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STAGIONE

TEATRALE
2015-2016
Comune di Padova
Assessorato
allo Spettacolo

Provincia
di Padova

Teatro Stabile del Veneto


Programmazione e stagioni 2015-2016

Il Teatro Stabile del Veneto presenta la sua prima stagione come Teatro Nazionale, qualifica che d
il giusto riconoscimento al passato e al presente di una delle regioni pi fortemente teatrali dItalia, e
colloca il Veneto tra le eccellenze nazionali selezionate dal Ministero dei Beni e delle Attivit Culturali e
del Turismo. Questo risultato prestigioso ha premiato un progetto culturale di indubbia qualit e una strategia dazione fortemente radicata nel territorio. Lintegrazione tra Padova, Venezia e Verona rende tangibile la peculiarit dellassetto geopolitico del Veneto: una metropoli diffusa senza un unico capoluogo
che faccia da polo dattrazione, ma dotata di tre centri dal forte appeal turistico, artistico e culturale. Una
complementariet che emerge chiaramente nel disegno delle stagioni 2015/2016. Di seguito illustriamo
i cartelloni del Teatro Verdi di Padova e del Teatro Goldoni di Venezia, indicando inoltre le
principali presenze al Teatro Nuovo di Verona, il cui programma completo verr illustrato, secondo
consolidata consuetudine, a Verona nel mese di settembre.
35 i titoli in cartellone, tra produzioni e ospitalit, per un totale di 216 spettacoli: sono questi i numeri
di un programma concepito in senso unitario, ma capace di diversificare lofferta per i pubblici delle tre
sedi. Una proposta di ampia portata, una sfida lanciata dal Teatro Stabile del Veneto: quella di diventare
uno dei motori pi importanti per lo sviluppo culturale dellintera Regione. Un progetto che guarda al
territorio, con un respiro nazionale e una vocazione internazionale e che intende intercettare un pubblico
vasto, attraverso proposte e generi teatrali molto diversi tra loro, ma sempre nel segno della pi alta
qualit delle proposte.
Nucleo portante delle nuove stagioni sono le 6 nuove produzioni del Teatro Stabile del Veneto, che
occupano un ruolo di primo piano nellimpianto complessivo della programmazione. Una funzione essenziale per un Teatro Nazionale, che ha come obiettivo primario la capacit di ideare, produrre e realizzare
spettacoli di alto livello, in linea con la qualit massima che deve esprimere uno dei sette teatri pi
importanti dItalia.
Due i filoni principali indagati: PAROLE CONTEMPORANEE e ISPIRAZIONE CLASSICA.
Parole Contemporanee riferito ad autori teatrali contemporanei che raccontano il nostro presente.
Unazione a sostegno della drammaturgia italiana, che merita di essere esaltata e valorizzata al meglio,
soprattutto alla luce delle grandi potenzialit ancora inespresse che possiede. Sono ben quattro le produzioni che seguono questa linea di indirizzo.
Si parte da unopera di unautentica star della scrittura contemporanea come Alessandro Baricco, che
torna al puro teatro dopo il successo eclatante di Novecento. Il titolo dello spettacolo Smith & Wesson
e rappresenta una grande metafora sulla vita e sulle scelte che ne cambiano il corso. Un testo delicato e
commovente, interpretato da un inedito Natalino Balasso, affiancato dal premio UBU Fausto Russo
Alesi per la regia di Gabriele Vacis (Venezia e Padova).
La nuova produzione di Babilonia Teatri rappresenta invece una grande sfida per il Teatro Stabile del Veneto, che assieme a Emilia Romagna Teatri ha scelto di produrre un nuovo lavoro e di presentarlo in abbonamento al pubblico dei suoi teatri. David morto un progetto originale che esalta lunicit del linguaggio
dei due autori-registi Enrico Castellani e Valeria Raimondi. A partire dallidea di un surreale suicidio

collettivo, il testo si prende gioco di una societ che ha smarrito i suoi punti di riferimento: il racconto di
una provincia lasciata a se stessa, dove si corre per non sapere quel che ci si lascia alle spalle, per non vedere quel che c attorno, per continuare a sognare un traguardo che non c (Verona, Padova e Venezia).
Il testamento di Maria, dellautore irlandese Colm Tibn, uno spettacolo che sviluppa in modo originale un filone teatrale che negli ultimi anni sta acquistando importanza sulle scene italiane, ovvero la
relazione tra teatro e spiritualit. Un ritorno allantico, alla dimensione rituale dellazione scenica, ma
anche alla necessit di usare il palcoscenico per interrogarsi sui grandi perch dellumanit. Un testo
che ripercorre gli ultimi giorni della Madre di Ges evidenziandone il lato umano: una donna concreta,
sicura del suo punto di vista, che innesta una serie di dubbi su alcune verit rivelate. La grande versatilit di Michela Cescon sapr donare a questo personaggio credibilit e coerenza, anche grazie
alla regia curata da un grande del cinema italiano come Marco Tullio Giordana (Venezia, Padova e
Verona).
Per chiudere in bellezza il percorso dedicato alle Parole Contemporanee, eccoci al testo di Natalino
Balasso, attore veneto tra i pi amati dal grande pubblico, che con lo Stabile ha avviato un articolato
percorso di collaborazione. La Cativssima - Epopea di Toni Sartana una rivisitazione dellUbu Re di
Jarry in salsa veneta che usa larma dellironia per tracciare un ritratto spietato del presente. Un testo
corale a sei personaggi, che vede protagonista un gruppo affiatato (una all-star composta da Francesca
Botti, Marta Dalla Via, Andrea Pennacchi, Silvia Piovan e Stefano Scandaletti) riunito attorno a un mattatore di razza, che con questopera dimostra di essere un fuoriclasse anche come drammaturgo (Venezia,
Padova e Verona).
Nel filone legato agli spettacoli di Ispirazione Classica si colloca invece il nuovo allestimento de I Rusteghi,
uno dei testi pi amati e rappresentati di Carlo Goldoni. Questa versione, firmata da Giuseppe Emiliani
che esordir dal 9 al 14 luglio al Teatro Romano di Verona nellambito dellEstate Teatrale Veronese ,
riunisce alcuni tra i migliori talenti del teatro veneto come Alessandro Albertin, Alberto Fasoli, Piergiorgio
Fasolo, Stefania Felicioli, Cecilia La Monaca, Maria Grazia Mandruzzato, Giancarlo Previati, assieme ai
giovani Margherita Mannino e Francesco Wolf, diplomati dellAccademia Palcoscenico, la scuola di teatro
del Teatro Stabile del Veneto diretta da Alberto Terrani (Venezia e Padova).
In programma infine un altro straordinario scrittore veneto, con un testo simbolo della sua articolata
parabola artistica. Stiamo parlando di uno dei capolavori della letteratura italiana del Novecento: Il deserto dei Tartari di Dino Buzzati, testo magnifico che profonde riflessioni sulla precariet della vita, sulla
solitudine delluomo, sullimpossibilit di realizzazione e soprattutto sullironia della sorte. Paolo Valerio
adatta per la scena e dirige questopera di rara bellezza e, dopo il grande successo ottenuto qualche
anno fa da Sette Piani, torna ad affrontare un autore che merita di essere riscoperto nella sua assoluta
grandezza. Per questo lo Stabile ha scelto di produrlo, mettendolo al centro di un progetto artistico articolato, che prevede diverse azioni e che verr sviluppato nel corso della prossima stagione (Verona e nella
prossima stagione Padova e Venezia).
Oltre agli allestimenti firmati dal Teatro Stabile, le tre Stagioni ospitano un caleidoscopio di storie e
linguaggi teatrali, che intrecciano immagini e segni offrendo un panorama variegato di proposte di spettacolo. Coerente con la sua nuova funzione di Teatro Nazionale, il Teatro Stabile del Veneto intende
sviluppare un progetto culturale alto, capace di intercettare il meglio della scena nazionale.
La linea progettuale Parole Contemporanee include autori e protagonisti del teatro italiano e interna-

zionale come Michele Serra, Domenico Starnone, Enzo Moscato, Valerio Massimo Manfredi, Massimo Carlotto, Emma Dante, Simone Cristicchi, Cristiana Morganti, Edward Albee,
Pascal Rambert.
Luso del corpo sulla scena elemento essenziale di narrazione nella proposta presentata da Cristiana
Morganti dal titolo Jessica and me. Per anni membro fisso dello storico Tanztheater Wuppertal fondato
dallindimenticabile Pina Bausch, questa artista italiana interpreta alla perfezione la grande tradizione
del teatro-danza di matrice mitteleuropea. Sul palco si compone un racconto autobiografico, alternando
al parlato movenze con il marchio indelebile della scuola bauschiana, nelle mani parlanti, nelle braccia
flessuose, nella liricit dei gesti che riempiono la scena di autentica poesia (Venezia).
Dalla poesia in movimento del teatro danza si passa alla poesia in musica interpretata alla perfezione da
Simone Cristicchi in Magazzino 18. Lesodo giuliano-dalmata, conseguente al Trattato di Pace del 1947
che cedette alla Jugoslavia territori un tempo italiani, rivive in una narrazione schietta e appassionata,
orchestrata dallabile mano di Antonio Calenda. Cambiando registri vocali, costumi, atmosfere musicali,
Cristicchi d vita a una koin di linguaggi, capace di trasfigurare il reportage storico in una forma nuova,
che potremmo definire musical-civile (Venezia).
Ispirato ai due successi letterari Gli Sdraiati e Breviario comico di Michele Serra, Father and son, racconta
il rapporto padre/figlio, radiografato senza pudore e con un linguaggio che oscilla tra il comico e il tragico.
Protagonista un attore come Claudio Bisio, qui diretto da Giorgio Gallione, che continua a collezionare una serie di interpretazioni eccellenti, in teatro come al cinema, confermandosi uno tra gli attori pi
apprezzati della sua generazione (Venezia e Padova).
Allo stesso modo Silvio Orlando, amato dal miglior cinema dautore degli ultimi anni, ha concentrato
sempre pi la sua attenzione sul teatro, dando prova di grande versatilit nellaffrontare sia i classici che
i testi di autori contemporanei. Qui torna idealmente sul luogo del delitto portando in palcoscenico un suo
grande successo cinematografico come La scuola. Diretto sempre da Daniele Luchetti, con un cast stellare tra cui spiccano Marina Massironi e Roberto Citran, il testo di Starnone fotografa le dinamiche e
le contraddizioni delle realt educative italiane con precisione chirurgica, offrendo uno spaccato sociale
divertente, solido e convincente (Padova).
Il mondo non mi deve nulla di Massimo Carlotto un noir veloce ed elegante, dolente elegia dei naufraghi della vita e amara riflessione sul peso del caso e della nemesi, sulla libert di scelta e di coscienza.
Una storia di solitudini a confronto, che trova in Pamela Villoresi e Claudio Casadio due interpreti
efficaci, diretti con piglio deciso da Francesco Zecca in un allestimento continuamente in bilico tra
dramma e commedia (Venezia).
Presente nei pi prestigiosi teatri e festival internazionali, Pascal Rambert, autore e regista francese,
presenta la versione italiana di una sua fortunatissima opera intitolata La prova (nella versione francese
vedeva in scena la bellissima Emmanuelle Bart). Il testo una minuziosa analisi sulle dinamiche che
definiscono le relazioni umane nel XXI secolo. Un perfetto esempio di teatro dautore di respiro europeo che trova in Anna Della Rosa, Luca Lazzareschi e Laura Marinoni (tutti premi UBU) assieme a
Giovanni Franzoni, gli interpreti ideali (Padova).
DallEuropa agli Stati Uniti per incontrare un drammaturgo che ha fatto la storia del Novecento come
Edward Albee con il suo capolavoro assoluto Chi ha paura di Virginia Woolf. Un dramma sociale a tinte
forti che fotografa una coppia nellAmerica degli anni 60 tra recriminazioni e segreti inconfessati. Dopo

alcune versioni memorabili questo testo straordinario risorge a nuova vita grazie al talento di Arturo
Cirillo, attore e regista tra i pi interessanti oggi in Italia (Venezia e Padova).
Libera riscrittura della celebre opera di Mrime curata da Enzo Moscato, la Carmen di Mario Martone
una versione attualizzata dellemblematica storia di amore e morte ambientata tra i vicoli di Napoli.
Maestro indiscusso del cinema e del teatro dautore italiano, Martone scommette su una viscerale Iaia
Forte e arricchisce limpianto narrativo reinterpretando dal vivo le melodie di Bizet grazie al gusto etnico
che ha reso inconfondibile il sound dellOrchestra di Piazza Vittorio (Padova e Verona).
Lo scrittore, archeologo e topografo del mondo antico di fama internazionale Valerio Massimo Manfredi ha indagato la figura de LUlisse in ben due romanzi. Un mito senza et, una materia densa, tragica
e intrisa di dolore, un lungo viaggio tra poesia, disperazione ed erotismo, per attraversare la vita di un
uomo a cui Sebastiano Lo Monaco d anima e corpo, nelladattamento teatrale curato da Francesco
Niccolini per la regia di Alessio Pizzech (Venezia).
Dopo Sebastiano Lo Monaco unaltra siciliana verace come la regista Emma Dante che in Le sorelle Macaluso tocca uno dei suoi massimi vertici creativi. Premio UBU come miglior regia e spettacolo dellanno
2014, lopera recupera tutte le immagini cardine della sua poetica: la famiglia, la violenza dei legami di
sangue, la coralit, lirrequieto confine fra vita e morte. Il risultato uno spettacolo di rara intensit,
capace di emozionare dallinizio alla fine (Venezia).
dunque un programma allinsegna degli autori viventi con ben quattordici titoli tra produzioni e
spettacoli in ospitalit, undici dei quali sono italiani: un segno di grande vitalit della drammaturgia
italiana contemporanea che evidenzia la volont del nuovo Teatro Nazionale di interrogarsi sulloggi,
intercettando tematiche e contenuti che ci riguardano da vicino.
Se lattenzione alla contemporaneit e a tematiche vicine al nostro tempo rappresenta il tema dominante
della programmazione, non mancano grandi spettacoli di ispirazione classica: indiscussi capisaldi del teatro di tutti i tempi firmati da Shakespeare, Schnitzler, Molire, Strindberg, Boccaccio, Checov
e Pirandello.
Grazie al progetto Grandi Italiani e alladattamento curato dal regista Marco Baliani, un testo profondamente radicato nella storia del nostro Paese come il Decamerone di Boccaccio, con le novelle
pi celebri e peccaminose della letteratura di tutti i tempi, va ad abitare i principali palcoscenici dItalia.
Protagonista Stefano Accorsi, attore che alterna con successo palcoscenico, cinema e televisione,
mettendosi alla prova in sfide impegnative come questa (Verona e Venezia).
In Don Giovanni Alessandro Preziosi, regista e interprete principale, oltre che da Molire attinge da
diversi testi, in primis quello scritto da Lorenzo Da Ponte per lomonima opera mozartiana. Il risultato
il ritratto di un bellimbusto impenitente, che lattore rende con partecipazione istrionica, dando prova di
grande versatilit e conquistando letteralmente il pubblico, in particolare quello femminile (Padova).
Altro capolavoro assoluto del teatro classico firmato da Luigi Pirandello Enrico IV. Dramma sospeso
tra verit e finzione, tra essere e apparire, questa pietra miliare della drammaturgia italiana trova in
Franco Branciaroli un interprete perfettamente calato nella parte, erede di una lunga tradizione di
teatro dattore che con lui ha trovato nuovi spunti, collocandosi perfettamente sui palcoscenici del terzo
millennio (Padova).
Apprezzata protagonista un paio di stagioni fa de La locandiera, Nancy Brilli torna con un altro ruolo
femminile che un autentico banco di prova per le attrici di tutti i tempi: La bisbetica domata di William

Shakespeare, tradotto e adattato da Stefania Bertola. La femminista ante litteram che si oppone al dominante mondo maschile trova, grazie alla regia di Cristina Pezzoli, inedite chiavi di lettura di assoluta
modernit (Padova).
Eterno protagonista del grande teatro dautore europeo, Anton Cechov continua ad essere specchio
fedele delluomo contemporaneo, denunciando una modernit che non risente del passare del tempo. Tra
i suoi testi pi celebri Il Gabbiano, qui diretto da Carmelo Rifici, unallegoria spietata di quel fumoso
fuoco di resina, che linvaghimento di un quarantenne per una fanciulla, e, viceversa, lestatica infatuazione di una giovane per luomo maturo (Venezia).
Quindi un doppio appuntamento con Arthur Schnitzler: in Scandalo descrive le contraddizioni di una
societ che si proclama progressista ma poi espelle il diverso perch ne ha paura. Un tema di estrema
attualit, che il regista Franco Per affida allinterpretazione di Stefania Rocca. (Padova). Amore e
tradimento, in un limbo sospeso tra sogno e realt, il tema trattato invece in Doppio sogno, la fortunatissima novella adattata per il teatro e diretta da Giancarlo Marinelli che indaga segreti celati e
confessati allinterno di un rapporto di coppia (Venezia).
DallAustria di Schnitzler alla Danimarca di August Strindberg che in Danza macabra indaga quasi un
secolo prima del citato Edward Albee alcune tematiche legate alle dinamiche di coppia. Un autentico inferno domestico, reso magistralmente dallinterpretazione di Adriana Asti che anche una delle ultime
regie firmate dal grande Luca Ronconi. Una sorta di testamento spirituale dellultimo grande esponente
del teatro di regia italiano, scomparso questanno e che il Teatro Stabile del Veneto doverosamente
celebra (Padova).
Infine, per ricordare degnamente i 400 anni della morte di William Shakespeare, Il Teatro Stabile del
Veneto ha scelto di ospitare una straordinaria produzione internazionale: Il racconto dinverno di Declan
Donnellan, che sar presentato fuori abbonamento in versione originale inglese con sopra titoli. Come
in tutti i suoi inconfondibili allestimenti il regista inglese riesce a sciogliere con assoluto nitore il plot del
racconto: nelle mani di Donnellan questa straordinaria favola shakespeariana diventa cos la perfetta
metafora di un inno alla vita e alla forza dellamore (Verona e Venezia).
Torner inoltre, come di consueto, il programma di teatro comico e brillante del Teatro Nuovo di Verona
DIVERTIAMOCI A TEATRO, il cui calendario verr presentato a Verona a settembre, assieme a quello
completo del Il Grande Teatro.
Sono inoltre in definizione i contenuti delle programmazioni di teatro ragazzi, di teatro per le scuole,
delle consuete Domeniche in Famiglia, della rassegna di danza Evoluzioni, della rassegna di nuovo teatro
Officina Contemporanea e di altri spettacoli fuori abbonamento che saranno presentati nelle prossime
settimane e che saranno proposti a condizioni speciali, dedicate agli abbonati dei nostri Teatri.
Ecco dunque gli ingredienti delle Nuove Stagioni 2015-2016 del Teatro Stabile del Veneto, costruite per
rispondere a due esigenze fondamentali: da un lato la coerenza con la nuova prestigiosa qualifica di Teatro
Nazionale; dallaltro la volont di volgere lo sguardo al pubblico, cercando di intercettare gusti e tendenze,
di lanciare nuove sfide e percorsi culturali, per coinvolgerlo e appassionarlo alle tante e diverse proposte del
Teatro Stabile del Veneto elementi fondamentali per la crescita di una sempre pi vasta comunit teatrale.
Massimo Ongaro

TEATRO GOLDONI VENEZIA


28 ottobre - 1 novembre 2015

10 - 12 dicembre 2015

2 - 6 marzo 2016

EPOPEA DI TONI SARTANA

un progetto di Babilonia Teatri


di Valeria Raimondi e Enrico Castellani
parole di Enrico Castellani
collaborazione artistica Vincenzo Todesco
con (in ordine alfabetico) Chiara Bersani,
Emiliano Brioschi, Alessio Piazza,
Filippo Quezel, Emanuela Villagrossi
produzione Teatro Stabile del Veneto
Emilia Romagna Teatro Fondazione

EYES WIDE SHUT

LA CATIVISSIMA
di e con Natalino Balasso
e con (in ordine alfabetico) Francesca Botti,
Marta Dalla Via, Andrea Pennacchi,
Silvia Piovan, Stefano Scandaletti
regia Natalino Balasso
produzione Teatro Stabile del Veneto
turni p g v s d

DAVID MORTO

DOPPIO SOGNO
di Giancarlo Marinelli
tratto dallomonimo racconto
di Arthur Schnitzler
con Ivana Monti, Caterina Murino,
Ruben Rigillo, Rosario Coppolino
regia Giancarlo Marinelli
produzione Compagnia Molire
turni p g v s d

turni p v s

12 - 15 novembre 2015

JESSICA AND ME

13 - 17 gennaio 2016

turni p v s d

ispirato a Gli sdraiati e Breviario comico


di Michele Serra
con Claudio Bisio
e con i musicisti Laura Masotto, Marco Bianchi
regia Giorgio Gallione
produzione Fondazione Teatro dellArchivolto

di e con Cristiana Morganti


creazione, direzione, coreografia
e interpretazione Cristiana Morganti
produzione Il Funaro - Pistoia

18 - 22 novembre 2015

MAGAZZINO 18

di e con Simone Cristicchi


regia Antonio Calenda
produzione Promo Music
Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia
turni p g v s d

25 - 29 novembre 2015

DECAMERONE
VIZI, VIRT, PASSIONI

liberamente tratto dal Decamerone


di Giovanni Boccaccio
con Stefano Accorsi
e con Salvatore Arena, Silvia Briozzo,
Fonte Fantasia, Mariano Nieddu,
Naike Anna Silipo
adattamento e regia Marco Baliani
produzione Nuovo Teatro
Teatro della Pergola di Firenze
turni p g v s d

2 - 6 dicembre 2015

TESTAMENTO
DI MARIA

di Colm Tibn
traduzione e adattamento
Marco Tullio Giordana e Marco Parisse
con Michela Cescon
regia Marco Tullio Giordana
produzione Teatro Stabile di Torino
Teatro Stabile del Veneto
in collaborazione con Zachar Produzioni
turni p g v s d

FATHER AND SON

9 - 13 marzo 2016

CHI HA PAURA
DI VIRGINIA WOOLF?
di Edward Albee
con Arturo Cirillo, Milvia Marigliano,
Valentina Picello, Edoardo Ribatto
regia Arturo Cirillo
produzione Tieffe Teatro Milano

turni p g v s d

turni p g v s d

27 - 28 gennaio 2016

6 - 10 aprile 2016

di Anton Cechov
con Fausto Russo Alesi, Giovanni Crippa,
Ruggero Dondi, Zeno Gabaglio, Mariangela
Granelli, Igor Horvat, Emiliano Masala, Maria
Pilar Prez, Giorgia Senesi, Anahi Traversi
e con la partecipazione di Antonio Ballerio Maspero
regia Carmelo Rifici
produzione LuganoInScena

di Valerio Massimo Manfredi


con Sebastiano Lo Monaco,
Maria Rosaria Carli, Turi Moricca,
Carlo Calderone
regia Alessio Pizzech
produzione Sicilia Teatro

GABBIANO

turni p g

3 - 7 febbraio 2016

I RUSTEGHI

di Carlo Goldoni
con (in ordine alfabetico) Alessandro Albertin,
Alberto Fasoli, Piergiorgio Fasolo, Stefania
Felicioli, Cecilia La Monaca, Michele Maccagno,
Maria Grazia Mandruzzato, Margherita
Mannino, Giancarlo Previati, Francesco Wolf
regia Giuseppe Emiliani
produzione Teatro Stabile del Veneto

LULISSE

turni p g v s d

21 - 24 aprile 2016

LE SORELLE
MACALUSO

con Serena Barone, Elena Borgogni,


Sandro Maria Campagna, Italia Carroccio,
Davide Celona, Marcella Colaianni,
Alessandra Fazzino, Daniela Macaluso,
Leonarda Saffi, Stephanie Taillandier
testo e regia Emma Dante
produzione Compagnia Sud Costa Occidentale
turni p v s d

turni p g v s d

12 - 14 febbraio 2016

IL MONDO
NON MI DEVE NULLA
di Massimo Carlotto
con Pamela Villoresi, Claudio Casadio
regia Francesco Zecca
produzione Teatro e Societ srl
turni v s d

4 - 8 maggio 2016

SMITH & WESSON

di Alessandro Baricco
con Natalino Balasso, Fausto Russo Alesi
regia Gabriele Vacis
produzione Teatro Stabile del Veneto
Teatro Stabile di Torino
turni p g v s d

TEATRO GOLDONI VENEZIA


Prezzi abbonamenti
turni P e V ore 20.30, S ore 19.00 - 14 spettacoli

intero ridotto giovani
platea 294,00 266,00 140,00
1 ordine
238,00
210,00
112,00
2 ordine
231,00
203,00
105,00
3 ordine
140,00
112,00
70,00
4 ordine
84,00
56,00
49,00
turno D ore 16.00 - 13 spettacoli

intero ridotto giovani
platea 273,00 247,00 130,00
1 ordine
221,00
195,00
104,00
2 ordine
214,00
188,50
97,50
3 ordine
130,00
104,00
65,00
4 ordine
78,00
52,00
45,50
turno G ore 16.00 - 11 spettacoli

intero ridotto giovani
platea 231,00 209,00 110,00
1 ordine
187,00
165,00
88,00
2 ordine
181,50
159,50
82,50
3 ordine
110,00
88,00
55,00
4 ordine
66,00
44,00
38,50
abbonamento POSTO LIBERO
8 ingressi a scelta per gli spettacoli della stagione
intero 184,00
giovani 96,00

Perch abbonarsi
questanno abbonarsi ancora pi conveniente: con le nuove tariffe,
rispetto allacquisto dei singoli biglietti, il risparmio va dal 25% a oltre
il 50% a seconda del turno e dellordine scelto
posto sempre garantito
tariffa speciale per tutti gli spettacoli fuori abbonamento e le rassegne estive
sconti e vantaggi presso i nostri partner

Prezzi biglietti
per tutti gli spettacoli a esclusione di Father and Son e David morto

intero ridotto giovani
platea 29,00 26,00 17,00
1 ordine
25,00
22,00
14,00
2 ordine
24,00
21,00
13,00
3 ordine
18,00
15,00
10,00
4 ordine
12,00
10,00
8,00
per lo spettacolo Father and Son

intero
platea 35,00
1 ordine
30,00
2 ordine
29,00
3 ordine
23,00
4 ordine
17,00

ridotto giovani
31,00 22,00
26,00
19,00
25,00
18,00
19,00
15,00
15,00
13,00

per lo spettacolo David morto



intero
platea 20,00
1 ordine
16,00
2 ordine
15,00
3 ordine
10,00
4 ordine
8,00

ridotto giovani
16,00 10,00
12,00
8,00
10,00
8,00
8,00
4,00
6,00
4,00

INFO
riduzioni
ridotto: et superiore a 65 anni e altre riduzioni concesse
giovani: et inferiore a 26 anni
campagna abbonamenti
dal 29 giugno al 26 settembre rinnovo con diritto di prelazione
a tutti gli abbonati della stagione 2014-2015
dal 30 settembre al 1 novembre vendita nuovi abbonamenti
biglietteria
luned - venerd dalle 10.00 alle 18.30
041 2402014
biglietteria.teatrogoldoni@teatrostabileveneto.it
per tutte le altre informazioni
www.teatrostabileveneto.it

CONTATTI
Teatro Goldoni , San Marco 4650/b, 30124 Venezia
centralino 041 2402011, fax 041 5205241
info.teatrogoldoni@teatrostabileveneto.it

www.teatrostabileveneto.it

TEATRO VERDI PADOVA


4 - 8 novembre 2015

13 - 17 gennaio 2016

9 - 13 marzo 2016

EPOPEA DI TONI SARTANA

LA BISBETICA DOMATA
DI WILLIAM SHAKESPEARE
MESSA ALLA PROVA

testo, regia e coreografia Pascal Rambert


con (in ordine di apparizione)
Anna Della Rosa, Laura Marinoni,
Luca Lazzareschi, Giovanni Franzoni
produzione Emilia Romagna Teatro Fondazione

LA CATIVISSIMA
di e con Natalino Balasso
e con (in ordine alfabetico) Francesca Botti,
Marta Dalla Via, Andrea Pennacchi,
Silvia Piovan, Stefano Scandaletti
regia Natalino Balasso
produzione Teatro Stabile del Veneto

BISBETICA

con Nancy Brilli


regia Cristina Pezzoli
produzione La Pirandelliana

DON GIOVANNI

di Molire
con Alessandro Preziosi, Nando Paone
regia Alessandro Preziosi
produzione Khora Teatro - Teatro Stabile dAbruzzo
turni b c d e f

20 - 24 gennaio 2016

FATHER AND SON

ispirato a Gli sdraiati e Breviario comico


di Michele Serra
con Claudio Bisio
e con i musicisti Laura Masotto, Marco Bianchi
regia Giorgio Gallione
produzione Fondazione Teatro dellArchivolto
turni b c d e f

25 - 29 novembre 2015

ENRICO IV

di Luigi Pirandello
con Franco Branciaroli,
Melania Giglio, Giorgio Lanza, Antonio Zanoletti
regia Franco Branciaroli
produzione Centro Teatrale Bresciano
Teatro de Gli Incamminati
turni b c d h l m

2 - 4 dicembre 2015

DAVID MORTO

un progetto di Babilonia Teatri


di Valeria Raimondi e Enrico Castellani
parole di Enrico Castellani
collaborazione artistica Vincenzo Todesco
con (in ordine alfabetico)
Chiara Bersani, Emiliano Brioschi, Alessio Piazza,
Filippo Quezel, Emanuela Villagrossi
produzione Teatro Stabile del Veneto
Emilia Romagna Teatro Fondazione
turni b c d

9 - 13 dicembre 2015

TESTAMENTO
DI MARIA

di Colm Tibn
traduzione e adattamento
Marco Tullio Giordana e Marco Parisse
con Michela Cescon
regia Marco Tullio Giordana
produzione Teatro Stabile di Torino
Teatro Stabile del Veneto
in collaborazione con Zachar Produzioni
turni b c d e f m

turni b c d e f

turni b c d h l

turni b c d h l m

18 - 22 novembre 2015

LA PROVA

16 - 20 marzo 2016

CHI HA PAURA
DI VIRGINIA WOOLF?
di Edward Albee
con Arturo Cirillo, Milvia Marigliano,
Valentina Picello, Edoardo Ribatto
regia Arturo Cirillo
produzione Tieffe Teatro Milano
turni b c d h l m

3 - 7 febbraio 2016

30 marzo - 3 aprile 2016

di Domenico Starnone
con (in ordine alfabetico) Vittorio Ciorcalo,
Roberto Citran, Marina Massironi,
Roberto Nobile, Silvio Orlando,
Antonio Petrocelli, Maria Laura Rondanini
regia Daniele Luchetti
produzione Cardellino srl

di Enzo Moscato
con Iaia Forte, Roberto De Francesco
adattamento e regia Mario Martone
produzione Teatro Stabile di Torino

LA SCUOLA

turni b c d h l m

10 - 14 febbraio 2016

I RUSTEGHI

di Carlo Goldoni
con (in ordine alfabetico) Alessandro Albertin,
Alberto Fasoli, Piergiorgio Fasolo, Stefania
Felicioli, Cecilia La Monaca, Michele Maccagno,
Maria Grazia Mandruzzato, Margherita
Mannino, Giancarlo Previati, Francesco Wolf
regia Giuseppe Emiliani
produzione Teatro Stabile del Veneto
turni b c d e f m

17 - 21 febbraio 2016

SCANDALO

di Arthur Schnitzler
con Franco Castellano e Stefania Rocca
regia Franco Per
produzione Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia
Artisti Riuniti e Mittelfest 2015
turni b c d h l

CARMEN
turni b c d e f

20 - 24 aprile 2016

DANZA MACABRA

di August Strindberg
con Adriana Asti, Giorgio Ferrara,
Giovanni Crippa
regia Luca Ronconi
produzione Teatro Metastasio
Stabile della Toscana
Spoleto57 Festival dei 2Mondi
con la collaborazione di Mittelfest 2014
turni b c d h l

11 - 15 maggio 2016

SMITH & WESSON

di Alessandro Baricco
con Natalino Balasso, Fausto Russo Alesi
regia Gabriele Vacis
produzione Teatro Stabile del Veneto
Teatro Stabile di Torino
turni b c d e f m

TEATRO VERDI PADOVA


PREZZI ABBONAMENTI
primi posti balconata
palco pepiano: da n. 1 a n. 31
palco 1 ordine: da n. 5 a n. 27
palco 2 ordine: da n. 8 a n. 24

Perch abbonarsi
rispetto allacquisto dei singoli biglietti abbonandosi si ottiene un
risparmio a partire dal 15% a seconda del turno e dellordine scelto
posto sempre garantito
tariffa speciale per tutti gli spettacoli fuori abbonamento
sconti e vantaggi presso i nostri partner

15 spettacoli turni B mercoled, C gioved, D venerd ore 20.45



intero giovani
platea, palco pepiano/1 ordine (balconata) 360,00
150,00
palco pepiano/1 ordine (no balconata)
315,00
120,00
palco 2 ordine (balconata)
300,00
120,00
palco 2 ordine (no balconata)
150,00
60,00
galleria
150,00 60,00
7 spettacoli turni E e H sabato ore 20.45, F e L domenica ore 16.00

intero giovani
platea, palco pepiano/1 ordine (balconata) 175,00
77,00
palco pepiano/1 ordine (no balconata)
154,00
63,00
palco 2 ordine (balconata)
147,00
63,00
palco 2 ordine (no balconata)
77,00
35,00
galleria
77,00 35,00
7 spettacoli turno M gioved ore 16.00

platea, palco pepiano/1 ordine (balconata)
palco pepiano/1 ordine (no balconata)
palco 2 ordine (balconata)
palco 2 ordine (no balconata)
galleria

intero
112,00
91,00
84,00
56,00
56,00

INFO

PREZZI BIGLIETTI

intero ridotti giovani
platea, palco pepiano/1 ordine (balconata) 29,00
26,00
17,00
palco pepiano/1 ordine (no balconata) 25,00
22,00
14,00
palco 2 ordine (balconata)
24,00
21,00
13,00
palco 2 ordine (no balconata)
18,00
15,00
10,00
galleria
12,00 10,00 8,00
prezzi biglietti per gli spettacoli Father and Son e La scuola

intero ridotti giovani
platea, palco pepiano/1 ordine (balconata) 35,00
31,00
22,00
palco pepiano/1 ordine (no balconata) 30,00
26,00
19,00
palco 2 ordine (balconata)
29,00
25,00
18,00
palco 2 ordine (no balconata)
23,00
19,00
15,00
galleria
17,00 15,00 13,00
prezzi biglietti per lo spettacolo David morto

intero ridotti giovani
platea, palco pepiano/1 ordine (balconata) 20,00
16,00
10,00
palco pepiano/1 ordine (no balconata) 15,00
12,00
8,00
palco 2 ordine (balconata)
15,00
12,00
8,00
palco 2 ordine (no balconata)
8,00
6,00
4,00
galleria
8,00 6,00 4,00

riduzioni
ridotto: et superiore a 65 anni e altre riduzioni concesse
giovani: et inferiore a 26 anni
campagna abbonamenti
dal 1 luglio al 19 settembre rinnovo con diritto di prelazione
a tutti gli abbonati della stagione 2014-2015
dal 25 al 26 settembre cambi di abbonamento, posti o turni dei posti
non rinnovati, a esclusione degli abbonamenti speciali e in promozione
dal 29 settembre vendita nuovi abbonamenti
biglietteria
dal 1 luglio al 30 agosto (chiusura estiva dal 10 al 23 agosto):
luned dalle 14.30 alle 19.00, da marted a sabato dalle 9.00 alle 13.00
dal 31 agosto: luned dalle 15.00 alle 18.30, da marted a venerd
dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 18.30, sabato dalle 10.00 alle 13.00
049 87770213 - biglietteria.teatroverdi@teatrostabileveneto.it
per tutte le altre informazioni
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contatti
Teatro Verdi, via dei Livello 32, 35139 Padova
telefono 049 8777011, fax 049 661053
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PRODUZIONI
2015-2016

Teatro Goldoni Venezia 28 ottobre - 1 novembre 2015


Teatro Verdi Padova 4 - 8 novembre 2015
Teatro Nuovo Verona 17 - 19 novembre 2015

LA CATIVISSIMA
Epopea di Toni Sartana

di e con Natalino Balasso


e con (ordine alfabetico) Francesca Botti, Marta Dalla Via, Andrea Pennacchi, Silvia Piovan,
Stefano Scandaletti
regia Natalino Balasso
produzione Teatro Stabile del Veneto
La Cativssima. Epopea di Toni Sartana la prima commedia di un progetto di trilogia che ho preparato per il Teatro Stabile
del Veneto.
Lidea quella di creare lepopea di un personaggio surreale e fuori dagli schemi, Toni Sartana, appunto, il quale non ha
mezzi termini, non ha remore morali, totalmente ignaro di ci che significa correttezza.
Toni Sartana tradisce chiunque pur di raggiungere il suo scopo e il suo scopo si direbbe sconosciuto a lui stesso. Vuole possedere per il semplice gusto del possesso. Per lui le persone, dalla pi prossima alla pi sconosciuta, sono solo strumenti.
Il personaggio di Toni Sartana sar interpretato da me.
Le commedie sono scritte in italiano, ma alcuni personaggi usano un linguaggio che, seppur italiano, intriso di venetismi
e pronunce locali e giungono a creare una di quelle che Pasolini chiamava le tante lingue dellitaliano.
In questa prima commedia assistiamo alla resistibile ascesa di Toni Sartana, da semplice sindaco di un piccolo paese di
campagna, fino ai vertici del suo partito, in seno al quale tradir anche gli amici pi fidati pur di diventare la massima carica
della Regione Serenissima: Asessore ai Schei.
Ma questo non gli baster, vorr giungere a conquistare anche la confinante Regione Giulia allinseguimento del Potere
fine a se stesso. In questo clima da fanta-politica, in un tempo non definito, che potrebbe essere il futuro, Toni Sartana
riluce come una sorta di Ubu veneto; fa ruotare gli eventi attorno a s, istigato da una moglie, la signora Lea, che, come
una moderna lady Macbeth, forse pi crudele di lui.
Tutto questo, com prevedibile, porter ad una rovinosa caduta ma, come Ubu, Sartana ha la consistenza dei pupazzi di
gomma, non si fa mai male, casca sempre in piedi. Egli salvato dalla sua stessa inconsapevolezza.
Posso impegnarmi a dire che questa sar una commedia molto divertente, intrisa di una comicit che non ritengo spocchioso definire tipicamente mia, mista a tratti di amaro e ineluttabile. Ho voluto curare anche la regia di questa commedia
perch, per una volta, credo di avere identificato un percorso che somiglia molto a quello che cerco che sia il mio teatro:
popolare innanzitutto, perch sono dellidea che se vogliamo che a teatro ci vadano tutti dobbiamo anche riuscire a parlare
a tutti, ma cercando di non essere mai scontato.
Natalino Balasso
Durata da definire (spettacolo in produzione)

Teatro Goldoni Venezia 2 - 6 dicembre 2015


Teatro Verdi Padova 9 - 13 dicembre 2015
Teatro Nuovo Verona 12 - 17 gennaio 2016

IL TESTAMENTO DI MARIA

di Colm Tibn
traduzione e adattamento Marco Tullio Giordana e Marco Perisse
con Michela Cescon
regia Marco Tullio Giordana
produzione Teatro Stabile di Torino
Teatro Stabile del Veneto
in collaborazione con Zachar Produzioni
Dopo il grande successo di The Coast of Utopia, prodotto dal Teatro Stabile di Torino nella stagione 2011/2012, si riforma
la coppia artistica composta da Marco Tullio Giordana, che da tempo affianca alle regie cinematografiche quelle di prosa,
e dalla pluripremiata attrice Michela Cescon. Lincontro avviene attraverso le parole di Colm Tibn, uno dei maggiori
scrittori irlandesi contemporanei, con un passato nellIRA e un presente di impegno per i diritti gay, che riscrive in questo
breve e intenso romanzo il rapporto fra Maria e suo figlio, nei giorni della predicazione alle folle e poi in quelli drammatici
della condanna e della crocifissione. la madre stessa che parla, che ricorda, cercando di accettare il destino atroce
che ha colpito il giovane amatissimo figlio e lei stessa. Una Passione in cui la figura di Maria sola e fortemente umana,
lontana dallagiografia cattolica che la vede dolente e consapevole del grande piano di salvezza di cui il figlio di Dio si
reso protagonista. Scrive Michela Cescon: Nel progetto di Stoppard ho dovuto rinunciare a stare in scena perch la cura
che mi richiedeva la produzione era tanta e impegnativa. Abbiamo cominciato a cercare un testo che avesse quindi un
ruolo per me, certi di voler affrontare nuovamente un lavoro sul contemporaneo, ma che avesse sempre le stesse altezze
dei classici. Quando ho letto The Testament of Mary di Tibn ho capito subito che era il testo giusto, mi sono commossa,
mi sono sentita avvolta e, chiuso il libro, la mia immagine di Maria non pi stata la stessa. Ho sentito profondamente il
tema madre e figlio, come lo narra lo scrittore, dove la personalit, il talento e il forte destino di un ragazzo risultano dolorosamente incomprensibili e inaccettabili da una madre, perch troppo piena di paura e di amore. Sono certa che diretta
dal tocco chiaro ed elegante di Giordana arriver a pronunciare queste parole cariche di tenerezza e di rabbia facendo
diventare per me e per gli spettatori Il Testamento di Maria unesperienza importante e che ci riguarda personalmente.
Durata da definire (spettacolo in produzione)

Teatro Alcione 27 - 28 novembre 2015


Teatro Verdi Padova 2 - 4 dicembre 2015
Teatro Goldoni Venezia 10 -12 dicembre 2015

DAVID MORTO

da un progetto di Babilonia Teatri


di Valeria Raimondi e Enrico Castellani
parole di Enrico Castellani
collaborazione artistica Vincenzo Todesco
con (in ordine alfabetico) Chiara Bersani, Emiliano Brioschi,
Alessio Piazza, Filippo Quezel, Emanuela Villagrossi
produzione Teatro Stabile del Veneto
Emilia Romagna Teatro Fondazione
David morto un progetto originale. Una storia scritta da Babilonia Teatri che sceglie di lavorare con degli attori e scardinare la dinamica di lavoro e di messa in scena della compagnia.
Una pice in cui i piani della narrazione sono molteplici e si intersecano tra di loro senza soluzione di continuit. Una narrazione scanzonata e leggera di una realt profondamente drammatica.
il racconto di una provincia lasciata a se stessa, dove si corre per non sapere quel che si lascia alle spalle, per non vedere
quel c attorno, per continuare a sognare un traguardo che non c.
una storia grottesca, uniperbole, che porta allestremo le dinamiche della nostra societ per costruire una vicenda al
limite del verosimile.
la storia di una coppia di fratelli che si suicida, di unintera generazione di ragazzi di un paese che si suicida, uno dopo
laltro, pi per noia che per altro. La vicenda si interseca con la storia di un cantante famoso e del suo ex agente, pronti a
tutto per soddisfare la loro fame di successo e denaro.
DAVID
David morto.
Ha chiuso gli occhi e se n andato.
rimasto l, immobile sulla sedia ad aspettare che il suo cuore si fermasse.
I battiti hanno cominciato a rallentare. Ad affievolirsi.
La testa reclinata in avanti improvvisamente ha ceduto. Il mento si poggiato sul petto.
David morto.
Quella mattina gli suonava bene.
Cera latmosfera giusta.
Si era tagliato la barba. Fatto una doccia.
Si era messo il profumo di suo padre. Il profumo che suo padre metteva solo a pasqua e natale. Erano dieci anni che aveva
quella cazzo di boccetta di Dolce & Gabbana. La trattava come fosse una reliquia della Madonna.
IRIS
Iris prima di partire per naia passava le sue giornate davanti al pc.
Lo accendeva appena sveglia e lo spegneva prima di andare a letto.
Era la sua seconda pelle.
Difficile incontrare il suo sguardo nellarco della giornata. Difficile togliesse gli occhi dallo schermo.
Quando abbandonava il computer prendeva in mano il telefono.
Cosa ci facesse con luno e con laltro suo padre non riusciva a capirlo.
Sincazzava. Ma era anche curioso. Provava un misto di attrazione e repulsione per quegli oggetti a lui insieme cos estranei e cos familiari.
Iris caveva provato a spiegargli cosa fosse facebook. Cosa twitter. Cosa linkedin.
Ma come glielo spieghi a uno che se gli mandi un messaggio ti dice telefonami che non riesco a leggerlo.

ALEX
Due anni prima Alex era il numero uno nella classifica e adesso era pronto ad essere
dimenticato.
Quella canzone.
Era stata la sua fortuna e la sua croce insieme.
Nuvole.
Nuvole parlava di sua madre. Sua madre che era morta e che se ne era andata. Oltre le nuvole.
Lavevano amata tutti quella canzone.
Laveva amata suo padre. Laveva amata il suo pubblico. Lavevano amata i critici che fino ad allora non avevano fatto altro
che massacrarlo. Lavevano amata tutte le X tipe che aveva schedato.
Era diventata unossessione. Tutti ripetevano lo stesso ritornello e a forza di sentirlo era entrato nella sua testa. Trapanava
e insisteva come un martello pneumatico. Come un mare le cui onde non trovano mai pace.
Alex ha un pensiero. Alex ha un cuore. Alex ha trovato la sua strada.
Si era fottuto con le sue stesse mani.
LUCAS
Gli occhiali scuri, neri, tipo ray-ban, indossati a tutte le ore e in tutti gli ambienti, lasciavano
supporre a chi lo incontrava che fossero l per celare molti segreti e molta vita.
Ed era cos.
Il sigaro acceso. Il giornale aperto davanti. Passava continuamente le mani tra i capelli. Si pettinava, si accarezzava, si
sistemava.
Si piaceva e se lo diceva.
Gli piaceva il suo corpo. Piuttosto minuto, ma proporzionato. Gli piaceva la sua faccia.
Tonda ed armonica.
Portava sempre un po di barba. Sempre della stessa lunghezza. Una barba molto curata e coccolata. Il gioco era questo:
tengo la barba in modo da non avere una faccia troppo pulita. Ma sto attento che non sia mai troppo lunga da apparire
trasandata, n troppo corta da sembrare una ricrescita non tagliata. Era un equilibrio delicato che nel tempo aveva trovato
il suo punto focale. Aveva cambiato diversi barbieri e diversi tagliacapelli.
Adesso era soddisfatto. Si radeva da solo col suo philips maximum tripla testina azione rotante che gli regalava delle belle
soddisfazioni.
ORRANO
Il casello dellautostrada verr chiuso. Luscita per Orrano non sar agibile per tutto larco di tempo in cui gireremo.
E quando verr riaperta sul cartello che la indica non apparir pi la semplice scritta Orrano.
No.
Perch Orrano non sar pi Orrano.
Orrano non esister pi. Non pi come esistita fino ad oggi. Orrano si trasformer.
La trasformer.
Sul cartello ci sar scritto: Parco di Orrano.
Sar un cartello marrone di quelli che indicano i monumenti e le attrazioni turistiche. Sar
un marrone tendente alloro. Un marrone lucido. Vivido. Splendente. Non il solito marrone.
Ma sar marrone.
Orrano sar diventato un grande parco.
Un parco turistico. Un parco storico. Un parco divertimenti.
Il Parco di Orrano.
Il parco dove sono nati, vissuti e morti David ed Iris.
Durata da definire (spettacolo in produzione)

Debutto nazionale EstateTeatrale Veronese 9 luglio 2015


Teatro Goldoni Venezia 3 - 7 febbraio 2016
Teatro Verdi Padova 10 - 14 febbraio 2016

I RUSTEGHI

di Carlo Goldoni
con (in odine alfabetico )
Alessandro Albertin, Alberto Fasoli, Piergiorgio Fasolo,
Stefania Felicioli, Cecilia La Monaca, Michele Maccagno,
Maria Grazia Mandruzzato, Margherita Mannino, Giancarlo Previati, Francesco Wolf
scenografia Federico Cautero
costumi Stefano Nicolao
disegno luci Enrico Berardi
musiche Massimiliano Forza, arrangiamenti Fabio Valdemarin
regia Giuseppe Emiliani
produzione Teatro Stabile del Veneto
A tutti quelli che mi chiedono perch io ami cos tanto Goldoni rispondo che lo amo perch ogni volta che allestisco un
suo testo ho limpressione che Goldoni non sia stato ancora, fino in fondo, capito. Sono convinto che Goldoni abbia ancora
bisogno di essere riletto, interrogato, rappresentato.
Anche la commedia I rusteghi, indubbiamente il suo capolavoro, offre continui nuovi spunti di riflessione. Quando la scrive,
nel 1760, Goldoni un intellettuale sempre pi lucido, aperto alle esperienze e alla cultura europea (nel 1760 avverr il
famoso contatto epistolare con Voltaire), pi filosofo insomma, nel senso settecentesco del termine. I rusteghi nascono
anche da questa attenzione ai lumi che vengono dallEuropa, e permettono un giudizio pi ampio sulla societ veneziana.
Una commedia di rara felicit espressiva, di straordinaria abilit scenica, di grande sapienza linguistica. Unesplosione
gioiosa dinventivit a ogni gesto e battuta. Una commedia in cui lautore affonda il bisturi sulla citt che lo circonda,
utilizzando con consumata maestria tutte le risorse del suo laboratorio drammaturgico e della sua lingua straordinaria.
Goldoni costruisce il suo componimento con un rigore raramente eguagliato in altri testi, concentrando lazione in un
lasso di tempo minimo (una mezza giornata) che subisce unaccelerazione impercettibile ma costante fino alla frenesia
della gran scena finale.
Lazione si svolge tutta in interni, gli unici spazi possibili per i quattro rusteghi, quattro uomini alle prese con un eros inquieto e perturbante, con famiglie difficili da governare e con affari ancora prosperi ma gi minacciati di crisi. Ambiguit,
insicurezza, irresolutezza, nevrosi caratterizzano questi despoti improbabili, arroccati nella difesa a oltranza del passato
contro ogni minaccia di novit.
Netta la polemica di Goldoni con il conservatorismo ormai rozzo della classe cui appartiene e in cui ha per molto tempo
ciecamente creduto. Il mercante lucido e avveduto, che per lunghi anni, nei panni di Pantalone, aveva impersonato il prototipo di un individuo socialmente responsabile, consapevole dellinteresse proprio e altrui, aperto e illuminato, si ormai
svilito a una caricatura di se stesso. Chiuso nella propria casa, gelosamente attaccato al proprio meschino tornaconto, si
rifiuta di concedere a chi gli sottomesso (le donne e i figli) qualunque autonomia di comportamento.
Se i rusteghi tendono a chiudersi dentro le loro case come in una fortezza impenetrabile, le donne guardano alla vita,
allesterno, ai contatti sociali, ai doveri dellamicizia e della parentela, ai diritti del sentimento. I rusteghi no. Si sentono
minacciati dai grandi rivolgimenti che stanno per toccare Venezia e riescono a esistere soltanto nel chiuso delle loro
mura domestiche, dove agiscono con prepotenza insopportabile vietando visite, divertimenti, sprechi e frivolezze e ogni
minima forma di ozio, soprattutto il teatro. Il teatro aborrito e temuto dai rusteghi: lo considerano luogo di corruzione e
di spreco, come il carnevale che c fuori e a cui vietato partecipare. Il carnevale negato, tuttavia, alla fine irrompe lo
stesso nelle stanze serrate e austere dei rusteghi, con tutta la sua carica di comicit trasgressiva.

Il conte Riccardo, un avventuriero onorato, accompagner nella casa-fortezza di Lunardo, il giovane promesso sposo Felippetto mascherato da donna, contento di verificare il gusto tutto veneziano di fondere gioco ed esistenza, felice di godere
della pi bella commedia di questo mondo.
I rusteghi non sono soltanto uno spaccato dinterno borghese, ma la messa in evidenza di un rapporto continuo tra questo interno e una citt che penetra in esso nonostante lideale di claustrazione che domina i rusteghi. Il teatro penetra
nel chiuso mondo domestico, sommuovendolo dallinterno, smascherandone le contraddizioni: per affermare, insomma,
il proprio potere demiurgico. Goldoni riesce a costruire, nel modo insieme pi naturale e raffinato, una struttura comica
omogenea e pur fondata su sottili differenze (sociali, familiari, di sesso e di generazioni).
Lunardo si presenta con due donne giovani in casa (la figlia e la seconda moglie), fin troppo desmesteghe per lui. Maurizio, vedovo, presenta, per opposizione, un mondo senza donne. il rustego apparentemente pi favorito, il pi silenzioso,
austero. Simon costituisce con Marina una coppia solitaria, legata da una lunga consuetudine di reciproca aggressivit.
Canciano, infine, costituisce con donna Felice la coppia pi civile, proprio perch il rapporto tende a rovesciarsi, rendendo
Canciano il rustego pi velleitario e represso.
Il gioco mutevole dei personaggi e tra i personaggi affidato soprattutto al linguaggio, alla grande energia verbale. Non
c nei Rusteghi una sola battuta sbagliata. Famosa la renga finale di siora Felice, quasi portavoce dellautore: bella,
elegante, pi ricca delle altre donne per retaggio famigliare, sa parlare con propriet ed abile a dominare il marito e i
suoi temibili compari. La sua forza sta nel possesso pieno dello strumento della retorica. lei il personaggio che pi strettamente si lega al grande motivo metaforico che percorre la commedia: quella del teatro.
subito avvertibile, sin dalle prime battute, che alla base della commedia ci sia una sorta di allegra e sicura provocazione
del Teatro - per usare i termini notissimi dellautore - rispetto al Mondo che tende a esorcizzarlo come un rito pericoloso
e inutile.
Il pubblico, sin dallinizio, viene coinvolto in questa provocazione: Debotto xe fenio el carneva l- osserva Lucietta - gnanca
una strazza de comedia no avemo visto
La commedia si avvia quindi come discorso sul teatro.
Tra le improvvisazioni di siora Felice, simbolo esplicito dellautore in quanto regista della commedia, e lo spasso di Riccardo, rappresentante pure esplicito del pubblico sulla scena, si muove linvenzione sicura del Goldoni. Nei Rusteghi traspare la sua maggiore fiducia nelle capacit del teatro di affermare la propria funzione sociale e civile. Un teatro moderno.
Perch in questo universo domestico di rancori e ossessioni, non ci sono alla fine n cordialit n riscatti: solo l effimera
tenerezza della scena nuziale conclusiva, che non reca un vero sollievo.
La commozione finale dei quattro rusteghi, occasionalmente sconfitti, non prelude a significativi cambiamenti. Ed questa
la sottile crudelt sottesa alla commedia. E la sua straordinaria modernit.
Giuseppe Emiliani
Durata da definire (spettacolo in produzione)

Teatro Goldoni Venezia 4 - 8 maggio 2016


Teatro Verdi Padova 11 - 15 maggio 2016

SMITH & WESSON

di Alessandro Baricco
con (in ordine alfabetico) Natalino Balasso, Fausto Russo Alesi
e cast in via di definizione
regia Gabriele Vacis
produzione Teatro Stabile del Veneto
Teatro Stabile di Torino
Tom Smith e Jerry Wesson si incontrano davanti alle cascate del Niagara nel 1902. Nei loro nomi e nei loro cognomi c
il destino di unimpresa da vivere.
E limpresa arriva insieme a Rachel, una giovanissima giornalista che vuole una storia memorabile, e che, quella storia, sa
di poterla scrivere. Ha bisogno di una prodezza da raccontare, e prima di raccontarla pronta a viverla.
Per questo ci vogliono Smith e Wesson, la coppia pi sgangherata di truffatori e di falliti che Rachel pu legare al suo
carro di immaginazione e avventura. Ci vuole anche una botte, una botte per la birra, in cui entrare e poi frasi Trascinare
dalla corrente. Nessuno lo ha mai fatto. Nessuno sceso gi dalle cascate del Niagara dentro una botte di birra. il 21
giugno 1902. Nessuno potr mai pi dimenticare il nome di Rachel Green? E sar veramente lei a raccontarla quella storia?
Alessandro Baricco
Durata da definire (spettacolo in produzione)

PRODUZIONI
IN TOURNE
2015-2016

I Rusteghi
Dal 9 al 14 luglio 2015
Estate Teatrale Veronese (debutto)
Dal 3 al 7 febbraio 2016
Teatro Goldoni, Venezia
Dal 10 al 14 febbraio 2016
Teatro Verdi, Padova
Dal 17 al 21 febbraio 2016
Teatro Politeama Rossetti, Trieste
23 febbraio 2016
Teatro Fabbri, Vignola
Dal 25 al 28 febbraio 2016
Teatro Bonci, Cesena
Dal 3 al 6 marzo 2016
Teatro Metastasio, Prato
Dal 9 al 13 marzo 2016
Teatro Sociale, Brescia

LA CATIVISSIMA
Epopea di Toni Sartana
Dal 28 ottobre al 1 novembre 2015 (debutto)
Teatro Goldoni, Venezia
Dal 4 all8 novembre 2015
Teatro Verdi, Padova
Dal 17 al 19 novembre 2015
Teatro Nuovo, Verona
Dal 23 al 24 novembre 2015
Teatro Lac, Lugano
Dal 26 novembre al 6 dicembre 2015
Teatro Menotti, Milano
9 dicembre 2015
Teatro Odeon, Lumezzane
Dal 11 al 12 dicembre
Teatro Comunale, Monfalcone
Dal 19 al 20 gennaio 2016
Teatro Cristallo, Bolzano
Dal 29 al 31 gennaio 2016
Teatro Masini, Faenza
Dal 2 al 7 febbraio 2016
Teatro Fonderie Limoni, Torino

Entrambe le tourne sono in fase di definizione

OSPITI
2015-2016

JESSICA AND ME

di e con Cristiana Morganti


creazione, direzione, coreografia e interpretazione Cristiana Morganti
collaborazione artistica Gloria Paris
disegno luci Laurent P. Berger
video Connie Prantera
consulenza musicale Kenji Takagi
editing musica Bernd Kirchhoefer
direttore tecnico Jacopo Pantani
suono Simone Mancini
produzione Il Funaro - Pistoia
Lei vuole che io danzi, oppure vuole che io parli? Dietro questa domanda, rivolta da Cristiana Morganti a uno spettatore,
si cela una delle chiavi di lettura di Jessica and me.
In questo spettacolo la storica danzatrice del Tanztheater Wuppertal di Pina Bausch, giunta a un momento importante
del suo percorso, si ferma a riflettere su se stessa: sul rapporto con il proprio corpo e con la danza, sul significato dello
stare in scena, sul senso dellaltro da s che implica il fare teatro. Ne risulta una sorta di autoritratto idealmente a due
voci (Jessica and me, appunto) di efficace e spiazzante ironia, dove Cristiana rivela ci che accade nel backstage del
suo percorso professionale. Un puzzle di gesti, ombre, muscoli, tenacia, spavalderia, timidezza, ricordi e progetti. Avevo
bisogno di buttare uno sguardo indietro per potermi proiettare in avanti sostiene Cristiana Morganti Lavoro a Wuppertal
da ventanni e vivo in Germania da quasi trenta... Fondamentalmente volevo capire chi sono diventata nel frattempo.
Attrice-ballerina di irresistibile talento e di vivida comicit, la Morganti unisce una furia damazzone mediterranea allinnocenza stupefatta di un clown.
Cristiana si mostrer pronta a giocare col dentro e il fuori del teatro, ora tuffandosi nel movimento, ora osservando se
stessa dallesterno con humor feroce. La sfida sta nel ricostruire, lungo una confessione poetica e spiazzante, il filo della
memoria, dal suo rapporto complesso con la danza classica (frequentata negli studi giovanili) fino allincontro fatidico con
Pina Bausch. Il tutto in un mix di interventi video, costumi evocativi del mondo del balletto e musiche che mescolano lalto
e il basso, il classico e il pop.
Una fiaba irriverente su Cristiana allo specchio.
Leonetta Bentivoglio
il Venerd di Repubblica
Durata 70 atto unico

DON GIOVANNI

di Molire
traduzione e adattamento Tommaso Mattei
con Alessandro Preziosi, Nando Paone
e con Lucrezia Guidone, Barbara Giordano, Roberto Manzi, Daniele Paoloni, Daniela Vitale, Matteo Guma
scene Fabien Iliou
costumi Marta Crisolini Malatesta
musiche originali Andrea Farri
luci Valerio tiberi
supervisione artistica Alessandro Maggi
regia Alessandro Preziosi
produzione Khora.teatro e Teatro Stabile dAbruzzo
Le versioni del mito di Don Giovanni sono ben superiori alle donne sedotte dallammaliatore sivigliano e contano oltre 4000
riscritture.
Numerosissime erano state le rappresentazioni teatrali con protagonista questo personaggio, la cui immensa fortuna letteraria era cominciata nel 1630, quando Tirso de Molina, probabilmente ispirandosi a racconti popolari che utilizzavano i padri
Gesuiti, negli spettacoli edificanti dei loro piccoli allievi facendone il prototipo delleretico blasfemo per definizione, scrisse
il suo Burlador de Sevilla.
Venne in seguito ripreso dalla Commedia dellArte italiana, che lo incluse nel suo repertorio accentuando gli aspetti pi
comici della vicenda.
Molire, attinge a queste fonti italiane e le rielabora per ricavarne un suo personale Don Giovanni, ritraendolo come un
personaggio raffinato, cinico, dissacrante, in aperta opposizione con le convenzioni sociali, pronto a burlarsi anche della
religione.
Nella scelta del Don Giovanni Khora.teatro ha intravisto nella compresenza di toni drammatici e comici, un materiale drammaturgico teso a coniugare lesaltazione ed il senso tragico del personaggio archetipico, mito dellindividualismo moderno,
e le mirabili leve sulle parti comiche, necessarie per meglio andare incontro al gusto del pubblico, il testo ideale nel compimento di una particolarissima trilogia di ambientazione seicentesca, Amleto, Cyrano, Don Giovanni.
Il Don Giovanni di Moliere non un banale donnaiolo, collezionista di femmine per sfogo fisiologico o edonistico svago, ma
a dominare una volont di potenza, di affermazione di s che nasce da un vuoto esistenziale, da una sorta di noia metafisica, e insieme da un timore di fallimento, un Don Giovanni che ormai, prossimo al termine della sua carriera, sembra quasi
svelare la maschera ipocrita della cinica empiet, per smascherare i cattivi pensieri e le ipocrisie della societ in cui viviamo.
La scelta artistica prende le mosse non solo dalla straordinaria contemporaneit del classico la cui rilettura si rende
necessaria in considerazione del dilagante relativismo dellattuale societ in cui impera limmagine fine a se stessa e si
continua a riscontrare il totale sgretolamento dei valori, ma soprattutto nellottica della messa in scena come un omaggio
sentito e coraggioso alla scrittura, al fascino dellimmaginazione e soprattutto al Teatro, in tutte le sue forme.
Durata 2h 15 con intervallo

MAGAZZINO 18

di e con
Simone Cristicchi
scritto con Jan Bernas
musiche e canzoni inedite Simone Cristicchi
musiche di scena e arrangiamenti Valter Sivilotti
registrate dalla FVG Mitteleuropa Orchestra
scene Paolo Giovanazzi
luci Nino Napoletano
regia Antonio Calenda
produzione: Promo Music - Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia
Al Porto Vecchio di Trieste c un luogo della memoria particolarmente toccante. Racconta di una pagina dolorosissima
della storia dItalia, di una vicenda complessa e mai abbastanza conosciuta del nostro Novecento. Ed ancor pi straziante
perch affida questa memoria non a un imponente monumento o a una documentazione impressionante, ma a tante
piccole, umili testimonianze che appartengono alla quotidianit.
Una sedia, accatastata assieme a molte altre, porta un nome, una sigla, un numero e la scritta Servizio Esodo. Simile la
catalogazione per un armadio, e poi materassi, letti, stoviglie, fotografie, poveri giocattoli, altri oggetti, altri numeri, altri
nomi Oggetti comuni che accompagnano lo scorrere di tante vite: uno scorrere improvvisamente interrotto dalla Storia,
dallesodo.
Con il trattato di pace del 1947 lItalia perdette vasti territori dellIstria e della fascia costiera, e circa 300 mila persone
scelsero davanti a una situazione intricata e irta di lacerazioni di lasciare le loro terre natali destinate ad essere jugoslave e proseguire la loro esistenza in Italia. Non facile riuscire davvero a immaginare quale fosse il loro stato danimo,
con quale sofferenza intere famiglie impacchettarono tutte le loro poche cose e si lasciarono alle spalle le loro citt, le
case, le radici. Davanti a loro difficolt, povert, insicurezza, e spesso sospetto.
Simone Cristicchi rimasto colpito da questa scarsamente frequentata pagina della nostra storia ed ha deciso di ripercorrerla in un testo che prende il titolo proprio da quel luogo nel Porto Vecchio di Trieste, dove gli esuli senza casa e spesso
prossimi ad affrontare lunghi periodi in campo profughi o estenuanti viaggi verso lontane mete nel mondo lasciavano le
loro propriet, in attesa di poterne in futuro rientrare in possesso: il Magazzino 18.
Coadiuvato nella scrittura da Jan Bernas e diretto dalla mano esperta di Antonio Calenda, Cristicchi partir proprio da
quegli oggetti privati, ancora conservati al Porto di Trieste, per riportare alla luce ogni vita che vi si nasconde: la narrer
schiettamente e passer dalluna allaltra cambiando registri vocali, costumi, atmosfere musicali, in una koine di linguaggi che trasfigura il reportage storico in una forma nuova, che forse si pu definire Musical-Civile.
E sar evocata anche la difficile situazione degli italiani rimasti in quelle terre, o quella gravosa delloperaio monfalconese che decide di andare in Jugoslavia, o del prigioniero del lager comunista di Goli Otok
Lo spettacolo sar punteggiato da canzoni e musiche inedite di Simone Cristicchi, eseguite dal vivo.
Con Magazzino 18, lo Stabile del Friuli Venezia Giulia ripete la felice esperienza gi vissuta in partnership con Promo Music
in occasione della messinscena nel 2004 di Variazioni sul cielo di e con lastrofisica Margherita Hack e Sandra Cavallini.
Durata 100 atto unico

DECAMERONE
vizi, virt, passioni

liberamente tratto dal Decamerone di Giovanni Boccaccio


con Stefano Accorsi
e con Salvatore Arena, Silvia Briozzo, Fonte Fantasia,
Mariano Nieddu, Naike Anna Silipo
drammaturgia Maria Maglietta
scene e costumi Carlo Sala
disegno luci Luca Barbati
assistente scene e costumi Roberta Monopoli
aiuto alla regia Maria Maglietta
adattamento e regia Marco Baliani
produzione Nuovo Teatro - Teatro della Pergola di Firenze
Le storie servono a rendere il mondo meno terribile, a immaginare altre vite, diverse da quella che si sta faticosamente
vivendo.
Le storie servono ad allontanare, per un poco di tempo, lalito della morte.
Finch si racconta, e c una voce che narra siamo ancora vivi, lui o lei che racconta e noi che ascoltiamo.
Per questo nelDecameroneci si sposta da Firenze verso la collina e l si principia a raccontare. La citt appestata,
servono storie che facciano dimenticare, storie di amori, erotici, furiosi, storie grottesche, paurose, purch siano storie, e
raccontate bene, perch la morte l fuori si avvicina con denti affilati e agogna la preda.
Abbiamo scelto di raccontare alcune novelle delDecameronedi Boccaccio perch oggi ad essere appestato il nostro
vivere civile.
Percepiamo i miasmi mortiferi, le corruzioni, gli inquinamenti, le mafie, limpudicizia e limpudenza dei potenti, la menzogna, lo sfruttamento dei pi deboli, il malaffare.
In questa progressiva perdita di un civile sentire, ci sembrato importante far risuonare la voce del Boccaccio attraverso
le nostre voci di teatranti.
Per ricordare che possediamo tesori linguistici pari ai nostri tesori paesaggistici e naturali, unaltra Italia, che non compare
nei bollettini della disfatta giornaliera con la quale la peste ci avvilisce.
Per raccontarci storie che ci rendano pi aperti alla possibilit di altre esistenze, fuori da questo reality in cui ci ritroviamo
a recitare come partecipanti di un globale Grande Fratello.
Perch anche se le storie sembrano buffe, quegli amorazzi triviali, quelle strafottenti invenzioni che muovono al riso e allo
sberleffo, mostrano poi, sotto sotto, il mistero della vita stessa o quellamarezza lucida che risveglia di colpo la coscienza.
Potremmo cos scoprire che il re nudo, e che per liberarci dallappestamento, dobbiamo partire dalle nostre fragilit e
debolezze, riconoscerle e riderci sopra, magari digrignando i denti.
Marco Baliani
durata 1h 45 atto unico

ENRICO IV

di Luigi Pirandello
con Franco Branciaroli,
Melania Giglio, Giorgio Lanza, Antonio Zanoletti,
Sebastiano Bottari, Andrea Carabelli, Tommaso Cardarelli, Pier Paolo DAlessandro, Daniele Griggio,
Mattia Sartori, Valentina Violo
scene e costumi Margherita Palli
luci Luigi Saccomandi
regia Franco Branciaroli
produzione Centro Teatrale Bresciano - Teatro de Gli Incamminati
Franco Branciaroli, dopo i recenti successi ottenuti con Servo di scena, Il Teatrante e Don Chisciotte, continua la sua indagine sui grandi personaggi del teatro portando sulla scena lEnrico IV, dramma in 3 atti diLuigi Pirandello, scritto nel 1921
e rappresentato per la prima volta il24 febbraio1922al Teatro Manzoni diMilano. Considerato il capolavoro teatrale di
Pirandello insieme aSei personaggi in cerca di autore,Enrico IV uno studio sul significato dellapazziae sul tema caro
allautore del rapporto, complesso e alla fine inestricabile, trapersonaggioe uomo, finzione e verit.
In una lettera che Pirandello scrive a Ruggero Ruggeri uno degliattoripi noti dellepoca il drammaturgo agrigentino
dopo avergli raccontato la trama, conclude dicendogli che vede in lui il solo attore in grado dinterpretare e dare corpo e
anima al ruolo del titolo. Scrive infatti: Circa ventanni addietro, alcuni giovani signori e signore dellaristocrazia pensarono di fare per loro diletto, in tempo di carnevale, una cavalcata in costume in una villa patrizia: ciascuno di quei signori
sera scelto un personaggio storico, re o principe, da figurare con la sua dama accanto, regina o principessa, sul cavallo
bardato secondo i costumi dellepoca. Uno di questi signori sera scelto il personaggio di Enrico IV; e per rappresentarlo il
meglio possibile, sera dato la pena e il tormento duno studio intensissimo, minuzioso e preciso, che lo aveva per circa un
mese ossessionato. [] Senza falsa modestia, largomento mi pare degno di Lei e della potenza della Sua arte.
Il personaggio di Enrico IV, del quale magistralmente non ci viene mai svelato il vero nome, quasi a fissarlo nella sua
identit fittizia, descritto minuziosamente da Pirandello. Enrico vittima non solo dellafollia, prima vera poicosciente,
ma dellimpossibilit di adeguarsi a una realt che non gli si conf pi, stritolato nel modo di intendere la vita di chi gli sta
intorno e sceglie quindi di interpretare ruolo fisso delpazzo.
Durata 2h 15 con intervallo

BISBETICA

La Bisbetica domata di William Shakespeare


messa alla prova

traduzione e drammaturgia Stefania Bertola


con Nancy Brilli
e con Matteo Cremon, Federico Pacifici, Gianluigi Igi Meggiorin, Gennaro Di Biase, Anna Vinci,
Dario Merlini, Brenda Lodigiani, Stefano Annoni e nel ruolo del Dr. Jolly Valerio Santoro
scenografia Giacomo Andrico
costumi Nicoletta Ercole
luci Massimo Consoli
musiche Alessandro Nidi
regia Cristina Pezzoli
produzione La pirandelliana
Un classico senza tempo, ineguagliato capolavoro di William Shakespeare che una rappresentazione travolgente e colorata
da elementi popolari ed echi della commedia dellarte ne fanno un evento da non perdere. Attraverso il gioco metateatrale la
chiave registica sostituisce allo Sly di Shakespeare tutta la compagnia facendola diventare il gruppo di attori che metter in
scena La Bisbetica domata. Tutta la vicenda sar arricchita da una verve comica che guider in modo parallelo i destini degli
attori della compagnia e dei personaggi della commedia. Limmediatezza del linguaggio musicale si sposer perfettamente con
i gusti anche di un pubblico di giovanissimi perch sar una messa in scena, originale di grande impatto visivo.
Il numeroso cast dar vita a un doppio spettacolo in cui ogni ciascuno sar sia attore della compagnia che personaggio di Shakespeare. Una commedia nella commedia ma divertente, ricca di colpi di scena e che, col sorriso, porta a riflettere sui rapporti
uomo-donna, unoccasione unica per vivere lallegria, lironia e lo stupore con cui la Bisbetica Domata diventata un cult. Senza
tradire mai la commedia originale di Shakespeare si dar vita a una rivisitazione in grado di affascinare lo spettatore restituendo la contemporaneit di questo autore senza tempo.
Per lallestimento di questa nuova produzione abbiamo deciso di affidare a un punto di vista femminile la trasposizione di una
delle commedie pi famose di Shakespeare: Cristina Pezzoli colei che grazie a unoriginale chiave registica porter in scena
questo nuovo allestimento. Il titolo dellopera noto quanto la trama. La vicenda ha per protagonisti una serie di personaggi
che si districano in un frizzante crogiuolo di equivoci e travestimenti. Ben nota per il suo carattere intrattabile, Caterina fatica
a trovare pretendenti e quindi marito, a differenza della sorella minore Bianca, apparentemente dolce e mansueta, bramata da
Gremio e Ortensio. Il padre delle ragazze, il nobile e avido Battista, decide dunque che nessun uomo avr la pi giovane finch
la primogenita non si sar accasata. Cos gli zelanti corteggiatori fanno combutta e convincono il veronese Petruccio a chiedere
in moglie Caterina incoraggiandolo con la prospettiva della dote. La storia narra una serie di trattative al rialzo che dimostrano
quanto il padre delle ragazze veda in loro poco pi che un fattore di guadagno.
Confrontarsi con un classico pone sempre la questione sulla sua contemporaneit. In questo caso c una sfida in pi da affrontare per proporre una versione di questa commedia che ha insita nel testo una visione fortemente legata a unottica maschile
in cui la donna trova realizzazione, assoluzione ai suoi traviamenti uterini nel matrimonio, nellauspicabile rettitudine di una
devozione allautorit del marito. vero pure che la narrazione beneficia di una serie di astuzie provenienti dai lasciti della
Commedia dellArte, in grado di innescare situazioni pungenti, vivaci ed esilaranti. Quando Shakespeare scrisse la commedia, la
condizione femminile non era molto favorita per lepoca in cui si viveva; tuttavia lautore ha voluto dimostrare il suo disappunto
sui matrimoni combinati che non erano altro che accordi economici, mettendo invece in risalto il diritto di poter decidere della
propria vita.
Durata da definire (spettacolo in produzione)

FATHER AND SON

ispirato a Gli Sdraiati e Breviario comico di Michele Serra


con Claudio Bisio
e con i musicisti Laura Masotto violino, Marco Bianchi chitarra
scene e costumi Guido Fiorato
musiche Paolo Silvestri
luci Aldo Mantovani
regia Giorgio Gallione
produzione Fondazione Teatro dellArchivolto

Father and son racconta il rapporto padre/figlio radiografato senza pudori e con un linguaggio in continua oscillazione tra
lironico e il doloroso, tra il comico e il tragico. una riflessione sul nostro tempo inceppato e sul futuro dei nostri figli, sui
concetti entrambi consumatissimi di libert e di autorit, che rivela in filigrana una societ spaesata e in metamorfosi,
ridicola e zoppa, verbosa e inadeguata. Una societ di dopo-padri, educatori inconcludenti e nevrotici, e di figli che
preferiscono nascondersi nelle proprie felpe, sprofondare nei propri divani, circondati e protetti dalle loro protesi tecnologiche, rifiutando o disprezzando il confronto. Da questa assenza di rapporto nasce un racconto beffardo e tenerissimo, un
monologo interiore (ovviamente del padre, verboso e invadente quanto il figlio muto e assente) a tratti spudoratamente
sincero. La forza satirica di Serra si alterna a momenti lirici e struggenti, con la musica in continuo dialogo con le parole.
La societ dalla quale i ragazzi si defilano disegnata con spietatezza e cinismo: ogni volta che la evoca, il padre si rende
conto di offrire al figlio un ulteriore alibi per la fuga.
una societ ritorta su se stessa, ormai quasi deforme, dove si organizza il primo Raduno Nazionale degli Evasori Fiscali,
si medita di sostituire al Porcellum il ben pi efferato Sputum, dove non chiaro se i vecchi lavorano come ossessi pur di
non cedere il passo ai giovani o se i giovani si sdraiano perch pi confortevole che i vecchi provvedano a loro.
In Father and son inventiva sfrenata, comicit, brutalit, moralit sono gli ingredienti di un irresistibile soliloquio che
permettono a Claudio Bisio, al suo attesissimo ritorno sulla scena, di confrontarsi con un testo di grande forza emotiva e
teatrale, comica ed etica al tempo stesso.
Durata 1h 30 atto unico

GABBIANO

di Anton Cechov
con Fausto Russo Alesi, Giovanni Crippa, Ruggero Dondi, Zeno Gabaglio, Mariangela Granelli,
Igor Horvat, Emiliano Masala, Maria Pilar Prez, Giorgia Senesi, Anahi Traversi
e con la partecipazione di Antonio Ballerio Maspero
scene Margherita Palli
costumi Margherita Baldoni
musiche Zeno Gabaglio
luci Jean-Luc Channonat
regia Carmelo Rifici
produzione LuganoInScena
Perch scegliere di fare Gabbiano? la domanda che continuo a farmi, alla quale non ho risposta. Almeno non una. Intanto
un Classico e questo mi permette di lavorare sulla memoria di un testo che ho sempre amato, su cui ho sempre lavorato, sul quale ho fatto centinaia di ipotesi, che ogni volta cambiano e si contraddicono. In secondo luogo mi viene da dire
che Gabbiano parla di cose che tutti sanno: di rapporti familiari, di conflitti e di delusioni, senza averne consapevolezza.
Entrare in un mondo familiare e vedere che ogni volta ti mostra qualcosa che non avevi notato d la curiosa sensazione di
visitare un universo conosciuto e, al tempo stesso, misterioso: Cechov talmente semplice che fa paura, diceva Gorkij.
Gabbiano veramente un testo misterioso: ci mostra unumanit, una famiglia che non riesce mai a essere sincera e che,
per riuscire a convivere, deve continuamente mentire e immaginarsi di essere qualcosa che non . Nel momento per
che una cosa immaginata, non diventa comunque vera? In Gabbiano tutti si rappresentano, anzi sono tutti ossessionati
dalla rappresentazione. Si impegnano a vivere una vita che non la loro e tentano di eternarla, di renderla un presente
continuo. Non sar perch tentano disperatamente di fermare la vita e il bloccare dentro di loro il sinistro desiderio di voler
uscire, volare via per fare parte di qualcosa di pi grande? Kostantin, nel suo testo, parla di unanima universale che tutto
ingloba; il medico Dorn parla del destino dellumanit di ricongiungersi, prima o dopo, ad un tutto. Nina dice: pensano
che io voglia fare lattrice, ma io sono attratta dal lago, come un gabbiano. Anche lo spirito fatto di materia, dice il
maestro Medvedenko.
Teatro e mistero, verit e sogno. Non a caso i protagonisti sono attori, scrittori, registi, e lumanit che gira intorno a loro,
fatta di contadini, di lavoratori, non sogna altro che essere attori e scrittori. Ossessione della rappresentazione di s. I
personaggi recitano su un palcoscenico che si specchia in un lago che mostra a sua volta la loro misera umanit e lincapacit di volare in alto. Il lago li attrae verso il basso. Il lago: letimologia della parola viene dal latino Lacus e significa
cavit, spaccatura, incavo riempito dacqua, che lega anche con lak, il baratro. Se la parola fosse presa nel suo significato
simbolico, potremmo dire che chi vive vicino ad un lago vive su una spaccatura, su un baratro. Il lago, quindi, condiziona
le vite di chi lo abita, di chi lo affronta. Lincavo per riempito dacqua dolce, piatta, che fa da specchio. Per questo,
spesso, il lago diventa anche sinonimo di occhio, locchio (profondo) dentro il quale ci si specchia. Il teatro il grande
specchio del mondo. Non potrebbe essere che il lago e il teatro in Cechov siano la stessa cosa? Non potrebbe essere che
la rappresentazione a spingere luomo verso il baratro e a impedirgli di spiccare il volo verso lalto? Ma lossessione alla
rappresentazione non comunque un tentativo delluomo di sconfiggere la morte? Immaginarsi di essere altro da s e dare
corpo allimmaginazione, non un modo per lasciare delle tracce nel mondo?
Carmelo Rifici
Durata da definire (spettacolo in produzione)

LA SCUOLA

di Domenico Starnone
con Silvio Orlando,
Vittorio Ciorcalo, Roberto Citran, Marina Massironi, Roberto Nobile, Antonio Petrocelli,
Maria Laura Rondanini
scene Giancarlo Basili, disegnatore luci Pasquale Mari
costumi Maria Rita Barbera, assistente alla regia Riccardo Sinibaldi
macchinista Franco Dottori, elettricista Giuseppe De Gennaro
sarta Piera Mura, segretaria di compagnia raffaella Gagliano
fotografo di scena Giampaolo Demma, ufficio stampa Giulia Calligaro
scenotecnica Mekane, consulenza organizzativa e organizzativa Teresa Rizzo
regia Daniele Luchetti
produzione Cardellino srl
Era il 1992, anno in cui debutt Sottobanco, spettacolo teatrale interpretato da un gruppo di attori eccezionali capitanati da Silvio Orlando e diretti da Daniele Luchetti. Lo spettacolo divenne presto un cult, antesignano di tutto il filone di
ambientazione scolastica tra cui anche la trasposizione cinematografica del 1995 della stessa pice che prese il titolo La
scuola. Fu uno dei rari casi in cui il cinema accolse un successo teatrale e non viceversa.
Lo spettacolo era un dipinto della scuola italiana di quei tempi e al tempo stesso un esempio quasi profetico del cammino
che stava intraprendendo il sistema scolastico.
Ho deciso di riportare in scena lo spettacolo pi importante della mia carriera; fu un evento straordinario, entusiasmante,
con una forte presa sul pubblico, dice Silvio Orlando. A ventanni di distanza davvero interessante fare un bilancio sulla
scuola e vedere cos successo poi.
Il testo tratto dalla produzione letteraria di Domenico Starnone. Siamo in tempo di scrutini in IV D. Un gruppo di insegnanti deve decidere il futuro dei loro studenti. Di tanto in tanto, in questo ambiente circoscritto, filtra la realt esterna.
Dal confronto tra speranze, ambizioni, conflitti sociali e personali, amori, amicizie e scontri generazionali, prendono vita
personaggi esilaranti, giudici impassibili e compassionevoli al tempo stesso. Il dialogo brillante e le situazioni paradossali
lo rendono uno spettacolo irresistibilmente comico.
Durata 2h 15 con intervallo

IL MONDO NON MI DEVE NULLA


di Massimo Carlotto
con Pamela Villoresi, Claudio Casadio
regista assistente Ilaria Genatiempo
scene Gianluca Amodio
musiche Paolo Daniele
costumi Lucia Mariani
disegno luci Alberto Biondi
disegni Laura Riccioli
regia Francesco Zecca
produzione Teatro e societ srl

Avete mai sentito parlare dellattrazione del vuoto? Si dice che sia inspiegabile, perch tocca corde sopite che hanno a
che fare con la coscienza, chiede attenzione e sensibilit. Quando si parla di vuoto si parla di una forza centripeta, di uno
spazio leggero, impalpabile, di un peso netto argenteo. Bisogna conoscere le regole della sua attrazione perch passare da
vittima a carnefice facile, un gioco di ruolo in cui si confonde la sottile linea di divisione. E come si crea il vuoto? Come
ci si svuota? Con la morte? In un certo senso s. La morte dellambizione, la fine di ci che si chiede a se stessi, ci si svuota
degli obblighi e dei vincoli, delle necessit che si credevano importanti. Lo fa Lise. Lo fa Adelmo. Uno strumento dellaltra,
necessari e imprescindibili, ma sideralmente distanti. Perch Lise non si permette unalternativa. Lei che per tutta la vita
ha vissuto nel lusso, non si permette il lusso pi importante, ingabbiata nella convinzione che solo i disperati vagano alla
ricerca delloccasione giusta.
E in quello scalino appena prima del vuoto, quando il cuore pare fermarsi e il respiro sospendersi, quando solo il coraggio
pu farti vedere cosa c oltre, Lise decide di chiudere gli occhi per sempre. Per Adelmo, invece, quellistante di apnea
coincide con lattimo precedente al vagito di una nuova vita. Pamela Villoresi scava in un personaggio che la vita ha indurito facendolo vibrare straordinariamente di una fragilit e ironia commoventi. Guardandola ci si incanta nel suo continuo
svelare di Lise la sensibilit, lindulgenza e lamarezza amabilmente celate sotto un forte velo rosso di testardaggine,
inclemenza e durezza. Pamela porta in scena perfettamente le due facce di Lise e la muove sul precipizio del vuoto come
un ventriloquo fa con la sua bambola: la guida, la copre, la svela, la zittisce ed infine la sacrifica.
Claudio Casadio indaga con grande sensibilit unanima intrappolata in una vita disperata, regalandogli poesia e una purezza incantatrice, che rende il suo personaggio struggente. Restituisce al personaggio di Adelmo tutta la sua veracit,
la forza e il non arrendersi tipico di chi attaccato alla vita con i denti perch dalla vita ha avuto ancora troppo poco
per mollare gli ormeggi. LAdelmo di Claudio pi vitale e popolano che mai e di un popolo lavoratore e sacrificato porta
in scena il riscatto con il buon senso che a volte viene meno ai pi acuti filosofi. LAdelmo di Claudio credibile, concreto,
meravigliosamente vivo, acuto e di una esuberanza necessaria per lasciare spazio alla speranza di una rinascita. Massimo
Carlotto con il suo noir lascia la possibilit di muoversi in un testo pieno di molteplici opzioni. Il suo testo non patteggia
per nessuno, non salva nessuno un testo senza vincitori e senza vinti ma anche un testo senza Dio che restituisce
alluomo la chance di guidare i suoi propri fili fino alla fine. dunque un testo ideale per un regista che voglia dare una sua
personalissima interpretazione. Di questa battaglia senza vincitori n vinti, senza eroi, di questo testo in cui da un lato c
chi sceglie che il mondo non gli deve pi nulla e dallaltro chi va a prendersi ci che ancora il mondo gli deve, io ho scelto
di lasciarmi tentare dal vuoto come fa Lise resistendogli come fa Adelmo.
Francesco Zecca
Durata 1h 30 atto unico

SCANDALO

di Arthur Schnitzler
con Franco Castellano e Stefania Rocca
e con Filippo Borghi, Adriano Braidotti, Federica De Benedittis, Ester Galazzi, Andrea Germani,
Lara Komar, Ricardo Maranzana, Astrid Meloni
e Alessio Bernardi, Artur Cocetta
scene Antonio Fiorentino
costumi Andrea Viotti
musiche Antonio Di Pofi
regia Franco Per
testo inedito e mai rappresentato in Italia
produzione Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia
Artisti Riuniti e Mittelfest 2015
Scritta nel 1898, Das Vermchtnis, questa bellissima commedia, tuttora inedita in Italia, potremmo raccontarla anche
cos: immaginiamo che, oggi, il figlio adorato di una famiglia dellalta borghesia si innamori di una ragazza proveniente da
un altro mondo, un mondo lontano dalla forma, dai modi, dai rapporti sociali che circondano questa famiglia; in breve, una
ragazza di bassa estrazione sociale, o unimmigrata; e che da questa relazione segreta, nasca una creatura. Il giovane ha
poi un grave incidente; capisce che morir e a quel punto, svela questa storia damore ai genitori e chiede loro, come ultimo
desiderio, di accogliere in casa la ragazza e il bambino. Stupore e sconcerto, dapprima, ma poi la famiglia acconsente. La
ragazza entra in quella che, crede, diverr la sua famiglia. Allinizio accolta con calore; le persone che le ruotano attorno
paiono accettarla, ma lentamente e, inesorabilmente, alcuni segnali di distacco cominciano a manifestarsi. Dapprima gli
amici della cerchia iniziano a non frequentare pi quel luogo; il promesso fidanzato della sorella del giovane fa notare, con
sempre maggior insistenza, limbarazzo che crea nel loro ambiente questa presenza estranea; lo stesso padre d segni,
quasi involontari, di fastidio per questa nuova situazione, e le donne - le quali, se leviamo un amico del giovane, sono le
principali presenze positive in quel mondo hanno sempre maggior difficolt a contrastare questa determinazione a tornare a rinchiudersi nel proprio mondo, isolando lelemento di disturbo. Poi il bambino muore e la ragazza sempre pi sola ed
estranea, e neppure la cognata del padrone di casa, un personaggio forte che mette a nudo in tanti momenti le piccinerie,
le volgarit, le sottili violenze che permeano quellambiente, riuscir pi a fermare il definitivo abbandono della ragazza: e
sar un abbandono drammatico. Oggi, come nella Vienna di fine Ottocento. Feroce lattacco di Schnitzler alla societ, ma
costruito senza alcuna forzatura; quasi senza accorgersene, grazie alla sapiente costruzione dei dialoghi e delle scene, il
pubblico trascinato dentro questa commedia amara: e si render conto solo alla chiusura del sipario di aver assistito al
lucido smascheramento dei lati oscuri e perversi di una societ.
Durata da definire (spettacolo in produzione)

DOPPIO SOGNO
(Eyes wide shut)

di Giancarlo Marinelli
tratto dallomonimo romanzo di Arthur Schnitzler
con Ivana Monti, Caterina Murino, Ruben Rigillo, Rosario
e con Andrea Cavatorta, Francesco Maria Cordella, Serena Marinelli, Simone Vaio,
Carlotta Maria Rondana
aiuto regia Federica Soranzio
scene Andrea Bianchi
costumi Adelia apostolico
musiche Roberta Fia
light designer Mirko Oteri
regia Giancarlo Marinelli
produzione Compagnia Molire
Con il patrocinio della Regione Veneto
Dopo il grande successo delle due stagioni di Elephant Man, cercavo un testo che possedesse una caratteristica; darmi la
possibilit, come drammaturgo e come regista, di creare personaggi multipli per i miei attori; un testo che fosse gi teatro
multiplo. Dove la storia fosse tante storie; dove la verit fosse tante verit; e dove, finalmente, lamore, la morte, il senso
di colpa, il peccato e il riscatto, affiorassero prepotentemente tutti insieme.
In una Vienna innevata eppure caldissima, il dottor Fridolin riceve la pi imprevedibile delle confessioni dalla moglie Albertine: Ti ricordi, lestate scorsa, sulla spiaggia danese, quel giovane uomo? Se mi avesse chiamata, non avrei potuto
oppormi. Ero pronta a sacrificare te, la nostra bambina, tutto il mio futuro.
Dallintima confidenza di un tradimento solo fantasticato allossessione che dura uninterminabile notte; dopo aver viaggiato negli inferi della mente e della carne, sullo scivolo dellalba, i due coniugi si ritrovano soli, smarriti, ma innamorati
pi di prima.
In fondo solo questo mi interessa: raccontare, (ancora una volta), i crimini, anche solo della fantasia, che attentano ogni
giorno alla felicit della coppia; dire quanto sia disperante dover amare e essere amati, facendo i conti con linfantile
terrore e la sadica eccitazione dellabbandono; mettere in scena la follia di chi, a un certo punto della sua vita, convinto
che il dolore che subiamo, in verit, sia la punizione meritata a quel nostro abbandonare, tradire, violare chi ha scelto di
essere, per sempre, nostro.
Il teatro amare gli attori. E odiare tutto ci che riescono a essere al posto nostro.
Giancarlo Marinelli
Durata 2h 10 con intervallo

LA PROVA

con Anna Della Rosa, Laura Marinoni, Luca Lazzareschi, Giovanni Franzoni
scene Daniel Jeanneteau
luci Yves Godin
musiche Alexandre Meyer
testo, regia e coreografia Pascal Rambert
produzione Emilia Romagna Teatro Fondazione
Rptition scritto e diretto da Pascal Rambert di cui sono protagonisti Emmanuelle Bart, Audrey Bonnet, Stanislas Nordey e Denis Podalyds ha debuttato lo scorso mese di dicembre al parigino Festival dAutomne e sar presentato in esclusiva assoluta italiana a Vie Festival nellautunno del 2015. La prova ne sar la versione italiana.
Pascal Rambert regista capace di creare momenti teatrali di rara intensit. Di Rambert, direttore di T2G teatro parigino
che lavora sulla creazione contemporanea, ERT ha recentemente prodotto la versione italiana di Clture de lamour, nel
quale Anna Della Rosa e Luca Lazzareschi hanno magistralmente interpretato la cronaca sublime di una separazione
annunciata.
lo stesso percorso quello che guida Pascal Rambert nella creazione di un altro lavoro, non pi incentrato sul tema dellamore e della separazione ma riguardante la scrittura e latto creativo. E, al centro, lessere umano, lartista, confusi, messi
a nudo.
Ecco dunque che, ne La prova, versione italiana di Rptition, ritroviamo Anna Della Rosa e Luca Lazzareschi insieme a
Laura Marinoni e Giovanni Franzoni.
Uno spettacolo che assume la forma di equazione priva di incognite: in una sala prove, Laura (attrice), Anna (attrice), Luca
(scrittore) e Giovanni (regista) assistono allimplosione della loro unione artistica.
La struttura, dietro al suo apparente ribollire, molto semplice. Si assiste a un breve momento di una prova nel corso della
quale Anna coglie nello sguardo di Luca che tra lui e Laura sta accadendo qualcosa. A partire da qui spiega Rambert
ho cercato di mostrare come, allinterno di uno sguardo, potessi costruire un mondo, un mondo che poi ho voluto far
implodere. La realt viene osservata su piani diversi. Ho spesso limpressione che ci che chiamiamo verit non risieda necessariamente in ci che chiamiamo realt ma molto pi di frequente nelle finzioni. E ho visto pi verit in alcuni momenti
di teatro, danza e letteratura che nella vita stessa. Ho cercato di mostrare questo passaggio costante che caratterizza il
mestiere dellartista tra ci che attingiamo dalla vita, la sua trasformazione in materia immaginaria e questo flusso continuo che loggetto del nostro parlare. Per me la vita e la finzione sono sempre legate luna allaltra. Non si interrompono
mai. Questo flusso ininterrotto uno dei possibili argomenti dello spettacolo.
Durata da definire (spettacolo in produzione)

CHI HA PAURA DI VIRGINIA WOOLF?


di Edward Albee
traduzione Ettore Capriolo
con Milvia Marigliano, Arturo Cirillo, Valentina Picello,
Edoardo Ribatto, Dario Gessati
scene Dario Gessati
costumi Gianluca Falaschi
luci Mario Loprevite
regista collaboratore Roberto Capasso
assistente alla regia Giorgio Castagna
assistente scenografo Lucia Rho
assistente costumista Cristiana Di Giampietro
fotografo di scena Diego Steccanella
regia Arturo Cirillo
produzione Tieffe Teatro Milano

Il testo Chi ha paura di Virginia Woolf? credo sia una potente macchina attoriale, cio penso che esista fortemente in
funzione del teatro. Come certa drammaturgia contemporanea, penso a Spregelburd per esempio, non tanto nella sua
lettura che si coglie la vera qualit della scrittura ma nella incarnazione umorale e psicologica che avviene quando si incomincia a lavorare con gli attori. Un teatro che usa un linguaggio naturalistico ma che non si preclude una possibilit pi
astratta, anzi direi che la sottende. Gi il basso continuo dato dallo stato di alterazione alcolica presuppone una forma
di recitazione sporca. Come anche invita verso una estremizzazione la valenza fortemente simbolica dei quattro personaggi, con la coppia pi giovane specchio e parodia di quella pi anziana, accomunate da un problema di genitorialit. Un
testo bulimico ed estremo, sismico, che mi ha fatto pensare ad una scena smossa essa stessa, sconnessa, che ti scivola
sotto i piedi. Una scena che va in pezzi, si spezza, crolla, come il nostro Occidente incapace di uscire da se stesso e vedere
il mondo. Il tutto a ritmo di batteria, colpi su colpi.
Il testo di Albee una spietata riflessione sulla nostra cultura, sul nostro egocentrismo, sul nostro cinismo, e sullamore.
Come in un gioco al massacro, come in un interrogatorio o in una tortura, siamo in un stanza, un salotto, in una notte di
sabato, dove pian piano si d inizio ad un sacrificio, un esorcismo. Giocando e recitando ci si trova davanti alla propria
distruzione, allo stato di noia che nasce dopo la perversione, a quel non sapere pi cosa fare dopo aver fatto fuori tutto.
Nel distruggere laltro si distrugge se stessi, e poi ci si trova soli con laltro, due solitudini a confronto, senza pi difese,
senza pi riti che ci proteggono, senza pi teorie analitiche che ci consolano; soli e spaventati da tutto quello che la nostra
mente non ci voleva far vedere. Soli davanti alle proprie paure, come un bambino nel bosco, o di notte con i propri incubi. E
poi, forse, quando sta per nascere lalba immaginare di potersi prendere cura di s, e dellaltro, con dolcezza e morbidezza.
Arturo Cirillo
Durata 1h 40 senza intervallo

LULISSE

(Il mio nome nessuno)

di Valerio Massimo Manfredi


adattamento e drammaturgia testo di Francesco Niccolini
con Sebastiano Lo Monaco, Maria Rosaria Carli, Turi Moricca, Carlo Calderone
e unorchestra di 14 sassofonisti in scena
scene Antonio Panzuto
costumi Cristina Da Rold
musiche originali Dario Arcidiacono - Davide Summaria
luci Luigi Ascione
regia Alessio Pizzech
produzione Sicilia Teatro
Valerio Massimo Manfredi, scrittore, archeologo, topografo del mondo antico di fama internazionale, ha dedicato due
romanzi a Ulisse: il primo racconta le gesta delleroe di Itaca dallinfanzia di Odysseo fino alla distruzione di Troia. Il secondo dalla partenza di Ilio dopo la fine tragica e vittoriosa della lunga guerra, fino allarrivo a Itaca, dieci anni dopo, con
la sanguinosa vendetta contro i principi che insidiano Penepole e occupano il suo palazzo.
una materia cos intensa, poetica, tragica e intrisa di sangue e dolore che invece di dar segni di invecchiamento, trova
nuova linfa, dubbi e vigore nella prosa di Manfredi, che il regista Alessio Pizzech e il drammaturgo Francesco Niccolini
(che gi hanno lavorato insieme a Sebastiano Lo Monaco nel fortunatissimo Dopo il silenzio) hanno trasformato in materia
teatrale: un lungo viaggio tra poesia, disperazione ed erotismo per attraversare la vita di un uomo, anche se questuomo
ama farsi chiamare nessuno.
Questo Ulisse non procede in linea retta: la sua strada lunga e contorta, riparte da suo ritorno a Itaca, dal primo incontro
con Telemaco e suo figlio. a lui che racconter prima della grande vendetta dieci anni di guerra e dieci di faticosissimo
ritorno verso casa: come un reduce di guerra, lennesima guerra stupida inutile e aberrante del nostro mondo. Sebastiano
Lo Monaco, con tutta la sua maestria e passione, dialoga con i molti fantasmi di questa storia, in particolare le donne
e gli eroi che Odysseo ha incontrato sulla sua faticosissima strada. Perch molte sono le donne che ne hanno turbato la
vita: Elena per prima, quindi Penelope, e poi Circe, Calypso, Nausicaa, Athena. Cos come molti sono gli uomini che mai
potr dimenticare, uomini valorosi e disperati, consapevoli del loro destino di morte: Menelao, Aiace e, su tutti, Achille
con lamato Patroclo.
Il risultato sar una lunga, intensissima narrazione con una voce principe, quella di Sebastiano Lo Monaco, e intorno tutti
quei demoni divinit, mostri, nemici, eroi, vivi e morti, pi tutti i ricordi che ne hanno costellato il viaggio sterminato,
descrivendone il destino immortale.
Durata da definire (spettacolo in produzione)

CARMEN

di Enzo Moscato
con Iaia Forte, Roberto De Francesco
e con Ernesto Mahieux, Giovanni Ludeno, Anna Redi, Francesco Di Leva, Houcine Ataa, Raul Scebba,
Viviana Cangiano, Kyung Mi Lee
arrangiamento musicale Mario Tronco e Leandro Piccioni
musiche ispirate alla Carmen di Georges Bizet
esecuzione dal vivo Orchestra di Piazza Vittorio
(in ordine alfabetico) Emanuele Bultrini, Peppe DArgenzio, Duilio Galioto, Kyung Mi Lee, Ernesto Lopez,
Omar Lopez, Pino Pecorelli, Pap Yeri Samb, Raul Scebba, Marian Serban, Ion Stanescu
scene Sergio Tramonti
costumi Ursula Patzak
luci Pasquale Mari
suono Hubert Westkemper
coreografie Anna Redi
aiuto regia Raffaele Di Florio
assistente scenografa Sandra Mller
adattamento e regia Mario Martone
produzione Teatro Stabile di Torino
Carmen nelle mani di Mario Martone svela la sua natura pi intima e popolare, tra zarzuela e bassi napoletani. Scrive il
regista: Quando ho pensato di dare vita con lOrchestra di Piazza Vittorio a una Carmen napoletana, secondo i modelli
del teatro musicale popolare che vanno da Raffaele Viviani alla sceneggiata, ho proposto a Enzo Moscato di scriverne il
testo, chiedendogli un copione in cui ci fossero dialoghi e personaggi ispirati alla tradizione, ma guardando alla novella di
Mrime oltre che allopera di Bizet. Quel che mi ha sempre affascinato della novella il fatto che la vicenda rievocata:
Mrime immagina che Don Jos gliela racconti in prigione, la sera prima di morire impiccato. Enzo ha colto al volo questa
indicazione e ha scritto un testo che si muove su due piani, quello del racconto al presente e quello passato dellazione
rievocata. Ne nato lo spettacolo che vedrete, in cui procedono di pari passo le parole di Mrime e dei librettisti Meilhac
e Halvy completamente reinventate da Moscato e la musica di Bizet trasfigurata da Mario Tronco con Leandro Piccioni e
lOrchestra di Piazza Vittorio. La contaminazione totale: Napoli si pone come centro di un mondo latino fatto di nomadismi, dalla Spagna alla Francia e, via via trasmigrando, fino a Tunisi.
La lingua e la musica sono al centro di tutto, il vortice che tutto attrae: lamore, la passione, il tradimento, la libert e la
violenza, lallegria e il dolore, il mistero. Non c unepoca definita (anche se sentiamo balenare tanto la Napoli del dopoguerra quanto quella della criminalit dei nostri giorni), non c la Micaela dellopera (che in Mrime non esiste, serviva
a Bizet per ragioni morali e musicali). Soprattutto, nel testo di Enzo Moscato, la protagonista non muore: a raccontare
al forestiero (cio a tutti noi) quanto successo non c pi solo Don Jos, anche Carmen prende finalmente parola.
Durata 1h 15 atto unico

DANZA MACABRA

di August Strindberg
traduzione e adattamento Roberto Alonge
con Adriana Asti, Giorgio Ferrara, Giovanni Crippa
scenografia Marco Rossi
costumi Maurizio Galante
luci A. J. Weissbard
suono Hibert Westkemper
regia Luca Ronconi
produzione Teatro Metastasio Stabile della Toscana, Spoleto57 Festival dei 2Mondi
con la collaborazione di Mittelfest 2014
Danza macabra di Strindberg un testo illustre, interpretato da sempre dalla critica come un exemplum della vita coniugale vissuta quale inferno domestico, in cui si confrontano e si scontrano, da un lato, la natura satanica della moglie, Alice,
e, dallaltro lato, il carattere vampiresco del marito, il Capitano, che cerca di succhiare la vita del secondo uomo, Kurt,
psicologicamente fragile e remissivo.
In realt si tratta di uninterpretazione di maniera, depistata dalla forte sensibilit misogina dellautore svedese. Una lettura pi attenta del dramma consente invece di prendere atto che, pi semplicemente, siamo di fronte allinferno domestico
di una coppia per niente infernale. La vicenda inizia e finisce su toni e timbri di misurata cordialit coniugale. solo con
larrivo del terzo, di Kurt, che cominciano le tensioni. Il Capitano e Alice sono come una coppia di attori, tranquilli quando
non c pubblico, e subito eccitati dalla presenza di uno spettatore. Larrivo di Kurt loccasione perch entrambi i coniugi
si animino e si esibiscano, calandosi ciascuno di essi nel proprio personaggio: il vampiro per il Capitano, e la femmina diabolica per Alice, che seduce il timido Kurt. La fuga finale di Kurt riporta la coppia al punto di partenza, alla calma routine
esistenziale.
Per Ronconi siamo cio di fronte alla rappresentazione di una storia infernale ma risibile, che fa pensare curiosamente al
vaudeville di Courteline, Les Boulingrin, andato in scena nel 1898, pochi anni prima della stesura diDanza macabra(1900),
in cui i coniugi Boulingrin si scatenano allarrivo di un ospite in visita, su cui proiettano farsescamente le tensioni della
coppia borghese.
Roberto Alonge
Durata 90 atto unico

LE SORELLE MACALUSO

di Emma Dante
con Serena Barone, Elena Borgogni, Sandro Maria Campagna, Italia Carroccio, Davide Celona,
Marcella Colaianni, Alessandra Fazzino, Daniela Macaluso, Leonarda Saffi, Stephanie Taillandier
scene e costumi Emma Dante
luci Cristian Zucaro
armature Gaetano Lo Monaco celano
organizzazione Daniela Gusmano
regia Emma Dante
produzione Teatro Stabile di Napoli - Thtre National Bruxelles, Festival dAvignon, Folkteatern Gteborg
in collaborazione con Atto Unico Compagnia Sud Costa Occidentale
La scena vuota e buia. Soltanto ombre abitano questo vuoto finch un corpo viene lanciato verso di noi. Loscurit espelle
una donna. Adulta. Segnata. Dal fondo appaiono facce di vivi e morti mescolati insieme. Tutti sono a lutto. Il piccolo popolo
avanza verso di noi con passo sicuro.
La donna danzante si unisce al corteo. Le sorelle Macaluso sono uno stormo di uccelli sospesi tra la terra e il cielo. In
confusione tra vita e morte.
La famiglia composta da sette sorelle che si fermano a ricordare ad evocare a rinfacciare a sognare a piangere e a ridere
della loro storia. il funerale di una di loro. Nel confine tra qua e l, tra ora e mai pi, tra e fu, i morti sono pronti a
portarsi via la defunta. Se ne stanno in bilico su una linea sopra cui combattere ancora, alla maniera dei pupi siciliani, con
spade e scudi in mano. Una famiglia in movimento che entra ed esce dal buio. Vedo un giovane padre apparire alla figlia
cinquantenne, una moglie avvinghiata al marito in un eterno amplesso, un uomo fallito anche da morto, vedo i sogni rimasti
sospesi tra le ombre e la solitudine e vedo gli estinti stare davanti a noi con disinvoltura.
uno spettacolo profondo e delicato Ecco questo Le sorelle Macaluso, bello perch costruito con una comunicazione autentica ed essenziale, dove non c nulla di morboso, dove la commozione si mescola allironia, dove la morte
descritta con una partecipazione di vita, quasi come un destino, un modo di essere da cui impossibile staccarsi. Tanto
che il silenzio che chiude lo spettacolo dopo la danza libera di un corpo nudo anzich raccontarci la caducit della vita ce
la rende eterna.
la Repubblica
Chi conosce il teatro di Emma Dante, nel nuovo spettacolo Le sorelle Macaluso ritrover, emozionandosi, certe atmosfere,
certe posture e movimenti, certe figure, e certi elementi, che rimandano ad alcune di quelle opere che lhanno imposta sulla scena italiana e internazionale, e che sono rimaste impresse nella nostra memoria. Ritroviamo tutto questo insieme al dialetto stretto palermitano con laggiunta di quello pugliese come una mappatura dellanima, dentro la partitura
corporale e scenica de Le sorelle Macaluso, spettacolo che, per la regista e autrice palermitana, segna in maniera evidente
un ritorno alle radici del suo linguaggio pi dirompente e squassante; dove il tema della vita e della morte risulta ancora un
binomio indivisibile, potente, continuamente da esplorare, sempre allinterno di un nucleo famigliare.
Il Sole 24 Ore
Durata 70 atto unico

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