Riconoscere le emozioni
Felicit, tristezza, rabbia, paura, disgusto, disprezzo, sorpresa, interesse e vergogna sono le
principali emozioni.
Si tratta del risultato finale di un processo che inizia con qualsiasi stimolo che, attraverso la
reazione del sistema nervoso autonomo, produce risposte viscerali nell'organismo (vasocostrizione,
tachicardia, secrezioni ormonali, sudorazione, ecc.): subite passivamente dal soggetto, vengono
vissute come emozioni (ad esempio, arrossire e provare imbarazzo).
Emozioni e sentimenti
Si pu paragonare la reazione emotiva alla vibrazione di un diapason sensibile a quanto accade
nell'ambiente circostante. La consapevolezza della risonanza interna trasforma l'emozione in
sentimento: il sentimento comprende anche la memoria di quella condizione esistenziale
precedente, che stata modificata dall' attuale emozione.
La visione di un monte le cui cime innevate si levano sopra le nubi, la descrizione dell'infuriare di
una tempesta, oppure la rappresentazione del regno infernale di Milton suscitano piacere misto a
terrore; invece, l'occhio che spazia su prati in fiore, valli percorse da rivi serpeggianti, disseminate
di greggi al pascolo, la descrizione dell'Eliso oppure la raffigurazione della cintura di Venere in
Omero, procurano anch'esse sensazioni deliziose, per liete e aperte al sorriso. Per far s che le
impressioni del primo tipo possano verificarsi in noi con la dovuta intensit, dobbiamo avere un
sentimento del sublime; per godere quelle del secondo tipo in modo adeguato, un sentimento del
bello.... Il sublime commuove, il bello attrae.
Capire i sentimenti
I sentimenti non sono uno smarrimento, perch grazie a essi la nostra massima facolt pu
restituirci delle direttive di vita pi vere. Nei sentimenti si ritrova l'uomo di sempre, nel loro buon
uso l'uomo migliore.
Riconoscere i sentimenti la condizione per "sentirsi" come persone, caratterizzate dalla propria
individualit e soggettivit:
Il sentimento di s, immerso nella particolarit dei sentimenti (delle
sensazioni semplici, come degli appetiti, degli impulsi, delle passioni e
delle loro soddisfazioni), non distinto da essi.
Educazione sentimentale
Familiarizzarsi con il mondo dei sentimenti richiede una "educazione sentimentale", a cui pu
contribuire la lettura di romanzi e di racconti, determinante per cogliere i "modelli" dei sentimenti:
[...] la materia prima di un narratore sono i sentimenti. Scrivendo romanzi e racconti, mi sono
sempre dovuto calare nella psicologia dei personaggi, domandarmi che cosa provavano in
determinate situazioni e cercare di restituire le loro emozioni sulla pagina.
L'educazione sentimentale consiste nell"aprirsi a tutti i sentimenti:
Solo questa apertura ci pone in grado di comprendere tutti gli individui, anche quelli nettamente
diversi da noi. Si tratta di comprendere anche chi possiede sentimenti molto diversi dai nostri e
perch li possiede. [.-]
Affermo l'esigenza di una disponibilit a tutti i sentimenti, cio di una autentica e profonda apertura
sentimentale.
Oggi non intendo pi far consistere la vita sentimentale nell'esaltazione di un solo sentimento, ma
interpreto i vari sentimenti come momenti di un tutto, come fattori che concorrono, tutti insieme, a
formare la personalit dell'individuo.
Un'altra forma di educazione sentimentale, meno abituale, pi complessa, ma pi potente, perch
intimamente connessa con i sentimenti, la musica.
Scopo della musica: comunicare dei sentimenti.
Educare alla comprensione della musica come educare alla comprensione del significato dei
sentimenti:
Struttura e sentimento nella musica. I sentimenti accompagnano la comprensione di un pezzo di
musica cos come accompagnano i processi della vita.
Alla musica ci si accosta con umilt e pazienza, ma poi essa svela profondit insospettate, che
consentono di dire, ad esempio:
All'educazione sentimentale pu contribuire ogni genere di opera d'arte:
Si potrebbe pure chiamarla [l'opera d'arte], se non l'espressione di un sentimento, un'espressione
sentimentale o un'espressione sentita. si potrebbe anche dire che gli uomini che comprendono tale
espressione entrano con essa "in risonanza", rispondono ad essa, nello stesso modo.
Autoregolazione verbale
La mancanza di abitudine a riconoscere i sentimenti limita la confidenza in se stessi ed all'origine
di molti disturbi psicosomatici.
Acquisendo maggior sensibilit nei confronti dei sentimenti, si scopre che tante forme di disagio
generico, di umore depresso, di inquietudine, hanno un'origine situazionale e sono legate a eventi o
a persone ben precise, verso cui si provano sentimenti conflittuali quali collera, irritazione,
disappunto, noia, insieme a senso di colpa, timore, ansia generica.
Il riconoscimento dei sentimenti consente di valutare pi realisticamente le situazioni e la possibilit
di agire nei confronti degli aspetti negativi in esse presenti.
Manifestare emozioni e sentimenti
Riconosciuti, analizzati e definiti i sentimenti, spetta all'insieme degli atti volontari della persona il
compito di manifestarli. Tale insieme si chiama motorio, perch richiede il movimento dei muscoli
con cui ci si adatta all'ambiente: non solo i movimenti di locomozione, come camminare o spostarsi,
ma anche quelli che servono alla comunicazione, come la gestualit e la mimica.
Manifestare i sentimenti ancora allo stato nascente costituisce una sorta di amplificazione, che
permette di definirli con maggior precisione e abitua a diventare pi fini conoscitori di se stessi.
Anche dal punto di vista epistemologico, la possibilit di definire un sentimento dipende dalla sua
manifestazione:
Se dico a me stesso che provo un certo sentimento (per esempio di odio, di gioia, di amore, di
tenerezza, ecc.) so assai bene di non poter essere affatto sicuro, in base alle sole parole da me
pronunciate o pensate, che io lo provi effettivamente. [...] L'unica risposta possibile mi pare la
seguente [...]. Se riesco ad agire in ogni istante come agirei se non provassi pi alcun rancore verso
chi mi ha offeso, questo basta a garantirmi che gli ho davvero perdonato; se mi comporto verso la
persona, cui dichiaro il mio amore, come dovrei comportarmi se l'amassi veramente, questo mi
prova che il mio amore per lei non diminuito. L'unica via per verificare o falsificare ogni dubbio
sui diversi sviluppi dei miei sentimenti l'esame obiettivo e scrupoloso delle azioni attraverso le
quali li manifesto; [...] non l'introspezione, sempre incerta e incontrollabile, ma l'analisi obiettiva
controllabile e universale.12
Perch l'ambiente risponda adattandosi alle esigenze dell'individuo, necessario che questi sappia
esprimere chiaramente i sentimenti: i sentimenti hanno un valore personale e soggettivo, di contro
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al valore universale delle idee: si pu infatti dire che "abbiamo delle idee, ma siamo i nostri
sentimenti".
Le persone che appaiono dotate di una "forte personalit" abitualmente esprimono ci che pensano
e ci che provano, suscitando in tal modo un'impressione di autonomia e di creativit che facilita il
raggiungimento dei loro obiettivi, perch, come si suol dire, "il mondo si tira in disparte, quando
vede qualcuno che sa dove andare".
Controllo volontario delle emozioni
I sentimenti e le emozioni, di per s autonomi e involontari, possono essere controllati
volontariamente, sia pure in modo indiretto.
Non possibile, infatti, dominare direttamente le emozioni, con il contrasto e la lotta, ma solo
indirettamente, a condizione di accettarle come fatti del tutto naturali:
Sembra che la maggior parte di coloro che hanno scritto sugli affetti e il modo di vivere degli
uomini, non trattino di cose naturali, che seguono le leggi comuni della natura, ma di cose che sono
al di fuori della natura. [...]
L'uomo sempre necessariamente soggetto alle passioni e segue il comune ordine della natura, ad
esso obbedisce e ad esso si adatta, nella misura che la natura delle cose esige.
La tecnica implosivo-espressiva
Un esempio dell'utilit del controllo indiretto delle emozioni offerto dalla psicologia clinica con la
tecnica "implosivo-espressiva". una procedura di "terapia del comportamento", indicata nel caso
di depressioni aspecifiche: consiste nell allenarsi a muovere i muscoli del volto, per ridare
espressivit alla mimica. Gli esercizi, inizialmente guidati dal terapeuta e ripetuti poi
quotidianamente allo specchio, riprendono le forme tipiche delle emozioni di base. Modulare la
mimica contraendo semplicemente i muscoli del volto pu sembrare un espediente artificioso e
meccanico; risulta tuttavia efficace per evocare emozioni e sentimenti e sbloccare l'apatia
caratteristica del depresso: la riattivazione del suo sistema motivazionale viene "rinforzata" dai
riscontri positivi di coloro che interagiscono con lui.
In generale, buona regola esercitare la mimica, perch sia pi ricca e sfumata possibile, cos come
per il musicista importante possedere una completa padronanza del suo strumento, perch possa
esprimere appieno la sua creativit. Ci non significa, tuttavia, che la persona assertiva debba
mostrarsi con una mimica costantemente ricca di spunti e di suggestioni: vi sono dei momenti in cui
altrettanto utile mostrarsi rilassati o impenetrabili.
Abilit espressive e creativit
La procedura implosivo-espressiva ha anche un'altra funzione: aiuta a ricordarsi delle proprie
capacit di autocontrollo:
Poich un'altra cosa vorrei che qui soprattutto si notasse, vale a dire che noi niente possiamo fare
per decisione della mente, se non ce ne ricordiamo.
Gli esercizi sulla inimica insegnano a vedere le emozioni come un qualcosa di accessorio, che in
parte ci si messi addosso, sia pure inavvertitamente, ma che possibile togliersi quando si vuole.
Se si entra in questa prospettiva, che poi quella degli attori, allora affrontare le difficolt pu
diventare un impegno vivace e - almeno in parte - piacevole: un gioco.
Per questo pu essere utile sperimentare intenzionalmente i volti della depressione, per abituarsi a
non sentirsene condizionati. Se poi capita davvero di essere depressi, si gi sensibilizzati a
riconoscere come la tendenza ad assumerne la tipica espressione induca a sentirsi ancora pi
depressi, a volte persino con una sottile venatura di autocommiserazione. Mutando espressione,
migliora la comunicazione con gli altri e risulta pi facile trovare nuove soluzioni ai problemi che
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hanno originato la depressione. Chi ha un comportamento non verbale rigido risulta monotono nel
comunicare i sentimenti e anche la sua vita interiore risulta impoverita. Di regola bene lasciare
che la vita interiore traspaia dall'espressione del volto, dalle sfumature vocali, dall'andatura e, in
generale, da tutto l'atteggiamento corporeo: se siete felici, mostratelo. La stessa cosa deve avvenire
con le altre emozioni. E sorprendente notare come molte persone, anche quando si sentono urtate o
annoiate, nascondano ci dietro un sorriso di circostanza.
Rispettare invece i propri sentimenti, riconoscendoli ed esternandoli, rende il rapporto con gli altri
pi chiaro e costruttivo.
Comportamento motorio, ansia e paura
Il legame esistente tra comportamento volontario e reazioni emotive consente di controllare anche
l'ansia e la paura, in accordo con la "teoria periferica delle emozioni" di James-Lange (Wilson,
1975): la percezione di una minaccia non dovuta a condizioni estreme, ma alle sensazioni
disturbanti interne all'individuo, prodotte da tali condizioni.
Per emozione (affectus) intendo le modificazioni corporali per cui il potere di azione aumentato o
diminuito nel corpo, aiutato o represso, e nello stesso tempo le idee di queste modificazioni.
Ad esempio, parlare in pubblico pu apparire una situazione minacciosa, non perch lo sia
oggettivamente, ma perch in presenza di essa il relatore avverte in s i segni del disagio:
tachicardia, sudorazione, bocca asciutta, blocco delle idee, tensione e tremore, eccetera.
Quando si ha paura, si crea una "spirale neurotica" messa in moto dai segnali provenienti
dall'ambiente esterno: percepiti come minacciosi, provocano reazioni autonomiche di "all'erta"
(aumenta la frequenza del battito cardiaco e del ritmo del respiro, i muscoli si tendono, i surreni
liberano adrenalina nel sangue, e cos via). La sensazione del soggetto di provare reazioni di paura
ha l'effetto di confermare la pericolosit della minaccia iniziale. Il risultato l'accrescimento della
percezione di minaccia e, conseguentemente, delle reazioni di paura: camminando di notte in una
strada deserta, se accelero il passo per la paura, la paura aumenta; se, invece, mi impongo di
rallentare, mantengo la paura sotto controllo.
L'effetto tranquillante del muoversi in modo lento e controllato o, addirittura, del non fare nulla,
lasciandosi "avvolgere" dagli eventi, reso con intensa partecipazione da Peter Handke:
Stasera ho riletto alcuni brani della Bibbia, poi ho rivisto Young Mr Lincoln: stata una potente
elevazione dalle difficolt quotidiane, laddove queste per non sono state rimosse ed eliminate, ma
sono apparse semmai sopportabili, e da sopportare (Agar che crede che il proprio bambino
-entrambi sono stati inviati nel deserto - stia per morire di sete, non fugge via, ma si siede in
disparte; e l'Abraham Lincoln di Henry Fonda, con movimenti cos calmi e lenti come le lettere
delle Sacre Scritture); dovetti respirare profondamente, per non piangere."
Se per la paura risulta evidente il coinvolgimento prodotto dalle sue varie componenti, per l'ansia il
discorso pi sfumato, perch non sempre tale emozione facilmente riconoscibile: il primo passo
per il controllo dell'ansia perci quello di identificarla attraverso i suoi sintomi. Sono sintomi
cognitivi preoccupazione, distraibilit, confusione, irritabilit, paura, ecc. Sono sintomi emozionali
sudorazione, palpitazioni, ecc. Sono sintomi somatici respiro affannoso, tensione muscolare,
tremori, senso di debolezza, e altri ancora.
Una passione cessa di esser tale appena ci formiamo un'idea chiara e distinta di essa, e la mente
soggetta alle passioni in proporzione al numero di idee adeguate che essa ha.
Vi un legame diretto tra immagine ed emozioni: timore e ansia facilmente rendono negativa
l'immagine di s. Al contrario, la constatazione di presentarsi con una buona immagine rende anche
lo spirito pi positivo e di buon umore:
Immagine e conoscenza di s
Ci che d senso all'immagine di s non l'immagine ma il s. La cura dell'immagine pu far
dimenticare il suo contenuto, trasformando l'immagine in una maschera. L'immagine autentica
trasparente e occuparsene significa evitare che essa veli il contenuto: deve essere l'immagine di una
"persona", non la maschera di un "personaggio".
Se mi "preoccupo" dell 'immagine, il risultato un compromesso inadeguato rispetto ai risultati che
vorrei conseguire nel dare una buona immagine di me. E giusto invece "occuparsi" dell'immagine,
sottoponendola alla riflessione critica, al socratico "conoscere se stessi":
Conoscere se stessi richiede di considerare diversi aspetti:
1. L'aspetto fisico, unitamente alle caratteristiche interiori:
Solcata ho fronte, occhi incavati, intenti, crin fulvo, emunte guance, ardito aspetto, labbro tumido,
acceso, e tersi denti; capo chino, bel collo, e largo petto; giuste membra; vestir semplice, eletto;
ratti i passi, i pensier, gli atti, gli accenti; sobrio, umano, leal, prodigo, schietto: avverso al mondo,
avversi a me gli eventi.
2. Le reazioni abituali che si hanno di fronte alle diverse situazioni:
Or duro, acerbo: ora pieghevol, mite:
irato sempre, e non maligno mai:
la mente e il cor meco in perpetua lite.
3.I sentimenti, le aspirazioni, il gusto personale:
La gloria amo e le selve e il biondo iddio: Spregio, non odio mai: m'attristo spesso: Buono al buon,
buono al tristo, a me sol rio.
4. La visione del mondo, il progetto di vita in rapporto al quale si pu parlare di autorealizzazione:
Qualora tu portassi a termine il negozio che via via ti imposto dal momento; se ci tu facessi,
tenendo dietro a retta ragione, con entusiasmo, vigore, simpatia, senza fare intanto qualche altra
cosa; se tu mantenessi puro il dmone tuo personale come se dovessi ormai renderlo di ritorno;
qualora tu fossi capace di tale risultato, senza mai indugiare, senza mai nulla evitare; qualora tu ti
sentissi contento di ci che via via vieni compiendo e contento poi di dire sempre coraggiosamente
la verit; ebbene: felice sar la vita tua.