LETTERA ENCICLICA
AI VENERABILI FRATELLI PATRIARCHI
PRIMATI ARCIVESCOVI VESCOVI
E AGLI ALTRI ORDINARI LOCALI
CHE SONO IN PACE E COMUNIONE
CON LA SEDE APOSTOLICA
PAPA BENEDETTO XV
VENERABILI FRATELLI
SALUTE E APOSTOLICA BENEDIZIONE
Non appena per glinscrutabili disegni della Divina Provvidenza fummo chiamati, senza alcun
merito Nostro, ad assiderCi sulla cattedra del beatissimo Principe degli Apostoli, Noi, ascoltando
come diretta alla Nostra persona quella stessa voce che Cristo Signore rivolgeva a Pietro, Pasci i
miei agnelli, pasci le mie pecorelle(1), immediatamente rivolgemmo uno sguardo dinesprimibile
affetto al gregge che veniva affidato alla Nostra cura: gregge veramente immenso, perch abbraccia,
quali per un aspetto, quali per un altro, tutti gli uomini. Tutti infatti, quanti essi sono, furono liberati
dalla servit del peccato da Ges Cristo, che per loro offr il prezzo del suo sangue; n v alcuno
che sia escluso dai vantaggi di questa redenzione. Onde il divino Pastore pu ben dire che, mentre
una parte del genere umano la tiene gi avventuratamente accolta nellovile della Chiesa, laltra
Egli ve la sospinger dolcemente: Ho altre pecore che non sono di questovile; occorre che io le
conduca, e ascolteranno la mia voce(2).
Lo confessiamo, Venerabili Fratelli: il primo sentimento che abbiamo provato nellanimo, e che vi
fu acceso di sicuro dalla divina bont, stato un incredibile palpito di affetto e di desiderio per la
salvezza di tutti gli uomini; e nellassumere il Pontificato Noi concepimmo quel medesimo voto che
Ges Cristo espresse gi presso a morire sulla Croce: Padre santo, custodisci nel tuo nome coloro
che mi hai dato(3). Pertanto, allorch da questa altezza della Apostolica dignit potemmo
contemplare con un solo sguardo il corso degli umani avvenimenti, e vedemmo dinanzi a Noi la
miseranda condizione della civile societ, ne provammo davvero un acuto dolore. E come sarebbe
potuto accadere che divenuti Noi Padre di tutti gli uomini, non Ci sentissimo straziare il cuore allo
spettacolo che presenta lEuropa, e con essa tutto il mondo, spettacolo il pi tetro forse ed il pi
luttuoso nella storia dei tempi? Sembrano davvero giunti quei giorni, dei quali Ges Cristo predisse:
Sentirete parlare di guerre e di rumori di guerre Infatti si sollever popolo contro popolo, e
regno contro regno(4). Il tremendo fantasma della guerra domina dappertutto, e non v quasi altro
pensiero che occupi ora le menti. Nazioni grandi e fiorentissime sono l sui campi di battaglia. Qual
meraviglia perci, se ben fornite, come sono, di quegli orribili mezzi che il progresso dellarte
militare ha inventati, si azzuffano in gigantesche carneficine? Nessun limite alle rovine, nessuno
alle stragi: ogni giorno la terra ridonda di nuovo sangue e si ricopre di morti e feriti. E chi direbbe
che tali genti, luna contro laltra armata, discendano da uno stesso progenitore, che sian tutte della
stessa natura, e parti tutte duna medesima societ umana? Chi li ravviserebbe fratelli, figli di un
unico Padre, che nei Cieli? E intanto, mentre da una parte e dallaltra si combatte con eserciti
sterminati, le nazioni, le famiglie, gli individui gemono nei dolori e nelle miserie, funeste compagne
della guerra; si moltiplica a dismisura, di giorno in giorno, la schiera delle vedove e degli orfani;
languiscono, per le interrotte comunicazioni, i commerci, i campi sono abbandonati, sospese le arti,
i ricchi nelle angustie, i poveri nello squallore, tutti nel lutto.
Commossi da mali cos gravi Noi, fin dalla soglia del sommo Pontificato, ritenemmo Nostro dovere
di raccogliere le ultime parole uscite dal labbro del Nostro Predecessore, Pontefice di illustre e cos
santa memoria, e di dar principio al Nostro Apostolico ministero col tornare a pronunziarle: e cos
caldamente scongiurammo Principi e Governanti affinch, considerando quante lagrime e quanto
sangue sono stati gi versati, saffrettassero a ridare ai loro popoli i vitali benefci della pace. Deh!
Ci conceda Iddio misericordioso che, come allapparire del Redentore divino sulla terra, cos
alliniziarsi del Nostro ufficio di Vicario di Lui, risuoni langelica voce annunziatrice di pace:
Pace in terra agli uomini di buona volont(5). E lascoltino, li preghiamo, lascoltino questa voce
coloro che hanno nelle loro mani i destini dei popoli. Altre vie certamente vi sono, vi sono altre
maniere, onde i lesi diritti possano avere ragione: a queste, deposte intanto le armi, essi ricorrano,
sinceramente animati da retta coscienza e da animi volonterosi. la carit verso di loro e verso tutte
le nazioni che cos Ci fa parlare, non gi il Nostro interesse. Non permettano dunque che cada nel
vuoto la Nostra voce di padre e di amico.
Ma non soltanto lattuale sanguinosa guerra che funesti le nazioni e a Noi amareggi e travagli lo
spirito. Vi unaltra furibonda guerra, che rode le viscere dellodierna societ: guerra che spaventa
ogni persona di buon senso, perch mentre ha accumulato ed accumuler anche per lavvenire tante
rovine sulle nazioni, deve anche ritenersi essa medesima la vera origine della presente luttuosissima
lotta. Invero, da quando si lasciato di osservare nellordinamento statale le norme e le pratiche
della cristiana saggezza, le quali garantivano esse sole la stabilit e la quiete delle istituzioni, gli
Stati hanno cominciato necessariamente a vacillare nelle loro basi, e ne seguito nelle idee e nei
costumi tale cambiamento che, se Iddio presto non provvede, sembra gi imminente lo sfacelo
dellumano consorzio. I disordini che scorgiamo sono questi: la mancanza di mutuo amore fra gli
uomini, il disprezzo dellautorit, lingiustizia dei rapporti fra le varie classi sociali, il bene
materiale fatto unico obiettivo dellattivit delluomo, come se non vi fossero altri beni, e molto
migliori, da raggiungere. Sono questi a Nostro parere, i quattro fattori della lotta, che mette cos
gravemente a soqquadro il mondo. Bisogna dunque diligentemente adoperarsi per eliminare tali
disordini, richiamando in vigore i princpi del cristianesimo, se si ha veramente intenzione di sedare
ogni conflitto e di mettere in assetto la societ.
Ges Cristo disceso dal Cielo appunto per questo fine di ripristinare fra gli uomini il regno della
pace, rovesciato dallodio di Satana, non altro fondamento volle porvi che quello dellamore
fraterno. Quindi quelle sue parole tanto spesso ripetute: Vi d un comandamento nuovo: che vi
amiate gli uni gli altri(6); Questo il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri
(7);Questo vi comando: amatevi gli uni gli altri(8); quasi che tutta la sua missione ed il suo
compito si restringessero a far s che gli uomini si amassero scambievolmente. E quale forza di
argomenti non adoper per condurci a questo amore?
Guardate in alto, ci disse: Uno solo infatti il Padre vostro che nei cieli(9). A tutti, senza che
per lui possano per nulla contare la diversit di nazioni, la differenza di lingue, la contrariet
dinteressi, a tutti pone sul labbro la stessa preghiera: Padre nostro, che sei nei cieli(10); ci
assicura anzi che questo Padre celeste, nelleffondere i suoi benefci, non fa distinzione neppure di
meriti: Egli fa sorgere il sole sui buoni e sui cattivi, e fa piovere sui giusti e suglingiusti(11).
Dichiara inoltre che noi siamo tutti fratelli: Voi tutti poi siete fratelli(12); e fratelli a lui stesso:
Perch fra i molti fratelli, egli sia il primogenito(13). Poi, cosa che vale moltissimo a stimolarci
allamore fraterno anche verso coloro che la nostra nativa superbia disprezza, giunge perfino ad
identificarsi con il pi meschino degli uomini, nel quale vuole si ravvisi la dignit della sua stessa
persona: Quanto avete fatto ad uno solo di questi miei fratelli pi piccoli, lo avete fatto a me(14).
Che pi? Sul punto di lasciare la vita, preg intensamente il Padre, affinch tutti coloro che avessero
creduto in lui fossero, per il vincolo della carit, una cosa sola fra loro: Cos come tu, Padre, sei in
me, io sono in loro(15). Infine, confitto sulla Croce, tutto il suo sangue rivers su di noi, onde,
plasmati quasi e formati in un corpo solo, ci amassimo scambievolmente con la forza di quel
medesimo amore che lun membro porta allaltro in uno stesso corpo.
Ma, purtroppo, oggigiorno diversamente si comportano gli uomini. Mai forse pi di oggi si parl di
umana fratellanza: si pretende anzi, dimenticando le parole del Vangelo e lopera di Cristo e della
sua Chiesa, che questo zelo di fraternit sia uno dei parti pi preziosi della moderna civilt. La
verit per questa, che mai tanto si disconobbe lumana fratellanza quanto ai giorni che corrono.
Gli odi di razza sono portati al parossismo; pi che da confini, i popoli sono divisi da rancori; in
seno ad una stessa nazione e fra le mura duna citt medesima ardono di mutuo livore le classi dei
cittadini, e fra glindividui tutto si regola con legoismo, fatto legge suprema.
Vedete, Venerabili Fratelli, quanto sia necessario fare ogni sforzo perch la carit di Cristo torni a
dominare fra gli uomini. Questo sar sempre il Nostro obiettivo, e questa limpresa speciale del
Nostro Pontificato. Questo sia pure, ve ne esortiamo, il vostro studio. Non ci stanchiamo dinculcare
negli animi e di attuare il detto dellapostolo San Giovanni: Perch ci amiamo gli uni gli
altri(16). Sono belle, certamente, sono encomiabili le pie istituzioni di cui abbondano i nostri
tempi; ma produrranno un reale vantaggio solo quando contribuiranno in qualche modo a sviluppare
nei cuori lamore di Dio e del prossimo; diversamente, non hanno valore, perch chi non ama,
rimane nella morte(17).
Abbiamo detto che unaltra causa dello scompiglio sociale consiste in questo, che generalmente non
pi rispettata lautorit di chi comanda. Infatti, dal giorno in cui ogni potere umano si volle
emancipato da Dio, creatore e padrone delluniverso, e lo si volle originato dalla libera volont
degli uomini, i vincoli intercedenti fra superiori e sudditi si andarono rallentando talmente da
sembrare ormai che siano quasi spariti. Uno sfrenato spirito di indipendenza unito ad orgoglio si a
mano a mano infiltrato per ogni dove, non risparmiando neppure la famiglia, ove il potere
chiarissimamente germina dalla natura; ed anzi, ci che pi deplorevole, non sempre si arrestato
alle soglie del santuario. Di qui il disprezzo delle leggi; di qui linsubordinazione delle masse; di qui
la petulante critica di quanto lautorit dispone; di qui i mille modi escogitati allo scopo di rendere
inefficace la forza del potere; di qui gli spaventevoli delitti di coloro che, facendo professione di
anarchia, non si peritano di attentare sia agli averi come alla vita altrui.
Di fronte a questa mostruosit del pensare e dellagire, deleteria di ogni esistenza sociale, Noi
costituiti da Dio custodi della verit, non possiamo non alzare la voce; e ricordiamo ai popoli quella
dottrina che nessun placito umano pu mutare: Non c autorit se non da Dio; e quelle che
esistono sono stabilite da Dio(18). Pertanto, ogni potere che si esercita sulla terra, sia esso di
sovrano, sia di autorit subalterne, ha Dio per origine. Dal che San Paolo deduce il dovere di
ottemperare, non gi in qualsivoglia maniera, ma per coscienza, ai comandi di chi investito del
potere, salvo il caso in cui si oppongano alle leggi divine: Perci necessario stare sottomessi,
non solo per timore della punizione, ma anche per ragioni di coscienza(19).
Conformemente a questi precetti di San Paolo, insegna pure lo stesso Principe degli Apostoli:
State sottomessi ad ogni istituzione umana per amore di Dio; sia al re come sovrano, sia ai
governatori come ai suoi inviati(20). Da tale premessa lo stesso Apostolo delle genti deduce che
chi si ribella alle legittime autorit umane si ribella a Dio, e incorre nelleterna dannazione: Quindi
chi si oppone allautorit, si oppone allordine stabilito da Dio. E coloro che si oppongono si
attireranno addosso la condanna(21).
Rammentino questo i prncipi e i reggitori dei popoli, e vedano se sia sapiente e salutare decisione,
per i pubblici poteri e per gli Stati, il far divorzio dalla Religione santa di Cristo, che sostegno cos
potente dellautorit. Riflettano bene se sia misura di saggia politica il volere bandita dal pubblico
insegnamento la dottrina del Vangelo e della Chiesa. Una funesta esperienza dimostra che lautorit
umana disprezzata dove esula la religione. Succede infatti alle societ, quello stesso che accadde
al nostro primo padre, dopo aver mancato. Come in lui, appena la volont si fu ribellata a Dio, le
passioni si sfrenarono e disconobbero limpero della volont, cos, allorquando chi regge i popoli
disprezza lautorit divina, i popoli a loro volta scherniscono lautorit umana. Rimane certo il
solito espediente di ricorrere alla violenza per soffocare le ribellioni: ma a che pro? La violenza
reprime i corpi, non trionfa della volont.
Tolto dunque o indebolito il doppio elemento di coesione di ogni corpo sociale, lunione cio dei
membri fra loro per la carit vicendevole e lunione dei membri stessi col capo per la soggezione
allautorit, qual meraviglia, Venerabili Fratelli, che la societ odierna ci si presenti divisa come in
due grandi armate che fra loro lottino ferocemente e senza posa? Di fronte a coloro ai quali o
concesse fortuna o lattivit propria apport qualche abbondanza di beni, stanno i proletari e i
lavoratori, accesi dodio e dinvidia, perch, mentre partecipano degli stessi costitutivi essenziali,
pur non si trovano nella medesima condizione di quelli. Naturalmente, infatuati come sono dagli
inganni dei sobillatori, ai cui cenni si mostrano dordinario docilissimi, chi potrebbe persuaderli
come dallessere gli uomini uguali per natura, non segua che tutti debbano occupare uno stesso
grado nel consorzio sociale, ma che ognuno ha quella posizione che con le sue doti, non contrariate
dalle circostanze, si sia procacciata? Per ci, quando i poveri lottano coi facoltosi, quasi che questi
si siano impadroniti duna porzione di beni altrui, non soltanto offendono la giustizia e la carit, ma
anche la ragione, specialmente perch anchessi, se volessero, potrebbero con lo sforzo di onorato
lavoro riuscire a migliorare la propria condizione.
A quali conseguenze, non meno disastrose per gli individui che per la societ, conduca questodio di
classe, superfluo dirlo. Tutti vediamo e lamentiamo la frequenza degli scioperi, per i quali
allimprovviso si produce larresto della vita cittadina e nazionale nelle operazioni pi necessarie;
parimenti le minacciose sommosse e i tumulti, in cui spesso avviene che si d mano alle armi e si fa
scorrere il sangue.
Non vogliamo stare qui a ripetere le ragioni che provano ad evidenza lassurdit del Socialismo e di
altri simili errori. Leone XIII, Nostro Predecessore, ne tratt con grande maestra in memorabili
Encicliche; e Voi, Venerabili Fratelli, cercate, col vostro abituale interessamento, che quegli
autorevoli insegnamenti non cadano mai in dimenticanza, e che anzi nelle associazioni cattoliche,
nei congressi, nei discorsi sacri, nella stampa cattolica sinsista sempre nellillustrarli saggiamente e
nellinculcarli secondo i bisogni. Ma in particolar modo, non dubitiamo di ripeterlo, con tutti gli
argomenti, che ci d il Vangelo e che ci porgono la stessa umana natura e glinteressi sia pubblici sia
privati, studiamoci di esortare tutti gli uomini ad amarsi tra loro fraternamente in virt del divino
precetto sulla carit. Lamore fraterno non varr certo a togliere di mezzo la diversit delle
condizioni e perci delle classi. Questo non possibile, come non possibile che in un corpo
organico tutte le membra abbiano una stessa funzione ed una stessa dignit. Far nondimeno che i
pi alti si inchinino verso i pi umili e li trattino non solo secondo giustizia, come duopo, ma con
benevolenza, con affabilit, con tolleranza: i pi umili poi riguardino i pi elevati con
compiacimento del loro bene e con fiducia nel loro appoggio: a quella maniera appunto che in una
stessa famiglia i fratelli pi piccoli confidano nellaiuto e nella difesa dei pi grandi.
Se non che, Venerabili Fratelli, quei mali che finora siamo venuti lamentando, hanno una radice pi
profonda, ad estirpare la quale, se non concorrono gli sforzi di tutti gli onesti, vano sperar di
conseguire loggetto dei nostri voti, vale a dire la tranquillit stabile e durevole negli umani
rapporti. Quale sia questa radice linsegna lApostolo: La cupidigia la radice di tutti i mali(22).
Ed infatti, se ben si consideri, da questa radice si originano tutti i mali onde al presente inferma la
societ. Quando invero con le scuole perverse, ove si plasma il cuore della tenera et malleabile
come cera, con la stampa cattiva, che informa le menti delle masse inesperte, e con gli altri mezzi
con cui si dirige lopinione pubblica, quando, diciamo, si fatto penetrare negli animi lesiziale
errore che luomo non deve sperare in uno stato di felicit eterna; che quaggi, proprio quaggi pu
esser felice col godimento delle ricchezze, degli onori, dei piaceri di questa vita, non v da
meravigliarsi che tali esseri umani, naturalmente fatti per la felicit, con la stessa violenza onde
sono trascinati allacquisto di detti beni, respingano da s qualunque ostacolo che ne li rattenga od
impedisca. Giacch poi questi beni non sono divisi ugualmente fra tutti, ed dovere dellautorit
sociale dimpedire che la libert individuale trasmodi e simpadronisca dellaltrui, di qui nasce
lodio contro i pubblici poteri, di qui linvidia dei diseredati dalla fortuna contro quelli che ne sono
favoriti, di qui infine la lotta fra le varie classi dei cittadini, gli uni per conseguire ad ogni costo e
strappare il bene di cui mancano, gli altri per conservare ed accrescere quello che posseggono.
Fu in previsione di questo stato di cose che Ges Cristo Signor nostro col sublime sermone della
montagna spieg quali fossero le vere beatitudini delluomo sulla terra, e pose, per cos dire, i
fondamenti della cristiana filosofia. Quelle massime anche agli avversari della fede apparvero come
tesoro incomparabile di sapienza e come la pi perfetta teoria della morale religiosa: e certo tutti
convengono nel riconoscere che prima di Cristo, verit assoluta, nulla di simile in siffatta materia e
nulla di pari gravit ed autorit e di tanto alto sentimento fu mai da alcuno inculcato.
Ora tutto il segreto di questa filosofia sta in ci che i cosiddetti beni della vita mortale sono semplici
parvenze di bene, e che perci non col loro godimento che si possa formare la felicit delluomo.
Sulla fede dellautorit divina, tanto lungi che le ricchezze, la gloria, il piacere ci arrechino la
felicit, ch anzi, se vogliamo davvero essere felici, dobbiamo piuttosto, per amore di Dio,
rinunziarvi: Beati voi poveri Beati voi che ora piangete Beati voi quando gli uomini vi
odieranno e quando vi metteranno al bando e vinsulteranno, e respingeranno il vostro nome come
scellerato(23).
Vale a dire, attraverso i dolori, le sventure, le miserie di questa vita, se, com dover nostro, le
sopportiamo pazientemente, ci apriamo da noi stessi ladito al possesso di quei veri ed imperituri
beni, che Dio ha preparato a coloro che lo amano(24). Ma un cos importante insegnamento
della fede da molti purtroppo negletto, e da non pochi dimenticato del tutto. Tocca a voi,
Venerabili Fratelli, farlo rivivere negli uomini: senza ci luomo e lumana societ non avranno mai
pace. Diciamo dunque a quanti sono afflitti o sventurati, di non fermare locchio alla terra, che
luogo di esilio, ma di levarlo al cielo, al quale siamo diretti; perch non abbiamo quaggi una
citt stabile, ma cerchiamo quella futura(25). E in mezzo alle avversit, con le quali Dio mette alla
prova la loro perseveranza nel servirlo, riflettano sovente quale premio loro riservato, se da tale
cimento usciranno vittoriosi: Infatti il momentaneo, leggero peso della nostra tribolazione ci
procura una quantit smisurata ed eterna di gloria(26). Da ultimo, ladoperarsi con ogni potere e
con ogni attivit per far rifiorire fra gli uomini la fede nelle verit soprannaturali, e
contemporaneamente la stima, il desiderio, la speranza dei beni eterni, sia la prima delle vostre
missioni, Venerabili Fratelli, ed il principale intento del Clero ed anche di tutti quei Nostri figli che,
stretti in vari sodalizi, lavorano con zelo per la gloria di Dio e il bene vero della societ. Infatti, a
misura che crescer negli uomini il sentimento di questa fede, andr scemando la smania febbrile
onde si ricercano i vani beni della terra, e gradatamente andranno sedandosi i moti e le contese
sociali.
Ed ora se, lasciando da parte la societ civile, rivolgiamo il pensiero alla considerazione di ci che
proprio della Chiesa, vi , senza dubbio, ragione perch lanimo Nostro, trafitto da tanta calamit
dei tempi, almeno in parte si allieti. Infatti oltre agli argomenti, che si offrono da s luminosissimi,
di quella divina virt ed indefettibilit di cui gode la Chiesa, non piccola consolazione Ci offrono
quei preclari frutti che del suo operoso pontificato ci lasci il Nostro Predecessore Pio X, dopo aver
illustrato lApostolica Sede con gli esempi di una vita tutta santa. Vediamo, infatti, per lopera sua,
acceso universalmente negli Ecclesiastici lo spirito religioso; ravvivata la piet del popolo cristiano;
promosse nelle societ cattoliche lazione e la disciplina; dove costituita la sacra gerarchia, dove
ampliata; provveduto per leducazione del giovane clero, conforme alla severit dei canoni, e, nella
misura del necessario, a seconda della natura dei tempi; rimosso dallinsegnamento delle scienze
sacre ogni pericolo di temerarie innovazioni; larte musicale ricondotta a servire degnamente la
maest delle sacre funzioni, ed accresciuto il decoro del culto; il cristianesimo largamente propagato
con nuove missioni di banditori del Vangelo.
Sono questi, in verit, grandi meriti del Nostro Antecessore verso la Chiesa, meriti dei quali
conserveranno i posteri grata memoria. Tuttavia, poich il campo del padre di famiglia, sempre
esposto, cos permettendo Iddio, alle male arti del nemico, non avverr mai che non debbasi in esso
lavorare perch il fiorire della zizzania non danneggi la buona messe. Pertanto ritenendo come detto
anche a Noi ci che Dio disse al profeta: Ecco, oggi ti costituisco sopra i popoli e sopra i regni,
per sradicare e demolire, per edificare e piantare(27), per quanto star in Noi avremo sempre la
massima cura di rimuovere qualunque male e di promuovere il bene, fintantoch non piacer al
Pastore dei pastori di domandarCi conto dellesercizio del Nostro mandato.
Ordunque, Venerabili Fratelli, mentre vi rivolgiamo questa prima lettera enciclica, ravvisiamo
opportuno accennare alcuni dei punti principali a cui abbiamo in animo di dedicare le Nostre
speciali cure; cos, studiandovi voi di secondare col vostro zelo lopera Nostra, anche pi
sollecitamente si otterranno i desiderati frutti.
E innanzi tutto, poich in ogni umana societ, qualunque sia stato il motivo della sua formazione,
primo coefficiente di ogni operosit collettiva sono lunione e la concordia degli animi, Noi
dovremo rivolgere unattenzione specialissima a sopire i dissensi e le discordie tra i cattolici, quali
esse siano, e ad impedire che ne sorgano altre in avvenire, talch tra i cattolici uno sia il pensare ed
uno loperare. Ben comprendono i nemici di Dio e della Chiesa che qualsiasi dissidio dei nostri
nella propria difesa, segna per essi una vittoria; pertanto usano assai di frequente questo sistema
che, allorquando pi vedono compatti i cattolici, proprio allora, astutamente gettando tra di loro i
semi della discordia, maggiormente si sforzano di romperne la compattezza. Piacesse al Cielo che
tale sistema non cos spesso avesse avuto lesito desiderato, con danno tanto grave per la religione!
Quindi, qualora la legittima autorit impartisca qualche ordine, a nessuno sia lecito trasgredirlo,
perch non gli piace; ma ciascuno sottometta la propria opinione allautorit di colui al quale
soggetto, ed a lui obbedisca per debito di coscienza. Parimenti nessun privato, o col pubblicare libri
o giornali, ovvero con tenere pubblici discorsi, si comporti nella Chiesa da maestro. Sanno tutti a
chi sia stato affidato da Dio il magistero della Chiesa; a lui dunque si lasci libero il campo, affinch
parli quando e come creder opportuno. dovere degli altri prestare a lui, quando parla, ossequio
devoto, ed ubbidire alla sua parola.
Riguardo poi a quelle cose delle quali non avendo la Sede Apostolica pronunziato il proprio
giudizio si possa, salva la fede e la disciplina, discutere pro e contro, certamente lecito ad
ognuno di dire la propria opinione e di sostenerla. Ma in simili discussioni rifuggasi da ogni eccesso
di parole, potendone derivare gravi offese alla carit; ognuno liberamente difenda la sua opinione,
ma lo faccia con garbo, n creda di poter accusare altri di sospetta fede o di mancata disciplina per
la semplice ragione che la pensa diversamente da lui.
Vogliamo pure che i nostri si guardino da quegli appellativi, di cui si cominciato a fare uso
recentemente per distinguere cattolici da cattolici; e procurino di evitarli non solo come profane
novit di parole , che non corrispondono n alla verit, n alla giustizia, ma anche perch ne
nascono fra i cattolici grave agitazione e grande confusione. Il cattolicesimo, in ci che gli
essenziale, non pu ammettere n il pi n il meno: Questa la fede cattolica; chi non la crede
fedelmente e fermamente non potr essere salvo(28); o si professa intero, o non si professa
assolutamente. Non vi dunque necessit di aggiungere epiteti alla professione del cattolicesimo; a
ciascuno basti dire cos: Cristiano il mio nome, e cattolico il mio cognome; soltanto, si studi di
essere veramente tale, quale si denomina.
Del resto, dai nostri che si sono dedicati al comune vantaggio della causa cattolica, ben altro
richiede oggid la Chiesa che il persistere troppo a lungo in questioni da cui non si trae nessun utile;
richiede invece che si sforzino a tutto potere di conservare integra la Fede ed incolume da ogni alito
derrore, seguendo specialmente le orme di colui che Cristo costitu custode ed interprete della
verit. Vi sono oggi pure, e non sono scarsi, coloro i quali, come dice lApostolo: non sopportando
pi la sana dottrina, ma, per il prurito di udire qualcosa, si circonderanno di maestri secondo le
proprie voglie, rifiutando di dare ascolto alla verit per volgersi alle favole(29). Infatti, tronfi e
imbaldanziti per il grande concetto che hanno dellumano pensiero il quale, in verit, ha raggiunto
grazie a Dio incredibili progressi nello studio della natura, alcuni, confidando nel proprio giudizio
in ispregio dellautorit della Chiesa, giunsero a tal punto di temerit che non esitarono a voler
misurare colla loro intelligenza perfino le profondit dei divini misteri e tutte le verit rivelate, ed a
volerle adattare al gusto dei nostri tempi. Sorsero di conseguenza i mostruosi errori delModernismo,
che il Nostro Predecessore giustamente dichiar sintesi di tutte le eresie condannandolo
solennemente. Tale condanna, Venerabili Fratelli, Noi qui rinnoviamo in tutta la sua estensione; e
poich un cos pestifero contagio non stato ancora del tutto sradicato, ma, sebbene latente,
serpeggia tuttora qua e l, Noi esortiamo che ognuno si guardi con ogni cura dal pericolo di
contrarlo; ch ben potrebbe ripetersi di tale peste ci che di altra cosa disse Giobbe: un fuoco
che divora fino alla distruzione e che consuma tutto il raccolto(30). N soltanto desideriamo che i
cattolici rifuggano dagli errori dei Modernisti, ma anche dalle tendenze dei medesimi, e dal
cosiddetto spirito modernistico; dal quale chi rimane infetto, subito respinge con nausea tutto ci
che sappia di antico, e si fa avido ricercatore di novit in ogni singola cosa, nel modo di parlare
delle cose divine, nella celebrazione del sacro culto, nelle istituzioni cattoliche e perfino
nellesercizio privato della piet. Vogliamo adunque che rimanga intatta la nota antica legge: Nulla
si innovi, se non ci che stato tramandato; la quale legge, mentre da una parte deve
inviolabilmente osservarsi nelle cose di Fede, deve dallaltra servire di norma anche in tutto ci che
va soggetto a mutamento, bench anche in questo valga generalmente la regola: Non cose nuove,
ma in modo nuovo.
Ma poich, Venerabili Fratelli, ad unaperta professione di fede cattolica e ad una vita ad essa
consentanea sogliono gli uomini essere stimolati, pi che da altro, dalle fraterne esortazioni e dal
mutuo buon esempio, perci Noi Ci compiacciamo vivamente che sorgano di continuo nuove
associazioni cattoliche. E non solo desideriamo che queste fioriscano, ma vogliamo che il loro
incremento si giovi della Nostra protezione e del Nostro favore; e tale incremento non mancher
purch obbediscano costantemente e fedelmente a quelle prescrizioni che furono o saranno date
dalla Sede Apostolica.
Tutti coloro, pertanto, che iscritti in tali associazioni spendono le loro forze per Dio e per la Chiesa,
non dimentichino mai il detto della divina Sapienza: Luomo obbediente canter vittoria(31);
perch se non obbediranno a Dio con lossequio verso il Capo della Chiesa, essi invano
attenderanno laiuto del Cielo e invano altres lavoreranno.
Ma affinch tutte queste cose siano mandate ad effetto con quellesito che Ci ripromettiamo, voi
ben sapete, Venerabili Fratelli, esser necessaria lopera prudente ed assidua di coloro che Cristo
Signore ha mandato come operai nella sua messe, cio del Clero. Perci comprendete che la
vostra cura principale deve essere di applicarvi a santificare sempre pi, come esige il sacro stato, il
Clero che gi avete, ed a formare degnamente per un ufficio cos venerabile, con la pi disciplinata
educazione, gli alunni del santuario. E bench la vostra diligenza non abbia bisogno di stimolo, pure
Noi vi esortiamo e vi scongiuriamo a voler adempiere questo dovere con la massima solerzia. Si
tratta di cosa che per il bene della Chiesa ha importanza capitale; ma, avendone i Nostri
Predecessori di s. m. Leone XIII e Pio X trattato in proposito, non il caso di aggiungere altri
consigli.
Solamente bramiamo che quei documenti di cos saggi Pontefici, e pi specialmente la
Esortazione al Clero di Pio X di santa memoria, merc le vostre insistenti premure, giammai
cadano in oblo, ma siano sempre scrupolosamente osservati.
Di una cosa peraltro non vogliamo tacere, ed il ricordare ai sacerdoti di tutto il mondo, Nostri figli
carissimi, lassoluta necessit, tanto per il vantaggio loro personale, quanto per lefficacia del loro
ministero, di stare strettamente uniti e pienamente ai propri Vescovi. Purtroppo dallo spirito
dinsubordinazione e dindipendenza che ora regna nel mondo, non tutti, come con dolore
accennammo pi sopra, sono scevri i ministri del santuario: n sono rari i sacri Pastori che trovano
angustie e contraddizioni proprio l, donde dovrebbero aspettarsi conforto ed aiuto. Orbene, se
qualcuno tanto miseramente vien meno al dovere, rifletta e mediti bene che divina lautorit dei
Vescovi, che lo Spirito Santo ha destinati a reggere la Chiesa di Dio(32). Rifletta inoltre che se,
come abbiamo visto, resiste a Dio chi resiste a qualsiasi legittima potest, assai pi irriverente la
condotta di coloro che ricusano di ubbidire ai Vescovi, che Dio ha consacrati con carattere speciale
per esercitare il suo divino potere. Il santo martire Ignazio cos scriveva: Poich la carit non mi
lascia tacere con voi, voglio esortarvi a comunicare in armonia con la mente di Dio. Infatti Ges
Cristo, nostra vita inseparabile, il pensiero del Padre, come anche i Vescovi, posti in tutte le
regioni della terra, sono il pensiero del Padre. Pertanto conviene procedere daccordo con la mente
del Vescovo(33). E la parola di quel martire insigne stata, attraverso ogni et, la parola di tutti i
Padri e Dottori della Chiesa.
Si aggiunga che gi troppo grave, anche per le difficolt dei tempi, il peso che portano i Vescovi, e
che pi grave ancora lansiet in cui vivono per la responsabilit di custodire il gregge loro
affidato: Essi infatti vegliano su di voi, come chi ha da renderne conto(34). Non si deve dunque
chiamare crudele chi, con la propria insubordinazione, ne accresce lonere e lamarezza? Perch
questo non sarebbe vantaggioso per voi(35), direbbe a costoro lApostolo, e ci perch la Chiesa
il popolo adunato intorno al sacerdote e il gregge raccolto intorno al pastore(36); ne consegue
che non con la Chiesa chi non con il Vescovo.
Ed ora, Venerabili Fratelli, al termine di questa lettera, il Nostro cuore torna spontaneo col, donde
volemmo prendere le mosse. la parola di pace che Ci ritorna sul labbro; per questo con voti
fervidi ed insistenti invochiamo di nuovo, per il bene tanto della societ che della Chiesa, la fine
dellattuale disastrosissima guerra. Per il bene della societ, affinch, ottenuta che sia la pace,
progredisca veramente in ogni ramo del progresso; per il bene della Chiesa di Ges Cristo, affinch,
non trattenuta da ulteriori impedimenti, continui fin nelle pi remote contrade della terra ad
apportare agli uomini conforto e salute. Purtroppo da lungo tempo la Chiesa non gode di quella
libert di cui avrebbe bisogno; e cio da quando il suo capo, il Sommo Pontefice, incominci a
mancare di quel presidio che, per disposizione della divina Provvidenza, aveva ottenuto nel volgere
dei secoli a tutela della sua libert. La mancanza di tale presidio venuta a cagionare, cosa
daltronde inevitabile, un non lieve turbamento in mezzo ai cattolici: coloro difatti che si professano
figli del Romano Pontefice, tutti, cos i vicini come i lontani, hanno diritto dessere assicurati che il
loro Padre comune nellesercizio dellapostolico ministero sia veramente libero da ogni umano
potere, e libero assolutamente risulti.
Al voto pertanto duna pronta pace fra le Nazioni, Noi congiungiamo anche il desiderio della
cessazione dello stato anormale in cui si trova il Capo della Chiesa, e che nuoce grandemente, per
molti aspetti, alla stessa tranquillit dei popoli. Contro un tale stato Noi rinnoviamo le proteste che i
Nostri Predecessori, indottivi non gi da umani interessi, ma dalla santit del dovere, alzarono pi di
una volta; e le rinnoviamo per le stesse cause, per tutelare cio i diritti e la dignit della Sede
Apostolica.
Rimane, Venerabili Fratelli, che, siccome il cuore dei prncipi e di tutti coloro ai quali spetta mettere
fine alle atrocit ed ai danni che abbiamo ricordati, sta nelle mani di Dio, a Dio supplici leviamo la
voce e, a nome dellintera umanit, gridiamo: Donaci la pace, Signore, nei nostri giorni. E chi
disse di s: Io, il Signore faccio pace(37), Egli, placato dalle nostre preghiere, voglia quanto
prima sedare i flutti tempestosi dai quali sono agitate la societ civile e la societ religiosa. Ci
assista propizia la Beatissima Vergine, Ella che ha generato lo stesso Principe della pace; e lumile
Nostra persona, il Nostro pontificale ministero, la Chiesa, e con essa le anime di tutti gli uomini,
redente tutte dal Sangue divino del suo Figlio, accolga sotto la sua materna protezione.
Auspice dei celesti doni e pegno della Nostra benevolenza impartiamo di gran cuore, Venerabili
Fratelli, lApostolica Benedizione a voi, al vostro clero ed al vostro popolo.
Dato a Roma, presso San Pietro, il 1 novembre 1914, festa di Ognissanti, anno primo del Nostro
Pontificato.
BENEDICTUS PP. XV
LETTERA ENCICLICA
AD APOSTOLORUM PRINCIPIS(1)
ESORTAZIONI E NORME
PER LA CHIESA CATTOLICA IN CINA
bene delle anime, e per affidare il governo delle diocesi a pastori graditi
alle autorit civili in quanto non si oppongono agli orientamenti
ideologici e politici propri del comunismo.
Anzi, abbiamo appreso che gi si proceduto a non poche di tali abusive
elezioni e che, inoltre, contro un esplicito e severo monito diretto agli
interessati da questa sede apostolica si perfino osato di conferire ad
alcuni ecclesiastici la consacrazione episcopale.
Dottrina circa l'elezione e consacrazione dei vescovi
Di fronte a cos gravi attentati contro la disciplina e l'unit della chiesa,
Nostro preciso dovere di ricordare a tutti che ben altri sono la dottrina e i
principi che reggono la costituzione della societ divinamente fondata da
Ges Cristo nostro Signore.
I sacri canoni infatti chiaramente ed esplicitamente sanciscono che
spetta unicamente alla sede apostolica giudicare circa l'idoneit di un
ecclesiastico per la dignit e la missione episcopale(9) e che spetta al
romano pontefice nominare liberamente i vescovi.(10) E anche quando,
come in certi casi, nella scelta di un candidato all'episcopato,
ammesso il concorso di altre persone o enti, ci avviene legittimamente
solo in virt di una concessione - espressa e particolare - fatta dalla sede
apostolica a persone o a corpi morali ben determinati, con condizioni e
in circostanze ben definite. Ci premesso, ne consegue che vescovi non
nominati n confermati dalla Santa Sede, e anzi scelti e consacrati
contro le esplicite disposizioni di essa, non possono godere di alcun
potere n di magistero n di giurisdizione; perch la giurisdizione viene
ai vescovi unicamente attraverso il romano pontefice, come gi avemmo
occasione di ricordare nella lettera enciclica Mystici corporis: I
vescovi ... in quanto riguarda la loro diocesi, sono veri pastori che
guidano e reggono in nome di Cristo il gregge assegnato a ciascuno.
Mentre fanno ci, non sono del tutto indipendenti, perch sono
sottoposti alla debita autorit del romano pontefice, pur fruendo
dell'ordinaria potest di giurisdizione che comunicata loro direttamente
dallo stesso sommo pontefice.(11) Dottrina che avemmo occasione di
richiamare ancora nella letteraAd Sinarum gentem a voi
successivamente diretta: La potest di giurisdizione, che al sommo
pontefice viene conferita direttamente per diritto divino, proviene ai
vescovi dal medesimo diritto, ma soltanto mediante il successore di san
Pietro, al quale non solamente i semplici fedeli, ma anche tutti i vescovi
devono costantemente essere soggetti e legati con l'ossequio
dell'obbedienza e con il vincolo dell'unit.(12)
(1) Pius PP. XII, epist. enc. Ad Apostolorum Principis qua hortamenta ac normae impertiuntur in
praesentibus rerum angustiis, [Ad venerabiles Fratres ac dilectos Filios Archiepiscopos aliosque
locorum Ordinarios ceterumque clerum ac populum Sinarum, pacem et communionem cum
Apostolica Sede habentes], 29 iunii 1958: AAS 50(1958), pp. 601-614.
Esortazioni e norme alla chiesa cattolica in Cina nelle presenti angustie; La persecuzione e due
precedenti lettere pontificie; Testimonianze di fedelt alla chie sa; L'Associazione patriottica:
(12) Epist. enc. Ad Sinarum gentem, 7 oct. 1954: AAS 47(1955), p. 9; EE 6/1106.
(13) Conc. Vat. I, sess.IV, c. 3: Coll. Lac. VII, p. 484; COD 814.
(14) Can. 953.
(15) cf. S.S. Congregatio S. Officii, Decretum, 9 apr. 1951: AAS 43 (1951), 217218.
CARTA ENCCLICA
AD CAELI REGINAM
DE NUESTRO SANTSIMO SEOR
PO
VENERABLES HERMANOS
SALUD Y BENDICIN APOSTLICA
A la Reina del Cielo, ya desde los primeros siglos de la Iglesia catlica, elev el
pueblo cristiano suplicantes oraciones e himnos de loa y piedad, as en sus
tiempos de felicidad y alegra como en los de angustia y peligros; y nunca fall
la esperanza en la Madre del Rey divino, Jesucristo, ni languideci aquella fe
que nos ensea cmo la Virgen Mara, Madre de Dios, reina en todo el mundo
con maternal corazn, al igual que est coronada con la gloria de la realeza en
la bienaventuranza celestial.
Y ahora, despus de las grandes ruinas que aun ante Nuestra vista han
destruido florecientes ciudades, villas y aldeas; ante el doloroso espectculo de
tales y tantos males morales que amenazadores avanzan en cenagosas
oleadas, a la par que vemos resquebrajarse las bases mismas de la justicia y
triunfar la corrupcin, en este incierto y pavoroso estado de cosas Nos vemos
profundamente angustiados, pero recurrimos confiados a nuestra Reina Mara,
poniendo a sus pies, junto con el Nuestro, los sentimientos de devocin de
todos los fieles que se gloran del nombre de cristianos.
INTRODUCCIN
2. Place y es til recordar que Nos mismo, en el primer da de noviembre del
Ao Santo, 1950, ante una gran multitud de Eminentsimos Cardenales, de
venerables Obispos, de Sacerdotes y de cristianos, llegados de las partes todas
del mundo, decretamos el dogma de la Asuncin de la Beatsima Virgen Mara
al Cielo[1], donde, presente en alma y en cuerpo, reina entre los coros de los
ngeles y de los Santos, a una con su unignito Hijo. Adems, al cumplirse el
centenario de la definicin dogmtica hecha por Nuestro Predecesor, Po IX,
de ilustre memoria de la Concepcin de la Madre de Dios sin mancha alguna
de pecado original, promulgamos[2] el Ao Mariano, durante el cual vemos con
suma alegra que no slo en esta alma Ciudad singularmente en la Baslica
Liberiana, donde innumerables muchedumbres acuden a manifestar
pblicamente su fe y su ardiente amor a la Madre celestial sino tambin en
toda las partes del mundo vuelve a florecer cada vez ms la devocin hacia la
Virgen Madre de Dios, mientras los principales Santuarios de Mara han acogido
y acogen todava imponentes peregrinaciones de fieles devotos.
Y todos saben cmo Nos, siempre que se Nos ha ofrecido la posibilidad, esto
es, cuando hemos podido dirigir la palabra a Nuestros hijos, que han llegado a
visitarnos, y cuando por medio de las ondas radiofnicas hemos dirigido
mensajes aun a pueblos alejados, jams hemos cesado de exhortar a todos
aquellos, a quienes hemos podido dirigirnos, a amar a nuestra benignsima y
poderossima Madre con un amor tierno y vivo, cual cumple a los hijos.
Recordamos a este propsito particularmente el Radiomensaje que hemos
dirigido al pueblo de Portugal, al ser coronada la milagrosa Virgen de Ftima[3],
Radiomensaje que Nos mismo hemos llamado de la "Realeza" de Mara[4].
3. Por todo ello, y como para coronar estos testimonios todos de Nuestra
piedad mariana, a los que con tanto entusiasmo ha respondido el pueblo
cristiano, para concluir til y felizmente el Ao Mariano que ya est
terminando, as como para acceder a las insistentes peticiones que de todas
partes Nos han llegado, hemos determinado instituir la fiesta litrgica de la
"Bienaventurada Mara Virgen Reina".
Cierto que no se trata de una nueva verdad propuesta al pueblo cristiano,
porque el fundamento y las razones de la dignidad real de Mara,
abundantemente expresadas en todo tiempo, se encuentran en los antiguos
documentos de la Iglesia y en los libros de la sagrada liturgia.
San Pedro Crislogo: El nombre hebreo Mara se traduce Domina en latn; por
lo tanto, el ngel la saluda Seora para que se vea libre del temor servil la
Madre del Dominador, pues ste, como hijo, quiso que ella naciera y fuera
llamada Seora[16].
San Epifanio, obispo de Constantinopla, escribe al Sumo Pontfice Hormidas,
que se ha de implorar la unidad de la Iglesia por la gracia de la santa y
consubstancial Trinidad y por la intercesin de nuestra santa Seora, gloriosa
Virgen y Madre de Dios, Mara[17].
Un autor del mismo tiempo saluda solemnemente con estas palabras a la
Bienaventurada Virgen sentada a la diestra de Dios, para que pida por
nosotros: Seora de los mortales, santsima Madre de Dios[18].
San Andrs de Creta atribuye frecuentemente la dignidad de reina a la Virgen,
y as escribe: (Jesucristo) lleva en este da como Reina del gnero humano,
desde la morada terrenal (a los cielos) a su Madre siempre Virgen, en cuyo
seno, aun permaneciendo Dios, tom la carne humana[19]. Y en otra parte:
Reina de todos los hombres, porque, fiel de hecho al significado de su
nombre, se encuentra por encima de todos, si slo a Dios se excepta[20].
Tambin San Germn se dirige as a la humilde Virgen: Sintate, Seora: eres
Reina y ms eminente que los reyes todos, y as te corresponde sentarte en el
puesto ms alto[21]; y la llama Seora de todos los que en la tierra
habitan[22].
San Juan Damasceno la proclama Reina, Duea, Seora[23] y tambin
Seora de todas las criaturas[24]; y un antiguo escritor de la Iglesia
occidental la llama Reina feliz, Reina eterna, junto al Hijo Rey, cuya nvea
cabeza est adornada con urea corona[25].
Finalmente, San Ildefonso de Toledo resume casi todos los ttulos de honor en
este saludo: Oh Seora ma!, oh Dominadora ma!: t mandas en m, Madre
de mi Seor..., Seora entre las esclavas, Reina entre las hermanas[26].
6. Los Telogos de la Iglesia, extrayendo su doctrina de estos y otros muchos
testimonios de la antigua tradicin, han llamado a la Beatsima Madre
Virgen Reina de todas las cosas creadas, Reina del mundo, Seora del
universo.
7. Los Sumos Pastores de la Iglesia creyeron deber suyo el aprobar y excitar
con exhortaciones y alabanzas la devocin del pueblo cristiano hacia la
celestial Madre y Reina.
Por ello como escribi Nuestro Predecesor Po IX, de f. m., en su Bula Dios
inefable ha enriquecido a Mara con tan gran munificencia con la abundancia
de sus dones celestiales, sacados del tesoro de la divinidad, muy por encima
de los ngeles y de todos los Santos, que Ella, completamente inmune de toda
mancha de pecado, en toda su belleza y perfeccin, tuvo tal plenitud de
inocencia y de santidad que no se puede pensar otra ms grande fuera de Dios
y que nadie, sino slo Dios, jams llegar a comprender[55].
17. Adems, la Bienaventurada Virgen no tan slo ha tenido, despus de Cristo,
el supremo grado de la excelencia y de la perfeccin, sino tambin una
participacin de aquel influjo por el que su Hijo y Redentor nuestro se dice
justamente que reina en la mente y en la voluntad de los hombres. Si, de
hecho, el Verbo opera milagros e infunde la gracia por medio de la humanidad
que ha asumido, si se sirve de los sacramentos, y de sus Santos, como de
instrumentos para salvar las almas, cmo no servirse del oficio y de la obra de
su santsima Madre para distribuirnos los frutos de la Redencin?
Con nimo verdaderamente maternal as dice el mismo Predecesor Nuestro,
Po IX, de ilustre memoria al tener en sus manos el negocio de nuestra
salvacin, Ella se preocupa de todo el gnero humano, pues est constituida
por el Seor Reina del cielo y de la tierra y est exaltada sobre los coros todos
de los ngeles y sobre los grados todos de los Santos en el cielo, estando a la
diestra de su unignito Hijo, Jesucristo, Seor nuestro, con sus maternales
splicas impetra eficacsimamente, obtiene cuanto pide, y no puede no ser
escuchada[56].
A este propsito, otro Predecesor Nuestro, de feliz memoria, Len XIII, declar
que a la Bienaventurada Virgen Mara le ha sido concedido un poder casi
inmenso en la distribucin de las gracias[57]; y San Po X aade que Mara
cumple este oficio suyo como por derecho materno[58].
18. Glorense, por lo tanto, todos los cristianos de estar sometidos al imperio
de la Virgen Madre de Dios, la cual, a la par que goza de regio poder, arde en
amor maternal.
Mas, en estas y en otras cuestiones tocantes a la Bienaventurada Virgen, tanto
los Telogos como los predicadores de la divina palabra tengan buen cuidado
de evitar ciertas desviaciones, para no caer en un doble error; esto es,
gurdense de las opiniones faltas de fundamento y que con expresiones
exageradas sobrepasan los lmites de la verdad; mas, de otra parte, eviten
tambin cierta excesiva estrechez de mente al considerar esta singular,
sublime y ms an casi divina dignidad de la Madre de Dios, que el Doctor
Anglico nos ensea que se ha de ponderar en razn del bien infinito, que es
Dios[59].
Por lo dems, en este como en otros puntos de la doctrina catlica, la norma
prxima y universal de la verdad es para todos el Magisterio, vivo, que Cristo
ha constituido tambin para declarar lo que en el depsito de la fe no se
contiene sino oscura y como implcitamente[60].
19. De los monumentos de la antigedad cristiana, de las plegarias de la
liturgia, de la innata devocin del pueblo cristiano, de las obras de arte, de
todas partes hemos recogido expresiones y acentos, segn los cuales la Virgen
Madre de Dios sobresale por su dignidad real; y tambin hemos mostrado cmo
las razones, que la Sagrada Teologa ha deducido del tesoro de la fe divina,
confirman plenamente esta verdad. De tantos testimonios reunidos se forma
un concierto, cuyos ecos resuenan en la mxima amplitud, para celebrar la alta
excelencia de la dignidad real de la Madre de Dios y de los hombres, que ha
sido exaltada a los reinos celestiales, por encima de los coros anglicos[61].
IV. INSTITUCIN DE LA FIESTA
20. Y ante Nuestra conviccin, luego de maduras y ponderadas reflexiones, de
que seguirn grandes ventajas para la Iglesia si esta verdad slidamente
demostrada resplandece ms evidente ante todos, como lucerna ms brillante
en lo alto de su candelabro, con Nuestra Autoridad Apostlica decretamos e
instituimos la fiesta de Mara Reina, que deber celebrarse cada ao en todo el
mundo el da 31 de mayo. Y mandamos que en dicho da se renueve la
consagracin del gnero humano al Inmaculado Corazn de la bienaventurada
Virgen Mara. En ello, de hecho, est colocada la gran esperanza de que pueda
surgir una nueva era tranquilizada por la paz cristiana y por el triunfo de la
religin.
Procuren, pues, todos acercarse ahora con mayor confianza que antes, todos
cuantos recurren al trono de la gracia y de la misericordia de nuestra Reina y
Madre, para pedir socorro en la adversidad, luz en las tinieblas, consuelo en el
dolor y en el llanto, y, lo que ms interesa, procuren liberarse de la esclavitud
del pecado, a fin de poder presentar un homenaje insustituible, saturado de
encendida devocin filial, al cetro real de tan grande Madre. Sean frecuentados
sus templos por las multitudes de los fieles, para en ellos celebrar sus fiestas;
en las manos de todos est la corona del Rosario para reunir juntos, en iglesias,
en casas, en hospitales, en crceles, tanto los grupos pequeos como las
grandes asociaciones de fieles, a fin de celebrar sus glorias. En sumo honor sea
el nombre de Mara ms dulce que el nctar, ms precioso que toda joya; nadie
ose pronunciar impas blasfemias, seal de corrompido nimo, contra este
Deseando muy de veras que la Reina y Madre del pueblo cristiano acoja estos
Nuestros deseos y que con su paz alegre a los pueblos sacudidos por el odio, y
que a todos nosotros nos muestre, despus de este destierro, a Jess que ser
para siempre nuestra paz y nuestra alegra, a Vosotros, Venerables Hermanos,
y a vuestros fieles, impartimos de corazn la Bendicin Apostlica, como
auspicio de la ayuda de Dios omnipotente y en testimonio de Nuestro amor.
Dado en Roma, junto a San Pedro, en la fiesta de la Maternidad de la Virgen
Mara, el da 11 de octubre de 1954, decimosexto de Nuestro Pontificado.
PO PAPA XII
[1] Cf. const. apost. Munificentissimus Deus: A.A.S. 32 (1950), 753 ss.
[2] Cf. enc. Fulgens corona: A.A.S. 35 (1953) 577 ss.
[3] Cf. A.A.S. 38 (1946) 264 ss.
[4] Cf. Osservat. Rom., 19 de mayo de 1946.
[5] Luc. 1, 32.
[6] Is. 9, 6.
[7] Apoc. 19, 16.
[8] Cf. Luc. 1, 32. 33.
[9] Luc. 1, 43.
[10] S. Ephraem Hymni de B. Mara (ed. Th. J. Lamy t. II, Mechliniae, 1886) hymn. XIX, p. 624.
[11] Idem Orat. ad Ssmam. Dei Matrem: Opera omnia (ed. Assemani t. III [graece] Romae, 1747,
p. 546).
[12] S. Greg. Naz. Poemata dogmatica XVIII v. 58 PG 37, 485.
[13] Prudent. Dittochaeum XXVII PL 60, 102 A.
[14] Hom. in S. Luc. hom. VII (ed. Rauer Origines' Werke t. IX, 48 [ex "catena" Macarii
Chrysocephali]). Cf. PG 13, 1902 D.
[15] S. Hier. Liber de nominibus hebraeis: PL 23, 886.
[16] S. Petrus Chrysol., Sermo 142 De Annuntiatione B.M.V.: PL 52, 579 C; cf. etiam 582 B; 584 A:
"Regina totius exstitit castitatis".
[17] Relatio Epiphani ep. Constantin. PL 63, 498 D.
[18] Encomium in Dormitionem Ssmae. Deiparae [inter opera S. Modesti] PG 86, 3306 B.
[19] S. Andreas Cret., Hom. II in Dormitionem Ssmae. Deiparae: PG 97, 1079 B.
[20] Id., Hom. III in Dormit. Ssmae. Deip.: PG 97, 1099 A.
[21] S. Germanus, In Praesentationem Sanctissimae Deiparae 1 PG 98, 303 A.
[22] Id., ibid. 2 PG 98, 315 C.
[23] S. Ioannes Damasc., Hom. I In Dormitionem B.M.V.: PG 96, 719 A.
[24] Id. De fide orthodoxa 4, 14 PG 44, 1158 B.
[25] De laudibus Mariae (inter opera Venantii Fortunati) PL 88, 282 B. 283 A.
[26] Ildefonsus Tolet. De virginitate perpetua B.M.V.: 96, 58 A.D.
[27] S. Martinus I, Epist. 14 PL 87, 199-200 A.
[28] S. Agatho PL 87, 1221 A.
[29] Hardouin, Acta Conc. 4, 234.238 PL 89, 508 B.
[30] Syxtus IV, bulla Cum praeexcelsa d. d. 28 febr. 1476.
[31] Benedictus XIV, bulla Gloriosae Dominae d. d. 27 sept. 1748.
[32] S. Alfonso Le glorie di Maria, p.I, c.I, 1.
[33] Ex liturgia Armenorum: in festo Assumpt., hym. ad Mat.
[34] Ex Menaeo (byzant.): Dominica post Natalem, in Canone, ad Mat.
Copyright - Libr
CARTA ENCCLICA
AD CATHOLICI SACERDOTII
DEL SUMO PONTFICE
PO XI
SOBRE EL SACERDOCIO CATLICO
INTRODUCCIN
l. Desde que, por ocultos designios de la divina Providencia, nos vimos
elevados a este supremo grado del sacerdocio catlico, nunca hemos dejado
de dirigir nuestros ms solcitos y afectuosos cuidados, entre los innumerables
hijos que nos ha dado Dios, a aquellos que, engrandecidos con la dignidad
sacerdotal, tienen la misin de ser la sal de la tierra y la luz del mundo[1], y de
un modo todava ms especial, hacia aquellos queridsimos jvenes que, a la
sombra del santuario, se educan y se preparan para aquella misin tan
nobilsima.
2. Ya en los primeros meses de nuestro pontificado, antes an de dirigir
solemnemente nuestra palabra a todo el orbe catlico[2], nos apresuramos,
con las letras apostlicas Officiorum omnium, del 1 de agosto de 1922,
dirigidas a nuestro amado hijo el cardenal prefecto de la Sagrada Congregacin
7. Con esto, al mismo tiempo que esta nuestra Carta Encclica se enlaza
armnicamente con las precedentes, por medio de las cuales tratamos de
proyectar la luz de la doctrina catlica sobre los ms graves problemas de que
se ve agitada la vida moderna, es nuestra intencin dar a aquellas solemnes
enseanzas nuestras un complemento oportuno.
El sacerdote es, en efecto, por vocacin y mandato divino, el principal apstol e
infatigable promovedor de la educacin cristiana de la juventud[6]; el
sacerdote bendice en nombre de Dios el matrimonio cristiano y defiende su
santidad e indisolubilidad contra los atentados y extravos que sugieren la
codicia y la sensualidad[7]; el sacerdote contribuye del modo ms eficaz a la
solucin, o, por lo menos, a la mitigacin de los conflictos sociales[8],
predicando la fraternidad cristiana, recordando a todos los mutuos deberes de
justicia y caridad evanglica, pacificando los nimos exasperados por el
malestar moral y econmico, sealando a los ricos y a los pobres los nicos
bienes verdaderos a que todos pueden y deben aspirar; el sacerdote es,
finalmente, el ms eficaz pregonero de aquella cruzada de expiacin y de
penitencia a la cual invitamos a todos los buenos para reparar las blasfemias,
deshonestidades y crmenes que deshonran a la humanidad en la poca
presente[9], tan necesitada de la misericordia y perdn de Dios como pocas en
la historia.
Aun los enemigos de la Iglesia conocen bien la importancia vital del sacerdocio;
y por esto, contra l precisamente, como lamentamos ya refirindonos a
nuestro amado Mxico[10], asestan ante todo sus golpes para quitarle de en
medio y llegar as, desembarazado el camino, a la destruccin siempre
anhelada y nunca conseguida de la Iglesia misma.
I. EL SACERDOCIO CATLICO Y SUS PODERES
El sacerdocio en las diversas religiones
8. El gnero humano ha experimentado siempre la necesidad de tener
sacerdotes, es decir, hombres que por la misin oficial que se les daba, fuesen
medianeros entre Dios y los hombres, y consagrados de lleno a esta mediacin,
hiciesen de ella la ocupacin de toda su vida, como diputados para ofrecer a
Dios oraciones y sacrificios pblicos en nombre de la sociedad; que tambin, y
en cuanto tal, est obligada a dar a Dios culto pblico y social, a reconocerlo
como su Seor Supremo y primer principio; a dirigirse hacia El, como a fin
ltimo, a darle gracias, y procurar hacrselo propicio. De hecho, en todos los
pueblos cuyos usos y costumbres nos son conocidos, como no se hayan visto
obligados por la violencia a oponerse a las ms sagradas leyes de la naturaleza
humana, hallamos sacerdotes, aunque muchas veces al servicio de falsas
Testamento Nuevo y eterno, confirmado con la sangre del Redentor del mundo,
de Jesucristo, verdadero Dios y verdadero hombre.
En el Nuevo Testamento
12. El Apstol de las Gentes comprenda en frase lapidaria cuanto se puede
decir de la grandeza, dignidad y oficios del sacerdocio cristiano, por estas
palabras: As nos considere el hombre cual ministros de Cristo y
dispensadores de los misterios de Dios[17].
El sacerdote es ministro de Jesucristo; por lo tanto, instrumento en las manos
del Redentor divino para continuar su obra redentora en toda su universalidad
mundial y eficacia divina para la construccin de esa obra admirable que
transform el mundo; ms an, el sacerdote, como suele decirse con mucha
razn, es verdaderamente otro Cristo, porque contina en cierto modo al
mismo Jesucristo: As como el Padre me envi a M, as os envo Yo a
vosotros[18], prosiguiendo tambin como El en dar, conforme al canto
anglico, gloria a Dios en lo ms alto de los cielos y paz en la tierra a los
hombres de buena voluntad[19].
13. En primer lugar, como ensea el concilio de Trento[20], Jesucristo en la
ltima Cena instituy el sacrificio y el sacerdocio de la Nueva Alianza:
Jesucristo, Dios y Seor nuestro, aunque se haba de ofrecer una sola vez a
Dios Padre muriendo en el ara de la cruz para obrar en ella la eterna redencin,
pero como no se haba de acabar su sacerdocio con la muerte[21], a fin de
dejar a su amada Esposa la Iglesia un sacrificio visible, como a hombres
corresponda, el cual fuese representacin del sangriento, que slo una vez
haba de ofrecer en la cruz, y que perpetuase su memoria hasta el fin de los
siglos y nos aplicase sus frutos en la remisin de los pecados que cada da
cometemos; en la ltima Cena, aquella noche en que iba a ser entregado[22],
declarndose estar constituido sacerdote eterno segn el orden de
Melquisedec[23], ofreci a Dios Padre su cuerpo y sangre bajo las especies de
pan y vino, lo dio bajo las mismas especies a los apstoles, a quienes orden
sacerdotes del Nuevo Testamento para que lo recibiesen, y a ellos y a sus
sucesores en el sacerdocio mand que lo ofreciesen, dicindoles: Haced esto
en memoria ma[24].
Poder sacerdotal sobre el cuerpo de Cristo
14. Y desde entonces, los apstoles y sus sucesores en el sacerdocio
comenzaron a elevar al cielo la ofrenda pura profetizada por Malaquas[25], por
la cual el nombre de Dios es grande entre las gentes; y que, ofrecida ya en
que aun de materias sagradas trata con competencia rara vez vista en un
seglar, cuando el sacerdote, temblorosa el alma a la vista de su indignidad y
de lo sublime de su ministerio, ha puesto sobre nuestra cabeza sus manos
consagradas, cuando, confundido de verse hecho dispensador de la Sangre del
Testamento, asombrado cada vez de que las palabras de sus labios infundan la
vida, ha absuelto a un pecador siendo pecador l mismo; nos levantamos de
sus pies bien seguros de no haber cometido una vileza... Hemos estado a los
pies de un hombre, fiero que haca las veces de Cristo... y hemos estado para
volver de la condicin de esclavos a la de hijos de Dios[34].
El sacramento del Orden sella con forma indeleble
17. Y tan excelsos poderes conferidos al sacerdote por un sacramento
especialmente instituido para esto, no son en l transitorios y pasajeros, sino
estables y perpetuos, unidos como estn a un carcter indeleble, impreso en
su alma, por el cual ha sido constituido sacerdote para siempre[35] a
semejanza de Aquel de cuyo eterno sacerdocio queda hecho partcipe. Carcter
que el sacerdote, aun en medio de los ms deplorables desrdenes en que
puede caer por la humana fragilidad, no podr jams borrar de su alma. Pero
juntamente con este carcter y con estos poderes, el sacerdote, por medio del
sacramento del Orden, recibe nueva y especial gracia con derecho a especiales
auxilios, con los cuales, si fielmente coopera mediante su accin libre y
personal a la accin infinitamente poderosa de la misma gracia, podr
dignamente cumplir todos los arduos deberes del sublime estado a que ha sido
llamado, y llevar, sin ser oprimido por ellas, las tremendas responsabilidades
inherentes al ministerio sacerdotal, que hicieron temblar aun a los ms
vigorosos atletas del sacerdocio cristiano, como un San Juan Crisstomo, un
San Ambrosio, un San Gregorio Magno, un San Carlos y tantos otros.
Poder de predicar la Palabra divina
18. Pero el sacerdote catlico es, adems, ministro de Cristo y dispensador de
los misterios de Dios[36] con la palabra, con aquel ministerio de la
palabra[37] que es un derecho inalienable y a la vez un deber imprescindible, a
l impuesto por el mismo Cristo Nuestro Seor: Id, pues, y amaestrad todas
las gentes... ensendoles a guardar cuantas cosas os he mandado[38]. La
Iglesia de Cristo, depositaria y guarda infalible de la divina revelacin, derrama
por medio de sus sacerdotes los tesoros de la verdad celestial, predicando a
Aquel que es luz verdadera que alumbra a todo hombre que viene a este
mundo[39], esparciendo con divina profusin aquella semilla, pequea y
despreciable a la mirada profana del mundo, pero que, como el grano de
mostaza del Evangelio[40], tiene en s la virtud de echar races slidas y
su vida y de sus acciones; ya que, sobre el buen olor del incienso y sobre el
esplendor de templos y altares, lo que ms aprecia Dios y lo que le es ms
agradable es la virtud. Los mediadores entre Dios y el pueblo dice Santo
Toms deben tener limpia conciencia ante Dios y limpia fama ante los
hombres[51].
Y si, muy al contrario, en vez de eso, quien maneja y administra las cosas
santas lleva vida censurable, las profana y comete sacrilegio: Los que no son
santos no deben manejar las cosas santas[52].
Mayor santidad que en el AT
27. Por esta causa, ya en el Antiguo Testamento mandaba Dios a sus
sacerdotes y levitas: Que sean santos, porque santo soy Yo, el Seor, que los
santifica[53]. Y el sapientsimo Salomn, en el cntico de la dedicacin del
templo, esto precisamente es lo que pide al Seor para los hijos de Aarn:
Revstanse de santidad tus sacerdotes y regocjense tus santos[54]. Pues,
venerables hermanos, si tanta justicia, santidad y fervor diremos con San
Roberto Belarmino se exiga a aquellos sacerdotes, que inmolaban ovejas y
bueyes, y alababan a Dios por beneficios temporales, qu no se ha de pedir a
los que sacrifican el Cordero divino y ofrecen acciones de gracias por bienes
sempiternos?[55]. Grande es la dignidad de los Prelados exclama San
Lorenzo Justiniano, pero mayor es su carga; colocados en alto puesto, han de
estar igualmente encumbrados en la virtud a los ojos de Aquel que todo lo ve;
si no, la preeminencia, en vez de mrito, les acarrear su condenacin[56].
Santidad para celebrar la eucarista
28. En verdad, todas las razones por Nos aducidas antes para hacer ver la
dignidad del sacerdocio catlico tienen su lugar aqu como otros tantos
argumentos que demuestran la obligacin que sobre l pesa de elevarse a muy
grande santidad; porque, conforme ensea el Doctor Anglico, para ejercer
convenientemente las funciones sacerdotales no basta una bondad cualquiera;
se necesita ms que ordinaria; para que los que reciben las rdenes sagradas,
como quedan elevados sobre el pueblo en dignidad, lo estn tambin por la
santidad[57]. Realmente, el sacrificio eucarstico, en el que se inmola la
Vctima inmaculada que quita los pecados del mundo, muy particularmente
requiere en el sacerdote vida santa y sin mancilla, con que se haga lo menos
indigno posible ante el Seor, a quien cada da ofrece aquella Vctima adorable,
no otra que el Verbo mismo de Dios hecho hombre por amor nuestro. Advertid
lo que hacis, imitad lo que trais entre manos[58], dice la Iglesia por boca del
obispo a los diconos, cuando van a ser ordenados sacerdotes.
solcito a la eterna salvacin de las almas, continuando con ellas la obra del
Redentor, no es justo que est desembarazado de los cuidados de la familia,
que absorberan gran parte de su actividad?
3?. Espectculo es, por cierto, para conmover y excitar admiracin, aun
repitindose con tanta frecuencia en la Iglesia catlica, el de los jvenes levitas
que antes de recibir el sagrado Orden del subdiaconado, es decir, antes de
consagrarse de lleno al servicio y culto de Dios, por su libre voluntad,
renuncian a los goces y satisfacciones que honestamente pudieran
proporcionarse en otro gnero de vida. Por su libre voluntad hemos dicho:
como quiera que, si despus de la ordenacin ya no la tienen para contraer
nupcias terrenales, pero las rdenes mismas las reciben no forzados ni por ley
alguna ni por persona alguna, sino por su propia y espontnea resolucin
personal[91].
38. No es nuestro nimo que cuanto venimos diciendo en alabanza del celibato
eclesistico se entienda como si pretendisemos de algn modo vituperar, y
poco menos que condenar, otra disciplina diferente, legtimamente admitida en
la Iglesia oriental; lo decimos tan slo para enaltecer en el Seor esta virtud,
que tenemos por una de las ms altas puras glorias del sacerdocio catlico y
que nos parece responder mejor a los deseos del Corazn Santsimo de Jess y
a sus designios sobre el alma sacerdotal.
Pobreza
39. No menos que por la pureza debe distinguirse el sacerdote catlico por el
desinters. En medio de un mundo corrompido, en que todo se vende y todo se
compra, ha de mantenerse limpio de cualquier gnero de egosmo, mirando
con santo desdn toda vil codicia de ganancia terrena, buscando almas, no
riquezas; la gloria de Dios, no la propia. No es el hombre asalariado que trabaja
por una recompensa temporal; ni el empleado que cumple, s, a conciencia, las
obligaciones de su cargo, pero tiene tambin puesta la mira en su carrera, en
sus ascensos; es el buen soldado de Cristo que no se embaraza con negocios
del siglo, a fin de agradar a quien le alist para su servicio[92], pero es el
ministro de Dios y el padre de las almas, y sabe que su trabajo, sus afanes, no
tienen compensacin adecuada en los tesoros y honores de la tierra. No le est
prohibido recibir lo conveniente para su propia sustentacin, conforme a
aquello del Apstol: Los que sirven al altar participan de las ofrendas... y el
Seor dej ordenado que los que predican el Evangelio vivan del
Evangelio[93]; pero llamado al patrimonio del Seor, como lo expresa su
mismo apelativo de clrigo, es decir, a la herencia del Seor, no espera otra
merced que la prometida por Jesucristo a sus apstoles: Grande es vuestra
recompensa en el reino de los cielos[94]. Ay del sacerdote que, olvidado de
gloria de su divina Cabeza, Jesucristo, por otra todos los dems clrigos no se
deben contentar con lo que tal vez bastaba en otros tiempos, mas han de estar
en condiciones de adquirir, mejor dicho, deben de hecho tener una cultura
general ms extensa y completa, correspondiente al nivel ms elevado y a la
mayor amplitud que, hablando en general, ha alcanzado la cultura moderna
comparada con la de los siglos pasados.
Santidad y ciencia
47. Es verdad que, en algn caso, el Seor, que juega con el universo[119], ha
querido en tiempos bien cercanos a los nuestros elevar a la dignidad sacerdotal
y hacer por medio de ellos un bien prodigioso a hombres desprovistos casi
completamente de este caudal de doctrina de que tratamos; ello fue para
ensearnos a todos a estimar en ms la santidad que la ciencia y a no poner
mayor confianza en los medios humanos que en los divinos; en otras palabras:
fue porque el mundo ha menester que se repita de tiempo en tiempo en sus
odos esta salvadora leccin prctica: Dios ha escogido a los necios segn el
mundo para confundir a los sabios..., a fin de que ningn mortal se glore ante
su presencia[120]. As, pues, como en el orden natural con los milagros se
suspende, de momento, el efecto de las leyes fsicas, sin ser abrogadas, as
estos hombres, verdaderos milagros vivientes en quienes la alteza de la
santidad supla por todo lo dems, en nada desmienten la verdad y necesidad
de cuanto Nos hemos venido recomendando.
48. Esta necesidad de la virtud y del saber, y esta obligacin, adems, de llevar
una vida ejemplar y edificante, y de ser aquel buen olor de Cristo[121] que el
sacerdote debe en todas partes difundir en torno suyo entre cuantos se llegan
a l, se hace sentir hoy con tanta mayor fuerza y viene a ser tanto ms cierta y
apremiante cuanto que la Accin Catlica, este movimiento tan consolador que
tiene la virtud de impulsar las almas hacia los ms altos Ideales de perfeccin,
pone a los seglares en contacto ms frecuente y en colaboracin ms ntima
con el sacerdote, a quien, naturalmente, no slo acuden como a director, sino
aun le toman tambin por dechado de vida cristiana y de virtudes apostlicas.
III. LA FORMACIN DE LOS CANDIDATOS
AL SACERDOCIO
Seminarios
49. Si tan alta es la dignidad del sacerdocio y tan excelsas las dotes que exige,
sguese de aqu, venerables hermanos, la imprescindible necesidad de dar a los
candidatos al santuario una formacin adecuada. Consciente la Iglesia de esta
necesidad, por ninguna otra cosa quiz, en el transcurso de los siglos, ha
mostrado tan activa solicitud y maternal desvelo como por la formacin de sus
sacerdotes. Sabe muy bien que, si las condiciones religiosas y morales de los
pueblos dependen en gran parte del sacerdocio, el porvenir mismo del
sacerdote depende de la formacin recibida, porque tambin respecto a l es
muy verdadero el dicho del Espritu Santo: La senda que uno emprendi de
joven, esa misma seguir de viejo[122]. Por eso la Iglesia, guiada por ese
divino Espritu, ha querido que en todas partes se erigiesen seminarios, donde
se instruyan y se eduquen con especial cuidado los candidatos al sacerdocio.
Superiores y maestros
50. El seminario, por lo tanto, es y debe ser como la pupila de vuestros ojos,
venerables hermanos, que comparts con Nos el formidable peso del gobierno
de la Iglesia; es y debe ser el objeto principal de vuestros cuidados. Ante todo,
se debe hacer con mucho miramiento la eleccin de superiores y maestros, y
particularmente de director y padre espiritual, a quien corresponde una parte
tan delicada e importante de la formacin del alma sacerdotal. Dad a vuestros
seminarios los mejores sacerdotes, sin reparar en quitarlos de cargos
aparentemente ms importantes, pero que, en realidad, no pueden ponerse en
parangn con esa obra capital e insustituible; buscadlos en otra parte, si fuere
necesario, dondequiera que podis hallarlos verdaderamente aptos para tan
noble fin; sean tales que enseen con el ejemplo, mucho ms que con la
palabra, las virtudes sacerdotales; y que juntamente con la doctrina sepan
infundir un espritu slido, varonil, apostlico; que hagan florecer en el
seminario la piedad, la pureza, la disciplina y el estudio, armando a tiempo y
con prudencia los nimos juveniles no slo contra las tentaciones presentes,
sino tambin contra los peligros mucho ms graves a que se vern expuestos
ms tarde en el mundo, en medio del cual tendrn que vivir para salvar a
todos[123].
Estudios filosficos siguiendo a Sto. Toms
51. Y a fin de que los futuros sacerdotes puedan poseer la ciencia que nuestros
tiempos exigen, como anteriormente hemos declarado, es de suma
importancia que, despus de una slida formacin en los estudios clsicos, se
instruyan y ejerciten bien en la filosofa escolstica segn el mtodo, la
doctrina y los principios del Doctor Anglico[124].
Esta filosofa perenne, como la llamaba nuestro gran predecesor Len XIII, no
solamente les es necesaria para profundizar en los dogmas, sino que les
provee de armas eficaces contra los errores modernos, cualesquiera que sean,
disponiendo su inteligencia para distinguir claramente lo verdadero de lo falso;
para todos los problemas de cualquier especie o para otros estudios que
tengan que hacer les dar una claridad de vista intelectual que sobrepujar a
la de muchos otros que carezcan de esta formacin filosfica, aunque estn
dotados de ms vasta erudicin.
Seminarios regionales
52. Y si, como sucede, especialmente en algunas regiones, la pequea
extensin de las dicesis, o la dolorosa escasez de alumnos, o la falta de
medios y de hombres a propsito no permitiesen que cada dicesis tenga su
propio seminario bien ordenado segn todas las leyes del Cdigo de Derecho
Cannico[125] y las dems prescripciones eclesisticas, es sumamente
conveniente que los obispos de aquella regin se ayuden fraternalmente y
unan sus fuerzas, concentrndolas en un seminario comn, a la altura de su
elevado objeto.
Las grandes ventajas de tal concentracin compensarn abundantemente los
sacrificios hechos para conseguirlas. Aun lo doloroso que es a veces para el
corazn paternal del obispo ver apartados temporalmente del pastor a los
clrigos, sus futuros colaboradores, en los que quisiera transfundir l mismo su
espritu apostlico, y alejados tambin del territorio que deber ser ms tarde
el campo de sus ministerios, ser despus recompensado con creces al
recibirlos mejor formados y provistos de aquel patrimonio espiritual que
difundirn con mayor abundancia y con mayor fruto en beneficio de su
dicesis. Por esta razn, Nos no hemos dejado nunca de animar, promover y
favorecer tales iniciativas, antes con frecuencia las hemos sugerido y
recomendado. Por nuestra parte, adems, donde lo hemos credo necesario,
Nos mismo hemos erigido, o mejorado, o ampliado varios de esos seminarios
regionales, como a todos es notorio, no sin grandes gastos y graves afanes, y
con la ayuda de Dios continuaremos en adelante aplicndonos con el mayor
celo a fomentar esta obra, que reputamos como una de las ms tiles al bien
de la Iglesia.
Seleccin de candidatos
53. Todo este magnfico esfuerzo por la educacin de los aspirantes a ministros
del santuario de poco servira si no fuese muy cuidada la seleccin de los
mismos candidatos, para los cuales se erigen y sostienen los seminarios. A esta
seleccin deben concurrir todos cuantos estn encargados de la formacin del
clero: superiores, directores espirituales, confesores, cada uno en el modo y
dentro de los lmites de su cargo. As como deben con toda diligencia cultivar la
vocacin divina y fortalecerla, as con no menor celo deben, a tiempo, separar
y alejar a los que juzgaren desprovistos de las cualidades necesarias, y que se
prev, por lo tanto, que no han de ser aptos para desempear digna y
todo cuanto les sea posible para impedir un paso tan errado. Decimos que aun
los confesores y directores espirituales podran ser responsables de un tan
grave yerro, no porque puedan ellos hacer nada en el fuero externo, cosa que
les veda severamente su mismo delicadsimo cargo, y muchas veces tambin
el inviolable sigilo sacramental, sino porque pueden influir mucho en el nimo
de cada uno de los alumnos, y porque deben dirigir a cada uno con paternal
firmeza segn lo que su bien espiritual requiera. Ellos, por lo tanto, sobre todo
si por alguna razn los superiores no toman la mano o se muestran dbiles,
deben intimar, sin respetos humanos, a los ineptos o a los indignos la
obligacin de retirarse cuando estn an a tiempo, atenindose en este
particular a la sentencia ms segura, que en este caso es tambin la ms
favorable para el penitente, pues le preserva de un paso que podra serle
eternamente fatal.
Y si alguna vez no viesen tan claro que deben imponer obligacin, vlganse al
menos de toda la autoridad que les da su cargo y del afecto paterno que tienen
a sus hijos espirituales, para inducir a los que no tienen las disposiciones
debidas a que ellos mismos se retiren espontneamente. Acurdense los
confesores de lo que en materia semejante dice San Alfonso Mara de Ligorio:
Generalmente hablando... (en estos casos), cuanto mayor rigor use el
confesor con el penitente, tanto ms le ayudar a salvarse; y al revs, cuanto
ms benigno se muestre, tanto ms cruel ser. Santo Toms de Villanueva
llamaba a estos confesores demasiado benignos despiadadamente
piadosos, impie pios. Tal caridad es contraria a la caridad[126].
Responsabilidad principal del obispo
56. Pero la responsabilidad principal ser siempre la del obispo, el cual, segn
la gravsima ley de la Iglesia, no debe conferir las sagradas rdenes a ninguno
de cuya aptitud cannica no tenga certeza moral fundada en razones positivas;
de lo contrario, no slo peca gravsimamente, sino que se expone al peligro de
tener parte en los pecados ajenos[127]; canon en que se percibe bien
claramente el eco del aviso del Apstol a Timoteo: A nadie impongas de ligero
las manos ni te hagas partcipe de pecados ajenos[128]. Imponer
ligeramente las manos es (como explica nuestro predecesor San Len Magno)
conferir la dignidad sacerdotal, sin haberlos probado, a quienes no tienen ni la
edad conveniente, ni el mrito de la obediencia, ni han sufrido los debidos
exmenes, ni el rigor de la disciplina, y ser partcipe de pecados ajenos es
hacerse tal el que ordena cual es el que no mereca ser ordenad[129], porque,
como dice San Juan Crisstomo, dirigindose al obispo, pagars tambin t la
pena de sus pecados, as pasados como futuros, por haberle conferido la
dignidad[130].
de ceir la aureola de los Santos: San Juan Mara Vianney, San Jos Benito
Cottolengo y San Juan Bosco.
62. No se han de descuidar, sin embargo, los medios humanos de cultivar la
preciosa semilla de la vocacin que Dios Nuestro Seor siembra
abundantemente en los corazones generosos de tantos jvenes; por eso Nos
alabamos y bendecimos y recomendamos con toda nuestra alma aquellas
provechosas instituciones que de mil maneras y con mil santas industrias,
sugeridas por el Espritu Santo, atienden a conservar, fomentar y favorecer las
vocaciones sacerdotales. Por ms que discurramos deca el amable santo de
la caridad, San Vicente de Pal, siempre hallaremos que no podramos
contribuir a cosa ninguna tan grande como a la formacin de buenos
sacerdotes[146]. Nada, en realidad, hay ms agradable a Dios, ms honorfico
a la Iglesia, de ms provecho a las almas, que el don precioso de un sacerdote
santo. Y consiguientemente, si quien da un vaso de agua a uno de los ms
pequeos entre los discpulos de Jesucristo no perder su galardn[147], qu
galardn no obtendr quien pone, por decirlo as, en las manos puras de un
joven levita el cliz sagrado con la purprea Sangre del Redentor y concurre
con l a elevar al cielo tal prenda de pacificacin y de bendicin para la
humanidad?
Accin Catlica y vocaciones
63. Aqu nuestro pensamiento se vuelve agradecido hacia esa Accin Catlica,
con tan vivo inters por Nos imperada, impulsada y defendida, la cual, como
participacin de los seglares en el apostolado jerrquico de la Iglesia, no puede
desinteresarse de este problema tan vital de las vocaciones sacerdotales. De
hecho, con ntimo consuelo nuestro la vemos distinguirse en todas partes (al
par que en los otros campos de la actividad cristiana), de un modo especial en
ste.
Y en verdad que el ms rico premio de sus afanes es, precisamente, la
abundancia verdaderamente admirable de vocaciones al estado sacerdotal y
religioso que van floreciendo en sus filas juveniles, mostrando con esto que no
slo es campo fecundo para el bien, sino tambin un jardn bien guardado y
cultivado, donde las ms hermosas y delicadas flores pueden crecer sin peligro
de ajarse. Sepan apreciar todos los afiliados a la Accin Catlica el honor que
de esto resulta para su asociacin, y persudanse que los seglares catlicos de
ninguna otra manera entrarn de verdad a la parte de aquella tan alta dignidad
del real sacerdocio, que el Prncipe de los Apstoles atribuye a todo el pueblo
cristiano[148], mejor que contribuyendo al aumento de las filas del clero
secular y regular.
Familia y vocaciones
64. Pero el jardn primero y ms natural donde deben germinar y abrirse como
espontneamente las flores del santuario, ser siempre la familia verdadera y
profundamente cristiana. La mayor parte de los obispos y sacerdotes santos,
cuyas alabanzas pregona la Iglesia[149], han debido el principio de su vocacin
y santidad a los ejemplos y lecciones de un padre lleno de fe y virtud varonil,
de una madre casta y piadosa, de una familia en la que reinaba soberano, junto
con la pureza de costumbres, el amor de Dios y del prjimo. Las excepciones a
esta regla de la providencia ordinaria son raras y no hacen sino confirmarla.
Cuando en una familia los padres, siguiendo el ejemplo de Tobas y Sara, piden
a Dios numerosa descendencia que bendiga el nombre del Seor por los siglos
de los siglos[150] y la reciben con accin de gracias como don del cielo y
depsito precioso, y se esfuerzan por infundir en sus hijos desde los primeros
aos el santo temor de Dios, la piedad cristiana, la tierna devocin a Jess en la
eucarista, y a la Santsima Virgen, el respeto y veneracin a los lugares y
personas consagrados a Dios; cuando los hijos tienen en sus padres el modelo
de una vida honrada, laboriosa y piadosa; cuando los ven amarse santamente
en el Seor, recibir con frecuencia los santos sacramentos, y no slo obedecer
a las leyes de la Iglesia sobre ayunos y abstinencias, pero aun conformarse con
el espritu de la mortificacin cristiana voluntaria; cuando los ven rezar, aun en
el mismo lugar domstico, agrupando en torno a s a toda la familia, para que
la oracin hecha as, en comn, suba y sea mejor recibida en el cielo; cuando
observan que se compadecen de las miserias ajenas y reparten a los pobres de
lo poco o mucho que poseen, ser bien difcil que tratando todos de emular los
ejemplos de sus padres, alguno de ellos a lo menos no sienta en su interior la
voz del divino Maestro que le diga: Ven, sgueme[151], y har que seas
pescador de hombres[152]. Dichosos los padres cristianos que, ya que no
hagan objeto de sus ms fervorosas oraciones estas visitas divinas, estos
mandamientos de Dios dirigidos a sus hijos (como suceda con mayor
frecuencia que ahora en tiempos de fe ms profunda), siquiera no los teman,
sino que vean en ellos una grande honra, una gracia de predileccin y eleccin
por parte del Seor para con su familia!
65. Preciso es confesar, por desgracia, que con frecuencia, con demasiada
frecuencia, los padres, aun los que se gloran de ser sinceramente cristianos y
catlicos, especialmente en las clases ms altas y ms cultas de la sociedad,
parece que no aciertan a conformarse con la vocacin sacerdotal o religiosa de
sus hijos, y no tienen escrpulo de combatir la divina vocacin con toda suerte
de argumentos, aun valindose de medios capaces de poner en peligro no slo
la vocacin a un estado ms perfecto, sino aun la conciencia misma y la
salvacin eterna de aquellas almas que, sin embargo, deberan serles tan
queridas.
Este abuso lamentable, lo mismo que el introducido malamente en tiempos
pasados de obligar a los hijos a tomar estado eclesistico, aun sin vocacin
alguna ni disposicin para l[153], no honra, por cierto, a las clases sociales
ms elevadas, que tan poco representadas estn en nuestros das, hablando en
general, en las filas del clero; porque, si bien es verdad que la disipacin de la
vida moderna, las seducciones que, sobre todo en las grandes ciudades,
excitan prematuramente las pasiones de los jvenes, y las escuelas, en
muchos pases tan poco propicias al desarrollo de semejantes vocaciones, son,
en gran parte, causa y dolorosa explicacin de la escasez de ellas en las
familias pudientes y seoriales, no se puede negar que esto arguye una
lastimosa disminucin de la fe en ellas mismas.
66. En verdad, si se mirasen las cosas a la luz de la fe, qu dignidad ms alta
podran los padres cristianos desear para sus hijos, qu empleo ms noble que
aquel que, como hemos dicho, es digno de la veneracin de los ngeles y de
los hombres? Una larga y dolorosa experiencia ensea, adems, que una
vocacin traicionada (no se tenga por demasiado severa esta palabra) viene a
ser fuente de lgrimas no slo para los hijos, sino tambin para los
desaconsejados padres. Y quiera Dios que tales lgrimas no sean tan tardas
que se conviertan en lgrimas eternas.
CONCLUSIN
Exhortacin a los sacerdotes
67. Y ahora queremos dirigir directamente nuestra paternal palabra a todos
vosotros, queridos hijos, sacerdotes del Altsimo, de uno y otro clero,
esparcidos por todo el orbe catlico: llegue a vosotros, gloria y gozo
nuestro[154], que llevis con tan buen nimo el peso del da y del calor[155],
que tan eficazmente nos ayudis a Nos y a nuestros hermanos en el
episcopado en el desempeo de nuestra obligacin de apacentar el rebao de
Cristo, llegue nuestra voz de paterno agradecimiento, de aliento fervoroso, y a
la par de sentido llamamiento, que aun conociendo y apreciando vuestro
laudable celo, os dirigimos en las necesidades de la hora presente. Cuanto ms
van agravndose estas necesidades, tanto ms debe crecer e intensificarse
vuestra labor salvadora; puesto que vosotros sois la sal de la tierra, vosotros
sois la luz del mundo[156].
Llamados a ser santos
68. Mas, para que vuestra accin sea de veras bendecida por Dios y produzca
fruto copioso, es necesario que est fundada en la santidad de la vida. Esta es,
como ya declaramos antes, la primera y ms importante dote del sacerdote
catlico; sin sta, las dems valen poco; con sta, aun cuando las otras no
sean tan eminentes, se pueden hacer maravillas, como se verific (por citar
slo algunos ejemplos) en San Jos de Cupertino y, en tiempos ms cercanos a
nosotros, en aquel humilde cura de Ars, San Juan Mara Vianney, antes
mencionado, a quien Nos pusimos por modelo y nombramos celestial patrono
de todos los prrocos. As, pues, ved os diremos con el Apstol de las Gentes
, considerad vuestra vocacin[157], que el considerarla no podr menos de
haceros apreciar mejor cada da aquella gracia que os fue dada por la sagrada
ordenacin y estimularos a caminar de un modo digno del llamamiento con que
fuisteis llamados[158].
Ejercicios espirituales y retiros mensuales
69. A esto os ayudar sumamente aquel medio que nuestro predecesor, de s.
m., Po X, en su piadossima y afectuossimaExhortacin al Clero
catlico[159] (cuya lectura asidua calurosamente os recomendamos), pone en
primer lugar entre las cosas que ms ayudan a conservar y aumentar la gracia
sacerdotal; medio aquel que Nos tambin varias veces, y sobre todo en nuestra
carta encclica Mens nostra[160], paternal y solemnemente inculcamos a todos
nuestros hijos, pero especialmente a los sacerdotes, a saber: la prctica
frecuente de los Ejercicios espirituales. Y as como, al cerrarse nuestro jubileo
sacerdotal, no creamos poder dejar a nuestros hijos recuerdo mejor y ms
provechoso de aquella fausta solemnidad que invitarlos por medio de la
susodicha encclica a beber con ms abundancia el agua viva que salta hasta
la vida eterna[161], en esta fuente perenne, puesta por Dios providencialmente
en su Iglesia, as ahora, a vosotros, queridos hijos, especialmente amados
porque ms directamente trabajis con Nos por el advenimiento del reino de
Cristo en la tierra, no creemos poder mostrar mejor nuestro paternal afecto que
exhortndoos vivamente a emplear ese mismo medio de santificacin de la
mejor manera posible, segn los principios y las normas expuestas por Nos en
la citada encclica, recogindoos al sagrado retiro de los Ejercicios espirituales,
no solamente en los tiempos y en la medida estrictamente prescritos por las
leyes eclesisticas[162], pero aun con la mayor frecuencia y el mayor tiempo
que os ser permitido, no dejando de tomar, despus, de cada mes un da para
consagrarlo a ms fervorosa oracin y a mayor recogimiento[163], como han
acostumbrado a hacerlo siempre los sacerdotes ms celosos.
Reavivar la gracia de Dios
PIUS PP.XI
Notas
[1] Mt 5,13-14.
[2] Enc. Ubi arcano (23 dic. 1922).
[3] AAS 14, 449ss.
[4] AAS 23, 241ss.
[5] AAS 25 5-10.
[6] Enc. Divini illius Magistri (31 dic. 1929).
[7] Enc. Casti connubii (31 dic. 1930).
[8] Enc. Quadragesimo anno (15 mayo 1931).
[9] Enc. Caritate Christi (3 mayo 1932).
[10] Enc. Acerba animi (29 sept. 1932).
[11] Cf. Gn 14,18.
[12] Cf. Heb 5,10; 6,20; 7,1-11.15.
[13] Heb 5,1.
[14] Cf. Heb cap. l l.
[15] Cf. Fl. Jos., Antiq. 11,8,5.
[16] Cf. Dan 5.1-30.
[17] 1 Cor 4,1.
[18] Jn 20,21.
[19] Lc 2,14.
[20] Sess.22, c.l.
[21] Heb 7,24.
[22] 1 Cor 11,23ss.
[111] Jn 19,28.
[112] Jn 3,10.
[113] Mt 28,19.
[114] Rom 1,14.
[115] Mal 2,7.
[116] Os 4,6.
[117] Apolog. c.l.
[118] Cf. CIC (1917) c.129.
[119] Prov 8,31.
[120] 1 Cor 1,27.29.
[121] 2 Cor 2,15.
[122] Prov 22,6.
[123] Cf. 1 Cor 9,22.
[124] CIC (1917) c.1366, 2.
[125] CIC (1917) tt.2l, c.1352-1371.
[126] S. Alf. M. de Ligorio, Opere asc. 3 122 (Marietti 1847).
[127] CIC (1917) c.973,3.
[128] 1 Tim 5,22.
[129] Ep. 12: PL 54,647.
[130] Hom. 16 in Tim: PG 62,587.
[131] Hom. ad ordinandos (1 junio 1577); Homiliae (ed. bibl. Ambros. Mediol.
1747) 4,270.
[132] Hom. 16 in Tim.: PG 62,587.