Universit di Bergamo
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Robert(1996).
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La questione dei falsi amici tra spagnolo e italiano stata messa a fuoco soprattutto
dal punto di vista linguistico, come avviene nei classici repertori, da Meregalli (19SS) al pi
recente San e Schepisi (1992). Ma la prospettiva interlinguistica va integrata con l'analisi dei
processi mentali coinvolti, al fine di chiarire i casi di effettiva difficolt; si vedano ad es. gli
studi sul transfer e sulla percezione di prossimit, con le varie implicazioni positive e
negative (Gass e Selinker 1992; Kellerman e Sharwood Smith 1986; Odlin 1989). Una
presentazione in chiave psicolinguistica della questione dei falsi amici si trova in Dabne
(1975: 52-55); per l'italiano e lo spagnolo si veda Calvi (1995: 86-90). Sono anche utili gli
studi su italiano e spagnolo in zone di contatto (Meo Zilio 1989; Cancellier 1996) e
sull'apprendimento spontaneo (Schmid 1994); sulla commutazione di codice in parlanti di
spagnolo e italiano, cfr. Bizzoni e De Fina (1992) eTitone (1995).
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L'effetto negativo delle false affinit stato rilevato anche tra lingue
pi distanti di italiano e spagnolo; ad esempio, Laufer (1997) distingue tre
tipi di difficolt lessicali nella lettura di un testo: termini sconosciuti e
opachi (words you don 't know), ingannevole trasparenza (words you think
you know) e parole difficili che lo studente cerca inutilmente di decifrare
attraverso il contesto (words you can 't guess). Gli errori interpretativi pi
frequenti si riferiscono proprio al secondo gruppo: mentre i termini distanti
costringono lo studente a formulare delle ipotesi o a consultare il
vocabolario, quelli affini generano falsa fiducia, ed proprio la non
consapevolezza della difficolt a ostacolare maggiormente la comprensione5.
Nei prossimi paragrafi, esporr i risultati di una sperimentazione
condotta su un gruppo di studenti di spagnolo italofoni, allo scopo di
valutare i meccanismi di costruzione del senso in fase di comprensione, con
particolare attenzione per la problematica dei falsi amici.
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Da questo punto di vista, lo spagnolo risulta pi opaco agli italofoni che non
viceversa, dato il maggior peso di elementi non latini nel lessico, come arabismi, baschismi e
termini provenienti dalle lingue indigene d'America, che designano soprattutto oggetti
concreti. Per contro, gli italiani avranno meno difficolt a decodificare termini colti, anche
arcaici, data la maggiore vicinanza al latino.
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Tra i linguaggi specialistici, quello del turismo uno dei meno studiati; ne propongo
un primo approccio in // linguaggio spagnolo del turismo (Calvi 2000).
La traduzione verso la lingua madre uno degli strumenti pi idonei ad accertare la
comprensione "fine" di un testo in LS, cio di tutti gli elementi che ne costituiscono il tessuto
linguistico: non consente infatti strategie di evitamento degli ostacoli.
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Lpez Alonso e Sre de Olmos (1997: 148) osservano che i soggetti delle loro
sperimentazioni tendono sempre a creare una coerenza testuale che permetta di muoversi nella
direzione alto-basso, dando signifcate ai termini opachi. Ad esempio, in un testo che parla di
un incendio, il segmento "bougie mal teinte" che risultava incomprensibile agli ispanofoni,
stato comunque interpretato come causa dell'incendio, anche a costo di trovare soluzioni
fantasiose ben lontane dalla realt linguistica del testo. Questa strategia era, ovviamente,
imposta dalla tipologia del testo, cio una notizia di cronaca, in cui la relazione causa-effetto
risulta decisiva. Le indagini condotte da Malheiros-Poulet, Degache e Masperi (1994) portano
a risultati analoghi: di fronte a un termine opaco, si attivano diversi processi di alto livello, in
rapporto con gli schemi formali o le conoscenze extralinguistiche del soggetto; anche quando
i risultati sono devianti dal punto di vista linguistico, viene mantenuta la coerenza referenziale
(ad es., manicomio tradotto in francese con mdicament, errato ma compatibile con il campo
semantico interessato.
Il tentativo di traduzione giocato sulla somiglianz formale, ma il risultato
incompatibile con il contesto, dato che si parla di zone umide.
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del testo, sia con le regole dell'italiano14. Per contro, l'attenzione alle
forme non sorretta da un'adeguata consapevolezza delle difficolt: gli
studenti sfoglierebbero il vocabolario soprattutto nel caso di evidenti
opacit, ma molto meno per controllare il significato dei termini ambigui.
I falsi amici, in particolare, sono responsabili di distorsioni
interpretative: talvolta, il termine spagnolo stato trasferito automaticamente
senza che fosse percepita l'incoerenza del risultato; altre volte, l'interferenza
ha agito sul piano semantico, orientando la scelta verso parole italiane
formalmente diverse ma di signifcate analogo (pantanos tradotto con
"paludi", "acquitrini", "stagni"). Si osservano infine esempi di "evitamento",
cio allontanamento deliberato dalla forma affine, sentita come "sospetta",
anche a causa di lacunose conoscenze del mondo (la neve come elemento
incompatibile del paesaggio spagnolo).
Senza dubbio, la tipologia testuale (testo descrittivo con termini opachi)
e la non prevedibilit dell'argomento (immagine del paesaggio spagnolo non
rispondente agli schemi pi consolidati) hanno ostacolato il compito; ma
anche la percezione di poca distanza tra le due lingue risulta
controproducente, quanto meno in questa fase dell'apprendimento: se il
principiante trae grande beneficio dalla facilit di comprensione, lo studente
di livello intermedio, che ancora non possiede il threshold vocabulary, cio
la quantit di vocabolario in grado di garantire l'accesso alle strategie di alto
livello (Laufer 1997: 23-25), cade spesso nel tranello delle ingannevoli
trasparenze, che ostacolano la comprensione non meno delle opacit,
favorendo una pratica traduttiva che si limita alla trasposizione meccanica di
significati15.
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