perch malato dironia: Oh, dimmi, come guarire dallironia, dallo sguardo / che vede senza
penetrare; dimmi come guarire / dal mio silenzio (Lunghi pomeriggi). Lironia del silenzio la fine
della musica, per cui nellincipit di una poesia si pu affermare, di slancio, La musica ascoltata con
te / rester sempre con noi, ma poi occorre concludere, malinconicamente: La musica ascoltata
con te / tacer insieme a noi. (La musica ascoltata con te).
In Zagajewski sincontra la consapevolezza del pensatore dialettico, per cui ogni tesi chiama la sua
antitesi, persino nella definizione della poesia stessa: La poesia chiama a una vita pi alta / ma
ci che basso ha la sua eloquenza (Houston, sei del pomeriggio). La poesia diventa allora una
forma di filosofia, di riflessione, di meditazione, sempre controcorrente: Ma cos il mio lavoro /
lunghe attese, immobile, / pagine sfogliate, riflessione paziente, / una passivit poca gradita / a un
giudice dal cupido sguardo. / Scrivo lentamente, come se potessi vivere duecento anni. (La
stanza). Al poeta, allartista occorre cos ammettere che deve farsi filosofo per conoscere: Non
nella musica, in quadri stupendi, / nelle azioni grandiose, nel coraggio / e neanche nellamore
dimora la saggezza, / ma soltanto nel tutto, / nella terra e nellaria, nel dolore e nel silenzio. (La
conchiglia). Cosa resta allora al poeta? Resta, come in Leopardi, la memoria. La poesia pu
trattenere leco della burrasca / come la conchiglia sfiorata / da Orfeo in fuga. Il tempo sottrae la
vita / e rid la memoria, dorata dalla fiamma, / annerita dalla vampa ardente. (ibidem).
In Italia lopera di Zagajewski ancora poco conosciuta. Da oggi, oltre ai versi sparsi, reperibili in
rete, allantologia Dalla vita degli oggetti e al volume di prose Tradimento, pubblicato anchesso da
Adelphi, si avranno a disposizione i versi inediti, che per gentile concessione dellautore e del
traduttore Marco Bruno pubblichiamo di seguito.
Di mia madre
Di mia madre nulla saprei dire
come ripeteva, rimpiangerai un giorno,
quando non ci sar pi, e come non credevo
n nel pi, n nel non ci sar,
come mi piaceva guardare, quando leggeva un romanzo alla moda,
sbirciando subito lultimo capitolo,
come in cucina, reputando che questo non per lei
il luogo adeguato, prepara il caff domenicale,
oppure, ancora peggio, i filetti di merluzzo,
come attende larrivo degli ospiti e si guarda allo specchio,
facendo quella faccia che la proteggeva efficacemente dal
vedere realmente se stessa (cosa che, pare,
ho ereditato da lei, insieme ad alcune altre debolezze),
come poi disinvoltamente disserta di cose
che non erano il suo forte, e come io scioccamente
la stuzzicavo, come in quella occasione in cui si
paragon a Beethoven facentesi sempre pi sordo,
e io dissi, crudelmente, ma sai, egli
aveva talento, e come tutto mi perdonava
e come io lo ricordo, e come volavo da Houston
al suo funerale e in aereo veniva proiettato
un film comico e come piangevo di riso
e di rimpianto, e come non ero in grado di dire nulla
e continuo a non esserlo.
Il martin pescatore
As kingfishers catch fire
G.M.Hopkins
Vidi il martin pescatore in volo proprio sul pelo del mare,
un volo retto come la vita di Euclide, retto e violento,
esplodere improvvisamente della pienezza dei colori, vedevo il selvaggio fuoco del mondo
abbracciare le sue ali, ma esso non uccideva bens faceva in modo
che quel proiettile iridescente tendesse in salvo
alla riva rocciosa, al nido l nascosto;
si scopre che la fiamma pu essere anche
riparo, abitazione, in cui
i pensieri ardono ma non vengono annichiliti,
una prigione che ci libera dallindifferenza,
dallosservazione estiva di un pomeriggio indolente,
un possente ossimoro,
a volte anche una poesia,
quasi un sonetto.
Rachmaninov
Un tempo, quando ascoltavo il terzo concerto,
non mi rendevo conto che per gli intenditori
si tratta di una musica troppo conservatrice (non sapevo allora
che nellarte al di l dellarte ci sono anche odii, fanatiche
dispute, condanne degne dellepoca delle guerre religiose),
udivo in esso la promessa di cose che dovevano sopraggiungere,
il preannuncio di una difficile felicit, dellamore, lo schizzo
di paesaggi che un giorno sarei venuto a conoscere,
il presentimento del purgatorio e del paradiso, del peregrinare e, alla fine,
forse anche di qualcosa che assomiglia al perdono.
Adesso, quando ascolto Martha Argerich eseguire
il concerto in re minore, ammiro la maestria della sua interpretazione,
la sua passione, lispirazione, e contemporaneamente il fanciullo
che un tempo fui cerca di comprendere, non senza difficolt,
cosa si realizzato e cosa si invece estinto. Cosa vivo.
Terra
Alcuni parlavano polacco, altri tedesco,
solo il pianto era cosmopolita.
Le ferite non si cicatrizzavano, serbavano lunga memoria.
Il carbone luccicava come sempre.
Nessuno voleva morire, ma la vita era pi dura.
Cera molta estraneit; lestraneit taceva.
Eravamo arrivati come turisti, colle valigie
restammo pi a lungo.
Non appartenevamo a quella terra,
ma magnanimamente ci accolse
vi accolse entrambi, uomo e donna.
Nondove
Era, quello, un giorno nondove appena tornato dal funerale di mio padre,
un giorno fra i continenti, smarrito camminavo per le strade
di Hyde Park ascoltando brandelli di voci americane
a nondove appartenevo, ero libero,
ma se questa libert, pensavo, allora preferirei forse
essere prigioniero di un buon re, di un affettuoso imperatore;
il flusso delle foglie si opponeva alla corrente del rosso autunno,
il vento sbadigliava a fauci spalancate come un cane da caccia,
la cassiera nel negozio di alimentari, in nessundove
(era intrigata dal mio accento), domand di dove io fossi,
ma avevo dimenticato, avevo voglia di raccontarle
della morte di mio padre, tuttavia pensai: sono ormai
un po troppo vecchio per lorfanit; abitavo
ad Hyde Park, nel nondove, where fun comes to die,
come dicevano non senza gelosia gli studenti di altre universit,
era, quello, un luned senza carattere, vigliacco,
senza forma, un giorno senza ispirazione, nondove, persino il rammarico
non assumeva un profilo radicale, mi sembra
che lo stesso Chopin in un giorno simile si sarebbe limitato,
nelle migliore delle ipotesi, a impartire lezioni
a facoltose, aristocratiche allieve;
tutta un tratto mi risovvenni di ci che aveva scritto di lui
il dottor Gottfried Benn, dermatologo berlinese,
in una delle mie poesie preferite:
Quando Delacroix esponeva le proprie teorie
si faceva inquieto, perch difatti egli
non sarebbe mai riuscito a giustificare i notturni,
questi versi, ironici e teneri al tempo stesso,
mi avevano sempre colmato di una felicit
quasi altrettanto grande quanto la musica di Chopin.
Una cosa sapevo: neanche la notte va
giustificata, n il dolore, in nessundove.
trascorreva su di loro
la grande armata
della luce e dellombra
si proiettava il film
che non ha fine
Glistanti damarezza
passavano in fretta
cos come i barlumi di beatitudine
A volte sapevano
che cosa il mondo
di che sostanza fatto
e scrivevano parole dure
su tenera carta
A volte non sapevano
ignoravano, altre volte
ed erano come bambini
su un campo scolare
quando cade
la prima goccia
di tiepida pioggia
Chaconne
per Jaume Vallcorby
Sappiamo, tutti sanno, che parlava col Signore
in innumerevoli cantate e nelle passioni, ma c anche
la chaconne dalla seconda partita per violino solo:
qui, soltanto forse in questo dove, in questo luogo, Bach parla della propria vita,
tutta un tratto, inaspettatamente, ci racconta di se stesso,
irruentemente butta fuori tristezza e gioia
(perch questo tutto ci che abbiamo), disperazione per la perdita di moglie e figli,
pena per il fatto che tutto devesserci sottratto dal tempo,
ma anche lestasi di ore interminabili,
quando nellaria ammuffita di una tenebrosa chiesa,
solo, solitario come il pilota di un vol de nuit che traghetti la posta
verso i lidi di paesi stranieri, suonava lorgano e la parte inferiore delle sue dita percepiva
di quellorgano la pneumatica cedevolezza, il rapimento, il fremito e il tremore,
o quando udiva luniforme possente voce del coro, come se
una volta per tutte si fossero estinti i tafferugli fra gli esseri umani
- non daltro, peraltro, sogniamo anche noi,
se non di poter finalmente dire il vero sulla nostra vita,
e non facciamo altro che tentare e ritentare, maladroits et honteux, the rest is not our business,
e non faremo altro che tentare e ritentare epper, epper, ciononostante, nondimanco dove
sono,
dove potranno essere mai le nostre cantate dimmi ti prego, ti prego dimmi,
dimmi dov lautre ct de la vie, the other side of the wind
dimmi cosa guarisce dal tacere.
Il faggio
La giungla
S, vero, nientaltro che una pura casualit: una citt della Slesia,
discariche allorizzonte, per strada persone anziane
parlanti una lingua addotta dallEst,
in sguito la scoperta della musica, Brubeck, Charlie Parker,
il concerto di Rachmaninov e la Settima Sinfonia,
la scoperta che c qualcosa daltro, di totalmente altro,
una musica fin dal principio estranea e avvenente come Greta Garbo
in un film di spionaggio, in mezzo a figure bigie,
e le prime poesie che avevano qualcosa da dirmi,
la vetrina della libreria come unasta di buone maniere,
ma anche un grasso sacerdote in una tonaca imbrattata
e linsegnante di storia mendace dal duro volto davvoltoio,
i balli scolastici, in cui le nostre compagne, talmente ordinarie,
si trasformavano improvvisamente in esseri misteriosi,
la strada maestra (aveva per noi laspetto del frammento
duna grande metropoli) e i giardini suburbani, olezzanti
di gramigne, e, in autunno, del succoso fumo dei focolari.
Perch proprio questo curioso accostamento di nero
e di bianco, di verde e dazzurro era il nero a prevalere
- e non le idee, non la quiete del laboratorio del filosofo,
Manet
Lartista pensieroso fuma il sigaro,
forse non soddisfatto,
oggi nulla gli riesce.
, questa, una colazione nello studio,
il limone tagliato come negli Olandesi.
Ma osserva, il modello, un giovincello
in redingote nera, si sente benissimo:
appoggiato al tavolo ci guarda
con uno sguardo di sfida
come si confatto agli esseri felici,
il cui unico compito
In italiano nelloriginale