Uomini, tradizioni,
vita e costumi
di Mormanno
Ai miei nipoti
Alice, Ivan e Maristella
In copertina
Mormanno vista dal Faro. Foto Paternostro.
2.a Edizione riveduta e corretta.
Riproduzione vietata senza il consenso scritto dellAutore.
Parte prIMA
Uomini Illustri
Prefazione
La prima parte di questo scritto, continuazione
ideale di unopera gi edita1, dedicato agli uomini
della Mormanno laica che con la loro vita e le loro
opere hanno onorato il Paese.
Il lavoro essenziale, rapido e sicuramente
incompleto.
Per la verit altri Autori locali di epoche diverse si
sono occupati dellargomento.
Mi sono avvalso delle loro sudate carte citandole
con rispetto e tanta devozione.
La seconda parte dedicata alle tradizioni ed ai
costumi della comunit paesana.
Casa deiMormando
Cortile
Palazzo Corigliano
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Portale Palazzo
Carigliano
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dimostrandone linfondatezza.
Lorgano che qui vediamo nella sua magnificenza, fu costruito
nel 1671 e huc traslatum (qui portato, sistemato) nel 1781, quindi
apparteneva ad altra chiesa. Erano gli anni in cui si stava portando
a termine la costruzione della parrocchiale che poi verr consacrata
il 5 settembre del 1790.
Sarebbe bello poterne documentare la
provenienza ma non esistono atti in merito.
Fu genero di Giovanni Donadio per
aver sposato la figlia Diana, un altro
architetto, Francesco de Palma, che
termin molti edifici gi iniziati da
Giovanni e che pure fu chiamato il
Mormando.
Tale cognome fu successivamente
attribuito ad altri due suoi discendenti
attivi nel campo delle costruzioni.
Nicola
Leoni7
attribuisce
a
Francesco che chiama Mormanno
alcune opere di Giovanni, tra cui la
Chiesa di S. Maria Stella del Mare,
nella quale, come afferma, lo stesso
Francesco sarebbe stato sepolto nel
1529.
Della Magna Grecia e delle Tre Calabrie, Napoli nellanno 1844, Tip. V.
Priggiobba, calata S .Sebastiano, Vol. I e II, pag.187-188
8
Ibidem
Riproduzione anche parziale vietata senza il permesso scritto dellAutore.
13
Franciscus Mormannus
architectus Ferdinandi regis catholici
pro musicis istrumentis gratissimus
sacellum vetustate collapsum
sua pecunia fundamentis restituit
formamque in meliore redegit
anno salutis MDXVIIII
Traduzione: Francesco Mormanno, architetto del re Ferdinando il Cattolico,
molto bravo nella musica strumentale, nellanno 1519, con proprio denaro,
ricostru dalle fondamenta questa chiesetta ormai distrutta dal tempo e le diede
lattuale migliore forma.
Il Leoni confonde Giovanni con Francesco che, fra laltro, chiamato anche
musico, quando si sa che fu proprio Giovanni il maestro organaro.
Riproduzione anche parziale vietata senza il permesso scritto dellAutore.
14
dellillustre concittadino
e per
il loro studio e
divulgazione. Dormitat Homerus, diceva un saggio.
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S. Giacomo
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Mormanno. Chiesa del Suffragio. Angelo Galtieri. Affresco della volta a botte
sovrastante il presbiterio. La Madonna in Gloria e un Angelo che versa acqua
alle sottostanti anime purganti. Particolare. LuPa Copy.
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Genesio Galtieri
S. Biagio, il Matrimonio della Vergine, la Consegna delle
chiavi, Santa Cecilia e Re David, 1769, Chiesa parrocchiale
di S. Pietro in Tortora15 ;
S. Nicola disputa con Ario ed altri eretici, 1768 (?) chiesa di
San Nicola a Scalea;
Affreschi vari, 1770 chiesa di San Francesco in Altomonte;
Madonna col Bambino tra i Santi Andrea e Giovanni
Battista, 1777 chiesa della Madonna del Castello in
Castrovillari;
Circoncisione, 1777 chiesa della Madonna del Castello in
Castrovillari;
Madonna col Bambino tra i Santi Rocco e Gregorio, 1777
(?) ex Oratorio di S. Rocco, ora Museo di S. Giuliano in
Castrovillari;
Ritratto di Domenico e Maria Cappelli, 1777, Palazzo
Cappelli in Castrovillari;
Ritratto di Girolamo Cappelli, attribuitogli, 1777 idem
Castrovillari;
S. Michele Arcangelo, 1777 Mormanno Suffragio;
Madonna del latte tra Confratelli, 1777 Mormanno
Suffragio;
Salomone e la Regina di Saba, 1781 soffitto della biblioteca
del Convento di S. Francesco in Paola;
Da antichi registri della Chiesa parrocchiale di S. Pietro in
Tortora leggiamo: Pagamento al Signor Genesio Galtieri di
Mormanno pittore per le pitture fatte al Coro e presbiterio, cio per
lo quadro di S. Pietro, di Ges Cristo con gli altri tre Apostoli
dirimpetto dellaltare maggiore, ducati 8; quadri di Davide, Santa
Cecilia, ducati 4; dello Sposalizio e di San Biase, ducati 6. In uno:
ducati 18. Pagamento per spese cibarie del medesimo pittore dalli 10
febbraio 1769 per sino 7 aprile che h posto di tempo per
dipingere dette pitture fresco: in uno, ducati 5 e carlini 2; Spese a
minuto: carlini 1; Per cavalcatura datali nel ritorno, carlini 2.
Totale ducati 24. (20 grane formavano 1 carlino; 5 carlini formavano
un ducato).
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Galtieri in Suffragio
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Angelo. Assunta
Suffragio
Genesio.
San Pietro, Fuscaldo
Angelo Santa
Apollonia
Angelo. Assunta.
Sacrestia
Genesio.
San Pietro, Morano C.
Angelo.
S. Nicola Castelluccio
Vedi nota 9
29
Francesco Filomena
Dottore in medicina ed in
filosofia nacque a Mormanno
nel 1756. Signora la data di
morte.
Fu membro dellArcadia
Reale col nome di Cratile
Donaide. In tale veste scrisse
un canto di 48 ottave dedicato a
Ferdinando IV di Borbone
Dellimmortale trionfo e altri
due sonetti per il cardinale
Ruffo.
La sua opera pi famosa il
Breve saggio sulloperazione
delloppio e dellaria fissa, ed
infiammabile negli animali,
secondo
il
sistema
dellelettricit, Napoli 1781
dedicato ad Alessandro Volta
cui chiedeva un parere circa le
sue ricerche sullelettricit
animale.
Volta, in una lettera di
risposta a sue missive, ritenne ingegnosi gli sforzi di Filomena,
incoraggiandolo tuttavia a proseguire per avere migliori risultati
(lettera datata Pavia, 7 giugno 1785).
Filomena, che scrive nel 1781, pu essere considerato un
precursore di Galvani e dello stesso Volta che solo nel 1800 rende
note le sue scoperte.
Alla vita e allopera del Filomena, Mormanno ha dedicato, il 24
ottobre 1987, una giornata di studio.
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Vedi nota 9
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Mormanno. Chiesa del Suffragio. Genesio Galtieri. La Madonna del Latte tra
due confratelli. Opera datata e firmata G.G.P. A.D. 1777 (Genesius Galterius
pinxit anno domini 1777). Faceva capo a tale chiesa la Confraternita della
Buona Morte. Foto Paternostro Copy
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Carlo Capalbi30
Discendente da antica e nobile famiglia nacque a Mormanno il
21 agosto 1778 e quivi mor il 24 luglio 1839.
Fu sindaco per due lustri. Negli anni 1811, 1812, 1813, fu
ripartirore dei demani nei comuni di Mormanno, Laino Castello,
Laino Borgo, Papasidero, Oriolo, Canna e Nocara.
Tra affari domestici e tante occupazioni, seppe trovare il tempo
di attendere ai suoi studi.
Fu innamoratissimo dei classici e ne studi profondamente i
capolavori.
Gi giovanissimo scrisse in latino una serie di epistolae e di
dissertationes, andate tutte perdute.
Dal latino tradusse:
Il De officiis di Cicerone.
Lopera rimase per incompiuta per la sopravvenuta sua morte.
In lingua italiana scrisse:
Orazione funebre per Carlo III di Borbone;
La Partenone, cantata per Ferdinando IV di Napoli;
Canto pastorale sopra la prima disfatta dei francesi;
Scritti di letteratura antica pubblicati sulla rivista italiana di
Palermo;
Discorsi tra cui uno sullorigine dellidolatria;
Teologia Gentile della Bibbia il suo pi ponderoso libro.
Maria Luisa Fazio de Jorio
A Maria Luisa Fazio de Jorio consorte del
barone Giovanni il Comune di Mormanno aveva
intitolato lo stabile ricevuto in dono dalla
famiglia utilizzato, fino al 1969 come edificio
scolastico ad uso delle scuole elementari.
La famiglia Fazio aveva pure lasciato, uniti
alla chiesa del Soccorso e parte forse di un
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Amante, amico,
del conoscere,
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Carbone
SantAntonio
Matera
Deposizione
Chiaromonte
San Giovanni Battista
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Mormanno. Faro votivo ai caduti calabresi di tutte le guerre posto sul colle
dellAddolorata.
Foto Lupa copy
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1868
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1871
1872
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1873
1874
1875
1879
Acireale.
Socio
onorario
benefico
cooperatore
dellAssociazione Salvatori di Napoli.
Consigliere onorario delle banche agrarie
autonome confederate con sede in Napoli
Socio donore dellistruzione popolare di Govone
(Cuneo).
Socio corrispondente dellAssociazione Nazionale
Italiana di Mutuo Soccorso degli scienziati,
letterati ed artisti di Napoli.
Socio fondatore onorario della Societ Giovanile
per listruzione popolare con sede in
Augusta (Sicilia)
Socio benemerito fondatore della biblioteca
popolare circolante di Spezzano Albanese.
Presidente onorario con medaglia doro del
Circolo Lucano Scientifico Umanitario di
Lagonegro, nonch rappresentante del
Circolo Lucano artistico letterario.
Socio onorario della biblioteca popolare di
Viagrande.
Fu fondatore e Presidente perpetuo della Societ
Filomatica di Mormanno con biblioteca
circolante. Tale biblioteca ebbe come soci
onorari Alessandro Manzoni e Cesare Cant.
Socio onorario dellIstituto Civico di scienze
naturali di Grosseto.
49
Sintesi della
RELAZIONE ACCADEMICA LETTA
IL 13 SETTEMBRE 1870
NELLADUNANZA GENERALE DELLA
SOCIETA FILOMATICA
E BIBLIOTECA POPOLARE CIRCOLANTE
DI MORMANNO.
Anno I, 1869-1870
Data in Cosenza dalla Tipografia Municipale, 1871.
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Il lavoro introvabile!
Da prendere in seria considerazione.
Notaio.
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chi, movendo da Napoli alla volta della Calabria, giunto l dove questa
confina con la Basilicata, volgasi a destra, vede fra i monti il principio di un
abitato. Quivi Mormanno, terra in cui vive gente operosa e sagace, mostrando
che presso al nido dellaquila suol trovarsi la cura dellingegno. Nel tempo
degli avi nostri fu detta lAtene calabra, nome che i loro giovani nipoti hanno il
dovere di renderle. Io la saluto intanto e le chiedo scusa se altro per essa non
ho potuto che amarla e pregiarmi desservi nato. Ci avvenne il 22 gennaio
1803, mentre la citt era riccamente vestita di neve e le case inghirlandate da
diaccioli pendenti dalle gronde.
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11.
Lo Spettatore Napoletano: giornale letterario di Anzelmi e
Malpica, Napoli, Batelli,1844;
12.
Fiori sparsi: Sonetto sulla tomba di Monsignore Angelo
Scotti, Napoli 1845;
13.
Alquante poesie, Napoli, Batelli, 1846;
14.
Sirena Strenna, anno 7, 1853; Cara ed Acerba
rimembranza, due sonetti;
15.
Sirena, Anno VIII, 1854, Scena in versi: Lora precedente
agli esami;
16.
Sirena Anno X, 1856 La via della gloria, sonetto;
17.
Sirena Anno XI 1857 Un sonetto;
18.
Prose e versi in morte di Giuseppe Cua, Napoli 1855, due
ottave;
19.
Strenna La Carit Napoli 1852: Dallinfermit alla vita,
35 sestine;
20.
Gertsemani, Strenna a cura di Michele Altamura, Napoli
1857, Coro estratto dalla tragedia inedia Iefte;
21.
Da Estetica, Napoli, Gioia 1857;
22.
Da La Farfalla Anno 3 1854, Sopra un fringuello cieco,
ode anacreontica;
23.
Da La Farfallo, Anno IV, 1856, Due ottave per lAlbo di
Vincenzo Baffi;
24.
La Farfalla, Anno V, 1859, Ad una egregia sonatrice, due
strofe;
25.
LAlloro, Strenna, Anno 1860, La Carit, ode saffica;
Lettera ai Corinzi di S. Paolo, Cap. XIII versione in lingua
italiana;
26.
Sonetto, versi e prose in morte di Nicola Lucignano;
27.
Strenna, Napoli, 1875, La Ghirlande de Julie, sonetto a
nuovo sacerdote;
28.
Saggio di Poesie, Napoli,1838;
29.
Altre Poesie edite ed inedite, Napoli 1840;
30.
Racconti poetici, 3.a Edizione, Napoli 1850: Volumetto di
poesie tutte in sesta rima su vari soggetti;
31.
Strenna, La Beneficenza, Napoli 1856; La vera gemma,
sonetto;
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32.
Raccolta di poesie e versi: La Stella del Mare, 14 agosto
1851;
33.
La Farfalla, Anno 2, 1853, Sonetto ad un giovane marito;
34.
La mia settimana, carme, Napoli, Nobile,1874;
35.
Opere:
a Estetica di Lettere ed Arti Belle. Napoli 1854. Dimostra
dottrina e fine senso estetico. Incontr il gusto e lapprovazione dei
circoli letterari napoletani;
b Necrologia in morte di Enrichetta Ruffa nata Langer,
Napoli 1816;
c Lettera in morte di Emerenziana Dehnhart Gillinds,
Napoli 1857;
d Delle Celebrit Ignote, Capodanno 1856, Napoli;
e La Commedia di Dante traslata in prosa di cui furono
pubblicati i primi tre fascicoli Napoli, Nobile 187572;
f Schizzo del mio testamento, Napoli, Nobile 1870.
Edoardo Pandolfi junior
Nato a Mormanno il 30 marzo 1897 e morto a Napoli il 20
dicembre 1961.
Edoardo Pandolfi da ricordare come studioso serio ed attento
che contribu con i suoi studi allindividuazione ed alla cura delle
malattie dellocchio.
Da studente partecip alla prima guerra mondiale.
Laureatosi in Medicina a Roma il 21 luglio 1921 dopo un
tirocinio ospedaliero, fu militare e inviato in Africa Orientale Somalia Italiana - prima col grado di tenente medico e alla fine di
colonnello.
Al ritorno in Italia ebbe la libera docenza in clinica oculistica
e risiedette lungamente a Roma.
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Gaestano Alberti
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Avvenimenti
che hanno determinato
il progresso di Mormanno
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Breve storia
degli istituti di credito
di Mormanno
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La Cassa Rurale
Le prime notizie storiche riguardano lesistenza di una
Cooperativa a nome collettivo e responsabilit illimitata con il
titolo di Cassa Rurale Cattolica di Mormanno fondata dal Prof.
Francesco Maria Sarubbi il 20 agosto 1916 insieme ai soci
Gennaro Paternostro, sacerdote; Francesco Armentano,
commerciante; Giovanni Armentano, sacerdote; Francesco Leone,
sacerdote; Alessandro De Marco, sacerdote; Giuseppangelo
Alberti, negoziante; Francesco Regina; Francesco Maradei,
commerciante, Biagio Forte; Valentino Regina, imprenditore
edile84.
Il 7 febbraio 1938 la cooperativa suddetta assunse, con
provvedimento dellIspettorato della Difesa Risparmio ed
Esercizio di Credito, il nome di Cassa Rurale ed Artigiana di
Mormanno.
Queste le cariche sociali: Valentino Regina, Presidente; Santo
Maradei, Direttore; Vincenzo Perrone, Cassiere; Luigi Cersosimo,
Impiegato.
Listituzione rimase in vita fino al 1946.
La Banca La Greca
Il movimento cattolico italiano aveva mal digerito laffronto fatto
al Papa nel 1870 quando i bersaglieri di Cadorna entrarono a Roma
dalla breccia di Porta Pia. Il Papa si era chiuso in un offeso silenzio e
lo Stato liberale non era riuscito a ricreare un clima di fiduciosa
convivenza neppure con cospicue offerte di risarcimento. I cattolici
italiani partecipavano degli stessi sentimenti del Papa e si sentivano
cittadini di un altro paese, Rifiutarono contatti con lo Stato e
neppure andarono a votare. Questo atteggiamento dur per pi di un
quarantennio. Nel 1915 ci fu un fatto nuovo nella vita politica:
Filippo Meda fu il primo cattolico che divenne ministro. Il prof.
Sarubbi, sacerdote attento agli avvenimenti, murriano convinto e
seguace del Meda, fond la Cassa Rurale con compiti puramente
assistenziali dimostrando che i cattolici, non antagonisti di nessuno,
erano capaci di organizzare e gestire un servizio offrendo al popolo
quella sicurezza che rivestiva di involucri tangibili gli ideali cristiani
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Medaglia riconoscimento
Foto ricordo 1
Marchio dellazienda
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Ricordi personali
di uomini nati e vissuti nel 1900
che hanno amato
e onorato Mormanno
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Costantino Accurso
Nato a Mormanno il 19.9.1936 mor a Roma il 4.3.1988.
A Castrovillari consegu la licenza liceale classica, primo fra
tutti gli alunni del corso. Dacuta e pronta intelligenza era anche
dotato di uneccezionale memoria. Si laure in legge,
giovanissimo, ed entr nella Banca dItalia ove, per i suoi
eccezionale meriti, fece una rapida carriera.
Ricopr lincarico di Condirettore nellamministrazione
centrale, servizio programmi e autorizzazioni, e di Segretario
generale del sindacato nazionale del personale direttivo.
Con questo comunicato i colleghi si espressero dopo la sua
scomparsa.
Di Costantino ricordiamo,
la grande forza morale e limmensa capacit di proporsi
sempre come punto di riferimento per il colleghi e per gli amici
nelle attivit professionali e sindacali;
la profonda preparazione giuridica indirizzata in notevole
misura ai problemi del mondo del lavoro e, in particolare, di
quelli della Banca dItalia, unita alla specifica conoscenza delle
pi recenti tematiche bancarie e di vigilanza sul sistema
creditizio;
limpegno morale sempre prestato nella propria attivit a
favore dei colleghi tutti dellIstituto;
la seriet professionale con la quale ha assolto il proprio
compito di Segretario Generale del Sindacato Direttivo sino
allultimo istante della Sua presenza tra noi.
Con la scomparsa dellamico Costantino, con il quale abbiamo
diviso anni dintensa militanza, tutti noi Colleghi rimpiangiamo la
dolorosa perdita di un altro valido rappresentante del movimento
sindacale della Banca
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Petrarca
Manzoni
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Leopardi
Novalis
Carducci
Straparola
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In questa quiete cullata da verdi bisbigli, sul sagrato santificato dalla morte - di immense cattedrali che sinnalzano a
Dio senza petulanti preghiere, accanto al padre che giammai
conobbi vorrei che al fine le mie inerti spoglie pietoso alcun
posasse.
E cos stato fatto.
Riposa in pace.
Luigi Fortunato
Figlio di mormannesi, Luigi Fortunato ebbe nel sangue lamore
e la passione per il suo paese.
Nacque e visse a Napoli (1.6.193316.12.1998).
Laureato in architettura ivi insegn nei licei.
Attratto dallarte figurativa divenne pittore e in questa veste lo
voglio ricordare.
Speriment nuove tecniche pittoriche usando materiali che pi
duttilmente si adattavano alle sue immediate intuizioni che
realizzava con mano sicura.
Rifugiato nella sua ristrutturata casetta di Via Faro, parva sed
apta mihi come diceva, dalla terrazza da cui si gode una magnifica
visione e della vallata e dei colli del
Faro e di San Michele che mai si
stancava di ammirare, dipingeva
tramonti infuocati da un sole rutilante
e dominatore contro il quale si
stagliavano i profili di Trodo e i verdi
lussureggianti di Donna Bianca.
Stupito ed attratto del mistero delle
cose, cre mondi e universi realizzati con tecniche particolari e
con rara sensibilit dartista.
Descrisse pure la donna immersa in paesaggi fantastici da cui
usciva attraverso linee curviformi.
La sua, pur nellambito della ricerca moderna, resta una pittura
cos personale da non poter essere facilmente assimilata ad una
scuola.
102
103
ragazzi che usufruivano del servizio sia sul piano terapeutico sia
su quello psicologico. Si pens di sottoporli ad un check-up
consistente in due distinti interventi.
Il primo, essenzialmente medico, consistette, partendo dalla
situazione di fatto, in una visita accurata di ogni bambino anche
alla luce della sua anamnesi familiare.
Il secondo in una verifica psicologica. Ricco dentusiasmo volli
controllare e determinare il quoziente dintelligenza seguendo il
metodo Binet-Simon e quello di Terman-Merril.
Confrontando i dati emersi si ebbe un quadro completo della
personalit dogni bambino e pure la conferma che soma e psiche
sono unit inscindibili e complementari.
Mens sana in corpore sano avevano detto gli antichi padri.
Durante il corso dellanno, con il placet dellintero corpo
insegnante e della direttrice, signora Maria Santini Bonifati,
furono poi esaminati tutti gli alunni di Mormanno.
I risultati di tale lavoro, trascritti su di una scheda
appositamente preparata, furono forniti ai colleghi che, in
conformit a tali indicazioni, ebbero la possibilit di intervenire
con pi adeguati e mirati procedimenti didattici.
Le famiglie, che avevano collaborato espressero tanto
gradimento. Si realizz, ante litteram, un rapporto mai prima
tentato!
Don Benedetto veniva regolarmente allex Colonia a svolgere
questo servizio, con un entusiasmo contagiante.
Fu unesperienza irripetibile e grandi furono i vantaggi che se
ne trassero.
Luigi Maradei
Nacque a Mormanno il 28 febbraio 1934.
Laureato in lettere e filosofia, lettore accanito e divoratore di
biblioteche, aveva una cultura solida che spaziava in ogni campo
dello scibile.
Dapprima fu professore, poi preside di scuola media.
104
Nel 1971 operai con lui a Cerchiara di Calabria e dal 1972 fino
a tutto il 1974, a Laino Borgo.
Perfetta fu lintesa pedagogico-didattica.
Molti furono gli incontri, non ancora istituzionalizzati, tra
insegnanti e professori.
Si misero a punto strategie educative tutte miranti al bene dei
ragazzi.
Si coinvolsero le famiglie ai problemi della scuola che da sola
non poteva assolverli senza una partecipazione
consapevole e costante, e si cominci a parlare
di scuola consolidata in zone dove ancora
vigeva la tradizione della bocciatura e della
bacchetta.
Dirigente operoso, corretto, scrupoloso,
puntuale, preparato dette alle sue scuole
unimpronta di grande seriet.
Eccelse poi nella vita politica di Mormanno
Eletto nel PSI, fu Sindaco nel 1960 e nel
1980.
Uomo di sinistra port avanti con convinzione le idee
socialiste. Fu popolare e sincero. Avvers i doppiogiochisti.
Ricopr con successo e alto senso del dovere anche la carica
dassessore provinciale.
Am la sua Mormanno e per essa profuse tante energie.
Avversato politicamente, come capita, non ebbe mai rancori.
Le critiche lo stimolavano e lo impegnavano maggiormente.
Colpito una prima volta da un infarto, invece di riposarsi e
tirare i remi in barca, dopo breve tempo riprese lattivit con pi
passione.
So quello che ho lasciato da fare, diceva, e non posso delegare
nessuno!
Ma il male linsegu. L11 novembre 1985, recatosi a caccia, fu
fulminato da un attacco inaspettato.
105
Piangi democrazia!
Colei che non pu essere dissuasa
abbandon la filatrice
e la distributrice
e si fece trovare sui monti.
E l giungesti, o Luigino,
ed in un attimo
fosti preso da Atropo.
Un gelido brivido
si propag nellaria.
Rapidamente londa
sinfranse nei cuori
e gli occhi
si riempirono di lacrime116.
Per una valutazione pi attenta della sua opera necessaria una
raccolta dei tanti suoi appunti che prendeva meticolosamente, dei
suoi scritti e discorsi, nonch degli atti pubblici tra cui le varie
delibere ed interventi in seno alle amministrazioni.
116 Come ricordo geloso e personale ho una sua Prefazione ad un
opuscolo, inedito, di mie poesie giovanili intitolato Bolle di sapone e
inoltre quanto scrisse nella Prefazione al mio Mormanno favola di
una realt. ..Nel lavoro di Gino (per gli amici) Paternostro, tale
memoria, la consapevolezza e laccettazione appassionata della sua
appartenenza e delle sua derivazione dai valori culturali della sua
Mormanno, si respira in ogni parola e del lavoro stesso rappresenta
il pregio pi evidente e pi bello. Insieme allaltro relativo alla
documentazione lessicale e della tradizione, presente e ricca, ed
anche, (perch no!), allultimo, di una sua ipotesi di origine remota,
coeva a quelle di antichissime comunit preromane della zona, della
nostra Mormanno, per la quale tutti noi mormannesi nutriamo
affetti di figli devoti. Sia quelli, come me, che hanno avuto la
ventura di consumarci, intera, la vita, servendola e godendovi
il raro calore umano di tante amicizie preziose, sia quelli, come
115
106
Frank Pandolfi
Partito giovanissimo da Mormanno, giunge in America quando
aveva dieci anni. A quattordici dovette interrompere gli studi per
lavorare e contribuire al magro bilancio familiare.
Naturalmente dotato per la musica e per il canto, gi giovanotto,
guidato dal valoroso maestro Carratelli e dal M Romei che fu
anche linsegnante di Beniamino Gigli, cominci la sua vita di
cantante girando in varie zone degli Stati Uniti.
Al Metropolitan Opera di New York conobbe Ferrara Montana
che continu la sua preparazione.
Si stabil quindi a Hartford, nel Connecticut.
Il 7 febbraio del 1925 il giornale Hartford Times scriveva che
Pandolfi possedeva una bella e drammatica voce da basso da
somigliare molto a quella del possente russo Chaliapin.
Nella sua citt si dedico allinsegnamento aprendo una scuola di
canto che prosper e raccolse unanimi consensi.
Nel 1941 present al pubblico del Wadsworth Atheneum Avery
Theater i suoi studenti che cantarono diretti dal maestro e
accompagnati al pianoforte dalla sua signora Carmela.
Mancando a Hartford un teatro stabile nel
1942 cre la Conneciticut Opera.
Comincia un altro periodo di sacrifici
coronati poi da grandi successi.
Poich lAvery era un piccolo teatro, Frank,
attingendo a tutti i suoi risparmi consistenti in
1.800 dollari, pot usufruire del Bushnell
Memorial e, ingaggiati due noti cantanti lirici
Mario Del Monaco e Maria Meneghini
Callas, prepar, insieme ai suoi allievi, una Carmen che fu un
vero trionfo artistico e finanziario.
Divenuto Direttore dellAssociation Opera Connecticut allest la
Cavalleria, la Boheme, la Traviata e il Rigoletto.
Gino Paternostro, che per scelta o per destino, ne son vissuti e ne
vivono lontani, con struggente e mesta nostalgiaomissis .
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Biagio Maradei
Firenze, venerd, 11 febbraio 2000
Alle 17,30 mi reco a far visita allavvocato Biagio Maradei da
anni abitante a Firenze. Sono accompagnato da mia moglie
Vittoria.
Col sorriso sulle labbra la signora Maria cintroduce nel
salotto. Qui sono accolto da un commosso saluto e da un paterno
abbraccio di don Biagio che mi ha sempre onorato della sua
amicizia. Come state? Pieno di dolori. Ringrazio per Iddio di
avermi concesso di vivere.
Lo sai, sono nato il 9 gennaio 1901 e navigo nel centesimo
anno.
Poi rivolgendosi a me. Lucio mi ha portato quel
tuo ultimo lavoro che ho letto di un fiato. Come
fai a scrivere queste cose? Approfittando del
suo interesse gli chiedo di parlarmi di
Mormanno.
Mi racconta di don Vincenzo Minervini, del
suo amore per la cittadina e della sua personalit
capace di coagulare intorno a s giovani
intellettuali e professionisti di valore.
Ricorda le limpide sere destate, i
fiammeggianti tramonti, lammaliante chiarore
lunare, i numerosi villeggianti, gli amici e soprattutto la sua gente,
onesta e operosa.
Fui, mi dice, per anni vice pretore, dal 1944 al 1970, se non
erro. Lespletamento di tale funzione, difficile proprio perch
svolta nel mio paese, mi procur lavoro e soddisfazioni perch
ebbi sempre la preoccupazione di applicare la norma considerando
che il diritto non pu prescindere dalla valutazione del fatto e
delle circostanze.
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Parte seconda
Tradizioni, vita e
costumi di
Mormanno
Il sole laurora e il tramonto continuano
a rosseggiare
Nella sezione che segue nata da ricordi di vita nomino qua e l alcune
persone. Sono i compaesani insieme ai quali ho percorso una parte
significativa della mia esistenza. Non ho chiesto a nessuno di loro,
viventi o parenti dei trapassati, il permesso di nominarli, perch gli uni
e gli altri hanno con me interagito in modo cos affettuoso e fraterno
che mi sono sentito autorizzato a ricordarli e chiamali quasi a
testimoniare il racconto di cui essi stessi sono stati o sono tuttora
protagonisti.
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Tradizioni autunnali
I fichi lungni
Avevamo una vigna a Mairi, un fazzoletto di terra, sventrato
nel 1927 dal passaggio della linea ferroviaria SpezzanoLagonegro
Eppure a noi ragazzi sembrava un continente.
Cera una bella casetta, con davanti un sedile, pi in l una
piccola stalla ove si teneva il maiale e lasino, un magazzino che
aveva diverse funzioni, tra cui anche quella di tinaia.
Di fronte vi era un piccolo spiazzo circondato da una siepe ove
cresceva luva spina.
Di l si scendeva verso la ferrovia attraversando tre terrazzi
contenenti la vigna, gli alberi di fico, qua e l qualche pesco.
Pi avanti si passava per un boschetto di castagni proprio su
una piccola galleria e poi per un ripido viottolo si giungeva ad una
parte pi piana che costeggiava la strada ferrata racchiusa intorno
da alberi di quercia.
Era un paradiso!
Per entrare in casa si salivano cinque o sei gradini e subito ci si
trovava su una piccola terrazza balaustrata con pali e paletti.
Un portoncino di colore rosso ad unanta immetteva in una
stanzetta rettangolare in fondo alla quale cera una finestrella e a
sinistra un camino.
La parete di destra aveva due piccole porte che si aprivano in
due distinte camerette ognuna delle quali aveva una finestrella.
Guardando da lontano la casa sembrava una persona.
Le due finestre erano gli occhi, la porta del magazzino la
bocca, il tetto spiovente la testa. In alto in mezzo alle due finestre
cera una mattonella di maiolica su cui era dipinta la figura di S.
Francesco di Paola.
Non vi dico gli odori e i sapori della roba.
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Cercine.
Panieri.
Casa di campagna.
Sedile generalmente in pietra.
Corbelli.
Localit ove sgorgava una polla dacqua.
Pigne.
Uve che si appendono.
Lat. pastinum terreno zappato e lavorato per piantarvi la vigna.
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A tiganta176
Ai bordi del mercato S. Lorenzo, nel cuore di Firenze, un
angolo tra lincrocio di via Fiume e via Nazionale sempre
occupato nel mese di dicembre da un caldarrostaio.
Quando capito nei paraggi per recarmi in provveditorato, sopra
pensiero e con tanta fretta nelle gambe, quel buon odore di
caldarroste mi trasporta, come in sogno, nella mia vecchia cucina
accanto alla fiamma del camino.
La sensazione dura pochi attimi bastevoli per a farmi rivivere
una parte non trascurabile della mia lontana e sperduta
fanciullezza.
Stasera si far la tiganta! Il messaggio corre tra le mura
domestiche e tutti sono in attesa.
Non si sa come ma la voce giunge anche a comare A. a
compare F e moglie, e anche a comare T.
E tutti piano piano arrivano allora stabilita.
Siedono attorno al fuoco che deve essere allegro e ben fornito
di legna.
Si comincia a levare un po di buccia alle castagne, a castrarle,
prima di metterle nel tgano177 e non farle poi scoppiare.
Al bel fuoco intanto si accostano pure le pietre che messe ritte
come soldati attorno al ceppo intanto si riscalderanno e si
porteranno poi nel letto impacchettate in una carta blu, quella con
cui i negozianti avvolgevano la pasta. Ognuno ha la sua. Il nonno
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Racimoli.
Tralci, assimilati alle spalle, atte a portare pesi.
Lestate di S. Martino.
Variet di castagne.
La preparazione delle caldarroste.
Padella.
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Nenia natalizia
La notti di Natli fi na fsta principli
La notte di Natale fu una festa principale
c nascvi nstru Signri, ntra na pvira mangiatra
perch nacque Nostro Signore in una povera mangiatoia
cu lu bvi e lasinllu, San Gisppi, lu vecchiarllu.
con un bue, un asinello e San Giuseppe vecchierello.
San Gisppi non taddurm, ca Mara da partur
San Giuseppe, non dormire, Maria deve partorire
da f nu Bambinllu chi si chima Gis mu bllu
nascer un Bambinello che si chiama Ges mio bello
e lu psa spa lautru e tutti lngiuli a cant
lo pogger sullaltare e tutti gli Angeli a cantare
a cant cu bna vci, o Maria quntu s dci
canteran con piena voce, o Maria, come sei dolce
e s dci, nzuccarta, o Maria la Mmaculta!
sei dolce, zuccherata, o Maria Immacolata!
Ohoh nnna oh ninna ninna , ninna oh!
Ohoh....ninna oh ninna nanna, ninna oh!
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Tradizioni invernali
Il maiale
Il poeta cosentino Michele De Marco detto Ciardullo a
proposito del maiale diceva che esso la ricchezza della casa188.
Anche per i mormannesi lanimale rappresent la vera
abbondanza.
Per conseguirla bisognava rispettare alcuni tempi e attenersi ad
una prassi ancestrale e rituale.
Si cominciava anzitutto col comprare un bel rivtu189,
possibilmente gi santu190.
Loccasione migliore era la fiera di S. Lorenzo.
Se non poteva essere acquistato in contanti si otteneva anche
con il baratto o con altre forme di compromesso.
Chi ne aveva disponibilit lo teneva in campagna.
Ad una crescita pi rapida contribuivano quelle erbe rinate
dopo la calura estiva. Al finire dellestate di San Martino veniva
portato in paese e, accolto come un trionfatore, occupava il posto
donore non solo nella zmma191 ma nel cuore di tutta la famiglia.
Traggo dalla sua poesia Jennaru:
Puorcu!Gioia, ricchezza dogne casa, grannizza vera, pumpusia
frunuta!
Ccu lu filiettu mpacchi la primasa la fragagliella, mo cce v,
taiuta!
E allurtimu, quatr, cc la quadra!Cchi cc allu munnu chi ssa
cosa appara?!...
189 Gi da tempo avvezzo ad una alimentazione varia. Lat. revolutus.
190 Castrato, se maschio, e privato dellutero e dellovaia se femmina.
I sanapurcieddi (castratori di maiali) erano per la maggior parte
lainesi che giravano di casa in casa proponendo loperazione. Questa
risultava per la verit oltremodo cruenta e dolorosa, praticata con
coltelli disinfettati alla fiamma. Le ferite venivano legate con spago e
cosparse di cenere.
191 Stalla che in paese si trovava allinterno di un magazzino o in un
angolo di un cortile allaperto. Dal greco
Nei tempi di vera
miseria veniva accolto nellunica stanza e trovava posto sotto il letto.
Tale camera ospitava pure le galline che sul far della sera
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Annina.
Erano canzoni ad aria tutti quei motivi sottesi da un tema
musicale a ritmo binario che cantavano le fatiche dei campi, quelle
della casa, gli amori dei ragazzi ed in genere lamore, quello vero che
in definitiva il vero sale della vita. E li vi tornu tornu e za Rosa,
ntra lu fornu; Mi nni vurra , ecc.
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Cfr. greco
re.
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Pomeriggio invernale
Intorno alle quindici la cucina si riempiva di gente.
La zia ancora doveva finire di rigovernare.
Sotto la finestra vi era una pentola piena dellacqua con cui
erano stati lavati i piatti in attesa della crusca che ben rimescolata,
sarebbe diventata un ben pastone per quel povero maiale che
aspettava nella stalla.
Le padelle erano appese dentro la cappa in cui scoppiettava un
bel fuoco che ogni tanto veniva ravvivato con sterpi e pezzetti di
pali di vigna tagliati a met.
Sulla sinistra, appoggiato con il braccio ad una seggiola, stava,
appisolato, il vecchio zio Biagio.
Il nonno era sceso nel bottaio a sistemare fiaschi e bottiglie.
Il babbo era andato a lavorare.
La mamma sistemava la stanza da pranzo.
I ragazzi, non potendo uscire per il cattivo tempo si
riscaldavano alla scoppiettante fiammaToc toc si sent. Che ora ? disse zio Biagio, aprendo un
occhio.
Sono le tre, risposi. Vai ad aprire: questa zia Carmina! Era
lei.
Dopo un po un altro toc toc. Vai, questa mia sorella Santa.
Ancora un altro toc toc e venne zia Assunta, poi zia Domenica
e poi Comare Adelina, poi comare Antonia e infine comare
Filomena.
Queste matrone occuparono tutti i posti. Venne pure la Mamma
e zia Lucia che si mise a ravvivare la fiamma.
Fuori intanto nevicava. Si vedevano lampi e sudivano tuoni
cupi e profondi.
Il tramontano fischiava attraverso le fessure delle finestre.
Il nonno era ritornato portando una bottiglia di buon rosso.
Zia Lucia and a prendere i bicchieri.
Narrate una favola! disse una voce di bimbo.
Cos, tra un sorso e laltro, cominciarono i racconti.
Ascoltate, disse zia Antonia.
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Tradizioni primaverili
Il grano del Sepolcro
Il grano fatto germogliare e poi adornato con nastri e fiori di carta
da mettere al Sepolcro nel giorno del Venerd Santo.
Riti della Settimana Santa
Tra i riti della Settimana Santa sparito lincanto216 della
Madonna.
Il Gioved Santo, prima della predica solenne della Passione,
si svolgeva, nei locali della Sacrestia, una specie di asta tra gruppi
di emigrati, per lo pi segantini, che tornati in paese per le
festivit pasquali quasi a sciogliere un voto alla Madonna, la
portavano in processione attraverso la chiesa fino al pergamo per
consentirLe di ricevere il corpo del Cristo morto e di portarlo al
sepolcro per la sua deposizione.
Il corteo era preceduto da flagellatori incappucciati che si
tormentavano con sonanti catene. Erano i confratelli della
Congregazione della Buona Morte. I fedeli cantavano il Salve o
Croce le cui note di tonalit minore, penetravano nel cuore come
le spade in quello della Vergine.
La Settimana Santa
Quando arrivava la Settimana Santa si viveva un periodo di
intensa attivit il cui punto di riferimento era essenzialmente la
chiesa.
Non so quanto noi ragazzi fossimo consapevoli della
spiritualit degli avvenimenti anche se, ricordo, facevamo
scrupolosamente la nota dei peccati da riferire al confessore per la
comunione del Gioved Santo.
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Raganelle, crepitacoli.
Tavola o battola sulla quale urtano martelletti di legno mossi da
un congegno dentato.
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Dai loro strumenti che dovevano suonare alla fine del rito ogni
tanto si sentiva qualche schiocco.
Queste trasgressioni venivano notate e punite con un colpo di
canna sulla testa da un guardiano, ricordo tale Sciddraprta, che
guardava il silenzio e, burbero benefico, sottecchi se la rideva.
Appena veniva spenta lultima candela scoppiava la bagarre.
Il rumoreggiare della massa era ben rappresentato non solo
dallagitare di tali congegni quanto dal rumore che proveniva e
dalle pedane di legno dei quattro altari della navata sinistra
calpestate con forza, e dal fracasso che le scarpe chiodate
facevano lungo laccidentato percorso attraverso il quale correva
precipitosamente la schiera vociante spinta allesterno, nuova
cacciata dal tempio, dalla vigile sentinella e dai sacrestani.
Una volta guadagnato il sacrato i ragazzi si disponevano sui
suoi gradini continuando a tumultuare e
gareggiando sulla potenza ed efficacia
degli strumenti dal suono martellante e
gracidante.
Dopo cena si ritornava per la
Passione.
La chiesa era gremita. Gremite le navate laterali e i due
transetti.
In sacrestia mentre si vestivano i giudei, (chiss perch cos
chiamati!), sparuti resti di quel popolo della Congregazione della
Buona Morte che tra il 1700 il 1800, insieme a quella del
Sacramento e del Purgatorio avevano avuto un peso non
irrilevante nella riedificazione della chiesa219, altri compaesani,
rappresentanti di procedevano allincanto della statua della
Madonna, cio gareggiavano al migliore offerente, per avere il
privilegio di portare in processione la Madre ad accogliere il
Figlio morto.
Sul pulpito era gi salito il predicatore. Sullorgano era pronto
il suonatore e il corista. Ad essi spettava linizio della cerimonia.
Le strofi del Salve o Croce suonate in tonalit in minore e
sostenute da toccanti parole, creavano unatmosfera di
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Tradizioni dellestate
Il sole di S. Giovanni
La sera del 23 giugno di ogni anno era per noi ragazzi
memoranda.
La mamma ci radunava nella soffitta e metteva, in nostra
presenza, una chiara duovo in un bicchiere pieno dacqua e un
cardo non ancora fiorito in un altro. Apriva poi la finestra e
poggiando gli oggetti sul davanzale cinvitava a constatare la
situazione e ad andare a letto perch lindomani avremmo dovuto
alzarci pi presto del solito.
E cos accadeva.
Allalba venivamo svegliati e assistevamo a questi fatti.
Il cardo aveva cominciato ad aprirsi. Era un segno di fortuna.
La chiara duovo galleggiante nel bicchiere aveva assunto
forme e figure diverse.
Ognuno di noi doveva descrivere cosa vedeva in quegli
arabeschi.
Per i termini dialettali vedi sul web luigi paternostro. Vocabolario
dialettale.
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monta la luna
monta il bue
monta la figlia del re
monta il gatto
raccogli formelle224
incrociature225
tirolette226
una culata
di pernice227
palle, palline ed uova
un uovo sodo
me labbocco
una fetta di pane e salame
me la mangio
tamburelli
ti butto a mare
una speronata228
ti metto la sella
la riprendo
ti faccio asino, ciuccio e caputstu229
Giochi di adulti
La palla di ferro
Allinizio della primavera il tiepido sole invitava a passare pi
ore allaperto.
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Tradizioni
ormai perdute
o in via di estinzione
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Il focolare
La posizione del focolare al primo ingresso, specie nelle case
rurali, un omaggio ai Lari, protettori della casa, in senso fisico, e
della famiglia.
Questo stavano secondo le credenze romane, in una cavit del
vestibolo, il lararium, oppure presso il focolare, cuore sacrale
della famiglia, intorno al quale si raccoglievano anche gli spiriti
degli antenati.
Gli intagli su utensili di legno
Le decorazioni anche a fuoco fatte sui collari degli animali
(pecore, capre, buoi).
I guarnimnti (cfr. lingua catalana guarniment) cio gli
ornamenti in pelle per asini, muli e cavalli addobbati con
sonagliere e fiocchi variamente colorati.
I canti funebri
In onore del morto si piangeva elogiandone le opere e la vita.
Questa tradizione deriva direttamente dai culti orfici ed riportata
in Eschilo235 nelle Coefore.
Alcune frasi significative
binidca (cfr. latino ecclesiastico benedicat Deus) per indicare
e propiziare labbondanza o la gioia per avvenimenti svoltisi senza
intoppo;
fra affscinu (cfr. catalano fascinar) detto per allontanare il
malocchio;
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La chizza254
La parola assume a Mormanno diversi significati.
E lo spazio fisico del luogo delimitato dalla chiesa
parrocchiale, dalla casa Cavaliere, da quella Armentano e da una
parte del palazzo vescovile.
E il posto ove si teneva il mercato ortofrutticolo trasferito,
anni 50, prima in via L. Romano e poi nellattuale locale coperto.
Andare in piazza, assume anche oggi il significato di andare a fare
la spesa.
Quale slargo pi grande del paese il luogo di riunione e di
incontri.
Modi di dire:
ci vediamo in piazza si dice per darsi appuntamento;
sei uomo di piazza, vuol dire che stai sempre fuori casa;
stare in mezzo alla piazza, oppure, lo trovi in piazza significa
essere reperibile solo in quel posto.
Le piazzette pi piccole sparse qua e l per il paese, erano e
sono chiamate chiazzli.
La spesa negli anni quaranta
Si usciva da casa prendendo la solita borsa di paglia, un po
consumata ai manici e con qualche rattoppo al fondo, e si andava
in piazza.
Il mercato era sistemato lungo un marciapiedi di cemento, ora
coperto di catrame, che scorreva lungo lattuale sedile posto al
lato nord della chiesa e terminava con un piccolo gradino che lo
separava dalla piazza255.
Localit ove era una pietra bianca che forse un tempo aveva
segnato un confine territoriale
254 La piazza.
255 Anche la piazza era di cemento e cos tutto il corso, da S. Rocco
fino a casa Sangiovanni, a pnta csa.
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Tradizioni
ancora vive e
rivalutate
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U cummtu299
Il convito pi importante quello di San Giuseppe. Quando si
dice cummtu non pu essercene un altro.
A mezzogiorno si aprivano le porte delle case ove sera
preparato.
Il pranzo, offerto a tutti gli intervenuti, consisteva in un piatto
di pasta di casa i tagliulni con ceci, un contorno di fagioli lessi,
una porzione di baccal fritto.
Raramente cera il vino e la frutta.
Si proseguiva fino al termine delle scorte
La festa della Madonna della Catena
Ultima Domenica di maggio
E la tipica festa della primavera che ricalca la tradizione
pagana dei festeggiamenti in onore di Cerere, la bionda, la Flava
Ceres romana.
Attraverso i campi in fiore si snoda una lunghissima
processione.
Tra canti e suoni di fanfara, la Madonna portata a spalla
rientrando nella sua dimora300 benedice la terra promettendo messi
e frutti.
La festa di perciavtti
Lotto dicembre, in occasione della festa dedicata alla Madonna
Immacolata, era uso saggiare il vino dannata.
Il convito.
Sul portale leggiamo: O viator che passi / per questa valle amena
/ ferma i tuoi passi: entra / a salutar la Vergine / Maria della
Catena. / Se tu le dici unave / essa coi lacci doro / lieta ti unisca a
Dio. I versi sono attribuiti allerudito sacerdote don Giuseppe
Piragino.
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Magie e superstizioni
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Locchiatura301
La pi accreditata delle credenze popolari attribuiva al
malocchio, cio allocchiatra, un male diffuso e soprattutto un
gran male di testa.
Il malore tipico dei ragazzi proprio nel periodo primaverile, era
causato da quelle infreddature derivanti dalle prime uscite, dai
primi caldi e dalle prime sudate.
Allora veniva chiamata, in sostituzione degli inesistenti
farmaci, la comare dellocchiatura, cio quella persona capace
di mandar via il malocchio.
Veniva. Sedeva vicina al malato. Con una mano teneva il
rosario e con laltra cominciava a far segni di croce sulla fronte.
Se dopo un po cominciava a sbadigliare, il malocchio andava
via: anzi pi sbadigliava e pi presto il paziente era liberato.
Tra uno sbadiglio e laltro biascicava formule e frasi.
Si pu sapere cosa dici? Non posso: il segreto si pu svelare
solo la notte di Natale!
La comare era anche capace di fare i vermi, cio di fugare la
verminosi, altro tipico male infantile.
Tritava aglio lo avvolgeva in un panno e dopo averlo pi volte
fatto annusare al paziente, lo poggiava sul suo ombelico e l
doveva restare per tutta la notte. Con aglio si strofinavano pure,
nei casi pi recidivi, anche le palme delle mani e dei piedi.
Una volta attesi la fatidica notte di Natale e fu cos che comare
A. mi svel il repertorio.
Eccolo:
Dmine subbscu! Amnna302. Tr s stti chi tnu
aducchtu: lcchi, lu cri e la mla vulunt. Tr s quddri
chi ti lna f pass: lu Patri, lu Figgju e lu Spirdu Sntu303
Il malocchio.
Forma dialettale. Deriva da Dominus vobiscum. Amen. Il
Signore sia con voi. Amen.
303 Tre sono stati coloro che ti hanno fatto il malocchio: gli occhi
malvagi e invidiosi della gente, limpuro sentimento e la cattiva
volont. Tre sono le persone che dovranno guarirti: il Padre, il Figlio
e lo Spirito Santo. In questa formula racchiusa tutta una
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Paure
Se mangi carne nei giorni di vigilia diventi turco o cane
Se sei incinta non puoi partecipare a funerali n vedere morti
Alcune frasi significative
binidca (cfr. latino ecclesiastico benedicat Deus) per indicare
e propiziare labbondanza o la gioia per avvenimenti svoltisi senza
intoppo;
fra affscinu (cfr. catalano fascinar) detto per allontanare il
malocchio;
crsci sntu, cresci santamente, si diceva ai bambini quando
starnutivano quasi a voler trasformare in salute il malanno che
linfreddatura procurava.
Magia
Il malocchio detto jettatura una superstiziosa credenza
popolare suggerita da impressioni o da coincidenze per le quali si
pensa che alcuni individui emanino un malefico influsso
attraverso gli occhi (da cui il termine). I latini chiamavano invidia
da in video, guardo contro, e i greci
mormorazione,
Erbe magiche
La ruta contro linvidia
Il ciclamino propizio alle partorienti.
Giorni pari e dispari
Sono ritenuti fausti i giorni dispari come pure i numeri
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Amuleti
Derivazione degli oggetti di varie forme usati dai romani
perch si riteneva contenessero una forza impersonale detta mana,
flusso, capace di proiettarsi su cose e persone per combatterle o
attirarle.
E giunto fino a noi labiteddru derivazione dellantica bulla
che era una custodia sospesa a scopo profilattico al collo dei
bambini che la portavano fino al momento di prendere la toga
virile e conteneva alcuni oggetti come il fascinum, raffigurazione
del membro virile, usato come simbolo contro le malie (Orazio)
lambra, sucinum, che sfregata si elettrizzava, i rami di coralli,
surculi, gli oscilla, mascherine che si appendevano agli alberi
come offerta a Bacco, e inoltre piccole pupe o altri oggetti vari.
Il modo di dire fra affscinu che significa fuori il malocchio,
riecheggia il menzionato fascinum, da cui anche la parola
fascinantes (Plinio) tradotta in italiano in fattucchiero.
Presagi vari
Animali che attraversavano la strada, lepre, volpe, serpenti
scricchiolio di mobili; sale, olio o miele rovesciati, ronzio negli
orecchi.
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Folclore
mormannese
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1.
Caddru di garfalu chi vni,
pr ca ci fssi n spiziara
Che buon odore di garofano viene,
sembra dessere in una erboristeria
2.
Abbsciu lccu ci nni st nu pdi,
li cmi arrvano a la finstra mia
Qui sotto ve n una pianta
i cui rami arrivano alla mia finestra
3.
Mo i sicctu e lu vurra tagghjri,
ci fzzu nu tilru a nnna mia
Ora la pinta secca e vorrei tagliarla
per costruirvi un telaio per la mia ragazza
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4.
La tla e lu tilru sia la tuja,
la dnna ch dantru sia la mia
La tela ed il telaio saranno tuoi,
la donna avvolta nei panni sar mia
5.
Qunnu ti mntisi a lu tilru,
la naviclla fa lu ntru e fra
Quando tu siedi al telaio
la spola entra ed esce dallordito
6.
Volra divinit nu soricddru,
pi f nu pirtusddru a ss gunnddra
Vorrei diventare un topolino
per fare un buchetto a questa tua gonna
7.
Amri amri, chi mai fatto fni,
a quinnicinni mai fattu mpazzni
Amore, amore, cosa mi fai fare,
gi a quindici anni mi hai fatto impazzire
8.
Lu Patrinnstu mai fttu scurdni
e la terza prti di lAvemmara
Ho pure dimenticato il Padre Nostro
e pi di un terzo del Rosario
9.
Lu Crdu no lu scciu cumincini,
fzzu pi d Crdu e pnzu a ta
Non so pi cominciare il Credo,
appena inizio il Credo, ti penso
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10.
Chi bi facnnu, povirddru a ta,
la notte i tanta scura ti pi ngrivni
Cosa vai facendo povero te,
la notte e cos oscura e puoi perderti
11.
J tnnu la finscu e mi cuitu,
qunnu dormu cu ta a ltu a ltu
Io allora sar veramente tranquilla,
quando potr dormire vicino a te
Caddru di garfalu
E una bellissima e dolcissima canzone damore.
Ascoltandola sembra di rivivere gli ingenui sogni della
primavera del sentimento.
Usando il linguaggio dei fiori e delle cose pi umili che fanno
parte della vita di ogni giorno quali il garofano, la spola, il telaio e
ricorrendo anche al suggestivo apporto della magia attraverso la
quale possibile diventare un topolino, linnamorato oltre che ad
entrare nelle parti pi riposte del corpo per esplorarlo e quasi
possederlo, scuote lanima che diventa pi disponibile al dolce
suono della nenia melodica.
Il canto non esclusivo ma un rimaneggiamento di identiche o
simili canzoni di tutta larea calabro-sicula.
Riproduzione anche parziale vietata senza il permesso scritto dellAutore.
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E un motivo carnascialesco.
Avendo saputo che stato ucciso il maiale unallegra brigata
chiede di poter partecipare alla festa facendosi perdonare da tanta
sfacciata pretesa con un canto. Si comincia col chiedere un
pezzetto di carne della lonza, di per s di poco valore, per arrivare
al dolce, ideale conclusione di un lauto pasto. Vengono chiamati
in causa oggetti quali la pentola, la stuoia, il ceppo e lo scanno,
umili ed essenziali dotazioni della povera casa, capaci di
intercedere presso il padrone proprio in virt di quel potere quasi
magico
derivante
dalla
loro
costante
presenza
e
dallindispensabile valore reale ed affettivo.
Il cupi cupi il napoletano puti-p, cio uno strumento simile al
tamburo avente al centro della pelle unasta che si solleva ed abbassa
sfregano la quale si ottiene un suono cupo e profondo.
307 Il mustazzolu dal latino mustacum un tipico dolce natalizio
ottenuto dallimpasto di mandorle, farina e miele.
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(si ripete)
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(si ripete)
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Seta e bambagia
E cummri ti pici
Alla comare piace
E cummri imu a lccua
Ehi comare andiamo ad attingere acqua
E p quli via si v
Quale strada facciamo
E si v pi la vianva
Andiamo per la statale
Tiritppiti313 e bni n trva!
Fai un salto e vieni a trovarmi!
Sullo stesso motivo, questo Chivi chivi
Chivi chivi chivi
Piove piove piove
ca Tta jtu fra
purtroppo Pap andato in campagna
E non s purtta la cppa
E non ha portato il mantello
i Madnna tni laccua
O Madonna trattieni lacqua
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1. Mi nni vurra
Vorrei andare
2. a campu di xjri e ninna damor
in un campo fiorito in cerca damore
3. mi nni vurra i a funtanlla
vorrei andare in un posto ove fresche scorrono lacque
Seguono altri 10 gruppi ognuno di tre versi, secondo lo schema
riportato in cui cambia solo il primo e parte del terzo piede
mentre il secondo, si ripete quasi come unossessione per marcare
e sottolineare che solo in un campo fiorito pieno di belle fanciulle,
attorniato da boschi odorosi, da montagne ricche di nevi
immacolate e fresche sorgenti si possono godere le dolcezze
dellamore.
A d ci vno li
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207
l dove vanno
(2 verso)
a d ci vnu li dnni a lavni
l dove vanno le donne a lavare
sceglirmi la vrria
(2 verso)
sceglirmi la vurra, la cchi bella
tra tante vorrei poter scegliere la pi bella
chi smpi apprssu
(2 verso)
chi smpi apprssu la vurra portri
che vorrei portare sempre con me
la gnti dicirrnnu
(2 verso)
la gnti dicirrnnu oi quant blla
la gente dir: che bella fanciulla
a d li fatta ss
(2 verso)
a d li fatta ss caccia rili
dove hai fatto questa caccia reale
je lgghju ftta l
(2 verso)
je lgghju ftta a li boschi dagnelli
lho fatta in boschi ove pascolano solo agnelli
a d la nvi e n
(2 verso)
a d la nvi e nn ci scugghja mi
dove la neve mai si scioglie
la nvi s scuagghjta
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(2 verso)
la nvi s scuagghjta a li timpni
la neve s gi sciolta sui dirupi
e lccua s schjatrta
(2 verso)
e lccua s schjatrta a li funtni
e lacqua ora scorre nelle fontane
ULTIMO VERSO
mi nn vurria
vorrei proprio andare
e cmpu di xjri e nnna damr
in un campo fiorito in cerca damore
mi nn vurra , a funtanlla
vorrei proprio andarmene a fresche acque
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Elemento sottintesoDa cui clausura319 Chiavistelli, oh, chiavistelli, vi saluto lietamente. I versi sono
tetrametri cretici, di origine alessandrina.
320 Voce familiare ed affettuosa usata al posto di madre.
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Motivi ad aria
Sono motivi che si cantano su ritmo binario, secondo lestro e la
situazione.
Trascrivo le parole di due canti fortunatamente recuperati nella
mia memoria, appresi da mio nonno.
U pastoru
U pastru drmi fra
Ntti e jrnu si dispra
E jastma la furtna
C lu ngnna la mugghjri
Il pastore dorme in campagna
Notte e giorno si dispera
E bestemmia la sorte
Perch la moglie lo tradisce
La mugghjri ch cchi dtta
Mnge pcuri girnu e ntti!
Addu pastru,
tu fi la vta
cma nanimli!
La moglie che pi scaltra
Munge pecore giorno e notte327
Addio, mio pastore,
tu fai una vita
come una bestia!
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I arrivtu paparddru.
E arrivato pap.
Cttu cttu, bllu miu
Stai zitto o tesorino
Fi lu brvu, ascta e drmi
fai il bravo ascolta e dormi
Fi lu brvu bambinddru
fai il bravo o bel bambino
Ca ti cntu n fattarddru.
ti dir un raccontino.
I arrivati paparddru
E arrivato il tuo babbino
Chnu chnu di campanddri
ha portato campanelli
Gnu a mma e gnu a tta
uno a me e uno a te
Li stipmu p vennirida
li conserveremo per venerd
Vennirida non si cmmara
Venerd giorno di magro
Li chiudmu ntr la cmmara
li mettiamo nella stanza
Ntraa cmmara c scru
nella stanza c il buio
Lappicmu lu mru
li appenderemo al muro
A lu mru c l chivu
al muro c un chiodo
Li sunmu po a ottrvu!
e li suoneremo ad ottobre!
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INDICE
Descrizione
Pagina
Dedica
Uomini Illustri
Dal 1400 al 1700
Giovanni Donadio
Alfonso Leone
Matteo Perrone
Dal 1700 al 1800
Antonio De Callis
Angelo e Genesio Galtieri
Angelo Galtieri
Genesio Galtieri
Francesco Genovesi
Giuseppangelo Greca
Francesco Filomena
Santo Maradei
Filippo Tufarelli
Uomini del 1800
Carlo Capalbi
Maria Luisa Fazio de Jorio
Francesco Minervini
Francesco Oliva
Dal 1900 al 1950
Vincenzo Minervini
Edoardo Pandolfi senior
Catalogo scrittori
5
7
9
15
15
17
19
19
20
23
29
29
30
31
31
33
35
35
36
38
41
43
44
da 59 a 65
222
Silvio Paternostro
Gaetano Alberti
Avvenimenti di progresso
Breve storia istituti di credito
La Cassa Rurale
La Banca La Greca
La Cassa di Risparmio
Industria a Mormanno
Il Pastificio DAlessandro
Una premessa culturale
La biblioteca popolare
Ricordi personali
Costantino Accurso
Luigi (Gino) Alberti
Franco Alberti
Raffaele Armentano
Luigi Fortunato
Longo Benedetto
Luigi Maradei
Frank Pandolfi
Saverio Piragino
Biagio Maradei
Tradizioni, vita e costumi di Mormanno
Tradizioni autunnali
Tradizioni invernali
Tradizioni primaverili
Tradizioni dellestate
Tradizioni ormai perdute
Tradizioni ancora vive e rivalutate
70
72
73
77
79
80
82
89
93
95
96
97
98
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125
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143
149
179
223
Folclore Mormannese
Cadduru du garfalu
Canto del cpi cpi
Canzunddra a la minzgna
Cu ti li dssi ca
Garofalddru meju
Luna luna nva
Mi nni vurra
Oil oil oil
U telailu
Salve o Croce!
Indice
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198
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201
204
206
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