' La biblioteca del Conservatorio di Lecce da qualche anno porta avanti un progetto relativo alla raccolta su cd del patrimonio musicale dei compositori salentini le cui opere sono conservate nei vari archivi italiani ed europei. L'individuazione delle fonti musicali che ci interessano, presuppone una attenta indagine storica del territorio, finalizzata ad associare nomi e situazioni significativi degli eventi musicali di Terra d'Otranto. Il presente lavoro, sebbene suscettibile di ulteriore approfondimento, da considerarsi ad integrazione del saggio della scrivente: Polifonisti di Terra d'Otranto nel repertorio a stampa tra Cinque e Seicento, in Autori
Vari, La musica, la poesia, la spada, Diego Person virtuoso gentil'huomo del XVII secolo, a
cura di Luisa Cosi, Lecce, Conte, 1997, pp. 231-70. Ringrazio i proff. Mario Marti, Mario Spedicato, Alessandro Laporta, mons. Maci e Maria Rosaria Tambl per la preziosa disponibilit.
Ringrazio inoltre don Pedro Aizpuria della cattedrale di Valladolid, il segretario dell'Opera della Metropolitana di Siena rag. Pietro Filpa ed il personale della biblioteca del Museo per la loro cortese e sollecita attenzione alle mie richieste.
2 Cfr. A. Pompilio - A. Vassalli, Madrigalisti e madrigali del tardo Cinquecento in Puglia, in
Autori Vari, Monopoli nell'et del Rinascimento, a cura di D. Cofano, Monopoli, 1988, p. 318.
M. G. Brindisino, art. cit., pp. 336-38.
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N. Fortune, voce "Giulio Santo Pietro di Negro", in The New Grove Dictionary of Musica
and Musicians, London, 1980, vol. 13, pp. 95-96.
Senarega, famiglia genovese, originariamente (met xv sec.) appartenne alla piccola borghesia bottegaia; in seguito alla costituzione di A. Doria del 1528, fu ascritta alla nobilt e fece
parte dell'Albergo dei Gentile; nel 1595 conquist il seggio dogale e si estinse nel secolo xviii.
Cfr. voce "Senarega" Enciclopedia italiana di scienza lettere ed arti, Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana, 1950, vol. XXXI, pp. 360-61.
6 Cfr. C. Monteverdi, Il primo libro dei madrigali a 5 V.,
Venezia, Ricciardo Amadino,
1605, cit. da C. Sartori, Bibliografia della musica strumentale italiana stampata in Italia fino
al 1700, Firenze, Olschki, 1952, vol. I, pp. 128-29.
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E' molto probabile che l'artista leccese abbia conosciuto direttamente Giovanni Ghizzolo7 durante gli anni milanesi del compositore bresciano (1610-13), cos pure Francesco Rognoni Taegio, didatta eccellente, compositore, famoso virtuoso di violino e di viola bastarda, capo
musico d'instromenti del governatore di Milano'. Lo confermerebbero
le amicizie comuni del basso Ottavio Valera e di alcuni esponenti della
nobile famiglia Arese9, notoriamente, questi, adepti dell'accademia degli Inquieti, cenacolo del quale fece parte anche Benedetto Pieni'", altro
dedicatario delle musiche di di Negro. Tutto ci indurrebbe a pensare
che il musicista, giunto nella capitale lombarda abbia trovato naturale
sostegno tra i gentiluomini della colonia genovese (Senarega, Grimaldi) e si sia bene inserito nell'entourage di alcuni signori accademici milanesi, cultori della musica come Ottavio Rossi", Giovanni Battista Niguarda' e talvolta anche capaci esecutori, come per esempio Marco
Maria Arese, musico per passione, animatore di convegni musicali e
dedicatario delle Canzoni francesi di Francesco Rognoni'. Nel primo
J. Roche, voce "Giovanni Ghizzolo", in The New Grove, cit., 1980, vol.VII, pp. 342.
"Franciscus Rognonus Taegius Eques Pontificius et Comes Palatinus haereditarius in eadem aule Regia Ducali Musicorum instrumentorum Coriphaeus":F/ores Praestantissimorum
Virorum a Philippo Lomatio Bibliopola delibati, Milano, Filippo Lomazzo, 1626. In C. Sartori,
Bibliografia, cit, vol. II, pp. 86-7. Sui Rognoni cfr. R. Zanetti, voce "Rognoni", in Dizionario
della musica e dei musicisti - Le biografie, Torino, Utet, 1988, vol. VI, pp. 400.
9Ghizzolo dedica al cantante Ottavio Valera il madrigale "O Mirtillo o Mirtillo, anima mia"
(Guarini) con questa didascalia:viene cantato dall'Istesso con li medesimi passaggi; a Filippo
Aresi lo scherzo "La Fioretta su l'herbetta": G. "Chizzolo, // terzo libro delli madrigali, scherzi
et arie, op. ix, Milano, Filippo Lomazzo, 1613. In E. Vogel - A. Einstein - F. Lesure - C. Sartori, Bibliografia della musica italiana vocale e profana dal 1500 al 1700, Pomezia - Genve,
Staderini Minkoff, 1977, 3 voll. (da ora in poi Nuovo Vogel = N V), vol.II, pp.758-59, 1188.
1 L'accademia degli Intenti di Milano, fondata da Muzio Sforza Colonna, inaugurata il 10
giugno 1594, ebbe tra i suoi soci fondatori Giulio Arese, magistrato, questore ed in fine presidente del senato milanese.. Successivamente, l'accademia annover tra suoi iscritti anche Benedetto Pieni. Cfr. M. Maylender, Storia delle accademie d'Italia, Bologna, Cappelli, 1929,
vol. III, pp. 302-3. Voce "Giulio Arese", in Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto
della Enciclopedia Italiana, 1962, vol. IV, p. 83.
" Nel 1620 ad Ottavio Rossi, Biagio Marini Maestro di Cappella in Santa Eufemia e Capo
della Musica de li Signori Accademici erranti in Brescia, dedica "Tu dormi ah crudo core-. In
C. Sartori, Bibliografia, cit. vol. I, p. 268.
12 La Niguarda, canzone, in Gio. Domenico Rognoni Taegio, Canzoni a 4 e 8 v., Milano, Simone Tini e Filippo Lomazzo, 1605, ivi, p. 127. Anche in Francesco Rognoni Taegio, Canzoni
francesi, Milano, Heredi di Agostino Tradate, 1608, ivi, vol. II, p. 50.
Francesco Rognoni Taegio nella dedica a Marco Maria Arese: "vengo a far dono a V.
'
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S.Ill. merc che ella pi volte s' degnata sentirle, non sdegnata tal ora di sonarle e mostrando
di gradirle s' compiaciuta di lodarle nel mezzo di quella Accademia, vero ricetto, anzi, seggio
et asilo de virtuosi.": F. Rognoni Taegio, Canzoni Francese, Milano, Heredi di Agostino Tradate,1608, ivi, pp. 49-50.
" Due esempi per viola bastarda "Sfogava con le stelle" e "Tempesta di dolcezza" sono
pubblicati (con questa didascalia: Musica del Moto (sic) Illustre Ottavio Valera e da lui cantate con gli Istessi Passaggi nella raccolta di: Francesco Rognoni, Selva de varii pasaggi (sic)
Parte seconda, ove si tratta dei passaggi difficili, per gli'instromenti del dar l'archata, portar
della lingua, diminuire di grado in grado, Cadentie finali; Essempi, Canti diminuiti,con la maniera di suonare la viola bastarda. Di Francesco Rognoni, Capo Musico de Instrumenti, della
Regia e ducal Corte, Maestro di Cappella di Santo Ambrosio Maggior di Milano, Milano, Filippo Lomazzo, 1620. In C. Sartori, Bibliografia, cit, vol. I, pp. 266, Quest'opera di Francesco
Rognoni divisa in due parti, il primo volume si presenta con questo frontespizio: Selva de Varii Passaggi Secondo l'uso moderno per cantare e suonare e cantare con ogni sorte de Stromenti, Divisa in Due Parti: Nella Prima De Quali si Dimostra il Modo di Cantare Polito e con
gratia; e la maniera di portare la voce accentata, con tremoli, groppi e trilli, esclamationi, e
passeggiare di grado in grado, salti di terza, quarta, quinta sesta, ottava, cadenze finali con
tutte le parti, con diversi altri essempi, e motetti passeggiati: Cosa ancora utile Suonatori per
imitare la voce humana. Nella seconda poi si tratta de passaggi difficili per gl' instromenti, del
dar d'arcata, lireggiare, portar della lingua, diminuire di grado in grado, cadenze finali , essempi con canti diminuiti, con la maniera di suonare alla bastarda. Nuovamente datta in luce
Di Francesco Rognoni Taegio, Capo Musico [...] Alla Sacra Maest del Re di Polonia, In Milano, Appresso Filippo Lomazzo M.DC.XX. Rognoni dedica alla viola bastarda un capitolo e lo
correda di quatto pezzi (inclusi quelli di Valera).
'Cfr. C. Sartori, Dizionario degli editori musicali italiani, Firenze, Olschki, 1958, pp. 88-9.
16 Gio. Paolo Cima, Concerti ecclesiastici, Milano, Simone Tini e Filippo Lomazzo, 1610.
In C. Sartori, Bibliografia, cit., vol. I, pp. 174-75.
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" La notizia tratta dalla ricostruzione (sull'autografo pitoniano) del catalogo, andato perduto, della libreria di F. Franzini del 1676, in 0. Mischiati, Indici cataloghi e avvisi degli editori e librai musicali italiani dal 1591 al 1798, Firenze, Olschki, 1984, pp. 24, 260.
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Alla ricerca di tracce monumentali nella citt di Lecce che conservino memoria dei San Piero di Negro - tralasciamo i due palazzi leccesi
de Nigris, rispettivamente del XVII e XVIII sec., che non hanno attinenza alcuna, - significativo parso il toponimo corte S. Pier di Negro
(sita all'inizio di via delle Bombarde ed alle spalle di via Principi di Savoia): piccolo slargo, dove tra posticci rifacimenti del prospetto sono
sopravvissute poche eleganti vestigia ed una edicola votiva, dove si intravedono i tratti di una icona che nella postura richiamerebbe l'immagine sacra di S. Irene 22 .
assegnatari fiscali del 1585 presente il nome "de Negro (Negrone e E. Filiberto)" con ducati
1349: M. A. Visceglia, . Territorio, feudo e potere locale.Terra d'Otranto tra Medioevo ed Et
moderna, Giunti, Napoli, 1988, p. 268-69.
" Questa corte precedentemente si chiamava "Presidente Fina": G. Madaro, Guida pratica delle denominazioni delle vie della citt di Lecce raffrontate le nuove alle antiche e viceversa, Lecce,
ed. Lazzaretti, 1885, p. 9. Mi riservo di fare una ulteriore verifica per accertare se la scelta di denominarla corte Sampier di Negro, nell'intenzione dell'autore dell'ultimo stradario leccese, sia stata
dettata da ragioni filologiche.
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Ma una testimonianza diretta delle origini salentine del nostro compositore e della residenza leccese della sua prestigiosa famiglia ci viene
da un passo della Lecce sacra di Cesare Infantino: "Giovanni Battista
San Piero di Negro (famiglia genovese) pu senza dubbio annoverarsi
fra i guerrieri leccesi, per esser nato a Lecce, come anche tutti i suoi fratelli. Questi serv coragiosamente(sic) nelle guerre delle Fiandre e d'Italia per anni 11 si che merit essere un de' Capitani del terzo di Carlo
Spinello con patente speditagli dal Conte di Lemos Vicer del Regno
nel 1614 nella quale il detto Conte asserisce dargli tal carico per essersi nelle dette guerre portatosi honoratamente con molto valore in servigio di S. M. [...1. Il detto Giovanni Battista fu fratello di Pasquale San
Piero di Negro, che fu segnalato nell'armeggiare e nella musica, [...]. E
medesimamente di Giulio San Piero di Negro, musico eccellentissimo,
come ne fan fede le molte composizioni, da lui mandate in luce. Vive
oggi il quarto Agostino San Piero di Negro gentil'huomo di bellissime
lettere, che sin'hora ha mandato alle stampe il Giardino d'Armida, le
Vendette amorose, e l'Apologiche risposte in difesa del Tancredi, come
ben presto far del Xaverio, e di altre opere, che sta preparando per dare alle stampe"". Nel 1631 lo stato delle anime della citt di Lecce registrava vivente soltanto Agostino con dimora (insieme alla serva Maria Donata) nell'antica Isola dei Gesuiti"; il silenzio sui due musicisti
della famiglia potrebbe significare che essi, all'epoca, non avessero residenza a Lecce o che fossero morti, come lo stesso Infantino lascia intendere, sottolineando che il pi giovane era ancora in vita, conosciuto
e nel pieno della sua attivit letteraria. I quattro illustri fratelli di Negro,
che la preziosa testimonianza di Infantino ha consegnato alla storia di
Lecce, furono figli di Filippo, uno dei tanti gentiluomini genovesi che,
23Cesare
Infantino, Lecce sacra, Lecce, Micheli, 1634 (ed. anast. Bologna, Forni, 1973), p.
165. Anche Nicola Vacca dall'Infantino, a conforto della postilla da lui redatta sui Sampier di
Negro: Luigi De Simone, Lecce e i suoi monumenti, nuova ed. postillata da Nicola Vacca, Lecce, Centro Studi Salentini, 1964, p. 401.
24 Arch. Curia Arciv. Lecce, Stato delle anime della citt di Lecce, 1631, n. 59. Sulla produzione edita di Agostino San Pietro di Negro, cfr. G. Scrimieri, Annali di Pietro Miche/i, Galatina, ed. Salentina, 1976, pp. 20, 29, 32, 42, 44-45. Su Agostino San Pietro di Negro apologista
del Tancredi di Ascanio Grandi, cfr. Antonio Mangione (a cura di), Il Tancredi (e La Vergine
Desponsata), Galatina, Congedo, 1998, pp. 630 e passim.
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