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Ballate

Metro ignoto ai siciliani le pi antiche attestazioni sono dellItalia mediana (toscana), mentre 21
sono le ballate trascritte nei Memoriali bolognesi (in carte darchivio del periodo 1282-1300); le pi
antiche attestazione di ballate darte rimandano ad Arezzo (Guittone), e poi a Lucca (Bonagiunta),
Pisa (Pucciandone Martelli) e, soprattutto, Firenze: dove avviene la definitiva consacrazione
cavalcantiana (del resto, a Firenze che il genere trova la sua consacrazione accanto alle forme
liriche dimportazione siciliana: nella testimonianza ancora duecentesca di P, con fitta e quasi
esclusiva presenza di autori fiorentini nella sezione dedicata alla ballata, che contrasta con tendenza
generale della raccolta a privilegiare la produzione di area pisano-lucchese).
[nel 200 offre lo schema per le laude; dopo gli Stilnovisti e dopo la diffusione legata al canone
petrarchesco, che peraltro non ha influito molto fino al Bembo sul genere: fino al Cinquecento lo
schema di ballata assunto massicciamente nel repertorio dellArs nova e quindi utilizzato
insistentemente in chiave popolareggiante da Giustinian a Poliziano a Lorenzo con canti
carnascialeschi del 400; verr ripresa, come metro darte, a fine Ottocento: Carducci, Pascoli,
DAnnunzio]
Nome viene dal fatto che veniva cantata durante la danza (il coro dei ballerini intonava il
ritornello, o ripresa, perch ricantato alla fine di ogni strofa (la quale strofa era eseguita invece da
voce sola). Il finale, infatti, della stanza si riallaccia allultimo verso della ripresa, come a
preannunciarne la ripetizione; la stanza era suddivisa in piedi o mutazioni.
Le figure della danza seguivano le partizioni metriche, in modo da far ritrovare, dopo un ballo
tondo, gli esecutori al punto iniziale.
-

la ripresa pu essere
[pi di quattro versi (stravagante)]
di quattro versi (grande);
di tre (mezzana)
di due (minore)
di un solo verso: endecasillabo (piccola) o pi breve (minima)
-

le mutazioni possono essere di 2,3,4 versi;


la volta: ha stesso tipo e numero di versi e schema di rime della ripresa; il suo ultimo verso
rima con lultimo di ogni strofa (il prima spesso rima con lultimo delle mutazioni);
i versi sono in genere endecasillabi e settenari

Dante nel DVE afferma, come noto, leccellenza tragica della canzone, confinando ad un registro
mediocre la ballata (anche se le indicazioni restano incomplete), che con Cavalcanti [nel
canzoniere di Guido Cavalcanti la ballata prevale accanto al sonetto] e gli altri Stilnovisti era
arrivata a proporsi come metro alternativo: se si confronta il diverso esito della ballata nei due
autori che stanno agli estremi cronologici dello Stilnovo, Cavalcanti e Cino, si ha la misura del
radicale intervento di sistemazione del canone poetico duecentesco conosciuto da Dante.

Cavalcanti importante come normatore e regolarizzatore (della ballata):


con lui si riduce la misura della stanza (a 7-8 vv. , contro 10-12 della media precedente),
con due piedi distici (scompare la terna di piedi)
privilegia formule isometriche (in 8 ballate su 13), limitando luso della rimalmezzo (solo nella
ripresa).
Vedi per anche ballata stravagante ( lunica cavalcantiana ad avere una ripresa di pi di 4
versi) come Perchi no spero, 4 strofe di 10 versi, forse il pi noto componimento di Guido (vedi
testo): si noti
- lestensione della ripresa (sei versi, con due rime irrelate agli estremi e due coppie baciate al
centro Wxxyyz (la doppia coppia di rime baciate in successione un tratto arcaico);
- lo squilibrio tra proporzioni di ripresa (e della volta) e quelle delle mutazioni (distiche),
compensato per dalla netta partizione che separa la parte endecasillabica della fronte +
verso di concatenatio dalla parte tutta settenari della parte conclusiva della sirma, dando
origine a due membri isosillabici di 5 vv. ciascuno (AB AB; Bccddz)
(si tratta di un esperimento, la cui unicit vale a sottolineare il drammatico rilievo della
situazione rappresentata = la morte per amore, non certo legata alloccasione - lesilio politico a
Sarzana, estate 1300 -, e al presunto presentimento della morte, che segu dopo il ritorno a
Firenze).
Un rima siciliana (voi: colui)
(Dante: scarsa propensione per questa forma, sebbene nel DVE lanteponga al sonetto: II III, 5: 6
pezzi attribuitigli)
Cino sar mediatore tra Stilnovismo fiorentino e il melodismo del suo pi giovane amico, Petrarca.
La sua ballata si propone come ripensamento dellesperienza cavalcantiana alla luce del magistero
dantesco.
In Cino la ballata tende a trasformarsi in modulo monostrofico (partecipa a contenimento di
proporzioni strofiche e regolarizzazione metrica: 7 delle 11 attribuibili con sicurezza, contesto di
settenari in misura maggiore rispetto agli altri stilnovisti (talora anche in apertura di ripresa), per lo
pi con ripresa a quattro versi
Madonna, la pietate
forma in prevalenza endec. (gi maggioritaria in Guido), su una sola stanza (qui con alleggerimento
dato dal settenario in apertura di mutazioni e della volta): con Cino prevalgono esemplari
monostrofici (come anche nel caso di Petrarca, a parte 55 e 59)
Nel caso di Petrarca:
Le connessioni intertestuali entrano in gioco anche fra pezzi tematicamente estranei, a garantire
comunque il montaggio in ordine.
Come nel caso della ballata 11, di argomento amoroso, legata al son. precedente (un testo
doccasione, rivolto a un membro della famiglia Colonna, come si disse gi in precedenza) dalla
ripresa di suoni, delle rime (assai caratterizzate, data la preminenza delle consonanti) ombra:
ingombra di 1, che in 11 si ripresentano come ombra: sgombra: adombra.
(11 poi legato a 12 = con ripresa del sintagma de be vostrocchi il lume = 11. 14 e 12. 4; e col
richiamo semantico fra velo, che parola chiave di 11, e schermire 12. 2).

Le BALLATE dei Rerum (+ quattro tra le disperse: di cui una, Donna mi vene dai Rerum espunta
solo nella forma Quiriniana)
(una glossa marginale in 3196 la definisce plebeia cantio: vd. Paolino, in margine a ball. Amor,
quando credea, c. 14r)
7 in tutto, quasi tutte grandi e monostrofiche: P. si attiene a formule radicate nella tradizione (lo
schema gia cavalcantiano con mutazioni distiche o laltra, anchessa stilnovistica, con mutazioni
ternarie, ABC ABC, variate semmai nella successione delle rime).
Spicca come hapax metrico: 149 Di tempo in tempo [oltre alla dispersa Donna mi vene spesso ne la
mente: Zy(y)Z AB, AB; (b)CcZ].
Come in Cino: partizione interna della stanza (dotata per lo pi di mutazioni tristiche e volta di 3-4
vv.), estensione quasi esclusivamente monostrofica.
Dopo P. la ballata o viene estromessa dai canzonieri: 1 sola = Bonacc. Da Montemagno il Giovane,
Giusto de Conti; nessuna = Mariotto Davanzati, Bernardo Pulci, Niccol Malpigli, Gaspare
Visconti ecc.. E se viene mantenuta, il modello dei Rerum non sembra decisivo: perch ad es.
Roselli ha 60 sonn., 12 ballate e 4 canzoni; Domizio Brocardo ha 15 ball., 6 canz. 4 sestine e pi di
100 sonn.; ancora Boiardo non la trascura: 14 esempi, di grande originalit metrica, entro Amorum
Libri
= insomma, il canone metrico dei Rerum va soggetto a disparit di interpretazione, prima
della consacrazione bembesca.
Si noter che sono in posizione ravvicinata (11-14; 55-59-63): formano una serie, e sono tutte gi
nella forma Correggio (tutte antiche: con segnali di arcaismo letterario)
(mentre 149 un solitario recupero della quarta forma Chigi, 1359-62) e 324 da sola nella
Seconda parte, come una specie di tardivo omaggio al genere pieno peraltro di risonanze dantesche
in morte)
11: Lassare il velo (2r) = ball. grande monostrofica (14 vv.) XyYX, ABC ABC CdDX [simile, a
parte disposizione dei settenari, a 14]
(rivolta a Laura, che nasconde i capelli e gli occhi dietro un velo da quando si accorta del desiderio di
Francesco: tema dellimpedimento che sinterpone tra gli amanti, con riprese dal Dante petroso: ombra, oltre
a immagine di donna dura e respingente; impedimento qui forse allude a una lettura della donna non solo
come rappresentante delleterno femminino, donna-Amore,, ma come donna-Sapienza, di consistenza
boeziana e agostiniana: vedi anche nr. 14)

14: Occhi miei lassi (2v) = grande monostrofica, 14 vv. (XYyX ABC BAC CDdX) (schema uguale
in pratica a n. 11) (per Wilkins del periodo giovanile 1326-36)
(invito agli occhi a guardare per lultima volta il viso di Laura, prima che giungano le ore del pianto, a causa
della cecit o vd. n. 15 di una partenza dellamata: qui limpedimento persiste, ed coniugato
spazialmente, lontananza, che anticipa sottilmente i due sonetti che seguono, tra cui Movesi il vecchierel.
La ballata offre i sintomi premonitori del distacco.
Tensione tra gli occhi, loculus carnis di Agostino, e i pensieri, loculus mentis; tra spirito e membra
centrale nellunica stanza = spartita tra il dolce porto positivo dellitinerario mentale, di I mutazione; e
limperfezione negativa degli strumenti fisici della II mutazione, vv. 8-10

55: Quel foco chi pensai che fosse spento (13r) = ball. mezzana pluristrofica (due strofe = 59),
per un totale di 17 vv. tutti endecasillabi (XYY AB AB BYY) (per Wilkins giovanile 1326-36).
(lamore rinasce pi forte, quando il suo fuoco pareva spento dal tempo freddo e dallet men fresca)
(si noti che il madrigale 54 segnalava invece la volont di un cambio di direzione)
Tema = la situazione amorosa come inganno permanente (Amore tende i lacci e fa s che quando lamante
ritiene prossima la liberazione, sia solo unillusione e una nuova trappola)
Ricchezza di rime equivoche (esca), ricche, derivative (fresca: rinfresca; tempre: distempre),
paronomastiche (rinfresca: rinvesca) =

59: Perch quel che mi trasse (13v) = ball. mezzana pluristrofica (XyY Ab Ab ByY)
(ribadisce il fermo voler di continuare ad amare Laura, bench sia negata la vista degli occhi e delle chiome).
La materia bipartita nelle due stanze, ed funzionale allantitesi posta nella ripresa (Amore d v. 1 e I
stanza / Amore toglie v. 2 e II stanza). Alla colpa dellAmore-donna si oppone la voluntas firma dellamante
(ribadita nel v. 3 e in quello di chiusa v. 17).
Si noti la figura etimologca sul radicale di voler, che attraverso il componimento in positivo e in negativo
(voler ... svoglia, voglia ... non vo) n[anche in paronomasia con volger v. 13], e apparenta questa alla ball. 55
(dove ugualmente le due stanze si spartiscono in variazione il tema della ripresa e si fondono nei giochi
iterativi di foco e spento = anche la 11 si svolgeva intorno allossessione linguistica di velo, vv. 1, 9, 12 = che
peraltro richiamato dalla similarit di v. 9 con il v. XI, 4).

63: Volgendo gli occhi (14r) = ball. grande monostrofica, di tutti end. (XYYX ABC BAC CDDX)
(ripresa tetrastica a rime incroc., e stanza con due mutazioni = stesso schema di 11 e 14, con un
incremento per sillabico dei vv., tutti end. come in 55)
(rovescia la situazione di son. che precede: Laura da pericolosa nemica si fa salvatrice, e la benevolenza del
suo saluto, tema stilnovistico per eccellenza, tiene in vita il cuore dellamante)
Anche qui segnali del passato letterario = artificio del legame tra ripresa e unica stanza (teneste in vita il
core . // La fraile vita ... ), alla maniera delle coblas capfinidas (= come Dante tra fronte e sirma di Tanto
gentile)

149: Di tempo in tempo (33r) = grande monostrofica, X(x)YyX AbbC AbbC CDdX
(col passare del tempo latteggiamento di Laura si addolcisce, e se lamante la guarda gli pare che Amore stia
sostenendo la sua causa; per cos col crescere della speranza, cresce anche il desiderio)
( recuperata solo nella Chigi: con lo stesso gusto, parrebbe, di alterazione temporale e di ritorno che
presiede alla selezione del son. 145 del 15 anniversario, laddove era gi scoccato il 17).
Anche qui tessuto linguistico prezioso e fitto di arcaismi (= es. la rima interna della ripresa; del resto, la
stessa ball. monostrofica allusiva a maniera di Cino; anche le mutazioni di 4 vv. sono atipiche).
Anche qui un positivo e un negativo fluttuanti, speranza e sospiri, pace e guerra (cos, alternativamente, i
vv. 1-4, 9-12) mandano messaggi di quiete (angelica figura, dolce riso, bel viso, occhi leggiadri), mentre la
prima mutazione e la volta (5-8, 13-16) segnalano sospiri, dolore, angosciosa et desperata vita, la guerra e il
non tranquillo ... stato dellamante. E se le due mutazioni inscenano il conflitto (angoscia contro quiete), i
due elementi strofici estremi [ritornello e volta], isometrici, danno una situazione pi ambigua
(il negativo della volta finisce infatti sul tema della speranza ma macchiata e inaffidabile;
cos linizio positivo della ripresa fondato sulla negazione duna doppia litote, men dura, meno oscura, di
segno misto e contraddittorio).

324: Amor, quando fioria (63r) = mezzana monostrofica, xYY AbC BaC cYY
(lamenta che la dispietata morte sottraendogli Laura abbia spento ogni speranza , e che la crudel vita
continui a tenerlo in vita contro il suo desiderio).
Ballata antica accolta tardissimo nei RVF (il testo e le postille di 3196, c. 14r, dicono di una prima stesura
il 1 sett. 1348, a ridosso della morte di Laura, e di una revisione il 7 febbraio 1356; dopo di che il
componimento sar trascritto in ordine nellottobre del 1368; qui c anche la nota relativa alla cantio
plebeia).

Anche qui le due mutazioni si dividono la Morte (la prima) e la Vita (la seconda), con
avvicendamento per non conflittuale perch entrambe sono spietate (v. 4); ad entrambe resiste solo
la costanza della memoria (= tema della volta, vv. 10-12).

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