L’Italia spagnola.
L’Italia non divenne, economicamente, un satellite spagnolo. Il predominio economico venne mantenuto infatti dai
mercanti centro-settentrionali. La pressione fiscale comunque aumentò.
Dal punto di vista politico, l’Italia fu subordinata alla Spagna, il personale politico era spagnolo. Vennero comunque
mantenuti intatti quegli organismi che rappresentavano gli interessi più importanti in Italia (es: ceto baronale a
Napoli). Infatti i baroni videro mantenuti i loro poteri, persero però la possibilità di influenzare il governo politico.
Comunque l’assolutismo appariva ora in Italia, meno potente che in altre zone e costretto a patteggiare con i Baroni.
La situazione negli altri stati italiani.
Fra gli stati italiani, solo Venezia mantenne una politica autonoma.
- Stato Pontificio: L’unico che prendeva iniziative anche contrarie agli interessi spagnoli. I papi si
interessavano di accrescere il proprio potere all’interno delle zone centrali.
- Genova: Aveva rinunciato ad una politica indipendente, ma i suoi banchieri avevano il controllo della
finanza spagnola.
- Ducato di Savoia: Rinasce dopo la pace di Cateau-Cambrésis, dopo questa “rinascita”, dal 1560 si interessa
sempre più dell’espansione in Italia.
- Pianura Padana: Resistono la famiglia degli Estensi e dei Gonzaga, nasce inoltre il ducato di Parma-
Piacenza, creato dal papa per il figlio.
- Firenze: Passa a Cosimo de’ Medici, questo mantiene stretti rapporti con Carlo V, riesce inoltre ad
annettere Siena.
La guerra anglo-spagnola.
Tale guerra scoppiò dopo che, con il pretesto che avesse fatto parte di una congiura papista, fu fatta decapitare Maria
Stuart da Elisabetta. Nel 1588 fu allestita una flotta immensa da parte della Spagna, l’Invincibile Armada. Questa
entrò nella Manica, ma la guerriglia marina della navi inglesi e le tempeste determinarono una sconfitta spagnola.
Così le navi fecero ritorno in patria, ma decisero di tornare, spaventate dalle tempeste che avevano precedentemente
affrontato, passando a nord, circumnavigando la Gran Bretagna. Durante questa traversata, le navi inglesi furono
costantemente bombardate e dovettero affrontare varie tempeste. Infine tornarono in patria solo la metà delle navi.
L’avvenimento che fece scoppiare il conflitto vero e proprio fu quando, nel 1562 Caterina proclamò un editto per la
libertà di culto calvinista, ma nello stesso anno, a Vassy, venne attuata una strage da parte dei cattolici contro la
comunità calvinista della città. Così che scoppiò una lunga guerra civile, divisa in otto tappe.
1) Prima guerra: Molto violenta, morirono sia Antonio di Borbone che Francesco di Guisa. Si concluse
grazie a Caterina, che riuscì a farla concludere con un editto, meno favorevole agli ugonotti del
precedente.
2) Seconda guerra e terza guerra: quasi a ridosso l’una dell’altra, durante queste il favore di Caterina
tornò di nuovo verso gli ugonotti (fatto che fa comprendere come Caterina fosse interessata a mantenere
un equilibrio all’interno della politica francese, più che alla questione religiosa).
A questo punto vi fu un importante tentativo di pacificazione: il matrimonio tra figlio di Antonio di
Borbone, Enrico, e la figlia di Caterina, Margherita. Così non fu. Nella notte tra 23 e 24 agosto 1572 (notte di
S.Bartolomeo), avvenne un massacro di diverse migliaia di ugonotti, i quali erano giunti a Parigi per il
matrimonio.
3) Quarta e quinta guerra: scoppiarono in seguito al sanguinoso avvenimento.
Durante queste morì il re francese Carlo IX. Salì al trono il fratello minore Enrico.
4) Sesta guerra: primi segni di grave crisi. I due partiti iniziavano a darsi degli ordinamenti propri,
assumendo le sembianze di “stati nello stato”.
5) Settima e ottava guerra: Durante queste ultime morì il fratello minore di Enrico III, il re. Questo profilò
una crisi dinastica, infatti Enrico non poteva avere figli.
Si profilò l’eventualità che salisse al trono Enrico di Borbone, capo del partito ugonotto. Il capo del
partito cattolico, Enrico di Guisa, per evitare questo, chiese aiuto da parte di Filippo II. Dopo una serie di
congiure, salì al trono Enrico di Borbone che, per essere accettato come re a Parigi (conosciuta come: “la
cattolicissima”), si convertì al cattolicesimo.
FINE.