Viaggio di conoscenza e
solidariet in Palestina
28 dicembre 4 gennaio 2016
Premessa
Per lasciare giorno per giorno una breve traccia di ci che ho visto e
vissuto durante il mio viaggio dal 28/12 al 4/1/2016 in Palestina,
organizzato da Assopace, ho pubblicato testi e fotografie (post) sulle
mie pagine facebook. Nella presente pubblicazione non ho applicato
correzioni o modifiche ai post, se non la correzione di errori
grammaticali o di comprensione. Oltre ho aggiunto brevi didascalie per
le fotografie e due cartine geo-politiche. I testi stessi sono stati scritti in
condizioni precarie, avendo solamente a disposizione un piccolo
smartphone LG. Questo spiega la non ottima qualit delle fotografie.
Gerusalemme: Al Aqsa, Porta di Damasco, presso Samer a Hijazi, in lotta contro il Foglio di via
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Il muro vicino a Betlemme con i nomi di 258 bambini uccisi dai raid
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pezzo nel bus: anche nostro governo che rende possibile la vita dello
Stato oppressore, tramite scambi commerciali, aiuti, riconoscimenti
eccetera, e che un importante sostegno per il popolo palestinese
sarebbe il contrastare il nostro governo.
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Luned 4 gennaio
fine del viaggio, ritorno in Italia. Partiamo da BeitSahur di buon mattino
in direzione Tel Aviv. Durante il tragitto che chi fa passare di nuovo
davanti a Gerusalemme, ripassiamo la morfologia sociale dei territori
occupati: in cima alle colline l'insediamento sionista con belle case date
gratuitamente ai suoi occupanti, i coloni. Veniamo a sapere che tante di
queste case in realt sono vuote perch il nuovo proprietario preferisce
abitare altrove, e ci che vediamo lo conferma. Tra un insediamento in
collina e un altro si vedono strade tracciate, violando la natura del
territorio. Importante per il sionismo occupare il terreno e rendere i
collegamenti tra i villaggi palestinesi difficoltosi o impossibili. Il diritto
civile degli abitanti e anche la possibilit di utilizzare le strade sono
regolati secondo una legge razziale che si riflette anche sulle targhe
delle automobili: gialle israeliane, bianche palestinesi. E cos il territorio
suddiviso a macchia di leopardo, infatti ogni tanto ci capita un vecchio
villaggio di contadini palestinesi.
I bidoni neri su ogni tetto sono un altro segno di distinzione: chi gode di
fornitura d'acqua continua come nei villaggi degli occupanti non ne ha
bisogno, chi invece vede scendere dai suoi rubinetti acqua potabile
solo poche ore la settimana deve provvedere. Ci avviciniamo a Tel
Aviv, citt moderna e capitale di Israele, l'unica che hanno costruito loro
commenta cinicamente la nostra guida. Su alcuni muri compaiono in
alto scritte della rivolta urbana, come Change the system, e altre. Il
nostro viaggio continua per Giaffa, attaccata a Tel Aviv, e una volta
gioiello del mediterraneo, oggi bellina e tranquilla, ma nessuno parla
l'arabo. Prima di avviarci all'aeroporto incontro con due disobbedienti al
servizio militare.
Uno di loro, Jacob, ex-comandante ha interrotto il servizio militare
durante i bombardamenti di Gaza, l'altro, un ventenne, non neanche
entrato nellesercito. Entrambi ci raccontano di questo movimento
sempre piccolo ma crescente nella societ israeliana contro la politica
di occupazione e denigrazione del popolo palestinese. Da qualche
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La spartizione dei possedimenti dell'Impero Ottomano tra Gran Bretagna e Francia al termine
della Prima guerra mondiale, era stata gi decisa nel1916 con l'Accordo
Sykes-Picot (inizialmente segreto)
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