Ci troviamo qui, oggi, per concludere il percorso “Piccoli storici dell’arte crescono”, un
percorso che negli anni della sua realizzazione, ci ha permesso di avvicinarci all’arte, di
conoscere alcune opere del nostro territorio, di imparare ad ammirarle e a rispettarle.
3-Questa chiesa è stata ricostruita in modo più accurato rispetto alle altre del
territorio, perché il Vescovo di Pisa decise di nominarla PIEVANIA, cioè matrice di altre
chiese, ossia CHIESA CHE POSSEDEVA IL FONTE BATTESIMALE.
Diventò così un importante centro religioso, fortemente legato a Pisa e un punto di
riferimento per i villaggi circostanti.
SCUOLA MEDIA
5- Perché una chiesa così importante fu costruita in aperta campagna e proprio in questo
luogo?
Sicuramente la vicinanza alle cave della Verruca e a quelle di San Giuliano e la vicinanza
del fiume Arno per il trasporto del materiale, hanno avuto la loro importanza. La Pieve,
inoltre, doveva essere visibile anche da lontano per i pellegrini e i viandanti che qui
potevano riposarsi.Tutte le chiese di stile romanico - pisano hanno, infatti, la facciata
orientata verso ovest e in questo modo costituiva una bussola.
6-La facciata presenta fedelmente nelle sue linee generali, gli schemi compositivi delle
altre chiese romaniche dell’epoca.
La facciata è divisa in due parti da una cornice marcapiano. La parte inferiore è molto
più alta rispetto a quella superiore, perché il progetto originario previsto per la
costruzione della pieve fu abbandonato.
7- Sono state fatte numerose ipotesi sul mancato completamento di questa chiesa, fra
le quali le più accreditate sono due: la mancanza di fondi e il pericolo che il terreno di
origine alluvionale cedesse sotto il peso della costruzione, come è accaduto per il
campanile del Duomo di Pisa e per altre chiese del territorio.
Sopra la cornice marcapiano sono ancora ben visibili i basamenti di marmo delle sette
colonnine di un loggiato mai realizzato. Questo probabilmente era il progetto iniziale.
(indicare)
8-La parte inferiore della facciata è suddivisa in cinque ARCATE CIECHE sorrette da
LESENE con CAPITELLI decorati con foglie d’acanto. Nel vano delle arcate, trovano
posto elementi decorativi: LOSANGHE, OCULI QUADRILOBATI e un ROSONE. Vi si
aprono tre portali, sormontati da architravi in marmo bianco di Carrara, scolpiti a
bassorilievo.
Nella lunetta centrale vi è un volto maschile con barba in marmo bianco.
Ai due lati della facciata, collocati su mensole sporgenti di pietra, sono presenti due
leoni antropofagi.
10-La narrazione procede da sinistra verso destra e si basa essenzialmente sul Vangelo
di Giovanni, l’unico che racconta la vicenda di Lazzaro.
All’estremità di sinistra dell’architrave sono raffigurati S. Cassiano con due discepoli. Il
maestro, alto e massiccio, con la barba che lo rende autoritario, insegna a due scolari,
con i libri tra le mani. Uno è remissivo ed inginocchiato davanti al maestro : è
rispettoso, obbediente, diligente e il santo gli porge la mano da baciare. Il secondo è in
piedi e il maestro lo strattona prendendolo per i capelli.
11-Segue un palazzo turrito sorretto da vistose colonne, con tre personaggi posti su due
piani: sono osservatori di quanto Beduino narra; quello che si liscia la barba appuntita è
un fariseo. Nella prima scena vediamo una figura con l’aureola e il pastorale terminante
con la doppia croce greca: è Gesù. Davanti a Lui sono inginocchiate le sorelle di Lazzaro,
addolorate, con la testa velata che, essendo volte dalla parte opposta, non si rendono
conto del miracolo che è avvenuto.
12-Il personaggio dietro Marta e Maria indica la scena della resurrezione di Lazzaro ed
è stupito e meravigliato.
Sul lato sinistro del coperchio del sepolcro ,un angelo ad ali spiegate ed inginocchiato,
aiuta un uomo barbuto a liberare dalle bende Lazzaro.
13- Sul sarcofago sono incise le parole “HOC OPUS QUOD CERNIS BIDUINUS DOCTE
PEREGIT” che significa: l’opera che tu guardi, Biduino dottamente ha condotto a
termine. Sotto il sarcofago si nota un fiore con sette grandi petali.
14-Un apostolo che segue Gesù a Gerusalemme volta la testa indietro per ammirare
ancora il miracolo ed ha i piedi voltati nella direzione opposta per seguire gli altri; fa
da collegamento con la scena precedente. I dodici apostoli, quasi tutti con la barba,
indossano vesti drappeggiate, procedono con solennità e calpestano un tappeto di foglie di
rami di ulivo.
Hanno una lunga foglia di palma in mano, segno di vittoria e scettro tradizionale dei
martiri.
16-Il primo della fila è l’apostolo Pietro che afferra la foglia di palma ed ha le grandi
chiavi che pendono dalla cintura; un giovane si inginocchia con devozione davanti a lui.
Sulla destra dell’architrave è scolpito un albero d’ulivo sul quale sono saliti sei bambini
che ne tagliano i rami. L’ulivo è tagliato sulla destra e al suo posto sono scolpite persone
che osservano da un edificio avente colonne e loggiati.
19-Nella prima scena, vediamo un’orsa mentre sta allattando un cucciolo e viene
aggredita da un gigantesco alano, che le morde un orecchio con i robusti denti. A sua
volta l’orsa morde un dragoncello trattenuto per la coda con una zampa; la scena è
osservata da un suonatore di corno, che afferra per le zampe posteriori un cucciolo.
20-Nella seconda scena, vediamo un leone che azzanna uno dei due grossi arieti.
Nella terza rappresentazione un cervo balza sulla groppa di un mostro fantastico, un
dragone con una robusta coda di rettile, zampe nodose, artigli, ali di uccello e muso dal
profilo umano.
21-Tra la terza e la quarta scena vediamo una cinghialessa che ha le mammelle gonfie di
latte mentre cerca di assalire un suonatore di corno, il quale non si accorge della
minaccia e continua il suo cammino ed afferra per una zampa un cinghialetto.
Nella scultura che segue, un cane alano dalla lunga coda e un corpo robusto è sulla
groppa di un toro, gli azzanna un orecchio e lo costringe a piegare le zampe anteriori.
LA PIANTA E L’ORIENTAMENTO
23-Come tradizione, la chiesa è orientata con la facciata verso ovest; l’abside, invece, è
posta ad est per essere illuminata dal sole nascente simbolo di risurrezione.
Questa posizione aveva ed ha una spiegazione: per un Cristiano entrare in chiesa
significa percorrere una strada che dalle tenebre (ovest) porta a Cristo, luce del mondo
(est).
Il bravo architetto doveva stare attento ai punti di luce che dal buio, attraverso gli
oculi, le monofore e le bifore, portavano gradatamente il cristiano verso la luce intensa
dell’abside.
L’ABSIDE
24-L’abside è l’unica parte della chiesa edificata secondo il progetto originario; è stata
costruita per prima. Si cominciava a costruire dall’abside perché era la parte più
importante, poiché rivolta ad Oriente. E’ di forma semicircolare, suddivisa in 5 arcate
sorrette da lesene, con capitelli diversi, più o meno decorati. La monofora ha una tarsia
di marmo a triangoli grigi con il vertice all’interno, in modo da dare l’impressione di
fiammelle. La cornice di base è in pietra serena.
La copertura dell’abside è stata fatta con tanti coppi o embrici incastrati l’uno con
l’altro.
LE FIANCATE LATERALI
26-Lungo tutta la parete sud ci sono archi a tutto sesto a doppio “scalino” e all’interno
delle arcate cieche, sorrette da lesene, ci sono delle monofore.
I capitelli sono in marmo di S.Giuliano. Possiamo osservare dei fori di forma quadrata,
detti “buche pontaie”, utilizzati per inserire i pali delle impalcature dei ponteggi.
Sulla parete vi è scritta la data”1605”, indicante quando la fiancata fu affrescata.
Le monofore terminano con mensole talvolta rettilinee.
27-La copertura delle parti laterali della chiesa è stata realizzata con tegoli collegati da
coppi.
Il campanile originario, di stile romanico, fu costruito contemporaneamente con la chiesa
e forse stava sul lato sud. Successivamente ne venne costruito un secondo sull’angolo
destro della chiesa; gli ultimi sono stati costruiti a fianco dell’abside. L’attuale è stato
inaugurato nel 1986.
Le campane, elemento di continuità della vita religiosa e civile, sono quelle originarie.
L’INTERNO
28-L’interno della Chiesa dei Santi Ippolito e Cassiano è suddivisa in tre navate. Questo
tipo di architettura si rifà agli edifici civili che erano le basiliche romane, edifici nei
quali si amministrava la giustizia ed in cui si svolgeva la vita pubblica. Le navate sono
grandi corridoi divisi da colonne in questo caso sono separate da 12 colonne e da due
pilastri monolitici in pietra. Ad ogni navata corrisponde in facciata una porta.
29-La navata centrale si chiude con un abside semicircolare, rivolto ad est e le due
navate laterali sono chiuse da muri rettilinei. Il soffitto all’interno della chiesa è a
capriate lignee a vista. La muratura è a vista, ma sulla parete destra si trova un tratto
di intonaco dipinto, che mostra come la pieve fosse in precedenza interamente
affrescata. Per il cristiano, la pianta della pieve ricorda la forma di una nave, della
quale l’abside rappresenta la vela e Gesù è il suo albero maestro.
30-La chiesa presenta 7 altari: due posti lungo ciascuna parete laterale; uno, l’altare
maggiore alla fine della navata centrale, davanti all’abside e ancora due ai lati
dell’altare maggiore . Nel XVIII secolo la famiglia Lanfranchi Chiccoli commissionò la
costruzione di alcuni altari e dei cinque confessionali in pietra serena e fece apporre su
queste opere lo stemma familiare.
31-Ai vari altari sono collocate tele a olio con raffigurati Santi, in questo momento sono
tutte in restauro. Sull’altare laterale a sinistra dell’altare maggiore si trova il dipinto
dell’Annunciazione.
Dall’altare dell’Annunciazione ha inizio la Via Crucis, per terminare all’altare del
Santissimo Crocifisso, a ricordare tutto il percorso di Cristo, dal suo concepimento fino
alla Passione e morte sulla croce.
32-Sull’Altare Maggiore si celebra l’Eucarestia, centro della vita del cristiano.
Sull’altare laterale a destra troviamo un crocifisso ligneo cinquecentesco proveniente da
un’altra chiesa, di autore ignoto, è il santissimo crocifisso. E’ in legno scolpito, dipinto e
dorato, e misura 2 metri per 145 cm.
33-Vicino c’è il Crocifisso della Passione, dove si possono vedere tutti i simboli della
Passione di Cristo ( la lancia, la spugna, i chiodi, la corona di spine…) che viene usata,
ancora oggi, durante la Via Crucis.
Al di sotto del Santissimo Crocifisso, si trova una reliquia di S. Ranieri giunta a San
Casciano nel 1719, e i resti di San Vitale Martire, che il Pievano Abati ottenne nel 1675
da Papa Clemente X e diventò il protettore della popolazione di San Casciano.
34-Lungo tutto il perimetro della Chiesa troviamo delle MONOFORE, finestre con un
unico foro che all’esterno rompono la monotonia delle arcate cieche e favoriscono
l’ingresso della luce all’interno. Sono tipiche dello stile romanico proprio anche della
Pieve di San Casciano.
35-Troviamo tre monofore anche sul retro della chiesa una sull’abside e due ai lati ma le
ultime due dall’interno non si vedono più perché vi sono stati addossati gli altari in pietra
serena costruiti nel XVIII sec. Le monofore sono tredici e secondo la simbologia
cristiana, potrebbero indicare l’ultima cena, infatti 5 su ogni fiancata, una centrale
all’abside che rappresenta Gesù e due ai lati.
36-La chiesa presenta 12 colonne e due pilastri; le colonne sono tutte di pietra
verrucana lavorate a scalpello. 4 colonne, quelle vicino all’altare, mostrano di essere
state allungate probabilmente appartenevano alla chiesa edificata prima dell’anno mille.
Le colonne sono dodici, come gli apostoli, i due pilastri, invece, ricordano i due
evangelisti che non erano apostoli, ma discepoli degli apostoli.
37-I capitelli sono ben lavorati: appartengono per lo più allo stile Corinzio e provengono
da chiese o templi precedenti. Infatti nel periodo medioevale Pisa voleva gareggiare in
bellezza, potenza e ricchezza con la Roma del periodo imperiale.
Il capitello della prima colonna della navata destra è attribuito agli aiutanti di Biduino,
possiamo notare foglie stilizzate, visi umani e animali in funzione di mensole. Sono
riconoscibili 2 volti umani, un ariete un leone, un rapace e un toro, mentre le altre due
figure sono ormai illeggibili.
FONTE BATTESIMALE
38-Il fonte battesimale ad immersione che risale al XII sec è un blocco monolitico (unica
pietra) di forma ottagonale in pietra verrucana. L’interno scende verso il fondo con 2
gradini. L’attuale ubicazione non è quella originaria: fino al 1529 si trovava nella navata
centrale vicino all’altare, in posizione assai più elevata.
39-Il fonte battesimale, a livello simbolico e religioso, è la porta del cielo, perché apre
alla vita eterna.
Con il Battesimo, infatti, l’Uomo inizia ad entrare nel tempo di Dio. La forma ottagonale
nella teologia medievale indica l’8 che è il numero di Dio cioè l’ottavo segno compiuto a
Pasqua, quindi la Resurrezione.
FORMELLA BATTESIMALE
40-Qui potete ammirare una formella a rilievo raffigurante il Battesimo di Cristo.
L’opera risale alla fine del XV ed è attribuita alla bottega di Andrea o Luca Della
Robbia. Molto interessanti i colori, bianchi corpi e le vesti, sul fondo invece compaiono
azzurro, giallo verde e marrone.