Maggio 2016
Se uno lancia un sasso, il fatto costituisce reato. Se vengono lanciati mille sassi,
diventa un'azione politica. Se si d fuoco a una macchina, il fatto costituisce reato. Se
invece si bruciano centinaia di macchine, diventa un'azione politica. La protesta
quando dico che una cosa non mi sta bene. Resistenza quando faccio in modo che
quello che adesso non mi piace non succeda pi.
(Ulrike Meinhof)
libert e delluguaglianza.
Giustino
Fortunato racconta che Il giorno 10
maggio 1799, finite le munizioni, mancando il piombo, furono fuse le canne
di organo delle chiese, i piombi delle
finestre, gli utensili domestici, gli strumenti di farmacia. Sacerdoti, vecchi,
giovani continuarono a combattere fino
allultimo e in tale resistenza parecchie
donne, vestite come uomini, combatterono a fianco de mariti e de fratelli,
ingannando il nemico meno dalle mutate vesti che per valore. Quel giorno i
nostri furono sconfitti e massacrati dalle truppe di Sciarpa. In 70 morirono
sulle grate della nostra chiesa madre,
perch le violenze dei sanfedisti, sedicenti cattolici nonch difensori della
classe contadina solo a parole e di facciata, non si fermarono neanche davanti al crocefisso issato dal parroco Niccol Caivano, dando la prova pi lampante di quanto sanguinario, ingiusto e
dannoso fosse il sistema monarchico
che si proponevano di restaurare!
[...continua a pag. 2]
IN QUESTO
NUMERO:
Cosa resta di
questo
referendum?
No Radar a Monte
Li Foj
Ripartiamo da ci che ci restituisce questo referendum: unaffluenza alta in tutti i luoghi colpiti
da permessi di ricerca e trivellazioni petrolifere, segno che dove
gli interessi materiali di molti
cozzano contro i profitti di pochi,
il problema percepito e si sta
chiedendo un cambiamento reale.
Pensiamo alla Basilicata, martoriata da 25 anni di sfruttamento
neocoloniale, unica Regione in cui
stato superato il quorum. da l
che bisogna ripartire per costruire un movimento conflittuale e
nazionale, che partendo dai problemi peculiari delle popolazioni
colpite da anni di inquinamento,
povert ed emigrazione, riesca a
sfidare lattuale modo di gestione
nazionale e internazionale della
risorsa petrolio e di tutte le risorse energetiche e non.
Questo referendum mette sotto
gli occhi di tutti la pi grande lezione che dobbiamo imparare:
non basta mettere in discussione
il modello di sviluppo, rimanendo nelle compatibilit del modo
di produzione. Non pi sufficiente parlare di ambiente, se
non si affronta la questione lavorativa, se non si parla di riappropriazione delle nostre risorse e
delle nostre vite.
Smettiamo di piangere su un
mondo che non si conforma alle
nostri lenti. Cambiamo occhiali,
ritroviamoci nelle strade, costruiamo nuove sfide. Nuove e
pi importanti battaglie ci attendono.
Abbiamo un mondo da guadagnare.
No Radar a
Monte Li Foj
Chi decide sui nostri territori?
Monte Li Foj, zona a protezione
speciale (ZPS) e sito di importanza
comunitaria (SIC) minacciato dal
progetto di costruzione di un radar meteorologico della Protezione Civile alto circa 30 metri, con
una potenza di oltre 500Kw, situato a soli 300 metri dalle abitazioni
e dalle aziende agricole pi vicine.
La costruzione del radar prevede
un disboscamento di oltre 400
alberi, inoltre risaputo che le
onde elettromagnetiche sono potenzialmente pericolose per l'uomo e per l'ambiente, possono causare disturbi e malattie come depressione, infertilit, leucemie,
tumori, malformazioni. Davanti
allimminenza di questi pericoli si
per costituito un Comitato No
Radar che in questi giorni sta cercando di mobilitare la popolazione affinch vengano intraprese
tutte le strade percorribili per far
si che il progetto del radar non
trovi attuazione. Oltre che dalle
legittime preoccupazioni per ambiente e salute i No Radar sono
stati spinti alla protesta anche da
altre ragioni. Infatti il neonato comitato sta manifestando il suo
malcontento anche e soprattutto
nei confronti dell istituzione comunale, la quale in pi di tre anni
e indipendentemente dal nome e
dalla provenienza politica degli
amministratori di turno, non ha
informato i cittadini, n tantomeno riuscita a fare qualcosa di
concreto oltre a dare un debolissimo e scavalcato parere negativo al
progetto della protezione civile.
Dietro il No incondizionato al
radar della Protezione Civile si
nasconde dunque una volont di
essere informati e una volont di
partecipazione nelle vicende pubbliche che da troppi anni viene
disattesa dalle istituzioni. Dire No
al Radar su M. Li Foj significa dire
No! a tutto quello che si fa sul
territorio senza prima interpellare
la popolazione che ivi vi risiede e
vi vive; Quel No Radar piuttosto un S al principio di autodeterminazione dei popoli in un contesto, quello della regione Basilicata, in cui la popolazione non pu
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