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Mercoled
13 Aprile 2016

anzitutto Rilke: lItalia, larte

CULTURA, RELIGIONI, TEMPO LIBERO, SPETTACOLI, SPORT

e... la principessa

l 14 e 15 aprile si tiene a Roma, presso la Fondazione Camillo


Caetani (il primo giorno) e alla Casa di Goethe (il secondo),
un convegno internazionale sul tema Rilke e lItalia.
Studiosi di varie universit italiane e tedesche analizzeranno
il rapporto che ha legato la poesia di Rainer Maria Rilke, allarte e
alla cultura italiane. Fra le altre sono previste relazioni di Marino
Freschi di Roma Tre, Albert Meier della Christian Albrechts
Universitt, Andreina Lavagetto dellUniversit Ca Foscari di
Venezia. Alla Fondazione Caetani di via Botteghe Oscure sar
possibile vistare anche una mostra documentaria centrata sui
rapporti epistolari fra lo scrittore e Marguerite Caetani.

L Z E V I R O

TRA FEDE E ARTE


UNA COMUNE
INTELLIGENZA

Mantova. Dalla Prima guerra mondiale a Palmira, una mostra racconta le storie
e gli eroismi dei tanti Monuments men che hanno difeso la cultura anche a costo della vita

Tutti gli uomini

RAUL GABRIEL
roppo spesso oggi, tradendo intuizioni
importanti ma dimenticate, si trattano fede e
arte come esercizi di stile, giochi di ruolo
funzionali alla contabilit di interessi
pragmatici e vuoto proselitismo. E questo sia da parte
dei praticanti che degli scettici, in maniere diverse ma
speculari. Fede e arte non sono regole da applicare
allesistenza. A tutti gli effetti sono differenti
intelligenze dellesistenza. Lintelligenza di categorie
diverse, perch diverse sono le frequenze con cui
lintelligenza si confronta. Riconoscere le similitudini
di figure geometriche astruse e concatenazioni di
numeri incognite o calcolare i pesi di criptiche e
assurde situazioni attiene a un tipo di intelligenza. Una
intelligenza che chiamo topografica, quella delle
cavie che mappano i labirinti, perfetti strumenti per
affinare metodi che poi vengono reinseriti nel sistema
da cui provengono. Lintelligenza topografica un
sottoinsieme organizzato e concentrato. Autonoma
anche se parte dellinsieme che la comprende,
utilissima per la logistica e lorganizzazione del mondo.
Estremamente differente per dalla intelligenza che
riconosce lirriconoscibile e che supera lanalogia tra
figure e sequenze per passare a unaltro tipo di
relazione. Questa una intelligenza che sovversiva,
destabilizzante, perch non ricalca con ostinazione la
topografia segnata: semplicemente in grado di
inventarne unaltra sovvertendone le gerarchie. Questa
intelligenza aggira il meccanicismo delle deduzioni per
andare verso quello delle intuizioni. E le intuizioni
coinvolgono e avvolgono ogni aspetto dellessere,
aboliscono le gerarchie pregiudiziali. Solo su questo
piano possibile che un tram e un orologio diventino
la chiave per la comprensione delluniverso, della
relativit generale. Ma perch possa esplodere nella
sua forza, questa intelligenza necessita di una fiducia
totale, di un amore definitivo che solo riesce a far
saltare nellincognito di una scommessa altrettanto
totale. Ecco, questa seconda intelligenza
paragonabile alla fede e allo spirito dellarte. Fede e
arte sono questa intelligenza, reinventano il reale, la
prassi. E reinventandolo generano immediatamente
un metodo differente della prassi. Non si pu pi
ragionare come se fosse possibile una congruenza tra
la vecchia e la nuova prassi. Una volta che si sa che la
terra tonda non ci si pu pi comportare come se
fosse piatta. Da qui risulta chiaro il fraintendimento. Il
passaggio della fede alla prassi applicato e predicato
oggi operazione senza significato o, al massimo,
esercizio ideologico o di mercato. Per chi ha una
visione realmente alternativa, la sfida non la
traduzione ma la traslazione. La capacit, la forza e il
coraggio di spostare tutto su un altro piano. La lotta
furiosa per spostare la bandierina un po pi in l nel
terreno avversario non ha letteralmente senso, perde
naturalmente di significato per chi ha visto altro.
Semplicemente perch i metri di terreno conquistato
svaniscono come unit di misura del proprio moto
interiore. Due storie a confronto. Quella delle crociate e
quella del povero frate che si impegna nel costruire, in
una mezza palude dellItalia centrale vicino ad Assisi,
una minuscola chiesetta di pietre. A distanza di 800
anni si vede come la storia di quel povero ha
influenzato il mondo e ha costruito una rivoluzione
mentre la storia di una fede che diventa realpolitik
rimane simbolo di oppressione e cinismo. Anche
assumere le forme e i modi di mondi altri non ha senso
e non paga a meno che non si languisca in attesa della
loro salvifica legittimazione, ma questo un altro
discorso. Se fede reinventare un mondo, lo si deve poi
vedere. Se larte reinventare il mondo, non deve
limare il suo mordente per compiacere il salotto del
ricco di turno che vuole essere disturbato... con
moderazione. A questo proposito la corsa che fa
larchitettura del sacro verso gli stilemi dellarchitettura
laica fortemente indicativa di come si sia persa la
capacit di reinventare. Di come si sia rinunciato
allintelligenza di cui parlavo prima semplicemente
perch non ci si fida pi di ci che si predica.
Personalmente, se voglio un grande esempio di
architettura alla maniera del contemporaneo, asettica
e a-identitaria, vado nella nuova spettacolare metro di
Ground Zero, a New York, dove il senso, la forma,
lintuizione mi parlano di quello che , esattamente.
Non vado a cercarla in luoghi come quelli sacri che nel
tentativo di essere legittimati dalla cultura dominante,
vergognandosi della propria radice, si sono trasformati
sempre pi in una vuota imitazione di un linguaggio
esteriore, che rinnega le sue origini e soprattutto la sua
funzione. Lintima reinvenzione della propria
esistenza.

RIPRODUZIONE RISERVATA

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della

BELLEZZA

FRAMMENTI
Assisi,
affreschi dopo
il terremoto

ALESSANDRO BELTRAMI

gresso di eserciti in Italia, fu smobilitata e ogni opera (compresi tessuti, paramenti e pizzi) inventariata e documenalmira liberata
tata fotograficamente, con un approccio
titolavano qualche rivela una nuova consapevolezza verche giorno fa i
so il patrimonio.
giornali di tutto
il mondo. Con
Trentanni dopo Milano e tutta la Lombarun sospiro di
dia sarebbero state al centro di una straorsollievo che fordinaria operazione di salvaguardia grazie a
se non si sarebbe avvertito identico se al
figure come Ettore Modigliani, Guglielmo
suo posto ci fosse stata una citt viva. Pu
Pacchioni, Fernanda Wittgens, Gian Alberstupire che una rovina susciti pi comto DellAcqua. Le opere furono spedite in dipartecipazione di una popolazione marversi depositi e caveau in tutta Italia. Il 26
toriata. uno strano, e inquietante, fenogiugno 1943 i capolavorissimi, nellemeno che per mette in luce il significato
spressione della Wittgens, di Brera, Poldi
pi autentico del patrimonio culturale. La
Pezzoli e Carrara furono mandati nella forvicenda di Palmira ha focalizzato lattentezza di Sassocorvaro, nelle Marche. Il 7 e
zione di tutto il mondo sulla sua precariet
l8 agosto successivi su Milano cadeva una
ma soprattutto sul suo valore ideale prima
pioggia di bombe.
che economico: il quale, a ben vedere, sotMinore fortuna ebbero le opere degli Uffito il manto dellideologia ci che pi prezi, inviate in Alto Adige dai tedeschi nel 1944.
me a Daesh, dato che il traffico di reperti
Queste e molte altre furono oggetto delle
la terza fonte di proventi del Califfato doindagini dei Monuments men, celebrati anpo droga e armi. La sua perdita ci appare
che da un film di George Clooney, trecenancor pi grave forse perch con essa ci
tocinquanta circa tra uomini e donne da
sembra scomparire per sempre un pezzo
quattordici nazioni, membri della sezione
di storia e di memoria, come se attraverso
Monumenti, Belle Arti e Archivi delleserciquesta collettivit, che avvertiamo noto angloamericano. Molti erano direttori di
stra seppure remota, venissimo colmusei, storici dellarte, artisti, architetti. Il
piti noi stessi.
loro compito era proteggere i beni culturali dalla guerra e ritrovare le opere
Anche per questo il sacrificio di
DAESH ATTACCA LE MURA DI NINIVE
razziate di Hitler e dei gerarchi naziKhaled Assad, il direttore del sisti, i quali avevano progettato nei
to siriano, ucciso, decapitato e
Come una rivincita dopo la liberazione di Palmira, ieri
minimi dettagli e in parte effetappeso a una colonna, suona
Daesh ha aggredito le mura e le porte monumentali di
tuato la sistematica depredacome un martirio. La storia
Ninive, in Iraq. Lazione distruttiva del Califfato stata resa nota
zione di musei e chiese di tutta
ricca di questi eroi, molti
ieri mattina sulla pagina Facebook della rivista Archeologia
Europa per costruire il grande
dei quali anonimi e silenViva. La notizia stata resa nota tramite il professore Paolo
Fhrermuseum a Linz (ma anziosi, che hanno opposto la
Brusasco dellUniversit di Genova. Notizie da fonti locali attendibili
che, come Gring, per appencivilt alla barbarie ma anci hanno comunicato (ancora non sono pervenute immagini) lo
derseli in casa). Molte furono riche la cura e la sollecitudispianamento con bulldozer da parte dellIs della celebre porta
trovate nella miniera di sale a Alt
ne ai disastri naturali come
urbica di Mashki a Ninive, si legge nel post. Anche se ricostruita in
Ausse presso Salisburgo. Nel
terremoti e alluvioni. Molti
crudo negli anni di Saddam Hussein e quindi nel 2009, il
1951, alla fine delle operazioni,
sono raccontati nella mostra
monumento di straordinaria importanza storica: si tratta della
furono cinque milioni le opere, i
Salvare la Memoria (La BelPorta dellabbeveraggio citata nelle fonti del sovrano
volumi e gli oggetti restituiti.
lezza, lArte, la Storia). Storie di
neoassiro Sennacherib, utilizzata per condurre le mandrie
Il Camposanto monumentale di Pidistruzioni e rinascita in corso
ad abbeverarsi nelle acque del fiume Tigri. Si trova
sa, fu incenerito con i suoi affreschi che
al Museo archeologico nazionale
sul lato occidentale delle fortificazioni di Ninive.
andavano da Buffalmacco a Antonio Vedi Mantova (citt colpita dal sisma

del 2012) fino


al 5 giugno e dedicata idealmente
proprio a Khaled Assad
e Palmira.
Una prima strategia di salvaguardia delle
opere darte risale a un secolo fa, con la Prima guerra mondiale. Era stata la devastazione della cattedrale di Reims nel 1914,
cannoneggiata dallartiglieria tedesca, a far
capire che non serviva avere lesercito alle
porte perch le citt venissero messe a ferro e fuoco (ma interessante che il kaiser
Guglielmo II nel maggio 1915, dopo lunga
riluttanza, acconsent alla richiesta dei suoi
generali di bombardare via aerea Londra,
a patto che venissero risparmiati i monumenti). In Italia gi nel marzo 1915, prima
ancora dellentrata in guerra, dal Veneto si
cominciarono a spedire casse di opere a
Firenze, mentre nel 1916 furono movimentati i capolavori di Brera e delle chiese milanesi come laltare di SantAmbrogio. La Valtellina, storico corridoio di in-

IL FATTO

neziano a Benozzo
Gozzoli nel 1944 da una
bomba alleata. Sembravano morti per sempre, ma oggi quegli affreschi, a porzioni e lacerti tornano alle pareti. Il Camposanto torna a vivere, s, ma di una vita diversa: Si
rende di nuovo comprensibile scrive Antonio Paolucci nella viva memoria della
sua perduta ma non obliata bellezza e delle sue funzioni simboliche. Il concetto di
restituzione, contraltare della distruzione,
centrale nella mostra mantovana come
segno di ripartenza e di riappropriazione
della storia. cos ad esempio per la stele
di Axum, tornata in Etiopia nel 2005, ma una restituzione di alto valore simbolico
la ricostruzione del ponte di Mostar. Gli archi temporali tra distruzione e ripartenza
possono essere lunghi: la residenza dei
granduchi di Vilnius venne rasa al suolo nel
1795 con lannessione della Lituania alla
Russia; nel 2000 il parlamento ha varato la
legge sulla sua ricostruzione, completata
nella sua prima parte nel 2013.
Il racconto sugli ultimi 60 anni in Italia si
sofferma sulle disgrazie naturali (lalluvione di Firenze con gli angeli del fango, quindi i terremoti del Friuli, Irpinia, Assisi, lAquila fino a quello emiliano) ma anche sugli attentati come quello di via dei Georgofili del 1993. Lopera di salvataggio da guerre e fondamentalismi prosegue in Medio
Oriente. Nel 1989, ad esempio, il nucleo pi
prezioso del Museo nazionale dellAfghanistan era stato messo al sicuro segretamente in un caveau del palazzo presidenziale di Kabul e solo il coraggio di un custode, che ha mentito alle bande e ai talebani, lo ha salvato. I tesori, ritenuti trafugati, sono stati ritrovati al crollo del regime
talebano, mentre il museo era stato distrutto
e saccheggiato. Nel 1975 allo scoppio della
guerra civile, il direttore del Museo nazionale del Libano Museum, Mir Maurice
Chehab, per preservare le opere inamovibili le seppell sotto colate di cemento. Sono ritornate alla luce sane e salve nel 1999.
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