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ALBIGESI
ROMANZO STORICO
di
GIUSEPPE LA FARINA
0 3 i! 0 V42
Luigi Ponthenicr e C.
Tipogra Fdilm-.
GIORGIO FRA
I &3\
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GLI
ALBIGESI
BUMANZO STORICO
DI
GIUSEPPE LA FARINA
"0LUME I".
G E N 0 VA
Slabimenlo Tipugtac0 Ponthauier
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l "a. _4 .. _- .._.w; .4._, f.
HMM .\.g,,;"
LIBRO TERZO.
CAPITOLO I.
_6_.
mosissima, come i nostri lettori han potuto vedere,
era una donna, ed avea ricevuto leducazione del
-- Edmondo ! Edmondo!
- Son io... son io, risponde la voce.
Ed i colpi crescono di celerit e di forza, e si avvi
.-.1
cinano , e
i sassi che
- Ah!
Ruggiero!
- Edmondo! Edmondo!
- Signora!... eccomi... qui... un istante...un istante
ancora.
E i colpi raddoppiano con maravigliosa prestezza;
ma anco l'acqua monta, monta, monta con grandis
.._8_
._9._
spezzasse.
Maria si rammento di ci che molti anni indietro
avea veduto fare ad un medico, che avea studiato a
_10_
lo chiamava a nome. Non era ancor terminato il suono
di quella voce evole e soave, che Edmondo era ingi
nocchiato accanto alla viscontessa, e presa la sua mano,
_.11__
distratta:
pensiero,
Edmondo
pi forte
da questa
_12_
- Tu sua donna!
_15__
ci a salire. Tutto a un tratto, ella gitta un grido,
e cade rovescia gi per la scala e stramazza in can
tina. La lanterna, ch ella aveva in mano, nella ca
._14_
CAPITOLO II.
Come Edmondo dette la lettera di Maria
al signore di l\linerve e ci che ne segu.
._15_
se ne accorgesse.
Ordinate queste cose, Edmondo entr nella camera
di Guirardo, e gli disse che aveva un segreto da
confidargli. Il vecchio, che amava moltissimo Ed
mondo per la fede che serbava alla sua signora e
- Si signore, Maria.
- Una donna bruna, robusta, con occhi neri....
bella... oh molto bella una volta!
- Per 1 appunto come voi la descrivete o signore.
- E dove si trova... dove si trova codesta don
_1_8_.
_19._.
._20_
nell' avvenire 1
Un giorno la viscontessa disse ad Edmondo:
- lo ho deciso di partire.
- Quando, signora?
-- Al nuovo giorno.
_25_
_94._
._25._
ciulla e la serenit di un angelo, a te, che oramai
non sei pi un fanciullo abbandonato, ma il gliuolo
del signore di Minerva.
Edmondo sent tutto il suo sangue aluire al cuore,
e quindi al viso; Guirardo continu:
_6_.
_27__
_gg_._
-* Non dite cos, padre mio... non dite cos...
io sento che noi ci rivedremo. ,
Mezz ora dopo Guirardo, appoggiandosi alle pa
reti della piccola scala di pietra, saliva lentamente
CAPITOLO III.
Come Baldovino di Tolosa si un a nemici di suo fratello
e divent vassallo del Monforte
_.29__
_50._
gnazione di Tolosa.
Baldovino non era tanto semplice da credere sin
cere le parole del Monforte; ma la lode e tal ve
leno sottile che s insinua nel cuore umano anco a
dispetto della ragione, tanto pi quando si crede
meritata, e quando trovasi esacerbato dalla ingrati
tudine e sconoscenza.
- Credete voi dunque veramente, disse Baldo
vino che questa sia 1 intenzione di mio fratello?
_51_
Monforte prosegui:
- In quanto a me, s io avessi un fratello come
voi, ancorch e fosse bastardo, mi terrei lietissimo
ed onorato di dividere con lui i miei dominii e le
mie ricchezze.
-- Vi ringrazio di molto, signor conte, della
stima che fate di me, disse Baldovino, volendo in
terrompere questa conversazione, evi priego di dirmi
_.52_.
la riputazione, la vita e 1 anima vostra per un uomo
valore.
- Mio fratello stato ingrata verso di me; ma
io non sar traditore verso di lui.
_55_..
._ al -.
spero che dalle mie opere voi avrete avuto una prova
della mia fedelt.
.
- Al contrario, rispose il conte: io ho avuto
_5j_
_.56-_.
CAPITOLO IV.
Della prima ferita che tocc il giovine Raimondo
di Tolosa.
imbiancata,
__.51_..
_58_.
-59
\
per la loro
__40_
seguivano la processione, piangendo e mettendo ulu
lati. A loro si un Guglielmo Arnaud gridando:
- Abbiate piet di me povero peccatore; acco
glietemi nella vostra santa comunit: non mi lasciate
-41_
_42_
_.15_
-__44._
un folletto.
'
',4
_45._
si re
__46_
__47_
_48_.
'
_.49_
cando:
-- Oramai che sono rassicurata sulla vostra sa
lute, ritorno al castello. Ed usc , gittando di su alle
spalle uno sguardo di disprezzo ad Eloisa, che con
fusa, smarrita, tremante, a capo basso e ad occhi
vergognosi, stavasi a pi del letticciuolo.
Al sorgere del nuovo giorno, in una terrazza di
marmo, che dava sul giardino del castello Narbo
nese, tra belle spalliera di aranci e di mirti, rischia
rati da primi raggi del sole, vedevasi Sancia seduta
_50_
_.51._
-- Nessuna.
- Siete adirata con me?
- No.
- Posso crederlo?
-- La figlia di un re di Aragona non mentisce
per essere divenuta donna del figlio del conte di
Tolosa.
- Le vostre parole sono acerbe, o signora.
_52._
-- Un altro!
-- Ma io ti amo, io. E cos dicendo ella gitt
rapidamente le braccia al collo di Raimondo , ed im
presse sulla sua bocca un bacio cosi ardente, che
quasi avesse esaurito in esso tutte le sue forze, ri
cadde sui cuscini, gitt indietro la testa, e rimase
come assopita in voluttuoso languore.
CAPITOLO V.
Dell'auedio di Tolosa e della giornata di La: Navas
de Toledo.
_55_
._.54_
adirata:
- Forsennato!
cere!
I Vincitori rientrarono in citt fra le acclamazioni
e gli applausi del popolo, che gridava Tolosa e Foix,
_55-_
'
_se
-- vero.
--
Tu m inganni?
lo ingannarti!
E chi costui?
Non lo so; ma ell ama un altro, te lo giuro
pel profeta.
_51_
_5s
Raimondo stette silenzioso e a capo chino. Fatima
gitt un urlo che parve ruggito di lionessa, e ratta
come un' ombra scomparve.
L assedio di Tolosa, del quale non descriveremo
i varii accidenti, dur lungamente, senza alcun ri
sultato, perch i Tolosani, ben provveduti di mu
nimenti, di macchine, d arme e di denari, e della
loro libert. amantissimi, virtuosamente resistevano;
_59__
_60_.
croce.
L esercito cristiano traverso le sterili gole, nelle
quali spumeggia la Lonza, e pose l accampamento
._61_
di Toledo.
-62-
__65_
_64_
voce.
I cavalieri e scudieri si tiraron da parte, e Pietro
vide a se dinanzi un arcivescovo a cavallo col piviale
e colla mitra, seguito da un buon numero di cano
nici e di altri cherici coperti de loro pi ricchi pa
rati sacerdotali.
_65._
_66_
_.67__
CAPITOLO VI.
Che vi pu essere di comune fra una glia di re
e una popolano.
_68_
- Vi rivedo al ne donna Sancia? disse il gio
vine in tuono di doloroso rimprovero.
- Si mi rivedete Montmorency, giacch cosi avete
voluto, giacch collentrare, quasi tutte le notti, fur
tivamente nella citt di Tolosa, voi esponete, come
un insensato, a gravissimo pericolo il mio onore e
la vostra vita.
Aveva donna Sancia detto appena queste parole,
che come un ombra bianca pass rapidamente nel
fondo della terrazza, e subito si ud un grido:
-- V e gente estranea nel castello!
Le sentinella delle torri chiamarono all' arme! La
contessa spinse Montmorency verso la balaustra, per
ch discendesse senza perder tempo; ma la scala non
v era pi, e la terrazza era pi alta di trenta brac
cia dal suolo! Confusa, smarrita, quasi fuori di
se, donna Sancia trascin rapidamente Montmore
ncy gi nel giardino; e frattanto le grida continua
vano, e udivansi e vedevansi porte e nestre aprirsi,
guardie e valletti accorrere con accole accese e
spade in mano; ne tard a comparire sulla terrazza
-69_.
._70_
__71_
Donna Sancia accolse le due amiche con quel sor
riso delle grandi dame, che vela coll all'abilit la
superbia. Ell' era seduta in un gran seggiolone di vel
tilde.
- Del servigio che avete reso al signor conte
mio marito.
siate ricche.
- Ricche non siamo, disse Matilde, ma il ne
cessario abbiamo, e i nostri desiderii non vanno pi
in la.
_72_
Eloisa.
-- Ah! siete tutte e due d accordo per disubbi
dirmi?
- Oh! mio Dio! esclam Eloisa, si direbbe che
noi abbiamo avuto la sventura d incorrere nella vo
stra disgrazia.
_
_15_
_74_.
- Signora! signora!
- Non pi.
-- Ma voi mi uccidete con queste parole.
CAPITULO Vll.
Di ci che segu nel campo di Muro! la vigilia
della battaglia.
_15_
dove metton foce nel detto ume le onde del Lange,
a nove miglia da Tolosa. Le loro forze riunite som
._16_.
-77__
__78_
_19_
__80_
__81._
_3g._
lebrare la messa, pigliano le arme contro a cristiani.
E via subito di qui.
Non aveva Pietro finito di pronunziare queste pa
_ S5 _
_84_
_85_
_86_
soccorso.
- Voi dunque non commettereste la giornata?
- No, signor re.
-- E credete che in aperta campagna potremmo
esscre battuti?
frett di dire:
- Noi abbiamo rimesso le nostre persone e le
nostre terre nelle mani vostre, signor re di Aragona:
tocca a voi comandare, a noi ubbidire.
- Noi non siamo venuti in Linguadoca per chiu
_81_
lo?
Si, voi.
lo domando lonore di comandare lavanguardo.
E perch?
Perch voglio darvi tempo di respirare, prima
-88_
-_89_
assoluta.
- lo scommetto la pi bella perla della mia co
rona, disse il re Pietro, che lo stesso seguirebbe a
te, se tu profanassi i misteri della nostra santa re
_90_
_91_
-- Non vedete voi, signore, che queste luceme
impallidiscono, e che i primi raggi del sole gi pe
netrano in questa tenda?
- Ebbene, alla vittoria doggi adunque, disse il
re vuotando un altra coppa. E quindi alzatosi, e
fattosi sull ingresso della sua tenda:
- Trombettieri, grid con voce altissima, suonate
CAPITOLO VIII.
Della battaglia di Mani.
__92_
- Signori vescovi, noi non otterremo nulla. Mi
rate il gran tumulto che v' nel campo nemico; e
tempo che voi ci permettiate di combattere, e che
la volont di Dio sia fatta come in cielo cos in terra.
_95._
I cavalieri scavalcarono e s inginocchiarono. Il ve
scovo grid loro:
giunto il
_94__
Io vi giuro che Pietro di Aragona sar precipita
to in questo ume, come Faraone nel mare Rosso; e
che i conti di Tolosa e di Foix e di Comminges sa
ranno ignottiti dalla terra come Core, Datan e Abirom
che si ribellarono al Signore.
Quindi i vescovi, gli abati, frate Domenico e tutto
il clero si ritrassero nella chiesa di Muret, d onde
scoprivasi la sottoposta pianura, cantando:
_95_
_95_
maggiore, le vacillanti schiere sosteneva, le fuggenti
riordinava, de falli degli avversarj traeva protto, a
quelli de suoi riparava; si che grazia. all arte sua, la
giornata cominciata male per la fuga de Catalani,
pareva volgere contraria all esercitocrociato.
Il re Pietro di Aragona era stato da lui persuaso
a barattare il casco reale e l armatura con un cava
liere aragonese, perch sapevasi che Alano di Bouci,
Fiorenzo di Villa ed altri cavalieri francesi avean fat
to sacramento di non combattere che il re di Ara.
gona e di averlo, ad ogni costo, 0 vivo 0 morto, nel
le mani. Questi di fatto si avventarono tutti uniti sul
cavaliere coperto delle armi reali, ed Alano gli dette
un colpo di lancia, e lo sbalz gi da cavallo.
-Non il re di Aragona, grid il francese : il re
di Aragona e miglior cavaliere di costui.
Il re, ch era vicino, udite queste parole, non po
t pi frenarsi, e spronando il suo cavallo, disse ad
alta voce:
-- Ecco il vero re di Aragona.
Allora tutti gli sono addosso, ed egli a tutti resiste,
e contra tutti combatte, nch il suo cavallo, con un
_91_
_98_
_.99_
cavalieri, ritentava un ultimo sforzo, non foss altro
per dar tempo a fuggenti di riparare dentro le mura
di Tolosa. Quivi si riappicc adunque accanita e ter
-100
-li)'l
tavano:
Judcx ergo cum sedebit,
Quid quid latet apparcbit;
Nil inultum remanebit.
-102
dov' il re di Aragona?
- Qui, in questo luogo egli caduto, rispondeva _
Alano di Bouciqui: bisogna cercare in questo mucchio
di morti.
-Bene! bene! cerchiamo, diceva il Monforte, e
_103_
-'104
-105
-'106-.
CAPITOLO IX.
Della infelice ne di Baldovino di Tolosa
e del ritorno di Agnese al castello del vecchio Guinrdo.
-107
non lo siete?
rispose il castellano: e poi io
potendo pi adoprare le armi,
che la sorte delle armi mi de
-108...
-109
-110_.
-lli
-112
-115
-114
-115
-116
e leale cavaliere.
- lo sono un bravo e leale cavaliere, tu mi dici?
-117
mondo.
-118
CAPITOLO X.
Come la citt di Tolosa li sottomiee alla Chiesa romana
e a Simone di Monforte.
-119
-120
nendoli nella inazione, ch il pi fatale veleno delle
guerre popolari, dette campo al Monforte, cogli aiuti
che avea ricevuti dalla Francia, di soggiogare e ga
stigare tutte le terre e castella che gli s' erano ribel
late, e da ultimo gli conferm il possesso di tuttii
-121
-122
'- 125 -
-124
-125
scova.
- Non necessario, replic il conte.
-- Il signor legato, nella sua misericordia, vi con
-126
'
-121
- E tu ne dubiti?
-- Che vuoi chio sappia? lo sono un povero
ignorante.
-- Lasciati adunque guidare da me.
-- E che vuoi ch io faccia?
- Vieni meco.
-- Dove ?
- A tentare la nostra fortuna.
- Al giuoco de dadi, o a quello degli scacchi?
- N all uno, n all' altro; ma nella via del
- Esiti?
,
-- No, ascolta: tu hai altre ingegno ed altri
studii di me, perciot:ch io, come sai, non oltre
-128_
- possibile.
- Ed io vedo innanzi a me un orizzonte ster
minato.
'
-129
Auro. Val. m.
-150_
- Potr io meritare 1 alto onore di ricevere
nella mia casa 1 illustre mio signore? disse David di
terrazza.
- Viva la santa chiesa! Viva il vescovo Folco!
Esterminio agli getici! gridava Pietro Cellani dalla
corte.
-151
CAPITOLO XI.
Come Luigi glio del re di Francia venne per la prima
volta in Linguadnca e vi conquist la Mucclln di San
Vincenzo, e di ci che si fece nel concilio di Laterano.
-'159
-'155-
-154
cessero.
Dopo avere ottenuto che il conte di Foix mettesse
il suo castello nelle mani del cardinal legato, Luigi,
in compagnia di costui e di Simone di Monforte,
giunse a Tolosa. Il vescovo Folco gli and incontro
col libro delle sacre scritture in mano, ed apertolo
al capo XIII del Deuteronomio, lesse queste parole:
-- Quando tu udirai che alcuni uomini scelle
rati sono usciti nel mezzo di te, ed hanno invitati
gli abitanti della loro citt, dicendo: Andiamo e ser
viamo ad altri dii, i quali voi non avete conosciuti;
informati, investiga e domandano ben bene: e se tu
trovi che la cosa sia vera e certa, e che questa cosa
abbominevole sia stata fatta nel mezzo di te; del tutto
_155_
-'156-
'
-'157
dell eresia.
A Roma si erano recati il conte di Tolosa e suo
-'158
-159
usiamo parlare liberi come il vento che vi sotia do
dici mesi dell anno.
1 conti di Tolosa e di Comminges narrarono tutte
le iniquit commesse da Simone di Monforte, n di
menticarono di chiedere vendetta pel visconte di Be
ziers, non eretico, n fautore di eretici, eppure di
spogliato de suoi dominii, preso con gran perdia e
fatto morire di veleno.
Guido di Monforte e gli altri ambasciatori di Si
mone furono allo'ra introdotti nel concilio, e dichia
rarono che se si ristabilivano i tre conti ne loro do
minii, se non si lasciava il Monforte in possesso
delle terre occupate, se non gli si dava ragione per
l' affare del ducato di Narbona, che larcivescovo
Arnoldo intendea d usurpare, nessuno nell avvenire
avrebbe pi pigliato le arme in pro della fede.
- Ma qual danno non ne verr alla chiesa, non
si pot frenare di dire papa Innocenzo, se si grande
ingiustizia sar. consumata?
Queste parole destarono grande maraviglia nel con
cilio; e gi. molti dicevano fuor di denti, ch era uno
scandalo vedere il capo della chiesa abbandonare i
campioni della chiesa.
v
Frattanto questo dialogo seguiva sottovoce fra Ar
noldo arcivescovo di Narbona e il cantore della chiesa
di Lione:
-140
-141
-142
Monforte!
- Si calunnia il difensore della fede !
- Si vitupera il nuovo Giuda Maccabeo!
- Chi piglier pi le arme in difesa della reli
gione, se voi gli niegate il premio al quale ha di
ritto?
-145
diritti.
Ma queste esortazioni non valsero a rassicurare
papa Innocenzo, il quale, vedendo potente e nome
rosissima la parte del Monforte, si allrett a chiu
dere la sessione con queste articiose parole:
- Non vi confondete pel gliuolo del conte di To
losa; perch se il conte di Monforte gli riterr i suoi
dominii, io gliene dar degli altri: s egli fedele
a Dio e alla santa chiesa non mancher di nulla.
Cosi sperava papa Innocenzo satisfare a partigiani
del conte di Monforte e mostrarsi nel medesimo tempo
benevolo col glio del conte di Tolosa.
-IH
crociate per esterminare gli eretici dalla provincia
-'145
\
'
10
-146
-147
CAPITOLO XII.
Come Eloisa fu intera-agata dal vemovo Folco
--148
lomone.
'
esclam il vescovo.
-- E poi ora tutta la sua persona , soggiunse lal
tre, si perfezionata in bellezza e spande intorno
come un profumo di volutt. Io son vecchio, signor
-149
- Basta, Salvanhac.
- Poterle dare un bacio, stringerla nelle proprie
-150
-151
-152
a pie', dicendo:
'
-'15'5
-154
-155
protl'erte?
- Non signore. disse Eloisa abbassando gli oc
chi; io non so mentire.
- un amore adunque ?
- un amore, mormor Eloisa.
-- Un amore colpevole, grid il vescovo, un a
-'156
-151-
-158-
scovo.
- No, mormor Eloisa.
- No! url il vescovo; ma tu non hai compreso
arbitrio: basta una mia parola per farti morire sul rogo.
- No voi non lo farete, signor vescovo.... que
sta sarebbe troppo grande iniquit.
-159
-'160
- Misericordia, signore!
- Scegli ti dico, grid il vescovo, pigliandola
-161
tota.
- Scrivete, che questa donna, serva fuggitiva
CAPITOLO XIII.
Come Raimondo di Tolosa visit la Lingundoca
e di ci che vi trov.
il
-_1es_
Diciamo due mercadanti perch tali li mostravano il
loro modo di vestire e le balle di mercanzia che
avevano sul loro muli; ma in verit essi erano Rai
mondo di Tolosa e il suo scudiero Audeguier.
- Per ci che noi ci proponghiamo di fare, di
cova Raimondo, poco vale il corraggio, e moltissi
ma la destrezza.
- Sentite signore, rispondeva Audeguier: io vi
dico che voi resterete contento di me. Fossi stato
ance stupido come un oca, dopo il nostro soggiorno
a Roma, sarei divenuto astuto come una volpe. Oh
nocenzo.
---
'
-165
- E se fossimo battuti?
Raimondo rimase pensieroso; lo scudiero prosegui:
della spesa.
- Hai ragione Audeguier: _tu mi persuadi.
-- Anzi continu lo scudiero, venti cavalieri, ora
che ci penso, impossibile che traversino la Lingua
doca senz essere osservati; e dappoich siamo riso
-164...
-165
-166
pi la medesima!
- Di fatto, disse Raimondo, io faceva notare al
mio compagno l' abbandono in cui sono le terre per
le quali siamo passati.
-167'
-168
-169
prii occhi.
- Continuate adunque il vostro racconto, disse
Raimondo: le notti di gennaio sono molto lunghe,
e noi avremo tempo abbastanza di dormire.
-17'1
-172
CAPITULO XIV.
Come Raimondo di Telo la
-175
-174
_firs_
- Per riscaldarci abbiamo una zucca piena di vino,
- 176 '
-177
12
_irs
le loro botteghe e officine ; erano famiglie di colti
buon vino.
- E si che avrete ogni cosa, disse con sorriso
tristamente ironico un uomo, che stavasi seduto presso
al fuoco, col mento appoggiato nelle mani.
_ Ma, mio Dio! datti pace, mio buon Marziale,
-179-
Donna di Castelnaudary.
- Avremo almeno del vino? domand Audeguier.
- Del vino! esclam Marziale con tal atto di
maraviglia come se gli fosse stato richiesto dell am
brosia del paradiso. Del vino! Ma voi non sapete
adunque, che col pretesto che io avevo preso cura
-180_.
tato via, non che le botti, sino gli usci della casat
- Vino non ne abbiamo, interruppe la donna ,
che non volea lasciar pi dire suo marito; ma ab
-181==
-'182
- 185 -
a gridare:
'
-*- Abbiate piet di noi, che fummo nobili signori
e prodi cavalieri della Linguatloca. Muoriamo di sete,
geliamo di freddo! Una gocciol-a d" acqua! una goc
ciola d acqua.
-- Ecco la mia corte, gridava il pazzo: sono i
pi nobili cavalieri della Linguadoca. Gli ho voluti
tutti senz'occhi perch non vedano la bellezza di Laura,
che sono riservate a me solo, a me signore di Sai
__ 185 __
scomunica!
185
'
-186-
_187
la sua sonpma.
- E lhai trovata?
- Diabolicamente traditrice.
- Veramente?
-- Di pi, accortosi egli ch io 1 osservava,
uscito dall' osteria: vedetelo, eccolo l.... e si dirigge
Cm. l.
11.
segu . . . . . . . . . . . . . . . .
[I].
IV.
V.
Raimondo di Tolosa . . . . . . . .
Dellassedio di Tolosa edclla giornata
di Las Navas de Toledo . . . . . .
Vi.
5.
14.
52.
67.
X.
XI.
74.
9].
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118.
147.
161.
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ALBIGESI
ROMANZO STORICO
GIUSEPPE LA FARINA
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Luigi Ponthenier e C.
Tipogral Editori.
GLI
ALBIGESI
ROMANZO STORICO
DI
GIUSEPPE LA FARINA
VOLUME IV;
G E N 0 VA
Stabilimento Tipograco Penthenier
1855.
(Iii E(iil(.ri intendono gn(i del privilegio avcordatn sulla propriet Ivtlcraria
avendo adompito a quanto proscrivv la Legge.
LIBRO QUARTO.
_5_.
__7._
_8_
_9._
-- E dov adunque?
--
In Provenza.
In Provenza?
Per l appunto.
Con suo figlio?
_10_
_11_
- E" cosi lddio, soggiunse Folco, ci perdoner i
nostri peccati: non vero, frate Domenico , che
Iddio ci perdoner?
dell inferno !.
- Penitenza! penitenza! esclam il vescovo Folco,
affinch io possa dire coll apostolo delle genti: lo
gastigo il corpo mio, e riducolo in servit dello spi
rito; e gitto un fondamento di penitenza, per farvi
un edicio di eterna salute.
- S, disse Domenico, penitenza ed espiazione.
-- Le carceri del vescovado sono piene di eretici,
rispose il Folco: offriamo un sacrizio d" espiazione
al Signore: e che il fumo del rogo in cui ardono
gli eretici ascenda al suo cospetto, ed egli lo riguardi
_14__
-- Ordinate, uomo di Dio, ci che io debbo fare.
- Lasciate che questa donna sia convinta di ere
sia, e che subisca la pena dagli eretici meritata.
-- E se fosse innocente?
_15_
zione. Le rondinelle andavano e venivano aiiacendate,
...'16-.
_ 17 __
Con uno sguardo il mondo innamorate,"
Co denti belli e il petto alabastrino.
Quando la rosa le sue foglie spande,
Allora buona a mettere in ghirlande;
Quando la rosa spande le sue foglie,
Maledetto d'Amor chi non la coglie.
_19_
- possibile.
-- Ma non v pi?
- Sar partito.
- Per dove ?
-- Non lo so.
- Anche la sua donna?
- Vi dico che non so nulla.
- Ma voi fate per cella.
Il magnano guard Audeguier con un certo terrore;
questi continu:
- L' osteria adunque disabitata?
_20_
affrettando il passo, come sollecitato dal grave peso
che aveva sulle spalle; ma le guardie gli misero le
mani al collo della cosacca, e cominciarono a guar
darlo in viso con molta attenzione.
- Che volete voi che mi guardate cosi in viso?
__21__
bello colle frutta; ma la riessione venne a tempo
per consigliarlo a non rivoltarsi, e ad andar via
._22_
-25_
_ 24
rivoltava da tutte le parti: la borsa era sparita.
Quando la mattina seguente entr il carceriere a
portargli il pane e l' acqua:
'
- Signor carceriere, e gli disse: sapreste darmi
notizia della mia borsa?
- Qual borsa?
._ 95 _
- Ma di che mi ringraziate, e di che v inge
rite voi? domand con voce barbera il carceriere.
.__26_
__27_.
- Dici pure, figlio mio: qual altro peccato ti
rimorde la coscienza?
posso
di le
a re
come
_28_
- Chi mi pesta?
__9._.
minate su piedi.
Audeguier si rivolse a destra, e subito unaltra
voce:
qui v gente?
- Ma io non vedo nulla per la buona ragione
che siamo al buio, e che io non sono un gatto, n
una civetta: abbiate la compiacenza d indicarmi un
posto che non sia occupato.
-- Sar difficile, rispose la voce; ma del resto
_:0_
CAPITOLO III.
Come Audeguier usci di prigione acnm il Concentimento
del vescovo.
'
_51_
ad Audeguier.
- Si, e sono stato trovato buon cattolico.
- Chi vi ha esaminato?
- Un santo frate, le cui parole eran tutte soa
vit e dolcezza, un vero servo di Dio.
-- Fortunato voi che non siete cascato nelle mani
di Pietro Cellani.
- Di Pietro Cellani , disse maravigliato Audeguier ;
e chi questo Pietro Cellani del quale parlate.
- Colui che fu gi. scudiero del conte di Tolosa,
_56_.
una mosca.
_53__
_,)9_
_4o_
-- La somiglianza perfetta: aspetto gentile e
nobile, guance rosate, capelli biondi e inanellati.
- Eh diavolo! esclam lo scudiero; ma io sono
bruno come un etiope.
l nti mercadanti proseguivano:
lui certamente.
._.41_
CAPITOLO IV.
Come maestro Roberto, in memoria del santo martire Pietro
di Cutelnau, accoglieva i religiosi nella sua osteria.
_42_
_4.5_
che si custodisce in San Giovanni dAix, e che ha
la virt di rendere invisibili.
- Vediamo la nestra.
- Oste del diavolo! essa d in una corte.
- Bisogna risolvere.
- Prima di tutto assicuriamoci di non essere sor
presi nel mezzo delle nostre deliberazioni.
neanco.
- Ah! disse Raimondo: e di dove vuoi adunque
uscire? dal palco?
- Non dal palco; ma....
_45__.
_46_
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botola, e si lasci cader gi. Raimondo, che non
poteva pi resistere agli urti degli assalitori, e che
gi. vedeva rovinarsi sul capo il suo edicio di di
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._49__
- Che importa?
- Importa moltissimo, perch io non mi voglio
fare ammazzare o ricondurre nella prigione del ve
scovo di Tolosa. Sapete voi che non si scende due
volte dalla nestra col lo come fanno i ragni? E
_50_
CAPITOLO V.
Come i Marniglieei ricevettero per loro signore
il giovine Raimondo di Tolosa
-51_
- Lavete veduto?
- No, e voi?
- Neanch io.
- Che non sia vero?
-- Pare impossibile!
Questi dialoghi si udivano in tutte le vie; e lan
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--53_
_54_
__ 55 __
.__60_
_(59_
_.65_
mento.
Queste parole furon dette con si fiera voce e cor
_61_
_65_
mente, e cosi -costernata e spaurita che non avea
pi forza di piangere.
L indomani sera i famigli del vescovado vennero
a prendere Eloisa, la condussero alla presenza di Fol
_66_
sens1.
_67_.
__68_
-69_.
CAPITOLO VII.
Della politica e de. teologia del vescovo Folco.
_10_.
_11_
_.-72
_15_
__74__
chiesa. Egli era pallidissimo, ed un brivido continuo
agitava tutte le sue membra. I suoi cavalieri, che
luomo seguito, gli fecer cerchio, confusi, sbalor
diti, spauriti della sua paura, dappoich non poteva
essere che cosa veramente terribile quella che faceva
tremare un si intrepido guerriero. Nessuno osava in
_75_.
pareva che volesse espiare colla ferocia la paura di
mostrata: nelle sue azioni v era delfuriosoedellin
sensato, quasi nulla vedesse e sentisse, quasi obliasse
se e i compagni, quasi stordir si volesse colla concita
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_.77__.
i morti.
-- Adunque, disse Simone pi rassicurato, il de
' monio pu prendere la figura e similitudine de morti?
- Cos , glio mio, come si legge nelle Sante
_18_.
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._ 80 _
- Un inganno adunque?
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_gg_
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CAPITOLO VIII.
Come Simone di Monforte fece l accordo co'Toloaani
._84._.
sona.
Fu quindi rogato il trattato, e si cominciava a
sottoscrivere, quando udironsi nella piazza grida con
._85_.
l ansiet. e quel sospetto pel crescere ed appressarsi
delle grida e del fragore, alcuni de pi animosi ten
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quelle grida e supplicazioni non giungessero sino a
lui: voi metterete in libert tutti i prigioni.
I Tolosani levarono un grido di gioia.
per
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Simone di Monforte?
-- Venerabile, han ricevuto tutte le cure e le as
_91._
nel mistero, si che se ne vedano gli effetti, senza
che alcun profano possa discoprirne le cagioni: cosi
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ripeto, in nome del grande architetto dell universo,
del Dio di tuttii secoli e di tutte le genti e nazioni.
Un mormorio di approvazione segui queste parole,
e con una grave e solenne melodia i congregati in
tuonarono questo cantico:
stri fratelli.
Architetto del mondo, Dio tre volte grande, spi
rito eterno, volgi uno sguardo favorevole su questi
luoghi, dove si celebra il tuo santo nome.
Onore alla virt! Per essa noi edichiamo il sa
_95_
_94_
CAPITOLO IX.
Come la citt di Tolosa li nottraue alla signoria
di Simone di Monforte.
parve.
- Chi viva? dissero i primi.
- Foix! risposero gli altri. E delle tre schiere se ne
form una sola, la quale prosegui il suo cammino alla
volta di Tolosa. Era quasi a sei miglia dalla citt,
quando tutto a un tratto si solferm , perch senti
__95__
_.91_..
- Pietro l Orafo.
- Presente, capitano.
-- Raimondo Blanc fornaio.
il comandare.
-- Se vi piace, comander io, signor capitano, ri
_93_
rumore.
- Si, si, questo lo sappiamo, meglio dormire
che far rumore.
'
- Voi dite benissimo, maestro Ruggiero, e si vede
_.99_
-100
-101
-102-
-'105_
- Com a dire!
- Che, dandoci il mezzo di fornire al signor conte
capitolii.
- E che proponete voi dunque?
- Di non pagare,
-104_
ribile?
- Pensate che siamo padri di famiglia.
- lo ho moglie e cinque figliuoli.
-- lo ho i miei fondachi pieni di broccati; non
ci vorrebbe altro che qualche nuovo saccheggio o
qualche incendio per rovinarmi.
_ Non amare la patria commettere simili follie.
-'-105
- Ma i Francesi? ma i Francesi?
- Fra due ore non vi sar pi in Tolosa nean
che un solo Francese.
- Una congiura!
-- Una ribellione!
- Signori colleghi, disse uno dei capitolii che la
I paura rendeva pi audace: io propongo, di andar su
bito, in questo momento istesso al castello Narbonese,
e manifestar tutto alla signora contessa Alice e al
signor siniscalco. Le mura hanno gli orecchi, di que
sti tempi, e noi potremmo esser tutti giudicati rei
di ribellione per avere ascoltato queste parole. Non
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- Il segno di che?
-..- Di asserragliare le vie,
-107
-108_
della citt.
- Che vuol dir questo ? domandarono i capitolii.
- Quelle tre accole, che voi vedete, rispose
Roaix, sono il vecchio conte di Tolosa, il conte di
Comminges e il signor Bernardo gliuolo del conte
di Foix.
gnano.
- Signore capitolii gli statuti.... ohim ! mi manca
il ato... gli statuti... sono inviolati...
- Cosa stato?
-109.
- Dite pure...
-- Noi abbiamo fatto buona guardia.... ma la bat
taglia stata terribile.... un esercito pi grande di
quello di Xeres , d onde viene il buon vino... Noi
siamo stati battuti come leoni.
- Vi sono de morti?
- No , grazie a Dio: nelle nostre guardie tutti
imorti son vivi.
- Signor David, dicevano i capitolii , voi sapete
-110_
-111
sedere in un seggiolone.
- Ma insomma?
-- In somma: Tolosa perduta.
-- Perduta! esclam Laura.
- Ma come perduta, signor siniscalco? domand
in tuono di rimprovero la contessa.
-112-
-115
CAPITOLO X.
Per qud ragione gli antichi rappresentavano
Amore bendato.
--'li4
+115
foglio.
"
Ed in cos dire egli usc dalle sue tasche una per- '
gamena, ch era 1 attestato di Domenico Gusmano
inquisitore della diocesi di Tolosa, che Eloisa di
Astrolabio era convinta di adulterio e di eresia, e
'
-116
siamo intenderci.
-- Intendiamoci pure, frate Guglielmo.
- Io vi diceva adunque, che voi potete salvarla;
ma voi comprenderete bene, signor conte, che in
-il7
--118
-119_
-- L ultima, la suprema.
- Pensateci bene.
-120
-121
plausibile ed onorevole?
-122_
- E quale ?
"
_125
infamia!
'
-124
CAPITOLO XI.
Di un caso molto strano che regni nel castello di Paderna.
denti consigli.
-- A che proposito, frate Guglielmo?
- Voi nel vostro cuore serbate un segreto... se
greto per tutti, meno che per la chiesa, il cui sguardo
penetra in ogni luogo.
-125_
sto discorso ?
- Ve lo dir subito, glio mio: voi sapete, che
a me, uomo semplice, piace il parlar chiaro e senza
misteri.
- Dite pure, frate Guglielmo.
- Voi siete buon cattolico, voi siete buon fran
-126
e voi me 1 affermate?
--l9.7
sentirebbe ?
'
--128
-'129
_130_
Cicuta,
- 151 -
-'152_
frutta, confetti di ogni qualit, vini stupendi e o
ri freschi ed odorosi, ch' erano rarit in quella. sta
divenir
-l55
-154
_ 155 _
_156
- E quando i
- La trascorsa notte.
-- vero.
--137
_ 158 _
Gotofredo, Iacopo di Vitry, Bernardo Tesoriere, Rug
giero Hoveden ed altri cronisti delle crociate , e pi
tardi Marco Polo parlano del Vecchio della Monta
gna e delle voluttuose visioni ch egli dava a suoi
seguaci per mezzo di una bevanda, allora sconosciuta
eccetto a pochi crociati che avevano avuto delle strette
relazioni con quella setta, e tra questi fu monna Berta.
Abbiamo veduto come l effetto di questo liquore,
CAPITOLO XII.
Dell aseedio della citt di Tolosa.
speranza di vincere.
- E quanto vorreste attendere? domand la con.
tessa.
-- Altri tre o quattro giorni almeno.
- Altri tre o quattro giorni! esclam Laura. E
nei dovremo soffrire per si lungo tempo una si gran
de vergogna.
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-141
- 112 -
_143_
-14i
Ma pure....
Voi mancate di fede ?
Un terribile presentimento...
Su di che fondato?
-145
-li6
-147
e Daniele a Nabuccodonos0r.
-149..
-150
-'151
campo.
Simone non rispose, e continu a pregare. Alice
tent dirgli qualche cosa; ma e le fece cenno di non
messaggiero sopraggiimse.
Signore, I" esercito comincia a retrocedere: gi
vi sono gran numero di morti e di feriti.
-- Io non mi muover di qui, rispose Simone,
_152_
CAPITOLO XIII.
Della ne di Simone e di Laura.
-15'>_
_156
-157
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-160
'161
zione de vulcani.
- Ch mai quell incendio ? domand il cardi
nal legato.
-- il castello Narbonese, rispose Roberto, al
quale il signore Amami ha fatto appieeare il fuoco pri
ma di uscire: sono le case del borgo che ardono ,
11
-162
-- il fuoco si propaga.
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--'164-
In quel tempo Amauri, il Mauvoisin, il Montmo=
tehcy ed altri cavalieri, che trovavansi pi vicini,
*-165
--166
CAP. 1.
a
II.
III.
IV.
50.
18.
41.
50.
59.
69.
85.
94.
(In. X.
XI.
che segu
. . . . . .
Tolosa . .
Laura . .
n
n
I
124.
159.
'152.