34 anni son trascorsi da quel tragico marted dell8 giugno, quando la mano
della mafia crivella con diversi colpi di pistola il Nostro Concittadino Vincenzo
Enea.
La Giustizia ha emesso la sua sentenza di condanna peraltro confermata dalla
Corte di Appello di Palermo il 19 febbraio 2015 e depositata il 17 agosto 2015.
Lattenta lettura della sentenza fa emergere una storia non scritta che a
partire dagli anni settanta stata appannaggio della mafia e della criminalit
organizzata con la benevola compiacenza di PUBBLICI Amministratori, una
storia fatta di violenza e prevaricazione.
Ad oggi, c da chiedersi e mi chiedo:
Cosa cambiato dal punto di vista culturale, negli atteggiamenti e nei
comportamenti dei Cittadini di Isola delle Femmine?
Di PIU
Cosa cambiato, ad oggi, in chi delegato a gestire la cosa pubblica nel
rispetto delle regole e della legalit?
che vengono dai traffici illeciti (armi,droga, estorsioni, usura): dal ridotto costo
del lavoro, grazie allintimidazione violenta dei lavoratori e dei sindacalisti;
dalla riduzione dei costi di corruzione e dalla creazione di barriere allentrata
(con listituzione di cartelli, ad esempio nel settore dei PUBBLICI APPALTI);
dallo scoraggiamento della concorrenza con forme subdole di violenza e
prevaricazione.
Scoraggiamento della concorrenza con violenza e prevaricazione sistematica
sono i dati che emergono dalla storia imprenditoriale degli ultimi anni di Enea
Vincenzo, penalizzato dallo sconfinamento del complesso alberghiero Costa
Corsara riconducibile ad una a societ come B.B.P. infiltrata in logiche mafiose
.
All'esito dei primi accertamenti da parte della polizia giudiziaria, il relativo
rapporto del 26 ottobre 1982 concludeva con l'evidenziare alcune particolari
circostanze:
- il clima di intimidazione diffusa attorno alla indagine che ha portato molti
testimoni ad assumere un atteggiamento reticente;
-la convinzione che il soggetto che avrebbe potuto rendere un contributo
decisivo ai fini della individuazione dei responsabili dell'omicidio Enea Vincenzo
era da identificare nel figlio della vittima, Pietro Enea, il quale in quegli anni
aveva vissuto ogni giorno al fianco del padre convivendo con lui l'esperienza
lavorativa e l'hobby della pesca;
- la sensazione che il motivo del silenzio dell'Enea Pietro fosse dettato
dall'esigenza di proteggere i suoi familiari da eventuali ritorsione nel caso in cui
avesse deciso di collaborare con le autorit competenti;
- il movente dell'omicidio collegato ai rapporti economici intercorrenti tra
Enea Vincenzo e D'Agostino Benedetto e agli interessi di costoro confliggenti
con quelli di imprenditori edili in qualche modo riconducibili al mondo del
crimine organizzato.