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LA VITA
MERCOLED

CATTOLICA

30 MARZO 2016

Il corpo
non
Non si compra la vita
C

dei pi poveri

he cosa sia il dono, quello vero, ce lo ricorda la straordinaria e commovente


storia di Elena e Fabio, che vi raccontiamo a pagina 5. E in Friuli, di altre storie
di dono vero ce ne sono a migliaia, anche se non cos eclatanti come quella che
abbiamo raccolto a Pagnacco. A partire dai donatori di sangue per arrivare ai
donatori di organi, si pu dire che per i friulani quella del dono ormai una
cultura di cui intriso il loro Dna. Ma ogni conquista, ogni valore, non pu mai
essere dato per scontato e va difeso. Gli stessi Elena e Fabio raccontano come,
proprio nel momento della massima disperazione, si siano affacciati nella loro
vita dei faccendieri che volevano convincerli che si sarebbe potuto comprare ci
che invece poteva essere solo il frutto di un eccezionale gesto damore. Ma
anche senza scomodare la criminalit, da altri Paesi del mondo ci arrivano
modelli che trattano luomo, il suo corpo, i momenti pi sacri della vita
come una merce. Ed per questo che, proprio dal Friuli parte una reazione
politica: Difendiamo i veri donatori

Barillari: Dal Friuli-V.G.


no a gravidanze surrogate

ETTERE AL BANDO a livello internazionale


la pratica dellutero
in affitto. Lo chiede
una mozione presentata in consiglio regionale. Ne parliamo
con Giovanni Barillari (Gruppo Misto), primo firmatario.
Le Regioni non hanno competenze legislative dirette in
materia di maternit surrogata. Perch con la sua mozione
lei ritiene importante per che
sul tema si esprima il Consiglio
regionale del Friuli-V.G?
La tematica sicuramente al
di fuori delle competenze specifiche della nostra Regione,
questo vero. Non possiamo
per non interrogarci sulla questione che molto controversa
e, a mio parere, una vera e propria violenza contro le donne
ed i bambini. La nostra una
regione che ha una comunit
con una storia ed una cultura di
civilt e di rispetto, molto sensibile a temi etici e di forte impatto come questo. Il Consiglio regionale, rappresentante di tutta
questa comunit, penso possa
rappresentare un sentimento
che vuole contribuire a ribadire
la necessit che si giunga ad un
nuovo e pi vigoroso richiamo
verso il rispetto della donna e
della maternit. A questo si unisce il bisogno di considerare la
vita umana come elemento non
negoziabile e, in quanto tale,
non vendibile su un mercato.
La mozione ribadisce questi
principi e chiede che il Parlamento ed il Governo considerino questi aspetti prima di prendere decisioni su questa materia. La voce della nostra Regione pu contribuire al dibattito
ed a dare spunti di riflessione,
che speriamo possano essere
ascoltati, a chi ha le funzioni
per legiferare in tal senso.
Che tipo di impegno chiede
alla Giunta regionale?
Con la mozione si chiede alla Giunta di essere portavoce e
parte attiva presso il Governo
ed il Parlamento affinch si sostengano le diverse iniziative a
livello nazionale ed internazionale che contrastano la pratica

della maternit surrogata e che


la stessa venga dichiarata illegale a livello globale. Ci sono gi
diversi movimenti e gruppi organizzati in Italia ed in Europa
che stanno operando in questo
senso e ritengo sia importante
sostenerli. Inoltre, fermo restando il divieto gi esistente in
Italia di praticare la maternit
surrogata, non credo sia tollerabile un vero e proprio turismo
di italiani verso Paesi che consentono tutto questo, dove acquistare un bambino e rientrare senza alcun problema in Italia. Sarebbe necessario prevedere delle sanzioni per fermare
questi viaggi che assumono caratteri disumani. Credo che la
Presidente Serracchiani, nel caso in cui questa mozione trovasse accoglimento, svolgerebbe compiutamente il suo ruolo
istituzionale facendosi portavoce del Consiglio regionale al
Governo ed al Parlamento.
La sua mozione ha ottenuto
delle adesioni trasversali: quali
sono e ritiene che abbia delle
chances per essere approvata?
Questo un chiaro esempio
del fatto che la tematica non
di parte, ma condivisibile da
uno schieramento molto ampio
che riflette un po tutte le anime
politiche della nostra regione in
modo trasversale. Al momento
la mozione stata sottoscritta
da colleghi consiglieri del Gruppo Misto, Autonomia Responsabile, Forza Italia, Nuovo Centrodestra-Fratelli dItalia e Partito Democratico. Il processo
per arrivare allapprovazione
prevede linserimento della
mozione allordine del giorno
di una seduta del Consiglio regionale, la discussione della
stessa seguita dalla votazione.
Vedremo quando sar predisposto un prossimo ordine del
giorno e, alla luce dellampia
condivisione del testo, sono fiducioso in una sua approvazione.
In Friuli-V.G. sono ripresi i
trattamenti di fecondazione
eterologa, utilizzando gameti
acquistati in Paesi esteri dove
sono normali forme di soste-

Il consigliere Giovanni Barillari.

gno economico per i cosiddetti


donatori. Cosa ne pensa e ritiene sufficiente lattuale sistema
di garanzie che si basa sostanzialmente su una autocertificazione degli istituti esteri selezionati?
La nostra Regione opera in
base a quanto previsto dal Patto
per la Salute che ha demandato
al nostro servizio sanitario regionale la gestione della pratica. Il tema della donazione e del
sostegno economico, come avviene in alcuni Stati esteri,
molto delicato e ritengo sia importante ragionarvi sopra con
molta attenzione, alla luce di
indubbi aspetti morali, etici e di
salute che non si possono tralasciare. Nonostante questo sono
convinto che la nostra Regione
abbia preso tutte le necessarie
precauzioni per lattivazione
delle convenzioni con gli istituti
esteri che sono stati selezionati
per lavvio della pratica in Friuli-Venezia Giulia. Come componente della III Commissione del
Consiglio Regionale ritengo che
sul tema sar importante sentire i tecnici della Regione per valutare il rispetto di tutte le garanzie previste dalle convenzioni, nonch appurare che il sostegno economico previsto allestero sia riconducibile ad una
forma di risarcimento e non risponda a logiche di commercio.

La proposta dellon. Gigli: Carcere


per lutero in affitto allestero
TOP ALLUTERO in affitto e alla commercializzazione del corpo delle donne
realizzato da cittadini italiani allestero.
Con il preciso intento di bloccare questa selvaggia forma di turismo riproduttivo,
lon. Gian Luigi Gigli (nella foto, in alto) che
anche presidente del Movimento per la vita ,
presenter mercoled 30 marzo alla Camera,
con il suo gruppo Democrazia solidale, una
proposta di legge che estende allestero i divieti e le pene vigenti in Italia per chi stipula
contratti di maternit surrogata. Un tema rispetto al quale il mondo cattolico attento e
vigile da lungo tempo, ma che venuto alla ribalta dellopinione pubblica recentemente in
occasione del dibattito sulle unioni civili e sulla previsione della stepchild adoption,
ladozione del figlio del partner attraverso la
quale si voleva surrettiziamente ottenere un
riconoscimento automatico delle gravidanze
surrogate realizzate allestero.
On. Gigli, cosa prevede la proposta che
avr lei come primo firmatario insieme agli
onorevoli Mario Sberna e Lorenzo Dellai?
Affrontiamo il tema in modo molto semplice dal punto di vista giuridico. La legge italiana prevede gi la punibilit ai sensi della
legge 40/2004: allarticolo 12 si prevede la reclusione da 3 mesi a 2 anni per la pratica della
maternit surrogata. Ovviamente la punibilit
sussiste solo se il reato commesso in Italia.
In realt in atto una sorta di turismo riproduttivo che non ha niente da invidiare a
quellaltra infamia che il turismo sessuale.
C gente che si muove, sulla base di una disponibilit economica, e che opera come
committente per una aspirazione di genitorialit sociale andando a comprare allestero
sia la madre genetica, cio i gameti, sia la madre biologica, quella che porta avanti la gravidanza nel caso di utero in affitto. La nostra
proposta si aggancia allarticolo 7 del codice
penale che al comma 5 prevede le condizioni
di punibilit di cittadini italiani per reati commessi allestero. Tra queste, la presenza di disposizioni di legge speciali per le quali la punibilit allestero venga espressamente prevista, oppure nel caso che vi siano delle convenzioni internazionali che regolino un certo
comportamento. La nostra proposta semplicemente ( formata da un articolo con due soli commi) afferma che il divieto della legge
40/2004 vale anche allestero e che la nostra
proposta di legge vale come disposizione speciale ai sensi dellarticolo 7, comma 5, del codice penale.
In tal modo la maternit surrogata viene
trattata alla stregua di reati gravissimi...
S, tale previsione vale per esempio per la
tratta dei minori e lo sfruttamento della prostituzione minorile. Sottostante a questa scelta c la forte condanna di questa forma di
gravidanza in outsourcing che realizza uno

sfruttamento del corpo femminile. Il nostro


ordinamento condanna ogni forma di commercializzazione del corpo umano, ed giusto punire anche la maternit surrogata. Lo
stesso vale per la commercializzazione dei gameti, un fenomeno sul quale in Italia, e anche
in Friuli-Venezia Giulia, si preferisce chiudere
entrambi gli occhi facendo finta che allestero
tutti siano donatori in forma altruistica. Creder a questo quando vedr una donna bianca e ricca mettersi a disposizione per la maternit surrogata o per la donazione di gameti
a una donna povera e di colore. Come medico
conosco i potenziali rischi di una maternit
che una donna attraversa per se stessa o potrebbe attraversare al massimo per un congiunto, ma certamente non per un estraneo.
La verit che si tratta di una transazione economica, nella quale c un rapporto asimmetrico tra chi in grado di pagare e chi nel bisogno costretto a rendersi disponibile.
Quindi tutti gli ovuli importati dallestero
di fatto sono oggetto di transazioni economiche? Anche quelli importati nelle strutture
autorizzate dal Friuli-V.G. da Spagna e Repubblica Ceca?
In Spagna, per esempio, sono previste delle forme di rimborso spese, per il lavoro perso, per il disagio... tutte opportunit che, mi
segnala la rete del Movimento per la vita spagnolo, sono utilizzate da studentesse povere
in canna che devono mantenersi agli studi, le
quali si sottopongono anche pi volte lanno a
cicli di stimolazione ovarica. Nelle bacheche
universitarie spagnole pieno di questi annunci. Si tratta, quindi, di vere e proprie forme
di mantenimento economico per le quali queste giovani donne si sottopongono a tutti i rischi e allo stress di un bombardamento ormonale. Altrimenti mi devono spiegare perch in
Spagna pieno di queste missionarie mentre in Italia non se ne trova una.
ottimista sulliter della legge?
Credo che in Parlamento si potranno realizzare molte alleanze su questo tema, anche
con settori lontani dalla sensibilit cattolica.
Con questa proposta intendete difendere
anche la genuinit di altre forme di dono, come quello del sangue e degli organi?
Certamente. Oggi il rimborso per i donatori di sangue un caff... ma se cominciassimo
a dare loro 1.000 euro come avviene per la donazione degli ovuli in Spagna, ci sarebbero
tante famiglie italiane povere che sarebbero
costrette a fare ci che avviene regolarmente
in India o negli Stati Uniti, vendendo parti del
proprio corpo per mantenere i figli. Ci sono
famiglie che campano e si rovinano cos. A
Singapore per esempio possibile la vendita
degli organi, come il rene. questo il modello
di societ a cui vogliamo arrivare?.
SERVIZI DI

ROBERTO PENSA

LA VITA

sPecIaLe

CATTOLICA

MERCOLED

30 MARZO 2016

una merce
UNA MOZIONE presentata in Consiglio regionale chiede di mettere al bando, a
livello internazionale, la pratica dellutero in affitto. Per il primo firmatario, Giovanni Barillari del Gruppo Misto, non tollerabile la forma di turismo di italiani verso Paesi che consentono di acquistare un bambino,
tramite la maternit surrogata, e di
rientrare in Italia senza problemi.
NO AL TURISMO RIPRODUTTIVO anche
da parte dellonorevole Gigli che
mercoled 30 marzo presenta una
proposta di legge alla Camera affinch la punibilit della pratica della
maternit surrogata venga estesa anche allestero, nel caso di coinvolgimento di cittadini italiani.
DONO DA VIVENTE. La storia di Elena e
Fabio, coppia che vive a Pagnacco
con tre figli adolescenti. Lei ha donato al marito malato un rene, dimostrando che grazie alle nuove terapie
non necessaria una compatibilit al
100% tra donatore e ricevente.

A DIALISI?

NO, MAI! UN FUTURO DA DIALIZZATO


non lavrei voluto per Fabio. Io che conosco
bene quanta sofferenza, e non solo fisica,
crei questa condizione, dopo unesperienza
simile vissuta con mia madre, morta quattro
anni fa allOspedale di Udine per uninfezione, ho detto no. E in quel momento avevo gi
deciso in cuor mio che la candidata per donare un rene a mio marito sarei stata io. Elena (per rispettarne il desiderio usiamo due
nomi di fantasia) ha 42 anni, Fabio 43. Sono
spostati da 16 anni e vivono a Pagnacco
Per lavoro e per scelta con i loro tre figli,
due di 13 anni e uno di 11. E desiderano far
conoscere a pi persone possibile la loro storia. Perch tutti devono sapere che il trapianto da donatore vivente possibile ed
fonte di grande gioia.

La grave malattia di Fabio


Ma partiamo dallinizio. Fabio soffre da 26
anni di una malattia congenita e autoimmune che, peggiorando pian piano, compromette irrimediabilmente la funzionalit dei
suoi reni. E la qualit della sua vita e dellintera famiglia. Negli ultimi tre anni le complicazioni subiscono unaccelerata. E il futuro, a
detta dei medici, la dialisi. Non per Elena
che davanti al
marito e
al dottore avanza,
lasciando
Fabio
senza
parole,
lipotesi
della donazione
del proprio ren e .
Unidea che avevo avuto anche quando mia
madre stava male dice, convinta ; purtroppo il suo compromesso quadro clinico
aveva fatto accantonare questa soluzione.
Una volta fuori dallambulatorio Fabio dice chiaramente alla moglie di non essere
daccordo su quanto ha ascoltato. Ma lei non
per nulla intenzionata a demordere, nonostante metta da parte per qualche tempo
lidea, riflettendo su quanto un giorno le dice
la sorella: Avete tre figli, almeno uno dei due
deve rimanere sano!.

Amici e suocero vogliono donare


Nel frattempo, per donare un rene a Fabio
che vede peggiorare pi velocemente del

Il mio rene ha ridato


la vita a mio marito
previsto le sue condizioni cliniche, si fanno
avanti due amici. E persino il pap di lei. Ma
le analisi diranno che nessuno dei tre idoneo. allora che Elena guarda negli occhi il
marito: Ora lunica candidata resto io e non
abbiamo altra scelta dice . Non possiamo
permetterci la prospettiva della dialisi, ma
dobbiamo puntare a quella che la vita migliore per te. Accetta la mia decisione perch
quella giusta per la nostra famiglia.

In Ospedale a Treviso
Lesperienza inizia allOspedale di Treviso
con una lunga serie di analisi e controlli, per
entrambi. E lei scopre di avere un problema
piuttosto serio che pu essere trattato in prima battuta con una cura, ma risolto definitivamente solo con unoperazione. In quel
momento non avevo certo tempo da perdere
ricorda ; dovevo tornare sana il pi in fretta possibile, cos ho optato per lintervento
immediato. Dopo la sala operatoria qualcosa va storto tanto che Elena rischia la vita.
Per fortuna, per, in breve tutto si risolve per
il meglio. Ci rimettiamo in gioco e torniamo
a Treviso per il lungo iter di verifiche e analisi.

Trapianto annullato
E quando tutto sembrerebbe girare per il
verso giusto, e si avanza lipotesi delloperazione a maggio (siamo nel 2014), un esame
specifico sentenzia la non idoneit alla donazione. Con il tempo spiega a forza di
chiedere e informarmi, ho scoperto che la
donazione oggi si pu fare anche se non c
compatibilit, aumentando gli immunosoppressori sul ricevente.
E cos il trapianto viene annullato definitivamente. Elena vive un momento di estremo
dolore. stato un vero e proprio lutto, afferma. Ma la grande fede, che lha sempre
sorretta nella sua vita, e lappoggio dei parenti (Mio pap, forte dellesperienza vissuta con mia madre, e consapevole di quanto
complicata possa essere la vita di un dializzato, mi diceva sempre non mollare, vai fino
in fondo al tuo desiderio), le sono di conforto anche in questo straziante periodo. Durante il quale, confida con amarezza, c stato anche chi si fatto avanti prospettando la
soluzione del rene a pagamento. Ovviamente
scartata.

Il viaggio della speranza


Trascorsi appena due mesi, grazie ad una
smisurata caparbiet, Elena che non si d
pace , convince il marito a sottoporsi ad ulteriori analisi di verifica. In due ospedali diversi. La scuola appena finita cos sar lin-

tera famiglia, figli compresi, a recarsi nel giro


di due giorni prima allIstituto San Raffaele
di Milano, poi al Policlinico SantOrsola-Malpighi di Bologna. Gli specialisti lombardi e
quelli emiliani concordano: Elena pu donare il rene al marito. La lettera che conferma
lidoneit arriver come regalo a Natale
2014.

A Bologna linizio di una nuova vita


Sar un lungo e silenzioso abbraccio tra
marito e moglie a coronare linizio di una
nuova vita, al Policlinico di Bologna. il 23
settembre 2015: i medici, infatti, hanno scelto di aspettare il peggioramento delle condizioni di Fabio per intervenire. Sono le 6 e
mezza del mattino ed Elena che non ha
mai avuto paura delloperazione, ma lunico
timore era il rinvio o lannullamento per
qualche suo problema di salute (basta un
raffreddore)

viene portata in
sala operatoria.
Mio marito mi
ha salutato sussurrandomi grazie e io gli ho risposto era ora!,
visto che lui fin
dallinizio,
per
senso di protezione verso i nostri figli e me,
non ha mai appoggiato del tutto la mia scelta.
L i n t e r v e n t o
riesce senza problemi: il rene di Elena, ora nel corpo di Fabio,
fin dai primi minuti inizia a funzionare a dovere. Mi sento come se avessi subito un parto cesareo, commenta Elena alla sorella che
lassiste, una volta risvegliatasi dallanestesia. cos, perch tu mi hai ridato la vita,
sono le parole di Fabio che lascolta a qualche metro di distanza nella stessa sala di semi-terapia intensiva, subito dopo essersi
svegliato dalloperazione che per lui andata
avanti quasi tutto il giorno.

Il ritorno a casa
Dopo 5 giorni di ricovero lei esce dallospedale, dopo appena 12 tocca a lui. E via
di corsa a Pagnacco con Fabio che rientra
in casa rinato , a riabbracciare i loro tre figli. E pure il pap di lei che insieme a due zie
arrivate appositamente dallInghilterra li
hanno accuditi, a turno, mentre mamma e
pap non cerano, cercando di colmare il
vuoto e di superare insieme ansie e paure.

Un abbraccio particolare a tutte quelle madri


dei compagni di classe dei figli che hanno
fatto a gara per non far mancare niente ai ragazzini, chi andando a reperire il materiale
scolastico (la scuola era appena iniziata), chi
i libri di testo. Una di loro quando ho detto
grazie per avere sostituito questa mamma
assente mi ha risposto: Sono io che ringrazio voi per avermi fatto partecipe della vostra
esperienza.
Quando Elena mi racconta la storia di questa rinascita che non solo di suo marito,
ma di tutta la famiglia , da appena un giorno trascorso, senza problemi, il traguardo
dei sei mesi a rischio rigetto.

Ges ci ha protetti
Non ho mai avuto dubbi sulla decisione
presa e sul fatto che in questo percorso da
lass Ges abbia protetto tutti noi. A volte mi
ritrovo a guardare mio marito,
che sta bene ed
con noi, e mi dico: il mio orgoglio. Poi mi
confida:
Nel
corso dei tanti
controlli ai quali
mi sono sottoposta di ospedale in
ospedale,
di
fronte alla sofferenza di tante
persone in dialisi, ho pensato
che se per qualche motivo non
fossi risultata idonea alla donazione a mio
marito, lavrei fatto lo stesso. Come donatore
samaritano, dando il mio organo a chi ne
aveva bisogno.

Un rene in meno. Tanta gioia in pi


Infine un appello: del tutto normale
ammette avere paura di fronte ad una decisione del genere, ma questo timore va in secondo piano se solo si immagina il benessere
che pu portare al prossimo. Voglio sottolineare aggiunge che chiunque, purch sano, pu diventare donatore vivente perch
grazie alle nuove terapie non necessaria
una compatibilit al 100%.
E soprattutto la vita non cambia con un
rene in meno. Anzi, diventa pi bella. Hai solo una cicatrice in pi. E ne vale la pena se
ci rende migliore la vita di un altro essere
umano.
MONIKA PASCOLO

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