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Grazie Giulio

Universidad Catlica de Murcia (Spain) - graguni@ucam.edu


May 5, 2016

L'arresto
La mosca di gennaio atterr pigramente sul fascicolo della scrivania. Davanti a
questa, con i polsi ammanettati e una camicia che fuoriusciva dai jeans, Giulio
sedeva inquieto, con occhi eri, accesi; le labbra serrate. Si soerm sull'insetto
invidiandone la libert. Il commissario Jabir Mabrouk, giacca e cravatta desolanti, gli stava a qualche metro, in piedi, accanto alla porta. Dopo uno sguardo
pi superciale del solito, riprese con un tono pi pacato, dopo le precedenti
grida.
<<Che sei venuto a fare in Egitto? Perch non ti trovi con gli altri turisti a
visitare i templi? Devi per forza fare la tua tesi di dottorato sui problemi politici
dell'Egitto?

Perch non la fai su quelli del tuo Paese?

e criticare la nostra realt?

Pretendi di conoscere

Che ne sai tu, glio di mamm occidentale, dei

nostri guai? Hai mai soerto la fame? Tua mamma o tua sorella si sono mai
prostituite? Sai cosa signica avere l'acqua una volta al mese e non avere cesso
per cacare? E vivere in una casa di fango? E cercare tra la spazzatura qualcosa
da mangiare, dormire dove capita, mangiare la sabbia? Tu, ben pasciuto, vieni
qua e reclami diritti come se te li avesse assegnati Dio in persona... >>. Fece
una breve pausa e deglut. <<Regeni, ... sono quasi sicuro che non hai nulla da
nascondere... il generale Khartan che mi costringe, una specie di paranoico,
un pericolosissimo paranoico>> e qui Mabrouk cerc gli occhi di Giulio <<...
teme che tu sia un inltrato, una spia, ... non lo so.... Avanti, su, dimmi quello
che sai e che non sai del sindacato e ti rilascio>>.
Giulio aveva ascoltato chinando un p la testa. Pens pochissimo prima di
rispondere.
<<So benissimo che i diritti non sono una concessione divina, ma una conquista sociale che richiede alfabetizzazione, lavoro e cultura civica in ogni Paese.
Purtroppo quasi sempre richiedono lotta, guerre, sangue...
prattutto importante difenderli una volta conquistati.

Per questo so-

I diritti che pretendo

sono quelli stessi che un egiziano gi possiede; o meglio: che

dovrebbe

in teoria

possedere. Sono scritti nella vostra Costituzione. Le vostre modalit le hanno


gi violate: ho diritto alla presenza di un avvocato e, nel mio caso, anche di un
interprete. Inoltre mi avete illegalmente sottratto cellulare, soldi e documenti.
In quanto all'argomento dei miei studi, in verit dovrebbe soltanto essermi grato:

nel mio piccolo, vorrei giusto contribuire a migliorare questo Paese. Dovrebbe
sapere che alla radice dei problemi cui Lei ha accennato, commissario, - problemi
che tutti, anche noi europei, abbiamo avuto - ci sta l'analfabetismo, l'ingiustizia
sociale, il lavoro indegno e non regolamentato...

Ci sta la superstizione e la

stessa religione uciale, soprattutto quando si consente che essa interferisca


con le normative dello Stato. Ci sta il sopruso e la corruzione, la legge del pi
forte contro la giustizia...>>. Mabrouk interruppe sarcastico.
<<Ah ah, povero stupido, la giustizia!!! Ma che giustizia?! Ma, perch, in
Italia c' la giustizia? Perch in Italia o altrove questi famosi diritti vengono
rispettati e la polizia non picchia e fa quello che vuole? Perch, in Italia non c'
la corruzione? Caro il mio giovane fesso, pasciuto fesso, la realt, la storia la
fanno da sempre i pi forti, i pi ricchi, i pi potenti. cos e vale dappertutto,
non solo in Egitto. Hai menzionato il lavoro? Va allora a lavorare davvero, a
lavorare la terra, come fanno i disperati sulle sponde del Nilo...>>.
Giulio giunse le mani ammanettate e sospir lievemente.
<<La compiango. Deve aver avuto una vita orribile per rispondere cos. La
corruzione? La violenza? Diritti calpestati? Certo che succede anche in Italia,
in America, ovunque... ma c' una bella dierenza: non la norma, come qui.
Nei Paesi che chiamiamo occidentali i principi della giustizia sociale sono stati
da tempo proclamati. Ci non signica - purtroppo - che si possa tralasciare di
difenderli continuamente... Senza questi principi, d'altronde, come si potrebbe
mai costituire uno Stato? Perno Lei, caro Mabrouk, se oggi riveste l'incarico
statale di commissario di polizia perch qualcuno un giorno, svegliandosi, ha
detto: ora basta col caos, facciamo delle leggi, delle leggi giuste, facciamo uno
Stato. E questo Stato dovrebbe proprio tutelare, per esempio, i lavoratori delle
sponde del Nilo di cui parla, far s che essi non siano, appunto, dei disperati,
ma possano mandare i propri gli a scuola, come oggi non fanno...>>.
Mabrouk si innervos. Pens: 'sto pivello ben nutrito e ben vestito si permette di sdarmi, di spiattellarmi sul naso i difetti del mio Paese. Che ne sa
lui?

La corruzione, in Egitto, una necessit, solo gli stupidi e le donne che

riempiono le moschee non lo sanno. Solo con la corruzione e, non poche volte,
con la violenza sono arrivato dove sono. Ricordo come ieri la schifosa catapecchia dove sono cresciuto, piena di topi e di merda.

Mio padre sempre fuori,

cercando di lavorare, di guadagnare qualcosa. Mia madre con i miei fratellini,


senza tempo neanche per pregare, trovando il pane da sottoterra...; e io sempre
triste, seduto su un angolo, senza futuro. Gi, che ne sa un occidentale di cosa
signicano queste due semplici parole senza futuro?

E bastonate, sorprusi.

Finch un giorno ho detto: basta! Vi faccio vedere io chi Jabir, Jabir non si
fa schiacciare. E gi botte e coltellate. Con la forza, solo con la forza della disperazione mi sono fatto avanti. Rubando, anche, e come se no? E corrompendo
i potenti, l'odiosa polizia corrotta, no a diventarne parte, a conquistarmi le
amicizie giuste. Come avrei ottenuto moglie se no? E oggi ho i miei due bei gli
che diventeranno ricchi e felici perch li protegger con tutto me stesso. Questa
la mia vita, questa

la

vita ovunque, signori; anche, anzi soprattutto, nei

Paesi occidentali schiavi pi che mai del denaro, del capitale.


<<Tu sei solo un viziato glio di pap, col culo pieno e la bocca non connessa

al cervello. Nei tuoi cari Paesi, pi che qui, chi comanda il denaro, altro che
principi di giustizia!

Il vostro denaro, la vostra insaziabile fame di denaro,

muove le guerre, umilia e schiavizza i popoli musulmani con la forza delle armi
pi potenti. Poi vi lamentate del terrorismo... ma tocca ancora a noi arrestare
i terroristi; pretendete, minacciandoci, che noi lo facciamo.

E io, se lo vuoi

sapere, lo faccio! Dovresti ringraziarmi per i terroristi che ho arrestato...>>.


<<Grazie!>> interruppe Giulio <<Grazie davvero per averlo fatto, soprattutto se lo ha fatto obbedendo ai principi universali della giustizia e non per
ordine dell'FBI o la CIA. Ha piena ragione circa la nostra generale politica estera. vero: quasi sempre, oggi, essa mossa dall'economia, per esempio dagli
interessi petroliferi, in palese violazione dei principi di cui sto parlando. Li abbiamo proclamati da tempo e non solo abbiamo dicolt a rispettarli al nostro
interno ma, con la pi cinica ipocrisia, non esitiamo a calpestarli negli altri
popoli, qualora ostacolino la nostra ingordigia economica. Non c' dubbio che
questa politica ha creato o esacerbato il terrorismo. Ma una buona parte della
nostra societ, che adesso, purtroppo, non ha potere suciente, contesta questo
schifo, manifesta per le strade, lotta anche per i vostri diritti. Sto parlando di
una societ multietnica, dove ci sono anche musulmani, gente di tutte le razze
e fedi, unite da laici principi universali...

Qui, invece, siamo ancora ad anni-

luce da questo, qui la libert di pensiero impossibile: chi prova a manifestare


viene barbaramente picchiato o ucciso...>>. Mabrouk ripens allora ai terribili
disordini del dopo-Mubarak.
<<Manifestare che cosa?

Ma tu lo sai quello che qui successo?

Con

Mubarak c'era l'obbedienza, c'era il rispetto, c'era l'ordine. Di colpo successo


il putiferio:

violenza, distruzione e morte ovunque.

Pazzi per la strada che

ammazzavano chi gli dava voglia, negozi saccheggiati, uci pubblici demoliti...
anche i vostri amati reperti archeologici rubati e distrutti. Ora basta, bisogna
ripristinare l'ordine, ci vuole il pugno di ferro!>>.
<<Di ferro... come queste manette?>>, domand Giulio, guardando negli
occhi il commissario. Poi continu:
<<Di che tipo di ordine e obbedienza parla? Per la citt c'era il caos pi
assoluto, disservizi, corruzione, palazzi sgangherati, gente per strada a morire
di fame, cimiteri divelti, taxi a correre sui marciapiedi, blatte e topi negli ospedali...

In ogni angolo c'erano militari con mitra, c'era tirannia, paura ed

impotenza.

Non c'era niente da protestare, niente da poter ottenere: solo le

giganti foto di Mubarak ovunque, perno sui letamai. Trent'anni di Mubarak,


bella democrazia, bella obbedienza! Certo, quando nalmente la gente ha avuto
la possibilit di reagire ha commesso atroci barbarit...; che bisognava aspettarsi dopo decenni di disagi, ineguaglianza e sorprusi: emma e moderazione?
Anche durante la nostra rivoluzione francese c' stato orrore e follia, stragi
ingiuste, dissennatezza assoluta; eppure proprio in essa sono stati sanciti i principi della democrazia e della fratellanza. La primavera araba, malgrado i suoi
orribili eccessi, poteva e doveva essere un'occasione per ridarvi luce, dopo secoli di oscurantismo politico e religioso.

Per farvi uscire dall'eterno medioevo

in cui vi trovate e darvi valori di libert, eguaglianza sociale, lavoro dignitoso,


educazione, cultura... (una cultura che, per esempio, faccia anche apprezzare a

tutto il popolo egiziano il

suo

incredibile passato, che Lei chiama invece nostro.

Certo, anche nostro: l'antica civilt egiziana fonda la nostra e la vostra civilt,
persino quella ebraica. Appartiene alla storia dell'umanit e dovrebbe essere un
ponte, un punto di contatto; mentre gente come Lei continua a disprezzarla).
E invece adesso peggio, molto peggio di prima: repressione assoluta, torture,
terrore... il potere ancora pi saldamente nelle mani dell'esercito. Anche Lei,
in teoria al servizio di un governo liberamente eletto dal popolo, prende ordini,
di fatto, da un generale che in testa ha soltanto l'ossessione di difendere il suo
potere. Arrestandomi senza ragione e violando i miei diritti, Lei schiavo della
sua paranoia>>.

La sda
Mabrouk si era inammato.

Questo bastardo viziato si ostinava a ignorare o

disprezzare la sua forza, quello di cui era capace. Continuava a oenderlo con
principi inesistenti, quelli che la gente della sua razza sapeva sfoderare ipocritamente quando gli serviva, quando ne derivava un loro vantaggio.

Si avvicin

minacciosamente a Giulio e guardandolo sso negli occhi riprese a gridare.


<<Stai zitto imbecille!! Tu non sai come ti posso spezzare, posso fare di te
quello che voglio! I tuoi principi te li puoi ccare in culo, qui comando io! Io
non sono schiavo e parassita come il 99 per cento della gente, io ho le palle e
ottengo ci che voglio. E se decido di fottermene dei diritti della gente, lo faccio,
se decido di bastonare, inculare, ammazzare qualcuno lo faccio, capito? Faccio
quello che voglio e tu mi obbedisci!!!>>.
La porta si apr di colpo e un giovane con delle carte in mano entr nel
dispaccio come se nulla fosse.

Per nulla intimorito dalla scena o dalle urla,

lasci i fogli nelle mani del commissario e si allontan in fretta prima che questi,
irritato per il suo irrispettoso comportamento, avesse il tempo di aprir bocca.
Mabrouk esit, sbu, si tocc la fronte e guard le carte.
<<Ecco qui...

ecco qui...

Adesso rmi qui e ti togli dalle palle.

una

dichiarazione che ho fatto preparare, dice che tu non hai fatto niente, che ti
sei limitato ad assistere a qualche riunione del lercio sindacato, che non conosci
nessun sovversivo e rispetti l'attuale governo egiziano...>>.
due fogli.

Giulio sbirci i

Il primo era scritto in arabo; il secondo, in francese, doveva es-

sere la traduzione. Si ricord di quanta gente era rimasta fregata per rmare
testi in un'altra lingua che dichiaravano quello che la polizia voleva.

Bench

desideroso di lasciare al pi presto quell'ucio schifoso, di riacquistare la libert


che quell'orrenda mattina gli aveva improvvisamente sottratto, era cosciente che,
ora pi che mai, era necessaria somma prudenza. Conosceva un p il francese,
ma chi gli garantiva che la sua rma non sarebbe stata ricopiata o ricalcata
su un altro foglio? Avrebbe dovuto essere presente un avvocato o, almeno, un
testimone dato, prima di decidersi a rmare.
<<Anzitutto non potrei rmare una dichiarazione non scritta nella mia lingua, che, come sa, l'italiano.

Ma soprattutto, ora pi che mai, ho diritto

alla presenza di un avvocato, non foss'altro per poter egli prendere atto che,

volontariamente, sto rmando un foglio che dice cos e cos>>.


Un silenzio glaciale persistette alcuni secondi.

Mabrouk si allontan di

qualche metro con i fogli in mano e poi si volt di nuovo verso Giulio.
<<Non intendo perdere altro tempo con te. O rmi subito, o saprai cosa
succede a chi rompe le palle al commissario Mabrouk.

In ogni caso rmerai

lo stesso, cos ti conviene davvero farlo subito>>. Giulio Regeni batt i piedi
dalla rabbia.

Quelle maledette e ingiuste manette gli opprimevano l'anima,

quello stronzo commissario gli succhiava la libert e lo minacciava.

Guard

con disperazione la nestra, come desiderando che da l entrasse qualcosa o


qualcuno, un fulmine, un giustiziere divino. Ribatt i piedi, pens seriamente
se non era il caso di rmare e farla nita...; ma Mabrouk, impaziente, gli sbatt
i fogli dinanzi e riapr la bocca sarcastico.
<<Avanti, rma: una soluzione all'italiana, dovrebbe piacerti>>.
Fu allora che Giulio s'imput denitivamente.
l'orgoglio dei suoi principi, della sua vita.

Era troppo.

Egli aveva

La sua vita non si oendeva.

Si

irrigid con coraggio, malgrado la coscienza del pericolo che ne derivava.


<<Non rmer se non alla presenza di un avvocato>>.
Mabrouk lo rimir col pi profondo disprezzo. Un misto d'ira e d'orgoglio
riemp il suo sangue, l'impulso di dare a quell'italiano una lezione che avrebbe
ricordato per tutta la sua agiata vita divenne irrefrenabile. Bisbigli qualcosa
d'incomprensibile e usc senza fretta dal dispaccio. Dopo qualche minuto, ritorn
con due tipi che sembravano delinquenti pi che poliziotti: lo erano davvero.
<<Ti d l'ultima chance. Firma subito o ti faccio torturare. Io non ho paura
di niente, non mi fermo dinanzi a niente. Il tuo tentativo d'orgoglio fa solo pena:
esso soccomber, presto o tardi, dinanzi al mio e nirai per supplicarmi di non
farti picchiare di pi; nirai per rmare lo stesso, ma con il corpo e soprattutto
la mente segnati a vita. Non ti conviene. Qui niente e nessuno ti pu aiutare,
n il tuo Dio, n la tua gente, n le vane dottrine di cui la tua testa piena. Qui
comando solo io e alla mia volont ti piegherai; ora, domani, dopodomani,....
abbiamo tutto il tempo>>.
Giulio si sent raggelare ma decise, eroicamente, di resistere. Non avrebbe
ceduto alla violenza, a nessun tipo di violenza. Si sarebbe rinsaldato strenuamente nei suoi principi, perch erano essi che, da sempre, avevano dato senso
alla sua vita. La sua decisione fu la logica conseguenza di una determinazione
indiscutibile ed egli la assunse con placida, inevitabile, rassegnazione. Guard
il commissario e mormor.
<<Non sei degno di essere egiziano. Conosco egiziani migliori di te e di me
che orono la vita agli ideali della giustizia, che la tua misera stupidit non
potrebbe mai contaminare. Ne conosco altri che, forti di questi principi, hanno
sopportato le torture pi esecrabili, senza arrendersi, senza cedere al sopruso,
andando serenamente incontro alla morte. Ti illudi di poter piegare tutti perch sei un vigliacco, un vigliacco all'umile serzivio di un generale ignorante.
Pregher Dio perch mi dia un valore paragonabile al loro>>.
Ad un cenno di Mabrouk, i due cominciarono a picchiare.

Attorno alle

mani avevano un cerchio metallico rivestito di stoa per evitare ferite che sanguinassero troppo.

Batterono Giulio sul volto; e ancora, ancora.

Il ragazzo

emise un solo grido soocato, allorch due denti saltarono dalla sua bocca insanguinata. Mabrouk aveva lasciato il dispaccio e i due si erano presi una pausa
fumando, senza parlare. Il commissario ritorn con i fogli dopo qualche minuto
e si riavvicin lentamente a Giulio.
<<E adesso rma, coglione. Firma e te ne vai>>. Non fu facile per Giulio
riuscire a parlare.
<<Come... come potrei farlo? Per ricordare tutta la vita di aver ceduto alla
sua violenza? Per oendere la mia vita e i principi in cui credo? Come soluzione
all'italiana o all'egiziana? Dovrebbe vergognarsi, suicidarsi, ... se non facesse
schifo farebbe pena...>>.
La rabbia di Mabrouk raggiunse l'estremo, ossia la follia pura. Si decise alla
determinazione pi assoluta nei confronti di quell'individuo.
<<Tu non hai ancora capito a che estremo sono pronto ad arrivare.

Ti

faccio castrare e mangiare le palle... ti lascio nelle mani di quelli della Sicurezza
Nazionale... ti faranno a pezzettini, maledirai il giorno d'esser nato>>.
Squadr un'altra volta Giulio e, dinanzi alla sua immutata intransigenza,
compose un numero al telefono; attese e parl sottovoce, ma senza evitare che
gli altri sentissero.
<<Segreteria di Khartan? a proposito di Regeni. I sospetti sono pienamente confermati.

S, s.

Crediamo che sappia qualcosa di grosso.

Bisogna

farlo parlare, ma un duro: ci vogliono le maniere pi forti. Bisogna trasferirlo


al pi presto alla Sicurezza e farlo parlare subito. Domani... s, d'accordo>>.
Il commissario chiuse il telefono e si allontan senza pi guardare.

L'inenarrabile
Caro lettore, la mia letteratura dovrebbe adesso cercare di descrivere le torture
pi raccapriccianti. Perdonami se non me la sento. Per farlo, dovrei immedesimarmi con la vittima e con i carneci: quest'ultimo mi ripugna troppo.

Un

anonimo ha pubblicato un resoconto di queste torture; esso giudicato adabile

perch sono stati trovati riscontri sul corpo di Giulio. Lo riporto cos com' :
[...] cominciano 48 ore di torture progressive, durante le quali, per
fortuna, Giulio comincia ad essere semi-incosciente. Viene "picchiato al volto", quindi "bastonato sotto la pianta dei piedi", "appeso
a una porta" e "sottoposto a scariche elettriche in parti delicate",
"privato di acqua, cibo, sonno", "lasciato nudo in piedi in una stanza
dal pavimento coperto di acqua, che viene elettricata ogni trenta
minuti per alcuni secondi". "Bastonature sotto i piedi". Il dettaglio
svelato dall'Anonimo era sin qui ignoto ed confermato dalle evidenze dell'autopsia eettuata in Italia. Non il solo [...]

1 La

fonte qui:

http://www.repubblica.it/esteri/2016/04/06/news/_ecco_chi_ha_ucciso_giulio_l_accusa_anonima_ai_vertici_che_sv
136996781/?ref=search

Giulio non apre bocca perch non ha niente da dire e, ormai, niente da supplicare.

A questo punto non desidera pi vivere, ma soltanto sopportare con

erezza quelle torture, no alla ne. Come potrebbe riprendere la sua vita dopo
tutto questo? Non

vuole

da questa violenza.

vivere una vita che sarebbe, certo per sempre, segnata

Per lui la vita era libert, nitidezza, ottimismo...

era ri-

cordo d'amore, aetto, speranza... Gi: era. Riuta una vita diversa, pesante
di un trauma indicibile, esecrabile, inammissibile.
della morte la sua unica consolazione.

Ormai nita, il pensiero

Ad essa si aggrappa nei momenti in

cui il dolore sembra l'unica realt. a posto con se stesso, non ha colpe: ha
semplicemente fatto quello che doveva fare.

Il suo corpo, ormai, un inutile

involucro che hanno gi distrutto; inutile continuare a preoccuparsene. Dominare il dolore senza proferire verbo sar la sua ultima impresa. La porter a
termine con onore.
L'addetto alla Sicurezza non sa che fare. Se vero che quell'italiano sa delle
cose gravi e non parla, chi glielo dice a Khartan? Compone un numero.
<<Sono Ridwan, della Sicurezza. Senti... l'italiano non parla, che facciamo?
Provate voi? Che ci posso fare io? Provate voi, allora... Khartan, dopotutto,
il vostro capo diretto, noi facciamo il possibile per... Va bene, a pi tardi>>.
Giulio, sospettato ancora di essere un pericoloso sovversivo, pass diretta-

mente nelle mani dei Servizi segreti militari :


[...] Ed allora - ricostruisce l'Anonimo - che il ministro dell'Interno
decide di investire della questione "il consigliere del Presidente, il

generale ***** , che, informato *****, dispone l'ordine di trasferimento dello studente in una sede dei Servizi segreti militari, anche
questa a Nasr city, perch venga interrogato da loro". una decisione che segna la sorte di Giulio. "Perch i Servizi militari vogliono
dimostrare al Presidente che sono pi forti e duri della Sicurezza
Nazionale ".

Giulio "viene colpito con una sorta di baionetta" e

"gli viene lasciato intendere che sarebbe stato sottoposto a waterboarding, che avrebbero usato cani addestrati" e non gli avrebbero
risparmiato "violenze sessuali, senza piet, coscienza, clemenza".
"Una sorta di baionetta". un secondo, importante dettaglio. Corroborato, anche questo, dal tipo di lesioni da taglio sin qui non
divulgati dell'autopsia eettuata in Italia.
L'orrore non ha ne. "Regeni entr in uno stato di incoscienza.
Quando si svegliava, minacciava gli uciali del Servizio militare dicendogli che l'Italia non lo avrebbe abbandonato. La cosa li fece infuriare e ripresero a picchiarlo ancora pi violentemente". Gli stati di
incoscienza di Regeni sono a questo punto sempre pi lunghi. Come
confermeranno i versamenti cerebrali riscontrati dall'autopsia. Ma
la violenza non si interrompe. "Perch i medici militari visitano il

2 Stessa

fonte:

http://www.repubblica.it/esteri/2016/04/06/news/_ecco_chi_ha_ucciso_giulio_l_accusa_anonima_ai_vertici_che_sv
136996781/?ref=search

3 Ometto

i nomi, presenti nel resoconto, in quanto non confermati.

ragazzo e sostengono che sta ngendo di star male. Che la tortura


pu continuare". Questa volta "con lo spegnimento di mozziconi di
sigaretta sul collo e le orecchie". Finch Giulio non crolla "e a nulla
valgono i tentativi dei medici militari di rianimarlo".
Il giorno dopo Mabrouk si rec nella segreta di Nasr city. Trov il ragazzo disteso
per terra, con il corpo dilaniato, irriconoscibile. Respirava ancora. Qualche ora
e se ne va pens.
<<Non so se puoi sentirmi e capire...

sono Mabrouk.

Ci tenevo a rived-

erti ridotto una poltiglia; stato - lo sai bene - per volont mia. Ho accettato
la tua sda e ti ho distrutto sicamente e moralmente. Come vedi, nella vita
vince il pi forte. I principi sono nulla, chi ci crede nisce come te. Mi hanno
raccontato della tua convinzione che l'Italia e l'Europa non ti abbandoneranno.
Povero idiota, ti hanno gi abbandonato. I militari vogliono fare sparire il tuo
corpo nel deserto; io invece ho un'idea migliore: voglio continuare la nostra sda
anche con te morto. Chiss, magari potrai osservare la scena dall'aldil... Sai
cosa voglio fare? Denudarti e gettarti all'angolo di una strada: ti prenderanno
per un pervertito. Mi far delle risate leggendo i giornali italiani circa i tuoi insospettabili vizi omosessuali... La stampa scandalistica del tuo occidente uno
spasso! Altro che principi, mio caro! Se avranno l'occasione di gettarti nel fango
- e io gliela dar - si divertiranno a parlare della tua scandalosa perversione...
Per me sar la vittoria denitiva, la dimostrazione della nullit, dell'ipocrisia
della tua, della vostra, presunzione di civilt>>. Si alz e usc dalla cella.
Una mosca vol sul davanzale della piccola nestra, incerta se uscire.

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