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"Chi

mia madre e chi sono i miei


fratelli?"

Marco 3,31-35

31In

quel tempo giunsero la madre e i fratelli di Ges e,


stando fuori, mandarono a chiamarlo. 32Attorno a lui era
seduta una folla, e gli dissero: Ecco, tua madre, i tuoi fratelli
e le tue sorelle stanno fuori e ti cercano. 33Ma egli rispose
loro: Chi mia madre e chi sono i miei fratelli?. 34Girando
lo sguardo su quelli che erano seduti attorno a lui, disse:
Ecco mia madre e i miei fratelli! 35Perch chi fa la volont di
Dio, costui per me fratello, sorella e madre.
Il Vangelo di oggi ci invita a entrare in una relazione dintimit con il
Signore, a essere nella cerchia di coloro che lo ascoltano e lo seguano
ovunque egli vada, a divenire suoi fratelli, sorelle e madri (la paternit
spetta solo al Padre celeste, come dir Ges in Matteo (23,9).
Ges impegnato nel suo ministero pubblico fatto di itineranza e
annuncio del Regno, fatto di condivisione con i suoi discepoli e di
attenzione a coloro che sono sofferenti ed esclusi (peccatori, malati nel
corpo o nella psiche, poveri e indifesi). Ed ecco che un giorno gli viene
annunciato: Tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle stanno fuori e ti
cercano. Ges fa di questa notizia loccasione per dilatare il suo sguardo
oltre la cerchia dei legami parentali e coinvolgere i presenti, e noi con loro,
nella relazione con lui.
lo sguardo di Ges che elegge e nello stesso tempo interpella e
impegna ciascuno di noi a divenire suoi fratelli, sorelle e addirittura
madre (noi siamo generati in Cristo mediante il battesimo ma siamo anche
chiamati a lasciare che il Cristo sia generato in noi mediante lo Spirito
santo). Ges dichiara che per essere legati a lui con vincoli damore non
sono necessari la carne e il sangue (cosa che a noi sarebbe preclusa), ma
piuttosto essenziale la determinazione a fare la volont del Padre. Se

vero che Ges lorigine della nostra comunione fraterna, altrettanto


vero che il nostro legame con lui si fonda e si costruisce allombra
luminosa di quel Padre che egli venuto a rivelare. Ges introduce ogni
credente nella sua intima relazione con il Padre invitandolo a partecipare
del mistero che li unisce e, nello stesso tempo, chiedendogli di assumere
i suoi stessi sentimenti, ovvero di compiere quella volont del Padre che
Paolo, nelle sue lettere, dir essere una volont di salvezza per tutti gli
uomini (cf. 1Tm 2,4).
Questa parola di Ges, questo annuncio del vangelo di oggi, dovrebbero
suscitare nei nostri cuori una gioia grande e un grande timore: la gioia di
chi si sa nella comunione con il Signore solo e soltanto per grazia, per
dono del Signore stesso; il timore di chi sa che questa comunione anche
partecipazione alle sue sofferenze, al suo pathos per la salvezza di ogni
creatura, alla sua amorosa e radicale dedizione alluomo, soprattutto a chi
nel mondo minimus, non conta, disprezzato, calunniato o,
semplicemente, ignorato e scartato.
Il Signore ci doni la grazia di questa gioia e la forza per vivere questa
responsabilit di comunione e, stando giorno dopo giorno alla scuola della
sua Parola, ci doni di discernere il suo sguardo che, pieno damore, ci
indica la via per intessere relazioni sempre pi autentiche con lui e con
coloro che egli ci fa incontrare lungo il cammino della vita.
Sorella Ilaria

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