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I CREPUSCOLARI E I FUTURISTI

Partendo dal decadentismo di Pascoli e DAnnunzio, sia pure


soltanto per contestarne gli ideali e gli assunti ispirativi, i
poeti

crepuscolari

contrappongono

ai

lussuosi

oggetti

dannunziani e a quelli rustici pascoliani un armamentario di


cose banali, esprimendo una forma poetica non esaltante ma
nuova, un po dimessa ma avviata verso un superamento dei
canoni aulici, ormai logori, da cui scaturir la grande stagione
poetica di Ungaretti, Saba, Montale e Cardarelli. Linvenzione
del termine crepuscolare, per definire un certo tipo di
poesia, da attribuire al critico Giuseppe Antonio Borgese
che, recensendo nel 1910 le opere di Marino Moretti, Fausto
Maria Martini e Carlo Chiaves, afferm che la poesia italiana,
dopo una meravigliosa parabola lirica, al cui apice poneva
DAnnunzio, si stava spegnendo in un mite e lunghissimo
crepuscolo. Tale stile fu caratterizzato da un poetare
sfiancato e invertebrato, il cui motivo era la torbida e
limacciosa malinconia di non aver nulla da dire e da fare.
Successivamente il termine non fu pi inteso in un accezione
negativa ma fu adoperato per indicare quei poeti che,
accomunati da una certa sensibilit nei confronti del tempo e
della poesia, non arrivarono mai a formulare un preciso
programma, come fecero invece i futuristi. I temi trattati dai
crepuscolari furono alquanto tristi, nostalgici, ricavati dalla
banalit del vivere quotidiano. Di conseguenza punti salienti
furono: disincanto, pena esistenziale, rinuncia alla vita e alle
passioni, il tutto ovattato da una sfiduciata ironia. Il poeta si
rifugia nella memoria, nel sogno e la sua accidia lo porta ad
una languida vocazione per la morte. Tutto crollato nel
mondo

circostante,

inutili

le

voci

del

Carducci

di

DAnnunzio, rimasto solo un mesto silenzio di delusione. Le


tradizioni vengono rifiutate nella maniera pi assoluta, la
poesia viene dissacrata ed affidata ad un linguaggio semplice
e discorsivo, a volte volutamente sciatto, tanto che Borghese,
in

proposito,

parla

di

quartina

pedestre,

verso

ritmicamente insipido, ritmo monotono , rima narcotica.

Poeti crepuscolari furono Sergio Corazzini (Roma 18861907), Guido Gozzano, Marino Moretti (Cesenatico 1885 1979), Aldo Palazzeschi. Nel 1909 Filippo Tommaso
Marinetti (Alessandria dEgitto 1876 - Bellagio, Como, 1944),
formatosi nei pi attivi ambienti parigini delle avanguardie
artistiche, pubblic Il Manifesto del Futurismo, cio il
programma della corrente di cui fu fondatore. A questo ne
seguirono numerosi altri che prendevano in esame le varie
arti,

dalla

letteratura

alla

musica.

Latteggiamento

di

Marinetti fu rivoluzionario: egli organizz memorabili serate


futuriste durante le quali venivano letti dei testi e venivano
dibattute tematiche provocatorie ed aspre nei confronti della
cultura tradizionale. A questa contrappone la nuova civilt
meccanizzata, i suoi ritmi febbrili, il suo attivismo e anche la
violenza. Sostenitore del nazionalismo, del militarismo e della
guerra, disprezzava la donna perch esempio di debolezza e
ispiratrice di molli sentimentalismi.
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