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NAZIONALE
RACCOLTA
NOTARIANNO
DA CAPRERA
ao esoiosa
E VARIGNANO
DA CAPRERA
\SPR)I)Nil
I WINM)
RMC) MISTRI
MILANO
FRANCESC0 PAGNONI, TIpOGRAFO-EDITORE
1862.
DA
CAPRERA AD ASPROMONTE
E VARIGNANO
PER
RAG)
ISRA)
CAPITOLO PRIMO.
I.
---
7
gli aranci e gli oliveti eterni onde la Italia bella e ricca
fra tutte le terre.
8)
Poche
10
11
12
13
14
ferenze delle discussioni dello scorso anno da quelle che ebbero luogo
or ora, e come quello che prima era difeso accanitamente, ora appena
15
del nostro programma che noi daremo esecuzione leale a tutte le leggi
di armamento, che votate dal Parlamento rimasero ineseguite, e per
16
17
Ricasoli. Signori, io per rispondere non uscir dalla sfera dei fatti
parlamentari. La caduta del ministero giunta improvvisamente, ma
le cause erano note a molti e da tempo sussistenti. In seguito delle
famose interpellanze,il governo ottenne vari ordini del giorno, fusi poi
in uno solo, che approvava l'operato del governo. Ma dopo mi avvidi
che difficolt gravi si affacciavano, e che l'omogeneit ne'miei colleghi,
intento a cui mirava, non era conseguita.
Il Parlamento si ponga una mano alla coscienza, e dica se egli ci
accord quella fiducia piena ed intera, senza la quale un governo non
ha motivo di essere. Ebbi dopo la contentezza di esporre le mie teorie
sulle libert della nazione, e ne ottenni approvazione; ma anche quel
voto fu dopo snaturato e sminuito ad arbitrio.
Fiera opposizione si ebbe pure la legge sulla Corte deiconti in seno
del Senato. Dopo un bisbiglio misterioso, arcano,correva in tutti i de
putati ed era che il ministero non era omogeneo.
Una discrepanza avvenne, allorch sulla presentazione dei codici,
tutti i ministri toscani respinsero la pena di morte che non videro pplicata nel loro paese, gli altri si opposero.
Altra discrepanza sorvenne circa la discussione sulla legge relativa
al corso dell'oro. Il governo doveva inoltre completarsi e questo non
-
18
Ill. -
bolenta fazione onde servirsi del suo gran nome a' suoi mali
intenti avea consentito a presiedere la radunanza per veder
S Onl,
20
una societ sola delle societ liberali tutte, credo debba meritare la
21
Vorrei che gli Italiani porgessero la mand agli schiavi del mondo
intero!! (applausi prolungatissimi. Evviva l'uomo provvidenziale.
Evviva il capitano del mondo.
evviva).
La seduta aperta.
Campanella, membro del comitato, prende la parola per dire che
le parole del generale annunzieranno all'Europa che la concordia re
Parla della codarda teoria del lasciar fare che nocque al paese ed
22
Generale. Si passi alla lettura del processo verbale della seduta del
15 dicembre p. p.
Savi legge il verbale. Giunto alla deliberazione che avea per iscopo
- -
23
golamento.
24
Brusco si oppone a che sia messo ai voti il primo articolo col sem
Crispi dichiara pel generale che egli non intese mutare l'essenza del
l'articolo, solo il nome.
Messo ai voti l'art. 1, approvato.
25
persista con tenace volont nel proposito, e si rivolga, non al re, non
26
27
favella che per dire: non possumus. L'oratore segue su questo tono, e
dice che non all'augure di Roma dobbiam muovere guerra, sibbene
all'imperatore di casa d'Absburgo. Garibaldi entrer un giorno, non
in testa della sua armata, ma dei popoli tutti, a Vienna, ove si pro
clamer l'alleanza di Germania e d'Italia.
28
--------------------
29
50
Garibaldi. Credo che sia inutile persuadere agli Italiani quanta sia
la necessit di concordia. Pi tenderemo ad essa, pi assicureremo
3 ,
Un rappresentante, di cui non ci dato intendere il nome, sorge a
parlare di concordia e di ajuto che l'associazione dovr dare alla edu
cazione delle classi artigiane.
32
IV.
ghi anni nelle file della democrazia? come diffidare del pro
dittatore di Sicilia?
Oh! il disinganno doveva essere ben amaro!
--------
33
54
Milanesi! voi non sarete gli ultimi (una voce No, i primi) anzi
voi sarete l'avanguardia per liberare le sorelle schiave.
Le interruzioni, le grida che toglievano pi volte di afferrar il senso
delle parole di Garibaldi non cessavano:
Un'ultima parola, continu egli, perchfa freddo, piove e non ho
-
VOC6,,.
35
Il d successivo fin dalle prime ore del mattino una folla di popolo
sta dinanzi all'albergo della Ville, mandando le grida di viva Garibaldi
e aspettando il momento che il generale uscir per condursi a fregiare
---
--- ---
56
poteva arrivare sui bastioni, sul corso, nei giardini era una massa fit
tissima di popolazione ove in ispecie il bel sesso era splendidamente
rappresentato.
Tutti gli alberi erano popolati d'una nuova specie di frutti e come
grappoli eranvi sopra gruppi di ragazzi che faceano caratteristica cor
nice a quel quadro incantevole. I due battaglioni di guardia nazionale
erano schierati in quadrato , la cui fronte era formata dalla scalinata
che mette al bastione. Su quel ripiano stavano un tavolo e sedie; die
37
Fu un momento di fanatismo, di delirio: quel mare di teste si agi
tava per poterlo vedere come un campo di spiche. La gioja che ani
mava tutti i volti, le esclamazioni che la candida e venerabile fisono
38
porte del suo appartamento, e che a tutti senza distinzione che aves
sero bisogno di parlargli, fossero anche scalzi, restasse concesso l'adito
a lui. Le sue sale erano vaghe e profumate di mazzi e corone di fiori
inviatigli in dono.
Al pranzo a cui Garibaldi raccolse molti suoi compagni d'armi e
uffiziali dell'esercito si alzarono brindisi a Roma e Venezia, all'esercito
na, ove sono iscritti i nomi dei caduti di marzo, e la quale per inge
gnoso pensiero dell'illuminatore mostravasi tutta ornata a vessilli e
pennoncelli di fiamme a tre colori, e, anzi che parere artifizio di luce,
rendeva illusione di ben disposti trofei di vere bandiere tricolori a
luce di giorno; tutto quel corso era illuminato da doppia fila di alberi
e festoni a globi di fuoco. Il tempio allegorico ergevasi in fondo, alla
barriera, e veniva incendiato alle 8 ore, un po' prima che non fosse
nel disegno del pirotecnico. Ma il salnitro delle stelle cadenti de'razzi
appicc fuoco ad alcune miccie e gli ultimi furono i primi e i primi
gli ultimi, e il proverbiale bouquet de' francesi inaugur in cambio
di chiuderlo lo spettacolo, improvvisando fin da bel principio sotto al
firmamento, un altro firmamento di stelle, e di stelle colorate, solita
ma ultima sorpresa d'ogni fuoco artificiale.
Ci che dobbiamo sopratutto notare in questa memorabile giornata
l'esemplare e edificante contegno del popolo milanese, l'ordine, di
39
cui volle mostrarsi modello agli occhi del generale Garibaldi e degli
stranieri che forse aspettavano che in tale occasione la popolazionesa
rebbe trasmodata a eccessi di partiti. E notiamo pure il tatto politico
che govern ed i discorsi del generale Garibaldi e le grida del po
polo.
La giornata del resto non fin colla sera, ma si protrasse fino a tar
dissima ora di notte.
40
Alle tre ore il generale conducevasi dal palazzo del Marino al ber
saglio della guardia nazionale in piazza d'armi,ove fin da mezzogiorno
erasi radunata un'immensa quantit di popolo. Il generale fece due
tiri, uno de'quali stupendo, e rimasto col una mezz'ora, verso le
41
quattro facea ritorno all'albergo della Ville. La folla che, per l'ora del
corso, era cresciuta a proporzioni straordinarie fe'udire cos strepitose
solo a mezza
42
Gli artisti tipografi, o generale, non ultimi tra ifigli del lavoro, vi
rinnovano la promessa di trovarsi nei giorni dell'ultima riscossa, come
voi asseveraste di tener conto, presenti all'appello.
Il generale rispose:
Vi riograzio. Voi siete la parte di operaj pi istruita; quindi in
combe a voi istruire gli altri, e son certo che lo farete, perch conosco
-
43
Ai sacerdoti italiani!
VI,
44
dova che esce col ciglio rasciutto dalle sale di Garibaldi non
ne rivela ancora che un aspetto: quei genitori che gli con
ducono i loro piccoli bambini perch ne ricevano un bacio,
un bacio che rimarr come la pi sacra tradizione di quelle
famiglie, un bacio che il bambino racconter un giorno alle
future generazioni , son forse la pi vasta espressione del
l'essere di questa grande individualit in cui l'arte ha rav
visato i lineamenti cui si sempre ispirata per rendere le
ideali immagini di Cristo.
Da quanto avviene a Milano, possiamo predire che la gita
che Garibaldi, con evidente annegazione , come quegli che
abborre da ogni dimostrazione, da ogni onore, sta per fare
in tutta ltalia, riuscir a portentosi effetti, perocch non v'ha
propaganda che resista alla sua: egli trascina l'incerto, l'in
differente e perfino l'ostile in un istesso entusiasmo, e ben
pochi resistono a convertirsi a una causa che produce si
mili campioni.
-
45
46
questo sar per me una prova sicura del vostro patriottismo nel mo
mento della tenzone, e queste ultime parole furono coperte dai: viva
Garibaldi, viva l'Italia una.
47
serber un ricordo eterno al grande uomo che la onor della sua pre
S6enZa,
--
Due giorni dopo il Duce dei Mille soddisfava agli ardenti voti degli
abitanti di Malegnano di contemplare il venerabile volto di quell'uomo
provvidenziale. Giunto da Milano col convoglio diretto per Lodi, do
vette, dietro vive istanze delle autorit locali, discendere dalla carroz
48
49
Bravi. Bravi. Grazie, voi avete fiducia in me e credete ch'io
50)
-- -
-*-*-- -------------------------------------------------------...
polo. Molte difficolt per abbiamo pur noi. Molta canaglia gelosa
32
53
CAPITOLO SECONDO,
I.
G. GARIBALDI.
molte altre voci, corre anche quella che lo stesso per una spedizione
progettata per la Grecia, avesse qualche tempo addietro noleggiata la
stessa tartana o brick, l'Amor di Patria, che fu da poi noleggiato da
gli autori del furto Parodi, e che essendosi trovato fra le carte del ca
itano il primo contrato, il Cattabene venisse per questo motivo ar
1 estato,
55
56
- ----
57
58
59
60
61
III,
62
CAPITOLO), TERZO.
I.
U. Rattazzi,
63
Al Prefetto di Palermo 10 luglio.
U. RATTAzzi.
a Palermo
e al Prefetto di Trapani.
64
E il Ministero rispondevagli:
Torino, 31 luglio 1862.
Al Prefetto di Palermo.
(65
Ma, o signori, siamo noi tornati al 1848? Eppure anche allora non
mordevamo almeno la mano ai nostri benefattori.
66
67
cAPrToLo QUARTo.
I.
A
68
E voi che fate? Voi popolo forte, che non avete la sventura che ebbe
un tempo l'Italia di essere divisa fra sette tiranni; voi popolo di guer
riri, che aspettate oggimai? Avete dunque spezzate le vostre spade?
Avete dimenticato i vostri martiri, rinnegato i vostri giuramenti di
vendetta ?
69
der dai vostri assalti. Coraggio! Voi siete forti, purch sappiate
osare. Non ascoltate le parole di chi vi consiglia la pazienza dell'igno
minioso servaggio; ma la voce della vostra coscienza che vi grida:
Sorgetel Imitate la Servia, il Montenegro; e imitate chi gi sta per
riaccendere in altri punti d'Europa il fuoco della rivoluzione. .
L'Italia che vi ama come fratelli, che ha giurato rendervi la mer
cede del sangue che i vostri prodi spasero per lei su venti campi di
battaglia; che memore applaude e benedice alla santa memoria di
Tuckery morto per lei; l'Italia vi chiama a partecipare delle sue nuove
battaglie e delle sue nuove vittorie contro il dispotismo; v'invita a
nome della santa fratellanza dei popoli, per la causa della comune
salute.
70
Figli di Arpad, vorreste voi tradire i vostri fratelli? Vorreste man
care al convegno delle nazioni quando elleno si schiereranno a batta
glia contro il dispotismo? La libert, abbandonata da voi correrebbe
grave pericolo; ma la vostra fama sarebbe perduta per sempre. I
martiri di Arad vi maledirebbero come figli degeneri.
Oh! io vi conosco! Io non dubito di voi. L'Ungheria troppo a
lungo ingannata da perfidi amici, si sveglier al grido di libert che
oggi le giunge da oltre Danubio, domani le giunger dall'Italia. E
quando l'ora solenne dei popoli suoni, io vi incontrer, neson certo,
invincibili falangi, sui campi dove si combatter il mortale duello fra
la libert e la tirannide, la civilt e la barbarie.
G. GARIBALDI.
II.
ai ci
co
Italia e Vittorio Emanuele - Roma o morte.
a
71
unificazione
anche questa
volta i pre
,
G. GARIBALDI.
72
rezza e la pace dell'Italia sono oggi inadeguati al fine. Ora che ogni
speranza di ravvedimento venuta meno, e che la ribellione aperta,
il governo fallirebbe alla vostra fiducia ed a quella che cogli ultimi suoi
votigli manifestava il Parlamento, ove non ponesse V. M. ingrado difar
7o
delle leggi e per la naturale ragione delle cose, l'autorit reale for
nita, al fine di rintuzzare su tutti i punti l'audace rivolta e per instau
rare l'impero delle leggi depresse od oltraggiate in tutta l'isola.
Si tratta, o Sire, di serbare incolumi, contro tutti i nostri nemici, i
dal nemico.
Eppertanto
74
ni inesperti ed illusi, dimentichi dei loro doveri, della gratitudi
75
Signore.
voi
Tutto vostro.
Firm. G. GARIBALDI.
IV.
76
77
Vl.
78
ritti col ferro (voci: Si, si, col ferro. A Roma e Venezia). Si
VII.
79
seguivano ; egli
mattina a tre ore si part. Era notte oscura, ogni battaglione por
tava una lanterna in testa; la strada era deserta, essendo di
quelle praticate soltanto dalle persone del paese.
31
82
Ma tutti i volontari che erano ne'loro quartieri, udito il colpo
di fuoco e il rumore, che l'aveva seguito, si slanciarono nella via
colle loro armi.
Alla chiesa, vale a dire a cinquanta passi dal sito in cui era
83
laggio.
------ - -
84
VIII.
Al momento della partenza si era saputo che la truppa rego
-----------------
85
---
- -
- -
86
Garibaldi, quasi non avesse aspettato altri che noi, part una
mezz'ora dopo il nostro arrivo , vale a dire verso le 8 del mat
tino in vettura, senza che si sapesse per dove.
La domane, alle nove del mattino, noi partimmo a nostra volta
nell'ordine seguente:
87
---
---
---
tre-
--
88
La tromba della truppa regolare dava gi il segnale di avan zarsi. Ad un tratto, la truppa regolare si ferm; il generale Ga
ribaldi in persona si avanz allora verso gli avamposti della li
nea, e present all' officiale una lettera; questi la lesse, poi or
din alla truppa di rimaner fermi. Il Generale ritorn e ordin
si prendesse il cammino a sinistra della linea: dopo una mez
z'ora di marcia si occuparono, in faccia a questa, dei giardini
casse al campo del pane e del vino. Ora, come fu che la truppa
regolare, la quale occupava il villaggio, non siasi impadronita
di Garibaldi?. Essa avrebbe cos risparmiato il doloroso fatto
89
99
91
92
IX.
93
-----
------------------
94
A tre ore, noi partimmo, col Generale alla testa, La guida era
rimasta a Santo Stefano, senza dubbio per avere la sua ricom
pensa.
CAPITOLO QUINTO.
,
r1
,
I.
-
'
95
96
Li 51 agosto 1862.
A bordo della piro-fregata Il Duca di Genova, partita da Scilla
97
98
osservava
in silenzio.
parlamentario.
99
Ul Generale, dal suo posto, in piedi, in mezzo ad una densis
sima pioggia di palle, torna a gridare: Non fate fuoco ln
quel mentre due palle lo colpiscono una stanca, alla coscia
della gamba sinistra un'altra a tutta forza nel collo del piede
della gamba destra.
--
100
Degli amici, dei fratelli, dei cugini, dei conoscenti, dei com
pagni di recenti battaglie combattute a pro della patria, s'in
contrano e si riconoscono. Gli uni indossano la camicia rossa,
gli altri l'assisa regolare. uno scambio prolungato di baci, di
strette di mano e di saluti, misti a vicendevoli e severe ram
101
rebbe affidata, cos disarmata, alla scorta delle sue truppe; a lui
in particolar modo verrebbe raccomandata.
Rispose il Pallavicino esser opinion sua che dopo 24 ore, tutti
sarebbero rimandati alle proprie case.
Fti convenuto:
102
105
Abbiamo gi detto che anche le spade, fatte deporre ad alcuni
ufficiali, furono rimesse.
Il disarmo si effettu.
Cominciava ad imbrunire.
quali fecero accendere dei fuochi, per guida di coloro che segui
vano appresso.
---
--- ---
104
Il
ore e pi di cam
105
Il Generale non volle riposarsi nella casa che era stata appre
stata. Prefer di imbarcarsi tosto. La piro-fregata era pronta
per la partenza.
Fu dato avviso di mandare le barche, le aspettiamo; e frat
tanto depositiamo la barella che porta il Generale, sopra un bar
cone tirato a terra sulla spiaggia.
Il convoglio rimane chiuso tra i bersaglieri ed il mare.
Dopo venti minuti, le due barche arrivano. I marinai sono
tutti armati come in presenza al nemico.
bruscamente,
a nome del
106
Dove andiamo ?
107
E dopo?
- Albanese Turillo
CAPITOLO SESTO.
I.
108
lI.
---
---
---
---
109
una piccola ferita di poco rilievo alla gamba destra, che non
quella dei miei ajutanti poteva essere udita, non usc un solo
colpo. Cos non fu di chi attaccava giunti a dugento metri,
cominciarono una fucilata d'inferno e la parte dei bersaglieri
che si trovavano dirimpetto a me, dirigendo a me i loro tiri
mi colpirono con due palle una alla coscia sinistra, non gra
vemente l' altra al malleolo del piede destro, cagionandomi
una grave ferita.
Siccome tutto questo succedeva al bel principio del con
110
111
famiglia
e,
G. GARIBALDI.
IV.
1 12
1 15
1 14
vito, tu vedrai gli altri Stati, spinti dal senno de'popoli, accor
rere all'amplesso tuo ed aggregarsi.
Sia Londra, per ora, la sede del congresso, che sar scelto di
poi con mutuo intendimento e convenienza.
Io ti ripeto, che Dio ti benedica! e a te possa rimeritare i be
nefizi a me prodigati. Con gratitudine ed affetto, tuo
Varignano, 28 settembre 1862.
G. GARIBALDI.
V.
1 15
1 16
tansi che altri la tenga per tale: nomi confondono e cose, sicch i
deboli o gli ignari gran ventura se trepidando tra il vizio e la
virt diventano inerti, mentre la maggior parte, seguendo false
immagini di bene, precipita a perdizione. Donde ipocrisia che
Perversi tempi questi, pei quali ormai chi sa, dispera trovare
rimedio: non mica gi che, straripando, il fiume non fia che rin
venga alla fine un letto per correre di nuovo al mare, bens per
ch agli uomini prudenti parve in ogni et desiderabile che le
riforme, ed anco le trasformazioni accadessero senza scompiglio
117
118
talentano meglio: anco il Garibaldi esercita imperio, e merita e
ragione.
Conoscete la razza dei Lombrichi cui natura, assegnando le
119
tori a mutare favella e consigli per l'Austria, e per noi? E ora
non chiede egli per noi Roma e Venezia? Non lo leggete stampato?
Certo per qualcheduno di voi supporrei che non sapesse leggere,
n parrebbe strano; ma torna pi sicuro credere che non sapete
e non saprete mai essere onesti.
lntanto salute a Te, o capitano, rimasto fedele al popolo donde
sei uscito. Tu lo sai quanto me, meglio di me, questo che adesso
dicono vituperio gli accattoni, cui il popolo sfama di seconda
ster il palpito del popolo. Tu, bello della luce del santo, com
parirai ai pi tardi nipoti, ch Alessandro pu invidiare ad
Achille Omero, non toglierlo a lui n acquistarlo per s.
120
Bormio il suo; ora necessit non patisce legge: questo sa, e que
sto sente l'universo popolo. Garibaldi rappresenta la coscienza del
121
mesi o sei non potersi dire; sempre poi col consenso, e d'accordo
con la Francia. Ora se il Garibaldi non era, avreste saputo per
cos anco nel 1860? E se cos, perch gli deste laude allora e
gradiste i suoi benefizi, ed oggi lo pigliate?... Tanto , la mano
trasalisce scrivere a che cosa vi bast il cuore di pigliarlo voi :
a me non riesce altro eccetto ripetere il voto umanissimo di un
122
za pubblica, e quello di Dio. So troppo bene che il primo
tribunale pu agguindolarsi, ma per poco; e so ancora che pel
tempo che corre se si ostenta da un lato ossequio al Papa, dal
l'altro se non si nega, almanco s'ignora Dio: non importa: chi
123
124
125
vane e vecchio m'innamoro delle cause vinte, avendo conosciuto
a prova come con esse vada quasi sempre la giustizia, non mai
la vilt.
Livorno, 24 settembre 1862.
F. D. GUERRAzzi.
--
VI.
Gli operai, figli robusti del lavoro che non hanno il core
mascherato e corrotto dalla ipocrisia risposero concordi al
l'appello dell'italiano scrittore e allo esempio della associa
zione genovese.
Gli operai di Genova sempre primi al sacrificio ed agli esempi
di patriotismo, mandavano un saluto al loro presidente e L. 500
1926
der dove si soffre, per alleviare le pene dei miei poveri fratelli
d'arme.
Grazie anche una volta per cotesto nobile impulso del vostro
C1Ore,
VII.
Maria, mentre altri locali erano preparati per gli altri prigio
nieri,
127
alloggiate
in camere decentemente
128
--
dal fatto che Garibaldi ed i compagni suoi poterono scrivere lettere che furono stampate sui giornali.
Si disse che a Garibaldi era negata ogni comunicazione, che
severo, giacch per suo conto non poteva negare di ricevere gli
accorrenti, ma la troppa folla di visitanti gli era di aggravio.
ll Ministero della guerra su cui cade la risponsabilit delle
129
VIII,
150
Numa Palazzini, maggiore.
Mario Palmieri, studente.
Sebastiano Gigante, architetto.
Antonio Caracciolo, negoziante.
Sacerdote Gaetano Pagliaro, cappellano.
Alessandro Borg, professore nell'Istituto Garibaldi.
Questi infelici presentarono l'unita rimostranza al signor Pre
di
Alessandria.
151
IX.
132
namento di quella nazione. Ed il tener noi occupate con l'armi
133
fede nella sua forza e nella sua lealt, a lei lasciarono il carico
di compir l'opera, della quale alcuni di loro aveano desiderato
essere partecipi.
13,
dell'Imperatore, noi non sapremo a nessun prezzo assumere la
responsabilit d'una simile situazione. Qualunque siano le sin
patie per l'Italia e principalmente per la Sardegna, che ha con
giunto il suo al nostro sangue, S. M. non esiterebbe a testimo
peratore che se non gli data assicurazione che la nota diretta dal
governo Sardo alla corte di Roma non avr alcun seguito, e che
l'armata Sarda non attaccher le truppe pontificie, la Francia si
vedr nella necessit di rompere le sue relazioni diplomatiche
col gabinetto di Torino, e di sconfessare cos pubblicamente una
d'Italia,
135
156
137
vigore, che son prova onorevole della lealt sua, felicemente re
presse l'impresa.
Ma il disegno del generale Garibaldi, e l'aver esso avuto un
158
X,
139
446)
141
CAPITOLO SETTIMO.
-----
ta
143
II,
fosse per esser funesto alla patria. Ed io e gli altri che votarono
meco fummo accusati di fare una opposizione personale. In mio
nome e nel nome dei miei amici protesto altamente contro si
144
145
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Passando ora alla politica del ministero all'interno, ricorder
commedia (bene)
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i loro voti, e la mia voce non ora che la voce del mio povero
paese.
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la depressione degli spiriti, e questi non possono certo rialzarsi
fintantoch le popolazioni non abbiano piena e intera fiducia nel
mento (bene)
Ora la bandiera francese copre a Roma una sentina di malfat
tori e di assassini che vengono a recare il ferro e la strage nelle
nostre provincie, e noi dovremo soffrirlo in pace? (bravissimo).
L'oratore prende qualche riposo. La seduta interrotta.
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parola Economia, e poi il Sella venne con quel suo sorriso fine
e pungente che lo caratterizza (risa) ad annunziare che le spese
erano in ogni ministero sestuplicate. Il deputato Boncompagni
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III.
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ri
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IV.
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FINE,
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