Dunque uomo tra uomini pi umano di loro pi incazzato mantiene il suo elemento eversivo
di rottura, la sua sovranit maledetta la sua passione in un mondo che ha totalmente dimenticato il
sacro, l'orrore, la capacit di disertare il sistema dato. In questo tipo di mondo il cristo un uomo
frustrato dall'inadempienza a cui destinata ogni azione di rivolta. Gli uomini sono diventati
simulacri ed lui a sopportare il peso della carne ma per poter comunicare con gli uomini questa
volta deve disincarnarsi ridiventare spirito che in un mondo senza al dil fantasma si assister
al suo tentativo di fantasmizzare se stesso innanzitutto gli oggetti con cui ha a che fare mimer
l'uomo ma non disporr delle cose del mondo che hanno perso qualsiasi valore pratico i suoi
gesti/mimici sono elementari non avr bisogno dell'apparecchiatura per confermare la sua
umanit, per essere simulacro umano in mezzo a simulacri che al contrario sono costituiti dagli
oggetti che li dominano (per questo le persone attorno a lui hanno la qualit di spettri mentre gli
oggetti hanno la stessa concretezza della materia mistica sono questi oggetti i veri antagonisti di
cristo egli sa che non deve pi redimere nessuno nessuno vuole essere pi salvato questo il
suo dramma iniziale. Cristo d'altronde sempre stato il dio dell'individuazione della coscienza
interiore (che per apre al bene comune - universale)
l'ateismo come essenza di ogni religione (dio l'amplificazione dell'io) ma il vero ateismo
nell'abolire l'io stesso per questo Cristo deve sparire in quanto dio individuale si da allo
smembramento delle folle simile a Dioniso o Osiride che per attaccare la divinit costituita
si concede al dilaniamento di s in modo da poter rinascere sotto molteplici forme, tutte
umane, anche quelle pi mostruose e infime perch tutte appartengono a quella vita umana
capace di assumere e contraddire se stessa. Il cristo della tradizione benefattore di tutti gli
uomini se ogni uomo rappresentato dai suoi simili. Ges introduce l'ateismo perch porta
ogni uomo a poter essere autonomo, senza pi la consacrazione dell'altro a sentire in se, in
una zona irrazionale di s, la conformit della sua azione al bene (dio stato ci che gli si
aggiunto per motivazioni funzionarie, ideologiche, mafiose cristo il sovrano del deserto,
dell'isolamento che, per essere tale, e per confermare la sua forza intima, deve sconfessare
dio).
Cristo contro il sacrificio che nasce dallo spirito mimetico, dal bisogno di capro
espiatorio,dall'omicidio del singolo per perpetuare la societ (nonostante gli toccato per
ultimo proprio la parte della vittima sacrificale) egli dunque contro la societ che si
mantiene su queste tecniche triviali vuole eliminare la violenza dello spirito mimetico ma
non la violenza tout court in quanto c' una parte di aggressivit che quel surplus di
energia necessaria per rompere col vecchio e fondare il nuovo.
I cristiani hanno degenerato il cristianesimo togliendogli la parte cruenta, rendendolo interiore
cristo afferma l'esteriorit dell'individuo la coscienza interiore non che una costruzione sociale
occorre rivisitarla, scardinarla intellettualmente diffidare di s, della propria coscienza che a
servizio del gregge mentre la solitudine prerogativa dell'uomo capace di saccheggiare se stesso.
il sacrificio come autoaffermazione di s aspirazione a padroneggiare mentre il sacrificio
cristiano diventato abbandono di s, rinuncia alla vita, manifestazione del timore. L'alibi per
santificarsi e camuffare il risentimento si capovolto l'originale saggezza di cristo ma cristo non
nemmeno come il signore che canalizza la sua potenza nel sacrificio e nell'arte (
autopotenziamento piena attuazione del proprio essere rinuncia di una parte di s per aumentarsi
> rinuncia=guadagno il sacrificio di s possesso di se : dissolvimento dell'economia dell'io, sua
eccedenza nel suicidio si riafferma il valore minore della vita rispetto alla sua potenzialit ideale cristo resta il principe del dover essere, dell'impossibile all'interno del possibile) egli deve
resistere a questa prima tentazione di affermare se stesso come uomo attraverso il nichilismo
(abdicare alla propria grandezza) se si sacrifica per la sua natura letteraria costretto dal suo
ruolo (un puro elemento della commedia a lui stesso insopportabile -grottesca) pur nella coscienza
dal sentimento di fascino/terrore verso gli aspetti esorbitanti della vita quando l'eccesso
religioso/sensuale non pu pi avere accesso al sacro, si interrompe anche la dialettica tra
divieto/trasgressione e resta solo la coscienza morale.
All'oggettivismo dell'autoimpossessamento si sostituisce l'oblio di s.
Le realt immonde sono le manifestazioni di un segreto dover essere.
Bisogna per primo essere colpevoli, cio oggetto per tutti provocare l'orrore, essere respinti,
misconosciuti
esecrare la sofferenza universale solo perch, se tutti soffrono, la sofferenza si svaluta
(impassibilit del volto di cristo di fronte a decine di volti sofferenti)
Per distruggere il mondo occorre distruggere i suoi significati.
Farsi vuoto creandosi nell'altro svuotarsi di s per avere la potenza incondizionata di creare negativit pura: quel perpetuo superamento del dato che la coscienza.
Soffrire rifiutarsi di soffrire.
Santit: un positivo della privazione: un possesso senza godimento.
Glorificare l'apparenza per convertire l'essere in non-essere questo grazie alla bellezza che
fa dell'essere un'apparenza raggiungere il male.
Chiede agli insulti degli uomini di consacrare la sua singolarit
sono le parole /emblemi a rivelare la sontuosit della carne non pi gesti o oggetti.
Senza materia corpo non c' bellezza quindi questa deve passare attraverso tutta la sporcizia.
La bellezza non vuole lusingare o piacere ma mostrare la sua influenza magica sul reale.
Sensualit di cristo che attrae a s uomini e cose
cristo/esteta un oblato inventa sacrifici grotteschi e sublimi perch la bellezza sia. Denuda
le proprie piaghe per mutarle in gioielli. Gli serve lo spettacolo della decadenza per
ricostituirsi quale immagine folgorante al pubblico. Trasformare le miserie umane in gesti
regali. Mistificando l'infame lo si sublima unisce i rifiuti (l'inutilizzabile) col lusso
(l'inutilit) si sovraccarica di oggetti senza alcuna efficacia d'uso usa la bellezza per
sottomettere il reale senza ricorrere alla potenza della ragione, dell'utilitarismo
con la caduta di un simbolo che faceva la persona, cade tutta la persona (senza la croce non
c' pi l'individuo cristo)
per rifarsi la croce, preleva un palo telegrafico.
La bellezza dell'esteta il male camuffato da valore. Nasce dal rancore verso l'essere
bello/bene: ci che deve essere, mai ci che - valori e morale non coincidono mai all'essere
per questo cristo vuole tenersi nell'incompiuto per mantenere attive le tensioni umane verso
altro da s come l'esteta non si sottomette all'essere ma al valore
non credendo in alcuna verit, alcun bene sotto cui essere misurati, impossibilitato a fare il
male.
L'essere che non vuole essere agli occhi dell'altro mlavagio chi non pu pi essere vuole essere
immondo, in esilio.
Perdita dimensione dell'immortalit individuale > per immortalit della specie umana (cura del
prossimo)
cristo rende la bont una qualit negativa tutta interiore e senza manifestazione altrimenti
perderebbe il suo carattere di bont retta dalla coscienza interiore testimoniata da dio ma
l'oggettivazione uno dei moventi della bont
il lavoro che cre l'uomo e lo distinse dagli animali (> < Cristo classico: il lavoro non viene
considerato che secondariamente i discepoli lasciano tutto per seguirlo le opere sono quelle
interiori, dello spirito, inoggettivate bont che non si fa solo per manifestarla agli altri ed
essere cos confermato) aspetto eccessivo di cristo che inaugura la disumanit
(cristo/anticristo)
le cose prodotte danno stabilit al mondo perch sono pi permanenti della vita umana (> < azioneprogetto senza opera)
riaffermare lo spirito vivente contro la lettera morta, l'opera (cristo analfabeta il suo segno
da analfabeta la croce)
lavoro/consumo: due fasi del ciclo biologico che si annullano nell'immediato volti solo
all'incorporazione > < opera: trasforma la materia azione: trasforma i modi di vedere il mondo.
La produttivit del lavoro inizia solo con la reificazione, l'opera (il valore nasce con l'opera, le cose
permanenti)
il lavoro chiude l'uomo in se stesso, nella necessit biologica o del ritmo lavorativo la propriet
permette questa interruzione e apre alla vita mondana
vitalit: accettare di accollarsi la fatica di vivere ma per questo occorre avere una
dimensione sublimata, trascendente dell'uomo, anche la semplice assunzione della fatica si
riscatta attraverso il discorso umano sulla vita e sulle sue possibilit
il giogo della necessit oggi non pi quello del lavoro ma del consumo.
Il mondo umano pu avere origine solo grazie alla distruzione di una parte della natura creata
da dio
narcisismo di cristo cristo allo specchio.
Nomadismo: macchina da guerra
identit: complice della struttura oppressiva
amore per l'insignificante, ci che travalica gli individui
l'individuo per superare se, aver cura di se, deve distruggere la sua identit coscienza (?)
non si pu pensare che nel ruolo dell'uomo scomparso (l'antropologia fa scomparire l'uomo)
condizioni prime dell'uomo: il lavoro, la vita, il linguaggio
processo di soggettivazione: legato al dominio di s l'uomo ci che diventa e non ci che progressiva metamorfosi di cristo ritorno verso l'animalit l'inorganicit -l'ignoto
potere (tra gli altri) > < sovranit (nell'isolamento)
si camuffa da uomo ordinario per rompere l'ordinariet.
La carit un investimento collettivo (ci che era predicato bene si scopre essere elemento del
male)
cristo oggi sottrae al povero per dare al ricco.
Cristo deve distruggere il suo clich iconografico
libert: non che concetto interno a una organizzazione asfissiante delle rappresentazioni
tradizionali non che una fatalit in pi liberare l'uomo da quel concetto di libert
dare all'uomo una necessit nuova, di ordine morale antironia.
Contro la tentazione di confondere l'annientamento col godimento supremo, la disperazione
con la bellezza dell'anima.
Va contro di s per andare contro dio e contro l'uomo che in se stesso sintetizza.
Per comunicare con gli uomini deve rilevarsi riallestire la solita messinscena spettacolare
della sua morte/sacrificio ma facendolo divenire qualcos'altro
DG: sono le giovani donne che lo ascoltano a dare il suo peso di carne alla sua parola mutevole
contraddittoria (perch la verit pu esistere solo nell'istante)
non c' padre buono - uccidere il padre in s (il padre sempre l'istituzione umana
camuffata per legittimarsi trascendentalmente) il figlio cattivo all'origine di ogni rivolta
contro il padre della legge
muore per il peso della cornice allo specchio sotto il quadro dell'ultima cena
le cose ci proteggono rivestendosi di sottili strati di utilit e senso
non poter pi aderire alle proprie azioni
anche l'azione criminale guidata dall'esterno quindi fallisce il suo tentativo di liberazione
cristo implode in se stesso senza pi capacit di azione.
Nell'esperienza la coscienza vi trova solo ci che vi ha messo dentro, quindi l'esperienza della
comunicazione un'illusione.
Lotta contro le cose che ha costituito -oggettivato un mondo
prelevo dei segmenti del corpo degli altri per completare il mio
essere: ci che non completamente
mantenere puro dio rendendolo assente.
Nell'indifferenza di un qualsiasi interesse per la realt o irrealt storica della persona di Ges
Cristo, forse il presupposto da tenere in conto la sua importanza simbolica un certa
rappresentazione di uomo che ha inaugurato un'intera riflessione umana sulle questioni cardini
del bene e del male del potere e dell'obbedienza del gregge e dell'individuo dell'assoluto e
del limitato ecc. (senza tralasciare che in quanto simbolica, stata impiegata dagli
ordinamenti e interessi sociali specifici di ogni epoca che ha dovuto trattare l'inevitabile
questione morale nella sua insistente opera di controllo e informazione delle interiorit o
identit) la figura di cristo strumentalizzata a un dover-essere con cui il sistema di potere
dominante precostituisce ogni individuo: ogni processo di soggettivazione ha bisogno di modelli
esemplari attraverso cui incanalare le volont individuali e pervaderle).
Dovremmo ritagliare dunque dalla figura di cristo quell'aspetto che ha costituito allora una
novit eclatante nella concezione della stessa natura, ma soprattutto un confronto tra
sociale/individuo che con la figura di cristo emerso in modo pubblico (l'individuo che si
sottrae alle istanze pubbliche di bene avendo come misura del bene una realt -dioimperscrutabile, unico garante della sua validit singolare e per cui si fa il bene solo se non
viene manifestato agli altri uomini e cio alterato da un interesse di affermazione tra gli uomini
- con Kant la validit del bene per il singolo, pur se mantenendo la sua interiorit ha sempre
una valenza universale bene ci che bene per tutti in modo univoco, una legge a priori
insita in ciascun uomo, mentre Cristo instaura una vaglia del bene che pu restare
incomprensibile alla maggioranza ma che appunto, per avere una sua giustificazione, chiama
in causa il teste divino) . Occorrerebbe avere un quadro di cosa potrebbe essere la portata
significativa della figura di cristo che vado a trarre piuttosto da certe forze messe in campo
nella sua esistenza umana e che riguardano il sistema di potere/individuo o ordine/disordine
vecchio/nuovo, conservatorismo/rivoluzione.
Prendere dunque un aspetto attivo che possiamo traslare dalla vita di cristo e vedere se si pu
carpire una qualche realt del sistema umano in generale, nella pulciosa questione del bene e
del male, del singolo e della maggioranza (questo ci fa necessariamente incorrere anche a una
breve concezione di come vive l'uomo moderno la sua posizione rispetto a queste categorie e
in quali ordigni sociali irretita la sua interiorit o spiritualit).
Innanzitutto Ges incarnato nel mondo odierno non ha pi un dio come mandante dunque
alcuna finalit ultraterrena dio gi espugnato - un' abissalit o indefinito senza cronaca ne
portata effettuale e che occorre tenere nella parte del morto proprio per rimarcare le
potenzialit umane private di dio (rintracciare il divino nell'uomo senza dio: d'altronde anche F.
sosteneva che l'ateismo sia alla base di ogni religione essendo dio una amplificazione dell'io
umano) senza la rappresentazione di dio possiamo ugualmente avere un'idea della divinit
insita nell'uomo, che non riguarder pi la sua trascendenza, ma forze immanenti e contingenti
alla sua natura (mi riferisco anche a questa smania di oltrepassamento di s).
L'uccisione di dio avvenuta proprio quando l'uomo ha cominciato ad aver fiducia in se stesso
e nel suo operare, sollevandosi all'interno dei suoi l imiti terrestri. L'assenza di dio ha dato
all'uomo una coscienza maggiore ed energie multiple purtroppo, essendo stato dio non pi
che una facciata di un potere extra-individuale seppur contingente, ci che era salutato come
una liberazione non stata tale in quanto gli stessi meccanismi culturali che hanno
propagandato dio perdurano sotto nuove fisionomie.
Accettare tali condizioni di vita (il fatto stesso che la vita individuale e non soggetta a
strutture e forze extra-individuali e dipende da queste) e nello stesso tempo risentire in s la
drammatica spinta a superarle la caratteristica del nostro cristo moderno.
La mera accettazione sarebbe infatti propria di uno scetticismo e astensione impropria alla
figura di cristo (la traslitterazione non deve esorbitare in un simbolo totalmente altro, ma
rinvenire dal testo evangelico qualcosa che viene segnalato, alluso, da reimpiegare in un senso
nuovo).
Anzi, il cristo odierno mantiene la drammaticit col cristo classico proprio nella sua foga
eversiva nel suo attivismo militante (in assenza di dio, senza alcuna missione legittimata
dall'alto ma solo dalla sua natura di cristo, creatura fenomenale, che una volta prodotta
letterariamente vive come immagine tra gli uomini cessando persino di nascere o doversi
legittimare).
Il cristo classico poteva anche essere colui che non ha accettato la creazione, non tanto la
creazione ma quello che gli uomini hanno sviluppato dalla creazione, o inferito dall'esistenza di
dio il cristo odierno ce l'ha con la creazione tout court in quanto non crede pi in una
creazione buona (di dio) e in una cattiva (provocata dall'uomo) essendo il mondo umano l'unica
realt con cui ha a che fare.
D'altronde anche allo stesso cristo evangelico era oscuro il progetto divino perch dovesse
morire non era andato ancora oltre, edipizzato ancora dal padre, non poteva supporre che il
sacrificio sempre stato il mezzo con cui l'umanit ha consolidato se stessa e il capro
espiatorio una strategia di pulizia statale per riappacificare il malessere interno.
Quello che ci interessa che lui si predispone a questo assassinio all'ignominia all'insulto
quali segni della sua elezione (ci ci riporta a considerare come il sacrificato stesso veniva
accostato alla sacralit l'oblato in una fiammata viene staccato dal mondo profano delle cose,
dell'utile e rigettato in un mondo altro - non c'erto l'adil ma verso quella dimensione sacra che
appariva insieme all'orrore, l'uccisione il sangue come oboli di riscatto dal male o dalla
presunta colpa).
Il cristo del vangelo secondo alcuni teorici mette fine al sistema sacrificale e vittimario dopo
di lui non sar pi possibile il sacrificio pubblico questo si tramuta in un'altra forma di
sacrificio, tutto interiore, che non ha lo scopo di assolvere alcuna societ o maggioranza ma
solo la vita individuale.
Il cristo odierno a mio avviso dovrebbe recuperare l'aspetto pubblico e vittimario del sacrificio
questo per togliere valore all'immortalit individuale riportare ogni individuo al suo legame
con la morte (ineludibile) illuminare la portata nobile del sacrificio come volontario omicidio di
s per poter essere altro tra gli uomini. N. valutava il sacrificio come una qualit del signore in
grado di rinunciare a se per aumentarsi e per oltrepassare il timore della morte (causa di un
contenimento sempre troppo servile) in grazia di un ideale d'uomo pi elevato.
Il cristo odierno si presterebbe all'assassinio dunque per evidenziare una singolarit non tanto
intima, interiorizzata (funzionale al potere confessionale e al restringimento nelle quattro mura
domestiche) quanto aggressiva verso gli uomini, manifesta, folgorante (attraverso s uccide
l'uomo e insieme dio)- che il messaggio dunque sia manifesto (non si capisce perch cristo
intenebrando il bene nell'anima abbia poi avuto l'esigenza di pubblicare le sue buone novelle
forse avendo il privilegio di esser sbarra tra il bene e il male, niente di ci che proferiva
valeva per lui anzi, si degrada a mostrare la sua bont per non permettere pi agli uomini di
mostrarla). Il nostro cristo invece deve scuotere questo aspetto equivoco del cristianesimo
non biasimare l'umanit implicata al suo essere pubblico/sociale bench il silenzio e
l'astensione sia veramente la tentazione a cui un cristo moderno potrebbe pervenire
nell'attuale condizione di totale squalifica e avvilimento del linguaggio e dei simboli.
Per mostrarsi deve dunque apparire la sua incarnazione qualitativamente diversa dalla
prima perch si trova in mezzo a uomini diversi (la cui sontuosit della carne segnalata dagli
emblemi e dai segni di cui si rivestono e la carne reale perde ogni realt). La sua carne
concreta, umana, tatuata, brutale. Rispetto alle scialbe effigi di carne alonata che lo
intersecano. Cristo riporta il senso della carne e insieme il senso dello spirito legato alla carne
umana.
Il cristo moderno non sa pi cosa il bene e cosa il male non c' pi un parametro di
riferimento l'individualismo dilagante si accompagna a una societ di massa che dispega un
fitto sbaragliamento di dottrine e discipline per amministrare la fregola individuale (in un
mondo che traborda di beni e di valori e in cui il relativismo garantisce l'ignoranza ogni uomo
pu adottare il teorema pi adatto alla sua variabile inclinazione questa la bugia edenica
del capitalismo in effetti tutti godono senza avere pi alcuna tensione verso un'ulteriorit
manca la possibilit di pensare a una comunit umana diversa da quella attuale. Nessuno di
noi pu pensare a qualcosa di diverso che non sia una vacua rimostranza politica o una sterile
paternale di riconversione dell'umanit. Tutte le soluzioni sembrano obsolete, improbabili
utopie che incrementano il catafratto di segni e fumisterie linguistiche attraverso cui gli
uomini, credono di essere liberi ( mentre siamo rangole di un sistema che attraverso la
proliferazione dei discorsi pu mantenersi). Forse anche il nostro cristo si trover di fronte a
tale impasse davanti a uomini in audizione di una miriade di parabole e frasi fatte - storditi
dal miracolo tecnologico attraverso cui stravedere - e dunque. Cristo, si trover a non poter
fare proprio nulla se non assumere gli automatismi dell'uomo contemporaneo mimandolo
(perder anche lui la grana della carne al suo posto far immolare un altro, uno qualsiasi,
uno vale l'altro (forse quest'unico immolato al suo posto, nel momento della crocefissione
assume per un attimo il fulgore del corpo cristico) non ascender al regno dei cieli il regno
dei cieli calcinato alla terra, la sua equivoca smaltatura, il doppione che svaluta la terra e
obbliga l'uomo a una serie di contorte sofisticherie per rendersi pronto a questa sorta di felicit
delirante un regno ultimo (ultima propaggine del cervello che sogna di evadere da s)
vedremo cristo realmente ridotto a uno qualunque si incarnato per diventare spettro,
immagine (ci a cui sembra ridotto l'esistente umano) dato che la vita umana questa la
giustificazione della vita giustifica anche questa squalifica e non c' pi un bene supremo per
cui rinunciare al benessere nella mancanza di ideali ognuno lasciato a se stesso non c'
pi bisogno di un profeta ognuno deve arrabattarsi come pu nel suo riscatto individuale
raccogliendosi attorno all'idea pi conforme alla sua esistenza ( e se questa esistenza resta ai
cardini di un processo monotono e ripetitivo, l'idea stessa non comporta pi alcuna rivelazione,
un'idea sufficiente a legittimare la finta mobilit dell'uomo questo l'ultimo messaggio del
cristo nell'epoca della scomparsa del sacro e del trionfo dell'uomo ( non dell'uomo piuttosto
dei processi che lo costituiscono) - vale dire, l'assenza di parole nel vedersi totalmente
dimenticato, ormai inservibile (ci pensa l'uomo stesso ormai a orientare la pulsione umana e
soffocare lo slancio verso l'aldil eliminando l'aldil) il meccanismo vittimario stesso non
serve pi al massimo fa spettacolo di intrattenimento (una decina di televisori che
trasmettono la parodia della crocifissione -gli attori sono tutti diversi -cristo punta il
telecomando girato di spalle rispetto ai televisori in posa regge il telecomando eucaristica).
L''uomo che ha ucciso dio in verit colui che lo mantiene perch mantiene dio, l'identit - cos
che il passo ulteriore di cristo uccidere l'io, il fondamento dell'idea di dio, ucciderlo in se
stesso attraversare dunque tutte le variazioni, modificazioni umane raggiungere una
mostruosit integrale assumere tutti gli aspetti umani possibili in questa vita e in ognuno
rinvenire sempre l'uomo e la sua possibile divinit. Mi immagino che l'assenza di dio non muti
nulla in questo nuovo cristo del suo eccesso di superamento e di espansione. Questa foga
verso l'impossibile la sua caratteristica un impossibile puro proprio perch manca dio.
Il cristo che si incarna nel mondo attuale deve mimare l'uomo attuale l'uomo di oggi gi un
essere mimetico -se un tempo era il comportamento e il possesso a identificare un uomo oggi
l'immagine che fa valutare nel mondo agli altri. Un'immagine sontuosa che non ha nemmeno
pi bisogno di agire, ma solo di apparire. Cristo dunque divenendo uomo, diviene un mimo
dell'uomo ( sar nel mondo degli uomini ma in quanto mimo non avr bisogno degli oggetti
basta che imiti le pose dell'azione che gli uomini riconoscono) in quanto pi che uomo per il
suo aspetto trasuda la realt della carne, del corpo, pi che dello spirito (rispetto a tutti i
membri umani che si sono scoloriti come fantasmi e hanno perso la consistenza della carne la
sontuosit della carne piuttosto rappresentata da emblemi e segni gli oggetti infatti
luccicano e si stagliano in mano agli uomini in cui cristo capitato).
Cristo afferma l'unit dello spirito e della carne ma solo dopo aver sottoposto la carne a tutte le
multiple mute dello spirito ( lo spirito che quota, da valore alla carne, rivestendo tutti gli abiti
umani ci che visibilmente corrisponde allo spirito squalifica lo spirito, il suo sistema di
valutazione: ogni membro umano, al di la del suo lavoro, status o operato, ha in se la possibilit
di manifestare la sua parte divina)
ma qual' la parte divina dell'uomo moderno una volta che dio stato estromesso?
Nel cristo classico era l'obbedienza a dio, il rifiuto degli ordinamenti corrotti dell'uomo, la difesa
della propria interiorit singolare, l'indifferenza per la consacrazione da parte degli altri il fare
il bene gratuitamente.
Questo avrebbe ricondotto l'uomo alla patria divina e quindi immesso a una trascendenza
individuale - oggi, dato che queste dimensioni sono state annullate - l'uomo si trova di fronte al
difficile compito di mantenere queste virt senza pi la ricompensa divina dunque non sono
pi valide d'altronde se erano valide solo per un interesse che comunque sarebbe arrivato in
modo postumo, non erano poi cos virtuose come le si intendevano cristo ha perpetrato
infondo la logica dell'interesse e dell'utilitarismo il cristo che dovremmo far rinascere nasce
con un primo gesto di ripudio verso se stesso (sputa sul baciapile che riflette la sua immagine)
il bene in questa epoca sotto il maleficio dellambiguit e dell'equivoco l'interesse, il
tornaconto, la subordinazione a un qualche irregimento culturale sono alla base per lo pi della
cosiddetta bont. Tanto vero che anche i vari anticristo di D. diventano tali per orrore della
manifestazione umana della bont. Cristo non compir niente di buono in questi quadri vivr
la noia, la turpetudine, l'intorpidimento, la routine dell'uomo contemporaneo come se,
attraverso la presentazione di un cristo talmente inetto potessimo scorgere il degrado spirituali
in cui si scivolati niente da annunciare,da rivelare,da compiere,da correggere o redarguire
tutto da assorbire, ingurgidare). Attraverso questo esempio negativo si vuol promuovere la
necessit di un altro uomo, un altro cristo. Se inoltre si tratta di degrado spirituale non significa
che nell'uomo, al di l di una presunta trascendenza o santit (che risulterebbe oggi quantomai
ridicola e grottesca) non esista una potenza latente sistematicamente soffocata dalla societ
opulenta (l'uomo non agisce pi perch mantenuto in uno stato di compulsiva saziet) il suo
rifiuto: questo non dovrebbe tanto occuparsi del pubblico, del sociale quanto rivoltarsi contro di
s (in quanto pubblico e sociale hanno pienamente permeato la sua esistenza) il cristo
moderno c' l'ha pesantemente con se stesso per la sua incapacit inettitudine,
rassegnazione, ripiegamento, inefficienza... tutti gli strumenti che usa sono occasioni per
torturarsi impedirsi di agire ostacoli all'azione stessa (l'azione fasulla, quella pilotata dalle
strutture sociali) la sua massima tentazione l'autoinciampo imita le gesta umane ma le
carica di un drammatico risvolto di una personale intenzione di autosabotamento. In ogni
quadro mondano (quando tra gli uomini, in mezzo agli strumenti) sempre lui che trasforma
questi in arnesi di supplizio la croce classica del finale (rifiuta di essere crocifisso, tutto
inutile, non c' trascendenza l'unica trascendenza nel suo rifiuto) viene usata come palo
elettrico (la conversione della sedia elettrica) particolarmente abbagliato (sono le frequenze di
elettricit, nient'altro)
cristo in rapporto alla donna: egli aspira ad essere donna si attarda alla toiletta
sesso: un onanista incorreggibile la copula propaga la specie che egli malsopporta odia
l'accoppiamento carnale non per spregio della carne e del godimento ma perch comporta
un'azione troppo articolata in quanto marito la sua donna un uomo travestito. Le relazioni
amorose sono le prove pi evidenti della sconfessione dell'ideale -nella sua infinita perversit e
feticismo egli gode dell'immagine anatomica del corpo femminile legato su una sedia, a
bocca aperta come gli idioti di fronte a questo enigma svelato della nascita che non ebbe mai
di fronte all'enigma della nascita per lui inesperibile come qualcosa di mai visto.