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LORA DI ANTIGONE
Alle donne della mia famiglia,
a mamma, Clara, Anna Maria,
alle piccole Ilaria e Claudia,
il futuro.
Si allude alla traduzione sbagliata di Hlderlin del v. 20, Ismene a Antigone: Cosa c?
Sembri colorare una parola di rosso. Traduzione di Massimo Cacciari: Che accade?
Tradisci arrossendo un pensiero
10
Vedi Francesca Iannelli, Oltre Antigone. Figure della soggettivit nella Fenomenologia dello
spirito di G.W. Hegel, Roma 2006.
11
flitto inconciliabile. Emone corre via, Creonte decreta che Antigone sia
sepolta viva, lontana dalla citt.
I cittadini innalzano un inno allamore e alla sua invincibilit. A fiotti scorrono le lacrime: Antigone va a morire. Si rivolge ai cittadini nel suo ultimo
lamento: adesso incerta, rimpiange le nozze che non ha avuto. Ricorda il
padre, la madre, il fratello, che laspettano nellAde e ve la trascinano. I
cittadini le rimproverano il troppo ardire. lasciata sola. Eppure di nuovo
espone le sue ragioni: se le fosse morto un marito o un figlio, avrebbe potuto
lasciar perdere; ma il fratello le era unico, morti i genitori, e lei non poteva
lasciarlo insepolto. Se gli dei mostrassero ad Antigone che ha avuto torto,
sarebbe pronta a riconoscere la sua colpa. Ma se cos non , maledice chi la
manda a morire, ed augura loro analoga sorte. Il coro, attonito, commenta con
esempi mitici di mortali che molto hanno sofferto, quasi a relativizzare il
dolore di Antigone. La ragazza esce definitivamente di scena.
Condotto da un bambino, entra il cieco veggente Tiresia. Gli uccelli si dilaniano tra loro, la fiamma non arde nei sacrifici. La decisione di lasciare insepolto Polinice non piace agli dei. Creonte crede ancora al complotto. Come
arcieri tutti mirano a lui e vogliono colpirlo, anche il veggente. Costretto,
Tiresia profetizza che, in conseguenza di quel che ha fatto, presto Creonte
pagher con un morto nato dalle sue stesse viscere, e sar preso negli stessi
mali che ha dato, artefici le Erinni, le dee della vendetta. Le parole di Tiresia
sono frecce che colpiscono il cuore di Creonte: il sovrano ha usato parole
assassine, ferito con le stesse armi.
Lindovino si fa condurre via dal ragazzo. Creonte spaventato, Tiresia
non ha mai sbagliato. Consigliato dal capo dei cittadini, il Re decide di cedere,
di dar sepoltura a Polinice e liberare Antigone. Bisogna far presto; in preda a
frenesia Creonte corre lui stesso a liberare la ragazza, ma la rovina pi veloce. I cittadini innalzano un inno a Dioniso, il dio nato a Tebe, ad invocarne
la protezione della citt. Giunge un messaggero. Creonte era potente, ora la
sua potenza fumo. Ha perso per sempre la gioia, perch il figlio Emone
morto, e non per mano altrui. Euridice, la Regina, moglie di Creonte e madre
di Emone, ha sentito le nuove, esce dalla reggia e chiede i dettagli. Il
messaggero non le tace nulla di quel che accaduto. Emone si ucciso
davanti al padre, abbracciando il cadavere di Antigone che si era gi impiccata. Euridice torna nella reggia. I cittadini credono che sia per iniziare il
compianto. Eppure c silenzio. Un silenzio che opprime, e nulla fa presagire
di buono. Torna Creonte, segnato dalla sciagura della sua propria colpa.
Creonte ammette la sua follia. Troppo tardi. I dolori non sono finiti. La
Regina, straziata, si uccisa. Il cadavere di lei portato fuori del palazzo.
Facendo eco alle parole che tra loro avevano pronunciato Antigone e Ismene,
il Re davanti a quello spettacolo pone linsolubile questione: come cadere pi
in basso? Quale destino ancora mi attende? La Regina ha maledetto il marito
che lha privata dei figli: anche il maggiore, Megareo, morto in guerra.
Creonte ascolta tutti i dettagli della morte di Euridice, che si trafitta
12
Antigone infinita
Cronologia di Antigone sulla scena greca: 467 a.C. Eschilo, Sette contro Tebe.
441 a.C. Sofocle, Antigone. Tra il 430 ed il 411: Sofocle, Edipo Re. Tra il 411
ed il 408: Euripide, Fenicie. Immediatamente prima del 401: Sofocle, Edipo a
Colono3.
Le pagine precedenti hanno dato un compendio della tragedia Antigone di
Sofocle. Lultimo atto, lopposizione di Antigone alla legge di Creonte, fu
rappresentato ad Atene ben quarantanni prima del suo prologo, cio del racconto dellesilio di Antigone con Edipo e della morte a Colono di questultimo
(Edipo a Colono), e ventanni prima della tragedia che racconta la sventura di
Edipo, lEdipo Re, a cui subito dopo Euripide rispose con la sua innovatrice
tragedia Le Fenicie.4 Molto prima, Eschilo aveva portato in scena la guerra
fratricida di Tebe, in una delle tragedie pi influenti sullimmaginario
occidentale (Sette a Tebe). Il mito, cio, appare sulla scena per frammenti, il cui
contesto ricostruito dalla memoria culturale degli spettatori. La scelta del
segmento del mito da rappresentare rispondeva a ragioni storiche ed artistiche. Con lEdipo a Colono Sofocle esprimeva il suo addio alla vita e non inconsapevolmente il tramonto definitivo di una stagione del teatro greco e della
cultura ateniese; con lAntigone affrontava il tema del potere e della moderazione nel suo esercizio, potere al quale il drammaturgo fu chiamato a
partecipare in prima persona5. Il compito non semplice dellinterprete di
Sofocle spiegare le connessioni tra il mito sulla scena e la vita della polis,
condizione imprescindibile per comprendere il teatro greco. Il mito per genera e prepara se stesso, anche al di fuori della temporalit certa della storia. I
fatti dellAntigone sono lesito di una maledizione che stata gi pronunciata,
quella del padre Edipo contro i suoi due figli maschi, che nellAntigone per
3
Alcuni titoli utili per cronologia e interpretazione: G. Avezz, Il mito sulla scena. La tragedia ad Atene, Venezia 2003; G. Mastromarco P. Totaro, Storia del teatro greco, Firenze
2008. Per Sofocle in particolare lIntroduzione di G. Paduano a Sofocle, Tragedie e
frammenti, vol. I, Torino 1982 (ristampa 2001).
Per la tragedia di Euripide tra arcaismo ed innovazione, per i richiami omerici e per
linterpretazione generale vedi lIntroduzione di Enrico Medda ad Euripide, Le Fenicie,
Milano 2006.
Vedi G. Ugolini, Sofocle e Atene. Vita politica e attivit teatrale nella Grecia classica, Roma
2000 e adesso limportante libro di Davide Susanetti, Catastrofi politiche. Sofocle e la
tragedia di vivere insieme, Roma 2011.
13
14
Lora di Antigone
Il tema specifico di questo libro si definito nel corso del lavoro. Determinante stata una mia esperienza biografica. Mentre traducevo LAntigone di
Berlino (1963) di Rolf Hochhuth, ho intervistato l autore a Berlino, scoprendo
che quel racconto stato ispirato da una vicenda realmente accaduta. Lho
raccontata nella post-fazione alla traduzione italiana, apparsa nel frattempo
per leditore di Pistoia Via del Vento. Nella sua novella, Hochhuth ha fatto
confluire stralci dalle lettere scritte in carcere da Rose Schlsinger, ghigliottinata dai nazisti il 5 agosto 1943 con altre 11 donne. Una sera di settembre del
1942, Rose fu prelevata da due uomini della Gestapo dalla modesta casa al
centro di Berlino, dove viveva con la madre e la figlia di dieci anni. proprio
guardando negli occhi azzurri e velati da lacrime della figlia di Rose
Schlsinger, Marianne, che ho deciso di scrivere un libro sulle ricezioni
dellAntigone che hanno al centro fatti e situazioni attorno alla realt o al
ricordo del cosiddetto Terzo Reich. Nonostante la indominabile bibliografia
sulle Antigoni, non esiste un libro su questargomento. Non solo: alcuni
racconti, drammi e romanzi di cui parler, se si fa eccezione, naturalmente,
per Brecht e Anhouil, non compaiono nemmeno, oppure davvero solo di
sfuggita, nella pur copiosa bibliografia sulle Antigoni. Nello scrivere le pagine
che seguono, mi ha guidato la convinzione che questi testi letterari dovessero
essere strappati alloblio.
Qual dunque propriamente lora di Antigone?
Scocca il 27 gennaio del 1945, quando lArmata rossa entra ad Auschwitz.
lora della guerra per i corpi dei caduti nella lotta di Resistenza, e lasciati in
montagna o in fosse improvvisate, in attesa di avere una sepoltura dignitosa.6
lora dei corpi scempiati, mutilati, insultati, dilaniati, come quelli dei fascisti. sufficiente evocare Piazzale Loreto: calci, sputi, pugni, maledizioni, persino colpi di rivoltella furono scaricati contro la salma di Mussolini che
continuava sempre a girare lentamente su se stessa, laggi, al ventolino,
invocando invano la misericordia della terra.7
Ancora nel 1989, quando Helmut Kohl si rec con Ronald Reagan al cimitero di Bitburg dove sono sepolti 49 uomini delle SS, di cui alcuni avevano
appena sedici anni, ci fu uno scoppio di indignazione, portavoce lo scrittore
Gnter Grass (che allora non aveva ancora rivelato la sua militanza volontaria
nelle SS!). Lautore di teatro Heiner Mller intervenne ricordando che si
discuteva sul dilemma di Antigone. Nello scandalo Bitburg dichiar si
tratta ancora della domanda: cosa si fa dei morti? E per quanto mi riesca
difficile, devo dare ragione agli altri [cio a chi ha onorato il cimitero delle SS].
Nei Sette contro Tebe di Eschilo si d ancora giustizia ai morti di ambedue le
6
Per il caso di Nicola Grosa, vedi Giovanni De Luna, Il corpo del nemico ucciso. Violenza e
morte nella guerra contemporanea, Torino 2006, p. 184.
Antonio Damiano, Rosso e grigio, Bologna 2000, p. 89. Vedi Sergio Luzzatto, Il corpo del
duce, Torino 1998.
15
parti. Ma lultima volta nella storia europea che i morti non sono privati dei
loro diritti. NellAntigone di Sofocle si insedia gi il diritto statale sui morti: lo
Stato a decidere chi deve essere onorato e chi no. Questa decadenza anche la
condizione della possibilit del fondamentalismo.8 Nellinterpretazione
politica di Mller, lAntigone testimonia quel momento storico in cui il clan
diventa secondario rispetto allo Stato che si appropria anche dei cadaveri, li
rende cose, merce, e ne fa quel che vuole.
Lesperienza dellorrore
La fine della Seconda guerra mondiale costituisce dunque una cesura nella
storia delle ricezioni delle Antigoni. Lo hanno notato in molti. Qui ricordo
solo le parole di un filologo classico, Karl Reinhardt, in una trasmissione radiofonica del 1956: Anche dopo la Prima guerra mondiale si riprese lAntigone. [] Quel che distingue la ricezione di allora da quella di oggi, la nuova
esperienza sopravvenuta: quella della Resistenza e del totalitarismo.
Questo libro si occupa dunque delle ricezioni letterarie del mito di Antigone
condizionate dallesperienza storica del nazismo e del secondo conflitto
mondiale. La maggior parte di queste ricezioni non stata prodotta nellimmediato dopoguerra. Si noter un salto cronologico tra lAntigone di Brecht
(1948) ed il romanzo Novembre 1918 di Alfred Dblin (scritto prima del 1945,
pubblicato nel 1950) e la ricomparsa del mito in teatro e nella letteratura nei
primi anni Sessanta. Al 1945, infatti, segu unepoca di piombo, per usare un
celebre verso di Hlderlin. La parola dordine era dimenticare. Loblio
divenne per molti un alibi, per altri conforto. Dovettero passare decenni,
perch il passato fosse dissepolto, dando infine origine ad un tremendo
conflitto sociale. Dal finire degli anni Sessanta, i figli si confrontarono con i
padri, accusandoli di aver voluto consapevolmente tacere lorrore, per
perpetuare nello Stato democratico e capitalista degli anni Settanta gli stessi
meccanismi politici e repressivi del totalitarismo fascista. Contro quello Stato
alcuni ingaggiarono una lotta a mano armata. Dallet del silenzio, scatur un
grido di battaglia ma anche, da parte delle vittime, di dolore. I mezzi di
comunicazione di massa esposero corpi insanguinati sullasfalto, oppure
fotografati con una stella a cinque punte sullo sfondo, umiliati nelle ultime
ore, cadaveri come manichini abbandonati nel cofano di automobili. In quella
nuova guerra intestina negli Stati, tornava dattualit il diritto dei morti.
Tornava Antigone, nellinedito e non antico ruolo della ribelle omicida.
1948-1980
Il punto dinizio di questa rassegna lAntigone politica di Bertolt Brecht,
1948, atto di rifondazione del teatro europeo e la prima opera nella quale,
8
16
Heiner Mller in dialogo con Frank M. Raddatz, in: Werke 11, Gesprche 2, 1987-1991,
2008, p. 443. Mller torner anche in seguito sullargomento. Il corpo come merce dello
Stato drammatizzato nel suo Filottete.
e oltre
Ogni racconto, e questo libro vuole innanzitutto essere un racconto, frutto di
una selezione. Lo sapeva bene Omero, che di tutta la guerra di Troia scelse di
raccontare solo 51 giorni. Del resto solo gli dei, dice Omero, hanno la capacit
e la possibilit di raccontare tutto. Ho scelto di seguire la strada della profondit e non del catalogo. Perci ho offerto passi antologici e compendi dettagliati di opere che non sono facilmente reperibili (alcune inedite). Le traduzioni, dove non diversamente specificato, sono sempre mie, e nella maggior
parte dei casi sono le prime traduzioni in italiano. Per coerenza, pur
apparendo per un editore tedesco, il libro scritto interamente in italiano. Il
pubblico a cui si rivolge, naturalmente, non lo .
Le Antigoni, dal 1945, si sono moltiplicate a dismisura, si specchiano le
une nelle altre, qualche volta si tratta di specchi deformanti. Dappertutto e
ancora ci sono dolore e guerra; dappertutto tiranni contro i quali fioriscono
primavere di popoli; dappertutto il gesto pietoso di Antigone viene tramutato
nellatto omicida o kamikaze di rabbia; dappertutto c Polinice in attesa di
sepoltura; dappertutto prigioni buie fanno da anticamera alla morte per i
prigionieri.
il motivo, anche se non il solo, per leggere, e rileggere ancora ed ancora
lAntigone di Sofocle. Di questa necessit, mi auguro di convincere i fruitori
pi giovani delle pagine che seguono. il mio scopo principale.
Un aiuto finanziario stato apportato alla ricerca dalla Staatsbibliothek
(Preussischer Kulturbesitz) di Berlino, che mi ha garantito una borsa di studio
nellestate 2010, oltre che dai progetti PRIN 2004 e 2008. Nemmeno una
pagina sarebbe mai stata scritta senza lospitalit premurosa, nei miei lunghi
17
18
19
20
In: Brechts Antigone des Sophokles, hrsg. von Werner Hecht, Frankfurt 1988, p. 29. Da questo volume sono tratte anche le altre testimonianze biografiche diaristiche ed interviste
(a Helene Weigel, a Ruth Berlau) che si citano di seguito.
11
12
Bertolt Brecht, Ausgewhlte Werke in sechs Bnden, VI: Schriften, Frankfurt a.M. 1997, p.
519.
Sul concetto di correzioni dei miti vedi: Mythenkorrekturen. Zu einer paradoxalen Form der
Mythenrezeption, hrsg. von B. Seidensticker M. Vhler W. Emmerich, Berlin/New
York 2005.
21
la divisione delle classi sono operanti anche nelle societ antiche, che pure
hanno un sistema di produzione diverso.
Le antiche storie, perci, possono offrire un modello al presente, un elemento di contrasto che sollecita i moderni al cambiamento. Celebri sono, tra
altre, alcune espressioni di Brecht nel 1951 a proposito del modello Cartagine: La grande Cartagine condusse tre guerre. Era ancora potente dopo la
prima, ancora abitabile dopo la seconda. Non ce nera rimasta traccia dopo la
terza.13 Gli esempi antichi, insomma, sono sottratti non solo alla idealizzazione della cultura classicistica, ma anche alla loro esemplarit in senso positivo di una umanit grande, superiore, paradigmatica, nella quale spiriti
eletti o eroici si possono identificare. Brecht piuttosto alla ricerca dellambivalenza e della contraddizione nelle figure antiche e delle strutture sociali che
hanno condizionato la loro creazione: gli dei, ad esempio, sono gli esponenti
di un sistema sociale ingiusto, e rappresentano lideologia delle classi dominanti; Prometeo un eroe ambiguo, causa di sofferenze terribili allumanit e
che non rinuncia al suo legame con gli dei (quindi con il ceto dominante), non
un eroe popolare. Anche Antigone, come vedremo meglio, non affatto leroina pura ed incorrotta della tradizione umanistica.
22
Offener Brief an die deutschen Knstler und Schriftsteller, in: B. Brecht, Werke. Groe kommentierte Berliner und Frankfurter Ausgabe, XXIII, Berlin/Weimar/Frankfurt a.M. 1988-1998, p.
156.
La traduzione di Hlderlin
Il tedesco, durante i lunghi e bui anni del nazismo, era stato deformato dalla
dittatura, piegato ad espressioni burocratiche nuove o ad un gergo divenuto
espressione dellorrore: tornando ad Hlderlin, cio ad una lingua difficilissima e lontanissima dal tedesco quotidiano, Bertolt Brecht proponeva un
superamento estetico della barbarie. Daltro canto, riprendere Hlderlin
significava implicitamente riallacciarsi, anche se in senso critico, al classicismo tedesco. La traduzione di Hlderlin avvicina le idee mitologiche greche ed i nomi stessi degli dei allimmaginario dei moderni. Ad esempio,
Hlderlin traduce Zeus con padre della terra, Ade con Dio dellinferno,
Dei con Spiriti oppure potenze della natura. Al dramma greco, il poeta
svevo aggiunge passionalit moderna, con concetti eccentrici, come follia,
ira, furore, permea la traduzione di numinosit, qualcosa di orientale,
conia una lingua originale, espressiva, interpretativa, dalla sintassi ardita,
piena di parole-concetto, permesse dal tedesco con i suoi composti. Il risultato
un tradurre che estrania (Wolfgang Binder). Le parole graffiano il testo,
risuonano mistiche, impenetrabili. Lo stile della traduzione sospeso tra
isterie linguistiche, straniamenti di senso e silenzi improvvisi.14
La traduzione di Hlderlin non fu compresa dai suoi contemporanei,
tuttaltro: per gli errori di traduzione ed il tono visionario sembrava portare
le tracce della malattia mentale del suo autore. Ne risero di gusto Schiller,
Goethe ed altri. Hlderlin si serv di unedizione greca scorrettissima; certo,
commise anche veri e propri errori, ma lesattezza filologica avrebbe persino
nuociuto a quel perdersi negli abissi senza fondo del linguaggio, come un
secolo dopo disse Walter Benjamin15, che apriva la via al tragico moderno. La
traduzione di Hlderlin fu riscoperta nel 1910, e divenne oggetto di
venerazione dei poeti espressionisti. Uno di loro, Walter Hasenclever, mentre
era in trincea, nel 1916, certamente influenzato dalla lettura di Hlderlin,
scrisse la prima Antigone del XX secolo con un messaggio politico e pacifista.16
Tuttavia una valutazione del significato delle traduzioni di Sofocle in
14
15
16
23
Hlderlin si ebbe solo nel 1933, a cura di Friedrich Beissner, il curatore della
grande edizione critica delle opere di Stuttgart (che comincia ad apparire dal
1943). Dai primi anni Cinquanta, cio dallarticolo di Karl Reinhardt Hlderlin
und Sophokles (1951), comincia lo studio analitico delle traduzioni sofoclee.
Brecht dunque si occupa di un testo che era, dal punto di vista culturale,
dattualit. Nel 1949, Carl Orff mette in musica la stessa traduzione. Loperaoratorio di Orff tende al recupero della lingua originaria di Hlderlin, e
rilegge dunque lAntigone in senso antitetico a Brecht, cio metafisico-sacrale.
Le letture divergenti di Brecht ed Orff rappresentano i due assi portanti delle
ricezioni di Antigone nel Novecento, e tutte e due partono da Hlderlin.
Brecht aveva consultato diverse traduzioni di Sofocle ha raccontato
lattrice Ruth Berlau. Io vidi persino un testo in greco, perch Brecht aveva
trovato qualcuno che sapeva un po di greco e poi si era deciso per la rielaborazione di Hlderlin. Considerava lAntigone di Hlderlin pi che una
traduzione. Gi solo a causa del colore popolare svevo, a cui Brecht faceva
riferimento sempre quando leggeva ad alta voce, il testo di Hlderlin era per
lui il pi potente ed il pi divertente. Scrive Brecht nel suo Diario il giorno di
Natale del 1947: La lingua di Hlderlin merita uno studio pi profondo di
quanto io possa dedicargli in questoccasione. di una radicalit
sorprendente.
Il risultato finale una nuova Antigone. Restano solo il 20% dei versi di
Hlderlin, il 30% sono rielaborati da Hlderlin, ma il resto si deve a Brecht,
che li ha privati di qualsiasi tono mistico o culturale, ha inserito una citazione
da Pindaro, espressioni di Goethe e di Lutero, talora ne ha rovesciato il senso
pur mantenendo uno stile classico.
Lattrice che rappresentava Antigone, Marianne Hoppe, era abbigliata come una statua classica greca, bianca, marmorea. Invece Creonte, impersonato
da Walter Franck, un attore famoso nel ruolo del malfattore, aveva il costume di un satrapo (una cintura doro gli stringeva il vestito). Il contrasto
esteriore tra i due protagonisti veniva poi approfondito e reso ancora pi netto dalla gestualit virginea di Antigone, che andava al sacrificio senza perdere
la serena bellezza, tranne in una certa estasi della morte, ed usava un eloquio
chiaro e composto conforme alla nuova versione di Roman Woerner (18631945), allepoca un famoso traduttore di Sofocle, che puntava alla comprensibilit del testo, contro loscurit quasi impenetrabile della traduzione di
Hlderlin. Al contrario in Creonte si assommavano tutte le espressioni e le
passioni umane, dalla grandezza e sovranit alla furia alla comicit allira alla
paura. Le simpatie andavano ad Antigone, e questo era possibile, nellottica
nazionalsocialista, perch la protagonista della tragedia il personaggio
autenticamente greco, mentre Creonte un tiranno orientale, asiatico, un
barbaro. Vi furono certo voci discordanti di alcuni critici teatrali, che
sottolinearono le ragioni di Creonte, tese a salvaguardare la sicurezza dello
Stato. La pericolosit politica del ruolo di Antigone, cio, era presente agli
interpreti del tempo che condividevano lideologia ufficiale, ma la messa in
scena ebbe come riuscito scopo proprio sottolineare la distanza incolmabile
tra il presente e lopera antica. Niente in Creonte riconduceva a Hitler, e niente
in Antigone ad una resistente. I forti contrasti di luce e la musica penetravano
nelle emozioni dello spettatore, rendendolo partecipe della sofferenza, anche
fisica, determinata dal dilemma etico al centro del dramma.17
Brecht era consapevole della portata politica e reazionaria di questo tipo di
teatro illusionistico e che fagocitava, per cos dire, il pubblico, rendendolo
ideologicamente docile, mansueto. Il suo teatro voleva porsi proprio agli
antipodi dello splendido teatro dellet di Gring. Una nuova messa in scena
dellAntigone poteva forse meglio mostrare la differenza tra due antitetiche
concezioni di teatro.
17
Vedi per tutti i dettagli Erika Fischer-Lichte, Politicizing Antigone, in: Interrogating Antigone in Postmodern Philosophy and Criticism, pp. 338-345.
27
La Berlau arriv in Svizzera dopo Brecht, partecip alle prove dellAntigone, scatt le foto della prima, che confluirono in Antigonemodell 1948. Di cosa si
tratta? un libretto che contiene il testo, le fotografie, i bozzetti di scena e dei
costumi, note sulla gestualit degli attori e delle azioni corali, ma anche vere e
proprie domande, dalla cui risposta dipende lorientamento dellattore: queste
notazioni sono stampate a fronte del testo, come lunghe didascalie alle
immagini e alle foto, con riferimenti precisi ai versi, una specie, insomma, di
commento a margine. Allinizio c una Prefazione teorica di Brecht, che qui di
seguito sintetizzeremo.
La prefazione al modello
Il paragrafo uno teorico, riguarda la rifondazione del teatro, che parte
della rifondazione dellarte, la quale non staccata dalla societ ma ne un
fenomeno e deve accompagnarla nella sua evoluzione. La rovina totale,
materiale e spirituale ha innegabilmente risvegliato nel nostro paese infelice e
portatore di infelicit una vaga sete di novit e, per quel che riguarda larte,
essa sar incoraggiata qui e l, a quanto si dice, a tentare qualcosa di nuovo.
Tuttavia la novit in s non necessariamente positiva, argomenta Brecht.
Essa positiva solo se connota unarte progressiva, che deve andare di pari
passo con la parte progressiva della popolazione e non deve staccarsi da
essa. Cos la tecnica teatrale non qualcosa di astratto, che si pu applicare
indifferentemente a contenuti diversi. Ancor oggi scrive polemicamente
Brecht si parla della stupenda tecnica del teatro di Gring [cio del teatro
durante il nazismo], come se una tecnica del genere fosse applicabile sempre
nella stessa maniera, indipendentemente dalla cosa alla quale venga applicato
il suo splendore. Una tecnica che serve a nascondere la causalit sociale non
pu essere usata per scoprirla. arrivato il momento per un teatro di curiosi.
La societ borghese coinvolta nella catastrofe di cui stata anche lorigine,
ma il dolore da solo un cattivo maestro, insegna fame e sete e non la fame
della verit e la sete del sapere. Al teatro non dato quindi il compito di
descrivere il dolore: Se il teatro capace di mostrare la realt, deve essere
anche capace di trasformare in piacere la contemplazione della realt stessa.
Lobiettivo dellarte progressiva pu infiammare il fare artistico, anche nelle
immense difficolt del dover ricominciare da zero.
Nel secondo paragrafo si passa allAntigone. Brecht dichiara di aver scelto
questa tragedia per una certa attualit nel contenuto e perch pone compiti
interessanti dal punto di vista formale. Tuttavia le analogie con il presente,
che diventano palesi se si riduce a razionalit la favola antica, sono piuttosto
uno svantaggio che un vantaggio: infatti tolgono allo spettatore quella distanza necessaria per imparare dal mito. Troppo facilmente si pu
identificare Antigone con una delle figure della Resistenza tedesca, eppure
Antigone non una figura della Resistenza tedesca: anzi il personaggio antico
rispetto agli eroi della Resistenza decisamente inferiore e meno importante. Il poema della Resistenza non stato ancora scritto, soggiunge Brecht. Il
28
29
30
Domande e risposte
A cosa serve il modello? Esso si rivolge polemicamente agli artisti che perseguono loriginario, l incomparabile, il mai stato, lunicit, insomma. Questi artisti rifiutano il modello, perch pensano di dover creare da se stessi, e
questa convinzione anche determinata dallaver voluto faticosamente dimenticare i loro predecessori. In che consiste chiederanno questi artisti
lelemento creativo? La risposta che la moderna divisione del lavoro ha
trasformato il momento creativo in molti, importanti ambiti. Latto creativo
divenuto un processo creativo collettivo, un continuum di tipo dialettico, cos
che linvenzione originaria isolata ha perso importanza.
Dunque il modello in senso brechtiano una proposta dialettica, in continuo dialogo con gli artisti che devono applicarla ed aggiungervi qualcosa di
personale. I cambiamenti, presi in senso corretto, hanno lo stesso carattere di
modello, colui che impara si trasforma nel maestro, il modello si trasforma.
Dunque il modello in senso brechtiano non affatto uno schema immutabile,
una prescrizione, unimposizione. Il modello non destinato a fissare il come
si mette in scena, proprio il contrario. Il peso pi grande sta nello sviluppo, i
cambiamenti devono essere provocati e percepibili, al posto dellatto creativo
sporadico ed anarchico devono subentrare processi creativi con variazioni
graduali oppure improvvise. In questa loro necessit di cambiamento, di
adattamento, questi modelli sono epici. LAntigonemodell da considerarsi
non finito: proprio il fatto che le sue mancanze reclamano il bisogno di correzioni, dovrebbe invitare il teatro ad utilizzare il modello.
Lopera teatrale non un prodotto letterario, o soltanto letterario, astratto
dalla funzione del teatro nella societ. Il compito del nuovo teatro proprio
quello di inserire il pubblico nel processo dialettico che investe innanzitutto
lautore, lo scenografo e gli altri tecnici: quel processo per il quale alla fabula
drammatica vengono poste questioni, perch si chiarisca il suo significato
sociale. Le note di regia, stampate sotto le fotografie, sono spesso in forma
interrogativa, raccontano il farsi dellopera. Culminano in una serie di domande che riguardano linterpretazione del dramma sofocleo, domande con
le quali Brecht indirettamente prende le distanze dalla lettura hegeliana
dellAntigone.
31
Domanda: Creonte nella sua sventura [cio alla fine della tragedia] deve ricevere la simpatia del pubblico?
Risposta: No.
Domanda: Allattore riuscito, di sfuggire a questa simpatia?
Risposta: Giudica dalle immagini.
Domanda: Avete per caso avuto lintenzione di rendere Antigone la rappresentante della religione o dellumanit, Creonte il rappresentante dello
Stato?
Risposta: No.
Domanda: Avete mostrato come lindividuo debba comportarsi rispetto allo
Stato?
Risposta: Abbiamo mostrato solo come Antigone si comporta rispetto allo Stato di Creonte e dei Vecchi.
Domanda: Nientaltro?
Risposta: Nientaltro.
Leggenda di Antigone
Alla fine dellAntigonemodell 1948 stampata la Leggenda di Antigone, ossia la
fabula nella sua forma epica, non drammatica. Si tratta infatti di esametri,
molti dei quali sono i versi-ponte usati dagli attori durante le prove. Epica
la forma, perch i dialoghi sono raccontati in forma indiretta, non c un
autore ma la vicenda si snoda in maniera impersonale, come se la voce del
poeta parlasse da dietro un sipario, come scrivono Goethe e Schiller nel fulmineo trattato Sulla poesia epica e drammatica, che Brecht studia criticamente
durante il suo lavoro. Epico lo stile formulare, ripetitivo, i dialoghi aperti e
chiusi da espressioni fisse.
Ma Antigone, la figlia di Edipo, and, con la brocca
a raccogliere sabbia, per coprire il corpo di Polinice,
gettato ai cani e agli uccelli dallirato tiranno.
E Ismene, la sorella, la incontr nel raccogliere la sabbia.
Amaramente allora Antigone pianse la fine dei fratelli,
tutti e due caduti in guerra, luno come eroe e laltro
mentre fuggiva la battaglia e colpito non dal nemico, ma da quelli della sua parte.
Ma non convinse la troppo giudiziosa sorella ad infrangere il divieto, avvicinarsi al
cadavere spregiato disonorato del fratello.
E nel chiarore dellalba le sorelle si separarono in disaccordo.
Ma sentendo della vittoria in battaglia, nella lunga guerra per le miniere di scuro bronzo
i vecchi di Tebe cinsero le corone della vittoria,
intrecciate dalle foglie splendenti dellalloro velenoso,
che confonde i sensi e rende incerto il passo.
Al mattino presto stavano gi davanti alla casa di Creonte.
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E ora in preda allo stesso furore sta arrivando grid il messaggero e sono felice
di morire prima. Si tenne diritto e con la paura sul volto,
arrivato davanti alla maschera della pace di Creonte, cadde al suolo.
Ma anche Creonte allora url, alto allora url il padre.
Dissero i vecchi: Qui sta arrivando impazzando il nemico, e nellebbrezza della
vittoria Tebe saltella! Chiama le forze interne!
E allora dalle teste i vecchi strapparono le corone della vittoria,
e distrussero le maschere di Bacco e coprirono i morti
con le corone e le maschere e forte gridarono: poveri noi!
E ci si ricord dellaltro figlio del signore, del giovane
Emone, il comandante delle forze interne, e si precipitarono
a riconciliarsi con lui, a graziare Antigone per lui.
Ma i vecchi si mobilitarono e batterono i cembali
di bronzo, per svegliare la citt dallebbrezza mortale della vittoria.
Cupo il bronzeo segnale dallarme sconvolse la danza di Bacco,
e il pestare della danza di trionfo si mut in fuga terrorizzata.
E giunse tra il caos della citt una fanciulla come messaggero,
la pi giovane delle ancelle di Antigone, che laveva accompagnata alla tomba.
finito Emone, di sua stessa mano si ucciso!
Quando vide Antigone nella grotta e la vide che si era impiccata,
sinfisse la spada nel petto, senza badare al padre che lo implorava.
E guidato dallancella di Antigone, i vecchi accolsero
il Fhrer che tremava. Tra le mani teneva una stoffa insanguinata.
Finito Emone. Finita Tebe.
Poich mi venuta a mancare, adesso pasto degli avvoltoi!
E mostr ai vecchi il mantello insanguinato del figlio,
che a lui irato aveva negato la spada. E miserabile, terribilmente
incorreggibile, inciampava, lui che tanti aveva guidato,
nella citt che cadeva. Ma i vecchi
seguirono il Fhrer anche allora, anche allora nella caduta e nella distruzione.
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del trionfo, scoperto, sfacciato. Cos aveva scritto Brecht nel suo Diario il 17
giugno 194018. Ad illudere i cittadini, nel dramma di Brecht, il tiranno stesso,
oratore abile in discorsi bugiardi. Quando Creonte parla di pulizia nel
sangue, cancellazione del nemico usa espressioni tipiche di Hitler. La societ
tedesca era stata inebetita dalla propaganda del sedicente Reich, eppure non
per questo meno colpevole, come profondamente colpevoli, nella tragedia di
Brecht, sono i Vecchi di Tebe che hanno collaborato col tiranno e ne hanno
condiviso le aspettative. La guerra imperialista non stata condotta dal
tiranno soltanto, ma da tutto un popolo. Scrive Brecht sul Diario il 1 marzo
1948: A proposito del disprezzo per coloro che hanno collaborato: stato
giusto designare la guerra, durante la guerra, come la guerra del popolo
tedesco, invece che la guerra di Hitler. Adesso deve essere designata la guerra
della borghesia tedesca, condotta per suo incarico da Hitler. La crudelt dello
stato nazista e della conduzione della guerra era precisamente quel che volle
la borghesia, che la consigli ad Hitler. Tipi come Glser19 devono certamente
essere trattati come nemici del popolo; aveva ricevuto unistruzione marxista,
per quel che riguarda la borghesia; non torn, come dice, per prender parte
alla sconfitta della Germania, ma alla vittoria. La guerra nella quale si arruol,
non cominci come un crimine contro il popolo tedesco, ma contro altri
popoli.
I prologhi
Due sorelle escono fuori dal rifugio antiaereo, si chiudono in casa e capiscono
che il fratello, in fuga dal fronte, caduto nelle mani delle SS. Che devono
fare? Uscire e tentare di salvarlo? Luna (Ismene) ha paura, ma non c tempo
per una decisione, irrompe un uomo delle SS e chiede se conoscano il
traditore; poi guarda Antigone con un coltello in mano, ed Ismene si rivolge
al pubblico: Guardai allora mia sorella./ Doveva nella sua pena mortale/
andare adesso a liberare il fratello?/ Poteva non essere ancora morto. In
questo momento di sospensione, c il richiamo di Brecht alla responsabilit
della scelta individuale. La risposta lasciata al pubblico, che cos
direttamente coinvolto nei fatti. Leroicit del gesto non consisterebbe, se
compiuto, nella sepoltura, nel dare onore ai morti: ma nella possibilit,
appena accennata, di salvare il fratello disertore che potrebbe non essere
ancora morto, dunque una motivazione meno legata ad imperativi morali e
decisamente lontana da scrupoli religiosi. Ma anche se le donne negheranno
di conoscere il fratello, come Madre Coraggio negher di conoscere il figlio,
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I personaggi
Polinice ed Eteocle in Brecht sono ambedue dalla parte di Tebe, ma dopo la
morte di Eteocle, Polinice cerca di disertare, e perci, catturato da Creonte,
ucciso. La sepoltura negata a Polinice un atto di propaganda. Linteresse
principale volto alle motivazioni della rovina di una dinastia di potenti, e
della classe dirigente che lha appoggiata. Il gesto di Antigone espressione
di una rivolta e di un malcontento che viene dallinterno della famiglia al
potere, di cui Antigone parte integrante. In Sofocle, riflette Brecht, il tiranno
si scontra con unusanza umana, quella della sepoltura. Nella nuova
versione c una costellazione di motivazioni a determinare la caduta di chi
al potere: la tragedia racconta solo latto finale, quando la guerra non
terminata (come accade in Sofocle), ma anzi si deve adoperare la violenza pi
disperata nellillusione di poter ancora raggiungere la vittoria.
Lazione di Antigone consiste nellopporsi al tiranno denunciando la verit: il Fhrer ha condotto alla rovina lo Stato intero per una guerra ambiziosa,
che ha svuotato la citt di uomini e di forze. Lonore dei morti, che certo resta
anche in Brecht, passa in secondo piano. Il conflitto tra Creonte ed Antigone
non pu dunque essere interpretato nei termini hegeliani come confronto tra
due sfere di valori equivalenti Stato e famiglia , oppure come lantagonismo tra la polis e lantico ordine gentilizio, di cui Antigone sarebbe la rappresentante. In Brecht, Creonte univocamente lesponente di un ordine sociale reazionario, guerrafondaio, miope e criminale. Non sussiste la possibilit
di uninterpretazione positiva o in qualche modo giustificatoria di Creonte. La
sua falsit e la sua cattiva fede sono nascoste da una propaganda abile: non
vero, come Creonte afferma davanti ai Tebani, che Polinice un amico di
Argo, dunque un collaboratore del nemico; e soprattutto non vero che la
guerra sta per essere vinta, e che i giovani stanno per tornare carichi di
bottino.
La resistenza di Antigone consiste dunque nello svelare le bugie del tiranno. Ma Antigone non priva di colpe: anche lei, infatti, ha mangiato del
pane che era stato cotto nella grotta scura del potere, e si ribellata solo
quando ha capito che quel che accadeva nella casa di Laio era destinato a
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Il coro
Altrettanto cieco il coro, che segue fino alla fine il Fhrer nella caduta definitiva. Gli intermezzi corali sono anchessi cambiati da Brecht coerentemente
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a questa visione politica: il celebre primo stasimo, linno alle capacit delluomo, viene modificato nel senso che il coro angosciato contempla la mostruosit delluomo non solo quando domina la natura, ma soprattutto quando si
impone sugli altri uomini. Nel secondo stasimo brechtiano, il coro mette in
guardia il tiranno dalla possibile rivoluzione di coloro che sono schiacciati.
Non gettarlo troppo in basso [chi ti irrit]/ cos che pi tu non lo veda []
Rialza il capo il reietto; e disumanato rammenta/ lantica figura gi vissuta, e
rinnovato si leva. Lultimo canto corale, quello che si apre con levocazione di
Dioniso, nel quinto stasimo dellAntigone sofoclea, che nella traduzione-rielaborazione di Hlderlin voleva trasmettere una voce primordiale, dionisaca
nel senso originario del termine, diventa in Brecht il canto funebre di un
regime che con il superomismo dionisiaco si era identificato, e negli ultimi
giorni aveva combattuto in preda a frenesia isterica. Nel canto corale dei
vecchi dellAntigone di Brecht si sente leco degli adolescenti della Hitlerjugend che durante gli ultimi giorni dellassedio di Berlino credevano ancora
al Fhrer e alla vittoria finale, e si sacrificavano con fanatismo (parola che
sotto il nazismo aveva un significato positivo) irrazionale e maniaco. Lultimo
canto corale il commiato dei gerarchi nazisti nella Berlino ridotta in briciole
nellaprile 1945. il canto dellinfrangersi del sogno criminale di guerra di
Hitler.
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vero banale se non si vedesse un tipo del tutto specifico di violenza, quello
che deriva dallincapacit, insomma: la crudelt si riconduce alla stupidit.
[] pericoloso voler imporre allarte una missione morale. [] (10 aprile
1948).
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ch il genere letterario obbedisce alle sue regole: Ecco. Ora la molla carica.
Non deve far altro che scaricarsi da sola. questo il comodo nella tragedia. Si
d una spintarella perch prenda il via [] tutto. Dopo, non c altro se non
lasciar fare. Si tranquilli. La cosa gira da sola. minuzioso, ben oliato da
sempre. Il coro non sta parlando della vita, ma del genere letterario che impera sulle scene francesi dal XVII secolo, che riposante, perch si sa che
non c pi speranza, la sporca speranza, si sa insomma come va a finire.
Sono certamente riflessioni estetiche, costellate di temi esistenzialisti: basti
pensare alla fine della speranza. In un niente, dice il coro di Anhouil,
comincia la tragedia. Nel Mito di Sisifo, Camus descrive la presa di coscienza
dellassurdo, improvvisa, grazie ad una domanda di troppo che ci si pone una
sera. Per il coro di Anhouil sono lamore folgorante (uno sguardo di un
secondo su una ragazza che passa), oppure il senso della dignit umana
(un desiderio di onore un bel giorno, al risveglio), a scatenare la tragedia:
insomma la scoperta, da parte delleroe tragico, che non pi possibile vivere
senza perfezione. Allora, ecco, comincia commenta il coro, ripetendosi.
La seconda parte della tragedia impegnata dal dialogo tra Creonte ed
Antigone. La ragazza portata davanti al tiranno da guardie che gi pensano
alla ricompensa, e a come spenderla in bevute e puttane. Si ha limpressione
che il drammaturgo non abbia alcuna comprensione per questi uomini brutali
ed ottusi come le SS e i poliziotti collaborazionisti. In Anhouil sono senza sentimenti: patente nella scena finale, quando ad Antigone la guardia nega di
scrivere la sua ultima lettera, destinata ad Emone, ed acconsente solo di farsi
dettare delle righe la cui intensit non capisce. Creonte, da parte sua, cerca di
salvare Antigone, minandone le certezze: la accusa di aver osato infrangere la
legge credendo che lessere una figlia di re le assicurasse limpunit, poi di
agire irrazionalmente come Edipo, suo padre, che ha enfatizzato i suoi
problemi personali mettendoli al di sopra del mestiere di regnare; le assicura
che, se star zitta e se ne torner a casa, tutto verr messo a tacere. Antigone
persiste: bisogna che lei seppellisca il fratello, per quanto inutile, per quanto
assurdo. Creonte ridicolizza ulteriormente il suo gesto, descrivendo anche la
sepoltura come una pantomima: il rito non toglie o aggiunge nulla alla
morte. Antigone risponde che compie il gesto per se stessa. Creonte
esasperato, torce forte il braccio alla ragazza, poi sferra lattacco finale: quella
vicenda solo una storia di politica. Antigone non ne sa nulla, ma Polinice, il
cui cadavere in putrefazione insozza la citt, un fatto politico, un esempio
da dare ai rozzi, al popolo, che capisce solo il linguaggio della violenza.
Siete odioso! dice Antigone. Creonte risponde che il mestiere a volerlo,
un mestiere che lui ha accettato, a cui ha detto s come un operaio dice s ad
un lavoro. Antigone, con la sua capacit di dire no, mette in difficolt il re,
che ha paura, perch non vuole mandarla a morte, le chiede addirittura di
aver piet e di accettare di vivere, poi sbotta e le fa una lezione non tanto di
Realpolitik, quanto di vita. Bisogna adattarsi, dover dire s, e non si tratta
nemmeno di una scelta, se la barca sta andando a fondo, se si aggrappati
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denaro. La famiglia trascorre le ferie al mare. Gli anacronismi stridono con gli
elementi residui della tragedia antica, quale la spada con cui Emone si
uccide. una scelta consapevole dellautore, che vuole cos mostrare
latemporalit della vicenda, la sua esemplarit, rinunciando ad esplicite allusioni al presente, che del resto non sarebbero passate al vaglio della censura
nazista. Il dramma di Anhouil improntato perci allambiguit estrema, e
per questo potette essere rivendicato come esemplare delle proprie posizioni
sia dai collaborazionisti che dai resistenti (c una documentazione in due volumi su questo dibattito).23 Jacques Lacan denunci in una formula lapidaria
la piccola Antigone fascista di Anhouil. Ambiguo certamente Creonte, vittima in fin dei conti del suo stesso potere; ambigua Antigone nella sua ansia
di morte; ambigua Ismene, che non aiuta la sorella, e sembra impersonare la
morale borghese, ma esce di scena con la promessa di ripetere il gesto di Antigone; ambiguo Emone, un ragazzo immaturo ed incapace di vere e proprie
scelte, che si affida ancora al padre come quando era bambino, e si rifugia
infine nella tomba come nellutero materno insieme alla sua sposa ragazzina.
Il tema dellinfanzia, della sua purezza, della nostalgia dellet bambina,
un filo conduttore della pice. Piccola, piccolo laggettivo pi ricorrente:
che tutto sia bello come quando ero bambina oppure morire, la filosofia
di Antigone. Il personaggio della nutrice probabilmente escogitato proprio
per sottolineare la giovinezza di Antigone. Ladolescente la figura centrale
delluniverso poetico di Jean Anhouil, ed Antigone simboleggia la
consacrazione mitica di questo ideale di purezza e sogno, che non viene a
patti con la vita. Antigone il simbolo di coloro che possono dire no a tutto
ci che non amano, mettere in dubbio la natura della felicit offerta da una
societ conformista ed il valore di unesistenza condannata allusura del
tempo. Antigone ed Emone si amano, ma la ragazza esprime davanti a
Creonte la vergogna di vedere il suo fidanzato diventare monsieur Hmon,
come il padre costretto a dire s, un Emone cresciuto, insomma: Antigone
pu amare solo un Emone integerrimo e giovane, esigente e fedele, come lei
stessa.
Ci si pu chiedere per se questa esaltazione della giovinezza non sia ironica. Antigone giovane, vero, ha ventanni, ma ventanni non sono linfanzia e nemmeno pi ladolescenza, e soprattutto non lo erano affatto nel 1942!
La vezzosa Antigone gioca a fare la bambina. La vita , del resto, teatro,
imposizione di ruoli. Nel dramma le metafore del gioco come recita, possibile nella lingua francese, sono molte. Ma Antigone gioca a fare la bambina
sino a che Creonte non pronuncia la parola felicit. Allora la sua maschera
infantile cade, allora la ribellione si fa seria, ed Antigone che era sul punto di
salvarsi ostinatamente ribadisce che la sua via morire. E non muore da
bambina, tuttaltro. Muore consapevole della propria scomodit in una societ di cui non accetta i meccanismi.
23
Manfred Flgge, Verweigerung oder Neue Ordnung. Jean Anhouils Antigone im politischen
und ideologischen Kontext der Besatzungszeit 1940-1944, due volumi, 1982.
47
Su Antigone nel film di Liliana Cavani e nei film della von Trotta torno in Antigone sullo
schermo, Bari 2012.
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Vedi Bernd Seidensticker, Walter Jens und die Antike, in: Mythen in nachmythischer Zeit. Die
Antike in der deutschsprachigen Literatur der Gegenwart, hrsg. von B. Seidensticker M.
Vhler, Berlin/New York 2002, pp. 181-207.
sione critica di fatti attuali. Il teatro greco insomma, vuole dire Jens a ragione,
non meno politico di quello di Brecht, e qualsiasi considerazione puramente
estetica del fatto teatrale greco limitata e sviante. Tra laltro i concorsi drammatici ad Atene erano una grande manifestazione popolare, al contrario del
teatro moderno. Per quel che riguarda pi direttamente lAntigone, le osservazioni di Goethe e linfluente interpretazione di Hegel non colgono affatto nel
segno. Per bocca di Sofocle, Jens d la sua interpretazione della tragedia, a cui
aveva dedicato un saggio filologico nel 1952.26 Per Jens, Creonte il tiranno, e
linterpretazione hegeliana, che vede il personaggio come unistanza morale
sullo stesso piano di Antigone, rappresentante unilaterale, ma con la stessa
autorit, di un diritto diverso da quello che lei rappresenta, rigettata con fermezza: Creonte un pazzo, un criminale, che si scaglia con crudelt contro
una ragazza che voleva solo seppellire il fratello. Ma chi , allora, Antigone?
Una ragazza non totalmente ingenua, che conosce le ragioni del suo gesto,
della razza di coloro che sanno dire no alle ingiustizie morali: in
questespressione, Jens si ricorda di Anhouil, ma anche di se stesso. Il suo
primo romanzo di successo, infatti, si intitola proprio No. Il mondo degli accusati, pubblicato nel 1950, ed il protagonista un uomo, con tratti autobiografici, che sa dire no al potere e alla corruzione. Daltro canto Antigone ,
secondo Jens, un personaggio completamente privo damore, che trova solo
nel suo moralismo la ragione della propria esistenza. In una battuta che fa
pronunciare a Sofocle, Jens suggerisce persino la possibilit di un amore
incestuoso con il fratello (argomento poi ripreso da varie interpretazioni
psicoanalitiche).
Jens non intende servire interessi filologici, e ridimensionare il teatro
brechtiano in favore di quello sofocleo: ma piuttosto affermare lutilit dei
classici antichi, compresi nella loro dimensione storica, per il presente. Proprio unanalisi storica svela, secondo Jens, il senso delloperazione brechtiana,
ovvero lapplicazione ad un testo antico di categorie che la societ che lo ha
prodotto non conosceva: cio la divisione in classi basata sui mezzi di
produzione. Posso impararla? chiede questo Sofocle immaginario al
collega Brecht, che gli risponde: certo, un meccanismo semplice. La
risposta di Brecht esprime la critica di Jens, e di parte del teatro postbrechtiano, allapplicazione schematica da parte del maestro di categorie
marxiste.
Lautore ripubblica il Dialogo tra Sofocle e Brecht in una raccolta di saggi
sullantichit nel 1978, anno cruciale per la ricezione di Antigone in Germania,
come vedremo. In un momento politicamente assai difficile per la Repubblica
Federale Tedesca, Jens prende le distanze anche dallequiparazione della ribellione di Antigone a quella armata delle terroriste che lottano contro lo Stato
capitalista.
26
Antigone-Interpretationen, in: Satura. Frchte aus der antiken Welt. Otto Weinreich zum 13.
Mrz 1951 dargebracht, Baden-Baden 1952, pp. 43-58.
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BRECHT (si accende un sigaro): Dovete passare la parola alluomo che siede accanto a me.
SPEAKER: Subito. Volevo dire: tuttavia il Suo dramma pieno di allusioni alla
guerra dei Tedeschi contro lUnione Sovietica: qui sono cucite pellicce per
linverno, l lottano i partigiani come lupi l (si interrompe) Perch allora non dire Seydlitz, Pio XII, Hitler, Krupp29? Perch questo passare
attraverso la Grecia?
BRECHT: Per rendere tutto pi chiaro. A causa della obiettivizzazione. La distanza storica mette in guardia da unidentificazione frettolosa. Solo quel
che appare antichizzato rende possibile allo spettatore la libert di calcolo
e gli permette di osservare attentamente il carattere di modello del dramma. Chi vuole trasformare un dramma di personaggi in un dramma sociale, deve prenderla alla lontana. Ha bisogno della distanza. Attualit ed
estraneit: questa la giusta miscela. Analogia, che viene condotta sino al
concetto. Perci Antigone. E per rendere evidenti i rapporti del potere e
non solo per giurare sullo spirito degli antichi si dice cos? (Rivolto a Sofocle) Mi dispiace. Da me non possono essere perseguiti interessi filologici.
Questa Antigone
SOFOCLE (piano e per inciso): Ti piace?
BRECHT (che alla fine della sua parte si aspettava un intermezzo pi lungo dello
Speaker, quasi scioccato): Come?
SOFOCLE: Ti ho chiesto se ti piace. (Non arriva nessuna risposta) A me , per
dirla tutta, estranea. Fondamentalmente non mi sono ancora mai chiesto
quanti anni davvero abbia, se quattordici o quindici o forse gi diciassette,
e se quel che le faccio dire si adatta in generale al suo carattere. (Pausa) Il
suo carattere! Buono? Cattivo? Cosa vuoi che ne sappia, io Una eroina?
No. Ha troppa paura per esserlo. Una donna che ama? (Alza le spalle) Pu
essere. Per quel che mi riguarda mi son guardato bene anche solo di fare
una piccola menzione erotica. Se Antigone ama qualcuno, allora suo
fratello.
BRECHT (molto interessato): Davvero solo lui?
SOFOCLE (meravigliato): E chi altri?
SPEAKER: Comunque si dice (rivolto al pubblico) pardon, un secondo, (sfoglia
un libro) lo trovo subito. Ecco, Creonte dice ad Antigone: mai un nemico,
anche se morto, diverr amico. Ed ecco la risposta: Ma certo. Vivo non
per lodio, ma per lamore.
SOFOCLE (a Brecht): Lhai scritto tu?
BRECHT (a Sofocle): No, lhai scritto tu. (Sofocle scuote la testa)
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SPEAKER: Una frase citata spesso: non sono qui per odiare, ma per amare:
cos era scritto, in greco, nellaula magna della nostra scuola. Una frase che
testimonia come non ci sia frattura tra lumanit greca e la devozione cristiana. Nel segno dellamore
SOFOCLE (interrompendo): Amore! Amore! Antigone e lamore! Proprio lei, lei
che insulta la sorella dicendo: perch chiedi a me? chiedi a Creonte!
Creonte che ti sta a cuore!: e voi lo chiamate amore?
BRECHT: E tuttavia lei dice che
SOFOCLE: No, lei dice no! (Gli altri due guardano meravigliati) Allora, attenzione
(prende un bicchiere, lo mette davanti a s sul tavolo) Creonte (prende un posacenere e lo pone accanto al bicchiere) Antigone. Questo qui (ed indica il bicchiere) conosce solo amico e nemico. Amico il compagno politico. Nemico
lavversario politico. Amico Eteocle, che morto eroicamente, come dice
Creonte, per Tebe. Nemico Polinice, che ha mosso guerra alla sua patria.
Ed ora (indica il posacenere) ecco Antigone. La sorella. Affezionata a tutte e
due i fratelli. Ecco perch dice: Non sono nata per essere un nemico, ma
un amico. Un amico tra i miei fratelli. Questo tutto. una replica alla
frase delluomo, nel sistema amico/nemico nel quale non si inquadra, perch una sorella non pu giudicare i fratelli secondo criteri politici. Non
pu riservare al patriota un abbraccio fraterno e al disertore una
denuncia! (Rivolto a Brecht) Hai capito?
BRECHT: S. Cambier il verso. Del resto, non mi mai piaciuto. (Pausa. Il conduttore cerca di passare in maniera appropriata ad un altro argomento. Brecht tira
dal sigaro) Una morte sobria, devo dire. Non ci sono molti rulli di tamburo.
SOFOCLE: Se tu con rulli di tamburo intendi pathos hai ragione. davvero
una morte sobria. Sobria, riflessiva, dignitosa. (Allo Speaker) Posso fare
delle citazioni? (Lo Speaker fa cenno di s con la testa) Bene, allora sentite. (Si
tira indietro, parla a memoria) Chi pensa giustamente, mi capir. Se fossi
madre, se fosse morto mio marito, non avrei osato agire contro la citt.
Con quale diritto dico ci? Se avessi perso mio marito avrei potuto trovarne un altro. Se mi fosse morto un bambino, avrei potuto averne un altro
da un altro uomo. Ma ora, dato che i genitori sono morti, nessuno mi rid
indietro mio fratello. Cos dice la legge che seguo.
SPEAKER: Potrei chiederLe di citare una seconda volta il passo?
SOFOCLE: E perch?
SPEAKER: stato scritto molto su queste frasi di Antigone. Vorrei mandare a
prendere un libro, per verificarlo sul testo.
SOFOCLE: Va bene, ma allora per favore devo citare tutto il passo. (Lo Speaker
chiama con un cenno uno degli inservienti, gli dice qualcosa allorecchio e lo manda fuori: presto, urgente. Poco prima che Sofocle abbia finito la sua citazione,
linserviente ritorna. Nel frattempo Brecht ha accompagnato il discorso di Sofocle
con gesti che lo scandiscono, e con unespressione di consenso)
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Cio Goethe.
Cio Goethe.
Non mi seguono.
Sappiatelo: costoro hanno pagato chi ha commesso questazione.
Cos non parla nessun avvocato di un principio etico. Cos parla un tiranno! Cos parla un folle! Un folle che fiuta piani di opposizione un gigantesco complotto! dove in realt c solo una ragazzina, che d lestremo
onore al fratello. (Si interrompe, si volta verso Brecht e chiede di fretta) A proposito: come hai tradotto deinos?
BRECHT (confuso): Come cosa?
SOFOCLE: Conosci il greco, no?
BRECHT (in maniera evasiva): S, certo. Se cos si pu dire.
SPEAKER: deinos (viene in aiuto a Brecht) vuol dire terribile.
SOFOCLE: Di nuovo sbagliato. Significa tremendo32. E precisamente nel doppio significato della parola: grande e perturbante e proprio questo luomo e proprio questo Creonte: terribile come dominatore della natura,
perturbante nella sua ambiguit morale. Signore del fuoco! Ma guai se
luomo come Creonte gioca col fuoco! Tremendo molto, e niente
pi tremendo delluomo: proprio la sua grandezza che fa cadere cos in
basso lessere umano. (Si interrompe di nuovo, come prima) Allora: come hai
tradotto deinos?
BRECHT: Ho usato una vecchia traduzione di Hlderlin.
SOFOCLE: Conosceva il greco?
BRECHT: Credo proprio di s.
SOFOCLE: Fammi vedere. (Prende il testo di Brecht, lo sfoglia) Ah, ecco: ungeheuer.
S, va bene. (Legge ancora, sorpreso) Questo sapeva il greco, dici? Questo
qui?
BRECHT (esitante): Certo. Veniva da Tbingen.
SOFOCLE: Alla faccia! Certo non sapeva il greco. (Mostra un passo nel testo) Che
significa questa cosa qui?
BRECHT (legge): Esperto in tutto, inesperto. A nulla perviene.33
SOFOCLE: Leggi di nuovo
BRECHT (ricomincia): Esperto in tutto
SOFOCLE: Punto.
BRECHT: Dici?
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SOFOCLE: Ho detto: punto. Luomo esperto in tutto. Cos sta nel mio testo. E
ora avanti.
BRECHT: inesperto.
SOFOCLE: Togli il punto!
BRECHT: a nulla perviene.
SOFOCLE: E adesso costruisci la frase: a nulla perviene inesperto. Ecco, cos
giusta. Invece nel tuo testo sta il contrario: Non arriva a nulla.
BRECHT: Hai ragione. Cos non fa senso. Avrei dovuto notarlo. (Allo speaker)
Avete una matita? Devo correggerlo subito.
SPEAKER: Pi tardi. (Guarda lorologio) In fin dei conti qui dobbiamo parlare di
cose ben pi importanti che punti e virgole.
BRECHT: Ah s? Dovevo immaginarlo. (Comincia a raccogliere le sue cose) Allora
stasera non sono luomo giusto. Per me veramente non c niente di pi
interessante dellinterpunzione, e come ha detto Lei? niente di pi importante di virgole e punti una predilezione che, sia notato a margine,
mi fa simile ai banchieri: anche loro sanno cosa significa una virgola messa
al posto sbagliato. Allora continuiamo a discutere?
SPEAKER: Ma certo, intendevo dire solo che
BRECHT: Va bene, va bene. (A Sofocle) Quanti drammi hai scritto?
SOFOCLE: Centotrenta. E tu?
BRECHT: Cento e
SOFOCLE: Io ho cominciato prima, e poi ho vissuto novantanni. Ma hai ragione. Dovevo sempre lavorare. Anche gli altri, se per questo. Eschilo ha
pure lui scritto cento tragedie. E anche Euripide. Non ci stato regalato
niente. Ogni primavera quattro drammi: questa era la regola.
BRECHT (scuotendo la testa): Centotrenta: per anno sarebbero
SOFOCLE: Ero esperto nel mio mestiere. Ero un tecnico, sai. Ventiquattro vittorie, in totale. E tu?
BRECHT: Da noi non ci sono concorsi. Grazie al cielo. Temo che non avrei avuto tanto successo.
SOFOCLE: Hai avuto concorrenti? Qualcuno che era meglio di te?
BRECHT: No, ma pi potenti s.
SOFOCLE: Come poeti?
BRECHT (sorridendo): Anche come poeti. Come poeta, beninteso. E come
ministro.
SPEAKER: Parla di Becher34?
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BRECHT: Io parlare di? Ma che dice (si rivolge a Sofocle) Hai avuto a che
fare anche con la politica?
SOFOCLE: Naturalmente. In fin dei conti ero un funzionario statale.
BRECHT: Quindi stavi dallaltra parte.
SOFOCLE: Non credo. Senti qui, dallAntigone, la scena dove la guardia si congeda da Creonte: (prende un libro e legge)
Guardia: Devo dire ancora qualcosa oppure vado via subito?
Creonte: Ancora non sai quanto mi pesa il tuo parlare?
Guardia: Ti morde le orecchie o lanima?
Creonte: Indaghi ancora, dove sia la mia ira?
Guardia: Il colpevole ti ha offeso il cuore, io le orecchie.
Creonte: Buon dio! Che chiacchierone quello che?
(Sofocle si interrompe, e si guarda intorno stupito) Come, non ridete? Non notate quanto comico?
SPEAKER: Comico?
BRECHT (pensieroso): Comico, dici?
SOFOCLE: Ma certo! Oppure pensate che non si sia riso, quando si metteva in
scena una tragedia? E che non si sia riso, quando la guardia, con i suoi
stupidi scherzi, mette allangolo il re? Come trionfa il proletario su una
grande casata! Cosa credete, che il popolo non abbia alzato grida di gioia,
quando la guardia ha mostrato al tiranno che cosa un gioco di parole?
BRECHT (interessato): Il popolo, hai detto?
SOFOCLE: Uomini e donne, schiavi e bambini. Tutto il popolo. Non pi cos
oggi?
BRECHT: Non proprio. Almeno non per il momento.
SOFOCLE (senza dar retta a Brecht): Ma da noi era unesplosione! Le donne gridavano, sulla scena sprizzava il sangue, le gru fendevano laria, bruciavano le case, persino la natura, il tramonto del sole e la notte partecipavano alla messa in scena!
BRECHT: E trovi tutto questo bello? Se il tuo Edipo, con la sua maschera sporca
di marmellata, guarda fisso verso il pubblico e le donne cominciano a strillare lo trovi bello?
SOFOCLE: teatro, in fin dei conti.
BRECHT: Giusto. Questo sarebbe teatro. Le donne piagnucolano e la gente piagnucola con loro. La parola dordine : paura e compassione35. Immedesimazione! Identificazione! Ciascuno Edipo, ciascuno Antigone! E lo scopo
si chiama: catarsi. La purificazione dello spettatore dalla paura e dalla
35
62
Sono le categorie aristoteliche con le quali si descrive, nella Poetica, 6, 1449 b, i mezzi
della tragedia. Di seguito il personaggio Brecht parafrasa il celebre passo di Aristotele,
forse il pi discusso dellantichit.
compassione attraverso limitazione di unazione che susciti paura e compassione una purificazione che sulla base di un atto psichico particolare
provoca limmedesimazione dello spettatore nei personaggi in scena. Io
dico: immedesimazione ed intendo con ci: obbligo a partecipare. Obbligo
con tutti i mezzi e ad ogni prezzo. Intendo: eliminazione della critica.
Ipnosi e passivit. La ragione rapita, la realt distrutta a favore di un
mondo illusorio estetico, la razionalit posta fuori gioco. Regge lemozione, ladattamento totale, la magia completa: tutti sentono, sognano,
soffrono, si adirano alla stessa maniera. Trionfo della catarsi! E la vostra
vittoria definitiva, se qualcuno dice: s, io questo lho gi provato. Cos
sono io. Cos naturale che sia. E sar sempre cos. Il dolore di questi
uomini mi scuote, perch non c per esso alcuna via duscita. Questa la
grande arte: tutto cos ovvio. Piango con chi piange, rido con chi ride.
SOFOCLE (stanco per il monologo): Ne abbiamo ancora per molto?
SPEAKER: Dobbiamo rispettare il tempo
BRECHT: Per favore, ancora un momento di pazienza.
SPEAKER: Dobbiamo comunque rispettare il tempo a disposizione. Il
telegiornale
BRECHT (risoluto): Adesso parlo io. (Rivolto a Sofocle) Adesso non parliamo pi
del tuo teatro, ma del mio, che io denomino epico. Un teatro, nel quale si
racconta e si impara, ma si impara in maniera ragionevole! Un teatro, nel
quale non si deve lasciare il cervello al guardaroba, un teatro in cui gli
attori non sono Antigone ed Edipo, ma, fuori dalla posizione di chi si
stupisce e di chi contraddice, mostrano Antigone ed Edipo, un teatro nel
quale lovvio, attraverso dei cambiamenti stranianti, acquista il carattere
dellinsolito: regine che parlano come lavandaie, borseggiatori che parlano
in versi; un teatro, nel quale si fuma e si discute; un teatro della critica e
dello scherzo. Un teatro, in cui lo spettatore dice: questo non mi sarebbe
mai venuto in mente. Cos non si pu fare. Questa cosa deve finire. Il dolore di questuomo mi sconvolge, perch per lui non c via duscita. Questa grande arte: poich non ovvia. Io rido su coloro che piangono,
piango su coloro che ridono. Nel teatro epico si conserva la distanza. Poich ci si augura un atteggiamento critico, e non unacclamazione. E cos
alla fine si ottiene che
SPEAKER: Adesso devo veramente cercare di
BRECHT (sempre pi forte): e cos alla fine si ottiene che lo spettatore non vede
pi rappresentati in scena uomini che sono del tutto immutabili, non influenzabili, consegnati impotenti al loro destino. Lo spettatore vede:
questuomo cos e cos, perch le condizioni sono cos e cos. E le condizioni sono cos e cos, perch lessere umano cos e cos. Ma non immaginabile solo come , ma anche diversamente, ed anche i rapporti sono immaginabili diversi da quelli che sono. Cos si ottiene che lo spettatore in
teatro riceva un nuovo atteggiamento. Riceve cio, rispetto alla rappre63
64
Perch le regole di Aristotele sono derivate a posteriori dal teatro classico e furono applicate alla drammaturgia dal Rinascimento in poi.
credi che nel nostro teatro, dove tutti conoscevano gi perfettamente lintreccio e quindi sapevano anche che laffaire Antigone non sarebbe finito
bene pensi che ci sia stato qualcosa di simile alla tensione? A noi interessava il come, non il cosa, non la variazione di un paio di dozzine di
miti, che ogni scolaro conosceva. Straniamento, dici? Ma, amico, una
parola greca. Fai una ricerca. Xenosis, si dice. un concetto dalla retorica:
chi vuole convincere il suo pubblico, deve portarlo a meravigliarsi, mettendo in una luce nuova quel che abituale, e da molto tempo dimenticato: cio rendendolo qualcosa di estraneo.
BRECHT: E la catarsi?
SOFOCLE: un processo medico, che ha poco a che vedere con entusiasmo ed
ipnosi. Al contrario: chi vuole liberarsi delleccesso di freddo ed umidit
BRECHT: Freddo?
SOFOCLE: Lespressione corretta per la paura fuori dalla norma.
BRECHT: Umidit?
SOFOCLE: Quel che tu sbagliando molto chiami compassione: umidit
che trabocca. Capisci? I brividi di freddo e le lacrime che ci sopraffanno,
quando Antigone muore, pongono come dire fine alla serie degli affetti
ed esigono da ciascuno un trionfo della ragione, che conclude i miei drammi. Nel momento della distruzione Antigone riconosce la verit, Edipo capisce chi . Creonte obbligato a vedere e lo spettatore chiede: la verit veramente vera? La visione davvero conoscenza?
BRECHT (che si di nuovo ricomposto): E chi fa in maniera tale che Edipo comprenda? Chi che lo schiavo resti schiavo? La donna una donna? Che lassassinio sia ripagato e le buone azioni no? Cosa c, chiedo, dietro quei
fatti? In quei fatti, cio, che condizionano il destino delluomo, ma non nel
senso che sono fatalit, ma nel senso che sono compiuti da uomini e di
conseguenza possono essere cambiati In fatti, che consistono in intrecci
sociali tra gli uomini. Di questo non si parla nella tua Antigone, mi sembra.
SOFOCLE: No, di questo no, giusto. Ma forse potresti mostrarmelo. Sarebbe
importante per me. difficile?
BRECHT: No, una volta che si capito che coloro che si chiamano i grandi non
sono solo coloro che conducono, ma anche coloro che vengono condotti,
facile: come appare la societ, bisogna chiedersi, come la divisione del potere e come funziona leconomia quali erano le condizioni che resero
possibile che un tiranno come Creonte non potesse pi essere signore
dellopposizione nella propria stessa casa?
SOFOCLE: Bene, lo imparer. Ma come posso esserti io daiuto?
BRECHT: A me? (Riflette) Sai, vorrei volentieri sapere, come fa uno a scrivere
centotrenta drammi e tra questi una Antigone. Come hai fatto?
SOFOCLE: Facile. Io
65
SPEAKER: No, ora basta, una tale domanda deve restare senza risposta, in questo talk show, che in realt era un dialogo a due: che cosa avrebbe da dire
un moderatore, se due drammaturghi parlano su una figura di fantasia,
che ha affascinato ambedue (anche se in maniera diversa)? Grazie, signori
per il dialogo. Grazie alla ragazza che assente e presente insieme stata
qui con noi. Grazie, ascoltatrici ed ascoltatori, che avete onorato con la vostra presenza questo programma dintrattenimento sul tema Antigone: una
volta, ora e sempre. Vi auguro buona notte.
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Mostruoso luomo
Il tema di Antigone funge da filo rosso alla monumentale opera narrativa,
come fu definita dallautore. Nel primo libro del romanzo, Borghesi e soldati,
ancora sulla via del ritorno, linsegnante del ginnasio, dialogando con il
giovane sottotenente Maus nel treno che da Strasburgo, dopo la disfatta, li
riporta in Germania, cerca di spiegare al commilitone che cosa la guerra aveva
rappresentato per lui.
Ti racconter della mia seconda nascita. Non stavo male fino alla venuta della guerra. Poi fui sul fronte orientale col nostro reggimento, per alcuni mesi.
37
Una raffinata, complessa ricerca sul romanzo e sulla sua unitariet condotta da Simonetta Sanna, November 1918 di Alfred Dblin. La rivoluzione fra attesa e ricordo, in: Link.
Rivista di letteratura e cultura tedesca/Zeitschrift fr deutsche Literatur und Kulturwissenschaft, 1(2001), pp. 115-154. Di una qualche utilit come repertorio di passi la
dissertazione di Jrgen Blume, Die Lektren des Alfred Dblin, Frankfurt a.M./Berlin/New York 1991. Per laspetto specifico dellAntigone in questo romanzo di Dblin
vedi H.D. Osterle, Auf den Spuren der Antigone, in: W. Stauffacher (hrsg.), Internationale
Alfred Dblin-Kolloquien (Basel 1980, New York 1981, Freiburg 1983), Bern 1986, pp. 85115; F. Wambsganz, Sophokles Antigone als Verdichtung des Widerstandsproblems der Individualitt gegen die Staatsrson in Alfred Dblins November 1918, in: IADK Mainz, 2005, pp.
283-296. Del romanzo di Dblin esiste la traduzione italiana solo del primo libro: Borghesi
e soldati, traduzione di R. Leiser e F. Fortini, Torino 1982, da cui tratta la prima citazione. Le altre traduzioni sono mie.
67
Pi tardi venimmo sul fronte occidentale. Avevo sempre avuto una vita facile,
devi saperlo, Maus; gi fin dalla scuola, da quando me ne posso ricordare. A
qualunque epoca io pensi, ho dei buoni ricordi, amicizie durature, amori che
si sciolsero senza dolore. Ho visto spesso lamarezza dei giovani dopo qualche esperienza. Io non ne ho avute, di quelle esperienze. Ero diventato insegnante. I miei ragazzi mi volevano bene. Durante le lezioni sui classici, e dovunque potevo, inculcavo loro in mente quanta la grandezza delluomo. Tu
conosci il coro dellAntigone: Molte cose prodigiose vi sono, nessuna pi prodigiosa delluomo. Oltre il canuto mare, sul tempestoso vento Noto, luomo
procede, valica i flutti muggenti. Egli cinge di reti le liete stirpi degli uccelli, e
ne fa preda; luomo dalla scaltra mente signoreggia con le spire delle reti le
trib delle fiere selvagge e le marine generazioni dei pesci. Egli scopr le
parole e il pensiero infaticabile. Di queste cose, Maus, ero sicuro, ero lieto, le
avevo ereditate. Ero un uomo fortunato, e me lo dicevano infatti. Ero nato di
domenica.
Becker poi ferito in guerra, e allora conosce la differenza tra la morte
esteticamente agognata, come proprio dei due amanti in Tristano e Isotta di
Wagner, e la morte nemica, con la quale combatte nel lazzaretto militare, non
foriera affatto di entusiasmo dionisiaco o erotico. Risospinto alla vita da un
coro di salvatori, i medici che lo hanno curato, non vuole lasciarsi sfuggire il
tempo che gli stato ridonato, n perdere la pace che gli sembra di aver
finalmente raggiunto, dopo aver capito la fragilit dellessere umano e
guardato lapprossimarsi doloroso della fine, indicibile attraverso la poesia o
la musica. La sua tranquillit dura poco. Finita la guerra, Becker, in preda a
complessi di colpa, ossessioni e dubbi, non sa pi godere la bellezza della vita
ritrovata, tenta il suicidio, e mentre si passa la corda al collo recita
ritmicamente il canto corale dellAntigone, ma in una traduzione che ne altera
il senso pessimisticamente: Molto di violento vive, eppure niente pi
violento delluomo, delluomo. Suo malgrado, si salva ed costretto a
ricominciare a vivere.
La fine della vicenda esistenziale di Becker sostanzialmente largomento
della quarta parte del romanzo, che si intitola Karl und Rosa, e nella quale il
tema di Antigone il filo conduttore.
Ritorno a Berlino
Becker torna a Berlino. Tutto il terzo libro della terza parte del romanzo, che
racconta la vita del protagonista tornato nella sua citt, si intitola Antigone o la
colpa degli antenati. Il professore abita con la madre, ed invitato dal direttore
del suo vecchio ginnasio, che vuole aiutarlo, a riprendere il suo posto a
scuola, dapprima per solo in maniera ufficiosa, come suo supplente. il
gennaio 1919.
Becker accetta, e la mattina dopo si avvia verso la scuola, un edificio rimasto illeso dalla guerra; aveva lasciato Berlino e quel quartiere il 3 agosto
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Seguire il cuore
Nella seconda parte della lezione si trattano le Diverse leggi degli dei e degli
Stati. Becker finisce di leggere il dialogo di Antigone con il coro. Ma adesso i
ragazzi sono irrequieti, si permettono di dire che pur rallegrandosi per diversi motivi del fatto che egli abbia assunto le lezioni di greco preferirebbero
ascoltare dal professore qualche racconto di guerra.
La distanza tra Becker e la nuova generazione profonda: i ragazzi
mitizzano quel che Becker vorrebbe dimenticare; non solo: le sue proposte
interpretative del testo greco si scontrano con l incomprensione e il rifiuto.
Quali sono inoltre, si chiede, i diversi e segreti motivi per i quali i ragazzi si
rallegrano che lui abbia sostituito il direttore nelle lezioni di greco? Cosa
vogliono dire i borbottii, gli ammiccamenti, ogni volta che si nomina il
direttore?
Gli scolari vorrebbero che parlasse della guerra e Becker promette di farlo
appena possibile: sempre pi solo e costretto alle corde. La classe non vuol
saperne dellAntigone, un dramma che considerano debole e sentimentale. La
sepoltura di un traditore della patria pare loro inconcepibile: Sarebbe come se
oggi gli spartachisti invitassero la Francia a spedire qui delle truppe per
schiacciare la Germania. Se Polinice, il ribelle, il traditore, cade nel suo
tentativo di espugnare la propria citt, allora i Tebani fanno benissimo a
lasciarlo marcire sul campo, dice il primo della classe che aggiunge,
sfacciatamente: di sicuro Becker, un ufficiale, avrebbe condiviso questa idea.
La classe attende una risposta. Becker, dopo un attimo di riflessione, afferma:
In un certo senso posso tener fede alla mia promessa, se adesso, senza parlare
direttamente della guerra, vi espongo la mia posizione sul caso di Antigone. E
la posizione : Il caduto semplicemente suo fratello. Antigone non si lascia
traviare in questo sentimento e perci il Re pu comandare quel che vuole.
suo fratello, e lei ha il dovere sororale di seppellirlo e di piangerlo.
Il legame diretto di questa interpretazione dellAntigone con lesperienza
bellica del protagonista non compreso dagli studenti. Becker ha imparato,
durante la guerra, che bisogna agire completamente in base ai propri senti71
menti, come Antigone, che bisogna cio provare piet ed essere mossi da un
puro e disinteressato amore per lumanit. Perci attuale linvito contenuto
nella tragedia di Sofocle a seguire il proprio cuore, esempio unico, a dire di
Becker, nel teatro greco. Gli scolari non capiscono. August Schramm, il
socialista della classe, interpreta la modernit di Antigone in senso
rivoluzionario: Antigone rappresenta un tipo contemporaneo. Sta di fronte al
tiranno e non si piega a lui, come vorrebbero qui alcuni- afferma guardandosi
attorno, disprezzando i compagni di classe reazionari. Antigone, argomenta
Schramm, uneroina della Resistenza, e va posta, nella storia della poesia
sulla libert, accanto a Guglielmo Tell. Il dramma di Sofocle tratta, insomma,
del diritto politico dei sottomessi contro i tiranni. Ma subito un altro ragazzo
si ribella ed afferma: Antigone una donna, che non ha la bench minima
idea di cosa sia uno Stato. Nella sua minuscola testolina non entra il fatto che
bisogna rinunciare ai propri sentimenti nellinteresse generale e che qualcuno
bisogna persino sacrificarlo per lo Stato
Un contrasto profondo si apre nella classe e rispecchia la divisione cruenta
della societ, fuori dalla scuola, tra rivoluzionari e no. Una spaccatura che
porter altro, molto sangue. Nella complessa, studiatissima architettura del
monumentale romanzo di Dblin, ogni singolo elemento di questa
discussione apparentemente retorica e solo scolastica sullAntigone anticipa,
come in unoscura profezia oracolare, quello che poi accadr fuori dai libri,
nella realt, nella storia. La contrapposizione tra Stato ed individuo porter
alla repressione sanguinosa della rivoluzione spartachista; non un solo
Creonte ci sar a schiacciare i diritti di unumanit sofferente, ma migliaia di
Creonti che eserciteranno ancora, in nome dello Stato, la violenza indiscriminata ed irrispettosa dellessere umano. Lo Stato, attraverso il sangue innocente, non si indebolito, tuttaltro, ha assunto altre, pi moderne, forme di
controllo e di esercizio del potere, che distruggono le singole Antigoni
ancora capaci di provare piet.
La posizione ostile al personaggio di Antigone espressa dalla maggioranza
degli scolari risponde del resto ad uninterpretazione nazionalistica, vicina
agli slogan del Blut und Boden (sangue e terra) e vlkisch (del popolo) dei
nazisti. Di questa posizione si era fatto interprete il Musikdrama di Houston
Stewart Chamberlain, La morte di Antigone (1902), un esempio raro di pessimismo misogino. Antigone non pu realizzare nessun atto eroico, perch
una donna, dunque incapace per natura, e la sua morte ha senso solo se con
essa espia i peccati del maledetto Edipo. Il dramma mai rappresentato di
Chamberlain, autore anche di un libro dal titolo trasparente, La visione del
mondo ariana (1905), voleva mettere in guardia dai pericoli della ribellione
femminile, forte fattore di destabilizzazione sociale nel momento in cui le
suffragette dimostravano platealmente per il diritto di voto.
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Onorare i comandamenti
Becker cerca comunque una via di mezzo tra il rivoluzionario, il comunista
della classe, che vede in Antigone una dei suoi, e i reazionari, i futuri nazisti,
che la considerano un essere umano inferiore, in quanto donna: e la cerca
nellinterpretazione religiosa. Antigone agisce in base a delle leggi cita
Becker da Sofocle la cui esistenza e la cui validit non di oggi o di ieri, ma
di ogni tempo, e nessuno sa quando siano state dettate. Antigone, dunque,
nella visione di Becker, serve la legge divina, legata ad essa nella buona e
nella cattiva sorte. E a questa riconduce, senza saperlo, anche lo scioglimento
della terribile maledizione sulla stirpe. Si sottomette al comandamento
divino.
Antigone state bene attenti non sta di fronte al potere statale, personificato dal Re, come un qualsiasi individuo privato, ma rappresenta un principio,
che almeno tanto legittimo quanto quello del Re. Lei crede, Schramm, che
Antigone sia una ribelle e che chiami alla rivoluzione. Lei coraggiosa, ma
non una ribelle. in generale proprio il contrario di una rivoluzionaria. Se
c uno, nel dramma, che un sovvertitore, quello non vi meravigliate
Creonte, il Re. Non lo avete ancora notato? S, nel suo volere realmente
tirannico, nel suo orgoglio di essere vincitore e finalmente Re, crede di potersi
opporre alle tradizioni consacrate, di contrastare usi antichissimi. Era infatti
naturale, nella Grecia civilizzata, che la famiglia piangesse e seppellisse il
morto.
Ci sono dei limiti, aggiunge Becker, che non possono essere trasgrediti da
alcuno Stato. Creonte va contro il soprannaturale. Da l arrivano le leggi contro le quali nessuno pu andare e che sono cos forti da potersi permettere di
parlare con la bocca di una ragazza gracile.
Linterpretazione di Becker palesemente anti-hegeliana: Creonte non incarna affatto valori politici, ma il loro sviamento; la sua distorsione dei
contenuti della politica e le sue modalit di gestire la vita sociale ne fanno un
tiranno, la cui presunzione allautosufficienza, come gli ricorda Emone, lo
porteranno allisolamento, cio ad un potere che non pi potere.
Alla fine della seconda lezione, per, il senso di fallimento e la depressione
del professore sono cresciuti. La classe non convinta dalla sua interpretazione cristiana della tragedia sofoclea. Lo Stato deve pur affidarsi a qualcosa. Deve lavorare con paragrafi scritti chiaramente, che sono stabiliti una
volta per tutti Non si pu in nessuna circostanza dare ad un cittadino la
possibilit, soprattutto in tempo di guerra, di richiamarsi a comandamenti
divini che gli sarebbero stati dati, se con questi pu portare disordine nellintera vita dello Stato dice il primo della classe. Gli scolari difendono lo Stato
che invece nella visione di Becker nemico da una parte del socialismo
rivoluzionario, daltra parte di una visione cristiana dellesistenza. Becker a
disagio, ed il suo imbarazzo si acuisce quando, dopo la lezione, nella sala dei
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direttore sospetta: forse anche lui uno di quelli pensano. Nella pausa, il
primo della classe aveva fatto passare la parola: non sopportare pi nulla da
quelluomo, e in ogni circostanza fargli una resistenza passiva ed ostruzione.
Becker, salito in cattedra, appare pallido e debole. Guardarlo era come
viaggiare in una terra lontana, sconosciuta. Fu questa lesperienza degli scolari della classe di maturit. In sua presenza osservarono che un essere umano
pi della sua pura apparenza, che un segno per qualcosaltro. Da lui emana
qualcosa, forma un campo di contrapposizioni che genera altri campi di contrapposizioni. una guerra silenziosa e dura quella che si sta combattendo
tra scolari e professore, al punto che Becker non riesce pi a vedere lucidamente i ragazzi che gli stanno di fronte, ma solo occhi, occhi che hanno visto
Satana, che arrivano con pensieri vecchi, dalle case che non hanno vissuto la
guerra. Non sono dei ragazzi, sono lanno 1900 o 1910. Questultima constatazione segna anche la sconfitta di una generazione, che aveva sofferto inutilmente la Prima guerra mondiale, dopo la quale nulla sembrava fosse cambiato. Quando Dblin scrive queste frasi, pensa al Satana contemporaneo alla
scrittura del romanzo, Hitler, che ha invaso il mondo e le giovani menti.
Dblin descrive la classe di Becker avendo come punto di riferimento il
fanatismo e la crudelt della Hitlerjugend, lassociazione giovanile hitleriana.
Resta enigmatico, perch solo Antigone conosca quella legge. E per giunta
una legge celeste sulla sepoltura. Ancora una volta si vede solo in cosa pu
incorrere una donna eccitata nella sua ostinazione. Tutta la classe rise.
Anche il rivoluzionario Schramm, il socialista, della stessa opinione dei suoi
compagni, pur cercando di dare una spiegazione sociologica, per dir cos, della vicenda tragica, perch le donne sistematicamente escluse dalla vita pubblica nellantichit accettano le favole delle nutrici come verit. Qualcuno
grida da dietro: Principe di Homburg. La reazione a Becker architettata. La
ribellione palese e riuscita. Il primo della classe, a cui si deve la regia della
rivolta, pronuncia le parole definitive:
Il problema Stato ed individuo, Stato contro individuo oppure individuo
contro Stato trova nellAntigone la sua soluzione greca. Il Principe di Homburg
di Heinrich von Kleist, che stiamo leggendo proprio ora, d invece la soluzione tedesca. Il principe non obbedisce ad un ordine, in guerra, a Fehrbellin.
Ma sebbene conduca la battaglia addirittura alla vittoria, condannato a morte, per insubordinazione. E come tedesco non esita a riconoscersi colpevole.
Non si rifugia in chiss quale, sconosciuta, legge. Riconosce la sovranit dello
Stato ed il proprio dovere di ubbidire. La patria per lui, come per il suo
principe, il bene pi grande di tutti.
Non serve a niente che Becker rifiuti la comparazione tra lAntigone ed il
Principe di Homburg, due opere lontanissime nel tempo e nella dimensione culturale. Il primo della classe coglie al balzo loccasione per affermare: Bene, allora lAntigone una cosa greca. Non abbiamo niente da dire a proposito. Ci
estranea, qualcosa di esotico. Per noi Tedeschi , resta e deve restare la patria il bene pi grande, in senso assoluto. Senza compromessi. Persino la filiazione dello spirito tedesco da quello greco rifiutata, anzi irrisa. Il primo della
classe, il signorotto intelligente, ironico, crudele, rappresenta la sua generazione che pensa Becker - non ha imparato niente. E quando avrebbe imparato? E grazie a cosa? Quanto profondamente doveva entrare il coltello, prima
che sentissero dolore. a questo punto che Becker comincia a parlare
realmente della guerra, di quello che ha vissuto, ma proprio il racconto della
sua esperienza, che i ragazzi avevano atteso cos ansiosamente, sancisce la sua
definitiva sconfitta. Il reduce rappresenta la guerra come una colpa che investe quelli che vi hanno partecipato con entusiasmo ed impegnandovi ogni
possibile energia. insensato cercare criminali di guerra, dice Becker, perch
tutti sono colpevoli, e tutti pagano le conseguenze e la pena, linfelicit dalla
guerra causate: Noi tutti, giovani o vecchi, che abbiamo vissuto prima della
guerra ed abbiamo preso parte alla guerra, in posti di comando o no, siamo
colpevoli.
verdetto. Becker parla per conto suo, senza lasciarsi disturbare dallindisponente domanda del primo della classe (E chi dovrebbe, di grazia, essere
questo oscuro qualcosa che ci sovrasta?), e sulla scia dei pensieri giunge alla
riflessione sulla morte, che adesso diventa con un significativo spostamento
di senso il nucleo della sua interpretazione dellAntigone:
Dietro la domanda Stato ed individuo oppure dovere verso lo Stato oppure
verso una legge non scritta si nasconde la domanda sulla morte. E qui siamo
davvero arrivati al nocciolo della tragedia Antigone. Alcuni di voi sono rimasti
scandalizzati dal fatto che si debba costruire unintera tragedia sulla
questione: un morto deve essere sepolto oppure no? A voi sembrato assurdo
un dissidio del genere per una sepoltura e le sue orrende conseguenze. Ma
per essere pi precisi: il tema dellAntigone non n sentimento contro
dovere, n dovere verso lo Stato contro il dovere verso lelemento divino,
ma: come deve comportarsi il mondo dei vivi rispetto al mondo dei morti?
Gli scolari si guardarono di sottecchi, alcuni fecero delle smorfie, uno
sussurr: buffone, altri erano attenti e seguivano. Becker: Leroina del
dramma sente la morte come una cosa molto importante. Ed in realt: il vero e
proprio eroe del dramma non lei, ma il morto Polinice. Nel dramma si tratta
del diritto che un morto ha sui vivi. morto un guerriero. Non ha lasciato
alcun ricordo. Questo morto non sar visibile e non lo si sentir, non lo si
potr ascoltare, ma invade la sfera dei vivi e trova un avvocato difensore in
sua sorella Antigone. una donna che prende in s i suoi cari. La donna
accoglie coloro che non sono ancora nati, che non esistono ancora. Lui, il
morto Polinice, inerte, non pu esprimersi, ma agisce in lei, si serve del suo
corpo e della sua anima, e lei non pu sottrarglisi. E non gli si sottrae. Perch
quel che lui esige suo diritto. Lei parla per lui ed espone i suoi argomenti. Il
morto desidera un appoggio per la sua esistenza, una cura. Noi non vogliamo
occuparci delle idee degli antichi sullesistenza dei morti. Immaginatevi i
morti che vivono come ombre nellaldil. Ma di una cosa gli antichi erano
sicuri: la vita delluomo non si dilegua con la sua esistenza visibile. Va oltre.
Gli antichi pensavano, come noi apprendiamo anche da questo dramma
stupendo: dobbiamo guardare con rispetto e timore allaldil della nostra vita
sensibile. (Come Antigone accoglie suo fratello morto, cos io ho dovuto
accogliere in me molti caduti, morti prematuramente ed andati via
inconsapevolmente. Lo so, io sono loro servitore, non li dimentico).
Tra parentesi sono i pensieri di Becker. Dal piano della spiegazione politica,
Becker, arresosi allincapacit di opporsi al senso dello Stato della classe,
passato a quello della spiegazione quasi psicologica: Antigone, che come
corpo femminile fatta per accogliere altre vite, accoglie in s quella del
fratello morto. Becker parla per esperienza: egli infatti sente in s, percepisce
fisicamente, i tanti, troppi morti che ha visto in guerra, e continua a servirli.
Solo attraverso la fede nella sopravvivenza alla morte lessere umano, che
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quel che importa se si ha un concetto chiaro della Nazione e se bisogna rispettarlo. Oggi non c nessun bisogno di spiritismo. La Nazione ha bisogno
di singoli uomini, che la curino e rispettino. [] Noi ci aspettavamo da Lei,
signor dottor Becker, parole e punti di vista chiari, specie in un tema cos insidioso come Antigone contro lo Stato. Ma dobbiamo constatare con rammarico che non possiamo fare affidamento su di Lei. Cos come stanno le cose,
sono anche obbligato a comunicarLe che la classe che in questo momento segue le sue lezioni di greco, entrer in sciopero se il direttore osa entrare anche
solo unaltra volta qui dentro.
Becker spedisce dal vice-direttore lo sfacciato studente, il resto della classe
abbassa la testa vergognandosi. Ma la battaglia persa. Sar lultima lezione
tenuta da Becker. La tragedia durata tre atti, tre lezioni. Fuori dalla classe, il
vice-direttore, sebbene daccordo sullinammissibilit del comportamento
tenuto dal primo della classe, resta piuttosto tiepido nei confronti del collega.
Inizia una nuova sezione del romanzo, la cui architettura narrativa ancora
tenuta insieme dalla vicenda di Antigone. Ma mentre questultima sinora era
stata un testo da commentare ed interpretare, adesso entra nella concretezza
della vita e dellesperienza.
La colpa di Antigone
Becker nelle sue lezioni si pone dapprima sulla scia dellinterpretazione
hegeliana dellAntigone, ma alla fine d una soluzione che si avvicina molto a
quella di Kierkegaard. Nella riscrittura della tragedia di Sofocle contenuta in
Aut Aut, Antigone, depositaria del segreto e della colpa di famiglia, continua
a vivere, anche dopo la morte di Edipo, ma si tratta di una vita a strettissimo
contatto con la morte: Seppure viva, in un altro senso morta scrive
Kierkegaard. Antigone continua a comunicare con Edipo, con un morto, con il
ricordo di un morto; il suo amore per il padre morto la trae fuori da se stessa,
portandola dentro la colpa del padre. Antigone gi morta, pur essendo in
vita, appartiene alla morte, per la morte, e alla morte infine si riunisce. La
colpa di cui Antigone portatrice non una colpa individuale, ma la colpa di
tutta la stirpe. La conseguenza la distruzione di un mondo, il suo
annichilimento: Ad essere annientato scrive Kierkegaard non un
individuo, ma un piccolo mondo, la pena oggettiva che, scatenata, ora
savanza nella sua terribile consequenzialit come potenza della natura, ed il
triste destino di Antigone come quello del padre, una pena potenziata.
La consapevolezza della convivenza con la morte come unica possibile
eredit dellesperienza bellica ribadita da Becker, che uscito fuori dalla classe dialoga con se stesso: Quello Schrter ha ragione: un tema dubbio, Antigone contro lo Stato, ma non sono stato io a porre il tema. [] Ma cosa devo
fare, posso agire diversamente, voglio dimenticare me stesso? Devo essere
anchio vigliacco e non onorare i morti come si deve? Ciechi e nel terrore sono
andati via. Io sono stato risparmiato, e so perch: per non dimenticare. Nel
mezzo della vita siamo avvolti dalla morte. la ripetizione del verso del Lied
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ecclesiastico che aveva recitato anche ai ragazzi, e che anche il motto del
romanzo.
Becker si identifica con Antigone, il suo vivere con e per la morte fa di lui
una controfigura moderna, al maschile, di Antigone, preda, come lAntigone
di Kierkegaard, dellangoscia, dellansiet. I veri interlocutori di Becker, specie nellultima conclusiva lezione sullAntigone, non sono tanto i suoi scolari,
ormai persi alla sua causa: ma quei morti dei quali continuer per sempre, vivendo, a perpetuare il ricordo. Anche Kierkegaard si rivolge, nella sua riscrittura dellAntigone, ad unassemblea di symparanekromenoi, un conio derivato
dalla seconda epistola agli Ebrei e da una citazione dei Dialoghi dei morti di
Luciano, che significa: compagni nella morte, camerati nella sepoltura da vivi, fratelli nel decesso e nellaccettazione della morte.
E subito Antigone deve anche affrontare lo Stato. Una volta uscito dalla
classe, il vice-direttore fa presente a Becker che non autorizzato ad insegnare, che si trova l in forma ufficiosa e deve presentare regolare domanda, e che
sino ad allora non pu pi entrare nella scuola. Becker gli chiede se questo ha
a che fare con il caso del direttore, e gli viene negato. Ma invece proprio la
sua amicizia con il direttore, con lomosessuale emarginato e condannato
dalla societ, la ragione del suo allontanamento precocissimo, dopo appena
tre lezioni, dalla scuola. Quindi Becker va a far visita al direttore, un uomo
ormai moralmente finito, e vede in lui Il mio povero fratello ( il titolo del
capitolo). Antigone, dunque, si trova di fronte a Polinice, un Polinice ancora
vivo, ma come gi morto.
Linvincibile Eros
Il direttore intanto, per sottrarsi alle dicerie, non solo si allontanato dalla
scuola, ma anche andato via da Berlino. scappato in una casa di cura. Ma l
inquieto. Non riesce a stare in ozio. E soprattutto non riesce a stare senza
contemplare loggetto del suo amore, lo scolaro Heinz Riedel. Ansioso di
rivedere il ragazzo, torna a Berlino, affitta una camera dalbergo, e fa recapitare a casa di Heinz un biglietto nascosto in un libro di poesie, dove gli d
appuntamento in un albergo. Il biglietto intercettato dal padre del ragazzo,
che si reca nellHotel dove si nasconde il professore e lo picchia selvaggiamente. Becker lunico nome di parente che il professore pu dare a chi lo
soccorre. Avvisato dalla polizia, Becker va a trovare il collega in ospedale. Il
direttore controfigura di Polinice, ma anche di Emone, lamante disperato,
come nel romanzo si sottolinea riprendendo con ironia lattacco del celebre
coro sofocleo dellAntigone:
Eros, sempre vincitore in battaglia. Sul suo letto di dolore si tormentava
luomo fine, colto, conoscitore dellantico, ammiratore della bellezza, e vi giaceva dilaniato, dopo che aveva reso suoi signori il desiderio e la voglia, che lo
avevano fatto precipitare gi, nel baratro. Cosa avrebbe infine saputo di se
stesso, con cosa si sarebbe identificato, se non con Eros, la dolce voglia e
desiderio, ai quali si sottomise? Lo sedussero con le loro leggi.
Anche le leggi dellamore sono intimamente radicate nellanimo umano, anzi,
inestirpabili; il tema era gi stato anticipato, con giocosit, al momento della
fatale decisione del direttore di lasciare il sanatorio e tornare a Berlino: Delle
leggi divine sono inscritte nel cuore umano, ma la natura le ha anche riempite
di desideri selvaggi. Il direttore stava come un alcolizzato davanti ad una
cantina. Doveva entrarci. Doveva, cio, tornare a Berlino, vicino allamato.
La tragedia precipita
Continuiamo a seguire quel che accade a Becker (mentre la Rivoluzione a Berlino giunge al suo epilogo). Il professore da solo in casa. Lo viene a trovare
prima in lacrime Heinz, il ragazzo amato dal direttore, per informarsi delle
sue condizioni di salute e dire che la polizia andata a casa loro. Poi arriva la
fidanzata di Becker, Hilde, linfermiera che lo ha curato quando era in fin di
vita a Strasburgo, e con la quale ha piuttosto un rapporto di fratellanza che
damore, e lo lascia: gli ha preferito lex commilitone Maus, nuovamente arruolato nellesercito ed impegnato a combattere i rivoluzionari. Becker si sente
sperduto, cerca consolazione nel Vangelo e nel dialogo con Dio, ma non gli
riesce facile: Dov un dolore, che non stato anche mio? Dove una ferita, che
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I due vanno via, non senza che uno lanci una minaccia allindirizzo di Becker:
Lei verr presto a sapere qualcosa di questa comunit, dottor Becker.
C ironia nel trasporre la situazione edipica a questi due figuri neri e decisamente grotteschi, che inducono pi volte il lettore a sorridere nella loro
cerimoniosit ed ipocrisia. Il registro ironico, occorre ricordarlo per non dare
una rappresentazione troppo monocorde di questo capolavoro letterario di
Alfred Dblin, presente nel romanzo tanto quanto quello serio e visionario.
Tra i rivoluzionari
Becker adesso, condannato dallo Stato, meglio si rispecchia in Antigone. Si
noti, tra laltro, che tutta lazione, proprio come in una tragedia greca, si condensa in una sola giornata, con una rigida unit di tempo e di luogo (Berlino).
Becker va alla ricerca di Heinz, che sembra sparito, ne trova la foto sul giornale insieme agli spartachisti che hanno occupato il presidio di polizia. Chiede aiuto al suo ex commilitone Maus, che ufficiale nellesercito in servizio.
Insieme si recano al posto di blocco davanti al presidio di polizia occupato dai
rivoluzionari. Becker chiede che lo lascino avvicinare. I soldati glielo permettono, perch un militare, quindi naturalmente considerato un controrivoluzionario. Becker si avvicina alla porta del presidio con in mano una
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Beamter, in tedesco, si riferisce a quelle categorie di persone impiegate nello Stato che
godono per di un particolare stato giuridico. Non tutti coloro che lavorano per lo Stato
hanno questa condizione.
Becker lo come insegnante di ginnasio e come ufficiale.
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dai suoi due morti, il direttore ed Heinz, anche lui ucciso durante moti
rivoluzionari in Germania centrale. Vive, come Antigone, per la morte.
In quei bei giorni di primavera, quando tutto si apre a vita nuova, Becker
sedeva spesso alla tomba [di Heinz] e a quella del direttore. Parlava tra s:
sono colpevole di sedere alla vostra tomba come Antigone, di mettervi i fiori e
di pregare per voi? Mi capitato il destino di Antigone quello di poter solo
piangere i morti? Un orrendo fato dai tempi primordiali pesava su Antigone,
lo stesso fato anche su questi morti. Dipende solo da noi se non riusciamo a
vivere in pace, cacciati dal paradiso siamo spinti alla guerra e al crimine. Ma il
mondo diventato pi chiaro dai tempi di Antigone. La maledizione non
pesa pi su noi. Potremmo respirare. Dio non cattivo e non ci spinge a commettere un omicidio ad un incrocio.
Si tratta di un addio definitivo non solo dalla precedente vita, ma anche dal
mondo dellantichit. La distanza marcata tra loracolo distruttivo di Edipo ed
il Dio cristiano incolmabile. Il protagonista del romanzo sceglie questultimo. Ma anche qui fallisce. Il suo un delirio cristologico, autodistruttivo, lentamente autodistruttivo, uno scendere attraverso tutte le tappe della perdizione e non riuscire a mantenersi puro. Satana sempre in agguato, sino alla
fine. Becker, una volta morto, sar gettato in un fiume, e nessuno pi trover
il suo cadavere. Non ci sar unAntigone che pietosa gli dar lestremo onore.
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Piccolo Hannes, vieni, aiutami! Vieni, amato, amante, resta con me. Adesso non ti trattiene nessuno, non te lo impediscono porte e muri. Perdonami
quel che ti ho fatto.
Come Antigone, Rosa Luxemburg vicinissima al regno dei morti, dialoga
con loro, vive con loro. Infatti lo spettro del fidanzato, che rimasto senza
tomba in Russia, viene invece a vivere con lei nella cella, e la donna addirittura si sposa con lui (terzo capitolo: Matrimonio nella cella).
Come una madre vicino al suo bambino che dorme, [Rosa] si muoveva
silenziosa, sempre attenta e con i pensieri rivolti a lui. Cos lei visse insieme al
suo fidanzato e sposo invisibile, di cui si diceva che era morto e che giaceva
nella neve russa. Lei aveva sentito una volta, a proposito di quel campo di
battaglia russo, che gli amici cercavano la sua tomba. E questo laveva divertita. Io potrei dirvelo; potrei chiederlo a lui stesso. Ma perch parlare di cose
cos inutili. Lui qui.
In realt lo spirito con cui Rosa convive, e che mostrer forza e violenza, vaga
per il mondo, pu essere l con lei proprio perch seguendo la concezione
antica non ha ancora ricevuto sepoltura. Perci dice la compagna di cella
Tanja, una donna analfabeta, ma che svolge il ruolo di una assennata Ismene
Rosa deve lasciarlo andare nel regno dei morti, e non trattenerlo con lei.
Rosa, quando lo spirito non si presenta da lei, presa invece da una nostalgia
terribile di lui. E senza di lui, sola nella cella, si sente ancora come Antigone, e
vuole morire. Linstabilit mentale di Rosa, nel romanzo, espressa con un
monologo ispirato alle ultime parole dellAntigone sofoclea rivolte al coro
prima di andare a morire.
Non voglio vivere. Non desidero pi vivere. Non voglio essere. Non voglio
pi vedere la luce. Non giornali, battaglie, rivoluzione, popoli. Fui maledetta,
per darmi a queste cose. Dovevo essere colpita, perseguitata, martirizzata, per
approdare qui, infine, gettata viva in una tomba.
Dovevo dimenticare me stessa, e dovevo dimenticare te, che loro hanno
ucciso. Mi accuso, Hannes, sono colpevole della tua morte. Mi sono rallegrata
per te, per come apparivi bello e carino. Ti ho amato teneramente, e tuttavia
non ti ho trattenuto con tutte e due le mani, quando mi hai detto: che dovevi
compiere il tuo dovere, sebbene amassi la pace ed amassi la Francia, ma era la
tua patria che ti chiamava, ed io trattenevo il mio uomo? Cos dicesti, allora,
cos sicuro, ed io avrei voluto baciarti.
Non vedere pi il sole, non vedere la luce. Ti ho fatto andar via. Sei caduto.
Guarda, Hannes, ho messo in gioco anche la mia vita. Vieni, dunque, stai
con me. Mostrati a me, volto amatissimo. Lasciami sentire la tua voce, anche
solo un piccolo fiato.
E te, e te, e solo te, e nessun altro che te, e niente tranne te.
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Dove io non ti ho, per me la tomba, lintero mondo avvelenato per me.
Averti e con te andar via dal mondo.
Ah, voi, uomini, lasciatemi andare. Lasciatemi stare, con le vostre albe e i
vostri tramonti.
Voi, uccelli, lasciatemi essere.
Voi, api, lasciatemi in pace.
Voi, piante, non voglio pi.
Sonja, Luise, Karl, Leo tutti, non vi voglio pi. Mi avete dato la caccia tanto
a lungo. Vi ho dato cos tanto di me. Concedetemi la pace.
Rosa/Antigone si fa sposa della morte, accoglie il fidanzato morto, lo invoca,
pensa di doverlo seguire nel suo regno dei morti, ma lo spettro la tormenta,
si rivela un vampiro che vuole succhiarle il sangue, e Rosa, nella cella/camera
nuziale ripudia anche la sua vita precedente. Laspirazione alla morte, lessere
una baccante della morte connaturato al personaggio di Rosa Luxemburg
cos come descritto da Dblin: Rosa arriva alla morte quasi per stanchezza
della vita. La fedele, concreta Tanja aveva gi organizzato tutto per farla fuggire. Rosa invece rinvia la partenza, come a gettarsi volontariamente nelle
braccia della morte. uccisa nella maniera pi crudele, le viene spaccato il
cranio da un soldato con il calcio del fucile, e poich si sente un rumore,
questultimo preoccupato che si sia danneggiata larma. Poi il corpo viene
gettato nel fiume. Tra tutti, sar proprio quel soldato, che era stato solo una
pedina di volont che venivano da ben pi in alto, a pagare con due anni di
prigione, perch sempre i deboli, e i poveri, anche di spirito, pagano. Le ultime ore di Rosa si assomigliano a quelle di Becker, nellintervento di Satana,
nella conversione anche della rivoluzionaria marxista ad una realt superiore.
Neanche il corpo di Rosa avr mai sepoltura, trover mai pace.
Il direttore omosessuale, il reduce Becker, la rivoluzionaria Rosa Luxemburg sono personaggi che la societ borghese non riesce a riconoscere e ad integrare nel suo interno ma respinge ai suoi margini. Nel dipingere questi
caratteri, Dblin rifletteva la propria condizione di esiliato, costretto ad emigrare in quanto ebreo. Ma si pu essere emigranti anche nella propria terra
constatava amaramente lo scrittore in una conferenza intitolata Il romanzo
storico e noi. A questi personaggi, non concesso scampo. Con la loro morte
fallisce lilluminismo: una tesi vicina a quella della Dialettica dellilluminismo di
Theodor W. Adorno e Max Horckheimer, unopera scritta negli stessi anni, e
nello stesso luogo e milieu culturale del romanzo di Dblin. Nellastio degli
scolari verso Antigone che in quanto donna non capisce le ragioni della politica, nellodio dagli esiti mortali da parte dei benpensanti verso il direttore
omosessuale, Dblin condanna gli eccessi a cui la societ borghese in generale, ma quella tedesca in particolare, arriva nella discriminazione (e alla liquidazione) di coloro che considera nemici.
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vede troppo tardi. Eppure la legge in base alla quale Antigone agisce invisibile e perci sfuggente rispetto alla chiarezza della legge di Creonte, che egli
promulga perch si sente responsabile della polis intera, si identifica con essa,
ed identifica il proprio volere con quello dello Stato. Quale questa legge?
Non quella della parentela, ma quella della morte. Antigone non rappresenta
davanti a Creonte un costume antico ed il principio della tradizione della
stirpe, ma la coscienza che lessere umano e quindi la stessa esistenza della
polis limitato dalla potenza trascendente dellAde.40 Antigone non si
oppone alle leggi dello Stato in nome della famiglia o del popolo, concetti che
erano soggetti a tutte le aberrazioni naziste ed irrazionalistiche. Antigone si
oppone allo Stato in nome dellAde, perch proprio laldil lalterit di fronte alla quale ogni diritto umano si ferma. Il potere di Ade assoluto, e si impone rispetto a qualsiasi pretesa umana di interpretare la volont o il bene di
tutta la comunit, della polis. Solo un diritto rispettoso dellAde, della morte,
pu aspirare alla giustizia.
Lerrore di Creonte non riconoscere negli dei la potenza trascendente,
che limita ci che terreno, avendo una fede cieca e sconsiderata nellaldiqu,
ignorando la potenza della morte ed arrogandosi il giudizio sui morti, che
spetta invece solo agli dei. Perci Creonte non capisce che la legge di esporre
il corpo del nemico, valida nella realt della polis, perde ogni valore nellaldil. Non tollera quello che il coro gli suggerisce, cio che siano gli dei a prendersi cura del cadavere di Polinice, sia perch non ammette lintervento della
trascendenza in una realt che pretende di dominare, sia perch crede di
sapere cosa vogliono gli dei, e quindi si sostituisce a loro. Poich Creonte si
identifica con la polis, non ascolta che se stesso, ed ogni gesto dissonante, come quello di Antigone, ogni parola libera significano opposizione politica.
Sono evidenti, mi sembra, le consonanze con linterpretazione di Dblin
dellAntigone in Novembre 1918: in Bultmann come nel romanzo, la morte, o
meglio il comportamento del mondo dei vivi rispetto al mondo dei morti, il
problema essenziale del dramma. Antigone non solo ha cura del mondo
dellaldil, ma lo sente quale presenza costante proprio nella vita, in mezzo
alla vita (come Becker, come Rosa Luxemburg nel romanzo di Dblin). La celebre sentenza di Antigone sono nata per amare, non per odiare, scaturisce
scrive Bultmann dalla consapevolezza di essere gi avvolta dalla potenza
dellAde; lei la fidanzata dellAde. Anche Rosa nel romanzo di Dblin
si sposa con il fidanzato morto Hannes e Becker conosce ununica forma di fedelt, quella ai suoi morti, coloro che sono ingiustamente e prematuramente
morti, i morti in guerra innanzitutto, e poi il direttore ed il giovane Hans.
Linterpretazione teologica dellAntigone, che Dblin fa propria, coincideva
con quella del cristianesimo pi coraggioso e resistente, lo stesso, per
intenderci di Dietrich Bonhoeffer, il teologo oppositore del nazismo trucidato
40
90
Si cita dalla traduzione italiana di A. Rizzi, in: Credere e comprendere. Raccolta di articoli,
Brescia 1977, ristampata in: Antigone e la filosofia. Un seminario a cura di Pietro Montani, pp.
199-208.
Antigone cristiana
Anche la pensatrice cristiana Simone Weil (1909-1943) aveva interpretato Antigone come figura della Resistenza contro uno Stato iniquo. Weil propose un
articolo sullAntigone ad un foglio, Entre-Nous, destinato agli operai delle
fonderie di Rosires, pubblicato il 16 maggio 1936; un altro articolo sullElettra, invece, non apparve, perch nel frattempo erano scoppiati i grandi scioperi del giugno del 1936, e cerano contrasti tra la Weil e lingegnere Victor
Bernard, direttore della rivista. Un altro abbozzo riguarda il Filottete41.
Per Simone Weil niente pi della poesia greca era adatto a rimuovere
lignoranza dal popolo e a porre le basi per unorganizzazione pi umana del
lavoro in fabbrica. nella poesia greca, infatti, che la condizione umana
espressa nel suo pi alto grado di lucidit, purezza e semplicit. Il mito di
Antigone e quello di Elettra vengono cos proposti come esempi di Resistenza
interiore, di difesa strenua della dignit di esseri umani, di opposizione alle
peggiori delle ingiustizie. Con Antigone in particolare, la Weil si identificava
al punto da firmarsi col nome delleroina greca42. Le opere dei Greci esordisce larticolo Antigone possono essere capite meglio da coloro che sanno cosa
significhi lottare e soffrire, che non da coloro che hanno trascorso la loro vita
tra le quattro mura di una biblioteca. Il teatro di Sofocle emblematico perch al centro dei suoi drammi il personaggio principale un essere coraggioso e fiero, che lotta da solo contro una situazione intollerabilmente dolorosa;
piegato dalla solitudine, dalla miseria, dallumiliazione e dallingiustizia; alle
volte il suo coraggio si spezza; ma tiene duro e non si lascia mai abbattere
dalla sventura. I drammi sofoclei non lasciano unimpressione di tristezza,
ma una sensazione di serenit.
Il tema dellAntigone cos condensato da Simone Weil: Il soggetto del
dramma consiste nella storia di un essere umano che, completamente solo,
senza alcun sostegno, entra in contrasto con il proprio aese, con le leggi del
suo paese, con il capo dello stato, e che naturalmente subito messo a morte.
Il compendio della tragedia in uno stile asciutto, scarno, chiarissimo, intervallato dalla traduzione semplice di alcuni passi significativi della tragedia.
Lopposizione tra Creonte ed Antigone espressa in maniera lineare: Creonte
valuta tutto dal punto di vista dello stato; Antigone adotta sempre un altro
punto di vista, che le sembra superiore. La Weil non dice che il punto di vista
di Antigone superiore, ma che cos sembra ad Antigone, la cui fierezza per
si spezza nellimminenza della morte. Antigone si rivolge ai cittadini di Te-
41
42
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be, ma non sente alcuna parola di consolazione. Nel compendio nudo ed efficace che la Weil d della tragedia di Sofocle, risalta la solitudine della protagonista, non la sua lotta per un ideale. Non si d nemmeno un giudizio
esplicito sulloperato di Creonte, che agisce sulla base delle leggi dello Stato,
inflessibilmente applicate. Antigone ha sepolto Polinice: Per Creonte, in questa situazione, si tratta prima di tutto di una questione di autorit. La legge
dello Stato esige che lautorit del capo sia rispettata. In ci che Antigone ha
appena fatto, egli vede innanzitutto un atto di solidariet ad un traditore della
patria. Antigone cos un personaggio che ha molto in comune con Filottete,
labbandonato, colui che lasciato completamente solo. Ma nel caso di Filottete tutto si aggiusta, in una specie di miracolo. Antigone invece una
sconfitta.
Pi tardi la Weil scriver, in contrapposizione allinterpretazione hegeliana: Antigone una povera idiota che non conosce le leggi razionali del diritto: [] la legge non scritta a cui ubbidiva questa bambina, sostiene la Weil
ben lungi dallavere un qualcosa in comune con un qualche diritto o con qualcosa di naturale, non era altro che lamore estremo, assurdo che ha spinto il
Cristo sulla Croce.43
Dietrich Bonhoeffer rese concreta questa legge dellamore, traducendola in
responsabilit individuale e quindi nella partecipazione attiva alla Resistenza
contro il nazismo, a costo della persecuzione, della tortura, della vita44:
unidea di umanit e di esserci al mondo che si opponeva a quella che
Heidegger aveva diffuso nelle sue lezioni sullAntigone nel 1935 (e poi nel
1942, ma pubblicate dieci anni pi tardi)45.
Karl Reinhardt
Sicuramente due sono i libri pi influenti su Sofocle e sulla tragedia greca in
ambito tedesco alla fine degli anni Trenta: il Sofocle (1933) di Karl Reinhardt
(1886-1958) ed il Sofocle (1931, 19372), nonch gli altri scritti sulla tragedia e
sullumanesimo, di Heinrich Weinstock.
In tutte le tragedie sofoclee, argomenta Reinhardt, la sfera divina in maniera enigmatica pone dei limiti a ci che umano: questa sfera divina si svela
per la prima e unica volta nel suo incomparabile elevarsi sullumano attraverso le parole di Antigone, l dove questultima non riconosce le leggi degli
uomini perch non sono state date da Zeus n dalla giustizia. Questi versi
della tragedia (vv. 450 ss.), sarebbero quasi un passo di teologia, se non par43
44
45
92
Simone Weil, Morale e letteratura, traduzione e nota di N. Maroger, ETS, Pisa 1990, p. 51.
Per Simone Weil e Antigone vedi A. Loades, Simone Weil and Antigone: Innocence and
Affliction, in: R.H. Bell (ed.), Simone Weils Philosophy of Culture: Readings toward a Divine
Humanity, Cambridge 1993, pp. 277-294.
Vedi Vivienne Blackburn, Dietrich Bonhoeffer and Simone Weil: A Study in Christian Responsiveness, Bern 2004, specialmente pp. 230 ss.
Vedi Jean Greisch, I filosofi possono essere dei buoni resistenti?, in: Dietrich Bonhoeffer. Eredit
cristiana e modernit, a cura di U. Perone M. Saveriano, Torino 2006, pp. 83-103.
lasse una fanciulla. La quale tuttavia non n una martire, n una santa,
perch il suo sapere non viene dal cielo, e nemmeno da potenze infere, misteriose, ma nasce dallambito pi naturale, cio quello intimo del legame di
sangue. Le leggi non scritte sono quelle degli dei, di cui parla il coro dellEdipo a Colono (vv. 865 ss.), legate alla famiglia e allonore dei morti. LAntigone
dunque rappresenta per Reinhardt il conflitto tra il divino, quel che tutto
comprende, che in accordo con la ragazza, contro ci che umano, quel che
limitato, cieco, cacciato da se stesso, in se stesso respinto e falsificato.
Reinhardt si impegna a contestare soprattutto linterpretazione dialettica
hegeliana dellAntigone, e a mostrare che non si tratta della lotta tra diritti o
principi, ma del porsi di fronte di due ambiti (il divino e lumano, appunto), divisi in ogni singolo punto luno dallaltro: quel che per Creonte vergognoso, per Antigone sacro; quel che per lei pietoso, non lo per Creonte;
chi per Creonte amico, per Antigone nemico. Solo cos si pu interpretare correttamente, secondo Reinhardt, la pi celebre frase di Antigone: io
non sono nata nella cerchia di coloro tra i quali vale il principio bisogna
essere nemico al nemico, ma tra coloro che sanno portare il proprio amore
determinato dal legame di sangue in accordo con chi uguale. Lamore di cui
parla Antigone vige in unaltra comunit umana, diversa da quella da cui
scaturiscono le categorie di amico e nemico usate da Creonte. In greco,
scrive Reinhardt, la parola per amore indica anche il legame tra coloro che
hanno gli stessi sentimenti politici, e quel che noi traduciamo con odio la
stessa parola che significa nemico. Quanto pi superficialmente le due sfere
si esprimono allo stesso modo, con le stesse parole, tanto pi la differenza nei
concetti profonda e grave. Se si legge questinterpretazione allinterno del
tempo in cui fu scritta (la prima edizione del libro di Reinhardt del 1933, la
seconda del 1941 e ne esce infine una dopo la guerra, nel 194746), facilmente
si vede in filigrana la presa di distanza da un potere politico con il quale non
possibile instituire alcuna comunicazione, perch le parole vengono usate con
significati diversi, antitetici. Non si tratta della contrapposizione con quel potere, ma della impossibilit di confronto con esso.
Heinrich Weinstock
Il nome di Heinrich Weinstock (1889-1960) oggi praticamente assente dalla
bibliografia sofoclea, ma negli anni Quaranta del Novecento lo studioso fu
invece noto per i suoi scritti sullantichit, le sue traduzioni e i suoi contributi
pedagogici, censurati perch non rispettavano le dottrine nazionalsocialiste.
Sotto il regime, gli furono tolti incarichi e curatele scientifiche. Nel 1941
Weinstock, che era un reduce della Prima guerra mondiale, dovette di nuovo
andare in guerra, e l redasse la traduzione delle tragedie di Sofocle, senza
46
La censura nazista aveva tolto al libro la dedica a Kurt Riezler, uomo politico dorientamento comunista e costretto allesilio americano, e una citazione da Thomas Mann,
riferita a Goethe, da p. 203.
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alcuno strumento sussidiario: la traduzione divenne molto popolare nel dopoguerra, perch pubblicata nella collana tascabile Krner.
Weinstock parte dallidea che il tragico espresso da Sofocle e la situazione
delluomo contemporaneo sono vicinissimi, e che anzi come nessun altro
poeta contemporaneo Sofocle riesca ad esprimere lattuale mondo storico. Il
mito rappresenta per Weinstock quello che per il medioevo cristiano sono le
storie della Bibbia, cio i fondamenti di una visione del mondo. Tutto il
teatro greco religione, afferma Weinstock, ed ogni elemento che lo compone,
dalla lingua alla maschera alle azioni dei personaggi, ha un valore religioso,
cio legato a questioni eterne e fondamentali dellesistenza umana. Cos, seppure nessuno vorrebbe identificarsi con Antigone o Edipo, tutti sentono qualcosa di Antigone ed Edipo dentro loro stessi. Per capire la tragedia di Sofocle,
anzi necessario, secondo Weinstock, astrarsi da una comprensione storica,
ma riconoscervi delle realt che sono eterne. Cos gli dei di Sofocle non sono
altro che potenze che dominano il mondo e lesistenza delluomo in esso.
Linterpretazione di Weinstock segnata da un forte tono esistenzialista, forse
con impliciti richiami ad Heidegger. Il problema tragico che la parola di
Sofocle mette in scena quello dellessere-al-mondo, l dove nella concezione
sofoclea tutto ci che al mondo reciprocamente legato: perci qualsiasi
elemento di disordine mette in discussione tutto, e deve essere allontanato e
guarito per tornare alla connessione religiosa su cui tutto si regge. Latto
tragico fondamentale pertanto quello della purificazione47: il riconoscimento
religioso del fatto che allorigine della contaminazione, dellimpurit, significa il riconoscimento da parte delluomo di portare il carico di una colpa senza avere colpa (schuldlose Verschuldung). inutile cercare una ragione logica a
questo incolpamento: infatti il tentativo di dare un senso [a questa colpa]
sarebbe inutile, perch limpurit apportatrice di morte appartiene invero gi
allambito che dice un no definitivo ad ogni tentativo delluomo di mantenersi da se stesso, di fondare se stesso su se stesso: alla morte. Fatta eccezione
per il Filottete, in ogni dramma sofocleo facciamo esperienza della morte, e
alla fine si ha limpressione che tutto questo teatro sia, nella seriet celebrativa, costruito sulla tomba.48
Non si tratta, continua Weinstock, di chiedersi cosa avviene dopo la morte.
I Greci infatti parlano solo indistintamente dellessere-ombre dei morti. Ma
della morte come presenza nella vita. I vivi sono messi alla prova nel loro
comportamento rispetto ai morti (Die Lebenden werden an ihrem Verhalten zu
den Toten geprft). La morte la misura della vita, nel senso che viene condannato chi si permette di disporre della morte con il metro di misura della vita;
ma invece apprezzato chi, in rispettoso timore, riconosce nella morte il regno che sottoposto solo alle leggi non scritte delle sue divinit.49 NellAn47
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ciolo dellAntigone espresso dalla domanda: Wie hat sich die Welt der Lebenden zur Welt
der Toten zu verhalten? Come deve comportarsi il mondo dei vivi rispetto al mondo dei
morti?. In realt si ha limpressione che anche nella progressione del ragionamento, dal
tragico, alloracolo, al significato della morte, Dblin segua, nei capitoli in cui narra le
lezioni sullAntigone, lo sviluppo argomentativo dellIntroduzione di Weinstock alla sua
traduzione delle tragedie di Sofocle. Ma poich non ho potuto dimostrare che effettivamente Dblin era in possesso di quel libro, questa deve rimanere una pura supposizione.
Ivi, pp. XXX-XXXI.
Ivi, p. XXXIII.
Nella traduzione italiana si perde il gioco tra le parole etimologicamente imparentate
Schicksal e Schickung. La citazione a p. XXXV.
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La fedele Antigone
La tomba si trovava tra due orti, un sentiero stretto vi passava davanti e in quel luogo
si allargava come il ghiaioso letto di un fiume che racchiude unisola. La croce di legno
cominciava gi a sfaldarsi; la scritta R.I.P53 era stata slavata dalla pioggia, lelmo vi
era poggiato sopra, obliquo, e pareva il ghigno della morte ancora l, di guardia. Da
una parte stavano innaffiatoio, rastrello e pala; Carola, la ragazzina, prese la cesta con
i germogli che intendeva piantare l intorno, e si gir verso il suo accompagnatore, che
la fissava annoiato e sotto la mano chiusa sfregava il fiammifero per accendersi una
Camel.
Non cera un filo daria. La primavera perdeva di freschezza e si avviava gi
allardore dellestate; fiorivano i lill, i singoli aghetti si inscurivano e cominciavano a
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Requiescat in pacem.
trascolorare, dal porpora e dal viola, nel colore dei frutti, il biancospino era coperto da
una schiuma di fiori violentemente rossi, gli alti gambi dei tulipani avrebbero retto il
fiore a forma durna ancora solo quel giorno e lindomani poi sarebbero sfioriti
anchessi. In un brutto, vecchio vaso e in due ciotole dargilla stavano ad ornamento i
fiori adesso cerano una fila di campanule, narcisi dallaspetto malato, ed il
biancospino, da cui sembrava emanare fulgore e fecondit, unimpressione per
contrastante con lodore sgradevole dei suoi piccoli fiori dalla breve vita.
Quando sono appassiti i biancospini, per un po di tempo non fiorisce pi nulla
disse Carola, si chin e svuot lacqua sporca da tutte e due le ciotole, le riemp
nuovamente con acqua fresca e sospir.
Le rose disse il ragazzo. Ma ancora presto. Hai ragione: nel frattempo non
fiorisce proprio nulla. Al massimo un paio di arbusti dai fiori rosa e gialli, ma se si
vogliono cogliere i fiori bisogna strapparne i rami e le fece locchiolino.
No disse lei brusca.
Non si devono strappare? No? Allora bisogna proprio aspettare che fioriscano le
rose. Rise, rozzo ed impacciato; la ragazza cominci a pulire la tomba, a cogliere con
cura i fiorellini che erano caduti, e a sistemare con precisione al bordo del sentiero, con
il rastrello e le mani, i declivi laterali della piccola collinetta. [Certo cos quandera
bambina sulla cucina giocattolo ha preparato la pappa di riso per le sue bambole Ella
ed Edeltraut, o un budino, o qualcosa del genere questo fu il pensiero di lui]. Di
nuovo si mise a ridere. La ragazza lo guard infastidita e si ferm; vero: era come se
sulla tomba, coperta dai fiori del biancospino, fosse stato cosparso dello zucchero, o dei
bambini, dopo aver giocato, avessero dimenticato di portar via i loro giochi, dopo esser
stati chiamati dalla mamma.
Dammi la cesta con le piante disse Carola le voglio piantare adesso. Ed anche il
bastone per fare i fori nella terra, ad uguale distanza luno dallaltro era accaldata,
come eccitata da quel lavoro.
Prenditeli da te disse il ragazzo e schiacci la sigaretta contro un palo fradicio
una sciocchezza, quel che stai facendo
E che faccio?
Beh questo darsi da fare con la tomba del soldato. Corri sempre qui. Settembre,
ottobre: quando ci son le bacche; novembre, dicembre: con le agavi e gli abeti; e poi
quando fioriscono i bucaneve, il croco e le viole. E tutto questo per un estraneo di cui
non sai nulla.
E cosa non so?
Che tipo era, ad esempio.
Adesso morto.
Forse era uno delle SS.
Forse.
E non ti vergogni? il ragazzo and in bestia. Quei bastardi hanno ammazzato tuo
fratello maggiore a Mauthausen. Probabilmente lo hanno
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Nel campo di Mauthausen cera una cava di pietra con 186 gradini, dalla sommit della
quale i prigionieri venivano buttati gi, oppure erano obbligati a salire i gradini scivolosi, con i loro zoccoli di legno, trascinando blocchi pesantissimi di pietra, s che la
maggior parte scivolava e finiva sfracellata al suolo.
Rimettere i peccati
Elisabeth Langgsser, una scrittrice tedesca di sangue misto secondo le categorie naziste, essendo di padre ebreo, scamp alla Shoah per aver sposato un
filosofo cattolico. La scrittrice aveva avuto, prima del matrimonio, unaltra
figlia da un padre ebreo, Cordelia, alla quale non riusc ad evitare nel 1943 la
deportazione ad Auschwitz. La Langgsser non and via dalla Germania,
scelse la cosiddetta emigrazione interna, e fu vicina al gruppo di Resistenza
morale al nazismo, che a Monaco si era creato attorno alla figura del sacerdote
cattolico Romano Guardini (1885-1968). Lavor in una fabbrica per il servizio
di guerra obbligatorio. La sua famiglia era costantemente sotto osservazione
della Gestapo. Lambiente culturale era lo stesso nel quale si formarono i fratelli Scholl, gli eroi della Rosa bianca. Come mezza ebrea le fu impedito di
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Per leditore Classen & Goverts ad Amburgo. Lindicazione 1947 sul retro di copertina
sbagliata.
Briefe, Dsseldorf 1990, I, p. 563.
Ivi, p. 556.
Citato in: Sonja Hilzinger, Elisabeth Langgsser. Eine Biographie, Berlin 2009, p. 236.
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Ringrazio per aver messo a mia disposizione il copione inedito leditore Felix Bloch
Erben, Hardenbergstr. 2, Berlin, che detiene tutti i diritti: https://www.felix-blocherben.de
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Nemmeno allora.
Creonte non si mai nemmeno chiesto che senso abbia comandare, stare al
governo.
Ha una notevole capacit di far andare le cose per il verso giusto.
E quando si sveglia, al mattino, quando il suo sguardo cade su questa piccola citt e sui pendii boscosi che la circondano, sempre contento che ci
sia Tebe una sua creazione, una sua opera.
(Indica un altro)
Quello in uniforme, quello vicino a Creonte, il capo della polizia.
Ama il vino e la pensione, che spera di avere al pi presto.
Ne ha abbastanza del rispettare oppure infrangere la legge qui a Tebe, a
seconda di come ordina Creonte, il capo.
Vuole finalmente stare tranquillo. Non ha idea di quel che gli capiter.
(Mostra un altro)
Quel ragazzo pallido, dallaspetto malato, Emone. Il figlio di Creonte.
tornato a Tebe da un paio danni. Dalla prigionia allEst. L lo avevano
condannato a molti anni di lavori forzati. Ma Emone era innocente.
Nei primi tempi, dopo il suo ritorno, non parl con nessuno, tranne che
con Antigone.
Erano cresciuti insieme. Forse lei a lui sembr lunica che lo volesse capire.
E cominci ad amarla. Con la forza disperata di chi non si ritrova pi a suo
agio in questo mondo. Si vogliono sposare al pi presto.
Creonte ha gi comprato un cavalluccio di legno. Ma non ci sar un matrimonio, n nipotini.
(Indica ancora)
La ragazza che guarda verso lorchestra si chiama Ismene. la figlia minore di Edipo. Ama i vestiti e gli specchi, nei quali pu ammirarsi. A Tebe
si annoia ed aspetta che uno la porti via da qui. Talora si ricorda di quel
giorno lontano. Della lama di luce sotto la soglia del bagno e della madre,
che l si era impiccata con la cintura dellaccappatoio. Giocasta non volle
sopravvivere alla separazione da Edipo. Allora Creonte accolse a casa sua
le due orfane. Forse perch si voleva mostrare umano e generoso.
(Entra il direttore, si situa davanti allorchestra, batte ed alza la bacchetta)
DOTTOR TIRESIA: Non ho ancora finito, signor direttore.
(Il direttore si inchina. I musicisti depongono gli strumenti)
DOTTOR TIRESIA: Debbono provare. Domani a Tebe si apre la stagione.
(Fa una piccola pausa, quindi continua ad indicare)
L in disparte, da sola, come se gi presentisse che presto, tranne un morto,
non ci sar pi nessuno dei suoi parenti ecco, quella Antigone.
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Tutti noi, che la conosciamo sin da quando era bambina, non sapremmo
dire su di lei niente di preciso. Le sembra sufficiente esistere. E con la
stessa pazienza silenziosa con la quale un tempo giocava con le bambole,
ama adesso Emone.
Vorrei avvicinarmi a lei. Prendere il suo viso tra le mani e dire: non scegliere quella strada. Non farlo. Continua a servire la colazione a Creonte,
che ti ha cresciuta. Come da anni. Lui ti ama. Lui ama solo te al mondo.
(Fa una piccola pausa)
Ecco, ho presentato tutti quelli che hanno una parte nella nostra storia.
(Due uomini muscolosi sono avanzati sul proscenio. Restano fermi, come in segno
di sfida)
DOTTOR TIRESIA: Ah, vero. Ho dimenticato questi due. Le guardie. (Si gira
verso di loro) Bene, potete andare. Non abbiamo ancora bisogno di voi.
(I due restano fermi, come se non avessero sentito)
DOTTOR TIRESIA (gridando improvvisamente): Via!
(I due obbediscono e scompaiono dietro la scena)
DOTTOR TIRESIA: Ho torto nellinnervosirmi, quei due faranno solo il loro lavoro (Fa una piccola pausa) Per mi ricordano la mia colpa e la mia vilt.
(Fa di nuovo una piccola pausa)
Tutto cominci con la morte dei due figli di Edipo. Polinice ed Eteocle avevano seguito il padre nellemigrazione al contrario di Giocasta e delle
figlie. Quando le nostre truppe irruppero in oriente, Edipo fu ucciso. Ad
Eteocle riusc di fuggire oltreoceano. Ma Polinice fu portato in patria. Lo
Stato lo prese tra i suoi.
Quando la guerra fin il destino riun i fratelli. Ad aprile. Quando cadde
Tebe.
Eteocle portava luniforme dei vincitori. Polinice portava la nostra
uniforme.
Tutti e due morirono.
Il cadavere di Eteocle, colui che voleva prendere Tebe, fu sepolto dai cittadini di Tebe al cimitero, in pace.
Il cadavere di Polinice, che aveva difeso Tebe, non fu mai trovato.
(Fa una pausa. Quindi si gira verso il pavillon)
Ho finito, direttore. Adesso pu dare inizio alle prove.
(Il direttore alza la bacchetta. Risuona un valzer primaverile. Lentamente gli attori lasciano la scena. La musica continua per un po. Quindi smette)
Antigone esce allalba, vestita elegantemente con abiti di Ismene, la bella della famiglia, ed il dialogo tra le due ragazze riproduce per molti aspetti la situazione iniziale della tragedia di Anhouil: nel dramma francese, la nutrice
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crede che Antigone abbia un amante e tradisca il fidanzato Emone e lo stesso crede Ismene nel dramma di Hubalek.
Un legame di tenerezza, persino con tratti equivoci, lega Creonte ad Antigone: ogni mattina la ragazza porta la colazione al sindaco. Creonte nota che
Antigone nervosa e crede che sia incinta, e parla gi del futuro nipotino.
Anche questo un elemento che potrebbe essere derivato da Anhouil, dove
Antigone assicura ad Emone che sarebbe stata felice di avere un bambino con
lui. Antigone invece agitata perch depositaria di un tremendo segreto, che
le stato rivelato dal giardiniere in punto di morte: Creonte ha ucciso Polinice, tornato dalla guerra, e lha sepolto nel parco. Da quando ha scoperto la
verit, Antigone fa un gesto infantile (e in questo suo infantilismo ricorda
ancora da vicino la protagonista di Anhouil): segna allalba col gesso il nome
di Polinice sul nuovo monumento ai caduti, costruito nel parco sulle aiuole
che coprono il corpo di Polinice. Se ne accorge il capo della polizia, che subito
riferisce a Creonte, il quale per ostenta tranquillit ed indifferenza.
POLIZIOTTO (lentamente): Se questa cosa con il nome di Polinice non smette
se se accade qualcosaltro se se viene fuori che Creonte io
io (si interrompe)
CREONTE (tranquillo): Parla pure.
POLIZIOTTO: Ho sempre fatto quel che mi era comandato.
CREONTE (lo guarda silenzioso)
POLIZIOTTO: Ho testimoni.
CREONTE (continua a guardarlo silenzioso)
POLIZIOTTO: Tutta Tebe pu testimoniare che io ho sempre fatto solo quello
che mi era comandato.
(Pausa)
CREONTE: Quel che ti era comandato io ne sono responsabile. Non hai bisogno di nessun altro testimone. (Lo guarda quasi prendendolo in giro) Non
aver paura. Nessuno ti far niente. Non val la pena. Tipi come te ce ne
sono sin troppi.
POLIZIOTTO: Grazie, Creonte. Ti ringrazio. (Mormora) Noi abbiamo sempre
agito per il bene di Tebe.
CREONTE (si alza): Abbi fede, non verr fuori niente. Capisci? Non si sapr
niente di Polinice. Vuoi goderti libero la tua pensione, non vero? Lo farai.
Tebe pu star tranquilla. Dobbiamo solo trovare chi vuol turbarne la pace.
Non ti muovere pi dal giardino. Aspetta, sino a che quel tipo si avvicina
di nuovo al monumento. Allora prendilo e portamelo qui. Sono ancora in
grado di combattere.
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ISMENE: Sei come nostro padre. Anche lui ha messo tutto in gioco. Anche noi,
Antigone. La nostra famiglia, che ha distrutto. sua la colpa, se sono finiti
cos miseramente: la mamma, Eteocle, Polinice.
ANTIGONE: Non colpa sua. Ismene, smetti infine di capovolgere la verit.
Nostro padre fu mandato via perch denunci a voce alta che a Tebe accadevano cose ingiuste. lui il colpevole oppure chi ha commesso quei
crimini?
Antigone non pu pi fermarsi, perch, dice ha fatto una promessa a se stessa. Tiresia continua a raccontare; l aedo della comunit, in un dramma
dove il coro costituito da tutta la popolazione, una presenza silenziosa ed
ostile.
Sono le quattro. Lora di Antigone.
(Va sul proscenio)
Lei gi sveglia. Ha aperto cauta la porta dellarmadio. Perch non svegli
con il suo cigolo la sorella Ismene. Perch oggi non c pi niente di cui
discutere. Oggi tutto deciso. Adesso si guarda nello specchio. Indossa il
vestito pi bello di Ismene. Va verso la porta. Esita Esce dalla casa.
Nellalba. Antigone, Tebe oggi si svegliata presto, come te. Sorge un
giorno pieno di speranze. Lapertura della stagione turistica. [] Ma Tebe,
oggi, far qualcosaltro oltre a festeggiare linizio della stagione turistica.
Contester il tuo gesto, Antigone. Tu non conosci Tebe, la sua brutalit.
Sento gi i suoi passi. ora che vada via.
Le quattro del mattino sono lora di Antigone anche in Anhouil. Antigone
colta sul fatto e portata da Creonte, che tratta la ragazza come si farebbe con
un bambino discolo colto a fare una marachella, e cerca di salvarla (analogo, si
riorder, latteggiamento del Creonte di Anhouil). Le promette di dare gli
onori funebri anche a Polinice, sebbene afferma il corpo non sia stato
trovato e c sempre la speranza che ritorni. Creonte mente. Ma Antigone gli
oppone la verit. Polinice stato assassinato, e da lui in persona, ed ora lei
disposta a scavare a mani nude per riesumarne il corpo, anche se ne rester
solo una manciata di polvere. Creonte esasperato. Chiede il perch del gesto
insensato, ed Antigone risponde che un suo dovere, non solo nei confronti
di Polinice; un dovere denunciare ai cittadini che il loro sindaco un
malfattore. Antigone, per, sa solo una parte di quel che accaduto: la sua
denuncia svela come in un gioco di scatole cinesi altri crimini ed altre verit.
Tutta la comunit coinvolta, ma Antigone ne ignara. E come in Anhouil i
discorsi di Creonte sono un crescendo di rivelazioni.
CREONTE (sempre guardando dalla finestra): [] Svelare la mia azione. (Fa una
pausa) Forse far in modo che accada. S, forse lo permetter, senza oppormi a te. Sono vecchio. Non mi spaventa affatto quel che pu accadere. (Di
110
nuovo fa una pausa) Ma svelare la mia azione significa anche portarne alla
luce unaltra. Nella quale tutti sono coinvolti. S, Antigone, tutta la citt.
Sono il loro sindaco. Ho anche un dovere: proteggerli. (Di nuovo fa una
piccola pausa) Dalla verit, che distruggerebbe Tebe. (Si volta verso di lei) Il
giardiniere ti ha detto che ho ucciso tuo fratello. S, lho fatto. Ma ti ha
anche detto perch lho fatto? Perch ho dovuto farlo? Che era in gioco la
nostra vita? (Le si avvicina e le resta molto vicino) Tu vuoi riesumare a mani
nude il morto, nel parco. Antigone, sotto le aiuole non giace solo Polinice.
(Pausa)
ANTIGONE (neutra): Chi, chi altro ancora sta l
CREONTE: I lavoratori stranieri.
ANTIGONE (ripete): I lavoratori stranieri. (Fa una piccola pausa) Li avete uccisi.
Perch, Creonte?
CREONTE (tace)
ANTIGONE: Perch li avete uccisi? Rispondi. Lo so, vivevano qui da tanto
tempo. So anche quel che avete fatto con loro in tutti quegli anni. Avevate
motivo di temere la loro vendetta. cos?
CREONTE (tace)
ANTIGONE: E Polinice?
CREONTE (non risponde)
ANTIGONE (ripete): E Polinice?
CREONTE: Lui aveva visto.
ANTIGONE: Vai avanti, Creonte.
CREONTE: Lo prendemmo, voleva passare al nemico. Voleva svelare tutto.
(Pausa)
ANTIGONE (con lo sguardo fermo, fisso): Mi ricordo i primi giorni dopo la guerra.
La calda estate incipiente. Noi bambini giocavamo nel parco. Voi voi
eravate intenti a mettere le aiuole. Credo che fu la prima cosa che faceste
quando la guerra finita. Mettere aiuole sopra sopra una fossa comune. (Si copre il viso con le mani) Ed io ho vissuto tra voi.
Antigone sconvolta ma non rassegnata. Arriva Emone; Antigone crede di
poter avere soccorso da lui. Lincontro ha la stessa intensit e passionalit
dellincontro tra Emone ed Antigone in Anhouil. Ma quando Antigone dice
ad Emone che non potr mai essere sua moglie, e che ha il dovere di portare a
termine qualcosa, Emone capisce, e rivela di essere sempre stato anche lui a
conoscenza di quei fatti, sin dal giorno del suo ritorno dalla guerra.
EMONE: Antigone, cosa ci importa? Cosa ci importa dei crimini dei nostri padri? Delle fosse comuni che hanno riempito?
111
ANTIGONE: Perch lo hai detto? Perch Emone? (Sfinita, si passa la mano sulla
fronte) Se avessi detto: te lho taciuto perch ti amo, e perch temevo per il
nostro amore (fa una pausa) Devo andar via. Via da voi tutti. Devo
andare da Polinice.
Emone fa un ultimo favore ad Antigone. Mente al padre, dice che la ragazza si
chiusa in camera sua. Antigone, invece, tornata al parco, dove stata colta
a scavare a mani nude nella terra, e ritorna portata dai poliziotti con un aspetto orribile (qui i richiami ad Anhouil sono quasi letterali):
ANTIGONE (cerca di mettersi in ordine i capelli con la mano libera): Sono orrenda,
vero? S, sento di avere un aspetto orribile. (Fa una pausa) Emone, adesso
sar ancora pi repellente. E lui stato molto rozzo. (Fa di nuovo una piccola pausa) Tutti sono stati molto rozzi con me. Sai, non dimenticher mai
lorrore nei loro visi e lodio quando ho detto che ero venuta a
resuscitare i morti
EMONE: Aspetta, Antigone. (Tira fuori il fazzoletto e vuole pulirle il volto)
ANTIGONE (ritrae la testa): No. Ti prego, no. Non togliere la terra. (Fa una piccola pausa) Perch mi guardi cos? (Cerca di ridere) Emone persino ora sono
ancora un po vanitosa. (Improvvisamente) Per favore, va via.
EMONE: Non me ne vado.
ANTIGONE: Va via, Emone.
EMONE: No.
ANTIGONE: Non vedi che la tua presenza mi tortura?
EMONE: Antigone, qualcuno deve pur stare dalla tua parte. Dimentica quel
che ho detto prima. Voglio aiutarti. Farei qualsiasi cosa per te. Non
mandarmi via adesso.
ANTIGONE: Vai via, Emone. Se mi ami. Se mi ami ancora.
Emone qui assume anche il ruolo della Ismene del modello sofocleo. Ma ecco
che irrompe il coro, cio la popolazione che sa quello che accaduto, ha
paura e manifesta sotto la casa del sindaco. Il capo della polizia il corifeo. I
cittadini non si fidano pi di Creonte, troppo sentimentale nei confronti di
Antigone. Tiresia comunica al sindaco quel che hanno deciso: necessario
liberarsi di Antigone. Non pensano ad ucciderla, ma a rinchiuderla in manicomio grazie ad unattestazione medica che ne dichiari linfermit mentale.
Creonte cerca di convincere Antigone a scappare. Nellultimo dialogo, il personaggio presenta fortissime analogie con il Creonte di Anhouil: ama
profondamente la ragazza e soprattutto dichiara di tenere il potere per
adempiere un dovere verso la citt, non verso se stesso. Ha ucciso i lavoratori
stranieri e Polinice perch era un atto necessario: doveva salvare la citt.
CREONTE: Non ho avuto il minimo pentimento. Forse perch sono sempre convinto che allora non potevamo comportarci diversamente. (Pausa)
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ANTIGONE: Ed oggi?
CREONTE (non risponde)
ANTIGONE: Ed oggi, Creonte? Oggi sarebbe di nuovo necessario, uccidere
qualcuno, vero? Ma non pi cos facile. A Tebe non si spara pi e non si
sotterra pi nessuno. A Tebe sta per aprirsi la stagione turistica. Davanti ai
miei occhi, Creonte.
Intanto arriva in stazione il treno che porta i turisti. Sta per iniziare il ballo che
inaugura lestate. Sopraggiungono gli infermieri: devono condurre via
Antigone, che capisce quale destino le riservato. Anche Ismene entra in quel
momento: ma confusa, crede persino che Antigone sia sul serio malata.
Latto di denuncia terribile: nulla cambiato dai tempi della guerra. Quella
societ si basa sulla complicit e sulla delazione. Menzogna e finzione sono
dappertutto, ed anche se non si uccide pi, si trovano altri terribili mezzi per
liberarsi di chi scomodo. Ed scomodo chiunque dica la verit, una verit
che nessuno vuol sentire. Antigone ha paura, chiede a se stessa perch non
venga a compromessi. Ma Creonte non potr dimenticare, sta distruggendo
lessere umano che pi ama, Antigone, e questa la sua vera punizione, pi
terribile della prigione. Antigone portata via ed il poliziotto, ubriaco, chiama
Creonte perch dia inizio al ballo inaugurale. Non finita. Tiresia, ancora, a
raccontare il seguito. Nei mesi successivi, unamnistia libera Creonte e i
cittadini da ogni colpa. Emone va in manicomio per riportare a casa Antigone.
Ma nel frattempo, la ragazza davvero impazzita, la luce dei suoi occhi
spenta, non vede pi la realt. Scambia Emone per Polinice, e quando questo
capisce che Antigone non ragiona pi, accetta di immedesimarsi nel ruolo del
fratello. Si lascia mettere al collo una corda, e i due muoiono insieme nella
cella. Tiresia a portare la notizia a Creonte: La stella [di Antigone] stava per
sorgere a Tebe. Una stella chiara, bella, luminosa. Ma noi labbiamo spenta. Di
nascosto, senza che nessuno se ne accorgesse. Come se non avesse mai
brillato.
UnAntigone scomoda
Con la sua pice Hubalek denuncia il problema degli stranieri che furono
indotti ai lavori forzati dal sedicente Reich, deportati da tutta Europa, e diffusi
come schiavi in tutti i luoghi produttivi della Germania. Solo di recente una
ricerca storiografica dettagliata e da ultimo una mostra allestita nel Museo
ebraico di Berlino ha portato alla luce i documenti su uno degli aspetti pi
dolorosi e gravidi di conseguenze delleconomia di rapina e schiavile della
Germania hitleriana.61 Ma sono anche altri i fatti di cronaca di quegli anni da
cui Hubalek pu aver preso ispirazione per la scrittura del dramma, ad
esempio la scoperta dei crimini commessi in guerra da Heinz Reinefarth, ex
61
Zwangsarbeit. Die Deutschen, die Zwangsarbeiter und der Krieg, Jdisches Museum Berlin,
28.9.2010-30.1.2011.
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Per questi ed altri episodi vedi la mostra Ordnung und Vernichtung Die Polizei im NSStaat, Deutsches Historisches Museum Berlin, 1 aprile-28 agosto 2011.
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Traduzione italiana: Rolf Hochhuth, LAntigone di Berlino, a cura di S. Fornaro con la nota: La nostra morte deve essere un faro, Via del Vento, Pistoia 2008 (iquadernidiviadelvento 53).
Cfr. Sotera Fornaro, Hochhuth, Rose Schlsinger, Sophokles. Die Berliner Antigone, in: Ilse
Nagelschmidt Sven Neufert Gert Ueding (hrsg.), Rolf Hochhuth: Theater als politische
Anstalt, Weimar 2010, pp. 197-209.
Il libro di Viktor Klemperer LTI adesso disponibile in italiano per la Giuntina editore.
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cle, tutte le vittime dei bombardamenti ricevevano funerali solenni: erano sepolte in tombe collettive con grande sfarzo, musica e benedizioni religiose.
Lespressione fossa comune era proibita, perch avrebbe minimizzato
leroismo delle vittime del terrore anglo-americano sulla citt. Se dunque
Anne avesse davvero portato il corpo del fratello tra quei morti li avrebbe
profanati argomenta uno dei giudici del tribunale, perch avrebbe messo
nella stessa tomba un nemico dello Stato e i suoi pi strenui ed eroici difensori. Questo avrebbe portato ad un inasprimento della pena.
Il tema sofocleo della contrapposizione tra funerale solenne per leroe
della patria, e scempio del cadavere del nemico ucciso piegato nel racconto
allironia della storia: eroici sono solo di nome le centinaia di vittime dei
bombardamenti, ai quali sicuramente il funerale con la banda e le insegne non
restituisce dignit, dato che sono ammassati insieme e gettati in fosse comuni.
Perci la profanazione di quelle tombe collettive, comunque le voglia chiamare il gergo dei dominatori, di per s ridicola. Anne non ha portato il fratello tra quei morti, anche perch cos non gli avrebbe reso lonore dovuto.
Mentre nel tribunale uno dei giudici attacca con virulenza limputata, che
invece tace, il giudice generale immerso nei propri pensieri. Dentro di s,
ricorda il contrasto avuto con il figlio, Bodo, fidanzato proprio con quella ragazza che adesso sotto processo.
Le figure del dramma sono state introdotte: il giudice-capo (Creonte), suo
figlio Bodo (Emone), la fidanzata del figlio, Anne (An-tigo-ne), il fratello giustiziato (Polinice). Invece che una guerra fratricida, Hochhuth usa il tema del
prologo brechtiano ambientato nel 1945 del soldato ucciso dallo stesso esercito a cui appartiene, perch andato contro il regime. Infatti il fratello di Anne,
che resta senza nome nel racconto, era un ufficiale della VI armata, dilaniata
sul fronte russo. A proposito della battaglia di Stalingrado, aveva dichiarato
che le truppe tedesche erano state annientate dalla cecit di Hitler e dalla sua
imperizia militare, non dai Russi. Perci era stato denunciato e giustiziato per
alto tradimento.
Continuano i pensieri del giudice-capo. Per quella donnetta di Anne, sta
correndo un grande pericolo: il Fhrer infatti ha ordinato che la ragazza restituisca con la sua propria persona allanatomia il cadavere, il che sicuramente
significa che deve essere giustiziata, ed il corpo deve andare come gli altri
allistituto di anatomia, come a compensazione del cadavere sottratto. Il giudice aveva trasformato quella tragedia in farsa, sfruttando lambiguit delle
parole del Fhrer, ed istituendo un processo, nel quale si chiedeva invece ad
Anne di restituire il cadavere del fratello. Il lettore sinora non sa da dove e
come Anne ha sottratto il corpo.
Il giudice-capo elenca le circostanze attenuanti per il crimine commesso
dalla ragazza: e cos il lettore capisce come avvenuta la sepoltura. Il corpo
era stato rubato, durante il caos di un allarme aereo, dagli scantinati delluniversit. Non si pu parlare di saccheggio, reato punito con la condanna a
morte, perch dal trafugamento del corpo laccusata non ha ricavato nessun
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tratto un episodio cruciale del racconto, nel quale una ragazza polacca, accusata di saccheggio per aver mangiato del pane preso da un fornaio a Dresda
durante un bombardamento, condivide la cella con Anne. Le lettere di Rose
Schlsinger raccontano la commovente figura di una ragazza polacca chiusa
con lei in cella, che fa corone del rosario con le briciole di pane, nega di aver
commesso alcun crimine, alla quale non data la possibilit di avvisare nessuno, e alla fine portata via dalla cella senza bagaglio evidentemente per
essere giustiziata. Nel racconto, la ragazza polacca, che resta senza nome, diventa come una sorella per la protagonista, una specie di Ismene, dunque.
Dopo questa forzata separazione, Anne comincia a dubitare di se stessa.
Langoscia pi nera si alterna alla capacit di resistere. I particolari della vita
in prigione, il riuscire comunque a rallegrarsi della vita, la gioia di vedere i
passerotti in cortile, sono tratti dalle lettere di Rose Schlsinger. E dalla realt
tratto anche lelemento pi crudele del racconto, ossia il fatto che Anne in
carcere, per bocca del parroco, deve apprendere del suicidio del fidanzato
Bodo. Per motivare questo suicidio, e renderlo analogo a quello di Emone
nella tragedia di Sofocle, Hochhuth escogita una vicenda complicata. Al
ragazzo viene recapitata una lettera di Anne, che questultima riuscita ad
affidare ad un generoso secondino. Ma siccome in questa lettera la ragazza d
per scontata la propria condanna, il ragazzo si uccide: la vita per lui non ha
pi senso. Il tema della lettera certamente in Hochhuth influenzato
dallultima scena dove compare Antigone nel dramma di Anhouil: l la
ragazza cerca di dettare una lettera al suo insensibile carceriere, nella quale
dichiara di aver paura e di non sapere pi perch muore. Ma la lettera non
verr mai recapitata. Al contrario in Hochhuth la lettera recapitata, ed ha un
effetto domino: il ragazzo si uccide perch crede che Anne sia gi morta.
Anche nella realt cera una lettera: il compagno di Rose Schlsinger si
suicid sul fronte russo, dopo aver scritto una lettera nella quale rivendicava
su di s la responsabilit dei fatti attribuiti alla sua compagna, cercando di
scagionarla. Si tratt di un gesto disperato ed inutile, perch la lettera non
arriv mai dal fronte sul tavolo del giudice che curava il processo, e se arriv
non fu tenuta in alcuna considerazione. N mai fu recapitata a Rose
Schlsinger unultima lettera da parte di Bodo. Anche lei venne a sapere da
altri della morte del compagno.
Dopo questo fatto decisivo, il racconto giunge precipitosamente al suo epilogo. Il giudice capo si ritira, decorato ed elogiato da Hitler per aver anteposto
la ragion di Stato a motivi familiari. Hitler lo accomuna a Mussolini, che aveva fatto uccidere il genero Galeazzo Ciano, un traditore, nonostante le preghiere della figlia.
Si raccontano gli ultimi terribili momenti di Anne nella cella dei candidati
alla morte, sino alla decapitazione. La descrizione del rituale dellesecuzione
dei condannati che erano definiti nel gergo nazista pacchetti, perch ormai
avevano perso la dignit ed il valore di esseri umani, si basa su una minuziosa
raccolta di testimonianze storiche: dal taglio dei capelli per facilitare
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UnAntigone a met
Nel racconto di Hochhuth il potere malvagio, assoluto ed intoccabile, Hitler,
rispetto al quale il giudice-Creonte solo un burattino. Tutti gli altri esecutori
del suo volere scimmiottano il Fhrer, la sua lingua, i suoi gesti e persino la
sua maniera di pettinarsi: sono delle caricature, dei personaggi da cabaret. Ad
elementi cabarettistici rinviano altre figure del racconto, come i due becchini
che testimoniano con grande dovizia di particolari sul loro lavoro, oppure
lavvocato che accusa Anne guardandola viscidamente, e soprattutto la
secondina, la buona madre tedesca, che ha persino cura della condannata, le
offre mele fresche, e poi la perquisisce con estremo zelo e le toglie lunica
possibilit di farla finita, una scheggia di vetro con la quale avrebbe potuto
tagliarsi le vene. Come Brecht, Hochhuth elimina dal suo racconto qualsiasi
riferimento al destino e a un dio: il ruolo del pastore, che potrebbe dare
consolazione alla condannata, ridimensionato, annullato. Non c un vero
Tiresia, perch il religioso non solo non pu vedere il futuro, ma ha nei
confronti di Anne unazione decisamente annichilente. Anne, del resto, non
crede in Dio, ma, in termini brechtiani, pensa che luomo sia il solo
responsabile del proprio destino. anche possibile che Hochhuth avesse
presente, nella descrizione della prigioniera e del suo stato psicologico
alterato, la Rosa Luxemburg/Antigone di Alfred Dblin.
Nel racconto di Hochhuth manca il coro che commenta gli avvenimenti. Il
vero coro, onnipresente, quello dei morti. Si tratta perci di un coro muto,
che accusa ma non pu parlare. Ma c anche il coro dei corresponsabili: Anne
si trova in carcere perch stata denunciata, allesecuzione assistono testimoni che non parleranno per non perdere la pensione.
La protagonista di Hochhuth, Anne, molto diversa dal modello sofocleo.
Certo, Anne, come Antigone, agisce: quello che importa per lei il seppellimento del fratello, ma le motivazioni del suo gesto non sono esplicite. In
66
Sulla realt storica dei momenti prima delle esecuzioni vedi ad esempio Sotera Fornaro,
Le ultime ore. Testimonianze sui condannati a morte del nazismo, in: Snodi pubblici e privati
nella storia contemporanea, sesto numero, autunno inverno 2010, Venezia, pp. 123-133.
119
nessun passo del racconto si accenna a qualcosa di analogo a leggi non scritte, a leggi morali, che guidano lazione sin troppo ingenua di questa ragazza.
Anche il verso pi celebre, che ritorna praticamente in tutte le rielaborazioni
dellAntigone, non sono nata per condividere odio ma amore, non compare
nel racconto di Hochhuth in alcuna forma. La morte domina su tutto. Anne
sembra nata per la morte. Lamore che lega i due fidanzati, un amore distante
ma fortissimo, si realizza nella morte. E nella morte si realizza anche lamore
sororale, perch, come impone il Fhrer, Anne alla fine d davvero il proprio
cadavere in cambio di quello del fratello. Dopo essere stata ghigliottinata,
infatti, anche il suo corpo finir allistituto di anatomia. Si tratta di un atto di
resistenza estremo, ma anche istintivo, irrazionale. Rispetto allAntigone
sofoclea, che non esita ad ingaggiare un duello verbale con Creonte, la
Anne/Antigone di Hochhuth tace, parla solo con se stessa, non arriva ad una
contrapposizione con il giudice.
In questa maniera, invero, Hochhuth non rende un grande servigio alla
memoria dei resistenti tedeschi come Rose Schlsinger: i quali agivano certamente molto spesso senza piani preordinati e in maniera quasi suicida, ma
avevano forti motivazioni ideologiche. Anzi: il loro limite fu probabilmente
essere pi uomini di pensiero che dazione. Credo che almeno al momento
della scrittura, Hochhuth fosse vittima dellidea che la Resistenza tedesca,
seppure cera stata, era stata gestita dalle iniziative spontanee di giovani non
molto maturi, come per esempio nel caso della Rosa bianca di Monaco. Non
solo: nel momento in cui Hochhuth scriveva il racconto, il gruppo di Resistenza a cui aveva appartenuto Rose Schlsinger era denigrato nella Germania Federale, perch a torto considerato unassociazione di bolscevichi e comunisti, composto anche da spie sovietiche con lintenzione di vendere a
Stalin lEuropa. Mentre nella Repubblica Democratica Tedesca i membri
dellOrchestra rossa erano considerati degli eroi, nella Repubblica Federale
su di loro si taceva o se ne infangava persino la memoria; in America si pubblicavano fantasiosi gialli politici incentrati sullOrchestra rossa, tipici prodotti della guerra fredda. Forse questa congiuntura storica ha condizionato
linvenzione dellintreccio da parte di Hochhuth, il cui racconto non descrive
un atto di Resistenza determinato e consapevole, ma il gesto alquanto inverosimile ed inutile, seppur coraggioso, compiuto da una ragazza per
onorare la memoria del fratello.
caduta del muro si venne a sapere che era stato un collaboratore ufficiale, con
lo pseudonimo Pedro Hagen, della Stasi, il tremendo servizio informativo della polizia della Germania comunista, che spiava i cittadini alla ricerca di
oppositori del regime. Fries non ha mai rinnegato quel ruolo, anzi: lo ha raccontato in un diario della sua attivit, pubblicato nel 1996. Questo ha certamente gettato una forte ombra anche sulla sua attivit letteraria. Il racconto
che qui ci interessa fa parte di una raccolta, La guerra della televisione, pubblicata ben prima della svolta, nel 1975, e del tutto in linea con lideologia della
Germania orientale. Il protagonista un soldato, giunto in una compagnia punitiva nella sua citt per liberarne un quartiere dalle macerie causate dalla
caduta di due bombe, sganciate per errore da un caccia amico. Siamo
nellultimo mese di guerra. Una delle due bombe caduta, senza esplodere,
proprio nella casa della famiglia del soldato, che stata perci sfollata nella
vicina scuola. Il soldato ottiene unora di permesso per andare a cercare la
moglie e i due figli: ma per strada trova una ragazza in pelliccia che lo scambia per il fratello, lo induce ad entrare nella sua villa. L, in unatmosfera surreale, il soldato diventa un doppio del fratello della ragazza, si veste con i
suoi abiti ed indossa le sue scarpe, con le quali cammina con difficolt per le
suole scivolose, e decide di disertare. Un nuovo bombardamento, per, sconvolge la cittadina, ed il soldato esce dalla villa per andare alla ricerca della sua
famiglia. Va nel suo appartamento, dove lo stanno aspettando i militari per
arrestarlo e fucilarlo, in quanto disertore. Fugge sui tetti, da dove scivola, e
muore nella caduta.
Che subito dopo una donna scendesse da una DKW67 e si piegasse su lui che giaceva
sul lastrico della strada come morto, che trattasse con i ragazzi della Hitlerjugend e
con gli uomini del Deutsche Volksstrm68, che sorvegliavano il cadavere, che offrisse
loro sembra dei soldi, e quindi con il loro aiuto mettesse il morto in macchina, pu
essere una leggenda, nata nel dopoguerra su questo fatto che comunque sicuramente
vero. Non si sa se questa ragazza o questa donna, negli ultimi giorni di guerra, per
questo fatto sia stata portata davanti al cosiddetto tribunale del popolo, dalla cui
condanna a morte la salv solo la fine della guerra. credibile che nel primo anno
dopo la guerra sposasse un ufficiale americano, che aveva stabilito il suo quartier
generale nella villa di suo padre, e che con lui e con il padre si trasfer dalla periferia,
quando gli eserciti vincitori presero le loro posizioni definitive. Dopo lingresso
dellArmata rossa negli anni del dopoguerra ci fu qualcosa di pi importante ed
urgente da fare che seguire nei dettagli casi del genere, o addirittura dar loro un
significato qualsiasi.
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Marca automobilistica diffusa in Germania durante la Seconda guerra mondiale (presente sul mercato con questa sigla sino al 1968).
Organizzazione paramilitare nazista creata il 18 ottobre 1944 per dare manforte
allesercito.
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La bomba ad orologeria
Il racconto si apre allinsegna della malinconia, del ricordo di un mondo ormai ridotto in cenere, nel quale il protagonista forse stato felice. I due
ordigni caduti da fuoco amico, a significare la guerra omicida interna allo
stesso popolo (Eteocle e Polinice), in cui ormai il fronte corrisponde con il
confine della nazione, hanno la funzione di un oracolo, di un avvertimento
degli dei: il disastro imminente. Infatti, come il soldato dice alla ragazza, che
non capisce, era solo un ordigno ad orologeria. I personaggi del mito, in
questa prosa nuda, amara, sono attualizzati e completamente demitizzati, non
costituiscono, come ancora nel racconto di Rolf Hochhuth, nemmeno modelli
impliciti di riferimento. Mentre lAntigone di Berlino in fin dei conti una
martire, che pur rifiutando lidea di Dio si avvia allesecuzione con
atteggiamento religiosamente orgoglioso e tranquillo, lAntigone del racconto
di Fries una ragazza ricca e viziata, la cui verosimile fine non eroica, ma
improntata allopportunismo.
LAntigone un po folle di Fries, ridicola nella sua cameretta da bambina
che ricorda Anhouil, unesponente, come in Brecht, della classe dei ricchi, di
coloro che hanno partecipato allascesa di Hitler, e poi ne sono state vittime.
La simpatia va tutta al protagonista, un proletario, uno di quelli, cio, che soffrono sempre. Nella catastrofe generale, alla radio ufficiale del Reich si trasmette un valzer, che i protagonisti ballano in preda ad entusiasmo dionisiaco, come Hitler e i vecchi in Brecht.
Il racconto di Fries procede per quadri, ed il legame con il mito viene svelato molto lentamente. Nel primo quadro protagonista la periferia di una citt, la comunit che si incontra nei suoi orticelli, i giardini dei poveri: non tanto
il pericolo dei bombardamenti costituisce lelemento pi angosciante nella comunit stremata, ma la presenza al suo interno di possibili delatori, i membri
del partito che devono vigilare sulla condotta di tutta la comunit e denunciare i disfattisti. I processi improvvisati e le esecuzioni sommarie furono il
vero incubo della popolazione tedesca nelle ultime fasi della guerra. Il fanatismo incontrollato dei nazisti che ancora credevano alla vittoria si esercit con
mortale pericolosit su tutti e tenne in una morsa la societ fino alla fine della
guerra. Come nella Tebe del mito, la paura chiude la bocca dei cittadini, e la
citt dilaniata non solo (ed addirittura non tanto) dalla guerra esterna, quanto da una insidiosa guerra interna, di cittadino contro cittadino.
Il riferimento mitico preparato dalla descrizione dei bambini che in quel
caos continuano ad andare a scuola per imparare la lezione dei grandi. La
scuola, edificio adibito come accampamento demergenza, ha nella trama del
racconto un ruolo centrale e negativo: potenziale tomba per gli sfollati, se colpita da una bomba, comunque il luogo dove simbolicamente si tramanda un
sapere falso e bugiardo, dove si esalta un passato di guerre in continuit con il
presente. Il sapere scolastico considerato inutile e mistificatorio. Non vi sono
esempi imitabili n nella storia n nei miti. Anzi: il protagonista ricorda vagamente che nei libri dei Greci cera la storia di una ragazza alla quale chi
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Celebre canzone degli anni Trenta, interpretata da Lilian Harvey, Willy Fritsch. Vedi:
http://www.youtube.com/watch?v=m8QCwxB9HmQ
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ANTIGONE AD AUSCHWITZ
Una copia nella Staatsbibliothek di Berlino (Unter den Linden); il testo inedito mi
anche stato messo a disposizione dalleditore Henschel (editore specializzato in copioni
teatrali).
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tinove anni. Questultima, anche lei una politica, riuscita ad avere notizie
del fratello, che a Tebe collabora con i nazisti. divisa tra lodio per lui, e
lamore che dovrebbe volergli perch suo fratello. Antigone le rivela il suo
progetto di seppellire Polly, Ismena fa di tutto per dissuaderla.
Nel secondo atto si torna nella baracca dei politici slovacchi. La notte
passata, sono le ore che precedono lalba. Joseph, il ragazzo, dialoga con Zeman, un contadino nostalgico della propria terra, che lo spaventa descrivendogli gli effetti dello stare in quel luogo, le forze che vengono meno, i denti e i
capelli che cadono, lappello estenuante che lanticamera alla morte, il cartello appeso sulla recinzione che dice: a chi tenti di oltrepassare sar sparato
senza preavviso. Il ragazzo non sa nemmeno dove si trovi, o fa finta di non
saperlo, crede che si tratti di una fabbrica, di essere stato portato ai lavori forzati. Il Professore zittisce Zeman ed invita il ragazzo a vincere la paura, perch proprio la paura la maggiore arma dei torturatori. Entra Tonka; ha
tentato di spostare il corpo di Polly, ma troppo pesante per lei e la paura, infine, lha paralizzata. lalba. Joseph parla con Tonka, vuole sapere perch lei
sia l, e la ragazza gli dice che ha nascosto qualcuno, un giovane sconosciuto,
che poi andato via per i tetti. Tonka esce, il ragazzo interroga gli altri, vuol
sapere di lei, e in quale fabbrica lavori, dice che non giusto che si diffondano notizie false sul nemico, ad esempio che in quel posto la gente venga
sterminata col gas: unatrocit troppo incredibile. Gli altri amaramente stanno a sentire e non commentano. Poi arriva Zeman con la notizia che una commissione della Croce Rossa sta per entrare nel campo, e lui spera di poter
finalmente parlare ai delegati, gridare ed ottenere pi umanit. Torna anche
il Tenente, che stato fuori tutta la notte. Nove altri compagni, altri
partigiani, sono stati prelevati dalle baracche, torturati nel bunker ed uccisi.
Sorge il giorno. Continua a nevicare. La neve traditrice, nasconde le mine e
svela le tracce. Il corpo di Polly stato spostato: il Tenente accusa listintivo e
forte Sarisch, perch Tonka non avrebbe potuto avere la forza fisica di
compiere quel gesto. I due litigano, ma il loro alterco interrotto dal ritorno di
Krone e Storch. Per punire lo spostamento del cadavere, azione che nessuno
confessa, stanno fucilando un prigioniero per baracca. Durante linterrogatorio ai prigionieri, listeria di Krone giunge al culmine. Solo il caso
impedisce la strage. Sono arrivati gli dice una delle SS che accorre trafelata
a chiamarlo, e Zeman crede che si tratti della commissione della Croce Rossa.
Il Tenente deve deluderlo: si tratta della Gestapo, venuta nel campo per
debellare la Resistenza con i suoi metodi dindagine. Zeman, sconvolto, corre
fuori, verso la recinzione, trasgredisce il cartello, e cos si fa uccidere.
Continuano discussioni nella baracca, sino a che si sente suonare lallarme
aereo.
Latto si chiude, seguito dal secondo intermezzo nella villa del comandante, dove Krone e Storch sorseggiano cognac. I due, complice anche lalcol, vengono a litigio. Storch crede di impersonare il vero nazista, colui che annuncia
ed esegue gli ordini, che non pensa, una macchina da guerra e di conquista,
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Martin Heidegger, Hlderlins Hymne Der Ister, Sommersemester 1942, traduzione italiana di Adriano Ardovino in: LAntigone di Heidegger. La tragedia come parola dellessere, in:
Antigone e la filosofia, p. 196.
Traduzione di G. Masi, cit. in: Antigone e la filosofia, p. 135.
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forte di Romainville. Dudach sar fucilato a maggio, Charlotte deportata, insieme ad altre 230 donne, ad Auschwitz, a cui riesce a sopravvivere.
Ad Auschwitz, tra gli esercizi di memoria che la Delbo fa per non soccombere, ripete silenziosamente tutte le poesie che riesce a ricordare, e soprattutto
drammi e parti di essi alla cui messa in scena ha collaborato. Riesce ad inscenare Il malato immaginario di Molire, dopo aver barattato il libro col pane.
Antigone, Elettra, Ondine non sono solo figure letterarie, diventano fantasmi
e compagne consolatorie, di cui racconta e con cui dialoga. Le vengono in
mente i miti dei drammi di Giraudoux, al cui allestimento a Parigi ha
collaborato. La letteratura la sua religione, la letteratura la sua ncora, la
letteratura la ragione per cui sopravvive. Pubblica i suoi libri, solo quando
pensa di aver acquisito la distanza del testimone, tra il 1965 ed il 197173.
Charlotte Delbo mira alla tragedia: Quello a cui tendo uninformazione pi
alta, inattuale, cio pi duratura, quella che far sentire la verit della tragedia
restituendole lemozione o lorrore.74 Si tratta di unire il documento con la
letteratura: Verit storica quando si tratta del documento, bellezza della parola quando si tratta di letteratura. Verit e bellezza insieme quando si tratta
di tragedia.75 Ad Auschwitz, le donne da una parte e gli uomini dallaltra
diventano protagonisti di un teatro spettrale, in cui tutto ha il colore della
polvere. Ma lo sguardo continuo su quel teatro una scelta estetica: bisogna
guardare lorrore, per averne terrore e piet.
Charlotte Delbo ha nel campo di sterminio due numi tutelari, Elettra ed
Antigone76. Con Antigone, uno degli spettri letterari che sempre laccompagnano, la Delbo ha in comune il fatto di essere stata imprigionata per quello
che ha fatto, per essersi opposta politicamente, una differenza importante con
altre donne dei campi che si trovavano l non per aver agito, ma per quello
che sono, ebree. Auschwitz leroismo perduto e lestinzione del simbolo,
ma Elettra ed Antigone, donne ribelli e sorelle amanti, resistono allatmosfera
mortale: E in questa solitudine cos asfissiante, cos mortale, chi avrebbe potuto avere coraggio? Chi davvero? io, dice Elettra. Elettra colei che parla ai
morti, e che non smette la speranza di poter tornare in un mondo normale.
Antigone ad Auschwitz ha una grandezza che non ha mai avuto77. Come la
legge di Creonte impedisce il lutto per il fratello, cos luniverso concentrazionario impedisce qualsiasi forma di compianto. Come si possono compiangere corpi che non sono rimasti corpi, che sono stati smembrati al punto da
perdere la dignit di corpi, al punto che qualsiasi atto di sepoltura sarebbe
inutile, superfluo? Antigone non mai stata cos grande, perch la sua Resi73
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77
Una dettagliata analisi narratologica della trilogia di Charlotte Delbo si deve ad AnneBerenike Binder, Mon ombre est reste l-bas. Literarische und mediale Formen des Erinners
in Raum und Zeit, Tbingen 2008, pp. 40-116.
C. Prvost, Entretien avec Charlotte Delbo, La Nouvelle critique, juin 1965, pp. 41-44.
La dportation nest pas vendre, Les Nouvelles Littraire, 2649, 31 agosto 1978.
Vedi soprattutto C. Coquio, La tendresse dAntigone. Charlotte Delbo, un tmoignage fminin,
in: Tmoigner, 105, 2009, pp. 145-162.
Spectres, mes compagnons, Paris 1977, p. 28.
136
La grandezza di Antigone
Nel campo, la sepoltura un gesto impossibile, per la debolezza che inchioda,
ma anche perch non c un corpo da seppellire. I morti sono cataste (come
seppellirli?), preda dei topi voraci gli avvoltoi temuti nella tragedia greca
ormai irrimediabilmente insozzati, un numero immenso, indominabile. Siamo
molto al di l della catastrofe dovuta ad un destino antico, non c tragedia
in senso greco perch lantichit non ha mai trasformato i corpi in cose, in materia, in Stcken. In cosa consiste allora la grandezza di Antigone in un mondo
che non conosce pi la piet dei morti, dove una gamba diventa materiale da
ardere? Nel non cedere allinsopportabile. Nel saper guardare in faccia lorrore, come la gamba tra la neve e poi tra il fango, ma non lasciarsi sconfiggere
dallimpotenza.
E dunque lo spettro letterario di Antigone significa resistenza dellumanit, il coraggio di penetrare nel campo di Birkenau, di aggirarsi tra i crematoi
e le paludi, nellimmaginazione raccogliendo la polvere con le mani per ricoprire il corpo di un fratello78. Oppure la piet di una donna che deve trascinare fuori dalla baracca il corpo di sua sorella: Nel cuore di quella notte
limpotenza a condividere la respirazione con sua sorella, e poi i piedi della
ragazza che ha portato fuori della baracca e posato sulla neve, delicatamente,
maternamente, una specie di seppellimento, qualcosa di un sacramento di tenerezza, prima che questo corpo divenga un oggetto da bruciare, mosso con
la pala nel mucchio dei cadaveri della notte, che saranno bruciati in giornata
o, se sono troppi, dovranno attendere il giorno dopo.79
Seppellire un fratello ben poca cosa di fronte allimposizione morale di
non lasciarsi andare. Uccidersi in una grotta prigione ben poca cosa di fronte
alla vita difesa ad ogni costo in mezzo alla morte, al saper affermare le ragioni
della vita l dove la vita ormai confusa indistintamente con la morte, l dove
persino una gamba strappata da un corpo, nella sua caparbia visibilit, viva, anche perch riconoscibile, non confusa tra le pile dei morti. Mai Antigone stata pi forte che ad Auschwitz, perch mai ha dovuto mostrare cos
completamente la sua forza inaudita. Non si tratta, ad Auschwitz, di far scorrere le lacrime del compianto funebre, ma di saperle reprimere: ed incomparabilmente maggiori sono la forza ed il coraggio di cui necessita questo
ricacciare indietro le lacrime. Quel che la tragedia greca aveva raccontato
attraverso singoli personaggi, Edipo, Antigone, Creonte, Giocasta, nel campo
di sterminio si spoglia di ogni caratteristica individuale, diventa vicenda
collettiva. Non si ha un cadavere, ma cataste di cadaveri; non si ha una donna,
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In: Il vessillo britannico, traduzione e cura di Giorgio Pressburger, Milano 2004, p. 101.
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presentisce, che d un appuntamento certo. Non vero che chi muore pronuncia le ultime parole. Quellunico corpo collettivo muore senza dire, muto.
Senza lasciare messaggi. Ai morti di Kalavrita non concesso nemmeno il
privilegio del condannato a morte, che pu scrivere ai suoi parenti lultima
lettera, un addio. Le donne raccolgono quel silenzio e lo trasformano in parola, in canto; ma anche in gesto. Con gli uomini morto il sapere maschile,
quello delle arti manuali. Le Antigoni, nelloltraggio a loro dato della vita,
dovranno perpetuare anche quelle. Ed intanto eseguono il compito che affidato loro da sempre, il compito di Antigone, e nei loro gesti si mischia il sapere del lutto, ufficio femminile, e quello della raccolta e della mietitura, lavoro da maschio. La morte improvvisa ed inspiegabile, ch non c spiegazione, nemmeno il destino, ad una morte del genere, tramanda quel che nella vita era visibile: da una parte gli uomini, vestiti tutti nella stessa maniera,
dallaltra le donne, anchesse vestite uguali. La sepoltura, da sempre, ha bisogno di essere consacrata dagli dei. Dopo il lavoro di sepoltura, indispensabile la presenza del sacerdote che deve dare la benedizione, anche lui un
sopravvissuto ad altri massacri, un Tiresia pietoso che non ha pi sventure da
predire, perch tutte le ha gi vissute. Il tiranno, che non era uno solo, ma
aveva mille e mille volti, di ufficiali e soldati, alcuni soltanto ragazzi, alla fine
stato annientato, ma non solo la vittoria militare ad importare: chi crede di
essersi salvato perch sopravvissuto non pu sfuggire alla vergogna per
quello che ha fatto.
Lora di Antigone ferma nellorologio del paese, che non ha pi ripreso a
battere dal momento del sequestro degli uomini condotti a morire, si fermato come un cuore divenuto di pietra, ma esposto alla memoria del viandante. La fine del poema ricorda palesemente lepigramma di Simonide per i
caduti alle Termopili. Anche la vita delle mille Antigoni si fermata in quel
momento, pur continuando a scorrere, nelle opere ed i giorni di antica
tradizione greca, insegnati dallepica di Esiodo, opere di maschio e di donna
insieme, e giorni di inesauribile solitudine. Ma resta e rester la tomba. Il
gesto di Antigone. Il suo coraggio.
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Sui presupposti ideologici vedi soprattutto Isabel Capeloa Gil, LAutomne dAntigone. Le
mythe grec et le deutscher Herbst (1977), in: Les Antigones contemporaines (de 1945 nos
jours), pp. 307-319 e larticolo di Claudio Longhi, Antigone o della Germania. Per una storia
delle rappresentazioni di Antigone in area tedesca nel secondo Novecento, in: Antigone, volti di
un enigma, pp. 293-326. Sul film torno in: Antigone sullo schermo, Bari 2012.
Si traduce da: Heinrich Bll, Werke, Klner Ausgabe, Band 20, 1977-1979, hrsg. von Ralf
Schnell Jochen Schubert in: Zusammenarbeit mit Klaus-Peter Bernhard, Kln 2009, pp.
154-159. Dallarticolo di Claudio Longhi, apprendo che esiste una traduzione italiana in:
R. Klett (a cura di), Germania dautunno. Repressione e dissenso nello spettacolo della R.F.T.,
Ubulibri-Edizioni il Formichiere, Milano 1979, a me non accessibile. La traduzione del
titolo come Antigone oggi, citato cos da Longhi, tuttavia, non mi sembra n efficace n
appropriata.
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LAntigone rinviata
Abbozzo di una sceneggiatura per il contributo di Vlker Schlndorff
al film Gemania in autunno
(In una sala dattesa siedono i membri di una commissione [esponenti di partito, della
chiesa ecc.], eccetto il regista, il redattore, lintendente. Non chiaro a che partito
appartengano i membri della commissione)
(Scorre il film. Le due attrici che impersonano Ismene ed Antigone avanzano in scena
in costumi classici e dicono:)
Annunciando fatti violenti, tuttavia non annunciamo violenza.
(Subito dopo linizio dellAntigone)
ANTIGONE: O sorella, tu del mio stesso sangue, Ismene,
dimmi una maledizione di Edipo, che Zeus
non abbia gi portato a compimento nelle nostre due vite!
Ch non c dolore e non c crimine,
non c offesa, n vergogna
che non abbiamo vissuto in prima persona, tu ed io.
Ed oggi di nuovo, quel che a tutto il popolo
deve aver annunziato, il nuovo Fhrer
lo sai? Sei venuta a saperlo? Oppure non taccorgi,
cosa si avvicina ai nostri cari da parte dei nemici?
ISMENE: Di che si tratta? Vedo come dentro di te ondeggia!
ANTIGONE: Creonte non dette ad uno dei nostri fratelli
lonore della tomba ed allaltro la nega?
Secondo il diritto e le tradizioni, nascose Eteocle
nel cuore della terra, si dice chegli laggi
presso i morti sta tra gli onori,
il povero cadavere di Polinice invece
non concesso n piangerlo n seppellirlo
cos ordinato al popolo, incompianto
ed insepolto lo si lasci come lauto pasto
per gli uccelli, gi allerta!
Un tale ordine il nobile Creonte ci ha
annunciato, a te e a me, ascolta: anche a me.
E lui in persona apparir per dirlo
chiaramente a tutti coloro che non lo sanno.
E non scherza con questa cosa: chi, nonostante tutto, lo far,
morir per lapidazione davanti a tutto il popolo.
Cos stanno le cose. Ora tu mostrerai, se sei nata
nobile oppure se ti sei esclusa da questa categoria.
ISMENE: Temeraria! Se cos stanno le cose, cosa posso io
cambiarvi, sciogliendo o legando?
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TERZO COMPONENTE: Non una consolazione venire a sapere in questa maniera, che gi nel V secolo ci sono state donne terroriste diciamo cos.
REGISTA: Ho anche unaltra versione dei versi di distanziamento:
(fa un segno, viene proiettato il film)
(Attrici, di nuovo in costumi classici)
Non eravamo destinate ad annunciare cose violente,
ma la violenza ci obblig ad annunciare cose violente.
(Di nuovo silenzio)
PRIMO COMPONENTE: Bisognerebbe almeno dire criminali, persone che compiono violenza invece di cose violente.
REGISTA: Cos si distruggerebbe il verso!
PRIMO COMPONENTE: Quale violenza del resto dovrebbe aver obbligato queste
signore qui ad annunciare fatti violenti?
REDATTORE: La violenza di Creonte, che ha negato a Polinice la sepoltura.
PRIMO COMPONENTE: Quindi la violenza di una legge?
INTENDENTE: Signore e signori, credo che questa non sia la sede per discutere
su Sofocle si deve discutere soltanto se la presa di distanza credibile.
(Al regista) Anche a me sembra che lespressione Gewaltiges, cose violente
si possa fraintendere bisognerebbe dire atti criminali ed allora sarebbe
chiaro che nel dramma certo ricorre violenza, ma che le due signore prendono le distanze da essa questo adattamento stilistico a Sofocle genera
confusione.
REGISTA: Ho fatto girare ancora una terza versione dei versi di distanziamento. (Fa un segno, il film scorre)
(Le due attrici, in abiti di tutti i giorni, parlano allunisono)
inevitabile, ed anche evidente
che in alcuni drammi, anche classici
viene rappresentata violenza noi
prendiamo le distanze nella maniera pi marcata da qualsiasi
forma di violenza, e diciamo questo anche
in nome della regia, dellamministrazione
dellintera compagnia teatrale
degli operai di scena
degli impiegati alle casse
in nome di tutti, che
direttamente o indirettamente hanno contribuito
a questa rappresentazione.
(Si vedono ancora uno-due minuti della rappresentazione classica)
QUARTO COMPONENTE: Questo qui suona gi meglio, ma trovo che tuttavia
umilii direi il testo di Sofocle
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Nacque una polemica tra la sovrintendenza del teatro e Bll, che si rifiut di
partecipare a discussioni pubbliche che dessero una ragione a quel rinvio, a
suo parere ingiustificabile. Lidea dunque di una rappresentazione rinviata,
come il film sullAntigone nellepisodio di Germania in autunno, deriva dal
caso concreto del rifiuto della messa in scena dellOnore perduto di Katharina
Blum.
Linizio del film Germania in autunno mostra immagini dal funerale di
Schleyer, mentre in sottofondo si legge la sua ultima lettera dellindustriale al
figlio, nella quale invita a non sottovalutare linasprirsi della violenza, e a
portare questo messaggio ai politici pi importanti dellepoca. A conclusione,
come unepigrafe, sono riportate le parole di una Signora Wilde, madre di
cinque figli dell8 aprile 1945: Giunti ad un certo punto della crudelt, poco
importa chi lha commessa: deve solo finire. La stessa frase viene proiettata
prima dei titoli di coda. evidente il messaggio di riconciliazione del film:
qualsiasi forma di violenza politica, da chiunque sia perpetrata, da ritenersi
sullo stesso piano e perci va condannata. Nazismo, terrorismo ma anche
Stato democratico non differiscono nellessere soggetti di violenza. E perci la
rivoluzione mancata del 1918, lascesa del nazismo, i fatti del 1977 possono
essere analizzati e compresi con le stesse categorie.
Il film estremamente, consapevolmente colto, pieno di allusioni letterarie, politiche, storiche, culturali; un viaggio nella coscienza tedesca, allo scopo di scavare le cause remote della situazione politica presente, e si interroga
sulle motivazioni che spingono al conflitto tra individuo e Stato. Lepisodio
firmato da Bll importante perch pone il problema della violenza in una
prospettiva culturale e filosofica che travalica anche la situazione tedesca, e va
molto indietro nella civilt occidentale, arrivando alla Grecia del V secolo a.C.
Solo in questa prospettiva possibile esaminare con consapevolezza, senza
listerismo che la stampa conservatrice demagogicamente diffonde, il problema del terrorismo, e quello della contrapposizione di un individuo allo Stato
in nome di leggi morali.
Creonte in televisione
Lepisodio su Antigone comincia in diretto legame con uno stralcio del discorso dello scrittore ospite Max Frisch al congresso della SPD di Amburgo. Frisch
denuncia la sinistra, specie i suoi esponenti universitari, per aver peccato di
intellettualismo e di aver usato un linguaggio inaccessibile alla classe dei lavoratori. Frisch si chiede al di l del caso tedesco quale sia lo scopo della vita
umana in una societ consumistica. Il filmato si interrompe sulle parole: si
pone il caso, che non si voglia salvare la democrazia, ma costruire la democrazia. Avere pi democrazia: questo sarebbe uno scopo che va oltre il soggetto
individuale come soggetto consumistico. Senza soluzione di continuit, comincia lepisodio successivo, con un inquadratura dal basso della torre della
televisione dellemittente dove si svolge la seduta della commissione che deve
decidere se trasmettere o meno lAntigone.
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148
149
Brecht e Bll
Nelloggetto della discussione dopo la proiezione del film, ossia lespressione
di una distanza dal contenuto del dramma di Sofocle, possibile, credo,
ravvisare un confronto con il modello Antigone di Brecht. Il regista di Bll
compone dei versi di distanziamento, da premettere alla rappresentazione.
Brecht, come abbiamo visto, scrisse dei versi ponte, versi di raccordo
(Brckenverse), pronunciati durante le prove dagli attori, per introdurre i personaggi e contemporaneamente distinguersi da essi. Si tratta di un modo per
evitare la totale immedesimazione dellattore col personaggio: lattore, cio,
un dimostratore. Bll ironicamente spinge al limite questesigenza di straniamento, scrivendo tre versioni di versi di distanziamento che culminano
nellultima, in cui tutto lo staff del teatro, dagli attori alla donna delle pulizie,
dichiara la sua estraneit alle vicende raccontate. una scena che ironizza
sullesigenza teatrale dello straniamento. Limmedesimazione del pubblico
con il personaggio, la partecipazione emotiva alle sue vicende, non sono impedite da versi di distanziamento, che finiscono con il risultare, nella loro
pretesa didattica, in ultima istanza ridicoli, come non sfugge ai produttori
televisivi. Censura e straniamento sono sullo stesso piano, e cio tentativi di
sviare la lettura e la comprensione di un testo, piegandola ad interessi ideologici. Come si legge ed interpreta, allora, un dramma antico? La risposta di Bll
sembra essere: attraverso la sua storicizzazione. Solo per questa via si coglie la
differenza tra la situazione del V secolo a.C. e lattualit. Non si tratta di
unoperazione erudita, tuttaltro; grazie ad essa attingiamo alle radici del
presente e proviamo a spiegarne i fenomeni. Il terrorismo, ad esempio, un
fatto storico, dalle radici culturali ed intellettuali complesse, da cercarsi anche
nella letteratura antica e nelle sacre scritture, l dove si tematizza lo scontro tra
Stato ed individuo e si descrive il ricorrente conflitto tra generazioni, cio la
ribellione dei giovani al sistema dei vecchi che non riconoscono come proprio. LAntigone aveva fornito trentanni prima a Brecht un modello per il
presente, nel senso che rappresentava i meccanismi interni del potere e le cause della sua crisi. In Bll, invece, la tragedia di Sofocle funge da modello in
quanto induce a riflettere, in un contesto storico radicalmente diverso, sul
ruolo dellindividuo rispetto allo Stato; inoltre in Bll si sottolinea limportanza che questo individuo sia una donna (femmine terroriste, dice un componente della commissione) e che sia vittima della violenza della legge: ma
una legge esercitata con la violenza non smette forse di essere legge? Tuttavia
la distanza con il modello resta incolmabile, come pure evidenti sono, per chi
conosca la storia delle ricezioni, gli usi che del modello si sono fatti. LAntigone di Brecht, nella Germania prostrata, era la tragedia di Creonte e del suo
popolo; lAntigone di Bll, oltre trentanni dopo, la tragedia di una donna
vittima di violenza, e perci potenziale portatrice di violenza. Lo Stato contro
cui si ribella lAntigone politica di Brecht il male assoluto, non legittimato
da nientaltro se non dalla volont di potenza di una classe egemone e del suo
150
capo. Lo Stato che rifiuta la messa in onda dellAntigone, che dunque opera
una censura violenta e soffoca la parola perch la ritiene pericolosa, o
addirittura assassina, uno Stato democratico, allinterno del quale, e non
fuori del quale, bisogna cercare di rafforzare e tutelare la libert.
Una posizione simile ha assunto in Italia, a partire dagli anni Settanta la
riflessione di Rossana Rossanda, per la quale lAntigone raffigurerebbe lantica
contraddizione tra la donna e la forma pura, integrale, della politica, quella
iperpolitica che lo Stato.83 La Rossanda mette questo antagonismo in rapporto con la natura antipolitica di molto femminismo, ma daltro canto pensa
che sia costitutivo della dialettica democratica: solo nella vera democrazia,
infatti, esiste tensione tra individuo e Stato, e questa tensione va custodita:
tocca proprio allindividuo da una parte e allo Stato dallaltra averne cura. La
tirannia invece chiude, soffoca questa tensione, trasformando le persone in
sudditi. Ogni persona al contrario un individuo non riducibile. Chi non
capisce le ragioni di Antigone finisce nel disastro, ed operare nel diritto, fare il
giudice, il legislatore una responsabilit enorme.
Abbiamo posto le premesse per comprendere il romanzo conclusivo di questa rassegna, Mia sorella Antigone (1980) della scrittrice tedesca ebrea Grete
Weil, nel quale il passato della persecuzione nazista ed il presente degli anni
di piombo sono tenuti insieme dalla rievocazione dellio narrante, in bilico tra
autobiografia e mito. un romanzo nel quale la ricezione letteraria novecentesca dellAntigone trova, a mio parere, il suo esito pi felice ed originale.
Le Antigoni di Grete Weil 84
Nata nel 1906 in una famiglia ebraica borghese di Monaco di Baviera, Grete
Weil ha uninfanzia scandalosamente felice e viziata, senza ricevere alcuna
educazione religiosa. La Weil si sente sempre solo ed unicamente tedesca,
83
84
Rossana Rossanda, Antigone ricorrente, in: Sofocle, Antigone, Milano 1987 e poi in: RipoliRubino 2005. Inoltre G. Bailone, Il mito di Antigone nella sinistra antagonista, in: Antigone, il
volto di un enigma, pp. 357 ss.
Per Grete Weil devo moltissimo ai contributi di Marco Castellari, che si distinguono per
chiarezza, informazione bibliografica ed originalit, ed in particolare: Nicht mitzulieben,
mitzuhassen bin ich da. Mythenkorrektur, Autobiographie und Darstellung der Shoah in Grete
Weils Roman Meine Schwester Antigone, in: Studia theodisca, XIV (2007), pp. 55-72. Grete
Weils Strategien des Autobiographischen am Beispiel des Romans Der Brautpreis, (1988), in:
Estudios Filolgicos Alemanes, XV (2008), pp. 725-734. Antigones Spuren in der deutschen
Geschichte: Grete Weils Rezeption des antiken Mythos, in: Text + Kritik. Grete Weil, Mnchen
2009, pp. 58-66. berleben und Zeugenschaft bei Grete Weil am Beispiel des Romans Tramhalte
Beethovenstraat, in: Marisa Siguan et al. (hrsg.): Erzhlen mssen, um zu berwinden.
Literatura y supervivencia, Barcelona 2009, pp. 73-84. Grete Weils Romane aus interkultureller
Sicht, in: Gabriella Rcz Lszl V. Szab (hrsg.): Der deutschsprachige Roman aus
interkultureller Sicht, Praesens, Wien 2009, pp. 53-74. Mito, storia e attualit. Mia sorella
Antigone di Grete Weil e le ferite del Novecento tedesco, in: ACME, LXVI (2011) 1, pp. 81-91.
Vedi anche C. Brunelli, Conseguenze tardive ovvero la sindrome del sopravvissuto, in: G.
Weil, Conseguenze tardive, Firenze 2008, pp. 5-12.
151
nonostante debba assistere sin da ragazzina al diffondersi della violenza antisemita e alla progressiva emarginazione degli ebrei. Nel 1932 sposa il drammaturgo Edgar Weil ed insieme emigrano in Olanda nel 1936 perch l la
famiglia Weil aveva una filiale commerciale della propria industria farmaceutica. Oltre a studiare germanistica, Grete Weil si era formata come fotografa, professione che esercita nei primi anni ad Amsterdam. Nel 1940, per,
lOlanda occupata dai nazisti. Durante i bombardamenti che preludono
linvasione, ai coniugi Weil non riesce di fuggire in Inghilterra. Sono perci
costretti a restare ad Amsterdam, dove Edgar Weil attivo nella Resistenza.
Dopo uno sciopero generale del febbraio 1941, le razzie e gli arresti della
Gestapo si moltiplicano. L11 giugno 1941, Edgar arrestato dalla Gestapo per
strada. La moglie non lo rivedr pi. Mesi dopo riceve la notizia che stato
deportato nel campo di concentramento di Mauthausen. Intanto, per, sono
iniziati i trasporti di massa degli ebrei, dapprima con linganno di un
richiamo ai lavori forzati in Germania, poi senza alcuna giustificazione. Grete
Weil deve aver cura della madre, anche lei emigrata intanto in Olanda. Si
presenta allora al Consiglio ebraico, unistituzione voluta dai nazisti per organizzare le deportazioni, i cui membri erano esonerati dal trasporto allEst.
Essere ammessi in quellorganizzazione significava dunque la salvezza. Grete
presa subito nel Consiglio come risarcimento, in un certo senso, per la deportazione del marito. Il lavoro al Consiglio ebraico, ossia la collaborazione
con i Tedeschi, le apriranno un conflitto di coscienza da cui non si liberer mai
pi. Il 28 settembre del 1943 le deportazioni finiscono, e vengono arrestati
anche i membri del Consiglio ebraico. Grete Weil riesce a fuggire, e a nascondersi da una coppia di amici. Vivr lultimo anno e mezzo prima della fine
della guerra dietro uno scaffale di libri.
Finita la guerra, Grete Weil con lincomprensione degli altri sopravvissuti, tra cui la madre torna in Germania, che non aveva mai misconosciuto
come patria. Vorrebbe continuare a scrivere, attivit le era stata da subito
proibita dai nazisti. Per una scrittrice, pensa, non possibile vivere in un
luogo dove non si parla e legge la propria lingua. Lei vuole scrivere in tedesco
e pubblicare per i Tedeschi. Non domina nessunaltra lingua, tranne il
tedesco. Nel 1960 sposa un amico di giovinezza, Walter Jokisch, noto regista
dopera ed attore televisivo. Collabora alla scrittura di libretti con i compositori Hans Werner Henze e Wolfgang Fortner.
Nel dopoguerra, vuole scrivere un libro su Antigone. Solo lentamente, si fa
strada in lei la necessit di raccontare letterariamente il trauma vissuto. Dopo
la morte del secondo marito, esperienza di vita remota, passato prossimo del
dopoguerra ed attualit della Germania degli anni Settanta si condensano in
una scrittura letteraria efficacissima e sintetica, che riesce a raccontare lorrore
e la sopravvivenza ad esso. Grete Weil non appartiene ai testimoni della prima ora, e in senso stretto non appartiene nemmeno alla categoria dei testimoni, perch scrive sempre sotto il velo della finzione letteraria, se si eccettua
152
86
Ne esiste una traduzione italiana con testo a fronte (utile, perch il romanzo non pi
pubblicato in Germania, anche se facilmente reperibile nelle librerie dantiquariato):
Grete Weil, Mia sorella Antigone. Romanzo, a cura di Karin Birge Bch M. Castellari
Andrea Gilardoni, traduzione di M. Castellari, Milano 2007. In questo libro vedi la prefazione del traduttore ed il bel saggio di Karin Birge Bch, Resistenza e omissione: trappole
di unaffinit elettiva, pp. 269-288.
Cfr. Uwe Meyer, Nein sagen, die einzige unzerstrbare Freiheit. Das Werk der Schriftstellerin
Grete Weil, Frankfurt 1996, p. 235.
153
delluccisione di Antigone, tutta la societ che riduce Antigone ai suoi standard e ai suoi gusti, la degrada al suo livello (alla fine anche lei ripete lo stesso
ritornello ebbro). La performance un atto di condanna della falsa cultura
contemporanea e della sua insopportabile trivialit. Si mette anche
implicitamente in discussione la cultura nobile, elevata, classicistica, insomma, ed il meccanismo di identificazione con i Greci che un filo conduttore
dellidentit culturale tedesca dalla fine del XVII secolo in poi. La produzione
di Nel ebbe un riuscito intento provocatorio, e sciocc il pubblico.
Chi era diventata Antigone?
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tamento, la sua incestuosa passione per Polinice, una certa vanit e larroganza dei martiri che a torto o a ragione si ritengono migliori.88
Nella fantasia di Grete Weil, dunque, Antigone una figura polimorfa, variegata, e perci si presta ad infiniti tentativi di essere catturata, imprigionata
dalla scrittura. Nella biblioteca cittadina di Monaco, infatti, conservato il
lascito della scrittrice, in cui c un romanzo su Antigone rimasto inedito, interessante per capire le trasformazioni della ricezione del mito nella scrittura di
Grete Weil. Il manoscrittorisale agli anni Cinquanta, quindi allimmediato
dopoguerra. In questo primo romanzo su Antigone non c alcuna
eroizzazione della figura mitica, la cui nostalgia della morte vista anzi
come negativa tendenza allannullamento. Nonostante il suo anelare alla
morte, dunque, Antigone riuscita a toccare il cuore della scrittrice, che per
con il noi parla a nome di una generazione, di coloro che hanno dovuto loro
malgrado accettare il lutto e rinunciare alla felicit, e i cui cari giacciono
insepolti. La frase celebre, non sono qui per odiare ma per amare, diventa il
centro nevralgico di una ricerca sulloggetto reale di quellamore, scaturito
innaturalmente non dalla felicit ma dalla dismisura del dolore. Ma gli esiti
della ricerca sono sorprendenti. Lamore di cui questa prima Antigone della
Weil si fa eroina e vittima un amore passionale, erotico, ossessivo verso il
fratello.
Grete Weil sembra voler sovvertire lidea diffusa di Antigone come di una
creatura senza amore: Antigone invece unamante senza tregua. Lamore al
centro di questo romanzo quello incestuoso per il fratello Polinice, che
reagisce con estrema violenza ai tentativi di Antigone di abbracciarlo e
baciarlo. Si tratta di un amore pateticamente dichiarato da Antigone (ti amo
tanto, Polinice. Ti amer per sempre) e che non indietreggia neppure davanti
alla morte. Prima di seppellire il fratello, Antigone si inginocchi e baci le
labbra fredde. Ah, non era pi un bacio proibito
Quale amore?
Nei primi abbozzi degli anni Cinquanta, Grete Weil sembra dunque
propendere per una lettura di tipo psicanalitico del mito: il suo personaggio
soffre di un desiderio incoercibile di morire e di un amore irrealizzabile,
illecito, respinto. unAntigone nuova (ed anticipatrice di letture pi recenti)
nei contenuti: attraverso la rappresentazione della sua Antigone, la Weil sfida
i benpensanti, non esitando a narrare un amore incestuoso, fuori dalle norme
e ad identificare in questamore la vera trasgressione di Antigone. Anni dopo,
analogamente, la Weil non esiter a raccontare un rapporto lesbico, ed una
scena di seduzione da parte di una ragazza giovane su unaltra donna ormai
88
Carmen Giese, Interview mit Grete Weil am 25 Januar 1995, in: ead., Das Ich im literarischen
Werk von Grete Weil und Klaus Mann: zwei autobiographische Gesamtkonzepte, Frankfurt a.M.
1997, p. 221. Sul manoscritto inedito cfr. anche Maria Palmira Roque da Silva, Autobiografia e mito no romance Meine Schwester Antigone de Grete Weil, Coimbra 2004.
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Sorella e nemica
Nel romanzo Antigone non un doppio, ma un fantasma, una costante, immaginaria, compagna dei pensieri della scrittrice, dalla fisionomia fluttuante,
ambigua, obliqua: Come me la immagino? Un giorno penso di saperlo, il
giorno dopo non pi, una volta una parte di me, laltra il mio opposto in
tutto. Un sogno attraverso il tempo, come io desidero essere, come non sono,
una figlia di Re in anni giovanili, poi vagabonda, intransigente combattente
della Resistenza, che mette in gioco la sua vita e la perde, discepola, amante di
Dioniso, per la quale vita significa odio e morte significa amore, la Decisa,
colei che non deroga alla propria legge. Una figura contraddittoria, ammi89
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Vedi Pascale R. Bos, Homoeroticism and the Liberated Woman as Tropes of Subversion: Grete
Weils Literary Provocations, in: The German Quarterly, 78.1, 2005, pp. 70-87.
Nel racconto B sagen, in: Happy, sagte der Onkel, Frankfurt a.M. 1982.
Rede, gehalten bei der Verleihung des Geschwister-Scholl-Preises, 21.11.1988, Monacensia,
Mnchner Stadtbibliothek, Literaturarchiv und Bibliothek, Ms. 32.
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Antigone, nel sogno-visione, parla ancora della sua morte, tralasciata dai
poeti, la descrive nei particolari: si impicca con un pezzo di tessuto sacro, una
sciarpa di seta che era un regalo di Afrodite per Cadmo, il quale laveva regalata a Polinice, dura di sangue rappreso del morto. La bacia ripetutamente
perch un frammento di lui ad aiutarla nel raggiungere la liberazione, ossia
la morte. Perch muore, questa Antigone? Perch non pu vivere senza lamore, e si suicida non per il terrore di doversi consumare nel buio e nelloscurit
della grotta, ma al contrario perch non vuole tornare alla vita: si uccide, infatti, solo quando vede che gli schiavi di Emone muovono la pietra che fa da
porta alla sua prigione per venirla a cercare.
LAntigone descritta da Grete Weil non rifiuta una vita, ma rifiuta una vita
senza quellunico, esclusivo amore. La consapevolezza della grandezza di
quellamore lha avuta durante lesilio. Sola con il padre, lontana dal palazzo,
Antigone trova se stessa e lunica arte per la quale nata: essere sorella. La
ribellione a Creonte non ha nessun significato politico, Antigone non voleva
diventare proprio nulla, ma solamente essere, accettare il destino e gli uomini. stato lordine di Creonte ad obbligarla a gridare a tutti una legge generale, che andava al di l della sua singola vicenda: chi esige obbedienza incondizionata, agisce contro la vita. Antigone agisce per un fine personale, per un
sentimento profondo ma individuale, per un comandamento che riguarda lei
sola, per un rito che privato: eppure sente il dovere di gridare a squarciagola quello che accaduto, e non per atto estremo e consapevole di ribellione,
ma per denunciare il troppo: non lobbedienza messa in discussione, ma
lobbedienza incondizionata. Creonte, dopo che Antigone stata pestata a
sangue dai soldati, agisce perch costretto, per non perdere credibilit agli occhi della folla. Discutemmo, ed io dissi la frase che mi ha reso celebre in eterno, cosa sorprendente, giacch in fin dei conti esprime unovviet. Nessun essere umano venuto al mondo per odiare.
La rappresentazione di Creonte qui benevola, il tiranno non avrebbe voluto farle del male, fa discorsi illogici, perch lessere donna di Antigone, che
lui chiama in causa, non centra niente con loggetto del contendere, che la
sepoltura di Polinice. QuestAntigone non crede di essere dalla parte di una
ragione assoluta, non difende principi immutabili n tantomeno divini, tranne
la sacralit dellamore, di un amore che non nemmeno cieco. Polinice, infatti,
non senza colpa, non aveva cercato di dividere il potere con Eteocle, non
aveva nemmeno parlato con lui, aveva scelto la guerra, che tra tutte la peggiore soluzione. A questo punto la visione abbandona linquieta sognatrice.
Antigone va via, nonostante la protagonista, nel suo dormiveglia colmo di lacrime, la implori di restare. Con Antigone, perde la rete che le dava sicurezza,
che le impediva di precipitare. Ma in cosa? Nei ricordi, in ricordi che fanno
male. O anche nella morte, che forse sta arrivando. O forse era stata
Antigone a cercare di ucciderla, ma se la morte una liberazione, perch
andata via, perch lha lasciata sola? Il simulacro di Antigone, invero, ha lasciato il suo insegnamento, le ha rivelato perch da tempo la insegue, quali
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alle finestre, dove fa freddo, dove la protagonista rinchiusa non sa per ordine di chi, senza sapere dove si trovi, e l giunge Antigone, una piccola figura
col vestito giallo: piange, il mio viso si bagna delle sue lacrime. Lumidit mi
si ghiaccia sulla pelle. Stringo Antigone a me, cerco di ripararla con il mio
cappotto. Perch non la porto via, al caldo e al sicuro di una casa? [] Allimprovviso la lascio andare, cade a terra, rimane stesa cos com caduta. Corro
via, corro, corro. Antigone scompare, abbandonata da chi lha inventata, da
chi lha voluta affianco, da chi lha usata.
Dire s
Lamore aveva condotto Antigone alla morte non alla vita; e in questo si
apre un abisso tra la protagonista e la figura mitologica; Antigone (come aveva scritto Anhouil) dice no, e nel dire no consiste lunica, indistruttibile libert; la scrittrice, invece, ha detto s. Attraverso la riflessione su Antigone,
esamina le ragioni del suo dire s.
Antigone si allontana sempre di pi, sfugge nella grandezza del suo amore
esclusivo, da una parte, nella sua capacit di ribellione ed azione dallaltra.
Forse in nessun altro esempio di ricezione la figura di Antigone brilla di cos
tanti riflessi, passa dallombra pi scura alla luce pi splendente, dallorgoglio
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pi incrollabile alla fragilit pi tremula. Perci lo scrivere su Antigone diventa per la scrittrice una tortura, perch attraverso il mito Grete Weil interroga se stessa, e non sono domande semplici quelle che si pone.
Perch non ho ucciso lo Hauptsturmfhrer? 92 la domanda che emerge
dalla memoria, dal parallelo esplicitamente istituito tra Stauffenberg ed Antigone. La risposta immediata per evitare che accadesse qualcosa di peggio.
E questa risposta che vale applicata allesperienza terribile ad Amsterdam,
dove la forma di Resistenza consisteva nel salvare con astuzia qualche bambino, nel falsificare le liste, nel portar fuori dal teatro lettere di aiuto, inutili
ma consolatorie anche uninterpretazione del mito di Antigone: seppellire
il fratello sar anche stato un atto di Resistenza e ribellione, ma ha causato
solo il peggio, morti a catena e la morte della stessa Antigone. Unazione dello
stesso tipo, motivata da un odio giustificabile e non senza ragioni, sarebbe
stata deleteria. Questinterpretazione limplicita risposta che Grete Weil d
allequiparazione tra Antigone ed Ulrike Meinhof o Gudrun Enslinn. La Weil
non giudica le ragioni del terrorismo, rinuncia a questo giudizio storico: senza
chiedere nulla, offre un nascondiglio ad una ragazza ricercata dalla polizia,
anche se non le viene detto esplicitamente, per fare un favore alla giovane
figlia della sua migliore amica. Non lo fa per simpatia, n perch pensa che i
terroristi abbiano ragione nella loro lotta contro lo Stato. Lincendio causato
da manifestanti contro la guerra del Vietnam ad un grande magazzino a
Francoforte (un episodio storico, al quale presero parte i terroristi della RAF),
mentre la scrittrice scrive Mia sorella Antigone, le richiama subito alla mente le
devastazioni dei negozi ebrei ad opera dei nazisti. A partire da se stessa, e
senza alcuno sconto, la Weil conduce unindagine impietosa sullumanit
nelle sue manifestazioni pi estreme: il troppo amore, la troppa violenza. E
naturalmente la sua inchiesta, anche se poetica e non giudiziaria, si basa
anche sulla constatazione che nella storia le situazioni si ripetono: non solo gli
incendi e gli omicidi, anche il dover nascondersi.
Senza necessariamente cercare specchi, la protagonista del romanzo viene
di forza posta dinanzi ad essi. Accetta che una ragazza, unamica della nipote,
si nasconda da lei: certamente ricercata dalla polizia, chiss perch. Questo
generoso gesto di accoglienza non pu che indurre la protagonista a ricordare
una situazione che cerca di rimuovere, ma che inesorabile continua a vivere in
ogni suo istante: e cio la vita rinchiusa dietro uno scaffale di libri durante
lultimo anno e mezzo della guerra e dellesilio ad Amsterdam. E tuttavia la
distanza tra le due esperienze segnata dallimpossibilit di comunicare tra le
generazioni: nel suo racconto, Grete Weil non cede alla retorica della circolarit della storia umana e degli eventi. La ragazza, che ha sui diciotto anni, e
studia filologia classica, interrompe qualsiasi contatto con la sua anziana ospite: non le va di parlare dei suoi studi, che considera inutili e inattuali, non sa
nulla del passato nazista e dei suoi orrori ( la scrittrice a farle vedere un libro
92
Ossia il nazista che gestiva il teatro dove venivano raccolti gli ebrei prima di essere mandati al campo di concentramento.
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negozi, alle fontane. Seguono altri drammi, spettacoli di danza, poesie epiche. E tu
non puoi sottrarti, devi assistere, sentire ed hai per la sensazione che tutti ne parlino
come se non fossero mai stati coinvolti. Solo tu conosci la verit, tu che sei stata quasi
uccisa nella prigione di roccia. Ti ammali del tuo passato, sei inerme, in bala dei
ricordi.
Quando, tanto tempo fa, fosti condannata a morte da Creonte, nessuno avanz in
tua difesa, nessun Tebano fu pronto ad impedire al tiranno di distruggerti. Anche
quelli che non erano daccordo con lui si schernirono, non vollero mettersi in pericolo
a causa tua.
Tuttavia sei tornata a Tebe la tua citt e non hai serbato rancore ai tuoi
concittadini per il loro comportamento.
Vuoi loro bene, perch non sono pi corrotti di altri, perch parlano la tua lingua,
perch vi copre la stessa volta del cielo, gli stessi alberi crescono e le stesse acque
scorrono attorno a voi. Tra loro ti sei scelta i tuoi amici. Lepoca in cui sei stata in
terra straniera, tra pastori e pescatori, dal re Teseo, trascorsa da tanto tempo, ci
ripensi solo raramente: ti senti di nuovo a casa, a Tebe.
Ma adesso accade qualcosa di strano, che non capisci. Da quando si parla cos
tanto della prigione di roccia, loro si sono allontanati da te, invece di avvicinarsi. Tu
sei diventata per loro un caso. Ti spingono a raccontare dei tuoi pensieri, di quando
hai visto la morte con gli occhi. Il loro interesse sincero, hanno compassione di te,
non ne dubiti. Ma tu non vuoi parlare. Non puoi. Forse sarebbe stato possibile per te
scrivere. Ma chi scrive su se stesso non era stato ancora inventato. Per farlo sei nata
troppo presto. La tua storia ti obbliga ininterrottamente a pensare alla prigione di
pietra. Se tu senti la parola sete, oppure vino o soffocare o se uno dice che laria sa
di muffa o che bel sole splende oggi oppure quanto buia la notte, o se vieni a
sapere che un uomo maltrattato, o se a casa ti prepari un bel pranzetto oppure
Tu soffri. Di tanto in tanto pensi a realizzare il suicidio che hai rinviato. Eppure
continui a rinviarlo, tu che prima decidevi cos facilmente, che eri audace e determinata.
Poi un giorno muori. I medici sanno precisamente di che malattia nei molto
vecchi di solito sono tante e tutte insieme. Ma lantro di roccia, nella quale in realt
stai sprofondando, non c nella loro lista.
O Antigone. Tu che sei rimasta con me. Resta con me, se muoio per un tumore,
per un infarto, per una qualsiasi malattia dal nome latino, che fa una bella e dotta
figura su un certificato di morte. Come si raccapezzerebbe limpiegato dellanagrafe, se
l ci fosse scritto morbo di Auschwitz? Non ne ha mai sentito parlare.
Oltre i millenni, che sono come un battito di ciglia, resta con me.
Antigone presente/assente
Qui si interrompe il nostro seguire Antigone attraverso tre decenni del Novecento. Qualcosa abbiamo certo lasciato per strada, potremmo tornare indietro
a recuperarlo. Ora ci fermiamo, per tirar fiato. La via ancora lunga. Ho nel
cuore leco delle grida e dei pianti, nei tardi anni Settanta. Ricordo le immagini al televisore bianco e nero, il centro di Roma, una cinepresa puntata
nel cofano di una Renault 4, dove rannicchiato e martirizzato cera il corpo di
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