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DAL CALORICO AL CALORE

1. La teoria del calorico


Per molti anni, il concetto di calore fu circondato da un alone di confusione: esso non veniva
distinto dalla temperatura, inoltre non tutti riconoscevano il freddo come semplice carenza di calore.
Nel Settecento, Lavoisier sment una teoria elaborata da Becher e Stahl nel secolo precedente,
secondo la quale la combustione era causata dalla presenza di una sostanza detta "flogisto"
all'interno dei corpi.
Come molti altri studiosi, Lavoisier sosteneva che il calore fosse una sostanza estremamente sottile
e indistruttibile, chiamata "calorico", la cui concentrazione determinava la temperatura del corpo.
L'esperienza ci attesta che il calore passa sempre dal corpo con la temperatura pi alta a quello con
la temperatura pi bassa, fino al raggiungimento dell'equilibrio termico: Lavoisier spiegava questo
fenomeno affermando che il calorico fluiva da un corpo all'altro, fino a raggiungere la stessa
concentrazione in entrambi.
Pierre Simon Laplace, fisico e matematico francese, elabor un modello in cui le particelle di gas
erano circondate da atmosfere di calorico: urtandosi, le particelle acquistavano o cedevano calorico,
modificando cos la propria temperatura.
I sostenitori del calorico pensavano che esso fosse dotato di propriet estremamente particolari:
occupava spazio, ma era senza peso, poich un corpo riscaldato mantiene il suo peso costante pur
aumentando di volume. Inoltre, si pensava che la quantit di calorico si conservasse in qualsiasi
fenomeno fisico.

2. La vera natura del calore


Benjamin Thompson, fisico statunitense, fu il primo a concepire il calore come un movimento
interno dei corpi materiali.
Egli aveva il compito di supervisionare la fabbricazione delle armi e, proprio mentre svolgeva
questa mansione, si accorse che durante la foratura dei cannoni si produceva una grande quantit di
calore. Ci non poteva essere spiegato attraverso la teoria del calorico, poich nessun passaggio di
calore poteva determinare l'aumento di temperatura del cannone.
Le osservazioni di Thompson influenzarono gli studi del fisico James Prescott Joule, che intese il
calore come una forma di energia, che pu essere fornita a un corpo non solo grazie a un flusso di
calore (da un corpo pi caldo), ma anche per mezzo del lavoro (compiuto da una forza).
A met del XIX secolo, egli dimostr con un esperimento che calore e lavoro potevano convertirsi
direttamente l'uno nell'altro, mantenendo costante il loro valore complessivo (principio di
conservazione). A tale scopo, si serv di uno strumento che oggi chiamiamo "mulinello di Joule": un
cilindro pieno d'acqua e avente pareti isolate termicamente contiene un albero a palette, collegato a
due masse libere di muoversi sotto l'effetto dell'accelerazione di gravit. Quando i pesi hanno
raggiunto il suolo, tutta la loro energia potenziale iniziale si convertita in calore. Tale calore si pu
quantificare misurando la variazione di temperatura che subisce l'acqua durante l'esperimento. Joule
trov un valore dell'equivalente meccanico della caloria vicino a quello di 4,186 J/cal, accettato ai
giorni nostri.

Il mulinello di Joule

Inizialmente, questa scoperta non suscit molto interesse: nella vita quotidiana, non tanto utile
trasformare il lavoro in calore, quanto il processo contrario. Infatti, esso alla base del
funzionamento della macchina a vapore, che rivoluzion lo stile di vita della popolazione inglese e,
successivamente, mondiale.
Alla fine, per, i meriti dello scienziato furono riconosciuti: tuttora, l'unit di misura dell'energia del
Sistema Internazionale chiamata Joule (J).

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