai fluidi freddi pari a:

Q& c = 20 ( 220 120 ) + 8 (175 40 ) = 3080 kW

(5)

4. Tabella riassuntiva del fluido cumulativo globale:


Intervalli

Q& i

Temperature
aggiustate [C]

[k W ]

Q& i

[k W ]

Q& i

[ kW ]

-735

340
1
235

-525

-525

-1260

220

-105

-630

-1365

175

585

-45

-780

145

630

585

-150

120

150

735

95

-350

385

-350

65

-270

115

-620

55

60

175

-560

40

120

295

-440

2
3
4
5
6
7
8
9

Tabella 1 Tabella riassuntiva del fluido cumulativo globale


Lo scambio termico con il raffreddatore esterno pari a:

Q& cu ,min = 440 kW

(6)

Lo scambio termico con il riscaldatore esterno pari a:

Q& hu ,min = 735 kW

(7)

Lo scambio termico interno pari a:

Q& hx = Q& h Q& cu ,min = 2785 440 = 2345 kW


Q& hx = Q& c Q& hu ,min = 3080 735 = 2345 kW

(8)

Si osservano subito le seguenti differenze con la rete non ottimizzata:

Q& cu ,min = 725 440 = 285 kW


Q& hu ,min = 1020 735 = 285 kW

111

(9)
(10)

Gestione dei Sistemi Energetici 26/02/07

Q& hx = 2345 2060 = 285 kW

(11)

Il pinch ha i seguenti estremi:

Tpph = 135 C

(12)

Tppc = 105 C

(13)

In Figura 3 il diagramma cumulativo globale:

Diagramma cumulativo globale


400

Q& hu ,min = 735 kW

T [C]

300

200

100

Q& cu ,min = 440 kW

-Qi *

0
0

400

800
P [kW]

Figura 3 Diagramma cumulativo globale

112

1200

1600

Gestione dei Sistemi Energetici 26/02/07


IL METODO GRAFICO
Si costruisce il diagramma del fluido caldo cumulativo (Figura 4):

70

80

110

160
5

15

15

355

250
5
2

kW / C

17

22

Q& i [ kW ]

20

510

1100

630

525

Q&

i =1

= Q& h = 2785 kW

Figura 4 Diagramma del fluido caldo cumulativo


Si costruisce il diagramma del fluido freddo cumulativo (Figura 5):
25

105

160

205

20

20

kW / C

17

22

Q& i [ kW ]

640

1540

900

Q&
i =1

= Q& c = 3080 kW

Figura 5 Diagramma del fluido freddo cumulativo


Dallanalisi dei flussi termici risulta che i fluidi freddi sono in deficit di almeno 295 kW.
noto che

( Tmin ) pp = 30 C

ma, per valutare le potenze scambiate con le utenze esterne e il

recupero energetico, occorre definire la posizione mutua delle curve di scambio termico dei
fluidi in Figura 4 e Figura 5.

113

Gestione dei Sistemi Energetici 26/02/07

& ,T
In Figura 6 si riportano le coppie Q

) per i due fluidi cumulativi assumendo una posizione

arbitraria della curva del fluido freddo.

Fluidi caldi

T [C]
70
80
110
160
250
355

Fluidi freddi

Q [kW]
0
20
530
1630
2260
2785

T [C]
25
105
160
205

Q [kW]
100
740
2280
3180

Figura 6 Coppie ( Q& , T ) per i fluidi cumulativi

Dai dati in Figura 6 si ottiene il grafico in Figura 7:

CURVE CUMULATIVE

Temperatura [C]

325
275
225
175
125
75
25
0

500

1000

1500

2000

2500

3000

3500

Potenza termica [kW]


Curva cumulativa calda

Curva cumulativa fredda

Figura 7 Curve di scambio termico ( I )


Dalla Figura 7 si osserva che il punto di riferimento (sulla curva cumulativa fredda) per la
definizione del pinch point rappresentato dalla coppia di valori (740,105). Per cui,
mantenendo fissa la curva cumulativa calda e traslando verso destra quella cumulativa
fredda di una quantit pari a 340 kW si ottiene la Figura 8. Si osservi che per determinare
lentit della traslazione stata risolta la seguente proporzione, con riferimento al tratta di
curva cumulativa calda con flusso di capacit termica pari a 22 kW/K:

114

Gestione dei Sistemi Energetici 26/02/07

( x 530 ) : (135 110 ) = (1630 530 ) : (160 110 ) x = 1080 kW

(14)

CURVE CUMULATIVE

Temperatura [C]

325

( 5)

275
225

(7)

175

(20)

(22)

125

( 28)

(17)

75

( 8)

25
0

500

1000

1500

2000

2500

Potenza termica [kW]

Q& hx,max = 2345 kW

Q& cu,min = 440 kW

Curva cumulativa calda

3000

3500

Q& hu,min = 735 kW

Curva cumulativa fredda

Curva cumulativa fredda (trasl)

Figura 8 Curve di scambio termico (II)


Per determinare la potenza scambiata con il refrigeratore esterno si fa riferimento al bilancio
energetico sotto il pinch point:

H& h = H& c + Q& cu ,min

(80 70 ) 2 + (110 80 ) 17 + (135 110 ) 22 = (105 25) 8 + Q& cu ,min


Q& cu ,min = 440 kW

(15)

La potenza termica scambiata con il riscaldatore esterno pari a:

Q& hu ,min = Q& c Q& h Q& cu ,min = 735 kW

(16)

Q& hx ,max = Q& h Q& cu ,min = 2785 440 = 2345 kW

(17)

Il recupero energetico pari a:

115

Gestione dei Sistemi Energetici 01/03/07

GESTIONE DEI SISTEMI ENERGETICI


Il progetto HEN richiede, in prima istanza, di diagrammare i flussi di energia sopra e sotto il
pinch point individuato dallapproccio analitico e grafico della lezione precedente (Figura 1):

125 kW

70 C

135 C

25 C

355 C

(5)

250 C
130 kW

640 kW

375 kW

135 C

230 kW

135 C

825 kW

80 C

1100 kW

2000 kW

105 C

2
160 C

3
205 C
160 C

105 C

(2)

Q& cu ,min = 440 kW

Q& hu ,min = 735 kW

N min = 3 + 1 + 1 1 = 4

N min = 3 + 2 + 1 1 = 5

(15)
(20)
(8)

Figura 1 Diagramma dei flussi energetici sotto e sopra il pinch


ACCOPPIAMENTO FRA I FLUIDI

SOTTO IL PINCH

( N h ) pp ( N c ) pp 3 1 OK
& ) ( mc
& )
( mc
p h

p c

(1)
(2)

La (2) rispetta solo dalla coppia di fluidi 3-5. Si osserva che con tale accoppiamento si
soddisfa lesigenza di riscaldamento dellunico fluido freddo 5 sotto il pinch e restano 185
kW che devono essere drenati dal fluido caldo 3 e che sono assorbiti dal refrigeratore
esterno cu1. I rimanenti fluidi caldi 2 e 1 inoltre sono soddisfatti da due refrigeratori esterni.
Con tali osservazioni si pu disegnare il sottoschema del MER sotto il pinch (Figura 2).

116

Gestione dei Sistemi Energetici 01/03/07

125 kW
135 C

cu3
130 kW

70 C

80 C

cu2

135 C

S1

135 C

cu1 92.3 C
185 kW

25 C

105 C

S1

Q& cu ,min = 440 kW

640 kW

N = 1 + 3 = 4 = N min OK
Figura 2 MER design sotto il pinch
SOPRA IL PINCH

( N h ) pp ( Nc ) pp 3 2 NO

(3)

& ) ( mc
& )
( mc

(4)

p h

p c

La (3) non verificata e quindi, per non introdurre refrigeratori esterni sopra il pinch,
occorre ripartire un fluido freddo; si ripartisce il 4 perch ha capacit termica maggiore del 5
e una sua ripartizione migliora laccoppiabilit delle curve di scambio termico. Riprendendo
in seguito la ripartizione occorre prima di tutto riscaldare il fluido 5 rispettando per la (4).
Ci possibile sia accoppiandolo con il fluido 1 sia con il fluido 2, ma non con il fluido 3. Si
sceglie laccoppiamento 1-5 per le seguenti ragioni:
1. La capacit termiche di 1 pi vicina a quella di 5 rispetto a quella di 2;
2. Il drenaggio di calore dal fluido 1 permette di riscaldare completamente il fluido 5
sopra il pinch.
Prima di ripartire il fluido 4 occorre osservare che esso lunico fluido rimasto da riscaldare
e, poich i risultati della pinch technology prevedono luso di un riscaldatore esterno, una

117

Gestione dei Sistemi Energetici 01/03/07


parte dellesigenza di riscaldamento di 4 soddisfatta dai 735 kW messi a disposizione da
hu. La temperatura di ingresso del fluido 4 al riscaldatore :

(T )

= 205

i , hu 4

732
= 168.25 C
20

(5)

Fatto ci il fluido 4 in deficit di 1265 kW che deve acquisire dai fluidi caldi dopo essere
stato opportunamente ripartito per rispettare la (3). Si pu pensare di dividere il fluido 4 in
3 correnti le quali si accoppiano con i fluidi 1 (660 kW), 2 (230 kW) e 3 (375 kW). Se per
si calcolano le capacit termiche dei sottofluidi 4 si ha:

& )4 =
( mc

660
kW
10.44
168.25 105
K

(6)

& )4 =
( mc

230
168.25 105

3.64

kW
K

(7)

& )4 =
( mc

375
168.25 105

5.93

kW
K

(8)

Mentre la (6) e la (7) verificano la (4), per la (8) non si pu dire altrettanto. A causa di ci
non solo violato il Tmin al pinch point, ma addirittura la temperatura (168.25 C) di
ingresso del fluido 4 al riscaldatore esterno maggiore di quella iniziale (160 C) del fluido
3: le curve di scambio termico si incrociano!
Per risolvere il problema basta osservare allora che le capacit termiche delle correnti

4 (3.64) e 2 (2) sono confrontabili; inoltre la somma delle capacit di 4 e 4 pari a


16.35 ed superiore sia alla capacit termica di 1 sia a quella di 3. Allora si pu ritenere
buono laccoppiamento

4 2 ed opportuno suddividere 4 in sole due correnti di cui la

prima scambia energia con 2 e la seconda con 1 e 3 (Figura 3):


135 C

355 C

660 kW

223 C

S5

S2

250 C

230 kW
135 C

S3
S3
375 kW

135 C

S4
S3

105 C
105 C

160 C

168.19 C

3
127.94 C 168.3 C

S4

S5

hu
735 kW

S2
440 kW
N = 4 + 1 = 5 = N min OK

Figura 3 MER design sopra il pinch

118

205 C

160 C

Gestione dei Sistemi Energetici 01/03/07

Componendo la Figura 2 e la Figura 3 si ha in definitiva:


125 kW
135 C

cu3

80 C

135 C

cu2

S5

S2

130 kW

70 C

355 C

660 kW

223 C

230 kW

250 C

S3

2
375 kW

cu1

92.3 C

S4

135 C

S1

S3

185 kW

25 C

105 C

S1

160 C

168.19 C

3
127.94 C

S4

168.3 C

hu
735 kW

S5

205 C
160 C

S2
440 kW

640 kW

Figura 4 MER design complessivo


CAUSE DI IRREVERSIBILITA NELLA RETE ATTUALE
In Figura 5 si osserva che nella rete attuale lo scambiatore S3 conduce calore attraverso il
pinch violando una delle regole cardine della pinch technology e il refrigeratore C2 in parte
sopra il pinch point. Per questi motivi la rete attuale non ottimizzata:

110C

C1
125 kW

70C
C2
240 kW
80C

135C

190C

S1

104C
C3

355C

S2

250C

( 5)

( 2)

(15)

160C

S3

360 kW

( 20 )
(8)

105C

4
4

25C

S3
840 kW

160C 166C
205C
S2
S1
H1
1100 kW 120 kW
130C

780 kW

160C

H2
240 kW

Figura 5 Violazione delle regole della pinch technology nella rete attuale

119

Gestione dei Sistemi Energetici 01/03/07


Il flusso di calore attraverso il pinch condotto da S3 e il refrigeratore C2 sopra il pinch
causano un aumento degli scambi termici con il riscaldatore e il refrigeratore esterno e,
conseguente, diminuiscono il recupero energetico. Le irreversibilit sono dunque date dalla
somma del flusso attraverso il pinch e delleffetto della refrigerazione sopra il pinch. In
Figura 6 C2 diviso in due parti sopra e sotto il pinch:

110 kW

130 kW

70 C

cu2

135 C

cu 2

190 C

Figura 6 Irreversibilit a causa del refrigeratore sopra il pinch


In Figura 7 si divide lo scambiatore S3 per evidenziare il flusso di calore attraverso il pinch:

104 C

375 kW

465 kW
135 C

S 3'

175

25 C

160 C

kW

105 C

S 3'

S 3

S 3

130 C

200 kW

640 kW

Figura 7 Irreversibilit a causa dello scambio di calore attraverso il pinch


Sommando la potenza termica del refrigeratore sopra il pinch e quella che attraversa il
pinch si hanno 285 kW che rappresentano la diminuzione del recupero termico e laumento
degli scambi con le utenze esterne nella rete attuale:

Q& hx ,a = 2060 kW
Q& hx = 285 kW
Q& hx , MER = 2345 kW

(9)

Q& cu ,a = 725 kW
Q& cu = 285 kW
&
Qcu , MER = 440 kW

(10)

Q& hu ,a = 1020 kW
Q& cu = 285 kW
Q& hu ,MER = 735 kW

(11)

120

Gestione dei Sistemi Energetici 01/03/07


In conclusione si pu dire che la pinch technology si avvale sei seguenti passi procedurali:
1. Fissare una differenza di temperatura minima al pinch point;
2. Dati i fluidi, le temperature di ingresso e di uscita e le capacit termiche calcolare,
mediante il metodo grafico o analitico, gli scambi di calore con le utenze esterne e il
recupero energetico;
3. Stimare la superficie totale della HEN mediante lanalisi delle curve di scambio
termico, condotta attraverso gli intervalli entalpici;
4. Stimare il costo totale della rete attraverso il risultato del punto 3.
5. Fissare una seconda differenza di temperatura minima al pinch point e ripetere i
punti 2, 3 e 4 (procedimento iterativo fino alla definizione del delta_pp ottimale che
minimizza i costi totali);
6. Progettare la rete sotto e sopra il pinch rispettando le regole della pinch technology
avvalendosi anche dei risultati di cui al punto 2;
7. Calcolare il costo totale della HEN (il risultato deve essere simile a quello di cui al
punto 4.);
8. Eliminare uno o pi scambiatori a ridotto carico ed effettuare il COD per
lottenimento dellottimo economico (leggera deviazione dallottimo termodinamico).

121

Gestione dei Sistemi Energetici 02/03/07

GESTIONE DEI SISTEMI ENERGETICI


La cogenerazione la produzione combinata di energia meccanica e termica realizzata con il
medesimo impianto termico. In un IMT entra energia chimica (primaria), attraverso un
processo di combustione si ottiene energia termica la quale viene convertita in energia
meccanica tramite un ciclo termodinamico e, in definitiva, in energia elettrica tramite un
generatore elettrico. In termini energetici (quantitativi) noto che le perdite maggiori
risiedono nel ciclo termodinamico
combustione

( = 0.9 )

( = 0.5)

mentre sono limitate quelle in camera di

( = 0.98) .

e sono modeste quelle nel generatore elettrico

Considerato ci, il rendimento globale di un IMT di circa 0.44. Invece in termini exergetici
la perdita maggiore nel processo di combustione

( II

= 50% ) . appena il caso di notare,

ma su tale argomento ci si torner in seguito, che le pile a combustibile possono convertire


direttamente lenergia chimica del combustibile (idrogeno) in energia elettrica evitando sia il
ciclo

termodinamico

(penalizzazione

energetica)

sia

il

processo

di

combustione

(penalizzazione exergetica), porgendo comunque delle modeste perdite residue.


La perdita energetica insita nel ciclo termodinamico risiede nel fatto che, affinch possa
essere istruito un ciclo che permetta di produrre lavoro da calore con continuit, il secondo
principio della termodinamica impone che una quota parte del calore ceduto dalla sorgente
superiore non venga trasformata in lavoro ma sia ceduta alla sorgente inferiore. La
cogenerazione invece fa in modo che il calore ceduto costituisca, parzialmente o totalmente,
un effetto utile per limpianto. Il primo risultato raggiunto dalla cogenerazione nel fatto
che, usando energia chimica per produrre in maniera combinata energia meccanica ed
energia termica, si ottiene un risparmio in termini di energia primaria rispetto ad una
produzione separata. In questottica importante definire la qualit del calore ceduto
attraverso il suo livello di temperatura affinch esso sia adeguato alle richieste dellutenza
termica ovvero al processo cui destinato. Con temperature dellutenza di 130-150 C si
riescono a soddisfare le esigenze di molti processi tecnologici tramite la cogenerazione quali
lessiccazione nellindustria cartaria, la cottura dei cibi nellindustria alimentare, processi
chimici,etc. A temperature inferiori (90 C) con il calore ceduto dallIMT si pu produrre
acqua calda (non necessario produrre vapore) da inviare alle utenze domestiche
attraverso una rete di teleriscaldamento1. Oltre alla produzione combinata di energia la
cogenerazione permette anche di ridurre i costi di produzione e le emissioni inquinanti. In
base al livello di temperatura cui resa disponibile lenergia termica la cogenerazione
effettuata senza modificare sostanzialmente lIMT ovvero apportando modifiche. La prima
modalit ad esempio propria di un ITG con GV a recupero posto allo scarico della turbina;

La temperatura di ritorno dellacqua di circa 60 C e tramite il teleriscaldamento si pu ottenere il riscaldamento


centralizzato di grandi quartieri come accade a Brescia dove si usa un termovalorizzatore per i RSU.

122

Gestione dei Sistemi Energetici 02/03/07


la seconda caratteristica di un impianto a vapore nel quale il calore ceduto alla sorgente
inferiore (condensatore), poich ha una temperatura di circa 32.5 C, occorre che sia
elevato ad una temperatura maggiore in modo da poter essere utilizzato ai fini tecnologici.
Per fare ci si apportano modifiche allimpianto.
GLI INDICI CARATTERISTICI DELLA COGENERAZIONE
In Figura 1 lo schema di un ITG con GV a recupero sottoposto allo scarico della turbina:

cc

GVR
7

UTENZA TERMICA

Figura 1 Impianto turbogas con generatore di vapore a recupero sottoposto alla turbina.

In Figura 1 il GVR riceve i gas caldi alla temperatura T4


di calore e li scarica al camino ad una temperatura T5

550 C , ne estrae una quota parte


150 C . Il calore drenato viene

assorbito da un fluido intermedio che transita ciclicamente dalla sezione 6 alla sezione 7 allo
stato di vapore saturo o leggermente surriscaldato in modo che, nella successiva
condensazione, durante lo scambio con lutenza termica lenergia termica ceduta dal fluido
intermedio rimanga costante, essendo pari al calore latente di condensazione (Figura 2):
T

4
7

5
6

Figura 2 Scambio termico fra i gas caldi allo scarico della turbina di un ITG e il fluido intermedio.

123

Gestione dei Sistemi Energetici 02/03/07


Il piccolo surriscaldamento in Figura 2 del fluido intermedio di 10-15 C fa in modo che la
condensazione non si avvii allinizio del trasferimento di calore allutenza termica. Questo
serve a evitare problemi durante il funzionamento a carico parziale e quindi tiene conto
della perdita termica durante il percorso di ritorno al processo tecnologico nel quale avviene
esclusivamente la condensazione fino a che il fluido intermedio torna alla temperatura T6
come liquido saturo. La leggera contropressione introdotta dal GVR allo scarico della turbina
penalizza in maniera contenuta il rapporto di espansione per cui si ha una riduzione,
peraltro non significativa, della produzione di energia meccanica. Gli effetti utili dellimpianto
in Figura 1 sono la produzione combinata di potenza elettrica e di potenza termica. Essendo
la potenza termica maggiore di quella meccanica si pu definire lindice di cogenerazione
come segue:

I cog =

Pth
>1
Pel

(1)

Trascurando le perdite energetiche in camera di combustione e quelle organiche il


rendimento dellimpianto turbogas del 35%, per cui alla sezione 4 i gas ritengono il 65%
dellenergia chimica in ingresso al sistema. Di tale percentuale 52 punti circa sono ceduti
allutenza termica sotto forma di energia termica e 13 punti costituiscono la perdita per
calore sensibile al camino: risulta che il rendimento del generatore di vapore a recupero
dell80% (Figura 3):
Pel = 35

Pth = 52

100
65

Pp = 13

Figura 3 Diagramma di Sankey di Figura 1


Dai dati in Figura 3 lindice di cogenerazione :

I cog =
124

52
1.5
35

(2)

Gestione dei Sistemi Energetici 02/03/07


Accanto allindice di cogenerazione si definisce il rendimento di primo principio o indice di
sfruttamento del combustibile

che pesa la somma della potenza termica e di quella

elettrica sullenergia chimica in ingresso. Si ha allora:

I =

Pel + Pth 35 + 52
=
= 87%
100
qH i

(3)

Si possono anche definire separatamente il rendimento elettrico e quello termico come


segue:

el =

Pel
qH i

0.35

(4)

th =

Pth
= 0.52
qH i

(5)

Solitamente si usano lindice di cogenerazione e il rendimento2 di primo principio in maniera


congiunta perch il secondo pu risultare da una qualsiasi combinazione della potenza
elettrica e di quella termica. Accanto al rendimento di primo principio si pu definire quello
di secondo principio come segue:

II =

E& el + E&Q Pel + E& Q


=
E& comb
q H i

(6)

La tiene conto della capacit di compiere lavoro sia della potenza elettrica sia di quella
termica. Questultima ceduta allutenza ad una temperatura costante (passaggio di stato
del fluido intermedio) di 150 C e quindi si ha:

T
E& Q = 52 1 0
Tut

298
= 52 1
15.4
423

(7)

Sostituendo la (7) nella (6) si ha:

II =

35 + 15.4
1.04 100

0.48

(8)

Il rendimento di secondo principio minore di quello di primo principio perch questo


contiene una frazione rilevante di potenza termica a bassa temperatura.
Oltre a tali indici si definisce lindice di risparmio energetico che confronta la situazione
attuale con quella competente ad una produzione separata:

comunque improprio parlare di rendimento perch nella definizione si sommano energie di specie diverse.

125

Gestione dei Sistemi Energetici 02/03/07

IRE =

Esep Ecog
Esep

IRE = 1
IRE = 1

Ecog
Esep

( qH i )cog
( qH i )sep,el + ( qH i )sep,th
IRE = 1

( qH i )cog
Pel

el*

(9)

Pth

th*

Nella (9) i rendimenti si definiscono con riferimento alla produzione separata di energia
elettrica e termica. Come valori medi nazionali si assumono

el* = 0.39

th* = 0.9 .

Sostituendo questi valori nella (9) si ha:

IRE = 1

100
35
52
+
0.39 0.9

0.33

(10)

Allora il risparmio economico e ambientale che si ha passando da una produzione separata


di energia elettrica e di energia termica alla cogenerazione del 33%. Si osservi che
lenergia primaria (89.7) richiesta dalla sola produzione di energia elettrica molto alta
perch il rendimento di in un IMT basso e allora quasi i 2/3 della energia primaria (147.5)
necessaria per produrre separatamente energia elettrica e termica sono usati per produrre
energia elettrica.
Lindice di cogenerazione del turbogas deve bilanciare istantaneamente quello dellutenza
termica e spesso questo non semplice perch gli andamenti del fabbisogno di energia
termica ed elettrica non sono del tutto correlati. Solitamente allora limpianto si dimensiona
sul carico termico e per la parte elettrica ci si affida al collegamento con la rete. Quando la
produzione elettrica superiore a quella richiesta si vende alla rete il surplus, quando
inferiore si acquista dalla rete il deficit. Per i fabbisogni termici ci si comporta come segue.
Se accade che

( Pth )u.t . > ( Pth )TG

(11)

allora sono possibili due soluzioni:


1. Si introducono a valle della turbina dei generatori di vapore ausiliari (spesso gi
presenti quando si fa cogenerazione);

126

Gestione dei Sistemi Energetici 02/03/07


2. Si opera una post combustione dei gas caldi usati come comburente perch hanno
un elevato contenuto di ossigeno molecolare (in camera di combustione si lavora con

0.5 e leccesso di aria del 200%).

Se accade che:

( Pth )UT < ( Pth )TG

(12)

sono possibili due soluzioni:


1. Si opera un bypass parziale (Figura 1) dei gas direttamente al camino (procedimento
totalmente dissipativo);
2. Si diminuisce la temperatura di fine combustione in CC aumentando leccesso di aria
e penalizzando in questo modo la produzione di energia elettrica, ma evitando la
perdita diretta di calore al camino. Questa soluzione pu essere efficace quando
lenergia elettrica venduta di notte e quindi non ha un alto valore aggiunto.
Da quanto detto si pu dire allora che lindice di cogenerazione pu variare da un minimo di
1.5 a un massimo di 4.
Fra gli impianti di cogenerazione che operano modifiche sullimpianto di partenza dedito alla
produzione di sola energia elettrica si annoverano:
1. Impianto a vapore a contropressione;
2. Impianto a vapore con spillamento (derivazione) regolato (a).
In Figura 4 un classico impianto motore termico a vapore:

G
4

1
2

Figura 4 Impianto motore termico a vapore.

127

Gestione dei Sistemi Energetici 02/03/07


In Figura 5 si disegna il ciclo limite dellimpianto in Figura 4 senza il lavoro (trascurabile)
della pompa.

4*

1* 2*
1 2
4

Figura 5 Ciclo limite sul piano T-s dellimpianto in Figura 4

La

temperatura

p1 = p4

minima

pari

T1 = T4

32.5 C

la

pressione

minima

0.05 bar . Risulta che la temperatura minima troppo bassa per soddisfare la

potenza termica richiesta dallutilizzazione (il contenuto exergetico del calore ceduto al
condensatore modesto nonostante lenergia ceduta sia alta). Per ovviare a ci si arresta
lespansione ad una pressione maggiore di p1 escludendo gli ultimi stadi della turbina.
Allora a valle della turbina si inserisce un condensatore caldo che riceve i gas caldi ad una
temperatura (quella dellutenza) T4* =130-150 C e ad una pressione

p1* = p4* = 3 5 bar

maggiore di quella atmosferica e trasferisce il calore di condensazione direttamente al


processo tecnologico (Figura 6).

G
4*

1*

2*

Figura 6 Condensatore caldo in un impianto motore termico per la cogenerazione.

128

Gestione dei Sistemi Energetici 02/03/07


Limpianto in Figura 6 a contropressione perch la pressione allo scarico della turbina
*

maggiore di quella atmosferica e il salto entalpico interdetto fra il punto 4 e il punto 4 pone
un contributo significativo alla penalizzazione della produzione di energia meccanica. Il
calore dei gas allo scarico della turbina trasferito integralmente allutenza e quindi
limpianto a recupero totale. Per questo motivo la perdita energetica per calore sensibile
dei fumi nulla e si pu affermare che:

GV

(13)

Limpianto a recupero totale pone due problemi:


1. Lindice di cogenerazione alto essendo compreso fra 3 e 5;
2. La flessibilit operativa molto bassa perch la potenza termica e quella elettrica
sono legate alle caratteristiche del ciclo. Con il by - pass comunque si pu aumentare
lindice di cogenerazione in maniera dissipativa.
Per ovviare ai due problemi si pu pensare di produrre pi vapore di quello necessario
allutenza termica. Dopo aver attraversato il corpo di alta pressione, parte del vapore viene
derivato e la rimanente parte continua lespansione nel corpo di bassa pressione essendo
infine inviata ad un condensatore tradizionale. In questo modo si riduce lindice di
cogenerazione perch si produce una maggiore potenza meccanica e si aumenta
notevolmente la flessibilit operativa dellimpianto (Figura 7):
A

Figura 7 Impianto di cogenerazione a recupero parziale.


Se la valvola A completamente chiusa e B completamente aperta si ottiene limpianto a
contropressione in Figura 6 con

I cog = 3 5 . Se la valvola A completamente aperta e la B


129

Gestione dei Sistemi Energetici 02/03/07


completamente chiusa si ha un impianto motore termico a condensazione tradizionale, con

I cog = 0 . In una situazione intermedia di apertura delle valvole si ha I cog = 2 4 . Limpianto


in Figura 7 dimensionato secondo le condizioni di progetto, ma permette dei margini di
flessibilit grazie alla presenza delle valvole e quindi una applicabilit anche in condizione di
regolazione (di esercizio).
DIAPOSITIVE
Diagramma di Sankey relativo al bilancio di energia a pieno carico per un motore a
combustione interna ad accensione per compressione a 4 tempi sovralimentato. Il calore si
recupera a diversi livelli: dai gas di scarico (34%) a 409 C e, in quote minori, dallacqua di
refrigerazione (10.1%) a 80 C, dallaria di sovralimentazione3 (8.7%) a 152 C e dallolio
lubrificante (4.4%) a 75 C. Naturalmente questo discorso vale per una applicazione fissa.
appena il caso di osservare che dai gas combusti si pu ottenere del vapore, mentre dal
liquido di refrigerazione del motore si pu ottenere acqua calda.
I sistemi cogenerativi TG hanno un largo campo di impiego perch producono potenze non
troppo elevate e fra di essi quelli per cui prevista una utilizzazione diretta dei prodotti
della combustione possono interessare limitati settori (ceramica, mattoni, legname) a causa
del possibile inquinamento chimico. Gli impianti cogenerativi TV a contropressione sono
utilizzati nellindustria chimica, cartacea e alimentare.
Per gli impianti cogenerativi a vapore a contropressione lindice di risparmio energetico
minore di quello degli impianti TG perch lindice di cogenerazione (circa 5) e quello di
risparmio del combustibile (circa 0.9) sono alti. Questo vuol dire che si predilige la
produzione di potenza termica rispetto a quella elettrica. Allora, con riferimento alla
produzione separata, la spesa energetica minore perch, a parit di

th* = 0.9 = I ,

el* = 0.39

il basso rendimento elettrico incide in maniera contenuta sulla penalizzazione

energetica. Mediamente ITG permette di risparmiare il 20% in pi sul combustibile rispetto


a ITV.

Laria in uscita dal compressore deve essere refrigerata prima di poter essere introdotta in camera di combustione
altrimenti non si pu aumentare il coefficiente di riempimento del cilindro.

130

Gestione dei Sistemi Energetici 05/03/07

GESTIONE DEI SISTEMI ENERGETICI


IMPIANTI COMBINATI
Gli impianti combinati gas-vapore combinano le peculiarit dei cicli gas e dei cicli vapore.
Essi sono costituiti da una sezione a gas sovrapposta (dal punto di vista termodinamico e
cio in riferimento ai livelli di temperatura) e da una sezione a vapore sottoposta. Per
quanto concerne la sezione a vapore il pregio dellimpianto consiste nella cessione di calore
alla sorgente inferiore ad una temperatura prossima a quella ambiente (T

30 C ) , per cui

la perdita exergetica modesta. Per la sorgente superiore la sezione a vapore non si


comporta altrettanto bene perch la temperatura di poco superiore ai 500 C

(T

540 C ) ed caratteristica di un solo punto del ciclo (vapor vivo alluscita del

generatore

di

vapore).

Questo

comporta

delle

elevate

irreversibilit

associate

al

trasferimento di calore in presenza di gradienti termici. Per quanto concerne la sezione a


gas una caratteristica positiva che la sorgente superiore ad una temperatura compresa
fra i 1200 e i 1300 C mentre il calore allo scarico della turbina ceduto sui 500-600 C e
risulta un buon livello termico per la produzione di vapore nel GVR1 (senza che venga
introdotto ulteriore combustibile) da avviare alla sezione vapore. I rendimenti degli impianti
combinati sono molto elevati grazie anche alla evidente evoluzione tecnologica raggiunta
negli ultimi dieci anni nella ottimizzazione delle turbine a gas. Attualmente su 50 impianti
per la produzione di energia elettrica 45 sono combinati.
In Figura 1 si disegnano i cicli reali, trascurando le perdite di carico e considerando le sole
irreversibilit nelle macchine operatrici, di un una turbogas industriale (heavy duty) GE
Serie F2 e di uno aeroderivativo.
T

pmax,a

T3 = T3a = Tmax

3a
2a

3 pmax
pmin = pamb = p1 = p0

T4

T4a

4a
1 0
s

Figura 1 Ciclo reale di un impianto turbogas industriale e di derivazione aeronautica.


1

Altri acronimi per GVR sono in letteratura anglosassone HRSG (Heat Recover Steam Generator) e WHB (Waste

Heat Boiler).
2

La serie indicativa della tecnologia e cio della temperatura massima del ciclo e di altri parametri.

131

Gestione dei Sistemi Energetici 05/03/07


I dati tipici per un impianto industriale sono:

= 15

(1)

T3 = 1260 C

(2)

g = 0.37

(3)

Pe

(4)

220 MW

T4 = 580 C

(5)

= 50

(6)

La portata in massa di combustibile pari a:

q=

Pe
220
=
H i g 50 0.37

11.9

kg
s

(7)

La portata di aria pari a:

ma = mc = 50 12 594.6 kg / s

(8)

La (8) dice che i fumi (606.5 kg/s) sono costituiti in larga parte da aria ma comunque non si
pu trascurare la portata di combustibile (circa il 2% della portata dei fumi).
I dati tipici per una turbina aeroderivativa GE-LM6000 sono i seguenti:

30

(7)

T3 = 1260 C

(8)

40%

(9)

Pe

40 MW

(10)

La turbina aeroderivativa ha una potenza notevolmente minore di quella industriale ma


nonostante questo riesce a raggiungere la medesima temperatura massima grazie ai
notevoli miglioramenti raggiunti nei materiali e nelle tecniche di refrigerazione delle pale.
Dalla Figura 1 si osserva che, a parit di temperatura massima e considerando un rapporto
di compressione

a >

la dosatura in camera di combustione maggiore di quella

occorrente per una turbina industriale. Conseguenza di ci una minore temperatura allo
scarico della turbina per cui il calore ceduto produce una vapore di caratteristiche
termodinamiche meno pregiate a fronte per di migliori prestazioni del ciclo a gas (il
rendimento maggiore). La Burgo di Avezzano ad esempio ha un impianto combinato

132

Gestione dei Sistemi Energetici 05/03/07


aeroderivativo con il quale si effettua anche la cogenerazione spillando del vapore nella
sezione sottoposta. appena il caso di osservare che non si pu spingere la compressione
oltre un certo limite altrimenti la potenza netta diminuisce ed esiste un rapporto limite per il
quale lenergizzazione in camera nulla e il ciclo degenera in una compressione-espansione,
in corrispondenza del quale la potenza netta nel ciclo reale negativa.
Con riferimento alla sezione di scarico del gas di una turbina industriale, la perdita
energetica rilevante. Infatti si scrive:

Pcam = mg c pg (T4 Trif ) = 606.5 103 1.1 ( 580 25 ) 370 MW

(11)

Lexergia associata ai gas di scarico naturalmente minore della (11) ed sostanzialmente


termodinamica associata al trasferimento di calore in presenza di gradiente termico (la
pressione di scarico quella atmosferica) per cui si scrive:

4 = f T = c p (T4 T0 ) T0 c p ln

T4

T0

265.7

kJ
kg

(12)

Lexergia in termini di flusso data da:

E& 4 = mg f4T = 606.5 265.7 161.1 MW

(13)

Il rendimento del ciclo combinato, se si sfruttasse la (13), sarebbe pari a:

(cc )max =

PT4 + E& 4
qH i

220 + 161.1
220 / 0.37

(14)

0.641

Il rendimento (14) per non raggiungibile perch nella sezione a vapore non possibile
convertire in lavoro completamente la (13) a causa delle irreversibilit dovute a:
1. Trasferimento di calore in presenza di gradiente termico;
2. Scarico al camino a valle del generatore di vapore a recupero a

In Figura 2 schematizzato il GVR:

133

T5 < T4 .

Gestione dei Sistemi Energetici 05/03/07

fumi

6
acqua

Gas di scarico

7
Vapore surriscaldato

Figura 2 Il generatore di vapore a recupero


Lacqua entra nelleconomizzatore nelle condizioni 6 allo stato liquido ed esce allo stato di
liquido saturo; quindi prosegue nel vaporizzatore acquisendo dai gas di scarico il calore
latente di vaporizzazione fino a che raggiunge le condizioni di vapor saturo ed entra nel
surriscaldatore per completare il riscaldamento. Per tracciare il diagramma

T H& (Figura

3) in cui figurano le curve di scambio termico si osserva che sono noti i seguenti dati:

1. La temperatura di scarico dei gas pari a


2. La pressione

T4 = 580 C ;

p7 = 70 bar che vige nel GVR ad 1L;

3. TSH = T4 T7 = ( 30 50 ) C 40 C ;
4. La temperatura di uscita dal condensatore

T6 = 30 C ;

5. TPP = TA TB = (10 20 ) C 10C .

Con i dati di cui sopra si trova che alla pressione di 70 bar la temperatura di saturazione di
284.5 C e si possono determinare le potenze termiche scambiate per ogni sezione del GVR:

h6 = 32.56 kcal / kg

( x6 = 0 ; p6 = 0.05 bar ) 3

(15)

hB = 301.0

kcal
kg

( xB = 0 ; p7 = 70 bar )

(16)

hC = 662.8

kcal
kg

( xC = 1; p7 = 70 bar )

(17)

h7 = 837.7

kcal
kg

(T7 = 540 C ; p7 = 70 bar )

(18)

Lentalpia valida anche a valle della pompa di estrazione perch essa richiede un lavoro trascurabile.

134

Gestione dei Sistemi Energetici 05/03/07


Lincremento entalpico dellacqua dato da:

h7 h6 = 805.14

kcal
kg

(19)

Riferendosi alla (19) si pu calcolare lentit percentuale degli scambi termici nelle sezioni
del GVR con riferimento alla (19) e in definitiva tracciare la Figura 3:

hB h6
h7 h6

33%

(20)

hC hB
h7 h6

45%

(21)

h7 hC
h7 h6

22%

(22)

Curve di scambio termico nel GVR


700

Temperatura

600
500
400
300
200

4
7

Gas di scarico

acqua

100

0
0

20

40

60

80

100

Potenza termica (%)

Figura 3 Le curve di scambio termico nel GVR


A causa del vincolo al pinch point la temperatura di uscita dei gas superiore a quella
ambiente. Per calcolarla occorre attuare in sequenza il bilancio energetico sopra il pinch e il
bilancio dellintero scambio. Dal primo bilancio si ottiene la portata in massa di vapore:

m& g c pg (T4 TA ) = m& v ( h7 hB )

(23)

Dalla (23) si ricava:

m& v / m& g = c pg

T4 TA
1.1 580 294.5
=

h7 hB 4.176 837.7 301

Quindi la portata in massa di vapore pari a:

135

0.140

(24)

Gestione dei Sistemi Energetici 05/03/07

m& v = m& g 0.140 85.0

kg
s

(25)

Si scrive il bilancio energetico dellintero scambio termico:

m& g c pg (T4 T5 ) = m& v ( h7 h6 )

(26)

Dalla (26) si ricava la temperatura di scarico dei gas al camino:

T5 = T4

m& v
0.140
4.176 ( 837.7 32.56 ) 151.7 C
( h7 h6 ) = 580
1.1
c pg m& g

(27)

Il GVR ad 1 livello di pressione tipico delle applicazioni di bassa potenza e non


particolarmente sofisticate. Uno schema pi dettagliato del GVR in Figura 4:

5
B

Figura 4 Generatore di vapore ad un livello di pressione

136

Gestione dei Sistemi Energetici 09/03/07

GESTIONE DEI SISTEMI ENERGETICI

IL GENERATORE DI VAPORE A RECUPERO AD UN LIVELLO DI PRESSIONE


Negli impianti combinati non si opera la rigenerazione perch non conveniente dal punto
di vista termodinamico. Infatti in un impianto tradizionale lo spillamento di vapore dalla
turbina serve a preriscaldare lacqua prima che essa entri nelleconomizzatore del GV.
Nellimpianto combinato per non esiste il GV e la rigenerazione sicuramente migliora il
rendimento del ciclo a vapore perch occorre meno calore ricevuto dai gas di scarico, ma
peggiora il rendimento del GVR il quale, a causa del vincolo imposto dal pinch point, scarica
i fumi al camino ad una temperatura T5* > T5 aumentando la quota di potenza dissipata allo
scarico (Figura 1). appena il caso di osservare che in un impianto tradizionale il calore a
bassa temperatura si recupera preriscaldando laria comburente.
Curve di scambio termico nel GVR
700
580

Temperatura

600

540

500
400

Gas di scarico
284.5

294.5

300

acqua

T5r

200

151.7 = T5

100

T6r

0
0

20

40

60

70

80

30 = T6

100

Potenza termica (%)

Figura 1 Effetto dello spillamento rigenerativo operato lungo lespansione in TV sullo scambio termico in GVR
Se lapplicazione dello spillamento rigenerativo non introduce un beneficio complessivo,
negli impianti combinati pu essere presente il degasatore integrato nel GVR: il vapore del
degasatore non proviene da uno spillamento lungo lespansione in turbina, ma derivato
direttamente dal GVR ad un livello di pressione adeguato.
INFLUENZA DELLA PRESSIONE DI ESERCIZIO DEL VAPORE NEL GVR
Lexergia E& 4 offerta dal gas allo scarico della TG non pu essere integralmente assorbita dal
fluido motore dellimpianto a vapore a causa di due motivi:

137

Gestione dei Sistemi Energetici 09/03/07


1. Irreversibilit nel GVR legate al trasferimento di calore in presenza di gradiente
termico (area compresa fra le due curve in Figura 1);
2. Irreversibilit legate alleffetto camino dipendente dal valore della temperatura di
scarico dei gas dal GVR.
Le irreversibilit 1. sono esprimibili come segue:

I&GVR = ( E& 4 E& 5 ) ( E& 7 E& 6 )

T
I&GVR = m& g c pg (T4 T5 ) T0 c pg ln 4 mv ( h7 h6 ) T0 ( s7 s6 )
T5

( 580 + 273.15 )
3
3
85 10 [( 3507 137.8 ) 298.15 ( 6.919 0.4763 )]
I& = 606.5 10 1.1 ( 580 151.7 ) 298.15 1.1 ln

(151.7 + 273.15 )
GVR

I&GVR

(1)

23.95 MW

La spesa exergetica sostenuta dai gas nel GVR pari a1:

T
E& 4 E& 5 = m& g c pg (T4 T5 ) T0 c pg ln 4
T5

E& 4 E&5

(2)

147.06 MW

Lirreversibilit al camino2 pari a:

I&cam = E& 5 = E& 4 ( E& 5 + E& 4 ) = m& g c pg (T4 T0 ) T0 c pg ln T4 / T0 ( E& 5 + E& 4 )

I&cam = 606.5 10 1.1( 580 25 ) 298.15 (1.1 ln 853.15 / 298.15 ) 147.06

I&cam

14.09 MW

(3)

Il termine di pressione relativo alla entropia nullo perch la pressione dei gas al camino pari a quella ambiente.
Non si considera lexergia chimica del gas al camino perch non ci sono incombusti (la dosatura del TG molto
elevata).
2

138

Gestione dei Sistemi Energetici 09/03/07


Combinando la (1) e la (2) il rendimento exergetico del GVR allora pari a:

I&
23.95
ex ,GVR = 1 & GVR& = 1
147.06
E4 E5

0.84

(4)

Questi risultati sono relativi ad una pressione del vapore di 70 bar. Se a partire da tale
valore si aumenta la pressione accadono due eventi:
1. Le irreversibilit nel GVR diminuiscono perch diminuisce il

T medio di scambio

termico (larea fra le due curve di scambio diminuisce);


2. Aumenta la temperatura dei gas al camino.
Questi due effetti sono antitetici e allora esiste una valore ottimale della pressione che
ottimizza il rendimento exergetico del GVR, anche in funzione della temperatura T4 di
scarico dei gas da TG. Studi specifici hanno dimostrato che la pressione del vapore
surriscaldato nel GVR ad un livello di pressione deve essere:

pSH = 70 80 bar

(5)

Per un GVR a due livelli di pressione si ha invece:

pLp = 10 15 bar

(6)

pH p = 130 140 bar

(7)

Il rendimento exergetico del GVR circa il doppio di quello del GV tradizionale perch la
pendenza della curva dei gas minore

( T

= 428.3 C ) e non figurano irreversibilit

chimiche. Queste osservazioni sono ancora pi chiare se si osserva la Figura 2 dove si


riportano le curve di scambio termico nel GVR avendo in ascissa la potenza termica
scambiata in percentuale. Per costruire la nuova curva del vapore alla pressione

p2 > p1 = 70 bar occorre aumentare la temperatura di saturazione e quindi posizionare il


pinch point nel rispetto del Tmin = 10 C . Risulta che si produce meno vapore in condizioni
pregiate (diminuisce il tratto di surriscaldamento) e la temperatura al camino dei gas
aumenta.

139

Gestione dei Sistemi Energetici 09/03/07

Curve di scambio termico nel GVR


700

Temperatura

600
500
Gas di scarico

T5*

400

vapore a p1

300

vapore a p2>p1

200

T5

100
0
0

20

40

60

80

100

Potenza termica (%)

Figura 2 Curve di scambio termico nel GVR a pressioni di saturazione diverse


GVR CON COMBUSTIONE SUPPLEMENTARE
La disposizione del GVR simile a quella senza combustione supplementare perch la
combustione pu essere fatta in vena fluida utilizzando i gas caldi come comburente (Figura
3):

q*

4*

Figura 3 Generatore di vapore a recupero con combustione supplementare


A valle della combustione i fumi hanno una temperatura T4* > T4 . Fino a temperature
prossime a 750 C si usano GVR a semplice recupero senza refrigerazione delle pareti
interne. Per temperature superiori necessaria una refrigerazione simile a quella usata nella
camera di combustione principale del turbogas e cio si invia a monte della combustione un

140

Gestione dei Sistemi Energetici 09/03/07

film sottile di gas a temperatura T4 che lambisce le pareti in modo da preservare la loro
integrit strutturale. Comunque sia la temperatura massima a valle della combustione fra
gli 850 C e i 950 C. Nei calcoli che seguono si assumono due temperature di riferimento:

T4* = 700 C

(8)

T4* = 900 C

(9)

Le motivazioni per cui si opera una post combustione sono le seguenti:


1. Aumento della potenza del ciclo combinato. Infatti in seguito allintroduzione del
combustibile addizionale q

la temperatura di ingresso dei gas nel GVR aumenta;

conseguentemente aumenta la portata di vapore, quindi aumenta la potenza della


turbina a vapore e con essa anche la potenza del ciclo combinato;
2. Incremento

della

flessibilit

operativa.

Questo

utile

nelle

applicazioni

di

cogenerazione quando si vuole variare lindice di cogenerazione;


3. Le turbine a gas datate hanno una bassa temperatura di scarico dei gas conseguente
al contenuto rapporto di compressione (contenuta temperatura massima del ciclo
gas). Per esse la combustione supplementare consente di produrre vapore
surriscaldato in condizioni pregiate e avere un buon rendimento della sezione a
vapore sottoposta;
4. Quando il TG opera in regolazione si riduce ad esempio la potenza erogata tramite
una minore introduzione di combustibile nella camera principale. A seguito di ci la
temperatura massima del ciclo gas diminuisce e con essa anche la temperatura di
scarico dalla TG (si ricade al punto 3.). Luso di una combustione supplementare
evita di estendere la penalizzazione energetica anche alla sezione a vapore.
In Figura 4 lo schema della camera di combustione supplementare, utile ad un bilancio
energetico:

q*

4
m& g

CC

4*
m& g + q*

Figura 4 Schema per la scrittura del bilancio energetico in camera di combustione supplementare

141

Gestione dei Sistemi Energetici 09/03/07

) (

m& g c pg (T4 Trif ) + q* H i = m& g + q* c pg T4* Trif

(10)

Dalla (10) si ottiene la dosatura:

1.1( 700 25 ) + 50000


373.2

1.1( 700 580 )


m& g c pg (T4* Trif ) H i
*
= * =
=
q
c pg (T4* T4 )
1.1( 900 25 ) + 50000 139.3

1.1( 900 580 )

(11)

La dosatura molto maggiore di quella richiesta dalla camera di combustione principale nel
turbogas perch lincremento di temperatura

T4* T4 contenuto, soprattutto per

T4* = 700 C . Dalla (11) si calcola la portata dei fumi a valle della combustione:

1
kg

606.5 1 + 373.2 608.1 s


1

m& *g = m& g + q* = m& g 1 + * =


1
kg

606.5 1 +
610.8

s
139.3

(12)

Dalla (12) segue che il combustibile aggiuntivo pari a:

qT* * =700 = 1.6

kg
s

(13)

qT* * =900 = 4.4

kg
s

(14)

m& *g = m& g

(15)

In prima approssimazione si assume:

La (15) dice che la curva dei gas durante lo scambio termico nel GVR conserva
approssimativamente la sua pendenza poich la sua capacit termica varia in maniera
trascurabile.
Dal bilancio energetico 1 sopra il pinch point riferito al GVR senza combustore
supplementare e al GVR con combustore supplementare si ottiene:

H& 7 B = m& g c pg (T4 TA ) = m& v ( h7 hB )

(16)

H& 7 B* = * m& g c pg (T4* TA ) = m& v* ( h7 hB )

(17)

m& g m& g

142

Gestione dei Sistemi Energetici 09/03/07


E appena il caso di osservare che anche in presenza del combustore supplementare si vuole
mantenere il

Tmin al pinch point per cui le temperature estreme del pinch rimangono

invariate e come conseguenza di ci anche lentalpia

hB del liquido saturo invariata.

Dalle (16) e (17) si ottiene:

700 294.5
1.420
*
&
H 7 B* T4 TA 580 294.5
m&
=
=
=
m& v H& 7 B T4 TA 900 294.5
2.121
580 294.5
*
v

(18)

Il rendimento del turbogas pari a:

TG =

PTG
= 0.37
qH i

(19)

Usando la (19) il rendimento del ciclo combinato senza combustione supplementare :

cc =

PTG + PTV
qH i

=
PTV

1
PTG
2

TG 1.5 = 0.37 1.5 = 55.5%

(20)

Il valore in (20) caratteristico di un ciclo combinato heavy duty serie F (lultima


generazione pu arrivare anche al 60% di rendimento).
La potenza del ciclo combinato senza combustione supplementare :

Pcc = PTG + PTV = 220 1.5 = 330 MW

(21)

Dalla (18) si ricava la potenza del ciclo combinato con combustione supplementare:

Pcc* = PTG + PTV* = 220 + 110

m& v* 220 + 110 1.420 376.2 MW ( Pcc ) % 14%


=
m& v 220 + 110 2.121 453.3 MW ( Pcc ) % 37%

(22)

Dal bilancio energetico 2 esteso allintero intervallo di potenza relativo allo scambio termico
*

si ottiene la temperatura T5 al camino del gas nel caso di combustione supplementare:

H& 76 = m& g c pg (T4 T5 ) = m& v ( h7 h6 )

H& 76* = m& g c pg T4* T5* = m& v* ( h7 h6 )


Dividendo la (24) per la (23) si ha:

143

(23)
(24)

Gestione dei Sistemi Energetici 09/03/07

m& v*
T5* = T4* & (T4 T5 ) = 700 1.420 ( 580 151.7 ) 91.7 C
mv
m& v* T4* T5*

*
m& v T4 T5
T = T m& v (T T ) = 900 2.121 ( 580 151.7 ) 8.4 C
*
*
4
5
4
5
m& v

(25)

Nella (25) risulta che la temperatura al camino del gas nel caso in cui T4* = 900 C
negativa. Questo un assurdo fisico e significa che stato prodotto troppo vapore avendo
mantenuto invariato il Tmin al pinch point. Allora quando la combustione supplementare
risulta troppo spinta diventa pi restrittiva la condizione di minima temperatura dei fumi allo
scarico. Per evitare condense acide si pone T5* ,min = 90 C , ma questa imposizione causa una
minore produzione di vapore rispetto a quella in (18) perch il GVR opera con un
pinch maggiore di quello minimo. Prima per di trovare il nuovo

T al

T utile visualizzare

(Figura 5) a confronto le curve di scambio termico senza e con combustione supplementare


relative al caso T4* = 700 C . Per disegnare le curve si tenuto conto delle seguenti:
*
m& v H& 7 B* H& 7 C* H& B* 6*
=
=
=
H& 7 C
H& B 6
m& v H& 7 B

(26)

*
700 4

580 4
540

294.5

284.5
151.7

C*

A*

B*

5*

91.7
30

6*

H [ MW ]
Figura 5 Curve di scambio termico con e senza combustione supplementare a confronto

Dal bilancio 2 si ottiene, imponendo T5* ,min = 90 C :

m& v* T4* T5*


900 90
=
=
m& v T4 T5 580 151.7
Dalla (27) si determina lincremento di potenza:

144

1.891 < 2.121

(27)

Gestione dei Sistemi Energetici 09/03/07

Pcc* = PTG + PTV

m& v*
= 220 + 110 1.891 428 MW ( Pcc ) % 30% < 37%
m& v

(28)

Dal bilancio 1 si ottiene la nuova temperatura superiore del pinch point:

T4* TA*

m& v*
=
T4 TA
m& v
TA* = T4* (T4 TA )

Il nuovo

m& v*
= 900 ( 580 294.5 )1.891 360 C
m& v

(29)

T al pinch pari a:
Tpp = 360 284.5 = 75.5 C

(30)

Si calcola infine il rendimento del ciclo combinato con combustione supplementare:

PCC 330 (1 + 0.14 )


P
(12 + 1.64 ) 50 55.2% < 55.5%
CC 1 +
*
P
P
P
+

CC

cc* = TG * TV =
=
*
( q + q ) H i ( q + q ) H i 330 (1 + 0.3) 52.3% < 55.5%
(12 + 4.39 ) 50

(31)

Dalla (30) si osserva che la combustione supplementare produce una penalizzazione sul
rendimento soprattutto se essa spinta. La ragione di questo nel fatto che il combustibile
introdotto d un contributo energetico solo sulla sezione a vapore e non sul TG. Invece
introducendo il combustibile addizionale direttamente nella camera di combustione
principale ne beneficia anche il TG. Questa operazione deve per essere prevista in fase di
progetto altrimenti si possono raggiungere temperature massime del ciclo TG troppo alte
con conseguenti problemi strutturali. In generale la combustione supplementare si applica
per aumentare la flessibilit produttiva (cogenerazione) ottenendo un aumento di potenza
del ciclo combinato a scapito del rendimento dello stesso. Questo intervento allora si pu
sostenere solo per periodi limitati di tempo.
In Figura 6 si riportano le curve di scambio termico sul piano

(T H& % ) . La curva del

vapore la medesima di quella nel GVR senza combustione perch la massa di vapore
prodotta aumenta secondo un fissato rapporto di scala. Allaumentare di

T4* in una prima

fase il rendimento del ciclo combinato diminuisce in maniera contenuta perch la


diminuzione in parte attenuata dal maggiore recupero lato gas

145

(T5* < T5 ) .

Quando per

Gestione dei Sistemi Energetici 09/03/07

T4* troppo alta si attiva la condizione sulla temperatura minima allo scarico e il rendimento
crolla drasticamente perch occorre aumentare il T al pinch point e non si assiste ad un
recupero efficiente allo scarico.

Curve di scambio termico nel GVR


990
900

790

Temperatura

700

Gas T4 = 580 C
590 580

vapore
gas T4 = 700 C
gas T4 = 900 C (!)

360

390

gas T4 = 900 C
284.5

190

151.7
91.7
90
30
8.4

-10
0

20

40

60

80

100

Potenza termica (%)

Figura 6 Curve di scambio termico a confronto

146

Gestione dei Sistemi Energetici 12/03/07

GESTIONE DEI SISTEMI ENERGETICI


In Figura 1 lo schema della sezione a vapore con generatore di vapore a recupero a due
livelli di pressione di un impianto combinato.

C
B

B
B

VAP,HP

ECO,HP

SH,LP

SH,HP

VAP,LP
ECO,LP

G
6

Figura 1 Sezione a vapore con generatore di vapore a recupero a due livelli di pressione
Dal condensatore la pompa di estrazione riceve la condensa e la comprime fino alla
pressione

pLP . Il fluido introdotto nel GVR nella sezione a bassa temperatura

rappresentata dalleconomizzatore LP. Da ECO, LP il fluido viene introdotto nel primo corpo
cilindrico a bassa pressione dove viene formato del vapore saturo in equilibrio con il proprio
liquido: la fase vapore viene estratta dalla testa del corpo mentre la fase liquida viene
pompata al livello di pressione

pHP e quindi preriscaldata nelleconomizzatore di alta

pressione. appena il caso di osservare che la sezione ECO,HP precede la SH,LP nella
disposizione dei fasci tubieri. Il vapore surriscaldato a bassa pressione entra nella zona a
bassa pressione della turbina, mentre il liquido saturo ad alta pressione entra nel VAP,HP e
successivamente nel SH,HP per poi entrare in testa alla turbina ed espandere nella stessa.

B e B sono le condizioni di liquido saturo ai due livelli di pressione, C e C sono le


condizioni di vapore saturo ai medesimi livelli.
In Figura 2 si rappresentano qualitativamente sul piano T H& le curve di scambio termico
del gas e dellacqua.

147

Gestione dei Sistemi Energetici 12/03/07

T
( 4)
580
540 ( 7 )
A
B

A
B

300
A

B C

90

(5)

30

(6)

SH,HP

VAP,HP

mv , HP

mv , HP

ECO,HP
SH,LP mv , HP

mv , LP

VAP,LP

ECO,LP

mv , LP

mv , LP + mv , HP

H&

Figura 2 Curve di scambio termico per un GVR a 2 livelli sul piano T H


Con riferimento si fanno le seguenti osservazioni:
1. Lentalpia allingresso delleconomizzatore ad alta pressione pressoch eguale a
quella di uscita dalleconomizzatore LP perch il lavoro della pompa trascurabile;
2. La pendenza del tratto ECO,HP maggiore di quella del tratto ECO,LP perch la
portata minore (la capacit termica minore);
3. La pendenza del tratto SH,LP molto marcata perch si tratta di vapore surriscaldato
con capacit termica inferiore a quella del vapore saturo;
4. Linversione di posizione delle sezioni ECO,HP e SH,LP serve a produrre vapore
surriscaldato di bassa pressione ad un livello di temperatura piuttosto alto. Infatti
nellipotesi che SH,LP preceda ECO,HP lelevata pendenza di SH,LP e il maggiore
valore di T

( SH )

rispetto a T

( PP )

farebbe in modo che, per conseguire lo stesso

valore di temperatura al camino, il vapore SH,LP venga prodotto ad una temperatura


sensibilmente inferiore. In alternativa per conservare T8 la curva dei gas ruoterebbe
in senso antiorario intorno al punto (4) con un conseguente aumento della
temperatura al camino e quindi un minore recupero energetico.

148

Gestione dei Sistemi Energetici 12/03/07


In Figura 2 si individuano due pinch point in corrispondenza delle sezioni di fine
economizzazione di bassa e alta pressione:

( PP )

( PP )

= TA TB

= (10 20 ) C
= TA TB

(1)

Le differenze di temperatura fra gas e vapore a fine surriscaldamento a bassa e alta


pressione sono le seguenti:

( SH )

( SH )

= TA T8

= ( 40 50 ) C
= T4 T7

(2)

Si scrivono due bilanci energetici fino ai due pinch point per determinare le portate di
vapore di bassa e alta pressione e poi un bilancio per lintera variazione di entalpia in modo
da calcolare la temperatura al camino.
BILANCIO 1
SH,HP + VAP,HP + SH,LP

m& g c pg (T4 TA ) = m& v , HP ( h7 hB ) + m& v , LP ( h8 hC )


Nella (3) hB si trova entrando nelle tabelle del vapore con la coppia
liquido saturo; hC si trova entrando con la coppia

(3)

( pHP , x = 0 )

essendo il

( pLP , x = 1) .

BILANCIO 2
SH,HP + VAP,HP + SH,LP + ECO,HP + VAP,LP

m& g c pg (T4 TA ) = m& v , HP ( h7 hB ) + m& v , LP ( h8 hB )

(4)

m& g c pg (T4 T5 ) = m& v , HP ( h7 h6 ) + m& v , LP ( h8 h6 )

(5)

BILANCIO 3

OSSERVAZIONI SULLA SLIDE


GVR ad un livello di pressione. Il

T (5-10 C) di sottoraffreddamento la differenza fra la

temperatura di saturazione e quella di fine preriscaldamento. Serve per evitare linizio della
vaporizzazione nelleconomizzatore, problema che si potrebbe avere soprattutto nel

149

Gestione dei Sistemi Energetici 12/03/07


funzionamento a carico parziale. Lo svantaggio del sottoraffreddamento consiste in una
leggera perdita del recupero energetico perch se non ci fosse si potrebbe ruotare la curva
dei gas in senso orario attorno al punto (4) in modo che, nel rispetto del pinch point, la
temperatura al camino diminuisca.
GVR a due livelli di pressione. Si osserva la particolarit che il degasatore integrato nel
GVR in modo che non si debba utilizzare uno spillamento dalla turbina. A differenza della
Figura 1 nel primo corpo cilindrico non entra un unico fluido somma delle portate di alta e
bassa pressione, ma solo il fluido LP estratto da una pompa dal degasatore. Il fluido HP in
uscita dal degasatore viene pressurizzato alla pressione HP e quindi introdotto in un fascio
tubiero economizzatore HP distinto da quello LP per poi entrare nel secondo corpo cilindrico
(la sezione eco HP precede anche in questo caso quella SH LP).
GVR a tre livelli di pressione con risurriscaldamento. Quando si va su 3 livelli di pressione e
quindi verso una maggiore complicazione spesso presente anche un risurriscaldatore che
porta alla temperatura massima anche il vapore surriscaldato al livello intermedio di
pressione. il problema gi incontrato riguardante il fatto che, nel GVR 2L, la temperatura

T8 del vapore surriscaldato ad alta pressione non pu essere eccessivamente alta. Nel GVR
3L tale temperatura compete al vapore surriscaldato alla pressione intermedia ed possibile
risurriscaldare il vapore IP contemporaneamente al surriscaldamento del vapore HP in modo
che IP si porti alla temperatura T7 = 540 C . Questa lopzione di punta per i cicli combinati
attuali e la pi diffusa negli impianti combinati di grande potenza. La soluzione con GVR
1L invece molto meno complessa ed preferita per impianti di bassa potenza o che
utilizzano un combustibile poco pregiato (contenente zolfo) che non consente temperature
al camino sufficientemente basse (T5

150 ) . Il 2L un buon compromesso fra le prestazioni

e la complicazione impiantistica.
Passando da 1L a 2L la temperatura al camino scende dai 150 C ai 90 C e diminuisce
larea fra le curve di scambio termico:
1. Diminuiscono le irreversibilit legate alleffetto camino;
2. Diminuiscono le irreversibilit nel GVR legate al flusso termico in presenza di
differenze di temperatura.
Passando da 2L a 3L la temperatura al camino resta invariata, ma diminuiscono le
irreversibilit nel GVR.

150

Gestione dei Sistemi Energetici 16/03/07

GESTIONE DEI SISTEMI ENERGETICI


dato limpianto combinato in Figura 1:

cc

G
5

G
9

Figura 1 Impianto combinato con GVR ad un livello di pressione

In Figura 2 il diagramma T-s della sezione turbogas:

p2
T3

3
p1

T4

T2
T4,is
T2,is

2is

4
4is

T1
1
s
Figura 2 Diagramma T-s della sezione turbogas

151

Gestione dei Sistemi Energetici 16/03/07


Per laria si hanno i seguenti dati:

ka = 1.4
c pa = 1

kJ
kg K

Per i gas combusti si hanno i seguenti dati:

k g = 1.35
c pg = 1.1

kJ
kg K

Per la sezione turbogas si hanno i seguenti dati:

p1 = 1 bar
T1 = 15 C

= 15
pcc
= 0.04
p2
T3 = 1260 C
MJ
kg
T = 0.89
H i = 50

m = 0.98
Pe = 220 MW
Per la sezione a vapore si hanno i seguenti dati:

T8 = 540 C
p8 = 70 bar

T = 0.88
O = 0.96
Tpp = 10o C
SVOLGIMENTO
Si calcola la temperatura di fine compressione adiabatica isoentropica:

152

Gestione dei Sistemi Energetici 16/03/07

T2,is = T1

k 1
k

1.4 1

= 288.15 15 1.4

(1)

624.7 K

Dalla formula per il rendimento del compressore si calcola la temperatura di fine


compressione reale:

c =

h2,is h1
h2 h1

T2,is T1
T2 T1

T2 = T1 +

T2,is T1

288.15 +

624.66 288.15
0.88

(2)

670.55 K

Conoscendo la caduta di pressione in camera di combustione si calcola la pressione


massima del ciclo:

p3 = p2 (1 pcc ) = 15 (1 0.04 ) 14.4 bar

(3)

Si calcola la dosatura in camera di combustione attraverso un bilancio energetico.

ma c pa (T2 Trif ) + mc H i = m f c pg (T3 Trif

c p (T2 Trif ) + H i = (1 + ) c p (T3 Trif


a

c pg (T3 Trif ) H i

c pa (T2 Trif ) c pg (T3 Trif

)
)
)

1.1(1260 25 ) 50000

1 ( 670.55 288.15 ) 1.1(1260 25 )

49.83

(4)

Si calcola la temperatura di fine espansione adiabatica isoentropica:

T4,is = T3 T

1 k
k

11.35

= (1260 + 273.15 ) 14.4 1.35

767.84 K = 494.69 C (5)

Dalla formula per il rendimento della turbina si calcola la temperatura di fine compressione
reale:

T =

h3 h4
T T
= 3 4
h3 h4,is T3 T4,is

T4 = T3 T (T3 T4,is ) = 1260 0.89 (1260 494.69 ) 578.87 C


Si calcola la portata di aria dalla formula della potenza effettiva:

153

(6)

Gestione dei Sistemi Energetici 16/03/07

Pe ,TG = 1 + c pg (T3 T4 ) c pa (T2 T1 ) m m& a


m& a =

[ (1 + 1 / ) c

e , TG

(T
g

) c (T
p

)]

220000

kg

0.98 [ (1 + 1 / 49.83 ) 1.1 (1260 578.87 ) ( 670.55 288.15 ) ]

587.86

(7)

Si calcola la portata di combustibile:

m& c =

m& a

11.80

kg
s

(8)

Si calcola la portata dei gas di scarico:

m& g = (1 + ) m& c

599.65

kg
s

(9)

Il rendimento della sezione turbogas pari a:

g =

Pe
220000
=
m& c H i 11.80 50000

0.37

(10)

In Tabella 1 si definiscono le grandezza termodinamiche di interesse per le sezioni


dellimpianto a vapore sottoposto:
P

[Mpa]

[C]

[kJ/kg) [kJ/kg*K]

6 0.005 32.88

137.8

0.4763

3507

6.919

9is 0.005 32.88

2110

6.919

9 0.005 32.88

2277

7.468

285.9

1267

3.121

285.9

2772

5.813

540

Tabella 1 Grandezze termodinamiche di interesse per la sezione a vapore sottoposta


In Tabella 1 lentalpia del punto di fine espansione reale si ottiene dallespressione del
rendimento:

154

Gestione dei Sistemi Energetici 16/03/07

TV =

h8 h9
h8 h9,is

h9 = h8 ( h8 h9,is )TV = 3507 ( 3507 2110 ) 0.88 2277

kJ
kg

(11)

Dal bilancio sopra il pinch point si ottiene la massa di vapore prodotta nel GVR;

m& g c pg (T4 TA ) = m& v ( h8 hB )

m& v =

m& g c pg (T4 TA )
h8 hB

599.65 1.1 ( 578.87 295.9 )

3507 1267

kg
s

(12)

153 C

(13)

83.3

Dal bilancio complessivo si ottiene la temperatura di scarico al camino:

T5 = T4

m& v ( h8 h6 )
m& g c pg

578.87

83.3 ( 3507 137.8 )


599.65 1.1

La potenza della sezione a vapore pari a:

Pe ,TV = o m& v ( h8 h9 ) = 0.96 83.3 ( 3507 2277 ) 98 MW

(14)

Il rendimento globale della sezione a vapore dato da:

g ,TV =

Pe ,TV

m& g c pg (T4 T5 )

98000
599.65 1.1 ( 578.87 153)

0.35

(15)

Il rendimento del ciclo combinato pari a:

g ,cc =

Pe ,TV + Pe ,TG
m& c H i

98000 + 220000
11.80 50000

0.54

(16)

GVR AD UN LIVELLO DI PRESSIONE CON COMBUSTIONE SUPPLEMENTARE


Si assume che la temperatura dei gas a valle della combustione supplementare sia pari a:

T4* = 900 C
155

(17)

Gestione dei Sistemi Energetici 16/03/07


Dal bilancio energetico in camera di combustione supplementare si ha:

* =

m& g H i c pg (T4* Trif ) 50000 1.1 ( 900 25 )


138.8
=
=
1.1 ( 900 578.87 )
m& c*
c pg (T4* T4 )

m& c* =

m& g

599.65
138.8

4.3

kg
s

(18)

& g = m& g si calcola la portata di vapore di prodotta


Dal bilancio sopra il pinch e ponendo m
*

nella GVR:

mv*

m& g c pg (T4* TA )

599.65 1.1 ( 900 295.9 )

h8 hB

3507 1267

177.9

kg
s

(19)

Dal bilancio complessivo si ottiene la temperatura dei fumi al camino:

T5

T4

m& v* ( h8 h6 )
m& g c pg

900

177.9 ( 3507 137.8 )

8.63 C

599.65 1.1

(20)

La (20) dice che evidentemente le condizioni imposte al pinch non collimano con la
temperatura dei gas a valle della combustione. Allora si fissa T5 = 90 C e si calcola la
*

portata di vapore prodotta dalla (20):

m& v*, pc =

(T

4*

T5 ) m& g c pg
h8 h6

( 900 90 ) 599.65 1.1


3507 137.8

158.6

kg
s

(21)

361.5 C

(22)

Quindi dalla (19) si calcola la temperatura superiore del pinch point:

TA, pc = T4*

m& v*, pc ( h8 hB )
158.6 ( 3507 1267 )
= 900
m& g c pg
599.65 1.1

Allora la nuova differenza minima di temperatura al pinch pari a:

Tpp , pc 361.5 295.9 65.6 C

(23)

La potenza della sezione vapore data da:

Pe ,TV , pc = o m& v*, pc ( h8 h9 ) = 0.98 158.6 ( 3507 2277 ) 191 MW

156

(24)

Gestione dei Sistemi Energetici 16/03/07


Il rendimento del ciclo combinato pari a:

g ,cc , pc =

Pe ,TV , pc + Pe,TG

( m&

+ m& ) H i
*
c

191154 + 220000
(11.8 + 4.3) 50000

0.51 < 0.54 = g ,cc

(25)

DISCORSO GENERALE SUI COMBUSTIBILI E SULLINQUINAMENTO


Le parole chiave sono:
-

Anidride carbonica;

Effetto serra;

Combustibili fossili;

Carbone;

Reforming;

Gassificazione;

Idrogeno;

Generazione distribuita;

Cogenerazione;

Pile a combustibile

Metanolo (producibile da fonti rinnovabili e da carbone).

Ogni combustione di un combustibile che abbia una natura organica prevede, attraverso il
processo di combustione, la produzione di anidride carbonica che una delle principali
responsabili delleffetto serra. Un problema rilevante delle risorse fossili il loro
depauperamento1, ma soprattutto limpatto che essi hanno sullambiente. Tali combustibili
sono inoltre appannaggio dei Paesi Medio Orientali (per quanto riguarda le riserve) e
dellAmerica (per quanto riguarda la sola lavorazione). Per lEuropa una dei modi per
ottenere una minore dipendenza dal monopolio rivolgere lattenzione alle disponibilit
locali. Fra queste risulta abbondante il carbone che tra laltro risulta quasi assente nei Paesi
Medio Orientali. Il problema del carbone per una elevata produzione specifica di anidride
carbonica perch un combustibile solido con un contenuto rapporto H/C. La gassificazione
per permette la produzione di un gas di sintesi, contenente il metanolo (vettore
energetico), il quale, opportunamente trattato, pu essere introdotto in camera di
combustione. Il metanolo ha fra le caratteristiche positive il fatto di essere liquido e quindi
simile ai combustibili tradizionali. Inoltre riformabile a livelli di temperatura medio-basse.
La temperatura del reforming dipende dal tipo di processo: steam-reforming catalizzato o
autotermico. Lo steam-reforming prevede lutilizzo del vapore acqueo come agente
ossidante e di un catalizzatore: il processo endotermico. Il reforming autotermico invece

40 anni residui per il petrolio, 60 anni per il metano, 300 anni per il carbone.

157

Gestione dei Sistemi Energetici 16/03/07


utilizza come agente ossidante lossigeno puro, non necessita di catalizzatori e non richiede
energia dallesterno perch questa fornita dalla combustione parziale dellossigeno. Il
reforming produce un gas di sintesi formato da idrogeno, anidride carbonica, monossido di
carbonio, metanolo in eccesso e acqua. Nellautotrazione stradale alcuni hanno optato per
lutilizzo di idrogeno con i relativi problemi di immagazzinamento a bordo, di sicurezza e di
variazione delle reti di distribuzione. Nel gas di sintesi ci sono dunque, oltre al combustibile
idrogeno, anche sostanze impattanti ed inoltre il monossido di carbonio non auspicabile
perch sottrae energia al processo. Il trattamento del gas di sintesi si pu spingere verso la
rimozione della CO2 a monte del processo di combustione e cio lato combustibile. Poich si
trattano portate di combustibile contenute i dispositivi di cleaning possono operare in
pressione (circa 20 bar) e quindi sono molto pi compatti rispetto ai dispositivi che operano
sui fumi (pressione atmosferica). Esempi di dispositivi sono quelli a membrana, a
assorbimento chimico-fisico, a sequestro di diossido di carbonio.
Per ogni kg di combustibile si formano circa 3 kg di anidride carbonica. Infatti con
riferimento al metano e ai pesi molecolari si ha

M CO2 / M CH 4 = 44 /16 = 2.75 .

Calcolo della quantit di metano per un impianto combinato di 330 MW


Lenergia prodotta in un anno pari a2:

E = 330 0.55 7000 = 1.27 106 MWh / a

(26)

Il consumo specifico di combustibile si ottiene dalla formula del rendimento globale:

g =

L
1
=
mH i ms H i

ms =

1
kg
kg
3.6 105
= 3.6 102
0.55 50000
kJ
MJ

130.9

kg
MWh

(27)

Moltiplicando la (26) per la (27) si ha un consumo di combustibile circa 166 tonnellate di


combustibile allanno. In definitiva si hanno circa 450 tonnellate allanno di anidride
carbonica rilasciata in atmosfera. Sistemi di immagazzinamento di CO2 sono nelle cavit di
giacimenti esauriti e nelle profondit degli oceani perch i tempi di rilascio sono
notevolmente lenti.

Limpianto rimane fermo circa 2 mesi allanno (coefficiente di utilizzazione pari a circa 0.8).

158

Gestione dei Sistemi Energetici 16/03/07


Le pile a combustibile sono idonee alla generazione distribuita perch producono potenze
contenute, sono utili alla cogenerazione perch producono calore ad una temperatura
costante. Le pile sono precedute da una sezione di reforming per il metanolo in modo da
estrarre lidrogeno che viene poi indirizzato alla cella.

159

Gestione dei Sistemi Energetici

GESTIONE DEI SISTEMI ENERGETICI

IL MERCATO DELLENERGIA ELETTRICA


SLIDE 27 Mercato per il servizio di dispacciamento
Il mercato elettrico si compone di tre sottostrutture: il mercato del giorno prima, il mercato
di aggiustamento e il mercato per il servizio di dispacciamento. Il MGP serve a saturare lo
zoccolo di esigenze di consumo e di produzione nel rispetto dei vincoli tecnici che sono
rigidissimi nellambito della gestione del dispacciamento e della fornitura di energia elettrica.
Infatti deve essere istantaneamente bilanciata, con range ristrettissimi, la quantit di
energia entrante e uscente dalla rete; anche tensione e frequenza non possono oscillare
troppo e tutto ci non semplice da controllare. Nei tre mercati questi vincoli tecnici devono
essere strettamente rispettati insieme ai vincoli geografici che sono il canale di fornitura e di
distribuzione dell energia elettrica. Ci non semplice perch la domanda variabile nel
tempo sia nel breve (giornalmente) sia nel medio periodo (stagionalmente) e poich il MGP
si basa su delle previsioni difficile avere il controllo di tutti i vincoli. In effetti per sopperire
a quelle che sono le mancanze e le inadempienze in surplus o in deficit esistono pi mercati.
Nel MA si fanno delle variazioni sulle offerte di domanda e di acquisto rispetto a quanto
stato stabilito nel MGP nell ottica di soddisfare anche produttori e consumatori insoddisfatti
dall esito del MGP e si affronta il problema del sovraccarico della rete. Infatti nella gestione
dei mercati spesso si insorge nelle congestioni e occorre risolverle in termini di definizione
della quantit dispacciata nel giorno successivo alle transazioni, in modo da definire il
Prezzo Unico Nazionale (PUN). In relazione ai singoli punti di equilibrio che si stabiliscono
per i singoli punti di immissione il PUN definito come media dei prezzi di vendita zonali
ponderati per i consumi zonali. Il trattamento delle congestioni non per sufficiente per
garantire la fornitura di energia al giorno successivo a quello del MA; allora occorre il MSD
dove figura un solo acquirente, il GRTN, che si comporta come un acquirente unico. L MSD
deve regolare le riserve (secondarie e terziarie), le congestioni intra-zonali, bilanciare il
sistema in tempo reale. Questi compiti non sono affatto banali soprattutto per le
caratteristiche tecnologiche degli impianti i quali non tutti possono aumentare o diminuire la
fornitura di energia in un breve intervallo di tempo. Gli impianti turbogas risultano
particolarmente elastici ma altri impianti sono molto pi statici e hanno bisogno di tempi di
risposta maggiore. Anche le modalit di MSD sono necessariamente differenti da quelle del
MGP e del MA ed ha caratteristiche sia previsionali sia di gestione in tempo reale.

160

Gestione dei Sistemi Energetici


SLIDE 28 Riserva e bilanciamento MSD
Bilanciare una rete significa permettere, istantaneamente, flussi in ingresso pari a quelli in
uscita. Inoltre occorre essere attenti alla variazione di frequenza e di tensione che gli
sbilanciamenti di rete possono favorire e che a loro volta possono causare black out e
interruzioni di fornitura di energia.
SLIDE 29 - Riserva e bilanciamento MSD
Le riserve possono essere sia a salire (saturazione di richieste aggiuntive di energia) sia a
scendere (in caso di imprevista riduzione della domanda). Poich la risposta degli impianti
differenziata le riserve si dividono in primarie, secondarie e terziarie a seconda della velocit
di intervento nella fornitura di energia che va da qualche decina di secondi a parecchie
decine di minuti. Ma se i vincoli tecnici sono stretti le caratteristiche di riserva devono
essere opportunamente ponderate.
SLIDE 30 - Riserva e bilanciamento MSD
In alcuni mercati prevista la partecipazione al MSD anche da parte degli impianti di
consumo che possono ridurre o aumentare i prelievi contribuendo all attivit di
bilanciamento istantaneo. Questo nel mercato italiano non ancora possibile ma una parte
degli impianti di consumo pu garantire l interrompibilit con o senza preavviso.
SLIDE 31 Tipologie di bilanciamento MSD
Un bilanciamento in aumento presuppone una produzione inferiore e una domanda
superiore a quella programmata, inversamente vale per il bilanciamento in diminuzione.
SLIDE 32 Mercato per il servizio di dispacciamento MSD
Le offerte di vendita e di acquisto devono essere di tipo semplice e non possono essere
multiple come accade per il MGP e il MA; le tipologie di gestione dei prezzi pay as bid e
allora non possibile effettuare una aggregazione della domanda e dellofferta. Da ci nasce
l esigenza di un acquirente unico che snellisce la funzione di bilanciamento.
SLIDE 33 Mercato per il servizio di dispacciamento MSD
Il GME raccoglie le offerte di vendita e di acquisto semplici e presentate come una coppia
(MWh, /MWh). Quindi il GME comunica con il GRTN il quale organizza le offerte in relazione
alle riserve di bilanciamento e alla risoluzione delle congestioni, decide quali offerte
soddisfare e le comunica al GME. Nel MGP e nel MA il GME aveva anche l autorit di gestire
le transazioni e di stabilire quali erano le quantit di energia erogate; nel MSD invece il GME
ha solo funzione di raccolta delle informazioni che devono essere valutate in ultima analisi
dal GRTN in base ai flussi energetici. Gli operatori del mercato dell energia non possono

161

Gestione dei Sistemi Energetici


essere colpevoli n di frode informatica n finanziaria e devono pagare al GME una quota
fissa di partecipazione e una variabile con i MWh scambiati.
SLIDE 34 Mercato Elettrico Cronologia
Si osserva una distribuzione temporale della varie sezioni del mercato elettrico nel giorno t1, t e t+1. Il MGP si sviluppa dalle 10.30 alle 11.30 e in questa ora il GME raccoglie
informaticamente le offerte di vendita e di acquisto, elabora i programmi e chiude la
sessione. Immediatamente a valle si apre la sezione del MA in cui si valutano le variazioni
delle offerte rispetto ai consumi e alle produzioni stabilite nel MGP, fino alle 13.45 quando si
apre il MSD. Nell MSD si stabiliscono le riserve e quindi dalla prima ora del giorno t inizia il
bilanciamento in tempo reale.
SLIDE 35-38 Potere Italiano di scambio PUN Gennaio 2005
Si osservano sia i prezzi orari sia le medie giornaliere. Il primo effetto della liberalizzazione
del mercato dell energia una calibrazione del prezzo unitario di energia in funzione delle
esigenze delle offerte. Poi occorre aggiungere che i prezzi sono molto variabili sia in termini
orari sia nella media giornaliera, a causa della variabilit della domanda nel breve periodo.
Osservando i mesi successivi si incontrano le variabilit stagionali che sono sempre correlate
ai consumi e indicano una crescite generale nei mesi estivi (a causa del condizionamento).
SLIDE 39 IPEX Prezzi medi zonali 2005
I prezzi medi zonali sono stabiliti in relazione ai punti di equilibrio delle offerte. Essi
dipendono dalla composizione delle offerte e dalla distribuzione della rete e cio dalla sua
capacit di favorire le forniture. Alcune caratteristiche sono intrinsecamente collegate al
mercato ma altre dipendono dalle infrastrutture di distribuzione e quindi il libero mercato
stimola anche il potenziamento di tali strutture.
ESERCITAZIONE
Tre produttori porgono le seguenti offerte di vendita:

162

Gestione dei Sistemi Energetici

/ MWh
/ MWh

8.0

6.5

G1

5.0

G3
MWh
700

7.5

850

400

600

MWh

G2

MWh
450

Figura 1 Offerte di vendita

/ MWh

/ MWh

10
9

7
6.5

D1

D2
500
MWh

8.5

650

6.0

D3

500

MWh
400

700

MWh

Figura 2 Offerte di acquisto

163

700

Gestione dei Sistemi Energetici


Aggregando le offerte di vendita e di acquisto si trova il prezzo di equilibrio con il relativo
fabbisogno (1400, 7 ) :

/ MWh

D1

10.0
D2
D3

9.0
8.0
7.5
7.0
6.5
6

G3
G2
G1

D2

D1

D3

G3

5
G1

500

700
900
1100 1250 1400
Figura 3 Determinazione del prezzo di equilibrio

1700 1850 1900 2050

Osservando la Figura 3 si vede che, per prezzi inferiori ai 7.0 /kWh e un fabbisogno
inferiore ai 1400 MWh, G1 soddisfatto completamente, G3 soddisfatto solo per 400 MWh
e G2 solo per 150 MWh. Analogamente D1 soddisfatto per 500 MWh, D2 per 400 MWh e
D3 per 500 MWh. In base a questa considerazione si pu scrivere il bilancio nodale e
verificare che il vincolo di trasmissione sia rispettato:

PG1 + PG 2 + PD1 = P12 = 850 + 150 500 = 500

(1)

PG 3 + PD 2 + PD 3 = P12 = 400 + 400 + 500 = 500

(2)

Poich si verifica che P12 = 500 < 800 allora non si verifica alcuna congestione. Comunque
sia tutti gli acquirenti e i venditori situati a destra del punto di equilibrio possono
ripresentare le loro offerte nei mercati successivi (Mercato di Aggiustamento e Mercato per il
Servizio di Distribuzione). Ad esempio G3 pu essere un impianto a vapore e ha la necessit
di soddisfare tutti i suoi MWh; analogamente G1 potrebbe anche desiderare di diminuire il
proprio quantitativo e porre nel mercato di aggiustamento una riduzione attraverso una
offerta di riacquisto. Nel caso in cui ci sia una congestione occorre tagliare la zona in due

164

MWh

Gestione dei Sistemi Energetici


parti e rifare il calcolo dell aggregazione due volte; in questo modo ci saranno due prezzi di
equilibrio per ogni zona (maggiore per la zona in deficit che deve importare energia essendo
ostacolata dal blocco di trasmissibilit di rete). Ragionando analogamente per le altre zone
si pu ricavare il PUN come media dei prezzi zonali pesata sui consumi zonali.
I ricavi per i produttori e i costi per i consumatori si ottengono moltiplicando le singole
energie vendute e acquistate per l unico prezzo di equilibrio pari a 7 /MWh.

165

Gestione dei Sistemi Energetici

GESTIONE DEI SISTEMI ENERGETICI


SLIDE 2
Il mercato del gas ha dei vincoli tecnici molto meno stringenti rispetto a quelli del mercato
dellenergia elettrica. Ad esempio lo stoccaggio del gas possibile e quindi molto pi
agevole gestire le riserve (per immagazzinare lenergia elettrica si dovrebbe disporre di
serbatoi idroelettrici).
Nel 2004 la produzione di gas in Italia (impianti off shore) stata di 13 miliardi di metri
cubi. Si consideri che tale cifra soddisfa circa il 16% del fabbisogno nazionale in quanto
l84%

del

consumo

importato

dal

nord

Europa,

dalla

Russia,

dallAlgeria

prevalentemente in forma gassosa. La ripartizione dei consumi nazionali pressoch


equidistribuita fra il settore termoelettrico, quello industriale e altri usi (il riscaldamento
civile preponderante).
SLIDE 3
I benefici del mercato libero del gas riguardano soprattutto il potenziamento delle
infrastrutture di trasporto e di stoccaggio che formano la rete nazionale di distribuzione del
gas, la quale di disarticola in ramificazioni regionali. I gasdotti si caratterizzano con i punti

di ingresso costituiti da:


1. Interconnessioni con lestero;
2. Terminali di GNL;
3. Giacimenti nazionali e stoccaggi.
Altri elementi caratterizzanti sono le reti che si estendono per una lunghezza di 30000 km e
che si dividono in:
1. Rete nazionale di gasdotti;
2. Rete di trasporto regionale;
3. Reti di distribuzione locale.
Inoltre si annoverano fra le infrastrutture le stazioni di rilancio, regolazione e controllo (dei
parametri termodinamici allinterno dei gasdotti) e gli impianti di stoccaggio.
SLIDE 4
Si riporta la rete nazionale di gasdotti correlata con i dati relativi alla estensione e al
diametro (600-1200 mm) dei condotti. La rete serve in maniera soddisfacente la dorsale

166

Gestione dei Sistemi Energetici


appenninica e si disarticola in maniera estesa in nord Italia, mentre sono sofferenti le isole.
I punti di ingresso (in totale 76) sono:
1. Passo Gries, Tarvisio, Mazara del Vallo, Gela e Panigaglia dove c anche una sede di
stoccaggio del GNL;
2. Campi di produzione;
3. Impianti di stoccaggio.
SLIDE 5
Si riportano le caratteristiche principali della rete regionale:
1. Diametro: 250-750 mm;
2. Estensione 22000 km.
I metanodotti in costruzione sono in Sicilia e nella Pianura Padana e sono stati incentivati
dalla introduzione del mercato libero.
SLIDE 7
I punti di uscita (esportazione) e di prelievo (alimentazione delle utenze finali) distribuiti a
livello nazionale sono 20 in totale e si dividono in:
1. 17 aree di prelievo quasi in corrispondenza di ogni regione;
2. 3 punti di connessione per lesportazione (Gorizia, Bizzarone, San Marino).
SLIDE 8
Gli obiettivi del mercato libero del gas sono:
1. Stimolare la competitivit attraverso la promozione della libera concorrenza;
2. Rendere trasparente la gestione;
3. Potenziare le infrastrutture (gasdotti, serbatoi di stoccaggio, punti di regolazione).
Il codice di rete garantisce gli obiettivi del mercato.
SLIDE 9
Lesigenza della liberalizzazione nata inizialmente a livello europeo con la speranza di
creare, nel prossimo futuro, un mercato libero del gas nella comunit europea attraverso lo
stimolo dei mercati liberi nazionali. La Direttiva 90/337/CEE fornisce le linee guide affinch
si raggiunga la trasparenza dei prezzi, garantita a sua volta da una trasparenza nella

167

Gestione dei Sistemi Energetici


gestione e cio da una conoscenza accurata delle transazioni che possono avvenire
allinterno del mercato. La Direttiva 91/296/CEE invece regolamenta il transito del GN sulle
grandi reti (regolamentazione strutturale e non gestionale). La Direttiva 98/30/CE un
insieme di norme comuni per il mercato interno del gas naturale. Essa contiene i principi
ispiratori dei decreti legislativi e attuativi della direttiva in Italia e nelle altre nazioni. Nella
Direttiva 94/22/CE vengono stabilite le condizioni di rilascio e di esercizio delle
autorizzazioni alla prospezione, ricerca ed estrazione di idrocarburi.
SLIDE 10
In Italia il recepimento delle Direttive europee iniziato con la Legge n. 144 del 1999. Il
decreto legislativo principe che regolamenta il mercato del gas italiano il n. 164 del 2000
(Decreto Letta). Esso regolamenta in maniera univoca e rigorosa le fasi di:

Approvvigionamento;

Stoccaggio;

Trasporto;

Distribuzione;

Vendita;

Attivit correlate a tali fasi.

Il decreto individua anche gli enti e gli operatori che possono esercire allinterno del
mercato.
SLIDE 11
La grande innovazione nel mercato del gas in Italia rispetto al regime monopolistico e nella
gestione separata di:
1. Attivit di trasporto e distribuzione (gestione delle infrastrutture);
2. Attivit di vendita.
Le societ che esplicano le attivit in 1. operano in regime di concessione posto dalla AEEG
e valido nellarco di 12 anni. La remunerazione delle concessioni vincolata da tariffe
stabilite dal decreto Letta. Il trasporto e la distribuzione non possono essere soggette a
transazioni

istantanee

di

mercato

perch

sono

attivit

con

tempi

di

attivazione,

manutenzione e gestione elevati. Diversamente lattivit di vendita inserita in un mercato


di libera concorrenza allinterno del quale agiscono operatori e acquirenti. La remunerazione
stabilita da tariffe nel decreto accennato. La separazione delle attivit stimola una
maggiore concorrenza e grazie a questo lENEL diventato operatore sia del mercato del

168

Gestione dei Sistemi Energetici


gas sia di quello dellenergia elettrica. Inoltre dal 1 Gennaio 2003 i clienti idonei del mercato
sono tutte le persone fisiche e giuridiche le quali possono acquistare anche ad uso personale
domestico1.
SLIDE 12
Il trasporto il tratto fra il punto di entrata e il punto di uscita (utente finale, rete locale di
distribuzione) ed esercito attraverso la rete di gasdotti nazionale e regionale. La
distribuzione invece il tratto fra il servizio di trasporto e lutente finale per ove manchi una
connessione diretta con la rete di gasdotti. La distribuzione dunque non necessariamente
esiste e il mercato del gas pu potenziare questa attivit. La zona di Carsoli non era ancora
totalmente metanizzata e si osservato che con il mercato libero le infrastrutture dedicate
al potenziamento della distribuzione locale sono aumentate. Infatti il regime di libera
concorrenza stimola gli operatori ad investire anche ingenti quantit di denaro per
aggiudicarsi la fornitura a determinate zone. Il potenziamento delle infrastrutture molto
lento perch particolarmente oneroso in termini economici, ma incontra una ragionevole
incentivazione. Per lenergia elettrica invece quando si crea un nuovo elettrodotto occorre
tenere presente:
1. I vincoli sulla frequenza di immissione di energia elettrica;
2. Il bilancio istantaneo nei nodi (processo stazionario);
SLIDE 13
La tariffa di trasporto si compone da:
1. Un termine chiamato CF (costo fisso) prima del 2005 e CM (corrispettivo per la
misura) attualmente; tiene conto della gestione delle reti di trasporto;
2. Un termine legato alla capacit di trasporto conferita;
3. Un termine legato ai consumi (proporzionali ai volumi di gas trasportati).
SLIDE 14
La tariffa di distribuzione composta da.
1. Una quota fissa che dipende dalla tipologia di cliente e dal consumo;
2. Una quota variabile riferita ai consumi;
3. Una quota aggiuntiva che dipende dalle caratteristiche del Comune in cui la rete
dislocata (incentivazione della distribuzione ad abitazioni lontane, a clienti in
condizioni economiche disagiate e disabili).
1

Nel MEE occorre avere determinati consumi per diventare clienti idonei.

169

Gestione dei Sistemi Energetici


SLIDE 15
Nel mercato del gas sono idonei dal 1 Gennaio 2003 tutti i clienti finali, civili e industriali i
quali possono rivolgersi direttamente al fornitore senza porre come intermediario il gestore
della rete2. Il cliente acquirente si interfaccia con il venditore il quale si rivolge al
distributore per lapprovvigionamento.
SLIDE 16
Contratti di tipo monomio. Tariffa composta da un unico prezzo dipendente dal profilo di
consumo previsto. sottoscritta dal cliente idoneo e dipende anche dalla punta massima del
profilo.
Contratti di tipo binomio. Sono composti da una parte fissa (consumo medio) e da una parte
correlata alle capacit impegnate (consumo effettivo).
Il contratto di tipo take or pay sono correlate pi o meno rigidamente ai profili di consumo
stabiliti in precedenza.
SLIDE 17
Si riportano alcuni prezzi medi per i clienti idonei. Essi variano con i consumi e con la
stagionalit di prelievo. Per utenze industriali con consumo stagionale i prezzi sono maggiori
di quelli per le utenze con consumo piatto perch il consumo piatto facilmente prevedibile
e si in grado nelle transazioni di spuntare un prezzo minore. Passando alle utenze civili i
prezzi tendono ad aumentare e maggiormente con la stagionalit dei consumi.

Prima del 1 Gennaio 2003 il cliente era idoneo se consumava pi di 200000 m3 allanno.

170

Gestione dei Sistemi Energetici

GESTIONE DEI SISTEMI ENERGETICI


LE PILE A COMBUSTIBILE
SLIDE 2
La pila a combustibile un sistema termodinamico che converte direttamente energia
chimica in energia elettrica, utilizzando un combustibile che viene fatto gorgogliare su un
elettrodo (anodo o polo negativo) e un ossidante che viene fatto gorgogliare su un altro
elettrodo (catodo o polo positivo). Se tali elettrodi sono immersi in una soluzione
elettrolitica producono una differenza di potenziale ai capi e, chiudendo il circuito, si genera
il passaggio di corrente. Questo fenomeno simile al funzionamento di una batteria, ma la
differenza sostanziale fra la pila e la batteria che questultima un accumulatore di
energia: una volta che nella batteria sono esauriti i reagenti non pi possibile generare
energia elettrica fino al momento in cui essi siano ripristinati. In una cella a combustibile
invece, alimentando continuamente agente ossidante e combustibile rispettivamente al
catodo e allanodo, possibile generare continuativamente energia elettrica.
Questo processo fu individuato nel 1839 da William Grove che effettuava esperimenti su una
cella dove due elettrodi di platino erano immersi in una situazione elettrolitica di acido
solforico e su uno degli elettrodi veniva fatto gorgogliare un combustibile. Grove alimentava
il circuito con una batteria e si accorse che staccando i circuito dallalimentazione ai capi
dellelettrodo si registrava egualmente una differenza di potenziale. Questo accade perch
sugli elettrodi avvengono reazioni redox e pi precisamente nellanodo si ha ossidazione, al
catodo si hanno riduzione. Le funzioni degli elettrodi sono:
1. Catalizzare le reazioni redox;
2. Fornire superfici (siti reattivi) di reazione sulle quali possibile che avvengano
reazioni redox;
3. Essere buoni conduttori per la produzione degli elettroni che si formano dalle
reazioni.
Ovviamente traspare che lelettrodo ha una funzione determinante in termini di forma,
materiale, porosit. La porosit ha due caratteristiche fondamentali:
1. Offrire superfici ampie ai siti di ossidoriduzione;
2. Favorire il passaggio degli ioni che si formano dal sito dellelettrodo allelettrolita.
Il combustibile gorgoglia allanodo, subisce una ossidazione, si liberano degli ioni che
attraverso lelettrolita fluiscono verso il catodo. In alternativa gli ioni possono fluire dal

171

Gestione dei Sistemi Energetici


catodo verso lanodo a seguito della riduzione dellossidante e fluiscono verso lanodo. In
ogni caso gli elettroni fluiscono sempre dallanodo verso il catodo e cio dal riducente
(specie ossidata) verso lossidante (specie ridotta). Inoltre le reazioni di ossidoriduzione si
differenziano a seconda del tipo di cella (v. dopo).
La gestione delle caratteristiche dellelettrolita molto complessa e ad oggi si conducono
ancora degli studi su di essa. Lelettrolita un mezzo allinterno del quale devono scorrere
gli ioni prodotti dal sistema di ossidoriduzione e deve essere tale da non alterare la
diffusione ionica perch allinterno dellelettrolita che si ha il punto di chiusura del circuito
interno alla cella (laltro punto esterno ed in corrispondenza del carico sugli elettrodi).
Gli elettroliti sono pi o meno pregiati a seconda della tipologia di cella perch il sistema di
ossidoriduzione esotermico. La liberazione di calore uno dei motivi che rende pregiata
una cella perch in alcuni casi si pu realizzare la cogenerazione (specialmente nelle SOFC)
ma occorre che una parte di calore sia sottratta (processo isotermico) per evitare la
degradazione dellelettrolita soprattutto se questo liquido. Allora a seconda che lelettrolita
sia liquido, polimerico o solido, la pila pu essere esercita a differenti temperatura ed
chiaro come quindi il tipo di elettrolita un indice della efficienza del dispositivo.
I prodotti di reazione sono detti esausti e si possono localizzare sia allanodo sia al catodo a
seconda che il flusso ionico avvenga rispettivamente dal catodo verso lanodo o viceversa.
Essi possono costituire un pericolo per lelettrodo o per lelettrolita (il monossido di carbonio
rappresentano un veleno per alcune tipologie di celle). Se si utilizza come combustibile
lidrogeno lesausto acqua, ma se si utilizza metano, biogas o gas naturale si pu avere la
formazione di anidride carbonica e di monossido di carbonio.
SLIDE 3
Le caratteristiche delle celle a combustibile sono
1. Intrinseca pulizia (basso impatto ambientale);
2. Possibilit di cogenerazione;
3. Assenza del ciclo termodinamico e quindi della perdita energetica associata al
secondo principio della termodinamica;
4. Assenza della combustione e quindi della perdita exergetica associata ad essa.
In base alle precedenti si pu dire che i rendimenti della cella sono pi elevati di quelli di un
sistema tradizionale perch constano di un numero minore di trasformazioni energetiche.
Infatti nella cella avviene un passaggio diretto da energia chimica a energia elettrica, a
meno della eventuale presenza di una sezione di trattamento del combustibile (reforming
esterno) che precede la pila, nel caso il combustibile non sia idrogeno.

172

Gestione dei Sistemi Energetici


SLIDE 4
La cella a combustibile si pu classificare o a seconda dellelettrolita che utilizza o a seconda
delle temperature di esercizio. Le prestazioni della cella aumentano con la temperatura
perch sono favorite le cinetiche di reazione e quindi sono maggiori i siti di attivazione delle
redox.
CELLE AD ALTA TEMPERATURA
La quantit di calore sviluppabile maggiore e quindi possibile alimentare le celle con
idrogeno proveniente da gas naturale, metano, propano o biogas, mediante un reforming
esterno endotermico. Nelle SOFC (e in alcuni casi in MCFC) invece possibile effettuare il
reforming interno (autotermico) grazie al calore sviluppato dalle reazioni redox. Lelettrolita
di MCFC una miscela di carbonati fusi immersa in una matrice ceramica che consente di
lavorare ad alte temperature. Ovviamente una soluzione acquosa come elettrolita
impensabile perch le alte temperature degraderebbero lelettrolita velocemente, facendo
decadere in maniera repentina le prestazioni della cella. Linterfaccia ai poli della pila
bifasica (solido gas) e la sua gestione agevole.
CELLE A BASSA TEMPERATURA
Le celle a bassa temperatura (PEMFC e AFC) invece necessitano di idrogeno puro perch il
combustibile pi reattivo (sono basse le cinetiche di reazione). Lelettrolita della AFC una
soluzione acquosa di KOH che viene assorbita da una matrice di asbesto (amianto) e che
veicola OH-. Alle basse temperature inoltre per favorire le reazioni chimiche si utilizzano a
volte elettrodi pregiati e cio aventi una funzione catalizzatrice elevata grazie alla presenza
di metalli nobili (matrice carboniosa rivestita con un film di platino). Come agente ossidante
si usa laria.
CELLE A MEDIA TEMPEATURA
Nelle PAFC lelettrolita una soluzione di acido fosforico in varie concentrazioni: 80%
(prestazioni elevate) e 35% in massa. Ovviamente per la prima concentrazione non si ha
necessit di elettrodi nobili; per concentrazioni basse invece occorrono elettrodi che
favoriscono, catalizzando in maniera pi efficace, le reazioni redox.
Siccome lelettrolita liquido si ha una interfaccia trifasica (reagente gassoso, elettrodo
solido, elettrolita liquido) di gestione complessa. In queste condizioni la porosit riveste un
ruolo principe perch se essa elevata lelettrolita liquido annega lelettrodo e non
possibile la produzione della fase gassosa perch non si attivano i siti di reazione. dunque
opportuno che lelettrodo abbia fattezze geometriche opportune (porosit) e sia costituito da
un materiale appropriato.

173

Gestione dei Sistemi Energetici


In generale si pu dire che lefficienza di una cella dipende da:
1. Tipo di elettrolita;
2. Matrice dellelettrodo;
3. Sistemi redox che governano gli scambi ionici.

SLIDE 5
Il reforming esterno (AFC, PEMFC, PAFC) prevede una sezione di trattamento del
combustibile dove viene fornito calore; il gas ricco di idrogeno in uscita viene alimentato
allanodo, la FC produce corrente continua (gestendo il modulo di potenza) che viene
convogliata a un convertitore elettronico di potenza AC-DC e trasformata in corrente
alternata. Il reforming esterno per aggiunge un altro elemento alla catena del sistema di
produzione dellenergia elettrica; quindi si riducono le prestazioni (introduzione di calore) e
occorre esercire unaltra unit funzionale.
SLIDE 6
Il reforming interno possibile nelle MCFC e nelle SOFC. Metano, gas naturale, propano o
biogas sono fatti gorgogliare sullanodo senza necessit di una unit di reforming esterna
alla quale fornire il calore perch la cella medesima che fornisce il calore necessario
tramite il sistema di reazioni redox. La reazione di reforming :

Cn H m + n H 2O n CO + ( n + m / 2 ) H 2

(1)

Il vantaggio del reforming interno risiede nel fatto che non occorre introdurre calore
dallesterno e ci migliora le prestazioni. Per la (1) genera CO che non tollerato da tutte le
specie; infatti nelle AFC che non tollerano il CO possibile che, a fissate condizioni di
temperatura e di pressione, il CO reagisca con KOH facendo decadere lelettrolita.
Introducendo nuove specie diverse dallidrogeno possibile allora avvelenare la cella
facendo decadere le prestazioni. Per la SOFC al contrario il CO a tutti gli effetti un
combustibile perch reagisce con O2- a formare CO2 liberando due elettroni (reazione
anodica). Naturalmente la gestione della cella pi complessa perch assurge a due
funzioni, la produzione di energia elettrica e il reforming, per le quali il controllo delle
specifiche e dei parametri tecnici pi stringente, ma i rendimenti sono migliori.

174

Gestione dei Sistemi Energetici


SLIDE 7
Il combustibile principe che gorgoglia allanodo di una FC lidrogeno perch:
1. Ha elevata reattivit chimica. Per questa caratteristica spesso non necessario avere
elettrodi pregiati (il platino nelle celle a bassa temperatura solo nella PEMFC) come
nel caso della AFC dove lelettrodo pu essere un materiale poroso a base di Nichel o
Argento. Non occorrono allora elettrodi con elevato grado di porosit, di pregio dei
materiali (nobili), con evidente beneficio per i costi;
2. Facilit di sintesi. Pu essere prodotto da unit di reforming utilizzando combustibili
fossili;
3. Alta densit nello stoccaggio criogenico. Questa propriet utile nella applicazioni
spaziali perch le FC sono facilmente compattabili.
Altre tipologie di combustibile per applicazioni terrestri sono il propano, il metano, il GN
(miscela di metano in larga maggioranza, propano, butano e etano) e il biogas (generato da
processi di fermentazione aerobica o anaerobica di sostanze organiche). Quando il gas di
sintesi in uscita dalla sezione di reforming contiene un veleno per la cella occorre una
unit di shift che abbatte il monossido di carbonio:

CO + H 2O CO2 + H 2

(2)

SLIDE 8
Lagente ossidante al catodo lossigeno perch:
1. Per le applicazioni terrestri facilmente reperibile essendo presente (21%) nellaria;
2. Nelle applicazioni spaziali esso facilmente stoccabile.
SLIDE 9
Scelta una tipologia di FC con un determinato elettrolita si vincolano alcune caratteristiche:
1. La temperatura di esercizio. Se lelettrolita liquido la temperatura non pu superare
i 250 C pena la degradazione dellelettrolita stesso e la diminuzione della resistenza
meccanica degli elementi costruttivi a causa delle elevate pressioni di vapore;
2. Tipo di ioni e direzione di diffusione;
3. Materiali costruttivi della FC. A pressione e temperatura elevate i materiali devono
essere pregiati perch sono sottoposti a shock termici e meccanici elevati;
4. Composizione reagenti del sistema redox;
5. Modalit di smaltimento dei prodotti di reazione;

175

Gestione dei Sistemi Energetici


6. Caratteristiche di resistenza meccanica della FC;
7. Tempo di vita della FC

SLIDE 12
Spesso la tensione che si genera ai capi della cella bassa (0.7 V) e allora si ha la necessit
di porre in serie elettrica pi celle (stack di celle).
SLIDE 14
Il potenziale di cella o caduta di tensione ideale (a circuito aperto) definito dallequazione
di Nernst:

p (p )
R T
E = E0 +
ln H2 O2
2F
p H2O

(3)

OSSERVAZIONE
In fisica e chimica, la costante di Faraday la quantit di carica elettrica di una mole di
elettroni. Il suo simbolo F, ed data da:

F = NA q

(4)

dove NA il Numero di Avogadro (all'incirca 6.02 x 1023) e q la carica di un elettrone.


Il valore di F venne determinato per la prima volta pesando la quantit di argento
depositata da una reazione elettrochimica nella quale una corrente conosciuta stata fatta
fluire per un determinato periodo di tempo. Questo valore venne usato per calcolare il
numero di Avogadro. La ricerca continua, per cercare modi pi accurati di determinare F, e
di conseguenza NA. Ci sono progetti per usare questo valore per ridefinire il chilogrammo in
termini di un numero conosciuto di atomi.
F = 96.485,30929 C/mol 0,0289456 C/mol [Horner's Physics Constants, 1999]
F = 96 485.3415 C/mol 0.0039 C/mol [NIST, 2003, citando CODATA, 1998]
La costante di Faraday prende il suo nome in onore dello scienziato britannico Michael
Faraday.

Secondo la (2) il potenziale ideale aumenta se aumentano le pressioni parziali dei reagenti e
ci indica un intimo legame fra le grandezze termodinamiche e quelle elettrochimiche.
Spesso le celle a combustibile sono esercite ad alte pressioni e quindi le sollecitazioni
meccaniche sono elevate, allo scopo di aumentare il potenziale termodinamico; quindi
occorrono materiali pregiati e con ottime caratteristiche strutturali.

176

Gestione dei Sistemi Energetici


SLIDE 15
Si considera uno scambio di calore infinitesimo da una sorgente calda ad una fredda. noto
che la variazione di entropia del sistema isolato positiva, data lirreversibilit del processo:

dS HS + dSCS > 0

/
dQ
/ < THS dSCS
+ dSCS > 0 dQ
THS

/ = dU + pdV dU + pdV < THS dSCS


dQ

d (U TS ) < 0, T , V = cos t dF < 0

d (U + PV TS ) < 0, T , p = cos t dG < 0

(5)

Durante una trasformazione irreversibile (spontanea) la funzione di Helmholtz di un


sistema a T e V costanti diminuisce raggiungendo un minimo nello stato finale di
equilibrio.

Durante una trasformazione irreversibile (spontanea), la funzione di Gibbs (entalpia


libera) di un sistema a T e p costanti diminuisce, raggiungendo un minimo nello stato
finale di equilibrio.

Per il ruolo che occupano F e G nellequilibrio termodinamico di un sistema Gibbs defin F


potenziale termodinamico a volume costante e G potenziale termodinamico a pressione
costante.
Nella cella a combustibile le reazioni chimiche sono isoterme e in tale caso si dimostra che la
variazione di energia libera pari al lavoro del campo elettrico (v. slide 23) essendo:

Lrev = G = H T S

(6)

Il segno di G e quindi il grado di spontaneit della reazione dipende dalle variazioni di


entropia, di entalpia, nonch dalla temperatura della reazione. La reazione in esame la
seguente:

1
H 2 + O2 H 2O( g )
2

(7)

La (6) tipicamente esotermica perch il vapore acqueo possiede una energia inferiore di
quella posseduta dalla somma dei reagenti e quindi risulta pi stabile: H < 0 . Lentropia
della (6) per diminuisce perch essa procede verso un numero minore di molecole. Allora
occorre calcolare la variazione di entropia per un processo esotermico, ma con diminuzione
di entropia: lentalpia pu prevalere nel determinare la spontaneit del processo soprattutto

177

Gestione dei Sistemi Energetici


alle basse temperature. Per questo motivo G aumenta al diminuire della temperatura
della cella. Il lavoro elettrico pari a:

Lrev = 2 FE

(8)

Combinando la (5) e la (7) si ottiene:

E=

G
2F

(9)

Dunque il potenziale termodinamico aumenta al diminuire della temperatura e quindi


allaumentare della spontaneit della (6). Per una trasformazione isoterma si ha:

G ( p ) = G0 + RT ln

p
p0

(10)

G = ( G0, P G0, R ) + RT ln

pP
<0
pR

(11)

Combinando la (10) e la (8) si ottiene la (2):

E = E0 +
E0 =

RT pR
ln
2 F pP

G0, R G0, P
2F

> 0;

( )

pR = pH 2 pO2

1/ 2

(12)

pP = pH 2O

Poich la pressione dei reagenti minore di quella della dei prodotti della reazione si
osserva che, allaumentare della temperatura, il potenziale termodinamico diminuisce.
SLIDE 16
Manipolando la (5) si ottiene:

TdS = H G

(13)

La (12) serve a calcolare il calore liberato dal sistema in modo da stimare sia lenergia
termica occorrente per il reforming interno nelle celle ad alta temperatura sia la quantit di
calore da sottrarre per mantenere la cella a temperatura costante o meglio la quantit di
calore recuperabile dagli esausti.

178

Gestione dei Sistemi Energetici

SLIDE 17
Chiudendo il circuito su un carico si passa dal potenziale ideale a quello reale, sottraendo al
primo le irreversibilit. Le perdite si distinguono in tre tipologie: di attivazione, ohmiche, di
concentrazione. Le perdite di attivazione sono dovute alla cinetica di reazione del sistema
redox: una cinetica lenta pone perdite di reazione pi elevate. Le perdite ohmiche
dipendono dalla resistenza che la cella oppone al passaggio di corrente, mentre le perdite di
concentrazione sono legate sia alle cinetiche di reazione sia alle capacit di trasporto
diffusivo allinterno dellelettrolita: quando le cinetiche di reazione sono pi veloci del
trasporto diffusivo si generano zone a bassa concentrazione di reagenti nei siti di reazione
dellelettrodo.
SLIDE 18
Si riporta il diagramma della tensione di cella in funzione della densit di corrente. A basse
densit le perdite dominanti sono quelle di attivazione e cio quelle attribuibili unicamente
alla cinetica delle reazioni.

Esse sono molto incidenti allavvio del sistema e decrescono

allaumentare della corrente tendendo ad essere rilevate dalle perdite ohmiche. Queste
hanno un andamento lineare con la densit, come noto dalla legge di Ohm. Quando la
densit aumenta acquisiscono rilevanza le perdite di concentrazione perch il fenomeno
diffusivo trova difficolt a inseguire il ritmo della cinetica chimica.
SLIDE 19
Affinch una reazione abbia luogo, occorre che essa superi una soglia energetica chiamata
energia di attivazione. La polarizzazione di attivazione rappresenta il potenziale da superare
affinch le reazioni abbiano luogo alla velocit voluta. Allavvio della cella tale potenziale

att

alto e diminuisce allaumentare della corrente: quando la densit di corrente raggiunge il


valore di scambio i0 le perdite si annullano.
Le perdite per attivazione sono governate dalla equazione di Tafel:

att =

i
RT
ln 0
nF
i

[V]

(14)

SLIDE 20
La polarizzazione ohmica rappresenta la caduta di tensione dovuta alle perdite ohmiche. Tali
perdite sono dovute alla resistenza opposta al flusso degli elettroni dal materiale degli
elettrodi e al flusso degli ioni dallelettrolita. Poich le maggiori perdite si hanno a causa
della resistenza dellelettrolita esse possono essere ridotte
1. Avvicinando i due elettrodi, ossia riducendo lo spessore dellelettrolita;

179

Gestione dei Sistemi Energetici


2. Usando elettroliti ad elevata conducibilit ionica.
Le perdite per polarizzazione ohmica possono essere espresse dalla seguente relazione:

ohm = IR

(15)

dove i la corrente che scorre attraverso la cella e R la resistenza totale della cella.
SLIDE 21
La polarizzazione di concentrazione legata ai fenomeni di trasporto di massa che
inibiscono la reazione agli elettrodi, ossia si manifestano quando la velocit di alimentazione
dei reagenti e/o la velocit di rimozione dei prodotti di reazione pi bassa di quella
corrispondente alla densit di corrente

i a cui sta funzionando la cella. La polarizzazione di

concentrazione espressa dallequazione:

conc =

i
RT
ln 1
nF iL

(16)

dove iL la corrente limite pari al valore massimo di velocit di diffusione dei reagenti e si
ottiene per una concentrazione Cs nulla sulla superficie dellelettrodo, secondo la seguente:

iL =

nF D Cb

(17)

Quando gli ioni non riescono ad essere evacuati dagli elettrodi partecipando alle reazioni di
ossidoriduzione, il gradiente di concentrazione ai capi dello spessore

dello strato di

diffusione diminuisce e detrimento della velocit di trasporto definita come:

i=

R T Cb Cs

nF

(18)

SLIDE 22
Le perdite di polarizzazione si hanno sia al catodo sia allanodo per cui si ha finalmente il
potenziale reale di cella:

Vcella = Erev C A IR

(19)

SLIDE 24
Il rendimento termico ideale (non considera le perdite di tensione) dato dal rapporto fra il
lavoro reversibile e il calore che genererebbe il combustibile in caso di combustione:

180

Gestione dei Sistemi Energetici

G
T S
Lrev
=
= 1
H
H
H

id =

(20)

Il rendimento di tensione dato dalla seguente:

V =

V
Erev

(21)

Il rendimento di corrente (coefficiente di utilizzazione del combustibile) definito come:

I =

I
I max

( df dt )cons
( df dt )

(22)

Nella (22) figura il rapporto fra la velocit di consumo delle specie reagenti consentita e
quella massima.
SLIDE 25
Laumento di temperatura ha le seguenti caratteristiche positive:
1. Riduzione della polarizzazione ohmica che inibisce il flusso di elettroni;
2. Miglioramento dei fenomeni di trasporto;
3. Miglioramento della cinetica di reazione;
4. Miglioramento della tolleranza delle impurezze (CO, CO2) perch le reazioni parassite
sono trascurabili rispetto alle reazioni redox;
5. Pi efficiente recupero energetico del calore.
La pressione ovviamente determina stress meccanici maggiori per i materiali ma migliora il
trasporto diffusivo e i fenomeni di solubilit dei gas nellelettrolita.
SLIDE 26
Il grado di utilizzazione pu anche essere espresso secondo la seguente:

U H2 =

H 2,i H 2,u
H 2,i

Il combustibile non utilizzato subisce due tipi di perdite:


1. Perdita meccanica dovuta alla pressione di esercizio della cella;
2. Perdita per reazioni parassite.

181

(23)

Gestione dei Sistemi Energetici

SLIDE 27
Per le AFC lanidride carbonica e lacido solfidrico non sono assolutamente tollerati. Per le
PEMFC si tollerano concentrazioni di CO al di sotto di 10 ppm, per le PAFC si tollerano
presenze in volume inferiori all1% di CO e presenze inferiori a 50 ppm per composti
idrogenati e organici di zolfo. Per le SOFC si ha una serie di intolleranze verso lammoniaca,
lacido cloridrico e lidruro di zolfo.
SLIDE 38
La geometria delle SOFC sovente cilindrica. Allinterno defluisce laria e catodo, anodo ed
elettrolita sono organizzati in strati concentrici. Questa tipologia consente strutture
compatte e un agevole assemblaggio in stack.
SLIDE 41
Impianti ibridi (SOFC/MCFC-MGT). Il ciclo tradizionale quello di un TG con rigenerazione.
La SOFC sostituisce il sistema di combustione tradizionale. Quindi si ha un abbattimento
delle specie inquinanti in uscita dal sistema sia di NOx sia di CO (ossidato in CO2). La
potenza in uscita pu inoltre essere utilizzata per produrre energia termica (530.4 K e 452.4
K). Si possono raggiungere rendimenti del 70-75% e le potenze sviluppate vanno da
qualche centinaio di kW a decine di MW a seconda delle applicazioni.
LINEA OSSIDANTE
Laria viene aspirata dal compressore a temperatura e pressione ambiente (288 K, 1 bar),
quindi viene compressa fino a 3.8 bar e raggiunge i 380 K. Dalla sezione di mandata del
compressore viene ulteriormente energizzata in uno scambiatore in controcorrente grazie
allapporto di calore proveniente dai gas di scarico della turbina, raggiungendo gli 880 K. A
tale temperatura partecipa alle reazioni redox della SOFC dalla quale esce vapore acqueo
(esausto anodico) alla temperatura di 1173 K. Il vapore espande in turbina fino ala
pressione di 1.08 bar e viene scaricato al camino alla temperatura di 530.4 K dopo avere
attraversato lo scambiatore rigenerativo di cui sopra.
LINEA RIDUCENTE
Il riducente viene aspirato a pressione e temperatura ambiente e compresso fino a 11.1 bar.
Quindi viene desolforato e riscaldato grazie mediante una interazione con i gas di scarico
della turbina ed entra finalmente nella SOFC a 673 K e a 1.08 bar.

182

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